Rischi e minacce per la Sicurezza nazionale e

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Rischi e minacce per la Sicurezza nazionale e
UNIVERSITE EUROPEENNE JEAN MONNET
ASSOCIATION INTERNATIONALE SANS BUT LUCRATIF
BRUXELLES - BELGIQUE
THESE FINALE EN
“Sciences Criminologiques”
Mafia, Terrorismo e Intelligence
Rischi e minacce per la Sicurezza nazionale e
internazionale
Specializzando: Antonio Innocente
Matr. 3347
Bruxelles, Ottobre 2014
ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO A UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES
ANTONIO INNOCENTE – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - TERZO ANNO A.A. 2013 – 2014
Indice dei Contenuti
1. Premessa
6
2. Introduzione
7
3. La crisi economica mondiale
9
3.1. La liberalizzazione dei mercati finanziari e i subprime
9
3.2. Crollo delle borse e crisi di fiducia
10
3.3. Crisi finanziaria in Europa e il salvataggio delle banche
11
3.4. Recessione 2009
11
3.5. Recessione 2012
12
3.6. Sviluppi
12
4. Gli investimenti delle mafie nell’economia legale
14
5. Le mafie in Italia e nel mondo
16
5.1. La ‘Ndrangheta
16
5.1.1. Storia
17
5.1.2. Comuni e Asl sciolti per infiltrazioni
18
5.1.3. Faide
19
5.2. La Camorra
21
5.2.1. Struttura e faide
23
5.2.2. Stragi
27
5.2.3. Amministrazioni comunali colluse
29
5.3. Cosa Nostra
31
5.3.1. Storia
31
5.3.2. La crescita della Mafia
31
5.3.3. Resoconto Sangiorgi
32
5.3.4. La prima guerra mondiale
33
5.3.5. Il fascismo
33
5.3.6. La seconda guerra mondiale
34
5.3.7. Il dopoguerra
37
5.3.8. Le guerre di mafia e i cadaveri eccellenti
38
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5.4. Sacra Corona Unita
45
5.4.1. Storia
45
5.4.2. Struttura
46
5.4.3. Sacristi principali
47
5.4.4. Divisioni interne
48
5.5. Banda della Magliana
48
5.5.1. La nascita della banda
49
5.5.2. Gruppo della Magliana
50
5.5.3. Gruppo di Testaccio-Trastevere
51
5.5.4. Gruppo di Ostia-Acilia
52
5.5.5. Altri
53
5.5.6. Sequestro Grazioli
54
5.5.7. Omicidio di Nicolini
55
5.5.8. Traffico di stupefacenti
56
5.5.9. Il deposito delle armi
56
5.5.10. Guerra con il clan Proietti
57
5.5.11. Collusione con la destra eversiva
58
5.5.12. Rapporti col NAR
58
5.5.13. Coinvolgimento sequestro Aldo Moro
59
5.5.14. Omicidio Pecorelli
60
5.5.15. Coinvolgimento Strage di Bologna
61
5.5.16. Lotte interne
61
5.5.17. L’uccisione di Selis
62
5.5.18. Omicidio Balducci
62
5.5.19. Morte di Abbruciati
63
5.5.20. I primi pentiti
64
5.5.21. La faida interna
64
5.5.22. Muore Enrico De Pedis
65
5.5.23. Abbatino si pente
66
5.5.24. Processi
67
5.5.25. La banda Oggi
68
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5.5.26. I vivi e i morti
71
5.6. Mala del Brenta
72
5.6.1. La storia
72
5.6.2. Interessi economico
73
5.6.3. Arresti ed evasioni di Felice Maniero
74
5.6.4. Panorama attuale
74
5.7. Banda della Comasina
75
5.7.1. Storia
75
5.7.2. Gli anno ’70
76
5.7.3. Gli anni ’80
77
5.7.4. Gli anni 2000
78
6. Le Nuove alleanze criminali
79
7. Il terrorismo in Italia e nel mondo
81
7.1. L’ETA
81
7.2. Brigate Rosse
82
7.3. Hamas
83
7.4. Al Qaeda
84
7.5. IRA
85
8. Intelligence in Italia e nel mondo
8.1. Servizi Segreti Italiani
86
86
8.1.1. AISI
86
8.1.2. AISE
87
8.2. Servizi Segreti Vaticani
88
8.3. Servizi Segreti Francesi
88
8.4. Servizi Segreti Spagnoli
89
8.5. Servizi Segreti Inglesi
90
8.5.1. MI5
90
8.5.2. MI6
91
8.6. Servizi Segreti Tedeschi
8.6.1. MAD
91
91
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8.6.2. BFV
92
8.6.3. BND
92
8.7. Servizi Segreti Cinesi
93
8.8. Servizi Segreti Cubani
94
8.9. Servizi Segreti Turchi
94
8.10. Servizi Segreti Pakistani
95
8.11. Servizi Segreti Afghani
96
8.12. Servizi Segreti Iracheni
96
8.13. Servizi Segreti Iraniani
97
8.14. Servizi segreti Israeliani
97
8.14.1. Le missioni
8.15. Servizi segreti Americani
98
99
8.15.1. CIA
99
8.15.2. FBI
104
8.15.3. NSA
108
8.16. Servizi Segreti Russi
111
8.16.1. KGB
112
8.16.2. FSB
114
8.16.3. SVR
116
8.16.4. GRU
118
9. Conclusioni
121
10. Bibliografia
122
11. Sitografia
124
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1. PREMESSA
Siamo in un momento storico delicatissimo e quindi di estrema importanza per tutto ciò che
riguarda le strategie, gli impegni, le scelte da intraprendere che determineranno le sorti del mondo.
Bisogna comprendere che la crisi economica mondiale che stiamo vivendo colpisce tutti, ma in
modo particolare i ceti sociali più deboli. Fingere che tutto vada bene, ignorando il grado di
disperazione sociale potrebbe essere un grave errore determinando una rabbia maggiore che
potrebbe esplodere in scenari di tensioni sociali. Nei prossimi mesi, sia in Italia che in altri paesi
della comunità Europea, si ipotizzano enormi manifestazioni di protesta a causa del malcontento dei
cittadini, che sono sfiduciati e stremati dalle condizioni di crisi economica alla quale la politica in
generale non riesce a porre rimedi sostanziali per la creazione di un sistema economico che possa
ridare una stabilità durevole. Le preoccupazioni maggiori, derivano sostanzialmente da possibili
infiltrazioni di nuove organizzazioni probabilmente sconosciute a tutt’oggi, il disequilibrio che
serpeggia quasi in tutto il mondo, rappresenta un terreno molto fertile per le varie organizzazioni
criminali, oltre ad eventuali gruppi terroristici internazionali. E’ necessario quindi un’analisi
approfondita della crisi economica mondiale, che assieme alla politica e alle istituzioni devono
ricreare tutte le condizioni necessarie per la stabilità e la sicurezza nel mondo. Analizzando il
fenomeno terrorismo ad esempio, si può comprendere facilmente come può essere destabilizzante
per il mondo il suo impiego, spesso adottato da altri stati, che si caratterizza di quattro elementi
essenziali: la violenza criminale, il movente politico, politico-religioso o politico-sociale. Allo
stesso modo, la violenza criminale, pur distinguendosi dal terrorismo per il suo movente
espressamente solo di natura economica, è determinante per la stabilità e la sicurezza di qualsiasi
Stato Sovrano e del mondo intero. La difficile lotta contro la criminalità e la tutela per la sicurezza
nazionale de internazionale è al centro di questa ricerca. Metterò in luce i diversi ambiti che hanno
determinato la creazione di gruppi criminali e terroristici in Italia e nel mondo, le loro cooperazioni
adottate fino ad oggi, con l’effetto di aver messo in pericolo tutte le contromisure adottate dagli
Stati membri attraverso l’intelligence. Per ognuno di essi darò risalto alla capacità di infiltrarsi nel
tessuto sociale, economico e istituzionale, evidenziando le fasi determinanti delle singole
organizzazioni.
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2. INTRODUZIONE
I processi di globalizzazione economica, le trasformazioni geopolitiche in atto e i mutamenti sempre
più rapidi che caratterizzano il nostro mondo, stanno creando un quadro sempre più complesso e
diversificato di rischi e minacce per la sicurezza e la stabilità dei diversi sistemi-Paese.
In questo contesto, l’Intelligence e l’analisi in materia di sicurezza, e cioè la capacità di percepire
tempestivamente minacce e opportunità e prevederne l’evoluzione, è destinata ad assumere sempre
più un’importanza crescente come supporto essenziale al processo decisionale, sia in ambito
istituzionale che nel mondo dell’impresa.
Esperti d’Intelligence in grado di analizzare complessi problemi di sicurezza nazionale saranno nei
prossimi anni, sempre più richiesti dalle Istituzioni, le Università, i Centri di ricerca, le industrie
d’interesse strategico e il sistema dei mass media.
Intelligence e Security saranno sempre più strumenti di difesa e di crescita per uno sviluppo
culturale della sicurezza nazionale, strumento di lettura complessa dei processi globali.
Il termine “sicurezza”, nella sua eccezione più generale, indica una condizione (di persona o cosa),
che è esente da pericoli, ovvero in grado di affrontare con successo eventuali pericoli.
L’uso di tale termine, insieme a delle specificazioni (pubblica, militare, stradale, nazionale, comune,
ecc..), assume significati diversi, comunemente usati o previsti da specifiche norme.
Cosa s’intende per “sicurezza nazionale “? Non vi è mai stata una definizione univoca, ogni
Amministrazione ha adottato una definizione propria, il DPCM (Decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri), del 5 maggio 2010 per l’istituzione di una nuova “organizzazione nazionale
di gestione crisi” con il consenso di tutte le Amministrazioni interessate, definisce “sicurezza
nazionale” il complesso di misure per la tutela degli interessi nazionali e gli “interessi nazionali” il
complesso di elementi e attività, la cui compromissione può arrecare un danno allo Stato, maggiore
è l’interesse quanto maggiore è il possibile danno.
Cosa s’interde per Intelligence (Legge 124-2007)? Il Sistema Intelligence nazionale è l’insieme
degli organi e delle Autorità che hanno il compito di assicurare le attività informative allo scopo di
salvaguardare la Repubblica dai pericoli e dalle minacce provenienti sia dall’interno sia
dall’esterno. Deve trattare e sviluppare l’informazione per la sicurezza della Repubblica, non la
sicurezza della Repubblica.
Le nuove invenzioni tecnologiche, tra le quali il web, i satelliti e i confini geopolitici assumono oggi
un significato diverso, poiché tali invenzioni hanno determinato un significato diverso agli stessi
confini geografici di un paese sovrano, ampliando quindi, il concetto di spazio e rischio o minacce.
Le nuove alleanze criminali, come ad esempio: l’ndrangheta e i cartelli sudamericani del
narcotraffico, che con i loro profitti, immettono nel mercato mondiale, ingenti quantità di denaro di
provenienza illecita e pertanto non calcolabile in maniera precisa, accrescono in maniera
considerevole, la capacità di infiltrarsi nel tessuto sociale ed economico, sia in ambito nazionale che
internazionale, grazie alla trans nazionalità, mettendo quindi a dura prova i vari sistemi
d’informazione di tutte le polizie internazionali. E’ quindi necessario una rivalutazione strategica e
di cambiamento, per poter cooperare in ambito nazionale ed internazionale, per poter fronteggiare
un futuro ampio e complesso, dato che non è più possibile poter identificare l’ipotetico nemico,
come in passato. Il crollo del muro di Berlino aveva dato la sensazione che con esso fosse cessata la
guerra fredda, una guerra che vedeva fronteggiare due paesi: Stati Uniti d’America da una parte e
Unione Sovietica dall’altra, sembrava quindi aver raggiunto un equilibrio mondiale sia formale che
sostanziale, ma gli scenari attuali, hanno sconfessato questo apparente equilibrio, formulando
quindi, nuove ipotesi di rischi e minacce, e pertanto riadattare tutti i sistemi di sicurezza ai nuovi
scenari futuri, dove gli analisti d’intelligence avranno il peso delle scelte strategiche da adottare per
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le nuove sfide di domani. Le informazioni dunque, erano e saranno figlie del passato e del futuro,
ma bisognerà imparare a leggere il significato del loro contenuto.
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3. LA CRISI ECONOMICA MONDIALE
La crisi economica iniziata nel 2008 e tutt’oggi in corso, viene indicata con il nome di Grande
Recessione ed è stata causata dalla crisi del mercato immobiliare degli Stati Uniti avvenuta nel
2007. I vari fattori principali della crisi sono rappresentati dall’aumento delle materie prime tra le
quali il petrolio, un’elevata inflazione globale, la minaccia di una recessione in tutto il mondo e per
ultimo la crisi creditizia che ha creato la sfiducia nei mercati delle borse di tutto il mondo. Di
conseguenza, nel primo trimestre del 2008, è nata la crisi industriale e il successivo fallimento della
Lehman Brothers, scoppiata nell’autunno dello stesso anno che ha determinato nel 2009 una crisi
economica mondiale che ha fatto crollare i Pil in moltissimi paesi, soprattutto in paesi occidentali. 1
Tale crisi ha generato inoltre, ulteriori debiti sovrani e un indebolimento delle finanze pubbliche di
molti paesi che hanno dovuto oltretutto sostenere le banche di tutto il mondo, e in maniera
particolare dei sistemi bancari europei. La successiva insolvenza sovrana del Portogallo, Irlanda e
Grecia, ha dato origine successivamente ai piani di salvataggio, per evitare i fallimenti degli stessi
stati, creando però una condizione di austerità altamente restrittiva per gli stessi conti pubblici e
determinando una crisi economica mondiale che non ha precedenti simili nella storia.
it.wikipedia.org/wiki/Crisi_economica_del_2008-2014 (25.05.2014).
3.1. La liberalizzazione dei mercati finanziari e i subprime
Crescita del commercio globale tra il 2000 e il 2008 www.google.it (25.05.2014).
1
I dati della crisi economica, www.lastampa.it, pubblicato il 15-01-2009, consultato il 25 maggio 2014.
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Tra il 1985 e il 1990 le banche centrali furono sollevate dall’obbligo di finanziare i debiti pubblici e
contestualmente, furono liberalizzate e rese indipendenti dal potere esecutivo, dando origine alla
vendita dei loro fondi finanziari e fondi pensione a soggetti privati, causando la liberalizzazione e la
circolazione internazionale dei capitali che potevano acquisire titoli di debito nazionale non più
sottoposti a controlli e regole di movimentazione dei flussi di capitali. La flessibilità di tali regole,
portò all’inasprimento e conseguentemente al calo degli investimenti tecnologici delle imprese,
allargando investimenti finanziari che apparivano spesso preferibili rispetto a quelli produttivi. Dal
2001 al 2005, ci fu un incremento di prestiti finanziari il cui valore aumentò considerevolmente
passando dai 145 miliardi ai 635 miliardi, ma i tassi d’interesse furono portati nel 2007 dall’1,5% al
5,25% per intervento della FED, che in tal modo cercò di frenare le speculazioni e dare maggiori
liquidità al sistema economico, ma l’effetto ottenuto, fu il moltiplicarsi d’insolvenze e di
pignoramenti, dando luogo all’esplosione della bolla immobiliare che determinò un calo del valore
degli immobili innescando un enorme quantità di vendite, che causò il fallimento di molti
risparmiatori e istituti di credito, bloccando il sistema finanziario americano.2
Andamento del mercato dei subprime tra il 1997 e il 2007 www.google.it
(25.05.2014)
3.2. Crollo delle borse e crisi di fiducia
La crisi immobiliare degli Stati Uniti fu la causa del crollo dell’economia americana poiché ci fu il
cedimento del valore del dollaro, e con le ondate di vendite dello stesso la crisi immobiliare fu
accompagnata dalla crisi di credito, determinata da un’analisi economica pessimista. Il
peggioramento delle borse causò una sfiducia dei depositi verso le banche.3 La risposta immediata
alla crisi di credito, fu determinata dalle banche centrali e dagli stati che tagliarono i tassi
d’interesse per cercare d’immettere liquidità nel sistema economico con la speranza di incentivare
gli investimenti e la ripresa del mercato economico. L’aggravarsi della crisi portò il governo
americano a intervenire con un piano di salvataggio del sistema finanziario approvato il 3 ottobre
del 2008 dalla Federal Reserve, con il quale furono salvate dal rischio di fallimento gli istituti di
credito e le banche, attraverso l’immissione di oltre 700 miliardi di dollari a sostegno delle banche a
tassi d’interesse vicini allo zero.
2
3
Nouriel Roubini, Mihm Stephen, La crisi non è finita, Feltrinelli, Milano 2012, p. 129.
La spirale delle tre crisi, www.repubblica.it, pubblicato il 7-10-2008, consultato il 25 maggio 2014.
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3.3. Crisi finanziaria in Europa e il salvataggio delle banche
file di risparmiatori davanti ad una sede della Northen Rock www.google.com (25.05.2014).
La crisi finanziaria coinvolse anche le diverse banche europee che avevano investito negli asset
“tossici” delle banche americane, accumulando enormi perdite. La prima banca europea colpita
dalla crisi su la Northern Rock, uno dei più importanti istituti di credito britannico specializzato in
mutui immobiliari che nel settembre 2007 diffuse la notizia di non essere in grado a ripagare i suoi
clienti per mancanza di liquidità, innescando in tal modo il panico dei risparmiatori che recandosi
presso gli sportelli richiedevano la restituzione dei loro depositi. La banca centrale d’Inghilterra e
l’FSA, ente di controllo del settore finanziario invitarono la popolazione alla calma, e
nazionalizzarono l’istituto bancario con un immissione di liquidità di oltre 110 miliardi di sterline,
lo stesso sistema fu adottato per altre banche tra le quali Bradford & Bingley, acquistando inoltre
azioni della Hbos, Lloyds Tsb e Royal Bank of Scotland.4 La stessa politica degli aiuti di stato
furono applicati da diversi paesi europei tra i quali: il governo belga , francese, lussemburghese,
olandese. La medesima politica di salvataggio delle banche fu adottata anche dalla Germania che
attraverso la Banca centrale tedesca approvò il piano di salvataggio dalla HRE che fu il più grande
della storia tedesca. Il governo tedesco intervenne anche per il salvataggio della Sachsen Lb, West
Lb e Ikb, allo scopo di assicurare la sopravvivenza delle banche e delle compagnie assicurative
dando inoltre la garanzia sui titoli nuovi da emettere. Successivamente furono eseguiti altri piani di
salvataggio dalla Svezia, dalla Danimarca, dal Portogallo, dalla Grecia e dall’Olanda.
3.4. Recessione 2009
Variazioni del Prodotto interno lordo nella recessione del 2009 www.google.com (25.05.2014).
Nel 2009 l’economia mondiale risente degli effetti della crisi finanziaria del 2008, sviluppando una
contrazione economica in tutti i principali paesi del mondo, e con la conseguente incapacità del
potere d’acquisto delle famiglie. Il tasso di disoccupazione subì una forte crescita, determinando
4
Regno Unito: La Nazionalizzazione del sistema Bancario, wwwborsaitaliana.it pubblicato il 11-10-2008, consultato il
25 maggio 2014.
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effetti negativi in diversi paesi europei tra i quali: Regno Unito, Germania, Olanda, Spagna, Belgio,
Francia, Irlanda, Lettonia, Estonia, Lituania, Polonia, Italia.
Sede della BCE www.google.com (25.05.2014).
Le difficoltà per una ripresa economica furono determinate dalle condizioni molto fragili del
sistema creditizio e dalla riduzione dei consumi nei paesi più avanzati, che nonostante i ribassi dei
tassi d’interessi promossa dalla Banca Centrale Europea non diede luogo ad una ripresa economica,
poiché gli interventi della BCE furono introdotti per favorire il funzionamento degli istituti bancari
e a sostenere i loro bilanci, diminuendo fortemente il finanziamento al settore privato e ad
incoraggiare l’attività di prestito delle banche alle imprese e alle famiglie.
3.5. Recessione 2012
Negli Stati Uniti d’America i rischi per l’economia si attenuarono solo grazie all’accordo fiscal
cliff5 (burrone fiscale), ma i rischi rimasero alti, mentre in Europa e in tutti i paesi emergenti le
tensioni finanziarie rallentarono notevolmente la crescita. L’economia mondiale e lo scambio di
commercio internazionale restarono bassi e le conseguenze in alcuni paesi continuarono ad avere
valori negativi tra i quali: Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda, mentre venivano ritenute più
solide quelle di Francia e Germania.
3.6. Sviluppi
Nel 2011 le stime dell’economia europea sono negative per diversi paesi tra i quali Italia, Spagna,
Portogallo, Belgio. Olanda, Grecia e Germania, mentre gli unici segnali di ripresa vengono
ipotizzati solo in Francia. La crisi economica è stata aggravata dai debiti pubblici sostenuti dai paesi
europei, e dai piani di salvataggio effettuati dagli Stati membri, atti a scongiurare il rischio di
default, ma che sono la causa della crisi economica reale, che non concede nessun effetto di ripresa
a tutt’oggi. La politica dei paesi europei non può basarsi soltanto sulla riduzione della spesa
pubblica e del bilancio, senza tenere in considerazione un piano strategico per la creazione
contestuale di uno sviluppo economico, industriale e commerciale, è pertanto necessario cambiare
5
Bollettino Economico n. 71, www.bancaditalia.it pubblicato il 15-01-2013 consultato il 25 maggio 2004.
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le regole di austerity6 allo scopo di rendere accessibile il credito alle imprese e alle famiglie,
assieme ad una politica di alleggerimento della tassazione del lavoro. In tal senso vanno rivolte le
attenzioni istituzionali di tutti i paesi del mondo, attraverso la creazione condivisa di leggi
internazionali di egual misura per un nuovo sviluppo economico più solido e reale rispetto al
passato, sostenendo famiglie ed imprese così come sono state sostenute e salvate le banche che
rappresentano la causa della crisi mondiale, il cui effetto è dovuto anche a nessun tipo di controllo e
vigilanza da parte di Leggi e istituzioni. La mancanza di un sistema di controllo e di vigilanza
efficace delle banche, degli enti finanziari e delle società di rating, è stata probabilmente la prima
causa principale del crollo economico mondiale del 2008. Bisogna quindi creare un sistema
innovativo, capace di ridare stimoli alla crescita industriale ed economica, evitando infiltrazioni nel
tessuto economico e sociale di mafie e/o organizzazioni terroristiche che possono destabilizzare la
sicurezza del mondo nel proseguire solo interessi economici personali.
Cartina politica Europa www.google.com (25.05.2014).
6
L’austerity e la dittatura dell’1% di Paul Krugman, www.repubblica.it pubblicato il 27 aprile 2013 consultato il 25
maggio 2014.
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4. GLI INVESTIMENTI DELLE MAFIE NELL’ECONOMIA
LEGALE
Le esigenze delle organizzazioni mafiose ad investire nell’economia legale sono dovute a diversi
motivi tra i quali: profitto economico, consenso sociale, controllo del territorio, riciclaggio e motivo
culturali e/o personali. Lo scopo principale delle varie organizzazioni criminali è quello di occultare
i proventi delle attività criminali attraverso il riciclaggio. Nel caso di esercizi commerciali, con
l’emissione di fatture false o gonfiate permette ai mafiosi di giustificare il denaro proveniente da
attività illecite. Allo stesso tempo le organizzazioni criminali possono utilizzare mezzi di trasporto e
magazzini delle aziende legali per trasportare in maniera occulta le merci illegali. In tal modo le
organizzazioni mafiose conducono attività illecite attraverso attività legali, effettuando transazioni
mascherate da apparente legalità, cercando contestualmente di ottenere un ritorno economico della
stessa attività legale. Lo sfruttamento dei contatti con la politica, assieme all’acceso di risorse
finanziarie illecite permettono alle imprese mafiose di generare enormi profitti. Il sistema mafioso
produce inoltre nuovi posti di lavoro e ottiene quindi un riconoscimento sociale, fornendo quindi un
reddito ad una parte della popolazione locale. Le varie organizzazioni criminali allo scopo di
ampliare il loro potere economico, mirano ad infiltrarsi nel mondo economico ed imprenditoriale,
sfruttando eventuali debolezze economiche di altri imprenditori, ai quali danno un supporto
economico iniziale di facile accesso, senza creare quindi tutte le difficoltà opposte del sistema
finanziario legale e istituzionale, che in un momento attuale di difficile acceso al credito da parte
delle imprese, rende tale progetto criminale molto efficace per infiltrarsi nell’economia sia
nazionale che internazionale. Attraverso il controllo territoriale la mafia e tutte le varie forme di
organizzazioni criminali, stabiliscono un rapporto sociale con il territorio ed in particolare con il
settore economico, attraverso i rapporti con i fornitori, i dipendenti dell’amministrazione pubblica e
la gestione dei subappalti. Per ovvi motivi le organizzazioni criminali scelgono settori commerciali
e imprenditoriali che facilitino il riciclaggio e allo stesso tempo volgono maggiori attenzioni verso i
settori industriali e commerciali di maggiore fragilità per il sistema finanziario, allo scopo di
rendere più facile la loro infiltrazione in attività legali. L’interesse principale delle organizzazioni
criminali è rivolto a molteplici investimenti in varie imprese o società e in vari settori economici,
così da rendere sempre più difficile l’utilizzo di ulteriori prestanome, cercando di ridurre il rischio
di essere indagati da indagini giudiziarie. Il settore dell’energie rinnovabili, i settori dei rifiuti, della
sanità, dei trasporti pubblici rientrano in una categoria di settori protetti nei quali la pubblica
amministrazione ha l’obbligo di controllo per ridurre la concorrenza e ciò determina un notevole
interesse per le organizzazioni criminali poiché tali settori implicano conseguentemente relazioni
con politici e funzionari della pubblica amministrazione, che una volta corrotti assicurano
l’aggiudicazione degli appalti, estromettendo la concorrenza di altre imprese, anche con l’uso della
forza e di atti violenti che scoraggiano il tentativo di partecipazione agli appalti dell’eventuale
concorrenza. Nei momenti di crisi economica come quello attuale che stiamo vivendo in ambito
mondiale, le mafie e le organizzazioni criminali preferiscono investire nell’edilizia, nella grande
distribuzione commerciale e nella ristorazione, traendo enormi vantaggi grazie ad una forte
riduzione dei prezzi. Un altro settore di grande interesse per la criminalità in genere è quello della
distribuzione e del settore turistico, che sono attività fortemente legate al territorio ed hanno una
grande visibilità per le informazioni mafiose che permettono loro di influenzare l’economia legale.
Gli appalti pubblici favoriscono le organizzazioni criminali nel controllo del territorio, che
attraverso la gestione dei subappalti sono in grado di offrire o negare lavoro a determinate imprese,
che spesso vengono assoggettate perdendo il diretto controllo dell’attività svolta.
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www.google.com (25.05.2014).
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5. LE MAFIE IN ITALIA E NEL MONDO
Il termine mafia è genericamente rivolto a particolari e specifiche tipologie di organizzazioni
criminali, aventi caratteristiche specifiche. Il termine proviene dalla lingua araba ed ha il significato
di spavalderia e vanto aggressivo. Il fenomeno nasce approssimativamente nell’anno 1853, per
stabilire il dominio del latifondo fra la nobiltà terriera e i contadini, tale dominio veniva imposto dai
cosiddetti violenti massari (guardie armate dei latifondo), e gabellotti (gestori dei fondi in affitto),
che esercitavano le loro pressioni al fine di giungere al dominio e al controllo del territorio. I
mafiosi diventarono quindi imprenditori e controllavano le produzioni, oltre ad essere nel
contempo, giudici ed esattori delle tasse, organizzandosi in società segrete, nonché religiose,
cavalleresche e massoniche. Dopo l’unità d’Italia, si sviluppano bande di mafiosi, rendendo il
territorio completamente insicuro e alla mercé di sequestratori di persona e di abusi di ogni tipo,
favorita da una grande crisi economica e culturale, sostituendosi completamente allo Stato, con il
quale instaura un rapporto di collaborazione, dovuto alla loro capacità di controllo del territorio,
cercando così di conquistare i comuni, la pubblica amministrazione e l’apparato giudiziario. Il un
documento ufficiale redatto dal procuratore di Palermo Filippo Antonio Gualterio nel 1865, viene
dichiarata per la prima volta l’esistenza delle organizzazioni malavitose. Alcune analisi di tale
fenomeno, affermano che le organizzazioni criminali ottengono il loro potere grazie al consenso
sociale che le identifica come potere parallelo al potere dello Stato, allo stesso tempo il termine di
organizzazioni criminali o mafiose indica un potere che gestisce attività illegali spesso in
collaborazione con apparati dello Stato, politici ed eventuali supporti sociali. Tali organizzazioni
hanno una propria struttura occulta, con l’ammissione di capimafia che comunicano attraverso i
“pizzini” con i picciotti (sottoposti), evitando strumenti tecnologici per ovviare ad eventuali
intercettazioni. I mafiosi assumono anche un ruolo di giudice per risolvere contrasti economici e
familiari o di giustizia sociale. I mafiosi quindi, ottenendo il consenso sociale, riescono a gestire
anche il mercato dell’elezioni politiche, strumento utilizzato per creare complicità e rapporti
relazionali con il governo, con lo scopo di trarne vantaggi economici e di controllo personali.
5.1. La ‘Ndrangheta
La ‘Ndrangheta è un’organizzazione criminale che è originaria della Calabria, ma che si è
sviluppata negli anni in molti paesi nel mondo, tra i quali: Germania, Australia, Colombia, Canada,
Thailandia, Antille Olandesi, Togo, Spagna, Portogallo, Olanda, Perù, Cile, Brasile, Uruguay,
Paraguay, Venezuela, Bolivia, Regno Unito, Russia, Ungheria, Polonia, Romania, Austria e
Svizzera;7 ha una struttura tentacolare, paragonabile ad una struttura terroristica simile a quella di
Al-Qaida.
E’ formata a sua volta da circa 155 ‘ndrine o famiglie, con un impiego di circa 6000 uomini, dediti
a tutte le attività illecite sia sul territorio nazionale che in altri paesi nel mondo. Tra le sue attività
illecite di maggiore interesse, vi sono: traffico di stupefacenti, riciclaggio di denaro sporco,
estorsione, usura, traffico di armi, traffico di esseri umani, gioco d’azzardo e smaltimento rifiuti
tossici e radioattivi. E’ considerata da diverso tempo l’organizzazione criminale più pericolosa e
potente al mondo, basti pensare che ha un utile di circa 53 miliardi di euro all’anno.8 E’ un
organizzazione particolarmente presente nelle seguenti regioni italiane qui di seguito riportate:
Piemonte, Liguria, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia.
7
8
‘Ndrangheta: Demoskopika attive 380 cosche, 50mila affiliati, in www.ansa.it, del 26.03.2014, consultato il 02
maggio 2014.
Relazione 2008 della Commissione antimafia, in www.camera.it, pubblicato il 20-02-2008, consultato i 02 maggio
2014.
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Struttura tipica della ’ndrangheta www.google.com (25.05.2014).
5.1.1. Storia
Nasce nella seconda metà dell’ottocento, con il fenomeno dell’emigrazione, tale organizzazione si
espande in gran parte del nord Italia, e negli anni settanta i media la riconoscono col nome di
“anonima sequestri”, allo scopo di ottenere immediata liquidità da investire nel narcotraffico. La
differenza sostanziale da tutte le altre mafie presenti nel mondo, è data dal fatto che la sua
espansione avviene attraverso legami di sangue. Fra gli anni settanta e ottanta, all’interno di tale
sistema criminale, avvengono due guerre, la prima derivante da un cambiamento generazionale, che
voleva dedicarsi al mercato degli stupefacenti, non voluto dalle generazioni precedenti, poiché
ritenevano tale attività non onorevole. La seconda guerra interna, è scaturita dalla volontà di
indipendenza delle varie famiglie che costituivano la ‘Ndrangheta.
Negli anni settanta furono creati due nuovi livelli superiori la Santa e il Vangelo, nasce quindi la
sovrastruttura della Santa che intrattiene rapporti con la massoneria, la politica e le istituzioni.
Negli anni ottanta si forma il cosiddetto Siderno Group per mantenere il traffico di stupefacenti fra i
tre continenti, Canada, Australia e Sud America; negli anni novanta grazie ad una serie di
maxiprocessi denominati: Wall Street, Count Down, Hoca Tuca, Nord-Sud, Belgio e Fine, termina
il consorzio malavitoso Siderno Group.9
Negli anni duemila la stessa si espande in Italia e all’estero intrattenendo rapporti con i cartelli
messicani per il traffico di stupefacenti facendoli transitare per l’Africa occidentale.10
Di notevole importanza l’arresto nel 2004, del boss latitante Giuseppe Morabito accusato
dell’omicidio del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria Francesco Fortugno.
Torna sotto i riflettori nell’agosto del 2007 per la strage avvenuta in Germania accaduta in un
ristorante italiano nella città di Duisburg.
Nel 2008 viene inserita dagli Stati Uniti d’America nella lista Foreign Narcotics Kingpins, ossia
delle organizzazione e persone dedite al narcotraffico, con la conseguenza di poter confiscare tutti i
loro beni anche in territorio americano.
Nel 2009 scoppia lo scandalo denominato “Relitto di Cetraro” per l’affondamento di alcune navi
contenenti rifiuti tossici inquinando parte del Mediterraneo fino alla Somalia.
Nel 2010 si concludono le indagini sull’operazione chiamata “Crimine-Infinito” e “Minotauro” che
portarono a numerosi arresti, e all’identificazione della struttura di tale organizzazione.
9
Siderno Group La federazione delle famiglie calabresi in Canada in www.liberainformazione.org
pubblicato il 30-03-2010, consultato il 02 maggio 2014.
10
Relazione antimafia in www.ilsole24ore.it, pubblicato il 20-02-2008, consultato il 02 maggio 2014.
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5.1.2. Comuni e Asl sciolti per infiltrazioni
Nel corso degli anni hanno appoggiato diversi schieramenti politici sia di destra che di sinistra a
seconda del ritorno economico. Dopo varie indagini alcune amministrazioni comunali e aziende
sanitarie vennero sciolte per infiltrazioni mafiose tra le quali:11
Africo (RC) - (2003)
Amantea (CS) - (luglio 2008) - DPR annullato
Ardore (RC) - (2013)
Bagaladi (RC) - (2012)
Bardonecchia (TO) - (1995)
Bordighera (IM) - (marzo 2011) - DPR annullato
Borgia (CZ) - (2010)
Botricello (CZ) - (2003) - DPR annullato
Bova Marina(RC) - (2012)
Briatico (VV) - (2003, gennaio 2012)
Calanna (RC) - (2004)
Camini (RC) - (1995)
Careri (RC) - (2012)
Casignana (RC) - (2013)
Cirò (KR) - (2001), (2013)
Condofuri (RC) - (2010)
Corigliano Calabro (CS) - (2011)
Cosoleto (RC) - (1997)
Delianuova (RC) - (1991)
Fabrizia (VV) - (2009)
Gioia Tauro (RC) - (1993, 2008)
Guardavalle (CZ) - (2003)
Isca sullo Jonio (CZ) - (1992)
Isola Capo Rizzuto (KR) - (2003)
Joppolo (VV) - (2014)
Lamezia Terme (CZ) - (1991, 2002)
Leini (TO) - (2012)
Limbadi (VV) - (1983)
Marcedusa (CZ) - (2001)
Marina di Gioiosa Ionica (RC) - (2011)
Melito Porto Salvo (RC) - (1991, 1996, 2013)
Mileto (VV) - (2012)
Monasterace (RC) - (2003) - DPR annullato
Molochio (RC) - (1993, 1995)
Mongiana (VV) - (luglio 2012)
Montebello Jonico (RC) - (2013)
Nardodipace (VV) - (dicembre 2011)
Nettuno (RM) - (novembre 2005)
Nicotera (VV) - (2005, 2010)
Parghelia (VV) - (2007)
Platì (RC) - (2006, 2012)
Reggio Calabria - (9 ottobre 2012)
11
Il governo scioglie i Consigli Comunali in www.corriere.it., pubblicato il 03-02-2012, consultato il 02 maggio 2014.
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Ricadi (VV) - (2014)
Rivarolo Canavese (TO) - (maggio 2012)
Rizziconi (RC) - (30 giugno 2000)
Roccaforte del Greco (RC) - (1996, 2003, 2010)
Roghudi (RC) - (1995)
Rosarno (RC) - (1992, 2008)
Samo (RC) - (gennaio 2012)
San Calogero (VV) - (2013)
San Ferdinando (RC) - (2010)
San Gregorio d'Ippona (VV) - (aprile 2007)
San Luca (RC) - (2000- 2013)
San Procopio (RC) - (2010)
Sant'Andrea Apostolo dello Ionio (CZ) - (1991) - Amministrazione reintegrata
Sant'Ilario dello Ionio (RC) - (2012)
Sant'Onofrio (VV) - (8 gennaio 2009)
Santo Stefano in Aspromonte (RC) - (1998)
Scalea (CS) - (2014)
Sedriano (MI) - (2013)
Seminara (RC) - (1991, 2007)
Siderno (RC) - (2013)
Sinopoli (RC) - (1997)
Soriano Calabro (VV) - (2007)
Stefanaconi (VV) - (1992)
Strongoli (KR) - (2003) - DPR annullato
Taurianova (RC) - (1991, 2009, 2013)
Ventimiglia (IM) - (2012)
Aziende sanitarie sciolte per 'ndrangheta
In base all'art. 143 T.U.E.L. (Testo Unico degli Enti Locali), dal 1991 al 2013 sono state sciolte tre
aziende sanitarie calabresi per infiltrazioni della 'ndrangheta.
Azienda sanitaria di Locri (RC) - (2006)
Azienda sanitaria di Reggio Calabria (2008)
Azienda sanitaria di Vibo Valentia (2010)
5.1.3. Faide
Ci sono state anche molte faide interne che hanno creato scompiglio e ritorsioni tra le varie ‘ndrine
tra le quali:

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12
Faida di Sinopoli: nasce nel 1945 con l'omicidio di Giuseppe Filleti tra gli Alvaro-Violi-Macrì e
i Filleti-De Angelis-Orfeo, con un ennesima vittima nel 1964: Antonio De Angelis, la faida
continuerà fino alla morte di Giovanni Orfeo il 5 settembre 1978.12
Faida di Rosarno: inizia nel 1949 con l'omicidio di Giuseppe Scriva per mano di Salvatore
Cunsolo; la faida si concluderà senza vincitori né vinti.
Faida di Castellace: nata nel 1954 e durata fino al 1978 tra i Barbaro e i Mammoliti, e vinta da
quest'ultimi.
Arcangelo Badolati, Faide, Klipper, Cosenza, 2009, pp. 41-44.
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Faida di Cittanova: originatasi probabilmente nel 1964 quando venne ucciso un parente della
'ndrina dei Facchineri i quali risposero uccidendo un membro degli Albanese. La faida continuò
fino al 1980 e vide la sconfitta dei Facchineri a opera degli Albanese-Raso-Gullace, si
contarono, alla fine, 32 omicidi.
Faida di Ciminà: a partire dal 4 giugno 1966 con l'omicidio di Francesco Barillaro, capobastone
di Ciminà, scoppia la cosiddetta faida di Ciminà in cui vengono coinvolti anche i Varacalli. Una
faida con molti morti che arrivò anche a Torino il 14 novembre 1981 con l'omicidio di Rocco
Zucco.13
Faida di Locri: ebbe inizio nel 1967 a causa dell'omicidio di Domenico Cordì compiuto per
punire uno sgarro verso Antonio Macrì. Da allora le cosche Cataldo e Macrì si sono combattute
a più riprese fino agli arresti compiuti nel 1999 che hanno, sembra, calmato la situazione.
Faida di Seminara: scoppiò il 17 settembre 1971 tra i Pellegrino e i Gioffrè.
Faida di Crotone: scoppia nel 1973 tra la famiglia di Luigi Vrenna detto U Zirru e i Feudale
Prima guerra di 'Ndrangheta: scoppiata nel 1974, ebbe l'aspetto di un vero e proprio scontro tra
la vecchia generazioni di ‘ndranghetisti e le nuove leve desiderose di mutare attività criminali;
provocò circa 300 morti.
Faida di Palmi: scoppiata nel 1977 tra i Condello e i Gallico e durata più di un ventennio
Faida dei boschi: scoppiata il 22 ottobre 1977 nella zona ionica a cavallo tra le province di
Reggio Calabria e Catanzaro ebbe termine negli anni novanta.
Guerra di Cosenza: scontro di grandi dimensioni e di lunga durata che vide protagoniste molte
cosche della provincia di Cosenza, tra cui i Pino-Sena e i Perna-Pranno-Vitelli. Scoppiò alla
morte del capobastone Luigi Palermo nel 1977 ed ebbe termine alla fine degli anni ottanta dopo
decine di morti.
Faida di Gioiosa Jonica: fra gli Aquino e i Mazzaferro negli anni '80.
Faida di Motticella: esplode in seno alla famiglia Mollica-Morabito-Palamara-Scriva nel 1985,
si conclude nel 1990 per riprende nel 2005 fino al 2007.
Seconda guerra di 'Ndrangheta: combattuta tra il 1985 e il 1991, nacque nella città di Reggio
Calabria, provocò più di 500 morti.
Faida di Gioisa Jonica: stavolta fra gli Ursini e gli Jerinò, alla fine degli anni '80
Faida di Stefanaconi: è una faida scaturita dai Patania e i Piscopisani, e in cui sono coinvolti i
Bartolotta-Petrolo alla fine degli anni '80 e riesplosa nel 2011. Il 17 settembre 2011 viene ucciso
il capo Fortunato Patania, il giorno dopo di Michele Mario Fiorillo a Francica. Il 20 novembre
2012 si conclude l'operazione Gringia che arresta 13 persone coinvolte nello scontro.14
Faida di Siderno: combattuta a partire dal 1987 quando la 'ndrina dei Costa volle rendersi
autonoma dalla potente 'ndrina dei Commisso. Ebbe termine nei primi anni novanta dopo più di
50 morti e vide un forte ridimensionamento dei Costa, sconfitti dai Commisso che ebbero l'aiuto
di altre cosche reggine come i Molè e i Piromalli. Durante la faida un uomo dei Costa venne
ucciso a Toronto e un Carabiniere assoldato come killer dai Costa venne ritrovato bruciato e
decapitato in un'auto.
Seconda Faida di Cittanova: emerge dal 1987 e termina nel 1991 con la vittoria dei Facchineri
sui Raso-Albanese-Gullace.
Faida di Taurianova: scoppiata nel 1989 e terminata nel 1991 dopo 32 omicidi, ha visto
scontrarsi la 'ndrina dei Neri con le altre 'ndrine di Taurianova. Fece particolarmente scalpore
l'omicidio di Giuseppe Grimaldi la cui testa venne tagliata e usata come bersaglio, l'episodio si
svolse di fronte a diversi testimoni.
Nicola Gratteri, Fratelli di sangue, Luigi Pellegrini Editore, 2007, p. 130.
Dietro la faida di Stefanaconi la regia dei Mancuso, www.corrieredellacalabria.it, pubblicato il 20-11-2012 consultato
il 02 maggio 2014.
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Faida di Roghudi: negli anni '90 a Roghudi scoppia una faida tra gli Zavettieri e i PangalloMaesano-Favasuli-Verno, in cui finiscono coinvolti anche gli Iamonte per l'omicidio dell'8
aprile 1992 di Giacomo Falcone, imprenditore amico di questi. Dopo 14 morti la Provincia
riesce a far concludere la faida. La faida si conclude nel 1998 con 50 morti.15
Faida di Laureana di Borrello: scaturisce all'inizio degli anni novanta tra le due fazioni
Albanese-Cutellè-Tassone e i Chindamo-Lamari-D'Agostino e si risolve con una pace voluta dai
Mancuso di Limbadi dai Pesce-Piromalli e Bellocco per l'inconcludenza del conflitto.16
Faida di Sant'Ilario: a Sant'Ilario dello Ionio il 15 agosto 1990 viene ucciso Emanuele Quattrone
(mandato dai De Stefano per proteggerlo dalla faida con gli Imerti) e secondo l'operazione
Primaluce si apre una nuova faida con i Belcastro-Romeo che vogliono distaccarsi dai
D'Agostino.
Faida di Oppido Mamertina: dura sei anni, dal 1992 al 1998 e dopo una tregua riesplode nel
2011, e dovrebbe essersi conclusa nel novembre 2012 con l'operazione Erinni delle forze
dell'ordine (novembre 2013). Da una parte sono schierati Ferraro-Gugliotta e dall'altra i
Mazzagatti-Polimeni con il coinvolgimento in corso dei Mammoliti a favore dei primi.
Faida di San Luca: scoppiata nel 1991, ha visto contrapposte le 'ndrine dei Nirta-Strangio e
quelle dei Pelle-Vottari. La guerra ha determinato la famosa Strage di Duisburg con l'omicidio
di 6 persone e vasto eco internazionale. La faida è attualmente pacificata ma si teme un suo
ripresentarsi.
Faida di Cutro: combattuta tra la fine degli anni novanta e i primi del 2000 ha visto scontrarsi i
Dragone (ndrina Oliverio) e Arena contro i Nicoscia e Grande Aracri. La guerra fece diversi
morti anche nella zona di Reggio Emilia dove i clan cutresi si sono insediati da diverso tempo.
Scalpore, per le modalità, fece l'omicidio del boss Carmine Arena, ucciso con un colpo di
bazooka.
Faida di Cassano allo Ionio: scontro nato alla fine degli anni novanta e ancora in corso, vede
contrapposte la 'ndrina dei Forastefano e i rom di Lauropoli per l'egemonia nella zona di Sibari.
Faida di Lamezia Terme: prese il via all'inizio degli anni 2000 e si protrae ancora oggi, cosche
protagoniste sono i Torcasio-Cerra da una parte e i Iannazzo-Giampà dall'altra, la Faida ha
comportato numerose perdite tra i Torcasio che infatti vengono considerati il clan perdente.
Faida delle Pre serre vibonesi: è una faida scoppiata nel 2002 tra i Loielo e il loro sottogruppo
degli Emanuele, di cui questi risultati vincenti, i quali ora controllano i comuni di Dasà,
Acquaro, Soriano Calabro, Vazzano e Pizzoni.
Seconda faida dei boschi: scoppiata nel 2008 e conclusa nel 2013 grazie all'operazione Confine,
tra i Vallelunga, Novella, Sia, Tripodi, Procopio, Lentini contro Gallace, Ruga, Metastasio.
5.2. La Camorra
La Camorra è un’organizzazione criminale con particolare sviluppo in territorio campano,17
sviluppatasi intorno al diciassettesimo secolo, nel 1840 nella Chiesa di Santa Caterina a Formiello a
Porta Capuana, si formò la “Bella Società Riformata”,18 per accedere, vi era un rito di iniziazione
attraverso una lotta col coltello. Inizialmente tale attività criminale era dedita alla richiesta del Pizzo
con i commercianti, oltre a fare i biscazzieri e cioè svolgevano attività di gioco d’azzardo per le
15
Maroni: "Consiglio dei ministri in Calabria per un piano straordinario antimafia in www.repubblica.it, pubblicato il
13-01-2010, consultato il 02 maggio 2014.
16
'ndrangheta: carabinieri arrestano boss Giuseppe D'Agostino, in www.gazzettadelmezzogiorno.it, pubblicato il
23-03-2006 consultato il 02 maggio 2014.
17
Un attentato ogni dieci giorni le cosche minacciano Milano, in www.repubblica.it, pubblicato il 02-08-2012,
consultato il 02 maggio 2014.
18
Raffaele Corso (1934), Il Folklore italiano: archivio trimestrale per la raccolta o lo studio delle tradizioni popolari
italiane, Volumi 9-10, p. 24.
21
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strade, successivamente si dedicano a richiedere il pizzo su attività di facchinaggio, e inventando
una sorta di gioco del lotto.
Nei primi anni del regno di Ferdinardo II la Camorra fu riconosciuta come entità pacificatrice per le
questioni popolane, tanto che alcune di esse venivano indirizzate dal Commissario di Polizia o dal
Prefetto. Secondo Marc Monnier la Camorra sotto la dominazione Borbonica, era considerata una
sorta di polizia per tutti i delitti politici, delle prigioni, delle bische e di tutti i luoghi malfamati della
città.
Nel 1860 con l’avvenimento dell’Unità d’Italia, la Camorra appoggiò la dinastia dei Savoia, contro
la dinastia dei Borboni ottenendo come ricompensa il controllo di Napoli. Successivamente il nuovo
ministro degli interni Silvio Spaventa, cercò di abolire tale accordo, per ripristinare la legalità.
Nel 1911 con il pentimento di un appartenente alla Camorra (allora denominata Bella Società
Riformata), Gennaro Abbatemaggio, vennero inflitte grandi pene agli appartenenti della suddetta
società, che nel 1915 venne sciolta.19
Con l’avvento del fascismo, Mussolini sottovalutò il fenomeno della Camorra, ritenendoli
inoffensivi data la rigidità del suo regime e li scarcerò. In realtà la Camorra stette in sordina in
attesa di tempi migliori per tornare ad emergere, e di fatti con il secondo dopoguerra, comincia a
costruirsi l’identità attualmente riscontrabile. Il fenomeno Lucky Luciano al quale fu imposto il
soggiorno obbligato da parte degli americani, diede inizio alla trasformazione di tale fenomeno
criminale, che cominciò ad assumere proporzioni internazionali dando origine ad ulteriori attività
criminali, tra le quali il contrabbando delle sigarette in collaborazione con il Clan dei Marsigliesi.
Ciò nonostante, tale organizzazione criminale non ha una struttura piramidale e quindi un capo al
vertice, e non ha alcun potere decisionale, bensì viene considerata una struttura di collaborazione
per la Mafia. Pasquale Simonetti detto Pascalone ‘e Nola, era di fatti un esponente della Camorra
che aveva il controllo dei mercati generali, che fu successivamente ucciso e la sua morte fu
rivendicata da sua moglie Assunta Maresca detta Pupetta Maresca e tale avvenimento ebbe un
clamore internazionale.20
Negli anni ’70, alcuni mafiosi siciliani tra i quali (Gaetano Riina, Salvatore Bagarella, Vincenzo
Spadaro e Stefano Bontate), vengono inviati a Napoli in soggiorno obbligato, e in quell’occasione
stringono rapporti di conoscenza con Michele Zaza, e cominciano le collaborazioni per l’acquisto di
ingenti quantità di sigarette, nel ’74 i siciliani affiliano a Cosa Nostra Michele Zaza dandogli
l’illusione della loro stima, ma in realtà questa fu una strategia utilizzata per il controllo della
Camorra. Nel frattempo, Raffaele Cutolo (detto ‘o Professore), unico uomo di cultura in grado di
saper leggere e scrivere, vuole ristrutturare l’organizzazione della Camorra, assumendo lo stesso
profilo della Mafia, sia sotto l’aspetto formale, che sotto l’aspetto sostanziale, con il presupposto di
dedicare maggiore attenzione e sviluppo all’attività degli stupefacenti. Tale condizione determina
una scissione tra la vecchia generazione di uomini di Camorra denominata la Nuova Famiglia
capeggiata da Michele Zaza e la Nuova Camorra Organizzata capeggiata da Cutolo, che porterà ad
una grande guerra tra i due clan, con la sconfitta di Cutolo e della Nuova Camorra Organizzata.21
19
Carlo Sanna, Il gergo della Camorra, Il Vespro editore, Palermo, 1978, p. 110.
Salvatore Lupo, Storia della mafia: dalle origini ai giorni nostri, Roma, Donzelli Editori, 2004, p. 51.
21
Marc Monnier, La Camorra: Notizie storiche raccolte e documentate, terza edizione, Firenze, G. Barbera Editore,
1863, p. 62.
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Nuova camorra Organizzata www.google.com (25.05.2014).
Un avvenimento di rilievo, fu l’incontro tra Cutolo e le Brigate Rosse per il caso Cirillo eletto
presidente della Provincia di Napoli nel ’69 fino al ’75, Presidente della Regione Campania nel ’79
e assessore regionale nel ’81 quando, viene rapito dalle Brigate Rosse, questa volta a differenza del
caso Moro, lo Stato conduce le trattative con i terroristi per la sua liberazione, che avvenne in
condizioni mai chiarite, ipotizzando un intervento di Cutolo per le trattative con le Brigate Rosse.22
Negli anni ’90 ci prova il boss Carmine Alfieri a dare un vertice a tale organizzazione, senza avere
successo, in seguito la Camorra si sviluppa in modo orizzontale, tranne i clan dei casalesi che si
strutturano in modo verticistico.
Il fenomeno della Camorra, è considerato una grave piaga per l’intera regione meridionale, che è
riuscita non solo a controllare tutte le attività commerciali e produttive esistenti, oltre alla riuscita di
infiltrarsi all’interno delle Istituzioni per il controllo degli appalti pubblici, grazie alla connivenza
con ambienti politici di appartenenza al territorio stesso, oltre a collegamenti con esponenti politici
autorevoli su scala nazionale.
5.2.1. Struttura e faide
La mappa dei clan www.google.com (25.05.2014).
Oggi la Camorra conta circa 200 famiglie, che in alcuni casi trovano intese di accordo per la
spartizione del territorio, mentre in altri casi vi sono continue guerre tra i clan per il dominio dello
stesso e quindi, per il privilegio di poter gestire in maniera autorevole tutte le attività criminali, tra
le quali: traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, estorsioni, riciclaggio di denaro
sporco, immigrazione clandestina, infiltrazioni negli appalti pubblici, usura e traffico di rifiuti
tossici e radioattivi. Tali guerre portano a faide interne di efferata violenza tra le quali:

22
Faida tra la NCO e la Nuova Famiglia: guerra che scoppiò dopo che le principali famiglie
malavitose napoletane decisero di confederarsi in un unico cartello denominato "Nuova
Tom Behan, The Camorra, London, Routledge, 1996, p. 13.
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Famiglia", per combattere lo strapotere di Raffaele Cutolo. Fu, di gran lunga, la più violenta per
numero di morti ammazzati: nel 1979 si registrarono 71 omicidi; 134 l'anno successivo, 193 nel
1981, 237 nel 1982, 238 nel 1983, 114 nel 1984 (987 in tutto).
Faida tra i Giuliano e i Contini: combattuta nel 1984 tra il clan Giuliano e il nascente gruppo di
Eduardo Contini e Patrizio Bosti (condannati poi proprio per un duplice omicidio avvenuto nel
contesto di questa faida, quello dei fratelli Gennaro e Antonio Giglio). Il tutto cominciò per una
storia di controllo di una bisca della zona dell'Arenaccia.23
Faida di Quindici: faida decennale tra le famiglie Graziano e Cava del comune di Quindici, in
provincia di Avellino. Iniziata negli anni ottanta si protrae ancora oggi.
Prima faida di Castellammare: Umberto Mario Imparato contro il Clan D'Alessandro. Questa
faida portò a diverse decine di agguati mortali, tra cui quello di Michele D'Alessandro in cui
morirono quattro suoi guardaspalle (lui si salvò per miracolo) in viale delle Terme a
Castellammare di Stabia.24
Prima faida dei Quartieri Spagnoli: combattuta tra i clan Mariano, detti i Picuozzi, e Di Blasi,
detti i faiano, alla fine degli anni ottanta; fu una delle guerre più cruente di quel periodo, gli
agguati mortali furono diverse decine.25
Faida tra i Giuliano e l'Alleanza di Secondigliano: violento scontro avvenuto tra i due potenti
gruppi nel 1990. Culminò con l'omicidio di Gennaro Pandolfi, dei Giuliano, e del figlio Nunzio
Pandolfi, di appena due anni.26
Faida tra i Gallo e i Gionta: combattuta durante tutti gli anni novanta e duemila tra i clan Gionta
e il clan Gallo di Torre Annunziata. A scatenare la faida, che continua tuttora, malgrado le
inchieste della Procura antimafia e l'incessante lavoro degli investigatori, fu il duplice omicidio
di due affiliati ai Gallo, uccisi nel dicembre 1990, a cui fece seguito, pochi giorni dopo,
l'agguato in cui persero la vita altre due persone appartenenti al gruppo avversario.27
Prima faida di Pianura: svoltasi tra il 1991 e il 2000 tra i clan Lago, e i clan Contino e Marfella,
alleati. Il primo atto risale al 1991: il 21 aprile, a Pianura, furono assassinati due spacciatori.
Dopo l'arresto e il pentimento del boss Giuseppe Contino, a continuare l'opera è stato il clan
Marfella. In questa seconda fase del conflitto è da inserire il duplice omicidio di Luigi Sequino e
Paolo Castaldi, due ragazzi innocenti ammazzati per errore.
Prima faida di Ercolano: guerra tra gli Esposito e gli Ascione; uscirono perdenti gli Esposito
dopo l'agguato mortale ai danni del boss Antonio Esposito.28
Faida tra i Misso e l'Alleanza di Secondigliano: faida portata avanti dal boss Giuseppe Misso e
dai vertici dell'Alleanza di Secondigliano. La situazione degenerò dopo il duplice omicidio di
Alfonso Galeota e Assunta Sarno, moglie di Giuseppe Misso, nel 1992.29
Seconda faida dei Quartieri Spagnoli: dopo la prima faida, che si concluse senza un vincitore
netto, i Mariano dovettero affrontare un gruppo di scissionisti al proprio interno guidati dai boss
Antonio Ranieri (detto Polifemo, poi ammazzato) e Salvatore Cardillo (detto Beckenbauer);
Giuseppe D'Avanzo, Per gestire le bische a Napoli si combatte una guerra di clan, in www.repubblica.it, pubblicato
il 11-09-1994 consultato il 02 maggio 2014.
Faida fra gli Imparato e i D'Alessandro, in www.repubblica.it, pubblicato il 23-11-1989 consultato il 02 maggio
2014.
Stella Cervasio, Quartieri Spagnoli in festa per il boss in libertà, in www.repubblica.it, pubblicato il 22-10-1992
consultato il 02 maggio 2014.
Piero Melati, Bimbo ucciso dalla camorra, in www.repubblica.it, pubblicato il 20-05-1990 consultato il 02 maggio
2014.
Irene De Arcangelis, A Torre Annunziata faida per la droga un altro duplice omicidio, in www.repubblica.it
pubblicato il 14-11-2004, consultato il 02 maggio 2014.
Scoperto il mandante del delitto di Luigi Sequino e Paolo Castaldi, in www.repubblica.it, pubblicato il 12-05-2005,
consultato il 02 maggio 2014.
Imputato e moglie del boss uccisi dopo l' udienza, in www.corriere.it, pubblicato il 15-03-1992, consultato il 02
maggio 2014.
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questi ultimi due furono seguiti da un nugolo di fedelissimi. La violenta faida che ne seguì portò
di fatto alla dissoluzione dello stesso clan Mariano a seguito di numerosi omicidi, pentimenti e
blitz con decine di arresti negli anni 1993 e 1994.30
Seconda faida di Ercolano: faida decennale che vede coinvolti i clan Ascione e Birra. È una
delle faide più cruente in termini morti ammazzati. In ballo ormai non c'è più soltanto il
controllo del territorio: la guerra di camorra va avanti perché tra i malavitosi delle due famiglie
c'è un odio profondo e radicato.31
Prima faida interna ai Casalesi: combattuta nella seconda metà degli anni novanta tra la famiglia
Bidognetti e il clan scissionista capeggiato da Antonio Cantiello. Vide il rogo di San Giuseppe,
quando nella notte di San Giuseppe del 1997 fu incendiato il bar Tropical ad Ischitella (il cui
gestore aveva rifiutato, per ordine degli stessi Bidognetti, di installare all'interno dell'esercizio
alcuni video-poker commissionati dalla famiglia Cantiello), in cui morì, bruciato vivo, il
giovane cameriere del locale, Francesco Salvo.32
Seconda faida interna ai Casalesi: scontro tra le famiglie del cartello e la fazione scissionista
guidata dal boss Giuseppe Quadrano (poi pentitosi).33
Faida tra i Licciardi e i Prestieri: conosciuta anche come la faida della minigonna, fu combattuta
tra i clan Prestieri e Licciardi e portò ad una ventina di morti in pochi mesi. Tutto cominciò
infatti in una discoteca per una battuta di troppo tra due gruppi di giovani sul vestito troppo
succinto di una ragazza. I due gruppi di giovani appartenevano a clan di camorra, questo portò
prima alla morte del giovane Vincenzo Esposito detto 'o principino, pupillo della famiglia
Licciardi, e poi a quella di numerosi affiliati dei Prestieri come ritorsione.34
Faida tra i Mazzarella e i Rinaldi: un tempo alleati, i Mazzarella da un lato, e dall'altro i Rinaldi,
famiglia storica del rione Villa di San Giovanni a Teduccio, fino al 1989 fedelissimi di
Vincenzo Mazzarella e fratelli. Tutto filò liscio fino a quando un boss dei Rinaldi cominciò ad
essere troppo ingombrante e fu ucciso. Quest'agguato portò ad una guerra con decine di morti
protrattasi fino ad oggi.
Faida tra gli Altamura e i Formicola: conflitto violentissimo durato anni svoltosi nel territorio di
San Giovanni a Teduccio. Più che per motivi di predominio criminale, la faida è stata
combattuta per rancori di tipo familiare. La guerra decapitò entrambe le famiglie, compresi i due
boss, e si fece sempre più feroce.
Faida tra i Cuccaro e i Formicola: guerra a cui sono riconducibili diversi episodi di sangue. Alla
base dei sanguinosi contrasti c'è l'agguato mortale contro Salvatore Cuccaro, potente numero
uno della cosca familiare di Barra nonostante avesse soltanto 31 anni, avvenuto il 3 novembre
del 1996.
Prima faida di Forcella: detta anche "faida tra la Forcella di sopra e la Forcella di sotto", fu uno
scontro interno al clan Giuliano che ebbe luogo a metà anni novanta; da una parte i figli di Pio
Vittorio Giuliano, dall'altra i figli di Giuseppe Giuliano. Ci andò di mezzo, tra gli altri, anche il
patriarca Giuseppe, detto zì Peppe, 63 anni, ammazzato nel corso di un clamoroso agguato a
Forcella il 9 luglio del 1998.35
30
Stella Cervasio, Strage tra la folla ai Quartieri Spagnoli, in www.repubblica.it, pubblicato il 31-03-1991, consultato
il 02 maggio 2014.
31
Conchita Sannino, Ercolano, la faida dei 18 caduti, in www.repubblica.it, pubblicato il 18-09-2008, consultato il 02
maggio 2014.
32
Morì in un incendio, presi 3 pregiudicati Castelvolturno, in www.repubblica.it, pubblicato il 01-02-2006, consultato il
02 maggio 2014.
33
Eleonora Bertolotto, Irene De Arcangelis, Pentiti, la camorra colpisce ancora, in www.repubblica.it, pubblicato il 0908-1996, consultato il 02 maggio 2014.
34
Federico Geremicca, Quella faida per una lite su una minigonna, in www.repubblica.it, pubblicato il 17-07-1997,
consultato il 02 maggio 2014.
35
"Tornerà per regolare i conti...", in www.repubblica.it, pubblicato il 18-03-2000, consultato il 02 maggio 2014.
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Prima faida della Sanità: fu combattuta negli anni 1997 e 1998 tra il clan Misso e i clan, alleati
tra loro, Tolomelli e Vastarella. Dopo numerosi omicidi, tra cui quello del boss Luigi Vastarella,
vi fu l'atto finale con l'autobomba, una Fiat Uno imbottita di tritolo, scoppiata e che doveva
uccidere due boss dei Misso, ma che invece portò ad undici feriti innocenti.36
Faida tra i Sarno e i De Luca Bossa: questa faida può essere considerata come una sorta di
"spin-off" della faida tra i Misso e l'alleanza di Secondigliano, essendo i primi alleati dei Sarno
e i secondi inglobati nell'Alleanza. Dopo numerosi omicidi, la faida culminò con l'autobomba di
Ponticelli del 1998, in cui morì un nipote del boss Vincenzo Sarno (vittima predestinata
dell'agguato).37
Terza faida dei Quartieri Spagnoli: fu la guerra combattuta, a fine anni novanta ed inizio anni
duemila, tra il clan Di Biasi, rimasto il clan dominante ai Quartieri dopo la dipartita interna dei
Mariano, e i Russo, figli del boss Domenico Russo, detto Mimì dei cani. Numerosi omicidi tra
cui quelli dei due patriarca, Francesco Di Biasi, padre dei Faiano, e lo stesso Domenico Russo.
Faida dei quartieri collinari Vomero-Arenella: verso la metà degli anni novanta lo storico clan
capeggiato da Giovanni Alfano si scisse formando due distinti schieramenti. Da un lato, gli
affiliati di vecchia militanza al gruppo "Alfano", dall'altro quelli rimasti fedeli al pluripregiudicato Antonio Caiazzo. Diversi sono stati gli omicidi commessi nel corso della faida,
conclusasi, però, con un ultimo efferato delitto, tristemente noto come "la strage dell'Arenella",
avvenuta l'11 giugno 1997, in cui perdeva la vita l'innocente Silvia Ruotolo. Le immediate
indagini portavano, in tempo record, all'arresto di tutti i componenti del commando e del
mandante: Giovanni Alfano.38
Seconda faida di Forcella: scoppiò in seguito all'avvento dei Mazzarella a Forcella; alcuni
componenti dei Giuliano (tra cui Ciro Giuliano 'o barone) non accettarono di buon grado
l'entrata in scena dei Mazzarella. Inevitabile la spaccatura all'interno dell'organizzazione e
soprattutto all'interno della famiglia; i Mazzarella si allearono con alcuni personaggi di buon
livello della camorra. Dall'altra si organizzarono, per combattere il clan Mazzarella, altri
giovanissimi imparentati con i Giuliano. Questo portò ad alcuni omicidi, tra cui quello dello
stesso Ciro Giuliano e di Annalisa Durante, vittima quattordicenne innocente morta in un
agguato con obiettivo un nipote della famiglia Giuliano.39
Terza faida interna ai Casalesi: combattuta dal 2003 al 2007 tra le famiglie Tavoletta-Ucciero e
Schiavone-Bidognetti. Vide la "strage di San Michele", del 29 settembre 2003, con due morti
ammazzati e tre feriti in un solo agguato.40
Faida di Chiaiano: conflitto svoltosi nel corso del 2003 e 2004 a Chiaiano tra il clan Stabile e il
clan Lo Russo, in precedenza alleati sotto la bandiera dell'Alleanza di Secondigliano. Tra gli
agguati mortali, si ricorda quello avvenuto sulla Tangenziale di Napoli il 1º giugno del 2004,
quando vennero uccisi un uomo che si trovava su un'ambulanza perché ferito a causa di un
precedente agguato, ed il secondo che lo seguiva in auto.41
Seconda faida di Castellammare: combattuta tra il clan D'Alessandro, predominante a
Castellammare di Stabia, e il clan Omobono-Scarpa dal 2003 al 2005.42
36
Due anni fa, le autobombe, in www.repubblica.it, pubblicato il 14-09-2000, consultato il 02 maggio 2014.
Conchita Sannino, Vendetta contro il clan della bomba, in www.repubblica.it, pubblicato il 03-05-1998, consultato il
02 maggio 2014.
38
Irene De Arcangelis, Scovato a Madrid, in www.repubblica.it, pubblicato il 28-01-2009, consultato il 02 maggio
37
39
2014.
Un pentito: Il patto per eliminare Mazzarella, in www.repubblica.it, pubblicato il 21-12-2005, consultato il 02
maggio 2014.
40
Faida interna al clan dei Casalesi, sette arresti tra i fedelissimi dei boss in www.corrieredelmezzogiorno.it,
pubblicato il 20-10-2011, consultato il 02 maggio 2014.
41
Enzo D'Errico, Doppio assalto nel traffico, in poche ore quattro omicidi, in www.corriere.it, pubblicato il 02-06-2004
consultato il 05 maggio 2014.
42
Colpo al clan dei D'Alessandro sventata una vendetta trasversale, in www.repubblica.it, pubblicato il 26-03-2006,
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Prima faida di Scampia: guerra svoltasi negli anni 2004, 2005 e parte del 2006 che portò a quasi
un centinaio di morti ammazzati; il conflitto si scatenò quando vari gruppi scissionisti del clan
Di Lauro decisero di staccarsi dalla casa madre dopo che i figli del boss Paolo Di Lauro
avevano deciso di sostituire alcuni boss nei principali ruoli chiave con gente a loro fidata.
Questa guerra stravolse gli equilibri criminali a nord di Napoli e portò alla nascita di altri gruppi
criminali indipendenti tutti federati nel cosiddetto cartello degli scissionisti di Secondigliano, in
seguito denominato anche clan Amato-Pagano.
Faida tra gli Aprea e i Celeste-Guarino: combattuta nella zona di Barra tra il clan Aprea e quella
che secondo gli investigatori era la fazione scissionista dei Celeste-Guarino negli anni 2005 e
2006.43
Seconda faida della Sanità: combattuta dal 2005 al 2007 tra il clan Misso e la fazione
scissionista dei Torino, appoggiati dai Lo Russo di Miano. Più di venti omicidi in due anni,
stravolse completamente gli equilibri della camorra nella zona della Sanità, di Materdei, dei
Tribunali. Questa faida portò alla dissoluzione di entrambi i gruppi, dopo i pentimenti dei boss
Emiliano Zapata Misso, Giuseppe Misso junior e Michelangelo Mazza per i Misso, e di
Salvatore Torino e altri elementi di spicco per la fazione opposta.44
Seconda faida di Scampia: iniziata nel 2012 e tuttora in corso, conta già diverse decine di
vittime. La nuova faida vede contrapposto il cartello degli Scissionisti ad una sua fazione
interna, i cui componenti sono stati ribattezzati i Girati (dal termine girato che in gergo
camorristico significa colui che ha tradito) o gruppo della Vannella Grassi (dal nome della via
del quartiere dove i Girati hanno la base operativa, soprannominata anche in gergo la vinella)
che si sono alleati con il clan Di Lauro (clan spodestato dagli Scissionisti a seguito della faida
precedente); tra le vittime ci sono il boss degli scissionisti Gaetano Marino (fratello del boss
Gennaro Marino detto McKay), ucciso il 23 agosto del 2012 a Terracina dove si trovava in
vacanza con la famiglia, Pasquale Romano, ragazzo innocente ammazzato per errore il 15
ottobre 2012 a Napoli nel quartiere di Marianella, perché scambiato per uno spacciatore (vero
bersaglio dei killer) a cui assomigliava e Luigi Lucenti, pregiudicato di 50 anni ucciso con tre
colpi di pistola il 5 dicembre 2012 da due killer in un cortile di una scuola materna di Scampia,
dove si era rifugiato per sfuggire all'agguato.45
Seconda faida di Pianura: iniziata a fine giugno 2013 e tuttora in corso. La nuova faida già conta
molte vittime.
5.2.2. Stragi

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Strage di Torre Annunziata o Strage di Sant'Alessandro: avvenuta a Torre Annunziata presso il
circolo dei pescatori il 26 agosto 1984. Da un autobus precedentemente rubato scendono una
dozzina di killer che iniziano a fare fuoco per circa 2 minuti contro il circolo dei pescatori, sede
di incontri tra affiliati del clan Gionta. Otto morti, sette feriti.
Strage di Ponticelli avvenuta il 12 novembre 1989 nel bar Sayonara di Ponticelli, quartiere della
zona est di Napoli; circa sei killer spararono con armi automatiche tra la folla uccidendo sei
persone e ferendone un'altra. Due delle persone decedute erano semplici passanti.
consultato il 02 maggio 2014.
Giacomo Talignani, Dieci giorni fa l'arresto del clan rivale di Guarino, in www.repubblica.it, pubblicato il 29-102010, consultato il 02 maggio 2014.
44
Irene De Arcangelis, Faida della Sanità, un arresto. in www.repubblica.it, pubblicato il 19-02-2006, consultato il 02
maggio 2014.
45
Irene De Arcangelis, L'omicidio di Marianella, "killer ingannati dall'auto", in www.repubblica.it, pubblicato il 16-102012 consultato il 02 maggio 2014.
43
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Strage di Pescopagano: avvenuta a Pescopagano, frazione di Mondragone, il 24 aprile 1990; 5
vittime: tre tanzaniani, un iraniano e un italiano ucciso per errore, e sette feriti, tra cui il gestore
del bar e suo figlio quattordicenne, rimasto paralizzato perché colpito ad una vertebra.
Strage di Piazza Crocelle: avvenuta nel quartiere industriale di Barra (Napoli), nata
probabilmente per futili motivi e per contenere le mire espansionistiche della famiglia Liberti,
vide 3 morti ammazzati, due feriti (tra cui un bambino di 8 anni) e una donna anziana morta di
infarto.46
Strage di Acerra: avvenuta ad Acerra il primo maggio 1992 in ambito della faida tra i Di PaoloCarfora e i Crimaldi-Tortora. Per vendicare l'uccisione del fratello del boss Di Paolo un gruppo
di sicari uccide 5 persone e ne ferisce altre 2 sterminando così un'intera famiglia compreso un
innocente di quindici anni.47
Strage di Lauro o Strage delle donne: avvenuta a Lauro, in provincia di Avellino, provocata
dalla faida tra i Cava e i Graziano. La sera del 26 maggio 2002, un'automobile che trasportava
alcune donne del clan Cava viene seguita e speronata da un'altra auto guidata da Luigi Salvatore
Graziano con alcune parenti. Nacque una violenta sparatoria tra gli esponenti dei due clan, alla
fine si contarono tre morti (tutte donne del clan Cava, di cui una aveva sedici anni) e cinque
feriti.48
Strage di San Michele: maturata durante la faida tra il clan Tavoletta-Cantiello e la fazione dei
casalesi facenti capo a Bidognetti, si svolse il 29 settembre 2003 a Villa Literno; due sicari
appartenenti ai Tavoletta-Cantiello tesero un agguato a 5 uomini dell'altra fazione, di questi 2
morirono (Vincenzo Natale, pregiudicato di 25 anni e Giuseppe Rovescio di 24 anni) e 3 furono
feriti.49
Strage di Castelvolturno o Strage di San Gennaro: il 18 settembre 2008 vengono uccisi in un
agguato sei extracomunitari. L'agguato seguì di pochi minuti l'omicidio di Antonio Celiento,
evidentemente collegato.50
Tra i vari clan esistenti, emerge in maniera esponenziale e riconosciuta in ambito internazionale, il
clan dei Casalesi, che si sono diversificati dagli altri, per la loro capacità di trasformare tutti i
proventi delle attività illecite, in attività imprenditoriali sviluppate sia in ambito nazionale che
internazionale, come ad esempio la creazione di attività dedite al settore dell’edilizia e in modo
particolare alle attività rivolte allo smaltimento dei rifiuti tossici. Tali attività hanno avuto un
enorme sviluppo, con conseguenti introiti economici, grazie alla loro capacità di infiltrazioni con le
Istituzioni e alla loro efferatezza, motivo di convincimento sia in ambienti politici e istituzionali, sia
in ambito privato, con i quali coniugare accordi commerciali ed economici.51
La loro presenza è riconosciuta in tutto il territorio nazionale, oltre a territori esteri, tra i quali si
evidenziano: Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Francia, Romania, Germania, Polonia, Albania,
Russia, Repubblica Dominicana e Brasile.
46
Strage di Camorra tra la folla di Barra, in www.repubblica.it pubblicato il 09-01-1991, consultato il 02 maggio 2014.
Strage di Acerra; ora l' omerta' protegge i sicari, in www.corriere.it, pubblicato il 04-05-1992, consultato il 02
maggio 2014.
48
Camorra, in Irpinia la strage delle donne, in www.corriere.it, pubblicato il 27-05-2002, consultato il 02 maggio
2014.
49
Camorra,blitz contro i Casalesi nel Caseratano trentadue arresti, in www.repubblica.it, pubblicato il 01-07-2008,
consultato il 02 maggio 2014.
50
Strage nella terra dei Casalesi: 6 morti, in www.repubblica.it, pubblicato il 18-09-2008, consultato il 02 maggio
2014.
51
Maurizio Esposito, Uomini di camorra: la costruzione sociale dell’identità deviante, Milano, Franco Angeli, 2004,
p. 89.
47
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La Camorra nel mondo www.google.com (25.05.2014).
5.2.3. Amministrazioni comunali colluse
Il loro giro di affari ammonta a circa 13 miliardi di euro all’anno. Numerosi sono stati in passato i
contatti tra i gruppi camorristici e la politica locale e nazionale e dopo diverse indagini che hanno
riscontrato la collusione tra la Camorra e esponenti politici, attraverso i quali si infiltrava nelle
istituzioni locali sono state sciolte diverse amministrazioni comunali tra le quali:52
Acerra (NA)
Arzano (NA) (nel 2008)
Afragola (NA) (nel 1999 e nel 2005)
Boscoreale (NA) - 2 volte
Brusciano (NA)
Carinola (CE)
Casal di Principe (CE) - 3 volte
Casalnuovo di Napoli (NA)
Casaluce (CE)
Casamarciano (NA)
Casandrino (NA) - 2 volte (una nel 1991)
Casapesenna (CE) - 3 volte
Casola di Napoli (NA)
Casoria (NA) (1999 e 2005)
Castel Volturno (CE) - 2 volte
Castello di Cisterna (NA)
Crispano (NA)
Ercolano (NA)
Frattamaggiore (NA)
Gragnano (NA)
Grazzanise (CE) - 2 volte
Gricignano di Aversa(CE)
Liveri (NA)
Lusciano (CE) - 2 volte
Marano di Napoli (NA)
Marcianise (CE)
Melito di Napoli (NA)
52
La camorra è tra i soldi della Pubblica Amministrazione, in www.ilmediano.it, pubblicato il 13-05-2009, consultato il
02 maggio 2014.
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Montecorvino Pugliano (SA)
Mugnano (NA) - 2 volte
Nola (NA) - 2 volte
Nocera Inferiore (SA)
Ottaviano (NA)
Orta di Atella (CE)
Pagani (SA) - 2 volte, l'ultima il 22 marzo 2012
Pago del Vallo di Lauro (AV)
Pignataro Maggiore (CE)
Pimonte (NA)
Poggiomarino (NA) - 2 volte
Pomigliano d'Arco (NA)
Pompei (NA) - 2 volte
Portici (NA)
Pozzuoli (NA)
Quarto (NA)
Quindici (AV) - primo caso in Italia; il Sindaco fu destituito dal Presidente della Repubblica
Sandro Pertini, per motivi di ordine pubblico. - 4 volte
San Cipriano d'Aversa (CE)
San Gennaro Vesuviano (NA) - 2 volte
San Giuseppe Vesuviano (NA) - (1993, 2009)
San Paolo Bel Sito (NA) - 2 volte
San Tammaro (CE)
Sant'Antimo (NA)
Sant'Antonio Abate (NA)
Santa Maria la Carità (NA)
Santa Maria la Fossa (CE)
Sarno (SA)
Scafati (SA)
Terzigno (NA)
Torre Annunziata (NA)
Torre del Greco (NA)
Tufino (NA)
Villa di Briano (CE) - 2 volte
Villa Literno (CE)
Volla (NA)
Le giunte comunali non sono le uniche istituzioni ad essere state oggetto di scioglimento per
infiltrazioni camorristiche. Nell'ottobre del 2005, infatti, primo caso in Italia, fu sciolta dal
Consiglio dei Ministri l'Azienda sanitaria locale "Napoli 4",53 che comprendeva ben 35 comuni
dell'area metropolitana di Napoli, suddivisi in 11 distretti sanitari per i comuni di Poggiomarino,
Casalnuovo di Napoli, Nola, Marigliano, Roccarainola, San Giuseppe Vesuviano, Somma
Vesuviana, Palma Campania, Volla, Acerra e Pomigliano d'Arco, per un bacino di utenti di circa
seicentomila abitanti.
53
Giantomaso De Matteis, Asl 4 allo sbando dopo le accuse, in www.repubblica.it, pubblicato il 23-10-2005, consultato
il 02 maggio 2014.
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5.3. Cosa Nostra
Cosa Nostra è un organizzazione di stampo mafioso-terroristico nata e presente nella regione
siciliana, e sviluppatasi in ambito internazionale in vari paesi nel mondo, e in maniera particolare
negli Stati Uniti d’America. A partire dagli anni ottanta lo Stato, che precedentemente aveva
trascurato anche volutamente il fenomeno criminale, costituisce un pool denominato “pool
antimafia” creato dal Giudice Antonino Caponnetto di cui facevano parte i Giudici: Giuseppe Di
Lello, Leonardo Guarnotta, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.54
5.3.1. Storia
Densità mafiosa nei primi anni ‘900 www.google.com (25.05.2014).
Cosa Nostra nasce nel XIX secolo, dalle famiglie dei massari, dei fattori, e dei gabellotti, che
curavano gli interessi delle famiglie nobili siciliane, sfruttando il lavoro dei braccianti. Tale
fenomeno nasce grazie alla poca presenza delle Istituzioni, e in breve tempo assume il potere totale
della gestione del territorio, sostituendosi allo Stato stesso. Erano estremamente violenti e per
meglio ottenere il rispetto e l’obbedienza di tutti, si avvalevano di scagnozzi. In breve tempo
ottennero il riconoscimento del loro potere sul territorio, e venivano indicati con i nomi di: sette,
confraternite e cosche. Il fenomeno criminoso, viene indicato per la prima volta nel 1837, dal
procuratore generale di Trapani Pietro Calà Ulloa, che in un suo rapporto inviato ai suoi superiori a
Napoli, descrive tutte le attività illecite e criminali svolte da uomini appartenenti a cosiddette sette,
che riuscivano a corrompere anche impiegati pubblici.
Nel 1863 Giuseppe Rizzotto scrive un opera teatrale in collaborazione con il maestro elementare
Gaspare Mosca, dal titolo “I mafiosi de la Vicaria”, tale opera fu scritta in siciliano e ambientato
nelle Grandi Prigioni siciliane,55 il successo fu enorme tanto che fu tradotto in italiano, napoletano,
meneghino, e da questo momento si iniziò a parlare di Mafia Siciliana in tutto il territorio nazionale,
fino ad allora si credeva che tale organizzazione fosse una struttura autonoma ma molto legata allo
Stato.
5.3.2. La crescita della Mafia
La crescita della mafia in Sicilia, fu dovuta all’assenza dello Stato sul territorio di appartenenza, e
all’Unità d’Italia, che causò una grande crisi economica in tutto il meridione, e poiché le difficoltà
per il controllo di questo territorio erano notevoli, anche in conseguenza della differenza culturale
rispetto al nord d’Italia, lo Stato decise di affidare alle cosche mafiose presenti, il compito di
54
55
Pietro Grasso, Alberto La Volpe, Per non morire di Mafia, Milano, Sperling & Kupfer editori, 2009, p. 297.
Saverio Di Bella, Risorgimento e mafia in Sicilia: i mafiusi della Vicaria di Palermo, Cosenza, Pellegrini, 1991, p. 5.
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controllo, poiché le stesse conoscevano le modalità con le quali operare ed imporsi per assoggettare
gli abitanti siciliani alle regole imposte. I mafiosi pur cercando, attraverso opere di convincimento,
di farsi ritenere dalla popolazione benefattori verso di essi, allo scopo di proteggerli dal malgoverno
feudale e dalla nobiltà, imposero una tassazione per le locazioni dei terreni agli agricoltori e a
mantenere l’omertà. Tale crimine venne ritenuto illegale nel 1865.56
Nel 1876 ci fu la prima inchiesta che venne pubblicata con il titolo “Condizioni politiche e
amministrative della Sicilia”, da Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino.
Il più clamoroso processo fu quello del 1885 contro la “Fratellanza di Favara” che era una cosca
mafiosa di Agrigento, che usava un rituale di tipo massonico per l’affiliazione che consisteva nel
pungere il dito medio dell’affiliato, utilizzando il sangue per sporcare un’immagine sacra che poi
veniva bruciata mentre lo stesso recitava un giuramento, queste erano le modalità di affiliazione di
tutte le cosche di Palermo.57
Nel 1893 in seguito al delitto Notarbartolo, la mafia siciliana fu conosciuta in tutta Italia.
I grandi proprietari terrieri si trasferirono a Palermo e lasciarono i loro possedimenti terrieri in
gestione ai gabellotti con contratti a breve scadenza, che per ottenere più raccolto sfruttavano i
contadini. I quali nel 1891 in tutta la Sicilia, crearono delle associazioni che si unirono in fasci, e
chiedevano una maggiore distribuzione della ricchezza e contratti di locazione più economici. Per
tale atteggiamento, il governo di Roma nella persona di Crispi li ritenne rivoluzionari e nel 1893
inviò l’esercito, che con l’uso della forza li costrinse a sciogliere i fasci, e perseguitò con l’arresto
quelli ritenuti maggiormente rivoluzionari tra i quali Giuseppe de Felice Giuffrida che venne
processato e imprigionato.58
Nel frattempo la mafia, preoccupata di un eventuale successo dei fasci, cercò di infiltrare nel loro
interno, uomini di loro fiducia, con l’obbiettivo di poter essere riconosciuti, qual’ora avessero
ottenuto la vittoria per le loro pretese. Tale obbiettivo non fu mai raggiunto, bensì i fasci
collaborarono con le Istituzioni dello Stato, per indicare tutti gli uomini appartenenti alle
organizzazioni della mafia. La mafia a sua volta, per vendetta di tale affronto, nel 1915 a Corleone
uccise Bernardino Verro, ritenuto uno dei maggiori esponenti dei fasci.59 Con la presidenza di
Giolitti, si consentì alle cooperative di poter richiedere prestiti per lo sviluppo delle attività agricole,
cercando in tal senso di renderle forti ed autonome, ma ciò nonostante la mafia riuscì a pilotare tutta
l’economia siciliana, compreso la politica locale, e allo scopo di scongiurare uno strapotere rosso, la
stessa si alleò con la Chiesa cattolica siciliana, ugualmente preoccupata dell’intraprendenza delle
cooperative agricole.
La Chiesa siciliana quindi, collaborò con le organizzazioni mafiose, a patto che queste ultime
scoraggiassero in qualsiasi modo le organizzazioni socialiste. Nel primo quindicennio del
Novecento, la mafia cominciò a commissionare i primi omicidi verso tutte le persone ritenute di
ideologie socialiste colpendo tutti indistintamente. Il tema del disaccordo per le terre negate, durò
fino al secondo dopoguerra.60
5.3.3. Resoconto Sangiorgi
Ermanno Sangiorgi, di origine romagnola, nel 1898 venne inviato a Palermo in veste di questore,
giunto sul territorio siciliano cominciò ad indagare su alcuni omicidi commessi dalle cosche della
Conca d’Oro, scaturiti da violente guerre di mafia che erano cominciate due anni prima, scoprì
56
Pietro Mazzamuto, La mafia nella letteratura, Palermo, Andò, 1970, p. 15.
Cosa Nostra conquista la Sicilia, in www.ilritaglio.it, pubblicato il 18-10-2011, consultato il 05 maggio 2014.
58
G. C. Marino, L’opposizione mafiosa. Mafia politica Stato liberale, Flaccovio, Palermo, Pellegrini, 1986, p. 139.
59
Giovanni Tessitore, Il nome e la cosa. Quando la mafia non si chiamava mafia, Franco Angeli, Milano, 1997, p. 144.
60
La “Santa” alleanza tra chiesa e mafia, uno dei più impenetrabili d’Italia, in www.rota.wordpress.com, pubblicato il
06-07-2009, consultato il 05 maggio 2014.
57
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inoltre che le due famiglie più ricche di Palermo, i Florio e i Whitaker, vivevano al fianco delle
cosche dei Conca d’Oro, che ricevevano uno stipendio per dare loro protezione.61
Nell’ottobre del 1899 Sangiorgi costrinse Francesco Siino capo della cosca di Malaspina, sfuggito
ad un agguato commissionato da Antonino Giammona, a pentirsi, raccontando a Sangiorgi, che
Giammona lo contrastava in attività criminali, contendendogli il racket su alcune attività quali: il
commercio dei limoni, le rapine, le estorsioni e la falsificazione delle banconote. Inoltre svelò le
varie organizzazioni appartenenti alla Conca d’Oro che era divisa nelle seguenti cosche: Piana dei
Colli, Acquasanta, Falde, Malaspina, Passo di Rigano, Uditore, Perpignano e Olivuzza. In base a
tali dichiarazioni, Sangiorgi tra la notte del 27 e 28 aprile 1900, firmò tutti i mandati di arresto per
gli affiliati alle varie cosche, ma nel 1901 quando iniziò il processo, Siino ritrattò la confessione e
furono quasi tutti scagionati dalle accuse precedentemente formulate, i pochi accusati rimasti, visto
il tempo già trascorso in carcere vennero immediatamente scarcerati.62
5.3.4. La prima guerra mondiale
Nel 1915 comincia la prima guerra mondiale, motivo per il quale le terre vengono completamente
abbandonate per l’agricoltura, poiché gli uomini vengono impiegati nella guerra, mentre altri
disertano, nascondendosi nell’entroterra siciliano, dedicandosi alle rapine per il proprio
sostentamento. Pertanto le terre vennero utilizzare per il pascolo. Questi due avvenimenti,
implementano la crescita della mafia, alla quale si rivolgono sempre più spesso, tutti coloro che
subiscono furti, e la mafia che funge da mediatore per la restituzione di una parte della refurtiva, si
fa pagare una commissione per il loro intervento.
Alla fine della prima guerra mondiale, in Italia la crisi sociale è devastante, al nord gli operai
chiedono migliori condizioni economiche, e al sud i giovani ritornati nelle terre, scontenti delle
condizioni di povertà, alcuni costituiscono di nuovo organizzazioni di fasci, mentre altri entrano a
far parte di organizzazioni mafiose. Nasce in questo contesto tumultuoso in tutto il paese, il
fascismo.63
5.3.5. Il fascismo
Del fenomeno mafia si occupò velocemente il Duce Benito Mussolini, dopo aver visitato la Sicilia
nel maggio del 1924, e per contrastare tale fenomeno, inviò il 2 giugno del 1924 Cesare Mori
soprannominato “Prefetto di ferro”, che aveva il compito, impartito da Mussolini, di sradicare
completamente la mafia da tutto il territorio siciliano. Il Prefetto di ferro, adottando tutti i mezzi a
sua disposizione, riuscì in breve tempo ad arrestare e a far condannare definitivamente, centinaia di
uomini appartenenti alla mafia, riuscendo altresì in quattro mesi, ad assediare una delle maggiori
roccaforti della mafia di Gangi, arrivando ad arrestare il boss Vito Cascio Ferro. In tale contesto, i
capi mafia, che riuscirono a sfuggire alla carcerazione, avevano a loro disposizione solo due scelte,
o rifugiarsi negli Stati Uniti d’America, per unirsi alle organizzazioni mafiose italo-americane,
oppure, rimanere in disparte, in attesa di tempi migliori. Dalle indagini condotte dal Prefetto di
ferro, emerse inoltre, che alcuni esponenti mafiosi, erano riusciti oltretutto, ad infiltrarsi in qualità di
membri del Partito Nazionale Fascista come ad esempio Alfredo Cucco, che fu conseguentemente
espulso.
Nell’anno 1929, il Prefetto di ferro viene nominato Senatore, e di conseguenza abbandona l’incarico
di Prefetto di Palermo. Successivamente si rese conto di aver commesso alcune superficialità, come
61
Salvatore Lupo, Storia della mafia, Roma, Donzelli, 2004, p. 136.
Jonh Dickie, Cosa Nostra, Roma, Laterza, 2005, p. 95.
63
Umberto Santino, Dalla Mafia alle Mafie, Soveria Mannelli (CZ), Rubettino, 2006, p. 153.
62
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nel caso di Alfredo Cucco e del Generale Antonino Di Giorgio, in quanto, pur avendo compreso che
alcuni esponenti mafiosi erano all’interno del Partito Nazionale Fascista, comprese però, che tale
consenso, fu deciso dallo stesso Duce Benito Mussolini, come ad esempio: il principe Lanza di
Scalea, Epifanio Gristina, il barone Vincenzo Ferrara, il barone Li Destri, il barone Sgadari e molti
altri. Infatti, alcuni di questi esponenti furono processati ma, essendo amici del Duce Benito
Mussolini, vennero tutti assolti; e successivamente, alcuni si candidarono per le amministrative con
il Partito Nazionale Fascista, come ad esempio: il principe Lanza di Scalea a Palermo e il barone Li
Destri a Gangi.64
Il Prefetto di Ferro www.google.com (25.05.2014).
5.3.6. La seconda guerra mondiale
Ci sono teorie mai confermate, che affermano che nel corso della seconda guerra mondiale, prima
dello sbarco degli americani in Sicilia, allo scopo di liberare l’Italia dal dominio tedesco, alcuni
vertici appartenenti alle forze armate degli americani, dovettero contattare alcuni esponenti della
mafia siciliana, al fine di ottenere il loro consenso e appoggio, poiché questi ultimi erano in grado di
facilitare lo sbarco degli alleati, grazie al ruolo che avevano sul territorio e al loro controllo dello
stesso. Allo scopo di realizzare tale progetto, venne arruolato il mafioso americano Lucky Luciano,
su tale avvenimento, indagò anche la Commissione d’inchiesta statunitense che trasse queste
conclusioni: «Durante la seconda guerra mondiale si fece molto rumore intorno a certi preziosi
servigi che Luciano, a quel tempo in carcere, avrebbe reso alle autorità militari in relazione a piani
per l'invasione della sua nativa Sicilia. Secondo Moses Polakoff, avvocato difensore di Meyer
Lansky, la Naval Intelligence aveva richiesto l'aiuto di Luciano, chiedendo a Polakoff di fare da
intermediario. Polakoff, il quale aveva difeso Luciano quando questi venne condannato, disse di
essersi allora rivolto a Meyer Lansky, antico compagno di Luciano; vennero combinati quindici o
venti incontri, durante i quali Luciano fornì certe informazioni.65
64
65
Salvatore Lupo, Storia della mafia: dalle origini ai giorni nostri, cit, Roma, Manzelli, 1993, p. 217.
Sicilia, gli USA lo sbarco e Lucky Luciano, www.lunità.it, pubblicato il 04-05-2002, consultato il 05 maggio 2014.
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Lucky Luciano www.google.com (25.05.2014).
La Commissione Kefauver accertò che nel 1942 Lucky Luciano (allora detenuto in un carcere
americano), aiutò la Naval Intelligence, dando loro informazioni di notevole importanza, in merito
ad alcuni sabotaggi ai danni di diverse navi che avvennero nel porto di Manhattan, ad opera di
alcuni infiltrati nazisti nelle file degli operai portuali. In cambio di tali informazioni, Lucky Luciano
ottenne il trasferimento in un altro carcere, e si offrì di recarsi personalmente in Sicilia per prendere
contatti con esponenti della mafia siciliana e con loro prendere accordi, al fine di facilitare lo sbarco
degli americani.66 Lucky Luciano prese accordi con il boss siciliano Calogero Vizzini che aiutò gli
americani nello sbarco in Sicilia, anche se questa teoria viene smentita da altre, come la teoria dello
storico Michele Pantaleone, che sostenne che tale sbarco, avvenne solo grazie alla superiore
capacità tecnica e professionale degli angloamericani, rispetto alla capacità italo-tedesca, oltre al
fatto che lo sbarco avvenne in un area geografica della Sicilia, dove non vi era alcuna presenza di
appartenenti alla mafia.67,68
In un rapporto del 29 ottobre 1943 il capitano americano W. E. Scotten dichiara che in quel periodo
la mafia non aveva uno sviluppo verticistico, bensì orizzontale, e soprattutto si era sviluppato solo a
livello locale, ciò era dovuto al fascismo che non dava loro la possibilità ne di espandersi e tanto
meno di compiere gesti troppo eccessivi, che avrebbero messo a rischio la loro esistenza.
Dopo la liberazione della Sicilia l’AMGOT (e cioè il governo militare statunitense dei territori
occupati), aveva bisogno di sostituire all’interno delle Istituzioni locali, gli amministratori fascisti
con persone di ideologia antifascista, e per tale scopo facilitò tale ingresso, ai proprietari terrieri e i
loro gabellotti mafiosi, che si ritenevano vittime del fascismo tra questi: il barone Lucio Tasca
Bordonaro nominato sindaco di Palermo, il mafioso Calogero Vizzini nominato sindaco di Villalba,
Giuseppe Genco Russo nominato sovraintendente all’assistenza pubblica di Mussomeli e Vincenzo
di Carlo (capo della cosca di Raffadali) nominato responsabile dell’ufficio locale per la requisizione
dei cereali.
Sempre nel 1943, nacque il movimento politico denominato MIS (Movimento Indipendentista
Siciliano), costituito soprattutto da grandi proprietari terrieri, tra cui spiccò il barone Lucio Tasca
Bardonaro, successivamente indicato come capomafia in un rapporto dei Carabinieri. In seguito nel
MIS confluirono tutti i maggiori esponenti mafiosi in qualità di agrari tra i quali: Calogero Vizzini,
Giuseppe Genco Russo, Michele Navarra e Francesco Paolo Bontante, e grazie a tale inserimento,
ottennero diversi favori, oltre a poter esercitare in maniera più protetta tutte le loro attività illecite
tra le quali furti di bestiame, rapine e contrabbando di generi alimentari.
66
La mafia e lo sbarco in Sicilia, una storiella percepita per storia, in www.siciliainformazioni.com, pubblicato il 0106-2013, consultato il 05 maggio 2014.
67
Sicilia, gli USA lo sbarco e Lucky Luciano, www.lunità.it, pubblicato il 04-05-2002, consultato il 05 maggio 2014.
68
La mafia e lo sbarco in Sicilia, una storiella percepita per storia, in www.siciliainformazioni.com, pubblicato il 0106-2013, consultato il 05 maggio 2014.
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Nel 1944 Fausto Gullo (ministro dell’agricoltura che faceva parte del provvisorio governo italiano
subentrato all’AMGOT), con un decreto ministeriale, decretò che i contadini avrebbero ottenuto
maggiori prodotti coltivati, e contestualmente erano autorizzati a costituire delle cooperative
attraverso le quali poter ottenere dei fondi per l’acquisto delle terre lasciate improduttive. Tale
avvenimento fu causa di enormi scontri con i vecchi proprietari terrieri che, spalleggiati dai loro
gabellotti mafiosi, e i movimenti contadini tra i quali emergevano: Accursio Miraglia, Placido
Rizzotto e Calogero Cangelosi, che vennero uccisi assieme a molti altri contadini, che
combattevano per le terre negate.
Nel 1945 nasce l’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia), questa organizzazione
fu progettata dal MIS in qualità di forza armata, e per avere maggiore successo assoldò il bandito
Salvatore Giuliano (capo di un’organizzazione di banditi associata al boss mafioso Ignazio Miceli,
capomafia di Monreale), che aveva il compito di contrastare tutte le Istituzioni e soprattutto i
Carabinieri come dimostrano le imboscate di Bellolampo, Pioppo, Montelepre e Borghetto.
Bandito Salvatore Giuliano www.google.com (25.05.2014).
Tali azioni furono seguite da altri esponenti del banditismo che seguirono le orme di Giuliano ed
esercitavano la loro forza criminale anch’essi soprattutto contro i Carabinieri, ed ebbe così inizio un
azione separatista dalle Istituzioni.
Nel 1946 il MIS vuole trasformarsi in un’organizzazione riconosciuta legalmente, e pertanto si
allontana gradualmente dal banditismo, questa scelta non fu condivisa dal Bandito Giuliano, che
continuò nella sua attività criminale rendendosi quindi un’entità completamente autonoma. Lo
stesso quindi, continua con i suoi attacchi volti ai carabinieri e alle leghe dei movimenti contadini,
fino allo scontro avvenuto il 1 maggio 1947 in località Piana degli Albanesi (in provincia di
Palermo) conosciuta con il nome di “Strage di Portella della Ginestra” dove morirono 11 persone e
ne rimasero ferite 27.69 Successivamente, fu inviato a Palermo il Colonnello dei Carabinieri Ugo
Luca che riuscì con la collaborazione del boss di Monreale Ignazio Miceli, a smantellare
completamente la banda del Bandito Giuliano che verrà ucciso nel 1950 dal suo luogotenente
Gaspare Pisciotta, divenuto anch’egli nel frattempo un collaboratore del colonnello Luca. Gaspare
Pisciotta fu successivamente arrestato dallo stesso colonnello Luca, e pertanto Pisciotta denunciò i
mandanti della strage di Portella della Ginestra facendone i nomi tra i quali i deputati: Bernardo
Mattarella, Gianfranco Alliata, Tommaso Leone Marchesano e Mario Scelba. Pisciotta fu ucciso
avvelenato, nel 1954, all’interno del carcere Ucciardone prima che potesse testimoniare dinnanzi al
procuratore Pietro Scaglione.70
69
Stato-Mafia, l’origine del patto: portella della Ginestra e Salvatore Giuliano, in www.repubblica.it, pubblicata il 1401-2013, consultata il 05 maggio 2014.
70
Paolo Sidoni, Paolo Zaneton, Cuori Rossi contro Cuori Neri, Newton Compton Editori, Roma, p. 25.
36
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5.3.7. Il dopoguerra
Nell’anno 1950 venne approvata la legge per la riforma dei beni terrieri, con la quale fu stabilito che
i proprietari dei terreni agricoli non potevano possedere illimitatamente tali beni, che si ridussero ad
un limite massimo di 200 ettari per ogni singola proprietà. Contestualmente la nuova riforma di
legge approvata, stabilì che i terreni dovevano oltre tutto essere bonificati. Per il controllo
dell’applicazione di tali leggi, fu creata l’ERAS (Ente per la Riforma Agraria in Sicilia), ai cui
vertici furono inseriti noti mafiosi tra i quali: Calogero Vizzini, Giuseppe Genco Russo e Vanni
Sacco. La riforma comportò lo smembramento delle grandi proprietà terriere, che risultò essere di
notevole interesse economico per i mafiosi, che dopo l’approvazione del nuovo decreto legge,
vendevano i terreni in eccesso entrati a far parte dell’ERAS ai contadini, e successivamente gli
stessi venivano rivenduti alla stessa ERAS con un prezzo enormemente maggiorato. Tutto ciò
comportò inoltre, la possibilità di poter gestire e controllare tutte le attività connesse e correlate
all’agricoltura, che andava dalla vendita e al commercio dei prodotti coltivati, al controllo e alla
gestione del settore terziario. Nel periodo tra il 1950 e il 1953 l’amministrazione pubblica divenne il
centro economico più importante dell’economia. Tale entità data la sua importanza per la gestione
economica, dovette quasi raddoppiare le assunzioni, che passarono da circa 800 unità a circa 1350.
La sede del nuovo governo regionale divenne Palermo, ma assieme a tutte le altre abitazioni,
avevano bisogno di essere ricostruite, dato che la guerra del 1943 le aveva completamente
distrutte.71 Il nuovo progetto di ricostruzione si rivelò una grande opportunità economica per tutti
gli esponenti mafiosi, che in collaborazione con alcuni esponenti denominati “Giovani Turchi”, i
quali s’infiltrarono nelle istituzioni locali, al fine di poter controllare e gestire la ricostruzione edile
e gli appalti pubblici, tra questi si insediarono i seguenti esponenti: Giovanni Gioia, Salvo Lima e
Vito Ciancimino, che intestavano a prestanomi e noti mafiosi tutte le opere di ricostruzione sia
pubbliche che private, i prestanomi spesso, non avevano nessuna partecipazione o interessi con il
settore edile, oltretutto senza alcun rispetto per le leggi da osservare per la riqualificazione delle
opere da eseguire, tra questi emersero i seguenti nomi: Francesco Vassallo e i fratelli Salvatore e
Girolamo Moncada.72
Gaetano Badalamenti www.google.com (25.05.2014).
Nell’immediato dopoguerra, alcuni mafiosi americani (Lucky Luciano, Joe Adonis, Frank Coppola,
Nick Gentile, Frank Garofalo), si trasferirono in Sicilia, e in collaborazione con i mafiosi
71
Salvatore Butera, Il sacco di Palermo e le colpe di una città, in www.dipalermo.it, pubblicato il 24-11-2010,
consultato il 05 maggio 2014.
72
Salvatore Butera, Il sacco di Palermo e le colpe di una città, in www.dipalermo.it, pubblicato il 24-11-2010,
consultato il 05 maggio 2014.
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palermitani (Angelo La Barbera, Salvatore Greco, Antonino Sorci, Tommaso Buscetta, Pietro Davì,
Rosario Mancino e Gaetano Badalamenti), e i trapanesi (Salvatore Zizzo, Giuseppe Palmieri,
Vincenzo di Trapani e Serafino Mancuso), si accordarono per gestire e controllare tutto il traffico di
stupefacenti da trasferire nel nord America in collaborazione con i corrieri americani. Nel 1957,
presso il Gran Hotel et Des Palmes, ci furono diversi incontri tra i vari esponenti mafiosi italoamericani tra i quali Gaspare Magaddino, Cesare Manzella, Giuseppe Genco Russo e altri, al fine di
realizzare tali accordi, perché nel frattempo con la rivoluzione castrista avvenuta a Cuba (1956-57),
non potevano più avere la loro base di smistamento dell’eroina in quel luogo, e nell’occasione il
mafioso siculo-americano Joseph Bonanno, prospettò l’idea di creare una Commissione simile a
quella mafiosa americana, di cui dovevano fare parte tutti i capimandamento mafiosi palermitani,
che stabilisse eventuali uccisioni di “uomini d’onore” o di uomini esterni, togliendo quindi il potere
ai vari mafiosi, per il controllo e l’ordine all’interno dell’organizzazione.73
5.3.8. Le guerre di mafia e i cadaveri eccellenti
Nel dicembre del 1962 viene ucciso il boss Calcedonio di Pisa per ordine del capo della cosca
dell’Acquasanta Michele Cavataio, che voleva far ricadere la colpa dell’omicidio sui fratelli Angelo
e Salvatore La Barbera che erano temibili capimafia del centro di Palermo. Successivamente la
Commissione ordinò l’omicidio di Salvatore La Barbera. L’episodio sfociò in numerosi omicidi e
sparatorie, creando un clima di alta tensione tra i capi mafia, e di ciò ne approfittò il boss Michele
Cavataio, che ordinò diversi omicidi per liberarsi di suoi presunti nemici. Per realizzare il progetto
Cavataio si associò con i boss Pietro Torretta e Antonino Matranga. Gli omicidi terminarono con la
Strage di Ciaculli (30 giugno 1963), dove morirono sette uomini appartenenti alle forze dell’ordine
impegnate nel disinnesco di un’autobomba indirizzata al boss Salvatore “Cicchiteddu” Greco.74 La
strage di Ciaculli, provocò un notevole scalpore nell’opinione pubblica e nelle istituzioni, che
diedero luogo a numerose indagini concluse nel 1976, con l’arresto di oltre duemila persone, nel
frattempo vi erano stati altri due processi con il rito di legittima suspicione (norma che consente la
rimessione di un processo penale a un altro giudice, laddove sorga un dubbio fondato
sull'imparzialità dell'organo giudicante), infatti con il processo svoltosi a Catanzaro nel 1968
(denominato processo dei 117), dove in dicembre, vennero emesse le sentenze che per alcuni furono
pesanti, mentre altri furono condannati solo per associazione a delinquere, ma poiché erano in
carcere durante il corso del processo, furono immediatamente scarcerati o addirittura assolti per
insufficienza di prove; e quello di Bari del 1969 contro una faida di Corleone, solo pochi degli
arrestati furono condannati, mentre tutti gli altri furono assolti per insufficienza di prove. Questi
verdetti indignarono molto la Commissione Parlamentare Antimafia, che lo dichiarò anche in un
suo rapporto.75 Nel marzo del 1973 Leonardo Vitale, membro della cosca di Altarello di Baida,
andò spontaneamente alla Questura di Palermo, per autoaccusarsi di numerosi reati, tuttavia non fu
ritenuto credibile e pertanto venne rinchiuso a scontare la propria pena presso un manicomio
criminale per seminfermità mentale, alla sua scarcerazione nel 1984 verrà ucciso.76
Dopo la fine dei primi processi mafiosi, i capimandamenti della provincia di Palermo decisero di
riformare la Commissione, e il boss Cavataio cercò in tutti i modi di parteciparvi, ma non vi riuscì
poiché era ritenuto da tutti gli altri, il principale ed unico responsabile delle prime guerre di mafia
tra cui la strage di Ciaculli e pertanto fu ucciso nella Strage di viale Lazio il 10 dicembre 1969.
Successivamente, ci furono numerosi incontri tra Zurigo, Milano e Catania dove si incontrarono i
73
La mafia e lo sbarco in Sicilia, una storiella percepita per storia, in www.siciliainformazioni.com, pubblicato il 0106-2013, consultato il 05 maggio 2014.
74
La strage di Ciaciulli, in www.liberanet.org, pubblicato il 24-01-2011, consultato il 05 maggio 2014.
75
John Dickie, Cosa Nostra, storia della mafia siciliana, Roma, Editori Laterza, 2006 p. 321.
76
L’importanza di Leonardo Vitale, in www.antimafiaduemila.com, pubblicato il 07-06-2003, consultato il 05 maggio
2014.
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boss: Salvatore “Cicchiteddu” Greco, Gaetano Badalamenti, Stefano Bontate, Tommaso Buscetta,
Luciano Leggio, Giuseppe Calderone (capo della famiglia di Catania), e Giuseppe di Cristina
(rappresentante mafioso della provincia di Caltanissetta), per ricostituire la Commissione e
sull’implicazione dei mafiosi sul Golpe Borghese (con golpe Borghese, citato anche come golpe dei
forestali o golpe dell'Immacolata, si indica un tentato colpo di Stato in Italia durante la notte tra il 7
e l'8 dicembre 1970, chiamata anche notte di Tora Tora, in ricordo dell'attacco giapponese a Pearl
Harbor del 7 dicembre 1941, e organizzato dal principe Junio Valerio Borghese, sotto la sigla
Fronte Nazionale, in stretto rapporto con Avanguardia Nazionale. Borghese, noto anche con il
soprannome di principe nero, era in precedenza conosciuto per essere stato il comandante della Xª
Flottiglia MAS fin dal 1º maggio 1943 e dopo l'8 settembre 1943 con il proprio reparto aveva
aderito alla Repubblica Sociale Italiana.
X Flottiglia Mas www.google.com (25.05.2014).
Il golpe fu annullato dallo stesso Borghese mentre era in corso di esecuzione, per motivi mai
chiariti), per ottenere in cambio la revisione dei loro processi, i boss Calderone e Di Cristina si
recarono personalmente a Roma dal principe Junio Valerio Borghese ma la trattativa fallì. 77 Durante
questa trattativa, crearono un “triunvirato” provvisorio per porre fine alle dispute tra le varie cosche
della provincia di Palermo, composta dai boss: Stefano Bontate, Gaetano Badalamenti e Luciano
Leggio (che spesso si faceva rappresentare dal suo vice Salvatore Riina), durante questo periodo il
“triunvirato ordinò l’uccisione del giornalista Mauro de Mauro (16 settembre 1970), perché aveva
scoperto il coinvolgimento della mafia nel Golpe Borghese e nell’uccisione di Enrico Mattei; le
indagini per tale reato furono condotte dal procuratore Pietro Scaglione ma il 5 maggio 1971 lo
stesso procuratore fu vittima di un agguato a Palermo dove perse la vita assieme al suo autista
Antonino Lo Russo, fu il primo omicidio mafioso eccellente del dopoguerra. 78 Nel 1974 fu
costituita la nuova “Commissione” sotto il diretto controllo di Gaetano Badalamenti, nel 1975
Giuseppe Calderone propone la costituzione di una “Commissione Regionale” che verrà
denominata “Regione” con a capo sempre il Badalamenti; tale “Regione” comprendeva tutte le
province siciliane a esclusione di Messina, Siracusa e Ragusa (perché non vi si era ancora instaurata
la mafia), e che doveva decidere sugli interessi mafiosi di più province; ma principalmente voleva
far cessare i rapimenti a scopo di estorsione compiuti da Luciano Leggio e dal suo vice Salvatore
Riina (compiuti verso imprenditori e costruttori vicini ai boss Bontate e Badalamenti per
screditarli), i proventi di questi rapimenti venivano utilizzati per accattivarsi le famiglie mafiose
palermitane costituendo così i “Corleonesi”. Tra gli anni 1973/74 ci fu un enorme sviluppo del
contrabbando di sigarette che veniva svolto inizialmente a Napoli, successivamente i boss di
Palermo fecero accordi con Michele Zaza ritenuto uno dei boss della Camorra assieme a Antonio
Bardellino e ai Fratelli Nuvoletta, ma lo scopo principale dei boss palermitani era quello di
fraternizzare tale rapporto solo ed esclusivamente per avere il controllo degli stessi camorristi
napoletani. Nella seconda metà degli anni settanta numerose cosche si specializzarono nel traffico
di stupefacenti comprando la morfina base dalla Turchia e dalla Thailandia (attraverso i
77
78
Maurizio Dianese e Gianfranco Bettin, La strage. Piazza Fontana. Verità e memoria, Feltrinelli, 2002, pp.165-169.
Buscetta: Cosa nostra uccise Mattei, in www.repubblica.it, pubblicato il 23-05-1994, consultato il 05 maggio 2014.
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contrabbandieri di sigarette), e la raffinavano in laboratori segreti nella provincia di Palermo
trasformandola in eroina per smerciarla in tutto il nord America, tale traffico era condotto e diretto
dai boss: Gaetano Badalamenti, Salvatore Inzerillo, Stefano Bontate e Giuseppe Bono che
controllavano il 30% circa del traffico americano di eroina.79 Nel 1974 fu arrestato il boss Luciano
Leggio sostituito da Salvatore Riina e dal suo luogotenente Bernardo Provenzano, i quali coadiuvati
dallo stesso Leggio (direttamente dal carcere), disposero, senza ottenere il permesso dalla
“Commissione Regionale”, l’uccisione del Colonnello dei Carabinieri Giuseppe Russo. In questo
periodo Riina grazie ad una scusa, fece uscire dalla “Commissione Regionale” Badalamenti
sostituendolo con Michele Greco e grazie a questi, fece inserire nella Commissione molti suoi capi
mandamento ottenendo in tal modo il controllo della stessa. Nel frattempo Giuseppe Di Cristina,
legato a Badalamenti e Bontate, cercò di mettersi in contatto con i Carabinieri per accusare Riina e
Provenzano di essere gli esecutori di numerosi omicidi commissionati da Leggio all’epoca detenuto.
Qualche giorno dopo le sue confessioni il boss Di Cristina venne assassinato a Palermo e qualche
tempo dopo venne assassinato anche il suo associato Giuseppe Calderone per mano del suo
Luogotenente Nitto Santapaola passato nel frattempo con i Corleonesi. Nello stesso periodo la
“Commissione” oramai completamente diretta dai Corleonesi di Riina ordina di eseguire numerosi
omicidi eccellenti tra i quali: il segretario democristiano Michele Reina, il commissario Boris
Giuliano, il giornalista Mario Francese e il giudice Cesare Terranova; l’anno successivo vi furono
altri tre omicidi eccellenti: il presidente della regione Piersanti Mattarella, il capitano dei carabinieri
Emanuele Basile e il procuratore Gaetano Costa, quest’ultimo
commissionato dal boss Salvatore Inzerillo per far vedere di essere capace anche lui di fare un
omicidio eccellente e per dare un segnale ai Corleonesi.80
Salvatore Riina www.google.com (25.05.2014).
Nel marzo del 1981 i Corleonesi ordinarono diversi omicidi, tra i quali: Giuseppe Panno capo della
cosca di Casteldaccia e strettamente legato al boss Bontate, che a sua volta cercò di reagire
all’attacco di Riina ma tale intenzione fu svelata allo stesso Riina da Michele Greco. Riina quindi in
accordo con Michele Greco ordinò l’omicidio di Bontate e di Inzerillo, e successivamente di tutte le
cosche appartenenti ai Bontate e Inzerillo. Nello stesso periodo, nella villa di Michele Greco fu
organizzata una grigliata alla quale furono invitati diversi esponenti di cosche appartenenti ai
Bontate e Inzerillo, attirandoli in realtà in una trappola per ucciderli e successivamente i loro corpi
furono gettati in vasche di acido per l’occultamento dei corpi.81 Ulteriori omicidi furono commessi
anche negli Stati Uniti d’America Paul Castellano inviò in Sicilia i boss Rosario Naimo e John
Gambino (imparentato con gli Inzerillo a Palermo), per trovare un accordo con il quale si stabilì di
non proseguire tali violenze nei confronti dei parenti degli Inzerillo e degli Bontate che si erano
rifugiati in America, a patto che gli stessi non tornassero più in Sicilia, oltre però all’uccisione di
79
Sulla via del tabacco adesso scorre un fiume di eroina, in www.repubblica.it, pubblicato il 03-10-1984, consultato il
05 maggio 2014.
80
E Leggio spaccò in due Cosa Nostra, in www.repubblica.it, pubblicato il 03-10-1984, consultato il 05 maggio 2014.
81
Uccisi a tavola i nemici. I corpi sciolti nell’acido, in www.corriere.it, pubblicato il 10-03-1993, consultato il 05
maggio 2014.
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Antonino Inzerillo e Pietro Inzerillo.82 Fra 1981 e 1983 furono commessi ulteriori omicidi nei
confronti di appartenenti e famigliari Salvatore Contorno (appartenente ai Bontate), Gaetano
Badalamenti e Tommaso Buscetta che erano fuggiti in Brasile lasciando alcuni parenti a Palermo.
Nello stesso periodo in Sicilia si insediarono nuovi boss affiliati ai Corleonesi tra i quali: Mariano
Agate e Francesco Messina Denaro nella provincia di Trapani, Carmelo Colletti nella provincia di
Agrigento, Giuseppe “Piddu” Madonia nella provincia di Caltanissetta e Nitto Santapaola a Catania.
La Commissione ordinò l’omicidio dell’onorevole Pio La Torre che doveva dirigere il PCI e aveva
proposto un disegno di Legge per inserire il reato di “associazione mafiosa” e relativa confisca dei
beni, il 30 aprile 1982 venne ucciso insieme al suo autista Rosario Di Salvo in una strada di
Palermo.
Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa www.google.com (25.05.2014).
In occasione di questo omicidio il Presidente del consiglio Giovanni Spadolini e il Ministro
dell’Interno Virginio Rognoni, mandarono il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, in qualità di
Prefetto a Palermo; il ministro aveva promesso al Generale poteri di coordinamento fuori
dall’ordinario, che in realtà non gli furono mai concessi, e che lo stesso Generale denunciò alla
stampa rilasciando un’intervista al giornalista Giorgio Bocca dichiarando il suo stato di isolamento,
il 3 settembre 1982, dopo soli cento giorni dal suo insediamento, il Generale Dalla Chiesa viene
ucciso in un agguato insieme alla giovane moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta
Domenico Russo.83 In seguito all’assassinio del Generale Dalla Chiesa, che suscitò scalpore e
indignazione nell’opinione pubblica italiana, il governo Spadolini II varò la Legge n. 646 del 13
settembre 1982 (conosciuta anche come Legge Rognoni-La Torre, dal nome dei promotori del
disegno legge), che inserì nel Codice di Procedura Penale il reato di “associazione di stampo
mafioso” e la confisca dei beni di provenienza illecita. Questa nuova Legge innervosì i capi mafia
che crearono diverse ritorsioni nei confronti dei Giudici che dovevano applicarla, uccidendo tra gli
altri: il 26 gennaio 1983 il giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto impegnato in un inchiesta sui
mafiosi trapanesi, 29 luglio 1983 Rocco Chinnici capo dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di
Palermo.84 Subito dopo l’uccisione del Giudice Chinnici, il Giudice Antonino Caponnetto che lo
aveva sostituito a capo dell’Ufficio Istituzione del tribunale di Palermo, istituì un “pool antimafia”,
ovvero un gruppo di giudici istruttori che si sarebbero occupati solo ed esclusivamente dei reati di
stampo mafioso, chiamò all’interno di questo pool: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe
di Lello e Leonardo Guarnotta. Dopo varie indagini bancarie, patrimoniali, vecchi rapporti di
polizia e procedimenti in corso, il pool raccolse abbondante materiale che riscontrava le
82
83
84
Ecco i nomi degli Scappati Naimo parla dei boss americani in www.repubblica.it, pubblicato il 07-06-2011,
consultato il 05 maggio 2014.
Così lo Stato abbandonò il Generale Dalla Chiesa, in www.repubblica.it, pubblicato il 09-11-1985, consultato il 05
maggio 2014.
Stage Chinnici, 12 ergastoli assolti i boss Motisi e Farinella, in www.repubblica.it, pubblicato il 26-06-2002,
consultato il 05 maggio 2014.
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dichiarazioni di Tommaso Buscetta e Salvatore Contorno (divenuti nel frattempo collaboratori di
giustizia per aver subito ritorsioni da parte dei corleonesi), dopo l’interrogatorio di Tommaso
Buscetta furono prodotti 366 ordini di cattura, dall’interrogatorio di Salvatore Contorno 127
mandati di catture e alcuni arresti effettuati nelle città di Palermo, Roma, Bari e Bologna.85 La
“commissione” per distogliere l’attenzione dal pool antimafia incaricò il boss Pippo Calò di
organizzare assieme alla Camorra e ad alcuni terroristi neri (eversione armata di ispirazione
neofascista e nazional-rivoluzionaria e, più in generale, collegata a ideologie politiche di destra), la
strage del Rapido 904, avvenuta il 23 dicembre 1984 presso la Grande galleria dell'Appennino
Emiliano, proveniente da Napoli e diretto a Milano, che provocò 17 morti e 267 feriti.86 L’8
novembre 1985 il giudice Giovanni Falcone deposita un ordinanza-sentenza di 8000 pagine con il
rinvio a giudizio di 476 indagati, supportati delle indagini del pool antimafia oltre alle dichiarazioni
di Tommaso Buscetta, Salvatore Contorno e altri 23 collaboratori di giustizia;
Ucciardone aula bunker www.google.com (25.05.2014).
il Maxiprocesso in primo grado, ebbe inizio in un’aula-bunker costruita appositamente all’interno
del carcere palermitano dell’Ucciardone, il 10 febbraio 1986 e si concluse il 16 dicembre 1987 con
342 condanne, di cui 19 ergastoli che vennero commutati tra gi altri a Nitto Santapaola, Bernardo
Provenzano e Salvatore Riina giudicati in contumacia.87 Dopo la sentenza di primo grado, alcuni
mafiosi di Palma di Montechiaro (per fare un favore a Salvatore Riina), il 25 settembre 1988
uccisero lungo la statale Caltanisetta-Agrigento il Giudice Antonino Saetta, che avrebbe dovuto
presiedere il grado di Appello del maxiprocesso; il 10 dicembre 1990 la Corte d’Assise d’Appello
riduce in maniera drastica le precedenti condanne accogliendo solo in parte le dichiarazioni di
Buscetta.88 Durante la “Commissione provinciale” tenutasi nel dicembre 1991, presieduta da
Salvatore Riina, la mafia decide di mettere in atto la strategia delle stragi, decideranno di uccidere: i
Giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e alcuni personaggi che loro ritenevano non più
affidabili come l’onorevole Salvo Lima. Nel gennaio del 1992 la Cassazione conferma tutte le
condanne del Maxiprocesso compresi gli ergastoli a Riina, Provenzano e Santapaola. Subito dopo
questa sentenza si tiene un’ulteriore riunione presieduta da Salvatore Riina dove vengono decisi
altri obbiettivi oltre a quelli già stabiliti in precedenza. Il 12 marzo 1992 muore l’onorevole Salvo
Lima;
85
Un altro pentito parla, 56 arresti, in www.repubblica.it, pubblicato il 26-10-1984, consultato il 05 maggio 2014.
I boss dietro la strage Rapito 904, chiesto il rinvio a giudizio per Riina, in www.lastampa.it, pubblicato il 10-052013, consultato il 05 maggio 2014.
87
Tutte le accuse a Cosa Nostra, i Giudici hanno creduto a Buscetta, in www.repubblica.it, pubblicato il 03-11-1985,
consultato il 05 maggio 2014.
88
Ecco chi uccise il Giudice Saetta, in www.corriere.it, pubblicato il 07-04-1995, consultato il 05 maggio 2014.
86
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Giovanni Falcone e Paolo Borsellino www.google.com (25.05.2014).
il 23 maggio 1992 muore nella strage di Capaci il Giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti
di scorta; il 19 luglio 1992 muore nella strage di Via D’Amelio il Giudice Paolo Borsellino e gli
agenti di scorta; il 19 settembre 1992 muore l’esattore Ignazio Salvo ritenuto non affidabile perché
amico di Salvo Lima.89 Conseguentemente a questi attentati lo Stato reagisce creando l’Operazione
Vespri siciliani mandando 7000 soldati dell’esercito in Sicilia e trasferendo 100 mafiosi ritenuti
pericolosi al carcere dell’Asinara per isolarli dal mondo esterno. 90 Il 15 gennaio 1993 con l’arresto
di Salvatore Riina, all’interno di Cosa Nostra si creano due gruppi: uno che non vuole più
spargimento di sangue composto da: Bernardo Provenzano (capogruppo), Antonio Giuffrè, Pietro
Aglieri, Benedetto Spero, Raffaele Ganci, Salvatore Cancemi, Michelangelo La Barbera, Matteo
Motisi, Nitto Santapaola e Domenico Vaccaro; e un gruppo favorevole alla continuazione delle
stragi composto da: Leoluca Bagarella (capogruppo), Giovanni Brusca, Vito Vitale, Matteo Messina
Denaro, Filippo e Giuseppe Graviano, Salvatore Fragapane e Francesco La Rocca. Questo secondo
gruppo costituito da un numero di affiliati maggiore rispetto al gruppo di Provenzano prese il
sopravvento e decisero di continuare con le stragi a patto che venissero eseguite al di fuori del
territorio siciliano, come già deciso prima dell’arresto di Riina. Gli attentati che seguirono furono a
Firenze, Milano e Roma provocarono 10 morti e 106 feriti. Nel novembre 1993 i boss Leoluca
Bagarella, Giuseppe Graviano, Giovanni Brusca e Matteo Messina Denaro predisposero il sequestro
del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di Santino Di Matteo collaboratore di giustizia, al fine da far
tacere il padre ma, dopo 779 giorni di prigionia fu ucciso e sciolto nell’acido. 91 Con l’arresto dei
fratelli Graviano (gennaio 1994), cessano gli attentati dinamitardi, nello stesso periodo molti
mafiosi diventano collaboratori di giustizia per avere agevolazioni rispetto alla Legge 41-bis
(condizioni di carcere duro); nel 1996 viene creata la DIA (Direzione Investigativa Antimafia), che
porta all’arresto di alcuni latitanti tra cui: Leoluca Bagarella, Pietro Aglieri, Giovanni Brusca. 92
Dopo gli arresti di Riina e Bagarella, Bernardo Provenzano diventa il nuovo capo mafia, cambiando
tutte le strategie operative e la filosofia di gestione, infatti, le famiglie più ricche devono aiutare
quelle più disagiate per evitare inutili guerre interne. Le sue spiccate qualità di gestione risultano
essere efficaci, anche se la mafia non è più ricca come ai tempi dei traffici internazionali, che per
tale motivo, si sviluppa in maniera più capillare sul territorio ed è allo stesso tempo più repressiva.
Nel 2002 viene arrestato il braccio destro di Provenzano Nino Giuffrè che diventerà collaboratore di
giustizia; quattro anni dopo in un casolare a 2 km da Corleone e dopo 43 anni di latitanza viene
arrestato anche Bernardo Provenzano. Infine nel 2007, viene catturato anche Salvatore Lo Piccolo
considerato il successore del boss Provenzano.
89
Stragi, il 'papello' e tangentopoli 1992, l'anno che cambiò l'Italia, in www.repubblica.it pubblicato il 18-10-2011,
consultato il 05 maggio 2014.
90
Esercito Italiano – Operazione Vespri Siciliani, in www.rosalio.it, pubblicato il 31-07-2008, consultato il 05 maggio
2014.
91
L’ho ucciso e sciolto nell’acido. Vi racconto quell’orrore, in www.livesicilia.it, pubblicato il 18-03-2013, consultato il
05 maggio 2014.
92
John Dickie, Cosa Nostra, Roma, Laterza, 2005, pag. 440.
43
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Bernardo Provenzano www.google.com (25.05.2014).
Con gli ultimi avvenimenti (arresto Provenzano), si ipotizzò un ritorno della famiglia Inzerillo
dall’America, con l’intento di ricostruire un organizzazione mafiosa con il vecchio metodo, allo
scopo di rientrare nel traffico della droga, che ne frattempo era gestito dalla ‘ndrangheta. Tale
progetto non si realizzò poiché nel febbraio 2008 furono arrestate 90 persone tra New York e la
Sicilia nell’operazione denominata Old Bridge.93 Nel dicembre 2008, grazie ad un’operazione dei
Carabinieri di Palermo denominata operazione Perseo, vennero arrestati 99 mafiosi appartenenti ai
vertici di Cosa Nostra palermitana che stavano tentando di ricostruire la vecchia cupola.94
Come si rivela dalle numerose presenze nel Parlamento e nel governo, di elementi non estranei a
frequentazioni mafiose. Si fa strada negli anni novanta, la tesi secondo cui lo Stato italiano nei suoi
componenti politici abbia un certo rapporto di "convivenza" con questo fenomeno mai
definitivamente soppresso. Lo stesso comportamento del CSM durante il lavoro di Giovanni
Falcone, che inizialmente non ricandidò il giudice come presidente della commissione antimafia da
lui creata, fa intendere una certa tendenza a voler ostacolare un lavoro diventato troppo scomodo
per certi poteri deviati all'interno dello Stato. Uno dei momenti più critici è stata la trattativa stato mafia, durante la quale fu contattato Vito Ciancimino, per mezzo di rappresentanti del Ministro
dell'Interno Nicola Mancino, fra cui il capitano del ROS Giuseppe De Donno, per far smettere la
stagione delle stragi del 1992/1993, in cambio dell'annullamento del decreto legge 41 bis e altri
benefici per i detenuti mafiosi. A proposito dei rapporti tra mafia e Stato, si parla di rito peloritano
(sistema identificativo di poteri forti presente nella zone di Messina), per riferirsi ad una situazione
di particolare contiguità (per non dire addirittura coincidenza) tra uomini di mafia e presunti
servitori dello Stato.
Cosa nostra, per via del suo carisma criminale e della sua potenza delinquenziale, ha intrattenuto, e
intrattiene tuttora, rapporti con le più importanti organizzazioni criminali sia italiane che estere. Il
processo di globalizzazione interessa anche il fenomeno criminale mafioso, la mafia di tutti i paesi
del mondo si unisce e collabora, portando avanti le sue attività criminali caratteristiche, come il
narcotraffico, l'esportazione illegale di armi, la prostituzione, l'estorsione e il gioco d'azzardo,
rappresentando un problema per l'umanità, per l'ordine civile della società e il quieto vivere. Nel
1994 viene segnalata la presenza della mafia russa sul territorio degli Stati Uniti, ad Atlanta, e sulla
loro collaborazione con Cosa nostra. Verso il 1998, la Solntsevskaya Bratva di Mosca, può contare
su un proprio capo a Roma che coordina gli investimenti della mafia russa in Italia.
93
Decine di arresti a Palermo e New York presi i boss del nuovo patto Italia-USA, in www.repubblica.it, pubblicato il
07-02-2008, consultato il 05 maggio 2014.
94
Mafia, maxi blitz in Sicilia, volevano rifondare la Cupola, in www.repubblica.it, pubblicato il 16-12-2008, consultato
il 05 maggio 2014.
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Stemma Solntsevskaya Bratva www.google.com (25.05.2014).
Dall'indagine risulta che rispettabili banchieri occidentali danno al boss russo consigli molto utili su
come riciclare il denaro sporco dalla Russia in Europa, in maniera legale. Nel 2008 viene
formalizzata la collaborazione fra mafia russa e Cosa Nostra, 'Ndrangheta e Camorra. Sotto la
supervisione della mafia russa le aziende agricole italiane, i trasporti delle merci sia a livello
internazionale, sia all'interno del paese. La mafia russa nel mondo conta circa 300.000 persone ed è
la terza organizzazione criminale per la sua influenza, dopo l'originale italiana e le reti criminali
cinesi. Il 2 ottobre 2012 nel Report Caponnetto si leggono le infiltrazioni della mafia russa nella
Repubblica di San Marino e in Emilia-Romagna a carattere predatorio come le estorsioni.
5.4. Sacra Corona Unita
Sacra Corona Unita è un’organizzazione criminale che nasce nel centro della Puglia oltre ad
espandersi in diversi paesi esteri tra i quali: Germania, Paesi Bassi, Grecia, Albania, Serbia,
Argentina e Australia, raggiunge il suo apice negli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, in
seguito a numerosi arresti è stata notevolmente indebolita e marginalizzata. Il nome di tale
organizzazione criminale è costituito da tre parole con un preciso significato: Sacra poiché quando
si affilia un nuovo membro all’organizzazione questo viene “battezzato” o “consacrato”, come un
sacramento religioso; Corona poiché nelle processioni si usa il rosario o corona; Unita come sono
uniti e forti gli anelli di una catena.
Dislocazione territoriale Sacra Corona Unita in Italia www.google.com (27.05.2014).
5.4.1. Storia
Nel 1981 Raffaele Cutolo pensò di creare un’estensione della camorra nel foggiano dando mandato
di tale creazione a Pino Ianelli e Alessandro Fusco. Tale avvenimento non fu visto di buon occhio
dalla malavita organizzata pugliese, pensando che il progetto di Cutolo avesse come obbiettivo
l’appropriazione di ulteriore territori, per una maggiore espansione della propria attività criminale.
Per fronteggiare tale evento Giuseppe Rogoli, già appartenente alla ‘Ndrangheta, chiese ed ottenne
autorizzazione per la costituzione di una ‘ndrina in Puglia, tale creazione avvenne la notte di Natale
del 1981 presso il carcere di Trani. Nel 1987 Rogoli affidò l’incarico di una nuova ‘ndrina nel sud
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barese a Oronzo Romano e Giovanni Dalena, che denominarono La Rosa, Nicola Murgia fu
nominato cassiere di tale organizzazione per tutte le attività illecite che gestiva. Il primo affiliato di
Rogoli fu Antonio Antonica ritenuto braccio destro dello stesso, data la vecchia amicizia che li
legava oltre al fatto che Antonica fosse già ritenuto un elemento di spicco nella malavita
mesagnese.95 Poiché Rogoli era in carcere Antonica fu nominato dallo stesso come unico
responsabile di tutte le attività illecite, e lo stesso Antonica nominò a sua volta dei subalterni nella
provincia brindisina, che in breve tempo pretendeva sempre più soldi da Antonica il quale si rivolse
a Rogoli affinché gli permettesse il traffico degli stupefacenti che gli avrebbe permesso un potere
economico maggiore per accontentare i suoi subalterni; tali richieste non furono accolte da Rogoli,
e poiché Antonica si sentiva solo dinnanzi a tutte queste difficoltà, decise di creare un gruppo
criminale distaccato da Rogoli. L’evento portò ad una guerra con il gruppo criminale di Rogoli che
durò circa tre anni e si concluse con l’uccisione di Antonica. Nel 1987 dal carcere, Rogoli
ricostruisce la nuova Sacra Corona Unita, composta dalle maggiori famiglie criminali brindisine tra
le quali: Salvatore Buccarella, Alberto Lorusso, Giovanni Donatiello, Giuseppe Gagliardi e Ciro
Bruno, oltre a Vincenzo Stranieri di Taranto e Mario Papalia collegato a Cosa Nostra. Le regole di
questa nuova formazione criminale erano molto più rigide e severe rispetto a quella precedente. Nel
corso degli anni, ci furono grandi lotte interne alla nuova Sacra Corona Unita poiché il numero delle
famiglie che la costituivano era elevato. Gli scontri più efferati si rivelarono tra le famiglie
brindisine e leccesi, le uniche famiglie che dimostrarono di essere compatte ed omogenee furono le
famiglie Buccarella e Donatiello finché non furono colpite da una grande inchiesta giudiziaria, che
ebbe inizio il 10 maggio 1995, denominata operazione “Salento”, il vero motivo principale di tale
inchiesta, nasce per fronteggiare lo sbarco degli immigrati, fenomeno che diventò sempre più
crescente e pertanto lo Stato inviò circa 1700 soldati. Presto tale iniziativa si dimostrò molto
efficace, e attraverso gli innumerevoli controlli effettuati sul territorio, emersero indizi e prove che
dimostravano le molteplici attività criminali con l’identificazione di chi operava per lo svolgimento
delle stesse, imponendo pene severissime che portarono a decapitare parte dell’organizzazione. Con
l’operazione “Centurione” che durò circa due anni, le forze dell’ordine scoprirono un vasto traffico
di droga con l’Albania. Negli ultimi anni le attività criminali di questa regione hanno avuto un
notevole calo, grazie alle attività di controllo svolte dalle istituzioni in collaborazione con le forze
dell’ordine, che hanno dato luogo a diversi arresti dei più noti esponenti delle famiglie appartenenti
alla Sacra Corona Unita. Attualmente le attività criminali svolte sono dedite al racket, contrabbando
di sigarette e droga. Con l’arresto ad Oria (BR) di Francesco Campana96 assieme ad altri 18
esponenti di famiglie pugliesi con l’operazione “Last Minute”, si è inflitto un durissimo colpo alla
Sacra Corona Unita, che attualmente non risulta più avere un capo verticistico, ed inoltre risulta
essere un’organizzazione criminale molto più fragile rispetto alla sua consistenza del passato, ciò
nonostante le istituzioni e le forze dell’ordine continuano a svolgere le proprie attività di controllo,
al fine di evitare un nuovo e crescente fenomeno criminale che possa raggiungere un elevata
espansione.
5.4.2. Struttura
La Sacra Corona Unita ha una struttura costituita da 47 clan formati da circa 1500 affiliati che
devono garantire sul loro territorio, il controllo di tutte le attività illecite e al fabbisogno degli
appartenenti. Si tratta quindi di un’organizzazione orizzontale, simile a quella della ‘Ndrangheta.
Il primo livello è costituito dalla picciotteria, il successivo il camorrista, a seguire sgarristi, santisti,
evangelisti, trequartisti, medaglioni e medaglioni con catena della società maggiore. Otto
95
Nicola Grattieri, Fratelli di sangue, Luigi Pellegrini Editori, Cosenza, 2007, p. 88.
Duro colpo alla sacra Corona Unita, arrestato il boss Francesco Campania, in www.repubblica.it, pubblicato il
23-04-2011, consultato il 06 maggio 2014.
96
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medaglioni con catena costituiscono la “Società Segretissima” che gestiscono la “Squadra della
morte”. Spesso però, il potere che il singolo affiliato possiede, non è reale rispetto al ruolo che
occupa all’interno dell’organizzazione criminale.
Dal 1988 al 2004 ci fu un lungo periodo di guerre interne alle famiglie della Sacra Corona Unita,
queste causarono diverse centinaia di morti e conseguentemente ci fu un elevato indebolimento
dell’organizzazione criminale. Qui di seguito alcuni esempi degli scontri tra le cosche della Sacra
Corona Unita: il 23 giugno del 2004 con il blitz “Iscaro-Saburo”97 le forze dell’ordine arrestarono
circa cento persone, tutti presunti affiliati della Faida del Gargano. In data 21 aprile 2009 il presunto
boss Franco Romito assieme al suo autista Giuseppe Trotta vengono uccisi con un agguato, i loro
corpi furono ritrovati dalle forze dell’ordine, crivellati di colpi di arma da fuoco, le armi utilizzate
furono identificate dalla polizia scientifica attraverso i bossoli rinvenuti sul luogo dell’agguato,
identificando tre diverse armi tra le quali un fucile calibro 12 caricato a pallettoni, una 7.65 versione
mitraglietta e una calibro 9x21. Sui corpi furono riscontrate diverse ferite mortali, tanto da rendere i
corpi quasi irriconoscibili. Il boss Franco Romito, potrebbe essere stato ucciso perché ritenuto dalla
cosca rivale Libergolis di Monte Sant’Angelo della Sacra Corona Unita, un collaboratore dell’Arma
dei Carabinieri. Tra gli anni 1989 e 1991, in tutta l’area del brindisino si verifica una guerra interna
alla cosca del boss Buccarella che causò oltre cento morti, e di conseguenza l’indebolimento della
stessa organizzazione criminale. Negli anni tra 1988 e il 1993, a Taranto si verificò una guerra
altamente violenta all’interno dei clan dei fratelli Modeo, tre dei quali si contrapposero al fratello
maggiore soprannominato “il Messicano”, la guerra produsse oltre cento morti e si concluse con la
morte del “Messicano” e l’arresto degli altri tre fratelli, ritrovati all’interno di un bunker.98
L’economia della Sacra Corona Unita gestisce un giro d’affari di circa due miliardi e mezzo di euro
all’anno, l’attività è dedita principalmente al traffico di stupefacenti (circa 878 milioni annui),
prostituzione (circa 775 milioni annui), traffico di armi (circa 516 milioni annui), estorsione e usura
(circa 351 milioni annui).
5.4.3. Sacristi principali
Giuseppe Rogoli (Mesagne, capo fondatore)
Francesco Campana (Mesagne, capo clan Buccarella-Campana
Savinuccio Parisi (capo)
Andrea Gaeta (capo)
Angelo Notarangelo (capo)
Albino Prudentino (Ostuni, capo clan degli ostunesi)
Giosuè Rizzi (capo)
Giuseppe De Palma (capo)
Raffaele De Palma (capo
Vito Di Emidio (Leader ship)
Salvatore Rizzo (capo)
Massimo Pasimeni (Piccolo Dente) Mesagne
Ercole Penna
Salvatore Padovano (Gallipoli)
Gianni De Tommasi
Giuseppe Gagliardi
Ciro Bruno
Giovanni Donatiello
97
Troppe intercettazioni, esce dopo 13 delitti, in www.corriere.it pubblicato il 26-06-2008, consultato il 06 maggio
2014.
98
Massacrati a colpi di fucile,avevano tradito due boss, in www.repubblica.it, pubblicato il 16 maggio 1993, consultato
il 06 maggio 2014.
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Gabriele Piscopia (capo)
I capi di Monte Sant'Angelo ("clan Libergolis")
Giuseppe Pacilli (capo)
Franco Libergolis (capo)
Ciccillo Libergolis (ex-capo)
Enzo Miucci (capo)
5.4.4. Divisioni interne
La Sacra Corona Unita è suddivisa per territori, nel foggiano, influenzata dalla vicina Camorra
napoletana, ha sviluppato notevoli interessi economici nel settore edile, nel terziario e nel settore
delle onoranze funebri.
A Bari e nella provincia si è sviluppata la Camorra barese, che è dedita al traffico di stupefacenti, al
racket, alle estorsioni e al contrabbando. Attualmente le attività criminali sopradescritte sono gestite
dal boss Domenico “La Luna” Strisciuglio, che dopo la morte di Capriati, ottenuta con una guerra
ferocissima, risulta essere l’unico esponente di tale organizzazione criminale.99
In questo contesto criminale nasce la Sacra Corona Unita Libera, che a differenza della Sacra
Corona Unita di origine, include alcune regole diverse al suo interno, tra queste l’uso dei minori
nelle attività criminali e l’abolizione del rito di iniziazione.
5.5. Banda della Magliana
Banda della Magliana nel corso degli anni settanta Roma diviene teatro di una crescente
evoluzione del fenomeno criminale. Alcuni esponenti della criminalità locale, è dedita inizialmente
a furti, rapine, racket e controllo del gioco clandestino, con l’arrivo a Roma del clan dei Marsigliesi
costituito da Albert Bergamelli, Maffeo Bellicini e Jacques Berenguer, che intendevano insediarsi in
tale territorio, per diffondere e controllare l’attività e lo spaccio di eroina e sviluppare
collateralmente l’attività dei sequestri di persona. Pertanto cercarono la collaborazione della
criminalità locale preesistente, che accettando la loro partecipazione, furono indotti quindi, a
sviluppare nuove doti culturali, di diverso livello criminale, spostando quindi il loro interesse verso
queste nuove attività criminali, molto più redditizie. Con l’arresto degli esponenti del Clan dei
Marsigliesi, le organizzazioni criminali romane, compresero l’opportunità di potersi sostituire agli
stessi, ma che era necessario aggregarsi tra di loro, per meglio gestire le attività illegali da loro
stessi controllate.
99
Bari: sgominato il clan Capriati, in www.corriere.it, pubblicato il 27-05-2006, consultato il 06 maggio 2014.
48
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Componenti Banda della Magliana www.google.com (27.05.2014).
5.5.1. La nascita della banda
Le organizzazioni malavitose non sono mai state verticistiche o piramidali, sia all’origine che
durante tutto il percorso storico della loro esistenza, ma in considerazione che il territorio da gestire
era molto vasto come pure vasto diventava il numero di attività illecite, decisero di aggregarsi tra
loro in organizzazioni denominate “batterie” e cioè un nucleo di quatto/cinque persone che si
occupavano di tenere sotto controllo il proprio territorio di appartenenza detenendone il potere
esclusivo coinvolgendo alcuni esponenti criminali presenti nei quartieri romani quali: Trastevere,
Testaccio, Ostiense e Magliana.100 All’interno di queste, nessun esponente aveva un ruolo
predominante, bensì tutti partecipavano alle decisioni e allo sviluppo di tutte le attività criminali.
Franco Giuseppucci era un esponente del crimine locale, che aveva un grande carisma e inoltre,
conosceva tutti gli esponenti negli ambienti malavitosi di Roma, che lo ritenevano una persona
affidabile sia per capacità che intraprendenza, e fu il primo nome a comparire nei verbali della
polizia locale per attività criminali di notevole rilievo. La sua fama fu subito riconosciuta da tutti gli
altri esponenti del crimine, tanto che affidavano a Giuseppucci la custodia delle loro armi, che lo
stesso teneva all’interno di una roulotte di sua proprietà parcheggiata al Gianicolo. Nel 1976 la
polizia scoprì tale nascondiglio e Giuseppucci fu arrestato, ma alla fine del processo giudiziario fu
condannato solo a qualche mese di reclusione, grazie alla rottura di un vetro della roulotte, motivo
per il quale i suoi legali riuscirono a dimostrare in parte la sua esclusione per il reato di possesso di
armi.101 Dopo la sua scarcerazione, Giuseppucci continuò a maggior ragione, ad avere la stima degli
altri esponenti della mala vita romana, e pertanto continuò ad essere il loro custode delle armi, ma
subì il furto della sua auto “maggiolino” all’interno della quale vi era una borsa contenente armi,
mentre si recava in un bar, lasciando la sua auto incustodita e con le chiavi inserite al suo interno,
inconsapevole di chi fosse quell’auto, Giovanni Tigani, un comune scippatore, rubò l’auto e dopo
aver notato la borsa ed il suo contenuto, vendette le armi a Emilio Castelletti. Giuseppucci tramite il
capo banda del Castelletti, Maurizio Abbatino recuperò le armi e contestualmente organizzò
l’incontro con un altro esponente della criminalità romana Enrico De Pedis, e nel corso di tale
incontro decisero di creare un'unica banda detta appunto della Magliana per il controllo totale di
tutte le attività criminali a Roma.
100
Giovanni Bianconi, Ragazzi di malavita. Fatti e misfatti della banda della Magliana, Baldini Castoldi Dalai,
Milano, 2005.
101
Cristiano Armati, Italia criminale, Newton Compton Editori, 2012, p. 258.
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Enrico De Pedis capo Banda della Magliana www.google.com (27.05.2014).
L’organizzazione pur essendo una banda unica, era divisa per quartieri territoriali, quindi ai
quartieri di Trastevere e Testaccio fu aggiunto quello proveniente da Ostia e Acilia capeggiato da
Nicolino Selis che aveva già trascorso diversi anni detenuto in carcere, e pertanto era riconosciuto
come esponente di spicco della criminalità della zona sud di Roma. Durante la sua detenzione in
carcere, ebbe modo di conoscere Raffaele Cutolo, che gli svelò il suo nuovo modus operandi, con il
quale intendeva dare un nuovo volto alla criminalità svolta dalla Camorra napoletana. Selis aveva
una buona stima di Cutolo e gli piacquero le sue idee innovative, che decise di riportare nella sua
organizzazione criminale romana. Diversi uomini delle vecchie “batterie” criminali decisero di
unirsi a Giuseppucci, Abbatino e Selis per realizzare il progetto criminale per conquistare la città di
Roma.
5.5.2. Gruppo della Magliana









102
Maurizio Abbatino, detto Crispino. Nato nel cuore della Magliana vecchia, prima dell'incontro
con Giuseppucci era già a capo, pur giovanissimo, di una batteria di malavitosi di quartiere
specializzata in rapine. Arrestato nel 1972 e nel 1974, prima per furto e resistenza a pubblico
ufficiale e poi per duplice omicidio (assolto per insufficienza di prove).
Marcello Colafigli, detto Marcellone. Amico fraterno di Giuseppucci, con cui spesso si ritrova
in una batteria dedita alle rapine, è introdotto da quest'ultimo nel nucleo originario della banda
Claudio Sicilia detto Il Vesuviano. Originario di Giugliano in Campania (NA) e nipote del boss
Alfredo Maisto, si stabilisce a Roma nel 1978 e diviene ben presto l'anello di congiunzione della
banda con la Camorra di Corrado Iacolare, Michele Zaza e Lorenzo Nuvoletta.
Giorgio Paradisi, detto Er Capece. Attivo nel settore delle rapine ai camion, entra nella banda
attraverso la conoscenza di Giuseppucci, con cui divide la comune passione per i cavalli e la
frequentazione di ippodromi, sale corse e bische.102
Renzo Danesi, detto El Caballo. Originario del Trullo, fa parte del gruppo di malavitosi dediti
alle rapine che gravitano attorno ad Abbatino, il quale poi non manca, sin dall'inizio, di
coinvolgerlo nel progetto criminale della banda.
Enzo Mastropietro, detto Enzetto. Anche lui frequenta l'ambiente dei rapinatori della Magliana
di Abbatino per poi entrare a far parte del nucleo storico della banda.
Emilio Castelletti. Rapinatore, assieme ad Abbatino partecipa, tra le altre cose, al tentato
sequestro Pratesi che si conclude con la fuga dell'ostaggio.
Giovanni Piconi. Era legato al nucleo originario della banda che ruotava intorno ad Abbatino.
Roberto Giusti. Cognato di Mastropietro, entra a far parte della banda in un secondo momento e
in maniera autonoma, occupandosi della vendita di sostanze stupefacenti.
Cristiano Armati, Italia criminale, Newton Compton Editori, 2012, p. 262.
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
Gianfranco Sestili. Introdotto da Colafigli insieme a cui, in seguito, gestisce il controllo del
mercato degli stupefacenti alla Garbatella e a Tor Marancia. Più tardi opera anche come
fiancheggiatore, curando il trasporto delle armi a disposizione della banda e la loro riconsegna,
dopo le azioni, nel deposito presso il Ministero della Sanità.103
5.5.3. Gruppo di Testaccio-Trastevere
Franco Giuseppucci, detto Er Fornaretto e poi Er Negro. Buttafuori in una bisca clandestina a Ostia,
grande appassionato di scommesse e assiduo frequentatore di ippodromi e sale corsa romane,
muove i primi passi nel mondo della mala a capo di una batteria di criminali del Trullo dedita
soprattutto a furti e rapine. Fascista convinto e tramite del gruppo con gli esponenti dell’eversione
nera e dello spontaneismo armato dei Nuclei Armati Rivoluzionari. È il primo a percepire la
possibilità di unificare operativamente la frastagliata realtà della criminalità romana.
Enrico De Pedis, detto Renatino.104 Nasce come scippatore per poi passare, molto presto, alle rapine
legandosi a una batteria di malavitosi dell’Alberone. Nel 1977 è arrestato. Rappresenta il lato
imprenditoriale della banda, nel tentativo di smarcamento dal crimine di strada per sedersi ai tavoli
del potere, grazie anche ai suoi legami con i poteri occulti, il mondo del riciclaggio e i servizi
segreti.
Danilo Abbruciati, detto Er Camaleonte. Pugile mancato, si lega prima a una batteria di rapinatori
(la Gang dei Camaleonti) specializzata in furti nelle abitazioni, per poi entrare nel giro delle bische
clandestine controllate dalla Banda dei Marsigliesi di Albert Bergamelli. È uno dei leader del
nucleo storico della banda, cui porta in dote la sua conoscenza con Pippo Calò, "ambasciatore" di
Cosa Nostra a Roma, e dalla quale, tuttavia, mantiene sempre una certa indipendenza, coltivando
rapporti di collaborazione con politici corrotti, estremisti di destra, mafiosi e massoni.
Raffaele Pernasetti, detto Er Palletta. Da giovane lavora come commerciante di frattaglie
all’ingrosso, prima di fare il proprio ingresso nel crimine organizzato, introdotto da De Pedis, di cui
diviene in breve uomo di fiducia e spietatissimo "braccio armato".
Ettore Maragnoli. Truffatore e usuraio, si inserisce nella banda dove opera nel settore della gestione
del racket del gioco d'azzardo, del prestito a usura e dei videopoker
Ernesto Diotallevi. Faccendiere legato agli ambienti dell'estrema destra, già intorno alla metà degli
anni settanta è conosciuto per la sua attività di usuraio. Viene poi introdotto nella banda da
Abbruciati come suo tramite con la mafia siciliana (per via della sua amicizia con Pippo Calò),
verso altre associazioni malavitose e verso il mondo economico finanziario, nel quale vanta notevoli
entrature. Col tempo, poi, va a costituire l'anima finanziaria del gruppo di Testaccio-Trastevere,
oltre che a occuparsi di riciclare e investire i capitali della Magliana.
Paolo Frau, detto Paoletto. Nato a Roma ma sempre vissuto a Ostia, con precedenti per detenzione
di sostanze stupefacenti, opera come guardaspalle di Renatino De Pedis. Comincia a gravitare
intorno alla banda poco prima dell'omicidio di Giuseppucci e gestisce per lui il commercio di droga
sul litorale romano.105
Giuseppe De Tomasi, detto Sergione. Noto, intorno alla metà degli anni '70, per la sua attività di
usuraio a Campo de' Fiori. È il Mario che, il 28 giugno 1983, sei giorni dopo la scomparsa di
Emanuela Orlandi, telefona a casa della famiglia della ragazza.
Francesco Zumpano e Domenico Zumpano (detto Mimmo il biondo). Introdotti nella banda da
Giuseppucci che poi affida loro la gestione, per conto della banda stessa, del commercio della
cocaina nella zona di viale Marconi.
103
Cristiano Armati, Italia criminale, Newton Compton Editori, 2012, p. 262.
Enrico de Pedis e la banda della Magliana, in www.biografieonline.it, pubblicato il 25-10-2012, consultato il 06
maggio 2014.
105
Cristiano Armati, Italia criminale, Newton Compton Editori, 2012, pp. 263-265.
104
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Angelo Cassani, detto Ciletto. Amico dei fratelli Zumpano che lo presentano alla banda, cui si
unisce a tutti gli effetti nel 1981 in occasione dell'omicidio di Roberto Faina, commesso dallo stesso
Ciletto e da Giorgio Paradisi. Anch'egli si occupa del commercio di cocaina nelle zone di Testaccio
e Trastevere.
Enrico Nicoletti. Ex carabiniere e poi usuraio e truffatore, conosce De Pedis nel carcere di Regina
Coeli e diviene prima l'anima finanziaria del gruppo di Testaccio-Trastevere (attorno al quale girano
anche esponenti dell'eversione nera del tempo), poi il cassiere dell'intera banda, che lo considera un
personaggio presentabile e con le conoscenze giuste (come, per esempio, l'allora giudice e senatore
Claudio Vitalone). Tramite lui, il gruppo reinveste i proventi delle attività illecite in attività
commerciali e immobiliari, incrementando enormemente il capitale dei boss della Magliana.
5.5.4. Gruppo di Ostia-Acilia106
Nicolino Selis, detto Il Sardo. Nato in Sardegna, a Nuoro, ben presto si trasferisce nella capitale
divenendo, in poco tempo, uno dei padroni incontrastati del traffico di droga e delle rapine nella
zona di Ostia. Si occupa principalmente di tenere i contatti tra l'organizzazione e la Nuova Camorra
Organizzata di Raffaele Cutolo, da lui conosciuto anni prima in carcere e di cui diviene il referente
su Roma per il traffico di droga, il riciclaggio e la vendita di armi.
Antonio Leccese. Personaggio di rilievo, ma certamente non di particolare spicco nella malavita
romana, marito di Anna Paola Selis, sorella di Nicolino. Controlla per conto del cognato il traffico
di droga nei quartieri di Casal Bruciato e Tiburtino, oltre che adoperarsi come suo guardaspalle.
Giuseppe Magliolo, detto Il Killer. Arrestato già diverse volte per aver commesso vari omicidi su
commissione e uomo di fiducia di Selis, che aveva conosciuto da ragazzino. Nel 1975, durante un
periodo di detenzione, i due sono protagonisti con Edoardo Toscano di un'evasione dal carcere di
Regina Coeli.
Giuseppe Carnovale e Vittorio Carnovale, detti rispettivamente Il Tronco e Il Coniglio. Cognati di
Toscano (che sposò la loro sorella Antonietta), sono operativi nel gruppo di Nicolino Selis che
agiva ad Acilia.
Edoardo Toscano, detto Operaietto. Arrestato per rapina e tentato omicidio nel 1975, lo stesso anno
evade dal carcere romano di Regina Coeli assieme a Selis e Magliolo. Tornato libero, si unisce alla
batteria del Sardo, per poi aderire al progetto criminale della banda.
Giovanni Girlando, detto Gianni il Roscio. Luogotenente di Toscano, si unisce alla batteria di Selis
con cui, nel 1976, realizza una serie di furti e rapine a mano armata in banche e uffici postali.
Arrestato dopo la rapina al treno Chiusi-Siena, è condannato a 5 anni e 10 mesi di carcere. Una
volta libero si dedica al traffico di droga, attività che prosegue anche all'interno della banda.
Fulvio Lucioli, detto Il Sorcio. Nel 1976 entra a far parte della batteria capeggiata da Selis che, per i
seguenti due anni, fino al suo arresto, mette a segno un incredibile numero di rapine a mano armata.
Durante la carcerazione accetta la proposta di Toscano di entrare a far parte della neonata banda
ricevendo, ancora tra le sbarre, una stecca di trecentomila lire alla settimana.
Antonio Mancini, detto l'Accattone. Originario del quartiere San Basilio, inizia la propria carriera
criminale fin da giovanissimo, in una batteria specializzata nell’assalto ai treni. Nel 1976, durante
uno dei suoi tanti soggiorni nel carcere di Regina Coeli, ha modo di stringere ulteriormente i
rapporti con Selis e di sposare appieno il suo progetto di tentare su Roma la stessa operazione di
controllo del territorio che il camorrista Raffaele Cutolo stava realizzando sulla piazza di Napoli.
Cosa che poi effettivamente avviene, una volta liberi, con quel patto che, assieme agli altri due
gruppi criminali, dà forma alla banda della Magliana.
106
Cristiano Armati, Italia criminale, Newton Compton Editori, 2012, pp. 266-269.
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Libero Mancone. Primo arresto nel 1970 per furto aggravato, anche lui coinvolto nella banda da
Selis.
Gianfranco Urbani, detto Er Pantera. Uomo "più di parole che di pistole" e basista della batteria
di Selis, è anche ben inserito nel traffico degli stupefacenti, grazie anche ai suoi contatti con
grossi spacciatori thailandesi. Ancora carcerato, accetta la proposta di entrare a far parte della
neonata banda, ricevendo fin dall'inizio una "stecca" di trecentomila lire alla settimana. Punto di
contatto e tramite con esponenti di primo piano della 'Ndrangheta come Paolo De Stefano,
Giuseppe Piromalli e Pasquale Condello.
Angelo De Angelis, detto Er Catena. Pregiudicato, con diversi precedenti penali a suo carico, si
vantava di far parte di un gruppo massonico per il quale agiva e da cui riceveva protezione a
livello poliziesco e processuale. Trafficante di stupefacenti, attività che prosegue anche nella
banda, è accusato dai componenti della stessa di tagliare la cocaina che era incaricato di vendere
e per questo ucciso.
Gianni Travaglini. Gestore di una stentata attività di commercio d'auto che, una volta diventate
più floride le situazioni economiche del gruppo di Acilia, ha immediatamente un notevole
incremento grazie ai prestiti e agli acquisti di auto dei componenti della banda. Ne diviene il
fornitore ufficiale, fornendo assistenza logistica (auto ai familiari dei detenuti per recarsi ai
colloqui, auto blindate all'occorrenza) e garantendo così libertà di movimento, riducendo i
pericoli di controllo e di individuazione, perché non effettua i passaggi di proprietà. Inoltre,
disponendo di autorimessa, occulta talvolta mezzi predisposti o utilizzati per le operazioni.
Roberto Frabetti, detto il Ciccione. Titolare di una tintoria ad Acilia che gli consente di
giustificare all'occorrenza la disponibilità di ragguardevoli somme di denaro liquido.
Inizialmente opera come autista per conto di Mancone e, pur non partecipando mai ad azioni
violente della banda, svolge attività di supporto, specie per quel che concerne gli aiuti ai
detenuti e alle loro famiglie, di favoreggiamento ai latitanti e di custodia e trasferimento degli
stupefacenti.
Emidio Salomone. Cresce all'ombra di Vittorio Carnovale, e quando quest'ultimo è ucciso si
impadronisce del traffico di stupefacenti, del gioco clandestino e dell'usura nel quadrante di
Ostia
Bruno Tosoni, detto er Capoccione. Gestisce l'usura per conto del gruppo.
5.5.5. Altri107



107
Roberto Fittirillo. Uno dei sicari della banda, per cui gestisce anche il controllo del traffico di
stupefacenti della zona del Tufello.
Alessandro D'Ortenzi (detto Zanzarone). Malavitoso con precedenti per associazione per
delinquere, rapina, furti, ricettazione, detenzione di armi, ricopre una posizione marginale
all'interno della banda ma, dati i suoi trascorsi giudiziari e una certa familiarità con specialisti in
psichiatria, è utilizzato per ottenere perizie psichiatriche compiacenti. Costituisce, in particolare,
il punto di contatto tra la banda e il professor Aldo Semerari.
Alvaro Pompili. Introdotto nella banda da Colafigli, vista l'esigenza dell'organizzazione di
avvalersi di personaggi "puliti" in grado di far riciclare i loro capitali. Impiegato presso il
Ministero della Sanità, fa poi da tramite con Biagio Alesse, custode e centralinista presso il
Ministero stesso, convincendolo a custodire un deposito di armi all'interno dello stabile.
Cristiano Armati, Italia criminale, Newton Compton Editori, 2012, p. 270.
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5.5.6. Sequestro Grazioli
L’evento principale che diede spessore alla Banda della Magliana, fu il sequestro di persona del
duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere, l’idea fu ipotizzata da Franco Giuseppucci, che
aveva a sua volta ricevuto informazioni da Enrico Mariotti gestore di una sala scommesse a Ostia,
poiché lo stesso era amico del figlio del duca, con il quale condivideva la stessa passione per le
armi. L’idea di questo sequestro di persona, significava per la Banda della Magliana un enorme
passo verso una criminalità di maggiore spessore.
Foto d’epoca del Duca Grazioli www.google.com (27.05.2014).
Il 7 novembre 1977, il duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere, venne bloccato a bordo della
sua auto BMW 320, da due auto all’incrocio tra Via della Marcigliana e Via Salaria, una Fiat 131
guidata da Maurizio Abbatino ed un'Alfetta con al volante Renzo Danesi e sulle quali c'erano anche
Giuseppucci, Paradisi, Piconi, Castelletti e Colafigli che, incappucciati, lo fecero scendere a forza
per poi caricarlo a bordo di una delle auto e successivamente trasportato in diversi nascondigli
provvisori. Inizialmente, venne rinchiuso in un appartamento di Primavalle, poi trasferito in una
località sull'Aurelia e infine nel napoletano.108 La Banda della Magliana, non aveva però nessuna
esperienza nei sequestri di persona, e per tale motivo dovette rivolgersi ad un’altra organizzazione
criminale, più esperta del settore, pur essendo di piccole dimensioni la banda di Montespaccato, la
prima richiesta di riscatto fu di circa dieci miliardi di lire, i famigliari del duca Massimiliano
Grazioli Lante della Rovere chiesero ed ottennero alcune foto scattate con una polaroid istantanea,
che dimostravano la buona salute del sequestrato, ritraendo lo stesso, con in mano il quotidiano “La
Nazione” di Firenze, per depistare le eventuali indagini delle forze dell’ordine, allo scopo di non
essere rintracciati. La richiesta definitiva del riscatto da parte dei sequestratori arrivò il 14 febbraio
1978, e il figlio Giulio Grazioli per dimostrare l’accettazione di pagamento di un miliardo e mezzo
di lire, doveva pubblicare un annuncio sul quotidiano romano “Il Messaggero” la seguente frase:
«Gambero rosso tutte le specialità marinare, pranzo a prezzo fisso, lire 1500». Il pagamento
avvenne attraverso varie indicazioni che venivano rilasciate di volta in volta al figlio Giulio Grazioli
durante il percorso indicato, fino all’indicazione finale che gli diceva di lanciare il denaro dal ponte
dell’autostrada Roma-Civitavecchia. Il denaro ricavato fu diviso al 50% tra la Banda della Magliana
e la banda di Montespaccato. Il duca Massimiliano Grazioli non fu mai rilasciato poiché durante il
periodo di rapimento dello stesso, un sequestratore fu visto in volto e il rischio che il duca potesse
riconoscerlo avrebbe potuto portare all’arresto di tutta la Banda di Montespaccato e quindi
successivamente ricondurre alla Banda della Magliana e per tale motivo fu deciso di ucciderlo.109
Nonostante il sequestro di persona non ebbe le stesse risultanze ipotizzate, per la Banda della
Magliana l’avvenimento riscosse un notevole successo, poiché l’evento dimostrò nonostante tutto,
108
Masia Antonio, Così fu ucciso il duca Grazioli, in www.corriere.it, pubblicato il 05-10-1993, consultato il 06 maggio
2014.
109
Masia Antonio, Così fu ucciso il duca Grazioli, in www.corriere.it, pubblicato il 05-10-1993, consultato il 06 maggio
2014.
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le loro capacità criminali e che la collaborazione con altre organizzazioni malavitose rafforzava il
loro potere.
5.5.7. Omicidio Nicolini
Franco Nicolini www.google.com (27.05.2014).
Il potere della Banda della Magliana fu raggiunto in poco tempo, solo grazie all’efferatezza
utilizzata per eliminare fisicamente tutti gli avversari che cercavano di opporsi al loro potere,
l’evento che dimostrò tale capacità, mai riscontrata prima nella malavita romana, fu l’omicidio di
Franco Nicolini, detto Franchino er Criminale, che era l’unico a gestire le scommesse clandestine
dell’ippodromo di Tor di Valle.110 Il vero motivo di eliminare Franco Nicolini non era solo dovuto
alla voglia di raggiungere uno strapotere assoluto su tutto il territorio romano, ma il motivo primario
del suo omicidio fu da ricercarsi in un torto fatto subire a Nicolino Selis nel corso di un periodo di
comune detenzione; questo avvenne nel 1974 quando, durante una rivolta dei detenuti, Nicolini si
schierò dalla parte delle guardie carcerarie per ristabilire l’ordine e, agli insulti di Selis, rispose
schiaffeggiandolo in pieno volto di fronte agli altri detenuti. La sera del 25 luglio del 1978, nel
momento in cui la gente cominciava a defluire dall'ippodromo dopo l'ultima corsa, nel parcheggio
antistante due auto, attesero l'arrivo di Nicolini: Renzo Danesi e Maurizio Abbatino erano alla guida
rispettivamente, di una Fiat 132 e di una Fiat 131, a bordo delle quali si trovavano Enzo
Mastropietro, Giovanni Piconi, Edoardo Toscano, Marcello Colafigli e Nicolino Selis, mentre
Franco Giuseppucci rimase in attesa all'interno dell'ippodromo, allo scopo di farsi notare dalla gente
per costruirsi l'alibi; Nicolini, giunto nel parcheggio nei pressi della sua Mercedes grigia, venne
avvicinato da Toscano e Piconi e freddato all’istante con nove colpi di pistola. Tale decisione fu
avallata anche da Raffaele Cutolo, all’epoca appena evaso dall’ospedale psichiatrico di Aversa, che
per consolidare i suoi affari con la Banda della Magliana, nominò Nicolino Selis suo luogotenente a
Roma. All'incontro, che avvenne in un albergo di Fiuggi dove, secondo la deposizione del pentito
Abbatino, Cutolo disponeva di un intero piano per sé ed i propri guardaspalle, parteciparono anche
Franco Giuseppucci, Marcello Colafigli e lo stesso Maurizio Abbatino, e questo segnò un momento
decisivo nella storia della banda che, tra le sue varie attività, ebbe modo di attivare un canale
preferenziale con i camorristi per la fornitura delle sostanze stupefacenti da distribuire poi nella
capitale. La sua eliminazione, oltre ché a cementare i rapporti all'interno dei vari gruppi della
Banda, si rivelò comunque una tappa fondamentale per la crescita della stessa che, da quel
momento in avanti, ebbe via libera per poter gestire un'ottima fonte di guadagno. Infatti, i rapporti
di forza all'interno della malavita romana subirono un cambiamento definitivo che vide la banda in
una posizione predominante e che perdurò negli anni successivi.
110
Banda della Magliana: Franchino er Criminale forse il primo omicidio, in www.forumfree.it, pubblicato il 10-102013, consultato il 06 maggio 2014.
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5.5.8. Traffico di stupefacenti
L'ascesa degli uomini della Magliana, infatti, avvenne in modo molto rapido ed in poco tempo,
dalle semplici rapine, si spostarono verso reati più redditizi legati ai sequestri di persona, al
controllo del gioco d'azzardo e delle scommesse ippiche, ai colpi ai caveau e soprattutto al traffico
di sostanze stupefacenti.111 La Banda della Magliana creò una struttura ramificata su tutto il
territorio romano, per il commercio della droga, la struttura era composta dai cosiddetti “cavalli” e
“formiche”, i primi ottenevano le grosse quantità di droga che venivano smistate attraverso l’altra
struttura. La banda s’incaricava di ottenere ingenti quantitativi di droga dalle varie organizzazioni
criminali e dall’estero come ad esempio per la cocaina il fornitore era Manuel Fuentes Cancino,
l’eroina veniva fornita da Koh Bak Kim proveniente dalla Tailandia e occultata nelle cornici di
quadri oppure nei doppi fondi di valigie. Allo scopo di avere un controllo capillare del territorio si
rese necessario una divisione dello stesso, in varie zone presidiate dai vari gruppi della banda. La
zona di Testaccio-Viale Marconi, quartier generale della banda, era di competenza di Danilo
Abbruciati e Franco Giuseppucci e veniva gestita tramite l'apporto dei fratelli Francesco e
Domenico Zumpano. Le zone di Trastevere, Torpignattara e Centocelle erano controllate da Enrico
De Pedis, Raffaele Pernasetti, Ettore Maragnoli, Giorgio Paradisi, Fabiola Moretti e Angelo
Cassani. Le zone della Magliana e di Monteverde erano controllate da uomini di Maurizio
Abbatino, quali Enzo Mastropietro, Roberto Giusti, Massimo Sabbatini e Giovanni Piconi. La zona
di Ostia era controllata da Nicolino Selis, che si avvaleva di uomini come Paolo Frau, Ottorino
Addis, Antonio Leccese, Fulvio Lucioli e Giovanni Girlando. La zona di Acilia era controllata da
Edoardo Toscano, Libero Mancone, i fratelli Carnovale e Roberto Frabetti. Le zone della Garbatella
e di Tor Marancia erano controllate da Claudio Sicilia, GianfrancoSestili e Marcello Colafigli. E
poi, il Trullo era curato da Renzo Danesi, il Portuense da Emilio Castelletti, il Prenestino e Villa
Gordiani dal Pantera Gianfranco Urbani e nelle zone del Tufello-Alberone la gestione era affidata a
Roberto Fittirillo e ai tre fratelli Giordani (detti i Sandroni). I proventi di tutte le attività illecite
della Banda della Magliana, venivano ripartiti in parti uguali per tutti i componenti, oltre ad
assicurare loro assistenza legale, psichiatrica, e il sostentamento dei loro famigliari durante i periodi
di detenzione carceraria. Ciò garantiva la tranquillità e l’ordine all’interno della Banda della
Magliana. L’inosservanza di tali regole, portava all’omicidio di chi vi si sottraeva.
5.5.9. Il deposito delle armi
Con l’aumento dei componenti della Banda della Magliana, ci fu conseguentemente un aumento
delle armi in loro possesso e ciò determinò la scelta di occultarle in un unico luogo così da poterne
avere il controllo complessivo. Per tale decisione, fu indicato da Marcello Colafigli il nome di
Alvaro Pompili, all’epoca, impiegato del Ministero della Sanità, pertanto gli prospettò la possibilità
di costituire un deposito presso il Ministero. Alvaro Pompili, a sua volta, era particolarmente legato
a Biagio Alesse, custode e centralinista presso il Ministero della Sanità, il quale si fece convincere
agevolmente a fare anche il custode delle armi, con un compenso fisso di circa un milione al mese e
con la tacita garanzia che, per ogni necessità economica, la banda avrebbe fatto fronte ai suoi
impegni. Fu così che gran parte delle armi furono trasferite dai precedenti depositi presso il
Ministero della Sanità. Il 25 novembre del 1981, nel corso di una perquisizione, la polizia rinvenne
in uno scantinato del Ministero della Sanità, al civico 34 di via Liszt all'Eur, l'arsenale composto da
19 tra pistole e revolver, una machine pistol M12, un mitra moschetto automatico Beretta (Mab), un
mitragliatore Sten, altri fucili mitragliatori, oltre a cartucce e a bombe a mano. Con la scoperta di
111
Rita Di Giovacchino, Il Libro Nero Della Prima Repubblica,Roma, Fazi Editore, 2005, p. 185.
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queste armi la polizia poté risalire a rapporti tra la Banda della Magliana e la destra eversiva dei
Nuclei Armati Rivoluzionari, che attraverso Massimo Carminati ebbero modo di fare uso delle armi
per depistare le indagini sulla strage di Bologna operato dai servizi deviati.112
5.5.10. Guerra con il clan Proietti
Franco Giuseppucci fu il primo esponente della Banda della Magliana a morire ad opera della banda
rivale della famiglia Proietti, soprannominati “i Pesciaroli” per via dell’attività commerciale che
deteneva all’interno del mercato ittico romano.
Omicidio di Franco Giuseppucci www.google.com (27.05.2014).
Questo gruppo era composto da persone consanguinei di Franco Nicolini, ucciso dalla Banda della
Magliana. La morte di Giuseppucci fu il pretesto per iniziare una enorme guerra tra le due bande. Il
primo atto della vendetta nei confronti dei Proietti, relativamente all'uccisione di Franco
Giuseppucci, fu un errore, uno scambio di persona da parte della Banda. La sera del 19 settembre
1980, Maurizio Abbatino, Paolo Frau, Edoardo Toscano e Marcello Colafigli, appostati davanti ad
una villa tra Ostia e Castelfusano abitualmente frequentata da Enrico Proietti, detto er Cane, fecero
fuoco contro una macchina a bordo della quale c'erano Pierluigi Parente, avvocato ventottenne e
figlio di un industriale, e la sua fidanzata Nicoletta Marchesi, completamente estranei al clan
Proietti, il ragazzo fece in tempo a sfuggire all’agguato mentre la ragazza restò gravemente ferita.
La rappresaglia continuò il 27 ottobre 1980 quando in un agguato rimase ferito Enrico Proietti detto
“Er Cane”, che riuscì però a sfuggire al tentativo di uccisione, meno fortunati furono invece, Orazio
(figlio di Enrico Proietti) che morì il 31 ottobre 1980 di overdose dopo che fu ferito in un agguato
compiuto dalla Banda della Magliana, e Fernando detto “il Pugile” ucciso il 30 giugno 1982. 113 Il
16 marzo 1981 Antonio Mancino e Marcello Colafigli, avvistarono Maurizio Proietti e suo fratello
Mario assieme alle rispettive famiglie, nacque uno scontro a fuoco durante il quale Maurizio fu
colpito a morte mentre il fratello Mario rimase ferito, Antonio Mancino e Marcello Colafigli
provarono di fuggire rifugiandosi in uno stabile, ma furono arrestati dall’intervento delle forze di
polizia.114 Seguirono altre vendette, tra queste: trovarono la morte anche Orazio Benedetti,
collaboratore legato ai pesciaroli e Daniele Raffaello Caruso: il primo freddato in una sala giochi di
via Rubicone, al quartiere Salario, il 23 gennaio del 1981, reo di aver brindato alla notizia della
112
Masia Antonio, L'uomo dei mille segreti in www.corriere.it, pubblicato il 22-03-1994, consultato il 06 maggio 2014.
Giovanni Bianconi, Ragazzi di malavita. Fatti e misfatti della banda della Magliana, Dalai editore, 2005, p. 212.
114
Via di Donna Olimpia 152, in www.repubblica.it, pubblicato il 04-02-2010, consultato il 06 maggio 2014.
113
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morte di Giuseppucci; il secondo, invece, fatto trovare cadavere in una Giulietta il 22 gennaio 1983
perché ritenuto responsabile della morte di Mariano Proietti (figlio di Enrico), ucciso il 14 dicembre
1982 senza il consenso della banda.115
5.5.11. Collusione con la destra eversiva
La Banda della Magliana nasce contestualmente al cosiddetto periodo degli anni di piombo, e cioè
tra la metà degli anni settanta e i primi anni ottanta, periodo in cui in Italia si ebbe un’elevata lotta
armata politica. In tale contesto, la Banda della Magliana sviluppò diversi contatti con i nuclei
armati politici, pur non avendo nessuna necessità ideologica politica, il fine infatti della Banda della
Magliana, era solo quello di poter utilizzare ulteriori canali per il controllo e lo sviluppo delle loro
attività illecite compreso il riciclaggio di denaro. L'obiettivo venne raggiunto con la conoscenza di
alcuni uomini cerniera e di raccordo tra la criminalità organizzata, i settori deviati dei servizi segreti
e le organizzazioni eversive neofasciste come Alessandro D'Ortenzi, Massimo Carminati ed altri
ancora. Il professor Aldo Semerari116, noto perito medico-legale psichiatrico forense, fu il primo
contatto tra la Banda Della Magliana e i nuclei eversivi dell’estrema destra. Il professore Semerari
infatti, noto massone e iscritto alla Loggia P2 e consulente altamente riconosciuto dalle istituzioni
giudiziarie, aveva contatti con uomini appartenenti ad organizzazioni politiche di estrema destra,
per tale motivo, lo stesso riuscì a costruire rapporti relazionali con la Banda della Magliana, alla
quale garantì il suo appoggio sia in ambito professionale per eventuali perizie compiacenti, che
permettessero la scarcerazione di componenti della Banda della Magliana, che in ambito di
informazioni riservate, che lo stesso professor Semerari riusciva ad ottenere tramite contatti con i
servizi segreti deviati. In cambio di tali favori la Banda della Magliana, doveva garantire un
appoggio economico ai gruppi politici di estrema destra. Tali rapporti durarono fino al 25 marzo
1982, data in cui il corpo del professor Semerari fu trovato decapitato 117 all’interno di un’auto nei
pressi di Ottaviano in provincia di Napoli. La causa della morte fu da ricercarsi in un episodio
avvenuto poco tempo prima: il professore infatti, si era adoperato per la scarcerazione di un boss
della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, e successivamente accettò anche l'incarico
come consulente anche per la fazione opposta, la famiglia di Roberto Ammaturo.118
5.5.12. Rapporti col NAR
Foto d’epoca NAR www.google.com (27.05.2014).
115
Martirano Dino, I misteri della Magliana, in www.corriere.it, pubblicato il 23-07-1996, consultato il 06 maggio
2014.
116
Rita Di Giovacchino, Il Libro Nero Della Prima Repubblica, Roma, Fazi Editore, 2005, p. 252.
117
Tagliai io la testa a Semerari,aveva tradito un nostro accordo, in www.repubblica.it, pubblicato il 25-05-2010,
consultato il 06 maggio 2014.
118
Aldo Semerari assassinato dalla camorra, in www.raistoria.rai.it, pubblicato il 12-05-1995, consultato il 06 maggio
2014.
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La Banda della Magliana instaurò un rapporto di collaborazione reciproca con i NAR (Nuclei
Armati Rivoluzionari), attraverso Massimo Carminati che frequentava gli stessi bar nella zona di
Ponte Marconi, dove conobbe Danilo Abbruciati e Franco Giuseppucci. Carminati affidava a
quest’ultimi tutto il denaro ottenuto da rapine compiute in collaborazione con i NAR, il denaro
quindi veniva reinvestito da Abbruciati e Giuseppucci in traffico di droga e usura. Oltre alla
collaborazione di rapine con i NAR, la Banda della Magliana commissionava loro anche omicidi di
persone che si contrapponevano al traffico di droga, come l’omicidio commesso dai NAR nei
confronti del tabaccaio Teodoro Pugliese, successivamente Carminati ottenne dalla Banda della
Magliana e con il consenso degli altri esponenti del NAR a poter custodire e gestire in autonomia il
deposito di armi all’interno del Ministero della Sanità.
5.5.13. Coinvolgimento sequestro Aldo Moro
Sequestro Aldo Moro www.google.com (27.05.2014).
Il 16 marzo 1978 viene rapito a Roma l’onorevole Aldo Moro, che dopo una detenzione di circa 55
giorni venne ucciso dalle Brigate Rosse.119 Anche per tale omicidio, la Banda della Magliana fu
contattata dall’onorevole Flaminio Piccoli, inviato direttamente dal boss Raffaele Cutolo, lo scopo
di tale incontro con la Banda della Magliana era di comprendere dove fosse nascosto l’onorevole
Aldo Moro, che in considerazione del luogo di ritrovamento dove fu prigioniero, si comprende che
gli esponenti della stessa Banda della Magliana erano quantomeno a conoscenza dell’avvenimento
del sequestro, poiché nel quartiere (Magliana), controllato in modo capillare da questo particolare
tipo di malavita collegato a settori deviati dei servizi segreti e all’eversione nera, è situato il covo di
Aldo Moro di via Montalcini. Nelle immediate vicinanze di via Montalcini abitano numerosi
esponenti della Banda della Magliana: a via Fuggetta 59 (a circa 100 metri da via Montalcini),
Danilo Abbruciati, Amleto Fabiani, Antonio Mancini; in via Luparelli 82 (a circa 200 metri dal
covo), Danilo Sbarra e Francesco Picciotto (uomo del boss Pippo Calò); in via Vigna due Torri 135
(a circa 150 metri) Ernesto Diotallevi, segretario del finanziere piduista Carboni; infine in via
Montalcini 1 c'è villa Bonelli, appartenente a Danilo Sbarra.120 All’incontro con l’onorevole
Flaminio Piccolo vi erano quasi tutti gli esponenti della Banda della Magliana, Abbatino fu uno di
quelli che non era d’accordo per l’eventuale loro intervento in questo avvenimento, poiché egli
rispettava qualsiasi organizzazione criminale, e pertanto riteneva indispensabile la loro esclusione
da questo sequestro. Cosa Nostra contattò la Banda della Magliana, attraverso Pippo Calò, che fece
loro sapere di non interessarsi a tale sequestro, poiché l’onorevole Aldo Moro stava collaborando
con le Brigate Rosse, fornendogli molte informazioni riguardanti Giulio Andreotti (Memoriale
Moro), e pertanto il partito della Democrazia Cristiana lo volevano morto.121 Un’altra figura
importante per il sequestro di Aldo Moro, fu Toni Chicchiarelli, noto per le sue capacità di falsario,
119
Alfredo Carlo Moro, Storia di un delitto annunciato, Roma, Editori Riuniti, 1998, pp. 28-30.
Stefano Grassi, Il caso Moro: un dizionario italiano, Mondadori, 2008.
121
Alfredo Carlo Moro, Storia di un delitto annunciato, Roma, Editori Riuniti, 1998, p. 32.
120
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che fu contattato dai servizi segreti deviati al fine di creare il finto comunicato n. 7 dove le Brigate
Rosse dichiaravano che Aldo Moro era stato ucciso e che era stato seppellito al Lago della
Duchessa. Il 28 settembre 1984, il falsario Chicchiarelli venne ritrovato ucciso da nove colpi di
pistola, il suo killer non fu mai trovato, e durate la perquisizione della sua abitazione avvenuta
qualche giorno dopo il ritrovamento del cadavere, furono rinvenute alcune foto polaroid che
ritraevano la figura di Aldo Moro.122
5.5.14. Omicidio Pecorelli
Mino Pecorelli www.google.com (27.05.2014).
La Banda della Magliana fu utilizzata anche per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli
appartenente alla Loggia P2 di Licio Gelli, direttore del settimanale OP-Osservatorio Politico
avvenuto il 20 marzo 1979, attraverso il quale lo stesso Pecorelli, pubblicava diversi scandali
politici, fu per questo motivo spesso accusato di manipolare la politica italiana. L’ipotesi prodotta
dai pentiti Maurizio Abbatino e Antonio Mancini è che Pecorelli facesse pressione attraverso
dichiarazioni di stampa del suo settimanale, nei confronti di un noto politico italiano,
successivamente indicato con il nome di Giulio Andreotti, e che il Senatore Claudio Vitalone123
avrebbe contattato i boss Gaetano Badalamenti e Stefano Bontate che avrebbero attivato Giuseppe
Calò che a sua volta avrebbe contattato i boss Danilo Abbruciati e Franco Giuseppucci i quali
diedero mandato a Massimo Carminati di compiere l’omicidio Pecorelli. La commissione di tale
delitto, diede l’opportunità alla Banda della Magliana di accrescere notevolmente il loro potere,
all’interno degli ambienti politici, giudiziari e dell’alta finanza. Il processo nei confronti di tutti gli
accusati della Banda della Magliana e dei mandanti per l’omicidio di Mino Pecorelli si concluse con
l’assoluzione di tutti gli imputati per insufficienza di prove. Le armi rinvenute all’interno del
Ministero della Sanità, tra le quali l’arma utilizzata per tale omicidio furono tutte manomesse, allo
scopo di evitare qualsiasi accertamento peritale.124
122
Andate in Via Cattani c’è una Renault rossa, in www.repubblica.it, pubblicato il 10-05-1978, consultato il 06 maggio
2014.
123
La Magliana, uno schizzo di fango su Vitalone, in www.repubblica.it, pubblicato il 01-08-2000, consultato il 06
maggio 2014.
124
Omicidio Pecorelli: nessuna prova contro Andreotti, in www.repubblica.it, pubblicato il 01-08-2000, consultato il 06
maggio 2014.
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5.5.15. Coinvolgimento Strage di Bologna
Stage di Bologna 2 agosto 1980 www.google.com (27.05.2014).
La Banda della Magliana fu coinvolta per la strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980, attraverso
il SISMI, che a sua volta contattò alcuni esponenti dei servizi segreti deviati italiani, che
contattarono Carminati, uomo di contatto tra questi ultimi e la stessa Banda della Magliana, allo
stesso Carminati fu ordinato di far ritrovare sul treno Taranto-Milano il 13 gennaio 1981, una
valigetta contenente un mitra MAB con numero di matricola abrasa e una particolare modifica
artigianale riconducibile alle armi ritrovate al Ministero della Sanità, due caricatori, un fucile da
caccia, e del materiale esplosivo di tipo T4 lo stesso utilizzato per la strage di Bologna, assieme a
due biglietti aerei intestati a un tedesco e a un francese, entrambi terroristi rimasti anonimi.
Successivamente a tale ritrovamento, fu rinvenuto un dossier denominato “Terrore sui treni” nel
quale venivano descritte le intenzioni terroristiche dei due terroristi internazionali, che erano i
contatto con alcuni esponenti dei NAR. Secondo la Corte di Assise di Roma, il depistaggio è
“l’ennesimo episodio di un’ostinata opera di inquinamento delle prove per evitare che i veri
responsabili della strage di Bologna venissero identificati”.125 Il 9 giugno del 2000, nel processo di
primo grado, Carminati venne condannato a 9 anni di reclusione, assieme al generale e al colonnello
del Sismi Pietro Musumeci e Federico Mannucci Benincasa, al colonnello dei carabinieri Giuseppe
Belmonte e a Licio Gelli. Dell'episodio vennero infine ritenuti responsabili, con sentenza definitiva,
i soli Musumeci e Belmonte, mentre Carminati verrà poi assolto in appello.
5.5.16. Lotte interne
Con la morte di Giuseppucci, cominciarono le tensioni tra i Testaccini di Danilo Abbruciati e
Enrico De Pedis e quelli della Magliana di Maurizio Abbattino, che sfociarono in una guerra
insanabile che provocò diversi morti per entrambe le fazioni, per motivi di gelosie e
incomprensioni. I Testaccini, che erano in contrasto con quelli che avrebbero voluto preservare i
principi di origine della banda, e da questi venivano accusati di essere uno strumento nelle mani di
loschi poteri e di aver trasformato di fatto la stessa Magliana in una sorta di agenzia del crimine, a
completa disposizione di chiunque offrisse denaro o protezione. Una vera e propria holdingcriminale, quindi, che nei piani dei Testaccini, sempre più compromessi con mafiosi quali Pippo
Calò, e massoni, come Licio Gelli e Francesco Pazienza, avrebbe permesso a De Pedis e soci di fare
quel salto di qualità ed entrare così nel racket dell'alta finanza, sul modello imprenditoriale di mafia
e camorra, abbandonando così quelle che fino ad allora erano le prerogative del gruppo originale
125
Sentenza della Corte Suprema di Cassazione, in www.stragi.it, pubblicato il 23-11-1995, consultato il 06 maggio
2014.
61
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della banda e relegando Crispino, e soci, alla semplice gestione delle solite attività illecite quali
prostituzione, stupefacenti, usura, rapine, rapimenti e corse clandestine.
5.5.17. L’uccisione di Selis
Nicolino Selis www.google.com (27.05.2014).
Un altro problema della Banda della Magliana, era rappresentato dall'ansia di Nicolino Selis, che
forte dell’appoggio dei camorristi di Cutolo, dal manicomio giudiziario dove si trovava detenuto
iniziò a pretendere una sua personale spartizione delle ingenti somme di denaro, provenienti delle
varie azioni delittuose. In particolare Selis iniziò anche a pretendere ulteriore danaro su attività
delittuose svolte a titolo individuale e si dimostrò particolarmente indisposto nei confronti di De
Pedis che a differenza degli altri aveva iniziato ad investire i suoi guadagni anche in attività legali,
tanto da non voler più dividere con gli altri complici, in quanto i suoi introiti erano provenienti in
larga parte dalle sue attività private. La goccia che fece traboccare il vaso, però avvenne in merito
alla spartizione di una nuova fornitura di eroina di tre chilogrammi; secondo gli accordi, tale
fornitura avrebbe dovuto essere ripartita al 50% tra i due gruppi, ma Selis ritenne di operare una
ripartizione di due chilogrammi per i suoi e di uno per l’altro gruppo, pertanto, impartì al Toscano
istruzioni in tal senso. Si trattò di un passo falso in altre parole, Nicolino Selis doveva morire.126
Il 3 febbraio del 1981, Selis uscì dal manicomio giudiziario per un breve permesso, venne
organizzato un appuntamento all'EUR per un’apparente riappacificazione, Selis, accompagnato dal
suo cognato e guardaspalle Antonio Leccese, giunse all'EUR a bordo della sua A112 e trovò ad
attenderlo Marcello Colafigli, Maurizio Abbatino, Edoardo Toscano, Raffaele Pernasetti, Enrico De
Pedis e Danilo Abbruciati. Arrivati sul posto il Sardo venne agguantato con la scusa dell'abbraccio
di riappacificazione dando le spalle a Crispino che ebbe il tempo di estrarre la pistola nascosta
dentro una scatola di cioccolatini e sparare contro Selis due proiettili, seguiti da altri due di
Toscano. Il suo corpo venne poi sepolto in una buca vicino all’argine del Tevere e ricoperto con
della calce per affrettare la decomposizione e a tutt'oggi non è stato ancora ritrovato. Mentre
Leccese, rimasto unico testimone venne ucciso da Abbruciati, De Pedis e Mancini.
5.5.18. Omicidio Balducci
La sera del 16 ottobre 1981 ad opera di Abbruciati e De Pedis, all’insaputa degli altri componenti
della Banda, veniva ucciso Domenico Memmo Balducci, mentre stava rincasando in motorino, per
126
Bianconi Giovanni, Le faide dopo gli affari della Banda Così finisce un mito (sbagliato), in www.corriere.it,
pubblicato il 29-04-2012, consultato il 06 maggio 2014.
62
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conto del mafioso Pippo Calò. Domenico Balducci, meglio noto come Memmo il cravattaro, era un
usuraio e proprietario di un piccolo negozietto di elettrodomestici. Attraverso solidi legami con la
mafia, i servizi segreti, faccendieri e politici, Memmo gestiva il racket dell'usura per conto dello
stesso Calò, il boss palermitano che aveva conosciuto in carcere nel 1954. Il suo errore fu quello di
trattenere per sé, nell'estate del 1981, una parte del denaro (circa 150 milioni) destinato a Calò e
proveniente dalla cosiddetta "Operazione Siracusa" che avrebbe dovuto garantire alla mafia enormi
guadagni da una gigantesca speculazione edilizia, tale suo comportamento, gli procurò la condanna
a morte. Ne seguì un litigio acceso tra Abbruciati e Abbatino, il quale rinfacciò ad Abbruciati di
perseguire propri scopi personali al di fuori dell'interesse comune della banda. In pratica, ai
testaccini veniva rivolta l'accusa di essere dei traditori che mettevano in pericolo i compagni per
proteggere gli affari dei Corleonesi.127
5.5.19. Morte di Abbruciati
Gli interessi criminali tra i testaccini della banda, sia con ambienti corrotti dell'economica che della
politica e con la mafia di Cosa Nostra, emersero chiaramente in un altro delitto, ossia il tentato
omicidio del vice presidente del Banco Ambrosiano Roberto Rosone. Nel 1981 Roberto Calvi,
presidente del Banco Ambrosiano, che aveva gravi difficoltà economiche, si era messo in affari, per
tentare di coprire i conti in rosso del Banco e salvarsi dal processo in corso a suo carico, con il
faccendiere Flavio Carboni ed il mafioso Pippo Calò, i quali, intenzionati poi a recuperare i soldi
affidati a Calvi, vennero ostacolati dall'allora vicepresidente dell'istituto di credito Roberto Rosone,
il quale aveva assunto la guida della banca dopo il fallimento finanziario ed aveva vietato ulteriori
prestiti senza garanzia concessi dal Banco Ambrosiano ad alcune società collegate proprio a Flavio
Carboni,128 che informò Calò dell'accaduto e questi, nell'aprile del 1982, tramite Ernesto Diotallevi,
affiliato della banda, incaricò Danilo Abbruciati di intimidire Roberto Rosone.129 Il 27 aprile,
Abbruciati ed il suo complice Bruno Nieddu attesero la vittima sotto casa, in via Ercole Oldofredi,
nei pressi della Stazione Centrale e verso le ore otto, mentre Rosone si dirigeva verso la sua
macchina, veniva avvicinato da Abbruciati, con il viso coperto che gli sparò, ma la sua pistola si
inceppò, favorendo così la fuga del banchiere che si allontanò. Abbruciati però, ebbe il tempo di
ricaricare la pistola e a sparare nuovamente, ferendo Rosone alle gambe, mentre fuggiva verso la
moto guidata dal suo complice, una guardia giurata poco distante dal luogo dell'agguato, sparò a sua
volta un colpo di 357 magnum colpendo a morte Abbruciati. La notizia colse di sorpresa i suoi
amici della Magliana che, tenuti all'oscuro di tutto, ritennero molto strano il fatto che Abbruciati si
riducesse al ruolo di semplice killer su commissione ed accettasse un compito così rischioso. Tale
accaduto infastidì maggiormente Abbatino e soci, poiché Abbruciati aveva operato seguendo
unicamente un suo tornaconto personale mettendo a rischio la stessa banda. Pertanto, il livello di
ostilità tra i due gruppi della banda era ormai diventato sempre più acceso e senza possibilità di
ritorno.
127
Gianni Flamini, La banda della Magliana, Milano Kaos, 2002, p. 186.
Il caso Calvi, un mistero italiano, in www.cinquantamila.corriere.it, pubblicato il 18-06-1982, consultato il 06
maggio 2014.
129
La mafia ordinò: 'Uccidete Rosone', in www.repubblica.it, pubblicato l’11-12- 1993, consultato il 06 maggio 2014.
128
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5.5.20. I primi pentiti
Fulvio Lucioli www.google.com (27.05.2014).
Il primo pentito della banda fu Fulvio Lucioli, detto il Sorcio che venne arrestato il 6 maggio del
1983 e trasferito nel carcere romano di Regina Coeli dove, dopo qualche mese, il 14 ottobre di
quello stesso anno scrisse una lettera al direttore del carcere dicendosi disposto a collaborare con la
giustizia. E così, il giorno successivo, in presenza del sostituto procuratore Nitto Francesco Palma e
ad un funzionario della Squadra Narcotici, Lucioli iniziò il suo raccontò confessando omicidi,
rapine, traffici di stupefacenti e di armi, oltre ai legami della banda con politici, cardinali, massoni,
mafiosi, camorristi, ‘ndranghetisti, servizi segreti deviati ed eversione nera. Il 15 dicembre 1983,
dopo le dichiarazioni di Lucioli, le forze dell'ordine arrestarono sessantaquattro persone tra boss, e
fiancheggiatori riducendo, gran parte dell'organizzazione. Il 23 giugno 1986, con la sentenza del
processo di primo grado, trentasette dei sessantaquattro imputati alla sbarra furono condannati ma,
solamente, per traffico di sostanze stupefacenti. Confermate nel processo d'appello il 20 giugno
1987, le condanne furono poi annullate e le assoluzioni per insufficienza di prove trasformate in
formula piena dalla Cassazione, il 14 giugno 1988. Infine, la nuova Corte d'assise d'appello, il 14
marzo 1989, annullò di fatto l'addebito di associazione per delinquere, screditando la figura del
Sorcio definendolo un mitomane con gravi problemi psichici.130 La cosiddetta Banda della
Magliana, secondo i magistrati non esisteva ed i vari reati erano stati compiuti sulla base di
occasionali accordi e senza un vincolo associativo che andasse al di là dello specifico crimine.
Questo era un segnale evidente che la banda era ormai penetrata all'interno dei tribunali ed era
quindi capace di corrompere giudici ed avvocati. In seguito al pentimento di Lucioli, Claudio Sicilia
continuò a gestire le attività della Banda, lasciate dai compagni detenuti fino a quando, arrestato per
l'ennesima volta per spaccio nell'autunno del 1986, decise anch'egli di iniziare a collaborare con i
magistrati. Dopo quattro mesi di interrogatori quasi quotidiani, condotti dal sostituto procuratore
Andrea De Gasperis, il 17 marzo del 1987, la Procura di Roma, spiccò novantuno ordini di cattura,
tra membri della banda, avvocati e professionisti vari. Il 28 marzo e il 1º aprile successivi, però, il
Tribunale della libertà di Roma, revocò l’ordine di cattura emesso dal Pubblico Ministero, e
pertanto scarcerò circa la metà degli arrestati, una decisione clamorosa dovuta al fatto che il pentito:
"altro non era che una persona soggettivamente poco attendibile per i suoi precedenti, la sua
posizione giudiziaria, la sua personalità e i suoi presunti moventi." Nel dicembre del 1990 Claudio
Sicilia ottenne gli arresti domiciliari ed infine tornò libero l'estate successiva. Tornato in libertà, ma
senza alcuna protezione da parte dello Stato, venne ucciso la sera del 17 novembre 1991 quando, in
via Andrea Mantegna a Roma, due uomini a bordo di una moto di grossa cilindrata lo bloccarono e
lo freddarono all'interno di un negozio di scarpe dove aveva cercato riparo.
5.5.21. La faida interna
Tornati in libertà i componenti della banda, dopo un brevissimo periodo di riadattamento alcuni di
loro tentarono di ripristinare le vecchie gerarchie in un contesto che, però, vedeva l'organizzazione
130
Pino Nicotri, Cronaca Criminale, Baldini Castoldi Dalai, 2010, p. 334.
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sempre più divisa da molteplici contrasti interni. Il mancato adempimento degli obblighi di
fratellanza riguardanti l'assistenza ai detenuti e ai familiari degli stessi e la generale resistenza del
gruppo dei testaccini, capeggiati da De Pedis, nel condividere con gli altri gli introiti delle loro
attività criminali, incontrò la feroce opposizione di Edoardo Toscano e Marcello Colafigli, i quali,
assieme al loro gruppo di fidati: Vittorio Carnovale, i fratelli Fittirillo, Libero Mancone ed altri
ancora, ritennero opportuno mettere un freno alle ambizioni di De Pedis e soci. Marcello Colafigli
ed Edoardo Toscano erano intenzionati, già durante il processo che seguì gli arresti, ad ammazzare
Enrico De Pedis.131 Il 13 febbraio 1989, uscito di prigione in libertà vigilata, Toscano si mise
immediatamente alla ricerca di De Pedis deciso ad ucciderlo per poi fuggire all'estero, subito dopo
l'omicidio. Messo al corrente delle intenzioni vendicative del Toscano, De Pedis escogitò a sua
volta una trappola, sapendo che Toscano aveva affidato in custodia una somma di denaro ad un
fiancheggiatore della banda di Ostia, Bruno Tosoni. Sapendo che Tosoni aveva i soldi del Toscano,
circa 50 milioni di lire, offrì a costui una somma di altri 50 milioni perché attirasse il Toscano in
un'imboscata. L’incarico di uccidere Toscano venne dato da De Pedis a Ciletto e a Rufetto. Ciletto,
cioè Angelo Cassani era entrato a far parte della banda in occasione dell’omicidio di Roberto Faina.
Rufetto anche in altre occasioni era stato usato come killer dei testaccini. Ignaro di ciò che stava per
accadere, la mattina del 16 marzo 1989, Toscano si incontrò con Tosoni e rimase del tutto spiazzato
quando, una moto di grossa cilindrata, con a bordo due uomini con i volti coperti da caschi integrali,
fece fuoco su di lui, colpendolo tre volte e lasciandolo morire sul colpo.
5.5.22. Muore Enrico De Pedis
La vendetta di Toscano, non si fece attendere e, il 2 febbraio del 1990, anche De Pedis fu ucciso, in
pieno giorno mentre era a bordo del suo motorino, attraversando il mercato romano di Campo de'
Fiori.132 Il suo intuito per gli affari e per il mondo imprenditoriale era decisamente molto sviluppato
e lo aveva portato ad intensificare i suoi rapporti con politici e faccendieri, tanto da divenire un
punto di riferimento per i più spregiudicati operatori del mondo finanziario-criminale. Egli infatti,
invece di sperperare il denaro accumulato, come tutti gli altri componenti della banda, iniziò ad
investire gran parte dei proventi in attività legali, costruendo un vero e proprio impero finanziario. I
guadagni che ne derivavano,essendo frutto di attività proprie, non sarebbero più stati divisibili con
gli altri latitanti, carcerati e familiari degli stessi. Per tale motivo Enrico De Pedis veniva chiamato,
nell’ambiente, il “Presidente” della malavita. Con quei soldi, tra le altre cose, De Pedis sistemò
anche alcuni suoi familiari comprando loro esercizi commerciali a Trastevere, un supermercato a
Ponte Marconi, vari appartamenti in centro e alcune quote di società immobiliari. Il resto della
banda, interpretò questa sua indipendenza finanziaria come uno smacco da far pagare a caro prezzo.
Un sentimento che ben presto assunse i toni della vendetta vera e propria nel momento in cui De
Pedis, anticipando i suoi propositi omicidi, fece uccidere Edoardo Toscano dai suoi uomini,
scatenando i propositi di rivalsa da parte della fazione avversa. La mattina del 2 febbraio 1990, il
gruppo dei Maglianesi capeggiati da Marcello Colafigli, riuscì finalmente ad attirare De Pedis in
un'imboscata con la complicità di Angelo Angelotti che lo convinse a recarsi presso la sua bottega
di antiquario nei pressi di Campo dei Fiori. Terminato l'incontro, De Pedis, salì a bordo del suo
motorino per avviarsi verso casa ma venne subito affiancato da una potente moto con a bordo due
killer assoldati per l'occasione (Dante Del Santo detto "il cinghiale" e Antonio D’Inzillo), che lo
centrarono con un solo colpo alle spalle. Seppellito inizialmente all'interno del Cimitero del Verano,
per volere della famiglia e soprattutto grazie al nulla osta dell'allora vicario di Roma, Cardinal
131
132
Gianni Cipriani, Boss ucciso in un agguato, ricomincia la guerra di «mala» in www.lunità.it, pubblicato il 17-031989, consultato il 06 maggio 2014.
Martirano Dino, Alla sbarra i killer di "Renatino", in www.corriere.it, pubblicato il 09-03-1995, consultato il 06
maggio 2014.
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Poletti, la sua salma venne poi trasferita in grande riservatezza, il 24 aprile, nella Basilica di
Sant'Apollinare, a Roma, dove De Pedis si era sposato nel 1988. Negli anni a seguire, la vicenda
della sepoltura del boss della Magliana all'interno della chiesa romana, venne legata anche a quella
della scomparsa di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana e figlia di un commesso della Prefettura
della Casa Pontificia, sparita in circostanze misteriose all'età di 15 anni il 22 giugno 1983, a Roma.
Nel luglio 2005, infatti, nel corso della trasmissione televisiva Chi l'ha visto? (in onda su Rai Tre)
venne mandata in diretta una telefonata anonima che sembrava collegare i due accadimenti:
«Riguardo al caso di Emanuela Orlandi per trovare la soluzione del caso andate a vedere chi è
sepolto nella cripta della Basilica di Sant'Apollinare e del favore che Enrico De Pedis fece al
cardinal Poletti e chiedete alla figlia del barista di via Montebello che anche la figlia stava con lei...
con l'altra Emanuela».133 Nel 2008, la magistratura romana, registra delle dichiarazioni (mai
riscontrate e spesso confutate) della pentita ed ex amante di De Pedis, Sabrina Minardi intervistata
da Raffaella Notariale e poi interrogata dalla Procura stessa, secondo cui De Pedis avrebbe eseguito
materialmente il sequestro per ordine dell'allora capo dell'Istituto per le Opere di Religione (IOR),
monsignor Paul Marcinkus. Il 14 maggio 2012, su disposizione dell'Autorità giudiziaria, si è
proceduto all'apertura della bara di De Pedis e la salma, corrispondente a quella del boss. La salma
era ben conservata nonostante siano passati 22 anni dalla morte, la bara è composta da tre
contenitori di zinco, rame e legno, il tutto tumulato in un sarcofago, è stata ritrovato in completo blu
scuro, cravatta nera, camicia bianca e scarpe, proprio come descritto nei verbali dell’epoca. 134
5.5.23. Abbatino si pente
Maurizio Abbatino www.google.com (27.05.2014).
Con le prime divisioni all'interno della banda, che vide gli ex alleati trasformarsi in nemici, per
motivi di potere, il 20 dicembre del 1986, Maurizio Abbatino evase dalla clinica romana Villa Gina
(nei pressi dell'EUR), grazie a una perizia medica compiacente, si era fatto ricoverare per un tumore
osseo avanzato, che gi era stato diagnosticato dai medici del carcere. La permanenza in ospedale
senza piantonamento (vista la presunta impossibilità del detenuto di muoversi perché costretto su
una sedia a rotelle), con l'aiuto del fratello Roberto, Abbatino riuscì a fuggire dalla clinica facendo
perdere le sue tracce.135 Qualche mese dopo Abbatino decise di allontanarsi da Roma poiché era
diventata troppo pericolosa, sia per la polizia che lo ricercava, che per i suoi ex amici della banda,
così decise di fuggire in Sud America, dove le forze dell’ordine riuscirono a rintracciarlo sei anni
dopo, il 24 gennaio del 1992, in un residence di Caracas. Le forze dell’ordine intercettarono una sua
133
Chi l'ha visto. La tomba a sant' Apollinare. Rai Tre in www.rai.tv puntata del 20-11-2009, consultata il 06 maggio
2014.
134
Fabrizio Peronaci e Mario Proto, Sant'Apollinare, il corpo è di De Pedis «Trovati anche altri resti nella cripta», in
www.corriere.it, pubblicato il 14-05-2014, consultato il 06 maggio 2014.
135
La fuga di Abbattino. History Channel, in www.youtube.it, pubblicato il 13-12-2010, consultato il 06 maggio 2014.
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telefonata, il 31 dicembre 1991, che permise loro di individuarlo. La polizia avviò le pratiche per il
trasferimento del boss in Italia e, il 4 ottobre dello stesso anno, Abbatino fu espulso dal Venezuela e
preso in consegna dagli uomini della Mobile per essere riportato in Italia, dove decise di collaborare
con la magistratura, per vendicarsi dell'omicidio del fratello Roberto, torturato a morte per cercare
di scoprire dove lui si fosse nascosto. Il corpo del fratello, riaffiorò alcuni giorni dopo dal fiume
Tevere. Le sue ammissioni, che in gran parte confermarono quelle dei precedenti collaboratori
Fulvio Lucioli e Claudio Sicilia, si andarono ad aggiungere a quelle di Vittorio Carnovale, Antonio
Mancini e della sua donna Fabiola Moretti. Grazie alle rivelazioni dei pentiti, la mattina del 16
aprile 1993, scattò una gigantesca operazione di polizia denominata "Operazione Colosseo": un
fascicolo di cinquecento pagine con date, nomi e prove che consentì di ricostruire la mappa
dell'organizzazione malavitosa romana risalendo a ruoli e responsabilità dei vari componenti, e con
un ordinanza del giudice Otello Lupacchini furono arrestate sessantanove persone di cui una decina
erano già detenuti136.
5.5.24. Processi
Il 20 gennaio 1995 ebbe inizio il primo processo contro la Banda della Magliana, istruito grazie alle
dichiarazioni di Abbatino per il sequestro e l'omicidio del duca Massimiliano Grazioli Lante della
Rovere, davanti alla Seconda Corte d'assise, nei confronti dei dieci imputati, sei dei quali
appartenenti alla Banda della Magliana (Emilio Castelletti, Renzo Danesi, Giorgio Paradisi,
Giovanni Piconi, Marcello Colafigli, oltre al pentito Maurizio Abbatino) e tre a quella di
Montespaccato (Franco Catracchi, Antonio Montegrande e Stefano Tobia), e Enrico Mariotti,
all'epoca del processo ancora latitante, ritenuto il basista.137 Per tutti gli imputati, il pubblico
ministero Andrea De Gasperis, chiese la condanna all'ergastolo, con la sola eccezione del pentito
Abbatino per il quale chiese otto anni e sei mesi, grazie alla sua collaborazione. Il 29 luglio del
1995, la corte condannò tutti gli imputati della Magliana, per il solo reato di sequestro di persona, a
vent'anni anni di reclusione e a otto anni il pentito Abbatino. All’ergastolo vennero invece
condannati tutti gli appartenenti al gruppo criminale di Montespaccato (eccetto Tobia che venne
assolto), furono ritenuti responsabili anche di omicidio e occultamento di cadavere.138 Il 3 ottobre
del 1995, nell'aula bunker allestita al Foro Italico di Roma, ebbe inizio il maxiprocesso contro
l’intera Banda della Magliana. I capi di accusa, nei confronti dei novantacinque imputati, erano
riferiti ai seguenti reati: traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, riciclaggio, speculazioni
edilizie e commerciali, omicidi, rapine e associazione a delinquere di stampo mafioso.139 Il processo
toccherà anche i legami della Banda della Magliana con le altre organizzazioni mafiose (Cosa
Nostra, Camorra e 'Ndrangheta) e per i legami con il NAR, in riferimento al coinvolgimento della
banda in molti dei misteri italiani, tra i quali: caso Moro, delitto Pecorelli, strage di Bologna. Il 20
giugno 1996, il pubblico ministero Andrea De Gasperis richiese per 69 imputati condanne per un
totale di circa cinque secoli di carcere: sei ergastoli, pene variabili tra i due e i 30 anni di reclusione,
più 17 assoluzioni, mentre i restanti avevano richiesto il rito abbreviato.140 Il 23 luglio 1996, la
136
Bongini Pietro, Operazione Colosseo, Magliana decapitata in www.corriere.it, pubblicato il 17-04-1993, consultato
il 06 maggio 2014.
137
Dino Martirano, Omicidio Grazioli: via al processo dopo 3 lustri, in www.corriere.it, pubblicato il 21-01-1995,
consultato il 06 maggio 2014.
138
Due ergastoli per l'omicidio del duca Grazioli, in www.corriere.it, pubblicato il 29-07-1995, consultato il 06 maggio
2014.
139
Flavio Haver, In aula vent'anni di crimini, in www.corriere.it, pubblicato il 04-10-1995, consultato il 06 maggio
2014.
140
Dino Martirano, Sei ergastoli e 450 anni di carcere, in www.corriere.it, pubblicato il 20-06-1996, consultato il 06
maggio 2014.
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Corte con la sentenza confermò in gran parte le richieste del pubblico ministero e dichiarava
l'attendibilità dei vari pentiti, che beneficiarono degli sconti di pena.141
Raffaele Pernasetti
condannato a 4 ergastoli
Marcello Colafigli
condannato all'ergastolo
Giorgio Paradisi
condannato a 2 ergastoli
Enzo Mastropietro
condannato a 30 anni
Renzo Danesi
condannato a 25 anni
Maurizio Abbatino
condannato a 12 anni
Vittorio Carnovale
condannato a 10 anni
Massimo Carminati
condannato a 10 anni
Giovanni Piconi
condannato a 6 anni
Enrico Nicoletti
condannato a 6 anni
Antonio Mancini
condannato a 1 anno
Fabiola Moretti
condannata a 10 mesi
Claudio Bracci
assolto
Ernesto Diotallevi
assolto
Alessandro D’Ortenzi
assolto
Paolo Frau
assolto
Giovanni Tigani
assolto
Emilio Salomone
assolto
Giovanni Scioscia
assolto
Massimo Sabatini
assolto
Salvatore Nicitra
assolto
Il 27 febbraio del 1998 la Prima Corte d’Assise d’Appello confermò quasi tutte le condanne,
applicando solo alcune riduzioni di pena e trasformando alcuni ergastoli in condanne da 21 a 30
anni di reclusione (Paradisi a 22 anni e 6 mesi e Marcello Colafigli a 30 anni).142 Negli anni
successivi, alcuni esponenti della banda vennero implicati in altri processi, tra i quali: l'omicidio del
giornalista Mino Pecorelli, del presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi, per il tentato
omicidio del direttore generale del Banco Roberto Rosone e per il coinvolgimento nella strage alla
stazione di Bologna. Tali condanne posero fine all’esistenza della Banda della Magliana.
Le parole del pentito Mancini ed alcuni fatti di cronaca, sembrano avvalorare la tesi secondo la
quale l'organizzazione criminale della Banda della Magliana, sia ancora tutt’oggi attiva.143
5.5.25. La banda oggi
Anche se il nucleo storico della Banda della Magliana, è stato decimato da arresti, omicidi,
pentimenti e condanne, i vecchi esponenti della banda, supportati da nuove reclute, in questi anni
hanno preferito un modus operandi diverso rispetto al passato, sia formale che sostanziale. Infatti, la
Banda della Magliana, è attualmente dedita alle solite attività criminali come in passato, tra queste:
traffico di stupefacenti, riciclaggio, estorsioni, racket, sale scommesse, in maniera molto più
silenziosa, per evitare di attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, e cercando contestualmente di
evitare nel limite del possibile, operazioni eclatanti per eventuali regolamenti di conti con esponenti
criminali opposti.
141
142
143
Dino Martirano, Banda della Magliana. La sentenza, in www.corriere.it, pubblicato il 24-07-1996, consultato il 06
maggio 2014.
Lievi riduzioni di pena per la banda della Magliana, in www.corriere.it, pubblicato il 28-02-1998, consultato il 06
maggio 2014.
Carlo Bonini. Magliana, la banda non è morta, in www.lespresso.it, pubblicato il 04-02-2010, consultato il 06
maggio 2014.
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Il 18 ottobre del 2002 veniva ucciso Paolo Frau, 53 anni ex luogotenente di Enrico De Pedis e
successivamente a capo di un'organizzazione criminale operante sul litorale romano. Il suo delitto
risulta ancora oggi irrisolto.144
Il 29 febbraio 2008, nel quartiere romano di Centocelle, viene assassinato con un colpo di pistola
alla testa Umberto Morzilli, 51 anni, affiliato alla banda, per traffico di stupefacenti. Nel 2002,
cominciò a fare affari con Danilo Coppola e, nel 2003, venne arrestato per estorsione assieme a
Antonio "Tony" Nicoletti (figlio di Enrico Nicoletti, cassiere della Banda).145
Maurizio Lattarulo, nel luglio del 2008 ha ricevuto un incarico da esterno per le Politiche Sociali al
comune di Roma da parte di Gianni Alemanno. Lattarulo, coinvolto e prosciolto in una indagine sui
Nar, da luglio a dicembre 2008 avrebbe ricevuto dal Comune poco più di 13mila euro e nei due anni
successivi quasi 31 mila euro. Nel luglio del 2012 è segretario particolare dell’attuale presidente
della Commissione politiche sociali, Giordano Tredicine.146
Il 4 giugno 2009 viene ucciso Emidio Salomone, 55 anni ex esponente della banda; con due colpi di
pistola al volto, davanti a una sala giochi di via Cesare Maccari ad Acilia, nella periferia di
Roma.147 Sfuggito nel novembre del 2004 al blitz contro gli eredi della banda, nel quale finirono in
manette 18 persone, Salomone venne arrestato in Danimarca nel 2005 ma, rimesso in libertà dopo
una decisione del Tribunale del Riesame di Roma, rientrato in Italia dove aveva ripreso a lavorare
nel racket delle estorsioni, dell'usura e del traffico di droga ad Ostia.
Il 12 settembre del 2011 per omicidio premeditato aggravato dal metodo mafioso e in concorso con
altre due persone, finisce in manette Massimo Longo con l'accusa di essere il mandante del delitto
Salomone il cui movente sarebbe stato lo spaccio di eroina nella piazza di Acilia.148
Il 23 febbraio 2010, nell'ambito di una inchiesta sul riciclaggio di capitali legati alla 'Ndrangheta, il
senatore del PDL Nicola Di Girolamo, viene accusato di aver partecipato ad un incontro con
Gennaro Mokbel, personaggio collegato in passato ad ambienti della destra eversiva, e che avrebbe
riciclato oltre 2 miliardi di euro e favorito l'elezione del senatore nel collegio estero di Stoccarda, ad
opera dalla famiglia Arena, 'ndrina di Isola Capo Rizzuto.149
Antonio D’Inzillo (amico di Gennaro Mokbel) che, è considerato uno dei killer del boss della
Magliana Enrico De Pedis, fu arrestato dalla polizia il 22 maggio del 1992 proprio nell'abitazione
dello stesso Mokbel. Nel 1993, D'Inzillo riuscì a fuggire all'estero. Una latitanza la sua che,
l'ordinanza del gip Aldo Morgioni, sostiene sia stata finanziata proprio da Mokbel e che ha termine
il 26 giugno 2008 quando viene resa pubblica la notizia della sua morte in un ospedale di Nairobi,
in Kenia. Il suo corpo, frettolosamente cremato, non venne mai messo a disposizione della
magistratura italiana.
Il 21 settembre del 2010, nell'ambito di una grossa operazione antiriciclaggio disposta dalla
Direzione Distrettuale Antimafia di Roma viene arrestato Enrico Nicoletti, il cosiddetto cassiere
della Banda della Magliana. L'indagine era partita dall'omicidio di Umberto Morzilli del febbraio
2008, personaggio legato all'immobiliarista Danilo Coppola.150
144
Massimo Lugli, Banda della Magliana, presi gli eredi nuovi boss alleati di mafia e camorra, in www.repubblica.it,
pubblicato il 05-11-2014, consultato il 06 maggio 2014.
145
Tiziana Paolocci, Centocelle, freddato in mezzo al traffico, in www.ilgiornale.it, pubblicato il 01-03-2008, consultato
il 06 maggio 2014.
146
Roma, ex banda Magliana consulente del Comune. Il Pd: “Sconvolgente”, in www.ilfattoquotidiano.it, pubblicato il
29-07-2012, consultato il 06 maggio 2014.
147
Agguato ad Acilia: ucciso pregiudicato. Era ultimo boss banda della Magliana, in www.corriere.it, pubblicato il
04-06-2009, consultato il 06 maggio 2014.
148
Banda della Magliana atto finale arrestato il killer dell'ultimo boss, in www.repubblica.it, pubblicato il 12-09-2011,
consultato il 06 maggio 2014.
149
Tlc e 'ndrangheta, riciclaggio da 2 mld. Il gip: «La più colossale frode di sempre», in www.corriere.it, pubblicato il
23-02-2010, consultato il 06 maggio 2014.
150
Torna la banda della Magliana, blitz anti-usura 11 arresti, in www.repubblica.it, pubblicato il 22-09-2010,
consultato il 06 maggio 2014.
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Il 2 ottobre del 2010 le Squadre Mobili di Roma e Caserta sventano una rapina al caveau di un
istituto di credito e arrestano 7 persone tra cui il pluripregiudicato Manlio Vitale, 61 anni, ex
esponente della banda e amico di Enrico De Pedis. Arrestato già nel ’78, ’80 e nel 1985, Vitale fu
anche coinvolto nell’omicidio di un altro componente della Magliana, Amleto Fabiani e, infine, nel
2000, venne accusato di essere uno dei mandanti del furto di 147 cassette di sicurezza sottratte al
caveau della Banca di Roma di piazzale Clodio.151
Il 5 luglio 2011, Flavio Simmi, 33 anni, viene ucciso con 9 proiettili esplosi a distanza ravvicinata
in un agguato in pieno giorno nel centro di Roma. L'uomo che, era già stato gambizzato solo pochi
mesi prima, nel febbraio dello stesso anno, è figlio di Roberto Simmi e nipote di Tiberio.
Un’informativa della polizia li descrive in questo modo: «Roberto Simmi è il fratello del più noto
Tiberio, più volte visto in compagnia di Enrico De Pedis. Tiberio, con il figlio Alessio, gestisce un
negozio di oreficeria frequentato da Maurizio Lattarulo. Presso il negozio di piazza del Monte,
invece, è stata rilevata anche la presenza di Antonio Mancini e di Raffaele Pernasetti. Inoltre
dall’intercettazione telefonica si è potuto stabilire che il negozio è stato, per un periodo di tempo,
frequentato dal famoso faccendiere Ernesto Diotallevi indagato unitamente ai noti Francesco
Pazienza, Flavio Carboni e altri pregiudicati della vecchia Banda della Magliana per le vicende del
crack del banco Ambrosiano e per l’attentato al vice direttore Roberto Rosone, durante il quale
viene ucciso uno degli attentatori, Danilo Abbruciati. Nelle attività dei fratelli Simmi investiva
Franco Giuseppucci il quale ricettava titoli di credito e polizze e, per conto terzi, riciclava denaro
sporco presso gli ippodromi e le sale corse.»152
Il 6 luglio 2011, viene nuovamente arrestato Enrico Nicoletti con l'accusa di "associazione a
delinquere finalizzata alla commissione di millantato credito, truffa, usura, falso, riciclaggio e
ricettazione" nell'ambito di una operazione anti-usura e anti-riciclaggio nei confronti di un gruppo
criminale dedito alle truffe nel settore immobiliare legato alle aste giudiziarie e di cui Nicoletti
sarebbe stato a capo. Dopo poco lascerà il carcere per scontare la pena in regime di arresti
domiciliari. Il 27 febbraio 2012 è tornato di nuovo tra le sbarre del carcere romano di Rebibbia per
scontare un residuo di pena di sei anni e mezzo, con sentenza definitiva della Cassazione per
associazione a delinquere finalizzata all'usura.153
Il 12 luglio 2011, la squadra mobile romana, arresta Giuseppe De Tomasi e altre 11 persone
accusate di aver messo in piedi una vera e propria organizzazione criminale dedita alla gestione di
sale da gioco, all'estorsione, ricettazione, riciclaggio e usura nei confronti di imprenditori e
personaggi del mondo dello spettacolo. Tra gli altri arrestati ci sono molti componenti della sua
famiglia. Furono sequestrati anche ventuno conti correnti, dieci immobili, nove società alcune
autovetture, per oltre cinque milioni di euro.154
Il 28 aprile 2012 la banda torna di nuovo sulle prime pagine dei quotidiani italiani. Durante una
rapina nei confronti di due fratelli gioiellieri, Angelo Angelotti, 61 anni e componente storico della
Magliana viene ucciso, colpito al petto dopo un violento conflitto a fuoco. La vittima, nel 1995, era
già finito sotto processo per l'omicidio di De Pedis.155
151
Assalto al caveau milionario, 7 arresti, in www.repubblica.it, pubblicato il 03-10-2013, consultato il 06 maggio
2014.
152
Stefano Vladovich, Ucciso figlio di un ex della banda della Magliana. Sette colpi nel torace in pieno giorno a Roma,
in www.ilgiornale.it, pubblicato il 05-07-2011, consultato il 06 maggio 2014.
153
Banda della Magliana: Arrestato boss Nicoletti, in www.repubblica.it, pubblicato il 06-07-2011, consultato il 06
maggio 2014.
154
Torna in cella l' ex cassiere della Magliana, in www.corriere.it, pubblicato il 27-02-2012, consultato il 06 maggio
2014.
155
R. Frignani e M. Proto, Rapina con sparatoria, muore bandito: era Angelotti, ex della Banda della Magliana, in
www.corriere.it, pubblicato il 28-04-2012, consultato il 06 maggio 2014.
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5.5.26. I vivi e i morti
Maurizio Abbatino
Arrestato il 24 gennaio 1992 a Caracas, collaboratore di giustizia.
Attualmente detenuto in regime di arresti domiciliari, in una località
protetta.156
Danilo Abbruciati
Ucciso il 27 aprile 1982, a Milano, da una guardia giurata mentre, durante
l’attentato fallito, ai danni del vice presidente del Banco Ambrosiano,
Roberto Rosone.157
Ottorino Addis
Ucciso l'8 marzo 1996 a Ostia, con quattro colpi di pistola.158
Angelo Angelotti
Ucciso il 28 aprile 2012, a Spinaceto, durante un tentativo di rapina.159
Claudiana Bernacchia Attualmente è libera e da qualche anno lavora come coordinatrice in
un'associazione romana che si occupa di reinserimento di donne e minori
nella società.160
Giuseppe Carnovale Deceduto nel 1992 per cause naturali.161
Vittorio Carnovale Dopo l'arresto, avvenuto nel 1993, collaboratore di giustizia. Nel
maxiprocesso venne accusato di 7 omicidi e condannato a 10 anni di
reclusione. Attualmente è libero.
Indagato nell'ambito dell'inchiesta della scomparsa di Emanuela Orlandi.
Angelo Cassani
Attualmente è libero.162
Gianfranco Cerboni Chiamato in causa dalle dichiarazioni della supertestimone Sabrina Minardi,
è indagato nell'ambito dell'inchiesta della scomparsa di Emanuela Orlandi.
Attualmente è libero.163
Marcello Colafigli
Condannato all’ergastolo per tre omicidi, è attualmente detenuto nel carcere
romano di Rebibbia.164
Renzo Danesi
Detenuto in regime di semilibertà. Fine pena 2015.
Angelo De Angelis Ucciso il 10 febbraio 1983.
Enrico De Pedis
Ucciso il 2 febbraio 1990.
Giuseppe De Tomasi Arrestato nuovamente il 12 luglio 2011 per usura, attualmente è in attesa di
giudizio.
Ernesto Diotallevi Attualmente libero.
Roberto Fittirillo
Attualmente libero, per prescrizione e comportamento irreprensibile.
Paolo Frau
Ucciso il 18 ottobre 2002.
Giovanni Girlando Ucciso nel maggio 1990.
Franco Giuseppucci Ucciso il 13 settembre 1980.
Antonio Leccese
Ucciso il 3 febbraio 1981.
Fulvio Lucioli
Collaboratore di giustizia, attualmente libero.
Antonio Mancini Attualmente libero dopo aver scontato la sua pena.
156
Preso l'ultimo boss di Roma, in www.corriere.it, pubblicato il 05-10-1995, consultato il 06 maggio 2014.
Attentato a Roberto Rosone, in www.lunità.it, pubblicato il 27-04-1982, consultato il 06 maggio 2014.
158
Fulminato sulla strada a colpi di pistola, in www.corriere.it, pubblicato il 09-03-1996, consultato il 06 maggio 2014.
159
Rapina a Roma, ucciso Angelo Angelotti, in www.repubblica.it, pubblicato il 28-04-2012, consultato il 06 maggio
2014.
160
L'ex Nar Lattarulo fu perquisito per il caso Orlandi, in www.corriere.it, pubblicato il 31-07-2012, consultato il 06
maggio 2014.
161
Le Inchieste: Vittorio Carnovale, in www.repubblica.it, pubblicato il 03-08-2011, consultato il 06 maggio 2014.
162
Le Inchieste: Angelo Cassani, in www.repubblica.it, pubblicato il 03-08-2013, consultato il 06 maggio 2014.
163
Caso Orlandi: gli investigatori analizzano i resti ossei in una tenda a Sant'Apollinare, in www.ilsole24ore.it,
pubblicato il 15-05-2012, consultato il 06 maggio 2014.
164
Le Inchieste: Marcello Colafigli, in www.repubblica.it, pubblicato il 03-08-2013, consultato il 06 maggio 2014.
157
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Giuseppe Magliolo
Libero Mancone
Enzo Mastropietro
Alessio Monselles
Fabiola Moretti
Umberto Morzilli
Enrico Nicoletti
Ucciso il 24 novembre 1981.
Deceduto nel 1993 in un incidente stradale con la sua moto.
Arrestato a Ibiza, il 14 luglio 1999, è attualmente detenuto.
Arrestato il 6 luglio 2011. In attesa di giudizio.
Arrestata il 19 maggio 2012 detenuta in regime di arresti domiciliari.
Ucciso il 29 febbraio 2008.
Arrestato il 27 febbraio 2012, attualmente è detenuto nel carcere di
Rebibbia.165
Giorgio Paradisi
Deceduto a Napoli il 28 novembre 2006 a causa di un tumore.
Raffaele Pernasetti Attualmente detenuto in regime di semilibertà. Lavora di giorno come cuoco
nel ristorante di proprietà del fratello a Testaccio.
Emidio Salomone Ucciso il 4 giugno 2009.
Nicolino Selis
Ucciso il 3 febbraio 1981, il suo corpo non fu mai ritrovato.
Claudio Sicilia
Ucciso il 18 novembre 1991.
Edoardo Toscano Ucciso il 16 marzo 1989.
Gianfranco Urbani Attualmente detenuto.
Claudio Vannicola Ucciso il 23 febbraio 1982.
Manlio Vitale
Attualmente è detenuto.
Sergio Virtù
Attualmente è detenuto nel carcere di Regina Coeli.
Domenico Zumpano Deceduto il 4 febbraio 1997 cadendo dalle scale di casa durante una crisi
epilettica.
5.6. Mala del Brenta
Mala del Brenta o mafia del Piovese un'organizzazione criminale mafiosa, nata in Veneto intorno
agli anni sessanta e successivamente si estese nel resto dell'Italia nord-orientale, fino alla sua
decadenza negli anni novanta.
Negli anni settanta, le organizzazioni criminali venete erano composte, da bande di piccolo e medio
spessore che erano dedite ad attività di microcriminalità.
5.6.1. La storia
L'arrivo di alcuni esponenti della mafia siciliana costretti al soggiorno obbligato nelle province di
Venezia e Padova, in particolare Totuccio Contorno, Antonio Fidanzati, Antonino Duca e Rosario
Lo Nardo sul finire degli anni settanta e l'inizio degli ottanta, diede inizio alla nascita di un nuovo
gruppo mafioso che riuscì a congiungere la criminalità meridionale a quella settentrionale. Verso la
fine degli anni settanta, nel frattempo, nasce una piccola banda criminale, tra le province di Padova
e Venezia, che si dedicava principalmente a furti di generi alimentari, di bestiame e di pellame
guidata da Felice Maniero, detto Faccia d'angelo, che assieme a: Gilberto Sorgato, Ottavio Andrioli,
Sandro Radetich, Gianni Barizza, Zeno Bertin, Stefano Carraro, Antonio Pandolfo, e Fausto Donà,
stringono alleanze con altre bande criminali del Veneto, come quella dei fratelli Maritan a San Donà
di Piave e dei fratelli Rizzi a Venezia.
165
Cassazione, no differimento pena per Nicoletti, in www.agi.it, pubblicato il 27-02-2013, consultato il 07 maggio
2014.
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Felice Maniero capo Mala del Brenta www.google.com (27.05.2014).
5.6.2. Interessi economici
La nuova organizzazione criminale che si era costituita, era composta da oltre 300 esponenti, che si
dedicavano: ai sequestri di persona, alle rapine, al traffico di sostanze stupefacenti al traffico d'armi,
al riciclaggio di danaro e agli omicidi, oltre alle grosse rapine ai danni di laboratori orafi, istituti di
credito, uffici postali, portavalori, controllo delle bische clandestine e Casinò, con diramazioni
anche verso le province limitrofe.166
Rapina ad un portavalori www.google.com (27.05.2014).
Felice Maniero negli anni ottanta aveva esteso il suo potere nelle seguenti regioni: Veneto, Friuli e
Emilia-Romagna. Era il boss della Mala del Brenta, paragonabile ad una piccola ma potente Cosa
Nostra della Val Padana che puntava in alto, ad accumulare denaro e potere, attraverso azioni
sanguinarie. Felice Maniero, boss della Mala del Brenta era capace di gestire sia dal carcere che da
luoghi di rifugio tutti i componenti della banda, grazie al suo carisma e capacità decisionale.
Il suo potere raggiunse un alto livello, quando la notte del 10 ottobre 1980, "la notte dei cambisti",
alcuni esponenti della banda picchiarono a sangue i cambisti (ossia coloro che prestavano denaro "a
strozzo" ai giocatori) del casinò di Venezia, che si erano rifiutati di versare una parte dei guadagni
all'organizzazione; due di essi, Eugenio Pagan e Cosimo Maldarella, furono uccisi in un agguato a
Venezia il 12 novembre 1981. A partire dalla seconda metà degli anni ottanta, Felice Maniero entra
in conflitto con alcuni affiliati alla sua organizzazione criminale, poiché questi ultimi non volevano
più sottostare al suo diretto controllo. Per tale motivo il 5 gennaio 1990 ci fu la prima vittima in un
agguato mortale, si trattava di Giancarlo Millo, esponente criminale dell’isola del Tronchetto,
dedito al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti e legato al gruppo criminale dei mestrini.167
Precedentemente il 19 febbraio 1986, veniva ucciso Paolo Bogo, che appena uscito dal carcere
voleva riprendere il suo posto per le varie attività criminali. L’organizzazione criminale di Felice
Maniero con l’espandersi, aveva sempre più la necessità di stringere nuove alleanze con altri gruppi
criminali, tra le quali Mafia e Camorra, al fine di poter ottenere approvvigionamenti di sostanze
stupefacenti, pertanto cominciò a sviluppare collaborazioni con Fidanzati e Salvatore Enea di
166
Il pentito Di Bella racconta dopo le confessioni di Maniero la mala del Brenta, Rapina a portavalori Ferrara, in
www.wordpress.com, pubblicato il 05-12-2010, consultato il 07 maggio 2014.
167
Venezia, ucciso dal racket del turismo, in www.repubblica.it, pubblicato il 06-01-1990, consultato il 07 maggio 2014.
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Milano (capomafia), e appartenenti alla famiglia Guida e a quella dei Giuliano (Camorra). Felice
Maniero sviluppò inoltre, una forte alleanza col figlio del presidente della Croazia Franjo Tudman,
con il quale creò una vasta attività di contrabbando di armi e traffico di droga. Felice Maniero verso
la metà degli anni ottanta, conobbe la famiglia Pietrobon, di origine campana e sfuggita alla guerra
della Nuova Camorra Organizzata, e con la quale stringe relazioni finanziarie, tutt’oggi mai
accertate le motivazioni di tale sodalizio. Vi è inoltre l’ipotesi mai accertata, che Felice Maniero
fosse riuscito a creare rapporti di collaborazione con il clan dei Marsigliesi per il contrabbando di
oro rubato frutto di rapine avvenute in Europa ai danni di banche, casinò e portavalori, in modo
particolare avvenute in Francia.168 In questo traffico illegale, sembra che fossero stati inclusi anche
uomini appartenenti alla guardia di finanza, ed è proprio in tale contesto che viene incluso un
agguato mortale per un ufficiale della guardia di finanza avvenuto a Torino nel 1995.
5.6.3. Arresti ed evasioni di Felice Maniero
Nell’agosto del 1993, Felice Maniero viene arrestato, ma riuscì a fuggire dal carcere di Padova il 14
giugno del 1994 assieme ad altri cinque detenuti fedeli, avvalendosi di alcuni complici interni alla
struttura carceraria. Nel novembre 1994 Felice Maniero viene arrestato a Torino, e diventa
collaboratore di giustizia, e le sue dichiarazioni contribuiscono ad ottenere diverse informazioni
relative a omicidi e attività delittuose, che nella sentenza della corte d’Assise di Venezia del 1 luglio
1994 portò alla ricostruzione dell’organizzazione criminale di cui Felice Maniero ne era a capo, con
modalità di associazione a delinquere di stampo mafioso. Inoltre con la sentenza del 21 dicembre
2008 al processo nell’aula bunker di Mestre si giunse alle condanne di molti esponenti
dell’organizzazione criminale per un totale complessivo di 539 anni e 8 mesi di carcere, nei
confronti di 41 dei 52 imputati. I gradi di giudizio successivi hanno ridimensionato le pene, in
particolare quelle a carico degli esponenti delle forze dell'ordine "a libro paga" di Maniero.
Un’indagine del 1997 accertò la complicità da parte di uomini della Mala del Brenta, ad investire
una parte dei proventi delle attività illecite nell’acquisto di casinò presenti nell’Istria, che
permetteva all’organizzazione criminale, di riciclare il denaro, o di investirlo in attività di usura. La
stessa indagine accertò la complicità di un funzionario di un istituto di credito friulano, arrestato
successivamente, che ripuliva il denaro delle attività illegali di Maniero.
5.6.4. Panorama attuale
Dopo le confessioni di Felice Maniero, un gruppo di nuovi malavitosi progettò l’uccisione dello
stesso, con l’utilizzo di un armamento militare (lanciarazzi), per colpire la caserma che ospitava l’ex
boss Faccia d’angelo, ma l’attentato fu neutralizzato dalle forze dell’ordine, che erano riusciti ad
avere le informazioni relative a tale progetto, arrestando 33 persone tra le quali: Andrea Baracchi,
Mariano Magro, Nazzareno Pevarello e Stefano Galletto, grazie al quale il Pubblico Ministero
Renza Cescon, con l’impiego di 400 uomini della polizia di Stato sgominò il resto
dell’organizzazione.169 Attraverso altre dichiarazioni di Stefano Galletto, fu messa in atto
l’operazione Ghost Dog, che portò alla condanna di oltre trenta persone tra membri e affiliati
all’organizzazione della Mala del Brenta, tra i quali alcuni poliziotti corrotti. Attualmente sembra
che la Nuova Mala del Brenta non sia più un gruppo unico e verticistico, ma un insieme di piccoli
gruppi insediati nel nord-est dell’Italia, dediti a rapine di portavalori e traffico di stupefacenti. Una
delle caratteristiche principali di questa nuova organizzazione criminale, è quella di creare brevi
168
169
Sgominata la nuova «Mala del Brenta», in www.corriere.it, pubblicato il 18-01-2006, consultato il 07 maggio 2014.
Sgominata una maxi-banda della droga, coinvolti ex terroristi di destra e di sinistra, in www.corriere.it, pubblicato il
28-10-2008, consultato il 07 maggio 2014.
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alleanze con altri gruppi criminali per lo sviluppo di attività illecite e successivamente dissolverle,
allo scopo di sfuggire ad eventuali individuazioni. Nel 2008 è stata arrestata un’intera banda di
narcotrafficanti attivi nel nord-est, tra gli arrestati fu catturato Fiorenzo Trincanato, esponente della
vecchia Mala del Brenta e successore di Felice Maniero. La Mafia del Brenta, nacque
contemporaneamente alla Banda della Magliana, e alla Banda della Comasina, distinguendosi dalle
altre mafie italiane per la loro capacità di collaborazione con altre organizzazioni criminali,
salvaguardando la loro struttura, evitando inclusioni dirette delle stesse nel loro interno, fu per
questo motivo considerata la quinta Mafia dalla Corte d’Assise d’Appello di Venezia con sentenza
emessa il 14 dicembre 1996. A tale organizzazione si annettevano altri gruppi criminali come i
mestrini (Mestre), dediti a rapine, estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti, oltre all’attività degli
“intromettitori” che operavano in zona Tronchetto-Piazzale Roma, che in sostanza fungevano da
intermediari tra i turisti e le attività commerciali.
I veneziani (lagunari), dediti al traffico di stupefacenti, taglieggiamenti, controllo delle vetrerie di
Murano e di quasi tutti i locali notturni veneziani, nonché al controllo degli “intromettitori” nella
zona di Piazza San Marco.
La banda Maritan (San Donà di Piave – Jesolo), dediti solo ed esclusivamente al traffico di
stupefacenti.
5.7. Banda della Comasina
Componenti Banda della Comasina (28.05.2014).
Banda della Comasina un gruppo delinquenziale, attivo negli anni settanta, operante nella zona
nord di Milano, ovvero la Comasina.
5.7.1. Storia
Renato Valanzasca capo Banda della Comasina www.google.com (27.05.2014).
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Guidata da Renato Valanzasca detto “il bel Renè” a causa del suo appeal, nato a Milano il 4 maggio
1950, nel quartiere del Giambellino. I suoi primi reati cominciano sin da piccolo, con il furto delle
figurine Panini, soldatini di piombo e dei fumetti Tex suoi preferiti. Successivamente si dedica al
furto di grandi magazzini per asportare capi d’abbigliamento che offre alle signore del quartiere
dove abita in cambio di dolciumi. A otto anni Renato Vallanzasca libera gli animali del Circo
Medini e per questo motivo viene rinchiuso nel carcere minorile Cesare Beccaria. I suoi genitori
sono proprietari di un negozio di abbigliamento, non sono benestanti, ma gli avrebbero potuto
assicurare una vita dignitosa, ciò nonostante Vallanzasca decide di intraprendere una vita fatta di
crimini e non attribuisce tale colpa alla società in cui vive, anzi in un intervista dichiara di essere
nato ladro, e che rubare gli procura adrenalina. Ovviamente il denaro fruttato dai furti gli permette
una vita molto agiata, in considerazione soprattutto dei suoi anni di adolescente.170
5.7.2. Gli anni ’70
Ben presto passa a crimini più prestigiosi, dedicandosi a furti in appartamenti o ville lussuosi e in
tale contesto viene rinchiuso al Carcere Beccaria per diverse volte, fino all’arresto per aver rapinato
un portavalori nel 1969 e per il quale viene rinchiuso a San Vittore. Una volta scarcerato, con i soldi
che era riuscito a mettere da parte, apre un negozio di parrucchiere, due negozi di abbigliamento e
un autosalone in società con suo fratello Roberto. Vallanzasca aveva 22 anni ed era oramai
diventato il capo della Banda della Comasina, il 14 febbraio 1972 effettua una rapina con i suoi
uomini della banda un portavalori davanti ad un supermercato, questa volta la rapina non ha
successo, viene allertata la polizia che interviene e ne scaturisce un conflitto a fuoco, sembra una
scena da far west e il caos permette a Vallanzasca e ai suoi uomini di fuggire. Achille Serra, un
giovane commissario e suo coetaneo e da poco giunto a Milano da Roma, indaga sui reati di
Vallanzasca e lo arresta, dopo una perquisizione nella sua abitazione dove ritrova le fascette delle
banconote rapinate al portavalori, condannandolo a sei anni di reclusione. Vallanzasca sconta solo
quattro anni di carcere della pena che gli era stata inflitta, poiché si ammala di epatite, che si
procura lui stesso iniettandosi urina nel sangue e mangiando uova marce, motivo per il quale viene
trasferito in ospedale al fine di prestargli le cure necessarie, ma dal quale evade corrompendo la
guardia che lo sorvegliava dandogli tre milioni di lire.171 Il 25 luglio 1976, Vallanzasca è latitante e
decide con la sua compagna Consuelo suo figlio di quattro anni Massimiliano, di trascorrere un po’
di tempo insieme sulla costiera Sorrentina e successivamente rientra a Milano per organizzare
nuove rapine con i suoi uomini di fiducia. In breve tempo compie oltre settanta rapine nel milanese,
molte delle quali finiscono in malo modo, le tragedie sono d’attribuirsi alla cocaina usata da alcuni
dei suoi uomini (Vito Pesce e Mario Gatti), che per questo motivo spesso perdono il controllo
sproporzionato della loro violenza causando morti. Renato Vallanzasca il 16 novembre 1976
assieme ai suoi uomini effettua un sopraluogo per progettare una rapina ai danni dell’Esattoria
civica di Piazza Vetra a Milano, ma la loro presenza insospettisce gli uomini di una volante e per
questo ne scaturisce un conflitto fuoco durante il quale rimarranno uccisi un agente di polizia e un
complice di Vallanzasca (Mario Carluccio).172 Dal 1976 al 1977 Vallanzasca si dedica anche ai
sequestri di persona, poiché li ritiene più remunerativi e meno rischiosi, distinguendosi da altre
bande criminali per i suoi modi gentili di mostrati nel suo comportamento verso le sue vittime, tanto
da essere soprannominato “il rapinatore gentiluomo”. Il primo sequestro di persona viene eseguito
170
171
172
Tutta la storia di Renato Valanzasca e la Banda della Comasina, in www.forumfree.it, pubblicato il 10-01-2011,
consultato il 08 maggio 2014.
Cristiano Armati, Italia criminale. Personaggi, fatti e avvenimenti di un'Italia violenta, Newton Compton, Roma
2006, p. 238.
Tutta la storia di Renato Valanzasca e la Banda della Comasina, in www.forumfree.it, pubblicato il 10-01-2011,
consultato il 08 maggio 2014.
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da Vallanzasca nei confronti di Emanuela Trapani, figlia di un imprenditore milanese, il rapimento
frutterà un miliardo di lire e durerà dal dicembre 1976 al gennaio 1977 con un lieto fine, lo stesso
Vallanzasca infatti accompagnerà personalmente Emanuela a casa dei suoi genitori. Di questo
sequestro il giornali ne parleranno per lungo tempo, ipotizzando che la sequestrata (Emanuela) si
fosse innamorata di Vallanzasca, per il suo modus operandi e per la gentilezza riscontrata dalle sue
vittime alle quali non faceva mancare tutto quelle che potesse rendere serena la loro prigionia. Fonti
riservate hanno riferito che Renato Vallanzasca avesse ottenuto da un impiegato dell’ufficio dei
tributi, un elenco coi nomi degli uomini più ricchi d’Italia tra i quali vi erano: Ligresti, Della Valle e
Berlusconi. Nel 1977 Vallanzasca esegue un sopralluogo per il progetto di un nuovo sequestro di
persona ai danni di un costruttore bergamasco, ma viene coinvolto assieme ai suoi uomini in un
conflitto a fuoco con una pattuglia della polizia stradale, durante il quale muoiono tre uomini uno
dei quali è Antonio Furiato altro suo complice. Successivamente a tale episodio, Vallanzasca invia
una lettere alla moglie di un agente morto, nella quale esprime la sua tristezza per i figli dell’agente
che non avranno più un padre.173 Il bandito della Comasina si rifugia nella capitale, dove viene
catturato dai carabinieri il 15 febbraio 1977, ma riesce a fuggire nuovamente anche se verrà
arrestato nel 1979 e rinchiuso al San Vittore dove il 14 luglio dello stesso anno si sposa con
Giuliana Brusa, che dichiarerà di essersi innamorata sin da subito di Vallanzasca Renato, che
considera un uomo molto affascinante. Alle sue nozze Vallanzasca chiede al suo rivale Francis
Turatello di fargli da testimone delle nozze. Il 28 aprile 1980 il bandito della Comasina riesce ad
ottenere all’interno del carcere tre pistole, con le quali assieme ad altri tre complici e prendendo in
ostaggio una guardia penitenziaria riesce ad evadere, ma è lo stesso Commissario Achille Serra che
riuscirà ad arrestarlo.
5.7.3. Gli anni ’80
Nel 1981 Vallanzasca nel carcere di massima sicurezza di Novara fa scaturire una rivolta tra i
carcerati, lo scopo di Renè è quello di dare una lezione punitiva ai pentiti, e in quell’occasione lui
stesso ucciderà Massimo Loi, ex giovane appartenente alla sua banda,colpendolo ripetutamente al
petto con un coltello, arrivando addirittura a decapitare la testa di un ragazzo giocandoci a pallone,
più tardi lui stesso confesserà di essere stato responsabile di un orrore.174 Vallanzasca aveva un suo
codice etico nel quale non erano possibili traffico di stupefacenti e pentirsi, e per tali cose la
punizione doveva essere la morte. Dopo l’omicidio in carcere, Vallanzasca viene trasferito da
Genova all’Asinara, durante tale tragitto riesce a fuggire era il 18 luglio 1987. L'8 agosto 1987
viene comunque fermato ad un posto di blocco a Grado, dopo aver soggiornato alcuni giorni nella
rinomata località turistica, mentre cerca di raggiungere Trieste. Nel settembre 1990 divorzia da
Giuliana Brusa.175 Tornato in carcere tenta un'altra volta la fuga, nel 1995 questa volta dal carcere
di Nuoro. Per questo tentativo di evasione viene sospettata e accusata di averlo aiutato la sua
avvocatessa, con la quale si dice che Vallanzasca avesse auto una relazione sentimentale. 176 Dal
1999 Vallanzasca è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza a Voghera, dove dovrà scontare
circa 295 anni di reclusione, che egli stesso ritiene giusta condanna per i reati commessi.
173
Tutta la storia di Renato Valanzasca e la Banda della Comasina, in www.forumfree.it, pubblicato il 10-01-2011,
consultato il 08 maggio 2014.
174
Tiziano Marelli, Curriculum Vitae, in www.leuropeo.it, pubblicato il 02-04-2006, consultato il 08 maggio 2014.
175
Cinzia Sasso, 'Addio mio bel Renè' Vallanzasca e signora firmano il divorzio, in www.repubblica.it, pubblicato il
29-09-1990, consultato il 08 maggio 2014.
176
Tutta la storia di Renato Valanzasca e la Banda della Comasina, in www.forumfree.it, pubblicato il 10-01-2011,
consultato il 08 maggio 2014.
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5.7.4. Gli anni 2000
Nel 2005, Vallanzasca usufruisce di un permesso per poter vedere sua madre, e successivamente
richiese al ministro di Grazie e Giustizia la grazia, richiesta, avanzata successivamente anche da sua
madre rivolta al ministro di Giustizia Mastella e al Presidente Napolitano che, il 15 settembre 2007
gli nega la concessione, Vallanzasca continuerà a scontare la sua pena nel carcere di Opera a
Milano. Vallanzasca si unisce in matrimonio con Antonella D’Agostini il 5 maggio 2008. 177 Dall’8
marzo 2010 Vallanzasca usufruisce di vari permessi di lavoro esterno che gli vengono revocati il 30
maggio 2011 e agosto 2012 riottenendolo definitivamente in dicembre del 2012 per andare a
lavorare presso una ricevitoria. Vallanzasca con il clan camorristico Perfetto voleva realizzare il
progetto di vendita di mozzarelle a Milano, ma non fu possibile concretizzarlo, a causa della sua
revoca del suo permesso di lavoro che avvenne il 22 agosto 2012.178
177
178
Vallanzasca ha detto sì, in www.corriere.it, pubblicato il 09-05-2008, consultato il 08 maggio 2014.
Vallanzasca voleva portare a Milano le mozzarelle della camorra, in www.corriere.it, pubblicato il 13-12-2009,
consultato il 08 maggio 2014.
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6. LE NUOVE ALLEANZE CRIMINALI
La ’Ndrangheta, è diventata il punto di riferimento di Mafia e Camorra, basti pensare che in
Svizzera, e più precisamente nell’area geografica dove sono presenti gli italiani, che è solo del 4%
della popolazione, la stessa è riuscita ad inserirsi nel tessuto sociale ed economico, grazie al quale,
dallo sviluppo delle attività esercitate, ottiene un utile annuo di dieci volte superiore il valore
complessivo del NASDAQ, proveniente solo dal traffico illecito degli stupefacenti, utile che viene
reinvestito in attività economiche sul territorio elvetico.
Le nuove generazioni mafiose non hanno più nessun rispetto deontologico, a deferenza delle
generazioni dei boss precedenti, la violenza con la quale agiscono le nuove generazioni, hanno
maggiore cruenza, e le loro azioni sono maggiormente efferate, allo scopo di intimidire le
istituzioni, gli avversari e la magistratura, organi di contrasto alla loro crescita. Tali condizioni
determinano una maggiore preoccupazione sia per le istituzioni sia per i cittadini, che avvertono
uno stato di insicurezza per la propria incolumità, e per la sicurezza dello Stato.
La crisi economica ha indotto le varie organizzazioni criminali tra le quali Mafia e Camorra, a
creare maggiori coalizioni con la ‘Ndrangheta che è ritenuta il punto di riferimento e di
rifornimento per il narcotraffico, di tutte le altre organizzazioni criminali.
In questo momento storico quindi, è necessario che lo Stato trovi tutte le risorse necessarie di
uomini, mezzi ed economiche, allo scopo di ampliare, soprattutto nelle aree di maggior interesse, e
quindi nelle aree di maggior presenza criminale, per sviluppare una maggiore attività investigativa,
atta a contrastare tutte le organizzazioni criminali e impedire quindi le loro attività illecite, dalle
quali derivano le loro ricchezze, fonti di sostentamento e di crescita.
Il mercato globale e l’internazionalizzazione sono due aspetti importanti da non sottovalutare,
relativi alla sicurezza interna di qualsiasi paese Sovrano, infatti, le organizzazioni criminali hanno
colto questa opportunità, che gli permette il trasferimento di ingenti quantità di denaro in qualsiasi
mercato mondiale. Inoltre, la trans nazionalità consente loro di mascherare la provenienza delle loro
ricchezze da attività illecite, reinvestendo i proventi con attività economiche e commerciali, al fine
di rendere pulito il denaro incassato da queste ultime. Ciò significa un enorme quantità di lavoro
investigativo di tutte le polizie impegnate a fronte di questo fenomeno criminale, e quindi un
impegno economico di notevole entità da parte dello Stato che, in questo momento di crisi
economica mondiale, determina maggiori difficoltà per il contrasto alla criminalità in genere e alle
loro attività illecite.
L’altro aspetto preoccupante, è relativo ad un notevole sviluppo delle immigrazioni di varie etnie,
che in alcuni casi sono derivanti dalle guerre presenti nei loro paesi, e quindi spinti dalla ricerca di
migliori condizioni di vita, sia in ambito economico per il sostentamento della propria vita
personale e dei propri cari, sia per la ricerca di migliori condizioni di sicurezza, assenti nei loro
paesi di origine. In altri casi invece, l’immigrazione è progettata volutamente dalle organizzazioni
criminali, allo scopo di insediarsi in altri paesi, dove poter sviluppare attività criminali, anche
stringendo alleanze con organizzazioni mafiose presenti sul territorio. Tra queste sono riconosciute
quelle albanesi, russe e cinesi. Le organizzazioni russe e albanesi, sono presenti sul nostro territorio
italiano da decenni, e hanno stretto una enorme alleanza commerciale con le organizzazioni
criminali italiane, ma non sono da sottovalutare le organizzazioni criminali cinesi, che pur non
avendo storicità nel nostro paese, con organizzazioni criminali territoriali, ebbene non sottovalutarli,
soprattutto per la loro capacità, di inserirsi nel tessuto sociale ed economico con enorme facilità,
grazie ad un elevata capacità economica, attraverso la quale acquisiscono sempre più attività
commerciali esistenti su tutto il territorio nazionale.
Questi due aspetti quindi, globalizzazione e trans nazionalità, stanno dimostrando da diverso tempo,
che bisogna prestare maggiore attenzione alla cosiddetta guerra economica. Per conquistare un
paese oggi, non è necessario l’uso della forza armata, infatti, stiamo assistendo sempre più alla
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conquista dei mercati e quindi dei paesi, attraverso una forza diversa dal passato, la forza
economica. Ciò significa che attraverso il denaro, un ipotetico nemico, spesso invisibile e con la
creazione di società anonime, di cui non si hanno informazioni necessarie, in merito alla natura
delle stesse, può impadronirsi di punti economici strategici di un determinato paese: società
telefoniche, bancarie, ecc…, possono non solo sottomettere un qualsiasi paese, poiché sfugge allo
Stato Sovrano e alle sue forze di sicurezza e di intelligence preposte all’incolumità, il controllo sia
in ambito economico che in ambito di informazioni.
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7. Il Terrorismo in Italia e nel mondo
La definizione di terrorismo più corretta è stata data nel 1937 dalle Nazioni Unite, termine con il
quale si vuole indicare azioni violente e criminali per una forma di lotta politica, volte a diffondere
il terrore verso le opinioni pubbliche, governi, gruppi politici ed eventuali suoi esponenti o gruppi
etnici e religiosi. L’individuo di una tale organizzazione politica che si adopera con tali modalità
operative, viene identificato con il nome di terrorista, e il contrasto a tale fenomeno sia esso interno
che internazionale avviene con l’attività d’intelligence. Premesso che è difficile trattare il fenomeno
del terrorismo, indicando un periodo storico specifico che identifichi la sua nascita, si può però
stabilire che dal 1789 al 1855, con la Rivoluzione Francese si verifica il primo atto di terrorismo
della storia, difatti durante tale regime nacque un piccolo movimento occulto che per la prima volta
dimostrò di poter influenzare un popolo attraverso il terrore, che ad opera di pochi uomini,
sfruttavano il sentimento di paura sociale per poter manovrare l’intera nazione. Con l’attentato a
Napoleone III nel 1855 ci fu la svolta in ambito del diritto internazionale, a seguito del quale fu
approvata la Legge con la quale gli attentati contro capi di Stato stranieri o familiari non erano da
considerarsi reati politici, e pertanto i responsabili possono essere estradati per essere
successivamente condannati dalle leggi dello Stato sovrano in cui si era verificato il reato. Tra il
XIX e il XX secolo un gruppo di anarchici italiani, causarono attentati dinamitardi o di altra
natura.179 Tra il 1945 e il 1989 si formò il terrorismo ideologico di destra e di sinistra che
appoggiava in maniera occulta il potere mondiale rappresentato dalle due super potenze gli Stati
Uniti d’America e Russia, che s’ipotizza, abbiano utilizzato le varie organizzazioni terroristiche,
finanziando e fornendo appoggio militare a questi gruppi paramilitari per controllare vari colpi di
stato come ad esempio: le Brigadas della Muerte nel Salvador, i Contras in Nicaragua. Mehmet Ali
Agca ha dichiarato che l’attentato al papa Giovanni Paolo II fu organizzato da alcuni servizi segreti
dei paesi appartenenti al Patto di Varsavia. Nel 1989 in occidente si verifica un attentato terroristico
al palazzo dell’FBI di Oklahoma City eseguito da due terroristi americani di estrema destra, questa
fu la prima azione terroristica negli Stati Uniti ad opera di un gruppo non straniero. L’11 settembre
2001 negli Stati Uniti d’America si verifica l’attacco più distruttivo e spettacolare provocato ai
danni di una delle due super potenze mondiali, tale avvenimento ha dato vita ad un intensa
coalizione internazionale per creare un’unità di contrasto al terrorismo, identificando in qualità di
responsabile di tale attacco l’organizzazione terroristica di Al-Qa’ida. Le azioni di contrasto
all’attacco del 2001 hanno spinto le organizzazioni islamiche terroristiche a compiere ulteriori
attacchi in Europa, Azioni dei ribelli ceceni in Russia, di attentati in Estremo Oriente (Indonesia e
Filippine) e di attentati in Egitto.
7.1. ETA
Simbolo ETA www.google.com (27.05.2014).
179
Giannantonio Stella, L'Orda. Quando gli albanesi eravamo noi, Milano, Rizzoli, 2002, p. 185.
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Euskadi Ta Askatasuna meglio conosciuta con l’acronimo di ETA è un’organizzazione
terroristica nata nel 1959 dalla scissione degli Ekin dal Partito nazionalista basco, responsabile di
circa 800 morti, costituita da un’associazione studentesca occulta, che sosteneva l’indipendenza
basca e in breve tempo si trasformerò da movimento politico ad un’organizzazione per la lotta
armata. La sua attività armata cesserà il 20 ottobre 2011 proseguendo solo nelle attività di
politica.180 Tale organizzazione voleva l’indipendenza politica dalla comunità basca e la creazione
di uno Stato socialista denominato Euskal Herria, attraverso azioni violente. Le province da
ammettere a tale comunità autonoma spagnola sono le seguenti Euskadi (Vizcaya, Guipúzcoa e
Álava), Navarra, e le province basche del sud ovest della Francia (Labourd e Soule). Il simbolo
rappresentativo dell’ETA è un serpente che si avvolge intorno ad un’ascia, accanto vi è il motto
Bietan Jarrai che significa perseguimento sia della lotta politica che di quella armata per difendere i
valori di patria e libertà. L’ETA ha provocato diversi attentati che spesso non hanno causato vittime
per l’abitudine di effettuare avvertimenti telefonici due ore prima delle esplosioni, lo scopo quindi
era prettamente dimostrativo oppure aveva fini estorsivi ai danni di imprenditori baschi. Tutt’oggi
l’ETA, si finanzia attraverso un enorme rete di estorsioni ai danni di imprenditori baschi e della
regione Navarra. Batasuna (partito politico) è il suo braccio politico e tutte le sue attività sono state
dichiarate illegali e sospese dall’agosto del 2002. Il 23 marzo 2006 cerca una soluzione
democratica, ma la tregua viene interrotta il 30 dicembre 2006 con l’esplosione di un furgone
bomba in un parcheggio multipiano del terminal 4 dell’aeroporto Barajas di Madrid, che provocherà
2 morti e 19 feriti. Il 20 ottobre 2011 l’ETA annuncia la cessione definitiva della sua lotta armata.181
7.2. Brigate Rosse
Bandiera Brigate Rosse www.google.com (27.05.2014).
Brigate Rosse è un’organizzazione terroristica italiana che nasce nel 1970 a favore del comunismo,
fu il più grande gruppo terroristico di sinistra del secondo dopoguerra in Europa occidentale. 182
Nacque in località Pecorile (RE), all’interno dell’organizzazione si inserirono diversi esponenti del
così detto gruppo reggiano tra i quali: Alberto Franceschini, Renato Curcio, Margherita Cagol e altri
esponenti del gruppo di operai e impiegati delle fabbriche milanesi Pirelli e Sit-Siemens. Le prime
azioni terroristiche nacquero nel 1970 e si svilupparono maggiormente tra il 1977 e il 1980. Mario
Moretti assume un ruolo decisivo per la sua capacità militare con la quale riuscì a sviluppare gli
attacchi contro politici, magistrati, industriali e forze dell’ordine. L’attività di questo gruppo
raggiunse un altissimo livello di apprensione politico-sociale con l’evento del sequestro di Aldo
Moro, avvenuto nella primavera del 1978, che determinò paura e sconcerto nelle istituzioni
soprattutto per le ipotesi mai accertate a tutt’oggi, di appoggi di apparati deviati dei servizi segreti
italiani. Tale organizzazione visse l’inizio della propria crisi interna, grazie alla capacità delle forze
dell’ordine dello stato italiano, che concedeva sconti di pena ai membri appartenenti a tale
organizzazione, in cambio di rivelazioni di informazioni della stessa struttura e dei suoi
180
ETA pone fin a 43 años de terror,| in www.elpais.com, pubblicato il 20-10-2011, consultato il 09 maggio 2014.
Eta depone definitivamente armi, in www.ansa.it, pubblicato il 17-10-2011, consultato il 09 maggio 2014.
182
Uwe Wesel Con le bombe e le pistole 200 anni di terrorismo europeo di destra e di sinistra, dal basso e dall'alto in
www.altavista.org, pubblicato il 17-06-2004, consultato il 09 maggio 2014.
181
82
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componenti, per tale motivo nel 1987 Renato Curcio e Mario Moretti firmarono un documento nel
quale si dichiarava la fine dell’organizzazione. Alle Brigate Rosse hanno fatto parte circa 900
persone oltre a circa 300 persone appartenenti ad altri gruppi armati tra questi: Partito Comunista
Combattente, Unità Comuniste Combattenti, Partito Guerriglia e Colonna Walter Alasia. Nel 1999
attraverso nuovi attentati che vanno dal 1999 al 2003 con un comunicato la Procura della
Repubblica di Bologna dichiarava l’esistenza di una nuova composizione delle Brigate Rosse.183
7.3. Hamas
Stemma Hamas www.google.com (27.05.2014).
Hamas risulta essere l’acronimo di Harakat al-Muqawama al-Islamiyya (Movimento Islamico di
Resistenza), è un’organizzazione terroristica palestinese nasce nel 1987 e i suoi fondatori sono:
Shaykh Ahmad Yasin, Abd al-Aziz al-Rantisi e Mahmud al-Zahar e lo scopo è di combattere lo
Stato di Israele che viene considerato un intruso per la sua presenza in palestina. Tale
organizzazione ha compiuto vari attentati suicidi nei confronti dell’esercito israeliano e contro la
sua popolazione civile, provocando centinai di vittime. Contestualmente Hamas gestisce programmi
sociali guadagnando popolarità tra il popolo palestinese, con l’istituzione di ospedali, scuole e
biblioteche in tutta la Striscia di Gaza.184 L’obiettivo di Hamas è quello di cancellare lo Stato di
Israele, sostituendolo con lo Stato islamico palestinese, nel 2009 il capo del partito politico di
Damasco Khaled Mesh’al ha dichiarato che Hamas aveva l’intenzione di giungere ad un accordo
Arabo-Israeliano per una convivenza dei due Stati all’interno dello stesso territorio palestinese, se
gli israeliani avessero riconosciuto il diritto di ritorno per i palestinesi rifugiati e che in
considerazione che la parte est di Gerusalemme fosse riconosciuta come nuova capitale dello Stato,
a tale accordo non ha trovato una soluzione pacifica per entrambi i paesi. Dopo la battaglia di Gaza
del 2007, Hamas ha preso il controllo completo della Striscia di Gaza e successivamente i
funzionari eletti di Hamas furono eliminati fisicamente o allontanati dalle Autorità Nazionali
Palestinesi in Cisgiordania, e i loro incarichi vengono affidati a persone di fiducia del Fath ossia il
Presidente palestinese Mahmud Abbas e lo stesso il 18 giugno 2007 ha dichiarato l’organizzazione
di Hamas fuorilegge,185 la stessa è elencata tra le organizzazioni terroristiche del Canada,
dell’Unione Europea, del Giappone, degli Stati Uniti, della Giordania, dell’Australia e del Regno
Unito. Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti Hamas ottiene finanziamenti da Arabia
Saudita, Iran, espatriati palestinesi e finanziatori privati.186
183
Lorenzo Ruggiero, Dossier Brigate Rosse 1976 - 1978, Milano, Kaos, 2007, p. 88.
"The Covenant of the Islamic Resistance Movement (Hamas)", in www.mideastweb.org, pubblicato il 1808-1988, consultato il 09 maggio 2014.
185
Exposing the bitter truth of Gaza carnage, in www.theage.com, pubblicato il 22-06-2007, consultato il 09
184
186
maggio 2014.
"Country reports on terrorism 2005", in www.stage.gov, pubblicato il 15-04-2006, consultato il 09 maggio 2014.
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7.4. Al Qaeda
Bandiera di Al Qaeda www.google.com (27.05.2014).
Al Qaeda e un’organizzazione terroristica paramilitare nata nel 1989, i suoi ideali sono di
fondamentalismo islamico, e si occupa di azioni ostili nei confronti dei vari regini islamici filooccidentali definiti ipocriti e il mondo occidentale definito infedele. Il suo capo era il miliardario
Osama Bin Laden, che si avvaleva della guida ideologica e politica di Ayman al-Zawahiri ex
medico del Cairo e appartenente ad una famiglia di dotti religiosi e di magistrati, deceduto il 2
maggio 2011. Questa organizzazione è stata classificata come organizzazione terroristica dal
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dalla NATO, dalla Commissione Europea dell'Unione
Europea, dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, dai governi di Australia, India, Canada, Israele,
Giappone, Corea del Sud, Germania, Regno Unito, Russia, Svezia, e Svizzera. Secondo alcune fonti
Al-Qaida nasce in contemporanea all’invasione sovietica dell’Afghanistan e cioè nel 1989. Nel
2001 la Corte Federale di New York in un processo per gli attentati alle Ambasciate statunitensi del
1998 in Kenya e Tanzania, gli attribuisce la definizione di organizzazione terroristica
internazionale. Molte informazioni riguardanti Al-Qaida ed il suo cofondatore Osama Bin Laden
vengono rilasciate da Jamal al-Fadl un suo agente commerciale che dopo essersi appropriato di
110.000 dollari di Osama Bin Laden fornisce moltissime informazioni segrete dell’organizzazione
Al-Qaida diventando così un testimone degli Stati Uniti d’America.187 Da informazioni ottenute da
un ex agente della CIA Marc Sageman, esperto di organizzazioni terroristiche, è stato affermato che
non esiste nessuna organizzazione terroristica così come descritta quella di Al-Qaida, e che la stessa
è un’invenzione che nella realtà quindi non necessita di confronti. Il giorno 2 maggio 2011 Osama
Bin Laden viene ucciso in Pakistan durante un attacco di assaltatori Navy Seal della marina degli
Stati Uniti. Secondo altre fonti a Bin Laden sarebbe succeduto l’altro cofondatore Ayman alZawahiri.188 L’attentato più significativo di Al-Qaida è quello avvenuto l’11 settembre 2001con il
dirottamento di aerei di linea fatti schiantare sulle Torri Gemelle del Worl Trade Center di
Manhattan. Tale attentato cambierà la storia politico-sociale di tutto il mondo.189 All’organizzazione
terroristica di Al-Qaida vengono attribuiti l’attentato di Madrid dell’11 marzo 2004 (svolta da
un’altra cellula terroristica a loro ispirata), gli attentati di Londra del 7 luglio 2005 e l’attentato a
Sharm el Sheikh del 23 luglio 2005.190 Furono successivamente sequestrati nella casa di Bin Laden
alcuni documenti segreti nei quali venivano descritti nuovi attacchi futuri verso petroliere e trasporti
americani, il progetto dell’assassinio del Presidente Barack Obama e del generale David Petraeus
comandante dell’esercito americano ed ex direttore della CIA. Dagli stessi documenti sono risultati
diversi campi di addestramento militare in diversi paesi nel mondo compreso la Somalia.
187
The U.S. Embassy Bombings Trial, in www.pbs.org, pubblicato il 07-08-1998, consultato il 09 maggio 2014.
Nuovo leader di Al Qaeda: Ayman al-Zawahiri erede di Bin Laden, in www.infooggi.it, pubblicato il 16-06-2011,
consultato il 09 maggio 2014.
189
Bin Laden says he wasn't behind attacks, in www.cnn.com, pubblicato il 17 settembre 2001, consultato il 09 maggio
2014.
190
Spain furious as US blocks access to Madrid bombing chief, in www.thetimes.co.uk, pubblicato il 15-02-2007,
consultato il 09 maggio 2014.
188
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7.5. IRA
Soldati dell’IRA del 1921 www.google.com (27.05.2014).
IRA è l’acronimo di Irish Republican Army (Esercito Repubblicano Irlandese), in italiano
Volontari d’Irlanda, tale organizzazione militare, nasce nel 1919 come esercito della Repubblica
irlandese proclamata nella rivolta di Pasqua del 1916 e riaffermata nel gennaio del 1919, l’IRA la
guerra d’indipendenza contro le forze britanniche. dopo il trattato del 1921 Anglo-Irlandese, i
membri dell’IRA formarono l’esercito nazionale nel 1922 con a capo Michael Collins. Una parte
dell’IRA contraria al trattato, continuò ad esistere dopo la sconfitta della guerra civile irlandese che
dagli anni trenta perse l’appoggio dei Repubblicani dell’isola. Solo una piccola parte della
popolazione irlandese ritiene che tale organizzazione continui le sue attività attraverso la politica e
che in seguito hanno usato lo stesso nome come ad esempio: Provisional IRA, Continuity IRA,
Official IRA e Real IRA, l’esercito repubblicano viene anche definito Old IRA.
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8. Intelligence in Italia e nel mondo
L’intelligence è il termine inglese più noto per dare una definizione alle varie attività definite, per la
raccolta di dati e informazioni necessarie per la successiva analisi delle stesse dopo essere state
elaborate, allo scopo di ricavare informazioni utili al processo decisionale militare e/o di polizia per
la sicurezza nazionale e internazionale, e per far fronte alla prevenzione di attività destabilizzanti,
quali fenomeni di criminalità e/o terrorismo. In senso più ampio, con il termine d’intelligence
vengono identificate tutte le attività legate allo spionaggio e al controspionaggio. Tali attività
vengono espletate, da agenti d’intelligence, ovverosia, membri appartenenti alle forze armate,
agenti di polizia o di agenzie di spionaggio civile che si specializzano nell’ottenimento di
informazioni e analisi delle stesse, allo scopo di conferirle a favore di un governo o di un’altra
organizzazione. Queste attività, vengono raggruppate in strutture statali o parallele identificate con
il termine di Servizi Segreti. Le attività di acquisizioni d’informazioni vengono pianificate dagli
organi di comando in relazione agli obbiettivi prefissati da raggiungere, e la loro raccolta avviene
attraverso attività tecniche come ad esempio le intercettazioni ambientali e telefoniche,
interrogatori, fotografie, pedinamenti etc… oppure attraverso elementi esterni come le “fonti”.
Successivamente a tale attività di raccolta, le informazioni vengono elaborate e classificate,
valutando eventuali correlazioni tra di loro. L’operazione che segue è l’analisi nella quale viene
indicata l’attendibilità delle stesse, per esser poi trasferite agli organi decisionali che possano averne
necessità. E’ necessario tener presente che il servizio d’informazioni o agenzie, sia in ambito civile
che militare, non è un corpo a sé stante, ma fa parte di una struttura molto più ampia che comprende
i diversi servizi d’informazioni e controspionaggio, e le loro funzioni sono regolate da normative
costituite da leggi per ogni singolo paese allo scopo di tutelare le loro delicate funzioni.
8.1. Servizi Segreti Italiani
In Italia il sistema d’intelligence è suddiviso in due strutture.
8.1.1. AISI
Stemma AISI www.google.com (27.05.2014).
La prima è indicata con il nome di AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna), che si occupa
di raccogliere informazioni per la sicurezza nazionale e interna al territorio, con il divieto di
eseguire operazioni all’estero. L’AISI nasce dopo la Legge del 3 agosto 2007 n. 124, sostituendo il
precedente SISDE (Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica). L’incarico del direttore
dell’AISI ha la durata di quattro anni e può essere rinnovato una sola volta, il suo compito è di
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svolgere attività di prevenzione contro ogni crimine o terrorismo per la tutela della nazione.
L’attuale Direttore è il Capo si Stato Maggiore dei Carabinieri, generale di corpo d’armata Arturo
Esposito in carica dal 15 giugno 2012.191
8.1.2. AISE
Stemma AISE www.google.com (27.05.2014).
La seconda è indicata con il nome di AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna), che è il
servizio segreto italiano militare, che ha il compito di svolgere attività di spionaggio o
controspionaggio al di fuori del territorio nazionale, tra queste attività per la tutela dell’alta
tecnologia, la stessa si occupa anche di dual use e cioè di tutte quelle attività per lo sviluppo di
nuove tecnologie, che possono essere usate sia per scopi pacifici che per scopi militari, come ad
esempio l’invenzione dei reattori nucleari, che possono produrre energia elettrica, ma possono
essere usati anche per la creazione di un’arma bellica come una bomba nucleare. L’AISE nasce
dopo la Legge del 3 agosto 2007 n. 124, sostituendo il precedente SISMI (Servizio per le
informazioni e la sicurezza militare). L’agenzia ha il compito di effettuare tutte quelle attività di
controllo per l’integrità e la sicurezza dell’Italia per la tutela di minacce provenienti dall’estero e il
controllo di tutti i materiali ritenuti strategici, nonché di tutte le informazioni per la sicurezza
nazionale, a protezione di interessi politici, militari, economici, scientifici e industriali italiani.
Inoltre, deve contrastare qualsiasi minaccia proveniente dall’estero, attraverso attività di spionaggio
e dirette contro l’Italia allo scopo di danneggiare gli interessi nazionali. L’agenzia lavora in
collaborazione con il reparto informazioni e sicurezza (RIS/Difesa), per operazioni di
controspionaggio, operazioni speciali, informazioni e sicurezza nelle sedi diplomatiche, nei teatri
dove vengono impiegate forze armate italiane e svolge attività di raccolta informazioni e sicurezza
su tutto il personale acquisito o da acquisire presso il Sistema Informativo della Repubblica Italiana.
L’AISE può svolgere operazioni sia all’interno che all’esterno del territorio nazionale, inteso come
spazio terrestre, aereo, navale o marittimo incluse le ambasciate italiane all’estero. L’AISE risponde
alle autorità del Ministero della Difesa, del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero
dell’Interno, coordinata direttamente dal Presidente del Consiglio, alla direzione dell’AISE è posto
un direttore nominato e revocato dal Presidente del Consiglio dei ministri con proprio decreto,
scelto tra i dirigenti equiparati dell’amministrazione dello Stato CISR (Comitato Interministeriale
191
Esposito nuovo direttore dell’Aisi, Capolupo al vertice della Finanza, in www.ilfattoquotidiano.it, pubblicato il
15-06-2012, consultato il 12 maggio 2014.
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per la Sicurezza della Repubblica), la durata è di quattro anni e può essere rinnovato una sola volta,
l’attuale Direttore è il Generale di divisione Alberto Menenti (Esercito).192
8.2. Servizi Segreti Vaticani
Stemma Corpo della Gendarmeria vaticana www.google.com (27.05.2014).
Nello Stato della Città del Vaticano la direzione dei servizi di sicurezza, e protezione civile per
l’ordine pubblico e per le attività d’intelligence, vengono svolte dal Corpo della Gendarmeria dello
Stato della Città del Vaticano. Il 7 ottobre 2008, il Corpo entra a far parte dell’Interpol,193 nelle sue
mansioni rientra la tutela per la sicurezza del Pontefice, dei Cardinali, dei Prelati e nelle pertinenze
extraterritoriali. Il Corpo è suddiviso in due gruppi operativi e cioè il GIR (Gruppo d’Intervento
Rapido), costituito da un reparto speciale antiterrorismo, e l’unità di antisabotaggio composta da
artificieri, tale organo è composta attualmente da circa 130 uomini presenti anche in numerose zone
extra territoriali, attualmente l’ispettore generale è Domenico Giani, ex ufficiale della Guardia di
Finanza.
8.3. Servizi Segreti Francesi
Simbolo Dgse www.google.com (27.05.2014).
In Francia, il servizio d’intelligence ha subito varie trasformazioni a partire dal Deuxième Bureau
nato nel 1871 e sciolto nel giugno del 1940, il suo compito era quello di raccogliere informazioni
riguardanti le truppe nemiche. Attualmente è formato da tre strutture, qui di seguito riportate:
Direction centrale du Renseignement Intérieur (DCRI), si occupa di sicurezza del territorio interno
della Francia avvalendosi della Polizia Nazionale è nata il 1 luglio 2008 dopo la fusione della
Direction de la Surveillance du Territoire costituita nel 1907 e la Direction Centrale des
Renseignements Généraux (RG) costituita nel 1944, la sua struttura composta da una direzione
generale e otto dipartimenti: protezione economica, terrorismo, informazioni tecnologiche, pericoli
192
Chi è Alberto Manenti nuovo direttore dell’AISE il servizio segreti interni, in www.europaquoridiano.it, pubblicato il
18-04-2014, consultato il 12 maggio 2014.
193
Vatican City State, in www.interpol.int., pubblicato il 07-10-2008, consultato il 12 maggio 2014.
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sovversivi violenti, amministrazione generale, supporto, controspionaggio e affari internazionali; si
occupa inoltre di controspionaggio, antiterrorismo, cyber crime, controllo delle comunicazioni,
controllo di armi nucleari, batteriologiche, chimiche e balistiche, sorveglianza delle impresi francesi
private e pubbliche. Direction de la Protection et de la Sécurité de la Défense è un’agenzia di
sicurezza francese appartenente al Ministero della Difesa (DPSD), i suoi ruoli sono:
controspionaggio, spionaggio, antiterrorismo, antisovversioni per la sicurezza nazionale, inoltre è
responsabile delle informazioni e dei materiali e delle strutture sensibili della difesa nazionale;
collabora con DGSE e DCRI. Direction Générale de la Sécurité Extérieure (DGSE), è l’organo che
si occupa di informazioni all’estero e la finalità è di tutelare gli interessi francesi contrastando chi li
attenta, il loro motto a risultati eccelsi per cammini angusti. Tale organo è diretto dal ministro della
difesa francese. Fra gli anni ’70 e ’80 alcuni dei loro agenti si infiltrarono in alcune compagnie
americane tra le quali IBM e Texas Instruments,194 mentre nel 1994 arrestarono il terrorista Carlos
lo sciacallo avvenuto in Sudan supportati anche dai servizi segreti del posto.
8.4. Servizi Segreti Spagnoli
Stemma CNI www.google.com (27.05.2014).
Il servizio d’intelligence spagnolo ha subito varie trasformazioni dal 1939, fino a rendersi più
adeguato ai tempi moderni, convergendo in un'unica struttura che si occupa sia della sicurezza
interna del territorio spagnolo che eterna. Tale riforma avviene con la Legge del Regno di Spagna il
6 maggio del 2002 n. 11. Nel 1939 in Spagna vi erano diversi servizi informativi tra i quali: il
Servicio de Informaciòn del Movimiento che si occupava di controllare il movimento nazionale
politico. Il Servicio de Informaciòn de la Direcciòn General de Seguridad e il Servicio de
Informaciòn de la Guardia Civil che si occupava dei delitti politici. Vi erano inoltre i servizi militari
e cioè Servicios de Informaciòn del Ejército de Tierra, la Armada y el Ejército del Aire (Segundas
Secciones – Inteligencia), ed infine i Servicios de Inteligencia Exterior y de Contrainteligencia,
dipendenti dalla Tercera Secciòn (Operaciones) de Alto Estado Mayor. I vari dipartimenti pur
avendo un ruolo distinto tra loro, cooperavano allo scopo soprattutto di poter unificare le sinergie
per contrastare il terrorismo, e a tale scopo fu creata un’organizzazione a parte denominata
Organizaciòn Contrasubersiva Nacional (OCN), che doveva contrastare principalmente il terrorismo
dell’ETA. Dal 2002 i servizi segreti spagnoli si sono unificati in un unica struttura CNI (Centro
Nacional de Inteligencia), costituita da un direttore che assume il ruolo di ministro e di segretario,
istituito nel ministero della difesa e fornisce al capo del Governo spagnolo informazioni, minacce o
aggressioni all’indipendenza del territorio spagnolo e alla stabilità dello Stato. Ad esso è stato
aggregato il CIFAS (Centro de Inteligencia de las Fuerzas Armadas), che si occupa solo
d’intelligence militare e quindi di eventuali minacce provenienti dall’esterno.
194
Schweizer, Peter, "The Growth of Economic Espionage: America Is Target Number One", Foreign Affairs,1996, Vol.
75, N.1, p. 14.
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8.5. Servizi Segreti Inglesi
I servizi segreti inglesi, vengono tutt’oggi indicati con le sigle MI5 e MI6, la loro nascita ha inizio
nel 1909 ed erano sotto diretto comando dell’Ammiragliato britannico e del Ministero della Guerra,
che nel 1915 fu ridenominato Military Intelligence e diviso in vari reparti. Nel 1940 fu costituito il
SOE (Special Operations Executive), per svolgere operazioni clandestine e di sabotaggio nei paesi
occupati dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Dal 1964, le competenze del Ministero
della Guerra sono state trasferite al Ministero della Difesa e l’MI ha assunto la denominazione di
Defense Intelligence. Nel 1994 fu istituito il comitato parlamentare del controllo dei servizi
(Intelligence and Security Committee).
8.5.1 MI5
Stemma MI5 www.google.com (27.05.2014).
Dal 2001 dipende la nascita del dell’intelligence civile che fa capo all’MI5, compreso la National
Crime Agency.
La struttura in origine era così suddivisa:
MI1: forzatura dei codici segreti (oggi GCHQ)
MI2: Russia e Scandinavia
MI3: Europa dell'est
MI4: ricognizione aerea
MI5: controspionaggio (Security Service)
MI6: spionaggio (Secret Intelligence Service)
MI7: propaganda
MI8: intercettazione delle comunicazioni militari (vedi GCHQ)
MI9: operazioni sotto copertura, liberazione dei prigionieri di guerra
MI10: analisi delle armi
MI11: field security police
MI12: censura militare
MI13: non in uso
MI14 e MI15: Germania
MI16: spionaggio scientifico
MI17: spionaggio militare "Head Office"
MI18: sconosciuto (potrebbe non essere mai esistito)
MI19: interrogazione dei prigionieri di guerra.
90
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8.5.2 MI6
Stemma MI6 www.google.com (27.05.2014).
L’MI6 è la struttura d’intelligence che si occupa di tutte le informazioni e o minacce provenienti
dall’esterno. Allo stesso viene agglomerata un’altra struttura, il GCHQ (Government
Communications Headquartes), che si occupa del controllo delle comunicazioni e nel quale può
essere inserito anche personale civile, e dipende dal Ministero degli Esteri. Mentre Special Branch è
un’organizzazione costituita dalla polizia del Regno Unito e si occupa di antiterrorismo. Il 7 ottobre
2013 viene costituita la National Crime Agency che si occupa di antiterrorismo, antidroga e
riciclaggio, in collaborazione con l’MI5, mentre la National Ballistics Intelligence Service, si
occupa di raccogliere tutte le informazioni balistiche per i casi in cui vengono utilizzate armi da
fuoco.
8.6. Sevizi Segreti Tedeschi
I servizi segreti tedeschi sono formati da tre strutture.
8.6.1. MAD
Stemma del MAD www.google.com (27.05.2014).
Il MAD (Militarischer Abschirmdienst) è la struttura d’intelligence militare responsabile delle
informazioni e del controspionaggio militare ad essa è collegata la Bundeswehr con quartier
generale a Colonia, con oltre 1300 collaboratori sia militari che civili. Nel 2010 il MAD dopo la
riforma Bundeswehr è stato suddiviso in sette dipartimenti regionali:
MAD - Stelle 1
MAD - Stelle 2
MAD - Stelle 3
MAD - Stelle 4
MAD - Stelle 5
MAD - Stelle 6
MAD - Stelle 7
Kiel
Hannover
Hilden
Coblenza
Stoccarda
Monaco di Baviera
Schwielowsee
91
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8.6.2. BFV
Stemma BFV www.google.com (27.05.2014).
Il servizio segreto BFV (Bundesamt fur Verfassungsscuhtz) si occupa della sicurezza interna della
Repubblica Federale tedesca nel 2011 lavoravano al suo interno circa 3000 addetti la sua sede
principale si trova nel quartier generale di Colonia, la sua missione principale è il controllo delle
attività contrarie alla costituzione della repubblica Federale tedesca, la struttura è organizzata in
sette dipartimenti, qui di seguito riportati:
Dipartimento Z
Amministrazione
Dipartimento IT
Telecomunicazioni e Cybercrime
Dipartimento 1
Servizio centrale e supporto
Dipartimento 2
Estremismo (destra e sinistra politica)
Dipartimento 3
Controspionaggio, protezione, sicurezza e antisabotaggio
Dipartimento 4
Attività pericolosa per la sicurezza e l’attività degli estremisti che
Sono effettuati da stranieri e provenienti dall’estero
Dipartimento 5
Estremismo e terrorismo islamico
Il direttore del BFV attuale è il Presidente Hans – Georg Maaben 1 eletto nel 2012.
8.6.3. BND
Stemma BND www.google.com (27.05.2014).
La BND (Bundesnachrichtendienst) è il servizio di informazioni d’intelligence esterne della
Repubblica Federale tedesca sotto il diretto controllo del cancelliere. Opera nella prevenzione delle
minacce esterne e si occupa del controllo della guerra elettronica e delle intercettazioni. Si occupa
inoltre della raccolta d’informazioni per l’antiterrorismo internazionale, controllo di armi di
distruzioni di massa, di spionaggio industriale, di crimine organizzato, di traffico di armi e droga,
riciclaggio di denaro, immigrazione illegale e informazione militare. Il BND è nato il 1 aprile 1956.
Il BND è diviso in otto reparti operativi qui di seguito riportati:
1 Operative Aufkarung / HUMINT
2 Technische Aufklarung / SIGINT
3 Auswertung / Analisi
4 Amministrazione
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5
6
7
8
Crimine Organizzato – Terrorismo internazionale
Supporto tecnico
Scuola di formazione BND
Sicurezza e Difesa
Il Presidente è il direttore generale attualmente in carica Gerhard Schindler eletto il 7 dicembre
2011.
8.7. Servizi Segreti Cinesi
Stemma Guojia Anquan Bu www.google.com (27.05.2014).
Il Guojia Anquan Bu è l’organizzazione dei servizi segreti della Cina, che si occupa della sicurezza
di tutti i cittadini sia residenti all’interno del paese, che di quelli immigrati in altri paesi. La Guojia
Anquan Bu è l’agenzia di sicurezza nazionale più grande del mondo, all’interno dell’organizzazione
vi è una polizia segreta che si occupa principalmente del controllo di tutti i dissidenti cinesi e fa
capo al Ministero della Sicurezza di Stato, che in caso di pericoli per la nazione, assume tutti i
poteri della polizia. L’attuale ministro è Geng Huichang. Qualsiasi cittadino cinese voglia
immigrare all’estero, viene contattato dagli uomini dei servizi segreti cinesi, che regolano col
richiedente un insieme di regole comportamentali da eseguire, e il richiedente verrà contattato
periodicamente da un agente segreto, al quale consegnerà un report di condotta nel quale, vengono
descritte minuziosamente tutte le esperienze sia in ambito lavorativo che in ambito di studi. I servizi
segreti cinesi sono considerati i più potenti al mondo, di loro si conosce molto poco poiché sono
impenetrabili. Roger Faligot esperto di questioni asiatiche ritiene che i servizi segreti cinesi stiano
conducendo una vasta operazione di spionaggio industriale in ogni paese del mondo, che attraverso
un esercito di hacker addestrati stanno raccogliendo milioni d’informazioni, attraverso gli attacchi
ai siti governativi stranieri. Si presume che in occasione dei giochi olimpici tutti i giornalisti e gli
atleti presenti siano stati spiati da una struttura creata appositamente per l’occasione, e costituita dai
migliori uomini dei servizi segreti cinesi. Tutto lascia presumere che i cinesi stiano affinando
sempre più l’arte antica di spionaggio che, assieme alle nuove tecnologie sta conducendo una vera e
propria guerra invisibile, sostenuta da un budget miliardario.195 Tra le attività di maggior interesse
dei servizi segreti cinesi vi è il cyber spionaggio che viene esercitato mediante le nuove tecnologie
di intrusioni informatiche (computer network exploitation o cyber exploitation), tra cui quelle più
sofisticate come APT (Advanced Prsistent Threat).
195
Roger Faligot, I Servizi Segreti Cinesi, Roma, Newton Compton Editori, 2008 p. 94.
93
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8.8. Servizi Segreti Cubani
Fidel Castro www.google.com (27.05.2014).
La Direcciòn General de Inteligencia (servizio segreto civile cubano), è stata fondata nel 1961 ed è
sotto dipendenza del Ministero dell’Interno. Si suppone che il servizio segreto cubano è stato
finanziato dal KGB sovietico, e che ha svolto molte operazioni in diversi paesi nel mondo come il
Nicaragua, l’Angola, il Cile e Grenada. L’organizzazione dell’intelligence cubana è situata a
Campo Mantanzas fuori da L’Avana. Il quotidiano tedesco Die Welt ha trattato diversi documenti
provenienti dagli archivi dei servizi segreti della Germania dell’ovest nei quali, vengono rivelate le
prove del reclutamento di quattro ex ufficiali delle SS da parte di Fidel Castro nel 1962, durante la
crisi dei missili tra USA e URSS. Il 14 ottobre del 1962 un aereo spia U-2 degli USA riprese una
postazione missilistica russa in località San Cristobal (parte occidentale di Cuba). Quelle prove
diedero inizio alla crisi dei missili, che fu il momento più critico della guerra fredda, che avrebbe
potuto causare la più grande guerra nucleare. Dodici giorni dopo la scoperta degli Stati Uniti
d’America, Fidel Castro arruolò i quattro ex ufficiali dei reparti speciali della Waffen SS, una
milizia nazista speciale, con lo specifico compito di svolgere il ruolo d’istruttori per l’esercito
cubano. La paga offerta agli ufficiali fu di quattro volte superiore al reddito di un cittadino tedesco.
Inoltre la Germania, fornì a Cuba un vasto traffico di armi, grazie a due personaggi appartenenti
all’estrema destra: Otto Ernst Remer e Ernst-Wilhelm Springer, che fecero da tramite per l’acquisto
ed il trasporto di oltre quattromila mitragliatrici FN MAG di fabbricazione belga. Fidel Castro
quindi fin da subito cercò nuovi alleati, allo scopo di non essere completamente dipendente solo dai
russi per l’addestramento e l’armamento del suo esercito. In realtà i servizi segreti tedeschi
sostengono tutt’oggi che Fidel Castro voleva ottenere la sua totale indipendenza. Cuba quindi si
aggiungerebbe ad una lunga lista di paesi presenti nel mondo, che avrebbero avuto contatti con ex
SS dei reparti segreti nazisti, fino ad ospitarli nel proprio paese.
8.9. Servizi Segreti Turchi
Stemma MIT www.google.com (27.05.2014).
Il Millî İstihbarat Teşkilâtı (MİT) è l’organizzazione nazionale turca d’intelligence è nata nel 1965 a
sostituzione del precedente Milli Emniyet Hizmeti (MAH). L’attuale direttore è il sottosegretario
Hakan Fidan eletto il 26 maggio 2010. I servizi segreti turchi sono una struttura di natura militare e
il loro scopo principale è di ottenere informazioni per il controllo economico oltre al controllo per la
prevenzione e la sicurezza nazionale. Attualmente il MIT sta riorganizzando la sua struttura allo
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scopo di renderla più competitiva rispetto al passato, avvalendosi di tutte le ultime tecnologie. Il
parlamento turco ha approvato una nuova legge che aumenta i poteri dei servizi segreti nazionali, i
quali devono controllare tutti gli strumenti di telecomunicazioni per evitare la divulgazione di
eventuali documenti confidenziali relativi alla sicurezza militare, e pertanto il controllo va esteso a
tutti gli organi di stampa. Tale controllo deve prevenire qualsiasi reato legato al terrorismo o ad altri
reati internazionali e servizi esteri. Il MIT ha raggiunto un buon grado di collaborazione con i
servizi segreti di CIA e FBI e con i servizi segreti della Grecia, grazie alla quale riesce a contrastare
il terrorismo internazionale, come l’organizzazione terroristica denominata DHKP-C, che utilizza la
Grecia come territorio di rifugio e dal quale sviluppare enormi traffici di armi per il sostentamento e
lo sviluppo di attività di terrorismo internazionale.196
8.10. Servizi Segreti Pakistani
Stemma ISI www.google.com (27.05.2014).
L’ISI (Inter-Service Intelligence), è l’organizzazione dei servizi segreti del Pakistan è stata fondata
nel 1948 ed è nata con la nascita dello Stato pakistano e dipende dalle forze armate pakistane. L’ISI
è sostanzialmente considerato “uno Stato nello Stato” e spesso è contraria alla politica svolta dal
suo governo. Alcune fonti riservate ritengono che tale organizzazione sia in stretta collaborazione
con strutture terroristiche e connessi ad Israele, che ha sempre smentito eventuali rapporti di
collaborazione con l’ISI.197 I servizi segreti pakistani indicati con il nome di ISI si suddividono a
loro volta in diverse strutture ognuna delle quali con specifiche mansioni come qui di seguito
riportate:198
Joint Intelligence X (JIX)
Joint Intelligence Bureau (JIB): responsabile della raccolta delle informazioni provenienti da fonti
non riservate (Open Source Intelligence, OSINT) e delle informazioni umane (HUMINT), sia
all'interno sia all'esterno del Pakistan;
Joint Counter Intelligence Bureau (JCIB) : responsabile del controspionaggio sia sul territorio
pakistano, sia all'esterno di esso;
Joint Intelligence North (JIN)
Joint Intelligence Miscellaneous (JIM), responsabile della raccolta di informazioni, ed operazioni
offensive all'estero, secondo l'ISI stessa solo in tempo di guerra
Joint Signal Intelligence Bureau (JSIB): responsabile delle comunicazioni
Joint Intelligence Technical (JIT)
L’ISI ha avuto diverse collaborazioni con la CIA e con l’Arabia Saudita che li hanno aiutati ad
evitare l’invasione sovietica che non riuscì a sottomettere Kabul nel 1994. Fonti riservate ritengono
196
Sito ufficiale MIT, www.mit.gov.tr, consultato il 12 maggio 2014.
Pakistan ties with Israel? Why not, asks Musharraf, in www.reuters.com, pubblicato il 07-01-2012, consultato il 12
maggio 2014.
198
ISI chief secretly meets Musharraf in Dubai Sources, in www.dawn.com, pubblicato il 24-01-2012, consultato il 12
maggio 2014.
197
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che l’ISI controlla tutto il traffico di droga nella regione, altamente sviluppato, dal quale ricava
circa 2.000.000.000 di dollari all’anno con la vendita delle stesse.
8.11. Servizi Segreti Afghani
Stemma NDS www.google.com (27.05.2014).
La Direzione Nazionale della Sicurezza (NDS) è il servizio d’intelligence dell’Afghanistan, il suo
compito è quello di garantire la sicurezza per l’Afghanistan ed il suo governo contro i talebani e la
rete terroristica di Al-Qaida. I servizi segreti afghani ricevono un costante aiuto economico dagli
Stati Uniti d’America, Gran Bretagna e Germania. Secondo fonti di Amnesty International,
l’organizzazione dei servizi segreti afghani avrebbe violato i diritti umani contro i prigionieri, sono
accusati infatti di maltrattamenti e di estorcere informazioni con metodi violenti, come pure
l’organizzazione d’intelligence afghana è stata accusata di imporre il controllo di qualsiasi
informazione di stampa, l’NDS rigetta tali accuse, e sostiene che il suo compito è quello di tutelare
la sicurezza del paese, vigilando sul traffico di stupefacenti e di armi che sostengono e sviluppano le
attività terroristiche di Al-Qaida.
8.12. Servizi Segreti Iracheni
Bandiera GSD www.google.com (27.05.2014).
I servizi segreti iracheni, sono indicati con la denominazione GSD (Mudiriyat al-Amn al-Amma),
sono nati il 15 luglio del 2004 con lo scopo di proteggere l’Iraq dal terrorismo che a tutt’oggi mette
a rischio la sicurezza del paese, e che si sviluppa attraverso il sostentamento ottenuto dai traffici
illeciti di droghe e di armi. Il GSD e cioè l’intelligence irachena, è stata creata grazie all’aiuto degli
Stati Uniti d’America e con il supporto della CIA. La centrale d’intelligence GSD sostiene un
ulteriore struttura che ha il compito specifico di controllare tutto il territorio iracheno imponendo il
coprifuoco e con ricerche a sorpresa e imponendo il divieto di manifestazioni pubbliche, tale
modalità operativa viene applicata allo scopo di evitare eventuali attacchi terroristici.
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8.13. Servizi Segreti Iraniani
Stemma VEVAK www.google.com (27.05.2014).
L’organizzazione d’intelligence iraniana è denominata VEVAK (Vezarat-e Ettela’at va Amniat-e
Keshvar), Ministero delle Informazioni e della Sicurezza Nazionale, ed è l’unica principale
organizzazione di servizi segreti creata direttamente dal regime iraniano che ne usufruisce per tutte
le attività di sicurezza del territorio e del governo. Le informazioni relative all’organizzazione sono
circondate da una grande discrezione e non permettono di tracciarne la struttura e i suoi metodi
operativi. Tale organizzazione nasce il 18 agosto del 1984 che sostituisce il precedente servizio
segreto denominato SAVAK. Alcune fonti riservate ritengono che i servizi segreti iraniani abbiano
commesso diversi omicidi contro intellettuali e dissidenti sia all’interno del paese che all’esterno.
8.14 Servizi Segreti Israeliani
Stemma Mossad www.google.com (27.05.2014).
I servizi segreti israeliani sono indicati con il nome di Mossad (Ha-Mossad le-Modi’in ule-Tafkidim
Meyuchadim), che svolge attività di prevenzione e di sicurezza per proteggere la nazione Israele,
attraverso un’intensa attività di spionaggio e controspionaggio, oltre a contrastare il terrorismo non
solo islamico. Il suo interesse principale è ottenere informazioni segrete per l’interesse dello Stato
israeliano. Secondo alcune fonti l’organizzazione del Mossad è autorizzata spesso sotto copertura,
ad azioni paramilitari per l’esecuzione di omicidi. Tra le varie attività del Mossad, vi è lo
spionaggio contro le nazioni e le organizzazioni arabe presenti nel mondo. Mentre lo Shabak è
un’altra struttura d’intelligence che svolge attività di spionaggio per la sicurezza interna dello Stato
israeliano, mentre l’Aman è una struttura di intelligence militare. Il Mossad è ritenuto il miglior
servizio segreto al mondo, grazie alla sua efficienza, che pur di ottenere il successo operativo dei
suoi agenti segreti giunge a commettere anche gravi reati come il sequestro di persona e l’omicidio.
Il Mossad venne istituito nel 1949 per volere del primo ministro David Ben-Gurion. L’idea gli fu
suggerita da Reuven Shiloah che riteneva di enorme importanza la creazione di una struttura
d’intelligence per coordinare l’esercito e il dipartimento politico degli esteri. Nel marzo del 1951 fu
riconosciuta ufficialmente come struttura burocratica che assiste il primo ministro, e a cui risponde
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direttamente. Il Mossad è un servizio civile, anche se spesso vengono arruolati membri provenienti
dall’esercito. La sede generale del Mossad è a Tel Aviv e la sua struttura è divisa in diversi reparti:
 Il Dipartimento per la raccolta delle informazioni: il più importante; è responsabile delle
operazioni di spionaggio.
 Il Dipartimento di azione politica e relazioni diplomatiche: trattiene con altri servizi segreti.
 La Divisione Operazioni speciali: per attività paramilitari.
 Il Dipartimento LAP (Lohama Psicologhit): propaganda disinformazione
 Il Dipartimento ricerche: analizza le informazioni ottenute con l'intelligence.
 Il Dipartimento tecnologico: sviluppa le tecnologie che supportano le operazioni del servizio.
Alcune fonti riservate ritengono che vi siano altri reparti tutt’oggi segreti.
8.14.1. Le missioni
I servizi segreti israeliani hanno compiuto molte missioni in ambito internazionale, accrescendo in
tal modo la loro fama nel mondo, qui di seguito alcune di esse:
 Intercettazione del discorso con cui Nikita Khruščёv denunciava i crimini di Stalin.
 Individuazione e cattura del nazista Adolf Eichmann (1960).
 Individuazione ed uccisione dell'ex aviatore lettone Herberts Cukurs, ex membro del
Commando Arājs autore di crimini contro l'umanità ai danni del popolo ebreo.
 Operazione Damocle: sabotaggio del programma missilistico egiziano (1962/1964) tramite
azioni terroristiche (pacchi bomba, agguati, sequestri di persona, omicidi)
 "Operazione Salomone": assistenza all'immigrazione degli Ebrei etiopi in Israele.
 Eliminazione dei responsabili della strage di Monaco ai Giochi olimpici del 1972. Furono uccise
4 persone sospette, tutti politici, uno in Francia, uno in Italia
 Affare Lillehammer, malriuscita operazione del 1973 nella città norvegese di Lillehammer dove
si voleva uccidere il principale sospettato della strage di Monaco e probabile capo
dell'organizzazione terroristica "Settembre nero", ma il Mossad fu efficacemente distratto da un
innocente cameriere marocchino, colpevole solo di essere un sosia del bersaglio, fu quindi
ucciso e i 6 agenti del Mossad coinvolti furono arrestati; il bersaglio era invece in Libano, sotto
protezione politica.
 Nel 1975 il principale bersaglio dell'operazione "Collera di Dio", probabile organizzatore della
strage di Monaco e probabile capo di "Settembre nero," venne ucciso a Beirut da un'autobomba
nel 1976.
 Operazione Entebbe (Operation Yonatan): ebbe luogo nella notte tra il 3 luglio ed il 4 luglio
1976, nell'aeroporto dell'omonima città ugandese. L'operazione segreta fu decisa in seguito al
dirottamento di un volo Air France con numerosi passeggeri israeliani.
 Rapimento di Mordechai Vanunu in Italia nel 1986
 Ricerca di informazioni sensibili sul reattore nucleare iracheno di Osiraq, poi distrutto da un
raid dell'aviazione militare israeliana nel 1981.
 Supporto informativo e logistico estero per operazioni militari in territorio esterno, come nel
caso della Operazione Entebbe.
 Tentativo di collocazione (nel febbraio 1998) di apparecchi di sorveglianza in un appartamento
a Berna (Svizzera) occupato da un presunto terrorista di matrice islamica. La polizia elvetica,
intervenuta su segnalazione di un vicino allarmato dal rumore, colse sul fatto 5 agenti israeliani.
Il direttore Dani Yatom diede le dimissioni.
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Abbattimento Argo 16 www.google.com (27.05.2014).
Al Mossad fu attribuito anche l’abbattimento dell’aereo Argo 16, appartenente ai servizi segreti
italiani, l’episodio accadde a Marghera (VE) il 23 novembre del 1974. Allo stesso Mossad è stato
attribuito l’esecuzione di un’operazione richiesta dalla Gran Bretagna l’11 maggio del 2003 dove
furono impiegati 4 agenti segreti del reparto “kidon” (baionetta), che è una struttura per operazioni
paramilitari per eliminare alcuni terroristi islamici.199
8.15. Servizi Segreti Americani
I servizi segreti americani sono ufficialmente riconosciuti con le denominazioni di CIA, FBI e NSA.
8.15.1. CIA
Stemma CIA www.google.com (27.05.2014).
La CIA (Central Intelligence Agency), si occupa di ottenere informazioni per la tutela e la sicurezza
degli Stati Uniti d’America, e viene impiegata attraverso varie strutture in paesi esteri, controllando
e raccogliendo tutte le informazioni sui governi esteri, società, persone, che possano essere ritenute
pericolose per gli Stati Uniti. La CIA dispone di una sua struttura militare segreta, il cui impiego
clandestino è risultato molto efficace durante la guerra fredda, dove ha svolto diverse missioni
contro i governi stranieri. La sede centrale è in Virginia vicino a Washington, venne costituita nel
1947 dal presidente americano Truman che sostituì l’Office of Strategic Services (OSS), che nacque
per la seconda guerra mondiale. L’ideatore della CIA fu William J. Donovan inviando una proposta
al presidente Franklin Delano Roosevelt per la creazione di una nuova struttura d’intelligence che
avrebbe fatto capo al presidente. Nel gennaio del 1946 il presidente Truman realizzò la creazione
del CIG (Central Intelligence Group), nel 1947 realizzò il National Security Act, che diventa
effettivo 18 settembre 1947, mentre l’approvazione della CIA avviene nel 1949, per tutte le
opposizioni dell’FBI. La CIA viene indicata anche con il nome di “Public Law 110” che
rappresenta una regola di fisco segreto concesso per la protezione di tutte le attività svolte dagli
agenti segreti, che usufruivano del fondo federale senza alcuna limitazione e senza dover
giustificare le stese sostenute.200 Tale regola obbligava la CIA di non rivelare nessuna aspetto sia
199
Friling, Yonat: Israel’s New Head of Mossad, Foxnews, in www.foxnews.com, pubblicato il 29-11-2010, consultato il
12 maggio 2014.
200
‘Black budget’ summary details U.S. spy network’s successes, failures and objectives, in www.washingtonpost.com,
99
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formale che sostanziale che riguardasse l’organizzazione, le funzioni, le cariche, i salari e il numero
di persone impiegate. Successivamente fu creato il programma PL-110 per poter assumere
all’interno dell’organizzazione sia i disertori sia gli stranieri, che risultarono indispensabili per
ovviare alle procedure d’immigrazione e potergli offrire copertura e sostegno economico. La CIA
per molti anni ha goduto di un grande senso d’indipendenza rispetto a tutte le altre organizzazioni
militari del governo, ma con lo scandalo di Watergate accaduto agli inizi degli anni ’70, la politica
americana rivelò molte attività della CIA come i vari tentativi eseguiti per assassinare leader
stranieri e tutte le attività di spionaggio interno ritenuto illegale per le operazioni d’intelligence, allo
scopo di ostacolare la politica avversaria di Nixon, che utilizzò la CIA per spiare nei palazzi del
quartier generale del Comitato Nazionale Democratico, i suoi avversari politici, attraverso
intercettazioni e spionaggio, allo scopo di poter continuare a governare gli Stati Uniti d’America.
Tale evento costrinse Nixon alle dimissioni, e deturpò fortemente l’immagine della CIA.
Scandalo Watergate www.google.com (27.05.2014).
Il New York Times dopo essere entrato in possesso di numerose informazioni segrete detenute dalla
CIA, che riguardavano diverse operazioni clandestine svolte dalla stessa, le pubblicò e ne scaturì
l’imbarazzo delle altre istituzioni che nel 1974 determinarono nuove regole, delimitando fortemente
il potere di spionaggio della CIA e molte operazioni successive furono proibite come una missione
in Angola. Successivamente fu stabilito che solo l’FBI aveva il potere di svolgere indagini sui
cittadini americani. Negli anni cinquanta la CIA avviò un programma di ricerche scientifiche
chiamato Progetto MKULTRA per sviluppare nuove tecniche con la collaborazione di scienziati
nazisti, per il controllo mentale e comportamentale delle persone. tale progetto fu finanziato con 25
milioni di dollari e prevedevano anche violenze psicologiche e droghe da utilizzare su cavie umane
(spesso pazienti psichiatrici). La CIA fu creata con lo scopo principale di contrastare i comunisti nel
mondo, e pertanto ha sostenuto negli anni diversi gruppi anticomunisti, cercando di creare
rivoluzioni in Ucraina e Bielorussia, con l’utilizzo di spie infiltrate. Ma pur avendo investito molto
in risorse economiche e umane, il risultato fu negativo. Mentre l’influenza della CIA per combattere
il comunismo in Europa, ebbe buoni risultati soprattutto in Francia e Italia con le elezioni del 1948.
Dopo la seconda guerra mondiale la CIA creò una vasta rete d’intelligence denominata Gladio, che
era un’organizzazione militare segreta anticomunista, e utilizzò e inserì per tali scopi nella propria
organizzazione, molti esponenti nazisti e fascisti. Fra questi il generale Reinhard Gehlen che si
adoperò per l’attentato a Hitler del 20 luglio 1944, lo stesso era direttore dei servizi segreti della
Wehrmacht, un’organizzazione addetta al controllo dell’Unione Sovietica, e composta da oltre 400
spie al servizio degli Stati Uniti. L’organizzazione di Gehlen fu la più importante organizzazione
d’intelligence durante gli anni della guerra fredda e successivamente divenne la BND,
organizzazione d’intelligence tedesca, organizzata e supportata dai servizi segreti americani. Dopo
la seconda guerra mondiale attraverso la rete d’intelligence ODESSA furono favorite le fughe di
migliaia di nazisti in Sudamerica, tra questi il maggiore Karl Hass condannato all’ergastolo per
essere stato coinvolto in molte indagini relative alla strategia della tensione (terrorismo), oltre ad
pubblicato il 13-01-2002, consultato il 12 maggio 2014.
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essere stato condannato all’ergastolo assieme ad Erich Priebke per l’eccidio delle Fosse
Ardeatine.201
Francesco Cossiga e Giulio Andreotti www.google.com (27.05.2014).
Da fonti riservate il Presidente Francesco Cossiga raccontò di essere stato contattato da agenti della
CIA che lo invitarono ad evitare che Giulio Andreotti diventasse Presidente del Consiglio, poiché
era considerato troppo disponibile verso i paesi dell’est. Negli anni ’50 la CIA cercò di far
diminuire l’influenza dell’Unione Sovietica nel mondo, attraverso operazioni clandestine per
influenzare i governi eletti democraticamente, con l’inserimento di governi filo-americani, ed è
pertanto che alcuni paesi come l’Iran, che giudicano la CIA come un’organizzazione terroristica.202
Nel 1954 la CIA con un operazione denominata PBSUCCESS riuscì ad annientare in Guatemala il
governo esistente, dando supporto per creazione di un governo dittatoriale del generale Carlos
Castillo Armas, ma l’opposizione popolare si ribellò dando luogo ad una guerra civile che durò fino
al 1996. Molte operazioni segrete della CIA divennero evidenti soprattutto durante l’invasione di
Cuba, che aveva come obiettivo primario l’assassinio di Fidel Castro (Baia dei Porci), che avvenne
nel 1961, il quale esito di fallimento imbarazzò la stessa CIA e gli Stati Uniti in tutto il mondo.
Fidel Castro consapevole che la CIA avrebbe riprovato ad assassinarlo, consolidò i suoi rapporti e
legami con l’Unione Sovietica. Successivamente la CIA si dedicò alla guerra del Vietnam (19621975), creando un esercito segreto e una flotta di aeroplani denominata Air America per partecipare
nella guerra segreta in Laos. Un altro fallimento della CIA avvenne nel 1970 in Cile (progetto
FUBELT), con il quale volevano realizzare un colpo di stato attraverso la corruzione di ufficiali
cileni, e cercando di inserire un governo filo-americano. Tre anni dopo Augusto Pinochet annientò
il governo precedente del socialista Salvador Allende, grazie agli aiuti della CIA, anche se la stessa
ha sempre smentito qualsiasi coinvolgimento, ma alcuni fascicoli del progetto politico ed
economico cileno dimostrano che la CIA è stata coinvolta nelle più importanti decisioni
economiche del Cile. La CIA agli inizi degli anni ottanta, dopo la deposizione del dittatore Somoza
in Nicaragua da parte dei Contras (forze opposte), sostenne e armò gli stessi con l’amministrazione
degli Stati Uniti di Reagan, che disobbedì l’emendamento Boland che proibiva ogni tipo di
sostegno, e utilizzò i proventi della vendita delle armi in collaborazione con l’Iran, che causò uno
scandalo Iran-Contras, e nonostante una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che
imponeva il pagamento dell’affondamento di una nave mercantile, gli Stati Uniti ignorarono la
sentenza.
Attentato Torri Gemelle 11 settembre 2001 www.google.com (27.05.2014).
201
202
Sito uffuciale CIA,www.cia.gov, consultato il 12 maggio 2014.
Iran's parliament votes to label CIA, U.S. Army 'terrorist' groups, in www.cnn.com, pubblicato il 29-09-2007,
consultato il 12 maggio 2014.
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Dopo l’11 settembre 2001, la CIA incrementò notevolmente le sue attività di intelligence con lo
scopo di combattere il terrorismo internazionale e pertanto, furono condotte numerose operazioni
soprattutto in Europa denominate “extraordinary renditions”, tra le quali il rapimento di Abu Omar
avvenuto a Milano il 17 febbraio 2003 in collaborazione con i servizi segreti italiani (ex SISMI).
Tale operazione è stata svolta in maniera illegale, utilizzando anche prigioni segrete.
Abu Omar e Nicolò Pollari www.google.com (27.05.2014).
Per tale sequestro la Procura di Milano rinviò a giudizio Nicolò Pollari (ex direttore del SISMI),
assieme a 34 persone, tra le quali 26 agenti della CIA e il capo dell’intelligence USA in Italia Jeff
Castelli ex capocentro di Milano Robert Seldon Lady, ma gli Stati Uniti non hanno mai concesso
l’estradizione degli agenti segreti della CIA accusati di rapimento. 203 Uno dei personaggi importanti
per la creazione della CIA fu James Jesus Angleton nato a Boise (Idaho) il 9 dicembre 1917 e morto
il 12 maggio 1987 a Washington per un cancro ad un polmone. Il suo compito principale fu quello
di dedicarsi all’organizzazione di controspionaggio, ed è stato riconosciuto come figura di prestigio
nella lotta al comunismo. I suoi genitori si conobbero in Messico e suo padre era un ufficiale in
servizio all’8° fanteria messicana. Successivamente il padre di James Jesus Angleton 204 acquistò in
franchising la NCR (prodotti elettronici Hardware e Software), dall’Italia, e successivamente
divenne capo della Camera di Commercio americana e dopo qualche anno entrò a far parte della
Office of Strategic Services (ex OSS), motivo per il quale Angleton ha vissuto spesso a Milano
dove la sua famiglia si trasferì comprando la controllata società italiana di NCR. Angleton studiò in
Inghilterra presso Malvern College e poi a Yale ed è stato un poeta ed editore con Reed Whittemore
che ha pubblicato i più noti poeti di quel periodo. Si è formato principalmente nel New Criticism a
Yale e successivamente si arruolò alla US Army nel marzo del 1943 e nel luglio di quell’anno si
sposò con Cicely d’Autremont.
James Jesus Angleton www.google.com (27.05.2014).
Durante la seconda guerra mondiale Angleton entra a far parte della X-2 Office of Strategic
Services a Londra dove incontrò l’agente segreto doppiogiochista Kim Philby. Dal febbraio del
1944 a novembre fu trasferito in Italia in qualità di comandante del SIC (organizzazione
d’intelligence di controspionaggio dell’unita Z), che si occupava di intercettazioni delle
203
204
Dal sequestro ai processi: ecco la storia del caso “Abu Omar”, in www.ilfattoquotidiano.it, pubblicato il 19-092012, consultato il 12 maggio 2014.
Michael Holzman, James Jesus Angleton, la CIA e il mestiere di controspionaggio, University of Massachusetts
Press, 2008, pp. 7-30.
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comunicazioni radio. Alla fine della guerra diventò capo per tutta l’Italia della X-2, e aiutò nella
fuga Junio Valerio Borghese, uomo di maggiore spicco dell’organizzazione militare unità della
XMAS,205 che aveva collaborato con le SS. Angleton nello stesso periodo ebbe contatti anche con il
Bandito Salvatore Giuliano, che i carabinieri avevano scoperto nel 1945, ma furono proprio i servizi
segreti americani a insabbiare l’operato dei carabinieri, così come i servizi americani aiutarono
molti reduci della XMAS inserendoli nell’organizzazione OSS predecessore della CIA. Questo
nucleo di militi della XMAS assieme al bandito Salvatore Giuliano, avrebbero funzionato in qualità
di struttura di collegamento con i servizi segreti da loro addestrati e finanziati per lo svolgimento di
attività di sabotaggio. Nel 1944 il bandito Salvatore Giuliano viene arruolato nel movimento
indipendentista MIS assieme ad alcuni reduci della XMAS, e nello stesso periodo Salvatore
Giuliano fonda un suo movimento detto della quarantanovesima stella (voleva infatti aggiungere la
Sicilia come 49° stella nella bandiera americana). Fallito il progetto separatista, il bandito Giuliano
a partire dal 1946 cercò di sviluppare i rapporti con i suoi riferenti fascisti e con la complicità si
esponenti dello stato di estrema destra per dare luogo alla strategia della tensione italiana, fatta di
attentati a caserme, pattuglie militari e carabinieri, dando luogo ad un periodo molto lungo di
attentati, e fu proprio in quel periodo che i servizi segreti americani indussero il bandito Giuliano e i
reduci della XMAS a commettere la Strage di Portella della Ginestra avvenuta il 1 maggio 1947 e
l’attentato a Palmiro Togliatti avvenuto a Roma il 14 luglio 1948, coperti dal silenzio di stato.
Strage di Portella della Ginestra e attentato Palmiro Togliatti
www.google.com (27.05.2014).
L’interesse principale di Angleton fu quello di difendere porti e ponti attraverso la collaborazione di
Junio Valerio Borghese e per consentirgli la fuga lo fece vestire con un’uniforme americana per
portarlo da Milano a Roma ed essere successivamente interrogato dagli alleati, che lo processarono
per collaborazione con gli invasori nazisti, ma non fu condannato per crimini di guerra. Angleton
rimase in Italia dopo la fine della guerra per cercare di aggregarsi ad altri servizi segreti al fine di
sfruttare le informazioni ottenute per al vittoria del Partito Democratico Cristiano e sconfiggere così
il Partito Comunista Italiano nell’elezioni del 1948. Successivamente tornò a Washington e dopo
aver lavorato per varie organizzazioni d’intelligence diventò uno dei fondatori della CIA, dopo si
occupava della raccolta d’intelligence estera e dei collegamenti con altre organizzazioni simili alla
CIA. Dal 1951 Angleton diventò il responsabile per i contatto con il Mossad. Nel corso dei suoi
anni Angleton ha sviluppato molteplici conoscenze nel suo ambito professionale, anche con poeti,
pittori e giornalisti, ma nel 1951 due suoi colleghi Guy Burgess e Donald Maclean fuggirono a
Mosca e Angleton assieme al suo amico Philby furono sospettati di aver dato loro comunicazioni
segrete, decodificate successivamente dagli agenti segreti dell’URSS.206 Angleton ha mantenuto la
sua carriera all’interno della CIA in qualità di responsabile del personale per il controspionaggio e
per il coordinamento con gli altri servizi segreti alleati, ma contestualmente è stato quasi sempre
sospettato di essere un agente segreto doppiogiochista, e soprattutto è stato ritenuto da diverse
intelligence nel mondo, comprese le intelligence italiane, un agente segreto a capo anche di altre
organizzazioni d’intelligence oltre alla CIA. Egli riteneva che le funzioni principali di
un’organizzazione d’intelligence erano sostanzialmente due: ottenere segreti, e proteggere e
205
Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe Nero e il sea Devils: The Story of Valerio Borghese e l’Elite Unità
della Decima Mas, Da Capo Press, 2009, p. 183.
206
Bearden, Milton; Risen, James, The Main Enemy: The Inside Story of the CIA's Final Showdown with the KGB.
Random House Publishing Group. p. 38.
103
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prevenire le intelligence straniere con il controspionaggio, attraverso la penetrazione in altre
organizzazioni d’intelligence. In altre parole Angleton sosteneva che tutte le organizzazioni
d’intelligence potevano essere penetrate, e che questo aspetto era a conoscenza di tutte le
intelligence presenti al mondo, e che per tale motivo le stesse cercavano reclutamenti in intelligence
straniere costantemente. Tale concetto creò dissensi e tensioni all’interno della CIA, per le
supposizioni che cominciarono a nascere in merito ad eventuali talpe interne, come lo stesso
Angleton, che riteneva il KGB autore di un disgregamento interno della CIA.207 Anche l’FBI accusò
Angleton di essere un agente segreto del KGB, che dopo varie pressioni diede le dimissioni nel
1974 e contestualmente alla sua uscita dalla CIA molti uomini ritenuti vicini ad Angleton, furono
costretti a dare le dimissioni, riducendo il personale da 300 a 80 persone.
Successivamente nel 1975 la CIA assegnò ad Angleton il Distinguished Intelligence Medal, che era
la seconda più alta onorificenza. Angleton è stato accusato inoltre di rapporti con la mafia italiana
che lo aiutarono in attività d’intelligence nell’immediato dopoguerra.
Distinguished Intelligence Medal riconoscimento ad Angleton www.google.com (27.05.2014).
Edward Jay Epstein fu uno dei sostenitori che gli agenti della CIA e dell’FBI avessero permesso al
KGB di penetrare le intelligence americane, e nel 1970 George HW Bush incaricato dal presidente
Ford creò una “squadra B” di agenti segreti appartenenti al Foreign Intelligence Advisory Board. La
CIA fu comunque accusata di aver speso ingenti quantità di denaro, e nel 1977 il presidente Jimmy
Carter dovette affrontare notevoli tagli, accusando della cattiva gestione economica lo stesso
Angleton, oltre a 50 indagati appartenenti al personale di Angleton.208
8.15.2. FBI
Stemma FBI www.google.com (27.05.2014).
L’altro organo dei servizi segreti degli Stati Uniti d’America è rappresentato dall’FBI (Federal
Bureau of Investigation), ed è un’organizzazione operativa appartenente al Dipartimento della
207
Michael Holzman, James Jesus Angleton, La CIA e il mestiere di controspionaggio, University of Massachusetts
Press, pp. 7-30.
208
Was Angleton Right?, in www.edwardjayepstei.com, pubblicato il 30-12-2004, consultato il 12 maggio 2014.
104
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Giustizia degli Stati Uniti. Il motto dell’FBI è: Fedeltà, Coraggio, Integrità, ed è derivata dalla
precedente organizzazione denominata BOI (Bureau of Investigation), che durò fino al 1935 sotto la
direzione di J. Edgar Hoover che apportò importanti cambiamenti nel mondo dell’intelligence degli
Stati Uniti per migliorare le agenzie investigative. Tra queste l’FBI Accademy e il complesso di
Criminal Justice Information Services Division, due supporti essenziali per tutti gli uffici dell’FBI.
La missione dell’FBI è svolgere attività d’intelligence volta al recupero d’informazioni per il
controllo del terrorismo e di tutte le presunte minacce esterne regolate dall’Articolo di Legge 28
Sezione 533 del Codice degli Stati Uniti che autorizza il Segretario Generale degli Stati Uniti ad
assegnare a tutti gli ufficiali appartenenti all’FBI l’autorizzazione ad investigare su crimini
specifici, successivamente le informazioni ottenute verranno valutate dal competente Segretario
degli Stati Uniti che ne avvalora l’eventuale perseguibilità. Gli argomenti di maggiore priorità
dell’FBI sono qui di seguito riportati:
1. Proteggere gli Stati Uniti dagli attacchi terroristici.
2. Proteggere gli Stati Uniti da operazioni di spionaggio da parte di agenzie straniere.
3. Proteggere gli Stati Uniti dagli attacchi cibernetici e dal crimine informatico.
4. Proteggere i diritti civili.
5. Combattere la corruzione politica su tutti i livelli.
6. Combattere le organizzazioni e le imprese criminali nazionali ed internazionali.
7. Combattere la grande criminalità dei colletti bianchi.
8. Combattere i maggiori crimini violenti.
9. Collaborare con i partner federali, statali, locali ed internazionali.
10. Migliorare la tecnologia per il successo delle operazioni dell'FBI.
Con l’approvazione della Legge Patriot Act, l’FBI ottiene maggior potere nello svolgimento delle
indagini a scopo di sicurezza nazionale, con l’utilizzo massiccio di intercettazioni e di controllo di
tutte le attività svolte su Internet, attività di spionaggio indicata con il nome di sneak and peek
(infiltrati e guarda), che permette all’FBI di poter ispezionare qualsiasi luogo abitativo senza dover
chiedere l’autorizzazione. Con tale sistema l’FBI ha ottenuto enormi successi contro tutti coloro che
sono stati sospettati di terrorismo, una modalità operativa ottenuta grazie all’innovazione
tecnologica. Un altro grande interesse dell’FBI è combattere ogni tipo di crimine, compreso quelli
informatico, la corruzione pubblica, i diritti civili in collaborazione col Dipartimento di Giustizia, il
traffico di droga, e per migliorare l’esito di ogni tipologia d’indagine, l’FBI ha creato al suo interno
squadre speciali dedite ai crimini specifici, come ad esempio la DEA (Drug Enforcement
Administration), che si occupa del controllo di tutte le droghe; il RICO (Racketeer Influenced and
Corrupt Organizations), che si occupa di tutti i reati commessi per la corruzione pubblica e privata.
L’FBI ha avuto un ruolo determinante per la lotta al crimine, soprattutto negli anni ’30 gli uomini
dell’FBI catturarono ed uccisero un gran numero di criminali, tra questi: John Dillinger, Baby Face
Nelson, Kate Ma Barker, Alvin Karpis e George Machine Gun Kelly, ma vi è l’ipotesi non
confermata, che l’identità dell’FBI sia stata ingigantita e che probabilmente non abbia mai
raggiunto notevoli risultati nella lotta al crimini. Negli anni quaranta l’FBI arresta otto agenti
tedeschi che progettavano il sabotaggio contro alcuni obiettivi sensibili degli Stati Uniti, sei dei
quali furono giustiziati, come pure l’FBI riuscì a fermare un esercito di rivoluzionari messicani
lungo il confine della California nel 1920. Dagli anni ’40 fino agli anni ’70 l’FBI condusse
numerose indagini contro l’unione sovietica, in accordo con il Regno Unito, per forzare i codici di
Venona209 per criptare tutta la messaggistica diplomatica sovietica e le telecomunicazioni, Hoover
era a capo di questo progetto, ma non riuscì ad avvertire la CIA fino al 1952.
209
Robert L. Benson, The Venona Story,National Security Agency, in www.web.archive.org, pubblicato il 30-04-2004,
consultato 12 maggio 2014.
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Rudolf Abel www.google.com (27.05.2014).
Altra azione importante dell’FBI fu la scoperta e l’arresto di Rudolf Abel che era un agente
infiltrato dell’Unione Sovietica.210 Hoover continuò in indagini per contrastare il comunismo
presente negli Stati Uniti d’America, e tra gli anni 1950 e 1960 gli agenti segreti dell’FBI erano
sempre più preoccupati per i capi di movimenti politici dei diritti civili e attraverso un’operazione
chiamata COINTELPRO211 cercò di individuare e distruggere tutte le organizzazioni politiche
dissidenti all’interno degli USA tra le quali la Southern Christian Leadership Conference. Tra i vari
sospettati l’FBI condusse varie indagini nei confronti di Martin Luther King, ma non avendo mai
trovato alcuna prova di crimine, l’FBI provò ad utilizzare alcune intercettazioni telefoniche
riguardanti relazioni sessuali di King per minacciarlo, e nel 1991 il Washington Post dichiarò che
l’FBI aveva inviato qualche lettera anonima per invitare King a suicidarsi. Con la morte del
presidente John F. Kennedy la giurisdizione degli Stati Uniti d’America affidò tutte le indagini alla
polizia locale, che furono successivamente affidate all’FBI tramite il presidente successivo Lyndon
B. Johnson,212 e per evitare ulteriori confusioni fu approvata una legge che dava mandato esclusivo
alla sola FBI per indagini simili.
Sam Giancana e John Gotti www.google.com (27.05.2014).
Con l’approvazione del provvedimento RICO che si occupava di tutte le organizzazioni criminali,
del racket e della corruzione, l’FBI indagò per molteplici organizzazioni criminali e le indagini
venivano svolte spesso da agenti sotto copertura che riuscirono a contrastare efficacemente, come
quelli capeggiati da Sam Giancana e John Gotti. Il RICO viene utilizzato dall’FBI ancora oggi per il
controllo del crimine organizzato. Nel 1984 l’FBI creò un gruppo di agenti speciali simili allo
SWAT denominato gruppo HRT (Hostage Rescue Team squadra di recupero ostaggi), per il
controllo del terrorismo durante le Olimpiadi di Los Angeles del 1984, l’idea nacque dalle
Olimpiadi di Monaco di Baviera dove gli atleti Israeliani furono assassinati dai terroristi. Questo
gruppo è esistente tutt’oggi e dirige tutte le operazioni speciali dell’FBI contro il terrorismo. Nel
1984 l’FBI creò una squadra di analisi informatica denominata CART (Computer Analysis and
Response Team). Verso la fine degli anni ’80 furono impiegati oltre 300 agenti speciali per
operazioni di controspionaggio allo scopo di contrastare il crimine violento. Con la fine della
Guerra Fredda il terrorismo non era più considerato dall’FBI una grave minaccia, e pertanto
divenne una struttura di polizia locale dedita al rintraccio di latitanti pericolosi che avessero
210
Romerstein Herbert, Eric Breindel, The Venona Secrets, Exposing Soviet Espionage and America's Traitors, Regnery
Publishing, Inc., 2001, p. 209.
211
Mike M. Cassidy, A Short History of FBI COINTELPRO, in www.monitor.net, pubblicato il 26-05-1999, consultato
il 12 maggio 2014.
212
Reid Sarah A., One of the biggest things the FBI has ever done, in www.winchesterstar.com, pubblicato il
26-07-2006.
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oltrepassato i confini di stato. Inoltre molti laboratori dell’FBI furono utilizzati per sviluppare test
scientifici sul DNA creando una banca dati di criminali che veniva archiviata anche con l’uso delle
impronte digitali. Tra il 1993 e il 1996 l’FBI condusse diverse indagini antiterrorismo tra le quali
l’attentato al World Trade Center di New York nel 1993, e nel 1995 condusse un’indagine per
l’attentato di Oklahoma City che nel 1996 portò all’arresto di Theodore Kaczynski indicato con il
nome di Unabomber.
Theodore Kaczynski denominato Unabomber www.google.com (27.05.2014).
Le innovazioni tecnologiche e le capacità di analisi dell’FBI non sempre hanno riscontrato la
condivisione del loro successo e l’ostilità verso l’FBI è presente tutt’oggi. In seguito alle nuove
creazioni collegate a Internet, come ad esempio i virus, l’FBI cominciò ad incrementare il controllo
elettronico sia nella pubblica sicurezza sia nel privato e successivamente nelle telecomunicazioni, e
con gli attentati dell’11 settembre 2001, il Direttore dell’FBI Robert Mueller, riorganizzò l’FBI
prestando maggiore interesse alla lotta contro la criminalità e il terrorismo, oltre alla lotta contro la
corruzione e le intelligence nemiche, che risultavano enormi minacce per gli Stati Uniti d’America.
Sede FBI www.google.com (27.05.2014).
La sede centrale dell’FBI risiede a Washington che è supportata da oltre 400 agenzie residenti negli
Stati Uniti e da oltre 50 uffici legali presso le Ambasciate e i Consolati americani. Alcuni settori
speciali dell’FBI sono ubicati nelle basi di Quantico, Virginia, Clarksburg e West Virginia.
L’accademia di Quantico in Virginia è il luogo dove vengono inviati gli agenti speciali dell’FBI,
che devono superare un corso di 21 settimane, e la stessa scuola viene utilizzata per la creazione
delle agenzie locali e nazionali. In questa scuola i futuri agenti ricevono addestramento di polizia, di
scienze forensi, di scienze tecnologiche, oltre all’addestramento investigativo, addestramento fisico
e all’applicazione pratica di tutti gli studi svolti. Il direttore dell’FBI è responsabile di tutte le
operazioni quotidiane della struttura e di suoi collaboratori, assicurandosi che tutte le missioni
vengano svolte in maniera corretta. Prima dell’11 settembre 2001 il Direttore aggiornava
personalmente il Presidente degli Stati Uniti d’America per qualsiasi problema interno all’FBI, ma
da allora il Presidente dell’FBI deve comunicare qualsiasi informazione relativa a problematiche al
direttore nazionale dell’intelligence degli Stati Uniti che informa il Presidente successivamente. Il
reclutamento di agenti segreti da inserire nell’organico dell’FBI è molto rigido e oltre alle capacità
professionali, bisogna ottenere le autorizzazioni di indagini e di controllo SSBI (Single Scope
Background Investigation), che vengono gestite dall’ufficio del personale. I potenziali agenti
speciali devono ottenere l’autorizzazione per frequentare la struttura di addestramento dell’FBI
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presso la base del corpo dei Marine di Quantico in Virginia, e i candidati devono superare diversi
test, che includono anche quelli di resistenza fisica, oltre al superamento di oltre 1000 ore di
addestramento e successivamente vengono dislocati in vari paesi nel mondo a seconda delle loro
competenze. Sin dagli anni 2000 l’FBI ha cercato di rendere la sua struttura adeguata alla nuova
tecnologia ma il progetto Trilogy213 che doveva dare un ammodernamento non è stato concluso per
mancanza di fondi. Nel gennaio del 2005 l’FBI che aveva previsto una spesa di oltre 100 milioni di
dollari, ha dovuto abbandonare il progetto poiché è stato ritenuto da esperti non adeguato. Nel
marzo 2005 è stato avviato un ulteriore progetto indicato con il codice Sentinel 214 completato nel
2009.
Robert Hanssen www.google.com (27.05.2014).
Nel febbraio del 2001 Robert Hanssen fu scoperto a vendere informazioni ad agenti segreti
dell’Unione Sovietica e che la sua condotta risaliva dal 1979, lo stesso fu condannato nel 2002 a
vita. Tale avvenimento indusse le autorità dell’FBI a rivalutare tutte le politiche di sicurezza
dell’organizzazione, ed è stato ipotizzato che lo stesso Hanssen avesse fornito informazioni per
l’attentato dell’11 settembre 2001.
8.15.3. NSA
Stemma NSA www.google.com (27.05.2014).
La NSA (National Security Agency), è l’ennesima struttura d’intelligence degli Stati Uniti
d’America che si occupa di sicurezza nazionale interna, allo scopo di tutelare il territorio da
eventuali minacce o attacchi provenienti sia da altri paesi esteri o da organizzazioni di terrorismo
interno, nonché di proteggere le telecomunicazioni, i dati e i messaggi inviati fra gli uffici
governativi.215 L’NSA nasce dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America il 20 marzo
del 1949, è un’agenzia di difesa delle comunicazione e dello spionaggio elettronico, che
inizialmente aveva poco potere decisionale nell’espletamento delle sue funzioni, ma il 10 dicembre
213
Roseanne Gerin, SAIC rejects Trilogy criticism, in www.washingtontechnology.com, pubblicato il 14-01-2005,
consultato il 12 maggio 2014.
214
Michael Arnone, Senators seek to fast track FBI's Sentinel, in www.fcw.com, pubblicato il 25-06-2005, consultato il
12 maggio 2014.
215
James Risen e Eric Lichtblau, Bush Lets U.S. Spy on Callers Without Courts, in www.nytimes.com, pubblicato il
16-12-2005, consultato il 12 maggio 2014.
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del 1951 il Direttore della CIA Walter Bedell Smith, informò James B. Lay segretario esecutivo del
Consiglio di Sicurezza Nazionale che la raccolta di analisi e dell’intelligence svolta dalla NSA non
era adeguata e si rivelava inefficace, pertanto il 13 dicembre 1951 fu autorizzato un livello più
elevato del lavoro svolto dalla NSA dal presidente Harry S. Truman ordine esecutivo numero 12333
con il quale si autorizzava NSA a svolgere una maggiore attività spionistica delle telecomunicazioni
che con la creazione del Data Encryption Standard (DES), creò un sistema innovativo di cifratura
sia standard che pubblico, usato dal governo degli Stati Uniti. Durante lo sviluppo di questo nuovo
sistema di tutela dei dati, creato e sviluppato dalla IBM negli anni ’70 la NSA 216 modificò gli
algoritmi rendendoli sufficientemente intercettabili. In effetti la lunghezza delle chiavi utili a
crittografare tutte le telecomunicazioni era stata ridotta volutamente a circa la metà rispetto alla
chiave ipotizzata durante il progetto. Tale riduzione permetteva quindi di poter intercettare qualsiasi
comunicazione con un massiccio metodo di attacco di criptoanalisi, di fatti dai 128 bit ipotizzati per
la crittografia delle comunicazioni da IBM, fu realizzato un programma crittografico di soli 56 bit,
rendendo così molto più semplice il calcolo da parte di eventuali attacchi per la lettura delle
informazioni governative degli Stati Uniti. A causa di questa controversia l’NSA viene limitata
nello svolgimento delle sue prestazioni affidandogli solo la creazione di hardware, mentre i
software sono stati per molti anni tutelati da segreto, poiché considerati come munizioni, aerei da
combattimento, carri armati e bombe atomiche.
Simbolo alleanza UKUSA www.google.com (27.05.2014).
Gli Stati Uniti d’America assieme a Regno Unito, Australia, Canada e Nuova Zelanda progettarono
un accordo denominato UKUSA con il quale condividevano il sistema ECHELON per monitorare
tutte le comunicazioni civili, telefoniche, fax e dati di tutto il mondo. Tale sistema ha tre basi una
vicino ad Harrogate (Yorkshire), un altro sito Sugar Grove (Virginia Occidentale) e un sito a
Yakima (Waskington). Il sistema permette di intercettare qualsiasi comunicazione nel mondo,
scavalcando la direttiva 18 della United States Signals Intelligence della NSA che proibisce
qualsiasi intercettazione non autorizzata dal Procuratore Generale degli Stati Uniti d’America,
eccetto nei casi di richiesta di aiuto civile o di emergenze come l’11 settembre 2001. In tal modo
quindi la NSA in collaborazione con i suoi partners nello scambio di informazioni, è riuscita a
raggirare le restrizioni di controllo per le agenzie di intelligence, spiando tutti i cittadini americani,
restituendosi reciprocamente le informazioni necessarie. Il progetto UKUSA viene quindi
considerato dagli altri paesi esterni all’alleanza, un sistema di spionaggio sia politico che
industriale, un sistema quindi necessario per acquisire informazioni segrete spesso di natura
militare. Il 16 dicembre del 2005 il New York Times pubblicò questo sistema di intercettazioni
telefoniche che avvennero sotto l’amministrazione del Presidente George W. Bush, che si giustificò
sia verso l’opinione pubblica che verso le autorità governative, asserendo che le scelte di tali attività
d’intelligence, furono espletate solo per contrastare il terrorismo, ma fu fortemente contestato dalle
216
Tom Carver, la più potente agenzia di spionaggio degli Stati Uniti, in www.bbc.co.uk, pubblicato il 02-06-2002,
consultato il 12 maggio 2014.
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autorità degli Stati Uniti che ritennero tale sistema illegittimo e illegale nel rispetto delle istituzioni
degli Stati Uniti d’America.217
Casa Bianca www.google.com (27.05.2014).
La Casa Bianca chiese al New York Times, di non pubblicare questo articolo per evitare di mettere
a repentaglio il prosieguo delle indagini, ma il New York Times le pubblicò a distanza di un anno,
omettendo alcune informazioni che potevano essere utilizzate dai terroristi. Alle notizie rivelate dal
New York Times, vi furono diverse contestazioni rivolte al presidente Bush, come quelle rivolte dal
senatore Arlen Specter presidente della Commissione giustizia del Senato che, rivolgendosi allo
stesso dichiarò la sua netta disapprovazione per il metodo e l’uso indiscriminato delle
intercettazioni senza aver chiesto la necessaria autorizzazione. Dello stesso parere fu il congressista
Rob Simmons presidente della sottocommissione sull’intelligence, che chiese al presidente Bush se
vi fossero stati ulteriori motivi sconosciuti, per l’aver disposto un sistema d’intercettazione massiva
come ad esempio il sistema ECHELON, poiché non era comprensibile la mancata richiesta di
autorizzazioni.
Presidente Bush www.google.com (27.05.2014).
Il 17 dicembre del 2006 il presidente Bush fece un annuncio televisivo, durante il quale affermò la
sua responsabilità per aver utilizzato i sistemi d’intercettazione senza aver richiesto le dovute
autorizzazioni, al fine di evitare di compromettere le attività d’intelligence atte a prevenire eventuali
attacchi di terrorismo. In queste ammissioni si notò visibilmente la sua rabbia rivolta agli
oppositori, che gli contestavano le sue decisioni operative, paragonandolo ad un re. Fu in ogni caso
riconosciuta l’utilità della struttura NSA, per il lavoro svolto nel corso degli anni a tutela della
sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America, giustificando i costi per sostenerla, basti pensare
che la bolletta dell’energia elettrica dell’edificio nel Maryland, ammonta a circa 21 milioni di
dollari. Alcuni risultati del lavoro svolto dall’NSA ne dimostrano la valenza, come ad esempio:
EKMS Electronic Key Management System
217
"US eavesdropping program 'saves lives': Bush", in www.smh.com, pubblicato il 18-12-2005, consultato il 12
maggio 2014.
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FNBDT Future Narrow Band Digital Terminal
Fortezza crittografia basata su gettone di cifratura portatile in formato PC Card
KL-7 ADONIS macchina di cifratura a rotore fuori linea (post-II g. m.-anni 1980)
KW-26 ROMULUS cifratore per telescrivente elettronica in linea encryptor (anni 1960–anni
1980)
KW-37 JASON cifratore per trasmissioni di flotta (anni 1960–anni 1990)
KY-57 VINSON cifratore di voce per radio tattica
SINCGARS radio tattica con salto di frequenza controllato crittograficamente
STE Secure Telephone Equipment
STU-III vecchia versione di unità telefonica sicura
Ultra
Magic (crittografia)
Purple code
Progetto VENONA
Incidente del golfo del Tonchino
incidente della USS Liberty
USS Pueblo (AGER-2)
ECHELON218
Gli ultimi avvenimenti storici riguardanti l’NSA, rivelano comunque una certa inaffidabilità,
relativa al controllo per la riservatezza delle informazioni che l’organizzazione NSA ha ottenuto e
ottiene tutt’oggi, nello svolgimento del suo lavoro d’intelligence.
Edward Snowden www.google.com (27.05.2014).
Le agenzie dall’NSA sono in grado di accedere a innumerevoli informazioni, oltre a importanti
innovazioni tecnologiche create dalle aziende industriali, anche nel campo della telefonia e Internet
in ambito mondiale, tutte informazioni che sono state rivelate da un ex dipendente della NSA
Snowden, un evento che ci pone dinnanzi ad alcune domande precise, e cioè: quanto sia elevato il
controllo interno dell’organizzazione d’intelligence NSA? Quanto siano sicure le loro protezioni, in
un contesto oltretutto del rispetto delle leggi per i diritti dell’uomo?
8.16. Servizi Segreti Russi
I servizi segreti russi sono ufficialmente riconosciuti con le denominazioni di KGB, FSI, SVR e
GRU.
218
ECHELON principali stazioni, in www.word-information.org, pubblicato il 11.07.2013, consultato il 12 maggio
2014.
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8.16.1. KGB
Stemma KGB www.google.com (27.05.2014).
Il KGB (Komitet Bezopasnosti Gosudarstvennoy) è stata la principale agenzia d’intelligence
dell’Unione Sovietica nata per la sicurezza nazionale e fondata nel 1954 da precedenti
organizzazioni d’intelligence russe tra le quali Ceka, NKGB e MGB, decaduta nel 1991, diretta dal
Consiglio dei ministri. Il KGB si occupava sia di intelligence militare che di informazioni
riguardanti l’esercito sovietico di truppe interne come l’MVD.219 Le sue attività principali
d’intelligence erano rivolte all’intelligence straniera e al controspionaggio relativo alla salvaguardia
dei confini territoriali dello stato russo e del controllo del Comitato Centrale del Partito Comunista e
del governo sovietico, garantendo tutte le comunicazioni del governo, oltre al contrasto e alla lotta
contro il dissenso e le attività di eversione per la stabilità delle autorità governative. Dopo lo
smembramento dell’Unione Sovietica il KGB è stato suddiviso in Servizio federale di sicurezza e il
Foreign Intelligence Service della Federazione Russa, dopo la rottura delle relazioni con la
repubblica di Georgia nei primi anni del 1990 con l’aiuto russo. Fino al 1983 il KGB era
considerata la struttura d’intelligence per la raccolta di informazioni più potente al mondo,
sviluppando attività di spionaggio sia legali che illegali, in diversi paesi nel mondo dove era
presente una cellula legale che raccoglieva informazioni segrete presso le ambasciate sovietiche o
presso i consolati, che garantivano in caso di necessità per eventuali procedimenti giudiziari
l’immunità diplomatica, e qualora la spia fosse stata scoperta tornava in Unione Sovietica. Nel
contempo, in territorio sovietico, il controspionaggio si occupava di rilevare eventuali spie straniere
che una volta evidenziate venivano dichiarate persone non gradite e venivano espulse dall’Unione
Sovietica. Il KGB svolgeva quattro tipi di spionaggio: politico, economico, strategico-militare e
disinformazione che veniva espletata attraverso il controspionaggio. Le spie russe che venivano
destinate nei paesi degli Stati Uniti d’America, giungevano nell’ambasciata sovietica a Ottawa
(Canada),220 dove il primo loro compito era quello di rubare fotografie di documenti, contatti, per
formalizzare entità sottocopertura e venivano identificati dall’Unione Sovietica come agenti
provocatori, che dovevano appunto creare disordine politico e sociale e influenzare e organizzare
rapimenti e omicidi.
Mikhail Gorbaciov www.google.com (27.05.2014).
219
220
Andrei Sakharov, The File KGB, in www.yale.edu, pubblicato il 10-08-1991, consultato il 12 maggio 2014.
"Soviet Use of Assassination and Kidnapping, in www.cia.gov, pubblicato il 19-01-2014, consultato il 12
maggio 2014.
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Nel 1991 il KGB guidò un tentativo di colpo di stato in Unione Sovietica, per deporre il Presidente
Mikhail Gorbaciov, ma il tentativo fu sventato dalla polizia segreta FSB e dall’agenzia di
spionaggio SVR.
Guerra fredda www.google.com (27.05.2014).
Durante la Guerra Fredda il KGB è riuscito a ricostruire la maggior parte delle sue cellule illegali
negli Stati Uniti d’America. Il successo del KGB si ebbe nel 1967, grazie a John Anthony Walker,
agente infiltrato d’intelligence russa,che riuscì a decifrare oltre un milione di messaggi della Marina
Militare degli Stati Uniti d’America, e grazie all’ampliamento del monitoraggio dei satelliti,
l’Unione Sovietica riuscì a sconfiggere la rivoluzione ungherese del 1956 e la Primavera di Praga
nel 1968 in Cecoslovacchia.
Mikhail Gorbaciov e Giovanni Paolo II www.google.com (27.05.2014).
Il KGB aveva previsto una certa instabilità politica dopo che l’Arcivescovo di Cracovia Karol
Wojtyla fu eletto Papa prendendo il nome di Giovanni Paolo II nel 1978, poiché era considerato un
sovversivo e anticomunista. Successivamente il KGB si dedicò ad attività di spionaggio rivolte a
infiltrazioni sociali, allo scopo di individuare tutte le organizzazioni anticomuniste, cercando di
combattere le sovversioni ideologiche, nel tentativo di scoraggiare le ostilità, che indebolivano il
governo russo. Il KGB aveva diversi piani di sabotaggio da attivare nei paesi ritenuti nemici,
attraverso operazioni di infiltraggio e disinformazioni per screditare i nemici dell’Unione Sovietica.
Nel 1960 James Jesus Angleton agente infiltrato della CIA riuscì a ottenere varie informazioni
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relative l’organizzazione del KGB, trasferendole al controspionaggio dell’FBI, ma l’FBI lo
considerò una fonte d’intelligence straniera e quindi non affidabile poiché ritenuto doppiogiochista.
Solo successivamente Hanssen dimostrò che le informazioni di Angleton erano corrette e per tali
dichiarazioni si dimise dalla CIA nel 1975. Verso la metà degli anni ’70 il KGB provò segretamente
di comprare tre banche della California, allo scopo di accedere ai segreti dell’alta tecnologia
americana, ma il tentativo fu reso vano grazie all’intervento della CIA. Le banche erano: la
Peninsula National Bank di Burlingame, la First National Bank di Fresno e la Banca nazionale
Tahoe a South Lake Tahoe.221 Queste banche avevano finanziato alcune società che si occupavano
appunto di costruzioni tecnologiche innovative.
Sheikh Mujibur Rahman www.google.com (27.05.2014).
Il 2 febbraio del 1973 il KGB cerca di influenzare il governo del Bangladesh appoggiando la
candidatura politica a Sheikh Mujibur Rahman, al quale garantirono il loro appoggio, e nel giugno
del 1975 Sheikh Mujibur Rahman formò un nuovo partito denominato Baskal, e in quel periodo il
KGB riuscì a infiltrarsi nel tessuto sociale del Bangladesh attraverso la stampa di giornali con i
quali influenzavano tutta la politica locale, tre anni dopo il KGB ritenne che Zia Rahman e il suo
regime avesse legami con gli Stati Uniti, pertanto il regime cadde cinque anni e mezzo dopo grazie
alle infiltrazioni del KGB. Durante lo stesso periodo la CIA creò la Operation Arsenal
un’operazione nata per tutelare il presidente del Bangladesh. Nell’agosto del 1979 il KGB arrestò
alcuni ufficiali a Dhaka nel tentativo di rovesciare il governo che decadde nel 1981. Il KGB
nell’aprile del 1978 provò ad infiltrarsi in Afghanistan allo scopo di dare man forte al partito
comunista locale, e nell’intento di rovesciare il governo in carica, con una nuova formazione
politica filorussa, ma nonostante tutti gli sforzi e il lavoro svolto d’intelligence per il realizzo di tale
progetto, il risultato fu catastrofico e nel corso di vari scontri morirono oltre 300 agenti segreti del
KGB, che non riuscì nel colpo di stato in Afghanistan.222 Successivamente al 20 agosto del 1991 il
KGB fu sostituito dal FSK e conseguentemente dall’attuale FSB.
8.16.2. FSB
Stemma FSB www.google.com (27.05.2014).
221
Tolchin, Martin, "I russi hanno cercato banche americane per ottenere segreti high-tech". in www.nytimes.com,
pubblicato il 16-02-1986, consultato il 12 maggio 2014.
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La nascita dell’FSB (Federal’naja sluzba bezopasnosti Rossijskoj Federacii), avvenuta il 3 aprile
1995 per mano del Presidente Russo Boris Eltsin, deriva dal precedente servizio segreto di
controspionaggio federale dell’FSK, che si occupa di: spionaggio, controspionaggio, antiterrorismo,
sicurezza interna, controllo dei confini, indagini su illeciti finanziari, spionaggio di segnali
elettronici, raccolta d’informazioni mediante intercettazioni e eliminazione fisica di obbiettivi,
grazie alla legge emanata nel 2006 dal Presidente Vladimir Putin,223 con la quale i servizi segreti
russi potevano eliminare fisicamente le persone ritenute pericolose per la sicurezza dell’Unione
Sovietica come nel caso di terrorismo, sempre che l’ordine venga impartito dal Presidente in carica.
Sede generale FSB www.google.com (27.05.2014).
Le sede generale dell’FSB si trova a Mosca all’interno del Palazzo Lubianka ex sede del KGB.
Alcune fonti riservate sostengono che l’FSB sia stata implicata nell’assassinio di Alexander
Litvinenko ex agente segreto russo rifugiatosi nel Regno Unito e avvelenato a Londra con una dose
di Polonio-210 il 23 novembre 2006, per le accuse che lo stesso aveva rivolto a Putin, ritenendolo
responsabile e mandante degli attentati di Mosca del settembre del 1992 contro persone ritenute
eversive e pericolose per la sicurezza dell’Unione Sovietica.224
Alexander Litvinenko e Anna Politkovskaja www.google.com (27.05.2014).
Altra vittima fu Anna Politkovskaja giornalista che più volte accusò Putin, nei suoi articoli critici
che evidenziavano l’abuso di potere del Presidente russo che violava tutti i diritti umani. Anna
Politkovskaja fu uccisa con un colpo di pistola alla testa nell’ascensore di casa sua, il 7 ottobre del
2006, giorno del compleanno del Presidente Putin.
Vladimir Putin www.google.com (27.05.2014).
L’FSB è stato accusato inoltre di utilizzare tecniche intimidatorie nei confronti di giornalisti e
diplomatici occidentali, nell’intento di influenzare il loro lavoro in Russia. Le tecniche più frequenti
utilizzate vengono eseguite con incursioni nelle case con lo spostamento o la sostituzione degli
223
Peter Finn, In Russia, A Secretive Force Widens in www.washingtonpost.com, pubblicato il 11-12-2006, consultato il
12 maggio 2014.
224
Peace Reporter, Attentati di Mosca, l'ombra dei servizi, in www.peacereporter.net, pubblicato il 02-10-1993.
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oggetti nell’interno, oppure l’invio alle mogli degli obbiettivi maschili di oggetti sessuali con
l’intento di creare terrore nelle vittime.225
8.16.3. SVR
Emblema ufficiale SVR www.google.com (27.05.2014).
L’altra organizzazione dei servizi segreti russi è l’SVR (Foreign Intelligence Service), la sede e
direzione si trova a Yasenevo a Mosca e a differenza del Servizio di sicurezza Federale (FSB), si
occupa di attività d’intelligence e spionaggio fuori dai confini della Russia. La SVR lavora in stretta
collaborazione con l’altra organizzazione denominata GRU, che si occupa di spionaggio in paesi
stranieri, fornendo analisi e diffusione di informazioni al Presidente russo. L’SVR è autorizzata a
indagini e negoziazioni per contrastare il terrorismo con accordi di cooperazione con intelligence
straniere. L’SVR è costituita da uomini di strutture d’intelligence precedenti o di altre agenzie
appartenenti a ex paesi sovietici come il Dipartimento Esteri della CECA, l’OGPU, l’NKVD e ex
KGB. L’SVR nasce come unità speciale il 20 dicembre del 1920 creando l’ufficio estero Inostranny
Otdel (INO), per la raccolta e la diffusione di strutture d’intelligence straniera e per tale motivo in
Ministero degli Esteri della Ceka il 6 febbraio del 1922 crea il GPU che rappresenta la struttura
capo per la raccolta di tutti i segreti dei paesi stranieri, reclutando emigrati e disertori. La legge sul
Foreing Intelligence fu costituita dalla SVR e adottata nel 1992, che prevedeva la possibilità degli
agenti segreti di poter fare carriera all’interno del governo e della sua economia anche con
dipartimenti, aziende e organizzazioni, senza compromettere l’attività d’intelligence con altre
associazioni straniere.226
Boris Eltsin www.google.com (27.05.2014).
Nel 1996 fu approvato dal Presidente Boris Eltsin una legge che permetteva agli agenti segreti
dell’SVR le seguenti attività: condurre intelligence, attuare tutte le misure necessarie per garantire
la sicurezza della Russia, adottare strategie di spionaggio militare, economico, scientifico e
tecnologico, proteggere agenti segreti russi all’estero e le loro famiglie, garantire la sicurezza
225
Russian spy agency targeting western diplomats, in www.guardian.co.uk, pubblicato il 29-09-2011, consultato il 12
maggio 2014.
226
Whither Russian foreign intelligence?, in www.atimes.com, pubblicato il 06-06-2000, consultato il 12 maggio 2014.
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personale dei diplomatici russi e delle loro famiglie, svolgere operazioni in collaborazione con
servizi segreti stranieri e condurre controllo elettronico in paesi stranieri. Il Presidente della
Federazione Russa può emettere personalmente ordini segreti all’SRV senza chiedere autorizzazioni
all’Assemblea Federale, e il Presidente dell’SRV viene nominato direttamente dal Presidente della
Russia, che fornisce tutte la relazioni dello svolgimento di attività d’intelligence il lunedì di ogni
settimana, e all’occorrenza nei casi di necessità direttamente al Presidente Russo.
Canada, Stati Uniti e America Latina www.google.com (27.05.2014).
Inoltre il Presidente dell’SVR trasmette al Presidente russo le attività d’intelligence politica,
spionaggio negli Stati Uniti, Canada, America Latina e di tutti i paesi esteri, trasmette allo stesso le
attività illegali d’intelligence incluso 13 dipartimenti per la preparazione e la diffusione di agenti
illegali all’estero, lo svolgimento di operazioni terroristiche e di sabotaggio in paesi stranieri, lo
spionaggio biologico, l’assunzione di cittadini stranieri su territorio russo e straniero, la direzione
d’intelligence tecnico-scientifico, operazioni di infiltrazione d’intelligence estera, il controllo dei
cittadini russi all’estero, il supporto tecnico operativo di operazioni sia all’estero che in Russia,
analizza e distribuisce informazioni informatiche, e analizza tutte le attività d’intelligence
economiche. Tuttavia all’interno dell’SVR esiste un’organizzazione accademica scientifica, che si
occupa di operazioni speciali estere, ed ha inoltre il compito di sorvegliare e controllare tutte le
attività dell’SVR, che viene esclusa da questa tipologia d’attività e non può avere contatti con la
stessa. Si suppone che il gruppo composto da oltre 500 persone altamente qualificate e in possesso
di requisiti speciali, oltre alla capacità di parlare diverse lingue, operi sottocopertura,227 questo
gruppo è nato per la protezione dei corpi diplomatici russi impiegati all’estero, e per attività
d’intelligence economiche. Attualmente l’SVR e il GRU (organo d’intelligence militare), stanno
svolgendo enormi attività di spionaggio, superiori al periodo della guerra fredda, contro gli Stati
Uniti d’America, reclutando ulteriori agenti segreti con qualità professionali tecnico scientifiche e
legalmente emigrati in America sottocopertura tra cui scienziati e professionisti. Un ex agente
segreto dell’SVR fuggito in Gran Bretagna nel 1996, ha descritto diverse migliaia di agenti segreti
russi sia legali che illegali e le modalità della loro vita svolta sottocopertura, alcuni dei quali sono
stati catturati negli Stati Uniti come ad esempio: Aldrich Hazen Ames, Harold James Nicholson,
Earl Edwin Pitts, Robert Philip Hanssen e George Trofimoff. L’SVR in collaborazione col GRU
hanno firmato un accordo di cooperazione per operazioni d’intelligence tra la Russia e la Cina
avvenuto nel 1992. Tale accordo prevede inoltre addestramenti di spie, e nel 2003 è stato segnalato
da altre organizzazioni d’intelligence che l’SVR stava addestrando spie irachene228 e che hanno
collaborato con Saddam Hussein. E’ stato inoltre segnalato che l’SVR ha stretto accordi con la
polizia segreta di alcuni ex paesi sovietici come l’Azerbaigian e la Bielorussia.
Boris Berezovsky www.google.com (27.05.2014).
227
228
Expulsion of Russian Spies Teaches Moscow a Needed Lesson, in www.newsmax.com, pubblicato il22-03-2001,
consultato il 12 maggio 2014.
Robert Collier; Bill Wallace, La Russia ora ammette di formazione spie irachene / Ma dice intento era quello di
combattere la criminalità, il terrorismo", in www,sfgate.com, pubblicato il 17-04-2003, consultato il 12 maggio
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Nel 2003 alcuni agenti segreti dell’SVR stavano pianificando l’assassinio di Boris Berezovsky, al
quale fu concesso asilo politico in Gran Bretagna e gli agenti segreti fuggirono in Qatar, dove
furono arrestati dalle autorità locali. L’SVR recluta i cittadini russi che vivono all’estero attraverso
accordi spesso derivanti da azioni intimidatorie e con minacce, rivolte sia alla persona che ai suoi
famigliari spesso residenti in Russia. Il motivo dell’utilizzo di intimidazioni e minacce, è derivato
dalla fine dell’idealismo comunista, e pertanto i servizi segreti cercano d’influenzare la scelta di far
parte dei servizi segreti sui propri cittadini, inculcando il senso di patriottismo e amore per la
Russia.
8.16.4. GRU
Logo GRU www.google.com (27.05.2014).
Il GRU (Glanoe Razvedyvatel’noe Upravlenie), è il servizio segreto Russo delle Forze Armate,
creato nel 1918 da Lenin e non ha mai interrotto le sue attività spionistiche. Tra i vari compiti che
assolve in tutto il mondo, vi è anche il controllo dei confini russi. L’organizzazione d’intelligence è
riuscita ad infiltrarsi in ogni paese del mondo, nei quali è presente con stazioni SIGINT (signal
intelligence), come a Lourdes (Cuba), in Lituania, in Lettonia ed in Estonia. Nonostante la decisione
di Lenin che ordinò al KGB di non interferire nelle attività del GRU, le rivalità tra le due
organizzazioni d’intelligence sono sempre esistite e in maniera molto più profonda, rispetto alla
rivalità fra le organizzazioni d’intelligence di FBI e CIA.
Vladimir Rezun meglio conosciuto come Viktor Suvorov www.google.com (27.05.2014).
L’organizzazione del GRU è stata conosciuta sia in Russia che fuori dai suoi confini solo durante il
periodo della Perestroika, grazie ad un ex agente del GRU, Viktor Suvorov (nome fittizio di
Vladimir Rezun), che dopo essere fuggito in Gran Bretagna nel 1978, cominciò a descrivere questa
organizzazione d’intelligence, sia per le modalità operative che per la struttura e la sua presenza nei
vari paesi del mondo. Stando alle sue dichiarazioni, nella sede generale del GRU nessuna persona
poteva entrare senza essere perquisita, e che era ritenuta dalla Russia l’organizzazione
d’intelligence più potente che avesse, dimostrato nei fatti dalla sua integrità nel tempo, tutt’oggi
esistente. Il GRU è inoltre molto importante per le sue capacità di raccolta informazioni militari e
agenti segreti esterni HUMINT (HUMan INTelligenge), oltre all’importante capacità di
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ricognizione satellitare e fotografica IMINT.229 Nel libro Treason (Tradimento), scritto da Bill
Powell nel 2002, viene descritta l’attività d’intelligence del colonnello del GRU Vjaceslav Baranov
che viene reclutato dalla CIA, ma fu successivamente tradito da una talpa dell’FBI o della CIA,
motivo per il quale fu arrestato e condannato a cinque anni di reclusione, senza mai conoscere
l’identità della talpa, anche se si suppone sia stato Robert Hassen. La struttura del GRU non è mai
cambiata, e viene suddivisa in Direttorati, Direzioni e Sezioni a seconda delle attività d’intelligence.
Tale organizzazione dipende direttamente dallo Stato Maggiore delle forze armate russe. Il primo
vicedirettore è un colonnello generale e svolge un lavoro di coordinamento per tutte le attività
operative e di raccolta ed elaborazioni di informazioni. Da lui dipendono quattro direzioni e cinque
dottorati:
Prima direzione: responsabile delle attività d’intelligence e degli agenti della zona di Mosca.
Seconda direzione: responsabile dell’intelligence a Berlino.
Terza direzione: responsabile dei movimenti di liberazione nazionale nei vari Paesi nel mondo.
Quarta direzione: organizzazione d’intelligence presente a Cuba.
Primo direttorato: raccolta informazioni nei paesi europei.
Secondo direttorato: organizzazione d’intelligence per i paesi occidentali del mondo, suddiviso in
sette direzioni ognuna delle quali svolge un’attività specifica:
Prima direzione: attività di ricognizione.
Seconda direzione: reclutamento agenti.
Terza direzione: sabotaggi in altri paesi.
Quarta direzione: raccolta informazioni e analisi.
Quinta direzione: attività di SIGINT e ELINT
Sesta direzione: operazioni speciali.
Settima direzione: controllo delle comunicazioni e cifratura dei documenti.
Terzo direttorato: intelligence in Asia.
Quanto direttorato: intelligence in Africa e Medio Oriente.
Quinto direttorato: intelligence in ambito militare e navale.
Tselina D e Tselina 2 www.google.com (27.05.2014).
Mentre il sesto direttorato viene coordinato da un tenente generale le sue attività sono: intelligence
elettronica (controllo satelliti tipo Tselina D e Tselina 2), e raccolta informazioni per le ambasciate
straniere, che a sua volta comprende: intelligence cosmico e progettazione di strumenti per la
marina militare e la rete dei computer; intelligence navale comandata da un vice ammiraglio, e si
occupa di tutte le attività delle flotte marine militari, oltre al controllo dei satelliti dei mari, che sono
di due tipi EORSAT per i paesi occidentali, e RORSAT per il controllo delle navi in condizioni
atmosferiche disagiate.
Tutte le attività per le elaborazioni delle informazioni sono coordinate dal colonnello generale che
viene supportato dai seguenti dottorati:
Settimo direttorato: controlla le attività della NATO.
Ottavo direttorato: intelligence di ogni singolo stato compresi i paesi non appartenenti alla NATO.
Nono direttorato: analisi militari straniere e controllo e sviluppo di controspionaggio.
229
Operations of the Main Intelligence Administration (GRU) – Glavnoye Razvedyvatelnoye Upravlenie (GRU),
www.fas.org, pubblicato il 15-06-1996, consultato il 12 maggio 2014.
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Decimo direttorato: intelligence economica e esportazione di armi degli altri paesi.
Undicesimo direttorato: intelligence nucleare per il controllo e la proliferazione.
Dodicesimo direttorato: attività apparentemente sconosciute, ma svolge in realtà operazioni speciali.
Il GRU è supportato da altri Dipartimenti e Direttorati oltre a forniture di servizi per lo svolgimento
delle attività qui di seguito riportati:
Dipartimento politico: scelta affidabilità del personale e responsabile della sicurezza.
Direttorato del personale: attività di gestione e reclutamento risorse umane.
Direttorato tecnico-amministrativo: contabilità.
Direttorato finanziario: gestione finanziaria tranne operativo estero.
Direttorato tecnico-operativo: sviluppo e raccolta informazioni.
Primo dipartimento: creazione di documentazione false per attività illegali.
Ottavo dipartimento: sicurezza delle comunicazioni interne.
Dipartimento degli archivi: gestione schedari e dei database amministrativo ed operativo.
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9. CONCLUSIONI
Lo scenario futuro per l’impiego dell’intelligence avrà nuove sfide e dovrà contrastare nuovi
fenomeni criminali sia in ambito nazionale che internazionale, con un numero crescente di Stati, a
partire dalle grandi potenze, che stanno sviluppando molteplici offensive a elevata potenza
distruttiva, come lo sviluppo del cyber-weapons (spionaggio illegale, per ottenimento di
informazioni riservate, effettuato da agenti speciali, anche attraverso sabotaggi). L’uso della forza
sarà sempre maggiore, come pure la minaccia di usare la forza, per l’utilizzo psicologico della
minaccia stessa. Un elemento fondamentale che farà la differenza, deriva dalla capacità di contenere
e contrastare le situazioni di conflitto, attraverso un sistema di analisi delle informazioni altamente
riservate, e contestualmente la capacità di contrastare lo spionaggio in genere e in tutte le sue forme,
proteggendo i dati altamente sensibili, attraverso sistemi di protezione inaccessibili. L’altro sistema
a tutela della sicurezza sia in ambito nazionale che internazionale, deve essere supportata da
costanti azioni di controspionaggio, per l’ottenimento di informazioni riguardanti presunti attacchi
sia interni ad uno Stato, che di provenienza esterna. L’intelligence, avrà l’onere per la scelta di
metodi e tecniche e ricerca di analisi strategica, formulando tutte le ipotesi di eventuali scenari
futuri. Il mondo attuale sta vivendo un concetto di guerra completamente diverso da quelle descritte
nei libri di storia, oggi infatti, il mondo è attraversato dalla guerra economica, che sembra non
escluda nessun paese. I servizi segreti, non sono esclusi da questa tipologia di guerra, bensì sono
chiamati al loro impiego per comprendere il rapporto esistente tra obbiettivi economici e obiettivi
militari derivanti dal pensiero strategico. Dovranno sviluppare tecniche innovative di ricerca
informativa lecita e illecita (spionaggio e disinformazione), nella competizione economica,
dovranno valutare eventuali strategie indirette, consigliando all’organo decisionale una politica
estera basata sulla protezione e sicurezza dello Stato sovrano in considerazione della sicurezza
economico-finanziaria del proprio Stato sovrano, sviluppando quindi nuove cyber-security. In
questo compito così arduo sono chiamati a dare il proprio apporto tutti i dirigenti e tutti i funzionari
dei settori dello Stato, delle industrie, allo scopo di migliorare le strategie e le analisi da adottare e
trasferire nella pratica. In questo momento le intelligence di tutto il mondo sono impiegate su uno
studio speciale delle relazioni strategiche, fra Cina, l’Unione Europea, gli USA, la Russia e il Medio
Oriente. Non va esclusa un’attenzione particolare rivolta al terrorismo, Iran e il nucleare, bisognerà
mettere in atto una politica e una strategia di sicurezza internazionale rivolta all’Iran, alla Cina,
sviluppando una difesa antimissilistica capace di contrastare eventuali attacchi militari, nell’intento
di ricostruire relazioni pacifiche internazionali, le uniche che avranno la capacità di garantire la
sicurezza nel mondo durevole nel tempo.
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ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO A UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES
ANTONIO INNOCENTE – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - TERZO ANNO A.A. 2013 – 2014
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