Zermatt e il Cervino

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Zermatt e il Cervino
Occhi puntati sul Cervino, quest'anno si festeggia l’anniversario della prima scalata di
quello che è uno dei simboli della Svizzera e dell’alpinismo
di Valentina Brambilla
È iniziato il conto alla rovescia. E non è solo un modo per dire che ci si sta avvicinando alla
data dell’anniversario. L’orologio esiste veramente ed è, naturalmente, svizzero (Tissot). Si
trova alle pendici del Cervino, nella piazza antistante la stazione ferroviaria di Zermatt, ed è
impossibile non vederlo, non solo perché è piuttosto grande ma anche perché a
Zermatt, chiusa al traffico, dalla stazione ci si passa volente o nolente. Beh, a parte il caso in
cui possiate permettervi di arrivare in elicottero. In quel caso dalla Bahnhofplatz potreste
decidere di passarci anche in un secondo momento. L’orologio mostra i giorni, le ore e i minuti
che mancano all’inizio delle celebrazioni di quello che è stato un evento storico, la forma
piramidale della struttura in cui è installato, non è casuale, perché inizia già da lì il ricordo e la
commemorazione di coloro che per primi hanno raggiunto la vetta di quello che è per tutti una
montagna mitica, il Cervino. La data clou sarà il 14 luglio perché quello stesso giorno di 150
anni fa, quindi nel 1865, l'inglese Edward Whymper fu il primo a raggiungere la vetta del
Matterhorn (in Svizzera il Cervino lo chiamano così), segnando indelebilmente una data sul
calendario non solo della storia del Cervino, ma della storia dell’alpinismo, della montagna, del
turismo invernale e quindi di Zermatt e della Svizzera tutta. In realtà Whymper non fu da solo ad
affrontare la montagna, con lui anche Peter Taugwalder con il figlio, Charles Hudson, Lord
Francis Douglas, Michael Croz e Robert Hadow ma senza dubbio era lui il più determinato e il
più agguerrito. E anche uno dei quattro, su sette, che non persero la vita proprio in quella
giornata.
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“La pendenza diminuì e potemmo finalmente slegarci, e Croz ed io ingaggiammo una vera e
propria gara di corsa testa a testa. Alle 2 meno un quarto il mondo era ai nostri piedi e il Cervino
era vinto. Hurra! Non c’era traccia dei nostri rivali italiani” (in particolare si riferiva all’alpinista
italiano Jean-Antoine Carrel, da tempo in corsa per la cima, e che è stato il primo italiano ad
arrivare in vetta, n.d.r.)”. Così scrisse Edward Whymper nel suo diario. Da allora tutto cambiò:
Zermatt da piccolo paese di montagna diventò pian piano famoso in tutto il mondo, perché
proprio da questo angolo di Vallese partì la cordata di uomini che conquistò la vetta del
Cervino. Una crescita, quella di Zermatt, che va di pari passi con l’evoluzione del turismo. Oggi
Zermatt è famosa per la sua offerta di attività outdoor e di eventi ricchissima, oltre che per le
sue infrastrutture ricettive di eccellenza che si sono contestualmente evolute contribuendo alla
fama di quella che è oggi una delle località più rinomate dell’arco alpino. Il suo comprensorio
sciistico raccoglie 63 ferrovie di montagna e 360 chilometri di piste.
In inverno, anche grazie all’innevamento assicurato le piste sono molto versatili ma chi è alla
ricerca di qualcosa di davvero diverso può praticare l’eliski e spingersi al di fuori delle piste
preparate in compagnia di un’esperta guida alpina. Gli snowboarder hanno a disposizione il
freestyle funpark “Gravity Park” (dove si allenano anche gli atleti delle Olimpiadi), e dal
Matterhorn glacier paradise / Theodulpass è possibile trasferirsi nel comprensorio sciistico
italiano di Breuil-Cervinia. Si può fare inoltre un giro su slitte trainate da cani e anche provare il
volo in parapendio. Ma questo anniversario, per il quale è prevista una serie di eventi e
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celebrazioni (qui si trova un primo elenco degli appuntamenti, in continuo aggiornamento
www.zermatt.ch/en/150/Activities-Offers-for-2015/Events-during-our-anniversary-year-in-2015),
è l’occasione per scoprire Zermatt dal punto di vista di Whymper, degli scalatori, degli alpinisti,
di tutti coloro insomma che hanno contribuito a far riscoprire la montagna e a farla diventare
un’importante attrazione turistica, una grande passione per tanti.
Consigliamo quindi di partire dal Museo Zermatlantis, nel centro di Zermatt, che permette di
capire cosa ha significato per molti tentare, e non sempre riuscire, la scalata del Cervino. Il
nome Zermatlantis è stato scelto perché ripropone un mondo scomparso. È un museo che
racconta molte cose sulla storia di questa montagna conosciuta in tutto il mondo, con un occhio
di riguardo alla sua esplorazione e alla vita lungo le sue pendici, partendo dalla sua origine,
passando per la tragedia della prima ascensione fino ai giorni nostri. Abituati come siamo alla
tecnologia e a equipaggiamenti performanti oggi sembra quasi impossibile che uomini con le
strutture “tecniche” disponibili nel 1865 siano riusciti a raggiungere la vetta di una montagna
tanto bella e tanto difficile. Gli oggetti custoditi nel museo sono una testimonianza tanto reale
quanto emotivamente toccante di quello che la montagna significa, tanta passione ma anche
tanta fatica e sacrificio. Non manca un pezzo di corda spezzata della prima ascesa del Cervino.
www.zermatt.ch/en/museum A pochi passi dal museo c’è il Cimitero degli alpinisti. Non sono
pochi gli alpinisti, spesso anche molto giovani, che hanno perso la vita scalando il Cervino.
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E poi c’è il Boutique Hotel Monte Rosa. Qui ha soggiornato, tra i tanti, Edward Whymper, e
oggi il bar al suo interno (aperto non solo agli ospiti dell’hotel) vuole essere un omaggio a lui.
Ma il Monte Rosa è anche un hotel della famiglia Seiler. E dire Seiler a Zermatt è come dire
Badrutt a St. Moritz o dire Caesar Ritz, quindi fare riferimento a tutti quegli imprenditori svizzeri
che hanno introdotto un nuovo standard di ospitalità e di tale alto livello da essere riconosciuti e
soprannominati come “gli albergatori dei re e re degli albergatori”. Questo bell’hotel in stile
Belle Époque, mescolato con le comodità di un hotel moderno, custodisce delle testimonianze
di un’epoca di fermento e cambiamento nel mondo della montagna. Varcando la soglia di
questo hotel si fa anche un salto indietro nel tempo alle origini del turismo di montagna. Non a
caso fa parte degli “Swiss Historic Hotels”, ovvero quegli hotel storici che sono parte del
patrimonio culturale della nazione. Non solo, far parte di questo gruppo di hotel vuol dire
garantire un’ospitalità particolarmente cordiale e autentica, anche per la presenza, alla
proprietà, della stessa famiglia da generazioni. www.monterosazermatt.ch
Infine suggeriamo una passeggiata nell’Hinterdorf, il quartiere storico di Zermatt. Non sono
molti gli edifici rimasti a testimoniare il periodo antecedente la diffusione del turismo alpino, ma
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quelli sopravvissuti al tempo costituiscono il suo nucleo più autentico, la sua parte più vecchia.
Antiche case, fienili, stalle e granai i legno costruiti tra il XV e il XIX secolo sono nella parte
bassa del Paese. Impossibile non notare anche la fontana in memoria di Ulrich Inderbinen,
alpinista svizzero che visse ben 104 anni e non di meno una figura leggendaria per aver scalato
371 volte il Cervino (per la prima volta nel 1921 con le sue sorelle e l’ultima nel 1990, in
occasione del 125º anniversario della prima scalata), ma anche 84 volte il Monte Bianco e 81
volte la Punta Dufour, la più alta vetta della Svizzera.
Informazioni utili
Dove dormire? La scelta a Zermatt è piuttosto vasta. Noi vi suggeriamo, perché l’abbiamo
provato, l’Alpenhof Hotel Superior & SPA (www.alpenhofhotel.ch)
Dopo la conquista del Cervino nel 1865, fu costruito dalla sezione Monte Rosa del Club Alpino
Svizzero il rifugio Hörnli (a 3260 metri di altitudine, silenzio, pace e bellezza) per rispondere alla
domanda crescente degli alpinisti che volevano scalare la montagna ormai “domata”. Per la
maggior parte degli alpinisti, continua, ancora oggi, a rappresentare il punto di partenza per la
scalata. Dal 1880, anno della costruzione, la Hornlihütte ha subito diverse ristrutturazioni
arrivando a offrire 170 posti letto. È stata demolita e riaprirà a luglio 2015 con una nuova veste
e nel rispetto dei requisiti di una moderna costruzione alpina in tema di energia, funzionalità e
approvvigionamento idrico. In attesa del termine del “restyling eco” e quindi della riapertura si
può pernottare a quota 2.880 m nel nuovo Matterhorn Base Camp, in una delle 25 tende
(temporanee e quindi removibili) in legno e alluminio, anche queste ispirate alla forma
piramidale del Cervino.
Per tutte le informazioni su Zermatt, il Vallese e la Svizzera: www.svizzera.it
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