Voce della Vallesina

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Voce della Vallesina
Voce
vallesina
della
Anno 61° - N. 16 settimanale della Diocesi di Jesi
www.vocedellavallesina.it
Domenica 11 maggio 2014
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
VEGLIA DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI
L’ALLUVIONE A SENIGALLIA
“Quest’anno celebriamo la festa del patrono in una situazione di emergenza dovuta all’alluvione
che ha colpito la nostra città e altre località dell’entroterra. San Paolino ci insegna l’importanza
della fede e l’importanza dell’amore verso il prossimo da vivere attraverso una carità concreta
e fattiva”. Lo ha detto monsignor Giuseppe Orlandoni, vescovo di Senigallia, nella Messa per la
festa di San Paolino del 4 maggio. La Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali si sono da subito
prodigate per assistere gli sfollati; il Seminario si è aperto per dare ospitalità e accoglienza ai senza
tetto e ai volontari. La Cei ha stanziato un milione di euro per Senigallia.
AZIONE CATTOLICA RAGAZZI:una giornata a San Marcello il 17 maggio
Un invito alla Festa degli Incontri dell’ACR
“Dammi tre parole…” cantava una canzone di qualche
anno fa. L’Azione Cattolica
Ragazzi di Jesi sembra proprio essersi ispirata a quel
testo quando ha pensato
alla Festa degli Incontri:
tutto ruota, infatti, intorno a tre parole semplicissime e comuni nel parlare dei ragazzi di oggi. Quali
sono queste tre parole? Ve lo diremo tra poco… prima
lasciateci dire che il luogo della festa è del tutto nuovo: per la prima volta si svolgerà a San Marcello, presso il campo sportivo “Le Fonti” e per le vie del centro
storico. Sicuramente, a questo punto, vorrete sapere
quando si svolgerà… beh, eccovi accontentati: la data
è sabato 17 maggio, dalle 16 alle 22.30. E prima di rivelarvi le parole nascoste… lasciateci anche dire a chi
è rivolta la festa e cosa si farà: potranno partecipare
tutti i ragazzi dai 6 ai 14 anni (ovvero tutta l’ACR). I
ragazzi delle elementari, nella parte intitolata “Toda
Joia”, dovranno superare prove durissime per risolvere
un grande mistero. I ragazzi delle medie, invece, parteciperanno ad una “Love Nomination”: si cimenteranno in missioni e sfide in giro per il centro storico
di San Marcello. Non ci siamo dimenticati dei genitori: ci sarà una parte dedicata agli adulti all’interno
delle stanze del Palazzo Marcelli, con attività e riflessioni su misura per loro preparate dal Settore Adulti
di AC. Il tutto si concluderà con un bel momento di
preghiera tutti insieme, la cena e… musica scatenata!
Niente male vero?
Tornando alle tre parole, la prima è… ah, scusate, ci
stavamo dimenticando che ci sarà anche un ospite
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
importante: il Vescovo di Jesi, don Gerardo Rocconi!
Bene, finalmente il momento che attendevate fin
dall’inizio: vi possiamo svelare che le tre parole sulle
quali è basata tutta la festa sono… ops è finito lo spazio per l’articolo!
A questo punto c’è solo un modo per conoscerle: venire alla Festa degli Incontri, sabato 17 maggio a San
Marcello!
PS: un piccolo indizio: tutte e tre le parole hanno
qualcosa a che fare con Dio… provate ad indovinarle!
I responsabili diocesani ACR
Assemblea Azione Cattolica
Da mercoledì 30 aprile a sabato 3 maggio si è svolta a Roma
la XV Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana,
con a tema: “Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere”. Circa 800 i delegati provenienti da
tutte le diocesi d’Italia, chiamati ad eleggere il nuovo Consiglio nazionale. Da Jesi hanno partecipato il presidente Luca
Gramaccioni con Lara Fabbretti e Giacomo Gresti come delegati, Diego Savelli come uditore e i presidenti parrocchiali
hanno preso parte all’Udienza con Papa Francesco.
Aperti alla verità
La gioia della ResurreChiesa di San Marco ‐ Jesi zione del Signore che
10 maggio 2014 ore 21,15 ha riempito il nostro
cuore di stupore e di mistero ci chiama ad alzarci, a correre e te- stimoniare. Si tratta
di una chiamata per
tutti alla missione di un annuncio fatto di gesti e di parole, affin- ché la Buona Notizia sia portata fino agli
estremi confini della
terra. Occorre però coraggio come dice San Giovanni Paolo
VEGLIA VOCAZIONALE II: “Non temete, apriper la 51a giornata mondiale te, anzi spalancate le
di preghiera per le vocazioni porte a Cristo”. È proprio questo il tema
della 51° Giornata Mondiale di di Benedetto XVI può essere sintePreghiera per le Vocazioni: “Apri- tizzato così: Amore e Verità, dono
ti alla verità e porterai la vita” per del Padre, sono impulso ad amacui veglieremo in preghiera sa- re in modo autentico; Gesù rivela
bato 10 maggio alle 21,15 presso questi doni, vocazione dell’uomo,
la Chiesa di San Marco in Jesi. Il che richiedono una risposta libera,
desiderio della verità appare come responsabile, vera. Cristo rivelanla vocazione “prima” dello spirito do il mistero del Padre (Amore e
umano, quella fondamentale su cui Verità assoluta) rivela pienamente
fioriscono le altre vocazioni. Ogni l’uomo all’uomo. Questo impulso
chiamata particolare, ogni scelta ad amare in modo autentico è la
di consacrazione, di matrimonio, principale forza propulsiva per il
di servizio, anche nella condizio- suo vero sviluppo: è la vocazione
ne di celibe o nubile, è come una dell’uomo, di ogni uomo.
semente gettata nel terreno buono.
Don Marco Micucci
Il terreno buono permette alla semente di crescere, diventare pianta «L’esempio e le parole di papa Frane portare frutto. Ogni vocazione cesco sono determinanti perché ha
particolare, perciò, si innesta in ridato fascino alla Chiesa e i giovani
quell’esistenziale ricerca di verità sono particolarmente attratti dalla
che, per il cristiano, è Gesù di Na- sua testimonianza» ha detto don Nico
zaret, Via Verità e Vita. Il numero Dal Molin, direttore dell’Ufficio Cei
8 dell’enciclica “Caritas in Veritate” per la pastorale delle Vocazioni.
IL GOVERNO TENTA DI AVVIARE LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE È DA SEMPRE IL CEPPO CHE FRENA LO SVILUPPO
Veramente vinceremo la titanica lotta contro la burocrazia?
Non è da oggi che i governi più illuminati tentano di spezzare i ceppi
della burocrazia che tanto appesantiscono il nostro cammino. Ė uno dei
maggiori pesi che gravano sulle nostre spalle, insieme con quello delle mafie e del debito pubblico. Che
l’attuale governo sia fortemente intenzionato a smuovere il pachiderma
della pubblica amministrazione non
c’è dubbio. Ma non è la prima volta
che ci troviamo di fronte alle buone
intenzioni. Almeno dagli anni ’70 in
poi, quasi tutti i governi hanno sentito l’esigenza di superare il problema anche con l’aiuto di un apposito
ministero. Abbiamo sempre fallito.
Si pensi soltanto all’ultimo clamoroso atto dell’ex ministro Calderoli
che ha “bruciato” oltre 300.000 leggi e regolamenti che ostacolavano le
procedure. In realtà allora sono stati
annullati definitivamente tanti documenti che già erano del tutto inapplicati e del tutto inutili. Un gesto
eclatante – bruciata in pubblico una
piramide di scatoloni vuoti – che, di
fatto, non ha apportato alcuno snellimento alle defatiganti procedure
burocratiche cui siamo sottoposti
anche per pratiche semplici.
Sarà questa volta, la volta buona?
Tutti ce lo auguriamo. Renzi ha già
uno schema pronto che verrà sottoposto, in tutto il di maggio, al
parere e alle osservazioni di tutti i
dipendenti pubblici. I quali, con una
lettera del capo del governo – vedi
“ www.governo italiano” - sono invitati a esprimere online il loro parere. Renzi scavalca i sindacati? Non
propriamente. Intende raccogliere
osservazioni e proposte dalla “base
che amministra l’Italia”, trarne al-
cune conclusioni e accettare quanto
al governo appare utile per poi codificarlo in una proposta di legge che
dovrà essere definita dal governo entro il 13 giugno.
Al momento - salvo variazioni dopo
la consultazione in corso - le più rilevanti proposte del governo sono:
1 – Riduzione del 50% dei permessi
sindacali. Un taglio sacrosanto anche perché le funzioni del sindacato
sono in ribasso sol che si pensi che,
di tutti gli iscritti, quasi la metà è
data dai pensionati per i quali c’è da
fare ben poco. Inoltre la tendenza
dei governi, da Monti in poi, è quella di ascoltare, sì, i sindacati, ma di
evitare il tavolo delle contrattazioni;
2 – Incarichi a tempo per i dirigenti;
3 – Possibilità del cambio di funzioni
per ciascun dipendente; 4 – Stipendi legati alla crescita, al rinnovo,
all’efficienza effettiva; 5- Niente posti multipli: un solo incarico; 6 – Riduzione del numero delle prefetture;
7 – Eliminazioni delle decine di enti
inutili; 8 - Accorpamenti di enti simili nelle finalità come, per esempio, i
venti enti pubblici del settore ricerca; 9 - Possibilità di licenziare; 10 ridurre da quattro a una le scuole di
formazione amministrativa; 11 – Innovazioni tecniche suggerite dal progresso della digitazione e di altro;
12 - leggi e decreti auto-applicativi,
salvo eccezioni.
Ma a ben vedere le proposte del governo sono, sì, utili iniziative per un
miglior funzionamento della pubblica amministrazione, ma il grosso
intoppo burocratico sembra appena
scalfito. Si sta puntando soprattutto
sugli “spostamenti” del personale
dipendente. Troppo poco. Il cittadino chiede la semplificazione delle
procedure. Chiede di non dover attendere anni per ottenere giustizia. Chiede di non andare in cento
sportelli per concludere una pratica.
Chiede l’eliminazione di estenuanti
code per un documento o della perdita di tempo – soprattutto per le
aziende - per cento versamenti di
tasse di diverso genere. Infine chiede che le autorizzazioni per nuovi
insediamenti produttivi non arrivino
dopo sei mesi o sei anni, ma dopo 20
giorni o due mesi come nell’Europa
del nord.
C’è da aspettarsi la resistenza dei
burocrati. E già non mancano le avvisaglie. Ma guai se non ci riusciamo
almeno questa volta.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
2 | cultura_società
11 maggio 2014 | Voce della Vallesina
PER LA CANONIZZAZIONE DI GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II LA CAPITALE INVASA DA CENTINAIA DI MIGLIAIA DI FEDELI E TURISTI
Il mondo a Piazza San Pietro per l’omaggio ai due Papi Santi
La grande bellezza di Roma esaltata dalle TV e dalla stampa internazionale
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo”. Un’ovazione ha sottolineato la solennità del momento.
Athos, la penisola monastica in Grecia, dove
si ritrovavano religiosi di vari Paesi, anche
dell’ex Unione Sovietica.
Il mondo a Piazza San Pietro (e dintorni)
per rendere omaggio ai due Papi Santi. La “Uomini coraggiosi”
L’eclettico Wojtyla
canonizzazione di Giovanni XXIII e Gio- Ricordando l’opera di Roncalli e Wojtyla, Karol Woytila è andato in visita in tutti i
vanni Paolo II di domenica 27 aprile è sta- papa Francesco durante l’omelia ha afferma- continenti, papa mediatico accolto ovunque,
to un evento memorabile per la Chiesa, con to: “Sono stati due uomini coraggiosi, pieni in piazze, stadi e spianate da moltitudini di
Roma invasa da centinaia di migliaia di fede- dello Spirito Santo, e hanno dato testimo- fedeli. E’ il papa della giornata mondiale delli e turisti non soltanto a Città del Vaticano, nianza alla Chiesa e al mondo della bontà di la gioventù 1995 di Manila, Filippine, dove è
ma anche in altre parti della Capitale. Tutti Dio, della sua misericordia. Sono stati sacer- stata calcolata la presenza di cinque milioni
quelli (migliaia e migliaia di persone) che doti, vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno di persone e del Giubileo 2000. Subì un atnon sono riusciti a entrare in piazza San Pie- conosciuto le tragedie, ma non ne sono sta- tentato a Roma il 13 novembre 1981. Inditro e a via della Conciliazione, dove erano ti sopraffatti. Più forte, in loro, era Dio; più menticabile, tra i suoi innumerevoli discorsi,
collocati maxi schermi e arrivava, comun- forte era la fede in Gesù Cristo Redentore l’invettiva contro la mafia durante una sua
que, la voce amplificata di Papa Francesco, dell’uomo e Signore della storia; più forte, in visita in Sicilia. Di Wojtyla ci piace ricordasi sono dovuti, giocoforza, fermare sui pon- loro, era la misericordia di Dio che si mani- re la sua passione per lo sport e le fughe sul
ti Vittorio Emanuele II e Sant’Angelo o nei festa in queste cinque piaghe; più forte era la Gran Sasso con lo skipass a portata di mano.
Le sue uscite private avvenivano normalgiardini di Castel Sant’Angelo, pure nei pres- vicinanza materna di Maria”.
si del Vaticano, a Porta Castello e in tutta la
mente il martedì. Dal Vaticano partivano
Le delegazioni ufficiali
zona circostante.
due vetture con targa italiana, con sci e una
La Messa solenne in latino è stata seguita Al rito di piazza San Pietro hanno presenzia- tenda nel bagagliaio. Nelle sue escursioni
con viva partecipazione dalla gente accalca- to 122 delegazioni ufficiali, tra capi di Stato, abruzzesi, amava fermarsi in qualche luogo
ta ovunque. Il papa emerito Benedetto XVI presidenti, capi di governo e reali. Per l’Italia solitario. Pregava e si riposava. Veniva alleè stato invitato da Bergoglio a concelebrare erano presenti il presidente Giorgio Napoli- stito un fuoco e vi si cucinava la carne. Poi,
il rito religioso, e il loro abbraccio è stato ac- tano con la signora Clio e il premier Matteo berretto e occhiali scuri per non farsi ricocolto da applausi e da cori inneggianti papa Renzi accompagnato dalla moglie Agnese.
noscere, si metteva in fila con le altre persoLa singolarità della cerimonia ha riguarda- ne e con lo skipass si serviva degli impianti
Ratzinger.
to la presenza di due papi viventi, fatto mai di risalita. Riuscì a non farsi mai riconoscere,
avvenuto nella lunga storia della Chiesa, che ma un giorno un bambini gli gridò in faccia:
I due Papi Santi
Papa Francesco, davanti a un’immensa fol- hanno caratterizzato questo bagno di folla “Tu sei il papa” e allora non gli rimase altro
la - 800mila persone, stando alle stime pru- che resterà scolpito nella memoria di quanti da fare, con il suo seguito discreto, che imdenziali della Sala stampa vaticana, il doppio erano presenti o hanno partecipato attraver- boccare una via di fuga già prestabilita.
per la più generosa valutazione del sindaco so i mezzi di comunicazione, TV e radio su
Ignazio Marino - che dalle prime luci dell’al- tutti.
Una storica “tre giorni”
ba ha invaso via della Conciliazione e piazza
Sarebbe troppo lungo rivisitare la magnifica
San Pietro, ha letto la formula di canonizza- Il Papa buono
“tre giorni” da sabato 26 a lunedì 28 aprile.
zione per Angelo Giuseppe Roncalli e Karol Angelo Roncalli è sempre molto amato so- Sì, anche il lunedì, perché sono voluto torWojtyla: “Ad onore della Santissima Trinità, prattutto dai fedeli meno giovani. E’ ricorda- nare a piazza San Pietro per vedere l’effetto
per l’esaltazione della fede cattolica e l’in- to per essere stato il “papa buono”, figlio di che fa ma, dopo un prolungato tentativo di
cremento della vita cristiana, con l’autori- contadini, sì, ma sapiente e coltissimo, e per fila, ho dovuto rinunciare per la ressa incretà di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi avere convocato il Concilio Vaticano II per dibile, prima del Colonnato del Bernini, lato
Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver riformare la Chiesa. Chi non ricorda anco- via di Porta Angelica, di pellegrini provelungamente riflettuto, invocando più volte ra il celebre, tenerissimo, immortale discor- nienti soprattutto dalla Polonia con le belle
l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti so “della luna” dell’11 ottobre 1962? E’ stato bandierine biancorosse e i loro dialoghi asNostri Fratelli nell’Episcopato, dichiariamo patriarca di Venezia e diplomatico finissimo solutamente incomprensibili, fatti di tante
e definiamo Santi i Beati Giovanni XXIII e in Francia e Nunzio apostolico in Bulgaria e consonanti messe diabolicamente insieme.
Giovanni Paolo II e li iscriviamo nell’Albo Turchia. Era gioviale, simpatico, gli piaceva In particolare, per domenica 27, il traffidei Santi e stabiliamo che in tutta la Chie- intrattenere i suoi ospiti a tavola, fu viaggia- co è stato interamente bloccato nella zona
sa essi siano devotamente onorati tra i Santi. tore curioso, l’unico papa a visitare il monte e chiusa la fermata della metro A di Otta-
viano, poi riaperta per migliorare l’afflusso della gente. Migliaia le forze dell’ordine
impiegate, pure migliaia i volontari della
Protezione civile di Roma Capitale e di altre associazioni impegnati a dare informazioni, a offrire gratuitamente bottigliette di
acqua minerale a chiunque e a disciplinare
l’afflusso dei pellegrini a fianco delle forze dell’ordine ufficiali. Quasi un volontario
ogni due-tre metri, per dare l’idea della colossale macchina organizzativa allestita dal
Comune di Roma. Un’organizzazione che
ha tenuto l’impatto con la gente che è stata considerata all’altezza della situazione.
Qualche lamentela qua e là e qualche crisi
di panico e piccoli malori non sono mancati, ma l’Assistenza era ramificata e presente
dappertutto, sicché il giudizio complessivo
è di forte soddisfazione per come sono andate le cose.
Da ultimo, una citazione personale del cronista. Non avendo avuto l’avvertenza di
dirigermi verso San Pietro all’alba, come
moltissime altre persone, sono rimasto inesorabilmente bloccato abbastanza lontano
dalla piazza. Gli agenti, cortesi ma inflessibili nell’eseguire gli ordini, non mi hanno
consentito l’ingresso, ma io non mi sono
arreso, e ho fatto ricorso all’esperienza di
vita, chiedendo di parlare con il funzionario
dirigente, dimostratosi molto comprensivo.
Così parlottando, dicendo di dover scrivere
un pezzo e mostrando persino “Voce della
Vallesina” con enfasi e orgoglio malcelato (“E’
un settimanale della diocesi di Jesi”, ho spiegato) sono riuscito a convincere i funzionari,
previa esibizione del mio tesserino dell’Ordine dei giornalisti, e a passare indisturbato
ben due varchi accompagnato da un agente,
con approdo a via della Traspontina e affaccio sulla gremitissima via della Conciliazione. Qui, la prima cosa che ho visto è stato
un grande manifesto con la scritta “Verità
per Emanuela” e la bella foto giovanile della
Orlandi, la ragazza misteriosamente scomparsa. Poi la miriadi di bandiere, striscioni
e cartelli che ho annotato ma che, in questa
circostanza, per evidenti ragioni di spazio,
non posso citare e raccontare.
Adriano Santelli
LA TESTIMONIANZA DEI VOLONTARI DELLA CROCE ROSSA DI CASTELPLANIO
A disposizione dei tantissimi pellegrini
Erano circa le sette del mattino quando sono
partiti. Destinazione Roma: servizio alle canonizzazioni dei Santi Padri Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Claudio Marchegiani, Francesca
Basone, Cristian Sampaolesi sono i tre volontari
della Croce Rossa-Comitato locale di Castelplanio che hanno partecipato all’evento, uniti alla
colonna mobile della Regione Marche, con i volontari provenienti dagli altri comitati di Senigallia, Loreto, Jesi, Osimo, Ascoli, San Benedetto, Sibillini, Marotta, Montelabbate
e Tolentino. «Siamo arrivati a Roma intorno alle 14 di venerdì 25 aprile. – racconta
Francesca- In via Ramazzini per la registrazione, poi direzione Fiano Romano, dove siamo
stati alloggiati. Nei tre giorni di permanenza abbiamo prestato servizio come soccorso ambulanza presso il Posto Medico Avanzato di Castel Sant’
Angelo, gestito dalla Regione Marche in collaborazione con il Comitato di Roma.» Giornate di
impegno e dedizione, vissute con lo sguardo rivolto ai tantissimi pellegrini in arrivo,
in movimento e infine in partenza. Pronti
a servire ogni bisogno, necessità, a rispondere chi chiama, consolare chi piange, soc-
correre chi soffre. Perché gli eventi
della storia sono composti di tutto:
i lineamenti delle superfici, con tutto ciò che si vede si intrecciano e si
generano a vicenda con le dimensioni sommerse. Senza queste zona
d’ombra non ci sarebbe la luce.
Senza questa operosità celata e necessaria, non sarebbe possibile la
vita palese, pubblica e visibile. Hanno svolto il loro servizio su coordinamento di ARES
118 complessivamente erano 1335 volontari provenienti da tutta Italia, con 5 strutture di Posto
Medico Avanzato, 35 ambulanze, 2 automediche,
64 squadre sanitarie a piedi, 4 Punti Mamma, un
camper medico, 1 posto di comando al colonnato per coordinamento in loco, un sistema radio
digitale per la geolocalizzazione delle squadre a
piedi, account dedicati sui social network a disposizione dei pellegrini in 5 lingue diverse. «Un
elemento sicuramente positivo - spiega Claudio
- di questa esperienza è stato la collaborazione
fra i diversi comitati delle Marche e fra tutti i
volontari delle diverse regioni italiane.» L’assistenza sanitaria è stata garantita nella zona del
Vaticano, ai Fori Imperiali, in centro e nei punti di uscita della metropolitana, nelle stazioni
ferroviarie e all’arrivo dei pullman di pellegrini.
I punti mamma hanno accolto le famiglie con
bambini piccoli, dotati di fasciatoi per il cambio e aree per il relax con i servizi necessari,
giochi compresi. «Nella zona dove eravamo in
servizio – riferisce Cristian - ci è capitato di assistere a due episodi di bambini smarriti: fortunatamente tutto si è risolto con il ricongiungimento familiare tra i piccoli e i loro genitori.
Episodi frequenti nei luoghi particolarmente
affollati, che generano sempre forte apprensione. Nel complesso, il momento più critico delle giornate trascorse a Roma è stato il deflusso
delle persone dopo la celebrazione di domenica
27. Lo abbiamo gestito con la creazione di canali di emergenza per agevolare lo scorrimento
della folla nelle ore successive al termine della
cerimonia in Piazza San Pietro.» Tantissimi pellegrini di tutto il mondo si sono rivolti ai punti
di soccorso della Croce Rossa e complessivamente sono stati oltre 1700 i pazienti assistiti
nelle diverse postazioni dai tanti volontari. C’è
una dimensione che riguarda tutti gli uomini: è
custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni
persona, con amore, specialmente dei bambini,
degli anziani, di coloro che sono più fragili e
che spesso sono nella periferia del nostro
cuore…ha detto papa Francesco all’inizio del
suo pontificato.
Tiziana Tobaldi
jesi | 3
Voce della Vallesina | 11 maggio 2014
scusateilbisticcio
SULLA STORIA DI SAN NICOLÒ E LE SUORE GIUSEPPINE STUDIANDO NEGLI ARCHIVI
Quella necessità di ingrandirsi
(ghiribizzi lessicali)
PeterPun (con la u)
www.peterpun.it
SEBASTOPOLI E DINTORNI
Frase doppia drammaticamente attuale
(dopo oltre un secolo e mezzo)
La Crimea… lacrime à.
NB – Nei giochi enigmistici, sostituire con l’accento l’acca di
“ho, hai, ha, hanno” è prassi prevista.
CARCERI INVIVIBILI:
O EVADERE O CREPARE!
Cambio di vocale per disperati
Qua dentro scoppiano.
Coraggio: scappiamo!
ANCHE IL BESTIAME RINCARA
Cambio di lettera da crisi nera
Il prezzo di un armento
registra un forte aumento.
POESIA NEO-PAGANA “CRISTIANIZZATA”
(omaggio al mese di maggio)
Quant’è grande la dolcezza
che ci vien da te, Maria!
Laudi a te, Madonna mia,
ognun canti in allegrezza.
Questi versi, trasparente parafrasi dei più noti Quant’è bella
giovinezza / che si fugge tuttavia… di Lorenzo il Magnifico,
sono stati composti nella stessa epoca (Quattrocento). Da chi:
Angelo Poliziano, Lucrezia Tornabuoni o Girolamo Savonarola?
***
Risposta al quesito precedente:
ALONE = SOLO – CANE = BASTONE DA PASSEGGIO/CANNA –
CARE = CURA – FACE = FACCIA – FAME = FAMA – FARE = TARIFFA
– LAME = ZOPPO – MARE = GIUMENTA – PACE = PASSO – PANE =
VETRO DI FINESTRA – FALE = PALLIDO/PALO – SALE = VENDITA –
SOLE = PIANTA DEL PIEDE/SOGLIOLA/SUOLA/SINGOLO – TRUCE
= TREGUA
Come socia di Italia Nostra, sezione di
Jesi, da lungo tempo seguo con particolare interesse le vicissitudini della chiesa
di San Nicolò e dell’annesso complesso
“ex Giuseppine”. Codesto edificio, di ben
più tarda realizzazione rispetto al bellissimo monumento romanico-gotico,
risulta essere di scarso pregio artistico,
e si trova totalmente addossato all’abside di San Nicolò, danneggiandolo sia
dal punto di vista estetico che da quello della conservazione, in quanto diminuisce la naturale ventilazione della
zona favorendo l’accumulo di umidità
all’interno della nostra chiesa. Da qui
la battaglia di Italia Nostra per liberare
l’abside medievale dal palazzo tardoottocentesco.
Rovistando in vecchi fondi della Soprintendenza ai Monumenti, ho scoperto, tuttavia, che la nostra non è
stata la “prima alzata di scudi” a favore
della chiesa di San Nicolò: nel 1913 altre voci autorevoli si sono levate in sua
difesa, di fronte al tentativo delle Giuseppine di sopraelevare di parecchio il
loro palazzo. Dal sindaco di Jesi, al So-
printendente per la Conservazione dei
Monumenti delle Marche, a don Cesare
Annibaldi, Ispettore onorario agli scavi, che si impuntarono, tutti, di fronte
alle pretese delle “terribili Giuseppine”,
come l’Annibaldi stesso le definiva nelle
sue lettere. Le religiose, d’altro canto, avevano
una reale necessità di ingrandirsi, dato il
notevole numero di ragazze che tenevano a convitto, e le molte richieste d’assistenza, che altrimenti non sarebbero
riuscite a soddisfare. Non c’era altra
possibilità che costruire “almeno” un
altro piano, e lo fecero dietro regolare
permesso degli organi competenti. Al
carteggio sono allegate due vecchie
fotografie, scattate e spedite dall’Anni-
Spazi aperti alla bellezza e alla meditazione
A cura di Riccardo Ceccarelli
Il compito della filosofia
Evandro Agazzi, filosofo, in “Avvenire”, 22 aprile 2014, p. 23.
Luoghi popolati da forme armoniche,
colori fluidi e trasparenti che sollevano
ogni elemento dalla materia allo spirito,
pur mantenendo un’inscindibile unità. Sogni che conservano intatti i loro
chiarori, immersi nella vita e in viaggio
verso un avvenire fluttuante. La pittura
animica è il titolo della mostra del pittore Alighiero Tenenti, aperta dal 12 al
21 aprile scorso, al Palazzo dei Convegni, a Jesi. «Dipingo da sempre – racconta Tenenti - e ciò che rappresento
nasce dall’interiorità, dai sogni, da ciò
che il cuore contiene di intimo e di segreto. Sono leggende, miti, desideri,
esperienze dell’infanzia che emergono
in mondi diafani e fiabeschi, dove la
materia è inconsistente e le immagini si
fondono in luoghi arcani. L’opera diventa così musica cromatica, visiva, forme
che si affollano e si attraversano. Dopo
una mia personale e incredibile esperienza medianica, ho iniziato ad ascoltare la musica dell’anima e tradurre i
suoi messaggi in fantasie cromatiche,
memorie ancestrali, visioni dell’oltre.»
Sono spazi aperti alla bellezza e alla
meditazione le opere in mostra; quadri che cantano vita e armonia in un
percorso di luminosa profondità. Finestre da cui i visitatori hanno potuto
affacciarsi sullo splendore del mistero
e sulle emozioni dell’anima. La pittura animica di Alighiero Tenenti ha
donato alla città molti spunti di riflessione, una visione di angoli, armonie e
dimensioni della vita umana di cui si
rischia, oggi, di avvertire la mancanza.
Perché la sua arte, capace di parlare nel
cuore, offre una dimensione nuova alle
cose consuete, il senso delle proporzioni degli eventi e una visione d’insieme capace di restituire interezza, superando e conciliando le tante differenze
che affollano l’esperienza umana.
Tiziana Tobaldi
Alighiero Tenenti, pittore romano nata
nel 1935 da genitori marchigiani, ha studiato nella capitale sotto la guida dei Maestri Walter Lazzaro, Montanarini, Purificato e Gottuso riscuotendo il loro plauso.
Terminati il Liceo e l’Accademia di Belle
Arti di Roma, si dedica a una serie di mostre sia in Italia che all’estero. Dal 1965
insegna disegno presso varie scuole statali.
I suoi lavori sono presenti presso privati,
banche, gallerie. Attualmente vie e lavora
a Chiaravalle.
Per il Michelangelo della Musica
lapulce
5 novembre
No, non pensate a una data legata alle celebrazioni (celebrazioni?!) del centenario della Grande Guerra. Semmai a una
guerricciola locale. Il 5 novembre prossimo si terrà l’udienza
al Tar di Ancona circa l’affaire del nostro san Nicolò. La notizia viene da Gabriele Fava, presidente del Comitato. Speriamo che le ragioni del buon senso e della cultura prevalgano
sulle quelle della cassa. E che San Nicolò preghi per noi e ce
la mandi buona!
Delegazione
ASSONAUTICA
Maria Cristina Zanotti,
socia di Italia Nostra sezione di Jesi A PALAZZO DEI CONVEGNI IN MOSTRA LE OPERE DEL PITTORE ROMANO ALIGHIERO TENENTI
lacitazione
Se si pensa alla filosofia come a un discorso che si occupa solo
di quanto la scienza lascia nel piatto, è chiaro che essa dovrà morire di fame quando le scienze avranno occupato i suoi
ultimi rifugi (alcuni credono che le neuroscienze stiano per
conquistare anche questo ultimo bastione). Si tratta di una
concezione rozzamente positivista, fondata su un metafisica
materialista accolta in modo acritico e addirittura inconsapevole, e che si sfalda di fronte ai molti problemi che le scienze
non riescono non solo a risolvere, ma neppure a formulare,
semplicemente perché nessuna scienza dà spazio a “giudizi
di valore” e a indicazioni circa il “dover essere” e il “dovere
fare”. […] È il caso quindi di parlare di un compito che la filosofia non potrà mai esaurire fin tanto che l’uomo saprà porsi
dei “perché” fondamentali.
baldi al Soprintendente di Ancona, che
mostrano le cinque nuove finestre fatte
costruire dalle suore, non ancora ultimate e pertanto circondate da impalcature. In una delle due foto, scattata
prima della “ristrutturazione”, è ancora
visibile il grazioso campaniletto, non
certamente gotico, ma pertinente alla
cappellina del convento, fatto impietosamente abbattere dalle Giuseppine per
favorire la costruzione di un ulteriore
solaio. Se riusciremo a liberare l’abside della chiesa di San Nicolò, potremo
davvero affermare che per una volta
tanto è stato molto più facile costruire
che distruggere!!! Con la presentazione dell’opera di Piero Mioli, ‘Le radici dell’opera: da Caccini a Berio’ nella quale l’illustre musicologo ha
esplorato cinque secoli di storia del melodramma si è inaugurato,
il 3 maggio, il I° Festival dell’Opera da Camera. Ha fatto seguito,
il 4 maggio, il primo spettacolo della rassegna. Nel Palazzo della
Signoria secondo lo stile delle prime forme del melodramma è stato rappresentato, su testo di Torquato Tasso, ‘Il combattimento di
Tancredi e Clorinda’ di Claudio Monteverdi, preceduto da alcuni
‘Madrigali Guerrieri e Amorosi’ dello stesso compositore che non
immotivatamente è stato definito ‘Il Michelangelo della Musica’. Il
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commento agli eventi sarà nel prossimo numero del settimanale.
Prossimi appuntamenti:
Il 10 maggio nel Palazzo Ripanti Nuovo (ore 17,30) il prof. Mario Cognini, ingegnere e ricercatore, studioso e specialista in
acustica teatrale e in storia dell’architettura teatrale, terrà
una conferenza, sull’evoluzione dell’opera. Seguirà l’11 maggio (ore 17,30) la rappresentazione nel Palazzo della Signoria
di due brevi opere buffe di Telemann, compositore tedesco
vissuto agli inizi del 18° secolo.
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4 | attualità
11 maggio 2014 | Voce della Vallesina
LA FINE DELLA VITA IN PARLAMENTO
La civiltà della morte e della vita
Il ruolo del sindacato
di Remo Uncini
La crisi economica ha messo in discussione tutto: dal lavoro, alla
famiglia, alla società, alla politica. I parametri di riferimento
economici e sociali sono cambiati, le regole democratiche sono
state riviste fino ad arrivare a mettere in discussione alcune
parti della Costituzione. La società si trova a dover fare i conti
con un domani nuovo e incerto. Il fatto che molti giovani non
cercano lavoro, non studiano, sono parcheggiati nelle famiglie o
nei ritrovi classici (bar, pub, discoteche) è il sintomo di una generazione persa nel consumismo. Non li attrae una società che
può fare a meno di loro, diventa fisiologico e psicologicamente
frustante pensare a un avvenire pieno di incertezze. Quello che
si è vissuto prima, non ha importanza rispetto a quello che si
vivrà domani. Sociologi e filosofi stanno studiandone le ragioni
e le possibili vie d’uscita di fronte a una situazione che ha di
fatto acquietato le coscienze, perché è basata solamente sullo
sviluppo e sul libero mercato. I giovani e non solo si sono abituati a correre verso una società consumistica che chiede sempre
di comprare ma si trovano ad affrontare tempi di scarse risorse.
Gli altri paesi poveri, per i popoli del benessere non esistevano
se non per carità o per profitto. I paesi emergenti, il sud del
mondo, era scontato che dovevano essere assistiti, non partecipi attivi allo sviluppo, ma ora si sono svegliati ponendo due problematiche: la condivisione delle ricchezze e la partecipazione.
I popoli del terzo e del quarto mondo non hanno perso tempo,
hanno invaso i paesi ricchi che, sicuri della loro organizzazione
lavorativa e sociale, garantiti fino alla morte da una sanità efficace, si trovano a dover dividere, quando c’è poco. Il sindacato
cosa deve difendere? La condivisione del lavoro, il nuovo che
avanza, o anche la capacità di rifondare la solidarietà, che prima era solo nazionale, oggi è diventata globale perché interessa
sia il lavoratore europeo, l’asiatico, l’africano, il sud-americano.
Il sindacato, invece di cercare maggior capacità di rappresentare i lavoratori con le aziende chiuse, con le ristrutturazioni
in atto, con governi decisionisti, si trova ad ammettere che il
1° maggio non è stata la festa del lavoro, ma la festa della
disoccupazione. Oggi bisogna modificare i parametri dello sviluppo economico, ridisegnare un nuovo stato sociale, mettere
al centro il lavoro come il 1 maggio ha detto il Presidente della
Repubblica. Il problema non è tutelare il lavoro, è difenderlo da
coloro che danno priorità alla finanza. Il ragionamento della cultura liberista afferma che l’impresa non può avere una funzione
sociale perché deve creare profitto. Lo Stato deve tutelare il lavoro come è scritto nella Costituzione. Non può solo sorvegliare
l’impresa, quando anch’essa ha avuto interventi statali. Siamo
passati da uno Stato sociale, senza controlli e sprecone di risorse, che cercava di distribuire i servizi, ad uno Stato liberista che
non può fare solidarietà, che non può tutelare il lavoro. I giovani sono in attesa del domani, non si fidano di chi vuole utilizzare le loro forze per creare un futuro di flessibilità, mentre per
mettere su casa e famiglia hanno bisogno di certezza. Vogliono
essere garantiti? Così risponde la società liberista! La risposta è
che nessuno è garantito. La garanzia la danno il lavoro e lo studio verso una società che sa accogliere coloro che hanno voglia
di impegnarsi senza lasciarli andare per il mondo a realizzarsi
perché sono bene accolti nel loro paese.
Manifesto per la Famiglia
In occasione delle prossime elezioni europee il Forum e la
FAFCE (la Federazione europea delle associazioni familiari
cattoliche) lanciano in tutti gli Stati Ue la campagna Vote for
Family 2014 – Corro per la Famiglia, che ha lo scopo di incoraggiare i candidati a sostenere e promuovere politiche a misura di famiglia. Ai candidati verrà chiesto di sottoscrivere un
Manifesto di 12 punti e di impegnarsi a difendere, se eletto,
la famiglia basata sul matrimonio tra uomo e donna e la vita
dal concepimento al termine naturale, a riconoscere la famiglia come soggetto sociale, a promuovere il concetto di “family mainstreaming”, a sostenere politiche di conciliazione
famiglia lavoro e politiche economiche sostenibili e redistributive. La campagna non termina con le elezioni: l’operato
degli eletti che hanno sottoscritto il Manifesto verrà monitorato per tutta la durata del mandato: questo è l’impegno
formale che Forum e FAFCE si prendono nei confronti delle
famiglie italiane ed europee.
di Riccardo Ceccarelli
Il 18 marzo scorso il presidente Giorgio Napolitano in una lettera a Carlo
Troilo, consigliere nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, scriveva: «Ritengo che il Parlamento non dovrebbe
ignorare il problema delle scelte di fine
vita e eludere ‘un sereno e approfondito confronto di idee’ su questa materia. Richiamerò su tale esigenza, anche
attraverso la diffusione di questa mia
lettera, l’attenzione del Parlamento».
Dopo quasi un mese, il 24 aprile, un
giovane - Lorenzo Moscon, malato
di triplegia spastica, che lo costringe su una sedia a rotelle - ha inviato al presidente della Repubblica e
al presidente del Consiglio Matteo
Renzi, questa lettera che è una reazione all’intervento pubblico a favore
dell’eutanasia fatto da Napolitano
dopo aver ricevuto la lettera di un
malato. Ne riportiamo alcuni stralci.
«Sono Lorenzo Moscon, ho 20 anni e
desidero scrivervi in merito a un tema
d’attualità che ritengo fondamentale
e di cui già da alcuni anni si sta occupando il Parlamento, ovvero l’Eutanasia. Mi sono deciso a scrivervi a seguito delle parole del Presidente della
Repubblica che ha dichiarato: “Indispensabile che il Parlamento si occupi
dell’eutanasia”.Mi sento molto chiamato in causa da un argomento di
bioetica così importante e decisivo in
ragione della mia esperienza personale: sono affetto da triplegia spastica che
mi costringe fin dalla nascita su una
sedia a rotelle e ho subìto sei interventi
chirurgici, dai quali ho ricavato un’esperienza che mi permette di testimoniare quale sia lo stato fisico ed emotivo di un paziente che si trovi costretto
in un letto di ospedale. Posso assicurare grazie a tale esperienza che
nella condizione di malattia ho sempre
avvertito il bisogno manifesto e oggettivo di essere voluto bene ed amato. La
sofferenza, che è uno stato psicologico,
in questo caso determinata da un dolore fisico, può essere eliminata, anziché
intraprendendo un sentiero definitivo
come quello dell’eutanasia, mediante
una relazione interpersonale che rammenti al malato il valore incommensurabile della propria dignità; dignità
che può essere dimostrata grazie alla
capacità universale dell’uomo[…] di
amare, di ragionare, di dialogare, interrogarsi sul senso delle cose, sulla loro
origine, il loro scopo, il loro modo di
essere, a prescindere dalla loro utilità.
La sofferenza fisica e quella spirituale
possono essere lenite dalla vista di una
persona cara e grazie alla costanza di
un rapporto affettivo interpersonale
disinteressato, come ho avuto modo
di sperimentare in modo costante
[…] Sperimento quotidianamente che, in ragione della mia patologia,
senza l’aiuto di qualcun altro non mi
sarebbe possibile neanche scendere dal
letto. …] Questa condizione di dipendenza giunge a tal punto che se qualcuno volesse potrebbe prevaricare sul
mio corpo nonostante il mio dissenso.
Ma la dipendenza è costitutiva per
qualsiasi essere umano perché ognuno di noi ha strutturalmente bisogno,
come minimo, del riconoscimento
altrui: ha bisogno dell’apprezzamento dell’altro. E la dipendenza è una
condizione oggettiva che prima o poi
l’uomo si vede costretto ad affrontare
a causa dell’oggettiva deteriorabilità del proprio corpo. L’eutanasia è il
tentativo di occultare o di eliminare
questo dato incontrovertibile che è la
condizione di dipendenza e di finitezza della vita biologica dell’uomo. […]
Si sente spesso parlare di eutanasia come atto di libertà, intesa
come assoluta auto-determinazione
dell’agire umano e totale sovranità
dell’uomo su se stesso, ma a ben vedere, questo atto è in contraddizione lampante con il concetto stesso
di libertà: infatti la libertà di vivere è
presupposto fondamentale che permette di esercitare ogni altra forma di
libertà e l’eutanasia la distrugge» (La
Bussola quotidiana, 2 maggio). Finora
non c’è stata risposta. Lettere di malati che magari chiedono l’eutanasia
hanno comprensione e risposte, altri
malati che svelano l’inganno dell’eutanasia e il vero bisogno che essi hanno
non le ricevono. Non c’è da sorprendersi. Questi ultimi mettono in crisi
l’egoismo perbenista e salutista ormai
diventato dogma di vita e la tendenza
sempre più diffusa in materia di eutanasia delle legislazioni delle “nazioni
civili”: è la civiltà della morte. La civiltà della vita e dell’amore è altra cosa.
Più degna dell’uomo.
augurissimi Anita
Tanti auguri alla cara ed amata Anita Bellagamba che compie 104
anni dalla figlia Luciana, dal vescovo Gerardo e dalla sua cara amica
che le vogliono tanto bene. Con l’aiuto del Signore mi auguro di
averla tra noi ancora tanto tempo perché la nostra amicizia non
finisca mai.
La signora Anita, che ha compiuto gli anni il 17 aprile, ha costruito
una grande famiglia di quattro figli, sette nipoti maschi, i pronipoti
tra cui una attesissima femminuccia. Una donna che si è sempre
“rimboccata” le maniche per sostenere la famiglia, che ha lavorato in
fabbrica quando le ore non si contavano e il lavoro era durissimo, che
si spostava in bicicletta e che ha sempre confidato nella Provvidenza.
Adriana Marchetti
t e r r e l e m e n t a r i
La spesa e i dolori al ginocchio
di Silvano Sbarbati
C’è una specie di guerra, non violenta,
non sanguinosa: una guerra senza danni e
senza vittime tra i negozietti vecchia maniera e i supermercati. I primi hanno spazi
minimi, dove la merce è affastellata in un
ordine che è funzionale solo al proprietario. Lui soltanto sa dove stanno le merci,
lui soltanto sa dove è riposta quella cosa
lì che quel cliente lì gli sta chiedendo. E
la tira fuori come un prestigiatore tira
fuori il coniglio dal cilindro… I secondi, i
supermercati, hanno spazi grandi, luminosi, dove la merce invece è in bella mostra,
addirittura con i sottotitoli o le didascalie,
che ti fanno trovare quello che cerchi nel
minor tempo possibile: poco tempo per
trovare una merce in modo tale che,alla
fine, trovi anche e compri anche quello che non ti serve o ti servirebbe chissà
quando. La guerra si gioca sulla cosiddetta
privacy. Vai nel negozietto e se manchi da
qualche giorno ti chiedono come stai, se
è successo qualche cosa a te in famiglia.
E senti che non si tratta di puro commercio interessato. Tolta via la patina di
irritazione derivante da una fugace impressione di invasione…della intimità personale, capisci che il negoziante davvero
è interessato a te. Non sei un cliente: sei
tu, anche quando non entri in negozio. Nel
supermercato è già oro che cola se ritrovi la stessa cassiera allo stesso giorno allo
stesso orario. Lei ha fretta di servire perché dietro di te premono altri carrelli del-
la spesa: e ne valuta la durata sulla base
della merce che sta dentro, ammucchiata
come stanno ammucchiate cose diverse.
L’ordine è quello delle cose, l’ordine delle
cose da consumare. Nel negozietto vecchia maniera non si sono carrelli (non c’è
proprio spazio) e allora compri poco, quello che è giusto e necessario. La guerra è
sulla privacy, dicevo: il negozietto chiede
come stai, il supermercato chiede che
cosa compri. Il primo si occupa dei fatti
della tua vita, il secondo dei fatti del tuo
carrello della spesa. Siamo preoccupati
della nostra privacy, ci mancherebbe. Ma
in fondo è piacevole e confortevole fare la
spesa davanti a qualcuno che ti incarta la
mortadella e ti chiede coma vanno i dolori
al ginocchio.
salute | 5
Voce della Vallesina | 11 maggio 2014
PIEVEBOVIGLIANA SABATO 10 MAGGIO, ALLE 9, PRESSO LA SALA CONSILIARE
Il complesso panorama delle malattie rare
Lo dico senza l’enfasi e la retorica dei pro- socio-assistenziale in questo settore della
clami, così vado al nucleo dell’argomento: Medicina. Molti medici vi hanno già aderiquesta è una società iper tecnologica, con- to per prestare la loro consulenza gratuita,
tenitore di fuochi d’artificio sparati per am- perché la solidarietà espressa dal volontamannire greggi di consumatori compulsivi, riato è fondamentale per supplire alla cecità
che nel pallone, nel cinema e nell’effimero di chi non vuol vedere…
del gusto corrente (purtroppo anche nella Tra i suoi fondatori, il Presidente Edy Rencronaca nera) erigono altari agli eroi di car- zetti è una giovane donna colpita dalla
tapesta di turno e sfogano la loro distrutti- malattia rara e degenerativa detta linfanvità razzista. Società che il denaro (pubbli- gioleiomiomatosi, un morbo che colpisce
co) lo spreca in armamenti; lo “investe” per i polmoni, che solo a pronunciarla penso
scoprire, con malcelato orgoglio, anni luce a uno scioglilingua; lei stessa consapevole,
distante dal nostro, un pianeta ove c’è ac- come scrive in un accorato appello a Papa
qua; salvo, poi, ammiccare sullo scandalo di Francesco, «di avere una vita breve», e che
certe Case farmaceutiche che non dedicano di sé dice, “postato” su Facebook: «il mio
un centesimo alla ricerca scientifica (perché corpo è una bomba a orologeria, ed è parnon produce utili di bilancio) per produrre tito il conto alla rovescia». Non è stato forse
molecole che combattano malattie rare e Bergoglio a denunciare che «viviamo nella
degenerative spesso molto dolorose e diffi- globalizzazione dell’indifferenza»? La stescili da gestire in un’economia famigliare, e sa che Edy denuncia a Francesco «di avere
talvolta motivo di morte.
vissuto e subìto in prima persona, ricevenPoco importa, perciò, che un dibattito sulle do tanti “no” e tante porte chiuse», e perciò
malattie rare si svolga “sotto casa” oppure d’aver voluto costituire un’Organizzazione
altrove, comunque entro i confini della no- filantropica «perché mai più nessuno si senstra Regione. Il problema è sociale e uni- ta solo, abbandonato e smarrito, perché colversale, e va trattato come merita, più di pito da una grave malattia».
tutto riguardo all’assistenza sanitaria e alle Il problema va trattato chiedendo in partinormative nazionali e regionali integrative. colare alla Politica di dare il contributo che
L’informazione, qualunque essa sia (i cosid- compete al suo compito legislativo, «perché
detti social media insegnano) ha il dovere di – continua Edy – per concretizzare gli aiuti
dare spazio a ogni iniziativa intrapresa a tu- e le risorse occorre l’intervento di chi ha la
tela della salute, perché la cultura della vita responsabilità di amministrare il bene cosia lo spazio in cui ogni essere umano sente mune, dei politici che, facendo fronte unico
che la propria dignità è rispettata.
avulso dal “partitismo”, si attivino per proIl Cortile di Edy, Associazione di promozio- porre leggi adeguate».
ne sociale costituita di recente, persegue Il Convegno, giornata di studio, “Fare
finalità di solidarietà verso persone che si sintesi”, che Il Cortile di Edy organizza è
trovano in condizioni di marginalità o di un’iniziativa di pubblico dibattito sulle
fragilità sociale a causa proprio delle malat- varie proposte e sui disegni di legge per
tie rare, e promuove ogni forma di attività la disciplina delle malattie rare presenti
presso la Commissione Igiene del Senato.
L’appuntamento è per sabato 10 maggio,
alle 9, presso la Sala Consiliare del Comune di Pievebovigliana (MC). Sponsor
della manifestazione anche l’Università di
Camerino, l’Assemblea legislativa del Consiglio Regionale delle Marche, il Comune di
Recanati e la S.I.F., Società Italiana Flebologia.
Un tema complesso e articolato verso cui
ogni cittadino si deve sentire trascinato, che
attiene a un elenco ancora troppo lungo di
malattie dichiarate rare (quelle conosciute
sono 581!), spesso prive della necessaria,
perché vitale, assistenza farmacologica e,
non meno, perché è faccenda di etica pubblica, del riconoscimento normativo del
Governo e dei Ministri competenti (abbiamo dimenticato, infatti, che il termine repubblica deriva da re(m) e pūblĭca(m): “cosa
pubblica”).
Il Convegno si propone di tracciare il profilo
del composito panorama delle malattie rare;
tenta di fare confluire le linee programmatiche, i progetti e le risorse in un obiettivo
condiviso che non sia soltanto la solidarietà
(peraltro spesso superficiale) verso quella
sorta di emarginazione sociale e psicologica riveniente da certe patologie, ma un reale
e costruttivo «confronto per arrivare a una
sintesi», come recita il programma.
Al dibattito interverranno i senatori Lucio
Barani (Presidente Intergruppo malattie
rare del Senato), Mario Morgoni, Remigio Ceroni e Serenella Fucksia. Saranno
presenti professionisti con varie competenze e una rappresentanza degli utenti delle
varie Associazioni presenti nella nostra Regione.
Al termine sarà compilato un documento
RITI DI PAESAGGIO: allo spazio “2G” di Jesi, dal 3 maggio al 2 giugno
Artisti affascinati dalla natura
La natura ha sempre esercitato un
grande fascino sugli artisti. Prima come sfondo delle scene, poi
protagonista di quadri e disegni.
Il paesaggio naturale è uno dei
grandi temi della pittura moderna e contemporanea. La pittura
di paesaggio ebbe i suoi inizi tra
il Quattrocento e Cinquecento
nell’Europa fiamminga settentrionale. Gli acquerelli di Albrecth
Durer sono considerarti i primi
paesaggi puri della storia dell’arte.
In Italia Bellini, Giorgione dedicano alla resa della natura la stessa
cura riservata ai personaggi dipinti.
I secoli successivi vedranno affermarsi la pittura di paesaggio
come genere autonomo. Da Car-
racci, nel Siecento, Constable e
Turner nel Settecento incarnarono il sentimento del paesaggio ideale e sublime. Saranno i
pittori impressionisti,soprattutto
con Monet, che ricercando nel
paesaggio circostante legami con
la propria cultura, diffusero la
pratica della pittura en plain air,
sviluppando la lezione dei grandi
predecessori quali i paesaggisti
olandesi. Quasi nello stesso periodo in Italia emergono in tutta
la loro grandezza i Macchiaioli
toscani. Tutt’oggi la natura e il paesaggio continuano ad esercitare
il loro grande fascino sugli artisti
contemporanei. La mostra “Riti
di Paesaggio” allo Spazio espositivo “2G” di Jesi, dal 3 maggio al 2
giugno, vuole essere una testimonianza del fascino tutt’oggi esercitato sugli artisti contemporanei
dalla natura e dal paesaggio.
che i senatori porteranno con sé per accelerare la definitiva approvazione delle leggi
a tutela dei malati che attendono risposte
urgenti.
«Poterla incontrare di persona e porgerle il
mio capo per ricevere una carezza» è il desiderio che Edy Renzetti ha recentemente
espresso a Francesco e che il Papa della tenerezza certo esaudirà.
Tuttavia, auguriamo a questa Donna e a tutti quelli che ella rappresenta di realizzare,
grazie al coinvolgimento reale della società
civile, della comunità scientifica e dei rappresentanti dei Governo, il suo legittimo
desiderio di vivere e di farlo con la dignità
che spetta a ogni essere umano…
Oreste Mendolìa Gallino
auguri a Laura e Marco
Agli sposi Laura Grassi e Marco Vescovo che domenica 4 maggio nella
chiesa di Angeli di Rosora hanno celebrato il loro matrimonio. Un momento di vera gioia passato insieme a voi che vi vogliamo da sempre bene.
Vi auguriamo un futuro splendente e che il vostro amore aumenti e non
vacilli mai nelle tempeste della vita.
Gli amici
Alice, Agnese, Ilaria, Leonardo, Concetta, Alessandro e Simone 6 | psicologia_società
AUGURI AL VESCOVO GERARDO
Viaggio in diocesi
Leggendo lentamente qualche pagina al giorno dell’Esortazione di Papa Francesco, posso contemplare e
gustare la verità e la bellezza del messaggio che emerge dalla sapienza evangelica incarnata nella complessità del vivere quotidiano della Chiesa e del mondo. Il
nucleo essenziale del discorso è l’evangelizzazione, la
missione affidata da Gesù a tutti i battezzati che ha il
suo slogan in due parolette ormai sulla bocca di tutti:
una chiesa “in uscita”. Non un esercito che lascia l’accampamento per marciare contro i nemici..., ma un
popolo di uomini e donne, che avendo incontrato Cristo “sulla via di Damasco” o in cammino verso “Emmaus”, hanno trovato la vera gioia e non possono fare
a meno di donarla ad altri annunciando il Vangelo. La
Parola di Dio, l’Eucaristia, l’amore, la condivisione, la
preghiera, il perdono sono le loro armi per combattere contro le forze malefiche dell’egoismo, dell’idolatria,
della violenza, e amare ogni giorno di più Dio e i fratelli.
La “Evangelii Gaudium” è arrivata puntualmente anche a Jesi, nelle chiese, nelle case, fra i gruppi e le associazioni che fanno quasi a gara nel progettare incontri
per far conoscere il messaggio. La parola di Papa Francesco e la sua opera instancabile per il rinnovamento
della Chiesa, la simpatia, la fiducia e l’amore che ispira sono una realtà veramente bella e confortante, un
segno di speranza anche per la Comunità di Jesi. Ad
una condizione, però che si affrontino i problemi personali e socio-poltici, la crisi dei valori etici, la povertà
materiale e morale di tante famiglie, in una prospettiva di fede. Guardare dentro le cose ma anche oltre...
e in alto, per non lasciarsi sopraffare dalla tristezza
e dal pessimismo che impediscono di vedere germi
di vita, le spighe del buon grano che cresce anche in
mezzo alla “zizzania”. Tanti sono i segni di rinnovata
vitalità nella Chiesa di Jesi, come dimostra la fioritura di iniziative di preghiera, di catechesi, spiritualità
e cultura, di carità e servizio. Sacerdoti, religiosi e fedeli laici collaborano cercando di superare con il dialogo difficoltà e diffidenze. Parrocchie, associazioni e
movimenti cercano di uscire dalla autoreferenzialità
per fare comunione fra loro nello Spirito e andare incontro al mondo obbedendo al mandato missionario
di Gesù: “Andate e fate discepoli tutti i popoli...” (Mt
28,19-20). A Jesi operano il Centro Promozionale Famiglia, il Centro Aiuto alla vita, l’Avulss, l’Unitalsi, la
Caritas con i centri d’ascolto parrocchiali, la San Vincenzo, gli “Amici di R. Follereau”, l’Ofs, l’Olc, il gruppo
CONTINUA A PAG. 8
11 maggio 2014 | Voce della Vallesina
La mente e l’anima
Una mano per... il cervello
di Federico Cardinali
suo cervello-mente dovremmo dire
– lo mette anche in una situazione di
(2)
La settimana scorsa ci chiedevamo se i maggior pericolo. Un bambino che donostri bambini tecnologici-nativi sa- vesse vivere in un ambiente di violenza
ranno per questo anche più intelligenti, o di sopraffazione, un bambino trascue c’eravamo lasciati con lo sguardo sulla rato o poco amato, molto più facilmennostra ‘centralina’: il cervello. Ci diceva- te da grande attiverà atteggiamenti e
mo che anch’esso, come ogni altro orga- comportamenti aggressivi o violenti. La
no del corpo, ha bisogno di stimoli per stessa osservazione dobbiamo fare per
sviluppare le sue potenzialità. Perché la salute: un’alimentazione scorretta o
queste, le potenzialità, diventino capa- un ambiente inquinato sono tutt’altro
che un buon investimento. In questo
cità.
Di questo lavoro il nostro cervello ha contesto dobbiamo ricordare anche
bisogno per tutto il tempo che la vita ci quanto ormai da tempo ci stiamo dimette a disposizione. Ma il tempo più cendo rispetto all’inquinamento elettroprezioso, quindi più redditizio, è pro- magnetico (quello attivato dall’uso dei
prio il tempo dell’infanzia. È esperienza cellulari, delle connessioni Wi-Fi, Bluedi tutti che da bambini apprendiamo tooth, ecc.): il principio di precauziocon molta più facilità: una lingua stra- ne (= evitiamo quanto più possibile di
niera, suonare uno strumento, legge- esporci a questi campi) che dovremmo
re, scrivere, andare in bici, e mille altre usare per noi adulti, quando si tratta di
cose. Tutto questo avviene perché il cer- bambini dovrebbe diventare un obbligo.
vello di un bambino è molto più plastico Proprio perché il loro cervello sta credel cervello di un adulto. Esso, cioè, ri- scendo, come tanto maggiore è il guasponde con maggiore facilità e più velo- dagno se è inserito in un ambiente ‘buocemente agli stimoli che lo raggiungono. no’, altrettanto maggiore è il danno se
dall’ambiente riceve stimoli negativi. Sia
Questo fatto ci chiede di porre un’atten- sul piano psicologico sia sul piano fisico.
zione tutta particolare all’ambiente in
E la sua intelligenza? Perché è da qui
cui il bambino vive.
Un bambino che cresce in una situazio- che eravamo partiti. È vero che l’uso di
ne caratterizzata da stimoli ‘sani’, sia in questa nuova tecnologia renderà i nosenso mentale sia fisico, svilupperà doti stri bambini più intelligenti? C’eravamo
e capacità buone. Per lui e per gli altri. già detti che non è così. Oggi ci aggiunUn bambino che si sente voluto bene e giamo: non solo non li renderà più inrispettato sarà più capace, da grande, di telligenti, anzi… Dobbiamo proprio
attivare relazioni positive, di amore e di dire ANZI! Perché almeno due aspetti
rispetto. Così per la sua salute fisica: se sono da considerare. Meglio sarebbe
può crescere in un ambiente più pulito, dire due pericoli.
meno inquinato, se può mangiare cibi
più sani, la sua salute sarà sicuramente Il primo. Guardate un bambino che usa
più solida.
un tablet o un telefonino. Osservate
Ma la plasticità del suo cervello – del molto bene le sue mani. Voi vedrete che
per fare le mille cose che quella macchina gli permette, usa un dito. Qualche
volta due. Per scrivere una parola o un
messaggio, la sua mano non fa movimenti specializzati: qualunque lettera o
parola lui scriva, tocca con il solito unico
dito un tasto o l’altro.
Ci dicevamo che il cervello, come ogni
altro organo, ha bisogno di esercizio
per far diventare capacità quelle che
già possiede come potenzialità. Ora aggiungiamo un’altra informazione: ogni
parte del nostro corpo ha una corrispondenza nel cervello. Come un’area,
che l’ascolta e la guida. Lo spazio della
mano sul cervello (nelle aree sensitiva
e motoria) è enormemente superiore
allo spazio che occupa qualunque altra
parte del nostro corpo. È questo che fa
sì che la mano possa svolgere attività
e movimenti straordinariamente ‘fini’,
come scrivere, disegnare, suonare un
pianoforte o un violino. Ma questo ci
dice che il cervello, per sviluppare le sue
capacità, ha bisogno che dalla mano gli
arrivino tantissimi stimoli. Una mano
anchilosata come quella di un bambino
che usi prevalentemente un dito o addirittura tutta la mano come fosse un dito
solo (come fanno i bambini quando usano i tablet…) depriva il cervello di tantissimi stimoli: tutti quegli stimoli che
gli arrivano, invece, quando lui scrive
con una penna, o disegna, o manipola
degli oggetti. In questo modo rischiamo
di far crescere un cervello impoverito.
Che significa un cervello meno intelligente. E un cervello meno intelligente
significa una persona meno intelligente!
L’altro pericolo alla prossima settimana…
(2. continua)
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
LA CELEBRAZIONE CON IL VESCOVO E IL SINDACO
Il primo maggio a Jesi
Per iniziativa delle Acli, anche quest’anno la celebrazione ufficiale è stata affidata alla Liturgia Eucaristica
in duomo e, successivamente, all’omaggio verso tutti i
caduti sul lavoro. “La crisi economica che ancora tiene l’Italia e la nostra città, va risolta con i mezzi umani, ma più ancora bisogna tener presente quanto papa
Francesco va insegnando a proposito
della natura dell’apostolo: chi è l’apostolo? Prima di essere quello che
testimonia e parla, è quello che prega, che si affida con immensa fede al
Signore”.
Così esordisce il vescovo mons. Rocconi con la sua omelia, “perché” –
continua – “dal messaggio evangelico
ci vengono per questa occasione del
primo maggio, almeno tre insegnamenti da tener costantemente presenti noi tutti: 1 - La solidarietà che,
soprattutto, implica la sobrietà di
scelte; 2 – Il senso di responsabilità che implica l’impegno educativo (“essere non avere”) e “la custodia
del fratello”; 3 – Un atto di fede nella Provvidenza,
Provvidenza che si trova nella società che segue la via
del Signore. Conclusa la cerimonia religiosa, i fedeli,
preceduti dal gonfalone e dal sindaco, si sono portati
nell’atrio del comune per deporre una corana di allo-
colloqui con lo psicologo
ro presso la lapide che ricorda i nomi
di tutti i caduti sul lavoro. Purtroppo
sono tanti, ma proprio tanti: un rimprovero alla nostra società poco organizzata nello scongiurare tante morti
bianche. Il sindaco, dopo l’omaggio
ai caduti, ha voluto riprendere alcuni
motivi dell’omelia del vescovo sottolineando anche la nostra responsabilità
nel cercare di venire incontro a tanti
giovani che non possono celebrare la
festa del lavoro proprio perchè essi sono privi di lavoro. Uno spiraglio positivo ci viene, proprio in queste
settimane, da una bella industria di Jesi che è un procinto di ampliare i propri capannoni per sviluppare
altre iniziative produttive che comporteranno l’assunzione di una cinquantina di lavoratori che si aggiungono agli attuali duecento.
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Voce della Vallesina | 11 maggio 2014
La chiesa locale
Il diario
del vescovo
Gerardo
Venerdì 9 maggio
Visita past. a San Massimiliano Kolbe
Ore 10-12 Visita ai malati
Ore 21.30 : Incontro con AGESCI
Sabato 10 maggio
Ore 9.15: Incontro con Cresimandi di Pianello
Ore 11: Partecipazione a manifestazione della protezione civile
Visita past. a San Massimiliano Kolbe
Ore 14.30-17: Incontro con i ragazzi del catechismo, ACR e Scout
Ore 18.30: S. Messa in Cattedrale nella festa di San Floriano
Ore 21 Chiesa San Marco, Veglia di preghiera per le vocazioni
Domenica 11 maggio
Ore 9.30: Parr. S. Antonio Abate, S. Messa e Cresima
Ore 11.15: S. Maria Nuova, S. Messa e Cresima
Ore 17: Poggio San Marcello, Festa della Madonna del
Soccorso
Ore 21: Incontro a carattere vocazionale
Lunedì 12 maggio
Visita past. a San Massimiliano Kolbe
Ore 10-12: Visita ai malati
Ore 18.30: Seminario, Incontro con Diaconi e aspiranti
ai Ministeri
Ore 21: San Francesco di Paola, Incontro con il Consiglio
Presbiterale
Martedì 13 maggio
Ore 15-19: Il vescovo riceve in Cattedrale per colloqui e
Confessioni
Ore 21: Poggio San Marcello. Incontro con Cresimandi e
Genitori
Mercoledì 14 maggio
Visita past. a Santa Maria Nuova-Collina
Ore 10-12.00: Visita ai malati
Ore 21: Incontro con Gruppi Caritativi
Ore 18: Comunità Exodus, incontro e S. Messa
Giovedì 15 maggio
Ore 9.30: Seminario, Incontro del Clero
Ore 21,15: Santa Maria Nuova-Collina, Incontro con Catechisti ed educatori
Venerdì 16 maggio
Visita past. a Santa Maria Nuova-Collina
Ore 10-12: Visita ai malati
Ore 19-22 : Incontro con Giovani UNITALSI
Sabato 17maggio
Ore 18,30: Partecipazione alla Festa degli Incontri -ACR
Domenica 18 maggio
Ore 8.00: Collina di S.M.N. S. Messa
Ore 9,30: S. Maria Nuova, S. Messa e Cresima
Ore 11.15: Monastero Clarisse, S. Messa nel 60° di professione religiosa
Ore 17: Madonna del Divino Amore, Incontro con Famiglie
Ore 21: Incontro a carattere vocazionale
Voce
dellaVallesina
SETTIMANALE DI ISPIRAZIONE
CATTOLICA DELLA DIOCESI DI JESI
FONDATO NEL 1953
a cura di
don Corrado Magnani
[email protected]
La parola della domenica
In quel tempo Gesù disse: «In verità,
in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi
sale da un’altra parte, è un ladro e un
brigante. Chi invece entra per la porta,
è il pastore delle pecore. Il guardiano
gli apre e le pecore ascoltano la sua
voce: egli chiama le sue pecore una
per una e le conduce fuori. E quando
ha condotto fuori tutte le sue pecore,
cammina innanzi a loro, e le pecore
11 maggio 2014
4A Domenica
di Pasqua
Dal Vangelo secondo
Giovanni (10,1-11)
lo seguono, perché conoscono la sua
voce…”. Questa similitudine disse loro
Gesù; ma essi non capivano cosa significava ciò che diceva loro. Allora
Gesù disse di nuovo:< In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che son venuti prima di me, sono ladri e briganti, ma le
pecore non li hanno ascoltati. Io sono
la porta; se uno entra attraverso di me,
sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà
pascolo. Il ladro non viene se non per
rubare, uccidere e distruggere; io son
venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Il pastore vero e la porta
Chissà quante volte Gesù aveva assistito
a scene notturne o mattutine del pastore
con le sue pecore: Ebbene ne prende
occasione per raccontare la tenerezza,
la domesticità del suo amore per noi,
e per rivelare l’aspetto più profondo
dell’amore di Dio. Ci riesce difficile
credere che il suo amore sia una cosa
così familiare; abbiamo di Dio un’idea
molto alta. Così alta che la ragione
non arriva a realizzarla. Tante persone,
anche “religiose”, sono tristi, perché
non riescono a credere che Dio le ami.
E invece non abbiamo solo il diritto
di credere che Lui ci ami: ne abbiamo
il dovere. È scritto nella Bibbia che la
caratteristica dei cristiani è quella di
“credere all’amore”, proprio perché la
parola “amore” è ridotta a una salsa che
si mette su tutti i piatti. Una cosa è dirla,
altro è crederci.
Il primo intento di Gesù in questa
parabola è indicare la reciproca
conoscenza tra noi e Lui (nella
Bibbia “conoscere” vuol dire stabilire
un rapporto di intimità all’insegna
dell’amore con una persona). Le “pecore”
non sono pecore stupide che vanno
dove vanno le altre, con una specie di
conformismo istintivo. Dire a uno che
è una pecora è offensivo. L’amore del
pastore non è offensivo per le pecore,
perché anche loro lo conoscono;
riconoscono la sua voce. (Sempre nella
Bibbia “ascoltare la voce” implica un
legame di reciproca appartenenza in
un clima di libertà e spontaneità). Fuori
metafora: Il credente segue Gesù perché
innanzi tutto sa di essere “conosciuto” da
Lui. Dio ci chiama per nome. Il profeta
Isaia dice che Dio “ha scritto il mio nome
nel palmo della sua mano” come fanno i
ragazzi innamorati. Il suo amore non si
divide per il numero dei figli nel mondo,
ma è tutto intero per ciascuno. Ognuno
di noi, ai suoi occhi, è un assoluto, non
una minuscola parte di un tutto. Se
abbiamo il diritto di attendere qualcosa
dall’amore, è che esso ci comprenda. E’
un diritto che Dio rispetta, perché egli
ci conosce sul serio e ci comprende (= ci
prende completamente). Che cosa allora
dobbiamo temere?
È importante sottolineare che
la “relazione amorosa di Gesù
con noi” (=conoscenza) non è di
giustapposizione o di sola compagnia,
ma costituisce fonte di vita unica per
noi. È questo rapporto di comunione
profonda che diventa per noi “la porta”
(versetto 9) attraversando la quale si
aprono a noi orizzonti di libertà e di
vita piena, e siamo invitati a “danzare”
nella festa della vita (versetto 9).
L’amore è necessario perché a ciascuno
di noi esistere non basta. Una persona
può fiorire e sbocciare solo quando
sa di essere amata; solo allora diventa
completamente sé stessa.
Abbiamo bisogno di non sentirci soli, di
“consegnarci”, di appartenere a qualcuno
o a qualcosa.
Le mille dipendenze dalle quali ci
lasciamo sedurre nascono sempre dalla
paura di rimanere soli; sono esse “i ladri
e i briganti” (versetto 8) che devastano
il cuore, che ci fanno perdere la rotta,
e fuggire la realtà per approdare alla
menzogna e all’illusione.
“IO SONO IL PASTORE BUONO
PERCHÈ DO LA VITA”. Il Signore
ci insiste ben tre volte. Sembra una
motivazione fuori luogo. Invece è vera.
Dare la vita per un altro è l’atto più
forte con cui si realizza la più intensa
relazione con la persona amata. Per
conoscere (in senso biblico) un altro
bisogna spogliarsi del proprio io
egocentrico e inserirsi nella vita dell’altro.
Come Gesù che “non stimò un bene
irrinunciabile l’essere uguale a Dio, ma
svuotò sé stesso prendendo natura di
servo, divenendo simile agli uomini…”
(Filippesi 2, 6-8)
notizie_brevi
Veglia di Pentecoste
Pellegrinaggio Jesi-Loreto
Sabato 7 giugno alle 21,15 in Cattedrale si svolgerà la consueta veglia di Pentecoste presieduta dal Vescovo e animata dal Coro Diocesano “Armonia”. Sono invitati tutti i fedeli della diocesi e tutti i
membri delle Associazioni e dei Movimenti ecclesiali, perché nella
comune invocazione allo Spirito Santo, la nostra vita e quella della
nostra Diocesi possa ravvivarsi nella fede e nella adesione al Signore.
Il 36° pellegrinaggio Jesi-Loreto si svolgerà sabato 14 giugno con incontro alle 20 presso la parrocchia di sant’Antonio di Minonna. Seguiranno le testimonianze e la messa alle 20,30. Partenza alle 21,15.
Le proposte del Ferrini
Venerdì 9 maggio alle 16,30 presso la Sala dell’Adorazione in piazza
della Repubblica a Jesi i soci e i simpatizzanti del circolo “Contardo Ferrini” sono invitati all’incontro con l’ins. Jole Ciarmatori che
terrà una conversazione sul tema: “Vietato invecchiare. Consigli e
ricette di comportamento”. Venerdì 24 maggio alle 17 presso la Biblioteca Diocesana in piazza Federico II ci sarà la proiezione delle
immagini che il signor Primo Finocchi ha scattato nelle ultime due
uscite nell’antica chiesa jesina di Santa Maria del Piano e nella città
di Sassoferrato.
Direttore responsabile
Beatrice Testadiferro
Comitato editoriale:
Vittorio Massaccesi, Giuseppe
Quagliani, Antonio Lombardi
Responsabile amministrativo
Antonio Quaranta
Proprietà: Diocesi di Jesi
Registrazione Tribunale di Ancona
n. 143 del 10.1.1953
Composizione grafica
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Stampa
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Spedizione in abbonamento postale
Associato alla FISC
(Federazione Italiana Settimanali
Cattolici)
29 maggio: presentazione del libro su Cherubini
Giovedì 29 maggio alle 18 presso l’Aula Magna della Fondazione Colocci si terrà la presentazione del libro “Alvise Cherubini” con una
prolusione di Loretta Mozzoni sul tema: “L’arte negli scritti di Alvise
Cherubini”. Saranno presenti gli autori della pubblicazione, il sindaco di Jesi e il vescovo della diocesi.
7 giugno: il Csi dal Papa
Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla Giornata con Papa
Francesco del 7 giugno dedicata alle Società Sportive. Gli oratori del
Centro Sportivo Italiano della Diocesi di Jesi si stanno organizzando
per essere presenti alla manifestazione. Per informazioni ci si può
rivolgere al Centro Sportivo Italiano
Questo numero è stato chiuso in
redazione martedì 6 maggio alle 17
e stampato alle 18 del 6 maggio.
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11 maggio 2014 | Voce della Vallesina
CHIESA DI PALAZZO MERIGHI: incontro dei Cursillos con il Vescovo Gerardo
È bello vivere sempre con il Signore
“La gioia del Vangelo riempie il
cuore e la vita intera di coloro che
si incontrano con Gesù”. Così Papa
Francesco introduce la sua Esortazione Apostolica “Evangelii Gau-
dium”. Il Movimento dei Cursillos
della diocesi di Jesi, che opera per
l’evangelizzazione degli ambienti, ha organizzato tre incontri per
far conoscere a fondo il messaggio
del Papa. Nella suggestiva cornice
dell’antica chiesa Merighi, il 6 aprile, la corale “Brunella Maggiori” ha
aperto il primo incontro offrendo
con grande maestria canti di gioia
e di speranza ad un’ assemblea di
oltre duecento partecipanti.
Il Vescovo Gerardo ha quindi illustrato l’ Esortazione con un’analisi
chiara e puntuale, mettendo in ri-
salto l’obiettivo di un profondo rinnovamento della vita della Chiesa:
«Nella “Evangelii Gaudium”, firmata il 24 novembre 2013, Solennità
di Cristo Re e chiusura dell’Anno
della fede, Papa Francesco accoglie l’eredità di Papa Benedetto sul
tema della gioia e dell’incontro con
Cristo che cambia la vita... La gioia
portata da Gesù, non è la gioia del
mondo e può convivere anche con
la sofferenza».Il Vescovo ha sottolineato la “tristezza individualista”
di coloro che escludono gli altri, i
poveri, i sofferenti e, facendo riferimento ad alcuni personaggi, ha
ribadito che “il Vangelo è pieno
di richiami di gioia”: l’annuncio
dell’angelo a Maria, “Rallegrati,
piena di grazia”, l’incontro di Maria
Anniversario
2012
12 maggio
2014
con Elisabetta che culmina nella
lode del “Magnificat”, l’evento delle
nozze di Cana, esprimono la gioia
dell’amore e della condivisione.
Una Chiesa “in uscita”
«Donare il Vangelo – afferma il Vescovo – è il più grande atto d’amore, riceverlo è un diritto». Il Papa
parla di una Chiesa “in uscita”, che
va incontro con gioia a tutti gli
uomini, in particolare ai lontani e
agli ultimi. Il rinnovamento della
Chiesa necessita di una “conversione pastorale e missionaria e di
una riforma delle strutture perché
diventino tutte più missionarie”, a
cominciare dalla parrocchia che
deve stare a contatto con le famiglie e con il popolo. Non si annuncia il Vangelo con il metodo del
proselitismo, ma “per attrazione”,
facendo capire che “è bello vivere
con il Signore”. Si parte dalla “bella notizia” della salvezza in Cristo:
Dio ci ama, ci ha salvati e rigenerati per una vita nuova. Occorre
esprimersi con un linguaggio comprensibile, con mitezza e pazienza,
offrendo fiducia, speranza e misericordia. «La Chiesa “in uscita” afferma don Gerardo - deve avere
le porte aperte, un segno di accoglienza che rappresenta l’apertura
del cuore dei pastori e dei fedeli,
la possibilità di accedere ai Sacramenti che “non sono un premio
per i buoni, ma rimedio e forza
per chi è in cammino”». Il Vescovo
conclude la sua conferenza esortando a guardare Maria, Madre di
Dio e immagine della Chiesa, “la
via più facile”, come afferma San
Luigi Grignon de Monfort, per
andare incontro a Cristo. E con le
parole del Papa dichiara: “Vi è uno
stile mariano nell’attività evangelizzatrice della Chiesa. Perché
ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza
rivoluzionaria della tenerezza e
dell’affetto”.
Giuseppina Radiciotti
L’ASSOCIAZIONE LIBERI DI CREDERE CERCA PERSONE DISPONIBILI
Progetti sull’Eritrea, dove i diritti umani sono pochi
Liberi di Credere, unica organizzazione italiana per la
difesa della libertà di religione, coscienza e credo, con
sede a Jesi ricerca volontari per le proprie attività. 5,3
miliardi di persone nel mondo
soffrono gravi o gravissime violazioni della libertà di religione.
Liberi di Credere si propone di
fare pressione presso i governi
nazionali e le istituzioni internazionali per promuovere la soluzione dei problemi legati alle
violazioni della libertà di religione, attraverso l’informazione
e la mobilitazione dell’opinione
pubblica. Grazie proprio al supporto dell’opinione
pubblica, l’organizzazione vuole promuovere azioni
diplomatiche per la risoluzione di questo problema
che affligge ogni religione e credo. Il primo progetto a
cui si sta dedicando l’associazione è relativo all’Eritrea,
uno dei paesi con la peggiore situazione in materia di
diritti umani a livello mondiale. Nel paese sono solo
quattro le religioni ammesse: coloro che vengono trovati a praticare una fede non riconosciuta dal governo
Ricordo
vengono arrestati e detenuti senza accuse formali o
processo, continuamente torturati e destinati a morte certa. In molti casi anche coloro che appartengono
alle comunità religiose registrate soffrono simili persecuzioni.
Una delle conseguenze di questa
situazione è l’elevatissimo numero di rifugiati che tale paese
produce ogni anno, e tra questi
numerosi bambini destinati nella maggior parte dei casi a finire
nella rete dei trafficanti di esseri
umani. Vista la gravità della situazione, Liberi di Credere sta
lavorando perché lo stato italiano, storicamente legato allo stato eritreo e politicamente influente su di
esso, assuma una posizione netta ed incontrovertibile
sugli abusi e le violazioni perpetrate dal governo eritreo. Per fare questo occorre accrescere la consapevolezza di tutti attorno al problema dei diritti umani in
Eritrea: se vuoi difendere la libertà di religione per il
popolo Eritreo, contatta l’associazione ai seguenti recapiti: [email protected]
Angela Michelangeletti
ved. Sandroni
Nella sua abitazione all’età di 95
anni ha concluso la sua vita terrena
nell’abitazione di Poggio San Marcello. La ricordano con affetto le figlie
Cesira e Nella, i generi Mario e Luciano, i nipoti Sandro con Laura, Daniele, Stefania con Moreno, i pronipoti
Elisa, Mirea, Marco, Suemi e Clizia,
le cognate e gli altri familiari.
L’Unitalsi esprime le più sentite condoglianze alla figlia Nella e si unisce nella preghiera di suffragio per
la cara Angela che aveva partecipato ad alcuni pellegrinaggi a Lourdes
e Loreto e che seguiva con amicizia
e simpatia le iniziative dell’associazione.
Angela era una lettrice di Famiglia
Cristiana e di Voce della Vallesina.
Sempre puntale nel rinnovare l’abbonamento, quest’anno aveva voluto
inviare alla redazione la quota di amicizia con gli auguri di un Buon 2014.
Una donna amante della vita che non
ha mai sprecato il tempo, abituata fin
da bambina alla fatica. In questo ultimi anni si dedicava ai lavoretti con
l’uncinetto che poi regalava per le
pesche parrocchiali, curava i fiori davanti casa, partecipava a tutte le celebrazioni in Chiesa e si dedicava ancora a tante opere di bene. In tanti la
ricordano con amicizia ed esprimono
alle figlie e a tutti i familiari le condoglianze e il ricordo della preghiera.
Suor Adelaide Massani
Lunedì 12 maggio alle 18,30 nella
chiesa Santa Maria di Moie sarà celebrata una Santa Messa in ricordo della religiosa carmelitana nata a Jesi il
29 giugno 1929.
I volontari del gruppo Carmelo nel
Mondo di Moie la ricordano con una
sua poesia:
I monti, natura stupenda
O splendidi monti,
nell’alto elevati
di Dio voi parlate
e attento ogn’or fate
lo stanco viandante,
egli si ferma
vi guarda
vi ammira
profondamente sospira:
Divino Signore, riempi il mio cuore
del Tuo immenso amore;
rendilo saldo come la roccia
che sia sempre di te innamorato
e verso i fratelli proteso
ch’ei sia capace
di seminar gioia e pace.
Voce della Vallesina
Per i ricordi
delle persone care
0731.208145
Auguri al vescovo Gerardo
SEGUE DA PAG. 6
missionario, la Milizia dell’Immacolata, l’Apostolato dellaPreghiera, l’Opera della Regalità, i
Cursillos, il Cammino Neocatecumenale, il Rinnovamento nello
Spirito, l’Aimc, il Meic, il Circolo
“Ferrini”. Chiesa in cammino...
Scrive Papa Francesco: «La Chiesa non evangelizza se non si lascia
continuamente evangelizzare. È
indispensabile che la Parola di
Dio “diventi sempre più il cuore di
ogni attività ecclesiale” (Verbum
Domini)» (EG. 174). «L’intimità
della Chiesa con Gesù è un’intimità itinerante, e la missione si
configura essenzialmente come
comunione missionaria» (EG. 23).
Il Vescovo Gerardo esorta i fedeli di Jesi a crescere nella fede e
nella comunione e a “uscire” per
manifestare a tutti la gioia dell’incontro con Cristo. La chiesa
dell’Adorazione è aperta giorno
e notte da due anni per l’adorazione eucaristica, che impegna
nella preghiera silenziosa laici e
sacerdoti. Dal 4 all’8 dicembre
2013 si è svolta una missione straordinaria dei giovani per i giovani, concordata dal Vescovo con il
gruppo “Nuovi Orizzonti” a cui si
sono uniti alcuni ragazzi e ragazze di Jesi: di giorno, per le strade
della città e dintorni, di notte nei
luoghi del divertimento, quei giovani hanno parlato di Gesù Cristo
ad altri giovani ed hanno pregato
per loro. Meraviglioso e imprevedibile, il soffio dello Spirito anima
la Comunità e spinge il Vescovo
a percorrere in lungo e in largo la
sua diocesi. Un vero miracolo, la
visita pastorale: di parrocchia in
parrocchia per celebrare l’Eucaristia, per incontrare associazioni,
famiglie, giovani, anziani, per visitare i malati nelle case, per dare a
tutti speranza e portare la gioia di
Cristo. Perché “il Signore ci ama e
non si dimentica mai dei suoi figli”.
Il 13 maggio prossimo per don Gerardo avrà inizio l’ottavo anno del
ministero episcopale nella nostra
Comunità: auguri per una missione sempre più feconda e gioiosa!
Maria Crisafulli
jesi | 9
Voce della Vallesina | 11 maggio 2014
INTERNI DI CHIESE (12): una sosta al quartiere Minonna
XIX EDIZIONE PALIO DI SAN FLORIANO
S. Antonio Abbate, chiesa “mossa” Festa d’altri tempi
Dopo le “ferie pasquali”,
proseguiamo il nostro
cammino (cacciando
il naso in casa altrui,
incassando di tanto
in tanto qualche preventivato
mugugno)
passando in rassegna
le chiese diocesane.
Varchiamo dunque il
nostro modesto Esino: che non risuonerà
dell’eco delle storiche
battaglie del Rubicone, né del Me- che quelle dopo (Regina della Pace,
tauro né del Sentino. Ma che tutta- Cristo Redentore di Moie e San
via una sua particina della gloriosa Massimiliano Kolbe), con le loro
storia dell’Impero dovette pur rita- immense pareti in mattoni delimigliarsela se fu scelto da Augusto in tate da possenti “gabbie” in cemenpersona quale limen amministra- to armato, possiedono quasi una
tivo fra due delle undici Regiones “struttura a traliccio” (questa deitaliche: la VI (denominata Um- nominazione si riferisce propriabria: attuali Romagna e Umbria) mente alle case del Nord-Centro
e la V (il Picenum: attuali Marche- Europa dal medioevo all’800: quelsud e Abruzzo).
le raffigurate nelle favole di AnOltrepassiamo dunque le tran- dersen, per capirci). Qui invece le
quille (raramente fanno le bizze) pareti sono a “cemento vivo” e fluacque del flumen nostrum. Ci tro- iscono senza soluzione di continuviamo così nel Picenum, anzi, par- ità. Giustamente Urieli scrive: “Ė
don, nel Borgo Minonna (con un un valido esempio di arte moderristorante che, malato di ridicola na. L’interno e l’esterno si fondono
anglofilia, fu chiamato My-nonna). in chiara armonia di movimento
Ci siamo serviti ora del Ponte San di masse e di funzionalità, capaci
Carlo (Borromeo), il celebre car- di soddisfare il gusto estetico e le
dinale che si prodigò nella peste esigenze del servizio liturgico. La
che prese il nome da lui: “Tant’è chiesa è a navata unica, a forma di
forte la carità” commenta il Man- ventaglio, con pavimento in legzoni. Nel 1563 venne dichiarato gera pendenza verso il presbiterio,
protettore della città di Jesi, con la sopraelevato in modo da favorire
speranza che sostenesse le richie- al massimo la visibilità e la centraste dei cittadini presso il Papa: per lità dell’azione liturgica”. L’arredo
questo in segno di gratitudine gli (sede, altare, ambone, battistero)
fu intitolato questo ponte.
è dignitoso ma senza pretese. A
Ma è ora scossa che ci occuparci sinistra si trova una cappella latedella nostra chiesa, ultimata nel rale, ove si conserva l’Eucaristia,
1978. Mi permetto di asserire che e permette la celebrazione della
è l’edificio sacro più riuscito e ori- Messa feriale in uno spazio più
ginale scaturito dai tavoli di dise- raccolto. Sulla destra invece se ne
gno di Lenti. Tutte le altre chiese, trovano altre tre assai differenti fra
infatti, sia quelle costruite prima loro. La prima si configura prati-
camente come ampliamento del
presbiterio: è illuminata da cinque finestroni verticali decorati
dai simboli dei sette sacramenti.
La seconda, con funzione di piccola cantoria, riporta nei quattro
riquadri di luce i simboli delle
virtù cardinali. Infine la “cappella
dei santi”: sulle tre vetrate verticali sono raffigurati il “padrone
di casa” (s. Antonio Abbate) e
s. Settimio il quale, secondo una
tradizione sarebbe stato martirizzato proprio da queste parti.
Il suo corpo, “ritrovato” (una prima volta nel 1469 e una seconda
nel 1623), da allora è custodito
in cattedrale. C’è in progetto di
completare le vetrate con le figure
di Madre Teresa e dei due ultimi
santi papi (e perché non aggiungere il San Carlo del ponte? E la
Madonna? Ė presente in immagine con una statua di terracotta
collocata su di un’edicoletta del sagrato. Azzardo: perché non sostituirla con la statua in pietra della
Vergine di Loreto (già sulla facciata
del Comune fino al 1901), togliendola dall’oblio e dalla penombra
della navata destra di San Marco?
Non potrebbe essere un buon viatico per i devoti che partono proprio da qui per il pellegrinaggio a
piedi fino alla S. Casa?
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Il Palio ufficiale di San Floriano avrà
inizio l’8 maggio con l’annuncio dell’araldo e il convegno storico “Jesi e la
Marca nel ‘300” organizzato dal Comitato storico scientifico dell’Ente Palio
e la partecipazione dei docenti dell’Università di Macerata, presso gli spazi
della Chiesa di San Nicolò, ore 18. Venerdì 9 maggio, apertura delle taverne
e il via ufficiale alla sfida tra taverne
con il “Concorso del Piatto Tipico Medievale”. Anche quest’anno, come in
passato, si vuole premiare l’impegno
nel ricomporre ambienti e pietanze e,
pertanto, in collaborazione con l’istituto alberghiero “Panzini” di Senigallia, è
stata composta una Giuria che visiterà
e valuterà le Taverne. Ogni Taverna dovrà scegliere un piatto da presentare,
puntando su una pietanza oppure su un
dolce e su un Piatto per Ragazzi, detto
“Fanciullicus”.
La serata proseguirà, a partire dalle
21.30 in Piazza Colocci, con la gara
degli arcieri e la sfida tra Quartieri,
valevole per l’assegnazione del Palio
dei Quartieri, altra novità di questa
edizione 2014. Alle 22.45, musica medievale da guerra con il gruppo “Futhark”.
Novità assoluta di questa XIX edizione
del Palio, durante il corteo storico di
sabato 10 maggio, la partecipazione
del “Torneo dei Rioni” di Oria (BR),
città federiciana con cui Ente Palio
vanta un legame di collaborazione
e amicizia. Oltre a conoscere e ad
ammirare i Gruppi ospiti, il sabato è
anche la giornata dedicata alla parata dei Sindaci e alla Santa Messa,
celebrata dal vescovo
Gerardo Rocconi, alle
18.30 all’interno della
cattedrale, a conclusione del corteo pomeridiano che attraverserà
Piazza Federico II, allestita dalla mostra-mercato medievale per tutto il week end.
La serata si concluderà dopo spettacoli ed esibizioni dei Gruppi ospiti,
corteo notturno, il bis dei “Futhark” e
la competizione arcieristica tra Comuni per la contesa del Palio, in piazza
Colocci a partire dalle 21.50.
Domenica 11, alle 9, apertura del
concorso di pittura estemporanea
dell’associazione “Giù pe’ Sant’Anna, nella Chiesa di Palazzo Merighi, il
cui vincitore sarà premiato in piazza
Federico II, alle ore 18.30. A partire dalle 9.30, nei giardini Sacco e
Vanzetti, si svolgerà il V Trofeo “Don
Mario Bagnacavalli”, gara di tiro con
l’arco a cura degli Arcieri dell’Ente
Palio San Floriano. La manifestazione
sarà seguita in diretta da RVE.
Festa paesana
Cantine aperte e catinelle
tavole imbandite
con focacce e ciambelle,
gialli piatti di polenta fumante,
coppe pregiate di vini inebrianti
odori piccanti ed invitanti
s’intrecciano nell’aria vespertina
arricchita di suoni, di canti
e di balli ritmati d’altri tempi.
I visi felici dei passanti
rivelano gli animi semplici
e ritornano bambini contenti.
Elena Mancinelli
Nella foto il corteo passato domenica 4 maggio in piazza Federico II.
POGGIO SAN MARCELLO: LA FESTA DELLA MADONNA DEL SOCCORSO
Siamo chiesa missionaria?
La comunità parrocchiale di Poggio San Marcello si appresta a festeggiare anche quest’anno la festa
della Madonna del Soccorso nella
settimana dal 4 all’11 maggio con
la partecipazione dei due missionari Saveriani p. Alberto Panichella e p. Enzo Tonini. Sarà una
settimana impostata attorno alla
domanda “Siamo disposti a comunicare la gioia della fede? Abbiamo
una fede che vogliamo diffondere,
senza intolleranza ma senza indifferenza?”. Dal lunedì al venerdì il
mattino alle 8 verrà celebrata l’Eu-
carestia seguita dall’Adorazione
Eucaristica fino alle 10 e poi il pomeriggio a partire dalle 17 ci sarà
la possibilità di confessarsi e alle
18 il Rosario e a seguire la celebrazione dell’Eucarestia. I dopo cena,
a partire dalle 21, saranno dedicati
invece: il lunedì ai componenti del
Consiglio Pastorale e della Confraternita, il martedì alle giovani
famiglie, il mercoledì ai giovani
e giovanissimi, il giovedì ci sarà
l’incontro con le altre parrocchie
dell’Unità Pastorale con una riflessione sull’Evangelii Gaudium dal
titolo “Dalla simpatia all’adesione.
Il Papa ci chiede di essere Chiesa
missionaria: cioè?”, infine il venerdì sarà dedicato alla preparazione dei tradizionali canti mariani
aspettando i pellegrini di Moie. Da
ricordare alcuni appuntamenti in
particolare: Rosario ed Eucarestia
con Unzione degli Infermi il venerdì pomeriggio alle 18, il sabato
la tradizionale processione e benedizione eucaristica con i bambini
alle 17 e alle 21 la Messa dedicata
alle coppie che vogliono ricordare
l’anniversario del loro matrimonio.
Infine domenica mattina per accogliere i tanti pellegrini provenienti
da altri paesi verranno celebrate
le Messe alle ore 7, 8, 9.30 e 11, e
il pomeriggio la Statua della Madonna del Soccorso sarà portata in
processione per le vie del paese a
partire dalle ore 17 con la presenza del Vescovo Gerardo. La festa si
chiuderà in piazza con un concerto della Banda Musicale “l’Aurora”
e con l’estrazione dei biglietti della
lotteria che potranno essere acquistati fino all’ultimo per contribuire
alle spese sostenute per l’organizzazione della festa. Due le belle novità di quest’anno: il rilancio della
Pia Unione e la mostra-vendita di
pizzi e ricami. La Pia Unione della
Madonna del Soccorso è formata
semplicemente da tante persone
che si impegnano a pregare gli uni
per gli altri compiendo anche gesti
di aiuto concreto (c’è un’iscrizione annuale con un contributo di 3
euro e si riceve una tesserina che
ricorda gli impegni dell’iscrizione) e poi è stata organizzata e sarà
aperta tutto il mese di maggio una
esposizione ma anche vendita di
pizzi e merletti messi a disposizione da quanti vogliono e il cui ricavato verrà devoluto ai missionari
saveriani originari di Poggio e che
oggi svolgono la loro missione in
tutto il mondo o prestano servizio
presso l’istituto di Ancona. L’ultima domenica di maggio la festa si
concluderà alle 21 con la processione e la fiaccolata per le vie del
paese, durante la quale la Statua
della Madonna sarà riportata al
suo Santuario.
Come ogni anno una settimana
molto intensa di spiritualità, fede e
anche tradizioni e realizzata grazie
alla collaborazione di tante persone.
Stefania Vico
10 | in_diocesi
11 maggio 2014 | Voce della Vallesina
AL SANTUARIO DELLE GRAZIE LA PRIMA SERATA DEI GIOVANI DEDICATA A MARIA
“La città si senta sempre giovane”
È dal 1456 che gli jesini supplicano Maria
come patrona della città e Vergine Liberatrice dopo averli salvati dal morbo della
peste. Quest’anno, nella vigilia della festa, il
santuario della Madonna delle Grazie ha accolto una nuova espressione di devozione: la
musica, le immagini e le parole di giovani e
giovanissimi artisti che hanno accompagnato la serata di sabato 26 aprile. «La città si
senta sempre giovane e figlia di Maria, con
il desiderio di programmare il futuro e uniformando le scelte di vita alla scuola della
Vergine»: con queste parole il carmelitano
padre Giulio Pase ha accolto i tanti presenti
e ha ringraziato don Gianni Giuliani che ha
promosso l’iniziativa. L’apertura dell’Omaggio a Maria è stata dedicata alla proclamazione del Magnificat dal vangelo di Luca, definito il cantico più umile e più riconoscente,
l’unica opera composta dalla Vergine Maria,
o meglio, composta in Lei da Gesù. La voce
di Maria Carla Cesaroni ha fatto risuonare
le parole di lode e di gratitudine della Vergine che suggeriscono ad ogni ascolto nuovi
sentimenti di preghiera e di riflessione. La
Corale Santa Lucia ha dedicato alla serata
l’Ave Maria del compositore franco-fiammingo Arcadelt che, nel XVI secolo, fu maestro di un coro di voci bianche e maestro del
coro della Cappella Sistina. A seguire l’Inno
alla Beata Vergine del maestro jesino Giancarlo Aquilanti che, riprendendo le parole
di Dante Alighieri, ha musicato una delicata
composizione proposta dai coristi e dal soprano solista Nadia Borgognoni, diretti dal
maestro Mauro Gubbiotti e accompagnati
al piano da Richard Copparoni. “Reverb”, un
gruppo di sei giovani, amici e che, per l’occasione, hanno deciso di proporsi insieme
realizzando immagini e danze sul poemetto
del poeta Rainer Maria Rilke Verkündigung
“L’Annunciazione. Le parole dell’Angelo” e
accompagnando la rappresentazione con la
chitarra acustica e la chitarra elettrica con
archetto di violoncello. Loris Massacesi,
Matteo Martarelli, Elia Trillini, Maria Elisa
Carzedda, Diego Campanelli e Luca Campanelli sono stati seguiti con attenzione per la
novità della loro proposta e per la capacità
di unire varie espressioni artistiche. Maria
non sfugge a nessuno, scriveva qualche anno
fa padre Fulvio Garroni per la festa al Santuario del 2007, e così tra le tante parole che
i cantautori le hanno dedicato, il tredicenne
pianista e cantante Richard Copparoni e la
violinista Giulia Santoni hanno proposto “Il
sogno di Maria” dall’album “La buona novella” di Fabrizio de Andrè. A seguire il coro
di voci bianche della scuola musicale “G. B.
Pergolesi” con due Ave Maria, una di Caccini e l’altra di Cericola, accompagnati dalla
pianista Silvia Moretti e diretti dal maestro
Michele Quagliani. Accanto alle esibizioni
in diretta, sono stati esposti alcuni lavori realizzati sulla vita di Maria dagli alunni delle
classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado “Federico II” di Jesi: Andrea Arsene, Martina Coppola, Castantina
Nan, Kevin Ferrari, Lorena Gemelli, Ahmmed Shakib, Luca Ciattaglia, Lucia Donzelli, Beatrice Ricci, Nancy Turchi, Nicola
Giacchè, Wahbi Abdelhadi, Ramona Pulita,
Erica Santarelli, Federico Baioni, Silvia Pinzo, Gaia Pigliapoco e Catia Cialoni. Mar-
gherita Marino, architetto e maestra d’arte
residente a Borgo Loreto di Castelplanio e
nata a Catania, ha offerto alla visione alcune
rivisitazioni mariane, dipinte a olio su legno,
dei pittori rinascimentali Sandro Botticelli
e Carlo Crivelli uniti da una visione di personaggi solitari, immersi in un mondo fuori
dal tempo, splendido e irraggiungibile. La
musicista Magdalena Lutka all’organo ha
eseguito un suo adattamento dell’antichissimo inno nazionale polacco “O Madre di Dio”
come omaggio alla fede intensa del suo popolo e alla santificazione del papa Giovanni
Paolo II. Da un’antifona della Liturgia delle
Ore il compositore Roberto Belelli ha musicato “A Maria” proposta al piano da Silvia
Moretti, al violino da Barbara Santoni e cantata da Margherita Cantiani: “Madre sempre
vergine, porta del cielo, stella del mare, abbi
pietà di noi peccatori…” parole care ai fedeli
che il trio di giovanissimi ha fatto vibrare
nel Santuario dove tanti jesini si sono riuniti per ascoltare e pregare. È risuonata poi
la musica dell’Ave Maria di Gounod, una delle più famose composizioni sul testo latino
dell’Ave Maria, con Susanna Felcher al flauto
e Lucia Clementi al piano. Sono arrivati infine i musicisti della Piccola Orchestra della
Scuola Pergolesi, in una formazione ridotta, guidati dal maestro Stefano Campolucci.
Michelle Yvonne Borocci, Valentina Rossini,
Carolina Trillini, Giulia Compagnucci, Ludovica Tavoni, Elisa Fiorini, Greta Campolucci
al violino; Rachele Stronati e Davide Moretti al violoncello; Andrea Paladini e Richard
Copparoni al pianoforte e Riccardo Stronati
al flauto hanno proposto una dolcissima Ave
Maria. Il trentatreesimo canto della Divina
Commedia con la preghiera di San Bernardo
alla Vergine, letto da Maria Carla Cesaroni,
ha riportato in un’atmosfera di solennità e
di meditazione sulla grandezza della Vergine e Madre, figlia del Suo figlio, umile e
alta più che creatura… Don Gianni Giuliani
ha espresso gratitudine e apprezzamento a
tutti coloro che hanno reso possibile la manifestazione, la prima del genere nel Santuario, al maestro Roberto Belelli e alla Scuola
Pergolesi, ai giovanissimi artisti e alle loro
famiglie, ai padri carmelitani che hanno creduto nell’idea e si sono messi a disposizione.
Ricordando la sua passione per la musica e
per il canto trasmessagli dai sacerdoti jesini
tra cui don Arduino Rettaroli e don Roberto Vigo e il desiderio che custodiva da tanti anni di una serata simile, don Gianni ha
ringraziato il Signore per le meraviglie che
continuamente opera nella Chiesa e ha invitato a rivolgersi sempre con fiducia a Maria.
Il vescovo don Gerardo Rocconi ha elogiato
l’iniziativa che ha dedicato spazio ai giovani,
incoraggiandoli e lasciandoli liberi di esprimersi per manifestare la loro capacità artistica e la fede giovane che è nel loro cuore.
La Salve Regina e alcuni brani mariani della
tradizione popolare hanno concluso la prima parte della serata che è proseguita con
la preghiera del Rosario nella chiesa aperta
per tutta la notte: un Omaggio continuo a
Maria e una richiesta ininterrotta per la città di Jesi, per la Diocesi e per le speranze
e i desideri di ogni fedele a partire da quel
lontano 1456.
Foto Giorgio Cognigni
arte | 11
Voce della Vallesina | 11 maggio 2014
ALLUVIONE NELLE MARCHE: LA CITTÀ DI SENIGALLIA TRAVOLTA E TRASFORMATA DALL’ALLUVIONE. TRA DISPERAZIONE E SOLIDARIETÀ
“La gente della mia terra non si lascia schiacciare dal dolore”
Nella mattina di sabato 3 maggio la pioggia insistente
ha invaso tante parti della città causando due morti,
400 sfollati e ingenti danni alle abitazioni, ai negozi,
alle aziende. È iniziata subito una gara di solidarietà
tra i cittadini per soccorrere quanti erano rimasti in
casa e rischiavano l’annegamento: soluzioni veloci ed
efficienti per tirare fuori anziani e bambini dalle loro
abitazioni e portarli in salvo a nuoto o nei gommoni. Scene impressionanti trasmesse dagli organi di
stampa, video e foto condivise sui social network che
hanno colpito e lasciato sgomenti. La furia dell’acqua
che ha rotto due argini del fiume Misa ha colto tutti
di sorpresa: l’allarme meteo c’era ma non per i luoghi in cui è avvenuto lo straripamento. Una corsa incredibile ad aiutarsi reciprocamente, uno scambio di
notizie continuo e di commenti tra i quali riportiamo quello di Gloria Conti, nata a Maiolati Spontini
ma residente ad Albano Laziale, che così ha scritto:
“La gente della terra è forte, abituata a tirarsi su le
maniche senza perdere tempo a piangersi addosso.
La gente della mia terra non si lascia schiacciare dal
dolore: stringe i denti e riprende a lottare. Ma la gente della mia terra, così fiera e dignitosa, accogliente
e generosa, oggi ha bisogno di te, di me, di sapere
concretamente, come tutti i derelitti provati dalle calamità “innaturali” che le istituzioni ci sono, che non
cavalcano il momento per fini elettorali, che lo Stato non si rende latitante, che gli aiuti devono esserci
perché la gente della mia terra, come tutti i poveri e
gli onesti, si guadagna il pane col sudore della fronte
e paga le tasse”. Il premier Matteo Renzi è arrivato in città domenica pomeriggio 4 maggio,
giorno della festa del patrono San Paolino, ha
assicurato la vicinanza delle istituzioni.
Caritas Senigallia
!
VOLONTARI - EMERGENZA
ALLUVIONE
!
Nel COC (Centro Operativo Coordinamento) con la Protezione civile si è definito che la Caritas
Diocesana coordinerà l’attività dei volontari per la vicinanza e l’assistenza alle vittime dell’alluvione
!
!
!
Ai telefoni della Caritas n° 071.60274 e n° 071.7929611
(è possibile mandare anche un SMS al 392.9585718)
numeri attivi tutti i giorni dalle ore alle 8 alle 20
si possono rivolgere
• i volontari che vogliono aiutare nella pulizia delle case e star vicini alle persone;
• quanti hanno bisogno di aiuto o di generi di prima necessità;
• chiunque per qualsiasi tipo di richiesta o disponibilità legata all’emergenza.
!
Il punto di coordinamento e raccolta è il Seminario Vescovile,
in via Cellini 13, piano terra dove la Caritas ha iniziato una raccolta di beni
di prima necessità.
.
Le donazioni in denaro
saranno utilizzate per l'acquisto di beni necessari
per riprendere la normalità della vita quotidiana (ad es. il frigorifero).
!
Le donazioni andranno fatte:
- direttamente presso gli Uffici della Caritas Diocesana in Piazza G.Garibaldi n. 3
!
Civile sono ininterrottamente impegnati da sabato
mattina. Sono partite squadre di volontari anche dalla Vallesina. Banca Marche mette a disposizione un
plafond di 20 milioni di euro a favore delle imprese e
delle famiglie colpite dall’alluvione delle Marche. Senigallia è stata la città più colpita ma danni ci sono
stati anche a Chiaravalle, Passatempo di Osimo, Filottrano, Falconara
- su Conto Corrente Bancario intestato a
Fondazione Caritas Senigallia Onlus
c/o Banca Etica filiale di Ancona
Iban: IT60Z0501802600000000127245
!
!
- Conto Corrente Postale nr. 95690327
intestato a Fondazione Caritas Senigallia Onlus
!
Causale: Emergenza Alluvione Senigallia.
Si consiglia di collegarsi alla pagina Facebook SOS Senigallia Alluvione dove è possibile
mettere in contatto esigenze e disponibilità in tempo reale.
Per contatti mail: [email protected]
 Ultim’ora delle 15 del 6 maggio
È sospesa la raccolta di indumenti. Si ringraziano
i privati cittadini che in pochissimi giorni hanno
donato tantissimo vestiario. Prosegue invece la
raccolta di generi non deperibili (olio pasta tonno
passata etc) da portare in seminario via Cellini 13.
L’associazione jesina “Amicizia a domicilio” ha
attivato una raccolta per l’emergenza alluvione di vestiti di grossa taglia, saponi, assorbenti,
spazzolini ed altri beni di prima necessità che
poi verranno portati a Senigallia. Una raccolta
cibo è presso il Seminario di Senigallia, Via Cellini 13 (0731/60274) poiché c’è urgente bisogno
di alimenti in grandi quantità e di acqua. I Vigili del Fuoco, le forze dell’ordine, la Protezione
ESIBIZIONE DEL GRUPPO CORALE SANTA CECILIA A CUPRAMONTANA
Un concerto tutto storto!
Domenica scorsa, la Domenica delle dimento e poi se ne vanno. Stop.
Palme, dopo aver fatto i salti mortali
per informare i cuprensi dell’evento, Ma non è stato così: accidenti. Nel
mi apprestavo ad ascoltare un con- pomeriggio di domenica scorsa,
certo. Per la precisione si trattava di della Domenica delle Palme è andaun concerto che il Gruppo Corale to tutto storto; tutto meravigliosaSanta Cecilia di Fabriano avrebbe mente storto.
tenuto nel bel S. Lorenzo di Cupra, Ma me lo dovevo aspettare, eh!
come diceva Bartolini. Concerto or- Sì, fin dall’inizio: quando cioè il
ganizzato dal solerte ed infaticabile presentatore (o meglio: il lettore
Franco Cascia, con lo scopo, diceva Oreste Aniello ha chiesto al pubblilui, di aiutare la gente ad entrare nel- co di non applaudire al termine di
la Settimana Santa e nei sui altissimi ogni brano ma, semmai, al termine
significati. “Um: - mugugnavo tra di tutto.
me e me - chiacchiere! Sarà il solito “Stranetti, questi!” Ho pensato: non
ho mai sentito una richiesta simile
concerto!”
in altri concerti. Ma ho cacciato suCon più di un’ora di anticipo, i con- bito il malo pensiero.
certisti alla spicciolata, me li vedo L’ho cacciato alla svelta perché già
arrivare. Arriva il Maestro: serio, m’ero messo in moto per scattama sereno in viso. Si mettono a re foto: per divertirmi, cercando
provare. C’è aria strana in giro: me scovare angolazioni particolari e
ne accorgo subito. Boh: la annuso, mimi curiosi dei concertisti e del
ma non la fiuto bene.
direttore.
“Tutti uguali: quanti ne ho visti…!” - Poi, dopo il primo quarto d’ora,
Rassicuro me stesso – adesso questi senza farmi violenza, mi son sensi presentano, presentano i brani… tito fuori posto e mi sembrava che
eseguono quello che hanno pre- anche il click della macchina fotoparato; scrosci d’applausi da parte grafica desse fastidio. Curioso: che
del pubblico per manifestare il gra- infastidisse non solo i concertisti;
ma anche me. Mi rendevo conto
che la mia persona, lì in mezzo a
quella trentina di persone che cantavano, stonava, era fuori contesto.
Non ci stava bene. Sì, perché ho capito che non era un concerto quello
che stavano a fare, ma erano persone che pregavano.
Al vedere i loro volti…, concentratissimi non per rendere al meglio
la partitura e l’amalgama, ma per
trasmettere al meglio il significato
di quello che eseguivano, potevo
io interferire con un click della mia
hasselblad?
Potevo indagare quelle persone i
cui corpi erano tesi e tirati al massimo, non per cantare bene, ma
rapiti dalla vertigine della preghiera? Potevo scegliere il lato migliore
di un direttore M. Marcello Marini
quasi estraniato dalla realtà perché
rapito nell’estasi della musica e dei
suoi significati, come fossi un paparazzo qualsiasi? Ho dunque dovuto
posare la fotocamera.
Mi sono messo a sedere, mi sono
rilassato. Il corpo ha lasciato libero
l’animo; l’assoluta attenzione mi ha
permesso di assaporare il profumo
eccitante della preghiera. Una preghiera guidata e intercalata dalle
considerazioni centellinate e non
sbavate di don Tonino Lasconi,
prete fabrianese esperto non solo
di penna. Una preghiera guidata
ora da musica straziante ora tenerissima; ora gorgogliante d’ira o di
spasmi; ora insopportabile come
contrazione di budella. Molte volte portata in alto (la mia preghiera, dico) da pianissimi prolungati
e mozzafiato che avrei voluto che
non finissero mai per non interrompere quel ricamo impalpabile
di concentrazione che mi avevano all’inizio innescato!! “Mamma
mia: questi mi tolgono il respiro.
Son senza fiato.” Pensavo e godevo!
Poi…
“È finito!” Mi dice uno.
“Cosa?” Reagisco mezzo intontito.
“Il concerto.”
“Ma che concerto, pure te!!” Gli
dico seccato: lui si ritira come un
cane bastonato; forse offeso.
Ma vaglielo a far capire te che a me
m’era parso di aver pregato.
Don Maurizio
Nella foto il Gruppo Corale Santa
Cecilia di Fabriano che ha proposto
un concerto a Cupramontana nel
pomeriggio della Domenica delle
Palme, il 13 aprile.
Pellegrinaggi
dipreghiera
2014
▶ Su richiesta, è possibile prenotare viaggi personalizzati per gruppi.
Chiedete informazioni in Agenzia. ▶
Terra SanTa
Una volta nella vita è necessario andare in Terra
Santa! Per il cristiano
costituisce un’avventura
esigente, ma indimenticabile, che permette di ripercorrere strade e luoghi “dove Lui è passato”. Per il
credente significa un “ritorno a casa”, su quei posti e fatti che dentro il suo cuore,
fin dall’infanzia, sono roccia sicura d’identità e riferimento morale. Nella “Terra
d’Israele” si va anzitutto per leggere quel “quinto Vangelo” costituito dalla terra,
dalla storia, dall’archeologia; per radicare quindi in coordinate storico geografiche precise quei fatti che costituiscono il fondamento della nostra religione.
ITINERARIO 8 GIORNI / 7 NOTTI (date da definirsi)
QuoTa
QuoTa
di parTeCipazione da
di parTeCipazione da
roma: € 1.250
milano: € 1.270
Terra SanTa
ITINERARIO 6 GIORNI / 5 NOTTI (date da definirsi)
QuoTa di parTeCipazione da roma: € 970
QuoTa di parTeCipazione da milano: € 990
Lourdes è uno dei Santuari cristiani più
frequentati. Ogni anno più di cinque milioni di pellegrini si recano alla Grotta
di Massabielle dove, più di un secolo e
mezzo fa, la Vergine apparve alla piccola Bernadette (11 febbraio 1858). Molti
trovano a Lourdes il “necessario” che inconsciamente cercano. Si uniscono all’enorme folla di uomini, di donne, di bambini, di anziani, di giovani di ogni lingua,
nazione, ceto sociale.
lourdeS
lourdeS
DA ANCONA: 6/9 LUGLIO • 19/22 AGOSTO • 24/26 SETTEMBRE
DA BARI: 1/5 AGOSTO Riservato Associazione A.M.A.S.I. di Bari
DA ROMA 25/28 APRILE
QuoTa
QuoTa
di parTeCipazione da
di parTeCipazione da
anCona: € 630
roma: € 565
FaTima
FaTima
SanTiago
de
CompoSTela
Ogni Santuario ha le sue caratteristiche; a Fatima la Madonna ha lasciato un
Messaggio speciale e la storia è la porta per entrare in quel Messaggio. Fatima,
forse, richiede uno sforzo maggiore per andare al di là del “rivestimento” storico-culturale e cogliere il messaggio universale che la Vergine ha voluto offrire
al mondo attraverso tre semplici bambini: la certezza del trionfo del suo Cuore
Immacolato. Fatima è diversa da tutti gli altri luoghi di pellegrinaggio. Impressionano la grande devozione, la genuinità ed emotività con cui lì sono vissuti la fede
e l’amore alla Vergine.
DA ROMA E MILANO: 28 GIUGNO/1 LUGLIO • 30 AGOSTO/2 SETTEMBRE
QuoTa
di parTeCipazione:
€ 610
Santiago di Compostela è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO
nel 1985. Le spoglie mortali dell’Apostolo sono conservate da secoli nella maestosa cattedrale costruita nei secoli a tale scopo e tappa finale del “cammino di
Santiago di Compostela”. Nel 1987 il Consiglio d’Europa ha riconosciuto l’importanza dei percorsi religiosi e culturali che attraversano l’Europa per giungere
a Santiago di Compostela dichiarandoli “itinerario di devozione europeo”.
SanTiago de
CompoSTela
DA ROMA E MILANO: 7/11 AGOSTO • 6/10 OTTOBRE
QuoTa
di parTeCipazione:
€ 820
SHALOM Viaggi s.r.l.
Tel: +39 071 22 16 143
Altri pellegrinaggi:
www.shalomviaggi.it
Cell: +39 345 50 73 303
Tel: +39 071 22 16 101
• Guadalupe (Messico)
Via Marconi, 28/30/32
60020 Camerata Picena (AN)
SCIA Prot. n°1937/1994 del 30.04.2012
Fax: +39 071 74 50 140
• Polonia
[email protected]
• Medjugorje
P.IVA 02549190425
vallesina | 13
Voce della Vallesina | 11 maggio 2014
MAJOLATI SPONTINI: IL CENTENARIO DELLA MORTE DELL’AVVOCATO ENRICO COLINI, AMMINISTRATORE ONESTO DELLE OPERE PÌE
Quando creò un fondo pensione per gli operai
“Con fede ardente e sincera s’era tutto votato al socialismo; ma non ebbe il dovuto successo. Eppure egli, rara avis, per la politica
aveva sacrificato, con grave scandalo della
gente quieta, l’impiego lucroso e molti altri
particolari interessi”. Con una di queste frasi, lette con grande passione e con sapiente
uso della retorica, il prof. Giovanni Zuccarini,
di Cupramontana, Direttore tra l’altro delle
note riviste letterarie: “Il Mago” e “La Nuova
Gironda”, ebbe l’onore e la passione civile di
celebrare la morte di Enrico Colini, avvenuta
a Majolati il 27 maggio del 1914, esattamente
cento anni fa. Enrico Colini era un componente della più importante famiglia majolatese, non solo per i beni posseduti, ma per aver
espresso un gran numero di personaggi autorevoli, dal civile al religioso, dall’amministrazione della cosa pubblica alla cultura, che ne
rende necessario un ricordo pubblico. L’avvocato Enrico Colini si era laureato con una
tesi su Terenzio Mamiani, era un esperto costituzionalista. Successivamente fu docente
universitario di Diritto Costituzionale, politicamente in bilico tra il Socialismo di Turati e
l’operaismo rivoluzionario di Arturo Labriola.
Nel 1907, l’avvocato Enrico Colini esercitava
la professione di Avvocato e di Docente di
diritto a Roma, contemporaneamente risultava componente del Consiglio comunale di
Majolati.
Il 21 luglio del 1907, i primi Socialisti majolatesi, guidati dall’avv. Enrico Colini, insieme
agli esponenti repubblicani, decisero di celebrare, nonostante la forte rivalità, il Centenario della nascita di Giuseppe Garibaldi,
collocando, tra l’altro, una lapide sulla torre
dell’orologio che dovrebbe ancora trovarsi in
qualche magazzino del Comune di Majolati.
La pietra riportava la semplice iscrizione: “A
Giuseppe Garibaldi nel centenario di Sua nascita il popolo di Majolati. Luglio MCMVII”.
Il manifesto riportava: “Onoranze a Giuseppe Garibaldi in Majolati … Interverranno le
lo stato del mobilio, della biancheria, dei bottami, degli utensili, dei ricordi personali dello
Spontini e di ogni altra specie di cose mobili esistenti nelle stanze del defunto Maestro,
tessero poi ottenere la pensione di invalidità
e vecchiaia.
Dopo la morte dell’Avv. Enrico Colini, le
Opere Pie ebbero amministrazioni meno mo-
bande musicali di Majolati e dei paesi limitrofi. Oratori: On. Eugenio Chiesa - Avv. Filippo Paletti - Avv. Enrico Colini”.
L’avv. Enrico Colini fu un onesto amministratore riuscì a smascherare ruberie e truffe, a
difesa della correttezza e delle provvidenze
spontiniane, attaccò i notabili e le istituzioni,
quando erano corrotte. Il 22 ottobre del 1907,
l’avv. Enrico Colini chiedeva al Presidente
delle Opere Pie notizie sugli oggetti mancanti nella già abitazione dello Spontini. Vista la
passione con cui sosteneva la causa spontiniana, il 30 agosto 1908, l’avv. Enrico Colini
del fu Luigi, di anni 49, possidente, fu finalmente nominato Presidente delle Opere Pie
Spontini. L’Avv. Enrico Colini, nella veste di
Presidente, produsse un opuscolo sullo stato dei beni spontiniani: “Opere Pie Spontini
in Majolati - Relazione della Reggenza Amministrativa sui provvedimenti e le riforme
delle benefiche istituzioni”, fu una prima fotografia dell’Ente a trent’anni dalla morte di
Celeste Erard, informando i concittadini sul-
nei locali dell’Amministrazione, nell’Ospizio
dei cronici, nell’Asilo Infantile, nella Farmacia, nelle Cantine e in altre sedi.
L’Avv. Colini progettò la realizzazione di una
statua a Gaspare Spontini, nella piazzetta
dell’Ospizio, con la chiusura e lo spostamento, di via Santa Liberata, come già era stato
ipotizzato dallo stesso Maestro. Nel 1910 il
Presidente delle Opere Pie, avv. Enrico Colini, invitò a Majolati, per un sopralluogo, il
cav. prof. Alessandro Lazzarini di Carrara,
in modo da studiare nei dettagli l’erezione di
una statua a Spontini in marmo di Carrara.
Il 26 novembre del 1911, il presidente delle
Opere Pie, avv. Enrico Colini presentava un
progetto di alto valore sociale: la creazione di
un fondo Pensioni per la vecchiaia agli operai
Majolatesi con un apposito stanziamento alla
Cassa di Previdenza per la vecchiaia. Infatti,
fece approvare un regolamento con il quale
le Beneficenze Spontini stanziavano un contributo alla Cassa Nazionale di Previdenza in
favore dei lavoratori di Majolati affinché po-
tivate e capaci. Molti operatori, specialmente
nel settore agrario, si arricchivano alle spalle
delle Opere Pie, anche scopertamente, mentre l’Ente manifestava nuove difficoltà. Tutto questo fu detto chiaramente da Augusto
Amatori, figura autorevole di amministratore,
sia a Majolati che a Jesi, il quale nominato dal
Consiglio Comunale come nuovo Presidente
delle Opere Pie, il 22 aprile del 1923, rifiutò
clamorosamente l’incarico, non perché non
lo gradisse, ma perché prima, imitando lo
stile dell’avv. Enrico Colini, pretendeva che la
Prefettura avviasse un’inchiesta sulla gestione
dell’Ente negli anni precedenti.
Il 27 maggio del 1914 moriva a soli 55 anni il
Presidente delle Opere Pie, l’Avv. Enrico Colini, che in cinque anni aveva dato un nuovo
impulso all’Ente, isolando i ladri e i corrotti,
impostando un’amministrazione corretta, illuminata e in sintonia con lo spirito spontiniano. Lasciava quattro figli, uno di questi era
lo scrittore Alberto Colini.
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Marco Palmolella
14 | attualità
JESI
11 maggio 2014 | Voce della Vallesina
IL PALAZZO E DINTORNI
COMUNICATO STAMPA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI JESI
Centro antidiabetico: sosteniamolo
Non capita spesso, almeno da qualche
tempo, che il consiglio comunale voti
all’unanimità su temi di un certo rilievo. Anche perché la polemica, l’interesse di parte, l’ideologia e altro ancora
sono sempre in agguato per nutrire dibattiti e voti di opposizione. Ma questa
volta è accaduto e si deve dare atto a
tutti i consiglieri comunali del senso
di responsabilità dimostrato di fronte
al delicato e grave problema delle minacce di ridimensionamento del nostro
centro antidiabetico, in nome di un ulteriore vantaggio a favore dell’ospedale
di Fabriano.
O le cifre che sono circolate sulla stampa e in consiglio comunale sono smentite, oppure ci troviamo non più di fronte
alle necessarie ristrettezze sanitarie in
atto da anni per i noti problemi di penuria finanziaria. Qui ci troviamo di fronte
a un sopruso bello e buono, sostenuto
solo da schieramenti di parte che in un
ente pubblico dovrebbero essere inconcepibili, condannabili, impugnabili in
tutte le forme possibili.
Ancora una volta a spadroneggiare sono
Ancona e Fabriano, le due città – per-
ché non dirlo e ricordarlo sempre a noi
stessi? – che hanno il potere in mano
nella nostra provincia e non solo. Jesi
rimane fanalino di coda perché non abbiamo i santi in paradiso. E adesso, con
la vittoria di una lista civica, in paradiso
non abbiamo neanche un partito. Ė la
dura realtà che, al di là delle tante chiacchiere e promesse, si risolve il più delle
volte in un passo indietro dei servizi di
Jesi. Servizi, torno a dire, che non possono entrare nel sistema generale della
riduzione delle spese sanitarie perché in
questo caso le differenze tra i due centri e tra il numero degli assistiti, anche a
parità di qualità, sono galattiche.
L’auspicio è ovvio ed elementare. Farsi
sentire fino in fondo riunendo tutte le
forze politiche, sociali e tecniche che
abbiamo a disposizione: sindaci della
Vallesina e rispettivi consigli comunali,
partiti, consiglieri regionali della zona
Giancarli e Badiali, gli assistiti dal Centro e i loro familiari, organizzazioni varie più vicine al problema e, per quanto
possibile, i cittadini della nostra valle.
Del resto bisogna riconoscere che, se il
sindaco di Jesi si è speso fino in fondo
per un settore, questo è quello della sanità della nostra città e della Vallesina.
Eppure ancora non è sufficiente. Ma se
il capo del governo Renzi, nell’invitare i
dipendenti statali a far conoscere il loro
parere sulla riforma della burocrazia,
parla di “rivoluzione”, mi chiedo perché
di rivoluzione non possiamo parlare noi
di fronte a una temibile ingiustizia che
grida vendetta.
Ripeto e concludo: o ci si dimostra, cifre
e qualità alla mano, che il centro di Jesi
non è quello che dicono i dati e il consiglio comunale rispetto agli altri centri,
oppure va impostata seriamente la rivoluzione qualora il minacciato declassamento dovesse fare passi avanti.
v.m.
“Cresce l’albero della rivoluzione”
INTERROGAZIONE DEI CONSIGLIERI GIANCARLI E BADIALI
“Sede della Polizia di Jesi”
I consiglieri regionali Enzo Giancarli e Fabio
Badiali hanno presentato al presidente della
Regione Marche una interrogazione a risposta scritta sulla sede degli uffici della Polizia
di Stato a Jesi.
Premesso che il problema della sicurezza e
dell’ordine pubblico nella città di Jesi, da alcuni anni a questa parte, è particolarmente
avvertito dai cittadini e dalle categorie economiche; che è da considerarsi strategico il
ruolo e la funzione della Polizia Stradale di
Jesi; essendo la città ubicata sulla superstrada Val d’Esino Ancona-Jesi-Fabriano-Perugia e vicina al casello autostradale Ancona
Nord dell’autostrada Bologna-Bari; tenuto
conto che le precedenti sedi del commissariato e della stradale, nella città di Jesi, oltre che separate, vivevano una situazione
di precarietà per la locazione e per il fatto
che, nate come sedi temporanee, sono poi
divenute stabili, inoltre sono inadeguate
alle nuove esigenze e alle prescrizioni contenute nel d.l. 624/94; alcuni anni fa si decise
la realizzazione della nuova sede, in un’area
indicata dal Comune nel quartiere di Santa
Maria del Piano, che oltre a dare dignità a
un luogo che rappresenta lo Stato sul territorio, costituisce un presidio fondamentale
in tema di sicurezza nella città di Jesi, nella Vallesina e nelle molteplici infrastrutture
che insistono nella zona, compreso l’interporto e l’aeroporto di Falconara Marittima;
allo stato attuale i lavori di completamento
del nuovo Commissariato della Polizia di
Stato e del distaccamento Polstrada, dopo
una lunga pausa, risultano procedere al rallentatore, oltre ogni previsione; interrogano
il Presidente della Giunta regionale per conoscere quali sono le ragioni del ritardo; per
sapere se sono stati presi contatti con i ministeri competenti per sollecitare il completamento dell’opera; qualora non fosse stata
intrapresa un’azione di monitoraggio, se
non ritenga necessario intervenire tempestivamente e con determinazione in quanto
l’opera rappresenta un punto importante
nella realizzazione di un’opera pubblica e
nella garanzia di un diritto fondamentale
quale la sicurezza.
Problemi e speranze, nessun dividendo
Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi ha presentato, per la sua approvazione, il bilancio
consuntivo 2013 agli organi di competenza:
Assemblea generale dei soci ed Organo di
Indirizzo. L’attivo è di € 2.536.717 ed è dato,
in particolare, dai dividendi della Cassa Depositi e Prestiti, dai prestiti obbligazionari
e da proventi straordinari. Un attivo molto
modesto rispetto a quello del 2012 in quanto
nel 2013 la Banca Marche, per le note vicende, non ha proceduto alla distribuzione dei
tradizionali dividendi (per la nostra Fondazione oltre quattro milioni all’anno). E si
prevede che una voce così importante sarà
assente anche nei prossimi due anni. Il passivo è dato dagli stipendi del personale, dal
compenso per gli organi statutari e, soprattutto, dalle erogazioni
come da statuto: 1.476.000 euro.
Neanche un’erogazione come
questa, anche se molto inferiore
a quella degli anni passati, sarà
possibile per il presente anno.
Gli accantonamenti di legge del
2013 sono stati oltre 430.000
euro. Nelle comunicazioni in
premessa alla presentazione del
bilancio, il presidente rag. Alfio
Bassotti ha inteso sottolineare
che l’impegno assunto al momento dell’insediamento della nuova amministrazione di
dare una puntuale e periodica informazione
alla stampa circa l’attività della Fondazione,
è stato rigorosamente rispettato. La cittadinanza ha potuto seguire la realizzazione
delle cinque sale operatorie presso l’ospedale Carlo Urbani. Una realizzazione che
proprio in queste settimane, come assicurato nei mesi scorsi in occasione dell’appalto
dei lavori, è al suo compimento. Il modesto
ritardo di un mese rispetto alle previsioni,
esula dalle responsabilità della Fondazione. Il presidente dichiara tutta la sua soddisfazione per un’opera così rilevante per
la salute di tanti cittadini. Il ringraziamento va alle precedenti amministrazioni della Fondazione che hanno dimostrato tanta
lungimiranza nell’interesse della Vallesina.
Il presidente, seppure a malincuore, deve
far presente la necessaria presa d’atto della
svalutazione delle azioni possedute presso
la Banca Marche, una svalutazione che ha
costretto il consiglio, per onestà di bilan-
cio, a procedere ad un deprezzamento delle azioni da 0,56 a 0,43 euro. Cosicchè si è
dovuta registrare una perdita patrimoniale
di quasi 18 milioni. Tale perdita è stata imputa direttamente al patrimonio utilizzando,
per pari importo, la riserva da rivalutazioni e plusvalenze. Un fondo che passa da un
importo di € 25.238.461 a 7.252.118 euro. Il
rag. Bassotti, in merito alla forzata svalutazione delle azioni in possesso della Fondazione, ha tenuto a sottolineare che, in misura maggiore, hanno dovuto svalutare anche
le consorelle di Fano e Pesaro in quanto al
momento le loro azioni erano valutate ben
di più dello 0,56 delle azioni di Jesi. Si avviano a conclusione i lavori di ristrutturazione
del piano terra del palazzo Bisaccioni. Fra
poche settimane saranno disponibili
nuove sale per le varie riunioni egli
organi statutari per cui sarà lasciato
libero in via definitiva il salone “nobile” del primo piano, fino ad oggi
necessario per le assemblee dei soci.
In avvenire il bel salone verrà messa
disposizione di tutte le associazioni
della città per conferenze e incontri
culturali di vario genere. Naturalmente sarà dato gratis come servizio della Fondazione a favore delle
tante iniziative che, non da oggi, la
città è capace di promuovere. Infine
si fa presente che procedono alacremente i
lavori di sistemazione dell’archivio storico
della Fondazione e ex Cassa di Risparmio.
Si spera di completarli entro l’anno e rendere disponibili le centinaia di faldoni per la
ricerca a favore di quanti lo desiderano. La
sua dislocazione definitiva, per comodità di
tutti, sarà a pian terreno. La quadreria subirà
ulteriori ampliamenti:inoltre, i giorni e l’orario di apertura verranno aumentati. L’iniziativa di chiedere a tutte le Casse di Risparmio
e alle banche d’Italia copia gratis delle loro
pubblicazioni va avanti con ottimi risultati,
al punto che stanno pervenendo interessanti
edizioni storiche o artistiche in numero superiore a ogni aspettativa. Un modo per una
ulteriore valorizzazione della biblioteca della Fondazione. Bassotti ha concluso i lavori
ricordando che quest’anno ricorre il 170° di
fondazione della Cassa di Risparmio di Jesi:
con le opere in corso sopra richiamate, pertanto, si vuole sottolineare questo compleanno della Fondazione che, come è noto, è
l’erede naturale della antica Cassa.
DON VITTORIO MAGNANELLI RISPONDE A “SAN SEBASTIANO”
Non sono valutazioni estetiche
Caro signor Attilio, un noto proverbio dice:
“Casa mia, casa mia, per pur piccola che sia
tu mi sembri una Badia”. Come a dire: qui
ci sono i miei ricordi e affetti più cari, e per
me è il posto più bello del mondo. Questo
vale anche per la sua chiesa, casa della famiglia cristiana, e ciò le fa onore. Chiedo scusa quindi se ho po’ “calcato la mano”, anche
quell’ironia che mi porto appresso. Ma le
assicuro che quelle battute sul “risparmio” le
ho udite, con benevolo sorriso, dalla bocca
di don Roberto. E poi io non faccio valutazioni di carattere estetico. Cerco di evidenziare l’aspetto “sacro-religioso” delle chiese.
Che mi pare sia pure l’essenziale.
dvm
sport_tempo libero | 15
Voce della Vallesina | 11 maggio 2014
ANFFAS E PANATHLON PER PARLARE DI DISABILITÀ E SPORT
Verso la scherma in carrozzina
L’associazione Anffas onlus Jesi
il 30 aprile è stata ospite alla
Conviviale del Panathlon Club
di Jesi per parlare di disabilità in
generale e di quella intellettiva
e/o relazionale in particolare e
di sport. L’atleta con disabilità
svolge attività sportiva nel rispetto assoluto dello spirito che
anima il Panathlon, in particolare la persona con disabilità
intellettiva, la cui purezza ed innocenza di intenzioni e di gesti
sono assoluti. L’occasione è servita per i soci
del Club Jesino per incontrare le delegazioni
di Anffas onlus Jesi, composte da Antonio
Massacci, Antonella Brescini, Claudia Lancioni e Alesssandro Amendola e quella della
Società sportiva Marche Nuoto, composta
da Vincenzo Cocilova e Diego Gabrielloni,
primo sodalizio jesino che da circa 20 anni
offre spazio alle persone con disabilità ottenendo risultati sportivi di notevole rilievo
ora, in questo, affiancata anche dal nostro
Club scherma Jesi, che propone la scherma
in carrozzina. Quest’ultima disciplina sportiva consente alle persone con disabilità di
praticare con ottime prospettive, come nel
nuoto, anche di livello agonistico, in quanto
richiede e sviluppa una notevole velocità di
pensiero, dote particolarmente possibile per
le persone con disabilità.
Nella conviviale si sono approfonditi i temi
delle disabilità, le loro cause, la crescita del
fenomeno, le necessità e i bisogni e le risposte che il territorio offre o non offre. Una
particolare riflessione è stata rivolta alle
barriere evidenziando fermamente che la
disabilità non è una scelta e quindi non può
essere considerata colpa.
L’associazione Anffas esprime gratitudine
al Panathlon, che per il secondo anno consecutivo sponsorizza la “Camminata su pe’
Montesecco”. Approva e condivide l’impegno del Panathlon nel promuovere i valori
positivi nello sport giovanile, perché lo sport
sia pratica atletica, persegua alti obiettivi ma
sia soprattutto educazione. Anffas onlus Jesi
si complimenta con la società Marche Nuoto per l’impegno profuso e promesso anche
in questa fase di particolare ristrettezze economiche, per i risultati ottenuti, garantendo
il suo sostegno. Si rivolge allo stesso modo al
Club Scherma nella speranza che le persone
con disabilità, che hanno le giuste caratteristiche, possano avvicinarsi anche a questa
nobile disciplina sportiva.
L’evento è un’occasione straordinaria per la
diffusione della filosofia e dell’immagine del
Panathlon impegnato nel sostenere iniziative non solo sportive ma anche sociali nella visione di un movimento sportivo come
strumento di crescita della persona e di integrazione sociale. Inoltre queste iniziative
stanno contribuendo a diffondere “La cultura del disabile” argomento al centro del
programma del Panathlon Club di Jesi per il
corrente biennio.
BASKET LEGA GOLD: il bilancio dell’amministratore unico
“Ci saremo ancora l’anno prossimo”
Archiviata la stagione con la
conquista della salvezza, in casa
Fileni Bpa è tempo di bilanci.
«L’anno scorso, di questi tempi, avevamo lanciato un appello
perché, con il budget che avevamo a disposizione, il campionato
al quale potevamo partecipare
era la Dnb – aveva raccontato
l’amministratore unico, Altero
Lardinelli (nella foto di Candolfi) nella conferenza stampa convocata prima dell’ultima
gara con Napoli – Poi però, grazie al supporto e all’aiuto dell’amministrazione comunale, degli sponsor e di tutti i soci, siamo
riusciti ad allestire una squadra competitiva
per partecipare alla Lega Gold. A mio avviso
questa squadra poteva raggiungere i playoff ma prima di dirlo bisognava aspettare
la costruzione delle altre formazioni, molte
partite in ritardo, ma che poi si sono rivelate
più competitive di quanto ci si aspettasse».
La Fileni ha chiuso il suo campionato con 24
punti, frutto di dodici vittorie. Un buon ri-
Un abbraccio ai senigalliesi
Anffas onlus Jesi ringrazia i partecipanti alla ottava edizione della camminata su
pe’ Montesecco, gli sponsor, la parrocchia
di san Massimiliano Kolbe e il suo parroco
don Gianfranco Rossetti per averne con-
Antonio Massacci
puntamento con “A spasso nel Galeone”,
passeggiata gratuita con guida tra i vicoli di
Serra San Quirico, patrocinata dal Comune
e organizzata da Studio Photo, e dedicata a
chi ama le passeggiate en plein air, a giovani,
meno giovani e famiglie, a chi è curioso di
arte e storia, a chi vuole scattare belle foto
domenica, alcune persone hanno voluto
camminare ugualmente. Non si è ripetuto
il successo delle precedenti edizioni ma si
è sentitolo lo stesso sostegno all’associazione che, fin da ora, invita alla prossima
edizione. L’Anffas abbraccia
solidale le popolazioni di
Senigallia e degli altri luoghi
che hanno subito i danni
causati dalle ingenti piogge,
al cui confronto l’insuccesso dell’ottava edizione della
camminata su pe’ Montesecco è assolutamente nulla.
Anffas onlus Jesi
I segreti del piccolo borgo medievale
e a chi apprezza la buona tavola. Ad accompagnare il gruppo non
una classica guida, ma
uno “story-teller” d’eccezione, l’assessore al
Turismo Roberto Negro,
appassionato esperto di
storia locale, che svelerà segreti, aneddoti e
storie poco note del piccolo borgo medievale e
dei suoi gioielli nascosti.
Insieme a lui i fotografi
professionisti di Studio
Photo, per condividere
con gli appassionati dello scatto suggerimenti
tecnici e incantevoli angoli tutti da immortalare. E questa volta ci sarà la simpatica invasione degli ??#IGERSAncona, che riprenderanno con i loro Iphones.
I posti sono limitati. Per comunicare la propria adesione, chiamare 0731 702249 oppure 333-4902092
Giuseppe Papadia
LA PIOGGIA ALLA CAMMINATA SU PE’ MONTESECCO
SERRA SAN QUIRICO: domenica 11 maggio a spasso nella storia
Domenica 11 maggio, terzo e ultimo ap-
sultato, di poco inferiore a quello dello scorso anno ma come
aveva fatto notare Lardinelli «con
un budget inferiore del venti per
cento, per questo siamo soddisfatti del risultato e, con grande
rammarico, ci chiediamo dove
saremmo potuti essere senza
questa lunga serie di infortuni.
Vorrei esprimere ancora una volta la soddisfazione perché formazioni con un
budget più alto sono in difficoltà mentre altre
con lo stesso nostro budget sono retrocesse».
Lardinelli è già proiettato verso il futuro.
«Le decisioni verranno prese solo alla fine
del campionato, ma intanto possiamo dire
con certezza che ci saremo per un altro
anno – aveva aggiunto – Tutti gli sponsor
principali hanno confermato il loro apporto
e stiamo trattando con i soci per rimpinguare il budget, senza dimenticare che in questa stagione c’è stato chi ci ha ulteriormente
aiutato».
sentito lo svolgimento domenica 4 maggio.
Era prevista inizialmente per domenica
27 aprile. Nonostante il rinvio dovuto al
mal tempo, presente anche nella seconda
Dal 12 al 17 maggio si
svolgerà a Jesi il Festival
dell’Educazione, terza edizione. Sarà presente la
Biblioteca dei Libri Viventi a cura delle associazioni Anteas e Anffas onlus di Jesi nel
pomeriggio del 17 maggio presso piazza
Federico II.
CALCIO SERIE C: CON L’1-1 A FERMO
Una stagione eccezionale
Con un pareggio per 1 a 1 a Fermo, la Jesina
ha chiuso domenica scorsa il suo eccezionale
campionato. A sbloccare il risultato era proprio il bianco-rosso Traini dopo appena tre
minuti, Labriola pareggiava per i “canarini”
nel recupero del primo tempo. Il finale regalava qualche brivido ai leoncelli, perché l’arbitro assegnava ai locali un rigore. Ci pensava
il portiere jesino Tavoni a sventare la minaccia, parando il tiro del fermano Ragatzu.
Proprio sula linea verde della Jesina si era
soffermato il mister Bacci nel dopo gara:
«Abbiamo centrato l’obiettivo salvezza con
largo anticipo valorizzando in prima squadra i nostri giovani».
La Jesina ha dunque, chiuso il torneo in ottava posizione con 46 punti frutto di 13 vittorie, sette pareggi e 14 sconfitte. I verdetti
del campionato. Anconitana promossa in
Lega Pro; Matelica, Termoli e Maceratese ai
play-off; Sulmona e Amiternina ai play-out;
Angolana, Isernia e Bojano retrocesse in Eccellenza.
ViCe
1923
16 | attualità
11 maggio 2014 | Voce della Vallesina
UN CARLO CECCHI ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ‘PIERALISI’ DI JESI
Un evento dal forte valore simbolico
Ho avuto recentemente il piacere di scrivere
per Carlo Cecchi in occasione della mostra
dal titolo Soupirant alla Galleria Contemporaneo. Il pieno successo di critica e pubblico
attesta un riconoscimento sincero e pressoché universale. Le domande che i suoi lavori
riescono a suscitare appartengono a un mondo liquido anche sul piano della manifestazione artistica. Un tempo era tutto più facile.
Si sapeva di sicuro cos’era bello o brutto. Non
c’erano grosse contestazioni. Ma non c’era
manco sforzo di interpretazione e dibattito.
Oggi, viceversa, un’opera contemporanea obbliga gli uomini a riunirsi per chiedere il senso. Direi di più. Dalla comprensione si arriva
a domande pubbliche circa il bello, il vero, la
cosa giusta. L’arte così intesa non è un flusso
di segni, ma una cosa ben seria, un invito alla
serietà, capace di porre l’uomo di fronte a se
stesso.
L’arte di Cecchi va in questa direzione. La
sua è un invito a domandarsi e a riunirsi per
cogliere il senso che ci interroga. Lo fa attraverso il recupero della pittura, proprio
della Transavanguardia degli scorsi anni Ottanta –un’esperienza di figurazione mediata
attraverso l’intelligenza non figurativa di un
Gino De Dominicis e l’ironia di un Concetto
Pozzati. Cecchi, dismesso un intellettualismo
logoro, ha scelto una narrazione alta e al tempo stesso, oserei dire, d’immediata consumazione da parte del pubblico. L’apparente nonchalance della sua poetica non gli impedisce
lo studio, divertito e al tempo stesso serio, di
sezioni di territorio umano. Nel caso della
mostra al Contemporaneo sono di scena la
dimensione del sospiro e la figura desiderante dello scapolo, sospesa fra affrancamento e
desiderio.
Quanto ho fin qui brevemente accennato, mi
pare abbia trovato il suo momento topico il
ventotto luglio scorso, nella popolare piazza
delle Monnighette. Qui l’artista jesino si è
cimentato in diretta, davanti a un folto pubblico soprattutto di giovani in un quadro di
grandi dimensioni dal titolo Soffio bello. Il
motivo del soffio richiama la leggerezza floreale del soffione, ma pure il soffio d’aria nello strumento musicale. Non a caso. Infatti,
come in una jam session, l’esecuzione pittorica è stata realizzata in modo estemporaneo
insieme con il noto jazzista fermano Daniele
Di Bonaventura e il suo bandoneon (un accenno dello strumento compare nella parte
sinistra del dipinto). Arte e musica diventano
ritrovo sociale (jam), dove ognuno s’interroga
sul significato dell’opera.
Ebbene, quest’opera, provvisoriamente sistemata in un deposito comunale, è stata donata,
grazie al titolare dell’Hemingway Caffè, Davide Zannotti, all’Istituto Professionale di Jesi.
La cerimonia avvenuta sabato 3 maggio alla
presenza dell’assessore Butini, del dirigente
scolastico Mario Crescimbeni, del personale
docente, non docente e alunni, ha un forte
sapore simbolico. In un momento, infatti, di
forti difficoltà, non solo sul fronte finanziario,
esso attesta una necessaria attenzione per il
mondo della scuola e in particolare per quello, spesso non sempre valorizzato, dell’istruzione e formazione professionale.
La speranza, come ha rilevato l’assessore,
che altre iniziative simili possano prendere
il via nel futuro. La scuola si valorizza anche
riempendola di valore estetico. Come ha recentemente affermato l’attuale titolare della
Pubblica Istruzione, Stefania Giannini, in un
luogo non solo insicuro ma anche brutto è
più difficile impegnarsi e credere nel futuro.
Gabriele Bevilacqua
VENTUN FOTOGRAFI ESPONGONO AL PALAZZO DEI CONVEGNI
Fermare l’attimo fuggente
Cogliere con l’obiettivo un’immagine capace
di suscitare emozione è un’arte che trascende i limiti di una estemporanea documentazione. Per riuscire a realizzarla occorre
molto più della conoscenza delle prestazioni tecniche di una macchina fotografica. È
necessario saper scegliere il soggetto, rapportarlo allo spazio, al contesto, alla luce, ai
colori. Non basta: occorre anche la capacità
di cogliere l’attimo fuggente; il che a volte
accade grazie ad un colpo di fortuna, ma più
spesso ad una balenante intuizione o, al contrario, ad un lungo, attento, paziente appostamento.
Sono qualità evidenziate dalla Collettiva Fotografica che il Circolo Culturale ‘Massimo
Ferretti’ ha allestito, dal 25 aprile al 1° maggio, al Palazzo dei Convegni. Ventuno gli
espositori di diversa personalità, stile, gusto,
temperamento artistico. Non poche sono
state le impressioni che brevissimamente
possono essere riportate.
Claudio Pasquinelli e Ivo Antonio Micucci, il primo in bianco e nero, il secondo
a colori, hanno colto con forti contrasti di
luci e di ombre turbinosi movimenti di danza. Domenico Di Nino si è soffermato ad
osservare da vicino strutture vegetali e architettoniche; Irene Gattini è rimasta affascinata dalle fluide luminescenze dei cristalli; Matteo Girolimetti ha guardato in cielo
alianti ed angeli in volo; Catia Montesi ha
individuato tra la folla l’espressione intensa
di visi sconosciuti; hanno colpito la fantasia
di Stefano Santaroni le malinconiche mura
fatiscenti di vecchie case abbandonate; Alex
Romagnoli ha scelto con divertimento i
musi buffi, intelligenti, curiosi di alcuni cani
tenuti al guinzaglio. Gabriele Moscato indaga fra ombre inquietanti; un mondo e una
cultura diversi scopre Javier Cecconi che
fotografa un gruppo di giovani ebrei nei loro
abiti tradizionali e un suk
stracolmo di merci. Marco
Priori e Alessandro David trasformano in bianco
e nero come ricami le rughe di alberi annosi e i delicati petali di alberi in fiore.
Sonia Camagni si è soffermata ad osservare gli angoli segreti di antichi borghi
silenziosi, mentre Davide
Dimaio ha colto con gusto
naïf le scene gioiose di una
contrada in festa. Benerio
Carbini ha fermato l‘espressione attenta e consapevole di un bambino impegnato a costruire
un muretto; Federico Prisco realizza immagini da poster con farfalle e fiori splendidi.
Sembra tratta dalla sequenza di un film la
foto, firmata da Cristina Torelli, di un’auto
che sbuca da un buio profondo. Richiama
un luminoso affresco del Tiepolo quella di
un pavone regalmente posato su una balconata aperta alla luce. L’ha realizzata Silvia
Capecci, che l’ha accostata ad un’altra, forse
identificabile come un simbolo di vanità, di
un gatto che si specchia nel vetro di una finestra. Hanno interessato Mario Barchiesi
le forme bizzarre di danzatori acrobatici avvolti come crisalidi in lenzuoli elastici. Gabriele Curzi trova nella città spazi liberi per
sognare e meditare in solitudine. Alessandro Parroncini, infine, riesce a trasformare
in cristalli le gocce di rugiada che imperlano
fili d’erba. È vero che chi sa osservare non finisce mai di scoprire il mondo e le sua infinite forme di vita.
Foto e testo
Augusta Franco Cardinali
Chi intente partecipare, può
contattare il tel. 338.1601274
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