settembre musica
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Unione Musicale Città di Torino Assessorato per la Cultura lunedì 27 agosto 1984, ore 21 Auditorium Rai Hermann Prey, ______ b a r ito n o Helmut Deutsch, p ia n o fo r te SETTEMBRE MUSICA A n c o r a u n g r a n d e p r o g r a m m a lie d e r is tic o e d u n g r a n d e in te p re te . V e n tu n o lir ic h e s c h u b e r tia n e e il te n o re te d e s c o Werner Hollweg. U n a v o c e d i c u i s i r ic o r d a n o in n u m e r e v o li c o n c e r ti e d im p o r ta n ti r e g is tr a z io n i; tra le ta n te il «F id e lio » d i B e e th o v e n e « L e S ta g io n i» d i H a y d n c o n la F ila r m o n ic a d i B e r lin o e K a ra ja n , lo «J e p h t a » d i H a e n d e l e il « T a n n h à u s e r » d i W a g n e r c o n la F ila r m o n ic a d i V ie n n a , M a a z e i e O z a w a , m u s ic h e m a s s o n ic h e d i M o z a r t c o n la F ila r m o n ic a d i N e w Y o rk e M e h ta . P r o p r io d i u n 'e s e c u z io n e in fo rm a s c e n ic a d e llo «J e p h t a » h a e n d e lia n o , a v v e n u ta p o c h i g io r n i fa a S a lis b u rg o , s c r iv e M a s s im o M ila : « N e è im p r e s s io n a n te in te r p r e te il te n o r e W e r n e r H o llw e g , q u e ll’im p ie g a to d i b a n c a c h e c o m in c iò a s tu d ia r e il c a n to a v e n tid u e a n n i s u o n a ti e p o i b r u c ia n d o r a p id a m e n te le ta p p e , e b b e la s u a g r a n d e c o n s a c r a z io n e n e l «R a tto d e l S e rra g lio » a l M a g g io M u s ic a le F io r e n tin o d e l 19 69 . O g g i è u n o d e i p iù q u o t a t i te n o r i m o z a r tia n i e lie d e r is ta r ic e r c a tis s im o ...» . Auditorium Rai, martedì 4 settembre, ore 21 L a s o p r a n o Edita Gruberova c a n te r à all’Auditorium Rai alle ore 16 di sabato 8 settembre a n z ic h é , c o m e a n n u n c ia to s u p r o g r a m m a g e n e r a le , n e lla s e r a ta d i m a r te d ì 11. In v a ria to il p r o g r a m m a . D i le i h a r e c e n te m e n te s c r itto M a s s im o M ila d a S a li s b u rg o : « ...la p o t e n z a e c c e z io n a le d e ll’o r g a n o v o c a le , s a g g ia m e n te c o m p r e s s a d u r a n te il c o n c e r to d i Lieder, n e i b is e s p lo s e c o m e u n a p o lv e r ie r a : r a z z i s p a r a t i c o m e fu o c h i d ’a rtific io , g o rg h e g g i, a c u t i e s tr e m i r a g g iu n ti c o n v o c e p ie n a e c o rp o s a , d o v e s e m b r a c h e n o n s ia s o lo la g o la d e ll’a r tis ta a p ro d u rli, m a tu tto il c o r p o d ’u n a d o n n a s a n a e fe lic e , e q u e g li a c u t i - s u a a s s o lu ta s p e c ia lità e m e s s i in v e c e p ia n is s im o e c o n d o lc e z z a s e n z a c h e m in im a m e n te n e s c a p it i la q u a lità d e l s u o n o , m e n tr e la s u a fa c c ia s i illu m in a d i g io ia : in s o m m a , tu tta la g r a n d e p a r a ta d e l r e p e r to r io d i b r a v u r a a m e tte r e in fia m m e il p u b b lic o c h e g r e m iv a la s a la , t u t t ’a ltr o c h e p ic c o la , d e l K le in e s F e s tp ie lh a u s , e c h e d e c r e tò u n trió n fo a q u e s ta a rtis ta , c u i s p e tte r e b b e , o ltre tu tto , a n c h e il p r e m io d e lla s im p a tia , n o n o s ta n te l'a lte z z a v e rtig in o s a d e l s u o d i v is m o » . Franz Schubert (1797-1828) Winterreise ciclo di venti Lieder op. 89 su testi di Wilhelm Muller C’è un Lied di Franz Schubert, un Lied fra i più ammirevoli e più noti, D e r W a n d e r e r , ossia il viandante, che si conclude con queste parole: «Dort, wo du nicht bist, dort ist das Gluck» (Dove tu non sei, là è la felicità). In questa asserzione è la chiave di uno dei motivi della poesia romantica più cari all’animo e alla musa di Schubert: quello dell’eterno viaggiante, dell’anelare ad una meta sempre desiderata e sempre irraggiungibile: una speranza di felicità che si sa inappagabile, ma che è in se stessa ragione di vita. In tedesco, quest’ansia di ricerca senza fine vien detta «Sehnsucht», parola che nella nostra lingua si traduce in Nostalgia, ma non con piena aderenza di significato. La nostalgia ha per oggetto qualcosa che nella nostra memoria si lega a una felicità già posseduta e ora rimpianta. L’oggetto della «Sehnsucht», invece, è inaf ferrabile, è un qualcosa che non ha riscontro nella nostra esperienza vissuta. «La pace», scrisse Friedrich Schlegel, «non è altro che questo: che al nostro spirito venga indisturbatamente concesso di cercare e di anelare, là dove non può trovare nulla di più alto della sua stessa nostalgia». Vagare, spandersi a tutti i venti: ecco dunque il sogno romantico che tante volte coinvolse l’ispirazione di Schubert: D e r W a n d e r e r il Canto notturno del viandan te ( W a n d e r e s N a c h tlie d )-, il Viandante alla luna ( D e r W a n d e r e r a n d e r M o n d ) e i canti di addio e di partenza, e quelli dei pellegrini, i canti del povero mugnaio che trova il maggior bene nel suo errare e si getta nell’ac qua per il dolore. Infine i canti di nostalgia, di dispera zione e di morte della W in te r r e is e , compiuta da Schu bert nel 1828 nell’imminenza e forse nel presagio della propria fine. Nell’arco di appena quattordici anni di attività, Schubert compose più di seicento Lieder. Non solo per un così eccezionale primato egli può venire considerato il maggiore maestro in questo genere di musica che nell’epoca romantica vide la fioritura più completa, traboccante; ma anche per l’immensa gamma di valori che nella sua liederistica realizzano in un’intima armo- nia di bellezza musicale e di segno espressivo l’ideale romantico del più stretto connubbio fra l’arte della parola e l’arte del suono: fra poesia e canto, insomma, includendo nel canto anche la squisita e tutta schubertiana musicalità delle trame pianistiche che il grande liederista aggrega all’espressione vocale. Non si vuol dire tuttavia che i testi poetici scelti da Schubert siano sempre di gran qualità. Molti, è vero, si fregiano della firma di Goethe, di Schiller, dei due Schlegel, di Novalis, ma altri provengono da modesti epigoni e ripetitori nell’opera dei quali i termini e i modi della grande poesia romantica scadono a livello di artificio e di sentimentalismo. Ma poco importa. Non è tanto dal valore letterario del testo che Schubert è toccato, quanto piuttosto dalle immagini, sentimenti, dati emotivi che, sia pure allo stato grezzo, esso racchiude e che la scintilla creativa del compositore ha la virtù di rifondere in purissima lega d’espressione artistica. Spesso sembra che il semplice titolo, i primi versi del testo agiscano nella fantasia del musicista come una formula magica, una parola d’ordine atta ad aprire alla sensibilità le porte più segrete. Esempio fra i sommi la Winterreise, ciclo di 24 Lieder su versi mediocri di Wilhelm Miiller, un autore molto praticato da Schubert. Semplice l’argomento. In una squallida notte d’inverno, un uomo si separa dall’amata e si incammina per la foresta. La desolazione del suo animo è simile alla desolazione della natura che lo circonda. La neve gli imbianca i capelli, il suo cuore è di ghiaccio come il ruscello gelato. Passa accanto ad un tiglio e ricorda il tempo felice dell’estate in cui, all’ombra di quell’albero, egli scambiò giuramenti d’amore con la sua donna. Disperato, invoca il sole, la primavera, ma solo il gracchiare d’un corvo gli risponde. I suoi passi lo guidano poi verso un cimitero: qui vorrebbe restare, ma non è ancora l’ora. Egli è un’anima errante ed ignora quando dovrà aver termine la sua corsa. Ma ecco a un tratto giungergli di là dal villaggio il suono di un organetto. E un vecchio mendicante che, con le dita intirizzite, quasi come un automa, gira la manovella all’infinito. Nessuno degna il misero di uno sguardo, perfino i cani ringhiano contro di lui. Ma il disperato viandante ha compreso che il suo viaggio è ormai finito: rivolge aH’uomo invisibile e lontano la parola: «0 strano vecchio, vuoi ch’io venga con te, perché tu possa accompagnare il mio canto col tuo strumento?». Prendendo corpo nella musica di Schubert, questa materia si accende d’una magia, d’una luce che la trasforma in una struggente «rêverie». Attraverso il respiro di un canto toccato dalla grazia, tutto semplicità di linee e al tempo stesso tutto intensità e concentrazio ne espressiva, la vicenda dell’amante disperato, del suo viaggio senza meta, acquista la verità di un simbolo: il simbolo della condizione umana, del faticoso procedere della vita con i suoi misteri, le sue Illusioni e sofferenze. L’inverno nevoso, gli alberi spogli, il vuoto vertiginoso delle rovine, il fiume di ghiaccio, i fuochi fatui, il volo della cornacchia, il mattino di tempesta, l’inospitale locanda, il villaggio addormentato, la primavera va gheggiata nel sonno. Ancora una volta Schubert ha cantato il paesaggio della natura all’unisono con il paesaggio dell’anima, elevando ad una delle dimostra zioni più luminose la nota sentenza del sognatore romantico Amiel, per il quale «Il paesaggio non è che uno stato d ’animo». Per la strada il Lindenbaum: un incontro emblematico. Sappiamo da Heine che i tedeschi solevano fissare i loro appuntamenti d’amore all’ombra di un tiglio, forse perché le foglie di quest’albero hanno la forma di un cuore. Questo quinto Lied della Winterreise, questo incantevole canto d’amore e di nostalgia è certo il più celebre del ciclo. Un quadro di incomparabile bellezza, nelle sue tre parti che passano dal maggiore al minore e dal minore al maggiore, nella soavità, vagamente popolare della sua melodia, nella grazia armoniosa dell’accompagnamento, ora trepido e ondulato nell’evocare il fremere dei rami mosso dal vento, ora flessuosamente piegato ad aderire alla linea del canto. Le ventiquattro scene si inquadrano fra due visioni che riassumono l’essenza del dramma. Nella prima il Lied d’apertura Gute Nacht, le parole d'addio all’amata si sciolgono In un canto di aurea semplicità e di affetto. Ma non è solo, sappiamo, un mesto e tenero addio. È anche l’inizio del «viaggio» (viaggio dell’esistenza), un «nascere», insomma, che la musica avvolge di un’at mosfera di vaga fatalità, sfiorata da un senso di mistero e di dolore incombente: «Sono giunto straniero, stra niero riparto». Un prodigio di suggestione espressiva contenuta nella forma più nuda e scarna è il Lied che fa da epilogo al ciclo: quasi un grido di disperazione,ma tutto represso ed interiorizzato nella monotona, quasi amorfa cantile na, nel roteare del motivo dell’organetto sgangherato su un basso di quinte vuote, senza vita. Il viaggio si è compiuto nell’apparizione estrema, al margine della tomba, del «Leiermann», cadente, col piattellino vuoto, a cui nessuno bada, strimpellatore di poveri canti. Massimo Bruni Massimo Bruni, scomparso il 30 luglio scorso, aveva ricevuto incarico, come di consueto, di scrivere le note musicologiche relative ad alcuni concerti di Settembre Musica. Il presente programma, già completato,è stato ritrovato tra le sue carte. La pubblicazione vuole quindi essere un grato ricordo e un omaggio all’illustre musicologo. Hermann Prey è nato a Berlino, dove ha studiato all’Accademia di Musica. Ha debuttato nel 1952 al Teatro dell'Opera di Wiesbaden. Dal 1959 è ospite fisso del Festival di Salisburgo ed è regolarmen te invitato dai più grandi teatri del mondo, come la Scala di Milano, il Covent Garden di Londra e il Metropolitan di New York. Rinomato esecutore di Lieder, specialista nel repertorio di Mozart e Strauss è da alcuni anni direttore artistico del Festival di Hohenems in Austria, che ha come scopo l’esecuzione globale dell’opera di Franz Schubert. Helmut Deutsch è nato a Vienna dove ha compiuto gli studi di pianoforte e di composizione al Conservatorio e alla Scuola Superiore di Musica. Alla stessa scuola, è stato professore dal 1967 al 1979. Ha accompagnato al pianoforte numerosi solisti tra i quali Irmgard Seefried e Ileana Cotrubas. Franz Schubert Die Winterreise 1 Gute Nacht Frem d bin ich eingezogen, Frem d zieh'ich w ie d e r aus. Der M ai w a r m ir gew ogen M it m anchem Blum enstrauß. Das M ädchen sprach von Liebe, Die M u tte r g a r von E h ',Nun ist die W elt so trübe, Der Weg g e h ü llt in Schnee. ch kann zu m e in e r Reisen N icht wählen m it der Zeit, M uß selbst den Weg m ir weisen In dieser Dunkelheit. Es zieht ein M ondenschatten A ls m ein Gefährte m it, U nd a u f den w eißen M atten Such'ich des W ildes Tritt. Was s o ll ich länger w eilen, Daß m an m ich trieb h in a u s ? Laß irre Hunde heulen Vor ihres Herren Haus; Die Liebe lie b t das W a n d e rn G ott hat sie so g e m a c h tVon einem zu dem andern. Fein Liebchen, gute N acht! W ill dich im Traum n ic h t stören, Wär schad' um deine Ruh', S ollst m einen T ritt n ic h t h ö re n Sacht, sacht die Türe zu! S chreib' im Vorübergehen A ns Tor d ir: Gute Nacht, D am it du m ö g e st sehen, A n dich h a b ' ich gedacht. Il viaggio d'inverno 7 Buona notte Come un estraneo sono com parso, com e un estraneo me ne vado. M aggio mi è stato benevolo, con qualche mazzo fio rito . La fanciulla parlava d'am ore, la madre addirittu ra di m a trim o n io ; ed ora il m ondo è tanto triste, la strada è sepolta nella neve. Per questo via g g io non m 'è dato di scegliere il tem po, da me devo trovare la via in quest'oscurità. Mi accompagna l'om bra della luna, e sulla bianca terra cerco la traccia di bestie selvagge. Che cosa mi trattiene, da quando mi hanno cacciato? Guaite, cani randagi, davanti alla casa del padrone! L'am ore ama girovagare così l'ha fatto Dio d all'uno all'a ltro. A m ore m io, buona notte! Non ti turberò nel sonno, v o g lio la tua pace; cam m inerò in punta di piedi, pian piano chiuderò la porta! Passando ti scriverò sull'u scio: buona notte. Così avrai la prova che io t'h o pensato. 2 Die Wetterfahne Der W ind sp ie lt m it d e r W etterfahne A u f m eines schönen Liebchens Haus. Da dacht ich schon in m einem Wahne, Sie p fiff den arm en F lüchtling aus. Er h ä tt' es eher bem erken sollen, Des Hauses aufgestecktes Schild, So h ä tt' er n im m e r suchen w ollen Im Haus ein treues Frauenbild. Der W ind sp ie lt drinnen m it dem Herzen Wie a u f dem Dach, n u r n ic h t so laut. Was fragen sie nach m einen Schmerzen? Ih r Kind Ist eine reiche Braut. 3 Gefrorene Tränen G efrorne Tropfen fallen Von m einen W angen ab: Ob es m ir denn entgangen, Daß ich gew e in e t h a b 7 Ei Tränen, m eine Tränen, Und seid ih r g a r so lau, Daß ih r ersta rrt zu Eise Wie kühler M orgentau? Und d rin g t doch aus d e r Quelle Der B rust so g lü h e n d heiß, A ls w o llte t ih r zerschmelzen Des ganzen W inters Eis! 4 Erstarrung Ich such' im Schnee vergebens Nach ih re r Tritte Spur, Wo sie an m einem A rm e Durchstrich die g rü n e Flur. Ich w ill den Boden küssen, D urchdringen Eis u n d Schnee M it m einen heißen Tränen, 2 L a b a n d e r u o la Il vento gioca con la banderuola sulla casa del m io bell'am ore. Così già m 'illu d e vo che questa avesse scacciato il povero fuggiasco. Lui doveva notarla, l'insegna issata sulla casa; non sarebbe più andato a cercarvi una donna fedele. Il vento gioca col cuore come sul tetto, sia pur m eno forte. Che glie n 'im p o rta del m io dolore? La loro fig lia è una ricca sposa. 3 L a c r im e d i g h ia c c io Gelide gocce cadono dalle m ie guance: forse non mi sono accorto che stavo piangendo? Ah lacrim e, m ie lacrim e, siete tanto tiepide da farvi solide ghiacciando com e rugiada m attutina? Eppure dalla fonte del m io petto sgorgate tanto roventi, quasi voleste sciogliere il ghiaccio di tu tto l'in v e rn o ! 4 C o n g e la m e n t o Invano cerco nella neve le tracce dei suoi passi, dove a braccetto con me vagava per la verde cam pagna. V oglio baciare il suolo, perforare con lacrim e bollenti la crosta di ghiaccio e di neve, Bis ich die Erde seh'. Wo fin d ' ich eine Blüte, Wo fin d ' ich grünes Gras? Die Blum en sin d erstorben, Der Rasen sieht so blaß. S oll denn kein Angedenken Ich nehm en m it von h ie r7 Wenn m eine Schm erzen schweigen, Wer sagt m ir dann von ih r ? M ein Herz is t w ie erstorben, Kalt s ta rrt ih r B ild d a rin ; Schm ilzt je das Herz m ir wieder, Fließt auch ih r B ild d a h in ! 5 Der Lindenbaum A m B runnen vo r dem Tore Da steht ein Linden baum ; Ich trä u m t' in seinem Schatten So m anchen süßen Traum. Ich sch n itt in seine Rinde So m anches liebe W ort; Es zog in F reud' u n d Leide Zu ihm m ich im m e r fort. Ich m u ß t' auch heute w andern Vorbei in tiefe r Nacht. Da h a b ' ich noch im Dunkeln Die A ugen zugem acht. U nd seine Zw eige rauschten, A ls riefen sie m ir zu: Kom m her zu m ir, Geselle, H ier fin d 's t du deine R u h '! Die kalten W inde bliesen M ir gra d ins A n g e sich t; Der H ut flo g m ir vom Kopfe, finché non tro vo la terra. Dove sono i fio ri, dov'è l'erba verde? I fio ri sono m orti, il prato appare grigio. Non porterò con me di qui nessun ricordo? Quando tacerà il m io dolore, chi me la ricorderà? Il m io cuore è com e m orto, la sua im m agine è lì congelata; ma se il m io cuore dovesse rinvenire, anche la sua im m agine svanirebbe! 5 II t i g l i o Alla fonte, davanti al portone, vi è un tig lio ; disteso alla sua om bra, facevo sogni d'oro. Nella corteccia incidevo tante dolci parole; lieto o triste che fossi, sem pre la pianta m 'attirava . Oggi vi sono passato davanti nella notte oscura, al buio ho chiuso ancora gli occhi. E i suoi rami m orm oravano, com e per d irm i: vieni da me, am ico: qui troverai la pace! Il vento freddo mi soffiava in faccia, mi volò il cappello dalla testa; Ich w endete m ich nicht. Nun bin ich m anche Stunde Entfernt von je n e m Ort, Und im m e r h ö r' ich 's rauschen: Du fändest Ruhe d o rt! 6 W asserflut Manche Trän' aus m einen A ugen Ist gefallen in den Schnee; Seine kalten Flocken saugen D urstig ein das heiße Weh. Wenn die Gräser sprossen w ollen Weht daher ein lauer Wind, Und das Eis ze rsp rin g t in Schollen U nd d er weiche Schnee zerrinnt. Schnee, du w e iß t von m einem Sehnen, Sag', w o h in doch g e h t dein Lauf? Folge nach n u r m einen Tränen, N im m t dich bald das Bächlein auf. W irst m it ih m die S ta d t durchziehen, M u n t're Straßen ein u n d aus; Fühlst du m eine Tränen glühen, Da ist m e in e r Liebsten Haus. 7 A u f dem Flusse Der du so lustig rauschtest, Du heller, w ild e r Fluß, Wie s till b is t du gew orden, Gibst keinen Scheidegruß. M it harter, starrer Rinde Hast du dich überdeckt, Liegst kalt u n d unbew eglich Im Sande ausgestreckt. In deine Decke g ra b ' ich M it einem spitzen S tein Den Nam en m e in e r Liebsten U nd S tu n d ' und Tag h in e in : non mi voltai. Ora, varie ore di cam m ino m i separano; e ancora lo sento m orm orare: là troveresti la pace! 6 F lutti d'acqua Qualche lacrim a dai m iei occhi è caduta nella neve: assetati, i freddi fiocchi assorbono il cocente dolore. E quando le erbe v o g lio n o germ ogliare, alita un vento tie p id o , si spezza il ghiaccio, si scioglie la neve. Neve, tu conosci le m ie ansie; d im m i, dove vai andando? Segui le m ie lacrim e, e subito arriverai al ruscello. Con lui arriverai in città, ne vedrai le vie anim ate; ma quando sentirai le m ie lacrim e bruciare, là è la casa della mia amata. 7 Sul fium e Chiaro fiu m e vigoroso, che scorrevi allegram ente, com e taci, ora, senza neanche un addio. Ti sei ricoperto di dura e rigida corazza, freddo e im m o b ile giaci disteso nel tuo letto. Nella tua coltre incido con pietra aguzza il nome del m io amore, e il giorno e l'ora: i Den Tag des ersten Grußes, Den Tag, an dem ich g in g ; Um N a m ' u n d Zahlen w in d e t Sich ein zerb ro ch 'n e r Ring. I ' M ein Herz, in diesem Bache Erkennst du nun dein B ild 7 Ob's u nter seiner Rinde W ohl auch so reißen s ch w illt? 8 Rückblick Es bre n n t m ir u n te r beiden Sohlen, Tret' ich auch schon a u f Eis u n d Schnee, Ich m ö c h t' n ic h t w ie d e r A te m holen, Bis ich n ich t m e h r die Türm e seh'. Hab m ich an je d e m Stein gestoßen So e ilt' ich zu d e r S tadt hinaus; Die Krähen w arfen B a ll' u n d Schloßen A u f m einen H ut von je d e m Haus. Wie anders hast du m ich em pfangen, Du S tadt d e r U nbestän digkeit! A n deinen blanken Fenstern sangen Die Lerch' u n d N a ch tig a ll im Streit. Die runden Lindenbäum e blühten, Die klaren Rinnen rauschten h e ll,' U nd ach, zw ei M ädchenaugen g lü h te n Da w ar's gescheh'n um dich, G esell! K o m m t m ir d e r Tag in die Gedanken, M öch t'ich noch e in m a l rückw ärts seh'n M ö cht'ich zurücke w ie d e r wanken, Vor ihrem Hause s tille steh'n. 9 Irrlich t In die tiefsten Felsengründe ¡1 giorno del p rim o saluto, il giorno in cui partii; intorno a nom e e date sta un anello spezzato. M io cuore, ti riconosci ora in questo ruscello? Forse anche sotto la sua lastra di ghiaccio c'è tanta agitazione? 8 U n o s g u a r d o in d ie t r o Sento scottarm i i piedi, anche se cam m ino su ghiaccio e neve; non vorrei più tirare il fia to prim a che le to rri mi scom paiano dagli occhi. Ho urtato contro ogni sasso, tanto mi affrettavo via dalla città; da ogni cornicione le cornacchie m i tira va n o neve e chicchi di grandine sul cappello. Quanto diversam ente mi avevi accolto, o città dell'incostanza! Sulle tue linde finestre cantavano a gara l'allo dola e l'usig nolo. Fiorivano i tig li chiom ati, m orm oravano i lim p id i canaletti, e, ahimè, brillavano due occhi di fanciulla!... Per te era fin ita , am ico m io! Se quel g io rn o mi torna a m ente, vorrei ancora guardare a ritroso, vorrei pian piano to rn a re in d ie tro , e fe rm arm i davanti a casa sua. 9 F u o c o fa tu o Un fuoco fatuo m 'ha attirato Lockte m ich ein Irrlic h t h in : Wie ich einen A usgang finde, Liegt n ich t schw er m ir in dem Sinn. Bin g e w o h n t das Irregehen, 's fü h rt ja je d e r Weg zum Ziel: Uns're Freuden, un s're Wehen, A lles eines Irrlich ts S p ie l! Durch des B ergstrom s trock'ne Rinnen W ind' ich ru h ig m ich hinab, Jeder S trom w ird 's M eer gew innen, Jedes Leiden auch sein Grab. 10 Rast Nun m e rk' ich erst, w ie m ü d ' ich bin, Da ich zur R u h ' m ich lege; Das W andern h ie lt m ich m u n te r hin A u f u n w irtba re m Wege. Die Füße trugen n ic h t nach Rast, Es w ar zu ka lt zum Stehen; Der Rücken fühlte keine Last, Der S turm h a lf fo rt m ich wehen. In eines Köhlers engem Haus H ab' Obdach ich g e fu n d e n ; Doch m eine G lieder ru h 'n n ich t aus: So brennen ihre Wunden. Auch du, m ein Herz, in K a m p f u n d Sturm So w ild u n d so verwegen, Fühlst in d e r S till' e rst deinen W urm M it heißem Stich sich regen! 11 Frühlingstraum Ich träum te von bunten Blum en, So wie sie w o h l blühen im M ai; Ich träum te von g rü n e n Wiesen, Von lustigem Vogelgeschrei. in fo ndo a rupi selvagge: non mi è difficile im m aginare come ne uscirò. Sono abituato a cam m inare, ogni strada porta alla m eta: le nostre gioie, i nostri dolo ri, tu tto è vuota illusione! Scendo tra n q u illo lungo gli asciutti canaloni; ogni corso d'acqua fin irà nel mare, ogni dolore fin irà nella tom ba. 10 Sosta Solo ora mi accorgo di quanto sono stanco, al m om ento di distende rm i per riposare; il vagare mi teneva sveglio sulla strada inospitale. Le gambe cercavano quiete; faceva tro p p o freddo per fe rm a rsi; le spalle non sentivano peso, la bufera mi aiutava a procedere. Ho trovato rifu g io nell'angusta casa di un carbonaio, ma le mie m em bra non si riposano: tanto bruciano le ferite. Anche tu, m io cuore, così audace e torte nella lotta e nella tem pesta, p roprio nella pace senti acuirsi i tu o i dolori! 7 7 Sogno' d i prim avera Sognavo di fio ri va rio p in ti, così come fio risco n o in m aggio; sognavo di verdi prati, di lieto cinguettio . U n d a ls d ie H ä h n e k r ä h t e n , D a w a r d m e in A u g e w a c h ; D a w a r e s k a l t u n d f in s t e r , E s s c h r ie n d ie R a b e n v o m D a c h . D o c h a n d e n F e n s t e r s c h e ib e n , W e r m a lte d ie B lä tt e r d a ? I h r la c h t w o h l ü b e r d e n T rä u m e r, D e r B lu m e n i m W in t e r s a h ? Ic h t r ä u m t e v o n L ie b ' u m L ie b e , V o n e i n e r s c h ö n e n M a id , V o n H e rz e n u n d v o n K ü s s e n , V o n W o n n e u n d S e lig k e it . U n d a ls d ie H ä h n e k r ä h te n , D a w a r d m e in H e rz e w a c h ; N u n s it z ic h h i e r a l le i n e U n d d e n k e d e m T ra u m e n a ch . D ie A u g e n s c h l i e ß ' ic h w i e d e r , N o c h s c h lä g t d a s H e rz s o w a rm . W a n n g r ü n t ih r B lä tt e r a m F e n s te r? W a n n h a l t ' ic h m e i n L i e b c h e n i m A r m ? 12 Einsamkeit W ie e i n e t r ü b e W o lk e D u r c h h e i t 'r e L ü f t e g e h t , W e n n in d e r T a n n e W i p f e l E in m a t t e s L ü f t c h e n w e h t : S o z ie h ic h m e i n e S t r a ß e D a h in m i t t r ä g e m F u ß , D u r c h h e lle s , f r o h e s L e b e n E in s a m u n d o h n e G r u ß . A c h , d a ß d ie L u f t s o r u h ig ! A c h , d a ß d ie W e lt s o lic h t ! A ls n o c h d ie S t ü r m e to b te n , W a r ic h s o e l e n d n ic h t . E al cantare del gallo mi svegliai; faceva freddo, era buio, sul tetto gracchiavano i corvi. Ma ai vetri delle finestre, chi mai dipinse queste foglie? Ridete, vero, del sognatore che ha visto fio ri d'inverno? Sognavo l'am ore ricam biato, d'una bella fanciulla, cuore e baci, gioia e felicità. E al cantare del gallo si svegliò il m io cuore; ora siedo qui solo, e ripenso al sogno. Di nuovo chiudo gli occhi, ancora batte fo rte il cuore. Quando rinverdiranno le fo g lie alla finestra? Quando stringerò fra le m ie braccia il m io [amore? 72 S o lit u d in e Come una nube oscura si m uove per l'aria serena, quando tra le cim e degli abeti spira un asciutto venticello: così procedo per la mia strada con passo fiacco, attraverso la vita gioiosa, da solo e senza un saluto. Oh aria così placida! Oh m ondo così lum inoso! M entre infuriava la tem pesta, non mi sentivo ta n to m iserabile. 13 Die Post V o n d e r S t r a ß e h e r e in P o s t h o r n k li n g t . W a s h a t e s, d a ß e s s o h o c h a u fs p r in g t, M e in H e rz ? D ie P o s t b r i n g t k e i n e n B r i e f f ü r d ic h . W a s d r ä n g s t d u d e n n s o w u n d e r lic h , M e in H e rz ? N u n ja , d ie P o s t k o m m t a u s d e r S ta d t, W o ic h e i n li e b e s L i e b c h e n h a t t ', M e in H e rz ! W ills t w o h l e in m a l h in ü b e r s e h 'n U n d f r a g e n , w i e e s d o r t m a g g e h 'n , M e in H e rz ? 14 Der greise Kopf D e r R e i f h a t t ' e i n e n w e iß e n S c h e in M ir ü b e rs H a a r g e s tre u e t; D a g l a u b t ' ic h s c h o n e i n G r e is z u s e in U n d h a b ' m ic h s e h r g e f re u e t. D o c h b a ld is t e r h in w e g g e ta u t, H a b ' w ie d e r s c h w a r z e H a a re , D a ß m ir 's v o r m e in e r J u g e n d g r a u t W ie w e i t n o c h b i s z u r B a h r e ! V o m A b e n d r o t z u m M o r g e n lic h t W a r d m a n c h e r K o p f z u m G r e is e . W e r g l a u b t 's ? u n d m e i n e r w a r d e s n i c h t A u f d i e s e r g a n z e n R e is e ! 15 Die Krähe E in e K r ä h e w a r m i t m i r A u s d e r S ta d t g e z o g e n , Is t b is h e u te f ü r u n d f ü r U m m e i n H a u p t g e f lo g e n . 73 La posta Per la via risuona la cornetta postale. Cos'ha, perché sobbalza tanto il m io cuore? Non c'è nessuna lettera per te. Perché ti agiti tanto, m io cuore? Com unque, la posta arriva dalla città dove avevo il m io tenero am ore, m io cuore! Vuoi dare un'occhiata e chiedere che c'è di nuovo, m io cuore? 14 La testa canuta La brina m 'ha steso un velo bianco sul capo; e già mi credevo un vecchio e me ne rallegravo. Ma presto essa s'è sciolta; ora ho di nuovo i capelli neri, e detesto la mia giovinezza. Ancora tan to lontana dalla bara! Qualche testa è incanutita da sera a m attino. E la mia (chi lo crederebbe) non lo è in tu tto questo viaggio! 75 La cornacchia Una cornacchia era uscita con me dalla città, fin o ad oggi non ha smesso di svolazzarm i intorno. Krähe, w underliches Tier, W illst m ich n ich t verlassen? M einst w ohi, bald als Beute hier M einen Leib zu fassen ? Nun, es w ird n ich t w e it m e h r geh'n A n dem Wanderstabe. Krähe, Laß m ich endlich seh'n Treue bis zum Grabe! 16 Letzte H offnung Hie und da is t an den Bäumen M anches bunte B latt zu seh'n, U nd ich bleibe vo r den Bäumen O ftm als in Gedanken steh'n. Schaue nach dem einen Blatte, Hänge m eine H offnung dran; S pielt der W ind m it m einem Blatte, Z itt'r ' ich, was ich zittern kann. Ach, und fä llt das B la tt zu Boden, Fällt m it ih m die H offn u n g ab; F all' ich selb e r m it zu Boden, W ein' a u f m e in e r H offn u ng Grab. 17 Im Dorfe Es bellen die Hunde, es rasseln die Ketten; Es schlafen die M enschen in ihren Betten, Träumen sich m anches, was sie n ic h t haben, Tun sich im Guten u n d A rgen erlaben; U nd m orgen früh is t alles zerflossen. Je nun, sie haben ih r Teil genossen U nd hoffen, was sie noch üb rig ließen, Doch w ie d e r zu finden a u f ihren Kissen. B ellt m ich n u r fort, ih r wachen Hunde, Laßt m ich n ic h t ru h 'n in d e r S chlum m erstund e! Oh cornacchia, bizzarro anim ale, non mi vuoi dunque abbandonare? Pensi di avere presto il m io corpo com e preda? Certo, non durerà più m olto il m io cam m ino. O cornacchia, fa' ch'io veda fin a lm e n te la fedeltà fin o alla tom ba. 16 U ltim a s p e ra n z a Qua e là si nota sugli alberi qualche fo g lia colorata, spesso mi ferm o lì davanti pensieroso. Vedo una foglia, vi appunto la mia speranza; il vento gioca con la mia fo g lia , io trem o da m orire. A him è, cade la fo g lia a terra, con essa svanisce la mia speranza; anch'io cado a terra, e piango sulla tom ba della mia speranza 17 In p a e s e Abbaiano i cani, strid o n o le catene; d o rm ono gli uom ini nei loro letti, sognano ciò che non hanno, nel bene e nel male si ristorano; e dom ani tu tto sarà dim enticato. Ma sì, hanno avuto la loro parte, e sperano di trovare il resto sul guanciale. Scacciatemi pure, o cani che vegliate, non fate ch 'io riposi nella pace n otturna Ich bin zu Ende m it allen Träumen. Was w ill ich unter den Schläfern säum en 18 Der stürm ische M orgen Wie hat der S turm zerrissen Des H im m els graues K le id ! Die W olkenfetzen flattern U m her im m atten Streit. U nd rote Feuerflam m en Z ieh'n zwischen ihnen h in ; Das n e n n ' ich einen M orgen So recht nach m einem S in n ! M ein Herz s ie h t an dem H im m el G em alt sein eig'nes B ild Es ist nichts als der W inter, Der W inter, kalt u n d w ild ! 19 Täuschung Ein Licht tanzt freu n d lich vo r m ir her, Ich fo lg ' ih m nach die Kreuz und Q uer; Ich fo lg ' ih m gern u n d seh's ih m an, Daß es verlockt den W andersm ann. A c h ! w er w ie ich so elend ist, G ibt gern sich hin d e r bunten List, Die h in te r Eis u n d N acht und Graus Ihm w eist ein helles, w arm es Haus. U nd eine liebe Seele d r i n N u r Täuschung ist fü r m ich G ew inn! 20 Der W egw eiser Was ve rm e id ' ich denn die Wege, Wo die ander'n W and'rer gehn, Suche m ir versteckte Stege lo, ho fin ito , io, di sognare: che ci sto a fare fra coloro che dorm ono? 18 M a ttin a te m p e s to s a Come ha lacerato la tem pesta il grigio velo celeste! Svolazzano in debole lotta i brandelli di nuvole. E rossi bagliori di fuoco s'accendono nel mezzo. Ecco una m attina davvero adatta a me! Il m io cuore si riconosce nel quadro celeste; altro non è che inverno, freddo e selvaggio inverno! 19 I llu s i o n e Una luce danza lietam ente davanti a me; la seguo su e giù; volentieri le tengo dietro, e capisco com e attiri il viandante. Ahim è, chi è m isero a tal punto, si lascia ben sedurre dal m ira g g io , che dietro ghiaccio, notte e orrore gli mostra un chiaro e caldo focolare. E, dentro, un'anim a buona... Solo l'illu sio n e ancora mi sostiene! 20 II s e g n a le s t r a d a le Perché evito i sentieri battuti dagli altri viandan ti, e cerco passaggi nascosti Durch verschneite Felsenhöh 'n7 Habe ja doch nichts begangen, Daß ich M enschen so llte scheu'n — Welch ein törichtes Verlangen Treibt m ich in die W üstenei'n? W eiser stehen a u f den Straßen, Weisen a u f die Städte zu, U nd ich w a n d 're so n d e r M aßen Ohne R uh' u n d suche Ruh'. Einen W eiser se h ' ich stehen U nverrückt v o r m einem Blick; Eine Straße m uß ich gehen, Die noch keiner g in g zurück. 21 Das W irtshaus A u f einen Totenacker h a t m ich m ein Weg [gebracht; A llh ie r w ill Ich einkehren, h a b ' ich b e i m ir [gedacht. Ihr grünen Totenkränze kö n n t w o h l die [Zeichen sein, Die m üde W and'rer laden ins kühle W irtshaus [ein. S ind denn in diesem Hause die Kam m ern [all'b e se tzt? Bin m a tt zum N iedersinken, bin tödlich schw er [verletzt. O unbarm herz'ge Schenke, doch w eisest du [m ich ab? Nun w eiter denn, n u r w eiter, m ein treuer [W anderstab! 22 Mut Fliegt der Schnee m ir ins Gesicht, SchüttT ich ihn herunter. Wenn m ein Herz im Busen spricht. S in g ' ich h e ll u n d m unter. Höre nicht, was es m ir sagt, attraverso rupi innevate? Non ho com m esso nulla, perché io debba evitare l'u o m o ; quale assurda brama mi spinge nei luoghi deserti? Lungo le vie si levano segnali guidano attraverso la città; ed io mi d irig o altrove senza pace, ma cerco pace. Qui vedo un segnale, fisso davanti a me; devo prendere la via, da cui mai nessuno è ritornato. 2 7 L 'o s t e r ia La mia strada m 'ha condotto a un cim ite ro ; qui vo g lio entrare, ho pensato fra me. Voi, verdi corone fu n e b ri, potete fa r da [segnale, che invita gli stanchi viandan ti nel freddo [ritro vo . Sono tutte occupate le camere, in questa casa? Sono spossato, non mi reggo più, son [m o rta lm e n te ferito. Crudele taverna, mi vu o i p ro p rio scacciare? A vanti dunque, avanti, o m io fedele bastone! 22 C o r a g g io Se la neve mi vola in faccia, la scuoto via. Se il cuore mi parla nel petto, canto con voce chiara e allegra. Non ascolto quel che mi dice, Habe keine Ohren; Fühle nicht, was es m ir klagt, Klagen ist fü r Toren. Lustig in die W elt hinein Gegen W ind u n d W etter! W ill kein G ott a u f Erden sein. S ind w ir selber G ötter! 23 Die Nebensonnen Drei Sonnen sah ich am H im m e l steh'n, H ab' lang u n d fest sie angesch'n; Und sie auch standen da so stier, A ls w ollten sie n ic h t weg von mir. Ach, meine Sonnen seid ih r n ich t! Schaut ander'n doch ins A n g e sich t! Ja, neulich h a tt' ich auch w o h l d re i; Nun sind hinab die besten zwei. Ging n u r die d ritt' erst h in te rd re in ! Im Dunkel w ird m ir w o h le r sein. 24 Der Leierm ann Drüben h inte rm D orfe ste h t ein Leierm ann U nd m it starren Fingern d re h t er, was er kann. Barfuß a u f dem Eise w ankt er hin u n d her U nd sein kle in e r Teller b le ib t ih m im m e r leer. Keiner m ag ihn hören, keiner sieht ihn an, U nd die Hunde knurren um den alten Mann. U nd er läßt es gehen alles, w ie es w ill, D reht und seine Leier s te h t ihm n im m e r still. W underlicher A lter, s o ll ich m it d ir g e h 'n ? W illst zu m einen Liedern deine Leier dreh'n? (W. Müller) non sento; non avverto i suoi lam enti, lam entarsi è da stolti. Su con gioia per il m ondo, contro vento e intem perie! Se non c'è nessun Dio sulla terra, noi stessi siam o dei! 23 A ltri so li Tre astri ho visto in cielo, intensam ente li ho osservati; eran così im m o b ili, pareva non volessero allontanarsi da me. Ahim è, non siete voi i m ie i soli! Rivolgetevi a qualcun altro! Già, un a ttim o fa ne avevo tre; i due m ig lio ri sono tram o n ta ti. Andasse via anche il terzo! Al buio starò m eglio. 24 L'u om o d e ll'o rg a n e tto Al lim itare del paese c'è un u om o con [l'o rg a n e tto ; con le dita indurite gira la m anovella. Scalzo, sul ghiaccio vacilla qua e là, il piattello resta sem pre vuoto. Nessuno l'ascolta, nessuno lo vede, e ringhiano i cani in to rn o al vecchio. Indifferente a tu tto luì gira, gira, l'organetto mai non tace. Vecchio m isterioso, e se venissi con te? Accom paqneresti i m iei canti col tuo Traduzione di Pietro Soresina tratta dal volum e «L ie d e r » edito da A. Val lardi [organetto? leggere di musica Non c ’è immagine di compositore romantico che, più di Schubert, a partire dalla seconda metà del nostro secofo abbia subito mutamenti e revisioni; faticosamente affrancatosi dai confronti beethoveniani di rito, a proposito della m usica per pianoforte e per orchestra in particolare, essen d o il Lied sem pre riconosciutogli congeniale. L’evo luzione della critica schubertiana la si legge nel percorso dalla letteratura più antica (6) (7); a quella di mezzo (1), a quella più vicina a noi (4), soprattutto negli apporti di Bortolotto sull'argomento caldo del Lied (2) e di Brigitte M assin sull’intero fronte del m usicista (3), col consueto corredo storico-critico-documentario. Nella editoria inglese di prezzo accessibile, si trova una di quelle tipiche opere di taglio an glo sasson e (5), specifica sui Lieder di Schubert, che da noi non hanno storia. Mentre l'èra moderna della critica schubertiana si conta dall'avvento dell’opera di Deutsch, nella su a prima versione inglese e in quella riveduta tedesca (8); di colui cui si deve il catalogo delle opere (la «D» che precede i numeri), punto di partenza p er ogni studio approfondito successivo (9). Carlo Maria Cella Proposte per la formazione e l’ampliamento della propria biblioteca musicale: (1) B. PAUMGARTNER, Schubert. (MONDADORI, Milano 1982; 363 pp; 16.000) (2) M. BORTOLOTTO, Introduzione al Lied romantico. (ADELPHI, Milano 1984; 209 pp; 10.000) (3) B. MASSIN, Franz Schubert. (FAYARD, Parigi 1977; 1294 pp) (4) M. SCHNEIDER, Schubert. (DU SEUIL, Parigi 1957; 187 pp) (5) R. CAPELL, Schubert’s Songs. (PAN, Londra 1957, rist. 1973; 292 pp) Proposte per la consultazione presso la Civica Biblioteca Musicale «Andrea Della Corte» Villa Tesoriera - Corso Francia, 192: (6) E. ROGGERI, Schubert. La vita. Le opere. (Torino 1928; 246 pp; coll. 790. L. 2) (7) M. TIBALDI CHIESA, Schubert. La vita e l’opera. (Milano 1932; 330 pp; coll. 792. E. 6) (8) O. E. DEUTSCH, Schubert, A Documentary Biography. (Londra 1946; 1040 pp; coll. 792. E. 5) Schubert die Dokumente seines Lebens (Lipsia, Kassel 1964; 685 pp; 797. B. 17) (9) O. E. DEUTSCH, Franz Schubert. Thematisches Verzeichms seiner Verke in chronologischer Folge. (Kassel 1978; 712 pp; coll. 40. H. 61)