la storia del cervino – parte 6

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LA STORIA DEL
CERVINO – PARTE 6
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La storia del Cervino – parte 6 (6-6)
Dopo un tentativo del 18 e 19 luglio 1989 con François Martigny,
il 9 agosto 1992 Patrick Gabarrou, questa volta con Lionel
Daudet, termina Aux amis disparus, a destra della Piola-Steiner.
Si tratta di una grande via che risolve il settore destro del Naso
di Zmutt nel punto più breve e strapiombante.
Il 19 luglio 1992, Hans Kammerlander e Diego Wellig,
vorrebbero chiudere un’epoca salendo e scendendo in 23 ore e
mezza le quattro creste classiche del Cervino. La loro fatica è
ammirevole, ma non desta particolare emozione.
Hans Kammerlander (a sinistra) e Diego Wellig di notte nel loro
concatenamento. Foto: Dario Ferro
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Che invece è suscitata dalla francese Catherine Destivelle
quando questa decide di ripetere il grande exploit di Walter
Bonatti nelle stesse condizioni e a distanza di quasi trent’anni:
da sola e d’inverno. L’impresa le riesce dal 10 al 13 marzo 1994
e di questa parlerà tutto il mondo.
L’arrivo in vetta di Catherine Destivelle
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La nuova mania della velocità produce un ulteriore record il 17
agosto 1995, quando il valdostano Bruno Brunod abbassa
notevolmente il record di Bertoglio di salita e discesa dal
Cervino: 3 ore e 14 minuti, sempre per la cresta del Leone.
Bruno Brunod
Il 14 agosto 2000 il figlio di Marco Barmasse, Hervé, sale con
Patrick Poletto lo scudo di roccia tra la cresta De Amicis e la via
Casarotto-Grassi. La via viene battezzata Per Nio, massimo VI+.
Questa è solo la prima di una serie di esplorazioni che compirà
Hervé Barmasse sul suo Cervino.
L’inossidabile Patrick Gabarrou non è ancora pago di avventure
sul Naso di Zmutt. Salendo Aux amis disparus aveva notato una
linea possibile subito a sinistra, elegante, estrema. E così
ritorna con Cesare Ravaschietto e dal 31 luglio al 2 agosto 2001
apre Free Tibet, altro capolavoro che attende ripetizioni. Ma la
parete ha ancora spazio per un’altra grande linea, quella scelta
dai tedeschi Robert Jasper e Rainer Treppte: dal 22 al 26 agosto
2001 riescono su Freedom, a sinistra della Diretta Piola-Steiner e
a destra della Gogna-Cerruti.
Gabarrou e Ravaschietto tornano al Cervino ancora una volta:
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ma sul versante meridionale, dove scovano una linea di
arrampicata sul Picco Muzio, a sinistra del Pilier dei Fiori e a
destra della via di Knez (I tre moschettieri). L’indeterminazione di
quest’ultima potrebbe far pensare a qualche sovrapposizione.
In ogni caso Padre Pio prega per tutti (15 e 16 agosto 2002) ha
l’aria d’essere una possibile via gettonata in futuro.
Massimo Farina
Hervé Barmasse, il 4 ottobre 2002, firma la prima solitaria (e 3a
ascensione) della via Casarotto-Grassi al Pic Tyndall. Poi il 19
marzo 2004 con Massimo Farina ripete Padre Pio prega per tutti
in prima invernale. L’anno dopo, 25 ottobre 2005, è ancora da
solo sulla via Deffeyes della parete sud (1a solitaria). Il 6 aprile
2007 è da solo sulla via del padre (Barmasse-Cazzanelli-De
Tuoni) sulla parete sud.
Sulla Sébastien Gay Memorial Route
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Il fenomeno Ueli Steck il 14 marzo 2006 sale da solo sulla
Bonatti in 25 ore. Questo è uno dei primi exploit cui ci abituerà
lo svizzero. Per esempio quello del 13 gennaio 2009, quando
sale la via Schmid in un’ora e 56 minuti! E’ curioso osservare
che Steck, giunto all’altezza della non distante Spalla, ha
traversato rapidamente fino alla cresta dell’Hörnli per liberarsi
dello zaino che avrebbe poi recuperato in discesa. Tornato
indietro con il solo apparecchio fotografico, ha poi continuato
per la via Schmid fino alla vetta. Questo gli è certamente
costato qualche minuto in più, oltre a qualche polemica su una
manovra che invece, secondo me, era perfettamente lecita.
I fratelli svizzeri Samuel e Simon Anthamatten nella primavera
2008 salgono una via nuova sull’estrema sinistra del Naso di
Zmutt, a sinistra anche della Gogna-Cerruti e con uscita a
sinistra della variante dei Giapponesi.
La grinta di Jean Troillet impegnato nella prima ascensione
della Sébastien Gay Memorial Route
Il forte himalayista svizzero Jean Troillet (10 Ottomila al suo
attivo), assieme ai francesi Martial Dumas e Jean-Yves
Fredriksen, dal 17 al 19 giugno 2009 apre una nuova via sulla
parete nord del Cervino, a sinistra della Bonatti e a destra della
via dei fratelli Schmid. Il 61enne alpinista francese aveva
iniziato la via tre anni fa con Sébastien Gay, ma all’epoca i due
erano stati costretti a tornare indietro per le cattive condizioni
della parete. Purtroppo poche settimane più tardi Gay è morto
in un tragico incidente di speedflying, e ora l’indistruttibile
Troillet è tornato in parete per concludere il progetto per
dedicarlo proprio al compagno scomparso: Sébastien Gay
Memorial Route.
La prima sezione della nuova linea di 500-600m s’infila con un
tracciato diretto tra la storica via dei fratelli Franz e Toni
Schmid e la grande via aperta da Bonatti in solitaria
nell’inverno del 1965. Dopo i primi 400 m di difficile terreno
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verticale al limite dello strapiombante, la nuova via raggiunge la
via dei fratelli Schmid per poi ripiegare a sinistra verso la
cresta.
“La via inizia molto ripidamente” – spiega Troillet – i primi 400 m
sono quasi strapiombanti. Bisogna vedere il lato positivo: questo ci
ha permesso di proteggerci dalle scariche di sassi. Abbiamo
bivaccato in parete su un’amaca. Poi, come si fa sull’Eiger (per le
difficili vie moderne della Rote Fluh, NdR), non c’è bisogno di
raggiungere la cima quando si inaugura una via nuova. E così
abbiamo tagliato sulla Spalla. Il grado di questa via? Abo. Che sta
per abominevole“.
Il problema di questo nuovo itinerario è che di certo va a
sovrapporsi, in gran parte almeno, alla vecchia via dei
Cecoslovacchi di Destra, neppure nominata da Troillet.
Patrice Glairon-Rappaz. Foto: Paulo Robach
Dal 19 al 22 gennaio 2010, con quattro bivacchi, i francesi
Patrice Glairon-Rappaz e Cédric Périllat hanno messo a segno la
prima ripetizione (nonché prima salita integrale e prima
invernale) di Aux amis disparus (1200 m, VII, A3), la via aperta nel
1992, nel settore più strapiombante del Naso di Zmutt, da
Partrick Gabarrou e Lionel Daudet.
Patrice Glairon-Rappaz mette a segno questo colpo dopo epiche
salite invernali come la Serge Gousseault sulla Nord delle
Grandes Jorasses (13-18 gennaio 2000, con Stéphane Benoîst),
la Superintegrale di Peutérey (19-28 febbraio 2003, con Benoîst e
Patrick Pessi) e la Directe de l’Amitié ancora sulla Nord delle
Grandes Jorasses (31 gennaio-6 febbraio 2006, con Benoîst e
Paulo Robach). La salita è stata favorita dalla roccia pulita ma
ostacolata dal grande freddo e dal vento. Per niente banale
anche il finale dell’avventura: un’intera giornata per tornare a
valle lungo la cresta dell’Hörnli. «Questa via – ha commentato
Glairon-Rappaz – oltre al fatto di svolgersi su una delle più
emblematiche e meravigliose montagne delle Alpi, racchiude tutte le
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specialità dell’alpinismo, restando un punto di riferimento sia per le
difficoltà sia per l’impegno complessivo».
Gli stessi, l’anno dopo, dall’8 all’11 marzo, fanno la seconda
invernale (e prima invernale in stile alpino) della Gogna-Cerruti
al Naso di Zmutt.
Il 13 marzo 2010 Marco ed Hervé Barmasse hanno aperto una
nuova difficile via sulla parete sud del Cervino, 1220 metri che
risolvono uno dei “problemi” della grande parete della “Becca”
già tentato da molte cordate. Questa via segue una linea
naturale, quella di un couloir che solca e divide in due la parete
sud del Cervino e che termina all’Enjambée, a 200 m dalla vetta
per una lunghezza complessiva di 1220 m. “E’ una linea già
tentata da mio padre 24 anni fa – racconta Hervé – e da altre
cordate negli anni successivi. Giancarlo Grassi sulla rivista Lo
Scarpone aveva descritto questa via come una delle ultime grandi
salite delle Alpi, il suo sogno nel cassetto. Non mi dilungo sui gradi
M, anche perché le valutazioni dipendono spesso dalle condizioni
nelle quali si affronta una via. Credo che sia molto difficile, con
protezioni molto distanti – 4 ogni 60 m in alcuni tiri – resa ancor
più dura dalla qualità della roccia, che preferisco definire “di
difficile interpretazione” per non dire “non buona”, e poi anche se di
couloir si tratta, di ghiaccio non ne abbiamo quasi mai trovato”.
Il 9 aprile 2011, dopo 4 giorni in parete e 3 bivacchi, Hervé
Barmasse ha raggiunto la cima del Picco Muzio aprendo una
nuova via lungo i 700 m del grande pilastro della parete sud,
una bellissima piramide che, se si sa ben guardare, si staglia
prepotentemente nella fantastica giungla di roccia della parete
sud del Cervino. E’ la prima tappa di una trilogia di esplorazioni
sulle Alpi che vedrà Barmasse anche sul Monte Bianco e sul
Monte Rosa.
Il progetto (oltre alla assoluta verticalità e l’accentuata zona
strapiombante finale) aveva un grande punto di domanda: la
non proprio buona qualità della roccia che contraddistingue il
Cervino. Ergo la sua inaffidabilità. Oltre a questo c’era da
aggiungere l’avvicinamento: quei 400 m dell’erto canale di neve
(esposto a tutte le scariche di massi del mondo) che porta alla
base del pilastro.
Quel 9 aprile, in vetta al Picco Muzio, Hervé ha trovato ad
attenderlo quello che lui definisce “il mio maestro”, suo padre.
Con lui poi ha affrontato la discesa e l’ultimo bivacco. Non ce
l’aveva proprio fatta Marco Barmasse ad aspettare a casa. Non
ce l’aveva fatta a pensare a tutto quello che cadeva, o poteva
cadere, sulla testa del figlio… in effetti quel pilastro di 700 m fa
veramente impressione, e non solo per la roccia marcia.
Ancora nel 2011 registriamo due nuovi record di velocità: il
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primo sulla cresta dell’Hörnli, da Zermatt a Zermatt (Andreas
Steindl, 2 ore e 57 minuti, 23 agosto) e il secondo, incredibile,
sulla via Bonatti (Patrick Aufdenblatten e Michael LerjenDemjen, 7 ore e 14 minuti, il 27 settembre).
Ancora nel 2011, il 4 ottobre, Robert Jasper e Roger Schaeli in 16
ore e mezza, hanno compiuto la 2a ascensione e 1a RP
dellaSébastien Gay Memorial Route, (1000 m, F5/A2, 90°), sulla
parete nord. Jasper ha così completato il suo progetto di
realizzare delle prime salite in libera su tutte e tre le grandi
Nord delle Alpi: Eiger, Cervino e Grandes Jorasses. Nel 2003 con
Markus Stofer, era stata la volta di No Siesta sulle Grandes
Jorasses (M8) e nel 2010, con Schaeli, aveva salito sulla Nord
dell’Eiger laHarlin Direttissima con uscita sulla Heckmair (1880
m, M8). Jasper e Schaeli hanno salito i primi difficili 400 metri
della Sébastien Gay (con una valutazione di M8), poi hanno
continuato per la Schmid e sono usciti sulla più difficile via di
Michal Pitelka (via dei Cecoslovacchi di Sinistra). A metà della
via hanno trovato attaccata a un chiodo una cassettina di legno.
Successivamente hanno scoperto che si trattava delle ceneri di
Sébastien Gay, portate sulla via dal team dei primi apritori
dell’itinerario a lui dedicato.
L’arrivo in vetta di Kilian Jornet Burgada
L’estate del 2013 è caratterizzata dall’exploit di Kilian Jornet
Burgada che sale da Cervinia il Cervino e ritorna in sole 2 h, 52’
e 02”. La rilevanza mediatica di questo evento è stata quasi
esagerata. Segno che sempre meno si apprezza la fantasia e
sempre più si applaude il mero exploit atletico.
Ancora Hervé Barmasse il 13 marzo 2014 concatena d’inverno le
quattro creste del Cervino.
Nel frattempo la nostra montagna è teatro di altre imprese.
Dopo le ripetute discese (da parte di Toni Valeruz e Jean-Marc
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Boivin) della parete est (partendo dalla cengia sotto alla Testa),
ecco il 17 aprile 2014 la discesa del Canalone Penhall sulla
Ovest: Davide Capozzi, Julien Herry e Francesco Civa Dano (i
primi due in snowboard, il terzo in sci). Come pure (7 giugno
2014) il promo volo dalla vetta con tuta alare (Géraldine
Fasnacht e Julien Meyer).
E siamo così al 2015: il 22 aprile la guida svizzera Dani Arnold
abbassa di 10’ il record sulla Schmid: 1h 46’.
Dani Arnold. Foto: Visualimpact.ch/Christian Gisi
Secondo voi la storia è finita? Oggi ricorre il 150° anno dalla
salita di Whymper e compagni. Ma sul Cervino la storia non
finirà mai…
Alcune tabelle:
Cronistoria del Cervino (1857-2015)
Cronologia della via Schmid (fino al 3 luglio 1962)
Cronologia delle prime 6 ascensioni invernali della via Schmid
Cronologia delle prime ripetizioni della via Bonatti
Cronologia della via Gogna-Cerruti (1969-2014)
Dani Arnold abbassa il record di Steck sulla Nord del Cervino.Foto:
Visualimpact.ch/Christian Gisi
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