Aprile 2012 - Istituto Comprensivo di Cosio Valtellino

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Aprile 2012 - Istituto Comprensivo di Cosio Valtellino
Periodico dell’Istituto Comprensivo di Cosio Valtellino - Via P.L. Nervi, 1 - 23013 Cosio Valtellino (SO) - [email protected] - APRILE
2012
IMMAGINI
SOMMARIO
Alice Gaggi: un’atleta sempre di corsa....................................................... 1
La musica rap è semplicemente poesia.................................................... 2
Il Lokalino, luogo magico e creativo.............................................................. 4
Intervista all’Assessore Angelo Castellani ................................................ 6
Vandalismi porta a porta .................................................................................. 8
Sci Club Pescegallo Story ................................................................................. 9
Tutta la verità sul vicenda Fly Emotion..................................................... 11
Conversazione con un intagliatore del legno ........................................ 12
Carnevale sbandierato, allegro e colorato
L’entusiasmante corso di nuoto a Morbegno...................................... 13
Il libro con il drago, Gelsomino e suo fratello ........................................ 14
Di che colore è il tuo mondo? ...................................................................... 15
Dalla scuola dell’infanzia alla scoperta del mondo ............................. 16
A tutto basket
Prove tecniche di canto .................................................................................. 19
Festa del papà
Piccoli artisti all’opera ..................................................................................... 20
“Voli di note 2” .................................................................................................... 21
Il libro delle Fantapagine… un tuffo nelle fiabe ...................................... 22
Il topo salvato dal cane
Il formichiere pazzo
Le piantine sorridenti ....................................................................................... 23
Dal centro della terra…una colata lavica ................................................ 24
Progetto “Incontro e conoscenza” ............................................................ 25
Progetto “Artisti in erba” ............................................................................... 27
1° di copertina
S.P.”don Ugo Sansi”
2° e 4° di copertina
S.P.”Caterina Acquistapace”
REDAZIONE
Angelini Sebastiano
Cornaggia Chiara
Martinalli Elisa
Angotti Abramo
Pontiggia Nicola
Zugnoni Sara
Cornaggia Nicole
Foresto Matteo
Brioschi Francesco
Rabbiosi Federico
Ruffoni Rebacca
Margolfo Anna
Cornaggia Martina
Ruffoni Enrica
Soncini Maddalena
Spandrio Paola
Coordinatore
Luciano Vaninetti
IL PIPISTRELLO
Anno XVIII N° 2 - APRILE 2012
Esente da legge sulla stampa
n. 47/1948
Soggetto alla C.M. 242/1988
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1
Siamo riusciti a metterle il sale sulla coda
Alice Gaggi: un’atleta sempre di corsa
Una campionessa, una di noi
Alice è una persona dolce, sorridente e simpatica. Quando è arrivata in redazione sembrava un po’ timida, chissà forse l’ambiente
scolastico le ha ricordato verifiche o interrogazioni ma, dopo le
prime domande era stratranquilla. Sembrava la nostra sorella più
grande: ha manifestato le sue emozioni, il suo mondo ci è apparso sereno, pieno di straordinaria normalità. L’abbiamo sentita
vicina con il desiderio di farsi conoscere attraverso il suo modo di
fare spontaneo e incoraggiante.
VITA SPORTIVA
Quando ha iniziato a praticare sport?
Ho iniziato a correre più o meno alle scuole medie, iniziando con
le campestri. Ho visto che mi piaceva allora ho voluto contattare il “ GS Valgerola “, da lì ho incominciato a corre ed allenarmi nella società.
Aveva praticato altri sport in precedenza?
No, ma mi piaceva andare a camminare in
montagna con il papà e andare a nuotare in
piscina e fare sci da fondo.
Qual è stata la sua prima vittoria? Racconti
Nelle mie prime gare non ho mai vinto, perché
c’erano molte ragazze più forti di me. Una
gara che non mi scorderò mai è stata una
campestre a Sondalo, quando sono
arrivata ultima nonostante mi sia impegnata fino alla fine.
Quante volte si allena durante la
settimana? Per quante ore?
Ora mi alleno un’ora al giorno circa,
ma a volte dipende dall’allenamento
che devo fare e da quello che mi dice
il mio allenatore Gianni Fransci un
uomo bravo, paziente, disponibile,
un amico che ti dà consigli e che ti
dedica il suo tempo, segue molti atleti e corre nel C.S.I. Morbegno.
Si allena tutto l’anno o fa delle pause?
Mi alleno tutto l’anno, poi mi riposo
per due settimane dopo il “Trofeo Vanoni”, una delle gare più importanti
della stagione.
Qual è la gara più importante che
ha vinto?
Quest’ anno il centro più prestigioso
è stato il “Trofeo Vanoni”.
Quali vittorie le sono più care?
Le vittorie che mi sono più care sono:
il “Trofeo Vanoni”, la partecipazione
agli Europei in Turchia, a Bursa; e ai
mondiali di corsa in montagna in Albania, a Tirana.
Segue una dieta?
No, non seguo una dieta ma sto molto attenta a non mangiare ciò
che non è molto salutare, consideratemi, però, una “buona forchetta”! Mi piace cucinare, sopratutto dolci! Alcune mie amiche
seguono delle diete, ma io ho la fortuna di tollerare tutto! Ogni
tanto nelle gare ci sono i controlli ”anti doping”, prima della partenza ai primi tre atleti di ogni categoria vengono fatti i controlli.
Come si veste nelle gare?
Il mio abbigliamento abituale è questo, che può valere anche per tutti
gli altri atleti: pantaloncini corti-canottiera della società due magliette
di cui una a maniche corte e l’altra a maniche lunghe cappellino-kway- scarpe da tennis, che cambiano in base alla gara.
La sua vita sportiva le condiziona la vita privata?
Tempo fa ero arrivata ad allenarmi una volta al giorno
ma era davvero troppo pesante per me in quanto il lavoro che facevo non mi consentiva di avere così tanto
tempo a disposizione.
Dove ha corso all’estero?
All’estero ho corso in Turchia ben due volte, in Slovenia ai Mondiali, in Albania. L’atletica mi ha permesso
di girare molto l’Italia, dalla Valle D’Aosta al
Friuli Venezia Giulia, arrivando anche a Campobasso e a Roma per le campestri.
Ha subito infortuni? Come ha reagito?
Se tralasciamo qualche piccola storta, il danno più serio che mi è capitato è stato quello di
rompere un piede, un’altra volta ho danneggiato i legamenti del ginocchio. In questi momenti
mi scoraggiavo un po’, ma la mia voglia di correre mi faceva tener duro e recuperare!
Quale persona l’ha aiutata di più nella sua
vita sportiva?
Senza ombra di dubbio è il mio allenatore
Gianni, oltre che alla mia famiglia e a
mio marito; grazie al loro sostegno
riesco ad affrontare le gare con
maggior serenità!
Qual è stata la sua gara più
dura?
La gara più dura è stata quella in Slovenia, a
Kamnik, durante i mondiali del 10 settembre
2011; c’era una salita
molto
impegnativa,
oltre a un freddo incredibile!
2
Ma non mi sono arresa, la forza me l’ha data la maglia dell’Italia!
Ha qualche atleta come modello?
Ci sono due ragazzi piemontesi che hanno un anno in più di me
che stimo moltissimo, i gemelli De Matteis! Sono davvero bravi e
forti, con un carattere d’oro!
Che consigli darebbe a un giovane atleta?
La cosa che consiglio a tutti voi è di non arrendersi mai; tante
volte ci si scoraggia, ma la cosa più importante è continuare per
la propria strada e avere un carattere duro e tenace.
Quando corre che pensieri ha?
Mi alleno con dei pensieri a volte belli e a volte duri, ma nella mia
testa, quando corro, penso a non mollare mai e a continuare!
Alcune gare hanno premi in denaro?
Alcune gare hanno premi in denaro, ma sono molto poche, la corsa non è uno sport molto ricco. Più che altro si ricevono cesti, a
volte mi è capitato di ricevere qualche premio in denaro. Si può
vincere dai 50 ai 600 euro.
Ha degli sponsor?
Come sponsor ho Michele Rigamonti che mi dà un piccolo sostegno economico e la “Brooks”, che fabbrica le mie scarpe per la
corsa, che ogni anno me ne regala tre o quattro paia.
Cosa prova prima di una gara?
All’inizio della mia carriera ero abbastanza agitata prima delle
gare, anche adesso un pochino di emozione c’è, ma ormai mi ci
sono abituata
Che ambizioni ha?
Mi piacerebbe continuare a correre e tornare in nazionale a vestire
la maglia azzurra!
Per quale motivo ha cambiato società?
Non solo società, ho anche cambiato lavoro, visto che non riuscivo a conciliare lavoro e attività sportiva ho dovuto fare una scelta.
Adesso questa società mi aiuta anche a livello economico, ora
corro per il Runner Team 99 in Piemonte. Lavoro con Valentina
Vellotti una ragazza che corre nella mia stessa società.
VITA PRIVATA
Condivide la sua passione con il marito?
Si, anche lui è un atleta pratica lo sci alpino ma anche la corsa,
abbiamo le stesse passioni!
Qual è il suo sogno nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto è tornare in nazionale!
Che lavoro fa? Che studi ha fatto?
Da poco faccio la commessa in un negozio di abbigliamento sportivo, prima facevo il tecnico apistico. Dopo il Liceo Socio Psicopedagogico, ho frequentato l’Università della montagna a Edolo.
Ha un profilo sui social network?
Ho un profilo su facebook, ma purtroppo mi manca il tempo per
utilizzarlo.
Essere atleta e essere mamma è possibile?
Ci sono alcune donne che hanno dimostrato che diventare mamma le ha fatte diventare più forti, ma per ora non lo prendo in
considerazione, spero che si avveri ma… in un prossimo futuro!
Ha qualche hobby?
Il mio hobby principale è la cucina , ma mi piace anche leggere.
Quando corre usa le cuffie?
Praticamente non uso mai le cuffie perché la maggior parte delle
volte mi alleno in compagnia.
A cura di Elisa, Sara, Martina C. e Abramo
Inchiesta sulla scena in Bassa valle
La musica rap è semplicemente poesia
Intervista a Jonata Martinalli-alias PREGIO
Come definiresti la musica rap?
Per me la musica rap è semplicemente poesia. Un genere di poesia che racconta la storia della propria vita
e del contesto in cui vive l’artista che scrive i pezzi.
È fondamentale per il mio punto di vista che il rap sia
trasparente, che trasmetta autenticità e rispecchi pura
realtà di ciò che l’artista vive. La forza del rapper è
che, a differenza di tanti artisti di altri generi che non
sono altro che “interpreti”di canzoni scritte da altri,
è un cantautore. Il rap è la cultura che racchiude il
movimento di MC’S (coloro che rappano), i writers
(coloro che dipingono), il pi’s (i produttori) e i breamert (coloro che ballano)
Da dove viene, dove e quando è nato il tuo nome
d’artista?
Il mio nome d’artista non è sempre stato questo.
Quando ho cominciato a scrivere e produrre nel 2003
avevo scelto “pos one” che era anche la tag del mio
periodo da writer. In seguito si è aggiunto il mio amico Matteo nel mio progetto rap e un pomeriggio ci
siamo trovati nel mio “studio” e abbiamo scelto i nostri nomi che poi rimasero invariati, Ma la scelta fu
del tutto casuale, mi piaceva come suonava il nome,
con quel pizzico di autocelebrazione che fa parte del
mondo hip hop e PREGIO sono tuttora!
Quali sono i musicisti più significativi?
E’ difficile definire gli artisti rap più espressivi, ma
posso fare alcuni nomi per ogni periodo della storia
di questo genere musicale e di tutto il movimento
hip-hop.
I gruppi, parlando di Stati Uniti, che hanno “creato la
storia” hip-hop tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80
sono stati quelli nati dalla fusione tra il funk, il soul e
la disco anni ’70 come ad esempio la Sugarhill Gang,
Kurtis Blow, Africa Bmbataa, ecc…. Poi sono venuti
gruppi come i Public Enemy, i Run DMC, gli NWA
a metà degli anni ’80; passando alla golden age degli
anni ’90 con Dr.Dre, Snoop Dogg, i compianti Tupac
e Biggie.
Nella storia recente alla fine degli anni ’90 il rap è stato rivoluzionato dall’avvento del primo rapper bianco
di successo, Eminem, e il conseguente film 8Mile che
ha commercializzato il rap e il free style in tutto il
mondo. In Italia il movimento è arrivato nella seconda metà degli anni ’80. Il primo ad andare in TV con
un rap essenziale e quasi infantile è stato quel Lorenzo Jovanotti che tutti conosciamo.
Poi il genere nell’underground è cresciuto con artisti
storici come Neffa, Sangue Misto, Articolo
31, Sottotono. Una seconda ventata si
è respirata all’inizio del 2000 con
la crescita di Mondo Marcio,
Fabri Fibra e Club Dogo
su tutti; ora il genere è
diventato alla portata
di tutti, ovviamente
però penso che sia
cresciuto in notorietà, ma diminuito in
qualità.
Perché secondo te
ha un così grande
seguito?
Ha un grande seguito perché è un genere
molto immediato, che
rispecchia tante volte la
vita di ognuno di noi al di
là delle casse.
E’ un genere giovane e spesso
abbastanza ribelle, quindi i giovani si sentono più liberi, più forti e spensierati nell’ascoltarlo.
Come ho già detto purtroppo non servono qualità
d’intonazione canora, troppa gente senza particolari
capacità lo fa e il livello generale di chi “rappa” si
è notevolmente abbassato. Diciamo che gode di un
maggiore seguito mediatico, ma non di ottima salute.
Quali sono i tuoi gruppi di riferimento?
Nel corso degli anni i miei gusti musicali nel Rap
sono cambiati, ma quando ho cominciato, ho sempre
seguito un percorso culturale ben definito cercando
di conoscere bene ogni aspetto e ogni artista cardine del genere. Sono cresciuto con mostri sacri come
Dr.Dre, Snoop Dogg, Jay-Z, Nas, Ja Rule, Big Punisher…. D’italiani ho ascoltato tanto Bassi Maestro,
Club Dogo, Colle der Fomento, Cor Veleno, Articolo
31, Neffa.
Quando e come ti sei appassionato?
3
Mi sono appassionato al genere nel 2001-2002 grazie al mio amico Niccolò, che mi passò i dischi pian
piano e al quale poi produssi il suo primo album. Poi
tramite Al e Frove che erano due riviste storiche specifiche del settore e scoprendo nuovi talenti tramite la
TV satellitare.
Quando hai cominciato a produrre?
Ho cominciato a produrre circa nel 2003. Per il beat
usavo un programma chiamato Frutty Loops. Era alla
prima versione, ora è alla nona se non sbaglio, quindi
tempo ne è passato! Idem per i testi in quell’anno,
sempre da solo.
Come ti vengono le ispirazioni per i testi?
Le ispirazioni per i testi mi vengono da quello che vivo, da quello
che vedo e quello che penso.
Solitamente scrivo quando
c’è qualcosa che non va,
perché i testi mi vengono generalmente nei
momenti negativi, di
sofferenza e quando voglio protestare contro qualcosa.
I testi solitamente
li scrivo e prendo
spunto dalle basi
che produco, facendomi trasportare dalle melodie. Il 90% delle volte prima produco,
poi ci scrivo sopra.
Dove suoni?
Ho uno studio, se così si può
chiamare, nella taverna sotto casa
mia. Ho solo un PC, un microfono valvolare, una scheda audio M-Audio esterna e
uso i software interni al PC.
Dove ti sei esibito e com’è andata la prima volta?
La prima volta mi sono esibito al bar Piccadilly di
Traona, è andata da Dio. Diciamo che il mio primo
disco è stato un po’ una guida per chi ha voluto cominciare a fare rap da solo.
Questa mia esibizione è stata come uno sparti acque
fra il vuoto e la diffusione del rap autoprodotto nella
zona di Morbegno e dintorni.
Al live ci saranno state più di cento persone, locale
pieno e casino alle stelle. Ovviamente tutto ripreso
con la telecamera. In questi anni ho fatto decine di
Live, Sondrio, Traona, Dervio, Milano, Lecco, Erba,
Delebio. Dove si può, io suono.
A cura di Maddalena S.
FINE DELLA PRIMA PARTE LA CONCLUSIONE SUL PROSSIMO NUMERO
4
Giovani musicisti, artisti, amanti del cinema accorrete!
Il Lokalino, luogo magico e creativo
La nuova sede vi aspetta a Morbegno
Spesso il Lokalino e la mia scuola di musica “Artesuono” collaborano per fare concerti come quello
del 23 dicembre 2011 al Lokalino e il 3 marzo alla
Sala House di Regoledo. Il 23 dicembre ho suonato insieme ad altri ragazzi della scuola Artesuono
al Lokalino la famosa canzone di Carlos Santana
“Oye como va”, nonostante non avessimo un cantante e quindi abbiamo dovuto urlare un po’ tutti è
stato bello perché eravamo veramente tanti e ci stavamo a mala pena nella struttura. Andando a suonare al Lokalino ho notato
i molti ragazzi appassionati
che provavano e facevano
ascoltare la loro musica a
tutti. Sicuramente il Lokalino non insegna ad imparare
a suonare uno strumento,
ma insegna a conoscere la
vera musica insieme ai tuoi
amici musicisti. Il bello di
questo posto è che non vieni giudicato dagli altri, ti
senti libero di esprimere la
tue potenzialità e la cosa
più importante è che puoi
divertirti con la tua band.
Quindi consiglio ai musicisti che ancora devono apprendere tutti i segreti del
loro strumento, di invitare
i loro amici che suonano di
sperimentare l’atmosfera
magica del Lokalino. Per
conoscere meglio dove i
giovani possono esprimere
la loro musica abbiamo inviato una e-mail per intervistare Alberto Vinci, il
responsabile del Lokalino. Nel giro di una settimana ci ha risposto in maniera molto articolata.
Ecco qua il risultato!
Ci potrebbe raccontare la storia del Lokalino?
Il Lokalino nasce nell’anno 1995 grazie ad un progetto della Cooperativa Sociale Insieme e del Comune
di Morbegno chiamato Progetto Polo che aveva come
obiettivo quello del benessere e del protagonismo dei
giovanile nel territorio del distretto di Morbegno. Da
questo progetto nasce l’idea di aprir un luogo dove
le giovani band locali, che per altro in quel periodo
erano piuttosto numerose, potessero suonare la loro
musica e dove i giovani potessero riunirsi, incontrarsi
ed organizzare iniziative come concerti, feste e attività culturali. Nell’anno 2000, da alcuni giovani legati all’esperienza del Lokalino nasce l’associazione
culturale Lokazione si dava l’obiettivo di organizzare eventi artistici e musicali nel distretto di Morbegno. Lokazione è tuttora vicina alle attività del Lokalino e collabora nell’organizzazione di eventi. Nel
corso degli anni la sale prove
del Lokalino e l’associazione Lokazione hanno organizzato una serie di eventi
legati alla musica giovanile
e da queste esperienze è nato
anche il circolo culturale Arci
Demos, fondato da un gruppo
di ragazzi che si trovavano al
Lokalino e che avevano il desiderio di organizzare concerti
nella nostra zona.
Nel corso dei suoi 16 anni di
vita il Lokalino ha cambiato 3 sedi. Ossia è passato da
una piccola saletta situata in
un edificio vicino alla sede
del liceo artistico di Morbegno, per poi passare in un locale all’interno della colonia
fluviale ed in fine, dall’anno
2005 fino al novembre del
2011, si è spostato in un locale sotto la mensa sociale di
Morbegno. Fino a questo ultimo periodo uno delle difficoltà del Lokalino è sempre
stata legata alle ridotte dimensioni degli spazi adibiti alle prove delle band musicali e alla non sempre
adeguata qualità degli spazi. Per questo nel 2004 un
gruppo di studenti dell’istituto tecnico per geometri
ha provato ad elaborare, su commissione del comune
di Morbegno, uno studio attorno ad uno spazio per
svolgere attività ricreative e aggregative rivolte ai
giovani tra le quali la realizzazione di una sala prove
musicali. Questo spazio si sarebbe dovuto realizzare nel ex foro boario, ormai in disuso. A seguito di
questo studio in quel periodo ci fu anche una mobilitazione dei ragazzi che frequentavano il Lokalino i
quali effettuarono una
raccolta firme che presentarono all’amministrazione comunale per
chiedere degli spazi
più adeguati dove poter incontrarsi a suonare. Da quell’esperienza
il comune di Morbegno decise di realizzare la ristrutturazione
dell’ex foro boario per
realizzare una struttura
che fosse un polo aggregativo per giovani
e luogo di espressione
della cultura giovanile.
Il nuovo Lokalino è stato perciò ultimato nell’estate
del 2011 ed è stato inaugurato il giorno 19 novembre
2011.
Cosa offre il Lokalino alla gioventù?
Bisogna dire che il Lokalino ha vari locali. Infatti oltre alla sala prove ci sono altre tre sale dove svolgere
varie attività e una saletta segreteria e relax. Il Lokalino, otre alla sala prove musicali, offre ai giovani la
possibilità di avere un luogo dove incontrarsi, dove
potere esprimere la loro creatività artistica, dove potere fruire di iniziative rivolte a loro, come concerti,
cineforum, corsi, eventi artistici, come mostre o reading poetici e tutto ciò che può fa parte della cultura dei giovani e soprattutto si offre la possibilità ai
giovani di essere protagonisti perché chi frequenta lo
spazio più anche fare delle proposte.
Quanti gruppi lo utilizzano?
In questo momento ci sono 17 gruppi musicali che
frequentano lo spazio del Lokalino, ma potenzialmente ci sarebbe spazio per il doppio di questi.
Che età hanno?
L’età dei gruppi musicali che attualmente usano la
sala prove va dai 15 ai 30. Ci sono poi anche ragazzi
più giovani che vengono ad effettuare prove-studio
per conto loro.
Ci sono dei costi?
I ragazzi che usano la sala prove sottoscrivono un abbonamento annuale con il pagamento di una tariffa
di euro 80 per i ragazzi sotto i 20 anni e di euro 100
sopra i venti anni che va versata un volta all’anno.
I gruppi cosa suonano?
I generi musicali dei gruppi che suonano al Lokalino sono generalmente legati all’ambito della musica rock (per fare solo qualche esempio si suona hard
core, metal, classic rock, indie rock, stoner) ma c’è
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anche qualche gruppo
che suon musica folk
C’è un “anagrafe” dei gruppi della
bassa
valle?
Io non conosco tutti i
gruppi che suonano in
bassa valle, poi è difficile distinguere tra i più
giovani o quelli un po’
più datati. Sicuramente
uno dei tanti obiettivi del Lokalino è anche quello di ampliare
la scena musicale del
morbegnese ed avvicinare i giovani a questo
mondo facendo conoscere lo spazio e dando ai giovani la possibilità di frequentarlo.
Perché, secondo lei, i giovani dovrebbero frequentare il Lokalino?
A mio parere i giovani dovrebbero frequentare questo
spazio prima di tutto perché è un luogo dove loro possono riunirsi e stare insieme e dove possono essere
protagonisti.
Chi garantisce il buon utilizzo del Lokalino?
La Cooperativa Sociale Insieme stata incaricata,
all’interno del Progetto R-Accordi, di progettare, organizzare e gestire tutte le attività necessarie al buon
funzionamento dello spazio e al perseguimento degli obiettivi del centro che sono in sintesi il benessere e il protagonismo giovanile. Perciò la Cooperativa Insieme mette disposizione del Lokalino del
personale qualificato (educatori e tecnici audio) che
organizzino e monitorino le attività che vi vengono
svolte e che hanno anche un vero e proprio ruolo
educativo nello spazio.
Chi lo finanzia e quanto costa la gestione per un anno?
Il Lokalino è in parte finanziato attraverso il Progetto R-Accordi dall’Ufficio di Piano della Comunità
Montana di Morbegno, in parte da un Bando della
Fondazione Cariplo con un progetto sulla creatività
giovanile denominato “Dai pezzi al puzzle”, e in parte dal Comune di Morbegno. Per quel che riguarda i
costi annuali della gestione è difficile dare una risposta precisa perché il 2012 è il primo anno di attività della
nuova struttura e perciò sarà in questo senso del tutto
sperimentale, soprattutto per quel che riguarda il costo
delle utenze (come riscaldamento, elettricità)
Se poi avrete voglia venite a trovarci quando volete
per visitare lo spazio che in Via Strada di campagna a
Morbegno (quella vicino al campo sportivo).
A cura di Federico R. e Nicola P.
6
Il Caso Elisir: facciamo il punto della situazione
Intervista all’Assessore Angelo Castellani
È tutta la comunità che deve cercare la soluzione migliore
Come mai la discoteca Elisir dà problemi di ordine
pubblico?
Ritengo la domanda mal posta in quanto non è la discoteca
Elisir che crea disordine pubblico bensì alcune delle persone
che la frequentano e che, sia in ingresso che in uscita, creano
problemi.
menti e rotture di antine dei contatori del gas, di fioriere,
cancellate), schiamazzi e grida, disturbi e comportamenti non
consoni al vivere civile.
Ci sono state denunce da parte dei cittadini coinvolti?
Da quanto mi risulta solo in un’occasione è stata fatta una formale denuncia.
Il Comune è stato coinvolto?
Le famiglie sono state coinvolte?
Sì, l’Amministrazione Comunale è stata coinvolta sia in quanto
parte lesa (gli atti vandalici avvengono spesso contro beni comunali – cartelli, fioriere, panchine, contatori …) sia in quanto
riferimento per i cittadini che vi si rivolgono per lamentarsi di
quanto sta succedendo.
Il realtà non avendo mai individuato i responsabili di tali azioni
non è stato possibile coinvolgere le famiglie degli interessati
Ha già ricevuto segnalazioni dai cittadini?
Sì, come detto sopra, soprattutto da parte dei cittadini che vivono lungo le strade d’accesso al locale perché disturbati e
perché le loro proprietà sono state oggetto di gesti incivili.
Il gestore ha delle responsabilità a riguardo?
Responsabilità dirette no perché tali azioni avvengono solitamente fuori dalla sua proprietà. Indirettamente invece ritengo
che tutti debbano sentirsi responsabili, gestore compreso. Ma
per quello che si è tentato di fare devo dire che il gestore non
si è mai tirato indietro ed ha cercato di collaborare.
Quali sono gli atti di vandalismo più frequenti?
I carabinieri cosa hanno fatto per risolvere la situazione?
Danneggiamenti a proprietà pubbliche e private (danneggia-
I Carabinieri hanno un compito di controllo e di intervento di-
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retto su queste questioni. Con il maresciallo della caserma di
Morbegno siamo in contatto e, per quello che è stato possibile, sono stati intensificati i monitoraggi e i controlli nella zona
e negli orari interessati. Le risorse di personale e di pattuglia
però non sono molte e il territorio del mandamento di Morbegno è vasto. Va anche detto che il nostro non è l’unico locale
presente e i problemi si sono verificati anche da altre parti
(Rogolo, Talamona, Forcola).
Che età hanno gli autori dei gesti vandalici?
Credo che la fascia d’età interessata sia in particolare quella
dai 16 ai 30 anni circa.
A chi chiede di limitare gli orari di apertura dell’Elisir, cosa risponde?
Che non è possibile in quanto i recenti decreti di liberalizzazione hanno tolto la possibilità di regolamentare gli orari. L’unica
cosa rimasta è il fatto che il gestore è tenuto a comunicare gli
orari che pratica. Va anche detto che come Amministrazione
abbiamo scelto (quando potevamo) di non ridurre gli orari in
quanto l’abbiamo ritenuta una misura non giusta nei confronti
di coloro, e sono tanti, che frequentano il locale in modo sano
e adeguato. Tra l’altro il problema si sarebbe semplicemente
spostato (basta vedere cosa si verifica anche in altri locali).
Il Comune ha preso delle iniziative? Se sì, quali?
Ovviamente non siamo rimasti insensibili a quanto in atto anche perché, come già detto, siamo anche noi parte lesa e i
cittadini ci hanno chiesto di intervenire.
Il nostro punto di partenza è stato quello di considerare il
problema non una cosa “privata” ma di interesse di tutta la
comunità. Abbiamo quindi cercato di agire su più fronti e
coinvolgendo più interlocutori. Dopo aver raccolto alcune informazioni abbiamo convocato un incontro in cui, al tavolo,
oltre al sindaco e al sottoscritto erano presenti i membri della
Consulta Giovanile, il maresciallo dei carabinieri, il direttore
del Dipartimento Dipendenze dell’ASL, il gestore del locale,
alcuni cittadini danneggiati, altri cittadini già impegnati in occasione dell’Orish Pub (in tutto una ventina di persone) . Da
lì sono emerse una serie di considerazioni e proposte che poi
abbiamo provato a mettere in atto o che abbiamo sollecitato: ai
carabinieri abbiamo chiesto una maggior presenza e controllo
al gestore abbiamo chiesto particolare attenzione nel controllo dell’età dei fruitori della discoteca, un rispetto delle norme
riguardanti la somministrazione degli alcolici (con divieto di
accesso a chi è già in stato alterato), una maggior illuminazione dell’area esterna al locale, la collaborazione nel controllo
esterno e la partecipazione ad un progetto che prevede la presenza dei gestori dei locali dove avvengono più problemi, di
amministratori comunali e di operatori sociali del settore;
al Dipartimento Dipendenze abbiamo chiesto la predisposizio-
ne di un progetto di prossimità che tenesse conto dei problemi emergenti e la presenza più frequente dell’unità mobile di
prevenzione.
Abbiamo pubblicato un articolo sul bollettino comunale per
sollecitare maggior attenzione anche da parte delle famiglie
sui giovani in quanto riteniamo che alcune di queste persone
provengano dalla nostra comunità;
Abbiamo favorito e cofinanziato l’organizzazione degli incontri
della Consulta Giovanile rivolti ai genitori per aiutarli a cogliere
anche questi problemi e ad intervenire precocemente
insieme ad altri interlocutori (parrocchie, associazioni, Comune di Morbegno, Cooperativa sociale) abbiamo partecipato alla
stesura di un progetto di coesione sociale per favorire l’incontro tra i giovani e gli adulti. Il progetto si realizzerà a partire da
quest’anno.
Ci sono novità a riguardo?
A dire il vero nel corso di quest’inverno le segnalazioni ci sono
ancora state ma in misura minore rispetto a prima. In questo
periodo sono state fatte almeno tre presenze dell’unità mobile
di prevenzione e altre ce ne saranno ancora. Il percorso con i
gestori dei locali e gli amministratori è in chiusura e mi aspetto che da lì esca qualche proposta interessante per limitare o
eliminare questi problemi.
L’Amministrazione Comunale cosa risponde ai cittadini?
Condividiamo la condanna verso questi gesti, ma non vogliamo criminalizzare tutti i giovani che frequentano i locali notturni a causa di qualche manipolo di scellerati. Con tutti i rischi
che ci sono (guida pericolosa, uso alcol e sostanze) è anche
un vantaggio avere un locale raggiungibile a piedi.
Sono già intervenute le forze dell’ordine?
I carabinieri sono intervenuti nelle loro funzioni di controllo in
più occasioni sulle direttrici che portano al locale ma anche
all’interno dello stesso. Sono stati presi dei provvedimenti in
merito alla guida sotto l’effetto di alcolici o sostanze.
E’ preoccupato di questa situazione?
Non posso non esserlo perché mi preoccupa tutto quello che
succede nel comune, in particolare quello che concerne i giovani. Mi piacerebbe riuscire a trovare soluzioni efficaci che si
ottengono solo con una difficile sintesi tra azioni di controllo e
di tipo protettivo e preventivo. Non esiste una formula vincente
ma sono convinto che è tutta la comunità a doversi interrogare
e a dover cercare le soluzioni migliori. Credo però che alla base
di questi comportamenti ci sia anche l’incapacità degli adulti di
dialogare con i giovani su questi temi e sul loro modo di vivere la
notte. Sono aperto a idee e proposte in merito.
A cura di Martina C., Anna M., Francesco e Nicole
8
Gli abitanti di Via Brugo e Via Murello sul problema “Elisir e gioventù”
“Vandalismi porta a porta”
…Ma non c’entra Bruno Vespa!!
Noi ragazzi della redazione “il
Pipistrello”, martedì 14 febbraio
siamo andati ad intervistare, gli
abitanti di via Brugo e via Murello,
perché sono le vie più vicine alla
discoteca, sui gesti di vandalismo
da parte dei ragazzi che, il sabato
sera, frequentano l’“Elisir”. Ecco
il risultato del nostro lavoro.
Partiti alle due ci siamo dirette in
via Murello, la prima occasione
ci è offerta da una signora.
Ha subito atti di vandalismo da parte dei ragazzi che
il sabato notte ritornano a
casa dall’Elisir?
Si le prime volte sono relative all’
estate, dei ragazzi hanno lanciato
delle pietre alle mie pecore ferendole. Successivamente, a più riprese, ho raccolto pezzi di bottiglie rotte nella stalla,
trovandovi anche una bicicletta.
Ha segnalato a chi di dovere?
Si, abbiamo chiesto di intervenire al Comune. Per ora
non è cambiato ancora niente.
Vi proponiamo le risposte della seconda signora
Ha qualcosa da segnalare sull’argomento?
No, non ho subito subito danneggiamenti, anche se la
domenica mattina c’è sempre molta sporcizia in giro
e il sabato notte è molto difficile riuscire a dormire.
Preferivo di sicuro il periodo quando la discoteca era
chiusa di sera e i pomeriggi si ballava il liscio nel
salone dell’ Elisir. Non chiedo di tornare indietro, ma
divertirsi e senso civico potrebbero andare d’accordo,
cosa ne dite?
Ha segnalato il suo disagio in Comune?
No, al momento, spero che la situazione, in un modo
o nell’altro, migliori.
Una terza signora ci manifesta le sue lamentele.
L’argomento lo conosce cosa ci vuol dire al riguardo?
La notte è veramente difficile dormire a causa del casino che fanno i ragazzi rientrando a casa.
Una quarta signora è pronta per dire la sua.
Ci dica la sua esperienza sui vandalismi?
Non molto tempo fa dei ragazzi di ritorno dalla nottata hanno gettato una bicicletta nel nostro prato, è una
bravata, ma forse è ora di tornare alla normalità. A
essere sincera la notte tra sabato
e domenica è per me molto difficile dormire.
Con chi ha protestato?
Io non ho fatto nulla, però mi
avevano detto che sarebbero intervenuti, il Comune o i carabinieri.
Una quinta signora si unisce al
coro dei lamenti.
Signora vuoti il sacco, si sfoghi
con noi?
A mio nonno con dei sassi hanno rotto uno lo specchio che serve per rendere sicura l’uscita dai
parcheggi e dalla proprietà privata. Non era del Comune lo aveva
acquistato mio nonno, è comunque un gesto stupido, danneggiare per irresponsabilità, sapendo
di farla franca. Questo mi indispettisce.
Ha già chiesto aiuto al Comune?
No, non mi sembrava necessario.
Siamo arrivati in fondo, forse vi sarete sorpresi che le
intervistate sono solo donne, anche noi l’abbiamo notato, probabilmente ciò è legato all’orario del nostro giro.
Ecco il parere della sesta signora.
C’è qualcosa che vorrebbe dirci sul problema?
Semplicemente questo, in una delle notti di esodo
dalla discoteca, mi hanno rubato la bicicletta, l’abbiamo ritrovata qualche settimana dopo nell’Adda.
Si è fatta sentire presso l’Amministrazione comunale?
Si, mi hanno risposto che mi avrebbero fatto sapere,
ma poi non ho più avuto notizie.
Molti dei residenti non ci hanno aperto chissà cosa
temevano, eravamo in quattro, tre ragazze e un ragazzo, animati dal desiderio di fare delle conversazioni
sull’argomento, ma si vede che la diffidenza o i timori
sono a volte ostacoli insuperabili. Molti guardavano
fuori dalla finestra, scostando piano le tendine, poi facevano finta di non esserci, ma noi ci siamo divertiti
per le ingenue sceneggiate. Con una maggior disponibilità e collaborazione vi avremmo potuto offrire un
resoconto più completo, ma come dice sempre il prof:
gli assenti hanno sempre torto.
A cura di Martina C, Anna M, Nicole
e Francesco B.
ABBIAMO INVIATO DELLE DOMANDE AL GESTORE DELL’ELISIR
MA IL SUO CONTRIBUTO NON È MAI ARRIVATO!
Lo sport come strumento educativo
Sci Club Pescegallo Story
9
Senza impegno gli obiettivi non si raggiungono
Giovedì 9 febbraio abbiamo avuto come ospiti in redazione Luca Bettineschi, allenatore tecnico Sci Club
Pescegallo e la segretaria Elena Vaninetti.
Luca fa parte dello Sci Club dal 1998, ha allenato
anche Irene Curtoni, e altri atleti che hanno ottenuto
risultati importanti.
Quando è nata la società Sci Club Pescegallo e da
chi è stata fondata?
La società Sci Club Pescegallo è nato nel 2004. Prima
si chiamava “Sciatori Valgerola”. L’idea è nata da dei
genitori che avevano i propri figli già nello Sci Club e
da dei simpatizzanti.
Lo Sci Club come si prepara alla stagione invernale?
Si prepara già verso la fine della stagione precedente
per la programmazione dell’attività.
Dal punto di vista organizzativo bisogna valutare le
entrate: quanti sono gli sponsor, la quota delle iscrizioni che varia in base dall’attività scelta e in
base all’età.
Dobbiamo anche vedere i contributi da parte del comune di Gerola.
E bisogno calcolare anche le uscite: lo stipendio dei
cinque allenatori a contratto stagionale, le spese dei
pulmini , tre di proprietà più uno a noleggio, e anche il costo delle divise per i ragazzi. Dal punto di
vista tecnico ci si prepara già nel mese di maggio, si
fa un pre-allenamento sciistico, si fanno degli stage
sui ghiacciai allo Stelvio e in Francia a Les Deux Alpes. La parte atletica si comincia verso settembre e si
svolge a Morbegno; i ragazzi sono seguiti dall’allenatore Davide Sesini, laureato in scienze motorie.
Quante iscrizioni avete a stagione?
Quest’anno abbiamo dai 35 ai 40 allievi tra bambini
e ragazzi.
Quali sono gli obiettivi che volete raggiungere con
i ragazzi?
Questa è una bella domanda, be’ vogliamo far fare
sport ai ragazzi, perché lo sport fa bene al corpo, alla
mente ed
è un modo per
stare anche insieme,
lo sport è uno strumento
educativo. Poi vogliamo far capire ai ragazzi che senza l’impegno
non è possibile raggiungere gli obiettivi.
Da piccoli atleti si può diventare grandi atleti,
l’importante è avere la possibilità di provarci.
Avete una sede?
No, una sede ufficiale non c’è, abbiamo la sede legale
che è dal commercialista, ma quando dobbiamo fare
le riunioni la sede ufficiale è a casa di chi lo gestisce.
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Quante persone lavorano? Di cosa si occupano?
Lavorano 8-9 persone più gli allenatori, Andrea Sesini, Giacomo Zecca, Davide Sesini e Saul Bianchini,
in totale una quindicina.
C’è il presidente che dirige un po’ il tutto, il vice presidente la segretaria Elena Vaninetti e il consiglio direttivo.
Quanti corsi organizzate? Quanti ragazzi partecipano?
L’unico corso al di fuori dell’agonistica è quello
d’avviamento allo sci, e vi partecipano una decina di
bambini. Invece quello agonistico occupa una trentina di ragazzi.
Lo sci club agisce anche fuori dalle piste di Pescegallo?
Durante l’inverno solo a Pescegallo, a parte le gare in
trasferta, in estate, durante la preparazione, si va sui
ghiacciai (Stelvio e Les Deux Alpes)
Organizzate gare? Quali?
Si, organizziamo gare, come: la gara di circuito INA
che si svolge nelle vacanze di Natale, Gran premio
Pescegallo, a cui partecipano bambini e ragazzi dal
1997 al 2007, provenienti da tutta la Lombardia. Siamo arrivati anche a 500 concorrenti, per questa gara
abbiamo avuto anche sponsor nazionali.
Lo sci club che rapporti ha con le scuole?
Forse una delle nostre lacune è proprio quella di non
farci vedere troppo spesso nelle scuole, è molto difficile organizzarci per gli orari degli allenamenti anche
perché ogni scuola ha orari differenti.
Da che età possono iniziare a sciare i bambini?
Possono iniziare a sciare intorno ai 4 anni, per venire
con noi, almeno 6 anni.
Com’è la sicurezza sulle piste da sci?
Da noi, ogni allenatore inizia sin
da subito a insegnare le regole
agli allievi, spiegando come
si sta su una pista, stando
attenti non solo a se stessi ma soprattutto alle
persone che si hanno
intorno, perché come
in tutti gli sport dove
c’è tanta gente un minimo di rischio c’è, ma
grandi infortuni, fino ad
adesso, non ce ne sono
mai stati.
E’ soddisfatto dei suoi allievi?
Si, molto e sono contento del gruppo che si è creato.
Quali sono state le gare più importanti a cui hanno
partecipato i ragazzi?
I campionati regionali e, per chi si qualifica, quelli
italiani.
Quali sono i pregi delle piste di Pescegallo? E i difetti?
Un pregio sicuro è la tranquillità perché diciamo che
è impossibile perdersi dato che la stazione è una ed è
a misura d’uomo. Il difetto più evidente è che le piste
sono sempre quelle.
Sondiamo il mondo interiore
Cos’è per lei lo sci?
Lo sci è un po’ la mia vita, visto che vengo da una
famiglia di sciatori, sono stato anche fortunato perché
sono riuscito a lavorare insegnando a sciare.
Come è nata la sua passione per lo sci?
La mia passione è un DNA di famiglia.
Ha vinto gare importanti?
Ho vinto delle gare a livello regionale, sono arrivato
nei primi 15 agli italiani.
Cosa fa “fuori stagione”?
Il mio lavoro ormai è l’agente di commercio tratto i
materiali inerenti allo sci.
Come si fa a diventare allenatori di sci?
Prima si deve diventare maestri di sci, poi si fanno
delle selezioni, e se le passi diventi allenatore. In sostanza il maestro di sci è alla base, poi c’è la qualifica
di allenatore.
Ha mai avuto un modello da seguire?
Diciamo che quando sono cresciuto io c’era Alberto
Tomba.
Alla fine dell’intervista i rappresentanti dello sci club ci hanno fatto
una proposta davvero interessante: “Gli studenti della
scuola media sono invitati a passare una giornata
sulla neve, avranno a
disposizione GRATUITAMENTE i nostri
maestri di sci e gli
impianti di risalita. Vi
aspettiamo numerosi!”
A cura di Paola, Enrica
e Chiara C.
Volare o oh, nel blu dipinto di blu…
Tutta la verità sulla vicenda Fly Emotion
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Il volo dell’angelo da Albaredo a Bema
È venuta a trovarci in redazione Fabiana Balatti, segretaria di Fly
emotion, per farci conoscere l’iniziativa del volo dell’angelo, ha
colto l’occasione per chiarire le informazioni contrastanti comparse sulla stampa locale proprio in questi giorni. Ha risposto
con pazienza a tutte le nostre domande, ha sfatato le diffuse paure
sulla pericolosità del volo Albaredo-Bema. A intervista ultimata ci
ha addirittura invitati tutti a “provare-per-credere”.
Quando e da chi è nata l’idea?
L’idea è nata da Matteo Sanguineti che un’estate, andando in Basilicata, ha visto una struttura simile al Fly Emotion e questa esperienza gli è rimasta nel cuore al punto che ha voluto costruirne
una simile in Valtellina. Si è informato su internet e ha scoperto
che il comune di Bema e quello di Albaredo avevano in mente una
mezza intenzione di realizzarne una simile per cui dal dire al fare
al progettare… iniziarono così i lavori.
Cosa avete fatto per realizzare l’impianto?
Quanto è costato?
Per realizzarlo è stata convocata la conferenza dei servizi perché
volevano trovare una soluzione idonea e condivisa per non distruggere la natura. È costato 800.000 euro.
Chi ha contribuito a pagare il costo dell’opera?
I comuni di Albaredo e Bema hanno concorso con un investimento di 100.000 euro ciascuno.
Chi ha costruito l’impianto?
È stata l’associazione Wings srl
Quali procedure burocratiche avete dovuto superare per avviare l’attività?
Dopo l’okay della la conferenza dei servizi, ci sono state diverse
fasi fino ai collaudi conclusivi.
Chi ha sperimentato l’impianto?
Sono stati dei “coraggiosi manichini”. Purtroppo molti si tagliavano a metà, a qualcuno si staccavano braccia e gambe, o semplicemente… si distruggevano.
È così pericoloso come si sente dire in giro?
No, non è pericoloso, tutti pensano che sia adrenalinico o paragonabile agli sport estremi, ma invece c’è solo una parola per
descriverlo: emozionante.
Quanti anni bisogna avere per provare?
Non centrano gli anni ma dipende dal peso e dall’altezza. Per il
volo singolo bisogna pesare minimo 70 kg e massimo 120 kg,
mentre per il volo doppio bisogna raggiungere i 100 kg e massimo 180 kg. Bisogna essere alti almeno 110 cm, fino a un massimo di 230 cm. Comunque, per la statistica, il più piccolo a farlo
è stato un bambino di 5 anni mentre il più anziano ne aveva 84.
Che tipo di assicurazione avete?
Abbiamo l’assicurazione sia sull’impianto, che sui partecipanti e
anche per il bar. Sarebbe da folli non essere assicurati.
Qual è il bilancio del 2011?
Nella stagione estiva sono stati fatti 3000 voli in 80 giorni.
Quando si riaprirà la stagione?
La stagione è sempre aperta tranne che a novembre. E’ ovvio che
se il tempo è brutto si può chiudere o sospendere. D’inverno è
aperto solo nel weekend, temperature e/o vento permettendo; poi
si riapre il 10 marzo.
Ci vuole un abbigliamento particolare?
No, infatti d’estate molti vengono anche in infradito.
Come è fatto?
E fatto a forchetta cioè parte una fune da Albaredo che arriva a
Bema, da lì si prende il pulmino che ci porta in un punto lì vicino
da dove si ritorna ad Albaredo.
Quante persone lavorano?
Ci sono 2 persone al ticket office, una al bar, 2 assistenti di stazione e 2 istruttori di linea ad Albaredo, mentre a Bema ci sono un
autista , 2 assistenti di stazione e 2 istruttori di linea.
Quanto costa un volo?
Il volo singolo costa D41,90 e il doppio D71,90. Ondine, utilizzando
il nostro sito internet si possono trovare offerte ad esempio per l’Epifania abbiamo fatto lo sconto a chi veniva vestito da befana. Poi c’è la
GIFT CARD che permette di regalare a qualcuno il volo, sapendo che
il 10% del costo del biglietto andrà in beneficienza.
Come sono le persone quando lo provano?
All’inizio sono molto agitate, mentre quando arrivano
sono rilassate e molti sono così soddisfatti che lo rifanno.
Le notizie comparse sulla stampa locale vi coinvolgono in una
contesa Fly Emotion e Wings parlano di un buco di D250.000…
Cosa ci può dire a riguardo?
Veramente il buco non è di Fly Emotion ma della Wings che era
in ritardo sui tempi concordati per la consegna degli impianti. I
giornali hanno fatto una pessima pubblicità a Fly Emotion e ai dipendenti. In realtà è proprio Fly Emotion che porterà la questione
in tribunale siccome la Wings non ha completato i lavori a regola
d’arte come previsti nel contratto.
Pensate di aprire altri impianti?
Sì, vorremmo aprirne altri, ci sono delle possibilità nel Nord America e in Medio Oriente.
Un’ultima domanda, quanto dura il volo?
In totale 40 minuti perché bisogna fare il biglietto, quindi indossare l’imbragatura e poi si parte. L’andata, Albaredo-Bema, è lunga
1.5 km e dura 1.30 minuti. Poi si sale su un pulmino che ti porta
in una zona più rialzata e da lì si riparte per il ritorno, Bema-Albaredo, lungo 1km e dura 1 minuto.
Quando proveremo il volo aggiorneremo i nostri lettori con un
resoconto dell’avventura, buone flay-emotion a tutti.
A cura di Federico R., Matteo F. e Rebecca
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Il nonno di Sara, un giovanotto di 86 anni
Conversazione con un intagliatore del legno
Una vita bella e appassionata
Giovedì 1 marzo, è venuto a trovarci in redazione il nonno
di Sara, un giovanotto di 86 anni, ancora arzillo e pimpante. Tutto nasce da una proposta della nipotina che durante
la selezione degli interventi possibili, ha proposto di intervistare suo nonno, perché è un appassionato intagliatore
del legno. Questa opportunità ci ha permesso di tornare indietro nel tempo alla scoperta di passioni antiche, l’ hobby
del nonno ci ha aperto anche le porte sulla Gerola
d’un tempo, su vite piene di sacrifici, sul dramma
della guerra, sul dolore, sull’orgoglio di appartenere alla montagna e alla tradizione dei nostri padri.
Vi sembra poco? La redazione è rimasta attenta alla
narrazione, forse un po’ stupita, a volte ci sembrava
di assistere alle vicende di un contastorie, solo che
era la realtà, piccoli scampoli di storia.
Quando ha iniziato a intagliare il legno?
Da bambino mi piaceva disegnare, mi hanno anche
proposto di andare a studiare a Milano perché facevo disegni interessanti, ma non sono potuto andare
perché i miei genitori non me lo hanno permesso e
sono rimasto parecchio deluso, perché avevo una
possibilità e non l’ho potuta sfruttare.
Da chi ha imparato la tecnica?
Ho imparato da solo, cominciando con piccoli lavoretti, anche banali, ma era attività soddisfacente. E man mano
ho imparato la tecnica.
Quale legno usa di solito?
Per i vari oggetti uso acero e betulla, secondo me il legno migliore è l’acero, perché riesco a lavorarlo meglio.
Per esempio, per intagliare un quadro di una madonna uso
l’acero, per altri oggetti, come i fiori uso la betulla.
Quali oggetti costruisce?
Diversi oggetti, come fiori, nani, posate e sculture.
Quali strumenti utilizza?
Scalpelli, martelli e molti altri…
Quali sono gli oggetti che fa più di frequente? E quanto
tempo impiega?
La scelta dell’ oggetto da realizzare parte dalla difficoltà e
dal tempo che ho a disposizione, quindi varia di volta in
volta, gli oggetti più frequenti sono i fiori, anche perché
sono veloci e facili.
Li vende o li regala?
Li faccio per passione più che altro. Alcune volte li vendo
e ogni tanto li dono in beneficenza.
Il legno viene trattato?
No, non lo tratto, però lo lascio seccare naturalmente,
dopo averlo tagliato.
Avevo provato a dagli una mano di colorante, dopo aver
finito l’oggetto, ma andando avanti nel tempo, mi sono
accorto che il legno tendeva a ingiallirsi.
Ci sono rischi in questo hobby?
Secondo me non ci sono pericoli, però è vero che non è proprio un’attività adatta ai più piccoli, si deve stare molto attenti, perché gli attrezzi sono taglienti per cui…
Ha altre passioni?
Un’altra delle mie passioni più grandi è la pesca, che pratico a Gerola lungo le sponde comode del Bitto, quelle in
centro paese.
Ha trasmesso la sua passione a qualche nipote?
Ai nipoti fino ad adesso no, diciamo che mio figlio, il papà
di Sara, se la cava.
SULLE TRACCE DEI RICORDI
Ci parli della sua gioventù a Gerola ?
Il ricordo più grande è quello della mia famiglia, eravamo
in 14, tra maschi e femmine. Pensate che adesso siamo
rimasti in quattro, io e tre delle mie sorelle.
Cosa le è rimasto della seconda guerra mondiale?
Be’, la cosa che più ricordo è quando a18 anni sono stato
messo in carcere, ho sperimentato sia quelle di Sondrio
sia quelle di San Vittore, a Milano, dove sono rimasto per
40\50 giorni. Tutto questo perché avevo un fratello partigiano. Negli ultimi mesi di guerra ricordo la mia breve
esperienza con i partigiani, tra le nostre montagne e quelle
della bergamasca.
Qual è stato il periodo più felice della sua vita?
I momenti più felici sono stati il periodo quando, con mia
moglie a gestire figli e con il contributo del mio lavoro,
siamo riusciti con enormi i sacrifici a portare avanti la
famiglia e a darle un futuro.
Cosa pensa del mondo d’oggi?
Penso che nel mondo di oggi è importante lavorare e studiare e comunque aver voglia di fare qualcosa, di impegnarsi per trovare la propria strada nella vita.
Che lavori a fatto nella sua vita?
Il primo lavoro è stato il macellaio, poi ho continuato facendo molti altri lavori: fornaio, aiuto cuoco, muratore,
saldatore, cacciatore, pescatore e camionista. Non è certo
come oggi in cui il lavoro manca e i giovani soprattutto
sono colpiti dalla disoccupazione.
A cura di Sebastiano, Sara e Enrica
SCUOLA INFANZIA “AQUILONE” - COSIO STAZIONE
Honduras, Russia, Marocco e Italia sempre più vicine
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Carnevale sbandierato, allegro e colorato
Il piacere e la gioia di festeggiare tutti insieme
Con coriandoli, stelle filanti e bandierine colorate che
abbiamo utilizzato per addobbare le sezioni, noi insegnanti e bambini di Cosio ci stiamo preparando a festeggiare il carnevale. Attenendoci all’unità d’apprendimento: “Girotondo di tutto il mondo” dove stiamo
analizzando gli aspetti più caratteristici delle nazioni
di provenienza dei nostri compagni extracomunitari,
abbiamo pensato per carnevale di rappresentare graficamente la bandiera della Russia, dell’Honduras, del
Marocco e naturalmente dell’Italia. Ogni bambino ha
realizzato il proprio vestito disegnando e dipingendo
su una maglietta bianca portata da casa la bandiera
che più gli piaceva e così vestito si è esibito alla festa
di carnevale che abbiamo fatto a scuola giovedì 16
febbraio.
Mi piace andare in piscina
perché c’è l’acqua
o
gn
be
or
M
a
o
ot
nu
di
o
rs
co
te
an
m
as
si
tu
L’en I tuffi bomba sono la mia passione
Giovedì 9 febbraio è
cominciato il progetto “Acquaticità”per
i bambini di 5 anni.
Vediamo come si rappresentano e cosa ne
pensano di questa
esperienza: Giada- Mi
14
SCUOLA INFANZIA “AQUILONE” - COSIO STAZIONE
piace molto andare in piscina perché mi diverto a fare i tuffi e lo
scivolo Anita - Mi piace molto fare i tuffi bomba Asia -In piscina
abbiamo fatto i coccodrilli, il motoscafo e lo scivolo col materasso Lorenzo -In piscina mi piace nuotare e tuffarmi. Riccardo - Mi
piace andare in piscina perché c’è l’acqua, mi piace sbattere i
piedi e passare sotto il ponte.
Ecco quello che abbiamo co
“Il libro con dentro
Questa è la frase che riassume lo
spettacolo teatrale dal titolo “Il libro
delle fantapagine”a
cui abbiamo assistito lunedì 5 marzo
alla Sala Frassati di
Regoledo. Attraverso le nostre rielaborazioni grafiche e
verbali vogliamo mostrarvi quello che
abbiamo visto.
lto dello spettacolo teatra
il drago, Gelsomino
le
e suo fratello”
SCUOLA INFANZIA “RAGGIO DI SOLE” - REGOLEDO
Dall’esperienza visiva al piacere estetico
15
DI CHE COLORE È IL TUO MONDO ?
Educare alla sensibilità e alle conoscenze cromatiche
Il progetto “DI CHE COLORE È IL TUO MONDO?”
nasce dal desiderio di educare i bambini all’espressione cromatica, effettuando un percorso di scoperta
e di utilizzo dei colori, soprattutto partendo dal presupposto che il colore è un linguaggio ed è quindi
comunicazione, espressione, creatività, per vivere
emozioni, sensazioni ed esperienze liberamente e con
gioia avendo anche l’opportunità di acquisire tecniche. Effettuare esperienze attive di sperimentazione
del e con il colore è sicuramente il primo passo verso
un’ esperienza creativa personale che nasce e si sviluppa attraverso il piacere, prima visivo e poi corporeo e che diventa così piacere estetico.
Il tema conduttore dell’attività didattica che ha interessato quest’anno i bambini del gruppo di 4 anni è
stato appunto il colore.
L’itinerario di questo progetto ha proposto la conoscenza dei colori attraverso le opportunità offerte dalle stagioni. Ogni mese, ogni stagione, ogni ricorrenza
dell’anno ha fornito degli spunti per poter sviluppare
obiettivi e raggiungere traguardi in merito alle conoscenze e competenze cromatiche.
Le esperienze dirette hanno attivato motivazioni percettive e ludiche atte a sviluppare sensibilità e conoscenze cromatiche favorendo svariate esplorazioni.
I colori in tutta la loro vastità e complessità percettiva
trasmettono atmosfere, emozioni e scenari in sintonia
con i valori culturali incrociati all’individualità e alla
soggettività dei bambini che ne fruiscono.
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SCUOLA INFANZIA “RAGGIO DI SOLE” - REGOLEDO
DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ALLA SCOPERTA DEL MONDO...
I bambini di 5 anni della scuola dell’infanzia di Regoledo si sono mostrati entusiasti e curiosi nell’accogliere
a scuola due mamme provenienti da nazioni estere, che hanno raccontato dei loro paesi nati.
Di seguito riportiamo alcune fotografie di questi momenti e le successive conversazioni dei bambini.
CONVERSAZIONE CIRCOLARE
DOPO L’INCONTRO CON MARIA …
LA MAMMA DI LUCA
CHE CI HA PARLATO DELLA RUSSIA
LUCA M E’ VENUTA LA MIA MAMMA PERCHE’ VOLEVA RACCONTARCI DELLA RUSSIA.
SIMONE D LA MAMMA DEL LUCA CI AVEVA DATO PER GIOCARE LE MATRIOSKE SONO DELLE BAMBOLE DI LEGNO
CHE DENTRO SI APRONO CE NE SONO ALTRE PIU’ DI DUE.
GIULIA P. CI AVEVA PORTATO UNA MATRIOSKA DEL BATTESIMO CHE AVEVA SU UN ANGIOLETTO.
LUCA M. UNA ERA BIANCA UN PO’ D’ORO E BLU.
CAMILLA C. CI HA FATTO VEDERE LE FOTO CON LA NEVE
C’ERANO IL PAPA’ E LA MAMMA DEL LUCA, POI C’ERA ANCHE UNA FOTO DEL LUCA CHE ERA SUL TRENO PERCHE’ FA
UN VIAGGIO CHE DURA UNA SETTIMANA …
LUCA NO, DURA SEDICI ORE … PER ANDARE DAI MIEI NONNI, SI PRENDE L’AEREO, POI IL PULLMAN, E DOPO IL TRENO
LORENZO F. POI CI HA PORTATO ANCHE DEI QUADRI CHE
DIETRO C’ERA LA CORTECCIA DELLA BETULLA E DAVANTI
C’ERA IL DISEGNO
GIACOMO S. PERCHE’ NON HANNO I FOGLI …
LORENZO B. NO PERCHE’ HANNO TANTI ALBERI CHE CI
FANNO ANCHE I VASETTI, C’ERA UN VASETTO CON IL CUCCHIAIO, LA ZUCCHERIERA FATTA DI LEGNO BELLA …”
CAMILLA C. “ C’ERA UNA SCATOLA DOVE LORO QUANDO
TANTI ANNI FA NON AVEVANO IL FRIGO CI METTEVANO LE
COSE IN QUELLA SCATOLA AL FREDDO . POI A PASQUA …
FILIPPO N. LORO NON HANNO LE UOVA DI CIOCCOLATO,
MA QUELLE SODE, LE COLORANO DI ROSSO, NELLA PENTOLA, POI GIOCANO CHE SE LE BUTTANO, BISOGNA ROMPERE
QUELLE DEGLI ALTRI …
LORENZO F. A PASQUA LORO NON DICONO BUONA PASQUA,
LORO DICONO GESU’ E’ RISORTO E POI SI DICE E’ RISORTO
DAVVERO
ALBERTO C. LEI CI AVEVA PORTATO DEI VASSOI, UNO ERA
ORO E UNO ROSSO, C’ERANO SU DEI DISEGNI DI FIORI
CAROLINA S. HA APPESO IL CARTELLONE DI TUTTO IL MONDO, CI HA FATTO VEDERE LA RUSSIA CHE E’ IL (PAESE) PIU’
GRANDE DEL MONDO, CI SONO LE MONTAGNE CHE SONO IN
MEZZO (URALI) E C’E’ UN TRENO LUNGO (TRANSIBERIANA
LUNGA PIU’ DI 9000 KM.)”.
GIULIA P. “ C’E’ LA CITTA’ CHE SI CHIAMA MOSCA (CAPITALE) E C’E’ UNA PIAZZA CHE SI CHIAMA PIAZZA ROSSA E UNA
CASA GROSSA CHE SI VEDEVA NELLA FOTO DELLA MAMMA
DEL LUCA.
LORENZO B. SI CHIAMA IL CREMLINO.
ANGHELINA M. BALLANDO.
LUCA M. PRIMA CI HA FATTO FARE IL GIOCO DEL RUSCELLO, CHE BISOGNA STARE COSI’ (ALZANDO LE BRACCIA)
CON UN ALTRO, QUELLO DA SOLO PASSA SOTTO IL PONTE
CHE FANNO I BAMBINI CON LE BRACCIA PRENDE UN ALTRO
E POI SI VA SEMPRE AVANTI E IL FIUME SCORRE .
FILIPPO N. CI AVEVA PORTATO ANCHE DELLE BAMBOLE
ERANO VESTITE DI BIANCO DI ORO E CON SU IL PELO DELLE PELLICCE CHE LI’ FA FREDDO .
LORENZO B. C’ERA UN VASETTO BIANCO COLORATO DI
GEL BLU .
SIMONE D. CI HA FATTO VEDERE DELLE FOTO CON SU LE
CHIESE, AVEVANO QUASI TRE TETTI UN PO ROTONDI.
LUCA M. C’ERANO DEI QUADRI DI GESU’ DI LEGNO O D’ORO
CON PITTURATE LE FACCE DI GESU’ E LA MADONNA (ICONE).
CAMILLA C. LE CHIESE HANNO IN CIMA UNA PUNTA E UNA
PALLA SUL TETTO A PUNTA E DENTRO CI SONO I DISEGNI
SCUOLA INFANZIA “RAGGIO DI SOLE” - REGOLEDO
D’ORO,
LORENZO B. UNA CHIESA NELLA FOTO ERA ARANCIONE.
LORENZO F. CI AVEVA PORTATO UNA CARTOLINA CON SU
UNA DONNA DELLA NEVE …
LUCA M. IO LO SO SI CHIAMAVA NIGURASCA (RAGAZZA
DELLA NEVE),
LORENZO F. ACCOMPAGNA BABBO NATALE E POI LUI NON
VIENE CON LE RENNE MA VIENE COI CAVALLI.
GIACOMO S. GRAZIE SI DICE SPASIBA..
LORENZO F. QUANDO SI SALUTA SI DICE PRIVIET E DOPO
LUCA M. QUANDO VAI VIA PACA PACA .
CAROLINA S. CI HA PORTATO UNO SCIALLE BIANCO CHE SI
METTE SULLE SPALLE PER TENERE CALDO DI LANA .
LORENZO F. ...DI PECORA .
LORENZO B. LO CHIAMAVA CHE ERA UNA RAGNATELA PERCHE’ ERA COME FATTO LARGO MA TENEVA CALDO .
LORENZO F. ABBIAMO SENTITO LA MUSICA DELLA RUSSIA
E CI HA FATTO FARE UN BALLO .LORENZO F. C’ERANO ANCHE LE FOTO CHE IN RUSSIA CI SONO I FIUMI ( NEVA, DON,
VOLGA ) E I LAGHI E IL SUO CUGINO AVEVA PRESO UN PESCE GROSSO (LUCCIO) E LA SUA MAMMA ANDAVA AL MARE
NEL MAR NERO.
CAMILLA C. CI HA REGALATO UNA MATRIOSKA DA PORTARE A CASA E COLORARLA …
ALESSIA ABBIAMO BALLATO UN BALLO DELLA RUSSIA
CON LA MAMMA DI LUCA E ABBIAMO GIOCATO A UN GIOCO
CHE FANNO I BAMBINI IN RUSSIA.
VINCENZO A ME SONO PIACIUTE LE MATRIOSKE PERCHE’
SI SMONTAVANO E SI RIMONTAVANO E POI IL GIOCO DEL
“RUSCELLO.
EMMA ABBIAMO VISTO TANTE COSE DELLA RUSSIA, CI HA
PORTATO LE MATRIOSKE, LE CARTOLINE, I PUPAZZETTI I
QUADRETTI DI LEGNO, I VASSOI E LE FOTO. CI HA FATTO
VEDERE LE CARTOLINE CON LE CHIESE E CON BABBO NATALE E LA SUA AIUTANTE CHE SI CHIAMA “RAGAZZA DELLA NEVE. CI HA FATTO VEDERE DEI PUPAZZETTI DI UNA
REGINA, DI UN RE E DELLA SERVA LA REGINA AVEVA UN
VESTITO LUNGO E UNA CORONA, IL RE UN VESTITO MAR-
17
RONE E UN CAPPELLO TUTTO DI PELO E LA SERVA UN VESTITO UN PO’ MARRONE. POI HA DETTO CHE UN SIGNORE
DELL’ITALIA HA FATTO UN VIAGGIO LUNGHISSIMO CON UN
TRENO CHE ATTRAVERSA TUTTA LA RUSSIA E IL VIAGGIO
DURA TANTI GIORNI.
ALESSIA …POI HA DETTO CHE IN RUSSIA VANNO SEMPRE A
PESCARE PERCHE’ CI SONO TANTI PESCI E LORO MANGIANO TANTO PESCE E TANTE PATATE.MI E’ PIACIUTO GIOCARE
CON LE MATRIOSKE CHE BISOGNA MONTARLE E SMONTARLE E POI BALLARE UN BALLO DELLA RUSSIA E ANCHE GIOCARE A UN GIOCO CHE FANNO I BAMBINI IN RUSSIA.
MIRIAM CI HA FATTO VEDERE DEI QUADRETTI CON SU LA
MADONNA E GESU’ BAMBINO TUTTI DI LEGNO E DORATI.
LUCA SI CHIAMANO ICONE.
MICAELA ABBIAMO GUARDATO TUTTE LE MATRIOSKE E
POI LE ABBIAMO SMONTATE E RIMONTATE E CI HA FATTO
ANCHE UN REGALINO, UN FOGLIO CON DISEGNATA UNA
MATRIOSKA DA COLORARE; LE MATRIOSKE SONO IN LEGNO E SONO UNA UN PO’ PIU’ PICCOLA DI QUELLA PRIMA,
SONO TANTE E SI METTONO UNA DENTRO L’ALTRA.
CHIARA HA DETTO CHE IN RUSSIA CI SONO I LUPI GRIGI,
LE TIGRI,TANTE RENNE E UN ORSO UN PO’ STRANO.POI CI
HA FATTO VEDERE UNA SCATOLETTA DI LEGNO CHE USAVANO IN RUSSIA PER METTERCI DENTRO IL PESCE AVANZATO
QUANDO NON C’ERA ANCORA IL FRIGORIFERO E DENTRO LI
IL PESCE NON PUZZAVA.
KRISHNA LA MAMMA BALLAVA (E CI )HA FATTO GIOCARE,
MI PIACE.
LUCA HA DETTO CHE QUANDO LEI TORNA IN RUSSIA AL
SUO PAESE DEVE PRENDERE L’AEREO E POI IL TRENO E SUL
TRENO DEVE ANCHE DORMIRE PERCHE’ IL VIAGGIO DURA
TANTE ORE. POI CI HA SPIEGATO CHE IN RUSSIA, DOVE FA
SEMPRE TANTO, TANTO FREDDO CI VIVONO LO STESSO
DELLE PERSONE E CHE PER VIVERE DEVONO METTERSI
TANTI VESTITI E DEVONO CONTINUARE A MANGIARE PERCHE’ IL FREDDO CONSUMA TANTA ENERGIA. HA DETTO CHE
IN RUSSIA VIVE UN ANIMALE CHE SI CHIAMA NON MI RICORDO, CHE ASSOMIGLIA A UN TORO LO YAK
CONVERSAZIONE CIRCOLARE DOPO L’INCONTRO CON CASTA …
LA MAMMA DI KAROL CHE CI HA PARLATO DELL’AFRICA
BOUCHRA “VISTO QUELLI DELLE MACCHININE…”
CAROLINA “LA MAMMA DI KAROL ABITAVA IN AFRICA”
FILIPPO “ABITAVA NEL CONGO”
CAMILLA “AVEVA UN VESTITO CHE USAVANO ALLE FESTE ERA
TUTTO BLU, ERA BELLO”
ALBERTO “CI AVEVA FATTO VEDERE IL BASTONE”
LORENZO B. “LE DONNE LO REGALANO AGLI UOMINI QUANDO SI
SPOSANO”
SIMONE “NEL SUO PAESE SI CHIAMA CASTA”
CAMILLA “IN ITALIANO GRAZIA”GIACOMO “CI HA FATTO VEDERE
I BIBERON DI LEGNO”
ALBERTO “GLIELI HA DATI LA MAMMA”
FILIPPO “NO GLIELI REGALANO QUANDO SI SPOSA CHE GLI AUGURANO DI AVERE I BAMBINI E IL LATTE”
CAROLINA “CI HA FATTO VEDERE A PORTARE I BAMBINI IN SPALLA”
LUCA “AVEVA UN MANTELLO E CI HA FATTO VEDERE COME SI
PRENDE IN BRACCIO SULLA SCHIENA I BAMBINI E SI USA IN TANTI
MODI”
LORENZO F “SI PUO’ USARE ANCHE COME TOVAGLIA”
FILIPPO “ANCHE COME VESTITO … SI USA”
SIMONE “CI HA FATTO VEDERE COME SI FA IL PRESEPE IN AFRICA,
MA SONO DI LEGNO (LE STATUINE)”
GIULIA “CI SONO ANCHE I TAMBURELLI IN AFRICA..”
FILIPPO “CHE SOPRA HANNO LE PELLI DI MUCCA”
ALBERTO “I TAMBURI SI SUONANO CON LE BACCHETTE”
CAMILLA “CON I BASTONI, NON CON LE MANI”
CAROLINA “CI HA PORTATO LE GIRAFFE QUELLE DI LEGNO CHE SI
ABBRACCIAVANO”
CAMILLA “QUELLE VERE NON POTEVA AVEVANO IL COLLO TROP-
PO LUNGO NON CI STAVANO IN MACCHINA E SPACCAVANO TUTTA
LA SCUOLA MATERNA”
FILIPPO “E NON CI PASSANO DALLA PORTA”
LORENZO F. “C’ERA UN VASO A FORMA DI POMODORO E POI CI
AVEVA FATTOVEDERE DELLE MACCHININE”
CAMILLA “ERA UN CAMIONCINO DI LATTINA”
LORENZO F. “RICICLANO”
18
SCUOLA INFANZIA “RAGGIO DI SOLE” - REGOLEDO
GIACOMO “VUOL DIRE RICICLARE I GIORNALI E TUTTE LE COSE”
ALBERTO “ANCHE IL VETRO”
CAMILLA “NOI LE BUTTIAMO VIA … LE COSE FINITE, INVECE
LORO FANNO LE MACCHININE E I CAMIONCINI”
LORENZO B. “CI HA FATTO VEDERE ALTRE DUE COSE DI LEGNO
ERANO DUE PERSONE CHE SERVIVANO IL RE (STATUE)”
GIACOMO “PERCHE’ CI HA DETTO CHE IN AFRICA C’E’ IL RE”
CAMILLA “C’E’ ANCHE UNA REGINA”
FILIPPO “NELLA TOVAGLIA CHE CI HA FATTO VEDERE C’E’ SU UN
CERCHIO BIANCO CON LE GIRAFFE E GLI ALBERI”
CAMILLA “CON LA TOVAGLIA HA FATTO UN CUSCINO TUTTO CUCITO DA LEI“
GIACOMO “SI PUO’USARE ANCHE COME TAPPETO”
LORENZO F. “CASTA CI HA PORTATO UN PORTA CENERE DI LEGNO”
LUCA “DI ALCUNE COSE CI AVEVA FATTO VEDERE IL DISEGNO SUL
MURO (DIAPOSITIVE)
CAMILLA “PERO’ CI AVEVA PORTATO ANCHE UNA CESTA PER METTERE DENTRO LE COSE INTORNO DI STOFFA”FILIPPO “NO FORSE
DI PLASTICA”
LORENZO F. “CI AVEVA PORTATO LE STATUE PICCOLECON LE FORME “
FILIPPO “UNA CHE CUCE “
LORENZO B. “UNA PRENDE L’ACQUA”
GIACOMO “HANNO LE PIANTE DI BANANA ALTE E FANNO LA BIRRA CON LE BANANE”
CAMILLA “CI HA DETTO CHE LA PIANTA DI BANANE ERA ALTISSIMA”
LORENZO B. “ NEL FILMATO (DIAPOSITIVE) ABBIAMO VISTO CHE
FACEVANO IL CAFFE’ CHE LO PRENDEVANO DA UNA PIANTA E AVEVANO TIPO…”
LORENZO F. “UNO SBUCCIATORE CHE QUELLO BIANCO UN PO’
GIALLINO ERA IL CAFFE’ PULITO L’ALTRO ERA SPORCO, DEL BOSCO”
LUCA “MA C’ERA ANCHE UNA PALMA CON SU UN MANDARINO”
LORENZO B. “IL CAPO DEL VILLAGGIO AVEVA UNA CASA TUTTA
BUIA”
CAMILLA “NON C’ERANO FINESTRE”
GIACOMO “ERA UNA CASA TUTTA BUIA PER GLI OSPITI”
LORENZO F “C’ ERANO LE CANNE DA ZUCCHERO, IO ME LE MANGIO SE VADO LA’”
CAMILLA “QUANDO I BAMBINI AFRICANI ARRIVANO A CASA DA
SCUOLA FACEVANO LA FARINA PERCHE’ NON LA COMPRAVANO”
GIACOMO “NELLE DIAPOSITIVE C’ ERANO I BAMBINI A SCUOLA
CON LA CAMICIA BIANCA E I PANTALONI BLU”
CAMILLA “FACEVANO UNA FESTA”
LUCA “MA CI SONO DEI BAMBINI AFRICANI CHE CI HA DETTO CHE
NON VANNO A SCUOLA (PIGMEI)”
ALBERTO “PERCHE’ SI SPOSTANO SEMPRE”
FILIPPO “SI SPOSTANO NEL BOSCO”
LORENZO F. “NELLA FORESTE”
SIMONE “CI HA FATTO VEDERENEL FILMATO ((DIAPOSITIVE) UN
TIPO DI LEONE CHE ERA LI’ FERMO”
LUCA “IL LEONE ERA COME LI’ DA SOLO AD ABBRONZARSI”
FILIPPO “GLI ANIMALI STAVANO LONTANI SE NO LI PRENDEVA MA
LUI NON ERA CATTIVO E STAVA RUGGENDO”
CAROLINA “C’ ERANO ANCHE GLI ELEFANTI”
GIACOMO “CHE ATTRAVERSAVANO LA STRADA MA HA DETTO
CHE ERANO BRAVI NON FACEVANO NIENTE”
SIMONE “C’ ERANO ANCHE GLI IPPOPOTAMI NELL’ACQUA CHE
SEMBRAVANO SASSI POI SI ROTOLAVANO NEL FANGO CHE GLI
PIACE”
CAMILLA “C’ ERANO LE GIRAFFE”
LORENZO B.”CI HA FATTO VEDERE ANCHE UN VULCANO CHE
ERUTTAVA E LA LAVA INFUOCATA SCENDEVA”
LUCA “QUANDO ARRIVA LA LAVA FUORI DAL VULCANO HA DETTO
CHE TUTTI SCAPPANO”
CAMILLA “C’ ERANO DEI RAGAZZI CHE PASSAVANO SULLA TERRA
DEL VULCANO NERA CHE ERA SPENTO”
FILIPPO “POI I BAMBINI VEDEVANO IL CRATERE DEL VULCANO
CHE E’ IL SOPRA”
GIACOMO “LE CASE ERANO DI BASTONI E DI FOGLIE DI BANANA”
CAMILLA “ALCUNE DI PAGLIA COME QUELLA DEL CAPO VILLAGGIO”
LORENZO B. “CI HA ANCHE DETTO CHE LE FOGLIE DI BANANA
ERANO GIGANTI”
LORENZO F. “LE STRADE NON ERANO DI CEMENTO MA ERA TERRA”
FILIPPO “C’ ERA UN PAPA’ E UN BAMBINO CHE ANDAVANO A CACCIA CON L’ARCO E QUANDO INVECE FACEVANO LA DANZA AVEVANO UNO SCUDO”
LORENZO B. “C’ ERANO DUE BAMBINI O TRE CHE PRENDEVANO
L’ACQUA ERANO NELL’ERBA””
GIACOMO “LI’ VICINO C’ERA ANCHE UN LAGHETTO MA LORO A
CASA NON AVEVANO L’ACQUA”
FILIPPO “ANDAVANO APRENDERLA I BAMBINI CON LA TANICA”
CAMILLA “I BAMBINI PORTANO ANCHE GLI ALTRI FRATELLI COME
SU UNO ZAINETTO”
SIMONE “IL BAGNO STA FUORI IN UN’ALTRA CASETTA PICCOLA
FUORI”
LORENZO F. ”C’ ERA ANCHE UNA SPECIE DI FARMACIA MA NON
COME LA NOSTRA, C’ERA UN SIGNORE CON LE MEDICINE NEL VASETTO”
CAMILLA “SE VOLEVI UNA MEDICINA CHE AVEVI IL MAL DI PANCIA, IL MAL DI DENTI, IL VOMITO GLIELA DAVA SUBITO IN BOCCA
E LUI ANDAVA A CASA”
LUCA “NELLE DIAPOSITIVE C’ERA UN VILLAGGIO”
SIMONE “IL VILLAGGIO E’ UN PAESE”
FILIPPO “IN MEZZO AL PRATO C’ ERANO LE BANCARELLE DEL
MERCATO MA VUOTE …”
SCUOLA PRIMARIA “ACQUISTAPACE CATERINA” - COSIO classe 1°
A TUTTO BASKET
19
Da giovedì 12 gennaio noi bambini di classe
prima della scuola primaria “caterina acquistapace” facciamo basket. Ci insegnano due bravi e
simpatici esperti: massimo e sabina. Con loro
facciamo esercizi, allenamenti e percorsi.
Ci divertiamo tanto.
Mi piace tanto giocare con la palla (Federico)
Il giorno del compleanno della mia mamma ho fatto il mio primo e unico canestro:
che felicitá!
(Daniele O.)
Mi piace correre in palestra
(Anthony)
A tutti noi piace fare canestro.
Dobbiamo rispettare molte Regole.
La nostra maestra cristina ci guarda sempre, ci aiuta e ci insegna
come fare.
PROVE TECNICHE DI CANTO classe 1° e 2°
Quest’anno anche noi alunni di
classe seconda parteciperemo
alla giornata ecologica “Il bosco dei bambini” con i compagni
di classe prima. Per l’occasione
prepareremo due canzoni che ci
verranno insegnate dal maestro
di canto, signor Giuseppe Pautasso, che verrà a scuola a farcele imparare. Con le maestre
abbiamo preparato due cartelloni sui quali sono state scritte
le parole delle canzoni così possiamo leggerle con più facilità.
Una canzone è un po’ particolare, ma allegra e divertente, così
come la musica. Sarà dura, ma
cercheremo di impegnarci il più
possibile, così quel giorno faremo bella figura insieme al coro
degli “Amici della Valgerola”.
20
SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO classe 1°e 2°
PÀ
FESTA DEL PA
forbici,
Armati di carta colorata,
reacolla e tanta pazienza, abbiamo
di aulizzato un variopinto biglietto
r la sua
guri da dare al nostro papà pe
lietto,
festa. Per personalizzare il big
ellina
le bambine hanno fatto la gonn
tecnica
e i maschi il papillon con la
Ognudella piegatura a fisarmonica.
dedica
no di noi ha anche scritto una
sicurapersonale con gli auguri che
gerà,
mente, quando ogni papà la leg
ntento.
sarà molto emozionato e co
DEL
AUGURI A TUTTI I PAPÀ
MONDO!!!
PICCOLI ARTISTI ALL’OPERA classe
Noi alunni di terza abbiamo provato a lavorare
sulla ceramica insieme con l’aiuto dell’esperta
Barbara. Ad ognuno di noi ha distribuito due
piastrelline lucide bianche, due disegni che rappresentavano Winnie the Pooh e un coniglietto e
la carta copiativa. Noi eravamo molto agitati ed
emozionati perché avevamo paura di non essere
capaci di realizzare quello che ci veniva proposto. Dopo aver scelto il soggetto e fissato la
carta copiativa alla piastrella abbiamo ripassato
con la penna il disegno. Abbiamo tolto la carta e
come per magia il disegno è comparso!!! A questo punto “viene il bello”!!! Dipingere con un
pennellino usando colori speciali. Inizialmente
il cuore ci batteva forte forte per il timore di fare
“pastrugni”. Poi, come per incanto, il disegno si
riempiva di colori e in casi di errori la gomma
speciale provvedeva a cancellare. Pur essendo
stato un lavoro piuttosto impegnativo questa
esperienza ci è piaciuta moltissimo anche perché abbiamo imparato una nuova tecnica che
3°
potremmo utilizzare anche in altre occasioni.
Siamo stati inoltre molto contenti perché Barbara ci ripeteva che eravamo dei bravissimi
artisti. Per ricordare questo momento speciale
abbiamo fatto una foto di gruppo.
PROVATE ANCHE VOI A DIVERTIRVI
CON QUESTA TECNICA USANDO
I NOSTRI SOGGETTI.
SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO classe 4°
La prossima volta vorrei suonare la chitarra
“Voli di note 2”
21
Ero caldo come una torta cotta al punto giusta
Venerdì sera 17 febbraio noi alunni di classe quarta con i nostri compagni di quinta ci siamo esibiti in uno
spettacolo musicale dal titolo “Voli di note 2” con il coro di Valgerola guidato dal maestro Pautasso Giuseppe.
La classe quarta ha accompagnato i canti con la melodica, mentre la quinta con lo xilofono. I canti scelti sono
stati quelli relativi agli uccelli, perché l’intento era quello di preparare una riflessione ed una promozione della
risorsa naturalistica del Pian di Spagna, dove ogni anno migrano diverse specie di volatili.
Io ero prontissimo, ho iniziato a suonare e tutte le persone
erano pronte ad ascoltare.
Alessio Fumagalli
Prima di iniziare mi sono nascosto perché ero troppo emozionato. Poi, mentre suonavo avevo paura di sbagliare i tasti.
Infine lo spettacolo si è svolto benissimo e in quinta spero di
rifare una simile esperienza.
Massimo Gobbi
Durante lo spettacolo avevo paura di sbagliare a suonare; credevo di non sapere neanche una canzone, ma alla fine non ho
fatto neanche un errore. Mi sono divertito tanto ma la prossima volta vorrei suonare la chitarra.
Nicola Serra
Ero molto emozionato e avevo paura di sbagliare tasto, quando qualcuno bisbigliava nel pubblico. Mi piacerebbe che
imparassi a tirare fuori quello che so, spero di ripetere una
serata così divertente e ricca di emozioni.
Christian Speziale
Lo spettacolo si è svolto in maniera divertente, piacevole e
istruttivo. Mi sono divertito molto.
Christian Biagi
È stato bello essere applaudita da quel pubblico ma sentivo
anche un po’ di vergogna perché c’erano mia mamma e mio
papà che mi guardavano ridendo.
Yulia Mitichkina
Le mie emozioni sono state tante: ero caldo come una torta
cotta al punto giusto, ero ultra mega emozionato, mi sembrava che tutti mi incitavano . Mi preoccupavo di fare brutta
figura,avevo paura di sbagliare, mi sembrava di sudare come
se fossi nel deserto. E stato bello!!
Erik Sansi
Avevo paura di sbagliare il tasto quando suonavo e di non
ricordarmi le parole mentre cantavo.
Matteo Acquistapace
Mi sentivo un po’ imbarazzato perché il pubblico era molto
numeroso:e avevo paura di sbagliare.
Pietro Ruffoni
Durante lo spettacolo avevo paura di sbagliare, sia a suonare
sia a cantare: il momento che mi è piaciuto di più è stato
quando cantavo: spero di ripetere una serata così.
Andrea Galbiati
Quando sono entrato nell’auditorium ero emozionatissimo.
Mentre cantavo e suonavo avevo paura di sbagliare, ma quando
ho finito mi sono accorto che ero stato bravissimo.
Khalid El Hiliali
All’inizio ero un po’ agitato a cantare con il coro. Avevo paura di sbagliare però è stata una serata super bellissima.
Elia Scherini
All’inizio dello spettacolo ero emozionatissima e avevo paura di sbagliare, che il pubblico fosse più numeroso.
Giulia Giovannoni
Il contributo della classe 5° della S.P. “Caterina Acquistapace” verrà pubblicato sul sito della scuola www.iccosio.it
22
SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classe 1°
IL LIBRO DELLE FANTAPAGINE… UN TUFFO NELLE FIABE
Attenti risucchia i bambini che si avvicinano troppo
Lunedì 5 marzo noi bambini di prima siamo andati al
teatro Frassati a vedere lo
spettacolo “Il libro delle
fantapagine”.
Dovete sapere che questo
libro di fiabe è speciale,
unico e magico, perché
risucchia i bambini che si
avvicinano troppo.
Camillo e Gelsomino
vengono rapiti dal libro
e trasportati nel mondo
delle fiabe, dove incontrano streghe, geni,
draghi, fate e vivono
avventure straordinarie, prima di ritrovare la strada per la realtà. Che bello sarebbe finire dentro un libro così avventuroso!!!
…e se invece potessimo scegliere noi in quale storia entrare…?
Ecco le nostre risposte…
Gilda a me piacerebbe entrare nella storia di Cappuccetto Rosso
che incontra un lupo buono.
Sara vorrei entrare nella storia della Carica dei 101 per aiutare i
cani uno per uno. Diana io vorrei entrare nella storia del mostro
Snaricione perché vorrei aiutarlo a prendere tanti fazzoletti per
soffiarsi il naso! Maddalena vorrei essere nel libro di Cenerentola
per cambiare la storia. Vorrei che le sorellastre pulissero e Cenerentola fosse la principessa.
Maria Teresa a me piacerebbe entrare nel libro della Bella e la
bestia, perché vorrei vederla e conoscerla e entrare nel castello.
Ines vorrei entrare nel libro di Silvia lingua lunga perché vorrei
conoscere Silvia.
Gabriele io vorrei andare nella storia dei Ninjago per uccidere Gammatron con le armi d’oro.
Tommaso a me piacerebbe entrare nella
storia di Pinocchio, perché vorrei aiutare
Pinocchio a trovare Geppetto.
Sofia io vorrei entrare nella fiaba di Cappuccetto Rosso e al posto del lupo ho incontrato un coniglietto che era mio fratello
Mirco.
Ilenia io vorrei entrare nella storia di Riccioli
d’oro perché riccioli d’oro si sdraia sui letti
degli orsi, mangia la minestra degli orsi e si
siede sulle sedie degli orsi.
Furkan io vorrei entrare in una storia di uccelli perché mi piacciono gli uccelli.
Cristina mi piacerebbe essere dentro la fiaba
della Bella e la bestia per ballare con la bestia.
Stefano io vorrei entrare nella storia dei tre
porcellini per fare il lupo buono.
Alessia io vorrei entrare nella favola di Cenerentola per impedire
alle sorellastre di Cenerentola di andare al ballo.
Livia io vorrei entrare nella storia di Dolcina e il drago perché le
vorrei dire di tirare via il pezzo di ramo che il drago ha sotto la
zampa, che dopo diventava un principe.
Cristian a me piacerebbe andare dentro il libro dei coniglietti.
Elia a me piacerebbe andare sulla barca dei pirati per sparare con
il cannone.
Gessica io vorrei entrare nel libro del cane Pippo per accarezzarlo
come se fosse il mio cane.
Serena A. io vorrei entrare nella storia di Biancaneve perché voglio dirle che la strega vuole avvelenarla e vuole che Biancaneve
mangi una mela e dopo muoia.
William a me piacerebbe entrare dentro la storia di Riccioli d’oro
perché vorrei conoscere la famiglia degli orsi.
Irene io vorrei entrare nella storia di Cappuccetto Rosso per far
diventare il lupo buono.
Noemi io voglio entrare nella storia dei tre porcellini perché voglio
aiutarli a scappare dal lupo cattivo.
Moustapha io vorrei entrare nel libro degli orsetti perché voglio
andare all’asilo con loro.
Serena D. a me piacerebbe entrare nel libro della Pimpa perché
vorrei accarezzare Tito che è il cane di Pimpa.
Emma io vorrei conoscere Riccioli d’oro e vorrei andare a raccogliere tanti fiorellini con lei.
Alice a me piacerebbe entrare in un libro intitolato Bella Sara,
perchè vorrei andare tutti i giorni a cavallo, andare anche a dargli
da mangiare e spazzolarli, lavarli e curarli per bene. Vorrei farli
pascolare e fargli le coccole. Poi vorrei anche vivere in un castello
dai molti colori, i colori sono quelli dell’arcobaleno e bisogna stare molto attenti a una guerriera molto molto cattiva con quattro
lupi neri e cinque cavalli grigi che danno la caccia al mio regno.
SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classe 2°
23
Quest’anno ci sentiamo dei piccoli “Rodari” e siamo lieti di presentarvi alcune storie
inventate da noi. Speriamo di divertirvi, ma ricordatevi comunque che siamo dei
piccoli alunni della classe seconda della scuola primaria di Regoledo!
IL TOPO SALVATO DAnonLtrovCavaAnessNunErifugio per ri-
FORMICHIERE
PAZZO
a piovere e il povero topo
e
C’era una volta un topo. Un giorno iniziò
La casa era abitata da una signora, un can
ito.
sub
ò
entr
ed
casa
una
ò
trov
fine
Alla
pararsi dalla pioggia.
in una
lo. Il topo scappò spaventato e si nascose
urar
catt
di
ò
cerc
e
topo
il
ito
sub
vide
o
e un gatto. Il gatt
non riuscì ad
inseguirlo, ma il buco era troppo stretto e
di
ò
cerc
e
are
entr
vide
lo
o
gatt
il
o.
mur
crepa del
dal suo nascondiorizzato ed affamato si mise a correre , uscì
terr
topo
ero
pov
il
to
pun
sto
que
A
.
arvi
entr
e gli si avventò contro. A questo punto, il
ente
tam
edia
imm
de
rivi
lo
o
gatt
Il
e.
can
al
glio si nascose dietro
e non si
morso alla coda. Il gatto dolorante scappò
un
con
o
gatt
il
entò
add
one
fusi
con
tale
cane vedendo
che divise poi
ensa a cercare cibo e trovò del formaggio
disp
a
nell
ò
and
e
ise
sorr
topo
Il
ere.
ved
fece più
di lasciar perdere il
contenti e il gatto…? Quando tornò decise
con il cane. Da allora tutti vissero felici e
topo e di farsi coccolare dalla signora.
Alessandro Ghelfi
IL FORMICHIERE PAZZO
C’era una volta un formichiere pazzo perché ne faceva di tutti i colori.
Le formiche erano stanche e allora, un bel giorno, una di loro disse: “Andiamo in un altro
formicaio.” Tutte erano d’accordo. Presero i loro figli e fecero i bagagli. Partirono ed andarono su un’isola e costruirono un nuovo formicaio. Quando il formichiere si svegliò si rese
conto che non c’era più nessuno era veramente solo. Decise di andare a cercare le sue amiche formiche..., ma non le trovò. Allora pensò: “Morirò perché da solo non voglio vivere.”
Intanto le formiche prendevano il sole sulla nuova isola, giocavano in acqua e costruivano
castelli di sabbia.
Così le nostre amiche formiche vissero felici e contente e... il formichiere?
Non tanto!
Elisa Gusmeroli
LE PIANTINE SORRIDENTI
C’erano una volta degli omini brutti con un occhio solo opaco al centro della testa; hanno un
odore abominevole, hanno la testa appuntita e in cima alla testa c’è una foglia. Il loro capo decise di fare un orto in onore di lui, a tutti diede dei semini: i piffi piffi, i ruguanini, i bighilin e
a un ragazzo diede dei semini sorridenti. Il giorno dopo all’alba i semini erano spuntati. Dopo
qualche mese ritornò nell’orto ed erano scomparse. Allora andò dal capo e disse : “Capo! Capo!
Le mie piantine sono scomparse! Ma poi … BRAM !! BRIN !! GRAM !! Le piante terrorizzavano la
popolazione ! Allora il ragazzo va dal mago del villaggio, e il mago gli fece un indovinello: “ Se
vuoi sconfiggere le piante sorridenti devi trovare polvere.” Allora il ragazzo si mise in cammino.
Affrontò aquile, serpenti e coccodrilli giganti. Ma quando sembrava aver perso le speranze vide
un cartello con scritto “Polvere.” Allora seguì i cartelli e vide una città intorno ad un fiume verde.
Si avvicinò e c’era scritto Polvere. Prese la bottiglia e la riempi e tornò nella sua città e lo mise nel
suo orto. Le piantine tornarono come per magia! E da quel giorno vissero tutti felici e contenti.
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SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 3°
Brevettiamo vulcani, accorrete gente!!!
Dal centro della terra…ai nostri banchi UNA COLATA LAVICA
Ecco gli ingredienti per esplosivi esperimenti
Alcuni giorni fa abbiamo fatto un finto vulcano per provocare una finta eruzione.
MATERIALE
OCCORRENTE
- CRATERE
- Bottiglia CAMINO
L VULCANO
- Terra PENDICI DE
- Tempera rossa
- Aceto
A
- Bicarbonato MAGM
- Semolino
- Bacinelle
PROCEDIMENTO
Abbiamo
• versato il bicarbonato di sodio e il semolino nella
bottiglia;
• ricoperto la bottiglia di terra lasciando intravedere
l’imboccatura;
• versato in una ciotola della tempera rossa e
dell’aceto e lo abbiamo versato nella bottiglia.
E subito dopo…
BUM!!! Il nostro vulcano è esploso.
Perché ????
È esploso per una semplice reazione chimica.
Quando l’aceto (sostanza acida) entra a contatto con il bicarbonato forma un gas (anidride carbonica) che spinge tutto verso l’alto. Il semolino e la tempera sono serviti
solo a dare consistenza e colore alla lava.
SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 4°
Che bello, siamo diventati tutti artigiani!
25
Progetto “Incontro e conoscenza”
Creta, legno, porcellana, pezzotti e…rame
Tutto inizia con un incontro, il papà di Irene,
una nostra compagna di 4° A, parla con la maestra Loredana e… in poche parole il succo del
discorso è questo, ci sono degli artigiani che
“gratuitamente” vogliono incontrare alunni per
condividere le loro “conoscenze”. Noi alunni di
quarta di Regoledo accettiamo e, da novembre a
febbraio, incontriamo sei di questi artigiani. Di
seguito sono riportate tecniche, vissuti ed emozioni provate in quei momenti di laboratorio.
1° incontro: giovedì 10 novembre dalle 10:30 alle 12:30 con
Francesca Curtoni
LA CRETA
Usando i miei sensi. (inserire foto n 182)
Con il tatto la creta era… molliccia, molle come
un pelouche, facilmente trattabile, tenera
come l’impasto della torta, morbida come
un cuscino, fresca come un barattolo
appena tolto dal frigor, fredda come
le piastrelle in inverno, ma con le
mie mani si è scaldata. Sembrava
pongo soffice : mi pareva di toccare le nuvole. Era dura come
la mia testa, appiccicosa come lo
zucchero filato, come una ragnatela: si attaccava alla carta da forno.
Era liscia come il mio banco, viscida come un pesce appena pescato.
Spessa più o meno due centimetri,
morbida come la seta, come il burro, ti
si appiccicava alle mani come la pasta degli gnocchi della nonna, molto filosa come una
mozzarella appena compatta: era umida come i prati
dopo la pioggia, come la brina.
Con gli occhi la creta era… il blocco tutto intero sembrava un
mattone. Era grigia come il cielo quando sta per piovere, grigia
come la neve sporca, come il cemento, come l’asfalto, come i
sassi dell’ Abbazia di Vallate e quelli che ho raccolto a Tartano ,
come la cartella di Stefano. Di un colore grigio cenere, color grigio intenso e nero chiaro : era come una gigantesca fetta di pizza.
Con il naso… ho sentito l’odore del mare e della spiaggia: un
odore strano , di qualcosa di nuovo, di verde acido come l’erba in
inverno. Io mi sentivo… un signore, uno scultore famoso, un artista come Angelo Vaninetti, un artista con i fiocchi. Mi sembrava
di impastare la pizza, mi sentivo una massaggiatrice, un artigiano, un architetto, un creatore semplicemente bravo. Mi sentivo il
re della creta, un pittore come Giotto, un marmista. Ero diventato
un artigiano primitivo che modellava scodelle per un villaggio di
uomini nomadi: ero felice come un uccello.
Ho provato … una sensazione strana: sentivo i brividi, mi sembrava di prendere la scossa. All’inizio avevo un po’ schifo poi …
un po’ di paura . A tagliare la creta con lo stuzzicadenti mi sentivo S. Martino quando ha tagliato il mantello per darlo al povero.
Mi è piaciuto quasi tutto: sporcarmi le mani con la creta mi è piaciuto tantissimo: mi sentivo un alieno. Non mi è piaciuto … alla
fine quando la creta mi si appiccicava alle mani; si incastrava nelle
dita come colla: che fastidio! Erano diventate dure come sassi e
non volevano più muoversi , non mi ubbidivano più: sembravano
paralizzate… La creta mi dava fastidio: mi sentivo una statua.
Per realizzare un bassorilievo con la creta
2° incontro: sabato 26 novembre dalle 8:00 alle 10:30 con
Barbara Ruffoni
LA PORCELLANA
Per decorare una tazza di porcellana ( inserire
foto 1189- 1191)
Occorrente: una tazza di porcellana –
scottex – carta carbone – alcol – matita
o penna – disegno – colori in polvere
– olio molle – pennelli – tavolozza –
forno ad elevata temperatura.
ARRIVA BARBARA
Sabato 26 novembre con una super
puntualità arriva a scuola Barbara
proponendoci un nuovo laboratorio.
Arriva in classe e, su un carrello spinto da Susi , porta tantissimo materiale:
sembra il bagaglio di un ospite che si
ferma a dormire per una settimana… Quel
sabato mattina è arrivata Barbara con un carrello
pieno di pacchetti, pacchettini e scatole di ogni forma
e dimensione. Negli scatoloni più grandi c’erano una quarantina
di tazze bianche di un colore sfavillante e scintillante : luccicavano
alla luce del sole…
Sabato mattina Barbara Ruffoni è arrivata a scuola con scatolone,
scatoline, scatole vuote, scatole piene di tazze: insomma con un
carrello pieno di scatole…
ALCUNE EMOZIONI
Ho incominciato a ricalcare il disegno tutto tremolante e avevo paura di sbagliare: mi sentivo un pasticcione e un tontolone,
sentivo le farfalle nello stomaco . Poi, piano piano acquistavo
sicurezza e mi veniva bene: stavo meglio… tirai un sospiro di
sollievo.
Il disegno che ho scelto rappresentava una renna , tipo Rudolph,
26
SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO
la renna di Babbo Natale. Aveva il naso grosso e rosso
come una fragola: l’ho scelta per questo motivo.
Io ho scelto la renna che aveva un nasone
come un koala, delle corna piccoline e la
coda come un batuffolo di cotone. Io ho
scelto il pupazzo di neve perché era il
più semplice.
3° incontro: sabato 3 dicembre
dalle 8:00 alle 10:00 con Enzo
Acquistapace.
IL LEGNO
Sono le 8:00 di sabato 3 dicembre c’è
un altro laboratorio, ma non arriva nessuno…Noi siamo già riuniti nell’aulona e
intanto che aspettiamo ascoltiamo una canzone. Alle ore 8:15 ecco la porta dell’aula si apre
vediamo lo scheletro di una sedia seguito da due signori: una è Francesca e l’altro è Enzo Acquistapace: un artigiano falegname restauratore.
Appena vede il nostro gruppo numeroso
esclama con viso impaurito: Ma quanti
sono! Poi si tranquillizza e noi lo tartassiamo di domande.
- Cosa vuol dire falegname? chiede
Stefan.
- Fa il legname, fa il legno, fa gli oggetti di legno, risponde Enzo.
- Ti piace il tuo lavoro? domanda
Jacopo.
- Il mio lavoro è un gioco, mi piace
tantissimo.
ENZO… per noi sei così
Enzo non è arrivato con cravatta e smoking, ma con un abbigliamento adeguato per
il suo lavoro cioè, scarpe dure perché se cade
qualcosa ti proteggono il piede e pantaloni e golf
scuri. Il nostro artigiano è una persona normale: né alta, né bassa e magro come uno
stuzzicadenti. Sembra forzuto e muscoloso: secondo me quando non lavora,
si allena in palestra. I suoi capelli
sono neri come il carbone dei treni , i suoi occhi a forma di ciliegia,
la sua bocca sorridente che non si
stanca di essere felice. Mi ha colpito la sua voce calma, tranquilla,
ma allo stesso tempo squillante che
dava sicurezza. Le sue mani erano
ruvide, callose e scure come quando le tieni in ammollo per tanto tempo;
non erano belle lisce come quelle della
mia mamma: aveva bisogno dell’igienizzante. Enzo ha spiegato in modo semplice e con
chiarezza, io ho aperto bene le orecchie e poi mi sono
classi 4°
rimboccato le maniche. Girava tra i banchi a controllare
e diceva:
Ma che bravi questi ragazzi!
Alle ore 10:00 era tutto finito , abbiamo
fatto un grosso applauso ad Enzo e
Francesca, abbiamo urlato per tre volte sempre più forte: Ip ip urrà!
Poi, piano in silenzio così, come
erano arrivati, quasi con discrezione prendendo sedia e valigetta se
ne sono andati.
4° incontro: martedì 10 gennaio
2012 con Cristina Toppi.
IL PEZZOTTO
È martedì 10 gennaio, da solo un giorno è
ricominciata la scuola e oggi è una giornata
non comune, ma una davvero speciale, un’esperienza da non dimenticare: alle 10:15 arriva la signora
Cristina Toppi con un telaio. Il telaio mi ha colpito, perciò… voglio descriverlo partendo
dall’alto.
Ci sono delle ruote di legno con attaccate delle corde che fanno alzare
o abbassare il licci. I licci sono una
parte del telaio in cui si dividono i
fili di ordito in tanti anellini tipo
aghi : i licci dividono le due parti del
telaio. Nella parte destra si trovano
i fili di ordito divisi in ciocche che
passano attraverso i licci; dall’altra
parte i fili di ordito escono e si arrotolano in basso al telaio. In basso ,
nella parte sinistra, si trovano due pedali
in legno: uno che alza il primo liccio e l’
altro che alza il secondo. Per iniziare a tessere
un pezzotto bisogna fare la trama d’inizio con del
filo duro e resistente poi battere forte con il pettine
( un pezzo di telaio fatto di legno che serve per
attaccare bene il ritaglio di stoffa in modo
che tolto dal telaio non si stacchi). Poi si
schiaccia un pedale, si infilano tra i fili
di ordito i ritagli ( la trama) ,si batte con il pettine, si cambia pedale
si batte ancora forte e si continua
così fino alla lunghezza desiderata.
Alcune similitudini
I fili di ordito nel telaio erano tesi
come fucili pronti a sparare, erano
sottili come quelli delle ragnatele I
pedali sembravano il freno e la frizione della macchina del mio papà. Il telaio era come un grande pacco colorato. Il
pettine , come il nostro , ma molto , molto
più grande adatto a un leone per pettinare la
sua criniera.
SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO
NOTIZIE STORICHE SUL PEZZOTTO
Il pezzotto trae origine dall’antica esigenza di sfruttare le pezze di
scarto per fare coperte da letto, imballi per il fieno e coperte per
gli animali utilizzando gli antichi telai che tutte la famiglie avevano
in casa per fare la tela. Oggi questi telai sono rimasti intatti, ma i pezzotti vengono realizzati con l’impiego
di ritagli nuovi di tessuti per l’arredamento e
abbigliamento, ovvero con gli scarti delle
industrie tessili. I pezzotti vengono realizzati in tante misure, con i più svariati disegni geometrici, sono lavabili
in lavatrice e assai noti per la loro
lunga durata.
I PEZZOTTI SI LAVANO IN LAVATRICE CON ACQUA FREDDA E AGGIUNTA DI ACETO.
5° incontro: sabato 25 febbraio 2012
con i signori Irma Adamoli e Walter
Pontiggia: i genitori di Irene
IL RAME
La signora Irma è … arrivata puntuale come un treno,
è una signora precisa, lo si capisce subito : è …preparatissima,
sa tutto sul rame e ci dà un sacco di notizie:
STORICHE: anche i Sumeri e gli Egizi usavano il rame, il ritrovamento più antico in rame risale al 8700 a.C. in Iraq è un pen-
classi 4°
27
dente ( orecchino) ; gli Egizi in una piramide usarono il rame nelle
tubature.
GEOGRAFICHE: il rame si trova in Cile, negli Stati Uniti e in Perù,
in Italia ce n’è pochissimo in Toscana.
CHIMICHE: il simbolo del rame è Cu .
SCIENTIFICHE: anche nel nostro corpo c’ è rame.
Ci insegna parole nuove: fresa, pantografo,
bulino. È come internet…
Io ho lavorato il rame con due attrezzi
particolari: uno sembrava la matita
che usa la mamma per truccarsi e
l’altro un cucchiaio piccolissimo. I
particolari erano così piccoli che il
bulino mi scappava. Con la penna lasciavo l’impronta, non l’avrei
mai detto. Il foglio si accartocciava
come una bistecca sul fuoco. Le mie
mani si erano sporcate con la penna
e avevo sporcato anche il mio lavoro:
mi dispiaceva un po’ . Per fortuna che
hanno inventato il diluente per pulire.
Due frasi per ringraziare FRANCESCA, BARBARA, ENZO, CRISTINA, IRMA E WALTER.
È stato bello, ho usato le mie mani in modo diverso
e creativo. Ho scoperto tecniche e materiali nuovi : chissà forse
un giorno anch’io diventerò un artigiano/a.
Gli alunni di 4° A e 4° B di Regoledo , le maestre Loredana e
Piera ringraziano ancora con: Ip ip ip urrà.
PROGETTO “ARTISTI IN ERBA”
classi 5°
IL PROGETTO
Quest’anno noi bambini delle classi terze, quarte e quinte nelle ore
di arte abbiamo deciso di lavorare con materiale di riciclo per costruire e creare oggetti tridimensionali: animaletti vari, decorazioni per
l’albero di Natale, lavoretti per le varie ricorrenze e festività.
Ognuno di noi ha realizzato alcune campanelline per decorare l’
albero di Natale usando vasetti vuoti dello yogurt, colori acrilici,
glitter, fermacampioni e filo colorato. Babbo Natale e gli angioletti
invece sono stati realizzati con bottigliette di plastica vuote, dipinti
con i colori acrilici rosso o oro. In seguito con i cartocci vuoti del
latte, dei succhi e/o dei fagioli. Ci siamo proprio divertiti a incollare,
ritagliare e….creare con materiale di riciclo.
RICICLANDO IN RIMA
RICICLANDO CON FANTASIA
Costruendo tanti bei gufetti
con teneri occhietti
elefanti e persone
tutte fatte di cartone.
Ecco le bottiglie di plastica
a far tanti Babbo Natale
che con il loro sacco
si fanno notare.
Tappi, bottoni,
carte e cartoni
realizzano i nostri bei lavoretti
che sono quasi perfetti.
Con il vasetto dello yogurt
un po’ di tempere
e brillantini rossi, blu e oro
un po’ di filo e un bucherello,
fanno le campanelle per il nostro alberello.
RICICLANDO SI GUFA
Riciclando tappi, carta e cartone
ecco i gufi che fanno un gran figurone.
Di carta crespa li abbiamo decorati
e con gli acrilici li abbiamo colorati.
Con i tappi facciamo gli occhi,
e i glitter fan gli scarabocchi.
28
ECCO UN BABBO NATALE …
UN PO’ ORIGINALE!
I nostri gufi sono belli e colorati
ma soprattutto riciclati.
Materiale occorrente
BOTTONI, PERLE, PERLINE
Bottoni, perle, perline
ci son serviti per far collanine.
Fogli e cartoni,
ci son serviti per fare gufoni.
La stoffa colorata
abbellisce la farfalla animata.
Occhiali e cuffie di cartone
per fare grandi decorazioni.
RICICLANDO
Abbiamo riciclato carta, tappi e cartoni
per fare gufi, pipistrelli e leoni.
Li abbiamo decorati
e in seguito pitturati.
Ciascuno è proprio bello
vicino al suo gemello.
DIVERTENTE E’ RICICLARE
I gufi colorati con cartoni,
colori acrilici, stoffe e bottoni.
I gufi birichini
son tanto piccolini.
Piacevole è inventare:
se con gli oggetti riciclati si può giocare.
Prima i gufi abbiamo colorato
e di seguito uno lo abbiamo strapazzato.
Crearli è divertente
simpatico e travolgente.
RICICLARE E’ IMPORTANTE
Riciclando tappi, plastica e cartoncino
abbiamo costruito un bel cagnolino
peloso bianco e carino
come un barboncino.
Abbiamo creato tanti gufetti
che volano sugli alberi, cespugli e tetti.
Riciclare è importante per la natura
e si può costruire anche qualche creatura.
bottigliette di plastica da mezzo litro;
pallina da ping-pong bianca;
cotone idrofilo;
carta vellutina rossa;
carta crespa rossa e verde;
graffettatrice;
colla a caldo;
pistola per colla a caldo;
colla vinilica;
pennarelli
Procedimento
Dipingere con il colore rosso acrilico la
bottiglietta, lasciare asciugare poi passare
la seconda mano;
IL RICICLO E’ DIVERTENTE
incollare con la colla a caldo la pallina da
Il riciclo è divertente,
ping-pong sul collo della bottiglietta per
spassoso e stravagante;
formare la testa;
riciclando fantasticamente
disegnare occhi, naso e bocca sulla pallina
abbiamo fatto una cosa interessante:
con i pennarelli;
dei gufi abbiamo creato,
incollare capelli e barba sulla testa con la
tappi di bottiglia abbiamo usato.
colla a caldo;
decorare il vestito rosso di Babbo Natale a
piacere con pennarelli neri e dorati, cotone
ISTRUZIONI PER CREARE
sui bordi e incollare bottoni con la colla a
SEGUI LE FASI OTTERRAI...
caldo;
UN BEL GUFETTO!
prepara un sacchettino con la carta crespa
verde e aggiungilo sulla schiena di Babbo
Materiale occorrente
- cartocci vuoti del latte o dei succhi; Natale.
- tappi di vario genere;
- carta vellutina;
- carta collage;
- carta crespa;
- colla a caldo;
- colla vinilica;
- colori acrilici;
- tempere;
- pistola per colla a caldo;
- pennelli.
Procedimento
Dipingere i cartocci con i colori acrilici,
lasciare asciugare poi passare la seconda
mano;
decorare i tappi con le tempere per fare gli
occhi;
costruire il becco, le zampe e le ali con carta vellutina, crespa e/o da collage;
incollare i vari pezzi con la colla vinilica;
incollare gli occhi con la colla a caldo;
lasciare asciugare ed il gufo è fatto!
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