Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 09/05/2015
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INDICE
IN PRIMO PIANO
Il capitolo non contiene articoli
SANITÀ NAZIONALE
09/05/2015 Il Sole 24 Ore
Perché l'informazione rende più sani
5
09/05/2015 La Repubblica - Nazionale
Sopravvissuto a Ebola "Ma ho il virus dentro così ha cambiato il colore dei miei
occhi"
7
09/05/2015 La Stampa - Nazionale
Le visite mediche sono "malattia"
9
09/05/2015 Il Messaggero - Nazionale
Muore il paziente, dottori sotto accusa
10
09/05/2015 Il Messaggero - Nazionale
«Non vogliamo sparire» Parte la battaglia dei medici di famiglia
11
09/05/2015 Il Giornale - Nazionale
Il miglior cibo in tavola? È quello «contronatura»
12
09/05/2015 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale
Cosmofarma premia le aziende più dinamiche nella ricerca
14
09/05/2015 Avvenire - Nazionale
SALUTE Farmaci anticancro in ritardo in parte d'Italia
15
09/05/2015 Libero - Nazionale
La vera profezia dell'apocalisse: l'umanità malata di salutismo
16
09/05/2015 Il Tempo - Nazionale
Maxi sequestro di viagra in farmacia illegale Esquilino
18
09/05/2015 La Notizia Giornale
Il nuovo corso della reumatologia Dalla diagnosi precoce alla terapia
19
09/05/2015 La Notizia Giornale
La Sanità digitalizzata può aiutare i conti e milioni di pazienti
21
08/05/2015 Viver Sani e Belli
farmacie
22
VITA IN FARMACIA
09/05/2015 La Repubblica - Milano
La Regione butta 150 mila vaccini rimasti inutilizzati "Spreco enorme"
24
09/05/2015 La Repubblica - Genova
La celiachia spiegata ai bambini
25
09/05/2015 QN - Il Giorno - Como Lecco
La municipalizzata della cittàgode ancora di buona salute
26
09/05/2015 QN - La Nazione - Massa Carrara
Niente farmaco in ospedale: 200 km per trovarlo
27
09/05/2015 QN - La Nazione - Grosseto
Rapina una farmacia: operaioincastrato da video e vestiti gettati
28
PROFESSIONI
09/05/2015 Il Sole 24 Ore
La conferma di molti investimenti
30
09/05/2015 La Repubblica - Nazionale
Contador, sfida antica "Voglio Giro e Tour preparatevi al mio show"
31
09/05/2015 ItaliaOggi
Reazioni segnalate in 48 ore
33
PERSONAGGI
09/05/2015 QN - Il Giorno - Brianza
Iniziativabipartisanper metrò e hub
35
07/05/2015 IlFarmacistaOnline.it 09:00
Manovra sanità. Cosa ne pensa il Parlamento? Il timore sono le ripercussioni sui
cittadini. Ma anche il Patto per la Salute diventa "a rischio"
36
SANITÀ NAZIONALE
13 articoli
09/05/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
(diffusione:334076, tiratura:405061)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Perché l'informazione rende più sani
Umberto Veronesi
Ho sempre pensato e detto che la salute non è solo questione di medici e farmaci, ospedali ed esami. Il
benessere fisico e psichico, per non parlare di quello sociale, dipende soprattutto da fattori che
apparentemente sfuggono alle possibilità di intervento diretto dei camici bianchi e riguardano invece la
comunità intera: insegnanti e professori, imprese e sindacati, ambientalisti, economisti ed esperti della
comunicazione. E, non ultimi, i singoli cittadini e le famiglie. Il raggiungimento del benessere fisico e
psicosociale è un obiettivo per il quale tutti devono collaborare. Continua pagina 16 Continua da pagina 1
Non dipendiamo più da un Welfare State ma facciamo parte di una Welfare Community in cui la conquista
della salute non è più concepibile come un compito riservato unicamente agli operatori della sanità, ma
rappresenta una responsabilità che ci riguarda tutti, indistintamente, da semplici cittadini a persone
responsabili nelle nostre famiglie e nei nostri ruoli professionali pubblici e privati. Prima c'era una piramide dal
cui vertice lo Stato dispensava assistenza e cure, ora bisogna cominciarea parlare di Welfare Community,
cioè di "comunità" che assiste. Il ruolo di noi tutti diventa attivo: se ci ammaliamo, diventiamo "partner" della
cura, e se siamo sani la nostra azione di prevenzione individuale diventa anche beneficio per la comunità. Gli
esempi possono essere infiniti, ma ne bastano due: fumare dove c'è altra gente, la mette a rischio, e
inquinare o sporcare una città contribuisce a moltiplicare i rischi. Se andiamo a leggere le indagini
epidemiologiche che vengono pubblicate ogni anno, scopriamo che ciò che determina e influenza lo stato di
salute della popolazione di un paese risulta immancabilmente lo stesso: il grado di istruzione e, insieme, la
possibilità di accesso a informazioni corrette e aggiornate in campo medico-scientifico, utili per conservarsi
sani. Certo anche la condizione economica gioca un suo ruolo, ma è cruciale quello dell'informazione. Per
questo ripeto spesso che un cittadino correttamente informato diventa più consapevole e responsabile e
rischia molto meno di mettere in pericolo la propria salute. E per questo ho accolto con grande interesse la
proposta del Sole 24 Ore alla Fondazione Veronesi di realizzare una collana di volumi. Non soltanto perché si
tratta della testata più autorevole in campo economico finanziario ma perché ne conosco il tratto distintivo del
suo stile informativo, che sa unire il rigore della competenza tecnica alla facilità di comprensione di un
linguaggio divulgativo. E ciò è fondamentale quando si scrive di salute e di medicina. Non si può infatti
negare che spesso l'informazione e l'educazione in questo campo seguano strade più interessate al
sensazionalismo e alle mode, con un bombardamento di notizie, spesso non vereo spesso contraddittorie.
Tutto l'opposto di ciò che si aspetta un paziente in cerca di informazioni e consigli chiari ma sereni e pratici. I
dodici volumi della Guida alla Salute che sono stati realizzati seguono proprio questi principi. Passo dopo
passo il lettore è guidato alla scoperta di quei segreti semplici ma fondamentali per mantenere il più a lungo
possibile uno stato di benessere psico fisico inalterato. E lo stato di benessere di una popolazione si misura
soprattutto dalla capacità di combattere i fattori di rischio e le morti evitabili, grazie all'adozione di stili di vita
capaci di favorire la salute. Che corretti stili di vita, ed in particolare l'alimentazione, siano cruciali nella
prevenzione delle malattie della vecchiaia, oltrea quelle tumorali e cardiovascolari, è ormai ben noto e
dimostrato a sufficienza da centinaia di studi. Io sono fermamente convinto che la prevenzione individuale,
l'unica alla portata dell'uomo della strada, non solo crea salute, ma crea consapevolezza. Una persona
informata è sostanzialmente un soggetto politico molto diverso dalla persona non consapevole e non
informata, e quindi in via indiretta può condizionare ed orientare anche il sistema politico, sociale ed
economico, se informazione e consapevolezza crescono adeguatamente. Questa Guida alla Salute che il
Sole ha deciso di pubblicare, ne sono certo, aggiungerà granelli di sapienza ai suoi lettori.
LA COLLANA «GUIDA ALLA SALUTE» La prima uscita Lunedì 11 maggio, con Il Sole 24 Ore, esce il primo
volume della collana «Guida alla salute» a cura della Fondazione Umberto Veronesi. Il primo libro, in edicola
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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Il Sole 24 Ore
Pag. 1
(diffusione:334076, tiratura:405061)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
a 1 euro oltre al prezzo del quotidiano, affronta il tema degli stili di vita e della prevenzione, con tutti i
comportamenti quotidiani da seguire per prevenire la maggior parte delle malattie croniche e
dell'invecchiamento.
Le altre uscite Dopo la prima uscita dell'11 maggio, ogni lunedì, per undici settimane, sempre a 1 euro, Il Sole
24 Ore propone uno dei volumi della collana «Guida alla salute». La seconda uscita, lunedì 18 maggio con
«L'alimentazione che allunga la vita», il 25 maggio in edicola si troverà il volume «L'attività fisica che dona
salute», il 1° giugno sarà la volta di «Mantenere attivo il cervello», l'8 giugno con il volume «Come vincere
ansia e depressione» si potrà
capire come superare certi nostri stati di ansia e il 15 giugno in edicola ci sarà il testo su «Sesso in salute».
Per proseguire, poi il 22 giugno con l'uscita dal titolo «Smettere di fumare», il 29 giugno con il volume su
«L'adolescenza, età ingrata», il 6 luglio con «La salute degli occhi», il 13 luglio con una guida a «Viaggiare
sicuri in salute», il 20 luglio con l'uscita su «La salute al maschile» e il 27 luglio con il testo che illustra
«Vaccini e le vaccinazioni».
Foto: Stili di vita. A tutte le età movimento e alimentazione equilibrata per una migliore salute
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La Repubblica
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(diffusione:556325, tiratura:710716)
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Stati Uniti Il caso. Il dottor Ian Crozier aveva contratto la malattia in Sierra Leone. Curato negli Usa aveva
lasciato l'ospedale. Poi la scoperta: perdita della vista e iride mutata con dolori lancinanti
Sopravvissuto a Ebola "Ma ho il virus dentro così ha cambiato il colore dei
miei occhi"
È riuscito a migliorare dopo che è stata decisa la sperimentazione di un nuovo farmaco per ora ancora
segreto Sembrava una uveite, poi le analisi sul tessuto prelevato nella parte interna del globo oculare hanno
sorpreso la comunità scientifica
ALBERTO FLORES D'ARCAIS
NEW YORK. Era stato infettato da Ebola ma, trascorsi giorni di terrore, era perfettamente guarito. Dopo due
mesi ha scoperto che il terribile virus si era però "nascosto" in un occhio e stava provocando danni che lo
avrebbero portato alla cecità. La storia del dottor Ian Crozier - il medico della Vanderbilt University specialista
in malattie infettive - era finita su tutti i media degli Stati Uniti (e non solo), quando nel settembre scorso,
mentre si trovava in Sierra Leone come volontario per l'Oms, aveva contratto Ebola ed era stato
urgentemente rimpatriato per essere curato all'ospedale Emory di Atlanta. Aveva passato quaranta giorni tra
la vita e la morte, ma gli era andata bene e alla fine di ottobre aveva potuto lasciare l'ospedale (sotto le luci
delle telecamere): guarito, di Ebola più nessuna traccia.
In pochissimi sapevano che - trascorsi altri due mesi - il dottor Crozier, 43 anni, aveva avuto una brutta
infiammazione all'occhio sinistro, con la pressione fuori norma, una perdita progressiva della vista e dolori
lancinanti. Tutti sintomi che, per Steven Yeh, il medico oftalmico che lo aveva visitato (sempre all'Emery di
Atlanta), erano tipici di una uveite, un'infiammazione della parte interna dell'occhio. Il dottor Yeh fece un
prelievo del tessuto interno del globo oculare e le analisi portarono all'incredibile scoperta (rivelata
pubblicamente nei giorni scorsi da uno studio pubblicato dall'équipe di medici dell'Emory sul New England
Journal of Medicine ): nell'umor acqueo, il liquido salino che si trova tra la cornea e il cristallino, si annidava il
virus di Ebola.
La notizia, rilanciata dal New York Timese da altri media americani, ha riaperto il dibattito sul micidiale virus
che arriva dall'Africa. Per il dottor Yeh l'Ebola nell'umor acqueo (ma non nella lacrimazione e nei tessuti
esterni dell'occhio) non presenta pericoli d'infezione per gli altri, ma dimostra come tutti coloro che sono stati
ammalati (e sono sopravvissuti) di Ebola dovrebbero farsi visitare per essere certi che non ci sia stata una
contaminazione nell'occhio. Oltre alla rapida perdita della vista l'iride dell'occhio sinistro di Ian Crozier ha
cambiato colore, passando dall'azzurro al verde dieci giorni dopo i primi sintomi.
È molto raro che un'infezione virale possa cambiare il colore dell'iride e Ian Crozier rimase sotto shock
(«come se mi avessero assalito, era una cosa così personale»). Col passare dei giorni e visto che non
c'erano stati miglioramenti il medico, insieme al team di sanitari dell'Emory che lo aveva in cura, decise che a
quel punto non aveva molto da perdere e riuscì a ottenere dalla Food and Drug Administration un permesso
speciale per usare una medicina sperimentale (potrebbe essere un potente corticosteroide, ma i medici
hanno preferito non rivelarlo) in pillole. Non c'era alcuna garanzia di successo, sta di fatto che solo dopo
questa terapia intensiva - diversi altri medicinali classici contro l'uveite non avevano risolto nulla - il dottor
Crozier ha iniziato a recuperare la vista.
Gli studi su Ebola sono ancora in evoluzione. Solo recentemente si è scoperto che il virus resta presente
nello sperma per diversi mesi e problemi - considerati collaterali - agli occhi erano stati già segnalati
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in Africa su quasi la metà (il 40 per cento) dei sopravvissuti. Con
un problema in più: che in Africa non ci sono abbastanza oftalmologi per curarli. Nessuno però aveva finora
ipotizzato che i problemi all'occhio fossero dovuti alla presenza "nascosta" del virus. Il dottor Crozier ha
raccontato come oltre all'occhio aveva avuto anche una significativa perdita dell'udito (sempre nella parte
sinistra). «Sono stati giorni terribili ed ero molto depresso, era come se l'intera parte sinistra della tua vita se
ne fosse andata». Ha passato il Natale all'ospedale, poi finalmente ha visto la fine del tunnel: «Il mio caso
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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La Repubblica
Pag. 19
(diffusione:556325, tiratura:710716)
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può aiutarea cambiare il corso della malattia per i sopravvissuti, ora bisogna iniziare a preoccuparsi di questa
cosa».
PER SAPERNE DI PIÙ www.nytimes.com www.who.int/en/
I NUMERI
11.000 LE VITTIME Più di 11mila persone sono morte dal marzo 2014, quando è stata dichiarata
ufficialmente l'emergenza
26.600 CONTAGIATI Più di 26.600 persone sono state infettate dal virus: la maggior parte in Africa, ma
anche in Usa ed Europa
32,6 mld I COSTI Secondo la Banca Mondiale Ebola è costata oltre 32 miliardi di dollari alle economie dei
paesi più colpiti
Foto: L'IRIDE L'occhio del dottor Ian Crozier dopo che il virus dell'Ebola si è nascosto nell'iride (Foto Emory
Eye Center). A sinistra, Crozier quando era volontario dell'Oms in Africa
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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09/05/2015
La Stampa
Pag. 1
(diffusione:309253, tiratura:418328)
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DIPENDENTI PUBBLICI
Le visite mediche sono "malattia"
Il Tar del Lazio cancella la norma che obbligava a usare per messi e ferie
Paolo Russo
A PAGINA 11 Le visite mediche sono "malattia" Per visite mediche, analisi, accertamenti diagnostici e cicli di
terapie l'esercito dei travet non dovrà più «bruciare» i tre giorni di permesso retribuito l'anno o, peggio ancora,
le ferie, perché le giornate spese per controllare il proprio stato di salute tornano ad essere considerate di
malattia. Lo ha stabilito il Tar del Lazio con una sentenza che una circolare del Ministero della salute rende
ora operativa per i propri dipendenti, ma che apre la strada a provvedimenti analoghi da parte delle altre
amministrazioni pubbliche, scuola compresa, obbligate ad eseguire quanto disposto dai giudici. Assenze
anomale Che le assenze per malattia abbondino nel pubblico impiego lo dicono i numeri dell'Inps: oltre 30
milioni di giornate perse l'anno e quasi 5 milioni di certificati inviati in ufficio. In pratica ognuno dei tre milioni e
trecentomila travet si ammala una volta e mezzo l'anno. Quasi il doppio rispetto al privato. E come ricordano
gli stessi giudici nel dispositivo della sentenza n. 5714 del 2015, la norma da loro stessi annullata «è stata
disposta perché si erano spesso riscontrate anomalie nel ricorso all'istituto della assenza per malattia da
parte dei pubblici dipendenti in caso di visite specialistiche o di terapie di breve durata». Ma se qualcuno ci ha
marciato il ministero della Funzione pubblica, secondo i giudici, ci sarebbe andato giù un po' troppo duro con
una circolare del 2014, che applicava un decreto del governo Letta, nel solco di quelli di Brunetta, affermando
che «per l'effettuazione di visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici il dipendente deve
fruire dei permessi». Una «ingiustizia manifesta», secondo un ricordo di Flc- Cgil in quanto «i permessi hanno
una finalità del tutto diversa da quella relativa alla cura dello stato di salute». Nuova circolare I giudici hanno
dato ragione al sindacato, ma resta da capire quando analisi, accertamenti e terapie siano assimilabili alla
malattia e quando no. Sicuramente per il trattamento di patologie gravi, come tumori o diabete, perché
rispetto a queste né Brunetta prima, né Letta poi, nel tentativo di dare una stretta all'assenteismo si sono mai
sognati di costringere i lavoratori a chiedere un permesso. Il giorno di malattia scatta anche nelle circostanze
ricordate dallo stesso Tar. Ossia «ogni qual volta il dipendente debba effettuare esami diagnostici, terapie,
visite e il medico curante ritenga sussistente uno stato patologico o gli esami e le terapie abbiano carattere
invalidante». Ma cosa succede se l'accertamento è richiesto per un sospetto di malattia, magari per escludere
un tumore con una Tac? Qui, ammettono alla direzione del personale del Ministero della salute, la normativa
non è chiara, «anche se nella pubblica amministrazione di prassi si segue un parere dell'Aran, l'agenzia per i
contratti pubblici, che assimila anche questi casi alla malattia». Ma forse una nuova circolare della Funzione
pubblica aiuterebbe a sciogliere i dubbi e a rendere più omogeneo il trattamento dei travet.
«Pervisite,terapie,ed esamidiagnosticiil dipendentedevefruire deipermessi» Circolare del 2014 In
applicazione di un Decreto governativo
Imedici difamiglia sifermano il19maggio n Una giornata di stop (il 19 maggio) con la chiusura degli studi
per sciopero dei medici di famiglia. I sanitari protestano perchè, avvertono, a rischio è la stessa
sopravvivenza della figura del medico di base. Così da oggi parte la campagna «Io non vado col primo che
capita. Il mio medico di famiglia lo scelgo io» per dire no alla «abolizione del medico di famiglia». Secondo i
sanitari è questa la prospettiva «che si realizzerà a causa delle politiche guidate solo da criteri economicistici
e di bilancio»
Foto: Salute I dipendenti pubblici potranno effettuare analisi e visite mediche chiedendo una giornata di
malattia NEWPRESS
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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09/05/2015
Il Messaggero
Pag. 56
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Condannato anche un anestesista del San Filippo Neri: «Provocò il decesso di un giovane prima
dell'operazione» Processo per tre sanitari dell'Umberto I accusati di omicidio colposo: avrebbero sbagliato la
terapia ad un cinquantenne LE DUE VICENDE DI MALASANITÀ SONO AVVENUTE TRA IL 2008-2010 LA
DIFESA: PAZIENTE NON INTUBABILE
Michela Allegri Riccardo Di Vanna
IL PROCESSO Hanno praticamente salvato la vita ad un paziente cinquantenne, diagnosticando per tempo
un grave aneurisma dell'aorta, intervenendo in modo impeccabile e, poi, eseguendo un'operazione chirurgica
da manuale. Peccato che, durante il decorso postoperatorio, il degente sia stato quasi dimenticato: dopo
essere stato trasferito in un reparto inadatto, e dopo non essere stato curato con i farmaci adeguati a
contrastare una crisi d'ipertensione, Goffredo V., ricoverato tra le corsie del policlinico Umberto I, è deceduto
per un arresto cardiorespiratorio. Per questa vicenda 3 dottori sono finiti sotto processo per omicidio colposo.
Secondo l'accusa, avrebbero commesso una serie di «imprudenze, negligenze e imperizie» che avrebbero
provocato la morte del paziente. Sul banco degli imputati, ci sono l'anestesista che ha seguito Goffredo nella
fase successiva all'intervento e i medici di turno del reparto in cui la vittima è stata trasferita. Era il 10 febbraio
del 2008. Il cinquantenne era stato appena operato e, poi, era stato spostato nell'ala di Semiotica Chirurgica
del nosocomio, per superare la convalescenza. Secondo gli inquirenti, la sezione in questione sarebbe stata
inadatta per curare il paziente. E non è tutto: a detta dei magistrati, i dottori di turno non avrebbero monitorato
la pressione arteriosa del degente e, di conseguenza, non avrebbero somministrato al cinquantenne la
terapia adeguata. Goffredo era morto dopo 9 ore dall'ingresso nel reparto. A stroncarlo, l'aggravamento di
una crisi ipertensiva. Se la pressione arteriosa fosse stata trattata a dovere, è scritto negli atti, il decesso
sarebbe stato «con ragionevole certezza evitato o significativamente ritardato». Ieri in aula di fronte al giudice
monocratico si è tenuta l'ultima udienza. LA CONDANNA In una sezione penale poco distante, nel frattempo,
un anestesista del San Filippo Neri è stato condannato a 1 anno e 6 mesi, sempre con l'accusa di omicidio
colposo. Secondo gli inquirenti, il camice bianco, incaricato di monitorare la fase preoperatoria di un ragazzo
che si sarebbe dovuto sottoporre ad un intervento chirurgico, non avrebbe rilevato che il giovane era affetto
da una grave talassemia, che aveva provocato una malformazione della laringe, pericolosa in caso di
anestesia. Il giudice ha invece assolto un secondo medico, coinvolto nella medesima vicenda. I fatti risalgono
al dicembre del 2010. Il paziente, di soli 29 anni, era arrivato in sala operatoria per l'asportazione della milza.
A causa dell'errata valutazione effettuata dall'imputato, il degente era stato colpito da sindrome asfittca
«successiva all'induzione dell'anestesia generale», si legge nel capo d'imputazione. Era poi stato sottoposto
senza successo a tre diverse manovre di intubazione e, malgrado la tempestività e una tracheotomia
d'emergenza, non erano riuscite a salvarlo. Secondo l'accusa, il decesso sarebbe stato causato dalle
difficoltà riscontrate nell'intubare il paziente, in virtù della sua pregressa patologia non correttamente valutata.
«Il paziente era un soggetto non intubabile - dichiara l'avvocato Paolo Barone, difensore dell' anestesista inspiegabile il giudizio di responsabilità del mio assistito».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Muore il paziente, dottori sotto accusa
09/05/2015
Il Messaggero
Pag. 56
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Giornata di sciopero in programma per il 19 maggio CAMPAGNA DELLA FIMMG CONTRO IL MANCATO
RINNOVO DELLA CONVENZIONE REGIONALE PER I MEDICI DI BASE
L'AGITAZIONE Parte la battaglia dei medici di famiglia, che annunciano un maggio di fuoco contro il mancato
rinnovo della convenzione della Regione per i medici di base che «snaturerà la nostra figura». Intanto con
una giornata di stop e la chiusura degli studi per lo sciopero confermato del 19, e poi mobilitazioni e
campagne informative indirizzate ai cittadini. I medici di famiglia scendono in campo perché, avvertono, a
rischio è la stessa sopravvivenza della figura del medico di base. «Per questo - spiega il segretario della
Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Giacomo Milillo - parte la campagna "Io non vado col
primo che capita. Il mio medico di famiglia lo scelgo io" per dire no alla «abolizione del medico di famiglia». È
questa la prospettiva «inevitabile e che si realizzerà nei fatti a causa delle politiche delle Regioni, mirate afferma - a limitare la professionalità e libertà del medico nel suo rapporto di fiducia con i pazienti e guidate
solo da criteri economicistici e di bilancio». Paradossalmente, spiega, si arriverà al punto in cui a «curare» il
paziente sarà il burocrate regionale che, imponendo limiti, impedirà al medico di esercitare liberamente la
propria professione nell'interesse del paziente: magari il medico riterrà necessario prescrivere un numero X di
esami e farmaci, ma sarà costretto a prescriverne solo alcuni per i limiti di bilancio imposti, e gli altri dovrà
pagarseli il cittadino». LE TRATTATIVE Tutto ciò a fronte dello stallo delle trattative per il rinnovo della
convenzione della categoria con il Servizio sanitario e «nessuna convenzione - avverte la Fimmg - significa
nessuna garanzia per la libertà di scelta del cittadino e per la libertà di curare del medico, significa
impossibilità di sanzionare la parte regionale eventualmente inadempiente nei confronti dei medici e dei diritti
dei cittadini e significa non riorganizzare la Medicina di famiglia secondo criteri di migliore corrispondenza con
i bisogni dei cittadini». Rivendicazioni che non hanno nulla di economico: «La Fimmg non chiede aumenti di
stipendio ma che i professionisti siano messi nelle condizioni di esprimersi al meglio», precisa Milillo. Da qui
la mobilitazione: dal 18 maggio le città saranno tappezzate di maxi manifesti per informare i cittadini sulle
ragioni della protesta. Si entra nel vivo oggi e domenica con la manifestazione "Studi aperti" nei week end:
aperti al pubblico alcuni ambulatori, i medici illustreranno ai pazienti i rischi che corre la medicina generale.
Lo stesso accadrà il 23 e 24 maggio. Sarà lanciata online una petizione diretta a premier, ministro e Regioni.
Il culmine con lo sciopero nazionale del 19 maggio: gli studi saranno chiusi dalle 8 alle 20, ma verranno
garantite le urgenze. Si fermeranno anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) dalle 20
alle 24, garantendo le urgenze.
Foto: Protesta dei medici davanti al Miur
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
«Non vogliamo sparire» Parte la battaglia dei medici di famiglia
09/05/2015
Il Giornale
Pag. 29
(diffusione:192677, tiratura:292798)
Il miglior cibo in tavola? È quello «contronatura»
Il libro di Bressanini e Mautino entra nel dibattito sull'alimentazione E smonta molti luoghi comuni. Su Ogm,
«biologico» e rivoluzione verde
Matteo Sacchi
Naturale è bello, e soprattutto buono. Questo è uno dei mantra di un certo tipo di cultura. E ormai anche di un
certo tipo di coltura che, avendo il marchio del biologico, spesso arriva nei negozi con un bel sovrapprezzo.
Niente di male per carità. Nel libero mercato è diritto dell'imprenditore sfruttare commercialmente le mode e
quando ne ha la forza (pubblicitaria) anche alimentarle. Ecco allora che tutto è bio Ogm free, glutine free...
Ogni tanto però non è male mettersi a fare una riflessione seria e scientifica su ciò che mangiamo e
produciamo. Ci hanno pensato Dario Bressanini (chimico e docente universitario) e Beatrice Mautino
(biotecnologa e giornalista) con il loro Contro Natura. Dagli Ogm al "bio", falsi allarmi e verità nascoste del
cibo che portiamo in tavola (Rizzoli, pagg 290, euro17,50). Il libro smentisce un gran numero di luoghi
comuni. Eccone alcuni. GLUTINE L'idea della pasta al glutine venne nel 1847 a Giovanni Buitoni.
Quarant'anni dopo la pastina glutinata entrava nelle case degli italiani sponsorizzato come «Il miglior alimento
per bambini, ammalati, convalescenti, prodotto di regime per obesi, gottosi, uricemici e diabetici». Oggi
scrivere con glutine su una confezione è come scrivere «con veleno aggiunto». In realtà il glutine è
incompatibile con l'alimentazione per chi soffre di Celiachia, malattia autoimmune che ha caratteristiche
genetiche e colpisce l'intestino. Ma gli altri? Sempre più persone sostengono di essere «intolleranti al glutine»
ma su questa presunta patologia esistono pochissime evidenze scientifiche. E molti di quelli che pensano di
soffrirne potrebbero essere intolleranti a tutt'altro. E il dare la colpa a questa sostanza lipoproteica per partito
preso non facilita diagnosi corrette. La psicosi è così forte che sono spuntati dentifrici e shampoo glutine free.
Tanto che per evitare esagerazioni è intervenuta addirittura l'Associazione Italiana Celiachia: «Sottolineiamo
che tutti i detergenti (inclusi i dentifrici, i colluttori e le paste per dentiera), i cosmetici (inclusi rossetto e burro
di cacao) e i prodotti per uso esterno non comportano rischi per il celiaco e possono essere utilizzati in
tranquillità». GRANO Il terrore degli Ogm si è scatenato negli ultimi vent'anni. Ma è da secoli che il grano
viene modificato con gli incroci. I risultati migliori si sono ottenuti col Creso creato negli anni '70. È una
cultivar di frumento duro autunno-primaverile medio-precoce. È stata ottenuta attraverso ibridazione e
successiva selezione: proviene dall'incrocio di un frumento duro del Centro Internacional de Mejoramiento de
Maíz y Trigo - CIMMYT, derivato da un incrocio tra grani duri e teneri con una linea mutante (Cp B144)
indotta da una irradiazione combinata di neutroni e raggi gamma nel frumento duro Cappelli, entrambi a
paglia corta. Come molti altri prodotti della rivoluzione verde ha salvato dalla fame milioni e milioni di persone.
Gli ecologisti si sono accorti dopo decenni di come sia stato sviluppato e presi dal panico "radiattivo" hanno
cercato di accusare il Creso della diffusione della celiachia. Peccato che la celichia dipenda dai geni e se ne
trovino tracce antichissime. Il primo caso certo è quello della così detta Ragazza di Cossa morta nel I secolo
dopo Cristo. Non sono aumentati i malati ma, fortunatamente, la capacità di diagnosticare la malattia.
CAROTE Da qualche anno sono tornate sul mercato le carote nere (in realtà sono viola scuro). Molti
consumatori sono diffidenti e pensano si tratti di una qualche strana modifica. In realtà quelle mutate
geneticamente sono quelle arancioni. La mutazione è stata prodotta nell'Olanda del XVII. E la carota mutata
è a l i m e n t a r m e n t e m i g l i o r e p e r c h é contiene più alfa e beta-carotene. Quella viola però è
sopravvissuta come colorante alimentare. Quando mangiate uno yogurt alla fragola o al lampone il colore lo
dà in succo della carota viola. MUTAMENTO A molti l'idea di modificare i cibi su base scientifica spaventa.
Però i batteri, le muffe, i funghi e i virus che aggrediscono piante ed animali si modificano e automigliorano
continuamente. Quello che è successo con l'epidemia di peronospora che ha colpito nel 1845 le coltivazioni
di patate in Irlanda potrebbe succedere ancora. Ed è una minaccia soprattutto per i Paesi poveri. Lo studio
della genetica e la manipolazione genetica potrebbero evitare disastri. La speranza sono i frumenti sintetici.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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SCIENZA Un saggio nutriente
09/05/2015
Il Giornale
Pag. 29
(diffusione:192677, tiratura:292798)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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OGM I criteri per definire un organismo ogm (geneticamente modificato) sono molto opinabili. Secondo gli
autori: «La scelta legislativa di definire una classe di organismi in base al modo in cui sono stati ottenuti e non
in base alle loro caratteristiche, che alla fine sono le uniche cose che ci interessano quando li dobbiamo
coltivare e mangiare, è a nostro parere la radice di tutti i mali, perché ha dato luogo a una legislazione
irrazionale e a tratti perversa». Infatti sono migliaia le piante mutate per via chimica o con radiazioni e sono
persino usate dagli agricoltori biologici. Insomma si vieta a casaccio. E non in base ai veri rischi. RISO NERO
La variante più diffusa in Italia è il riso Venere. È ricco di fibre piace molto ai fautori del biologico, del naturale.
È «integrale». Tutto vero, però spiegano Bressanini e Mautino «la varietà la si deve a un genetista cinese»
che la creò nel 1997. Lo controlla praticamente una sola cooperativa agricola che ne detiene il brevetto.
Quindi non fate troppo caso a chi ve lo vende nelle varie confezioni, è sempre lo stesso prodotto. «Possiamo
quindi trovare sugli scaffali confezioni di riso Venere con prezzi molto diversi tra loro, anche se la materia
prima di partenza è la stessa». Brevetti, genetisti, filiera controllata. Il riso nero Venere è uno splendido
alimento con caratteristiche nutritive fantastiche. Perché? Perché non è naturale e perché un brevetto lo
tutela, come è giusto che sia per le opere dell'ingegno. Ma non ditelo a quelli che vorrebbero tornare alla
dieta del neolitico.
Foto: ERETICI Sopra, la copertina del libro di Bressanini e Mautino, in basso quelle del saggio di Chicco
Testa e del romanzo di Massimiliano Parente
09/05/2015
QN - Il Resto del Carlino
Pag. 46
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Cosmofarma premia le aziende più dinamiche nella ricerca
'Innovazione e ricerca' è il nuovo prestigioso riconoscimento che Cosmofarma Exhibition, la rassegna del
settore farmaceutico svoltasi a Bologna, ha assegnato alle aziende più dinamiche. Quattro le categorie:
automedicazione, alimentazione, dermocosmesi e tecnologia. Per la dermocosmesi ha trionfato la ricerca sul
microbioma dei laboratori La Roche-Posay: un prodotto viso-corpo anti-infiammatorio e anti-prurito per la
dermatite atopica. Per la sezione alimentazione il premio è andato alla ricerca Giuliani per il primo pane di
frumento senza glutine ma col sapore del pane tradizionale Bontà di Pane (nella foto). Per tecnologia è stato
premiato Ellipta di GlaxoSmithKline un inalatore contro asma e bronco-pneumopatia cronica ostruttiva. Easy
Chain di Sartoretto Verna ha avuto il premio per la categoria tecnologia - arredi. Per automedicazione il
premio è andato a Dompé per Fluifort sciroppo contro tosse e catarro. Il premio per il miglior progetto Start
Up 2015 tecnologia per il settore Health, è andato a CarePy che con le loro applicazioni rafforzano il legame
tra farmacia e cliente.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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Cosmofarmapremia le aziendepiù dinamichenella ricerca
09/05/2015
Avvenire
Pag. 12
(diffusione:105812, tiratura:151233)
In alcune regioni italiane i pazienti accedono ai nuovi farmaci oncologici anche 600 giorni dopo l'approvazione
da parte dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), con notevoli differenze tra regione e regione. Il dato emerge
dal Convegno nazionale sull'etica in oncologia, promosso dall'Aiom (Associazione italiana di oncologia
medica) e dalla Fondazione Aiom, che si è aperto ieri a Ragusa.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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SALUTE Farmaci anticancro in ritardo in parte d'Italia
09/05/2015
Libero
Pag. 27
(diffusione:125215, tiratura:224026)
La vera profezia dell'apocalisse: l'umanità malata di salutismo
Si ripubblica il romanzo-cult «I prigionieri del caduceo» dell'autore americano Nella Terra dominata dai
medici, la critica di una società dedita solo al corpo
FRANCESCO BORGONOVO
Ward Moore è uno di quei profeti appartati che solo la fantascienza sa regalare, e solo la straordinaria collana
Urania di Mondadori è capace di scoprire. Questo mese nelle edicole si trova il volume intitolato I prigionieri
del caduceo , uscito originariamente nel 1959 e frutto della collaborazione fra Moore e Robert Bradford. Il
testo pubblicato da Urania, tuttavia, è una riscrittura successiva dell'opera realizzata dal solo Moore
(americano, nato nel 1903 e morto nel 1978). Un gioiello distopico che fa rabbrividire per la sua attualità. La
trama la sintetizzano nella postfazione Gianfranco De Turris e Sebastiano Fusco, due istituzioni italiche in
materia di science fiction, horror e fantastico (basti citare il contributo che hanno dato alla diffusione
dell'opera di H.P. Lovecraft): «Dopo una devastante guerra batteriologica globale scoppiata alla metà del XXI
secolo (l'azione si svolge nel 2055), l'intero pianeta, con la popolazione ridotta al 40 per cento, è governato
dai medici, la classe alla quale l'umanità superstite si è rivolta in quanto l'unica capace di tutelarne la vita e la
salute». Gli unici a opporsi sono i cosiddetti Anormali, persone considerate sostanzialmente «malate» dai
dottori al potere. E qui cominciano le inquietanti analogie con la contemporaneità. Perché l'evidente bersaglio
di Moore è la cultura del salutismo fanatico. Esattamente quella che ora domina l'Occidente. Oggi, come ha
giustamente notato Alain de Benoist nel recentissimo I demoni del bene (Controcorrente), «i mezzi di
informazione e i telegiornali attribuiscono sempre più importanza ai "problemi di salute"». Siamo nell'era del
fitness estremo, cibo e attività fisica ci ossessionano. Come scrivono De Turris e Fusco, viviamo in un'epoca
in cui «lo Stato impone un numero massimo di calorie alle mense scolastiche pubbliche. Le compagnie aree
aumentano il costo dei biglietti per gli obesi. Le amministrazioni comunali vietano il fumo nei parchi pubblici, e
in alcune città addirittura nelle abitazioni private (...). La dieta "vegana" - un'ideologia vegetariana integralista
e missionaria - diviene un cult per i vip». Il modo di prendersi cura della propria salute diventa esso stesso
morboso. Lo scrive ancora De Benoist: «Nell'Antichità, la malattia era considerata uno squilibrio dell'armonia
che presiedeva alle combinazioni formali della natura. Oggi, l'essere umano diventa un assemblaggio di pezzi
staccati e di organi da riparare che si sorvegliano e si cambiano in attesa di poterli modificare. La medicina
pratica in qualche modo l'autopsia dei corpi viventi». Nel romanzo di Moore gli uomini, se non sono medici,
sono pazienti. E, a discrezione dei dottori, possono diventare in un attimo «Anormali», malati. Il problema,
quello che oggi si ripropone, è che la nuova religione salutista trasforma in patologia anche ciò che non è
patologico. Fino a che la vita stessa non diventa una malattia. L'obiettivo è la creazione di esseri umani in
serie, standardizzati, magri ed efficienti. Il grasso viene cancellato. La carne è tabù. Tutto ciò che è
«differente» viene escluso. Siamo nel Mondo Nuovo raccontato da Aldous Huxley o nel futuro di Michel
Houellebecq, in cui gli umani si riproducono per clonazione, sacrificando le «parti scadenti», al fine di
migliorare la specie. Il romanzo di Ward Moore esaspera, ma nemmeno troppo, quello che ci troviamo a
vivere. Mette in scena ciò che, già negli anni 70, Ivan Illich aveva battezzato «nemesi medica». Ma se oggi è
politicamente scorretto fumare o mangiare una bistecca, figuratevi quanto può risultare sgradevole
l'esposizione di certe idee critiche verso il culto della salute. De Turris e Fusco hanno spiegato il loro pensiero
con un notevole coraggio, e bisogna dare atto a Giuseppe Lippi, curatore di Urania e a sua volta istituzione
del «fantastico» in Italia, di aver ripubblicato un romanzo strepitoso che rischiava di non vedere mai la luce.
La prima edizione italiana del libro di Moore, infatti, doveva uscire per l'editore Coniglio, che però nel
frattempo è fallito (grave perdita). Urania ha ereditato il progetto e nel volume che trovate in libreria è
presente anche la postfazione firmata appunto da Fusco e De Turris, che doveva comparire nella versione
pensata per Coniglio. Tuttavia, viste le argomentazioni dei due curatori - forse un po' troppo vicine a quelle di
De Benoist - prima della postfazione è stata aggiunta una noterella, in cui si precisa che essi esprimono «idee
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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WARD MOORE
09/05/2015
Libero
Pag. 27
(diffusione:125215, tiratura:224026)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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proprie e polemiche proprie». Una mezza presa di distanza, insomma. Tollerabile, visto che alla fine il
romanzo si legge e con esso la postfazione «incendiaria». Ma un po' urtante, perché appare come l'ennesima
vittoria del politically correct. E in una collana eccellente come Urania forse non ce n'era bisogno. IN UN
MONDO DI MAD DOCTORS Il medico Herbert West nel film «Re-Animator» (1985) di Stuart Gordon, tratto
dall'omonimo racconto di H.P. Lovecraft. Sotto, la copertina del volume Urania di Ward Moore
09/05/2015
Il Tempo
Pag. 18
(diffusione:50651, tiratura:76264)
Red. Cro.
Sembrava un negozio di bigiotteria, profumi e articoli erotici, ma il titolare vendeva anche viagra illegale. Per
questo l'autorità giudiziaria ha disposto un avviso di garanzia per il reato di importazione e vendita di farmaci
illegali per lo Stato italiano e un decreto di perquisizione che la Polizia Locale ha eseguito ieri al negozio e
presso l'abitazione dell'esercente che si improvvisava farmacista attentando di fatto alla salute degli utenti. A
seguito di un sequestro già effettuato nel mese scorso durante i controlli all'Esquilino, che ha comportato il
ritiro di quattordici confezioni di viagra da quattro pasticche e quattro confezioni di gel da sette bustine e degli
esami di laboratorio che hanno confermato l'illegalità del medicinale, i caschi bianchi hanno proceduto ieri al
sequestro di altri trentotto blister contenti quattro pasticche ciascuno e tre confezioni di viagra gel contenenti
sette buste ciascuna. Il bottino più grande è stato tuttavia rinvenuto nell'abitazione del commerciante, dove
sono stati sequestrati ben ottanta blister per un totale di 320 pasticche. Sono in corso indagini per individuare
il canale di distribuzione di questo farmaco illegale.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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Maxi sequestro di viagra in farmacia illegale Esquilino
09/05/2015
La Notizia Giornale
Pag. 12
Il nuovo corso della reumatologia Dalla diagnosi precoce alla terapia
Molto spesso i naturali acciacchi dell'età c'entrano poco E trascurare i dolori può finire per bloccarci del tutto
La vera causa di queste malattie non è del tutto nota In Italia ne soffrono 370mila persone
carlO perricOne *
In Italia ci sono più di 370.000 malati reumatici, che pesano per il 27% del le pensioni di invalidità. Il problema
lo liquidiamo genericamente come banali "reumatismi", associandolo ai dolori che compaiono con l'età più
avanza ta, con gli "acciacchi" e i cambiamenti del tempo. Eppure, questo tipo di affezioni rappresenta solo
una parte delle "Malattie reumatiche", che racchiudono invece un gruppo di oltre 150 patologie caratterizzate
da un andamento cronico e generalmente dalla presenza di uno stato di infiammazio ne. Le malattie
reumatiche sono invece del le condizioni morbose che causano disturbi principalmente a carico dell'apparato
loco motore e in generale ai tessuti di sostegno (connettivi) dell'organismo. Sono malattie spesso
diversissime, che hanno anche gra di di severità differente e che in realtà pos sono colpire non solo
articolazioni, ossa, tendini e muscoli, ma potenzialmente qual siasi organo o apparato. Possono quindi in
teressare cuore, polmone, rene, apparato gastro-enterico, occhi, pelle. NON SOLO DOLORI ARTICOLARI Il
dolore alle articolazioni è una componen te molto importante anche se non tutti i dolori articolari sono uguali.
Il dolore tipicamente not turno o che provoca rigidità al risveglio è tipicamente infiam matorio, mentre il dolore
che peggiora con il movimento è più spesso degenerativo (da artrosi). In alcune malat tie reumatiche non
sempre il dolore è l'unica spia di allar me; possono essere presenti altri sintomi come secchezza agli occhi o
alla bocca, il fenomeno di Raynaud (le dita delle mani che cambiano colore con il freddo), la psoriasi,
l'infiammazione oculare, la fotosensibilità (l'eritema dopo l'esposizione al sole), l'aftosi della bocca o genitale.
Se questi sintomi sono presenti ormai da diverse settimane è consigliabile rivolgersi al reumatologo. LA
FAMILIARITÀ CONTA Le malattie reumatiche vengono classifi cate e suddivise in base alla loro natura. Una
grossa fetta è costituita dalle malattie infiammatorie ed autoimmuni, le quali in sorgono per un'alterazione del
sistema immunitario. Sebbene la causa non sia nota, si presuppone che in soggetti geneticamente
predisposti, diversi fattori scatenanti (quali infezioni, fumo di sigaretta...) possono scatenare una reazione
abnorme del sistema immunitario. Va precisato che queste malattie non sono ereditarie ma familiari (cioè non
si ereditano ma si ha solo un'aumentata predisposizione se si ha un familiare affetto). Il sistema immunitario
va poi ad "attaccare" i tessuti interessati, quali la membrana sinoviale che riveste le articolazioni. Qui le
cellule dell'infiammazione producono alcune molecole chiamate citochine che a loro volta causano
l'infiammazione. Ecco che si sviluppa l'artrite che si manifesta con la produzione di liquido nell'articolazione,
visibile come una tumefazione, e con arrossamento e calore della stessa. GUAI CRONICI I principali
reumatismi infiammatori sono: l'artrite reumatoide, l'artrite psoriasica, la spondilite anchilosante, le connettiviti
(il lupus eritematoso sistemico, la sindrome di Sjogren, la dermato-polimiosite, connettiviti indifferenziate e
mista) e le vasculiti. Artrosi, reumatismi extra-articolari e artriti da microcristalli. L'artrosi è una malattia
degenerativa cronica caratterizzata da una minore componente infiammatoria, dal danno cartilagineo, con
una risposta produttiva dell'osso. In questa condizione i fattori di rischio principali sono l'età, fattori meccanici,
l'obesità, l'infiammazione stessa. Un'altra malattia piuttosto frequente è la gotta che è causata dal deposito di
cristalli di acido urico nelle articolazioni con conseguente infiammazione. Il dolore può essere particolarmente
intenso nelle fasi acute ed è spesso (ma non sempre) localizzato alla base del primo dito del piede (il
cosiddetto podagra). Inoltre, insor ge solitamente di notte e tende a regredire spontaneamente nel giro di
qualche ora. La gotta colpisce in particolare persone con dismetabolismo, quei soggetti cioè in sovrappeso o
obesi, con dislipidemie, alterazione della tolleranza al glucosio o diabete, spesso con consumo eccessivo di
alcool ed un'alimentazione ricca in carni rosse e frattaglie. DONNE KO Fra i reumatismi cosiddetti extraarticolari sono comprese quelle forme localizzate come le tendiniti, le periartriti, le borsiti, le sindrome
dolorose miofasciali (i "reumi" nella dizione popolare). Comprendono anche forme piuttosto comuni fra cui la
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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Diagnosi difficile
09/05/2015
La Notizia Giornale
Pag. 12
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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sindrome fibromialgica. Questa, è una malattia molto frequente soprattutto nel sesso femminile, che se da un
lato non provoca alterazioni come deformità, d'altro canto può essere molto invalidante ed avere un forte
impatto sulla qualità di vita dei soggetti affetti. Il dolore è diffuso e coinvolge muscoli ed articolazioni,
accompagnato ad una profonda stanchezza (astenia). Nella diagnosi un ruolo chiave è svolto dall'evocazione
del dolore alla pressione di alcuni punti chiamati tender points. AGIRE PRESTO È chiaro come le malattie
reumatologiche possono influenzare la vita di chi ne è af fetto, oltre il dolore che già può impedire lo
svolgimento delle normali attività quotidiane. Rassegnarsi al dolore è sbagliato; rivolgersi al proprio medico
curante e decidere di effettuare una visita reumatologica consente di bloccare l'evoluzione di tali malattie e di
restituire al malato la propria vita. Per quanto ri guarda la diagnosi e i nuovi strumenti a disposizione del
reumatologo, la prima osservazione da fare è che più precocemente si riesce a diagnosticare una malattia
reumatica e, generalmente, migliore sarà la risposta al trattamento. È quindi molto importante che in
presenza di sintomi suggestivi di una artrite come dolore, tumefazione articolare, rigidità mattutina ci si rivolga
subito al medico di Medicina Generale che valuterà la situazione e deciderà se inviare allo specialista. Il
reumatologo oggi si avvale anche di nuove tecniche di indagine. Gli esami di laboratorio sono fondamentali e
il medico valuterà quali i più indicati da eseguire sulla base del quadro clinico e sulla scorta dell'indagine
anamnestica. Oltre alla radiografia convenzionale, alla risonanza magnetica e alla tomografia computerizzata,
un cenno a parte merita l'ecografia muscolo-scheletrica. Questa è una metodica non-invasiva e di rapida
esecuzione che fornisce un contributo essenziale nella diagnostica differenziale fra malattie infiammatorie e
degenerative. Le diverse alterazioni che si hanno in corso di malattie reumatiche, possono essere studiate
con questa metodica. Si identificano il versamento, l'ipertrofia della membrana sinoviale, la presenza di
vascolarizzazione (e quindi di flogosi attiva) con lo studio power-Doppler. Ma anche le alterazioni ossee quali
erosioni o osteofiti, ed altera zioni tendinee (tendinopatie, tendiniti, entesiti) possono essere valutate tramite
ecografia muscolo-scheletrica. Inoltre, con l'ecografia permette di seguire l'andamen to della malattia nel
tempo identificando gli stati di attività e di remissione e consente di eseguire terapia infiltrativa guidata al fine
di avere la certezza del buon esito della procedura. La capillaroscopia è un tecnica che permette già in
ambito ambulatoriale, di studiare differenti malattie reumatiche attraverso l'osservazione della
microcircolazione cutanea subungueale. La capillaroscopia è una metodica non-invasiva e di rapida
esecuzione che tramite un microscopio permette di osservare i capillari alla base delle unghie. Oltre ad
essere di fondamentale importanza nella diagnosi precoce della sclerosi sistemica, trova la sua applicazione
anche nello studio delle microangiopatie da malattie autoimmuni come dermato-polimiosite, connettivite
mista, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, oltre allo studio del fenomeno di Raynaud. COME
CURARSI Diventa chiaro, dunque, la necessità di affrontare tutti questi problemi, per evitare che degenerino.
Le frecce all'arco del reumatologo crescono di anno in anno per ognuna delle affezioni, rimanendo fonda
mentale il ruolo dei cortisonici e dei farmaci anti-infiammatori non steroidei, affiancati da una classe di farmaci
in grado di modificare l'andamento della malattia: i co siddetti DMARDs. Questi sono
immunomodulatori/immunosoppressori che "modulando" il sistema immunitario permettono in molti pazienti il
controllo della malattia. Nell'artrosi il man tenimento della funzione articolare con un corretto carico,
un'adeguata attività fisica, l'uti lizzo della terapia infiltrativa intra-artico lare, di farmaci analgesici e di
"nutrienti" delle cartilagini sono tutti presidi che trovano la loro applicazione. Nella fibromial gia trovano uso
terapie volte alla rimozione del dolore come farmaci centrali e farmaci miorilassanti (come alcuni
antidepressivi) insieme alle modifiche delle abitudini quo tidiane del paziente, incluso lo svolgimento di una
corretta, regolare, moderata attività fisica aerobica. * Reumatologo
09/05/2015
La Notizia Giornale
Pag. 13
La Sanità digitalizzata può aiutare i conti e milioni di pazienti
Digitalizzare la sanità italiana per contra stare corruzione e sprechi. Gli italiani - che in un caso su due sono
oggi convinti di un inevitabile peggioramento del Servizio sa nitario nazionale - vedono nell'informatiz zazione
del sistema una strada per fermare il declino. A sostenerlo è l'indagine "Uni verso salute", realizzata
dall'istituto G&G Associated per FASI, il Fondo bilaterale di Confindustria e Federmanager, guidata da
Stefano Cuzzilla ( nella foto ), presentata nei giorni scorsi a Roma. Diffondere il fascicolo sanitario elettronico
o gestire prenotazioni, fatture e pagamenti esclusivamente online possono far risparmiare la Sanità e aiutare
moltissimo i pazienti. Una digitalizzazione oggi più facile per la diffusione di internet dei comuni smartphone.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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la ricerca
08/05/2015
Viver Sani e Belli - ed. N.20 - 8 maggio 2015
Pag. 91
(diffusione:178924, tiratura:864000)
farmacie
"Potenziate" per l'Expo
Massima assistenza sanitaria per i milioni di visitatori attesi all'Esposizione universale di Milano. Federfarma
ha, infatti, annunciato un investimento di oltre 4 milioni di euro per potenziare le strutture sanitarie lombarde.
In particolare, per tutti i sei mesi di Expo, le farmacie della zona che ospita il quartiere espositivo estendono il
loro orario di apertura e hanno a disposizione due software per assistere al meglio i pazienti stranieri.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/05/2015
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VIVERE INSEME
VITA IN FARMACIA
5 articoli
09/05/2015
La Repubblica - ed. Milano
Pag. 11
(diffusione:556325, tiratura:710716)
La Regione butta 150 mila vaccini rimasti inutilizzati "Spreco enorme"
Pagati 569mila euro, sono scaduti I 5 Stelle: "Fallite le campagne promozionali verso i pazienti" Le
somministrazioni calate del 20% per l'aumentata diffidenza della gente Le dosi non impiegate non vengono
rimborsate dalle case farmaceutiche
ALESSANDRA CORICA
MEZZO milione di euro. È la cifra che la Regione ha pagato, ma non potrà avere indietro, per acquistare oltre
150mila vaccini antinfluenzali che non sono stati utilizzati. E che, adesso che la campagna vaccinale si è
conclusa, dovranno essere eliminati. Senza che un euro di quanto già speso possa essere recuperato. I dati
sono stati forniti, in seguito a una richiesta del Movimento cinque stelle, dalla Direzione generale salute di
Palazzo Lombardia.
Per vaccinare anziani over 65, malati cronici e professionisti del mondo sanitario - le categorie considerate a
rischio - la Regione quest'anno ha comprato tramite Arca, la centrale regionale degli acquisti, poco meno di
1,3 milioni di vaccini. Di tre tipi: l'Intanza e il Vaxigrip della Sanofi Pasteur, e il Fluad della Novartis. Del quale
a novembre l'Aifa ha bloccato due lotti in seguito alla segnalazione di alcuni decessi sospetti, rivelatisi poi
indipendenti dal farmaco. Delle dosi acquistate dalla Regione, più del 10 per cento non è stato iniettato: in
tutto, 157.504 vaccini. Il cui valore, 569.771,31 euro, è stato speso per acquistare i farmaci dalle case
produttrici. Ma che adesso, come spiega il direttore generale Walter Bergamaschi nel documento inviato ai
grillini, non potrà essere recuperato. «Non è previsto - si legge nella nota - un rimborso spese per le dosi non
impiegate, le quali, alla scadenza del periodo di validità, vengono smaltite dai servizi farmaceutici delle Asl
nel rispetto della normativa relativa allo smaltimento dei farmaci scaduti». Tradotto, i vaccini inutilizzati
finiranno nel cestino. Senza possibilità di recupero. All'attacco i Cinque stelle: «Maroni protesta per i tagli alla
sanità e ignora, o finge di non vedere, uno sperpero madornale - scandisce il grillino Dario Violi - . Con una
programmazione della campagna antinfluenzale più sensata e coerente quel denaro poteva essere
facilmente risparmiato e impiegato utilmente per il comparto sociosanitario lombardo». Ma perchè le dosi
avanzate non potranno essere utilizzate l'anno prossimo? «Il vaccino deve essere aggiornato - spiega il
virologo della Statale Fabrizio Pregliasco, sovrintendente sanitario dell'istituto Galeazzi - . Nel nostro emisfero
la composizione si rivede ogni anno a febbraio, in base all'andamento dell'epidemia nell'emisfero australe
dove in quel periodo iniziano a diffondersi i virus che da noi arriveranno sei mesi più tardi. Senza questo
aggiornamento, il rischio è che la copertura vaccinale non sia efficace». Un problema, quello dei vaccini non
utilizzati, a cui quest'anno si è sommato l'andamento negativo della campagna vaccinale. Con flessioni anche
del 20 per cento dei pazienti vaccinati, a Milano, rispetto all'anno scorso. «Il blocco del Fluad ha scoraggiato
tanti, anche se era indicativo non della pericolosità del farmaco, ma dell'accuratezza dei controlli dell'Aifa ragiona Pregliasco - . Purtroppo, ha toccato un nervo scoperto, che è la poco fiducia che c'è nei confronti dei
vaccini».
www.asl.milano.it www.airc.it PER SAPERNE DI PIÙ
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/05/2015
24
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La sanità
09/05/2015
La Repubblica - ed. Genova
Pag. 4
(diffusione:556325, tiratura:710716)
La celiachia spiegata ai bambini
SAPER distinguere il "cibo che brontola da quello che sorride", con opuscoli a misura di bambino, giochi e
consigli del farmacista per un progetto di inclusione alimentare che prenderà il via, da lunedì prossimo, nelle
302 farmacie genovesi, con la distribuzione di 15 mila pieghevoli.
La campagna "Tutti per uno...
una tavola per tutti" è promossa da Federfarma Genova che si è appoggiata alla startup creativa
"CucinaMancina". Negli opuscoli i bambini troveranno informazioni utili per conoscere i "cibi che brontolano".
"Che possono fare male ai celiaci, agli intolleranti al lattosio, agli zuccheri e al sodio precisa Edoardo
Schenardi, ideatore della campagna -: ma è anche una sfida interattiva, illustrata, che diventa una vera e
propria storia da consegnare al farmacista".
"Abbiamo attivato 1.500 farmacisti e 302 farmacie genovesi che - aggiunge Carlo Rebecchi, presidente di
Federfarma Genova - da lunedì prossimo cercheranno di sensibilizzare bambini e famiglie sui temi delle
diversità alimentari.
Si tratta di una reale problematica sanitaria". Che in Liguria coinvolger circa 47 mila persone.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/05/2015
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L'INIZIATIVA
09/05/2015
QN - Il Giorno - ed. Como Lecco
Pag. 8
(diffusione:69063, tiratura:107480)
La municipalizzata della cittàgode ancora di buona salute
Parcheggi e farmacie hanno fatto crescere l'utile
di ROBERTO CANALI CANTU' NONOSTANTE la piscina, che perde oltre mille euro al giorno e si conferma
in tutti i sensi un buco nell'acqua, chiude con il sorriso il 2014 Canturina Servizi, che può contare su un utile
netto pari a 35mila euro, a fronte di oltre 227mila euro versati nelle casse del Comune di Cantù a titolo di
canone per i servizi in concessione. Lo stato di buona salute della municipalizzata è testimoniato dal margine
operativo lordo che registra un utile di 532mila euro, in crescita del 21% rispetto all'esercizio precedente,
merito delle buone performance nel comparto farmacie (che portano a casa un utile netto di 360mila euro) e
alla voce parcheggi, dove l'utile è di 177mila euro. «Abbiamo migliorato le nostre performance abbattendo i
costi e cercando di rendere più efficiente i nostri servizi conferma il presidente, Massimo Di Domenico (nella
foto) La dimostrazione sono le nostre farmacie, che pur applicando un contratto pubblico sono gestite con un
grado di efficienza che si può riscontrare solo nel mondo privato. Grazie all'impegno del nostro personale lo
scorso anno abbiamo ottenuto dei risultati molto positivi. Lo stesso si può dire sul fronte dei parcheggi (+31%
di ricavi ndr.), dove la nuova gestione delle aree di sosta decisa dal Comune ci ha permesso di recuperare
quelle risorse che permettono di compensare le perdite accumulate dalla piscina». La vera croce di Canturina
Servizi sulla quale nel 2014 ha pesato anche il meteo. «Praticamente si può dire che l'estate non c'è stata e
questo ha influito sul bilancio prosegue il presidente speriamo che quest'anno le cose possano andare ben
diversamente. Siamo pronti ad aprire a fine maggio con l'opzione, se il meteo dovesse essere incerto, di
concedere anche l'utilizzo del solarium e della vasca interna». La partita in questo caso è legata al
rifacimento dell'impianto che oggi è troppo energivoro. «ABBIAMO delle idee su quell'area dove si concentra
l'offerta sportiva della nostra città e in cui potrebbe sorgere anche il nuovo palazzetto conferma Di Domenico
La nostra municipalizzata sempre più dovrà specializzarsi nell'efficienza energetica e proprio lì potrebbe
essere realizzato un impianto in grado di servire non solo le strutture sportive, ma anche le scuole, le aree
commerciali e addirittura gli insediamenti civili. Un progetto che siamo pronti ad affrontare con i privati».
Intanto la città diventa sempre più smarth, a partire dai parcheggi che tra un po' diventeranno intelligenti e
segnaleranno ai vigili e agli ausiliari della sosta i furbi che parcheggiano senza pagare.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/05/2015
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I CONTI IL 2014 DELLA CANTURINA SERVIZI
09/05/2015
QN - La Nazione - ed. Massa Carrara
Pag. 25
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Automedica costretta a viaggi fino a Pisa e Massa per i rifornimenti. «Ennesimo spreco»
- PONTREMOLI - IL REPARTO di ortopedia finisce i farmaci per abbassare la pressione e i medici per
procurarselo devono mandare un'automedica al deposito Estav di Pisa, che distribuisce le medicine ai presidi
ospedalieri e alle case di riposo. Oltre 200km per una comune compressa che avrebbe potuto essere
acquistata in farmacia spendendo 4,20 euro. E' capitato che un paziente ricoverato al presidio pontremolese
in terapia per l'ipertensione è rimasto senza pasticche per esaurimento del prodotto farmaceutico. Per
fronteggiare la necessità è stato necessario attivare l'automedica di una'associazione di volontariato di
Montignoso, con l'incarico di andare a prelevare il farmaco a Pisa e di portarlo a Pontremoli. La vicenda viene
denunciata dal coordinatore provinciale di Forza Italia Giovani, Juri Gorlandi di Aulla. « Per un comune
farmaco sono stati spesi centinaia di euro e di chilometri - afferma - un esempio lampante di spreco di risorse
pubbliche, che potrebbero essere impiegate per ridurre il costo dei ticket,accorciare le chilometriche liste di
attesa e finalmente dare un servizio efficiente ai cittadini. Che cosa ne pensa -conclude Gorlandi - la direttrice
generale De Lauretis che in nome del risparmio sta lentamente sopprimendo tutti i servizi ai cittadini di serie
B, quelli che hanno deciso di vivere in Lunigiana?». Ma l'episodio non è isolato: nei giorni scorsi un altro
paziente trasferito dall'ospedale di Massa a quello Pontremoli non ha ricevuto i farmaci di cui aveva bisogno e
al presidio di arrivo non erano disponibili. Così la solita automedica ha dovuto fare il viaggio di andata e
ritorno al capoluogo proviciale per procurarli. L'Asl è costretta a pagare a peso d'oro gli inconvenienti della
distribuzione diretta istituita per risparmiare, che però si scontra con le carenze della rete distributiva
concentrata nei depositi regionali. Federfarma lo sostiene da tempo affermando che la dispensazione dei
farmaci tramite le Asl è conveniente per le casse regionali solo se rimane centralizzata passando da un
ristretto numero di sportelli per la distribuzione ai pazienti. Ma quando deve raggiungere territori periferici i
costi aggiunti per confezioni aumentano vertiginosamente. Secondo i dati di Federfarma ogni farmaco
distribuito dall'Asl è gravato in media di un costo di circa 19 euro contro i 4,75 delle farmacie. Per questo i
farmacisti chiedono una nuova regolamentazione della distribuzione diretta con un accordo quadro sui cui sia
Rossi che Marroni si sono dichiarati disponibili. Sia pure con cautela. Natalino Benacci SPRECO L'ospedale
di Pontremoli e, a sinistra, il coordinatore di Forza Italia Giovani Juri Gorlandi che ha denunciato l'episodio
PONTREMOLI
Il caso
Nel reparto di ortopedia dell'ospedale di Pontremoli mancava un farmaco per la pressione necessario alla
terapia di un degente: l'automedica è andata a prenderlo all'Estav di Pisa
La denuncia
L'episodio segnalato all'Asl dal coordinatore provinciale di Forza Italia Giovani, Juri Gorlandi «Per un farmaco
da quattro euro l'Asl ha percorso 200 km spendendone centinaia»
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/05/2015
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Niente farmaco in ospedale: 200 km per trovarlo
09/05/2015
QN - La Nazione - ed. Grosseto
Pag. 5
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Un quarantenne arrestato per il «colpo» da tremila euro
INCASTRATO dalle telecamere e tradito di vestiti gettati in un cassonetto proprio perché sospettava di
essere stato «immortalato» nelle riprese video. Ma proprio la decisione di spogliarsi e di cambiare indumenti
e l'auto con cui aveva raggiunto la farmacia comunale di Massa Marittima lo hanno incastrato. Sono stati
indizi fondamentali per i carabinieri della Compagnia di Massa. Un operaio quarantenne, che da sette vive a
Montieri è stato arrestato ieri mattina, perché ritenuto responsabile della rapina messa a segno il 4 marzo
scorso alla farmacia di via Martiri di Niccioleta. IL BANDITO solitario con cappello e sciarpa per nascondere il
volto aveva atteso l'orario di chiusura per fare il «pieno». Era entrato quando all'interno erano rimaste soltanto
in due e con voce minacciosa si è fatto consegnare tutti i soldi dell'incasso, circa tremila euro. A quel punto
se n'è andato e percorsi poco più di cento metri si è spogliato e ha gettato i vestiti nel cassonetto dei rifiuti. Lì
dove i carabinieri del Norm di Massa Marittima li hanno recuperati. Per stringere il cerchio sull'operaio di
origine catanese, i militari dell'Arma hanno però eseguito intercettazioni telefoniche e visionato le riprese delle
telecamere della farmacia e altre che sono nella zona poco distanti e che hanno mostrato l'auto con cui il
quarantenne ha raggiunto via Martiri di Niccioleta, alla cui guida è stato notato un uomo che indossava vestiti
simili a quelli trovati tra i rifiuti. A QUEL PUNTO i militari dell'Arma, come ha spiegato ieri il tenente Marco Da
San Martino, hanno chiesto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina. L'operaio, che ha già
precedenti specifici all'attivo, è separato e da sette anni vive a Montieri dove lavora per una cooperativa edile.
Nelle prime ore di ieri mattina i militari dell'Arma lo hanno prelevato dalla sua abitazione a Montieri e lo hanno
trasferito nel carcere di Grosseto. cri.ru.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/05/2015
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Rapina una farmacia : operaioincastrato da video e vestiti gettati
PROFESSIONI
3 articoli
09/05/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 9
(diffusione:334076, tiratura:405061)
La conferma di molti investimenti
C.Cas.
Non si stupisce dell'impennata del 22,2% della produzione di prodotti farmaceutici, il presidente di
Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. «È un dato che confermai forti investimenti che le imprese del
settore hanno fatto nel paese», spiega.E aggiunge che dopoi primi due mesi del 2015 di crescita- anche se
non in questi termini- in aprilee maggio si continueràa vedere l'effetto rimbalzo cheè emerso in marzo. Proprio
per questo, «visto che la produzione cresce e di pari passo anche l'occupazione, mi dispiace che le regioni, in
maniera cieca, non vedano questo datoe continuino sulla via dei tagli. La riduzione del fondo sanitario
nazionale vale 310 milioni di euro di ripianie adesso stanno chiedendo altri 500 milioni perché hanno
necessità di fare cassa. Mi auguro che il Governo si renda conto del valore dei dati della farmaceutica.È un
potenziale che il paese non può permettersi di perdere.
22,2% L'impennata dei farmaci È il risultato degli investimenti degli anni passati
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 09/05/2015
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Farmaceutica
09/05/2015
La Repubblica
Pag. 56
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Contador, sfida antica "Voglio Giro e Tour preparatevi al mio show"
Oggi via alla corsa rosa con la cronosquadre a Sanremo Lo spagnolo contro tutti: è l'unico big che non si
risparmia
EUGENIO CAPODACQUA
SANTO STEFANO AL MARE LA DIFFERENZA la vedi subito. E capisci anche i perché di un pronostico così
sbilanciato.
Loro, gli altri, si arrabattano attornoa calcoli da ragioniere: si può partecipare con ambizione ad una sola
grande corsaa tappe; bisogna sapersi amministrare; bisogna spendere energie solo al momento giusto;
centellinare è necessario. Lui, Alberto Contador Velasco il "pistolero" del ciclismo mondiale, a 33 anni suonati
e portati benissimo, va invece controcorrente. «Ho deciso di accoppiare Giro e Tour perché la corsa francese
(vinta due volte n. d. r.) da sola non mi dava più emozioni», spiega alla vigilia della corsa rosa, sotto un cielo
insolitamente plumbeo per la Riviera dei Fiori. E guai a dirgli se ha già pensato a dove e come sarà attaccato,
visto che monopolizza tutte le previsioni e gli scommettitori lo danno ad un misero 1.8 contro il3
dell'australiano Porte e il 9 dell'azzurro Fabio Aru. «Io attaccato? - sorride - Sarò io ad attaccare e gli altri
dovranno difendersi. Attaccherò subito, dal principio, sono molto motivato. E i test dicono che vado più forte
del 2011 (l'anno in cui vinse per la seconda volta per poi essere squalificato per la vicenda del doping al
clenbuterolo, n.d.r.)». Al navigato Contador il coraggio non difetta; al limite della sbruffonaggine. Ma da lui
dovrebbero prendere esempio i giovani sparagnini sotto tutte le bandiere per ridare un po' di interesse a
questo ciclismo ingrigito da una evidentissima omologazione dei valori in campo.
Le premesse, comunque, sono quelle di una competizione interessante oltre che affascinante.
Perché sia pure dimenticando il sud (la tappa più a meridione è quella nel beneventano) e suscitando per
questo le proteste del deputato Pd Bortone («Un'anomalia e una penalizzazione per 12 milioni di abitanti»)
Mauro Vegni, il patron del Giro, ha scelto comunque un itinerario capace di esaltare le caratteristiche degli
scalatori. La montagna non mancherà. Specie nelle ultime sette tappe. Che snoccciolano i nomi terribili delle
salite della storia.
Mortirolo e Aprica, quindi: lo spazio di due frazioni di respiro (Lugano, unico sconfinamento all'estero e
Verbania) e poi Cervinia, quota 2000, Colle delle Finestre con il suo terribile sterrato e Sestriere. «Salite muy
bonite» le definisce Contador che le vede come ultima chance per sistemare eventuali conti in sospeso. E
intanto promette di trovare un nuovo "trick" diverso dal gesto dello sparo per celebrare eventuali vittorie. Non
è il gioco al massacro caro agli organizzatori di qualche stagione fa, ma fra mega crono e arrampicate ce n'è
abbastanza anche per il tasmaniano Porte (9 vittorie in stagione), il colombiano Uran, Aru, Pozzovivo e
qualche giovane di belle speranze (Rosa) per dare spettacolo. Se c'è il coraggio di osare. Tutti contro
Contador che vanta forse la formazione più agguerrita con Basso (due vittorie al Giro: 2006 e 2010), Rogers
e Kreuziger a sostenerlo in montagna e gli infaticabili Tosatto e Boaro a coprirlo in pianura.
Si parte oggi con una cronosquadre da San Lorenzo al mare a Sanremo; favoriti gli australiani della Orica
Greenedge. Seguiranno altre tre tappe in Liguria non prive di insidie: non ultime le condizioni di certe strade
dell'interno genovese disastrate da frane e alluvioni. «Abbiamo riasfaltato le discese, ma i soldi non bastano a
coprire anche le salite», aveva messo le mani avanti Gianni Vassallo, consigliere della Città Metropolitana di
Genova. Avranno rimediato? Resta l'eterna domanda: sarà un Giro pulito? Il fatto che nella scorsa edizione
non ci siano state positività ai controlli è solo un dato statistico. Risultare negativi ai test non vuol dire essere
puliti, perché le gaboleei trucchi, ultimo quello delle "minidosi" di ormoni, farmaci e sostanze varie che
sfuggono al controllo, sono ben radicate nel plotone in cui pullulano ancora protagonisti ed epigoni del doping
di massa.E adesso si aggiunge l'incognita del doping meccanico. Bici col motorino elettrico nascosto, alcune
molto sofisticate. Se si è mossa perfino la federazione internazionale (Uci) vuol dire che il problema c'è.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 09/05/2015
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R2 Sport Ciclismo e motori
09/05/2015
La Repubblica
Pag. 56
(diffusione:556325, tiratura:710716)
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 09/05/2015
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Quanto alla soluzione, campa cavallo.
CONTADOR/1
La corsa francese da sola non mi dava più emozioni.
È ora di provare l'accoppiata
CONTADOR/2
Attaccherò subito, sono molto motivato I test dicono che sono più in forma del 2011
URAN
È un percorso molto adatto alle mie qualità. Non sono venuto qui per guardare
PORTE
Punto tutto sul Giro, ci arrivo nelle migliori condizioni.
E la squadra non teme nessunoLE TAPPE LA CRONOSQUADRE Il Giro parte oggi in Liguria con una
cronosquadre di 17 km, perfettamente pianeggiante ma insidiosa, ricca di curve e corsa quasi interamente su
pista ciclabile IL 1° ARRIVO IN QUOTA Mercoledì si affronta l'Abetone: è il primo arrivo in salita, 17 km che
salgono dolci, al 5,4% di media con una punta al 10.
Distacchi minimi, ma prima scrollata
LA LUNGA CRONO La prima differenza vera la farà la lunghissima crono TrevisoValdobbiadene, il 23
maggio, 59,4 km eterni per gli scalatori puri LE DOLOMITI Domenica 24 la classica cavalcata dolomitica:
Fricca, Tonale e arrivo in quota a Madonna di Campiglio, ascesa lunga ma pedalabile IL MORTIROLO Dopo
il giorno di riposo ecco la chiave di volta del Giro: il Mortirolo si scavalla a 35 km dall'arrivo, discesa da brividi
e scalata verso l'Aprica LO STERRATO Alla vigilia di Milano c'è il tappone col Colle delle Finestre, 8 km di
sterrato sui 18 totali, picchiata e ultima salita verso il Sestriere
Foto: Fabio Aru, 24 anni
Foto: Richie Porte, 30 anni
Foto: IN TV DALLE 15 Alberto Contador, 32 anni, 2 Tour, un Giro, 3 Vuelta. La tappa di oggi dalle 15 su Rai3
ed Eurosport
09/05/2015
ItaliaOggi
Pag. 17
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Reazioni segnalate in 48 ore
Il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha fi rmato il decreto che, con nuove procedure operative e soluzioni
tecniche, riscrive le procedure in materia di farmacovigilanza. Nel provvedimento, che recepisce la direttiva
2010/84/ Ue, di modifi ca della direttiva 2001/83/CE, viene previsto che i medici e gli altri operatori sanitari,
nell'ambito della propria attività sono tenuti a segnalare, in modo completo e secondo le modalità individuate
in un modello di segnalazione predisposto dalla Agenzia italiana del farmaco: • entro due giorni, le sospette
reazioni avverse da medicinali; • non oltre le 36 ore da quando ne sono venuti a conoscenza, le sospette
reazioni avverse da medicinali di origine biologica (vaccini per esempio).
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 09/05/2015
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DM SU FARMACI
PERSONAGGI
2 articoli
09/05/2015
QN - Il Giorno - ed. Brianza
Pag. 3
(diffusione:69063, tiratura:107480)
Iniziativabipartisanper metrò e hub
MONZA INTERROGAZIONE bipartisan al ministro delle Infrastrutture e Trasporti a favore della metropolitana
di Monza. L'iniziativa porta la firma dei senatori Andrea Mandelli (Forza Italia) e Lucrezia Ricchiuti (Pd). Oltre
a chiedere conferme sul prolungamento della M5, l'interrogazione apre la questione dell'Hub internodale Nord
Milano in zona Bettola, dove arriverà anche la M1. I Comuni di Monza, Cinisello e Sesto hanno chiesto infatti
la realizzazione dell'hub, con un parcheggio di interscambio da 1.500 posti, , una bicistazione, una ciclofficina
e un sistema integrato di servizi per i ciclisti urbani «La realizzazione delle linee metropolitane di Milano e
Monza - spiega Mandelli - inizialmente era presente nel Def varato dal Consiglio dei ministri, ma non compare
tra le 25 grandi opere sostenute dal Governo. Considerata l'importanza di quest'opera in una delle aree più
strategiche per lo sviluppo economico del Paese, la realizzazione del collegamento tra Milano e l'hinterland
Nord rappresenta un innegabile volano di crescita per tutto il territorio. Crediamo dunque che l'esecutivo
debba mostrare attenzione alle nostre richieste e agire». M.Guz.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 09/05/2015
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INTERROGAZIONEIN SENATO
07/05/2015
09:00
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L'intesa Stato Regioni per il momento è in stand by. Probabilmente se ne riparlerà dopo la scadenza delle
elezioni regionali di fine maggio. Ma i contenuti della manovra sono noti e le forze politiche si interrogano
sulle sue ricadute e i rischi per la tenuta del Ssn. Hanno risposto al nostro forum:Bianconi (AP), De Biasi
(PD), D'Ambrosio Lettieri (FI), Grillo (M5S), Nicchi (SEL), Rondini (Lega) e Vargiu (SC).
07 MAG - Manca ancora l'intesa Stato Regioni che prevede un taglio di 2,6 mld per la sanità, ma i suoi
possibili effetti fanno già discutere. Mentre Governo e Regioni sembrano intenzionati a prendersi un mese
sabbatico in vista delle prossime elezioni, rimandando il tutto a giugno, abbiamo voluto chiedere le opinioni di
diversi esponenti politici dei vari schieramenti in merito alle proposte contenute nella bozza di intesa. Laura
Bianconi (AP): "Se Regioni garantiranno un lavoro puntuale su percorsi di cura, sarà possibile non toccare
servizi e prestazioni" Per la vicecapogruppo di Area Popolare in Commissione Igiene e Sanità le Regioni, in
relazione agli sprechi, "potrebbero toccare cose ben più importanti della sanità. A partire dalla burocrazia.
Non è possibile tagliare con l'accetta la sanità: nelle aziende sanitarie si trovano ormai più amministrativi che
medici. Quindi sarebbe più giusto recuperare denaro da cose obsolete: contributi a pioggia erogati su feste
varie, mantenimento di sedi all'estero di cui non si capisce la necessità, senza parlare di quel flusso cospicuo
di soldi legato alle attività dei Consiglieri, che spesso è oggetto delle attenzioni della Magistratura. 2,6 miliardi
significano poco più di cento milioni, cifra che ogni Regione deve recuperare senza intaccare i servizi più
importanti". Nel complesso, sottolinea Bianconi, all'interno del comparto sanitario è comunque possibile
eliminare gli sprechi. "A partire dalle cosiddette prestazioni specialistiche riabilitative che dovrebbero essere
prescritte solo dai medici competenti. Non solo, tali prestazioni se gestite tramite CUP garantirebbero una
maggiore razionalizzazione della richiesta senza i rischi di prestazioni inevase. Con l'organizzazione in
macroaree, inoltre, si eliminerebbero le duplicazione di primariati. Da rivedere, infine, anche il discorso della
farmaceutica che comporta sprechi notevoli soprattutto nei pazienti affetti da malattie croniche. Molto
potrebbe fare l'attivazione delle "farmacie dei servizi" in grado di fidelizzare i pazienti alla cura. In sostanza,
quando si pensa ai tagli bisogna pensare anche a tutte quelle dinamiche organizzative che conducono a degli
sprechi". Per Bianconi sarà comunque possibile non toccare i servizi e le prestazioni ai cittadini "nella misura
in cui le Regioni faranno un lavoro estremamente rigoroso e puntuale sui percorsi. Abbiamo ormai tecniche
sanitarie che possono abbreviare e favorire i percorsi di cura, come la telemedicina che può aiutarci nella
diagnosi stando a casa o in farmacia senza ricorrere necessariamente all'ospedale. Il fascicolo elettronico
garantisce la conoscenza del paziente e della sua cura a tutti i livelli dei presidi sanitari, proprio per evitare
inutili duplicazioni. Il malato cronico anche attraverso un cellulare può essere monitorato per prevenire
eventuali scompensi, con abbattimento di ricorso all'ospedale del 30%. In momenti di crisi bisogna attivare
procedure che già esistono per non disperdere risorse importanti. E' facile pensare di tagliare in maniera
indiscriminata, visto che ciò permette di dare la colpa allo Stato, quando invece bisognerebbe guardarsi
dentro e trovare modelli organizzativi capaci di prendere in carico il paziente eliminando il superfluo. Le
Regioni dovrebbero chiedere con forza al Governo e quindi al Parlamento, di emanare una delle leggi più
importanti per la sanità: quella del rischio clinico. Non lo dico io ma la Corte dei Conti che ha attestato come
per la duplicazione di esami legati alla cosiddetta 'medicina difensiva', non sempre necessari, si spendono conclude - tra i 6 e gli 8 miliardi l'anno". Emilia Grazia De Biasi (PD): "Così il Patto per la salute rischia di
implodere. A rischio sistensa sanitario, si inizi a parlare di universalismo selettivo" "Il taglio da 4 mld che si
chiede alle Regioni è importante, ma fa parte della spending review. Capisco quindi le loro difficoltà, così
come capisco che la sanità rappresenti per loro una grandissima parte dei bilanci. Il problema che pongo,
però, riguarda non tanto la quantità dei tagli quanto, piuttosto, dove si andrà a tagliare. Ad esempio, se si
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 09/05/2015
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Manovra sanità. Cosa ne pensa il Parlamento? Il timore sono le
ripercussioni sui cittadini. Ma anche il Patto per la Salute diventa "a
rischio"
07/05/2015
09:00
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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 09/05/2015
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pone il tema dell'appropriatezza, non si può poi pensare di risolverlo con soluzioni stravaganti come l'idea
della responsabilità patrimoniale dei medici. Medici che, tra l'altro, si trovano già ad operare in condizioni
molto difficili. Il tema dell'appropriatezza esiste, ma va affrontato diversamente. In Italia abbiamo 21 sistemi
sanitari diversi, serve un maggiore collaborazione tra Regioni. Se, infatti, si finisce per ridurre le prestazioni
ospedaliere senza un'adeguata riorganizzazione territoriale, si mette in crisi l'intero sistema universalistico. A
tutto questo aggiungo anche la questione riguardante la definizione dei nuovi Lea. Per non parlare del
nomenclatore tariffario per protesi e ausili: non si può pensare di risolvere tutto solo con gare al ribasso per
risparmiare. Anche sul tema dei farmaci innovativi, che tipo di soluzioni si troveranno? Le Regioni devono
intervenire, collaborare. Non possono pensare che questi siano problemi che riguardano lo Stato". Così la
presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato commenta la bozza di intesa tra Stato e Regioni.
Per quanto poi riguarda le soluzioni contenute nel documento. "Dipende da come intendiamo ciascuna di
queste voci - ha spiegato De Biasi -. Ad esempio, cosa comporta il taglio dei primariati? Al di là del possibile
risparmio bisogna prima capire che tipo di ricadute avrà in termini assistenziali sui singoli territori. Serve molto
equilibrio. Penso che in questo momento il Patto della Salute sia in pericolo, rischia di implodere senza
concertazione tra Stato e Regioni ma anche tra Regioni stesse. Il Patto non può essere solo un gioco
amministrativo, serve un salto di mentalità. Potremmo continuare, poi, parlando della riduzione delle Asl,
strada intrapresa da diverse Regioni. Al di là dei possibili risparmi, siamo sicuri che passare da un
centralismo statale ad uno regionale sia la strada giusta? Infine, quanto alla farmaceutica, è vero che spesso
il settore viene usato per far cassa, ma anche qui dovremmo iniziare a porci un problema più generale: non si
fa abbastanza ricerca in questo Paese. Abbiamo deciso che l'Italia debba diventare solo il luogo della
produzione e non della ricerca?". Quanto alle possibili ricadute dei tagli sui cittadini: "Dobbiamo porci questa
preoccupazione. E' il nostro compito. Il taglio è molto alto e può impattare sulla popolazione, specie nelle
Regioni in Piano di rientro. E' necessario porci, più in generale, un problema di tenuta del sistema. In chiave
di sostenibilità del Ssn dovremmo iniziare a parlare della possibilità di un universalismo selettivo". Luigi
D'Ambrosio Lettieri (FI): "Tagli, vincoli e tetti imposti dal Governo saranno devastanti sotto il profilo
dell'assistenza sanitaria" Il capogruppo in Commissione Igiene e Sanità del Senato spiega che operare
risparmi in settori diversi dalla sanità "sarebbe stato possibile se le Regioni avessero messo mano
seriamente agli sprechi che si annidano nella spesa per beni e servizi e reso più efficienti ed efficaci controlli
e rete assistenziale territoriale attraverso una governance più efficiente. Certo, bisogna tener presente che la
spesa sanitaria rappresenta l'80% del bilancio di una regione. Per alcune regioni, in misura anche superiore.
Quindi, ci troviamo di fronte ad una difficoltà oggettiva. Il problema vero - sottolinea D'Ambrosio Lettieri - è
l'approccio: tagli, tetti e vincoli imposti dal Governo e, per certi versi, accettati senza colpo ferire dalle Regioni
- ultimo il taglio di 2, 35 mld di euro al fsn - tranne alcune eccezioni, non sono la risposta adeguata. Anzi, non
faranno altro che vulnerare i principi di universalità del sistema soprattutto per quelle regioni già provate dallo
stress test dei piani di rientro con blocco delle assunzioni e tagli lineari insopportabili. Il risultato non può che
essere devastante sotto il profilo dell'assistenza sanitaria". Ragionando sulle diverse misure contenute
nell'intesa il senatore di Forza Italia osserva che "i dati dell'ultimo rapporto Osmed, ma anche la Corte dei
conti, indirizzano la governance sanitaria verso un percorso obbligatorio: più prevenzione e maggiore
appropriatezza. In tal senso si possono ottenere risultati migliori senza ridurre i servizi e senza pregiudizio per
i livelli essenziali di assistenza. Le misure contenute nella Intesa ne tengono contoi n linea generale, ma non
sciolgono nodi dirimenti come l'inappropriatezza e l'equità. E, soprattutto, non modificano la logica deleteria
dei tagli, in particolare in relazione alla spesa farmaceutica". Per quanto riguarda l'appropriatezza,
D'Ambrosio Lettieri ritiene che "il ricorso alla fatturazione elettronica sia un passo in avanti per contrastare gli
sprechi. Conferma come la sanità digitale rappresenti una frontiera ormai irrinunciabile per efficientare il
nostro sistema sanitario poiché l'attività di monitoraggio della spesa agevola i processi di pianificazione, di
investimento e di controllo. Non mi sembra che vi siano risposte adeguate alla Medicina difensiva. Contro l'
inappropriatezza va combattuta una crociata, ma senza che questo comporti nuovi oneri per i cittadini e
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comprometta il rapporto medico-paziente. Anche per i dispositivi medici - sottolinea - va considerato che i
nomenclatori tariffari hanno prezzi bloccati da anni e che introdurre tetti di spesa non mi pare proprio una
buona idea: quello dei medical device é un settore ad elevato livello di tecnologia e non ritengo opportuno
introdurre vincoli impropri di contenimento della spesa che si trasformerebbero in un freno per l'innovazione e
lo sviluppo. Idem per i ricoveri riabilitativi. La domanda è: c'è una rete territoriale socio-assistenziale per i
percorsi riabilitativi in grado di sostenere la crescente domanda dei pazienti? Abbiamo sviluppato
un'assistenza domiciliare integrata adeguata ai bisogni dei malati cronici? La famiglia riesce a svolgere, come
nel passato, una efficace funzione di protezione sociale a costo zero? Penso di no. Il rischio concreto è che
resti inevasa una gran parte della domanda di salute e di assistenza con un inaccettabile arretramento della
sanità pubblica e con effetti devastanti sulla qualità, l'innovazione, la personalizzazione delle cure e
l'accessibilità ai servizi e all'assistenza". L'altro nodo, aggiunge, è la spesa farmaceutica. "I dati del rapporto
Aifa ci consegnano una fotografia chiara: cresce ancora la spesa ospedaliera, cala quella territoriale,
aumentano a dismisura ticket e compartecipazioni dei cittadini. Nell'Intesa, oltre all'ennesimo taglio e
all'ennesimo tetto, è previsto anche il ripiano dello splafonamento a carico delle regioni e della filiera. L'Italia è
fanalino di coda in Europa nella classifica sulla spesa farmaceutica. La nostra è una medicina che cura
sempre di più e guarisce sempre di meno e questo determina inevitabilmente un aumento dei costi per la
cura delle malattie croniche. A questo si aggiungono i maggiori costi dei farmaci innovativi frutto della ricerca
sulla genomica. Dovremmo pensare, invece, ad aumentare il tetto della spesa farmaceutica rimettendo
equilibrio fra quella ospedaliera e quella territoriale in un virtuoso sistema che agevoli il paziente, generando
equità e riducendo diseguaglianze. Investire in spesa farmaceutica significa anche decongestionare
l'ospedale. Invece qui si taglia una spesa già ampiamente sottostimata penalizzando un intero comparto
produttivo che registra la percentuale più alta di tagli. Una follia che produce danni diretti - la riduzione della
copertura assistenziale per i cittadini - e indiretti, cioè l'amputazione delle politiche di investimento nel settore
che rappresentano uno dei pilastri del nostro Pil. Il taglio alla farmaceutica attraverso la revisione del
prontuario, inoltre, rischia di addebitare ai cittadini ulteriori oneri economici". D'Ambrosio Lettieri, infine, mette
in guardia rispetto alle possibili ricadute a svantaggio dei cittadini. "Se è vero che i tagli lineari hanno prodotto
a livello nazionale la contrazione del deficit contabile, quindi meno spesa pubblica, è pur vero che sono i
cittadini, specie le fasce più deboli, ad averne pagato le conseguenze e a rischiare di pagarne sempre di più.
E' proprio la Corte dei Conti a mettere in guardia da un pericolo concreto: quello di passare cioè da un deficit
di tipo contabile ad un deficit assistenziale. Credo che l'affermazione di Governo e Regioni sia facilmente
confutabile alla luce di una Intesa che contiene luci, certamente, ma ancora molte ombre. Ecco perché conclude - il decisore politico deve avere il coraggio di confrontarsi su scelte irrinviabili inerenti un nuovo
modello assistenziale che metta in protezione il servizio sanitario nazionale universale e solidale che, di
questo passo, é destinato a implodere". Giulia Grillo (M5S): "Questo taglio alla sanità è criminale. I presidenti
delle Regioni dovrebbero rifiutarsi di firmare" Per la capogruppo del M5S in commissione Affari Sociali le
Regioni non sono di certo esenti da colpe ed avrebbero potuto reperire i 2,6 mld di risparmi richiesti in altro
modo, senza intervenire così pesantemente sulla sanità. "Le Regioni avrebbero certamente operare risparmi
in altri settori. Prima di tutto mettendo mano ai costi della politica. I consigli regionali ci costano 1 miliardo
l'anno e i consiglieri regionali italiani sono i più pagati al mondo. Sarebbe bastato un taglio di metà delle loro
indennità e rimborsi per arrivare a 500 milioni di euro l'anno. Altro taglio si sarebbe potuto fare sulle auto di
servizi, il cui costo totale annuo è di circa 1 miliardo che gravano in misura di circa un terzo sulle Asl. Sono
spese inaccettabili. per non parlare poi dei costi delle partecipate. In Italia abbiamo 7.726 società partecipate.
Ve ne sono almeno 3.000 con meno di 6 dipendenti. In circa metà delle partecipate dei Comuni censite dal
Cerved il numero dei dipendenti è inferiore al numero delle persone che siedono nei consigli di
amministrazione. Il sospetto è che molte siano state create principalmente per dare un posto ad amici della
politica. L'ex commissario Cottarelli nella spending review ha calcolato un risparmio di 2-3 miliardi l'anno.
Insomma, si potevano reperire fiondi altrove: realizzato in questo modo, questo taglio alla sanità per noi è
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criminale". Quanto alle misure previste dall'Intesa: "Ci colpiscono due cose prima di tutto. La prima è che
Renzi e il suo esecutivo tagliano risorse prima di dire come e dove (contraddicendo fra l'altro i dati sul
finanziamento del Ssn contenuti nei Def 2013-2014 per il 2015). La seconda è che nella bozza di intesa che
circola in nessuna delle voci relative ai tagli viene indicata con esattezza la stima del risparmio previsto. Ci
ritroviamo ancora una volta a tagliare andando a tentoni, senza una seria programmazione che certamente
non può essere realizzata in due soli mesi - sottolinea Grillo -. Una specifica riflessione la faccio sul capitolo
relativo all'appropriatezza, che è semplicemente irricevibile. Si vuole risolvere un problema decennale in
meno di 30 giorni con un decreto ministeriale che, non si sa bene secondo quali criteri, dovrebbe individuare
le condizioni di erogabilità e le indicazioni prioritarie per la prescrizione appropriata delle prestazioni. Saranno
medici e pazienti a dover pagare per l'inadeguatezza e l'incompetenza di una classe dirigente che opera alla
cieca, senza pianificazione". Infine, la capogruppo del M5S in XII commissione alla Camera dipinge un
quadro a tinte fosche per quel che riguarda le ricadute del provvedimento sui cittadini. "Che i tagli non
toccheranno i servizi e le prestazioni lo vadano a dire ai parenti della donna che è morta ieri all'Ospedale di
Giarre (Ct), che è in via di smantellamento per effetto della norma Balduzzi sulla riduzione dei posti letto. La
verità è che questi tagli sono immorali, che i Presidenti delle Regioni dovrebbero alzare le barricate e rifiutarsi
di firmare, che il Governo Renzi dovrebbe fare due passi indietro e ripensare le sue politiche preservando la
tutela dei diritti, primo tra tutti quello alla salute". Marisa Nicchi (SEL): "Si continua con visione ragionieristica
e si colpisce la possibilità di cura delle persone" Nicchi non usa mezzi termini e attacca con forza le misure
contenute nella Legge di Stabilità. "Come volevasi dimostrare, e come già denunciato con forza - sottolinea il contributo che il Governo con la legge di stabilità 2015 ha imposto alle regioni per il contenimento della
spesa pubblica, e che si somma ai tagli previsti dalle altre misure finanziarie precedenti (per complessivi
quasi 5,9 miliardi), si sta per tradurre in un nuovo pesante taglio alla sanità pubblica. Alle regioni quindi il
governo centrale assegna ancora una volta il lavoro sporco di trovare risorse. Da troppi anni si assiste a
questo gioco del cerino tra governo ed enti territoriali, dove a rimetterci sono solo i cittadini con taglio ai
servizi e/o aumento delle tariffe (sanità, trasporto locale, scuole, servizi). Il totale dei tagli che le regioni si
apprestano a fare, a seguito dell'Intesa del 26 febbraio, supera i 2,6 miliardi (2,352 miliardi di minore
stanziamento del fondo sanitario, e 285 milioni in meno per l'edilizia sanitaria). In pratica le Regioni
scaricheranno sulla sanità più della metà del conto. Ma il Ministro della Salute e il Governo tutto sapevano
perfettamente che sarebbe andata a finire così. La sanità non poteva non essere toccata, visto che da sola
copre circa il 70 per cento delle spese regionali, e scaricare ora sulle regioni la responsabilità di questa scelta
è pura ipocrisia da parte dell'Esecutivo e compiacenza delle Regioni". Il deputato di Sel non condivide
neanche l'impianto dell'intesa tra Stato e Regioni in quanto, osserva, "si continua con una visione quasi
esclusivamente ragionieristica, senza avere piena consapevolezza come risparmi su prestazioni
specialistiche, farmaceutica ospedaliera e territoriale, spesa del personale, dispositivi medici, si traducono
quasi sempre negativamente sulla qualità delle prestazioni e sui servizi sanitari ai cittadini. Parliamo di ausili,
protesi, farmaci, assistenza, esami diagnostici, ecc.. Basti pensare che tra i punti di intesa che erano stati
individuati a metà aprile tra Stato e Regioni, si prevede che le prestazioni specialistiche e riabilitative ritenute
non necessarie ma prescritte ugualmente dai medici, debbano essere a carico dell'assistito. Come si fa a
stabilire con esattezza scientifica - domanda - se un esame prescritto da un medico sia appropriato o meno?
E che senso ha farlo pagare per intero al malato qualora si ritenga la prestazione prescritta inutile? Di nuovo
si colpisce la possibilità di cura delle persone". Nicchi, infine, ritiene inevitabile una penalizzazione per servizi
e prestazioni ai cittadini. "I margini di manovra sono estremamente ridotti -evidenzia - per non tradursi ancora
una volta in una ulteriore riduzione dell'offerta sanitaria. Sulla sanità, la stessa ministra Lorenzin ha ammesso
che l'Italia spende il 6,8% del Pil, che è uno dei valori più bassi in Europa. Nonostante questo il Def da poco
presentato in Parlamento dallo stesso governo di cui lei fa parte, non prevede alcuna inversione di tendenza,
ma anzi stima una crescita per i prossimi anni della spesa sanitaria inferiore a quella del PIL, con un
progressivo calo dal 6,8% del 2015 al 6,5% dell'anno 2019, nel rapporto fra spesa sanitaria e PIL. Ricordo -
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conclude - come la stessa Corte dei Conti, nella sua 'Relazione sulla gestione finanziaria per l'esercizio 2013
degli enti territoriali', ha ricordato come ulteriori risparmi, se non reinvestiti prevalentemente nei settori dove
più carente è l'offerta di servizi sanitari, potrebbero rendere problematico il mantenimento dell'attuale assetto
dei Lea". Marco Rondini (LN): "Le Regioni amministrate in modo efficiente riusciranno a evitare che i tagli
incidano su servizi e prestazioni, nelle altre si registrerà un ulteriore scadimento". Il capogruppo leghista in
Commissione Affari Sociali di Montecitorio ritiene che l'intesa si inserisca in uno spartito pronosticabile già
mesi fa. "Tagli così corposi per la sanità - ragiona - erano preventivabili appena letto il contenuto della legge
di Stabilità: il comparto sanitario assorbe circa l'80% dei bilanci regionali, quindi il calcolo era abbastanza
immediato. L'aspetto più assurdo e inaccettabile risiede invece nel fatto che lo Stato da una parte chiede
sacrifici alle Regioni e dall'altra aumenta le proprie voci di spesa piuttosto che diminuirle. Bisogna poi
evidenziare che alcune Regioni spendono in maniera responsabile ed efficiente, mentre per altre vale
esattamente l'opposto e sono puntualmente quelle collocate nell'area centro-meridionale del Paese. Il
problema è che vengono inserite tutte in un unico calderone e quelle che su caratterizzano per una
amministrazione dissennata gravano poi anche sulle altre. Per esempio Lombardia, Veneto, Emilia Romagna
e Toscana non meritano di essere trattate alla stregua del Lazio e della Sicilia". Rondini sottolinea poi come,
a suo giudizio, "allo Stato centrale competa certamente il controllo del sistema sanitario, tuttavia sarebbe più
opportuno che siano le singole Regioni a decidere se uniformarsi o meno a disposizioni dello Stato in base
alle esigenze e alle peculiarità dei singoli territori. Questo principio dovrebbe per aspetti come la
farmaceutica, il numero dei primariati e le prestazioni specialistiche. E' quindi assurdo che le misure
contenute nell'intesa debbano essere imposte ovunque con le stesse modalità. Nel complesso per rendere
più efficiente i vari ingranaggi del sistema sarebbe bastato applicare realmente i costi standard". Il deputato
della Lega è convinto che "nelle regioni più virtuose ed efficienti si riuscirà ad erogare la stessa entità di
servizi anche a fronte dei notevoli e iniqui tagli imposti dallo Stato: questo grazie a un'amministrazione
oculata e responsabile, come accade in Veneto e in Lombardia. In altre realtà, invece, come al solito la
cattiva gestione peserà in maniera determinante e i tagli renderanno ancora più scadenti le prestazioni. E,
come sempre accade, falle e mancanze saranno ripianate tramite un intervento dello Stato centrale. E' quindi
- conclude - proprio il meccanismo che non funziona alla radice". Pierpaolo Vargiu (SC): "Difficile contrarre la
spesa per 4 mld senza incidere sulla sanità. Ci saranno ripercussioni sui cittadini" "Nelle Regioni a statuto
ordinario la spesa sanitaria rappresenta circa il 70% dei bilanci. Difficile pensare di contrarre la spesa
complessiva regionale di quattro miliardi senza andare ad incidere sugli stanziamenti in sanità. E altrettanto
difficile è pensare di contrarre per 2,6 miliardi le risorse per il diritto alla salute dei cittadini senza ridurre la
quantità e la qualità delle prestazioni". Per il presidente della commissione Affari Sociali della Camera le
Regioni avrebbero difficilmente potuto evitare di intervenire sulla sanità per coprire i risparmi di spesa previsti
dalla legge di stabilità 2015. Quanto alle misure previste nella bozza di intesa Stato Regioni: "Gli obiettivi
enunciati appaiono virtuosi. Le soluzioni sembrano purtroppo inseguire la accattivante suggestione che
esistano soluzioni semplici per problemi complessi - ha commentato Vargiu -. Normalmente, chi coltivasse
questa illusione è destinato ad essere smentito dai fatti reali". Tutto questo, per il presidente della XII
commissione di Montecitorio, non potrà non avere ripercussioni sui cittadini. "Credo che la necessaria
rivoluzione dell'appropriatezza non si faccia per decreto, ma attraverso un percorso di consapevolezza della
politica che dica una volta per tutte con chiarezza quali e quanti soldi vuole usare per la sanità, quali regole
vuole per il funzionamento del sistema e quali prestazioni ritiene che debbano essere erogate con equità e
universalità a tutti i cittadini italiani", ha concluso. Giovanni Rodriquez e Gennaro Barbieri