settembre musica

Transcript

settembre musica
Unione
Musicale
Città
di Torino
Assessorato
per
la Cultura
lunedì 27 agosto 1984, ore 21
Auditorium Rai
Hermann Prey,
______
b a r ito n o
Helmut Deutsch,
p ia n o fo r te
SETTEMBRE MUSICA
A n c o r a u n g r a n d e p r o g r a m m a lie d e r is tic o e d u n g r a n d e
in te p re te . V e n tu n o lir ic h e s c h u b e r tia n e e il te n o re
te d e s c o Werner Hollweg.
U n a v o c e d i c u i s i r ic o r d a n o in n u m e r e v o li c o n c e r ti e d
im p o r ta n ti r e g is tr a z io n i; tra le ta n te il «F id e lio » d i
B e e th o v e n e « L e S ta g io n i» d i H a y d n c o n la F ila r m o n ic a
d i B e r lin o e K a ra ja n , lo «J e p h t a » d i H a e n d e l e il
« T a n n h à u s e r » d i W a g n e r c o n la F ila r m o n ic a d i V ie n n a ,
M a a z e i e O z a w a , m u s ic h e m a s s o n ic h e d i M o z a r t c o n la
F ila r m o n ic a d i N e w Y o rk e M e h ta .
P r o p r io d i u n 'e s e c u z io n e in fo rm a s c e n ic a d e llo «J e p h ­
t a » h a e n d e lia n o , a v v e n u ta p o c h i g io r n i fa a S a lis b u rg o ,
s c r iv e M a s s im o M ila : « N e è im p r e s s io n a n te in te r p r e te il
te n o r e W e r n e r H o llw e g , q u e ll’im p ie g a to d i b a n c a c h e
c o m in c iò a s tu d ia r e il c a n to a v e n tid u e a n n i s u o n a ti e
p o i b r u c ia n d o r a p id a m e n te le ta p p e , e b b e la s u a
g r a n d e c o n s a c r a z io n e n e l «R a tto d e l S e rra g lio » a l
M a g g io M u s ic a le F io r e n tin o d e l 19 69 . O g g i è u n o d e i
p iù q u o t a t i te n o r i m o z a r tia n i e lie d e r is ta r ic e r c a tis ­
s im o ...» .
Auditorium Rai, martedì 4 settembre, ore 21
L a s o p r a n o Edita Gruberova c a n te r à all’Auditorium
Rai alle ore 16 di sabato 8 settembre a n z ic h é , c o m e
a n n u n c ia to s u p r o g r a m m a g e n e r a le , n e lla s e r a ta d i
m a r te d ì 11. In v a ria to il p r o g r a m m a .
D i le i h a r e c e n te m e n te s c r itto M a s s im o M ila d a S a li­
s b u rg o :
« ...la p o t e n z a e c c e z io n a le d e ll’o r g a n o v o c a le , s a g g ia ­
m e n te c o m p r e s s a d u r a n te il c o n c e r to d i Lieder, n e i b is
e s p lo s e c o m e u n a p o lv e r ie r a : r a z z i s p a r a t i c o m e fu o c h i
d ’a rtific io , g o rg h e g g i, a c u t i e s tr e m i r a g g iu n ti c o n v o c e
p ie n a e c o rp o s a , d o v e s e m b r a c h e n o n s ia s o lo la g o la
d e ll’a r tis ta a p ro d u rli, m a tu tto il c o r p o d ’u n a d o n n a
s a n a e fe lic e , e q u e g li a c u t i - s u a a s s o lu ta s p e c ia lità e m e s s i in v e c e p ia n is s im o e c o n d o lc e z z a s e n z a c h e
m in im a m e n te n e s c a p it i la q u a lità d e l s u o n o , m e n tr e la
s u a fa c c ia s i illu m in a d i g io ia : in s o m m a , tu tta la g r a n d e
p a r a ta d e l r e p e r to r io d i b r a v u r a a m e tte r e in fia m m e il
p u b b lic o c h e g r e m iv a la s a la , t u t t ’a ltr o c h e p ic c o la , d e l
K le in e s F e s tp ie lh a u s , e c h e d e c r e tò u n trió n fo a q u e s ta
a rtis ta , c u i s p e tte r e b b e , o ltre tu tto , a n c h e il p r e m io d e lla
s im p a tia , n o n o s ta n te l'a lte z z a v e rtig in o s a d e l s u o d i­
v is m o » .
Franz Schubert (1797-1828)
Winterreise
ciclo di venti Lieder op. 89
su testi di Wilhelm Muller
C’è un Lied di Franz Schubert, un Lied fra i più
ammirevoli e più noti, D e r W a n d e r e r , ossia il viandante,
che si conclude con queste parole: «Dort, wo du nicht
bist, dort ist das Gluck» (Dove tu non sei, là è la
felicità). In questa asserzione è la chiave di uno dei
motivi della poesia romantica più cari all’animo e alla
musa di Schubert: quello dell’eterno viaggiante, dell’anelare ad una meta sempre desiderata e sempre
irraggiungibile: una speranza di felicità che si sa
inappagabile, ma che è in se stessa ragione di vita. In
tedesco, quest’ansia di ricerca senza fine vien detta
«Sehnsucht», parola che nella nostra lingua si traduce
in Nostalgia, ma non con piena aderenza di significato.
La nostalgia ha per oggetto qualcosa che nella nostra
memoria si lega a una felicità già posseduta e ora
rimpianta. L’oggetto della «Sehnsucht», invece, è inaf­
ferrabile, è un qualcosa che non ha riscontro nella
nostra esperienza vissuta. «La pace», scrisse Friedrich
Schlegel, «non è altro che questo: che al nostro spirito
venga indisturbatamente concesso di cercare e di
anelare, là dove non può trovare nulla di più alto della
sua stessa nostalgia».
Vagare, spandersi a tutti i venti: ecco dunque il sogno
romantico che tante volte coinvolse l’ispirazione di
Schubert: D e r W a n d e r e r il Canto notturno del viandan­
te ( W a n d e r e s N a c h tlie d )-, il Viandante alla luna ( D e r
W a n d e r e r a n d e r M o n d ) e i canti di addio e di partenza,
e quelli dei pellegrini, i canti del povero mugnaio che
trova il maggior bene nel suo errare e si getta nell’ac­
qua per il dolore. Infine i canti di nostalgia, di dispera­
zione e di morte della W in te r r e is e , compiuta da Schu­
bert nel 1828 nell’imminenza e forse nel presagio della
propria fine.
Nell’arco di appena quattordici anni di attività, Schubert
compose più di seicento Lieder. Non solo per un così
eccezionale primato egli può venire considerato il
maggiore maestro in questo genere di musica che
nell’epoca romantica vide la fioritura più completa,
traboccante; ma anche per l’immensa gamma di valori
che nella sua liederistica realizzano in un’intima armo-
nia di bellezza musicale e di segno espressivo l’ideale
romantico del più stretto connubbio fra l’arte della
parola e l’arte del suono: fra poesia e canto, insomma,
includendo nel canto anche la squisita e tutta schubertiana musicalità delle trame pianistiche che il grande
liederista aggrega all’espressione vocale.
Non si vuol dire tuttavia che i testi poetici scelti da
Schubert siano sempre di gran qualità. Molti, è vero, si
fregiano della firma di Goethe, di Schiller, dei due
Schlegel, di Novalis, ma altri provengono da modesti
epigoni e ripetitori nell’opera dei quali i termini e i modi
della grande poesia romantica scadono a livello di
artificio e di sentimentalismo. Ma poco importa. Non è
tanto dal valore letterario del testo che Schubert è
toccato, quanto piuttosto dalle immagini, sentimenti,
dati emotivi che, sia pure allo stato grezzo, esso
racchiude e che la scintilla creativa del compositore ha
la virtù di rifondere in purissima lega d’espressione
artistica. Spesso sembra che il semplice titolo, i primi
versi del testo agiscano nella fantasia del musicista
come una formula magica, una parola d’ordine atta ad
aprire alla sensibilità le porte più segrete.
Esempio fra i sommi la Winterreise, ciclo di 24 Lieder
su versi mediocri di Wilhelm Miiller, un autore molto
praticato da Schubert.
Semplice l’argomento. In una squallida notte d’inverno,
un uomo si separa dall’amata e si incammina per la
foresta. La desolazione del suo animo è simile alla
desolazione della natura che lo circonda. La neve gli
imbianca i capelli, il suo cuore è di ghiaccio come il
ruscello gelato. Passa accanto ad un tiglio e ricorda il
tempo felice dell’estate in cui, all’ombra di quell’albero,
egli scambiò giuramenti d’amore con la sua donna.
Disperato, invoca il sole, la primavera, ma solo il
gracchiare d’un corvo gli risponde. I suoi passi lo
guidano poi verso un cimitero: qui vorrebbe restare, ma
non è ancora l’ora. Egli è un’anima errante ed ignora
quando dovrà aver termine la sua corsa. Ma ecco a un
tratto giungergli di là dal villaggio il suono di un
organetto. E un vecchio mendicante che, con le dita
intirizzite, quasi come un automa, gira la manovella
all’infinito. Nessuno degna il misero di uno sguardo,
perfino i cani ringhiano contro di lui. Ma il disperato
viandante ha compreso che il suo viaggio è ormai finito:
rivolge aH’uomo invisibile e lontano la parola: «0 strano
vecchio, vuoi ch’io venga con te, perché tu possa
accompagnare il mio canto col tuo strumento?».
Prendendo corpo nella musica di Schubert, questa
materia si accende d’una magia, d’una luce che la
trasforma in una struggente «rêverie». Attraverso il
respiro di un canto toccato dalla grazia, tutto semplicità
di linee e al tempo stesso tutto intensità e concentrazio­
ne espressiva, la vicenda dell’amante disperato, del
suo viaggio senza meta, acquista la verità di un
simbolo: il simbolo della condizione umana, del faticoso
procedere della vita con i suoi misteri, le sue Illusioni e
sofferenze.
L’inverno nevoso, gli alberi spogli, il vuoto vertiginoso
delle rovine, il fiume di ghiaccio, i fuochi fatui, il volo
della cornacchia, il mattino di tempesta, l’inospitale
locanda, il villaggio addormentato, la primavera va­
gheggiata nel sonno. Ancora una volta Schubert ha
cantato il paesaggio della natura all’unisono con il
paesaggio dell’anima, elevando ad una delle dimostra­
zioni più luminose la nota sentenza del sognatore
romantico Amiel, per il quale «Il paesaggio non è che
uno stato d ’animo».
Per la strada il Lindenbaum: un incontro emblematico.
Sappiamo da Heine che i tedeschi solevano fissare i
loro appuntamenti d’amore all’ombra di un tiglio, forse
perché le foglie di quest’albero hanno la forma di un
cuore. Questo quinto Lied della Winterreise, questo
incantevole canto d’amore e di nostalgia è certo il più
celebre del ciclo. Un quadro di incomparabile bellezza,
nelle sue tre parti che passano dal maggiore al minore
e dal minore al maggiore, nella soavità, vagamente
popolare della sua melodia, nella grazia armoniosa
dell’accompagnamento, ora trepido e ondulato nell’evocare il fremere dei rami mosso dal vento, ora
flessuosamente piegato ad aderire alla linea del canto.
Le ventiquattro scene si inquadrano fra due visioni che
riassumono l’essenza del dramma. Nella prima il Lied
d’apertura Gute Nacht, le parole d'addio all’amata si
sciolgono In un canto di aurea semplicità e di affetto.
Ma non è solo, sappiamo, un mesto e tenero addio. È
anche l’inizio del «viaggio» (viaggio dell’esistenza), un
«nascere», insomma, che la musica avvolge di un’at­
mosfera di vaga fatalità, sfiorata da un senso di mistero
e di dolore incombente: «Sono giunto straniero, stra­
niero riparto».
Un prodigio di suggestione espressiva contenuta nella
forma più nuda e scarna è il Lied che fa da epilogo al
ciclo: quasi un grido di disperazione,ma tutto represso
ed interiorizzato nella monotona, quasi amorfa cantile­
na, nel roteare del motivo dell’organetto sgangherato
su un basso di quinte vuote, senza vita. Il viaggio si è
compiuto nell’apparizione estrema, al margine della
tomba, del «Leiermann», cadente, col piattellino vuoto,
a cui nessuno bada, strimpellatore di poveri canti.
Massimo Bruni
Massimo Bruni, scomparso il 30 luglio scorso, aveva ricevuto
incarico, come di consueto, di scrivere le note musicologiche
relative ad alcuni concerti di Settembre Musica.
Il presente programma, già completato,è stato ritrovato tra le sue
carte. La pubblicazione vuole quindi essere un grato ricordo e un
omaggio all’illustre musicologo.
Hermann Prey è nato a Berlino, dove ha studiato all’Accademia
di Musica. Ha debuttato nel 1952 al Teatro dell'Opera di Wiesbaden.
Dal 1959 è ospite fisso del Festival di Salisburgo ed è regolarmen­
te invitato dai più grandi teatri del mondo, come la Scala di Milano,
il Covent Garden di Londra e il Metropolitan di New York.
Rinomato esecutore di Lieder, specialista nel repertorio di Mozart
e Strauss è da alcuni anni direttore artistico del Festival di
Hohenems in Austria, che ha come scopo l’esecuzione globale
dell’opera di Franz Schubert.
Helmut Deutsch è nato a Vienna dove ha compiuto gli studi di
pianoforte e di composizione al Conservatorio e alla Scuola
Superiore di Musica. Alla stessa scuola, è stato professore dal
1967 al 1979.
Ha accompagnato al pianoforte numerosi solisti tra i quali Irmgard
Seefried e Ileana Cotrubas.
Franz Schubert
Die Winterreise
1 Gute Nacht
Frem d bin ich eingezogen,
Frem d zieh'ich w ie d e r aus.
Der M ai w a r m ir gew ogen
M it m anchem Blum enstrauß.
Das M ädchen sprach von Liebe,
Die M u tte r g a r von E h ',Nun ist die W elt so trübe,
Der Weg g e h ü llt in Schnee.
ch kann zu m e in e r Reisen
N icht wählen m it der Zeit,
M uß selbst den Weg m ir weisen
In dieser Dunkelheit.
Es zieht ein M ondenschatten
A ls m ein Gefährte m it,
U nd a u f den w eißen M atten
Such'ich des W ildes Tritt.
Was s o ll ich länger w eilen,
Daß m an m ich trieb h in a u s ?
Laß irre Hunde heulen
Vor ihres Herren Haus;
Die Liebe lie b t das W a n d e rn G ott hat sie so g e m a c h tVon einem zu dem andern.
Fein Liebchen, gute N acht!
W ill dich im Traum n ic h t stören,
Wär schad' um deine Ruh',
S ollst m einen T ritt n ic h t h ö re n Sacht, sacht die Türe zu!
S chreib' im Vorübergehen
A ns Tor d ir: Gute Nacht,
D am it du m ö g e st sehen,
A n dich h a b ' ich gedacht.
Il viaggio d'inverno
7 Buona notte
Come un estraneo sono com parso,
com e un estraneo me ne vado.
M aggio mi è stato benevolo,
con qualche mazzo fio rito .
La fanciulla parlava d'am ore,
la madre addirittu ra di m a trim o n io ;
ed ora il m ondo è tanto triste,
la strada è sepolta nella neve.
Per questo via g g io non m 'è dato
di scegliere il tem po,
da me devo trovare la via
in quest'oscurità.
Mi accompagna
l'om bra della luna,
e sulla bianca terra
cerco la traccia di bestie selvagge.
Che cosa mi trattiene,
da quando mi hanno cacciato?
Guaite, cani randagi,
davanti alla casa del padrone!
L'am ore ama girovagare così l'ha fatto Dio d all'uno all'a ltro.
A m ore m io, buona notte!
Non ti turberò nel sonno,
v o g lio la tua pace;
cam m inerò in punta di piedi,
pian piano chiuderò la porta!
Passando ti scriverò
sull'u scio: buona notte.
Così avrai la prova
che io t'h o pensato.
2 Die Wetterfahne
Der W ind sp ie lt m it d e r W etterfahne
A u f m eines schönen Liebchens Haus.
Da dacht ich schon in m einem Wahne,
Sie p fiff den arm en F lüchtling aus.
Er h ä tt' es eher bem erken sollen,
Des Hauses aufgestecktes Schild,
So h ä tt' er n im m e r suchen w ollen
Im Haus ein treues Frauenbild.
Der W ind sp ie lt drinnen m it dem Herzen
Wie a u f dem Dach, n u r n ic h t so laut.
Was fragen sie nach m einen Schmerzen?
Ih r Kind Ist eine reiche Braut.
3 Gefrorene Tränen
G efrorne Tropfen fallen
Von m einen W angen ab:
Ob es m ir denn entgangen,
Daß ich gew e in e t h a b 7
Ei Tränen, m eine Tränen,
Und seid ih r g a r so lau,
Daß ih r ersta rrt zu Eise
Wie kühler M orgentau?
Und d rin g t doch aus d e r Quelle
Der B rust so g lü h e n d heiß,
A ls w o llte t ih r zerschmelzen
Des ganzen W inters Eis!
4 Erstarrung
Ich such' im Schnee vergebens
Nach ih re r Tritte Spur,
Wo sie an m einem A rm e
Durchstrich die g rü n e Flur.
Ich w ill den Boden küssen,
D urchdringen Eis u n d Schnee
M it m einen heißen Tränen,
2
L a b a n d e r u o la
Il vento gioca con la banderuola
sulla casa del m io bell'am ore.
Così già m 'illu d e vo
che questa avesse scacciato il povero fuggiasco.
Lui doveva notarla,
l'insegna issata sulla casa;
non sarebbe più andato
a cercarvi una donna fedele.
Il vento gioca col cuore
come sul tetto, sia pur m eno forte.
Che glie n 'im p o rta del m io dolore?
La loro fig lia è una ricca sposa.
3
L a c r im e d i g h ia c c io
Gelide gocce cadono
dalle m ie guance:
forse non mi sono accorto
che stavo piangendo?
Ah lacrim e, m ie lacrim e,
siete tanto tiepide
da farvi solide ghiacciando
com e rugiada m attutina?
Eppure dalla fonte del m io petto
sgorgate tanto roventi,
quasi voleste sciogliere
il ghiaccio di tu tto l'in v e rn o !
4
C o n g e la m e n t o
Invano cerco nella neve
le tracce dei suoi passi,
dove a braccetto con me
vagava per la verde cam pagna.
V oglio baciare il suolo,
perforare con lacrim e bollenti
la crosta di ghiaccio e di neve,
Bis ich die Erde seh'.
Wo fin d ' ich eine Blüte,
Wo fin d ' ich grünes Gras?
Die Blum en sin d erstorben,
Der Rasen sieht so blaß.
S oll denn kein Angedenken
Ich nehm en m it von h ie r7
Wenn m eine Schm erzen schweigen,
Wer sagt m ir dann von ih r ?
M ein Herz is t w ie erstorben,
Kalt s ta rrt ih r B ild d a rin ;
Schm ilzt je das Herz m ir wieder,
Fließt auch ih r B ild d a h in !
5 Der Lindenbaum
A m B runnen vo r dem Tore
Da steht ein Linden baum ;
Ich trä u m t' in seinem Schatten
So m anchen süßen Traum.
Ich sch n itt in seine Rinde
So m anches liebe W ort;
Es zog in F reud' u n d Leide
Zu ihm m ich im m e r fort.
Ich m u ß t' auch heute w andern
Vorbei in tiefe r Nacht.
Da h a b ' ich noch im Dunkeln
Die A ugen zugem acht.
U nd seine Zw eige rauschten,
A ls riefen sie m ir zu:
Kom m her zu m ir, Geselle,
H ier fin d 's t du deine R u h '!
Die kalten W inde bliesen
M ir gra d ins A n g e sich t;
Der H ut flo g m ir vom Kopfe,
finché non tro vo la terra.
Dove sono i fio ri,
dov'è l'erba verde?
I fio ri sono m orti,
il prato appare grigio.
Non porterò con me
di qui nessun ricordo?
Quando tacerà il m io dolore,
chi me la ricorderà?
Il m io cuore è com e m orto,
la sua im m agine è lì congelata;
ma se il m io cuore dovesse rinvenire,
anche la sua im m agine svanirebbe!
5
II t i g l i o
Alla fonte, davanti al portone,
vi è un tig lio ;
disteso alla sua om bra,
facevo sogni d'oro.
Nella corteccia incidevo
tante dolci parole;
lieto o triste che fossi,
sem pre la pianta m 'attirava .
Oggi vi sono passato davanti
nella notte oscura,
al buio ho chiuso
ancora gli occhi.
E i suoi rami m orm oravano,
com e per d irm i:
vieni da me, am ico:
qui troverai la pace!
Il vento freddo
mi soffiava in faccia,
mi volò il cappello dalla testa;
Ich w endete m ich nicht.
Nun bin ich m anche Stunde
Entfernt von je n e m Ort,
Und im m e r h ö r' ich 's rauschen:
Du fändest Ruhe d o rt!
6 W asserflut
Manche Trän' aus m einen A ugen
Ist gefallen in den Schnee;
Seine kalten Flocken saugen
D urstig ein das heiße Weh.
Wenn die Gräser sprossen w ollen
Weht daher ein lauer Wind,
Und das Eis ze rsp rin g t in Schollen
U nd d er weiche Schnee zerrinnt.
Schnee, du w e iß t von m einem Sehnen,
Sag', w o h in doch g e h t dein Lauf?
Folge nach n u r m einen Tränen,
N im m t dich bald das Bächlein auf.
W irst m it ih m die S ta d t durchziehen,
M u n t're Straßen ein u n d aus;
Fühlst du m eine Tränen glühen,
Da ist m e in e r Liebsten Haus.
7 A u f dem Flusse
Der du so lustig rauschtest,
Du heller, w ild e r Fluß,
Wie s till b is t du gew orden,
Gibst keinen Scheidegruß.
M it harter, starrer Rinde
Hast du dich überdeckt,
Liegst kalt u n d unbew eglich
Im Sande ausgestreckt.
In deine Decke g ra b ' ich
M it einem spitzen S tein
Den Nam en m e in e r Liebsten
U nd S tu n d ' und Tag h in e in :
non mi voltai.
Ora, varie ore di cam m ino
m i separano;
e ancora lo sento m orm orare:
là troveresti la pace!
6 F lutti d'acqua
Qualche lacrim a dai m iei occhi
è caduta nella neve:
assetati, i freddi fiocchi
assorbono il cocente dolore.
E quando le erbe v o g lio n o germ ogliare,
alita un vento tie p id o ,
si spezza il ghiaccio,
si scioglie la neve.
Neve, tu conosci le m ie ansie;
d im m i, dove vai andando?
Segui le m ie lacrim e,
e subito arriverai al ruscello.
Con lui arriverai in città,
ne vedrai le vie anim ate;
ma quando sentirai le m ie lacrim e bruciare,
là è la casa della mia amata.
7 Sul fium e
Chiaro fiu m e vigoroso,
che scorrevi allegram ente,
com e taci, ora,
senza neanche un addio.
Ti sei ricoperto
di dura e rigida corazza,
freddo e im m o b ile giaci
disteso nel tuo letto.
Nella tua coltre incido
con pietra aguzza
il nome del m io amore,
e il giorno e l'ora:
i
Den Tag des ersten Grußes,
Den Tag, an dem ich g in g ;
Um N a m ' u n d Zahlen w in d e t
Sich ein zerb ro ch 'n e r Ring.
I
'
M ein Herz, in diesem Bache
Erkennst du nun dein B ild 7
Ob's u nter seiner Rinde
W ohl auch so reißen s ch w illt?
8
Rückblick
Es bre n n t m ir u n te r beiden Sohlen,
Tret' ich auch schon a u f Eis u n d Schnee,
Ich m ö c h t' n ic h t w ie d e r A te m holen,
Bis ich n ich t m e h r die Türm e seh'.
Hab m ich an je d e m Stein gestoßen
So e ilt' ich zu d e r S tadt hinaus;
Die Krähen w arfen B a ll' u n d Schloßen
A u f m einen H ut von je d e m Haus.
Wie anders hast du m ich em pfangen,
Du S tadt d e r U nbestän digkeit!
A n deinen blanken Fenstern sangen
Die Lerch' u n d N a ch tig a ll im Streit.
Die runden Lindenbäum e blühten,
Die klaren Rinnen rauschten h e ll,'
U nd ach, zw ei M ädchenaugen g lü h te n Da w ar's gescheh'n um dich, G esell!
K o m m t m ir d e r Tag in die Gedanken,
M öch t'ich noch e in m a l rückw ärts seh'n
M ö cht'ich zurücke w ie d e r wanken,
Vor ihrem Hause s tille steh'n.
9
Irrlich t
In die tiefsten Felsengründe
¡1 giorno del p rim o saluto,
il giorno in cui partii;
intorno a nom e e date
sta un anello spezzato.
M io cuore, ti riconosci
ora in questo ruscello?
Forse anche sotto la sua lastra di ghiaccio
c'è tanta agitazione?
8
U n o s g u a r d o in d ie t r o
Sento scottarm i i piedi,
anche se cam m ino su ghiaccio e neve;
non vorrei più tirare il fia to
prim a che le to rri mi scom paiano dagli occhi.
Ho urtato contro ogni sasso,
tanto mi affrettavo via dalla città;
da ogni cornicione le cornacchie m i tira va n o
neve e chicchi di grandine sul cappello.
Quanto diversam ente mi avevi accolto,
o città dell'incostanza!
Sulle tue linde finestre cantavano a gara
l'allo dola e l'usig nolo.
Fiorivano i tig li chiom ati,
m orm oravano i lim p id i canaletti,
e, ahimè, brillavano due occhi di fanciulla!...
Per te era fin ita , am ico m io!
Se quel g io rn o mi torna a m ente,
vorrei ancora guardare a ritroso,
vorrei pian piano to rn a re in d ie tro ,
e fe rm arm i davanti a casa sua.
9
F u o c o fa tu o
Un fuoco fatuo m 'ha attirato
Lockte m ich ein Irrlic h t h in :
Wie ich einen A usgang finde,
Liegt n ich t schw er m ir in dem Sinn.
Bin g e w o h n t das Irregehen,
's fü h rt ja je d e r Weg zum Ziel:
Uns're Freuden, un s're Wehen,
A lles eines Irrlich ts S p ie l!
Durch des B ergstrom s trock'ne Rinnen
W ind' ich ru h ig m ich hinab,
Jeder S trom w ird 's M eer gew innen,
Jedes Leiden auch sein Grab.
10
Rast
Nun m e rk' ich erst, w ie m ü d ' ich bin,
Da ich zur R u h ' m ich lege;
Das W andern h ie lt m ich m u n te r hin
A u f u n w irtba re m Wege.
Die Füße trugen n ic h t nach Rast,
Es w ar zu ka lt zum Stehen;
Der Rücken fühlte keine Last,
Der S turm h a lf fo rt m ich wehen.
In eines Köhlers engem Haus
H ab' Obdach ich g e fu n d e n ;
Doch m eine G lieder ru h 'n n ich t aus:
So brennen ihre Wunden.
Auch du, m ein Herz, in K a m p f u n d Sturm
So w ild u n d so verwegen,
Fühlst in d e r S till' e rst deinen W urm
M it heißem Stich sich regen!
11 Frühlingstraum
Ich träum te von bunten Blum en,
So wie sie w o h l blühen im M ai;
Ich träum te von g rü n e n Wiesen,
Von lustigem Vogelgeschrei.
in fo ndo a rupi selvagge:
non mi è difficile im m aginare
come ne uscirò.
Sono abituato a cam m inare,
ogni strada porta alla m eta:
le nostre gioie, i nostri dolo ri,
tu tto è vuota illusione!
Scendo tra n q u illo
lungo gli asciutti canaloni;
ogni corso d'acqua fin irà nel mare,
ogni dolore fin irà nella tom ba.
10 Sosta
Solo ora mi accorgo di quanto sono stanco,
al m om ento di distende rm i per riposare;
il vagare mi teneva sveglio
sulla strada inospitale.
Le gambe cercavano quiete;
faceva tro p p o freddo per fe rm a rsi;
le spalle non sentivano peso,
la bufera mi aiutava a procedere.
Ho trovato rifu g io
nell'angusta casa di un carbonaio,
ma le mie m em bra non si riposano:
tanto bruciano le ferite.
Anche tu, m io cuore, così audace e torte
nella lotta e nella tem pesta,
p roprio nella pace
senti acuirsi i tu o i dolori!
7 7 Sogno' d i prim avera
Sognavo di fio ri va rio p in ti,
così come fio risco n o in m aggio;
sognavo di verdi prati,
di lieto cinguettio .
U n d a ls d ie H ä h n e k r ä h t e n ,
D a w a r d m e in A u g e w a c h ;
D a w a r e s k a l t u n d f in s t e r ,
E s s c h r ie n d ie R a b e n v o m D a c h .
D o c h a n d e n F e n s t e r s c h e ib e n ,
W e r m a lte d ie B lä tt e r d a ?
I h r la c h t w o h l ü b e r d e n T rä u m e r,
D e r B lu m e n i m
W in t e r s a h ?
Ic h t r ä u m t e v o n L ie b ' u m
L ie b e ,
V o n e i n e r s c h ö n e n M a id ,
V o n H e rz e n u n d v o n K ü s s e n ,
V o n W o n n e u n d S e lig k e it .
U n d a ls d ie H ä h n e k r ä h te n ,
D a w a r d m e in H e rz e w a c h ;
N u n s it z ic h h i e r a l le i n e
U n d d e n k e d e m T ra u m e n a ch .
D ie A u g e n s c h l i e ß ' ic h w i e d e r ,
N o c h s c h lä g t d a s H e rz s o w a rm .
W a n n g r ü n t ih r B lä tt e r a m F e n s te r?
W a n n h a l t ' ic h m e i n L i e b c h e n i m A r m ?
12
Einsamkeit
W ie e i n e t r ü b e W o lk e
D u r c h h e i t 'r e L ü f t e g e h t ,
W e n n in d e r T a n n e W i p f e l
E in m a t t e s L ü f t c h e n w e h t :
S o z ie h ic h m e i n e S t r a ß e
D a h in m i t t r ä g e m F u ß ,
D u r c h h e lle s , f r o h e s L e b e n
E in s a m u n d o h n e G r u ß .
A c h , d a ß d ie L u f t s o r u h ig !
A c h , d a ß d ie W e lt s o lic h t !
A ls n o c h d ie S t ü r m e to b te n ,
W a r ic h s o e l e n d n ic h t .
E al cantare del gallo
mi svegliai;
faceva freddo, era buio,
sul tetto gracchiavano i corvi.
Ma ai vetri delle finestre,
chi mai dipinse queste foglie?
Ridete, vero, del sognatore
che ha visto fio ri d'inverno?
Sognavo l'am ore ricam biato,
d'una bella fanciulla,
cuore e baci,
gioia e felicità.
E al cantare del gallo
si svegliò il m io cuore;
ora siedo qui solo,
e ripenso al sogno.
Di nuovo chiudo gli occhi,
ancora batte fo rte il cuore.
Quando rinverdiranno le fo g lie alla finestra?
Quando stringerò fra le m ie braccia il m io
[amore?
72
S o lit u d in e
Come una nube oscura
si m uove per l'aria serena,
quando tra le cim e degli abeti
spira un asciutto venticello:
così procedo per la mia strada
con passo fiacco,
attraverso la vita gioiosa,
da solo e senza un saluto.
Oh aria così placida!
Oh m ondo così lum inoso!
M entre infuriava la tem pesta,
non mi sentivo ta n to m iserabile.
13 Die Post
V o n d e r S t r a ß e h e r e in P o s t h o r n k li n g t .
W a s h a t e s, d a ß e s s o h o c h a u fs p r in g t,
M e in H e rz ?
D ie P o s t b r i n g t k e i n e n B r i e f f ü r d ic h .
W a s d r ä n g s t d u d e n n s o w u n d e r lic h ,
M e in H e rz ?
N u n ja , d ie P o s t k o m m t a u s d e r S ta d t,
W o ic h e i n li e b e s L i e b c h e n h a t t ',
M e in H e rz !
W ills t w o h l e in m a l h in ü b e r s e h 'n
U n d f r a g e n , w i e e s d o r t m a g g e h 'n ,
M e in H e rz ?
14 Der greise Kopf
D e r R e i f h a t t ' e i n e n w e iß e n S c h e in
M ir ü b e rs H a a r g e s tre u e t;
D a g l a u b t ' ic h s c h o n e i n G r e is z u s e in
U n d h a b ' m ic h s e h r g e f re u e t.
D o c h b a ld is t e r h in w e g g e ta u t,
H a b ' w ie d e r s c h w a r z e H a a re ,
D a ß m ir 's v o r m e in e r J u g e n d g r a u t W ie w e i t n o c h b i s z u r B a h r e !
V o m A b e n d r o t z u m M o r g e n lic h t
W a r d m a n c h e r K o p f z u m G r e is e .
W e r g l a u b t 's ? u n d m e i n e r w a r d e s n i c h t
A u f d i e s e r g a n z e n R e is e !
15 Die Krähe
E in e K r ä h e w a r m i t m i r
A u s d e r S ta d t g e z o g e n ,
Is t b is h e u te f ü r u n d f ü r
U m m e i n H a u p t g e f lo g e n .
73
La posta
Per la via risuona la cornetta postale.
Cos'ha, perché sobbalza tanto
il m io cuore?
Non c'è nessuna lettera per te.
Perché ti agiti tanto,
m io cuore?
Com unque, la posta arriva dalla città
dove avevo il m io tenero am ore,
m io cuore!
Vuoi dare un'occhiata
e chiedere che c'è di nuovo,
m io cuore?
14 La testa canuta
La brina m 'ha steso
un velo bianco sul capo;
e già mi credevo un vecchio
e me ne rallegravo.
Ma presto essa s'è sciolta;
ora ho di nuovo i capelli neri,
e detesto la mia giovinezza.
Ancora tan to lontana dalla bara!
Qualche testa è incanutita
da sera a m attino.
E la mia (chi lo crederebbe) non lo è
in tu tto questo viaggio!
75 La cornacchia
Una cornacchia era uscita
con me dalla città,
fin o ad oggi non ha smesso
di svolazzarm i intorno.
Krähe, w underliches Tier,
W illst m ich n ich t verlassen?
M einst w ohi, bald als Beute hier
M einen Leib zu fassen ?
Nun, es w ird n ich t w e it m e h r geh'n
A n dem Wanderstabe.
Krähe, Laß m ich endlich seh'n
Treue bis zum Grabe!
16
Letzte H offnung
Hie und da is t an den Bäumen
M anches bunte B latt zu seh'n,
U nd ich bleibe vo r den Bäumen
O ftm als in Gedanken steh'n.
Schaue nach dem einen Blatte,
Hänge m eine H offnung dran;
S pielt der W ind m it m einem Blatte,
Z itt'r ' ich, was ich zittern kann.
Ach, und fä llt das B la tt zu Boden,
Fällt m it ih m die H offn u n g ab;
F all' ich selb e r m it zu Boden,
W ein' a u f m e in e r H offn u ng Grab.
17
Im Dorfe
Es bellen die Hunde, es rasseln die Ketten;
Es schlafen die M enschen in ihren Betten,
Träumen sich m anches, was sie n ic h t haben,
Tun sich im Guten u n d A rgen erlaben;
U nd m orgen früh is t alles zerflossen.
Je nun, sie haben ih r Teil genossen
U nd hoffen, was sie noch üb rig ließen,
Doch w ie d e r zu finden a u f ihren Kissen.
B ellt m ich n u r fort, ih r wachen Hunde,
Laßt m ich n ic h t ru h 'n in d e r S chlum m erstund e!
Oh cornacchia, bizzarro anim ale,
non mi vuoi dunque abbandonare?
Pensi di avere presto
il m io corpo com e preda?
Certo, non durerà più m olto
il m io cam m ino.
O cornacchia, fa' ch'io veda fin a lm e n te
la fedeltà fin o alla tom ba.
16
U ltim a s p e ra n z a
Qua e là si nota sugli alberi
qualche fo g lia colorata,
spesso mi ferm o
lì davanti pensieroso.
Vedo una foglia,
vi appunto la mia speranza;
il vento gioca con la mia fo g lia ,
io trem o da m orire.
A him è, cade la fo g lia a terra,
con essa svanisce la mia speranza;
anch'io cado a terra,
e piango sulla tom ba della mia speranza
17
In p a e s e
Abbaiano i cani, strid o n o le catene;
d o rm ono gli uom ini nei loro letti,
sognano ciò che non hanno,
nel bene e nel male si ristorano;
e dom ani tu tto sarà dim enticato.
Ma sì, hanno avuto la loro parte,
e sperano di trovare
il resto sul guanciale.
Scacciatemi pure, o cani che vegliate,
non fate ch 'io riposi nella pace n otturna
Ich bin zu Ende m it allen Träumen.
Was w ill ich unter den Schläfern säum en
18 Der stürm ische M orgen
Wie hat der S turm zerrissen
Des H im m els graues K le id !
Die W olkenfetzen flattern
U m her im m atten Streit.
U nd rote Feuerflam m en
Z ieh'n zwischen ihnen h in ;
Das n e n n ' ich einen M orgen
So recht nach m einem S in n !
M ein Herz s ie h t an dem H im m el
G em alt sein eig'nes B ild Es ist nichts als der W inter,
Der W inter, kalt u n d w ild !
19 Täuschung
Ein Licht tanzt freu n d lich vo r m ir her,
Ich fo lg ' ih m nach die Kreuz und Q uer;
Ich fo lg ' ih m gern u n d seh's ih m an,
Daß es verlockt den W andersm ann.
A c h ! w er w ie ich so elend ist,
G ibt gern sich hin d e r bunten List,
Die h in te r Eis u n d N acht und Graus
Ihm w eist ein helles, w arm es Haus.
U nd eine liebe Seele d r i n N u r Täuschung ist fü r m ich G ew inn!
20
Der W egw eiser
Was ve rm e id ' ich denn die Wege,
Wo die ander'n W and'rer gehn,
Suche m ir versteckte Stege
lo, ho fin ito , io, di sognare:
che ci sto a fare fra coloro che dorm ono?
18
M a ttin a te m p e s to s a
Come ha lacerato la tem pesta
il grigio velo celeste!
Svolazzano in debole lotta
i brandelli di nuvole.
E rossi bagliori di fuoco
s'accendono nel mezzo.
Ecco una m attina
davvero adatta a me!
Il m io cuore si riconosce
nel quadro celeste;
altro non è che inverno,
freddo e selvaggio inverno!
19
I llu s i o n e
Una luce danza lietam ente davanti a me;
la seguo su e giù;
volentieri le tengo dietro, e capisco
com e attiri il viandante.
Ahim è, chi è m isero a tal punto,
si lascia ben sedurre dal m ira g g io ,
che dietro ghiaccio, notte e orrore
gli mostra un chiaro e caldo focolare.
E, dentro, un'anim a buona...
Solo l'illu sio n e ancora mi sostiene!
20
II s e g n a le s t r a d a le
Perché evito i sentieri
battuti dagli altri viandan ti,
e cerco passaggi nascosti
Durch verschneite Felsenhöh 'n7
Habe ja doch nichts begangen,
Daß ich M enschen so llte scheu'n —
Welch ein törichtes Verlangen
Treibt m ich in die W üstenei'n?
W eiser stehen a u f den Straßen,
Weisen a u f die Städte zu,
U nd ich w a n d 're so n d e r M aßen
Ohne R uh' u n d suche Ruh'.
Einen W eiser se h ' ich stehen
U nverrückt v o r m einem Blick;
Eine Straße m uß ich gehen,
Die noch keiner g in g zurück.
21
Das W irtshaus
A u f einen Totenacker h a t m ich m ein Weg
[gebracht;
A llh ie r w ill Ich einkehren, h a b ' ich b e i m ir
[gedacht.
Ihr grünen Totenkränze kö n n t w o h l die
[Zeichen sein,
Die m üde W and'rer laden ins kühle W irtshaus
[ein.
S ind denn in diesem Hause die Kam m ern
[all'b e se tzt?
Bin m a tt zum N iedersinken, bin tödlich schw er
[verletzt.
O unbarm herz'ge Schenke, doch w eisest du
[m ich ab?
Nun w eiter denn, n u r w eiter, m ein treuer
[W anderstab!
22 Mut
Fliegt der Schnee m ir ins Gesicht,
SchüttT ich ihn herunter.
Wenn m ein Herz im Busen spricht.
S in g ' ich h e ll u n d m unter.
Höre nicht, was es m ir sagt,
attraverso rupi innevate?
Non ho com m esso nulla,
perché io debba evitare l'u o m o ;
quale assurda brama
mi spinge nei luoghi deserti?
Lungo le vie si levano segnali
guidano attraverso la città;
ed io mi d irig o altrove
senza pace, ma cerco pace.
Qui vedo un segnale,
fisso davanti a me;
devo prendere la via,
da cui mai nessuno è ritornato.
2
7
L 'o s t e r ia
La mia strada m 'ha condotto a un cim ite ro ;
qui vo g lio entrare, ho pensato fra me.
Voi, verdi corone fu n e b ri, potete fa r da
[segnale,
che invita gli stanchi viandan ti nel freddo
[ritro vo .
Sono tutte occupate le camere, in questa casa?
Sono spossato, non mi reggo più, son
[m o rta lm e n te ferito.
Crudele taverna, mi vu o i p ro p rio scacciare?
A vanti dunque, avanti, o m io fedele bastone!
22
C o r a g g io
Se la neve mi vola in faccia,
la scuoto via.
Se il cuore mi parla nel petto,
canto con voce chiara e allegra.
Non ascolto quel che mi dice,
Habe keine Ohren;
Fühle nicht, was es m ir klagt,
Klagen ist fü r Toren.
Lustig in die W elt hinein
Gegen W ind u n d W etter!
W ill kein G ott a u f Erden sein.
S ind w ir selber G ötter!
23 Die Nebensonnen
Drei Sonnen sah ich am H im m e l steh'n,
H ab' lang u n d fest sie angesch'n;
Und sie auch standen da so stier,
A ls w ollten sie n ic h t weg von mir.
Ach, meine Sonnen seid ih r n ich t!
Schaut ander'n doch ins A n g e sich t!
Ja, neulich h a tt' ich auch w o h l d re i;
Nun sind hinab die besten zwei.
Ging n u r die d ritt' erst h in te rd re in !
Im Dunkel w ird m ir w o h le r sein.
24 Der Leierm ann
Drüben h inte rm D orfe ste h t ein Leierm ann
U nd m it starren Fingern d re h t er, was er kann.
Barfuß a u f dem Eise w ankt er hin u n d her
U nd sein kle in e r Teller b le ib t ih m im m e r leer.
Keiner m ag ihn hören, keiner sieht ihn an,
U nd die Hunde knurren um den alten Mann.
U nd er läßt es gehen alles, w ie es w ill,
D reht und seine Leier s te h t ihm n im m e r still.
W underlicher A lter, s o ll ich m it d ir g e h 'n ?
W illst zu m einen Liedern deine Leier dreh'n?
(W. Müller)
non sento;
non avverto i suoi lam enti,
lam entarsi è da stolti.
Su con gioia per il m ondo,
contro vento e intem perie!
Se non c'è nessun Dio sulla terra,
noi stessi siam o dei!
23 A ltri so li
Tre astri ho visto in cielo,
intensam ente li ho osservati;
eran così im m o b ili,
pareva non volessero allontanarsi da me.
Ahim è, non siete voi i m ie i soli!
Rivolgetevi a qualcun altro!
Già, un a ttim o fa ne avevo tre;
i due m ig lio ri sono tram o n ta ti.
Andasse via anche il terzo!
Al buio starò m eglio.
24
L'u om o d e ll'o rg a n e tto
Al lim itare del paese c'è un u om o con
[l'o rg a n e tto ;
con le dita indurite gira la m anovella.
Scalzo, sul ghiaccio vacilla qua e là,
il piattello resta sem pre vuoto.
Nessuno l'ascolta, nessuno lo vede,
e ringhiano i cani in to rn o al vecchio.
Indifferente a tu tto luì gira, gira,
l'organetto mai non tace.
Vecchio m isterioso, e se venissi con te?
Accom paqneresti i m iei canti col tuo
Traduzione di Pietro Soresina
tratta dal volum e «L ie d e r » edito da A. Val lardi
[organetto?
leggere di musica
Non c ’è immagine di compositore romantico che, più di Schubert, a
partire dalla seconda metà del nostro secofo abbia subito mutamenti
e revisioni; faticosamente affrancatosi dai confronti beethoveniani di
rito, a proposito della m usica per pianoforte e per orchestra in
particolare, essen d o il Lied sem pre riconosciutogli congeniale. L’evo­
luzione della critica schubertiana la si legge nel percorso dalla
letteratura più antica (6) (7); a quella di mezzo (1), a quella più vicina
a noi (4), soprattutto negli apporti di Bortolotto sull'argomento caldo
del Lied (2) e di Brigitte M assin sull’intero fronte del m usicista (3), col
consueto corredo storico-critico-documentario. Nella editoria inglese
di prezzo accessibile, si trova una di quelle tipiche opere di taglio
an glo sasson e (5), specifica sui Lieder di Schubert, che da noi non
hanno storia. Mentre l'èra moderna della critica schubertiana si conta
dall'avvento dell’opera di Deutsch, nella su a prima versione inglese e
in quella riveduta tedesca (8); di colui cui si deve il catalogo delle
opere (la «D» che precede i numeri), punto di partenza p er ogni
studio approfondito successivo (9).
Carlo Maria Cella
Proposte per la formazione e l’ampliamento della propria biblioteca
musicale:
(1) B. PAUMGARTNER, Schubert. (MONDADORI, Milano 1982;
363 pp; 16.000)
(2) M. BORTOLOTTO, Introduzione al Lied romantico. (ADELPHI,
Milano 1984; 209 pp; 10.000)
(3) B. MASSIN, Franz Schubert. (FAYARD, Parigi 1977; 1294 pp)
(4) M. SCHNEIDER, Schubert. (DU SEUIL, Parigi 1957; 187 pp)
(5) R. CAPELL, Schubert’s Songs. (PAN, Londra 1957, rist. 1973;
292 pp)
Proposte per la consultazione presso la
Civica Biblioteca Musicale «Andrea Della Corte»
Villa Tesoriera - Corso Francia, 192:
(6) E. ROGGERI, Schubert. La vita. Le opere. (Torino 1928; 246
pp; coll. 790. L. 2)
(7) M. TIBALDI CHIESA, Schubert. La vita e l’opera. (Milano 1932;
330 pp; coll. 792. E. 6)
(8) O. E. DEUTSCH, Schubert, A Documentary Biography.
(Londra 1946; 1040 pp; coll. 792. E. 5)
Schubert die Dokumente seines Lebens (Lipsia, Kassel 1964; 685
pp; 797. B. 17)
(9) O. E. DEUTSCH, Franz Schubert. Thematisches Verzeichms
seiner Verke in chronologischer Folge. (Kassel 1978; 712 pp; coll.
40. H. 61)