«Mamma crudele» «Mamma crudele»
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«Mamma crudele» «Mamma crudele»
€1,20* ANNO 136- N˚ 337 ITALIA Edizione Nazionale Sped. Abb. Post. legge 662/85 art.2/19 Roma Mercoledì 10 Dicembre 2014 • B. V. Maria di Loreto Salute Il cibo della felicità Ora depressione e stress si possono vincere a tavola Doppio dramma Il fratello di Mango muore d’infarto alla veglia funebre a casa del cantante Champions Garcia: «Pronti all’impresa Roma d’assalto contro il City» Ameri a pag. 23 Fantoni a pag. 17 Servizi nello Sport L’euro a rischio Se Atene sprofonda è colpa della Troika Marco Fortis È la Grecia che riporta il panico in Europa - con la Borsa di Atene che ieri è crollata di quasi il 13%, il peggior tonfo da oltre un quarto di secolo - o la colpa è della Troika? Vale la pena di chiederselo seriamente perché senza Mario Draghi, che nella squadra della Troika somiglia sempre più al fuoriclasse isolato che deve rimediare ai continui autogol dei compagni (oltre a difendersi dai calci negli stinchi del presidente della Bundesbank), forse l’euro sarebbe già naufragato da tempo. Non è accaduto, ma non è stata una vittoria di squadra bensì solo merito quasi esclusivo del presidente della Bce che nell’estate del 2012 ci ha messo una pezza col suo «whatever it takes». Ciò nonostante, a dimostrazione del fatto che l’allenatore dell’Eurozona (ammesso che ce ne sia uno) non possiede ancora una tattica di gioco chiara e che non esiste nemmeno un vero gioco di squadra, ieri ad Atene i mercati hanno ricominciato a tremare paurosamente come ai tempi peggiori della crisi finanziaria greca del 2010-11. Né Bruxelles né il Fmi né la fronda anti-Draghi all’interno della Bce né tantomeno la Germania e la Bundesbank sembrano aver imparato nulla dalla dura lezione delle elezioni europee dello scorso maggio. In quella occasione suonarono parecchi forti campanelli d’allarme nell’Euroarea e nell’Ue: la coalizione di sinistra contraria all’euro e all’austerità Syriza guidata da Alexis Tsipras divenne il primo partito in Grecia. Continua a pag. 26 La Cia sotto accusa per le torture: brutalità e inganni Anna Guaita L a tortura avvicina Barack Obama e John McCain: i due leader che si scontrarono alle presidenziali del 2008 hanno detto parole quasi identiche ieri, quando il Senato ha reso noto il rapporto sull’uso della tortura contro i terroristi dopo gli attentati del 2001. «Sono metodi contrari ai valori del nostro Paese» ha spiegato il presidente. E il suo ex rivale, torturato quando fu preso prigioniero nella guerra in Vietnam, ha aggiunto: «I valori della nostra Nazione sono stati calpestati». A pag. 15 Commenta le notizie su ILMESSAGGERO.IT IL GIORNALE DEL MATTINO Corruzione, la stretta di Renzi Mafia Capitale, il premier annuncia pene più dure, prescrizione più lunga e confische Inchiesta degli ispettori di Alfano in Campidoglio. Carminati: il Papa dura solo due anni ` ` Ragusa. La rabbia della gente all’uscita dalla questura: vergogna «Mamma crudele» Loris, la madre in carcere. I pm: ucciso con cinismo La donna nega. La famiglia: è stata lei, è una violenta dal nostro inviato Nino Cirillo SANTA CROCE CAMERINA detenuti del carcere di Catania, dove è arrivata ieri sera, l’hanno già condannata. «Assassina, devi morire». Ma c’è da scommettere che Veronica Panarello, la mamma di Loris, si difenderà fino all’ultima goccia di energia per scrollarsi di dosso l’accusa che le viene mossa. A pag. 2 Servizi alle pag. 2, 3 e 4 I Fra incredulità e orrore Un delitto oltre i confini della follia Paolo Graldi T utto in una parola, secca e cruda: perché? S’annaspa oltre i confini della follia, anzi la si attraversa sgomenti, increduli, attoniti alla ri- cerca del conforto di una ragione, sia pure inspiegabile e senza giustificazioni. Non si fa l’abitudine a certe tragedie. Si guardano i pezzi che via via compongono l’intera trama del fattaccio. Continua a pag. 26 ROMA Stretta di Renzi contro la corruzione. Il Consiglio dei ministri adotterà quattro «modifiche del codice penale» destinate a far capire che «in Italia il vento è cambiato». Le misure vanno dall’innalzamento da 4 a 6 anni della pena minima per la corruzione alla confisca dei beni e all’estensione della prescrizione. Inchiesta degli ispettori di Alfano in Campidoglio. Frase choc di Carminati: questo Papa dura due anni. Ajello, Barocci, Bertoloni Meli, Cacace, Mangani, Giansoldati, Guasco e Stanganelli da pag. 6 a pag. 11 L’indagine Nomi e pagamenti spunta un altro registro della Cupola Valentina Errante e Sara Menafra E rano parecchi i soldi che andavano e venivano dalle cooperative di Salvatore Buzzi. A pag. 9 La crisi in Grecia spaventa l’Europa e affossa le Borse Verso il voto anticipato, favorita Tsipras A rischio gli impegni presi con Bruxelles ` ` ROMA Il premier greco Samaras ha deciso di anticipare a dicembre l’elezione del presidente della Repubblica. La Borsa di Atene è crollata del 12,8%. E l’effetto contagio nel resto d’Europa è stato immediato. Il motivo è che se non si riuscisse ad eleggere il presidente entro tre votazioni si andrebbe ad elezioni anticipate: Siryza, il partito che chiede la cancellazione degli accordi con la Troika, potrebbe risultare il primo partito della Grecia. Amoruso alle pag. 12 e 13 La manovra Tagli alle Regioni farmaci nel mirino Michele Di Branco È partito il rush finale della Legge di Stabilità in Senato. Ieri scadevano i termini per gli emendamenti. A pag. 19 LEONE, VICINI AL SUCCESSO Buongiorno, Leone! Tutto è cominciato in quel giorno di fine primavera-inizio estate, quando siete stati fulminati da un’idea professionale mai avuta prima, naturalmente grandiosa. L’entrata nel club dei grandi non è stata salutata con entusiasmo da tutti (il vostro splendore dà fastidio), però speriamo abbiate superato l’esame di Saturno. Ecco, oggi, Luna di dicembre nel segno, apre un’altra luminosa strada al rinnovamento e a un sicuro successo. Festival dell’amore. Auguri. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’oroscopo a pag. 35 6 Primo Piano Mercoledì 10 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Corruzione la linea dura di Renzi: subito misure severe Il pacchetto di interventi domani in Cdm: «Pagheranno tutto fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo centesimo» ` IL CASO ROMA L’indignazione, non solo quella «delle prime 48 ore», per i fatti di Mafia Capitale turba Matteo Renzi e lo spinge ad adottare la linea dura fin dal Consiglio dei ministri di domattina. Quando - annuncia il premier in un video diffuso su Youtube - assieme al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, adotterà quattro «piccole grandi modifiche del codice penale» destinate a far capire che «in Italia il vento è cambiato e chi ruba, chi corrompe, sarà perseguito fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo centesimo». «Innalzeremo da quattro a sei anni la pena minima per la corruzione, perché - dice Renzi - non è pensabile che attraverso il patteggiamento uno se ne stia sempre fuori dalla galera. Che vuol dire? Che se hai rubato puoi patteggiare, ma un po’ di carcere lo fai comunque». Secondo provvedimento: «Chi è condannato per corruzione con sentenza passata in giudicato, potrà vedere la confisca dei propri beni resa molto più semplice, esattamente come accade oggi per i reati più gravi. Tre, si assicurerà che il maltolto lo devi restituire tutto: non è che ne dai solo una parte e chi si è visto si è visto. Se è CANTONE: MOLTI PUNTI IN CONTATTO CON TANGENTOPOLI ALLORA FINÌ LA PRIMA REPUBBLICA, ADESSO POTREBBE FINIRE LA 2˚ provata la corruzione tu restituisci fino all’ultimo centesimo». Quarto provvedimento in via di adozione, l’allungamento del periodo necessario per la prescrizione dei reati legati alla corruzione. IMPEGNO CON I CITTADINI Nel video in cui annuncia il giro di vite contro i corrotti, il premier afferma che «il governo assume un impegno con i cittadini: fare di tutto perché finalmente in Italia chi ruba paghi fino all’ultimo centesimo. Non c’è solo - osserva - un problema di norme: c’è bisogno di una scommessa culturale, educativa. E molte cose le abbiamo già fatte. Siamo quelli - sottolinea infatti Renzi - che hanno commissariato L’arresto di Massimo Carminati il Mose, che hanno sbloccato l’Autorità anticorruzione con la nomina di Cantone, che hanno introdotto il reato di autoriciclaggio. E adesso siamo quelli che annunciano le pene, perché chi ha sbagliato paghi davvero». Detto che «di fronte alla schifezza della corruzione a Roma, non possiamo che aspettare i processi. E le sentenze, che speriamo veloci», Renzi aggiunge che il governo «non può e non vuole mettere il naso in quello che fa la magistratura: saranno i giudici a capire se quello se quello che emerge dall’inchiesta di Roma è un reato mafioso o più banalmente - si fa per dire - un atto di corruzione». Poi la considerazione che sembra la naturale chiosa del suo discorso: «In Italia, su una popolazione carceraria di circa 50 mila persone, per corruzione con sentenza passata in giudicato sono 257. Troppo pochi. E’ inaccettabile che quando uno ruba può patteggiare e trovare la carta ”uscire gratis di prigione“ come al Monopoli». Plauso agli annunci del premier viene dal presidente dell’Autorità anticorruzione. A ”Otto e mezzo“, Raffaele Cantone approva l’allungamento della prescrizione, di cui - ricorda - «la riforma del 2005 ne aveva dimezzato i tempi, incidendo soprattutto sui reati contro la Pubblica amministrazione». Quanto alla vicenda romana, Cantone stabilisce un parallelo con il clima di Tangentopoli «che consentì a certe cose di emergere. Allora - conclude il magistrato - finì la Prima Repubblica, ora potrebbe esser finita la Seconda. Ci sono molti punti di contatto». Mario Stanganelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Matteo Renzi nel video diffuso da palazzo Chigi Il Colle pronto a intervenire con un discorso sui valori IL QUIRINALE ROMA Ci sta lavorando da parecchi giorni, limandone e modulando passaggi e contenuti, anche sotto l’impulso di fattori contingenti. Giorgio Napolitano si prepara a pronunciare un discorso di alto spessore etico e politico nell’appuntamento odierno all’Accademia dei Lincei, a Palazzo Corsini. Già il titolo della conferenza, «Crisi dei valori da superare e speranze da coltivare per l’Italia e l’Europa», è indicativo e sintetizza uno dei temi che stanno più a cuore al capo dello Stato. Certo, non potrà mancare un fermo e articolato richiamo all’ultima devastante inchiesta Mafia Capitale. E chi - ad esempio qualche grillino - si chiedeva perché Napolitano tacesse di fronte a questo intreccio tra criminalità e politica, sentirà verosimilmente dalla viva voce del Presidente qual è il suo sdegno per questa deriva morale e qual è il suo Il Pd post palude riparte dal Laurentino 38 ma sull’azzeramento delle tessere è guerra IL PARTITO ROMA Alcuni dei signori delle preferenze ci saranno. Altri no, perchè sono quelli azzoppati dalle inchieste o quelli non finiti - o non ancora - nel mirino del giudice Pignatone ma è meglio non farsi vedere troppo in giro. Anche perchè il commissario del Pd romano voluto da Renzi - ossia Matteo Orfini, organizzatore di questa assemblea della ripartenza dell’altro Pd, il Pd pulito, «che è maggioritario» - insiste sul fatto che si ricomincia dagli iscritti, dai circoli, dalla rabbia e dall’orgoglio del popolo di sinistra e non dai capi-bastone. FORMAT POP, NIENTE BIG Il luogo prescelto infatti è super-pop: Laurentino 38, centro culturale Elsa Morante, l’opposto del grigiore paludoso del «mondo di mezzo». E se l’assemblea che era stata organizzata e sconvocata causa bufera giudiziaria la settimana scorsa nella sala dei Frentani da Lionello Cosentino - segretario cittadino dimessosi nella bu- riana - doveva essere una sorta di processo al sindaco Marino, l’evento di oggi pomeriggio sarà l’apoteosi di Ignazio. Il quale - lui ci sarà, mentre il governatore Zingaretti no - arriverà in scena per lanciare il suo contropiede così: «Noi siamo i guardiani della legalità». Renzi non gli farà ombra con la propria presenza, perchè il premier non vuole mettere la faccia in prima persona su vicende di vecchie gestioni, e poi appunto il format pop è quello che deve risultare di più. «Il popolo è sempre la parte migliore del Pd - spiega la renziana Lorenza Bonaccorsi - e i signori delle tessere si sono auto-esclusi con i loro comportamenti». Un pezzo IL PREMIER SFRUTTA MAFIA CAPITALE NELLA SUA BATTAGLIA SULL’ITALICUM: POCHE PREFERENZE E ANTI-BROGLI forte della sinistra di sempre, Goffredo Bettini, non ci sarà: causa impegni da europarlamentare. I politici nazionali, ma romani, per lo più saranno altrove. Ma il deputato Umberto Marroni farà un salto. Così come il senatore Raffaele Ranucci, il quale osserva: «Ci vado con la speranza che il partito si possa ritrovare, che possa mostrare che non ci sono tra noi troppi ipocriti e che riesca a far vedere la parte sana della politica romana, che c’è». Coratti? Fuori! Patanè? Anche. Ozzimo? Idem. I coinvolti nell’inchiesta non metteranno il naso in sala. Alcuni dei dem vicini alla cooperativa di Buzzi, e carichi di preferenze, neppure o forse sì, al grido (così riassunto a suo tempo dall’ex direttore dell’Unità, Peppino Caldarola): «Gli apparati? Sono sempre quelli degli altri!». E niente Cosentino, l’ex segretario romano, mentre uno dei suoi competitor al congresso in cui il tesseramento falso ebbe un’escalation, il giovane renziano Tobia Zevi, sarà una delle facce del Pd che vuole cambiare faccia. Ma co- me ci si rifà un’identità? Più o meno sotto-traccia, c’è un contrasto politico su quale delle due vie per la ripartenza andrà imboccata. Il deputato Roberto Morassut, che personalmente non ci sarà perchè è a Washington, lancia una sorta di sfida a Orfini: «Il commissario del partito vuole fare un repulisti a macchia di leopardo. Io invece sono per il repulisti totale. Azzerare il tesseramento e tutto il vertice romano. Il vertice, non solo a Roma, viene scelto ”a corpo”. Ossia i capi si chiudono in una stanza e decidono: quanti posti ai Giovani Turchi? Quanti alle altre correnti e tribù? Non si può tenere in piedi il vertice attuale che risponde agli equilibri tra i potentati di prima». Ci saranno quelli che faranno gli scandalizzati con buona ragione e, come li chiama Ranucci, «gli ipocriti». Quelli che vogliono riposizionarsi. Quelli che devono rivendicare la propria verginità. Quelli che meglio esserci perchè se non ci sono mi auto-denuncio come corrotto. Quelli che potrebbero alzarsi e dire a Orfini: «E tu dov’eri quando succedevano le co- pensiero sulla necessità di stringere i tempi per debellare la corruzione con norme più efficaci. Ma l’intervento di Napolitano non si limiterà a questo aspetto cruciale, peraltro ripetutamente condannato nel corso degli anni. La crisi dei valori che investe l’Italia e l’Europa purtroppo ha una dimensione più ampia e tocca i partiti politici che devono autorigenerarsi se non vogliono essere schiacciati dall’antipolitica. E più in generale anche i popoli europei devono recuperare e attualizzare i valori fondanti dell’Unione se vo- gliono che la stessa Unione abbia una prospettiva e resista ai colpi dell’euroscetticismo. Insomma, l’intervento ai Lincei si preannuncia come il primo appuntamento-chiave di un trittico di congedo che si completerà con il discorso alle alte cariche istituzionali (16 dicembre prossimo) e con l’ultimo messaggio agli italiani di Capodanno. Poi - scaduto il semestre di presidenza italiana nell’Ue - ogni giorno sarà buono perché Napolitano possa annunciare le sue decisioni e lasciare il Quirinale. Quando? Sulla data restano aperti alcuni interrogativi. In linea di massima si può prevedere che l’addio si concreterà entro il mese di gennaio. C’è un appuntamento già in programma per l’apertura dell’anno giudiziario, alla Corte di Cassazione per la terza decade di gennaio che Napolitano non ha declinato. Ma ovviamente farebbe sempre in tempo a rinunciare. Paolo Cacace Giorgio Napolitano HANNO DETTO © RIPRODUZIONE RISERVATA se brutte nel Pd?». Lui ai cannibalismi tra tribù mai ha partecipato e adesso ha buon gioco nel passare all’attacco: «I gruppi che pensavano più alle guerriglie di potere piuttosto che a occuparsi della città hanno sfibrato e reso permeabile il nostro partito». LA RETE Il commissariamento non sarà breve dobbiamo ripartire dal nostro popolo Hanno sfibrato il nostro partito MATTEO ORFINI Con le regole ci fai la minestra ciò che conta sono i controlli la mobilitazione popolare e le idee FABRIZIO BARCA Quanto al segretario-premier, Renzi intende tramite il caso Roma passare all’incasso sul fronte più generale: il malaffare Capitale rafforza l’ipotesi renziana contraria a ritorni proporzionalisti nonché al ripristino delle preferenze stile Prima Repubblica. E mentre tutto è in movimento nel Pd, si muove nei territori una figura molto rappresentativa dell’identità di sinistra, qual è l’ex ministro Fabrizio Barca. Ieri sera era in un circolo di periferia, il Versante Prenestino. E davanti ai militanti, alcuni dei quali oggi saranno all’assemblea al Centro Elsa Morante, ha parlato così in piena linea Pd pop: «Con le regole ci fai la minestra. Ciò che conta sono i controlli e la mobilitazione popolare». Fatta anche di proposte da rimettere in rete al posto della caccia alla tessere. Vaste programme, direbbe De Gaulle. Ma l’alternativa, per il Pd, è sprofondare sempre di più. Mario Ajello Nino Bertoloni Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA 7 Primo Piano Mercoledì 10 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Pena a 6 anni, confisca dei beni e la prescrizione è raddoppiata Sui patrimoni dei corrotti condannati `L’allungamento dei termini dei processi lo stesso trattamento riservato ai mafiosi per tutti i reati commessi contro la PA ` IL CASO La riforma elettorale Soglia al 3% e spunta la clausola Mattarellum Premio alla lista che prende il 40% dei voti, sbarramento al 3% per i partiti non coalizzati, 100 collegi plurinominali con i capolista bloccati: l'Italicum 2.0 prende forma con la deposizione di due emendamenti del relatore Anna Finocchiaro depositati in commissione Affari costituzionali al Senato. Ma la nuova legge potrebbe essere accompagnata da una clausola di salvaguardia che riporterebbe al Mattarellum in caso di elezioni anticipate, come hanno fatto sapere proprio Finocchiaro e il ministro Maria Elena Boschi. Forza Italia ha votato sempre assieme alla maggioranza. Una conferma della solidità del patto del Nazzareno. ROMA Ci voleva lo scandalo di Mafia Capitale, uno squasso bipartisan alla politica italiana, per far tornate la prescrizione in cima alle priorità del governo. Renzi lo aveva già promesso ai familiari delle vittime della Eternit, dopo la sentenza della Cassazione che aveva annullato le condanne. Ma nel Consiglio dei ministri della scorsa settimana tutto si era risolto in un nulla di fatto: il nuovo meccanismo studiato dal Guardasigilli Orlando (prescrizione bloccata in primo grado in caso di condanna ma poi due anni per l’appello e uno per la Cassazione) si era incagliato sulla perplessità del Nuovo Centrodestra ad applicare le nuove norme ai processi in corso. Ma di fronte al terremoto giudiziario romano che rischia di essere devastante come quello milanese di Tangentopoli, l’indignazione e il commissariamento del Pd non bastano più. Renzi ne parla a lungo, a Palazzo Chigi, con Orlando. La decisione è di convocare con urgenza, giovedì prossimo, un consiglio dei ministri per assicurare, spiega Renzi in un videomessaggio, che: 1) la pena minima per la corruzione sarà innalzata da quattro a sei anni, così da limitare il ricorso al patteggiamento («se hai rubato puoi patteggiare, ma un pò di carcere lo fai»); 2) «i corrotti pagheranno tutto, fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo centesimo»; 3) sarà più semplice procedere al sequestro e alla confisca dei beni dei corrotti, come è già ora possibile nei casi di mafia 4) per i reati contro la Pubblica Amministrazione la prescrizione si allungherà. I TESTI Fin qui le parole. Che però vanno tradotte in testi. L’intervento spiega Orlando - sarà su un doppio binario: far passare nuovamente in Cdm il disegno di legge sul processo penale (che include la riforma della prescrizione e, per delega, quella sulle intercettazioni) già varato lo scorso 29 agosto ma mai presentato alle Camere; e integrare il ddl sulla criminalità economica ora al Senato. E’ su questo secondo punto che i tecnici del ministero della Giustizia sono già al lavoro. «La deterrenza per un corrotto - spiega Orlando - non sta solo negli anni di carcere ma nella capacità che lo Stato ha di aggredire il suo patrimonio». Con un intervento sull’articolo 322 ter del codice penale, anche i condannati per corruzione riceveranno lo stesso trattamento riservato ai mafiosi: in caso di sproporzione tra i beni posseduti e il reddito dichiarato sarà possibile procedere a sequestri e confische. Anche per equivalente. Con l’innalzamento da quattro a sei anni della pena minima della corruzione, inoltre, si restringono i casi di patteggiamento (con i conseguenti sconti di pena). Ma - ed è questa l’altra novità - ciò avverrà soltanto se chi chiede di patteggiare abbia già restituito il maltolto «fino all’ultimo centesimo». Infine, la novità di maggior rilievo, che però rischia di creare frizioni con gli alfaniani: il raddoppio dei tempi di prescrizione per i reati contro la Pubblica Amministrazione. L’EX CIRIELLI Ancora non è chiaro se su questa parte dei reati economici il governo intenda procedere con un decreto o con un ddl. Sta di fatto, però, che le modifiche alla legge ex Cirielli, che con il governo Berlusconi nel 2005 aveva tagliato i tempi di prescrizione, sarebbero limitate alla sola corruzione, mentre per la riforma complessiva si procederà col ddl di riforma del processo penale. Il raddoppio dei tempi di prescrizione - ora previsto all’art.157 del codice penale solo per alcuni reati come l’incendio doloso, la violenza carnale, l’estorsione - verrebbe esteso ai reati contro la pubblica amministrazione (concussione, corruzione, peculato etc). Se passerà la linea Renzi, la ”tagliola” per la corruzione scatterà dopo 15 anni, contro i dieci attuali (calcolati sul massimo della pena edittale di otto anni aumentata di un quarto). Silvia Barocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Le quattro mosse anti-corruzione La pena minima passerà da quattro a sei anni. Quindi anche 1 chi patteggia farà il carcere 2 Viene allungato il periodo di prescrizione del reato 4 Il condannato dovrà restituire le somme incassate per corruzione Sarà molto più semplice 3 procedere alla confisca dei beni di chi è condannato con sentenza passata in giudicato Alfano incarica il prefetto: indagine sugli atti del Campidoglio IL VIMINALE ROMA Il via libera lo dà Angelino Alfano, che in mattinata riceve al Viminale il prefetto della Capitale, Giuseppe Pecoraro, e gli detta la linea immaginata negli ultimi giorni: tre ispettori metteranno sotto esame tutti gli atti, le delibere e i bandi di gara che riguardano gli appalti dell’amministrazione capitolina, compresi i 15 Municipi in cui è diviso il territorio della Città eterna. Una soluzione, quella vidimata da Alfano, che contempera le due esigenze più immediate: da un lato restituire trasparenza e legalità al Comune di Roma, dall’altro evitare al Paese i danni di immagine che deriverebbero dallo scioglimento per infiltrazioni ad aprire le porte della casa dei romani al pool dell’anticorruzione di Raffaele Cantone. «Auspico fortemente che l’azione del prefetto sia la più incisiva possibile sottolinea Marino - in modo che, se ci sono altre persone che devono andare in prigione, ci vengano portate al più presto». E il prefetto, dal canto suo, si dice pronto a iniziare il suo lavoro «già nei prossimi giorni», verosimilmente a inizio della prossima settimana. Le ispezioni, peraltro, coinvolgeranno anche quattro Comuni dell’hinterland romano, dove si concentrano gli interessi della presunta cupola: Sant’Oreste, Sacrofano, Morlupo e Castelnuovo. mafiose del governo cittadino della Capitale. Pecoraro comunica la decisione direttamente a Ignazio Marino, in un incontro convocato nel pomeriggio in Prefettura. L’INTESA Il risultato è un patto, siglato sull’asse Viminale-Campidoglio, per liberare Roma da quel “Mondo di mezzo” di cui parla l’inchiesta Mafia Capitale. Da una parte l’accesso agli atti dei tre ispettori, che dovranno appurare se i tentacoli della Cupola nera abbiano messo radici profonde sul colle capitolino. Dall’altra il sindaco, ormai blindato dal Pd, al lavoro per creare una “giunta della legalità”, con tanto di specifico assessorato da affidare magari a un ex magistrato, e pronto anche GLI ACCESSI Marino e Alfano La task-force di commissari po- trebbe essere così formata: un prefetto e un viceprefetto esperti in appalti, e un funzionario del ministero dell’Economia, che saranno coadiuvati da un nucleo di personale specializzato delle forze dell’ordine. Gli ispettori prenderanno visione di tutto il materiale in qualche modo collegato agli appalti dell’amministrazione capitolina: delibere e bandi, con particolare attenzione ai metodi di costruzione dei capitolati d’appalto. Entro tre mesi dalla data di accesso, rinnovabili una volta per un ulteriore periodo massimo di tre mesi, la commissione terminerà gli accertamenti e consegnerà al prefetto le proprie conclusioni. Nel giro di 45 giorni dal deposito delle osservazioni della commissione d’indagine, poi il prefetto invierà al mi- nistro una relazione nella quale si dà conto dell’eventuale sussistenza dei condizionamenti mafiosi sull’ente. Nella relazione verranno indicati gli appalti, i contratti e i servizi interessati dai fenomeni di compromissione o interferenza con la criminalità organizzata o comunque connotati da condizionamenti. L’eventuale scioglimento dell’amministrazione capitolina, a questo punto, sarebbe disposto con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione. Un’ipotesi che tutti, al momento, vogliono scongiurare. Fabio Rossi © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? SU CON IMMUNO Per preparare il tuo organismo all’arrivo della stagione fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress, SU con Sustenium Immuno Energy. La sua formula a doppia azione, con GLICINA, GLUTAMMINA, VITAMINE e ZINCO, è studiata per ATTIVARE e RINFORZARE le tue difese immunitarie. 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Su alcuni dei contatti di cui parlano, gli accertamenti del procuratore aggiunto Michele Prestipino e dei pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli sono ancora in corso. Non è chiaro, ad esempio, se si parli dell’ex capogruppo al Senato del Pd, quando Luca Odevaine spiega a Carmelo Parabita, socio della cooperativa, che con Buzzi vorrebbe gestire il Cara di Mineo, di essere stato contattato dal sindaco di un comune in provincia di Catania. Odevaine: «Ho trovato la telefonata del sindaco di Ramacca... è per la gara (forse di Mineo ndr)». Parabita: «Secondo me ha bisogno di qualche contatto qua con Roma, con i ministeri»; Parabita: «Non ci saranno altre offerte cioè... si so’ tenuti tutti alla larga da Mineo perché è troppo complessa». Odevaine: «A me m’ha detto Salvatore Buzzi che è andato a parlare dalla Finocchiaro, e la Finocchiaro gli ha detto ”lascia perde, quella gara è già assegnata”». Per coprire il giro di pagamenti, molto spesso in contanti, sono fondamentali le fondazioni, alcune delle quali fanno direttamente riferimento ai principali indagati. Tanto più che l’ex ad di Ama Franco Panzironi è tra i fondato- Per i grand commis curriculum all’esame dell’Anticorruzione IL RETROSCENA ROMA Il nodo è il seguente: di fronte al coinvolgimento di alti burocrati nella rete di corruzione che ha avvolto la Capitale che fare per selezionare meglio i dirigenti pubblici? L’ipotesi che sta circolando con insistenza in queste ore è quella di coinvolgere l’Anac, l’Autorità Nazionale Anti-Corruzione, nella selezione delle rose di nominandi almeno per i 450 dirigenti pubblici di prima fascia, per quelli scelti dall’esterno e, a determinate condizioni (nell’Anac dovrebbe essere nominato un membro concordato con Regioni e Città Metropolitane), anche per gli alti burocrati che governeranno la gestione degli appalti delle Regioni e delle 10 Città Metropolitane. «Il vantaggio di questa soluzione non sarebbe solo quello di elevare l’asticella anticorruzione spiega uno degli addetti al dossier - Ma anche quella di screma- DOPO MAFIA CAPITALE ALLO STUDIO DEL GOVERNO L’IPOTESI DI SOTTOPORRE TUTTE LE NOMINE DEGLI ALTI DIRIGENTI PUBBLICI A CANTONE Raffaele Cantone, presidente dell’autorità anticorruzione re la pessima abitudine della raccomandazione: chi avrebbe il coraggio di telefonare ad un commissario anticorruzione per segnalare questo o quello?». La proposta si innesta sull’attuale disegno di legge di riforma della dirigenza pubblica (oggi in commissione) che sarà discusso nelle aule parlamentari intorno a febbraio-marzo. Questa riforma già prevede l’aumento della mobilità dei dirigenti attraverso il cosiddetto “ruolo unico” il che significa che ogni dirigente verrà abilitato a fare il dirigente per qualunque amministrazione pubblica e dunque potrà ruotare con maggiore facilità rispetto alle regole attuali. I CRITERI Già, ma come selezionarne attitudini e talenti? L’attuale legge prevede l’istituzione di una generica “Commissione per la dirigenza statale” presso il Dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, i cui membri, incompatibili con cariche politiche o sindacali, dovrebbero operare a titolo gratuito. Questa Commissione dovrebbe di volta in volta selezionare 3 o 5 nomi fra i quali il ministro o il responsabile dovrebbe scegliere il nome più adatto per i posti che si libereranno. L’idea alla quale si sta lavorando è quella di sostituire questa Commissione con l’Anac o con un commissario Anac specializzato nella “selezione” del personale che dovrebbe verificare i curricula presentati e i requisiti di ogni candidato. Ovviamente sarebbe previsto un punteggio da assegnare sulla base di criteri precisi. Sarebbe l’Anac dunque a formare le rose dei candidati fra i quali scegliere. E la presenza nel meccanismo di selezione di un’Autorità così particolare e così temuta non solo farebbe da deterrente per l’italico malcostume delle raccomandazioni e degli ”scambi di favori fra amici” ma costituirebbe anche un vantaggio per i selezionati che, almeno fino allo stadio della rosa dei candidati, potrebbero contare soprattutto sulla propria capacità. Più che sulle relazioni. Diodato Pirone © RIPRODUZIONE RISERVATA ri della ”alemanniana” Nuova Italia, ma è anche tra i soci della ”Alcide De Gasperi”, fondata da Giulio Andreotti e che attualmente ha al vertice l’ex ministro Franco Frattini. Secondo l’informativa del Ros, la sede di questa fondazione era il luogo in cui Salvatore Buzzi incontrava Franco Panzironi, ex ad dell’Ama considerato organico all’organizzazione. Durante gli appuntamenti, l’« imprenditore consegnava le tangenti all’ex amministratore pubblico». La sede è tra l’altro particolarmente vicina a quella della Nuova Italia, gestita da Luca Odevaine e collettore di tangenti UN SISTEMA DI FONDAZIONI PER SPARTIRSI I SOLDI: INCONTRI ANCHE NELLA SEDE DELLA DE GASPERI CREATA DA ANDREOTTI anche per l’ex sindaco Gianni Alemanno, accusato di aver ricevuto più di 100mila euro. La Cupola romana IL GENERALE SPAZIANTE Riccardo Brugia braccio destro di Carminati Fabrizio Franco Testa ex presidente Tecnosky Salvatore Buzzi uomo delle cooperative Carlo Pucci dirigente Eur Spa Massimo Carminati ex Nar con legami con la banda della Magliana Sovrintende e coordina tutte le attività Impartisce direttive Individua e recluta imprenditori Mantiene i rapporti con altre organizzazioni criminali Mantiene rapporti col mondo politico, istituzionale, finanziario, con le forze dell’ordine e i servizi segreti Franco Panzironi ex presidente Ama Luca Odevaine ex vicecapo gabinetto giunta Veltroni Riccardo Mancini ex ad Ente Eur Roberto Lacopo benzinaio ANSA Anche la rete di protezione dalle intrusioni nemiche era solida. Quando la cooperativa 29 giugno subisce un accertamento fiscale, il 12 novembre di un anno fa, il gruppo si rivolge al generale in pensione e già indagato, Emilio Spaziante. Buzzi: «So andati a parlà co Spaziante, col generale... che l’ha mandato sto ragazzo a incontra’ con un maresciallo e gli ha fatto un sacco de resistenza e lui gli ha detto solo du’ segnalazioni... due firmate.... però non gli ha voluto da’ e cose firmate». Carminati: «Però è giusto sapere, è giusto sapere quand’è che tu c’hai una persona convinta di esserti cara e invece sta qua dentro e magari domani ti può fare un danno grosso...». Valentina Errante Sara Menafra © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Mercoledì 10 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it cere poi ai domiciliari, da cui non esiterà a evadere - un mese prima del termine naturale della pena – per recarsi a Roma per andare a trovare “la gente carcerata”. È in quell'occasione, siamo al novembre del 2012, che Campennì incontra Buzzi. Quando il Pirata temeva i clan dei calabresi «Cerchiamo un’intesa» LE COSCHE `Nei colloqui con Buzzi il piano per allearsi con la ’ndrangheta A un suo uomo Carminati dice: «Guarda che quelli ce sparano» I RAPPORTI ROMA La storia si ripete. E se la Banda della Magliana tesseva rapporti con la camorra e cosa nostra, trentotto anni dopo Massimo Carminati e soci non possono che tentare accordi con la ’ndrangheta, visto che a Roma è la mafia che ha soppiantato tutte le altre. Il clan del Cecato mira a dividersi la torta di affari e droga, tanto che il 23 gennaio del 2014 il Ros dei carabinieri ascolta un dialogo attraverso delle cimici piazzate in una delle cooperative sotto accusa. Salvatore Buzzi, ras della 29 giugno, parla con Carminati. E quello di cui discutono la dice lunga sul sottile gioco dei rapporti di forza tra bande criminali. «Guarda, quello è tremendo - elogia un suo uomo e i suoi metodi spicci - gli ho visto fare una volta una trattativa con la ’ndrangheta...ndranghetisti a trattà sui 5 lire... gl'ho detto scusa. Gli facevo “chiudi chiudi”, e questo rompeva il cazzo. A sto’ giro ce sparano...in piena Calabria!». Il potere dei calabresi è talmente ramificato nella Capitale che i romani tentano la strada della mediazione, giocando anche un po’ con i ruoli e le dinamiche. Il 29 aprile del 2013, il giorno dopo l’attentato di Luigi Preiti davanti a Palazzo Chigi, sempre Buzzi e Carminati parlano tra di loro delle cosche del sud. «A bello mio, che di- ci», esordisce il Cecato. E Salvatore: «Bhà (sorride) che i calabresi volevano fà il colpo di Stato, non gli è riuscito (ridono)». Carminati si stupisce: «Non ci posso credere...la Calabria Saudita voleva fare il colpo di Stato, sì, ma c’avevano poche truppe». GLI AFFARI Gli affari sull'asse Roma-Calabria probabilmente sono più vasti di quanto non sia ancora agli atti dell’indagine. E il tramite sembra essere sempre Salvatore Buzzi, al quale l’ex terrorista ha delegato i rapporti “diplomatici”. È lui che, almeno dal 2012, ha un canale diretto con Giovanni Campennì, ufficialmente imprenditore calabrese L’ATTENTATO Il calabrese Luigi Preiti fermato davanti a Palazzo Chigi IL POTERE DELLE COSCHE A ROMA. LA BATTUTA DEL CECATO IL GIORNO IN CUI PREITI ASSALTA PALAZZO CHIGI: STAVANO A FA’ IL COLPO DI STATO con interessi nella gestione dei campi rom. I magistrati lo descrivono come vicino al clan Mancuso di Limbadi, con trascorsi non indifferenti. Nel 2006, Campennì viene arrestato per tentata estorsione nei confronti della ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti urbani a Nicotera. Un’accusa che gli costerà una condanna prima al car- L'indagine della procura di Roma punta anche ad altre cosche che agiscono dell'area vibonese, oltre alla famiglia Mancuso, anche quella Pesce di Rosarno, promotrice di un vasto traffico di cocaina diretto al Nord Italia. Carminati manifesta più volte quanto sia importante il sodalizio tra il clan di cui è leader, e la ’ndrangheta. E proprio quando si tratta di gestire la vicenda dei pasti eccessivi da fornire, Carminati dice: «Siccome stanno aumentando... stanno aumentando i pasti, qualcuno mi ha detto “facci entrare anche la ’ndrangheta». E a proposito di fatture e questioni fiscali aggiunge: «Caso mai ti butto dentro una fatturina...sto mese per il mese prossimo. E poi con il fatto della sovraffatturazione, quando aumentano i pasti...5 sacchi in più». E Buzzi: «Tu ancora non hai capito: semo pieni di soldi, cioè potrei fare assegni 10 milioni, perché non dovemo paga’ i tuoi? che a maggior ragione te riportano indietro i soldi...non dovemo pagà i fii de na mignotta ma questo è un fornitore nostro». Cristiana Mangani © RIPRODUZIONE RISERVATA Angelucci minacciato dalla sua ex moglie «Attento, sto con il Nero» `Si spacciava per amante sorte che non voleva pagarle gli del boss per ottenere gli alimenti dal marito LA STORIA ROMA Il solo nome di Massimo Carminati fa tremare i polsi. Da ragazzino andava a scuola con la pistola in tasca, quando è cresciuto si è messo in affari con i boss, il suo braccio destro era uno che diceva ai nemici: «Guarda che la carta d’identità te la facciamo spedire al cimitero». Pestare i piedi a Carminati poteva essere fatale, averlo al fianco - al contrario - garantiva la possibilità di risolvere rapidamente le questioni più spinose. Bastava evocarlo che si aprivano le porte o, nel caso di mogli a caccia di alimenti, i portafogli. «TI FACCIO AMMAZZA’» È il caso di Martina Sonni, l’ex moglie di Alessandro Angelucci, che si spacciava per l’amante del Cecato minacciando il riottoso ex con- «DAMMI I SOLDI O TI FACCIO AMMAZZARE» LA NOTIZIA ARRIVA ANCHE ALLA VERA DONNA DI CARMINATI Martina Sonni, sposata con l’imprenditore Angelucci alimenti. La storia, che spunta dalle migliaia di pagine di atti dell’inchiesta Mafia Capitale, è paradigmatica del potere intimidatorio di Carminati. La sua fama violenta incute terrore e all’improvviso anche le cause di divorzio più complicate trovano una soluzione. Martina Sonni era spostata con Alessandro Angelucci, figlio del senatore del Pdl e proprietario dell’impero della sanità Antonio Angelucci. I due si separano ma il percorso giudiziario è tormentato e la Sonni non riesce a ottenere dall’ex il denaro che vuole. Perciò, come scoprono i carabinieri, si fa aiutare dal suo amante: è Michele Senese, boss della camorra romana, che si presta a intimidire Angelucci e la sua famiglia. Ma la vicenda ha un intoppo, perché «Michele ’o pazzo» viene arrestato e la Sonni si ritrova con le spalle scoperte, così si inventa di «avere intrapreso una relazione con Massimo Carminati - si legge nell’informativa dei Ros - elemento che aveva notevolmente spaventato il coniuge». Della vicenda ne «discutevano anche i sodali» e c’è chi provvede a informare la vera compagna dell’ex Nar. Lo fa Gennaro Trinchillo, uomo in contatto con l’organizzazione dei Senese: il 2 ottobre 2013 racconta ad Alessia Marini di aver appreso «da un imprenditore di altissimo livello» delle minacce di una donna all’ex marito utilizzando il nome di Carminati. Spiega Trinchillo che lei è l’amante di «un altro boss... comunque uno che fa la malavita e che sta bevuto» e che già in passato aveva approfittato della situazione. Ora ci riprova utilizzando la presunta relazione con Carminati: «Fa ammazza’ il marito per problemi di mantenimenti e questo già se stava a cacà sotto perché comunque sapeva che stava con un camorrista... mo spende il nome di tuo marito... insomma mi ha detto: ”Mi sono salvato con quello di prima che l’hanno arrestato... adesso mi ammazza Carminati». La Sonni è alquanto esplicita: «O mi dai i soldi, o ti faccio rompere il c..o dal mio fidanzato». E la Marini si guarda bene dal pretendere chiarimenti dal marito: «Non gli chiedo neanche ste cose, perché poi so che a lui gli da fastidio». C.Gu. © RIPRODUZIONE RISERVATA 11 Primo Piano Mercoledì 10 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Carminati: sullo Ior il Papa tra due anni non fa più nulla I tentativi del clan di accreditarsi in Vaticano `Gaudenzi, arrestato, racconta di come superò Il boss Diotallevi: «Diventiamo miliardari...» i varchi per la santificazione di papa Wiojtyla ` ROMA I rapporti di Luca Odevaine con il mondo cattolico si manifestavano nell’equa spartizione dei richiedenti asilo tra le coop di Salvatore Buzzi e quelle di Tiziano Zuccolo, presidente della Casa della Solidarietà e rappresentante dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone. Viene sfiorato dall’inchiesta il Vaticano, anche nelle conversazioni degli indagati: tra i ragionamenti di Massimo Carminati sullo Ior: «Papa Francesco li mette tutti nel sacco, ma tra due anni non fa più un nulla», il sogno del boss Ernesto Diotallevi di oltrepassare le mura Leonine e Massimo Gaudenzi, riciclatore della holding criminale, che racconta al ”Nero” come abbia superato i varchi del Colonnato per la santificazione di Giovanni Paolo II. si chiama Domus Caritatis, che in realtà prima era l’arciconfraternita del santissimo Trifone, una roba del genere. Diciamo così, il braccio operativo del Vicariato». La spartizione tra Buzzi e Zuccolo emerge dalle telefonate intercettate dal Ros dei carabinieri che scrive: «Lo scambio di battute tra Zuccolo e Buzzi consentiva ulteriormente di acclarare l'esistenza di un accordo in ossequio al quale i richiedenti asilo e i rifugiati dall' Anci al comune di Roma andavano divisi al 50%, costituendo di fatto un vero e proprio cartello». Ieri il Vicariato ha precisato di essere «del tutto estraneo» alle attività della Cooperativa «Domus caritatis» e del Consorzio «Casa del- la solidarietà», che non sono «riconducibili all'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, di cui è in corso la procedura di estinzione». DIOTALLEVI IN VATICANO «Mamma mia cacciano pure er Papa. Tu t'immagini entri a far parte da sicurezza ar Vaticano?». Ernesto Diotallevi, considerato il referente di Cosa Nostra a Roma insieme a Giovanni De Carlo, parla con il figlio Mario delle prospettive di un nuovo incontro. E’ il 21 febbraio 2013. Mario aggancia Paolo Oliverio, faccendiere vicino ad ambienti religiosi, finito in carcere per la truffa all'Ordine dei Camilliani. Diotallevi junioro lo chia- È Mionetto. ma ”Paolo" e lo presenta al padre come «colonnello della Finanza corrotto». Il broker promette affari che ingolosiscono il vecchio boss, in passato vicino alla Banda della Magliana. «Diventamo miliardari - dice Ernesto Diotallevi se quello c'ha una mossa per questi prelati». ”Paolo” viene identificato dal Ros che indaga in Oliverio, poi accusato di sequestro di persona e corruzione di pubblici ufficiali: avrebbe truffato 10 milioni ai Camilliani, dai quali aveva una procura. Nel febbraio 2013, quando vengono intercettati i Diotallevi, non è ancora emerso nulla. Valentina Errante mionetto.com LE RELAZIONI Questo non è solo un Prosecco. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE COOP E’ Odevaine che lo scorso 21 marzo parla con Salvatore Buzzi a proposito dell’affidamento del Cara di Mineo: «Ti spiego com’è la questione, c’è stata una fusione tra questi due gruppi: uno è la Cascina e l’altro, più piccolo che adesso I MAGISTRATI PARLANO DI EQUA SPARTIZIONE CON ZUCCOLO, PRESIDENTE DELLA CASA DELLA SOLIDARIETÀ Salvatore Buzzi nel video dei Ros I dubbi di Vallini su San Trifone così fu deciso di farlo chiudere IL RETROSCENA CITTÀ DEL VATICANO Gli schizzi di fango della pagina più sporca dell'Operazione Mondo di mezzo, e cioè il capitolo della gestione dei campi profughi e di prima accoglienza, vengono rispediti al mittente. Il cardinale Agostino Vallini è sconcertato, avvilito, intristito per la gravità, per il danno di immagine, per un accostamento improprio, ingiusto. «Non risponde al vero che le attività svolte dalla cooperativa Domus Caritatis e dal Consorzio Casa della Solidarietà siano riconducibili all'Arciconfraternita del santissimo Sacramento e di San Trifone di cui è in corso la procedura di estinzione». Il Vicariato si dice estraneo ai fatti. Schizzi incidentali di fango, dunque, perché l'arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, spiegano in Vicariato, da tempo non fa più parte dell'arcipelago delle arciconfraternite, antiche associazioni ecclesiastiche aventi come scopo la preghiera. La mela marcia era stata individuata e messa da parte con determinazione: nel Palazzo del Vicariato si erano accorti che qualcosa non stava funzionando in modo corretto, tanto che senza indugiare partirono due verifiche canoniche a tambur battente. Vallini aveva incaricato un esperto di diritto canonico dandogli un mandato pieno e l'ordine di riferire direttamente a lui sull'esito delle indagini interne. Il primo accertamento porta la data del marzo del 2010 e ha riguardato la ricognizione sulla vita associativa, la disamina di ogni singolo associato, le iniziative fino a quel momento promosse, i conti interni, le carte in archivio, la corrispondenza «al fine di accertare che vi fosse simmetria tra le finalità statutarie» proprie di una arciconfraternita e le attività in essere. I risultati non devono avere avuto un esito molto confortante, dato che il cardinale ha ordinato alla arciconfraternita di «astenersi dal concorrere ai bandi pubblici per l'ottenimento di finanziamenti diretti alla realizzazione di nuovi progetti, oltre che di quelli già in essere». Don Pietro Sigurani all'epoca cappellano di san Trifone spiega che «l'arciconfraternita è chiusa, non esiste più così come sono state chiuse altre realtà, proprio per evitare che potessero avere scopi diversi». TRASPARENZA Una misura preventiva, di trasparenza, voluta per controllare meglio l'attività e la gestione delle strutture caritative del Vicariato. La seconda ispezione è partita tre anni dopo, nel 2013. Anche in questo caso fu passato a setaccio tutto. «A conclusione della visita si accertò che la natura canonica dell'arciconfraternita e le Il palazzo Lateranense, sede del vicariato di Roma sue finalità statutarie non giustificavano l'attività svolta dall'ente ecclesiastico» si legge nel comunicato del Vicariato, che tradotto significa che tutte le attività sociali fino a quel momento portate avanti dovevano terminare, perché l'ente non possedeva le caratteristiche di una impresa sociale, ma solo quelle di una realtà di tipo spirituale. Insomma, preghiere ma non affari. Dai documenti analizzati risultò chiaro che l'arciconfraternita per «l' espletamento dele convenzioni sottoscritte aveva utilizzato lo strumento del sub appalto a favore di cooperative sociali con personale delle stesse, contravvenendo alle norme di legge». Il cardinale Vallini si dimostrò inflessibile. «Adesso basta». E così il Vicariato ribadì le interdizioni di tre anni prima, aggiungendo anche «il divieto di firmare nuove convenzioni e accreditamenti» con la pubblica amministrazione. Nel Palazzo del Vicariato c'è chi ha la memoria lunga e rammenta di quando il cardinale, a proposito della gestione degli immigrati e dei rom, manifestò apertamente ai sindaci, prima ad Alemanno e, successivamente a Marino, i suoi timori sull'efficacia delle politiche relative all'accoglienza. Monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, commenta con amarezza e parla di politiche sbagliate, di meccanismi che sono saltati. «Il fatto è che ci vuole una progettualità che in materia non esiste». E poi a Roma tante cose accadono «perché ci troviamo di fronte a istituzioni che non collaborano e non dialogano». Franca Giansoldati © RIPRODUZIONE RISERVATA Dal 1887 Mionetto scrive una storia di passione per le bollicine, con uno stile unico per un piacere inimitabile. Un’originale personalità pienamente espressa nel Prosecco Doc MO Collection, spumante dagli aromi seducenti e dai sapori di miele, mela golden e pesca bianca. Lasciati coinvolgere da Mionetto in un mondo di intense emozioni. Cronacadi Roma [email protected] www.ilmessaggero.it Mercoledì 10 Dicembre 2014 Eventi Aziendali e Cerimonie in Sale Riservate Roma Via dei Gracchi, 266/268 Tel 06.3213126 06.3216958 [email protected] www.tabernadegracchi.com 12ºC 3ºC Il Sole Sorge 7.26 Tramonta 16.39 La Luna Sorge 20.40 Cala 10.05 Gli uffici della Cronaca sono aperti dalle 11 alle 20, via del Tritone, 152, 00187 Roma T 06/4720224 - 06/4720228 F 06/4720446 La prima Note in via Sistina per vip e bambini «Tutti insieme appassionatamente» Tendenze Krav maga l’autodifesa che conquista le donne Premio personalità Cinema, sport medicina: che spettacolo per l’Europa Rinaudo a pag. 50 Scenna a pag. 51 Di Forti a pag. 50 Inchiesta sugli atti del Campidoglio Il prefetto: rigore Trasporti. Frecciargento dal 14 dicembre Paura nella scuola materna “Montezemolo”, al Serafico, vicino all’Eur, dopo la morte per meningite di un alunno di cinque anni. Circa sessanta bambini, quelli che hanno avuto più contatti con il compagno, sono stati sottoposti a terapia antibiotica preventiva. Ieri ci sono stati i funerali del piccolo e le famiglie oscillavano tra paura, dolore e rabbia. «Dalla Asl di zona - è la denuncia - nessuna notizia». I dirigenti scolastici: «L’asilo è stato disinfestato, non c’è alcun pericolo». Oggi la riapertura. Un secondo caso in un istituto superiore del Collatino. Lo studente è già guarito. Arnaldi a pag. 46 Pecoraro: sciogliere il Comune per mafia sarebbe un’onta Marino: se ci sono altri colpevoli vadano subito in carcere ` Saranno tre ispettori a verificare la regolarità degli appalti in Campidoglio. La decisione del Viminale è stata comunicata ieri dal prefetto Pecoraro al sindaco Marino: ora ci saranno tre mesi di tempo, prorogabili per altri tre, per le ispezioni negli uffici comunali. Per il prefetto, «questa è già un’onta per il Paese, lo scioglimento per mafia sarebbe una vergogna, spero proprio che non ce ne sia bisogno». Rossi a pag. 38 Il caso Commissariata la cooperativa di Buzzi la Procura ha nominato un nuovo Cda Imprenditore vicino a Carminati voleva il Duke’s e il Prime ` Gli uomini del “Cecato” con le mani in pasta ovunque. Volevano prendersi Roma, dagli appalti immobiliari, al traffico di droga, fino al business dei ristoranti di lusso. L’imprenditore Stefano Massimi, legato a Carminati, voleva la gestione di due locali di grido ai Parioli, il Duke’s e il Prime, utilizzando denaro «illecito». Allegri a pag. 43 Piazza Vittorio gli immigrati assalgono i carabinieri L’impero della Cooperativa 29 Giugno non è più controllato da Buzzi, ora in carcere. La 29 Giugno, ma anche il Consorzio Eriches 29, da ieri hanno un nuovo Cda. Sono commissariate. Evangelisti a pag. 39 La dolce vita in mano ai clan nel mirino i locali dei Parioli L’annuncio Il provvedimento «Basta campi rom» il sindaco riscrive il piano sui nomadi La Regione blocca l’appalto sospetto da sessanta milioni Marani a pag. 41 a pag. 40 Meningite, un altro caso: antibiotici per 60 bimbi In treno all’aeroporto arriva l’Alta velocità Dal 14 dicembre l’aeroporto di Fiumicino, già raggiungibile con il Leonardo Express dalla stazione Termini, accoglierà anche i treni veloci della Frecciargento. Nello specifico, quattro corse, due in arrivo e due in partenza, collegheranno il principale scalo della Capitale con Venezia, Padova, Bologna e Firenze. Mozzetti a pag. 44 Atac Nuovi biglietti da 72 ore per fare cassa a pag. 45 Doveva essere un controllo di routine nella zona più multietnica della città, piazza Vittorio: si è tramutato in un assalto a calci e pugni contro i carabinieri. Quattro gli stranieri fermati. Otto il bilancio dei carabinieri rimasti lievemente feriti e ricorsi alle cure dei medici del San Giovanni. Gambardella a pag. 47 Raffaella Troili POLIAMBULATORIO DIAGNOSTICA STRUMENTALE VISITE SPECIALISTICHE Orario di apertura Il Centro Medico Michelangelo è aperto dal Lunedì al Venerdì dalle ore 08:00 alle ore 20:00 con orario continuato. Il Sabato è aperto solo la mattina, dalle ore 08:00 alle ore 13:00. Centro Medico Michelangelo 16, Via Mario Musco Scala D - 00147 Roma Tel. 06.54.06.300 fax 06.54.07.892 www.centromedicomichelangelo.it Buongiorno! Oggi al bar c’è il «caffè sospeso» Vieni ti faccio un caffè... è come dire a un amico ti voglio bene Antonella Cancellieri A Roma? «Paga il secondo, quello che sta dietro semmai». Il barista disincantato ti risponde così, altro che caffè, pane e pizze sospese. E se invece ricominciassimo da una data, da una tazzina calda di caffè? E se poi continuassimo anche domani e dopo, gli altri giorni, quando capita, a offrirne uno non all’amico, al conoscente, a chi ci ha fatto in favore, ma allo sconosciuto mister x che arriverà dopo e che sta peggio di noi, tanto da centellinare le entrate al bar. Oggi è la Giornata del caffè sospeso, istituita nel 2011 in concomitanza con la giornata internazionale dei diritti umani. L’intento era rilanciare l’antica tradizione partenopea nei bar d’Italia. La moda si è diffusa anche in Europa, ma a Roma, diciamolo, non hanno fatto a cazzotti: i locali che hanno aderito si contano sulle dita di una mano, le crisi individuali hanno definitivamente seppellito la solidarietà verso i più deboli, ci ha messo del suo anche quel sentimento egoistico, quel magna magna per cui se ti offro un caffè è perché mi stai simpatico, mi hai fatto un favore o me lo farai. Lasciare un caffè sospeso, già comprato, genericamente alla cassa, per chi non può permetterselo, rischia di essere una generosità che fa vergognare… eppure no, nelle piazze popolari, in silenzio sta prendendo piede, dicono anche a Roma, qualcuno lascia pagato caffè o altro, magari solo perché non sa come sdebitarsi. «C’è un pagato?», «c’è un sospeso?». Che poi quanti l’han capito davvero, che nel tendere la mano agli altri si va in cerca di affetto, comprensione, si fa del bene anche a noi?. [email protected] IN UMBRIA A NATALE CON LE FOTO DI STEVE M c CURRY E MOLTO ALTRO ANCORA... www.regioneumbria.eu 38 Mercoledì 10 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma Inchiesta sugli atti del Campidoglio Marino: «Pulizia» Intesa nel vertice sindaco-prefetto: «Ispezioni sugli appalti» Task force con 3 commissari (anche dal Mef) e forze dell’ordine ` L’INCONTRO Tre funzionari delegati dal prefetto, tra cui probabilmente un rappresentante del ministero dell’Economia, coadiuvati da un nucleo di esperti appartenenti alle forze dell’ordine. Prefetto e sindaco seppelliscono l’ascia di guerra, dopo le ultime polemiche, e stringono un patto antimafia, con la benedizione del Viminale, per riportare legalità e trasparenza negli uffici dell’amministrazione capitolina. Entrambi evitano ogni possibile spunto di polemica: «La mia scorta? Non ne abbiamo parlato», dice Ignazio Marino. «Avevamo argomenti più importanti di cui parlare», si accoda Giuseppe Pecoraro. Gli ispettori a breve faranno visita a Palazzo Senatorio - probabilmente già dall’inizio della prossima settimana - per verificare la sussistenza di condizionamenti criminali sul Comune. E ci vorranno mesi per il verdetto finale. LE VERIFICHE La strada delle ispezioni prefettizie sarà percorsa anche nell’hinterland, nei Comuni dove la presunta cupola aveva legami più stretti: Sant’Oreste, Morlupo, Sacrofano e Castelnuovo di Porto. 3 I mesi previsti per le ispezioni in Campidoglio, rinnovabili per altri tre «Auspico fortemente che l’azione del prefetto sia la più incisiva possibile, in modo che se ci sono altre persone che devono andare in prigione ci vengano portate al più presto - sottolinea l’inquilino del Campidoglio - In questi ultimi giorni ci sono state diverse conversazioni telefoniche tra me e i ministro Alfano e tra quest’ultimo e il prefetto. Abbiamo pensato che a garanzia della città serva un’azione simile, ma più approfondita, a quella che io chiesi al ministero dell’Economia appena mi ero insediato, chiedendo che i suoi ispettori venissero in Campidoglio a controllare tutti gli aspetti contabili dei cinque anni precedenti». La task-force di commissari potrebbe essere quindi formata da un prefetto e un vice prefetto, esperti in appalti, e un funzionario del Mef. I TEMPI L’iter degli accertamenti potreb- La proposta «I consiglieri capitolini si dimettano in massa» «In consiglio comunale non c’è più il clima giusto per fare politica, non riesci più a fidarti di nessuno: sto riflettendo, anche con altri colleghi di maggioranza e opposizione, se dare un segnale dimettendoci in blocco, come atto di maturità». Gigi De Palo, consigliere comunale ed ex assessore capitolino alla famiglia, avanzerà questa proposta questa mattina, nella riunione dei capigruppo che dovrà convocare l’assemblea capitolina per domani: sarà il primo consiglio dopo la bufera dell’inchiesta Mafia Capitale e la rissa durante le votazioni per il nuovo ufficio di presidenza, alle quali l’opposizione non ha partecipato. Fa.Ro. © RIPRODUZIONE RISERVATA AZIENDA OSPEDALIERA COMPLESSO OSPEDALIERO SAN GIOVANNI – ADDOLORATA ESTRATTO DEL BANDO DI GARA N.11 2014 Procedura ristretta In esecuzione alla deliberazione n. 776/DG del 07/11/2014 l’Azienda INDICE PROCEDURA RISTRETTA ai sensi del D.LVo 163/206 e s.m.i. - COLLE, CERE E MEDICAZIONI EMOSTATICHE - fornitura di durata biennale LOTTI N.9 INDIVISIBILI – importo annuale a base d’asta Euro 202.024,00 IVA esclusa – importo biennale a base d’asta Euro 404.048,00 IVA esclusa INDIZIONE. Le domande di partecipazione, che comunque non vincolano l’Azienda, redatte, pena l’esclusione dalla gara stessa, in conformità a quanto previsto nel bando di gara integrale, dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 09/01/2015 al seguente indirizzo “COMPLESSO OSPEDALIERO SAN GIOVANNI, ADDOLORATA UFFICIO PROTOCOLLO - Via dell’Amba Aradam,9 00184 ROMA - ITALIA - in busta chiusa, sulla quale dovrà essere apposta la dizione “domanda di partecipazione alla gara di cui al bando n. 11 2014”. Il testo integrale del bando di gara, e la documentazione complementare di gara e il fac-simile della domanda di partecipazione saranno disponibili dal giorno della pubblicazione del bando all’indirizzo informatico sul sito aziendale www.hsangiovanni.roma.it nell’apposita sezione INFO Bandi e gare. Per informazioni: UOC APPROVVIGIONAMENTI – tel. 06-77053269; fax 06-77053301 IL DIRETTORE GENERALE (Dott.ssa I. COIRO) ATAC S.P.A. Azienda per la mobilità di Roma Capitale www.atac.roma.it Sede Legale: Via Prenestina, 45 - 00176 – Roma Partita IVA: 06341981006 AVVISO DI ESITO PER ESTRATTO N. 68/2014 Si informa che sulla Gazzetta Ufficiale dellʼUnione Europea, sul Foglio Inserzioni della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 141 del 10/12/2014, parte V, è pubblicato lʼavviso di gara esperita relativo alla Procedura ristretta plurima ai sensi del D.Lgs. n. 163/06, per lʼattività di manutenzione preventiva, correttiva ed evolutiva dei sottosistemi TCZ della linea metropolitana “Metro C”, per la durata di 2 anni con opzione di proroga per ulteriori 4 mesi, esperita con il sistema dell'e-Procurement. CIG 5882782148. Il suddetto avviso sarà pubblicato sul sito informatico del Ministero delle Infrastrutture, sul sito dellʼOsservatorio dal 10/12/2014 e sul sito internet www.atac.roma.it nella sezione “Gare e Albo Fornitori” e sullʼAlbo Pretorio del Comune di Roma. ATAC S.P.A. - STRUTTURA ACQUISTI IL RESPONSABILE: Sabrina BIANCO COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA l Reparto AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI Si rende noto che, in data 07/11/2014 è stata aggiudicata, in favore del costituendo R.T.I. "Adecco Formazione S.r.l. mandataria)/Eulab Consulting S.r.l. (mandante)/British lnstitute Salario (mandante)", la fornitura di servizi di formazione linguistica in favore dei militari della Guardia di Finanza impiegati in attività operativa di controllo dei confini e dei flussi migratori, sostenuto con le risorse finanziarie messe a diposizione dal Fondo Europeo per le Frontiere Esterne "2007-2013" del Programma Annuale 2013 - Azione 6.5.1., a seguito di gara aperta col criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Per notizie più dettagliate e complete, si rinvia all'apposito avviso relativo agli appalti aggiudicati pubblicato nella G.U.R.I.V Serie Speciale "Contratti Pubblici” - n. 135 del 24/11/2014, nella G.U.U.E. n. S221 in data 15/11/2014 e sui siti informatici www.qdf.gov.it e www.serviziocontrattipubblici.it. IL REFERENTE DI AZIONE (Gen. B. Francesco MATTANA) be proseguire per alcuni mesi, secondo i tempi previsti dall’articolo 143 del testo unico sugli Enti locali. È infatti previsto che il prefetto nomini ora una commissione d’indagine, composta da tre funzionari della pubblica amministrazione, attraverso la quale eserciterà i poteri di accesso e di accertamento di cui è titolare per delega del ministro dell’Interno. Entro tre mesi dalla data di accesso, rinnovabili una volta per un ulteriore periodo massimo di tre mesi, la commissione terminerà gli accertamenti e consegnerà al prefetto le proprie conclusioni. Nel giro di 45 giorni dal deposito delle osservazioni della commissione d’indagine, il prefetto invierà al ministro una relazione nella quale si dà conto dell’eventuale sussistenza dei condizionamenti mafiosi sull’ente. Nella relazione verranno indicati gli appalti, i contratti e i servizi interessati dai fenomeni di compromissione o interferenza con la criminalità organizzata o comunque connotati da condizionamenti o da una condotta antigiuridica. LE CONCLUSIONI L’eventuale scioglimento del Comune è quindi disposto con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione. Nel caso in cui non sussistano i presupposti per lo scioglimento o l’adozione di altri provvedimenti, il ministro, entro tre mesi dalla trasmissione della relazione, emana comunque un decreto di conclusione del procedimento in cui dà conto degli esiti dell’attività di accertamento. Fabio Rossi © RIPRODUZIONE RISERVATA FEDERAZIONE ITALIANA GOLF Viale Tiziano, 74 Roma ESITO DI GARA - CIG 5858540C23 Questa Federazione ha aggiudicato la procedura aperta per i servizi assicurativi riguardanti la copertura infortuni e R.C.G. a favore della Federazione Italiana Golf, dei suoi Organi centrali e periferici, delle Società sportive e Associazioni affiliate ed aggregate, dei suoi tesserati. Data di aggiudicazione: 03/11/2014; n. offerte ricevute: 6; Aggiudicatario: Società Reale Mutua di Assicurazioni; importo di aggiudicazione: € 362.212,00 annui (per tre anni). Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito federale www.federgolf.it IL DIRIGENTE RESPONSABILE - Dott. Stefano Manca Radiotelevisione Italiana Spa Viale Mazzini,14 - 00195 Roma ERRATA CORRIGE ESTRATTO DI BANDO DI GARA Oggetto: Fornitura di Apparati di Visione ed Accessori Video per le scenografie degli Studi TG Regionali. Tipo di procedura: aperta Criterio di aggiudicazione: prezzo piu basso Importo totale dell’appalto: 995.660, I.V.A. esclusa. Condizioni di partecipazione: Specificate nel Bando. Le offerte devono essere presentate entro il 14/01/2015 ore 12:00. Il Bando e stato trasmesso alla G.U.U.E. il 25/11/2014. La documentazione di gara e disponibile sul profilo committente www.fornitori.rai.it o puo essere richiesta e ritirata, p r e vio appuntamento inviando un fax ai punti di contatto indicati in bando, nei giorni feriali dalle ore 10:00 alle ore 13:00, presso la Direzione Acquisti in Via Pasubio 7 Roma. La Direzione Acquisti L’ingresso di Palazzo Senatorio, sede del Comune: pochi giorni fa le perquisizioni dei carabinieri Intervista Giuseppe Pecoraro «È l’ora del rigore, ma sciogliere il Comune un’onta per il Paese» Il lavoro degli ispettori in Campidoglio sarà «accurato e rigoroso», come chiesto dallo stesso Ignazio Marino. Ma il prefetto Giuseppe Pecoraro si augura che non si debba arrivare alla soluzione estrema, lo scioglimento dell’amministrazione capitolina per infiltrazioni mafiose, anche perché, «sarebbe un’onta per l’immagine dell’intero Paese». Pecoraro, dopo l’incontro di ieri pomeriggio con il sindaco, è ben conscio della vastità e della delicatezza del compito che aspetta i tre funzionari che saranno nominati per l’accesso agli atti a Palazzo Senatorio. Prefetto, quale compito assegnerà ai tre ispettori? «Dobbiamo riscontrare la pervasività del fenomeno, sul quale sta indagando la procura, e vedere se vi siano ancora lati oscuri». Che tipo di atti saranno messi sotto osservazione? «Soprattutto gli appalti: in particolar modo dobbiamo verificare come funzionano gli uffici preposti e come vengono costruiti i capitolati per i bandi di gara». C’è qualche settore su cui vi soffermerete con maggiore attenzione? «Sarà un ispezione a 360 gradi, molto complessa perché interesserà i dipartimenti ma anche i municipi: ci attende una mole di lavoro molto vasta, viste le dimensioni della città e della sua IL PREFETTO: «LA COMMISSIONE SCOPRIRÀ SE CI SONO ANCORA LATI OSCURI CHE CONDIZIONANO L’AMMINISTRAZIONE» amministrazione». Chi saranno gli ispettori? «Saranno nominati un prefetto, un vice prefetto e un esperto di contabilità pubblica, che potrebbe anche essere del ministero dell’Economia. Il loro compito non sarà svolgere indagini penali, che competono alla magistratura, ma di capire quanto i comportamenti illeciti emersi nell’inchiesta condizionino l’attività amministrativa». Ma cosa succederebbe se dovessero imbattersi in possibili reati ancora non emersi? «Ne riferirebbero immediatamente all’autorità giudiziaria». Cosa le ha chiesto il sindaco Marino, nell’incontro in Prefettura? «Il sindaco mi ha assicurato assoluta collaborazione e mi ha chiesto di agire con il massimo vigore: ne va anche della sua credibilità». 39 Mercoledì 10 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma I pm azzerano l’impero di Buzzi nuovo cda per la coop 29 giugno Il tribunale commissaria la rete di società `I vertici del gruppo nominati dai giudici che fa capo al braccio destro di Carminati continuerano a gestire i contratti esistenti ` IL PROVVEDIMENTO in essere». L’impero della Cooperativa 29 Giugno non è più controllato da Salvatore Buzzi. L’uomo, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, per due decenni protagonista della cooperazione rossa ma secondo l’accusa socio in affari del boss Massimo Carminati, da ieri non ha alcun potere decisionale nella rete di società che aveva costruito. Un impero che nel 2013 ha fatturato quasi 60 milioni di euro. Questo provvedimento che va a nominare degli amministratori giudiziari rende a questo punto non necessaria un’altra misura, quello dell’interdittiva per mafia, simile a quella che il prefetto Giuseppe Pecoraro firmò (ma fu poi L’INTERDITTIVA annullata dal Tar) per il gruppo Colari dopo l’arresto di Manlio Cerroni. Il gruppo che gira attorno alla 29 Giugno gestisce appalti milionari a Roma (ma non solo): per Ama, ad esempio, si occupa di una quota del 10% della raccolta del multimateriale nella differenziata, e della pulizia delle foglie; per il Campidoglio, ad esem- IL CAMBIO Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro Quanto durerà il lavoro degli ispettori? «Almeno tre mesi, eventualmente prorogabili per altri tre. Ripeto, si tratta di un impegno molto complesso, tra amministrazione centrale e municipi, che dobbiamo affrontare con la massima serenità». Quando si insedieranno gli ispettori in Campidoglio? «Il tempo di ratificare le nomine e poi, penso all’inizio della prossima settimana, potranno iniziare le verifiche». Un’occasione per rasserenare i rapporti con Marino, dopo le polemiche a distanza degli ultimi mesi? «Nessuna polemica, l’unico caso di divergenza tra me e il sindaco è stata la trascrizione dei matrimoni gay celebrati all’estero. Per il resto c’è sempre stata massima collaborazione: non c’è bisogno di sentirsi tutti i giorni per lavorare insieme». È immaginabile uno scioglimento del Comune di Roma per infiltrazioni mafiose? «No, per ora non ne parliamo ma mi auguro proprio di no: sarebbe una vergogna per l’immagine dell’intero Paese sciogliere per mafia il governo cittadino della Capitale. Già è un’onta fare questi accertamenti a Roma, ma c’è l’ordinamento che lo prevede e ce lo chiede». Ci saranno interdittive antimafia per le cooperative coinvolte nell’inchiesta? «Quasi tutte le cooperative coinvolte saranno poste in amministrazione giudiziaria, con sospensione della liberatoria». Quindi? «Potranno continuare a lavorare, anche per garantire l’occupazione e i servizi erogati, ma sottoposti al controllo degli amministratori giudiziari». Fa.Ro. © RIPRODUZIONE RISERVATA La 29 Giugno, così come il Consorzio Eriches 29, da ieri hanno un nuovo consiglio di amministrazione, nominato dal Tribunale. L’obiettivo di quello che, semplificando, può essere definito un commissariamento, è consentire alle due cooperative di continuare l’attività, salvaguardando da una parte i posti di lavoro di circa 1.200 dipendenti, dall’altra alcuni servizi pubblici essenziali, come la raccolta differenziata dei rifiuti e la gestione dei centri di accoglienza. Però l’intervento del tribunale mette un punto fermo alla possibilità che Mafia Capitale - se sarà dimostrata la tesi dell’accusa - possa continuare a macinare profitti milionari illeciti, frutto dell’intimidazione e della corruzione di funzionari pubblici e politici. Il nuovo consiglio di amministrazione della 29 Giugno e dell’Eriches 29 (che di fatto controllano in totale 12 società, a cui si aggiungono sei partecipazioni) è così composto: il presidente con deleghe è Flaviano Bruno; gli altri tre consiglieri sono Claudia Capuano, Davide Franco e Paolo Lupi. Ieri, come primo provvedimento, hanno diffuso un comunicato con cui spiegano: «La nomina del nuovo organo amministrativo è stata effettuata con provvedimento del giudice Guglielmo Muntoni con il quale si è autorizzata la sostituzione degli organi amministrativi e la prosecuzione dell’attività ordinaria con il mantenimento di tutti i rapporti contrattuali pio, ha la gestione di 4 campi nomadi, di centri per richiedenti asili, della manutenzione del verde pubblico per il servizio giardini. Il consorzio Eriches dal Comune di Roma ha l’appalto del servizio di emergenza alloggiativa, di 9 centri di accoglienza in tutta la provincia, 5 addirittura in rapporto diretto con la Prefettura. A luglio cooperative satelliti erano in lizza per incamerare tramite il Consorzio nazionale servizi l’appalto da 48 milioni per la pulizia delle scuole, fino ad allora gestito dalla Multiservizi. Operazione saltata dopo le proteste dei lavoratori di quest’ultima. INTERCAPEDINE Il sindaco Ignazio Marino, mentre l’Autorità anti corruzione sta passando al setaccio tutti gli appalti, spiega: «Bisogna mettere una intercapedine tra noi e queste cooperative». Il meccanismo prevede che i soldi incassati siano usati solo per pagare i dipendenti e i fornitori. L’impero, per ora, non colpisce più. Mauro Evangelisti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il nuovo Cda «Lavoreremo per evitare disservizi alla città» Si chiama Davide Franco, commercialista, 52 anni, da 24 consulente tecnico e perito in materia contabile, societaria e fiscale e amministratore giudiziario. Da ieri, su indicazione del tribunale, è nel consiglio di amministrazione della Cooperativa 29 Giugno e della Eriches 29. «La finalità del nostro operato - spiega - è evitare disservizi, anche per i servizi pubblici che queste cooperative garantiscono. Ma anche tutelare i dipendenti e il loro futuro». Proprio i lavoratori della 29 giugno nei giorni scorsi hanno diffuso un comunicato con il quale spiegavano: «Noi non siamo mafiosi. Lavoriamo nei vari appalti dei settori di manutenzione, portinerie, verde pubblico, pulizie, assistenza e centri di accoglienza, per conto di tanti organi pubblici e istituzionali come Comune di Roma, Ministero dell’Interno, Università, Regione». «Ecco aggiunge Franco - noi opereremo, su indicazione del tribunale, perché l’attività di queste cooperative prosegua normalmente, perché i contratti in essere vengano rispettati. Teniamo conto che tra i dipendenti sono rappresentate anche categorie svantaggiate e protette che dunque vanno tutelate». Non c’è il rischio che in questo modo non si spezzi il legame con l’associazione di stampo mafioso che emerge dall’ipotesi investigativa della procura della Repubblica? «Ciò che la 29 Giugno incasserà sarà utilizzato esclusivamente per pagare il personale e rispettare gli impegni con i creditori. I profitti non saranno distribuiti. Sarà garantita l’ordinaria amministrazione e dunque l’attività proseguirà, evitando che vi siano disservizi». La nomina degli amministratori giudiziari ha reso così superfluo il ricorso alla misura dell’interdittiva per mafia, uno strumento che si utilizza per le società indagate per questo tipo di reato che non possono avere rapporti con gli enti pubblici. © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Mercoledì 10 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma «Roba da 60 milioni» la Regione blocca l’appalto nel mirino `Carminati e soci stavano cercando il modo di mettere le mani sul servizio regionale di prenotazione delle visite ospedaliere L’ALLARME «Parlamo de 60 milioni di roba, non è che stamo a parlà de...». Il boss Carminati si era ingolosito. Nelle intercettazioni, dialogando con Buzzi e Guarany (i vertici della Cooperativa 29 giugno), stava tracciando la strategia per mettere le mani su un appalto assai ricco della Regione. A cosa si riferiva? Nei giorni scorsi Zingaretti ha sospeso l’aggiudicazione di tutte le gare, ha disposto una indagine interna e ieri ha spiegato di avere individuato la famosa gara da 60 milioni. E’ quella per la gestione del Cup (il call center per le prenotazioni di esami e visite mediche), per quindici anni affidato, anche in proroga, alla Capodarco. LA STORIA Zingaretti, dopo il suo insediamento, decide di indire una gara; il bando viene pubblicato il 5 marzo con scadenza per presentare le proposte il 23 maggio. È divisa in quattro lotti e per uno di questi, da sette milioni, è emerso il problema: è stata avanzata una proposta proprio dalla Cooperativa 29 Giugno, all’interno di una ati (associazione temporanea di impresa). Non solo: nella commissione aggiudicatrice c’era an- che Angelo Scozzafava, direttore del dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della salute del Comune di Roma con Alemanno, quando presiedeva al controllo dei lavori per il campo nomadi di Castel Romano. Proveniva dall’ospedale Sant’Andrea e, finita la sua esperienza in Comune, il 24 settembre del 2013 lì è tornato dove è stato nominato responsabile della prevenzione della corruzione. E’ indagato nell’inchiesta su Mafia Capitale per associazione di tipo mafioso ZINGARETTI: «NESSUNA DELLE DICIOTTO GARE DA OLTRE 3 MILIARDI È ANDATA ALLE SOCIETÀ CHE SONO FINITE SOTTO INCHIESTA» Gli uffici della Regione e corruzione aggravata. Insomma, troppi campanelli d’allarme, per questo ieri Zingaretti ha annullato la gara. «Riguardo all' appalto di 60 milioni di euro per l'acquisto del Servizio Cup per le Aziende Sanitarie della Regione Lazio, citato nelle intercettazioni messe agli atti delle indagini come oggetto di attenzione da parte di società inquisite - spiega il governatore - questa gara non è stata ancora aggiudicata, in quanto non sono ancora state completate le operazioni di valutazione da parte della commissione. In considerazione del fatto che fattori esterni all'Amministrazione avrebbero potuto ingenerare dubbi sulla trasparenza o, peggio, prefigurare tentativi di infiltrazione mafiosa, la direttrice della Centrale Acquisti ha disposto la revoca immediata della gara». Aggiunge Zingaretti: «Dai primi risultati delle verifiche effettuate sulle gare della Regione emerge che, per quanto riguarda la Centrale Unica degli Acquisti, dal maggio 2013 sono state bandite 18 gare per un importo complessivo di circa 3 miliardi di euro e che nessuna di esse è stata aggiudicata a una delle società attualmente sottoposte a indagini». Mauro Evangelisti © RIPRODUZIONE RISERVATA Sorvegliato speciale l’appalto per la prenotazione delle visite mediche ospedaliere «Una casa per i favori di Scozzafava» IL CASO Per la cricca di Carminati, Angelo Scozzafava, rigido direttore del quinto dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della salute del Comune di Roma, nel 2012 incaricato di seguire i lavori per il campo nomadi di Castel Romano, era semplicemente “Scozzi”. Un funzionario che loro ritenevano di fiducia e quindi da tenere a busta paga. Salvatore Buzzi, il re delle cooperative, che regalando benefici e bustarelle, ha creato un regno, per Scozzi allora aveva pensato a un appartamento. I carabinieri del Ros più tecnicamente, in una informativa finita nella maxi-inchiesta «Mondo di mezzo» parlano «dell'ipotesi di una remunerazio- ne dell'attività funzionale di Scozzafava da parte di gruppo criminale con la promessa dell'assegnazione di un appartamento in una cooperativa». Buzzi ne parla col suo commercialista di fiducia, Paolo Di Ninno (finito pure lui in carcere dietro al patron): «Devi trovare una cosa piccola che per 130.000 euro lui...». Scozzafava, finito sotto inchiesta per associazione di tipo IL PM: «DOPO LE PRIME RESISTENZE IL DIRETTORE DEI SERVIZI SOCIALI DIVENTA COLLABORATIVO CON BUZZI CHE RICAMBIA CON REGALIE» mafioso e corruzione aggravata, andava ricompensato. E allora Buzzi ne parla pure con Carminati: «Io sono andato pure da Scozzi...Gli ho detto: Scozzi, perché mi cachi il cazzo?...Amico tuo...Pe paga' a Scozzi capito? Gli davamo l'appartamento». I rapporti all'inizio infatti erano conflittuali, ma via via si trasformano in una sorta di collaborazione. Il gip Flavia Costantini a proposito scrive: «Eloquente dimostrazione di tale approccio sono quelle conversazioni tra Scozzafava e Buzzi nelle quali il primo si fa promotore di attività a favore del gruppo; suggerisce strategie di recupero di disponibilità finanziarie; promette interventi nella sua qualità funzionale». Adelaide Pierucci © RIPRODUZIONE RISERVATA 41 Mercoledì 10 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma «Campi rom, stop alle speculazioni» `Il sindaco intende superare definitivamente il sistema `La risposta del Campidoglio alle dichiarazioni di Buzzi sui delle baraccopoli con politiche abitative e autocostruzioni guadagni con i nomadi: «Nessuno potrà lucrare sui disagi» Avevano ragione gli uomini del boss Carminati intercettati dai Ros a dire che con «immigrati e rom si guadagna meglio che con la cocaina». Parole di Salvatore Buzzi, a capo della cooperativa 29 giugno. Dopo che la Procura ha scoperchiato la cupola di malaffare nell’inchiesta “Mondo di mezzo”, se ne è accorto pure il Comune di Roma. E il sindaco Ignazio Marino (che a dire il vero aveva già parlato di un’inversione di rotta dopo la sollevazione di Tor Sapienza) assicura: «Chiuderemo i campi rom, è finita la stagione dell’emergenza. Non permetteremo più a nessuno di lucrare sul disagio, sulla paura e la povertà. Anche l’Europa che ha prefigurato una violazione sistematica dei diritti, ce lo chiede». Il Campidoglio sta studiando un piano ad hoc. BEST HOUSE ROM Il primo cittadino lo ha messo nero su bianco inviando una lettera agli organizzatori del concerto “Roma suona rom” che si è tenuto l’altra sera all’Auditorium. «L’inchiesta della Procura - scrive il chirurgo dem - sta portando alla luce una realtà sconvolgente. Tuttavia le indagini confermano che questa amministrazione ha rappresentato un ostacolo (...). Conferma che oggi ci spinge ad andare avanti con forza e convinzione sulla strada del cambiamento. E il cambiamento deve riguardare anche le politiche dell’accoglienza e la gestione dei campi rom dove il malaffare si è annidato traendo i maggiori guadagni». Marino ha, quindi, esortato il presidente dell’Associazione 21 luglio (no profit che si occupa di comunità rom e sinte) Carlo Stasolla e il consigliere comunale della Lista Civica Marino, Riccardo Magi, a interrompere lo sciopero della fame iniziato il 30 novembre per chiedere un cambio radicale nelle politiche del welfare. Marino ha promesso che andrà presto in visita al Best House Rom di via Visso, centro di raccolta temporanea dei rom sgomberati dai campi abusivi, diventato l’emblema della lotta di Stasollo e Magi. «Si tratta - spiega Magi - di un ex magazzino privo di abitabilità, con stanze senza finestre, messo in piedi in fretta e furia nel 2012 per ospitare i rom in via temporanea. Ma siccome non esistono politiche per favorirne l’uscita, lì le comunità sono rimaste. E di recente, si sono aggiunte altre provenienti dagli sgomberi della Cesarina e di Quintiliani. In tutto 350 ospiti, per metà bambini». E il business, anche qui, è garantito. «Se a Roma per la gestione dei campi rom sono stati spesi nel 2013 trenta milioni di euro, la più larga fetta per le strutture di Castel Romano e La Barbuta - continua Magi - per il Best House Rom, gestito dalla cooperativa InOpera, il Comune continua a sborsare più di 600 euro a persona al mese. E di centri come NEL 2013 SONO STATI SPESI TRENTA MILIONI PER L’ASSISTENZA SENZA PERÒ INCIDERE SULLA POSSIBILITÀ DI INTEGRAZIONE questo ve ne sono altri due». Sui costi e i paradossi del BHR Magi aveva presentato un’interrogazione consiliare nei mesi scorsi «a cui non ho mai ricevuto risposta». LE STRATEGIE Marino ha ribadito di voler «lavorare con Magi per superare definitivamente il sistema dei campi rom». La traccia è segnata da alcune proposte avanzate al sindaco dalla 21 luglio. Innanzitutto, servirà una rapida ma approfondita indagine conoscitiva sui nuclei ospitati nei campi per capirne le necessità. «Poi - aggiunge Magi - l’utilizzo dei fondi per generare politiche di inserimento sociale non esclusive, ma fruibili da tutti i romani disagiati. Ci sono famiglie che sarebbero già pronte a uscire e che, per esempio, potrebbero essere indirizzate a politiche abitative o di autocostruzione, magari anche con un sostegno all’affitto». Il consigliere ricorda che «dalla Ue ci sono almeno sei, sette linee di credito disponibili su questo fronte a cui il Comune, tramite la Regione Lazio, non ha mai manifestato intenzione di accedere». E verso le quali «ora comincio a capire anche perché tanta indifferenza». Alessia Marani © RIPRODUZIONE RISERVATA Un campo rom: nel 2013 sono stati speso trenta milioni INDAGINI CONOSCITIVE SULLE REALI NECESSITÀ DEI NUCLEI OSPITATI NEL PIANO SARANNO COINVOLTE ALCUNE COOPERATIVE Il sospetto «Fatture per lavori mai fatti nel XIV municipio» Sospetti sull’affidamento diretto di alcuni lavori alla Cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi, braccio istituzionale del sodalizio targato Massimo Carminati, nel XIV Municipio. Sott’accusa è finito il rifacimento dell’impianto fognario eseguito nel marzo 2013 all’interno del Campo nomadi di via Cesare Lombroso, oltre ad altri quattro atti tutti datati 29 dicembre 2011 del valore di 100mila euro sempre destinati a cooperative coinvolte nell’inchiesta Mondo di Mezzo. A sollevare i dubbi, presentando un dossier consegnato al sindaco, il presidente del parlamentino locale, Valerio Barletta. «Ho fatto una verifica degli atti soprattutto alla luce dell’arresto di Claudio Caldarelli, ex assessore municipale alle Politiche Sociali tra il 2008 e il 2013, e rappresentante legale di una delle cooperative. L’interesse di Carminati & Co. nella gestione dei campi nomadi a Roma è enorme ed emerge in più intercettazioni dei carabinieri del Ros. Il boss lo spiega a un imprenditore colluso a proposito della 29 giugno, prospettando guadagni milionari: «Loro ne gestiscono quattro». Collection Classique 7787 IL PIANO