RASSEGNA STAMPA - Atri

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RASSEGNA STAMPA - Atri
RASSEGNA STAMPA
17 maggio 2016
17/05/2016
Pag. 22
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Siamo il Paese dei 100 mila tesori ma sappiamo proteggerli davvero? la
cura
Dall'area archeologica di Sibari alle chiese di Roma, tanti i monumenti da tutelare Anche coltivando le
professionalità adatte
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el cuore di Roma, vicino a via del Corso, c'è una chiesa che dà le spalle al centro. La facciata è sobria, ma
se si apre il portone e si varca la soglia, ecco che un cielo pieno di santi, gloria e colori precipita sulle teste
dei visitatori, con una potenza simile a una musica barocca. È la «quadratura», virtuosismo pittorico che
fratel Andrea Pozzo, artista gesuita vissuto a metà '600, realizzò nella chiesa di Sant'Ignazio, fulcro del
complesso romano della Compagnia di Gesù.
Con padre Vitale Savio, rettore della chiesa, saliamo al piano superiore, dove la finta cupola, altro
capolavoro di trompe-l'œil , si può quasi toccare. Ma qui l'illusione, così meticolosamente cercata da fratel
Pozzo, si spezza davanti a grandi macchie di muffa che affiorano dalle cappelle, da lunghe crepe che
attraversano le delicate volte laterali e da un buco nel pavimento («Lo abbiamo ricoperto anche perché i
visitatori si portavano a casa un souvenir»): quello che, entrando, pareva un paradiso in caduta, da vicino si
rivela un bellissimo corpo aggredito da una malattia. Non ancora grave, ma rischiosa.
E, alle pareti, accanto agli affreschi, pulsano dei piccoli cuori neri, in metallo: sono sensori (realizzati da
Spin Italia, Lem e Step Over) del progetto SMPPC-PRA che monitorano lo stato di salute della chiesa,
l'andamento delle crepe (si pensi solo che qui passano quasi tremila persone al giorno) e il degrado delle
pitture. Impercettibili segnali che vengono inviati a un'applicazione, nella quale quella piccola fenditura sul
fondo della parete si ingrandisce e batte come un'arteria. «Intendiamoci - dice padre Savio -: il Fec, Fondo
edifici di culto del Governo, si interessa allo stato della chiesa e si sta lavorando per intervenire», però
questo gioiello barocco è il simbolo di una condizione che caratterizza migliaia di beni architettonici e
artistici in italia: la salute cagionevole.
Il sistema fortificatorio di Palmanova, quella magnifica stella seicentesca a nove punte, in alcuni tratti è
invasa dalle sterpaglie e l'ultimo crollo, nella parte superiore della controporta di porta Cividale, è del
gennaio scorso (di recente l'amministrazione locale ha promesso l'intervento dei forestali d'inverno per la
pulizia e la manutenzione). Oppure il Castello Svevo di Augusta, nel Siracusano, fortezza federiciana del
XIII secolo: a febbraio, la Procura della Repubblica ha messo i sigilli al monumento, poiché il rischio di
cedimenti era troppo alto. Questa mappa dei beni a rischio, che Italia Nostra ha composto con le indagini
delle sue sezioni locali, parla chiaro: bisogna agire subito.
La tutela (anche dei giardini)
Perché la salvaguardia di un patrimonio come quello italiano, dove si trovano 33 «tesori» ogni 100 km
quadrati (dati Istat del 2013) non è fatta solo dai riflettori che si accendono quando a Pompei crolla una
parete o quando, periodicamente, avviene un furto clamoroso nei musei: «La cura - ribadisce Marco Parini,
presidente di Italia Nostra - è soprattutto la prevenzione, la manutenzione regolare». È questo il momento
giusto per parlare di sicurezza di chiese, musei e aree archeologiche? Sembrerebbe di sì. «Perché mai
come adesso - dice Marco Magnifico, vice presidente del Fai - abbiamo visto tanta attenzione ai tesori
artistici, sia da parte del ministero che dei cittadini». Infatti, se è vero che fa notizia il miliardo (fondi Cipe)
stanziato dal ministero dei Beni culturali a monumenti che vanno dal Ducato Estense alla Grande Brera,
forse fa riflettere di più il dato che il Fai fornisce al «Corriere» nel giorno in cui presenta la nuova edizione
de I luoghi del cuore , il censimento del posti da salvare: «Nel 2015 hanno risposto al nostro appello un
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Un viaggio nello scrigno dei saperi che può rilanciare la nazione La salvaguardia del patrimonio Tra siti,
musei e palazzi storici abbiamo 33 «perle» per ogni 100 km quadrati. E con i più recenti stanziamenti alla
cultura, qualcosa si muove. Ma la mappa dei beni «a rischio» è fitta: secondo le associazioni, è il momento
giusto per agire
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milione e 600 mila cittadini, mentre gli iscritti sono aumentati del 22%». Cresce, insomma, l'impegno dei
singoli. E la conoscenza del territorio.
Forse è arrivato il momento, anche qui, di non parlare più, genericamente, di finanziamenti, di aiuti a
pioggia, ma di andare a fondo, discutere di professionalità giuste, calibrare bene le cose che servono. Per
esempio, un settore apparentemente «di nicchia» come il turismo nei giardini di pregio, solo nel 2014 ha
generato 8 milioni di visitatori nella rete dei Grandi Giardini Italiani. Ebbene, quanti sanno che la
professione del giardiniere specializzato, in Italia, sta morendo? «Prima c'era la famosa scuola di Roma,
che formava gli specialisti, oggi rimane solo quella di Monza», fa notare Bruno Lapadula, della sezione
romana di Italia Nostra. Quella romana, infatti, che preparava le figure più raffinate, oggi è un centro di
formazione e aggiornamento rivolto al pubblico. E a Monza studiano soprattutto gli stranieri, i quali sanno
bene che il giardiniere non è solo quello che sarchia e pota, ma è anche quello che ti spiega la storia di una
peonia o la vita di una rosa antica.
«La maggioranza dei musei rischia»
Così come servirebbe uno specialista della sicurezza di musei, gallerie e biblioteche, il «security manager»,
figura che da noi non esiste. A Milano ha sede una delle pochissime fondazioni (forse è un unicum) che si
occupano della protezione di musei, gallerie e luoghi culturali, la Fondazione «Enzo Hruby», della omonima
famiglia che da anni realizza impianti di sicurezza ad hoc per posti deputati alla cultura. Ogni anno la
Fondazione finanzia progetti che vanno a blindare luoghi come la Biblioteca della Basilica di San Francesco
d'Assisi o, progetto in corso, lo Scrigno dei Tesori del Museo del Violino di Cremona. Il vice presidente,
Carlo Hruby, spiega: «Non si tratta solo di furti, anche se questo resta il fattore di rischio maggiore. Si tratta
anche di proteggere le migliaia di capolavori che abbiamo dalla sbadataggine dei visitatori o dall'impatto
delle folle. Ma, nel caso dei furti, stando alla mia esperienza, posso dire che la maggior parte dei musei ha,
sì, degli allarmi, ma spesso sono poco aggiornati. La moderna tecnologia mette a disposizione dei sensori
quasi invisibili che registrano minuzie come lo spostamento d'aria. E costano poco, certamente meno di
quello che si spende per recuperare tele oggetto di furto». Per Hruby, che conosce bene quasi tutti i musei
italiani, appena «il 10 per cento può dirsi blindato, cioè con quei sistemi che possano garantire la
protezione più totale».
Un dato: nel 2014 il Comando carabinieri Tutela Patrimonio culturale, ha recuperato 135 mila opere rubate,
per un valore di 80 milioni di euro. Secondo l'Arma, il 40% dei beni trafugati proviene dalle chiese. Lo
stesso padre Savio, di Sant'Ignazio a Roma, scuote la testa: «Il luogo di culto deve essere aperto, per sua
natura». Sì, ma come la mettiamo con le migliaia di opere d'arte? Un altro punto debole sono le biblioteche.
«Il libro è una delle cose più fragili, sia per la conservazione che per la protezione - dice Daniele Jalla,
presidente di Icom Italia (International Council of Museums) -. Sapete qual è uno dei furti più comuni?
Quello delle raffigurazioni di pregio nei libri antichi»: un paio di forbici, la distrazione dell'addetto alla
biblioteca e via.
Cresce la sensibilità dei cittadini
Antonia Pasqua Recchia, la prima donna segretario generale del Mibac (per capirci, colei che ha seguito da
vicino la rinascita della Reggia di Carditello), è ottimista: «La valorizzazione del patrimonio è una questione
di territorio. Per dire, stiamo facendo un lavoro sui cammini religiosi che andrà a giovare a intere zone. Ma
credo che gli italiani siano oggi molto più sensibili. Penso ai risultati dell'Art Bonus, che ha premiato
soprattutto progetti locali». Emblematico il caso della musica. A febbraio 2016, su 60 milioni e 692 mila euro
di contributi privati versati fino al 28 gennaio con il meccanismo dell'Art Bonus, 34 milioni e 534 mila, cioè il
57%, sono andati non solo alle fondazioni lirico-sinfoniche ma anche ai teatri di tradizione. È un riprendersi
il territorio che fa ben sperare anche a chi studia la Lista Rossa di Italia Nostra, l'elenco di beni a rischio.
Ecco perché è questo il momento giusto per puntare i riflettori su casi meno eclatanti di Pompei, ma
ugualmente importanti. La piana di Sibari, per esempio, quell'area archeologica affiorata in minima parte (si
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parla di appena il 10%) che potrebbe diventare una seconda Pompei e che, invece, come denuncia Angelo
Malatacca di Italia Nostra, è abbandonata a se stessa per intere porzioni, tanto che le auto (in certi tratti) ne
sfiorano i confini. Come l'ex Dsse, Direzione Superiore Studi ed Esperienze, dell'Aeroporto A. Barbieri di
Guidonia, testimonianza dell'eccellenza dell'aeronautica italiana.
È ora di apporre in tutto il Paese quei piccoli cuori neri che «ascoltano» il battito della chiesa di
Sant'Ignazio. Dal cortile della quale, a proposito, si può scorgere la finestra del ministro dei Beni Culturali.
Un segnale che cade dal cielo?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Roberta Scorranese Corriere della Sera I monumenti a rischio FONTI: Istat, Carabinieri, Mibac, Italia
Nostra e Fondazione Hruby, Fai Qui una mappa dei beni culturali a rischio realizzata dalle sezioni regionali
di Italia Nostra e che presentiamo in esclusiva (la maggior parte delle segnalazioni è infatti inedita)
SARDEGNA Su Semafuru (Sant'Antioco, Cagliari) Oggi la ex postazione militare è fortemente
compromessa ABRUZZO Da Alba Fucens alla città romana di Anxa-Agitia, sono poco valorizzati e la
manutenzione scarseggia FRIULI - VENEZIA GIULIA Palmanova (Udine) Generale stato di degrado di tutto
il sistema fortificatorio. La presenza di vegetazione infestante ha portato alla distruzione dei paramenti
murari con conseguenti crolli VENETO Barco della Regina (Altivole, Treviso) Inaccessibile ed in precario
stato di conservazione LOMBARDIA Chiesa di San Dionigi di Mortara (Pavia) Tutta la costruzione ha subito
nei secoli svariate demolizioni e ricostruzioni. La chiesa è stata uno dei Luoghi del cuore del Fai
PIEMONTE Borgo di Leri Cavour (Trino, Vercelli) La casa del conte Camillo Benso di Cavour versa in un
grave stato di abbandono e degrado, soggetta anche a furti LIGURIA Via Julia Augusta (Alassio, Savona) I
reperti archeologici sono sepolti da erbacce e rifiuti, totalmente abbandonati TOSCANA Cascine di Tavole
e Gualchiere (Remole, Prato) Entrambe a rischio crollo EMILIA - ROMAGNA Monastero di San Pietro
(Modena) Di proprietà del Demanio, da anni una porzione del complesso è abbandonata a se stessa
MARCHE San Francesco delle Scale (Ancona) Stato di avanzato degrado dell'edificio PUGLIA Scalo di
Furno Porto Cesareo (Lecce) Insediamento preistorico (un'antica fornace) riqualificato con fondi europei,
ma il percorso turistico non è mai stato reso fruibile CALABRIA Capo Colonna (Crotone) Dentro e fuori del
parco, mancanza di cura, di manutenzione, degrado ed incuria MOLISE I siti archeologici Con accessibilità
difficoltosa, mancanza di personale e guide CAMPANIA Palazzo Ducale, (Piedimonte Matese, Caserta)
L'interno ha subito varie spoliazioni e le decorazioni delle facciate sono fortemente compromesse SICILIA
Castello Svevo (Augusta, Siracusa) Oggi conservato male, tanto che sono stati apposti i sigilli della Procura
della Repubblica LAZIO Ponte Lucano (Tivoli, Roma) A inizio 2016, il Mibac ha stanziato 2,3 milioni per il
restauro dell'intero sito, fondi che però sono subordinati alla sistemazione idraulica, difficile perché l'area è
nella cassa d'espansione naturale del fiume I FURTI Di beni culturali di proprietà dello Stato 2014 2015 609
450 Aumentati del 20,4% gli scavi clandestini LE VISITE Gli incassi delle visite 43 milioni di persone 155
milioni di euro che nel 2015 hanno visitato i luoghi della cultura statali, musei e aree archeologiche I siti
archeologici ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! IL RECUPERO Dal 1970 al 2013 secondo il Nucleo carabinieri Tutela
Patrimonio 438.729 trafugati 134.614 recuperati dai carabinieri Il 10%* dei musei italiani può dirsi realmente
sicuro NEI MUSEI IL BUSINESS Il business criminale sui beni culturali 150 milioni di euro all'anno IL
PATRIMONIO CULTURALE beni archeologici 5.668 musei 3.847 aree archeologiche 240 biblioteche
12.936 beni architettonici vincolati 46.025 *analisi di Carlo Hruby, presidente della Fondazione Enzo Hruby
45 luoghi : quelli che il Fai ha salvato finora in sette edizioni
de «I luoghi
del cuore»,
che riparte oggi
33 gli interventi per la cultura che saranno finanziati con un miliardo
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(di fondi Cipe) dal Ministero
Il «Bello dell'Italia» è anche online, all'indirizzo www.corriere.
it/bello-italia
Foto: Settanta milioni di euro al Ducato estense
e altrettanti all'ex carcere di Santo Stefano (Ventotene): sono alcuni dei 33 progetti finanziati
con un miliardo ottenuto dal Comitato interministeriale per la Programmazione economica, come
annunciato qualche giorno fa dal ministro dei Beni Culturali
Dario Franceschini.
Alla ricerca vanno invece 2,5 miliardi
Foto: Il progetto è una iniziativa del «Corriere» con Fondazione Italia Patria della Bellezza
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L'Egitto di oggi nella solitudine della Sfinge
BERNARDO VALLI
VALLI ALLE PAGINE 30 E 31 Le ore trascorse tra i templi di Karnak deserti, nella Valle dei Re senza
l'ombra di un visitatore, ai piedi delle Piramidi con i cammellieri senza clienti, figurano ancora, dopo tanti
anni, tra i miei ricordi egiziani più belli.
Ma quelle erano ore strappate al daffare di un cronista impegnato a raccontare le guerre, le rivoluzioni, il
terrorismo, le crisi politiche, tutti avvenimenti che spingevano decine di milioni di turisti a disertare la Valle
del Nilo. E che mi lasciavano quasi solo, nei momenti di quiete professionale, tra le meravigliose tracce
dell'antico Egitto. E' dunque con una nostalgia colpevole che guardo le fotografie di Luca Campigotto,
splendide nella loro desolazione. L' assenza di turisti restituisce ai monumenti, alle rovine, ai luoghi, la
purezza di cui ho goduto in condizioni particolari, ma essa è anche desolante, perché toglie o riduce
brutalmente una delle principali risorse economiche del paese.
A prosciugare il fiume di stranieri erano un tempo, quando il turismo aveva raggiunto dimensioni di massa,
le guerre con Israele (1956, 1967, 1973) o le convulsioni del regime, provocate dalla morte di Nasser o
dall'assassinio di Sadat. Questa volta la crisi è più lunga. Risale al 2011, alla rivolta (la "primavera araba")
che comincia in piazza Tahrir il 25 gennaio, quando la popolazione chiede le dimissioni del presidente
Mubarak, al potere da 30 anni. E le ottiene l' 11 febbraio.
Da allora l' esercito (la società militare) tiene le redini della situazione. Ha consentito libere elezioni che
hanno condotto alla presidenza Mohammed Morsi, candidato del partito islamista dei Fratelli musulmani. Il
quale è stato tuttavia destituito dai militari nel luglio del 2013. E da allora il potere è passato nelle mani del
maresciallo Al Sisi, poi eletto con una valanga di voti dal paese che voleva un ritorno alla normalità, ma che
non l'ha ritrovata.
Perché la repressione ha fatto migliaia di morti, perché le prigioni hanno ospitato e ospitano decine di
migliaia di oppositori, perché la tortura è diventata una pratica corrente.
L' Egitto è un paese religioso, non tanto nella pratica quanto nello spirito. Nei sentimenti. La popolazione
era sensibile a due poteri: quello militare per l'ordine, anche con la violenza, e quello invadente dei Fratelli
musulmani, dediti a varie assistenze e all' educazione islamica.
La rottura della tormentata convivenza ha sempre provocato conflitti. L' ultimo, aggravato dalla situazione
mediorientale, ha creato instabilità politica e ha disperso il turismo. Gli attentati hanno vuotato anche le
belle spiagge del Sinai, dove i jihadisti sono attivi. Sharm-el-Sheikh non è più affollato dopo i 224 morti russi
del volo di ritorno a San Pietroburgo, sabato 31 ottobre.
Nel 2010 quindici milioni di turisti hanno visitato la Valle del Nilo, dando lavoro a più di tre milioni di
egiziani, il 13 % della popolazione attiva. E in quell' anno gli stranieri hanno portato nel paese trentasei
miliardi di dollari. Più di trecento navi da crociera navigavano sul Nilo. Ne sono rimaste in servizio una
trentina.
LUOGHI SIMBOLO Nella foto grande, la Sfinge di Giza, la più monumentale delle sfingi egizie, e la
Piramide di Cheope, la più antica della vicina necropoli. In alto, la veduta di una moschea nel quartiere
denominato "Cairo islamico", dove sorgono alcune delle moschee più belle della città
I COLOSSI Sopra, i due colossi di Memnone, eretti oltre 3400 anni fa nella necropoli di Tebe, non lontano
da Luxor. In basso, il grande mercato del Cairo, il bazar Khan el Khalili, considerato una delle principali
attrazioni turistiche della città: è deserto in questa foto scattata poche settimane fa
Foto: IL FOTOGRAFO Luca Campigotto, nato a Venezia 54 anni fa, vive e lavora tra Milano e New York.
La sua ricerca è incentrata sul tema del viaggio: celebri i suoi spazi urbani notturni e le immagini di
paesaggi sconfinati e desertici. Fra i suoi numerosi libri "Le pietre del Cairo" del 2007 LE IMMAGINI
SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 17/05/2016
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IL RACCONTO
16/05/2016
Sito Web
Ttgitalia.com
Il turismo esperienziale è morto?
Il turismo esperienziale è morto o no? Forse no, anche se tutti cerchiamo di ucciderlo! Nel mercato turistico
attuale tutto viene presentato come una "esperienza turistica". Da quando infatti abbiamo capito che i turisti
non vogliono più comprare quello che per anni abbiamo proposto loro e che invece vogliono vivere
esperienze ed emozioni indimenticabili, memorabili e coinvolgenti, da veri protagonisti, abbiamo pensato
bene di accontentarli, trasformando tutto in esperienze. Peccato che la trasformazione sia avvenuta solo in
termini di comunicazione e non nella sostanza! Basta guardare un po' in rete per accorgersene: ci sono
alberghi che vendono la semplice camera come "esperienza unica" o destinazioni che propongono il
classico tour guidato, oppure la visita al museo come "esperienza indimenticabile". La verità è che la parola
"esperienza" ormai è diventata quasi uno slogan obbligatorio per qualunque proposta turistica, anche se in
pratica di esperienziale non ha nulla. Oggi non c'è prodotto, servizio o pacchetto che non venga venduto
come "esperienza memorabile". Ma cosa c'è di veramente memorabile in un pacchetto week end in hotel
con cena romantica e magari spa? Oppure in un walking tour in una città? Oppure ancora in una vacanza,
hotel più spiaggia? Nulla rispetto a prima, solo che adesso ci siamo fatti furbi e abbiamo inserito la parola
"esperienza" nelle brochure, sul sito e anche sui canali social. Senza dubbio, una cosa è vera: i turisti oggi
vogliono autenticità. Ma la verità è che noi non siamo in grado di offrirgliela: vogliono e chiedono
esperienze ma noi continuiamo a proporre loro le stesse soluzioni di sempre, tentando di camuffarle.
Abbiamo abusato di questo termine nel disperato tentativo di differenziarci rispetto ai competitor e di
ottenere visibilità sui motori di ricerca. Ma di fatto bastava fare un piccolo sforzo in più per confezionare
un'esperienza vera, ossia bastava adottare la prospettiva del turista, mettersi nella sua ottica. È a lui infatti
che deve piacere ed è lui che deve provare emozioni nuove ed indimenticabili. Per soddisfare la richiesta di
autenticità del mercato non è infatti pensabile proporre le stesse soluzioni di sempre, camuffate con un altro
nome, avendo la presunzione che sia il turista a doversi adeguare a quello che noi gli offriamo. Se infatti
non gli proponiamo qualcosa di inedito o di originale come pensiamo di poter generare in lui un ricordo
indimenticabile? Ed ecco che quindi abbiamo già fallito, in quanto non siamo stati in grado di fare vivere
loro un'esperienza autentica. E il peggio è che i turisti lo sentiranno e quando lo condivideranno sui social
media lo faranno senza particolare interesse né entusiasmo e sicuramente senza raccomandarlo a
nessuno. Insomma, se va bene, senza infamia e senza gloria! E il risultato sarà la diffusione tra gli utenti ed
in rete di un bel sentiment neutro....il peggio! Quindi, ciò che dobbiamo imparare per avere successo nella
creazione di prodotti e proposte turistiche, sia come destinazioni sia come operatori, è che il punto di
partenza non siamo più noi ma il turista, con i suoi desideri e con le sue aspettative. Perché oggi il turismo
si muove, vive ed opera nell'economia della raccomandazione. Ma non solo: il turista oggi non accetta più
di acquistare qualcosa che poi di fatto non corrisponda a quanto promesso. E non a caso, l'Italia, benché
presenti trend positivi, cresce molto lentamente ed è scivolata al settimo posto nella top ten dei Paesi per
ricavi, ossia per entrate valutarie (fonte, World Tourism Barometer). E sicuramente non risolveremo questa
situazione facendo più promozione né inventandoci nuove campagne social, come #azzurro o #ciaone.
Josep Ejarque
SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 17/05/2016
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The Matador
17/05/2016
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Presentato Sicilianjourney.com una chance per gli imprenditori
PAOLA POTTINO
Promuovere la cultura del mare in tutte le sue declinazioni, portando alla ribalta l'imprenditoria siciliana che
nel settore turistico opera e interviene a vario titolo: dal produttore alimentare al b&b, e in futuro anche
all'artigiano e a ogni altra attività produttiva legata all'offerta turistica. E' l'obiettivo del neonato Sicilian
Journey, il portale web (www.sicilianjourney.com) ideato dal Distretto turistico pescaturismo e cultura del
mare in Sicilia. Il progetto raccoglie 12 comuni della costa (Cefalù, Vittoria, Terrasini, Isola delle Femmine,
Santa Croce Camerina, Trappeto, Balestrate, Pozzallo, Augusta, Ustica, Petrosino, Pachino) ma è stato
pensato per essere il primo polo web per l'offerta turistica regionale.
«Tutti gli operatori turistici regionali - spiega Giovanni Callea, amministratore delegato del distretto potranno fare richiesta per essere inseriti nel portale, tecnicamente operativo da ieri, indipendentemente
dall'area di appartenenza».
Il servizio sarà gratuito il primo anno, grazie alla disponibilità della Evols, azienda leader nel comparto dei
servizi web per il turismo, che si farà carico dei costi di gestione per il 2016, e provvederà a un rimborso
spese a partire dal 2017. Nel portale anche il servizio newsletter, nato con l'obiettivo di informare l'utente
sulle ultime novità dei territori del Distretto Turistico e sui pacchetti turistici.
Il sistema fornisce un servizio di prenotazione online collegato alle singole strutture presenti nei territori che
hanno aderito e la promozione di pacchetti turistici per visitare al meglio il territorio siciliano.
«Oggi - continua Giovanni Callea - il 60 per cento della transazioni avvengono via web e di fatto mancava
un portale di riferimento per la Sicilia. Come Distretto ci siamo fatti carico di utilizzare le poche risorse a
nostra disposizione, per pensare più in grande, nell'intento di supportare gli altri essendo consapevoli che o
si vende il "prodotto Sicilia" in tutte le sue declinazioni, oppure non si vende nulla». Soddisfatto
dell'iniziativa anche Antonello Cracolici, assessore regionale all'Agricoltura, convinto che il portale avrà
sicuramente un effetto di attrattività enorme non solo perché verranno venduti pacchetti di bellezza, gusto e
prelibatezze, ma anche perché potrà essere un modo per valorizzare al meglio il nostro territorio.
Il portale prevede da un lato, la creazione di una rete di accesso riservata e protetta da login e password
per gli operatori locali, attraverso la quale è possibile modificare in tempo reale i dati relativi all'offerta dei
servizi e, dall'altra parte, un sito web facilmente accessibile al turista che potrà conoscere le informazioni
utili per l'organizzazione del viaggio e del soggiorno potendo effettuare le prenotazioni e inviare specifiche
richieste.
«In questo modo - spiegano dalla Evols - gli operatori locali (ad esempio alberghi, B&B, agriturismi,
campeggi, musei, agenzie di viaggio, ristoranti, autonoleggi) possono recuperare parti fondamentali della
catena del valore promuovendo e commercializzando i propri servizi come parte integrante del prodotto
destinazione».
La cultura del mare passa anche attraverso la scoperta della tradizione culinaria, fusa alle contaminazioni
e alle tracce dei diversi popoli che hanno abitato l'isola negli ultimi due millenni, i monumenti fenici, arabi e
bizantini, gli scavi e le opere d'arte, i castelli e le cattedrali normanne, le meravigliose città barocche, i siti
archeologici e i reperti subacquei, gli scenari dei paesaggi, le tradizioni, le feste e le sagre: un mosaico
costituito da molteplici tessere culturali che si intrecciano con altrettante opportunità di lavoro, che con il
portale da oggi avranno una chance in più.
LE OFFERTE CARIPARMA Il gruppo bancario cerca specialisti di Information Technology e ingegneri
informatici. Info sul sito jobs.
SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 17/05/2016
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La vetrina online per promuovere con i turisti il prodotto Sicilia
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SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 17/05/2016
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cariparma.it FCA AUTOMOBILES Fiat seleziona personale da inserire nelle linee produttive di Cassino per
le nuove auto Alfa Romeo.
Info sul sito fcagroup.com/it COOP Coop ricerca personale in tutta Italia e seleziona capi reparto,
farmacisti e altri profili, anche senza esperienza.
Info sul sito Coop (lavora con noi).
Foto: Le saline di Trapani, luogo simbolo del turismo siciliano
Edizione del: 17/05/16
Estratto da pag.: 7
Foglio: 1/1
Peso: 16%
Servizi di Media Monitoring
Il presente documento è ad uso esclusivo del committente.
106-141-080
Sezione: SETTORI E IMPRESE
Dir. Resp.: Roberto Napoletano
Tiratura: 376.775 Diffusione: 195.317 Lettori: 907.000
16/05/2016
Pag. 6 N.1504 - 16 maggio 2016
Guida Viaggi
Preventivi, soluzione lontana
Più tecnologia per i t.o. e risolutezza per le agenzie
Laura Dominici
Tra essibilità e regole fisse, il mercato si chiede come ovviare al problema " preventivi " che porta tanto
lavoro in agenzia e al t.o. e scarsi risultati pratici. " Il trend di conversione gira intorno al 10% - dichiara
Dante Colitta, direttore commerciale di Geo Travel Network -. Secondo me da una parte le agenzie
dovrebbero concentrare la richiesta di preventivi verso quei tour operator sui quali hanno deciso di puntare
da un punto di vista commerciale evitando i preventivi polling. Dall'altra gli operatori dovrebbero, tutti,
sviluppare sistemi online ecienti e incentivarne l'utilizzo. Lato cliente, sarebbe corretto far pagare il
preventivo per poi scalarlo ". Netto il pensiero di Gian Paolo Vairo, amministratore delegato Welcome
Travel , sul tema: " Non sono d'accordo per le regole fisse, il mercato si chiama shopping. Ognuno conosce
il suo cliente e deve garantire la massima essibilità. Il fatto che un cliente chieda informazioni e poi non
concretizzi è un rischio che va calcolato. La gamma di comportamenti è molto variabile e noi non siamo
catene di franchising con commessi... ". " In questo primo quadrimestre le richieste di preventivi sono
aumentate vertiginosamente - ammette Roberto Massi, re-sponsabile vendite di Idee per Viaggiare -, eetto
naturale del periodo pre-estivo, ma dovuto anche ad una generale ripresa ". Idee per Viaggiare dichiara di
cercare sempre di " soddisfare tutte le richieste poiché, ogni volta, ci può essere anche una piccola variante
". Come si può fare, dunque, per ottimizzare al meglio il lavoro? " Noi puntiamo sempre sul rapporto di
fiducia che ci lega ad un numero sempre più elevato di agenzie ", replica Massi. Tra le iniziative più recenti,
la nuova veste dei preventivi 4U. Cataloghi e portali Quality Group si ada ai cataloghi e ai cosiddetti indici
parlanti. " Sono un ottimo strumento - commenta Marco Peci, direttore commerciale Quality Group - per
cominciare a focalizzare, con il cliente davanti, itinerario e prezzo. Abbiamo in questo ultimo anno introdotto
anche degli indici parlanti particolarmente chiari ed intuitivi. Primo consiglio: utilizzare i nostri cataloghi.
Secondo consiglio: ascoltare, comprendere, filtrare e proporre. Non rinunciare ad essere parte attiva della
richiesta ". " Noi rispondiamo quando un'agenzia ci chiama ". E' l'affermazione di Angelo Cartelli, direttore
commerciale e marketing di Eden Viaggi . " Nella divisione Eden Made riusciamo a fare preventivi telefonici
e diamo massimo supporto alle adv. In Eden Viaggi il b2b online pesa il 63%, per cui le agenzie lavorano
con noi senza bisogno di dover chiamare. In più, abbiamo il Portale Agenti che ore tutte le soluzioni utili a
rispondere al cliente e quindi alla vendita. Tra b2b e b2c esiste la parity rate, perciò i preventivi sono tutti
uguali ". EasyBook si distingue nel panorama del booking online per la sua completezza. " Permette di
risparmiare tempo, evitando eccessive chiamate o correzioni manuali - spiega Alessandro Seghi, direttore
commerciale di Alpitour -. Per tale ragione la maggior parte dei pacchetti che prevedono volo charter ha un
impatto estremamente limitato sui processi interni. In aggiunta, l'avvento dei sistemi di pricing dinamico ha
spinto ad una accelerazione nel processo di conferma di un preventivo, dissuadendo il cliente dal saltare da
una agenzia ad un'altra ", sottolinea Seghi. Di preventivi in continuo aumento parla anche Guido Ostana,
direttore commerciale Settemari . " I nostri due brand Amo il Mondo e Settemari non si rivolgono al cliente
finale, ma utilizzano l'agenzia come unico canale di vendita. Per rispondere alle numerose richieste, Amo il
Mondo si è dotato di un sistema informatico che aiuta a velocizzare e a dettagliare meglio le proposte di
viaggio ". Il booking telefonico, però, resta secondo il manager il mezzo migliore per capire le reali esigenze
del cliente e personalizzare la proposta. Per Luca Battifora , ceo di Hotelplan Italia , " i migliori risultati, sia
nel rapporto di conversione tra preventivi fatti e confermati, ma anche in termini di fidelizzazione del cliente
sull'agenzia, lo riscontriamo in quei punti vendita dove i preventivi vengono fatti a pagamento ". Sul modus
operandi di Hotelplan, Battifora dichiara: " Lavoriamo sempre di più con linee guida chiare: customizzazione
e concetto sartoriale laddove questo valore viene riconosciuto, prodotto preconfezionato con soluzioni di
TURISMO E TOUR OPERATORS - Rassegna Stampa 17/05/2016
37
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PRIMO PIANO
16/05/2016
Pag. 6 N.1504 - 16 maggio 2016
Guida Viaggi
TURISMO E TOUR OPERATORS - Rassegna Stampa 17/05/2016
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vacanza selezionate da Hotelplan, per chi invece valuta la mia proposta alternativa a soluzioni self booking
o all'oerta online ".
17/05/2016
Pag. 13
diffusione:98970
tiratura:162805
Uvet ha siglato un'operazione di joint venture attraverso la quale il gruppo guidato da Luca Patanè (con un
giro d'affari nel 2015 di 2,5 miliardi) ha acquisito Open Travel Network, la rete composta da oltre 500
agenzie di viaggio, presenti su tutto il territorio italiano (in particolare al centro sud) e attiva dal 2001. Altre
500 agenzie entrano dunque nella galassia Uvet. Il gruppo può ora contare su un totale di 2mila agenzie di
viaggi: alle 500 Otn si vanno ad aggiungere infatti alle 1.300 ClubViaggi e alle 200 Last Minute Tour.
(riproduzione riservata)
SCENARIO TURISMO E TOUR OPERATORS - Rassegna Stampa 17/05/2016
40
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Joint venture Uvet-Otn Travel Network
Edizione del: 17/05/16
Estratto da pag.: 16
Foglio: 1/1
Peso: 15%
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17/05/2016
Pag. 29
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Etihad fa funding anche per Alitalia
Mara Monti
MILANO pEtihad, la compagnia di Abu Dhabi socia di Alitalia al 49%, ricorre di nuovo al mercato dopo
l'emissione dello scorso settembre da 700 milioni di dollari. Il vettore attraverso il veicolo Ea partner II ha
dato mandato alle banche di organizzare a partire da questa mattina una serie di incontri con gli investitori
istituzionali. Il veicolo servirà per fare funding non solo per Etihad, ma anche per i vettori partner a
cominciare da Alitalia, Air Berlin, Air Serbia e Air Seychelles. Al momento nonè stato ancora comunicato
l'ammontare del bond che sarà seguito dai lead ma- nagers Goldman Sachs, Ads Securities, Anoa Capital e
Integrated Capital. Per Etihad si tratta della seconda emissione in partnership con gli altri vettori del gruppo
secondo quote prestabilite: nella prima emissione, le ripartizioni furono definite per Etihad Airways al
18,846%, Alitalia (18,846%), Air Berlin (18,846%), Etihad airport services (16,1545%), Jet Airways (India)
16,154%, Air Serbia (8,077%) Air Seychelles (3,077 per cento). E' probabile che anche per questo secondo
bond le quote rimarranno identiche. Per Etihad si tratta di fare fronte alle esigenze di bilancio di alcune
compagnie partner ancora in difficoltà: come nel caso di Air Berlin che nonostante l'acquisizione di Etihad
risulta ancora in sofferenza e nel primo trimestre ha accusato un rosso operativo salito a 172,2 milioni di
euro, da -159,9 milioni dello stesso periodo del 2015, e perdite nette pari a 182,3 milioni, da -212 milioni, su
un fatturato in calo da 793,7 a 737,1 milioni. Migliorano i risultati di Alitalia che nonostante il rosso di
bilancio ha annunciato di volere acquisire Air Malta: il 2015 si è chiuso con una perdita netta di 199,1 milioni
di euro, in miglioramento rispetto alla perdita di 580 milioni di euro registrata nel 2014 e ha confermato di
«essere sulla strada per tornare in utile entro il 2017». Meglio ha fatto la capogruppo Etihad che ha chiuso il
2015 con un utile netto in crescita a 103 milioni di dollari (dai 73 milioni del 2014)e con ricavi totali per 9,02
miliardi (da 7,55 miliardi). Il 2015 è stato il quinto anno consecutivo di redditività netta. L'Ebit è salito
leggermente a 259 milioni di dollari (da 257 milioni del 2014). I passeggeri trasportati sono stati 17,6 milioni
(contro 14,8 milioni l'anno prima). La strategia di partnership basata su quasi 50 accordi in codeshare e
strategici investimenti di minoranza come quello con Alitalia, ha contribuito all'aumento delle vendite nel
network globale di Etihad Airways, fatturando ricavi per 1,4 miliardi di dollari - in aumento del 22,1% rispetto
al 2014 - e contribuendo a fare volare più di cinque milioni di passeggeri sugli aerei Etihad Airways.
Recentemente la compagnia emiratina ha annunciato una nuova riorganizzazione del management a
cominciare dal vertice dove James Hogan, che ha ricoperto il ruolo di presidente e amministratore delegato
di Etihad Airways per dieci anni ha assunto le stesse cariche in Etihad Aviation Group, la capogruppo che
raggruppa tutte le partecipate. Al suo posto in Etihad Airways è stato nominato lo svizzero Peter
Baumgartner.
IN PARTNERSHIP
Dopo l'emissione dello scorso anno da 700 milioni di dollari il vettore lancerà una nuova
obbligazione in partnership con le compagnie del gruppo
SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 17/05/2016
17
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Credito. La compagnia emiratina avvia il road show per l'emissione di un nuovo bond
17/05/2016
Pag. 2
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Infrastrutture. Il via libera alla flessibilità obbligherà a finanziare i progetti presentati a Bruxelles
Corsa contro il tempo per attuare il programma di investimenti
GLI INTERVENTI Interessati nove settori, con la fetta più ricca dedicata alle infrastrutture e i trasporti In
corso procedure per investimenti da 4,3 miliardi
D. Col.
pIl via libera che si profila da Bruxelles per la richiesta di flessibilità pari allo 0,3% del Pil (5.150 milioni di
spesa nazionale che vanno aggiunti a circa 6 miliardi di euro di fondi comunitari) legata alla spesa per
investimenti apre una delle prove più difficili per il Governo. Probabilmente il "via libera" arriverà solo per lo
0,25% ma obbligherà comunque il Governo a dare attuazione nei tempi stabilitia un programma di
investimenti articolatoe complesso. Non sarà facile. E il margine concesso come ha sempre spiegato il
ministro Padoan-è una tantum. Ovvero: a questo punto bisogna dimostrare di riuscire davveroa finanziare
tutti i progetti indicati non più tardi di un mese faa Bruxelles. In quel documento si parla di interventi in nove
settori, con la fetta più ricca dedicata alle infrastrutture e i trasporti cui si aggiungono anche voci relative a
Turismo e cultura, Ricerca e innovazione, Ambientee protezione del territorio, Rafforzamento della capacità
istituzionale, Occupabilità e mobilità del lavoro, Agenda digitale, Educazione, Competitività delle Pmi. Un
mesee mezzo fa risultavano in corso procedure che riguardano investimenti per 4,3 miliardi, di cui circa 2,6
riguardano progetti e opere. Ma nel computo generale l'Italia ha inserito anche alcuni programmi specifici
quali il Piano Juncker, per 946 milioni totali (compreso il Piano per la banda ultralarga, da finanziare con
400 milioni), e il piano Connecting Europe facility, per ulteriori 963,8 milioni. L'elenco degli interventi verrà
aggiornato in corso d'operaei dettagli sono numerosi. Vengono indicati sia gli interventi dei ministeri siai
progetti regionali, in tutto 75 senza contare quelli del Piano Junckere del citato Connecting Europe facility.
Oltre alla lunga serie riguardante le infrastrutture Brennero, Torino-Lione, Treviglio-Brescia, Napoli-Bari,
Palermo-Messina sono alcuni esempi - si trovano anche il piano del Miur per la Ricerca industriale e le smart
cities (1,66 miliardi di cui 60 milioni di spesa prevista per il 2016 tra Ue e cofinanziamento) e quello per la
scuola (182 milioni di spesa prevista quest'anno). Dieci i progetti del ministero dei Beni culturali peri quali si
stima una spesa di 70 milioni nel 2016 (spiccano i 45 milioni per il Progetto Pompei). Due quelli del
ministero del Lavoro (sperimentazioni di Politica attivae sistema welfare work to work per il reimpiego,9
milioni previsti quest'anno). Una quota importante poi, va detto, viene riservataa progetti che non
riguardano investimenti in opere ma coprono invece la cosiddetta "Assistenza tecnica" alle amministrazioni
che devono spendere (37 milioni). Nelle motivazioni attese con l'oka questa clausola si dovrebbe capire
anche se Bruxelles ha deciso di giudicare come "elegibili" interventi già cofinanziati nel ciclo di
programmazione 20072013 da completare con risorse nazionali e rendere operativi entro il 31 marzo 2017.
I NUMERI
5,1
miliardi La richiesta di flessibilità L'Italia ha chiesto a Bruxelles 5,1 miliardi di flessibilità legata alla spesa
per investimenti
4,3
miliardi Investimenti in corso Nei progetti indicati non più tardi di un mese fa a Bruxelles risultano in corso
procedure che riguardano investimenti per 4,3 miliardi, di cui circa 2,6 riguardano progetti e opere.
946
milioni Per il Piano Juncker Nel computo generale l'Italia ha inserito anche alcuni programmi specifici quali
il Piano Juncker, per 946 milioni totali (compreso il Piano per la banda ultralarga, da finanziare con 400
milioni), e il piano Connecting Europe facility, per ulteriori 963,8 milioni.
SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 17/05/2016
15
Edizione del: 17/05/16
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Edizione del: 17/05/16
Estratto da pag.: 2
Foglio: 2/2
Edizione del: 17/05/16
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Sezione: RELAZIONI INDUSTRIALI
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Sezione: RELAZIONI INDUSTRIALI
Edizione del: 17/05/16
Estratto da pag.: 8
Foglio: 2/2