03 maggio "La Nazione"
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03 maggio "La Nazione"
• 30 IN CUCINA IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO Ai fornelli G A R D A Chef in gara fra il monte e il lago A Malcesine per scoprire pesce, olio d’oliva, erbe selvatiche e vino UN FINE settimana diverso, fra sapori tipici ma anche insoliti, è quello che viene proposto a Malcesine, sulla riva orientale del lago di Garda: tre domeniche (2, 9 e 23 maggio) dedicate a ‘ Fish & Chef’, un nuovo evento enogastronomico che farà scoprire GRANDI BOTTIGLIE A PICCOLI PREZZI i tre prodotti caratteristici della zona: il pesce del lago di Garda, l’olio extravergine d’oliva di Malcesine DOP e le erbe Monte Baldo (che si può raggiungere con la nuova funivia panoramica). Il tutto naturalmente innaffiato coi vini del territorio, come il Bardolino Chiaretto. In pratica, il visitatore potrà spaziare dal lago alla montagna per conoscere un itinerario che prevede partecipazioni a dimostrazioni di cucina, e naturalmente si potranno gustare cene gourmet. Proprio queste ultime saranno l’attrattiva maggiore. Tre grandi chef, Giancarlo Perbellini (Veneto), Claudio Melis (Trentino Alto [email protected] Il pesce si potrà conoscere non solo addentrandosi nel Museo delle Vele e del Pesce di Cassone, frazione di Malcesine, ma anche attraverso escursioni in barca con i pescatori locali. L’olio d’oliva di Malcesine DOP verrà scoperto attraverso la visita agli oliveti e al frantoio, dove verrà spiegato il processo che permette di ottenere un prodotto delicato e fruttato. Le visite si concluderanno sul Monte Baldo dove sotto la guida di un botanico si conosceranno e raccoiglieranno le caratteristiche erbe, tra cui l’aglio orsino, il timo selvatico e il crocus o zafferano di montagna. Informazioni Malcesine Più – Tel. 045 7400837. Gloria Ciabattoni Claudio Melis Giancarlo Perbellini Emanuele Scarello Francia, i gioielli della zona vinicola Languedoc-Roussillon si presentano all’Italia MANGIARE e bere alla francese in un ambiente mediterraneo. Douceur de vivre e la calorosa convivialità del Sud fanno da contrappunto alle atmosfere della Languedoc-Roussillon, la più grande zona vinicola della Francia, un vero e proprio mare di vigne tra le città di Nîmes e di Perpignan, lungo il golfo di Lione fino al confine con la Spagna. Viaggiare tra mare, monti e colline, attraverso valli e stradine che consentono di scoprire i piccoli vigneti di una bellezza mozzafiato; fermarsi nelle fattorie e cantine a degustare i bianchi e i rossi di territorio, dormire in deliziosi alberghetti di campagna o in camere per gli ospiti (chambre d’hotes) assaggiando la gustosissima cucina locale, tutta giocata sui sapori mediterranei di mare e terra: ecco cosa attende l’enoturista curioso che lascia Montpellier per avviarsi verso il confine spagnolo. La Languedoc-Roussillon è una delle grandi culle dell’enologia francese, di LORENZO FRASSOLDATI LUNGA VITA ai vulcani, almeno dal punto di vista enoico. Finché ci saranno, i vini prodotti sui loro territori non rischieranno omologazioni. I tratti distintivi sono sapidità, mineralità, bella acidità, profumi vibranti e persistenza. E’ il caso di territori di fama consolidata come Etna, Vesuvio, Soave... ma c’è aria sulfurea anche in Toscana, in una parte della Maremma un po’ dimenticata. Sono i vini dell’Amiata (doc Montecucco) che Simone Toninelli produce senza grandi pedigree alle spalle, ma solo attingendo ai valori ereditati dai nonni, «vecchi contadini della zona«, come orgogliosamente rivendica. Due soli vini, Lapillo e Lavico, blend sangiovese-cabernet il primo, sangiovese in purezza il secondo, entrambi con stile e personalità. La scelta di scartare barriques e di privilegiare le grandi botti da 25 ettolitri esalta le caratteristiche del sangiovese ‘vulcanico’, che non ha bisogno di troppo legno per esprimersi. Il vino più giovane, il Lapillo 2007, si fa ricordare per un naso intenso di viola e ciliegia, e per il gusto soft, caldo, morbidissimo, arricchito dalle note erbacee tipiche del cabernet. In enoteca sui 10 euro. LAPILLO 2007, Amiata (nella foto). Info: www.amiatavini.it Adige) e Emanuele Scarello (Friuli Venezia Giulia) si cimenteranno per la prima volta nell’interpretazione del pesce di lago. I tre si alterneranno in ciascuna delle domeniche, e i piatti studiati per l’occasione saranno abbinati, in apertura, al Bardolino Chiaretto Spumante, a tutto pasto con il Bardolino Chiaretto fermo, fornito da una selezione di aziende socie del Consorzio di Tutela. Ma non finisce qui. Durante le giornate dell’evento, nelle piazze della città si potranno degustare i prodotti tipici del territorio presso delle ‘isole’ tematiche, dedicata ognuna ad una categoria. Non mancheranno dimostrazioni di cucina, a cura degli chef locali. LUNEDÌ 3 MAGGIO 2010 quasi 30 zone doc (in francese Aoc), 270mila ettari di vigneti, per una produzione di 14 milioni di ettolitri, un terzo dell’intera produzione transalpina. Una varietà enorme di vini e vitigni. Dai rossi, bianchi, rosati, frizzanti (tra i quali la Blanquette e il Crémant de Limoux) ai vini dolci naturali (tra i quali i Moscati di Frontignan, Lunel, Mireval, Saint-Jean de Minervois, Rivesaltes, o ancora i celebri Banuyls e Maury), la varietà di vitigni si riflette in bottiglie che vanno dalla tavola quotidiana, dai bicchieri freschi e fruttati alla complessità dei rossi profondi e potenti. Adesso tutta l’offerta enologica della regione è stata riunita sotto il marchio-ombrello ‘Sud de France’ che promuove in modo unitario i prodotti agroalimentari e i vini del Languedoc-Roussillon. Al recente Vinitaly, Sud de France ha portato in degustazione i vini di 2 cantine-simbolo dell’Aoc Languedoc ‘Pic Saint-Loup’, Bergerie du Capucin (www.bergerieducapucin.fr) e Chateau De Valflaunès (www.chateaudevalflaunes.com). Due piccoli domaines che puntano su biologico e territorio con vini di grande espressività, in particolare i rossi base syrah. Passando a un grande domaine come quello di Gérard Bertrand (www.gerard-bertrand.com), 5 tenute per 300 ettari di vigna, si passa a vini di gusto più internazionale (grande eleganza e finezza), dall’eccellente rapporto qualità/prezzo. Per chi ama il bio, c’è AlfaBeta Bio (www.alfabetabio.it), importatore milanese e distributore in Italia di più di 30 etichette ‘organiche’ del Languedoc-Roussillon. l. f. NEW YORK I RISTORATORI ‘TRICOLORI’ RIUNITI PER NUOVE STRATEGIE: SI PUNTA SULLA BONTÀ DELLE MATERIE PRIME Stati Uniti, ingredienti doc contro la crisi di ANTONELLA LEONCINI LA CUCINA italiana negli Stati Uniti è vittima del suo successo? La sua immagine di cibi di qualità, di vini di pregio, può aver causato un improprio uso e abuso! Grandi compagnie hanno realizzato investimenti per sfruttare la sua popolarità: il risultato è stato anche quello di manipolare la sua autenticità sia nelle cucine e ristoranti che nei negozi alimentari e supermercati in tutto il Nord America e nel mondo. Se lo sta chiedendo, tanto più in periodi di crisi quando anche Oltre Oceano alcuni locali hanno spento le loro insegne, il Gruppo ristoratori italiani, oltre 800 locali di matrice tricolore negli Usa, da New York a Miami e San Francisco. Cifre da capogiro con un fatturato di oltre 400 milioni di dollari, attorno all’associazione fondata trenta anni fa da Tony May, già proprietario del ristorante Il Palio a New York, adesso di DS26. «Siamo nati — dice Gianfranco Sorrentino (nella foto) presidente oggi Gri, con il suo ‘Gattopardo’ a New York — per promuovere negli Usa la cultura gastronomica italiana contribuendo ad una causa comune: insegnare ai consumatori americani la vera cucina italiana. Se il cliente esce contento da un ristorante italiano, ne proverà un altro». Ma in un momento di crisi quando il cliente guarda anche alla ricevuta, è giunto il momento di affinare la strategia. Così, il Gri il 15 e 16 giugno alla Casa Italiana Zerilli Marimo’, 24 West 12th Street a New York, chiamerà a parlarne il gotha dellla cucina italiana e americana. Cosa oggi può veramente contribuire a qualificare la cucina italiana negli Usa? «La differenza la fanno gli ingredienti — dice Sorrentino —: le materie prime lontano dall’Italia e la manodopera sono care, ma sono essenziali. Non casualmente soffrono di più la crisi i ristoranti francesi e quelli con cucine elaborate; i veri ristoranti italiani resistono perché il nostro olio è buono e sano, la mozzarella di bufala non ha concorrenti, e così via». Se il presidente Obama gli chiedesse di preparargli un menù cosa proporrebbe? Risponde Sorrentino: «Per antipasti, mozzarella di bufala del Cilento e pomodori bachini con olio extra vergine di Toscana e basilico. Poi, un risotto ai funghi porcini; una spigola al forno olio e limone con broccoletti aglio, olio e peperoncino; per dessert, un semifreddo limone e limoncello. In abbinamento: Vermentino bianco della Sardegna, un Montecucco che va bene con pesce»