Professione Comandante pilota

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Professione Comandante pilota
Professione Comandante pilota
L’esperienza di Domizio Valentini, 38 anni
Alzi la mano chi, almeno una volta nella sua vita, non ha mai sognato di pilotare un aereo.
Domizio Valentini può dire di avercela fatta, di aver realizzato il desiderio di tanti bambini:
“Avevo appena 3 anni e volevo diventare pilota da caccia dell’Aeronautica Militare
Italiana, dopo anni di studio in Accademia, la scuola di volo della NATO in America, esami e
corsi vari, ci son riuscito diventando pilota di Tornado.
Successivamente, dopo circa 3 anni e mezzo di esperienza al mio gruppo caccia bombardieri mi
si è presentata la possibilità di trasferirmi a Roma (mia città natale) e pilotare un Airbus A319
addetto al trasporto di Stato e a quello Sanitario. Contrariamente a quanto pensassi
all’inizio, mi son appassionato anche a questo nuova mansione, era stimolante e appagante
professionalmente volare in aeroporti di tutto il mondo, in ogni condizione meteo”.
Ma non è ancora finita e, sei anni dopo, improvvisamente tutto cambia nella vita di
Domizio Valentini: “Quasi per gioco ho fatto un’intervista per diventare comandante di Airbus
per una compagnia civile in Cina, e mi son visto proporre un contratto di lavoro. Seduto a un
tavolo con la mia famiglia (ho una moglie e una figlia che all’epoca aveva un anno), abbiamo
voluto accettare questa sfida dall’altra parte del mondo soprattutto per poter fornire a nostra
figlia l’opportunità di confrontarsi con bambini di tutte le età e nazionalità con la possibilità di
imparare sin da subito tre lingue (italiano, inglese e cinese)”.
Domizio Valentini si è così congedato dall’Aeronautica militare dove ha trascorso sedici
anni e mezzo, ed oggi vive in Cina, dove lavora come Comandante di A320.
Per un pilota non esistono feste o compleanni, si lavora 365 giorni all’anno: “Nel mio
mestiere l’errore umano è da sempre la causa principale degli incidenti aerei. La
stanchezza operativa è senza dubbio la criticità più grande. I turni di lavoro previsti sono molto
intensi, ed è frequente lavorare per 12/16 ore, spesso di notte e anche per 3 o 4 giorni
consecutivi. L’alterazione continua dei Cicli Circadiani porta inevitabilmente a una stanchezza
cronica che è alla base di possibili disattenzioni o errori, lievi o gravi che, se non corretti,
possono avere tragiche conseguenze. Per questo in cabina di pilotaggio si è sempre in due,
perché la cooperazione fra i due membri dell’equipaggio deve essere di assistenza reciproca in
ogni condizione. È normale commettere degli errori singolarmente, più difficile che due
persone commettano lo stesso errore allo stesso momento”.
C’è un secondo aspetto però contro il quale Domizio Valentini punta il dito: il “Pay to
Flight”. E’ il metodo in cui per diventare piloti civili bisogna iscriversi alle cosiddette
“Accademie del volo” delle varie compagnie in giro per il mondo, con prezzi che oscillano dai
90.000 ai 150.000 Euro e, a suo dire, ha rovinato il mondo dell’Aviazione. “Non c’è più la
selezione di una volta, per diventar piloti civili (senza passare prima per le varie Accademia
Militari) basta pagare e, quindi, è facile intuire come non ci sia più una vera e propria selezione
e non si viene mai, o quasi, ritenuti non idonei al volo dopo il pagamento di cifre così importanti.
Per quanto riguarda il mondo militare, basti considerare che solo in Italia, in Accademia
Aeronautica fanno domanda ogni anno circa 5000 ragazzi che aspirano a diventare piloti
militari, ma, alla fine dei 4 anni e mezzo di studio e 1 anno e mezzo di scuole di volo in
Italia o all’estero, di quei 5000, i brevettati non son mai più di 40/50. Invece il mercato
dell’Aviazione generale (civile) è diventato un business ove la domanda di piloti non è
soddisfatta dall’offerta e le compagnie si affidano più alla sempre maggior efficienza e
affidabilità degli aerei invece che alla preparazione dei piloti”.
Ma come le nuove tecnologie hanno ridimensionato il lavoro del pilota? Quando ha
iniziato a volare nel 1996 (a sedici anni), Domizio Valentini ricorda che le pianificazioni della
Rotta si facevano con il plotter su cartina e negli aerei non c’era il GPS per fare una bassa quota
o un volo lungo raggio. Oggi invece con l’uso dei satelliti, dell’iPad e applicazioni per cellulari e
computer è tutto più semplice: “Aprendo alcune applicazioni sul mio telefono la mattina appena
sveglio posso vedere le immagini radar meteo della mia rotta con le previsioni dei vari
aeroporti e già farmi un’idea di quello che mi aspetterà durante il volo. In volo si usano i
cosiddetti EFB (Electronic Flight Bag), programmi particolari che mi permettono di vedere
immediatamente le cartine che mi servono con un piccolo click sul mio iPad invece di dover
cercare all’interno di migliaia di pagine di manuali e incartamenti.
Questo ha ridotto notevolmente il carico di lavoro dei piloti durante il volo permettendo una
maggiore concentrazione degli stessi sui parametri dell’aereo, della rotta e sulle comunicazioni
radio. Il mondo dell’Aviazione è senza dubbio l’ambito lavorativo in cui la tecnologia la fa da
padrone ma in cui mai si potrà sostituire la capacità di giudizio di un pilota con un computer.
Su un aereo nulla rende il volo più sicuro che un pilota (o meglio equipaggio) ben
addestrato”.
Domizio Valentini individua specifiche skills necessarie per intraprendere questo mestiere:
“Per quanto riguarda le Hard Skills bisogna essere appassionati di questo lavoro,
controllare l’emotività specialmente sotto stress, possedere un ottimo livello di inglese,
avere concentrazione, metodo di studio, capacità di adattamento e velocità di
apprendimento”. Ancor più specifiche le competenze Soft: “Anzitutto ci vuole umiltà: in
questo lavoro bisogna capire i propri limiti e capire che c’è sempre da studiare e da imparare.
Secondo requisito l’empatia: bisogna capire lo stato d’animo e le emozioni di chi ti siede accanto
per costruire una squadra vincente in cabina di pilotaggio.
Terzo aspetto l’importanza del lavoro di gruppo: in cabina di pilotaggio si è in due e con tutto
l’equipaggio si arriva massimo a dieci persone. Creare un clima di produttiva collaborazione
è essenziale su un aereo, dieci individualità sono pericolose, un’unica squadra è alla base della
sicurezza del Trasporto Aereo. Ultimo, ma non meno importante, lo spirito di sacrificio: è un
lavoro bello ma stressante che porta spesso a star lontano dalla famiglia anche in giorni
importanti come festività e compleanni”.
Sedici anni nel mondo dell’aviazione sono tanti, e Domizio Valentini ricorda un momento in
particolare, nel corso della scuola di volo militare della NATO in America (ENJJPT – Euro Nato
Joint Jet Pilot Training school di Sheppard AFB, Wichita Falls, Texas): “Durante la cerimonia di
investitura per la consegna del brevetto di pilota militare, dopo essermi visto assegnare come
futuro velivolo il Tornado, e aver vinto il premio come miglior pilota in formazione e primo agli
studi, i miei compagni di corso son tutti venuti vicino a me, e qualcuno anche commosso, mi
hanno fatto delle sincere congratulazioni dicendomi che mi ero meritatamente guadagnato cioè
che avevo ottenuto dopo anni di studi, sacrifici e dedizione. Il rispetto e la stima non si possono
comprare ma solo guadagnare”.