Le Patologie Prostatiche nel Cane
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Le Patologie Prostatiche nel Cane
Patologie prostatiche nel cane Anatomia e Fisiologia La prostata è l’unica ghiandola accessoria dell’apparato genitale maschile del cane Ha forma ovoidale, è bilobata e circonda l’uretra caudalmente al collo della vescica Istologicamente, è composta stromale e ghiandolare da tessuto Anatomia e Fisiologia È una ghiandola androgeno-dipendente e il suo secreto costituisce parte della prima e della terza frazione dell’eiaculato Il fluido prostatico è prodotto continuamente nel maschio intero e viene espulso per via retrograda nella vescica, o anterograda attraverso il meato uretrale, in volumi variabili 06/06/2016 Luisa Valentini Anatomia e Fisiologia Richiami topografici 06/06/2016 Luisa Valentini Anatomia e Fisiologia La crescita prostatica e la sua attività sono mediate dal diidrotestosterone (DHT), metabolita derivato del testosterone (T) per attività dell’enzima 5α-reduttasi La 5α-reduttasi nei primati, nel cane e nei roditori è presente in due isoforme, tipo I e tipo II (Liang et al., 1985) Nell’uomo, il tipo II è presente nella prostata, nell’epididimo, nelle vescichette seminali e nella cute dei genitali; il tipo I è presente negli altri distretti cutanei (Kamolpatana, 1998) Nel cane, la prostata contiene entrambi gli isoenzimi (Kamolpatana, 1998) Anatomia e Fisiologia In tutti i mammiferi il 5α-DHT deriva dal T Il 5α-DHT si lega agli stessi recettori per il T, ma presenta affinità doppia e percentuale di dissociazione inferiore di cinque volte (Grino et al., 1990) Il 5α-DHT produce localmente i fattori della crescita Il 5α-DHT induce crescita ghiandolare e stromale Istologia Prostata di cane (Col. Mallory Azan) La capsula della prostata è fibro-muscolare, da questa originano setti connettivali (SC) che dividono l’organo in logge al cui interno si trovano le ghiandole. Il parenchima è costituito da ghiandole (gh) tubulo-alveolari o tubulo-otricolari; ciascuna ghiandola prostatica si apre con un proprio orifizio entro l’uretra prostatica, ai lati del collicolo seminale Istologia Parenchima ghiandolare (col. ematossilina-eosina) Visione d’insieme dell’organo prostatico. ss: stroma; gh: ghiandola Esame Clinico Esplorazione rettale digitale Forma ovoidale Dimensioni, volume in funzione di taglia ed età Simmetria bilaterale Mobilità presente Dolorabilità assente Esame ecografico Proiezione trasversale cane di 1 anno cane di 7 anni Dimensioni e volume: in funzione di taglia ed età Parenchima: omogeneo (in relazione all’età) Simmetria: bilaterale Forma: ellissoidale Esame ecografico Proiezione longitudinale Proiezione trasversale cane di 9 anni Dimensioni e volume: in funzione della taglia Parenchima: omogeneo (in relazione all’età) Simmetria: bilaterale Forma: ovoidale Esame del Liquido Prostatico I campioni si possono ottenere dallo scolo uretrale, dall’eiaculato o dal massaggio prostatico 1. Lo scolo uretrale può essere raccolto retraendo il prepuzio e facendo cadere alcune gocce sul vetrino. Può avere origini diverse: • prostatico • uretrale • prepuziale • incontinenza urinaria 06/06/2016 Luisa Valentini Esame del Liquido Prostatico 2. La raccolta dell’eiaculato generalmente è effettuata tramite stimolazione manuale La seconda generalmente dell’eiaculato frazione è costituisce quella spermatica, circa il 20-50 % Il liquido prostatico costituisce parte della prima e la terza parte dell’eiaculato, è chiaro e quasi completamente acellulare Nel liquido prostatico fisiologico si possono osservare scarsi eritrociti e neutrofili, occasionali cellule epiteliali Parametri seminali del cane Valori fisiologici Volume totale eiaculato 2.0 - 80.0 ml I frazione (prostatica) 0.5 - 5.0 ml, limpida II frazione (spermatica, epididimo) 1.0 - 4.0 ml, opalescente III frazione (prostatica) 1.0 - 80.0 ml, limpida Concentrazione spermatica 4 - 400 x 106/ml Spermatozoi totali per eiaculato (n°) 150 - 2000 x 106 Motilità progressiva (%) > 70% Morfologia normale (%) > 80% pH 6.3 - 6.7 06/06/2016 Esame del Liquido Prostatico Eiaculato raccolto con vagina artificiale: • la provetta a sinistra contiene la seconda frazione con i nemaspermi • la provetta a destra la terza frazione, quasi acellulare, di origine prostatica 06/06/2016 Luisa Valentini Esame del Liquido Prostatico 3.Il massaggio prostatico permette di ottenere piccole quantità di liquido prostatico Risulta molto utile quando la raccolta dell’eiaculato è impossibile a causa di dolore prostatico • Si cateterizza il soggetto, si svuota la vescica e si effettuano alcuni lavaggi con soluzione fisiologica; quindi di introducono alcuni ml di sol fis in vescica, si retrae il catetere fino all’uretra prostatica, si massaggia la prostata per via rettale e si aspira in modo da prelevare materiale cellulare prostatico 06/06/2016 Esame radiografico Immagine radiografica della prostata. Proiezione laterale (Kamolpatana, 1998) La linea indica la distanza tra promontorio sacrale e pube. Il maggiore diametro prostatico è misurato parallelamente a questa linea 06/06/2016 e deve essere pari a circa il 70% della sua lunghezza Patologie della Prostata 06/06/2016 Patologie 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB) 2. Cisti Prostatiche 3. Prostatite, acuta o cronica 4. Cisti Paraprostatiche 5. Metaplasia Squamosa 6. Neoplasia 06/06/2016 Luisa Valentini 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Definizione Fisiologico aumento di volume della prostata nel cane maschio adulto intero, correlato all’età Mediamente, il massimo grado di BPH si determina intorno ai 7-8 anni, quindi la prostata va incontro a regressione, legata alla senescenza Se il grado di BPH è elevato, può assumere rilevanza clinica 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) In genere, nel cane la BPH è uniforme e diffusa e coinvolge l’epitelio dell’intera ghiandola, mentre lo stroma è meno sollecitato Nell’uomo, è nodulare e complessa, con il coinvolgimento di epitelio e stroma 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Le cisti intraprostatiche da ritenzione sono un’evoluzione della BPH (ipertrofia prostatica cistica): lesioni cavitarie contenenti liquido trasparente o torbido possono raggiungere notevoli dimensioni 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Fisiopatogenesi L’esatta eziologia della BPH non è ancora adeguatamente chiarita!!! (Gabello e Corrada, 2002; Verstegen e Onclin, 2002) 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Fisiopatogenesi La BPH è la più frequente patologia prostatica del cane Anche se la concentrazione del 5a-DHT è la stessa nei vari distretti prostatici, cambia la risposta cellulare in funzione della localizzazione Nel cane anziano con BPH aumenta il rapporto estrogeni/androgeni L’induzione sperimentale di BPH richiede sia gli estrogeni che gli androgeni 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Fisiopatogenesi L’ipotesi più accreditata la inquadra come iperplasia ormono-indotta, la cui evoluzione è dovuta a due ordini di fattori: 5-DHT/T E/A 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Fisiopatogenesi Ipotesi sui ruoli ormonali: Crescita androgeno-dipendente di cellule prostatiche danneggiate dall’azione di radicali liberi dei metaboliti degli estrogeni (Winter e Liehr, 1996) Aumentata sensibilità delle ghiandole prostatiche alle modificazioni estrogeno-indotte in cui il DHT presente ad elevate concentrazioni intracellulari assume un ruolo permissivo più che induttivo (Ewing et al., 1983) 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Fisiopatogenesi L’aumento del rapporto 5-DHT/T nelle cellule epiteliali prostatiche è dovuto all’incremento dell’attività della 5reduttasi (Williams e Niles, 1999; Cot e Fontbonne, 2003) 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Fisiopatogenesi Nell’evoluzione della BPH sono implicati altri meccanismi di regolazione cellulare, come i fattori di crescita e l’apoptosi 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Fisiopatogenesi Nell’insorgenza della BPH, è stato riscontrato un minore indice di apoptosi delle cellule epiteliali ghiandolari e basali (Xia e coll., 2001) 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Fisiopatogenesi L’aumento della pressione intraghiandolare può alterare il flusso attraverso i dotti del secreto ghiandolare, determinando accumulo di fluido nel dotto e nel lume, con formazione di cisti intraparenchimali, intra- o extraghiandolari Se l’incremento pressorio è diffuso, può determinarsi disuria per compressione dellla ghiandola sull’uretra. Tuttavia, questo avviene molto più raramente rispetto all’uomo (Lopate 2010). 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Fisiopatogenesi L’alterazione della funzionalità ghiandolare e le conseguenti alterazioni morfologiche, predispongono la prostata alle infezioni Questo è il motivo per cui spesso si sviluppano anche prostatiti in caso di ipertrofia prostatica cistica 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Sintomi clinici Spesso asintomatica (condizione fisiologica se in cane di media-avanzata età) Perdite ematiche dal meato uretrale non correlate alla minzione (in genere si verificano quando l'IPB è associata a cisti da ritenzione) Ematuria Disuria (minzione lenta ma non dolorosa; nell'uomo è il sintomo più frequente in quanto la crescita prostatica è centripeta e occlude l'uretra, nel cane è raro in quanto la crescita è centrifuga per cui non c'è restringimento uretrale) Costipazione/Feci di sezione ellittica (per restringimento del retto conseguente alla crescita prostatica) Presenza di sangue nell’eiaculato Risentimento sistemico assente, o lieve (raro) 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Diagnosi citologica Ago aspirato: cellule epitelio ghiandolare assenza di cell. infiammatorie e microorganismi 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Terapia chirurgica Orchiectomia bilaterale trattamento di sintomatica !!! elezione nei casi di BPH Riduzione apprezzabile della prostata già dopo 7-14 giorni; dopo tre settimane, la riduzione è circa del 50%, e del 70% dopo nove settimane (Basinger, 1987) 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Terapia medica Si effettua in alternativa alla castrazione Nessun trattamento farmacologico è risolutivo, poiché la BPH tende a recidivare dopo sospensione della terapia !!! Classi di farmaci: Antiandrogeni steroidei Antiandrogeni non steroidei Inibitori della 5-reduttasi Inibitori della 5-reduttasi Steroidi sintetici Bloccano la conversione del testosterone in 5-DHT, inibendo la 5-reduttasi di tipo II, e stimolano l’apoptosi delle cellule epiteliali prostatiche (Cohen e coll., 1995; Bull e coll., 1996; Sirinarumitr e coll., 2002) Il più utilizzato in clinica è la finasteride (0,1-0,5 mg/kg x 3-4 mesi) Non danno effetti collaterali rilevanti; sono costosi; la condizione tende a recidivare se viene sospesa la terapia Inibitori della 5-reduttasi Steroidi sintetici Due tipi, in base al meccanismo di azione: - competitivi (finasteride) - non competitivi (episteride). Entrambi riducono la concentrazione ghiandolare di DHT, ma gli inibitori competitivi risultano più efficacy nel cane in quanto riducono maggiormente la concentrazione ematica di DTH, con incremento del T circolante e prostatico (Zhao et al., 2013) Inibitori della 5-reduttasi Steroidi sintetici Finasteride Terapia valida per i riproduttori Non interferisce con la spermatogenesi, le caratteristiche del seme, la libido, e le concentrazioni sieriche del T (Lange et al. 2001) Il peso testicolare e il DSO non sono influenzati et al. 1997; Lange et al. 2001) (Nakayama 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Antiandrogeni steroidei Inibiscono la secrezione ipofisaria di LH Alcune molecole: osaterone acetato (Ypozane), non inibisce la secrezione megestrolo acetato MAP clormadinone acetato (Tardak, non reg. in Italia) allilesterolo di LH 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Antiandrogeni steroidei L’osaterone acetato è uno steroide chimicamente correlato al progesterone con potente azione progestagena e attività anti-androgena. Anche il maggior metabolita dell’osaterone acetato (15βosaterone acetato idrossilato) ha attività antiandrogena Inibisce gli effetti androgenici attraverso due meccanismi: • Antagonismo competitivo sui recettori degli androgeni prostatici • Blocco del trasporto del testosterone nella prostata 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) Antiandrogeni steroidei Non andrebbero utilizzati nei seguenti casi: • BPH molto marcata, con sintomi evidenti • Cisti prostatiche di grandi dimensioni • Neoplasia prostatica • Neoplasia testicolare (possibile produzione di estrogeni, non responsivi alla terapia) 1. Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH) GNRH agonisti Molecole di sintesi (buserelin, nafarelin, leuprolide, deslorelin and goserelin) utilizzate per la castrazione farmacologica A basse dosi stimolano la produzione e il rilascio delle gonadotropine ipofisarie; ad alte dosi, inibiscono l’asse ipofisi-gonadi, dopo un iniziale effetto stimolante (flare-up) (Trigg et al. 2001; Gobello 2006). Il rilascio costante dell’impianto del GNRH agonista, sovrasta il fisiologico rilascio pulsatile di GnRH, sovrasaturando i recettori ipofisari per il GnRH, determinandone una down-regulation L’inibizione dell’attività delle gonadotropine, FSH e LH, determina una drastica riduzione della sintesi degli steroidi testicolari (Memon 2007) L’ associazione impianto deslorelin (4,7 mg) con osaterone acetato (0.25–0.5 mg/kg) risulta molto efficace L’associazione GNRH agonista con progestinici potrebbe evitare l’effetto ‘flare-up effect’ che si verifica subito dopo l’impianto del GnRH agonista 2. Cisti prostatiche Patogenesi Le cisti prostatiche vere (o da ritenzione) sono generalmente associate a BPH La patogenesi non è chiara. Si ipotizza che le cisti prostatiche da ritenzione possano originare dalla dilatazione di acini ghiandolari secondaria a metaplasia squamosa estrogeno-indotta Spesso associate anche a sertoliomi estrogeno-secernenti Molto frequenti nei cani di grossa taglia anziani 2. Cisti paraprostatiche Patogenesi Le cisti paraprostatiche sono neoformazioni esterne alla prostata Più spesso si sviluppano craniolateralmente, e spostano la vescica anteroventralmente, o caudalmente alla prostata, nella pelvi, come dilatazione delle vestigia embrionali dei dotti di Wolff Possono raggiungere notevoli dimensioni In genere decorrono inizialmente in modo asintomatico, poi possono determinare problemi di origine compressiva 2. Cisti prostatiche e paraprostatiche Morfologia Le cisti prostatiche vere (da ritenzione) spesso non sono dotate di parete propria, le paraprostatiche sempre; entrambe hanno contenuto fluido, limpido o torbido Le prostatiche vere si sviluppano solo nel parenchima, le paraprostatiche all’esterno 1. Cisti prostatiche e paraprostatiche Diagnosi clinica Palpazione addominale Prostatomegalia Palpazione rettale Asimmetria prostatica (spesso non rilevabile per spostamento in addome della prostata) Esame delle urine Possibili ematuria e lieve proteinuria 06/06/2016 Luisa Valentini 1. Cisti prostatiche e paraprostatiche Cisti prostatiche da ritenzione Rilievi ecografici Cisti prostatiche secondarie a BPH 06/06/2016 Luisa Valentini 1. Cisti prostatiche e paraprostatiche Immagini ecografiche di lobi prostatici di cane di 7 anni, peso 30 Kg, affetto da BPH e cisti da ritenzione Prima della castrazione 06/06/2016 Luisa Valentini 45 gg.dopo castrazione 1. Cisti prostatiche e paraprostatiche Cisti paraprostatiche Rilievi ecografici Cisti paraprostatica (Da Poulsen-Nautrup e Tobias, 2000; modificato) Per gentile concessione del Prof. D. Zambelli 06/06/2016 Luisa Valentini 1. Cisti prostatiche e paraprostatiche Rilievi ecografici Cisti paraprostatica ascessualizzata Prostata 06/06/2016 Luisa Valentini 1. Cisti prostatiche e paraprostatiche Diagnosi radiografica Le cisti generano immagini di omogenea radiopacità che hanno sede sopra, di lato, cranialmente o inferiormente al disegno vescicale e sono collegate alla prostata da un peduncolo di differente lunghezza Se le cisti sono collegate con la vescica attraverso l'uretra prostatica, l'uretrografia retrograda può trasferire parte del mezzo di contrasto al loro interno, ma questo si verifica in modo disomogeneo e incompleto 06/06/2016 Luisa Valentini 1. Cisti prostatiche e paraprostatiche Diagnosi citologica Cisti prostatica: cellule epiteliali prostatiche 06/06/2016 Luisa Valentini 1. Cisti prostatiche e paraprostatiche Diagnosi citologica Cisti prostatica: cellule ghiandolari, neutrofili, emazie 06/06/2016 Luisa Valentini 06/06/2016 Valutazione iniziale 06/06/2016 Valutazione dopo 4 settimane 3. Prostatite Patogenesi La prostatite è l’infiammazione della prostata Può decorrere in forma acuta o cronica Nel cane ha quasi sempre eziologia batterica Fattori predisponenti: - aumento carica batterica nell’uretra prostatica - ridotta immunità locale - patologie delle vie urinarie - alterazioni dei tessuti prostatici (BPH, cisti, metaplasia, neoplasia) 06/06/2016 Luisa Valentini 3. Prostatite acuta Patogenesi L’infezione avviene generalmente per via ascendente I batteri sono spesso aerobi opportunisti; il più comune è il gram- E. coli E’ più frequente nel cane intero, ma può svilupparsi anche nel castrato L’età di insorgenza varia in funzione della causa 06/06/2016 Luisa Valentini 3. Prostatite acuta Sintomi clinici Risentimento sistemico marcato (letargia, inappetenza, febbre, dimagrimento, vomito, atteggiamento algico) Dolorabilità marcata alla palpazione prostatica, nella regione ipogastrica e inguinale Tenesmo, dischezia/costipazione Disuria, stranguria (urinazione difficoltosa e dolorosa), ematuria, piuria Edema scrotale, prepuziale, degli arti posteriori Alterazioni dell’andatura 06/06/2016 Luisa Valentini 3. Prostatite acuta Diagnosi clinica Palpazione digitale rettale Dimensioni normali o prostatomegalia, forma e simmetria conservate o alterate, aree molli e fluttuanti (ascesso) Esame emocromocitometrico Neutrofilia assoluta con forme immature Esame delle urine Possibili ematuria, piuria, batteriuria 06/06/2016 Luisa Valentini 3. Prostatite acuta Diagnosi citologica Prostatite: cellule ghiandolari, neutrofili reattivi in disfacimento 06/06/2016 Luisa Valentini 3. Prostatite cronica Sintomi clinici Risentimento sistemico generalmente assente o minimo Infezioni ricorrenti delle vie urinarie Scolo prepuziale ematico e/o purulento Infertilità (spesso è il motivo per cui il cane viene sottoposto a visita andrologica) Orchiepididimite 06/06/2016 Luisa Valentini 3. Prostatite cronica Diagnosi clinica Palpazione digitale rettale Riscontri variabili correlati al grado di iperplasia: aumento dimensioni, simmetria conservata o meno, superficie irregolare, consistenza aumentata Esame emocromocitometrico Normale; se c’è ascesso neutrofilia assoluta con forme immature e tossiche Esame delle urine (più indicativo) Piuria, ematuria, batteriuria 06/06/2016 Luisa Valentini 3. Prostatite cronica Rilievo ecografico Parenchima disomogeneo con aree iperecogene sparse alternate ad aree ipoecogene ripiene di liquidi (cisti o ascessi) 06/06/2016 Luisa Valentini (Da Poulsen-Nautrup e Tobias, 2000; modificato) 3. Prostatite cronica 3. Ascesso prostatico Rilievo ecografico Aree ipo-anecogene, di numero e diametro variabile, ripiene di liquidi 06/06/2016 Luisa Valentini 3. Prostatite cronica Ascesso prostatico Rilievo ecografico Cisti: area anecogena di diametro variabile, ripiena di liquido 06/06/2016 Luisa Valentini 3. Prostatite cronica Ascesso prostatico Rilievo ecografico dopo 8 gg. dalla castrazione Cisti: area anecogena di diametro variabile, ripiena di liquido; parete assente 06/06/2016 Luisa Valentini 3. Prostatite cronica Ascesso prostatico Rilievo ecografico Aree ipo-anecogene di numero e diametro variabile 06/06/2016 Luisa Valentini 3. Prostatite cronica Esame dell’eiaculato Batteriologico Riscontri variabili correlati alla gravità e all’età del processo settico Citologico Abbondanti neutrofili e macrofagi contenenti batteri, spermatozoi alterati, ipo-azoospermia 06/06/2016 Luisa Valentini 4. Metaplasia squamosa prostatica Definizione Alterazione morfologica e funzionale dell’epitelio ghiandolare prostatico Spesso si manifesta su una prostata già alterata Le cellule ghiandolari assumono forma appiattita, profilo citoplasmatico angolare, nuclei picnotici, disposizione a cerchi concentrici che circondano gli acini prostatici 06/06/2016 Luisa Valentini (Thrall e coll., 1985) 4. Metaplasia squamosa prostatica Eziopatogenesi É indotta da ripetuta stimolazione estrogenica, dovuta a neoplasie testicolari estrogeno secernenti (sertoliomi), o di origine iatrogena (Gobello e Corrada, 2002; Cot e Fontbonne, 2003) La modificazione metaplastica è la risultante di entrambe le attività estrogeniche, diretta ed indiretta 06/06/2016 Luisa Valentini 4. Metaplasia squamosa prostatica Eziopatogenesi Gli effetti diretti degli estrogeni sono mediati dagli -ERs stromali ed epiteliali, e non dai -ERs (Risbridger e coll., 2001) 06/06/2016 Luisa Valentini 4. Metaplasia squamosa prostatica Sintomi clinici e Diagnosi Può decorrere in forma asintomatica Risentimento sistemico generalmente assente o minimo se non insorgono infezioni acute L’alterazione metaplasica predispone ad infezione ascendente che spesso induce prostatite La diagnosi definitiva è fornita dalla biopsia 06/06/2016 Luisa Valentini 4. Metaplasia squamosa prostatica Sintomi clinici I sintomi sono correlati ai tempi di esposizione e ai livelli di estrogeni •alopecia bilaterale •iperpigmentazione •ginecomastia •prepuzio pendulo •Ipotrofia testicolare •sterilità 06/06/2016 4. Metaplasia squamosa prostatica Diagnosi Esame ecografico Esame citologico del liquido prostatico 06/06/2016 Luisa Valentini 4. Metaplasia squamosa prostatica Diagnosi ecografica BPH e metaplasia: parenchima disomogeneo con alternanza di aree plurifocali ipo- ed iperecogene 06/06/2016 Luisa Valentini (Da Poulsen-Nautrup e Tobias, 2000; modificato) 4. Metaplasia squamosa prostatica Terapia Mira ad eliminare la fonte di estrogeni: castrazione sospensione del trattamento con estrogeni, nei casi iatrogeni 06/06/2016 Luisa Valentini 5. Neoplasia prostatica Segnalamento Le neoplasie prostatiche sono rare Non sembra esservi predisposizione di razza anche se la neoplasia è più frequente in cani di taglia media e grande L’età media d’insorgenza è 10 anni (range: 6-15 anni) 06/06/2016 Luisa Valentini 5. Neoplasia prostatica Patogenesi La neoplasia prostatica più comune del cane è l’adenocarcinoma maligno, seguito dal carcinoma delle cellule di transizione, dai carcinomi a cellule indifferenziate, dai leiomiosarcomi Presenza di metastasi nel 70-80% dei casi (sedi più frequenti in ordine decrescente: linf. iliaci, intestino, vescica urinaria, mesentere, retto, ossa) Sono state descritte anche neoplasie prostatiche di origine metastatica 06/06/2016 Luisa Valentini 5. Neoplasia prostatica Patogenesi L’adenocarcinoma prostatico è la patologia prostatica più comune del cane castrato. Tale neoplasia non risulta ormono-dipendente, o è influenzata da steroidi diversi da quelli testicolari La castrazione non svolge alcuna azione profilattica sull’insorgenza della neoplasia prostatica Le patologie prostatiche non sembrano predisporre all’evoluzione neoplastica 06/06/2016 Luisa Valentini 1. Neoplasia prostatica Sintomi clinici Sono correlati all’aumento delle dimensioni prostatiche che comprimono le strutture circostanti, e alle metastasi Tenesmo persistente, costipazione, dischezia Disuria, stranguria, ematuria Perdita di peso Debolezza treno posteriore, atassia Dolore addominale 06/06/2016 Luisa Valentini 1. Neoplasia prostatica Diagnosi clinica Anamnesi Simile ad altre patologie prostatiche; spesso, però, dimagrimento e difficoltà di deambulazione Palpazione digitale rettale Riscontri variabili. Possibile presenza di uno o più noduli di consistenza dura o aree molli Esame ematochimico Emocromo normale; neutrofilia assoluta con forme immature e tossiche se c’è ascesso Aumento significativo dell’ALP (70% dei casi), aumento del BUN e della creatinina se c’è ostruzione delle vie urinarie 06/06/2016 5. Neoplasia prostatica Rilievi ecografici Aree focali o plurifocali ipo- o iperecogene e contorno della prostata irregolare e/o discontinuo. Diagnosi di sospetto Conferma con esame citologico e istologico (Da Poulsen-Nautrup e Tobias, 2000; modificato) 06/06/2016 Luisa Valentini 5. Neoplasia prostatica Rilievi ecografici Aree focali o plurifocali ipo- o iperecogene e contorno della prostata irregolare e/o discontinuo (Da Poulsen-Nautrup e Tobias, 2000; modificato) 06/06/2016 Luisa Valentini 1. Neoplasia prostatica Diagnosi radiografica Possibile riscontro di ipertrofia prostatica e di aree di mineralizzazione L’adenocarcinoma può coinvolgere le strutture ossee adiacenti del bacino, del femore e delle vertebre lombari che presentano aree litiche metastatiche La cistouretrografia con mezzo di contrasto può evidenziare stenosi o soluzioni di continuità dell’uretra prostatica, alterazioni della vescica e reflusso del mezzo di contrasto nel parenchima prostatico 06/06/2016 Luisa Valentini 5. Neoplasia prostatica Diagnosi citologica Permette la diagnosi circa nell’80% dei casi di adenocarcinoma Le cellule neoplastiche epiteliali sono di forma poligonale, con grandi nuclei vescicolari e nucleoli evidenti 06/06/2016 Luisa Valentini 5. Neoplasia prostatica Diagnosi istologica 1. Adenocarcinoma L’epitelio adenocarcinomatoso si organizza in dotti o acini Si descrivono tre morfologie: Alveolare-papillare Acinare A rosetta 1. Carcinoma scarsamente differenziato 06/06/2016 Luisa Valentini 5. Neoplasia prostatica Terapia Solo chirurgica: Prostatectomia Non risolutiva, spesso dà problemi post-operatori, come incontinenza, disuria Serve solo per allungare i tempi di sopravvivenza 06/06/2016 Luisa Valentini