note sugli ospiti - Comune di Marano sul Panaro

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note sugli ospiti - Comune di Marano sul Panaro
AZIONE NATURA
….Quel punto rosso sulla mappa
cinque serate di proiezioni ed incontri
con i protagonisti di viaggi ed avventure
AZIONE NATURA, doppiato il traguardo del quarto di secolo, ha ancora l’ambizione
di proporsi al pubblico come un’occasione di incontro, di intrattenimento ed insieme
di riflessione sui grandi temi dell’Avventura e del Viaggio.
E così, con il consueto stile che ci ha contraddistinto in questi 27 anni, ci
ritroveremo insieme a compenetrare quell’ immenso, variopinto caleidoscopio che è
la Natura grazie al contributo di “moderni viaggiatori” che ci faranno partecipi delle
loro forti esperienze, delle sensazioni e delle emozioni provate in luoghi ove
ambienti, paesaggi e costumi ci appaiono così distanti. Continueremo a sondare ed
analizzare da cosa derivi la spinta interiore che porta i nostri ospiti ad abbandonare
confortevoli situazioni e comode dimore per mettersi in gioco di fronte al “diverso”
ed accettare i pesanti disagi correlati al Viaggio d’Avventura e, sicuramente, com’è
giusto che sia, non troveremo risposta neanche in questa edizione per il puro e
semplice motivo che la risposta è troppo personale, intima, difficilmente
condivisibile, probabilmente perché i grandi spazi, con la solitudine incombente e le
sicurezze lontane, sono un qualcosa con cui la nostra società non ha ormai più
confidenza ….
Certo che in questi anni, viaggiatori reali o solo virtuali, nel contemplare Quel
punto rosso sulla mappa epicentro dei nostri sogni, abbiamo potuto immaginare
scenari fantastici di natura prorompente nell’attesa di concretizzare un viaggio,
magari pianificato da tanto tempo e mai realizzato, ma in piena sintonia con lo
spirito e la curiosità che animano le serate marzoline della rassegna ormai giunta
alla 27° edizione.
I nostri ospiti, al di là della caratura personale, sono persone che amano la
Natura e che, spinti dalla curiosità di sbirciare oltre i confini del proprio mondo
urbano, si immergono nelle realtà sociali e culturali che incontrano
interiorizzandole, inseguono un sogno che, spesso, sfugge dalle mani e, animate da
sana curiosità, accettano e sopportano il peso e la fatica di viaggi perlomeno
inconsueti mostrandosi altresì rispettosi delle persone e degli ambienti che
incontrano inanellando, talvolta, anche prestazioni e performance di livello
mondiale. E come di consueto, anche quest’anno, ogni venerdì, ci faranno partecipi,
semplicemente, della loro personale, straordinaria esperienza in mondi misteriosi e
spesso ostili in cui si sono misurati e conosciuti intimamente.
In questa disarmante semplicità di programmazione si annida forse il seme
della longevità (e speriamo del successo) della rassegna.
ENTE PARCHI E BIODIVERSITÀ EMILIANA
CENTRALE E SERVIZIO PARCHI REGIONALE
EMILIA ROMAGNA. & “ALTA VIA DEI PARCHI”
L’Alta Via dei Parchi è un itinerario da
percorrere a piedi lungo l’Appennino
fra l’Emilia-Romagna, la Toscana e le
Marche. Attraversa due Parchi
nazionali, cinque regionali e uno
interregionale e permette di scoprire
il meglio che le montagne
appenniniche sanno offrire.
L’itinerario è di circa 500 chilometri ed è suddiviso in 27 tappe.
L’Alta Via dei Parchi può essere percorsa da escursionisti che accettano la sfida di
una lunga traversata, ma anche da chi vuole camminare godendo della serenità e
ricchezza della natura.
Potrete infatti percorrere le singole tappe oppure fare dei trekking di due o più
giorni grazie anche alla possibilità di raggiungere la gran parte dei punti di accesso
all’itinerario anche con i mezzi pubblici.
Il film è presentato in anteprima ad AZIONE NATURA 2014.
Produzione: Orticolture.
In collaborazione con: Regione Emilia-Romagna.
Con: Enrico Brizzi.
Regia: Serena Tommasini Degna.
Sceneggiatura: Enrico Brizzi e Serena Tommasini Degna.
Soggetto: Enrico Brizzi.
Prodotto da: Ivan Olgiati e Stefano Marconi.
Fotografia: Mirco Sgarzi (A.I.C –Imago).
Colonna sonora originale: Lorenzo Esposito Fornasari e Jonathan Clancy.
Montaggio: Irene Barone.
Suono in presa diretta: Giovanni Frezza.
Direttore di produzione: Valerio Gnesini.
CARLO FERRARI E GIULIANA REPETTO
Carlo 53 anni, ferroviere. Dai viaggi
“zaino in spalla” con i quali negli anni 90
ha viaggiato per tutto quanto esista tra
Messico e Terra del Fuoco, Caraibi
inclusi, è passato, nel decennio
successivo, a consolidare la passione per
la bicicletta e per l’esplorazione
escursionistica trasferendola in una
attività giornalistica apprezzata da molte
autorità turistiche Europee,
Nordamericane ed Africane. Scrive per
La Rivista del Trekking & Outdoor, La Bicicletta, BC, Ciclismo.
Giuliana: 51 anni. Esperta compositrice di multivisioni e cicloviaggiatrice per caso.
Ci presentano una carrellata
di immagini tratte dai viaggi
sempre
e
comunque
compiuti con la bicicletta
ovunque questi due autori
abbiano messo ruota. Utah e
Nevada, due degli stati della
storica conquista dell’ ovest
nordamericano. Mountain
bike o strada non è il mezzo
che determina la valenza
dello spettacolo ma i
paesaggi che si susseguono,
con un piccolo spazio
dedicato ai piccoli trekking al cospetto dei monumentali Titan e Delicate Arch.Le
immagini ci regaleranno gli spettacoli di pietra dei parchi di Arches, Canyonlands,
Capitol Reef, Zion e Bryce. Rotoleremo fino alle sponde del Colorado sullo Shafer
Trail e sull’ ottovolante di arenaria dello Slick Rock Trail.La Scenic B-Way 70 ci
porterà alla originale assurdità di Las Vegas, due pedalate nel deserto di Mohave e
poi rotta a nord su Reno, “The biggest little city in the world”. Qui, scavalcando per
due volte la Sierra Nevada e calandoci nel “wild west” alla storica ed intatta Virginia
City percorreremo, in parte sulle orme del Pioneer Trail di Kit Carson del 1849, le
praterie della Carson Valley, ed attraverso un incontaminato paesaggio alpino
approderemo alle sponde turchesi di Lake Tahoe, per chiudere il circuito doppiando
il Mt. Rose Pass a quasi 3000 mt. di quota.
Una serie di piccole cicloavventure in uno degli ambienti più grandi d’ America.
SPEDIZIONE ANNIBALE: DA EST A
OVEST ATTRAVERSO LE ALPI
ELIS BONINI & EDOARDO GAGNOLATI
Elis Bonini Classe 1988, laureato in Design del
Prodotto alla Naba di Milano nel 2011. Ha cercato di
occupare il tempo nell’ultimo anno coltivando
peperoncini molto piccanti e arrampicando dove
poteva in Italia e all’estero. Lavora come grafico,
talvolta per la Great Emotions, società che si occupa di
organizzazione di spettacoli per la Disney e per la
Warner Bros, e di tanto in tanto per giovani Dj che
aspirano ad un immagine cordinata degna del loro
sound. Dopo 15 anni di scoutismo e camminate in montagna, ha deciso di rischiare il tutto per
tutto lanciandosi in una sfida con la natura e se stesso. Aspira ad avere una vita piena di avventure
ed imprese di questo calibro con il suo “omonimo” di nascita Edoardo Gagnolati
Edoardo Cagnolati Anche lui nato nel
1988,Laureato in Architettura del Paesaggio presso
l’Università degli studi di Genova nel 2012. La prima
volta che ha respirato l’aria alpina aveva cinque mesi e
da allora ne ha più potuto fare a meno. Il percorso di
studi e le passioni, gli hanno permesso di accrescere la
pazienza nel viaggiare in treno, la sensibilità e il
rispetto per il paesaggio e la natura. Nell’estate 2006 e
2007 ha lavorato come volontario con l’Operazione
Mato Grosso per la costruzione di un impianto di
risalita per lo sci estivo in val Formazza.
“Amiamo l’avventura, abbiamo dimestichezza con la montagna, grazie alla grande passione che
abbiamo per essa e ai molti anni passati a “camminarla”, “scalarla”, “ammirarla” e “rispettarla” (e
inoltre anche grazie ai tanti anni passati negli scout come ragazzi prima e come capi
poi).L’intenzione è quella di documentare il percorso di giorno in giorno con foto e video e un
diario di cammino, per tornare a casa e dar vita ad un racconto che possa testimoniare al meglio
questa nostra “impresa”. Non cerchiamo record e nemmeno di diventare famosi, cerchiamo di
dare un respiro in un periodo rappresentativo della nostra vita. Raggiunto il quarto di secolo ci
siamo ritagliati il tempo per tornare ad ascoltare e vivere quei paesaggi e quella natura che forse
regala ancora piccoli scorci di wilderness che sempre di più stiamo perdendo e dimenticando.Il
contesto che abbiamo scelto rappresenta anche una nostra filosofia di vita. La montagna è ciò che
più rappresenta per noi la metafora della meta finale, il raggiungere a piccoli, ma costanti, passi la
vetta, il superare i propri limiti per arrivare alla fine stanchi ma felici della fatica, per girarsi e
vedere le difficoltà superate.La nostra compagna di viaggio sarà la leggerezza e la semplicità.
Viaggeremo carichi del minimo indispensabile dotati della sola attrezzatura di sicurezza per non
andare incontro a pericoli inutili e anche questo ci servirà per scrollarci di dosso l’idea che per
vivere bene bisogna avere tutto.”
www.spedizioneannibale.com
GIORGIO DAIDOLA
nato a Torino il 7 novembre 1943, insegna
Economia del turismo all’Università di
Trento, è pubblicista iscritto all’Ordine dal
1983 e maestro di sci emerito presso il
Collegio Regionale del Piemonte dal 1971.
Collaboratore della Rivista della Montagna
sin dai primi numeri (1971), ne è stato
direttore per parecchi anni e responsabile
della rubrica dei materiali dagli inizi fino agli
ultimi numeri pubblicati (2009). Ha coordinato Dimensione Sci, l’annuario del Centro
Documentazione Alpina, 17 numeri dal 1985 al 2001. Ha pubblicato articoli in tutte le più
prestigiose riviste di outdoor italiane, francesi, spagnole e statunitensi. Attualmente cura
per SKI ALPER una serie di articoli sui grandi sciatori alpinisti del passato e la rubrica
"controcorrente". Nel 1982 ha reintrodotto il telemark in Italia e con la tecnica a talloni
liberi ha effettuato spedizioni nei sette continenti, con il tetto massimo del Shisha Pagma,
prima discesa a telemark di un ottomila.
E’ stato responsabile della rubrica “Orizzonti di neve”, sul sito Internet di Torino 2006,
membro del Consiglio Direttivo del Film Festival Montagna ed Esplorazione di Trento e di
parecchi CdA e comitati aventi per oggetto l’editoria di montagna, la cultura alpina ed il
turismo montano sostenibile (Vivalda Editori srl, Leader Plus Valsugana e Val di Sole,
Istituto Culturale Mocheno). E’ couatore del volume “Montagne nel Mondo” Edizioni Seta,
Bolzano 2002.Insieme a Carlo Rossi ha curato la regia del film "Il passo in curva", premio
FISI al Festival di Trento nel 1993. Ha partecipato a parecchi film realizzati da Giorgio
Balducci per la RAI di Trento e ai film"The time machine" di Stefano Benedetti e Michele
Radici, con Morten Aass e "No men's land" di Enrico Verra, scialpinismo in Libano con
Morten Aass, John Falkiner, Leonardo Bizzaro e Manolo. E' protagonista del film "Il diritto
ed il rovescio" di Alberto Sciamplicotti, girato in Armenia nella primavera 2012, premiato al
Festival delle Orobie, gennaio 2013 e al Festival di Sestriere, agosto 2014.Ha appena
terminato le riprese al bivacco Gervasutti del film "The White Planet" di Francesco
Mattuzzi
Giorgio Dandola, maestro di sci e docente universitario, è stato il mio primo maestro di telemark,
disciplina sciistica d’altri tempi che richiede il rispetto dell’inchino, al suo approccio. Ma anche
dopo, se è per questo. Lo conoscevo gia di fama, per i suoi appetitosi articoli sulla Rivista della
Montagna e l’incontro è stato all’altezza delle aspettative. Dotato del carisma naturale di un
viaggiatore gentiluomo, Giorgio, con un pugno di amici telemarker della prima ora, ha segnato un
bel percorso per alcuni di noi, inventando idee esploranti e piccoli gioielli di viaggi sugli e con gli
sci, dal Muztagh Ata allo Shisha Pangma, dal Garwhal indiano alla Norvegia, paese da cui ha
importato sciatori mitici del calibro di Morten Aas. Per un po’ di anni ha tenuto le fila di un bel
movimento. Poi qualche furbetto della seconda ora, ha tentato di dare regole rigide e un gioco che
di regole non ne ha nemmeno di morbide: libera il tallone, libera la mente è il motto. Ma Giorgio,
coerente col suo stile, ha declinato l’invito, rimanendo lontano e continuando i suoi viaggi, anzi,
sci-viaggi. Mentre i furbetti sono durati lo spazio di un amen. Anzi uno sci-amen.
Manuel Lugli, “Alpinisti sottaceto”
EMILIO PREVITALI
Emilio Previtali: nasce a Bergamo nel 1967, personaggio del
mondo della montagna, legato ad essa dal concetto di
avventura che persegue nei suoi aspetti più molteplici:
arrampicata, snowboard, corsa, mountainbike, alpinismo sulle
grandi cime della terra. Negli anni è stato anche fondatore,
nonchè direttore per la quasi totalità delle uscite, della rivista
FREE. Attualmente è impegnato nel tentativo di salita invernale
al Nanga Parbat con Simone Moro. Sentiremo quasi in diretta
come è andata in quanto si prevede il rientro in Italia per la
metà di Marzo, a corollario della serata una dia proiezione sulla
sua attività di personaggio emblematico dell’alpinismo e
scialpinismo moderno.
THE NORTH FACE TEAM:
SIMONE MORO ,DAVID GOETTLER ED EMILIO PREVITALI
Nanga Parbat
Conosciuta come la “Killer Mountain” ovvero la montagna “Killer”,
il Nanga Parbat (Pakistan) è famoso per la sua difficoltà di scalata,
costata la vita a numerosi alpinisti. Nona montagna più alta del
mondo, il Nanga Parbat raggiunge gli 8.125 metri di altezza e,
con il K2, è, una dei quattordici 8000 metri a non essere mai
stata scalata d’inverno.
Combattendo contro condizioni climatiche estreme, con
temperature che raggiungono i 40 gradi sotto lo zero la durata
prevista del progetto “Nanga Parbat Winter Expedition” è tre mesi: il team è partito a dicembre
per una delle spedizioni più dure da affrontare, nella stagione più fredda e difficile dell’anno.
Scalare questa imponente cima sarà una sfida fisica e mentale senza paragoni. A complicare
ulteriormente la situazione, il fatto che il campo base sarà situato a più di 5.000 metri sotto la
vetta. Dal 1988, sono stati 29 i tentativi di ascese invernali sulle vette di oltre 8.000 metri del
Pakistan, di cui 16 sul Nanga Parbat, senza che alcuna impresa sia stata coronata dal successo.
venerdì 20 dicembre 2013
SOGNI, NON PROGETTI. O PROGETTI, NON SOGNI.
Nell'alpinismo ma anche in un sacco di altre situazioni della vita, nella fase della creazione, bisogna diffidare
di chi usa troppo spesso e con troppa disinvoltura la parola progetto al posto della parola sogno.
Nella fase di realizzazione invece, sul campo, bisogna diffidare di chi usa troppo spesso la parola sogno al
posto della parola progetto. Almeno, questo é quello che penso io delle cordate, in montagna, nel lavoro e
nella vita.
#nangainwinter
venerdì 17 gennaio 2014
MAI SMETTERE DI ESPLORARE.
Non bisogna mai smettere di esplorare. Bisogna insistere, perseverare. Lottare. A un certo punto di tutte le
esplorazioni, dei viaggi e delle avventure, ogni volta che ti metti totalmente in gioco succede che arrivi in un
luogo che é lontano, così lontano da tutto e da tutti, da tutto quello che hai e da tutto quello che ami che ti
volti indietro e vedi che alle tue spalle non c'è più niente, non si vede nemmeno più il punto da cui sei
partito o dove dovresti tornare e lì, in quel momento, in quel preciso istante, ti rendi conto che il luogo in
cui sei non é altro che un punto di partenza. Un luogo senza tempo in cui qualche volta sei già stato. Un
luogo che non é un luogo, sei tu che cominci a conoscerti, finalmente, per la prima volta.