G. Pucci, Prospezioni a Lilibeo - Laboratorio di Scienze dell`Antichità

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G. Pucci, Prospezioni a Lilibeo - Laboratorio di Scienze dell`Antichità
7**
SEMINARI
E CONVEGNI
Laboratorio di Storia,
Archeologia e Topografia
del Mondo Antico
Atti delle quinte giornate internazionali di studi sull’area
elima e la Sicilia occidentale nel contesto mediterraneo
Erice, 12-15 ottobre 2003
Workshop «G. Nenci» diretto da Carmine Ampolo
Guerra e pace
in Sicilia e nel
Mediterraneo antico
(viii-iii sec. a.C.)
Arte, prassi e teoria
della pace e della guerra
vol. II
EDIZIONI
DELLA
NORMALE
Redazione a cura di
Chiara Michelini
© 2006 Scuola Normale Superiore Pisa
isbn 88-7642-210-2
Abbreviazioni
Autori antichi
Sono state adottate, di norma, le abbreviazioni dell’Oxford Classical
Dictionary, Oxford-New York 19963 o del dizionario di H.G. Liddell, R. Scott,
Oxford 19689, ad eccezione dei seguenti casi: Aristoph., Demosth., Diod.,
Hesych., Moschion, Plato, Ps. Hipp., Strabo, Tim.
Opere generali
AE = L’Annèe épigraphique, Paris 1888BMC = Catalogue of the Greek Coins in the British Museum.
BTCGI = Bibliografia Topografica della Colonizzazione Greca in Italia e nelle Isole
Tirreniche (fondata da G. Nenci e G. Vallet, diretta da C. Ampolo), PisaRoma 1977-1994, Pisa-Roma-Napoli 1996BullEp = Bulletin Épigraphique, pub. in Revue des Études Grecques.
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CIL = Corpus Inscriptionum Latinarum, Berlin 1863CIS = Corpus Inscriptionum Semiticarum, Paris 1881DGE = E. Schwyzer, Dialectorum Graecarum exempla epigraphica potiora, Lipsiae 19233.
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IG = Inscriptiones Graecae consilio et auctoritate Academiae Litterarum Regiae
Borussicae editae, Berolini 1873IGASMG = R. Arena, Iscrizioni greche arcaiche di Sicilia e Magna Grecia, I-V,
1989- (I2 1996).
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1995-2002, I-II.
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Abbreviazioni
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Inscr. Ital. = Inscriptiones Italiae, Roma 1931IvO = W. Dittenberger, K. Purgold, Inschriften von Olympia, Berlin 1896.
LIMC = Lexicon Iconographicum Mythologie Classicae, Zürich-München 1981LSAG2 = L. Jeffery, The Local Scripts of Archaic Greece. A Study of the Origin
of the Greek Alphabet and its Development from the Eighth to the Fifth Centuries
B.C., revised edition with a supplement by A.W. Johnston, Oxford 1990.
LSJ = H.G. Liddell, R. Scott, Greek-English Lexicon, Oxford 19689 [reprint
of the 9th ed. (1925-1940) with a new supplement edited by E.A. Barber
and others].
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PGM = K. Preisendanz et al. (hrsgg.), Papiri Graecae Magicae. Die griechischen
Zauberpapyri, Stuttgart 1973-19742, I-II.
PMG = D.L. Page (ed.), Poetae Melici Graeci, Oxford 1962.
POxy. = B.P. Grenfell, A.S. Hunt (eds.),The Oxyrhynchus papyri, London 1898RE = G. Wissowa (hrsg.), Paulys Real-Encyclopädie der klassischen Altertums­
wissenschaft (neue bearb.), Stuttgart-München 1893-1972.
SEG = Supplementum Epigraphicum Graecum, 1923SGDI = F. Bechtel et al., Sammlung der Griechischen Dialekt-Inschriften (hsrg.
von H. Collitz), Göttingen, 1884-1915, I-IV.
Syll.2 = W. Dittemberger, Sylloge Inscriptionum Graecarum, Lipsiae 189819012, I-III.
Syll.3 = W. Dittemberger, Sylloge Inscriptionum Graecarum, Leipzig 191519243, I-IV.
TLE = M. Pallottino, Testimonia linguae etruscae, Firenze 1954; 19682.
TLG = Thesaurus Linguae Graecae (electronic resource), Irvine, University of
California, 1999.
TrGF = B. Snell, R. Kannicht, S. Radt (eds.), Tragicorum Graecorum
Fragmenta, Göttingen 1971-1985, I-IV; 19862, I.
Periodici
Sono state adottate, di norma, le abbreviazioni dell’Année Philologique, ad
eccezione delle seguenti e dei titoli riportati per esteso:
AMuGS = Antike Münzen und Geschnittene Steine.
ArchMed = Archeologia Medievale.
ASSir = Archivio Storico Siracusano.
BCASicilia = Beni Culturali ed Ambientali. Sicilia.
BollArch = Bollettino di Archeologia.
GiornScPompei = Giornale degli Scavi di Pompei.
JAT = Journal of Ancient Topography. Rivista di Topografia Antica.
JbHambKuSamml = Jahrbuch der Hamburger Kunstsammlungen.
JbZMusMainz = Jahrbuch des Römisch-Germanischen Zentralmuseums
Mainz.
XI Abbreviazioni
IncidAnt = Incidenza dell’Antico: dialoghi di storia greca.
OpArch = Opuscula archaeologica ed. Inst. Rom. Regni Suaeciae.
QuadAMessina = Quaderni dell’Istituto di Archeologia della Facoltà di
Lettere e Filosofia dell’Università di Messina.
QuadIstLingUrbino = Quaderni dell’Istituto di Linguistica dell’Università di
Urbino.
QuadMusSalinas = Quaderni del Museo Archeologico Regionale «A. Salinas».
SicA = Sicilia Archeologica.
Prospezioni a Lilibeo
Nel 1999, per iniziativa dell’allora sindaco di
Marsala, Salvatore Lombardo, venne creato in
quella città un Centro di Studi Fenici, Punici e
Romani, del quale fui chiamato a far parte.
L’intelligencija marsalese premeva per una ripresa
degli scavi nell’area di Capo Boeo, ma prima di
mettere mano al piccone ritenni di effettuare delle
prospezioni che dessero un’idea più precisa della
consistenza delle strutture sepolte, in modo da
poter programmare le attività future in maniera
razionale.
Tra le tecnologie diagnostiche disponibili optai
per la prospezione geomagnetica. Con un gradiometro fluxgate FM 361, in tre campagne – svoltesi
tra il 1999 e il 2001 – indagai quasi completamente – con l’aiuto di collaboratori dell’Università
di Siena2 – l’area tra il cardine massimo (Viale
Isonzo-Viale Cesare Battisti) e il Capo Boeo (fig.
330). Furono coperti circa 11 ettari, tralasciando
solo quelle zone in cui la prospezione risultò impossibile a causa di ostacoli non rimovibili (costruzioni
moderne, strade, aiole, aree di parcheggio, recinzioni metalliche, piante, cavi, condutture varie, ecc.)3.
Le misure furono prese all’interno di una griglia
di quadrati di 20 m per lato, una ogni 50 cm, lungo
profili interdistanti 1 m (una opzione che offre
un rapporto ottimale tra rapidità di esecuzione e
dettaglio della prospezione), per un totale di oltre
216.000 letture (su un percorso di oltre 200 km
lineari).
I risultati furono superiori alle mie aspettative
(figg. 331-332); ritenni però utile non tralasciare
l’aiuto che poteva venire dalla fotografia aerea4,
anche in considerazione del fatto che proprio sulla
base delle foto aeree il generale Schmiedt aveva
proposto una prima ricostruzione dell’impianto
urbanistico di Lilibeo5 (figg. 333-337).
Approfittai anche di un’ulteriore opportunità
offerta dalla tecnologia di remote sensing. Ciò fu
possibile grazie ad una sinergia con il LARA, il
Laboratorio aereo del CNR per le ricerche ambientali6. Il LARA opera con un MIVIS (Multispectral
Infrared and Visible Imaging Spectrometer), montato su un aereo CASA C-212. Il MIVIS è costituito da 4 spettrometri che registrano simultaneamente le radiazioni provenienti dalla superficie
terrestre per un totale di 102 bande. Esso è in grado
di produrre, con opportuni processi elaborativi,
informazioni sulle strutture antropiche nel primo
sottosuolo7.
Alle figure 338-339 alcuni dei risultati preliminari, presentati nel 2003 a un Workshop internazionale del CNR8. La ricerca non si è conclusa, ma fin
d’ora si può dire che foto aeree e remote sensing non
contraddicono quanto visto con la magnetometria
– cosa che conferma l’alto grado di affidabilità
di quel metodo diagnostico, che tra l’altro ha il
vantaggio di costare molto meno degli altri – e
pur non portando novità clamorose vi aggiungono
utili dettagli.
I risultati a tutt’oggi acquisiti gettano nuova
luce sulla topografia di Lilibeo. La pianta dello
Schmiedt e quelle da questa derivate (figg. 340342) erano costruite sull’ipotesi di un reticolo di
cardini e decumani che, incrociandosi ad angolo
retto creano una griglia regolare di insulae 1 per 3
actus (35 x 106 m). La striscia a ridosso delle mura
sul lato di NordEst era considerata non edificata.
Il fronte delle mura sul lato di NordOvest non era
indicato.
La realtà che la magnetometria ci ha mostrato
(figg. 331-332, Area B; figg. 343-344) è che esiste
sul fronte mare un complesso sistema difensivo
non rettilineo9, ma che segue la linea di costa.
Di questo sistema fa parte il muro Salinas10 (figg.
345; 344, n. 1), ma – ed è qui la novità – esiste,
su una linea più arretrata, un bastione ancora più
poderoso, scandito da torri aggettanti (fig. 344, n.
556 Giuseppe Pucci
2), che appare assai ben conservato, e soprattutto
una grande porta monumentale (fig. 344, n. 3) di
cui diremo più avanti.
Nella zona a sinistra del decumano massimo
(Viale Vittorio Veneto), dietro il Cinema Impero
e il baglio Anselmi, il reticolo teorico degli isolati
appare confermato, ma solo in parte. Mentre le
insulae più meridionali hanno effettivamente le
misure canoniche, man mano che ci si avvicina al
mare le cose cambiano. Gli isolati sono più stretti,
e il cardine che li delimita prosegue sullo stesso
tracciato al di là del decumano massimo, ricongiungendosi con quello che fiancheggia l’insula
scavata negli anni trenta del secolo scorso. Anche
qui abbiamo delle insulae di modulo diverso rispetto a quanto si ipotizzava.
Inoltre il decumano I Sud non mantiene il suo
allineamento per tutto il suo tracciato. A partire
da un certo punto, esso devia verso Nord, per raggiungere la grande porta. In coincidenza di questa
deviazione si osservano due anomalie simmetriche
ai due lati della strada, di forma quadrangolare. È
prematuro dirlo, ma viene da pensare ad un arco
monumentale, del tipo di quelli che frequentemente si incontrano nelle città antiche, in particolare in Africa, proprio con funzione di cerniera, per
mascherare il mutamento di un asse viario.
Per quanto riguarda la porta stessa, la sua posizione mostra qualche analogia con la situazione di
Cartagine. Anche a Cartagine una grande porta si
apriva sul fronte mare in corrispondenza del primo
decumano a sinistra del decumano massimo11.
Nella seconda metà del III sec. a.C. la porta viene
ulteriormente protetta con un muro più avanzato,
allo scopo di obbligare gli attaccanti ad incunearsi
in uno spazio chiuso dove si sarebbero trovati sotto
il tiro dei difensori12. A Marsala, sembra di capire,
l’apparato era ancora più complesso, in quanto
una volta penetrati nel varco difeso da torri gli
attaccanti non erano ancora dentro la città, ma
si trovavano in una sorta di corte quadrangolare
ulteriormente difesa e con un’altra porta da sfondare, ma senza lo spazio di manovra per macchine
da guerra.
L’importanza di questa porta urbica dovette essere particolare, ed è forse legata alla sua posizione
rispetto ai quartieri commerciali che dovevano
sorgere in prossimità del porto. Se negli ultimi
scavi della Soprintendenza lungo il fronte a mare
si fosse – come più volte avevo auspicato e come
mi era stato assicurato – lavorato in quest’area,
oggi sapremmo molto di più sulle fortificazioni di
Lilibeo.
Ma ci sono molte altre anomalie interessanti.
Sembrerebbe di vedere un’ampia domus con atrio
o peristilio (fig. 344, n. 8). Una struttura circolare
(fig. 344, n. 9) potrebbe ipoteticamente corrispondere alla tholos di un macellum. Dietro di essa,
verso il decumano massimo, un’altra anomalia
semicircolare (fig. 344, n. 10) potrebbe – anche se
con ancor maggiore cautela – interpretarsi come
un’esedra.
Più a Sud si osserva una evidenza quandrangolare (fig. 344, n. 11) i cui lati presentano una serie
di anomalie puntiformi. Si potrebbe azzardare che
si tratti di una piazza colonnata, che si apre sui due
lati di un cardine.
L’individuazione puntuale delle sedi stradali
ottenuta con la magnetometria ha consentito di
localizzare con esattezza il punto in cui il cardine
in questione si innestava sul decumano massimo.
Saggi eseguiti nell’estate del 1999 hanno confermato i dati della magnetometria, mettendo in
luce al centro del Viale Vittorio Veneto un tratto
dell’arteria principale della città antica (fig. 344, n.
12) con il suo basolato assai ben conservato13.
Nell’area ancora più a Sud (figg. 331-332, Area
A) si sono individuati il III Decumano a Sud del
Decumano Massimo e i Cardini I, II, III a Nord
del Cardine Massimo. Si sono in questo modo
evidenziate quattro insulae che rispondono alle
dimensioni canoniche di 1 per 3 actus.
Fra il III decumano e la costa di SudOvest si
estendevano probabilmente altre insulae, come fa
supporre un tratto di muro oggi in vista, allineato
col I Cardine, e la traccia della prosecuzione del II
cardine a Nord del Cardine Massimo.
All’interno delle insulae sono leggibili vari elementi relativi alla suddivisione in case di abitazione e tracce di probabili cisterne.
Non si è rilevata la presenza di fortificazioni sul
lato di SudOvest. Queste sono con tutta probabi-
557 Prospezioni a Lilibeo
lità sepolte sotto l’asfalto del Lungomare, o erano
ancora più vicine alla linea di costa e sono state
smantellate in passato.
C’era molta aspettativa per i risultati che avrebbe dato la magnetometria nella zona a destra del
decumano massimo (figg. 331-332, Aree C, D, E)
Una radicata tradizione locale collocava in questo
punto – il più elevato di tutta l’area di Capo Boeo
– il teatro o l’anfiteatro. Ma è bastato il lavoro di
pochi giorni per sfatare una volte per tutte questa
leggenda. Non è apparsa nessuna traccia di edifici
circolari o semicircolari, e il remote sensing ha confermato questa assenza. Se mai questi questi edifici
ci furono14, i loro resti ora devono essere sotto la
città moderna.
Però se da un lato cade un’illusione, dall’altro
guadagniamo delle certezze. Una delle acquisizioni
più importanti riguarda proprio il piano urbanistico di Lilibeo. Mentre a Sud del decumano
massimo le insulae si dispongono in un certo verso,
affacciandosi con il lato lungo sui cardini e con
quello breve sui decumani, confermando quindi
la restituzione teorica, qui – a Nord del decumano massimo – verifichiamo la coesistenza di due
sistemi di assi stradali. Tutti e due hanno lo stesso
orientamento rispetto ai punti cardinali, ma cambia il verso in cui si dispongono gli isolati che ne
sono delimitati.
Anche se non è molto comune, una cosa del
genere non è unica. Uno stesso orientamento che
genera due disposizioni diverse degli isolati si trova
anche sull’acropoli di Selinunte. Forse il fatto
è da spiegare con i problemi di pendenza legati
allo smaltimento delle acque piovane (è questa,
ripetiamo, la zona più alta di tutta l’area). È un
problema che andrà studiato meglio. Comunque,
è probabile che qui fosse effettivamente l’acropoli
di Lilibeo, ed è certo notevole che qui (figg. 331332, Area E) compaia una struttura (che non si
è potuta indagare completamente per la presenza
di una fitta siepe di spini) di grandi dimensioni,
larga una trentina di metri, in cui sarei tentato di
scorgere un edificio pubblico: un edificio articolato
all’interno in due vani e che mostra sul fronte un
corpo aggiunto con una scala al centro (figg. 346347). Allo stato attuale nulla di certo è possibile
dire, ma se dovessi abbandonare per un momento
la cautela a cui sempre l’archeologo è tenuto, direi
che potrebbe essere un tempio15. Tra l’altro, c’è una
circostanza degna di attenzione: in due piante antiche della città di Marsala, una del 1584 oggi alla
Biblioteca Angelica di Roma (fig. 348)16, l’altra
del 1706, oggi alla Deutsche Stadtsbibliothek di
Berlino (fig. 349)17, si può osservare, più o meno in
corrispondenza del punto in questione, un edificio
quadrangolare completamente isolato.
Il fatto che il resto dell’area – che ricade al di
fuori delle mura spagnole – non risulti minimamente edificato ancora agli inizi del XVIII secolo
farebbe pensare ad un edificio dell’antica Lilibeo,
magari successivamente inglobato in una struttura
più tarda che però proprio per questo potrebbe
averlo in parte preservato. Su altre anomalie
all’interno dell’Area E – pure visibili in un certo
numero – preferisco non esprimere ipotesi.
Sempre nella zona a Nord del decumano massimo (figg. 331-332, Area C), in fondo ad un altro
decumano, in corrispondenza delle mura di fortificazione (delle quali si è individuato un ampio tratto in prosecuzione di quello individuato nell’Area
B, con andamento che segue la linea di costa), si
è localizzata una porta. Essa risulta simmetrica a
quella già individuata alla fine del I Decumano a
Sud del Decumano massimo. Si può ipotizzare che
altre porte urbiche si aprissero in corrispondenza
dei principali assi stradali sulla cinta muraria del
lato di NordOvest, anche se la magnetometria
nell’Area D non ha fornito sicura evidenza in
questo senso.
Si è osservata inoltre nell’Area C una vasta anomalia rettangolare, che potrebbe essere una piazza,
con forse un edificio quadrangolare al centro. Non
siamo lontani dal punto in cui fu trovata in passato
un’inscrizione che menziona la platea Cererum18,
e dunque non è impensabile che si tratti proprio
di questa piazza. In questo caso l’edificio al centro
potrebbe essere il tempio delle due divinità, ma
in questo come negli altri casi solo lo scavo potrà
chiarire in futuro la correttezza di questa ipotesi.
Si è ancora appurato che, contrariamente a quanto si pensava, la zona a destra del decumano massimo era urbanizzata fin sotto la muraglia di cinta.
558 Giuseppe Pucci
Tra quest’ultima ed il fossato c’erano poi delle
murature di controscarpa (figg. 331-332, Area E).
Ad ogni modo la prospezione, per quanto accurata, è pur sempre propedeutica allo scavo, e non
può che trovare in esso la necessaria verifica. Lo
scopo di queste indagini era essenzialmente quello
di fornire uno strumento utile alla progettazione del
Parco Archeologico di Lilibeo, che il Centro Studi
Fenici Punici e Romani di Marsala avrebbe dovuto
promuovere19. Purtroppo, dopo essere partito con
tante ambizioni, il Centro è entrato abbastanza
presto in crisi, anche perché l’attuale amministrazione comunale non ha avuto la forza propulsiva
della precedente, sotto la quale il Centro era nato,
e perché il rapporto con la Soprintendenza non è
riuscito, almeno finché io ho fatto parte del Centro
(2003), a configurarsi come una collaborazione realmente paritetica. Resta comunque la speranza che,
avvicendandosi le persone, mutino le situazioni, e il
parco diventi un giorno una realtà. Mi auguro che
questo lavoro, per quanto imperfetto, e approssimativo, possa comunque essere punto di riferimento
per chi vorrà impegnarsi sul campo a Lilibeo.
Giuseppe Pucci
5
Schmiedt 1963, 49-72.
6
Nel frattempo l’Agenzia 2000 del CNR aveva finanziato
un mio progetto di ricerca sul Parco Archeologico di Lilibeo.
Di esso faceva parte una unità dell’Università della Tuscia
diretta dal Prof. C. Pavolini.
7
Ringrazio la dott.ssa Rosa M. Cavalli, per aver accettato
con entusiasmo la collaborazione e per aver supervisionato
l’elaborazione dei dati da parte del dott. Pasquale Merola.
8
Cavalli et al. 2003, 71.
9
Come invece si vede nella piantina di Lilibeo che figura
nel catalogo della mostra sui Fenici: Fenici 1988, 197.
10
Cfr. Gabrici 1941, 271-276; Di Stefano 1993, 19 sgg.
11
Cfr. Lancel 1992, 153 sgg.
12
Cfr. Rakob 1984, 8, tav. 3.
13
Cfr. Vecchio 2001, 85-95.
14
L’esistenza di questo si vorrebbe dedurre dall’attestazione
epigrafica di un munus publicum gladiatorium (cfr. Barbieri
1961, 16 sgg.), ma è noto che spettacoli gladiatori si potevano
tenere anche in edifici non specializzati, o in aree sgombre che
venivano attrezzate per l’occasione.
15
L’accostamento con il tempio punico di Cagliari (cfr.
Crema 1959, 43, fig. 37) è solo una seducente suggestione.
16
Dufour 1992, 443, fig. 420.
17
Ibid., 448, fig. 427.
18
Cfr. Barbieri 1961 e Bivona 1984, 147.
19
Il 15 e 16 giugno 2002 chi scrive organizzò a Marsala
per conto del Centro un incontro internazionale di studio
dal titolo Per il parco archeologico di Lilibeo, nel quale studiosi
italiani, francesi, inglesi e spagnoli misero a confronto esperienze diverse nel campo della progettazione e della gestione
di parchi archeologici.
1
Lo strumento, prodotto in Inghilterra dalla Geoscan – ha
una memoria interna che permette di registrare 16.000 letture
di seguito. Ciò consente di lavorare con grande autonomia e
Bibliografia
di scaricare i dati sul computer solo a fine giornata.
2
La dott.ssa Laura Cerri ha effettuato tutte le letture e ha ela-
borato i dati con grande competenza. Hanno dato un apporto prezioso anche Marianna Borella, Federico Marri, Luca Passalacqua.
Nell’équipe senese si sono poi validamente integrati i dott.
Cristoforo Grotta e Vita Pampalone, dell’Università di Palermo.
3
L’Amministrazione Comunale di Marsala si fece carico di
una ‘bonifica’ delle aree agibili, provvedendo all’asporto dei
numerosi rifiuti mobili che giacevano abbandonati in superficie.
4
Grazie alla disponibilità del presidente dell’Aeroclub di
Palermo, dott. Di Fede, è stato possibile effettuare una serie di
riprese fotografiche a bassa quota.
Alagna 1998 = G. Alagna, Marsala. La città, le
testimonianze, Palermo 1998.
Barbieri 1961 = G. Barbieri, Nuove iscrizioni di
Marsala, in «Kokalos», VII, 1961, 15-52.
Bivona 1984 = L. Bivona, Le testimonianze
epigrafiche di età imperiale, in Lilibeo. Testimonianze
archeologiche dal IV sec. a.C. al V sec. d.C.
Catalogo della mostra, Marsala, dal 3 dicembre
1984, Bari 1984.
Cavalli et al. 2003 = R.M. Cavalli, P. Merola,
S. Pignatti, G. Pucci (eds.), The urban structure
559 Prospezioni a Lilibeo
of Marsala reconstructed by means of airborne
hyperspectral remote sensing, in Workshop on
Airborne Remote Sensing for Geophysical and
Environmental Applications, CNR, Roma, 14-16
aprile 2003, Roma 2003.
Crema 1959 = L. Crema, L’architettura romana,
Torino 1959.
Di Stefano 1984 = C.A. Di Stefano, Lilibeo.
Testimonianze archeologiche dal IV sec. a.C. al V
sec. d.C., Marsala 1984.
Di Stefano 1993 = C.A. Di Stefano, Lilibeo
punica, Marsala 1993.
Dufour 1992 = L. Dufour, Atlante storico della
Sicilia. Le città costiere nella cartografia manoscritta,
1500-1853, Palermo 1992.
Fenici 1988 = I Fenici. Catalogo della mostra di
Venezia, Palazzo Grassi, Milano 1988.
Gabrici 1941 = E. Gabrici, Rinvenimenti nelle
zone archeologiche di Panormo e di Lilibeo, in
«NSA», 1941, 261-302.
Lancel 1992 = S. Lancel, Carthage, Paris 1992.
Rakob 1984 = F. Rakob, Deutsche Ausgrabungen in
Karthago. Die punischen Befunde, in «MDAI(R)»,
XCI, 1984, 1-22.
Schmiedt 1963 = G. Schmiedt, Contributo della
fotografia aerea alla ricostruzione della topografia
antica di Lilibeo, in «Kokalos», IX, 1963, 49-72.
Vecchio 2001 = P.F. Vecchio, Indagini sul
decumano massimo di Marsala, in «SicA», IC,
2001, 85-95.
Giuseppe Pucci
330. Marsala. L’area interessata dalle prospezioni (Capo Boeo).
331. I risultati della magnetometria.
Giuseppe Pucci
332. I risultati della magnetometria: interpretazione delle evidenze.
333. Capo Boeo. Panoramica aerea da NordOvest.
Giuseppe Pucci
334. Capo Boeo. Panoramica aerea da Ovest.
335. Capo Boeo. L’area B (sulla destra il Baglio Anselmi, sede del Museo Regionale).
Giuseppe Pucci
336. Capo Boeo. Le aree C, D, E.
337. Capo Boeo. L’area A (in alto a sinistra la chiesa di S. Giovanni).
Giuseppe Pucci
338. Risultati preliminari dell’indagine di remote sensing condotta dal LARA.
339. Risultati preliminari dell’indagine di remote sensing condotta dal LARA.
340. La pianta di Lilibeo secondo G. Schmiedt (1963, tav. XXIV, 8).
Giuseppe Pucci
341. La pianta di Lilibeo secondo C.A. Di Stefano
(1984, fig. 2).
342. La pianta di Lilibeo secondo G. Alagna (1998, p. 27).
343. L’area B: dettaglio della prospezione magnetometrica.
Giuseppe Pucci
In questa pagina:
344. L’area B: interpretazione delle
evidenze archeologiche.
345. Il ‘muro Salinas’ al momento
della scoperta.
346. L’Area E: dettaglio della prospezione magnetometrica con un
supposto edificio pubblico.
347. Restituzione ipotetica dell’edificio di cui sopra.
A destra:
348. Pianta della città di Marsala,
1584 (particolare da Dufour 1992,
fig. 420).
349. Pianta della città di Marsala,
1706 (particolare da Dufour 1992,
fig. 427).
Giuseppe Pucci