Voce della Vallesina
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Voce della Vallesina
Voce vallesina della Anno 61° - N. 16 settimanale della Diocesi di Jesi www.vocedellavallesina.it Domenica 11 maggio 2014 Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi VEGLIA DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI L’ALLUVIONE A SENIGALLIA “Quest’anno celebriamo la festa del patrono in una situazione di emergenza dovuta all’alluvione che ha colpito la nostra città e altre località dell’entroterra. San Paolino ci insegna l’importanza della fede e l’importanza dell’amore verso il prossimo da vivere attraverso una carità concreta e fattiva”. Lo ha detto monsignor Giuseppe Orlandoni, vescovo di Senigallia, nella Messa per la festa di San Paolino del 4 maggio. La Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali si sono da subito prodigate per assistere gli sfollati; il Seminario si è aperto per dare ospitalità e accoglienza ai senza tetto e ai volontari. La Cei ha stanziato un milione di euro per Senigallia. AZIONE CATTOLICA RAGAZZI:una giornata a San Marcello il 17 maggio Un invito alla Festa degli Incontri dell’ACR “Dammi tre parole…” cantava una canzone di qualche anno fa. L’Azione Cattolica Ragazzi di Jesi sembra proprio essersi ispirata a quel testo quando ha pensato alla Festa degli Incontri: tutto ruota, infatti, intorno a tre parole semplicissime e comuni nel parlare dei ragazzi di oggi. Quali sono queste tre parole? Ve lo diremo tra poco… prima lasciateci dire che il luogo della festa è del tutto nuovo: per la prima volta si svolgerà a San Marcello, presso il campo sportivo “Le Fonti” e per le vie del centro storico. Sicuramente, a questo punto, vorrete sapere quando si svolgerà… beh, eccovi accontentati: la data è sabato 17 maggio, dalle 16 alle 22.30. E prima di rivelarvi le parole nascoste… lasciateci anche dire a chi è rivolta la festa e cosa si farà: potranno partecipare tutti i ragazzi dai 6 ai 14 anni (ovvero tutta l’ACR). I ragazzi delle elementari, nella parte intitolata “Toda Joia”, dovranno superare prove durissime per risolvere un grande mistero. I ragazzi delle medie, invece, parteciperanno ad una “Love Nomination”: si cimenteranno in missioni e sfide in giro per il centro storico di San Marcello. Non ci siamo dimenticati dei genitori: ci sarà una parte dedicata agli adulti all’interno delle stanze del Palazzo Marcelli, con attività e riflessioni su misura per loro preparate dal Settore Adulti di AC. Il tutto si concluderà con un bel momento di preghiera tutti insieme, la cena e… musica scatenata! Niente male vero? Tornando alle tre parole, la prima è… ah, scusate, ci stavamo dimenticando che ci sarà anche un ospite Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi importante: il Vescovo di Jesi, don Gerardo Rocconi! Bene, finalmente il momento che attendevate fin dall’inizio: vi possiamo svelare che le tre parole sulle quali è basata tutta la festa sono… ops è finito lo spazio per l’articolo! A questo punto c’è solo un modo per conoscerle: venire alla Festa degli Incontri, sabato 17 maggio a San Marcello! PS: un piccolo indizio: tutte e tre le parole hanno qualcosa a che fare con Dio… provate ad indovinarle! I responsabili diocesani ACR Assemblea Azione Cattolica Da mercoledì 30 aprile a sabato 3 maggio si è svolta a Roma la XV Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, con a tema: “Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere”. Circa 800 i delegati provenienti da tutte le diocesi d’Italia, chiamati ad eleggere il nuovo Consiglio nazionale. Da Jesi hanno partecipato il presidente Luca Gramaccioni con Lara Fabbretti e Giacomo Gresti come delegati, Diego Savelli come uditore e i presidenti parrocchiali hanno preso parte all’Udienza con Papa Francesco. Aperti alla verità La gioia della ResurreChiesa di San Marco ‐ Jesi zione del Signore che 10 maggio 2014 ore 21,15 ha riempito il nostro cuore di stupore e di mistero ci chiama ad alzarci, a correre e te- stimoniare. Si tratta di una chiamata per tutti alla missione di un annuncio fatto di gesti e di parole, affin- ché la Buona Notizia sia portata fino agli estremi confini della terra. Occorre però coraggio come dice San Giovanni Paolo VEGLIA VOCAZIONALE II: “Non temete, apriper la 51a giornata mondiale te, anzi spalancate le di preghiera per le vocazioni porte a Cristo”. È proprio questo il tema della 51° Giornata Mondiale di di Benedetto XVI può essere sintePreghiera per le Vocazioni: “Apri- tizzato così: Amore e Verità, dono ti alla verità e porterai la vita” per del Padre, sono impulso ad amacui veglieremo in preghiera sa- re in modo autentico; Gesù rivela bato 10 maggio alle 21,15 presso questi doni, vocazione dell’uomo, la Chiesa di San Marco in Jesi. Il che richiedono una risposta libera, desiderio della verità appare come responsabile, vera. Cristo rivelanla vocazione “prima” dello spirito do il mistero del Padre (Amore e umano, quella fondamentale su cui Verità assoluta) rivela pienamente fioriscono le altre vocazioni. Ogni l’uomo all’uomo. Questo impulso chiamata particolare, ogni scelta ad amare in modo autentico è la di consacrazione, di matrimonio, principale forza propulsiva per il di servizio, anche nella condizio- suo vero sviluppo: è la vocazione ne di celibe o nubile, è come una dell’uomo, di ogni uomo. semente gettata nel terreno buono. Don Marco Micucci Il terreno buono permette alla semente di crescere, diventare pianta «L’esempio e le parole di papa Frane portare frutto. Ogni vocazione cesco sono determinanti perché ha particolare, perciò, si innesta in ridato fascino alla Chiesa e i giovani quell’esistenziale ricerca di verità sono particolarmente attratti dalla che, per il cristiano, è Gesù di Na- sua testimonianza» ha detto don Nico zaret, Via Verità e Vita. Il numero Dal Molin, direttore dell’Ufficio Cei 8 dell’enciclica “Caritas in Veritate” per la pastorale delle Vocazioni. IL GOVERNO TENTA DI AVVIARE LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE È DA SEMPRE IL CEPPO CHE FRENA LO SVILUPPO Veramente vinceremo la titanica lotta contro la burocrazia? Non è da oggi che i governi più illuminati tentano di spezzare i ceppi della burocrazia che tanto appesantiscono il nostro cammino. Ė uno dei maggiori pesi che gravano sulle nostre spalle, insieme con quello delle mafie e del debito pubblico. Che l’attuale governo sia fortemente intenzionato a smuovere il pachiderma della pubblica amministrazione non c’è dubbio. Ma non è la prima volta che ci troviamo di fronte alle buone intenzioni. Almeno dagli anni ’70 in poi, quasi tutti i governi hanno sentito l’esigenza di superare il problema anche con l’aiuto di un apposito ministero. Abbiamo sempre fallito. Si pensi soltanto all’ultimo clamoroso atto dell’ex ministro Calderoli che ha “bruciato” oltre 300.000 leggi e regolamenti che ostacolavano le procedure. In realtà allora sono stati annullati definitivamente tanti documenti che già erano del tutto inapplicati e del tutto inutili. Un gesto eclatante – bruciata in pubblico una piramide di scatoloni vuoti – che, di fatto, non ha apportato alcuno snellimento alle defatiganti procedure burocratiche cui siamo sottoposti anche per pratiche semplici. Sarà questa volta, la volta buona? Tutti ce lo auguriamo. Renzi ha già uno schema pronto che verrà sottoposto, in tutto il di maggio, al parere e alle osservazioni di tutti i dipendenti pubblici. I quali, con una lettera del capo del governo – vedi “ www.governo italiano” - sono invitati a esprimere online il loro parere. Renzi scavalca i sindacati? Non propriamente. Intende raccogliere osservazioni e proposte dalla “base che amministra l’Italia”, trarne al- cune conclusioni e accettare quanto al governo appare utile per poi codificarlo in una proposta di legge che dovrà essere definita dal governo entro il 13 giugno. Al momento - salvo variazioni dopo la consultazione in corso - le più rilevanti proposte del governo sono: 1 – Riduzione del 50% dei permessi sindacali. Un taglio sacrosanto anche perché le funzioni del sindacato sono in ribasso sol che si pensi che, di tutti gli iscritti, quasi la metà è data dai pensionati per i quali c’è da fare ben poco. Inoltre la tendenza dei governi, da Monti in poi, è quella di ascoltare, sì, i sindacati, ma di evitare il tavolo delle contrattazioni; 2 – Incarichi a tempo per i dirigenti; 3 – Possibilità del cambio di funzioni per ciascun dipendente; 4 – Stipendi legati alla crescita, al rinnovo, all’efficienza effettiva; 5- Niente posti multipli: un solo incarico; 6 – Riduzione del numero delle prefetture; 7 – Eliminazioni delle decine di enti inutili; 8 - Accorpamenti di enti simili nelle finalità come, per esempio, i venti enti pubblici del settore ricerca; 9 - Possibilità di licenziare; 10 ridurre da quattro a una le scuole di formazione amministrativa; 11 – Innovazioni tecniche suggerite dal progresso della digitazione e di altro; 12 - leggi e decreti auto-applicativi, salvo eccezioni. Ma a ben vedere le proposte del governo sono, sì, utili iniziative per un miglior funzionamento della pubblica amministrazione, ma il grosso intoppo burocratico sembra appena scalfito. Si sta puntando soprattutto sugli “spostamenti” del personale dipendente. Troppo poco. Il cittadino chiede la semplificazione delle procedure. Chiede di non dover attendere anni per ottenere giustizia. Chiede di non andare in cento sportelli per concludere una pratica. Chiede l’eliminazione di estenuanti code per un documento o della perdita di tempo – soprattutto per le aziende - per cento versamenti di tasse di diverso genere. Infine chiede che le autorizzazioni per nuovi insediamenti produttivi non arrivino dopo sei mesi o sei anni, ma dopo 20 giorni o due mesi come nell’Europa del nord. C’è da aspettarsi la resistenza dei burocrati. E già non mancano le avvisaglie. Ma guai se non ci riusciamo almeno questa volta. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 | cultura_società 11 maggio 2014 | Voce della Vallesina PER LA CANONIZZAZIONE DI GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II LA CAPITALE INVASA DA CENTINAIA DI MIGLIAIA DI FEDELI E TURISTI Il mondo a Piazza San Pietro per l’omaggio ai due Papi Santi La grande bellezza di Roma esaltata dalle TV e dalla stampa internazionale Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Un’ovazione ha sottolineato la solennità del momento. Athos, la penisola monastica in Grecia, dove si ritrovavano religiosi di vari Paesi, anche dell’ex Unione Sovietica. Il mondo a Piazza San Pietro (e dintorni) per rendere omaggio ai due Papi Santi. La “Uomini coraggiosi” L’eclettico Wojtyla canonizzazione di Giovanni XXIII e Gio- Ricordando l’opera di Roncalli e Wojtyla, Karol Woytila è andato in visita in tutti i vanni Paolo II di domenica 27 aprile è sta- papa Francesco durante l’omelia ha afferma- continenti, papa mediatico accolto ovunque, to un evento memorabile per la Chiesa, con to: “Sono stati due uomini coraggiosi, pieni in piazze, stadi e spianate da moltitudini di Roma invasa da centinaia di migliaia di fede- dello Spirito Santo, e hanno dato testimo- fedeli. E’ il papa della giornata mondiale delli e turisti non soltanto a Città del Vaticano, nianza alla Chiesa e al mondo della bontà di la gioventù 1995 di Manila, Filippine, dove è ma anche in altre parti della Capitale. Tutti Dio, della sua misericordia. Sono stati sacer- stata calcolata la presenza di cinque milioni quelli (migliaia e migliaia di persone) che doti, vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno di persone e del Giubileo 2000. Subì un atnon sono riusciti a entrare in piazza San Pie- conosciuto le tragedie, ma non ne sono sta- tentato a Roma il 13 novembre 1981. Inditro e a via della Conciliazione, dove erano ti sopraffatti. Più forte, in loro, era Dio; più menticabile, tra i suoi innumerevoli discorsi, collocati maxi schermi e arrivava, comun- forte era la fede in Gesù Cristo Redentore l’invettiva contro la mafia durante una sua que, la voce amplificata di Papa Francesco, dell’uomo e Signore della storia; più forte, in visita in Sicilia. Di Wojtyla ci piace ricordasi sono dovuti, giocoforza, fermare sui pon- loro, era la misericordia di Dio che si mani- re la sua passione per lo sport e le fughe sul ti Vittorio Emanuele II e Sant’Angelo o nei festa in queste cinque piaghe; più forte era la Gran Sasso con lo skipass a portata di mano. Le sue uscite private avvenivano normalgiardini di Castel Sant’Angelo, pure nei pres- vicinanza materna di Maria”. si del Vaticano, a Porta Castello e in tutta la mente il martedì. Dal Vaticano partivano Le delegazioni ufficiali zona circostante. due vetture con targa italiana, con sci e una La Messa solenne in latino è stata seguita Al rito di piazza San Pietro hanno presenzia- tenda nel bagagliaio. Nelle sue escursioni con viva partecipazione dalla gente accalca- to 122 delegazioni ufficiali, tra capi di Stato, abruzzesi, amava fermarsi in qualche luogo ta ovunque. Il papa emerito Benedetto XVI presidenti, capi di governo e reali. Per l’Italia solitario. Pregava e si riposava. Veniva alleè stato invitato da Bergoglio a concelebrare erano presenti il presidente Giorgio Napoli- stito un fuoco e vi si cucinava la carne. Poi, il rito religioso, e il loro abbraccio è stato ac- tano con la signora Clio e il premier Matteo berretto e occhiali scuri per non farsi ricocolto da applausi e da cori inneggianti papa Renzi accompagnato dalla moglie Agnese. noscere, si metteva in fila con le altre persoLa singolarità della cerimonia ha riguarda- ne e con lo skipass si serviva degli impianti Ratzinger. to la presenza di due papi viventi, fatto mai di risalita. Riuscì a non farsi mai riconoscere, avvenuto nella lunga storia della Chiesa, che ma un giorno un bambini gli gridò in faccia: I due Papi Santi Papa Francesco, davanti a un’immensa fol- hanno caratterizzato questo bagno di folla “Tu sei il papa” e allora non gli rimase altro la - 800mila persone, stando alle stime pru- che resterà scolpito nella memoria di quanti da fare, con il suo seguito discreto, che imdenziali della Sala stampa vaticana, il doppio erano presenti o hanno partecipato attraver- boccare una via di fuga già prestabilita. per la più generosa valutazione del sindaco so i mezzi di comunicazione, TV e radio su Ignazio Marino - che dalle prime luci dell’al- tutti. Una storica “tre giorni” ba ha invaso via della Conciliazione e piazza Sarebbe troppo lungo rivisitare la magnifica San Pietro, ha letto la formula di canonizza- Il Papa buono “tre giorni” da sabato 26 a lunedì 28 aprile. zione per Angelo Giuseppe Roncalli e Karol Angelo Roncalli è sempre molto amato so- Sì, anche il lunedì, perché sono voluto torWojtyla: “Ad onore della Santissima Trinità, prattutto dai fedeli meno giovani. E’ ricorda- nare a piazza San Pietro per vedere l’effetto per l’esaltazione della fede cattolica e l’in- to per essere stato il “papa buono”, figlio di che fa ma, dopo un prolungato tentativo di cremento della vita cristiana, con l’autori- contadini, sì, ma sapiente e coltissimo, e per fila, ho dovuto rinunciare per la ressa incretà di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi avere convocato il Concilio Vaticano II per dibile, prima del Colonnato del Bernini, lato Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver riformare la Chiesa. Chi non ricorda anco- via di Porta Angelica, di pellegrini provelungamente riflettuto, invocando più volte ra il celebre, tenerissimo, immortale discor- nienti soprattutto dalla Polonia con le belle l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti so “della luna” dell’11 ottobre 1962? E’ stato bandierine biancorosse e i loro dialoghi asNostri Fratelli nell’Episcopato, dichiariamo patriarca di Venezia e diplomatico finissimo solutamente incomprensibili, fatti di tante e definiamo Santi i Beati Giovanni XXIII e in Francia e Nunzio apostolico in Bulgaria e consonanti messe diabolicamente insieme. Giovanni Paolo II e li iscriviamo nell’Albo Turchia. Era gioviale, simpatico, gli piaceva In particolare, per domenica 27, il traffidei Santi e stabiliamo che in tutta la Chie- intrattenere i suoi ospiti a tavola, fu viaggia- co è stato interamente bloccato nella zona sa essi siano devotamente onorati tra i Santi. tore curioso, l’unico papa a visitare il monte e chiusa la fermata della metro A di Otta- viano, poi riaperta per migliorare l’afflusso della gente. Migliaia le forze dell’ordine impiegate, pure migliaia i volontari della Protezione civile di Roma Capitale e di altre associazioni impegnati a dare informazioni, a offrire gratuitamente bottigliette di acqua minerale a chiunque e a disciplinare l’afflusso dei pellegrini a fianco delle forze dell’ordine ufficiali. Quasi un volontario ogni due-tre metri, per dare l’idea della colossale macchina organizzativa allestita dal Comune di Roma. Un’organizzazione che ha tenuto l’impatto con la gente che è stata considerata all’altezza della situazione. Qualche lamentela qua e là e qualche crisi di panico e piccoli malori non sono mancati, ma l’Assistenza era ramificata e presente dappertutto, sicché il giudizio complessivo è di forte soddisfazione per come sono andate le cose. Da ultimo, una citazione personale del cronista. Non avendo avuto l’avvertenza di dirigermi verso San Pietro all’alba, come moltissime altre persone, sono rimasto inesorabilmente bloccato abbastanza lontano dalla piazza. Gli agenti, cortesi ma inflessibili nell’eseguire gli ordini, non mi hanno consentito l’ingresso, ma io non mi sono arreso, e ho fatto ricorso all’esperienza di vita, chiedendo di parlare con il funzionario dirigente, dimostratosi molto comprensivo. Così parlottando, dicendo di dover scrivere un pezzo e mostrando persino “Voce della Vallesina” con enfasi e orgoglio malcelato (“E’ un settimanale della diocesi di Jesi”, ho spiegato) sono riuscito a convincere i funzionari, previa esibizione del mio tesserino dell’Ordine dei giornalisti, e a passare indisturbato ben due varchi accompagnato da un agente, con approdo a via della Traspontina e affaccio sulla gremitissima via della Conciliazione. Qui, la prima cosa che ho visto è stato un grande manifesto con la scritta “Verità per Emanuela” e la bella foto giovanile della Orlandi, la ragazza misteriosamente scomparsa. Poi la miriadi di bandiere, striscioni e cartelli che ho annotato ma che, in questa circostanza, per evidenti ragioni di spazio, non posso citare e raccontare. Adriano Santelli LA TESTIMONIANZA DEI VOLONTARI DELLA CROCE ROSSA DI CASTELPLANIO A disposizione dei tantissimi pellegrini Erano circa le sette del mattino quando sono partiti. Destinazione Roma: servizio alle canonizzazioni dei Santi Padri Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Claudio Marchegiani, Francesca Basone, Cristian Sampaolesi sono i tre volontari della Croce Rossa-Comitato locale di Castelplanio che hanno partecipato all’evento, uniti alla colonna mobile della Regione Marche, con i volontari provenienti dagli altri comitati di Senigallia, Loreto, Jesi, Osimo, Ascoli, San Benedetto, Sibillini, Marotta, Montelabbate e Tolentino. «Siamo arrivati a Roma intorno alle 14 di venerdì 25 aprile. – racconta Francesca- In via Ramazzini per la registrazione, poi direzione Fiano Romano, dove siamo stati alloggiati. Nei tre giorni di permanenza abbiamo prestato servizio come soccorso ambulanza presso il Posto Medico Avanzato di Castel Sant’ Angelo, gestito dalla Regione Marche in collaborazione con il Comitato di Roma.» Giornate di impegno e dedizione, vissute con lo sguardo rivolto ai tantissimi pellegrini in arrivo, in movimento e infine in partenza. Pronti a servire ogni bisogno, necessità, a rispondere chi chiama, consolare chi piange, soc- correre chi soffre. Perché gli eventi della storia sono composti di tutto: i lineamenti delle superfici, con tutto ciò che si vede si intrecciano e si generano a vicenda con le dimensioni sommerse. Senza queste zona d’ombra non ci sarebbe la luce. Senza questa operosità celata e necessaria, non sarebbe possibile la vita palese, pubblica e visibile. Hanno svolto il loro servizio su coordinamento di ARES 118 complessivamente erano 1335 volontari provenienti da tutta Italia, con 5 strutture di Posto Medico Avanzato, 35 ambulanze, 2 automediche, 64 squadre sanitarie a piedi, 4 Punti Mamma, un camper medico, 1 posto di comando al colonnato per coordinamento in loco, un sistema radio digitale per la geolocalizzazione delle squadre a piedi, account dedicati sui social network a disposizione dei pellegrini in 5 lingue diverse. «Un elemento sicuramente positivo - spiega Claudio - di questa esperienza è stato la collaborazione fra i diversi comitati delle Marche e fra tutti i volontari delle diverse regioni italiane.» L’assistenza sanitaria è stata garantita nella zona del Vaticano, ai Fori Imperiali, in centro e nei punti di uscita della metropolitana, nelle stazioni ferroviarie e all’arrivo dei pullman di pellegrini. I punti mamma hanno accolto le famiglie con bambini piccoli, dotati di fasciatoi per il cambio e aree per il relax con i servizi necessari, giochi compresi. «Nella zona dove eravamo in servizio – riferisce Cristian - ci è capitato di assistere a due episodi di bambini smarriti: fortunatamente tutto si è risolto con il ricongiungimento familiare tra i piccoli e i loro genitori. Episodi frequenti nei luoghi particolarmente affollati, che generano sempre forte apprensione. Nel complesso, il momento più critico delle giornate trascorse a Roma è stato il deflusso delle persone dopo la celebrazione di domenica 27. Lo abbiamo gestito con la creazione di canali di emergenza per agevolare lo scorrimento della folla nelle ore successive al termine della cerimonia in Piazza San Pietro.» Tantissimi pellegrini di tutto il mondo si sono rivolti ai punti di soccorso della Croce Rossa e complessivamente sono stati oltre 1700 i pazienti assistiti nelle diverse postazioni dai tanti volontari. C’è una dimensione che riguarda tutti gli uomini: è custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, degli anziani, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore…ha detto papa Francesco all’inizio del suo pontificato. Tiziana Tobaldi jesi | 3 Voce della Vallesina | 11 maggio 2014 scusateilbisticcio SULLA STORIA DI SAN NICOLÒ E LE SUORE GIUSEPPINE STUDIANDO NEGLI ARCHIVI Quella necessità di ingrandirsi (ghiribizzi lessicali) PeterPun (con la u) www.peterpun.it SEBASTOPOLI E DINTORNI Frase doppia drammaticamente attuale (dopo oltre un secolo e mezzo) La Crimea… lacrime à. NB – Nei giochi enigmistici, sostituire con l’accento l’acca di “ho, hai, ha, hanno” è prassi prevista. CARCERI INVIVIBILI: O EVADERE O CREPARE! Cambio di vocale per disperati Qua dentro scoppiano. Coraggio: scappiamo! ANCHE IL BESTIAME RINCARA Cambio di lettera da crisi nera Il prezzo di un armento registra un forte aumento. POESIA NEO-PAGANA “CRISTIANIZZATA” (omaggio al mese di maggio) Quant’è grande la dolcezza che ci vien da te, Maria! Laudi a te, Madonna mia, ognun canti in allegrezza. Questi versi, trasparente parafrasi dei più noti Quant’è bella giovinezza / che si fugge tuttavia… di Lorenzo il Magnifico, sono stati composti nella stessa epoca (Quattrocento). Da chi: Angelo Poliziano, Lucrezia Tornabuoni o Girolamo Savonarola? *** Risposta al quesito precedente: ALONE = SOLO – CANE = BASTONE DA PASSEGGIO/CANNA – CARE = CURA – FACE = FACCIA – FAME = FAMA – FARE = TARIFFA – LAME = ZOPPO – MARE = GIUMENTA – PACE = PASSO – PANE = VETRO DI FINESTRA – FALE = PALLIDO/PALO – SALE = VENDITA – SOLE = PIANTA DEL PIEDE/SOGLIOLA/SUOLA/SINGOLO – TRUCE = TREGUA Come socia di Italia Nostra, sezione di Jesi, da lungo tempo seguo con particolare interesse le vicissitudini della chiesa di San Nicolò e dell’annesso complesso “ex Giuseppine”. Codesto edificio, di ben più tarda realizzazione rispetto al bellissimo monumento romanico-gotico, risulta essere di scarso pregio artistico, e si trova totalmente addossato all’abside di San Nicolò, danneggiandolo sia dal punto di vista estetico che da quello della conservazione, in quanto diminuisce la naturale ventilazione della zona favorendo l’accumulo di umidità all’interno della nostra chiesa. Da qui la battaglia di Italia Nostra per liberare l’abside medievale dal palazzo tardoottocentesco. Rovistando in vecchi fondi della Soprintendenza ai Monumenti, ho scoperto, tuttavia, che la nostra non è stata la “prima alzata di scudi” a favore della chiesa di San Nicolò: nel 1913 altre voci autorevoli si sono levate in sua difesa, di fronte al tentativo delle Giuseppine di sopraelevare di parecchio il loro palazzo. Dal sindaco di Jesi, al So- printendente per la Conservazione dei Monumenti delle Marche, a don Cesare Annibaldi, Ispettore onorario agli scavi, che si impuntarono, tutti, di fronte alle pretese delle “terribili Giuseppine”, come l’Annibaldi stesso le definiva nelle sue lettere. Le religiose, d’altro canto, avevano una reale necessità di ingrandirsi, dato il notevole numero di ragazze che tenevano a convitto, e le molte richieste d’assistenza, che altrimenti non sarebbero riuscite a soddisfare. Non c’era altra possibilità che costruire “almeno” un altro piano, e lo fecero dietro regolare permesso degli organi competenti. Al carteggio sono allegate due vecchie fotografie, scattate e spedite dall’Anni- Spazi aperti alla bellezza e alla meditazione A cura di Riccardo Ceccarelli Il compito della filosofia Evandro Agazzi, filosofo, in “Avvenire”, 22 aprile 2014, p. 23. Luoghi popolati da forme armoniche, colori fluidi e trasparenti che sollevano ogni elemento dalla materia allo spirito, pur mantenendo un’inscindibile unità. Sogni che conservano intatti i loro chiarori, immersi nella vita e in viaggio verso un avvenire fluttuante. La pittura animica è il titolo della mostra del pittore Alighiero Tenenti, aperta dal 12 al 21 aprile scorso, al Palazzo dei Convegni, a Jesi. «Dipingo da sempre – racconta Tenenti - e ciò che rappresento nasce dall’interiorità, dai sogni, da ciò che il cuore contiene di intimo e di segreto. Sono leggende, miti, desideri, esperienze dell’infanzia che emergono in mondi diafani e fiabeschi, dove la materia è inconsistente e le immagini si fondono in luoghi arcani. L’opera diventa così musica cromatica, visiva, forme che si affollano e si attraversano. Dopo una mia personale e incredibile esperienza medianica, ho iniziato ad ascoltare la musica dell’anima e tradurre i suoi messaggi in fantasie cromatiche, memorie ancestrali, visioni dell’oltre.» Sono spazi aperti alla bellezza e alla meditazione le opere in mostra; quadri che cantano vita e armonia in un percorso di luminosa profondità. Finestre da cui i visitatori hanno potuto affacciarsi sullo splendore del mistero e sulle emozioni dell’anima. La pittura animica di Alighiero Tenenti ha donato alla città molti spunti di riflessione, una visione di angoli, armonie e dimensioni della vita umana di cui si rischia, oggi, di avvertire la mancanza. Perché la sua arte, capace di parlare nel cuore, offre una dimensione nuova alle cose consuete, il senso delle proporzioni degli eventi e una visione d’insieme capace di restituire interezza, superando e conciliando le tante differenze che affollano l’esperienza umana. Tiziana Tobaldi Alighiero Tenenti, pittore romano nata nel 1935 da genitori marchigiani, ha studiato nella capitale sotto la guida dei Maestri Walter Lazzaro, Montanarini, Purificato e Gottuso riscuotendo il loro plauso. Terminati il Liceo e l’Accademia di Belle Arti di Roma, si dedica a una serie di mostre sia in Italia che all’estero. Dal 1965 insegna disegno presso varie scuole statali. I suoi lavori sono presenti presso privati, banche, gallerie. Attualmente vie e lavora a Chiaravalle. Per il Michelangelo della Musica lapulce 5 novembre No, non pensate a una data legata alle celebrazioni (celebrazioni?!) del centenario della Grande Guerra. Semmai a una guerricciola locale. Il 5 novembre prossimo si terrà l’udienza al Tar di Ancona circa l’affaire del nostro san Nicolò. La notizia viene da Gabriele Fava, presidente del Comitato. Speriamo che le ragioni del buon senso e della cultura prevalgano sulle quelle della cassa. E che San Nicolò preghi per noi e ce la mandi buona! Delegazione ASSONAUTICA Maria Cristina Zanotti, socia di Italia Nostra sezione di Jesi A PALAZZO DEI CONVEGNI IN MOSTRA LE OPERE DEL PITTORE ROMANO ALIGHIERO TENENTI lacitazione Se si pensa alla filosofia come a un discorso che si occupa solo di quanto la scienza lascia nel piatto, è chiaro che essa dovrà morire di fame quando le scienze avranno occupato i suoi ultimi rifugi (alcuni credono che le neuroscienze stiano per conquistare anche questo ultimo bastione). Si tratta di una concezione rozzamente positivista, fondata su un metafisica materialista accolta in modo acritico e addirittura inconsapevole, e che si sfalda di fronte ai molti problemi che le scienze non riescono non solo a risolvere, ma neppure a formulare, semplicemente perché nessuna scienza dà spazio a “giudizi di valore” e a indicazioni circa il “dover essere” e il “dovere fare”. […] È il caso quindi di parlare di un compito che la filosofia non potrà mai esaurire fin tanto che l’uomo saprà porsi dei “perché” fondamentali. baldi al Soprintendente di Ancona, che mostrano le cinque nuove finestre fatte costruire dalle suore, non ancora ultimate e pertanto circondate da impalcature. In una delle due foto, scattata prima della “ristrutturazione”, è ancora visibile il grazioso campaniletto, non certamente gotico, ma pertinente alla cappellina del convento, fatto impietosamente abbattere dalle Giuseppine per favorire la costruzione di un ulteriore solaio. Se riusciremo a liberare l’abside della chiesa di San Nicolò, potremo davvero affermare che per una volta tanto è stato molto più facile costruire che distruggere!!! Con la presentazione dell’opera di Piero Mioli, ‘Le radici dell’opera: da Caccini a Berio’ nella quale l’illustre musicologo ha esplorato cinque secoli di storia del melodramma si è inaugurato, il 3 maggio, il I° Festival dell’Opera da Camera. Ha fatto seguito, il 4 maggio, il primo spettacolo della rassegna. Nel Palazzo della Signoria secondo lo stile delle prime forme del melodramma è stato rappresentato, su testo di Torquato Tasso, ‘Il combattimento di Tancredi e Clorinda’ di Claudio Monteverdi, preceduto da alcuni ‘Madrigali Guerrieri e Amorosi’ dello stesso compositore che non immotivatamente è stato definito ‘Il Michelangelo della Musica’. Il Autoscuole CORINALDESI s.r.l. Point AUTOMOBIL CLUB d’ITALIA commento agli eventi sarà nel prossimo numero del settimanale. Prossimi appuntamenti: Il 10 maggio nel Palazzo Ripanti Nuovo (ore 17,30) il prof. Mario Cognini, ingegnere e ricercatore, studioso e specialista in acustica teatrale e in storia dell’architettura teatrale, terrà una conferenza, sull’evoluzione dell’opera. Seguirà l’11 maggio (ore 17,30) la rappresentazione nel Palazzo della Signoria di due brevi opere buffe di Telemann, compositore tedesco vissuto agli inizi del 18° secolo. a.f.c. Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CQC – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi, Via Mura Occidentali, 31 - tel. 0731 209147 c.a. - fax. 0731 212487 - Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - fax 0731 201914 Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - sede Consorzio Autoscuole Corinaldesi Jesi, Via Marx, Zipa - operazioni collaudi Senigallia, via R. Sanzio, 71 - tel. 07160062 Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi - Adriatica - Falconarese) - Ostra - Marina di Montemarciano - Marzocca di Senigallia 4 | attualità 11 maggio 2014 | Voce della Vallesina LA FINE DELLA VITA IN PARLAMENTO La civiltà della morte e della vita Il ruolo del sindacato di Remo Uncini La crisi economica ha messo in discussione tutto: dal lavoro, alla famiglia, alla società, alla politica. I parametri di riferimento economici e sociali sono cambiati, le regole democratiche sono state riviste fino ad arrivare a mettere in discussione alcune parti della Costituzione. La società si trova a dover fare i conti con un domani nuovo e incerto. Il fatto che molti giovani non cercano lavoro, non studiano, sono parcheggiati nelle famiglie o nei ritrovi classici (bar, pub, discoteche) è il sintomo di una generazione persa nel consumismo. Non li attrae una società che può fare a meno di loro, diventa fisiologico e psicologicamente frustante pensare a un avvenire pieno di incertezze. Quello che si è vissuto prima, non ha importanza rispetto a quello che si vivrà domani. Sociologi e filosofi stanno studiandone le ragioni e le possibili vie d’uscita di fronte a una situazione che ha di fatto acquietato le coscienze, perché è basata solamente sullo sviluppo e sul libero mercato. I giovani e non solo si sono abituati a correre verso una società consumistica che chiede sempre di comprare ma si trovano ad affrontare tempi di scarse risorse. Gli altri paesi poveri, per i popoli del benessere non esistevano se non per carità o per profitto. I paesi emergenti, il sud del mondo, era scontato che dovevano essere assistiti, non partecipi attivi allo sviluppo, ma ora si sono svegliati ponendo due problematiche: la condivisione delle ricchezze e la partecipazione. I popoli del terzo e del quarto mondo non hanno perso tempo, hanno invaso i paesi ricchi che, sicuri della loro organizzazione lavorativa e sociale, garantiti fino alla morte da una sanità efficace, si trovano a dover dividere, quando c’è poco. Il sindacato cosa deve difendere? La condivisione del lavoro, il nuovo che avanza, o anche la capacità di rifondare la solidarietà, che prima era solo nazionale, oggi è diventata globale perché interessa sia il lavoratore europeo, l’asiatico, l’africano, il sud-americano. Il sindacato, invece di cercare maggior capacità di rappresentare i lavoratori con le aziende chiuse, con le ristrutturazioni in atto, con governi decisionisti, si trova ad ammettere che il 1° maggio non è stata la festa del lavoro, ma la festa della disoccupazione. Oggi bisogna modificare i parametri dello sviluppo economico, ridisegnare un nuovo stato sociale, mettere al centro il lavoro come il 1 maggio ha detto il Presidente della Repubblica. Il problema non è tutelare il lavoro, è difenderlo da coloro che danno priorità alla finanza. Il ragionamento della cultura liberista afferma che l’impresa non può avere una funzione sociale perché deve creare profitto. Lo Stato deve tutelare il lavoro come è scritto nella Costituzione. Non può solo sorvegliare l’impresa, quando anch’essa ha avuto interventi statali. Siamo passati da uno Stato sociale, senza controlli e sprecone di risorse, che cercava di distribuire i servizi, ad uno Stato liberista che non può fare solidarietà, che non può tutelare il lavoro. I giovani sono in attesa del domani, non si fidano di chi vuole utilizzare le loro forze per creare un futuro di flessibilità, mentre per mettere su casa e famiglia hanno bisogno di certezza. Vogliono essere garantiti? Così risponde la società liberista! La risposta è che nessuno è garantito. La garanzia la danno il lavoro e lo studio verso una società che sa accogliere coloro che hanno voglia di impegnarsi senza lasciarli andare per il mondo a realizzarsi perché sono bene accolti nel loro paese. Manifesto per la Famiglia In occasione delle prossime elezioni europee il Forum e la FAFCE (la Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche) lanciano in tutti gli Stati Ue la campagna Vote for Family 2014 – Corro per la Famiglia, che ha lo scopo di incoraggiare i candidati a sostenere e promuovere politiche a misura di famiglia. Ai candidati verrà chiesto di sottoscrivere un Manifesto di 12 punti e di impegnarsi a difendere, se eletto, la famiglia basata sul matrimonio tra uomo e donna e la vita dal concepimento al termine naturale, a riconoscere la famiglia come soggetto sociale, a promuovere il concetto di “family mainstreaming”, a sostenere politiche di conciliazione famiglia lavoro e politiche economiche sostenibili e redistributive. La campagna non termina con le elezioni: l’operato degli eletti che hanno sottoscritto il Manifesto verrà monitorato per tutta la durata del mandato: questo è l’impegno formale che Forum e FAFCE si prendono nei confronti delle famiglie italiane ed europee. di Riccardo Ceccarelli Il 18 marzo scorso il presidente Giorgio Napolitano in una lettera a Carlo Troilo, consigliere nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, scriveva: «Ritengo che il Parlamento non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita e eludere ‘un sereno e approfondito confronto di idee’ su questa materia. Richiamerò su tale esigenza, anche attraverso la diffusione di questa mia lettera, l’attenzione del Parlamento». Dopo quasi un mese, il 24 aprile, un giovane - Lorenzo Moscon, malato di triplegia spastica, che lo costringe su una sedia a rotelle - ha inviato al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio Matteo Renzi, questa lettera che è una reazione all’intervento pubblico a favore dell’eutanasia fatto da Napolitano dopo aver ricevuto la lettera di un malato. Ne riportiamo alcuni stralci. «Sono Lorenzo Moscon, ho 20 anni e desidero scrivervi in merito a un tema d’attualità che ritengo fondamentale e di cui già da alcuni anni si sta occupando il Parlamento, ovvero l’Eutanasia. Mi sono deciso a scrivervi a seguito delle parole del Presidente della Repubblica che ha dichiarato: “Indispensabile che il Parlamento si occupi dell’eutanasia”.Mi sento molto chiamato in causa da un argomento di bioetica così importante e decisivo in ragione della mia esperienza personale: sono affetto da triplegia spastica che mi costringe fin dalla nascita su una sedia a rotelle e ho subìto sei interventi chirurgici, dai quali ho ricavato un’esperienza che mi permette di testimoniare quale sia lo stato fisico ed emotivo di un paziente che si trovi costretto in un letto di ospedale. Posso assicurare grazie a tale esperienza che nella condizione di malattia ho sempre avvertito il bisogno manifesto e oggettivo di essere voluto bene ed amato. La sofferenza, che è uno stato psicologico, in questo caso determinata da un dolore fisico, può essere eliminata, anziché intraprendendo un sentiero definitivo come quello dell’eutanasia, mediante una relazione interpersonale che rammenti al malato il valore incommensurabile della propria dignità; dignità che può essere dimostrata grazie alla capacità universale dell’uomo[…] di amare, di ragionare, di dialogare, interrogarsi sul senso delle cose, sulla loro origine, il loro scopo, il loro modo di essere, a prescindere dalla loro utilità. La sofferenza fisica e quella spirituale possono essere lenite dalla vista di una persona cara e grazie alla costanza di un rapporto affettivo interpersonale disinteressato, come ho avuto modo di sperimentare in modo costante […] Sperimento quotidianamente che, in ragione della mia patologia, senza l’aiuto di qualcun altro non mi sarebbe possibile neanche scendere dal letto. …] Questa condizione di dipendenza giunge a tal punto che se qualcuno volesse potrebbe prevaricare sul mio corpo nonostante il mio dissenso. Ma la dipendenza è costitutiva per qualsiasi essere umano perché ognuno di noi ha strutturalmente bisogno, come minimo, del riconoscimento altrui: ha bisogno dell’apprezzamento dell’altro. E la dipendenza è una condizione oggettiva che prima o poi l’uomo si vede costretto ad affrontare a causa dell’oggettiva deteriorabilità del proprio corpo. L’eutanasia è il tentativo di occultare o di eliminare questo dato incontrovertibile che è la condizione di dipendenza e di finitezza della vita biologica dell’uomo. […] Si sente spesso parlare di eutanasia come atto di libertà, intesa come assoluta auto-determinazione dell’agire umano e totale sovranità dell’uomo su se stesso, ma a ben vedere, questo atto è in contraddizione lampante con il concetto stesso di libertà: infatti la libertà di vivere è presupposto fondamentale che permette di esercitare ogni altra forma di libertà e l’eutanasia la distrugge» (La Bussola quotidiana, 2 maggio). Finora non c’è stata risposta. Lettere di malati che magari chiedono l’eutanasia hanno comprensione e risposte, altri malati che svelano l’inganno dell’eutanasia e il vero bisogno che essi hanno non le ricevono. Non c’è da sorprendersi. Questi ultimi mettono in crisi l’egoismo perbenista e salutista ormai diventato dogma di vita e la tendenza sempre più diffusa in materia di eutanasia delle legislazioni delle “nazioni civili”: è la civiltà della morte. La civiltà della vita e dell’amore è altra cosa. Più degna dell’uomo. augurissimi Anita Tanti auguri alla cara ed amata Anita Bellagamba che compie 104 anni dalla figlia Luciana, dal vescovo Gerardo e dalla sua cara amica che le vogliono tanto bene. Con l’aiuto del Signore mi auguro di averla tra noi ancora tanto tempo perché la nostra amicizia non finisca mai. La signora Anita, che ha compiuto gli anni il 17 aprile, ha costruito una grande famiglia di quattro figli, sette nipoti maschi, i pronipoti tra cui una attesissima femminuccia. Una donna che si è sempre “rimboccata” le maniche per sostenere la famiglia, che ha lavorato in fabbrica quando le ore non si contavano e il lavoro era durissimo, che si spostava in bicicletta e che ha sempre confidato nella Provvidenza. Adriana Marchetti t e r r e l e m e n t a r i La spesa e i dolori al ginocchio di Silvano Sbarbati C’è una specie di guerra, non violenta, non sanguinosa: una guerra senza danni e senza vittime tra i negozietti vecchia maniera e i supermercati. I primi hanno spazi minimi, dove la merce è affastellata in un ordine che è funzionale solo al proprietario. Lui soltanto sa dove stanno le merci, lui soltanto sa dove è riposta quella cosa lì che quel cliente lì gli sta chiedendo. E la tira fuori come un prestigiatore tira fuori il coniglio dal cilindro… I secondi, i supermercati, hanno spazi grandi, luminosi, dove la merce invece è in bella mostra, addirittura con i sottotitoli o le didascalie, che ti fanno trovare quello che cerchi nel minor tempo possibile: poco tempo per trovare una merce in modo tale che,alla fine, trovi anche e compri anche quello che non ti serve o ti servirebbe chissà quando. La guerra si gioca sulla cosiddetta privacy. Vai nel negozietto e se manchi da qualche giorno ti chiedono come stai, se è successo qualche cosa a te in famiglia. E senti che non si tratta di puro commercio interessato. Tolta via la patina di irritazione derivante da una fugace impressione di invasione…della intimità personale, capisci che il negoziante davvero è interessato a te. Non sei un cliente: sei tu, anche quando non entri in negozio. Nel supermercato è già oro che cola se ritrovi la stessa cassiera allo stesso giorno allo stesso orario. Lei ha fretta di servire perché dietro di te premono altri carrelli del- la spesa: e ne valuta la durata sulla base della merce che sta dentro, ammucchiata come stanno ammucchiate cose diverse. L’ordine è quello delle cose, l’ordine delle cose da consumare. Nel negozietto vecchia maniera non si sono carrelli (non c’è proprio spazio) e allora compri poco, quello che è giusto e necessario. La guerra è sulla privacy, dicevo: il negozietto chiede come stai, il supermercato chiede che cosa compri. Il primo si occupa dei fatti della tua vita, il secondo dei fatti del tuo carrello della spesa. Siamo preoccupati della nostra privacy, ci mancherebbe. Ma in fondo è piacevole e confortevole fare la spesa davanti a qualcuno che ti incarta la mortadella e ti chiede coma vanno i dolori al ginocchio. salute | 5 Voce della Vallesina | 11 maggio 2014 PIEVEBOVIGLIANA SABATO 10 MAGGIO, ALLE 9, PRESSO LA SALA CONSILIARE Il complesso panorama delle malattie rare Lo dico senza l’enfasi e la retorica dei pro- socio-assistenziale in questo settore della clami, così vado al nucleo dell’argomento: Medicina. Molti medici vi hanno già aderiquesta è una società iper tecnologica, con- to per prestare la loro consulenza gratuita, tenitore di fuochi d’artificio sparati per am- perché la solidarietà espressa dal volontamannire greggi di consumatori compulsivi, riato è fondamentale per supplire alla cecità che nel pallone, nel cinema e nell’effimero di chi non vuol vedere… del gusto corrente (purtroppo anche nella Tra i suoi fondatori, il Presidente Edy Rencronaca nera) erigono altari agli eroi di car- zetti è una giovane donna colpita dalla tapesta di turno e sfogano la loro distrutti- malattia rara e degenerativa detta linfanvità razzista. Società che il denaro (pubbli- gioleiomiomatosi, un morbo che colpisce co) lo spreca in armamenti; lo “investe” per i polmoni, che solo a pronunciarla penso scoprire, con malcelato orgoglio, anni luce a uno scioglilingua; lei stessa consapevole, distante dal nostro, un pianeta ove c’è ac- come scrive in un accorato appello a Papa qua; salvo, poi, ammiccare sullo scandalo di Francesco, «di avere una vita breve», e che certe Case farmaceutiche che non dedicano di sé dice, “postato” su Facebook: «il mio un centesimo alla ricerca scientifica (perché corpo è una bomba a orologeria, ed è parnon produce utili di bilancio) per produrre tito il conto alla rovescia». Non è stato forse molecole che combattano malattie rare e Bergoglio a denunciare che «viviamo nella degenerative spesso molto dolorose e diffi- globalizzazione dell’indifferenza»? La stescili da gestire in un’economia famigliare, e sa che Edy denuncia a Francesco «di avere talvolta motivo di morte. vissuto e subìto in prima persona, ricevenPoco importa, perciò, che un dibattito sulle do tanti “no” e tante porte chiuse», e perciò malattie rare si svolga “sotto casa” oppure d’aver voluto costituire un’Organizzazione altrove, comunque entro i confini della no- filantropica «perché mai più nessuno si senstra Regione. Il problema è sociale e uni- ta solo, abbandonato e smarrito, perché colversale, e va trattato come merita, più di pito da una grave malattia». tutto riguardo all’assistenza sanitaria e alle Il problema va trattato chiedendo in partinormative nazionali e regionali integrative. colare alla Politica di dare il contributo che L’informazione, qualunque essa sia (i cosid- compete al suo compito legislativo, «perché detti social media insegnano) ha il dovere di – continua Edy – per concretizzare gli aiuti dare spazio a ogni iniziativa intrapresa a tu- e le risorse occorre l’intervento di chi ha la tela della salute, perché la cultura della vita responsabilità di amministrare il bene cosia lo spazio in cui ogni essere umano sente mune, dei politici che, facendo fronte unico che la propria dignità è rispettata. avulso dal “partitismo”, si attivino per proIl Cortile di Edy, Associazione di promozio- porre leggi adeguate». ne sociale costituita di recente, persegue Il Convegno, giornata di studio, “Fare finalità di solidarietà verso persone che si sintesi”, che Il Cortile di Edy organizza è trovano in condizioni di marginalità o di un’iniziativa di pubblico dibattito sulle fragilità sociale a causa proprio delle malat- varie proposte e sui disegni di legge per tie rare, e promuove ogni forma di attività la disciplina delle malattie rare presenti presso la Commissione Igiene del Senato. L’appuntamento è per sabato 10 maggio, alle 9, presso la Sala Consiliare del Comune di Pievebovigliana (MC). Sponsor della manifestazione anche l’Università di Camerino, l’Assemblea legislativa del Consiglio Regionale delle Marche, il Comune di Recanati e la S.I.F., Società Italiana Flebologia. Un tema complesso e articolato verso cui ogni cittadino si deve sentire trascinato, che attiene a un elenco ancora troppo lungo di malattie dichiarate rare (quelle conosciute sono 581!), spesso prive della necessaria, perché vitale, assistenza farmacologica e, non meno, perché è faccenda di etica pubblica, del riconoscimento normativo del Governo e dei Ministri competenti (abbiamo dimenticato, infatti, che il termine repubblica deriva da re(m) e pūblĭca(m): “cosa pubblica”). Il Convegno si propone di tracciare il profilo del composito panorama delle malattie rare; tenta di fare confluire le linee programmatiche, i progetti e le risorse in un obiettivo condiviso che non sia soltanto la solidarietà (peraltro spesso superficiale) verso quella sorta di emarginazione sociale e psicologica riveniente da certe patologie, ma un reale e costruttivo «confronto per arrivare a una sintesi», come recita il programma. Al dibattito interverranno i senatori Lucio Barani (Presidente Intergruppo malattie rare del Senato), Mario Morgoni, Remigio Ceroni e Serenella Fucksia. Saranno presenti professionisti con varie competenze e una rappresentanza degli utenti delle varie Associazioni presenti nella nostra Regione. Al termine sarà compilato un documento RITI DI PAESAGGIO: allo spazio “2G” di Jesi, dal 3 maggio al 2 giugno Artisti affascinati dalla natura La natura ha sempre esercitato un grande fascino sugli artisti. Prima come sfondo delle scene, poi protagonista di quadri e disegni. Il paesaggio naturale è uno dei grandi temi della pittura moderna e contemporanea. La pittura di paesaggio ebbe i suoi inizi tra il Quattrocento e Cinquecento nell’Europa fiamminga settentrionale. Gli acquerelli di Albrecth Durer sono considerarti i primi paesaggi puri della storia dell’arte. In Italia Bellini, Giorgione dedicano alla resa della natura la stessa cura riservata ai personaggi dipinti. I secoli successivi vedranno affermarsi la pittura di paesaggio come genere autonomo. Da Car- racci, nel Siecento, Constable e Turner nel Settecento incarnarono il sentimento del paesaggio ideale e sublime. Saranno i pittori impressionisti,soprattutto con Monet, che ricercando nel paesaggio circostante legami con la propria cultura, diffusero la pratica della pittura en plain air, sviluppando la lezione dei grandi predecessori quali i paesaggisti olandesi. Quasi nello stesso periodo in Italia emergono in tutta la loro grandezza i Macchiaioli toscani. Tutt’oggi la natura e il paesaggio continuano ad esercitare il loro grande fascino sugli artisti contemporanei. La mostra “Riti di Paesaggio” allo Spazio espositivo “2G” di Jesi, dal 3 maggio al 2 giugno, vuole essere una testimonianza del fascino tutt’oggi esercitato sugli artisti contemporanei dalla natura e dal paesaggio. che i senatori porteranno con sé per accelerare la definitiva approvazione delle leggi a tutela dei malati che attendono risposte urgenti. «Poterla incontrare di persona e porgerle il mio capo per ricevere una carezza» è il desiderio che Edy Renzetti ha recentemente espresso a Francesco e che il Papa della tenerezza certo esaudirà. Tuttavia, auguriamo a questa Donna e a tutti quelli che ella rappresenta di realizzare, grazie al coinvolgimento reale della società civile, della comunità scientifica e dei rappresentanti dei Governo, il suo legittimo desiderio di vivere e di farlo con la dignità che spetta a ogni essere umano… Oreste Mendolìa Gallino auguri a Laura e Marco Agli sposi Laura Grassi e Marco Vescovo che domenica 4 maggio nella chiesa di Angeli di Rosora hanno celebrato il loro matrimonio. Un momento di vera gioia passato insieme a voi che vi vogliamo da sempre bene. Vi auguriamo un futuro splendente e che il vostro amore aumenti e non vacilli mai nelle tempeste della vita. Gli amici Alice, Agnese, Ilaria, Leonardo, Concetta, Alessandro e Simone 6 | psicologia_società AUGURI AL VESCOVO GERARDO Viaggio in diocesi Leggendo lentamente qualche pagina al giorno dell’Esortazione di Papa Francesco, posso contemplare e gustare la verità e la bellezza del messaggio che emerge dalla sapienza evangelica incarnata nella complessità del vivere quotidiano della Chiesa e del mondo. Il nucleo essenziale del discorso è l’evangelizzazione, la missione affidata da Gesù a tutti i battezzati che ha il suo slogan in due parolette ormai sulla bocca di tutti: una chiesa “in uscita”. Non un esercito che lascia l’accampamento per marciare contro i nemici..., ma un popolo di uomini e donne, che avendo incontrato Cristo “sulla via di Damasco” o in cammino verso “Emmaus”, hanno trovato la vera gioia e non possono fare a meno di donarla ad altri annunciando il Vangelo. La Parola di Dio, l’Eucaristia, l’amore, la condivisione, la preghiera, il perdono sono le loro armi per combattere contro le forze malefiche dell’egoismo, dell’idolatria, della violenza, e amare ogni giorno di più Dio e i fratelli. La “Evangelii Gaudium” è arrivata puntualmente anche a Jesi, nelle chiese, nelle case, fra i gruppi e le associazioni che fanno quasi a gara nel progettare incontri per far conoscere il messaggio. La parola di Papa Francesco e la sua opera instancabile per il rinnovamento della Chiesa, la simpatia, la fiducia e l’amore che ispira sono una realtà veramente bella e confortante, un segno di speranza anche per la Comunità di Jesi. Ad una condizione, però che si affrontino i problemi personali e socio-poltici, la crisi dei valori etici, la povertà materiale e morale di tante famiglie, in una prospettiva di fede. Guardare dentro le cose ma anche oltre... e in alto, per non lasciarsi sopraffare dalla tristezza e dal pessimismo che impediscono di vedere germi di vita, le spighe del buon grano che cresce anche in mezzo alla “zizzania”. Tanti sono i segni di rinnovata vitalità nella Chiesa di Jesi, come dimostra la fioritura di iniziative di preghiera, di catechesi, spiritualità e cultura, di carità e servizio. Sacerdoti, religiosi e fedeli laici collaborano cercando di superare con il dialogo difficoltà e diffidenze. Parrocchie, associazioni e movimenti cercano di uscire dalla autoreferenzialità per fare comunione fra loro nello Spirito e andare incontro al mondo obbedendo al mandato missionario di Gesù: “Andate e fate discepoli tutti i popoli...” (Mt 28,19-20). A Jesi operano il Centro Promozionale Famiglia, il Centro Aiuto alla vita, l’Avulss, l’Unitalsi, la Caritas con i centri d’ascolto parrocchiali, la San Vincenzo, gli “Amici di R. Follereau”, l’Ofs, l’Olc, il gruppo CONTINUA A PAG. 8 11 maggio 2014 | Voce della Vallesina La mente e l’anima Una mano per... il cervello di Federico Cardinali suo cervello-mente dovremmo dire – lo mette anche in una situazione di (2) La settimana scorsa ci chiedevamo se i maggior pericolo. Un bambino che donostri bambini tecnologici-nativi sa- vesse vivere in un ambiente di violenza ranno per questo anche più intelligenti, o di sopraffazione, un bambino trascue c’eravamo lasciati con lo sguardo sulla rato o poco amato, molto più facilmennostra ‘centralina’: il cervello. Ci diceva- te da grande attiverà atteggiamenti e mo che anch’esso, come ogni altro orga- comportamenti aggressivi o violenti. La no del corpo, ha bisogno di stimoli per stessa osservazione dobbiamo fare per sviluppare le sue potenzialità. Perché la salute: un’alimentazione scorretta o queste, le potenzialità, diventino capa- un ambiente inquinato sono tutt’altro che un buon investimento. In questo cità. Di questo lavoro il nostro cervello ha contesto dobbiamo ricordare anche bisogno per tutto il tempo che la vita ci quanto ormai da tempo ci stiamo dimette a disposizione. Ma il tempo più cendo rispetto all’inquinamento elettroprezioso, quindi più redditizio, è pro- magnetico (quello attivato dall’uso dei prio il tempo dell’infanzia. È esperienza cellulari, delle connessioni Wi-Fi, Bluedi tutti che da bambini apprendiamo tooth, ecc.): il principio di precauziocon molta più facilità: una lingua stra- ne (= evitiamo quanto più possibile di niera, suonare uno strumento, legge- esporci a questi campi) che dovremmo re, scrivere, andare in bici, e mille altre usare per noi adulti, quando si tratta di cose. Tutto questo avviene perché il cer- bambini dovrebbe diventare un obbligo. vello di un bambino è molto più plastico Proprio perché il loro cervello sta credel cervello di un adulto. Esso, cioè, ri- scendo, come tanto maggiore è il guasponde con maggiore facilità e più velo- dagno se è inserito in un ambiente ‘buocemente agli stimoli che lo raggiungono. no’, altrettanto maggiore è il danno se dall’ambiente riceve stimoli negativi. Sia Questo fatto ci chiede di porre un’atten- sul piano psicologico sia sul piano fisico. zione tutta particolare all’ambiente in E la sua intelligenza? Perché è da qui cui il bambino vive. Un bambino che cresce in una situazio- che eravamo partiti. È vero che l’uso di ne caratterizzata da stimoli ‘sani’, sia in questa nuova tecnologia renderà i nosenso mentale sia fisico, svilupperà doti stri bambini più intelligenti? C’eravamo e capacità buone. Per lui e per gli altri. già detti che non è così. Oggi ci aggiunUn bambino che si sente voluto bene e giamo: non solo non li renderà più inrispettato sarà più capace, da grande, di telligenti, anzi… Dobbiamo proprio attivare relazioni positive, di amore e di dire ANZI! Perché almeno due aspetti rispetto. Così per la sua salute fisica: se sono da considerare. Meglio sarebbe può crescere in un ambiente più pulito, dire due pericoli. meno inquinato, se può mangiare cibi più sani, la sua salute sarà sicuramente Il primo. Guardate un bambino che usa più solida. un tablet o un telefonino. Osservate Ma la plasticità del suo cervello – del molto bene le sue mani. Voi vedrete che per fare le mille cose che quella macchina gli permette, usa un dito. Qualche volta due. Per scrivere una parola o un messaggio, la sua mano non fa movimenti specializzati: qualunque lettera o parola lui scriva, tocca con il solito unico dito un tasto o l’altro. Ci dicevamo che il cervello, come ogni altro organo, ha bisogno di esercizio per far diventare capacità quelle che già possiede come potenzialità. Ora aggiungiamo un’altra informazione: ogni parte del nostro corpo ha una corrispondenza nel cervello. Come un’area, che l’ascolta e la guida. Lo spazio della mano sul cervello (nelle aree sensitiva e motoria) è enormemente superiore allo spazio che occupa qualunque altra parte del nostro corpo. È questo che fa sì che la mano possa svolgere attività e movimenti straordinariamente ‘fini’, come scrivere, disegnare, suonare un pianoforte o un violino. Ma questo ci dice che il cervello, per sviluppare le sue capacità, ha bisogno che dalla mano gli arrivino tantissimi stimoli. Una mano anchilosata come quella di un bambino che usi prevalentemente un dito o addirittura tutta la mano come fosse un dito solo (come fanno i bambini quando usano i tablet…) depriva il cervello di tantissimi stimoli: tutti quegli stimoli che gli arrivano, invece, quando lui scrive con una penna, o disegna, o manipola degli oggetti. In questo modo rischiamo di far crescere un cervello impoverito. Che significa un cervello meno intelligente. E un cervello meno intelligente significa una persona meno intelligente! L’altro pericolo alla prossima settimana… (2. continua) Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI LA CELEBRAZIONE CON IL VESCOVO E IL SINDACO Il primo maggio a Jesi Per iniziativa delle Acli, anche quest’anno la celebrazione ufficiale è stata affidata alla Liturgia Eucaristica in duomo e, successivamente, all’omaggio verso tutti i caduti sul lavoro. “La crisi economica che ancora tiene l’Italia e la nostra città, va risolta con i mezzi umani, ma più ancora bisogna tener presente quanto papa Francesco va insegnando a proposito della natura dell’apostolo: chi è l’apostolo? Prima di essere quello che testimonia e parla, è quello che prega, che si affida con immensa fede al Signore”. Così esordisce il vescovo mons. Rocconi con la sua omelia, “perché” – continua – “dal messaggio evangelico ci vengono per questa occasione del primo maggio, almeno tre insegnamenti da tener costantemente presenti noi tutti: 1 - La solidarietà che, soprattutto, implica la sobrietà di scelte; 2 – Il senso di responsabilità che implica l’impegno educativo (“essere non avere”) e “la custodia del fratello”; 3 – Un atto di fede nella Provvidenza, Provvidenza che si trova nella società che segue la via del Signore. Conclusa la cerimonia religiosa, i fedeli, preceduti dal gonfalone e dal sindaco, si sono portati nell’atrio del comune per deporre una corana di allo- colloqui con lo psicologo ro presso la lapide che ricorda i nomi di tutti i caduti sul lavoro. Purtroppo sono tanti, ma proprio tanti: un rimprovero alla nostra società poco organizzata nello scongiurare tante morti bianche. Il sindaco, dopo l’omaggio ai caduti, ha voluto riprendere alcuni motivi dell’omelia del vescovo sottolineando anche la nostra responsabilità nel cercare di venire incontro a tanti giovani che non possono celebrare la festa del lavoro proprio perchè essi sono privi di lavoro. Uno spiraglio positivo ci viene, proprio in queste settimane, da una bella industria di Jesi che è un procinto di ampliare i propri capannoni per sviluppare altre iniziative produttive che comporteranno l’assunzione di una cinquantina di lavoratori che si aggiungono agli attuali duecento. vita_ecclesiale | 7 Voce della Vallesina | 11 maggio 2014 La chiesa locale Il diario del vescovo Gerardo Venerdì 9 maggio Visita past. a San Massimiliano Kolbe Ore 10-12 Visita ai malati Ore 21.30 : Incontro con AGESCI Sabato 10 maggio Ore 9.15: Incontro con Cresimandi di Pianello Ore 11: Partecipazione a manifestazione della protezione civile Visita past. a San Massimiliano Kolbe Ore 14.30-17: Incontro con i ragazzi del catechismo, ACR e Scout Ore 18.30: S. Messa in Cattedrale nella festa di San Floriano Ore 21 Chiesa San Marco, Veglia di preghiera per le vocazioni Domenica 11 maggio Ore 9.30: Parr. S. Antonio Abate, S. Messa e Cresima Ore 11.15: S. Maria Nuova, S. Messa e Cresima Ore 17: Poggio San Marcello, Festa della Madonna del Soccorso Ore 21: Incontro a carattere vocazionale Lunedì 12 maggio Visita past. a San Massimiliano Kolbe Ore 10-12: Visita ai malati Ore 18.30: Seminario, Incontro con Diaconi e aspiranti ai Ministeri Ore 21: San Francesco di Paola, Incontro con il Consiglio Presbiterale Martedì 13 maggio Ore 15-19: Il vescovo riceve in Cattedrale per colloqui e Confessioni Ore 21: Poggio San Marcello. Incontro con Cresimandi e Genitori Mercoledì 14 maggio Visita past. a Santa Maria Nuova-Collina Ore 10-12.00: Visita ai malati Ore 21: Incontro con Gruppi Caritativi Ore 18: Comunità Exodus, incontro e S. Messa Giovedì 15 maggio Ore 9.30: Seminario, Incontro del Clero Ore 21,15: Santa Maria Nuova-Collina, Incontro con Catechisti ed educatori Venerdì 16 maggio Visita past. a Santa Maria Nuova-Collina Ore 10-12: Visita ai malati Ore 19-22 : Incontro con Giovani UNITALSI Sabato 17maggio Ore 18,30: Partecipazione alla Festa degli Incontri -ACR Domenica 18 maggio Ore 8.00: Collina di S.M.N. S. Messa Ore 9,30: S. Maria Nuova, S. Messa e Cresima Ore 11.15: Monastero Clarisse, S. Messa nel 60° di professione religiosa Ore 17: Madonna del Divino Amore, Incontro con Famiglie Ore 21: Incontro a carattere vocazionale Voce dellaVallesina SETTIMANALE DI ISPIRAZIONE CATTOLICA DELLA DIOCESI DI JESI FONDATO NEL 1953 a cura di don Corrado Magnani [email protected] La parola della domenica In quel tempo Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore 11 maggio 2014 4A Domenica di Pasqua Dal Vangelo secondo Giovanni (10,1-11) lo seguono, perché conoscono la sua voce…”. Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capivano cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse di nuovo:< In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che son venuti prima di me, sono ladri e briganti, ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io son venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». Il pastore vero e la porta Chissà quante volte Gesù aveva assistito a scene notturne o mattutine del pastore con le sue pecore: Ebbene ne prende occasione per raccontare la tenerezza, la domesticità del suo amore per noi, e per rivelare l’aspetto più profondo dell’amore di Dio. Ci riesce difficile credere che il suo amore sia una cosa così familiare; abbiamo di Dio un’idea molto alta. Così alta che la ragione non arriva a realizzarla. Tante persone, anche “religiose”, sono tristi, perché non riescono a credere che Dio le ami. E invece non abbiamo solo il diritto di credere che Lui ci ami: ne abbiamo il dovere. È scritto nella Bibbia che la caratteristica dei cristiani è quella di “credere all’amore”, proprio perché la parola “amore” è ridotta a una salsa che si mette su tutti i piatti. Una cosa è dirla, altro è crederci. Il primo intento di Gesù in questa parabola è indicare la reciproca conoscenza tra noi e Lui (nella Bibbia “conoscere” vuol dire stabilire un rapporto di intimità all’insegna dell’amore con una persona). Le “pecore” non sono pecore stupide che vanno dove vanno le altre, con una specie di conformismo istintivo. Dire a uno che è una pecora è offensivo. L’amore del pastore non è offensivo per le pecore, perché anche loro lo conoscono; riconoscono la sua voce. (Sempre nella Bibbia “ascoltare la voce” implica un legame di reciproca appartenenza in un clima di libertà e spontaneità). Fuori metafora: Il credente segue Gesù perché innanzi tutto sa di essere “conosciuto” da Lui. Dio ci chiama per nome. Il profeta Isaia dice che Dio “ha scritto il mio nome nel palmo della sua mano” come fanno i ragazzi innamorati. Il suo amore non si divide per il numero dei figli nel mondo, ma è tutto intero per ciascuno. Ognuno di noi, ai suoi occhi, è un assoluto, non una minuscola parte di un tutto. Se abbiamo il diritto di attendere qualcosa dall’amore, è che esso ci comprenda. E’ un diritto che Dio rispetta, perché egli ci conosce sul serio e ci comprende (= ci prende completamente). Che cosa allora dobbiamo temere? È importante sottolineare che la “relazione amorosa di Gesù con noi” (=conoscenza) non è di giustapposizione o di sola compagnia, ma costituisce fonte di vita unica per noi. È questo rapporto di comunione profonda che diventa per noi “la porta” (versetto 9) attraversando la quale si aprono a noi orizzonti di libertà e di vita piena, e siamo invitati a “danzare” nella festa della vita (versetto 9). L’amore è necessario perché a ciascuno di noi esistere non basta. Una persona può fiorire e sbocciare solo quando sa di essere amata; solo allora diventa completamente sé stessa. Abbiamo bisogno di non sentirci soli, di “consegnarci”, di appartenere a qualcuno o a qualcosa. Le mille dipendenze dalle quali ci lasciamo sedurre nascono sempre dalla paura di rimanere soli; sono esse “i ladri e i briganti” (versetto 8) che devastano il cuore, che ci fanno perdere la rotta, e fuggire la realtà per approdare alla menzogna e all’illusione. “IO SONO IL PASTORE BUONO PERCHÈ DO LA VITA”. Il Signore ci insiste ben tre volte. Sembra una motivazione fuori luogo. Invece è vera. Dare la vita per un altro è l’atto più forte con cui si realizza la più intensa relazione con la persona amata. Per conoscere (in senso biblico) un altro bisogna spogliarsi del proprio io egocentrico e inserirsi nella vita dell’altro. Come Gesù che “non stimò un bene irrinunciabile l’essere uguale a Dio, ma svuotò sé stesso prendendo natura di servo, divenendo simile agli uomini…” (Filippesi 2, 6-8) notizie_brevi Veglia di Pentecoste Pellegrinaggio Jesi-Loreto Sabato 7 giugno alle 21,15 in Cattedrale si svolgerà la consueta veglia di Pentecoste presieduta dal Vescovo e animata dal Coro Diocesano “Armonia”. Sono invitati tutti i fedeli della diocesi e tutti i membri delle Associazioni e dei Movimenti ecclesiali, perché nella comune invocazione allo Spirito Santo, la nostra vita e quella della nostra Diocesi possa ravvivarsi nella fede e nella adesione al Signore. Il 36° pellegrinaggio Jesi-Loreto si svolgerà sabato 14 giugno con incontro alle 20 presso la parrocchia di sant’Antonio di Minonna. Seguiranno le testimonianze e la messa alle 20,30. Partenza alle 21,15. Le proposte del Ferrini Venerdì 9 maggio alle 16,30 presso la Sala dell’Adorazione in piazza della Repubblica a Jesi i soci e i simpatizzanti del circolo “Contardo Ferrini” sono invitati all’incontro con l’ins. Jole Ciarmatori che terrà una conversazione sul tema: “Vietato invecchiare. Consigli e ricette di comportamento”. Venerdì 24 maggio alle 17 presso la Biblioteca Diocesana in piazza Federico II ci sarà la proiezione delle immagini che il signor Primo Finocchi ha scattato nelle ultime due uscite nell’antica chiesa jesina di Santa Maria del Piano e nella città di Sassoferrato. Direttore responsabile Beatrice Testadiferro Comitato editoriale: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Lombardi Responsabile amministrativo Antonio Quaranta Proprietà: Diocesi di Jesi Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 Composizione grafica Giampiero Barchiesi Stampa Rotopress International s.r.l, Loreto Spedizione in abbonamento postale Associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) 29 maggio: presentazione del libro su Cherubini Giovedì 29 maggio alle 18 presso l’Aula Magna della Fondazione Colocci si terrà la presentazione del libro “Alvise Cherubini” con una prolusione di Loretta Mozzoni sul tema: “L’arte negli scritti di Alvise Cherubini”. Saranno presenti gli autori della pubblicazione, il sindaco di Jesi e il vescovo della diocesi. 7 giugno: il Csi dal Papa Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla Giornata con Papa Francesco del 7 giugno dedicata alle Società Sportive. Gli oratori del Centro Sportivo Italiano della Diocesi di Jesi si stanno organizzando per essere presenti alla manifestazione. Per informazioni ci si può rivolgere al Centro Sportivo Italiano Questo numero è stato chiuso in redazione martedì 6 maggio alle 17 e stampato alle 18 del 6 maggio. Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Tel. 0731.208145, Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Codice fiscale 00285690426 Questo giornale è stampato su carta riciclata. ABBONAMENTO ANNUO 35 EURO DI AMICIZIA 40 EURO SOSTENITORE 50 EURO 8 | in_ricordo 11 maggio 2014 | Voce della Vallesina CHIESA DI PALAZZO MERIGHI: incontro dei Cursillos con il Vescovo Gerardo È bello vivere sempre con il Signore “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”. Così Papa Francesco introduce la sua Esortazione Apostolica “Evangelii Gau- dium”. Il Movimento dei Cursillos della diocesi di Jesi, che opera per l’evangelizzazione degli ambienti, ha organizzato tre incontri per far conoscere a fondo il messaggio del Papa. Nella suggestiva cornice dell’antica chiesa Merighi, il 6 aprile, la corale “Brunella Maggiori” ha aperto il primo incontro offrendo con grande maestria canti di gioia e di speranza ad un’ assemblea di oltre duecento partecipanti. Il Vescovo Gerardo ha quindi illustrato l’ Esortazione con un’analisi chiara e puntuale, mettendo in ri- salto l’obiettivo di un profondo rinnovamento della vita della Chiesa: «Nella “Evangelii Gaudium”, firmata il 24 novembre 2013, Solennità di Cristo Re e chiusura dell’Anno della fede, Papa Francesco accoglie l’eredità di Papa Benedetto sul tema della gioia e dell’incontro con Cristo che cambia la vita... La gioia portata da Gesù, non è la gioia del mondo e può convivere anche con la sofferenza».Il Vescovo ha sottolineato la “tristezza individualista” di coloro che escludono gli altri, i poveri, i sofferenti e, facendo riferimento ad alcuni personaggi, ha ribadito che “il Vangelo è pieno di richiami di gioia”: l’annuncio dell’angelo a Maria, “Rallegrati, piena di grazia”, l’incontro di Maria Anniversario 2012 12 maggio 2014 con Elisabetta che culmina nella lode del “Magnificat”, l’evento delle nozze di Cana, esprimono la gioia dell’amore e della condivisione. Una Chiesa “in uscita” «Donare il Vangelo – afferma il Vescovo – è il più grande atto d’amore, riceverlo è un diritto». Il Papa parla di una Chiesa “in uscita”, che va incontro con gioia a tutti gli uomini, in particolare ai lontani e agli ultimi. Il rinnovamento della Chiesa necessita di una “conversione pastorale e missionaria e di una riforma delle strutture perché diventino tutte più missionarie”, a cominciare dalla parrocchia che deve stare a contatto con le famiglie e con il popolo. Non si annuncia il Vangelo con il metodo del proselitismo, ma “per attrazione”, facendo capire che “è bello vivere con il Signore”. Si parte dalla “bella notizia” della salvezza in Cristo: Dio ci ama, ci ha salvati e rigenerati per una vita nuova. Occorre esprimersi con un linguaggio comprensibile, con mitezza e pazienza, offrendo fiducia, speranza e misericordia. «La Chiesa “in uscita” afferma don Gerardo - deve avere le porte aperte, un segno di accoglienza che rappresenta l’apertura del cuore dei pastori e dei fedeli, la possibilità di accedere ai Sacramenti che “non sono un premio per i buoni, ma rimedio e forza per chi è in cammino”». Il Vescovo conclude la sua conferenza esortando a guardare Maria, Madre di Dio e immagine della Chiesa, “la via più facile”, come afferma San Luigi Grignon de Monfort, per andare incontro a Cristo. E con le parole del Papa dichiara: “Vi è uno stile mariano nell’attività evangelizzatrice della Chiesa. Perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto”. Giuseppina Radiciotti L’ASSOCIAZIONE LIBERI DI CREDERE CERCA PERSONE DISPONIBILI Progetti sull’Eritrea, dove i diritti umani sono pochi Liberi di Credere, unica organizzazione italiana per la difesa della libertà di religione, coscienza e credo, con sede a Jesi ricerca volontari per le proprie attività. 5,3 miliardi di persone nel mondo soffrono gravi o gravissime violazioni della libertà di religione. Liberi di Credere si propone di fare pressione presso i governi nazionali e le istituzioni internazionali per promuovere la soluzione dei problemi legati alle violazioni della libertà di religione, attraverso l’informazione e la mobilitazione dell’opinione pubblica. Grazie proprio al supporto dell’opinione pubblica, l’organizzazione vuole promuovere azioni diplomatiche per la risoluzione di questo problema che affligge ogni religione e credo. Il primo progetto a cui si sta dedicando l’associazione è relativo all’Eritrea, uno dei paesi con la peggiore situazione in materia di diritti umani a livello mondiale. Nel paese sono solo quattro le religioni ammesse: coloro che vengono trovati a praticare una fede non riconosciuta dal governo Ricordo vengono arrestati e detenuti senza accuse formali o processo, continuamente torturati e destinati a morte certa. In molti casi anche coloro che appartengono alle comunità religiose registrate soffrono simili persecuzioni. Una delle conseguenze di questa situazione è l’elevatissimo numero di rifugiati che tale paese produce ogni anno, e tra questi numerosi bambini destinati nella maggior parte dei casi a finire nella rete dei trafficanti di esseri umani. Vista la gravità della situazione, Liberi di Credere sta lavorando perché lo stato italiano, storicamente legato allo stato eritreo e politicamente influente su di esso, assuma una posizione netta ed incontrovertibile sugli abusi e le violazioni perpetrate dal governo eritreo. Per fare questo occorre accrescere la consapevolezza di tutti attorno al problema dei diritti umani in Eritrea: se vuoi difendere la libertà di religione per il popolo Eritreo, contatta l’associazione ai seguenti recapiti: [email protected] Angela Michelangeletti ved. Sandroni Nella sua abitazione all’età di 95 anni ha concluso la sua vita terrena nell’abitazione di Poggio San Marcello. La ricordano con affetto le figlie Cesira e Nella, i generi Mario e Luciano, i nipoti Sandro con Laura, Daniele, Stefania con Moreno, i pronipoti Elisa, Mirea, Marco, Suemi e Clizia, le cognate e gli altri familiari. L’Unitalsi esprime le più sentite condoglianze alla figlia Nella e si unisce nella preghiera di suffragio per la cara Angela che aveva partecipato ad alcuni pellegrinaggi a Lourdes e Loreto e che seguiva con amicizia e simpatia le iniziative dell’associazione. Angela era una lettrice di Famiglia Cristiana e di Voce della Vallesina. Sempre puntale nel rinnovare l’abbonamento, quest’anno aveva voluto inviare alla redazione la quota di amicizia con gli auguri di un Buon 2014. Una donna amante della vita che non ha mai sprecato il tempo, abituata fin da bambina alla fatica. In questo ultimi anni si dedicava ai lavoretti con l’uncinetto che poi regalava per le pesche parrocchiali, curava i fiori davanti casa, partecipava a tutte le celebrazioni in Chiesa e si dedicava ancora a tante opere di bene. In tanti la ricordano con amicizia ed esprimono alle figlie e a tutti i familiari le condoglianze e il ricordo della preghiera. Suor Adelaide Massani Lunedì 12 maggio alle 18,30 nella chiesa Santa Maria di Moie sarà celebrata una Santa Messa in ricordo della religiosa carmelitana nata a Jesi il 29 giugno 1929. I volontari del gruppo Carmelo nel Mondo di Moie la ricordano con una sua poesia: I monti, natura stupenda O splendidi monti, nell’alto elevati di Dio voi parlate e attento ogn’or fate lo stanco viandante, egli si ferma vi guarda vi ammira profondamente sospira: Divino Signore, riempi il mio cuore del Tuo immenso amore; rendilo saldo come la roccia che sia sempre di te innamorato e verso i fratelli proteso ch’ei sia capace di seminar gioia e pace. Voce della Vallesina Per i ricordi delle persone care 0731.208145 Auguri al vescovo Gerardo SEGUE DA PAG. 6 missionario, la Milizia dell’Immacolata, l’Apostolato dellaPreghiera, l’Opera della Regalità, i Cursillos, il Cammino Neocatecumenale, il Rinnovamento nello Spirito, l’Aimc, il Meic, il Circolo “Ferrini”. Chiesa in cammino... Scrive Papa Francesco: «La Chiesa non evangelizza se non si lascia continuamente evangelizzare. È indispensabile che la Parola di Dio “diventi sempre più il cuore di ogni attività ecclesiale” (Verbum Domini)» (EG. 174). «L’intimità della Chiesa con Gesù è un’intimità itinerante, e la missione si configura essenzialmente come comunione missionaria» (EG. 23). Il Vescovo Gerardo esorta i fedeli di Jesi a crescere nella fede e nella comunione e a “uscire” per manifestare a tutti la gioia dell’incontro con Cristo. La chiesa dell’Adorazione è aperta giorno e notte da due anni per l’adorazione eucaristica, che impegna nella preghiera silenziosa laici e sacerdoti. Dal 4 all’8 dicembre 2013 si è svolta una missione straordinaria dei giovani per i giovani, concordata dal Vescovo con il gruppo “Nuovi Orizzonti” a cui si sono uniti alcuni ragazzi e ragazze di Jesi: di giorno, per le strade della città e dintorni, di notte nei luoghi del divertimento, quei giovani hanno parlato di Gesù Cristo ad altri giovani ed hanno pregato per loro. Meraviglioso e imprevedibile, il soffio dello Spirito anima la Comunità e spinge il Vescovo a percorrere in lungo e in largo la sua diocesi. Un vero miracolo, la visita pastorale: di parrocchia in parrocchia per celebrare l’Eucaristia, per incontrare associazioni, famiglie, giovani, anziani, per visitare i malati nelle case, per dare a tutti speranza e portare la gioia di Cristo. Perché “il Signore ci ama e non si dimentica mai dei suoi figli”. Il 13 maggio prossimo per don Gerardo avrà inizio l’ottavo anno del ministero episcopale nella nostra Comunità: auguri per una missione sempre più feconda e gioiosa! Maria Crisafulli jesi | 9 Voce della Vallesina | 11 maggio 2014 INTERNI DI CHIESE (12): una sosta al quartiere Minonna XIX EDIZIONE PALIO DI SAN FLORIANO S. Antonio Abbate, chiesa “mossa” Festa d’altri tempi Dopo le “ferie pasquali”, proseguiamo il nostro cammino (cacciando il naso in casa altrui, incassando di tanto in tanto qualche preventivato mugugno) passando in rassegna le chiese diocesane. Varchiamo dunque il nostro modesto Esino: che non risuonerà dell’eco delle storiche battaglie del Rubicone, né del Me- che quelle dopo (Regina della Pace, tauro né del Sentino. Ma che tutta- Cristo Redentore di Moie e San via una sua particina della gloriosa Massimiliano Kolbe), con le loro storia dell’Impero dovette pur rita- immense pareti in mattoni delimigliarsela se fu scelto da Augusto in tate da possenti “gabbie” in cemenpersona quale limen amministra- to armato, possiedono quasi una tivo fra due delle undici Regiones “struttura a traliccio” (questa deitaliche: la VI (denominata Um- nominazione si riferisce propriabria: attuali Romagna e Umbria) mente alle case del Nord-Centro e la V (il Picenum: attuali Marche- Europa dal medioevo all’800: quelsud e Abruzzo). le raffigurate nelle favole di AnOltrepassiamo dunque le tran- dersen, per capirci). Qui invece le quille (raramente fanno le bizze) pareti sono a “cemento vivo” e fluacque del flumen nostrum. Ci tro- iscono senza soluzione di continuviamo così nel Picenum, anzi, par- ità. Giustamente Urieli scrive: “Ė don, nel Borgo Minonna (con un un valido esempio di arte moderristorante che, malato di ridicola na. L’interno e l’esterno si fondono anglofilia, fu chiamato My-nonna). in chiara armonia di movimento Ci siamo serviti ora del Ponte San di masse e di funzionalità, capaci Carlo (Borromeo), il celebre car- di soddisfare il gusto estetico e le dinale che si prodigò nella peste esigenze del servizio liturgico. La che prese il nome da lui: “Tant’è chiesa è a navata unica, a forma di forte la carità” commenta il Man- ventaglio, con pavimento in legzoni. Nel 1563 venne dichiarato gera pendenza verso il presbiterio, protettore della città di Jesi, con la sopraelevato in modo da favorire speranza che sostenesse le richie- al massimo la visibilità e la centraste dei cittadini presso il Papa: per lità dell’azione liturgica”. L’arredo questo in segno di gratitudine gli (sede, altare, ambone, battistero) fu intitolato questo ponte. è dignitoso ma senza pretese. A Ma è ora scossa che ci occuparci sinistra si trova una cappella latedella nostra chiesa, ultimata nel rale, ove si conserva l’Eucaristia, 1978. Mi permetto di asserire che e permette la celebrazione della è l’edificio sacro più riuscito e ori- Messa feriale in uno spazio più ginale scaturito dai tavoli di dise- raccolto. Sulla destra invece se ne gno di Lenti. Tutte le altre chiese, trovano altre tre assai differenti fra infatti, sia quelle costruite prima loro. La prima si configura prati- camente come ampliamento del presbiterio: è illuminata da cinque finestroni verticali decorati dai simboli dei sette sacramenti. La seconda, con funzione di piccola cantoria, riporta nei quattro riquadri di luce i simboli delle virtù cardinali. Infine la “cappella dei santi”: sulle tre vetrate verticali sono raffigurati il “padrone di casa” (s. Antonio Abbate) e s. Settimio il quale, secondo una tradizione sarebbe stato martirizzato proprio da queste parti. Il suo corpo, “ritrovato” (una prima volta nel 1469 e una seconda nel 1623), da allora è custodito in cattedrale. C’è in progetto di completare le vetrate con le figure di Madre Teresa e dei due ultimi santi papi (e perché non aggiungere il San Carlo del ponte? E la Madonna? Ė presente in immagine con una statua di terracotta collocata su di un’edicoletta del sagrato. Azzardo: perché non sostituirla con la statua in pietra della Vergine di Loreto (già sulla facciata del Comune fino al 1901), togliendola dall’oblio e dalla penombra della navata destra di San Marco? Non potrebbe essere un buon viatico per i devoti che partono proprio da qui per il pellegrinaggio a piedi fino alla S. Casa? [email protected] Il Palio ufficiale di San Floriano avrà inizio l’8 maggio con l’annuncio dell’araldo e il convegno storico “Jesi e la Marca nel ‘300” organizzato dal Comitato storico scientifico dell’Ente Palio e la partecipazione dei docenti dell’Università di Macerata, presso gli spazi della Chiesa di San Nicolò, ore 18. Venerdì 9 maggio, apertura delle taverne e il via ufficiale alla sfida tra taverne con il “Concorso del Piatto Tipico Medievale”. Anche quest’anno, come in passato, si vuole premiare l’impegno nel ricomporre ambienti e pietanze e, pertanto, in collaborazione con l’istituto alberghiero “Panzini” di Senigallia, è stata composta una Giuria che visiterà e valuterà le Taverne. Ogni Taverna dovrà scegliere un piatto da presentare, puntando su una pietanza oppure su un dolce e su un Piatto per Ragazzi, detto “Fanciullicus”. La serata proseguirà, a partire dalle 21.30 in Piazza Colocci, con la gara degli arcieri e la sfida tra Quartieri, valevole per l’assegnazione del Palio dei Quartieri, altra novità di questa edizione 2014. Alle 22.45, musica medievale da guerra con il gruppo “Futhark”. Novità assoluta di questa XIX edizione del Palio, durante il corteo storico di sabato 10 maggio, la partecipazione del “Torneo dei Rioni” di Oria (BR), città federiciana con cui Ente Palio vanta un legame di collaborazione e amicizia. Oltre a conoscere e ad ammirare i Gruppi ospiti, il sabato è anche la giornata dedicata alla parata dei Sindaci e alla Santa Messa, celebrata dal vescovo Gerardo Rocconi, alle 18.30 all’interno della cattedrale, a conclusione del corteo pomeridiano che attraverserà Piazza Federico II, allestita dalla mostra-mercato medievale per tutto il week end. La serata si concluderà dopo spettacoli ed esibizioni dei Gruppi ospiti, corteo notturno, il bis dei “Futhark” e la competizione arcieristica tra Comuni per la contesa del Palio, in piazza Colocci a partire dalle 21.50. Domenica 11, alle 9, apertura del concorso di pittura estemporanea dell’associazione “Giù pe’ Sant’Anna, nella Chiesa di Palazzo Merighi, il cui vincitore sarà premiato in piazza Federico II, alle ore 18.30. A partire dalle 9.30, nei giardini Sacco e Vanzetti, si svolgerà il V Trofeo “Don Mario Bagnacavalli”, gara di tiro con l’arco a cura degli Arcieri dell’Ente Palio San Floriano. La manifestazione sarà seguita in diretta da RVE. Festa paesana Cantine aperte e catinelle tavole imbandite con focacce e ciambelle, gialli piatti di polenta fumante, coppe pregiate di vini inebrianti odori piccanti ed invitanti s’intrecciano nell’aria vespertina arricchita di suoni, di canti e di balli ritmati d’altri tempi. I visi felici dei passanti rivelano gli animi semplici e ritornano bambini contenti. Elena Mancinelli Nella foto il corteo passato domenica 4 maggio in piazza Federico II. POGGIO SAN MARCELLO: LA FESTA DELLA MADONNA DEL SOCCORSO Siamo chiesa missionaria? La comunità parrocchiale di Poggio San Marcello si appresta a festeggiare anche quest’anno la festa della Madonna del Soccorso nella settimana dal 4 all’11 maggio con la partecipazione dei due missionari Saveriani p. Alberto Panichella e p. Enzo Tonini. Sarà una settimana impostata attorno alla domanda “Siamo disposti a comunicare la gioia della fede? Abbiamo una fede che vogliamo diffondere, senza intolleranza ma senza indifferenza?”. Dal lunedì al venerdì il mattino alle 8 verrà celebrata l’Eu- carestia seguita dall’Adorazione Eucaristica fino alle 10 e poi il pomeriggio a partire dalle 17 ci sarà la possibilità di confessarsi e alle 18 il Rosario e a seguire la celebrazione dell’Eucarestia. I dopo cena, a partire dalle 21, saranno dedicati invece: il lunedì ai componenti del Consiglio Pastorale e della Confraternita, il martedì alle giovani famiglie, il mercoledì ai giovani e giovanissimi, il giovedì ci sarà l’incontro con le altre parrocchie dell’Unità Pastorale con una riflessione sull’Evangelii Gaudium dal titolo “Dalla simpatia all’adesione. Il Papa ci chiede di essere Chiesa missionaria: cioè?”, infine il venerdì sarà dedicato alla preparazione dei tradizionali canti mariani aspettando i pellegrini di Moie. Da ricordare alcuni appuntamenti in particolare: Rosario ed Eucarestia con Unzione degli Infermi il venerdì pomeriggio alle 18, il sabato la tradizionale processione e benedizione eucaristica con i bambini alle 17 e alle 21 la Messa dedicata alle coppie che vogliono ricordare l’anniversario del loro matrimonio. Infine domenica mattina per accogliere i tanti pellegrini provenienti da altri paesi verranno celebrate le Messe alle ore 7, 8, 9.30 e 11, e il pomeriggio la Statua della Madonna del Soccorso sarà portata in processione per le vie del paese a partire dalle ore 17 con la presenza del Vescovo Gerardo. La festa si chiuderà in piazza con un concerto della Banda Musicale “l’Aurora” e con l’estrazione dei biglietti della lotteria che potranno essere acquistati fino all’ultimo per contribuire alle spese sostenute per l’organizzazione della festa. Due le belle novità di quest’anno: il rilancio della Pia Unione e la mostra-vendita di pizzi e ricami. La Pia Unione della Madonna del Soccorso è formata semplicemente da tante persone che si impegnano a pregare gli uni per gli altri compiendo anche gesti di aiuto concreto (c’è un’iscrizione annuale con un contributo di 3 euro e si riceve una tesserina che ricorda gli impegni dell’iscrizione) e poi è stata organizzata e sarà aperta tutto il mese di maggio una esposizione ma anche vendita di pizzi e merletti messi a disposizione da quanti vogliono e il cui ricavato verrà devoluto ai missionari saveriani originari di Poggio e che oggi svolgono la loro missione in tutto il mondo o prestano servizio presso l’istituto di Ancona. L’ultima domenica di maggio la festa si concluderà alle 21 con la processione e la fiaccolata per le vie del paese, durante la quale la Statua della Madonna sarà riportata al suo Santuario. Come ogni anno una settimana molto intensa di spiritualità, fede e anche tradizioni e realizzata grazie alla collaborazione di tante persone. Stefania Vico 10 | in_diocesi 11 maggio 2014 | Voce della Vallesina AL SANTUARIO DELLE GRAZIE LA PRIMA SERATA DEI GIOVANI DEDICATA A MARIA “La città si senta sempre giovane” È dal 1456 che gli jesini supplicano Maria come patrona della città e Vergine Liberatrice dopo averli salvati dal morbo della peste. Quest’anno, nella vigilia della festa, il santuario della Madonna delle Grazie ha accolto una nuova espressione di devozione: la musica, le immagini e le parole di giovani e giovanissimi artisti che hanno accompagnato la serata di sabato 26 aprile. «La città si senta sempre giovane e figlia di Maria, con il desiderio di programmare il futuro e uniformando le scelte di vita alla scuola della Vergine»: con queste parole il carmelitano padre Giulio Pase ha accolto i tanti presenti e ha ringraziato don Gianni Giuliani che ha promosso l’iniziativa. L’apertura dell’Omaggio a Maria è stata dedicata alla proclamazione del Magnificat dal vangelo di Luca, definito il cantico più umile e più riconoscente, l’unica opera composta dalla Vergine Maria, o meglio, composta in Lei da Gesù. La voce di Maria Carla Cesaroni ha fatto risuonare le parole di lode e di gratitudine della Vergine che suggeriscono ad ogni ascolto nuovi sentimenti di preghiera e di riflessione. La Corale Santa Lucia ha dedicato alla serata l’Ave Maria del compositore franco-fiammingo Arcadelt che, nel XVI secolo, fu maestro di un coro di voci bianche e maestro del coro della Cappella Sistina. A seguire l’Inno alla Beata Vergine del maestro jesino Giancarlo Aquilanti che, riprendendo le parole di Dante Alighieri, ha musicato una delicata composizione proposta dai coristi e dal soprano solista Nadia Borgognoni, diretti dal maestro Mauro Gubbiotti e accompagnati al piano da Richard Copparoni. “Reverb”, un gruppo di sei giovani, amici e che, per l’occasione, hanno deciso di proporsi insieme realizzando immagini e danze sul poemetto del poeta Rainer Maria Rilke Verkündigung “L’Annunciazione. Le parole dell’Angelo” e accompagnando la rappresentazione con la chitarra acustica e la chitarra elettrica con archetto di violoncello. Loris Massacesi, Matteo Martarelli, Elia Trillini, Maria Elisa Carzedda, Diego Campanelli e Luca Campanelli sono stati seguiti con attenzione per la novità della loro proposta e per la capacità di unire varie espressioni artistiche. Maria non sfugge a nessuno, scriveva qualche anno fa padre Fulvio Garroni per la festa al Santuario del 2007, e così tra le tante parole che i cantautori le hanno dedicato, il tredicenne pianista e cantante Richard Copparoni e la violinista Giulia Santoni hanno proposto “Il sogno di Maria” dall’album “La buona novella” di Fabrizio de Andrè. A seguire il coro di voci bianche della scuola musicale “G. B. Pergolesi” con due Ave Maria, una di Caccini e l’altra di Cericola, accompagnati dalla pianista Silvia Moretti e diretti dal maestro Michele Quagliani. Accanto alle esibizioni in diretta, sono stati esposti alcuni lavori realizzati sulla vita di Maria dagli alunni delle classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado “Federico II” di Jesi: Andrea Arsene, Martina Coppola, Castantina Nan, Kevin Ferrari, Lorena Gemelli, Ahmmed Shakib, Luca Ciattaglia, Lucia Donzelli, Beatrice Ricci, Nancy Turchi, Nicola Giacchè, Wahbi Abdelhadi, Ramona Pulita, Erica Santarelli, Federico Baioni, Silvia Pinzo, Gaia Pigliapoco e Catia Cialoni. Mar- gherita Marino, architetto e maestra d’arte residente a Borgo Loreto di Castelplanio e nata a Catania, ha offerto alla visione alcune rivisitazioni mariane, dipinte a olio su legno, dei pittori rinascimentali Sandro Botticelli e Carlo Crivelli uniti da una visione di personaggi solitari, immersi in un mondo fuori dal tempo, splendido e irraggiungibile. La musicista Magdalena Lutka all’organo ha eseguito un suo adattamento dell’antichissimo inno nazionale polacco “O Madre di Dio” come omaggio alla fede intensa del suo popolo e alla santificazione del papa Giovanni Paolo II. Da un’antifona della Liturgia delle Ore il compositore Roberto Belelli ha musicato “A Maria” proposta al piano da Silvia Moretti, al violino da Barbara Santoni e cantata da Margherita Cantiani: “Madre sempre vergine, porta del cielo, stella del mare, abbi pietà di noi peccatori…” parole care ai fedeli che il trio di giovanissimi ha fatto vibrare nel Santuario dove tanti jesini si sono riuniti per ascoltare e pregare. È risuonata poi la musica dell’Ave Maria di Gounod, una delle più famose composizioni sul testo latino dell’Ave Maria, con Susanna Felcher al flauto e Lucia Clementi al piano. Sono arrivati infine i musicisti della Piccola Orchestra della Scuola Pergolesi, in una formazione ridotta, guidati dal maestro Stefano Campolucci. Michelle Yvonne Borocci, Valentina Rossini, Carolina Trillini, Giulia Compagnucci, Ludovica Tavoni, Elisa Fiorini, Greta Campolucci al violino; Rachele Stronati e Davide Moretti al violoncello; Andrea Paladini e Richard Copparoni al pianoforte e Riccardo Stronati al flauto hanno proposto una dolcissima Ave Maria. Il trentatreesimo canto della Divina Commedia con la preghiera di San Bernardo alla Vergine, letto da Maria Carla Cesaroni, ha riportato in un’atmosfera di solennità e di meditazione sulla grandezza della Vergine e Madre, figlia del Suo figlio, umile e alta più che creatura… Don Gianni Giuliani ha espresso gratitudine e apprezzamento a tutti coloro che hanno reso possibile la manifestazione, la prima del genere nel Santuario, al maestro Roberto Belelli e alla Scuola Pergolesi, ai giovanissimi artisti e alle loro famiglie, ai padri carmelitani che hanno creduto nell’idea e si sono messi a disposizione. Ricordando la sua passione per la musica e per il canto trasmessagli dai sacerdoti jesini tra cui don Arduino Rettaroli e don Roberto Vigo e il desiderio che custodiva da tanti anni di una serata simile, don Gianni ha ringraziato il Signore per le meraviglie che continuamente opera nella Chiesa e ha invitato a rivolgersi sempre con fiducia a Maria. Il vescovo don Gerardo Rocconi ha elogiato l’iniziativa che ha dedicato spazio ai giovani, incoraggiandoli e lasciandoli liberi di esprimersi per manifestare la loro capacità artistica e la fede giovane che è nel loro cuore. La Salve Regina e alcuni brani mariani della tradizione popolare hanno concluso la prima parte della serata che è proseguita con la preghiera del Rosario nella chiesa aperta per tutta la notte: un Omaggio continuo a Maria e una richiesta ininterrotta per la città di Jesi, per la Diocesi e per le speranze e i desideri di ogni fedele a partire da quel lontano 1456. Foto Giorgio Cognigni arte | 11 Voce della Vallesina | 11 maggio 2014 ALLUVIONE NELLE MARCHE: LA CITTÀ DI SENIGALLIA TRAVOLTA E TRASFORMATA DALL’ALLUVIONE. TRA DISPERAZIONE E SOLIDARIETÀ “La gente della mia terra non si lascia schiacciare dal dolore” Nella mattina di sabato 3 maggio la pioggia insistente ha invaso tante parti della città causando due morti, 400 sfollati e ingenti danni alle abitazioni, ai negozi, alle aziende. È iniziata subito una gara di solidarietà tra i cittadini per soccorrere quanti erano rimasti in casa e rischiavano l’annegamento: soluzioni veloci ed efficienti per tirare fuori anziani e bambini dalle loro abitazioni e portarli in salvo a nuoto o nei gommoni. Scene impressionanti trasmesse dagli organi di stampa, video e foto condivise sui social network che hanno colpito e lasciato sgomenti. La furia dell’acqua che ha rotto due argini del fiume Misa ha colto tutti di sorpresa: l’allarme meteo c’era ma non per i luoghi in cui è avvenuto lo straripamento. Una corsa incredibile ad aiutarsi reciprocamente, uno scambio di notizie continuo e di commenti tra i quali riportiamo quello di Gloria Conti, nata a Maiolati Spontini ma residente ad Albano Laziale, che così ha scritto: “La gente della terra è forte, abituata a tirarsi su le maniche senza perdere tempo a piangersi addosso. La gente della mia terra non si lascia schiacciare dal dolore: stringe i denti e riprende a lottare. Ma la gente della mia terra, così fiera e dignitosa, accogliente e generosa, oggi ha bisogno di te, di me, di sapere concretamente, come tutti i derelitti provati dalle calamità “innaturali” che le istituzioni ci sono, che non cavalcano il momento per fini elettorali, che lo Stato non si rende latitante, che gli aiuti devono esserci perché la gente della mia terra, come tutti i poveri e gli onesti, si guadagna il pane col sudore della fronte e paga le tasse”. Il premier Matteo Renzi è arrivato in città domenica pomeriggio 4 maggio, giorno della festa del patrono San Paolino, ha assicurato la vicinanza delle istituzioni. Caritas Senigallia ! VOLONTARI - EMERGENZA ALLUVIONE ! Nel COC (Centro Operativo Coordinamento) con la Protezione civile si è definito che la Caritas Diocesana coordinerà l’attività dei volontari per la vicinanza e l’assistenza alle vittime dell’alluvione ! ! ! Ai telefoni della Caritas n° 071.60274 e n° 071.7929611 (è possibile mandare anche un SMS al 392.9585718) numeri attivi tutti i giorni dalle ore alle 8 alle 20 si possono rivolgere • i volontari che vogliono aiutare nella pulizia delle case e star vicini alle persone; • quanti hanno bisogno di aiuto o di generi di prima necessità; • chiunque per qualsiasi tipo di richiesta o disponibilità legata all’emergenza. ! Il punto di coordinamento e raccolta è il Seminario Vescovile, in via Cellini 13, piano terra dove la Caritas ha iniziato una raccolta di beni di prima necessità. . Le donazioni in denaro saranno utilizzate per l'acquisto di beni necessari per riprendere la normalità della vita quotidiana (ad es. il frigorifero). ! Le donazioni andranno fatte: - direttamente presso gli Uffici della Caritas Diocesana in Piazza G.Garibaldi n. 3 ! Civile sono ininterrottamente impegnati da sabato mattina. Sono partite squadre di volontari anche dalla Vallesina. Banca Marche mette a disposizione un plafond di 20 milioni di euro a favore delle imprese e delle famiglie colpite dall’alluvione delle Marche. Senigallia è stata la città più colpita ma danni ci sono stati anche a Chiaravalle, Passatempo di Osimo, Filottrano, Falconara - su Conto Corrente Bancario intestato a Fondazione Caritas Senigallia Onlus c/o Banca Etica filiale di Ancona Iban: IT60Z0501802600000000127245 ! ! - Conto Corrente Postale nr. 95690327 intestato a Fondazione Caritas Senigallia Onlus ! Causale: Emergenza Alluvione Senigallia. Si consiglia di collegarsi alla pagina Facebook SOS Senigallia Alluvione dove è possibile mettere in contatto esigenze e disponibilità in tempo reale. Per contatti mail: [email protected] Ultim’ora delle 15 del 6 maggio È sospesa la raccolta di indumenti. Si ringraziano i privati cittadini che in pochissimi giorni hanno donato tantissimo vestiario. Prosegue invece la raccolta di generi non deperibili (olio pasta tonno passata etc) da portare in seminario via Cellini 13. L’associazione jesina “Amicizia a domicilio” ha attivato una raccolta per l’emergenza alluvione di vestiti di grossa taglia, saponi, assorbenti, spazzolini ed altri beni di prima necessità che poi verranno portati a Senigallia. Una raccolta cibo è presso il Seminario di Senigallia, Via Cellini 13 (0731/60274) poiché c’è urgente bisogno di alimenti in grandi quantità e di acqua. I Vigili del Fuoco, le forze dell’ordine, la Protezione ESIBIZIONE DEL GRUPPO CORALE SANTA CECILIA A CUPRAMONTANA Un concerto tutto storto! Domenica scorsa, la Domenica delle dimento e poi se ne vanno. Stop. Palme, dopo aver fatto i salti mortali per informare i cuprensi dell’evento, Ma non è stato così: accidenti. Nel mi apprestavo ad ascoltare un con- pomeriggio di domenica scorsa, certo. Per la precisione si trattava di della Domenica delle Palme è andaun concerto che il Gruppo Corale to tutto storto; tutto meravigliosaSanta Cecilia di Fabriano avrebbe mente storto. tenuto nel bel S. Lorenzo di Cupra, Ma me lo dovevo aspettare, eh! come diceva Bartolini. Concerto or- Sì, fin dall’inizio: quando cioè il ganizzato dal solerte ed infaticabile presentatore (o meglio: il lettore Franco Cascia, con lo scopo, diceva Oreste Aniello ha chiesto al pubblilui, di aiutare la gente ad entrare nel- co di non applaudire al termine di la Settimana Santa e nei sui altissimi ogni brano ma, semmai, al termine significati. “Um: - mugugnavo tra di tutto. me e me - chiacchiere! Sarà il solito “Stranetti, questi!” Ho pensato: non ho mai sentito una richiesta simile concerto!” in altri concerti. Ma ho cacciato suCon più di un’ora di anticipo, i con- bito il malo pensiero. certisti alla spicciolata, me li vedo L’ho cacciato alla svelta perché già arrivare. Arriva il Maestro: serio, m’ero messo in moto per scattama sereno in viso. Si mettono a re foto: per divertirmi, cercando provare. C’è aria strana in giro: me scovare angolazioni particolari e ne accorgo subito. Boh: la annuso, mimi curiosi dei concertisti e del ma non la fiuto bene. direttore. “Tutti uguali: quanti ne ho visti…!” - Poi, dopo il primo quarto d’ora, Rassicuro me stesso – adesso questi senza farmi violenza, mi son sensi presentano, presentano i brani… tito fuori posto e mi sembrava che eseguono quello che hanno pre- anche il click della macchina fotoparato; scrosci d’applausi da parte grafica desse fastidio. Curioso: che del pubblico per manifestare il gra- infastidisse non solo i concertisti; ma anche me. Mi rendevo conto che la mia persona, lì in mezzo a quella trentina di persone che cantavano, stonava, era fuori contesto. Non ci stava bene. Sì, perché ho capito che non era un concerto quello che stavano a fare, ma erano persone che pregavano. Al vedere i loro volti…, concentratissimi non per rendere al meglio la partitura e l’amalgama, ma per trasmettere al meglio il significato di quello che eseguivano, potevo io interferire con un click della mia hasselblad? Potevo indagare quelle persone i cui corpi erano tesi e tirati al massimo, non per cantare bene, ma rapiti dalla vertigine della preghiera? Potevo scegliere il lato migliore di un direttore M. Marcello Marini quasi estraniato dalla realtà perché rapito nell’estasi della musica e dei suoi significati, come fossi un paparazzo qualsiasi? Ho dunque dovuto posare la fotocamera. Mi sono messo a sedere, mi sono rilassato. Il corpo ha lasciato libero l’animo; l’assoluta attenzione mi ha permesso di assaporare il profumo eccitante della preghiera. Una preghiera guidata e intercalata dalle considerazioni centellinate e non sbavate di don Tonino Lasconi, prete fabrianese esperto non solo di penna. Una preghiera guidata ora da musica straziante ora tenerissima; ora gorgogliante d’ira o di spasmi; ora insopportabile come contrazione di budella. Molte volte portata in alto (la mia preghiera, dico) da pianissimi prolungati e mozzafiato che avrei voluto che non finissero mai per non interrompere quel ricamo impalpabile di concentrazione che mi avevano all’inizio innescato!! “Mamma mia: questi mi tolgono il respiro. Son senza fiato.” Pensavo e godevo! Poi… “È finito!” Mi dice uno. “Cosa?” Reagisco mezzo intontito. “Il concerto.” “Ma che concerto, pure te!!” Gli dico seccato: lui si ritira come un cane bastonato; forse offeso. Ma vaglielo a far capire te che a me m’era parso di aver pregato. Don Maurizio Nella foto il Gruppo Corale Santa Cecilia di Fabriano che ha proposto un concerto a Cupramontana nel pomeriggio della Domenica delle Palme, il 13 aprile. Pellegrinaggi dipreghiera 2014 ▶ Su richiesta, è possibile prenotare viaggi personalizzati per gruppi. Chiedete informazioni in Agenzia. ▶ Terra SanTa Una volta nella vita è necessario andare in Terra Santa! Per il cristiano costituisce un’avventura esigente, ma indimenticabile, che permette di ripercorrere strade e luoghi “dove Lui è passato”. Per il credente significa un “ritorno a casa”, su quei posti e fatti che dentro il suo cuore, fin dall’infanzia, sono roccia sicura d’identità e riferimento morale. Nella “Terra d’Israele” si va anzitutto per leggere quel “quinto Vangelo” costituito dalla terra, dalla storia, dall’archeologia; per radicare quindi in coordinate storico geografiche precise quei fatti che costituiscono il fondamento della nostra religione. ITINERARIO 8 GIORNI / 7 NOTTI (date da definirsi) QuoTa QuoTa di parTeCipazione da di parTeCipazione da roma: € 1.250 milano: € 1.270 Terra SanTa ITINERARIO 6 GIORNI / 5 NOTTI (date da definirsi) QuoTa di parTeCipazione da roma: € 970 QuoTa di parTeCipazione da milano: € 990 Lourdes è uno dei Santuari cristiani più frequentati. Ogni anno più di cinque milioni di pellegrini si recano alla Grotta di Massabielle dove, più di un secolo e mezzo fa, la Vergine apparve alla piccola Bernadette (11 febbraio 1858). Molti trovano a Lourdes il “necessario” che inconsciamente cercano. Si uniscono all’enorme folla di uomini, di donne, di bambini, di anziani, di giovani di ogni lingua, nazione, ceto sociale. lourdeS lourdeS DA ANCONA: 6/9 LUGLIO • 19/22 AGOSTO • 24/26 SETTEMBRE DA BARI: 1/5 AGOSTO Riservato Associazione A.M.A.S.I. di Bari DA ROMA 25/28 APRILE QuoTa QuoTa di parTeCipazione da di parTeCipazione da anCona: € 630 roma: € 565 FaTima FaTima SanTiago de CompoSTela Ogni Santuario ha le sue caratteristiche; a Fatima la Madonna ha lasciato un Messaggio speciale e la storia è la porta per entrare in quel Messaggio. Fatima, forse, richiede uno sforzo maggiore per andare al di là del “rivestimento” storico-culturale e cogliere il messaggio universale che la Vergine ha voluto offrire al mondo attraverso tre semplici bambini: la certezza del trionfo del suo Cuore Immacolato. Fatima è diversa da tutti gli altri luoghi di pellegrinaggio. Impressionano la grande devozione, la genuinità ed emotività con cui lì sono vissuti la fede e l’amore alla Vergine. DA ROMA E MILANO: 28 GIUGNO/1 LUGLIO • 30 AGOSTO/2 SETTEMBRE QuoTa di parTeCipazione: € 610 Santiago di Compostela è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1985. Le spoglie mortali dell’Apostolo sono conservate da secoli nella maestosa cattedrale costruita nei secoli a tale scopo e tappa finale del “cammino di Santiago di Compostela”. Nel 1987 il Consiglio d’Europa ha riconosciuto l’importanza dei percorsi religiosi e culturali che attraversano l’Europa per giungere a Santiago di Compostela dichiarandoli “itinerario di devozione europeo”. SanTiago de CompoSTela DA ROMA E MILANO: 7/11 AGOSTO • 6/10 OTTOBRE QuoTa di parTeCipazione: € 820 SHALOM Viaggi s.r.l. Tel: +39 071 22 16 143 Altri pellegrinaggi: www.shalomviaggi.it Cell: +39 345 50 73 303 Tel: +39 071 22 16 101 • Guadalupe (Messico) Via Marconi, 28/30/32 60020 Camerata Picena (AN) SCIA Prot. n°1937/1994 del 30.04.2012 Fax: +39 071 74 50 140 • Polonia [email protected] • Medjugorje P.IVA 02549190425 vallesina | 13 Voce della Vallesina | 11 maggio 2014 MAJOLATI SPONTINI: IL CENTENARIO DELLA MORTE DELL’AVVOCATO ENRICO COLINI, AMMINISTRATORE ONESTO DELLE OPERE PÌE Quando creò un fondo pensione per gli operai “Con fede ardente e sincera s’era tutto votato al socialismo; ma non ebbe il dovuto successo. Eppure egli, rara avis, per la politica aveva sacrificato, con grave scandalo della gente quieta, l’impiego lucroso e molti altri particolari interessi”. Con una di queste frasi, lette con grande passione e con sapiente uso della retorica, il prof. Giovanni Zuccarini, di Cupramontana, Direttore tra l’altro delle note riviste letterarie: “Il Mago” e “La Nuova Gironda”, ebbe l’onore e la passione civile di celebrare la morte di Enrico Colini, avvenuta a Majolati il 27 maggio del 1914, esattamente cento anni fa. Enrico Colini era un componente della più importante famiglia majolatese, non solo per i beni posseduti, ma per aver espresso un gran numero di personaggi autorevoli, dal civile al religioso, dall’amministrazione della cosa pubblica alla cultura, che ne rende necessario un ricordo pubblico. L’avvocato Enrico Colini si era laureato con una tesi su Terenzio Mamiani, era un esperto costituzionalista. Successivamente fu docente universitario di Diritto Costituzionale, politicamente in bilico tra il Socialismo di Turati e l’operaismo rivoluzionario di Arturo Labriola. Nel 1907, l’avvocato Enrico Colini esercitava la professione di Avvocato e di Docente di diritto a Roma, contemporaneamente risultava componente del Consiglio comunale di Majolati. Il 21 luglio del 1907, i primi Socialisti majolatesi, guidati dall’avv. Enrico Colini, insieme agli esponenti repubblicani, decisero di celebrare, nonostante la forte rivalità, il Centenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, collocando, tra l’altro, una lapide sulla torre dell’orologio che dovrebbe ancora trovarsi in qualche magazzino del Comune di Majolati. La pietra riportava la semplice iscrizione: “A Giuseppe Garibaldi nel centenario di Sua nascita il popolo di Majolati. Luglio MCMVII”. Il manifesto riportava: “Onoranze a Giuseppe Garibaldi in Majolati … Interverranno le lo stato del mobilio, della biancheria, dei bottami, degli utensili, dei ricordi personali dello Spontini e di ogni altra specie di cose mobili esistenti nelle stanze del defunto Maestro, tessero poi ottenere la pensione di invalidità e vecchiaia. Dopo la morte dell’Avv. Enrico Colini, le Opere Pie ebbero amministrazioni meno mo- bande musicali di Majolati e dei paesi limitrofi. Oratori: On. Eugenio Chiesa - Avv. Filippo Paletti - Avv. Enrico Colini”. L’avv. Enrico Colini fu un onesto amministratore riuscì a smascherare ruberie e truffe, a difesa della correttezza e delle provvidenze spontiniane, attaccò i notabili e le istituzioni, quando erano corrotte. Il 22 ottobre del 1907, l’avv. Enrico Colini chiedeva al Presidente delle Opere Pie notizie sugli oggetti mancanti nella già abitazione dello Spontini. Vista la passione con cui sosteneva la causa spontiniana, il 30 agosto 1908, l’avv. Enrico Colini del fu Luigi, di anni 49, possidente, fu finalmente nominato Presidente delle Opere Pie Spontini. L’Avv. Enrico Colini, nella veste di Presidente, produsse un opuscolo sullo stato dei beni spontiniani: “Opere Pie Spontini in Majolati - Relazione della Reggenza Amministrativa sui provvedimenti e le riforme delle benefiche istituzioni”, fu una prima fotografia dell’Ente a trent’anni dalla morte di Celeste Erard, informando i concittadini sul- nei locali dell’Amministrazione, nell’Ospizio dei cronici, nell’Asilo Infantile, nella Farmacia, nelle Cantine e in altre sedi. L’Avv. Colini progettò la realizzazione di una statua a Gaspare Spontini, nella piazzetta dell’Ospizio, con la chiusura e lo spostamento, di via Santa Liberata, come già era stato ipotizzato dallo stesso Maestro. Nel 1910 il Presidente delle Opere Pie, avv. Enrico Colini, invitò a Majolati, per un sopralluogo, il cav. prof. Alessandro Lazzarini di Carrara, in modo da studiare nei dettagli l’erezione di una statua a Spontini in marmo di Carrara. Il 26 novembre del 1911, il presidente delle Opere Pie, avv. Enrico Colini presentava un progetto di alto valore sociale: la creazione di un fondo Pensioni per la vecchiaia agli operai Majolatesi con un apposito stanziamento alla Cassa di Previdenza per la vecchiaia. Infatti, fece approvare un regolamento con il quale le Beneficenze Spontini stanziavano un contributo alla Cassa Nazionale di Previdenza in favore dei lavoratori di Majolati affinché po- tivate e capaci. Molti operatori, specialmente nel settore agrario, si arricchivano alle spalle delle Opere Pie, anche scopertamente, mentre l’Ente manifestava nuove difficoltà. Tutto questo fu detto chiaramente da Augusto Amatori, figura autorevole di amministratore, sia a Majolati che a Jesi, il quale nominato dal Consiglio Comunale come nuovo Presidente delle Opere Pie, il 22 aprile del 1923, rifiutò clamorosamente l’incarico, non perché non lo gradisse, ma perché prima, imitando lo stile dell’avv. Enrico Colini, pretendeva che la Prefettura avviasse un’inchiesta sulla gestione dell’Ente negli anni precedenti. Il 27 maggio del 1914 moriva a soli 55 anni il Presidente delle Opere Pie, l’Avv. Enrico Colini, che in cinque anni aveva dato un nuovo impulso all’Ente, isolando i ladri e i corrotti, impostando un’amministrazione corretta, illuminata e in sintonia con lo spirito spontiniano. Lasciava quattro figli, uno di questi era lo scrittore Alberto Colini. www.citroen.it A FEBBRAIO NUOVA CITROËN C3 5 PORTE: - TUA DA 9.490 EURO. - TUA A 99 EURO AL MESE CON MANUTENZIONE PROGRAMMATA INCLUSA. - DOPO 2 ANNI SEI LIBERO DI SOSTITUIRLA CON UNA NUOVA, TENERLA O RESTITUIRLA. TAN 3,99%, TAEG 8,39%. TI ASPETTIAMO XXXXXXXXXXXXXXXX. CRÉATIVE TECHNOLOGIE Consumo su percorso misto: Nuova Citroën C3 1.4 VTi 95 GPL/Benzina (uso a GPL, con Cerchi in lega) 8,2 l/100 Km – (uso Benzina, con Cerchi in lega) 5,9 l/100 Km. Emissioni di CO2 su percorso misto: Nuova Citroën C3 1.4 VTi 95 GPL Airdream (uso Benzina, con Cerchi in lega) 136 g/Km – (uso GPL, con Cerchi in lega) 129 g/Km. Offerta promozionale esclusi IPT, Kit Sicurezza + contributo PFU e bollo su dichiarazione di conformità, al netto dell’ “Incentivo Concessionarie Citroën”. 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Anche perché la polemica, l’interesse di parte, l’ideologia e altro ancora sono sempre in agguato per nutrire dibattiti e voti di opposizione. Ma questa volta è accaduto e si deve dare atto a tutti i consiglieri comunali del senso di responsabilità dimostrato di fronte al delicato e grave problema delle minacce di ridimensionamento del nostro centro antidiabetico, in nome di un ulteriore vantaggio a favore dell’ospedale di Fabriano. O le cifre che sono circolate sulla stampa e in consiglio comunale sono smentite, oppure ci troviamo non più di fronte alle necessarie ristrettezze sanitarie in atto da anni per i noti problemi di penuria finanziaria. Qui ci troviamo di fronte a un sopruso bello e buono, sostenuto solo da schieramenti di parte che in un ente pubblico dovrebbero essere inconcepibili, condannabili, impugnabili in tutte le forme possibili. Ancora una volta a spadroneggiare sono Ancona e Fabriano, le due città – per- ché non dirlo e ricordarlo sempre a noi stessi? – che hanno il potere in mano nella nostra provincia e non solo. Jesi rimane fanalino di coda perché non abbiamo i santi in paradiso. E adesso, con la vittoria di una lista civica, in paradiso non abbiamo neanche un partito. Ė la dura realtà che, al di là delle tante chiacchiere e promesse, si risolve il più delle volte in un passo indietro dei servizi di Jesi. Servizi, torno a dire, che non possono entrare nel sistema generale della riduzione delle spese sanitarie perché in questo caso le differenze tra i due centri e tra il numero degli assistiti, anche a parità di qualità, sono galattiche. L’auspicio è ovvio ed elementare. Farsi sentire fino in fondo riunendo tutte le forze politiche, sociali e tecniche che abbiamo a disposizione: sindaci della Vallesina e rispettivi consigli comunali, partiti, consiglieri regionali della zona Giancarli e Badiali, gli assistiti dal Centro e i loro familiari, organizzazioni varie più vicine al problema e, per quanto possibile, i cittadini della nostra valle. Del resto bisogna riconoscere che, se il sindaco di Jesi si è speso fino in fondo per un settore, questo è quello della sanità della nostra città e della Vallesina. Eppure ancora non è sufficiente. Ma se il capo del governo Renzi, nell’invitare i dipendenti statali a far conoscere il loro parere sulla riforma della burocrazia, parla di “rivoluzione”, mi chiedo perché di rivoluzione non possiamo parlare noi di fronte a una temibile ingiustizia che grida vendetta. Ripeto e concludo: o ci si dimostra, cifre e qualità alla mano, che il centro di Jesi non è quello che dicono i dati e il consiglio comunale rispetto agli altri centri, oppure va impostata seriamente la rivoluzione qualora il minacciato declassamento dovesse fare passi avanti. v.m. “Cresce l’albero della rivoluzione” INTERROGAZIONE DEI CONSIGLIERI GIANCARLI E BADIALI “Sede della Polizia di Jesi” I consiglieri regionali Enzo Giancarli e Fabio Badiali hanno presentato al presidente della Regione Marche una interrogazione a risposta scritta sulla sede degli uffici della Polizia di Stato a Jesi. Premesso che il problema della sicurezza e dell’ordine pubblico nella città di Jesi, da alcuni anni a questa parte, è particolarmente avvertito dai cittadini e dalle categorie economiche; che è da considerarsi strategico il ruolo e la funzione della Polizia Stradale di Jesi; essendo la città ubicata sulla superstrada Val d’Esino Ancona-Jesi-Fabriano-Perugia e vicina al casello autostradale Ancona Nord dell’autostrada Bologna-Bari; tenuto conto che le precedenti sedi del commissariato e della stradale, nella città di Jesi, oltre che separate, vivevano una situazione di precarietà per la locazione e per il fatto che, nate come sedi temporanee, sono poi divenute stabili, inoltre sono inadeguate alle nuove esigenze e alle prescrizioni contenute nel d.l. 624/94; alcuni anni fa si decise la realizzazione della nuova sede, in un’area indicata dal Comune nel quartiere di Santa Maria del Piano, che oltre a dare dignità a un luogo che rappresenta lo Stato sul territorio, costituisce un presidio fondamentale in tema di sicurezza nella città di Jesi, nella Vallesina e nelle molteplici infrastrutture che insistono nella zona, compreso l’interporto e l’aeroporto di Falconara Marittima; allo stato attuale i lavori di completamento del nuovo Commissariato della Polizia di Stato e del distaccamento Polstrada, dopo una lunga pausa, risultano procedere al rallentatore, oltre ogni previsione; interrogano il Presidente della Giunta regionale per conoscere quali sono le ragioni del ritardo; per sapere se sono stati presi contatti con i ministeri competenti per sollecitare il completamento dell’opera; qualora non fosse stata intrapresa un’azione di monitoraggio, se non ritenga necessario intervenire tempestivamente e con determinazione in quanto l’opera rappresenta un punto importante nella realizzazione di un’opera pubblica e nella garanzia di un diritto fondamentale quale la sicurezza. Problemi e speranze, nessun dividendo Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi ha presentato, per la sua approvazione, il bilancio consuntivo 2013 agli organi di competenza: Assemblea generale dei soci ed Organo di Indirizzo. L’attivo è di € 2.536.717 ed è dato, in particolare, dai dividendi della Cassa Depositi e Prestiti, dai prestiti obbligazionari e da proventi straordinari. Un attivo molto modesto rispetto a quello del 2012 in quanto nel 2013 la Banca Marche, per le note vicende, non ha proceduto alla distribuzione dei tradizionali dividendi (per la nostra Fondazione oltre quattro milioni all’anno). E si prevede che una voce così importante sarà assente anche nei prossimi due anni. Il passivo è dato dagli stipendi del personale, dal compenso per gli organi statutari e, soprattutto, dalle erogazioni come da statuto: 1.476.000 euro. Neanche un’erogazione come questa, anche se molto inferiore a quella degli anni passati, sarà possibile per il presente anno. Gli accantonamenti di legge del 2013 sono stati oltre 430.000 euro. Nelle comunicazioni in premessa alla presentazione del bilancio, il presidente rag. Alfio Bassotti ha inteso sottolineare che l’impegno assunto al momento dell’insediamento della nuova amministrazione di dare una puntuale e periodica informazione alla stampa circa l’attività della Fondazione, è stato rigorosamente rispettato. La cittadinanza ha potuto seguire la realizzazione delle cinque sale operatorie presso l’ospedale Carlo Urbani. Una realizzazione che proprio in queste settimane, come assicurato nei mesi scorsi in occasione dell’appalto dei lavori, è al suo compimento. Il modesto ritardo di un mese rispetto alle previsioni, esula dalle responsabilità della Fondazione. Il presidente dichiara tutta la sua soddisfazione per un’opera così rilevante per la salute di tanti cittadini. Il ringraziamento va alle precedenti amministrazioni della Fondazione che hanno dimostrato tanta lungimiranza nell’interesse della Vallesina. Il presidente, seppure a malincuore, deve far presente la necessaria presa d’atto della svalutazione delle azioni possedute presso la Banca Marche, una svalutazione che ha costretto il consiglio, per onestà di bilan- cio, a procedere ad un deprezzamento delle azioni da 0,56 a 0,43 euro. Cosicchè si è dovuta registrare una perdita patrimoniale di quasi 18 milioni. Tale perdita è stata imputa direttamente al patrimonio utilizzando, per pari importo, la riserva da rivalutazioni e plusvalenze. Un fondo che passa da un importo di € 25.238.461 a 7.252.118 euro. Il rag. Bassotti, in merito alla forzata svalutazione delle azioni in possesso della Fondazione, ha tenuto a sottolineare che, in misura maggiore, hanno dovuto svalutare anche le consorelle di Fano e Pesaro in quanto al momento le loro azioni erano valutate ben di più dello 0,56 delle azioni di Jesi. Si avviano a conclusione i lavori di ristrutturazione del piano terra del palazzo Bisaccioni. Fra poche settimane saranno disponibili nuove sale per le varie riunioni egli organi statutari per cui sarà lasciato libero in via definitiva il salone “nobile” del primo piano, fino ad oggi necessario per le assemblee dei soci. In avvenire il bel salone verrà messa disposizione di tutte le associazioni della città per conferenze e incontri culturali di vario genere. Naturalmente sarà dato gratis come servizio della Fondazione a favore delle tante iniziative che, non da oggi, la città è capace di promuovere. Infine si fa presente che procedono alacremente i lavori di sistemazione dell’archivio storico della Fondazione e ex Cassa di Risparmio. Si spera di completarli entro l’anno e rendere disponibili le centinaia di faldoni per la ricerca a favore di quanti lo desiderano. La sua dislocazione definitiva, per comodità di tutti, sarà a pian terreno. La quadreria subirà ulteriori ampliamenti:inoltre, i giorni e l’orario di apertura verranno aumentati. L’iniziativa di chiedere a tutte le Casse di Risparmio e alle banche d’Italia copia gratis delle loro pubblicazioni va avanti con ottimi risultati, al punto che stanno pervenendo interessanti edizioni storiche o artistiche in numero superiore a ogni aspettativa. Un modo per una ulteriore valorizzazione della biblioteca della Fondazione. Bassotti ha concluso i lavori ricordando che quest’anno ricorre il 170° di fondazione della Cassa di Risparmio di Jesi: con le opere in corso sopra richiamate, pertanto, si vuole sottolineare questo compleanno della Fondazione che, come è noto, è l’erede naturale della antica Cassa. DON VITTORIO MAGNANELLI RISPONDE A “SAN SEBASTIANO” Non sono valutazioni estetiche Caro signor Attilio, un noto proverbio dice: “Casa mia, casa mia, per pur piccola che sia tu mi sembri una Badia”. Come a dire: qui ci sono i miei ricordi e affetti più cari, e per me è il posto più bello del mondo. Questo vale anche per la sua chiesa, casa della famiglia cristiana, e ciò le fa onore. Chiedo scusa quindi se ho po’ “calcato la mano”, anche quell’ironia che mi porto appresso. Ma le assicuro che quelle battute sul “risparmio” le ho udite, con benevolo sorriso, dalla bocca di don Roberto. E poi io non faccio valutazioni di carattere estetico. Cerco di evidenziare l’aspetto “sacro-religioso” delle chiese. Che mi pare sia pure l’essenziale. dvm sport_tempo libero | 15 Voce della Vallesina | 11 maggio 2014 ANFFAS E PANATHLON PER PARLARE DI DISABILITÀ E SPORT Verso la scherma in carrozzina L’associazione Anffas onlus Jesi il 30 aprile è stata ospite alla Conviviale del Panathlon Club di Jesi per parlare di disabilità in generale e di quella intellettiva e/o relazionale in particolare e di sport. L’atleta con disabilità svolge attività sportiva nel rispetto assoluto dello spirito che anima il Panathlon, in particolare la persona con disabilità intellettiva, la cui purezza ed innocenza di intenzioni e di gesti sono assoluti. L’occasione è servita per i soci del Club Jesino per incontrare le delegazioni di Anffas onlus Jesi, composte da Antonio Massacci, Antonella Brescini, Claudia Lancioni e Alesssandro Amendola e quella della Società sportiva Marche Nuoto, composta da Vincenzo Cocilova e Diego Gabrielloni, primo sodalizio jesino che da circa 20 anni offre spazio alle persone con disabilità ottenendo risultati sportivi di notevole rilievo ora, in questo, affiancata anche dal nostro Club scherma Jesi, che propone la scherma in carrozzina. Quest’ultima disciplina sportiva consente alle persone con disabilità di praticare con ottime prospettive, come nel nuoto, anche di livello agonistico, in quanto richiede e sviluppa una notevole velocità di pensiero, dote particolarmente possibile per le persone con disabilità. Nella conviviale si sono approfonditi i temi delle disabilità, le loro cause, la crescita del fenomeno, le necessità e i bisogni e le risposte che il territorio offre o non offre. Una particolare riflessione è stata rivolta alle barriere evidenziando fermamente che la disabilità non è una scelta e quindi non può essere considerata colpa. L’associazione Anffas esprime gratitudine al Panathlon, che per il secondo anno consecutivo sponsorizza la “Camminata su pe’ Montesecco”. Approva e condivide l’impegno del Panathlon nel promuovere i valori positivi nello sport giovanile, perché lo sport sia pratica atletica, persegua alti obiettivi ma sia soprattutto educazione. Anffas onlus Jesi si complimenta con la società Marche Nuoto per l’impegno profuso e promesso anche in questa fase di particolare ristrettezze economiche, per i risultati ottenuti, garantendo il suo sostegno. Si rivolge allo stesso modo al Club Scherma nella speranza che le persone con disabilità, che hanno le giuste caratteristiche, possano avvicinarsi anche a questa nobile disciplina sportiva. L’evento è un’occasione straordinaria per la diffusione della filosofia e dell’immagine del Panathlon impegnato nel sostenere iniziative non solo sportive ma anche sociali nella visione di un movimento sportivo come strumento di crescita della persona e di integrazione sociale. Inoltre queste iniziative stanno contribuendo a diffondere “La cultura del disabile” argomento al centro del programma del Panathlon Club di Jesi per il corrente biennio. BASKET LEGA GOLD: il bilancio dell’amministratore unico “Ci saremo ancora l’anno prossimo” Archiviata la stagione con la conquista della salvezza, in casa Fileni Bpa è tempo di bilanci. «L’anno scorso, di questi tempi, avevamo lanciato un appello perché, con il budget che avevamo a disposizione, il campionato al quale potevamo partecipare era la Dnb – aveva raccontato l’amministratore unico, Altero Lardinelli (nella foto di Candolfi) nella conferenza stampa convocata prima dell’ultima gara con Napoli – Poi però, grazie al supporto e all’aiuto dell’amministrazione comunale, degli sponsor e di tutti i soci, siamo riusciti ad allestire una squadra competitiva per partecipare alla Lega Gold. A mio avviso questa squadra poteva raggiungere i playoff ma prima di dirlo bisognava aspettare la costruzione delle altre formazioni, molte partite in ritardo, ma che poi si sono rivelate più competitive di quanto ci si aspettasse». La Fileni ha chiuso il suo campionato con 24 punti, frutto di dodici vittorie. Un buon ri- Un abbraccio ai senigalliesi Anffas onlus Jesi ringrazia i partecipanti alla ottava edizione della camminata su pe’ Montesecco, gli sponsor, la parrocchia di san Massimiliano Kolbe e il suo parroco don Gianfranco Rossetti per averne con- Antonio Massacci puntamento con “A spasso nel Galeone”, passeggiata gratuita con guida tra i vicoli di Serra San Quirico, patrocinata dal Comune e organizzata da Studio Photo, e dedicata a chi ama le passeggiate en plein air, a giovani, meno giovani e famiglie, a chi è curioso di arte e storia, a chi vuole scattare belle foto domenica, alcune persone hanno voluto camminare ugualmente. Non si è ripetuto il successo delle precedenti edizioni ma si è sentitolo lo stesso sostegno all’associazione che, fin da ora, invita alla prossima edizione. L’Anffas abbraccia solidale le popolazioni di Senigallia e degli altri luoghi che hanno subito i danni causati dalle ingenti piogge, al cui confronto l’insuccesso dell’ottava edizione della camminata su pe’ Montesecco è assolutamente nulla. Anffas onlus Jesi I segreti del piccolo borgo medievale e a chi apprezza la buona tavola. Ad accompagnare il gruppo non una classica guida, ma uno “story-teller” d’eccezione, l’assessore al Turismo Roberto Negro, appassionato esperto di storia locale, che svelerà segreti, aneddoti e storie poco note del piccolo borgo medievale e dei suoi gioielli nascosti. Insieme a lui i fotografi professionisti di Studio Photo, per condividere con gli appassionati dello scatto suggerimenti tecnici e incantevoli angoli tutti da immortalare. E questa volta ci sarà la simpatica invasione degli ??#IGERSAncona, che riprenderanno con i loro Iphones. I posti sono limitati. Per comunicare la propria adesione, chiamare 0731 702249 oppure 333-4902092 Giuseppe Papadia LA PIOGGIA ALLA CAMMINATA SU PE’ MONTESECCO SERRA SAN QUIRICO: domenica 11 maggio a spasso nella storia Domenica 11 maggio, terzo e ultimo ap- sultato, di poco inferiore a quello dello scorso anno ma come aveva fatto notare Lardinelli «con un budget inferiore del venti per cento, per questo siamo soddisfatti del risultato e, con grande rammarico, ci chiediamo dove saremmo potuti essere senza questa lunga serie di infortuni. Vorrei esprimere ancora una volta la soddisfazione perché formazioni con un budget più alto sono in difficoltà mentre altre con lo stesso nostro budget sono retrocesse». Lardinelli è già proiettato verso il futuro. «Le decisioni verranno prese solo alla fine del campionato, ma intanto possiamo dire con certezza che ci saremo per un altro anno – aveva aggiunto – Tutti gli sponsor principali hanno confermato il loro apporto e stiamo trattando con i soci per rimpinguare il budget, senza dimenticare che in questa stagione c’è stato chi ci ha ulteriormente aiutato». sentito lo svolgimento domenica 4 maggio. Era prevista inizialmente per domenica 27 aprile. Nonostante il rinvio dovuto al mal tempo, presente anche nella seconda Dal 12 al 17 maggio si svolgerà a Jesi il Festival dell’Educazione, terza edizione. Sarà presente la Biblioteca dei Libri Viventi a cura delle associazioni Anteas e Anffas onlus di Jesi nel pomeriggio del 17 maggio presso piazza Federico II. CALCIO SERIE C: CON L’1-1 A FERMO Una stagione eccezionale Con un pareggio per 1 a 1 a Fermo, la Jesina ha chiuso domenica scorsa il suo eccezionale campionato. A sbloccare il risultato era proprio il bianco-rosso Traini dopo appena tre minuti, Labriola pareggiava per i “canarini” nel recupero del primo tempo. Il finale regalava qualche brivido ai leoncelli, perché l’arbitro assegnava ai locali un rigore. Ci pensava il portiere jesino Tavoni a sventare la minaccia, parando il tiro del fermano Ragatzu. Proprio sula linea verde della Jesina si era soffermato il mister Bacci nel dopo gara: «Abbiamo centrato l’obiettivo salvezza con largo anticipo valorizzando in prima squadra i nostri giovani». La Jesina ha dunque, chiuso il torneo in ottava posizione con 46 punti frutto di 13 vittorie, sette pareggi e 14 sconfitte. I verdetti del campionato. Anconitana promossa in Lega Pro; Matelica, Termoli e Maceratese ai play-off; Sulmona e Amiternina ai play-out; Angolana, Isernia e Bojano retrocesse in Eccellenza. ViCe 1923 16 | attualità 11 maggio 2014 | Voce della Vallesina UN CARLO CECCHI ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ‘PIERALISI’ DI JESI Un evento dal forte valore simbolico Ho avuto recentemente il piacere di scrivere per Carlo Cecchi in occasione della mostra dal titolo Soupirant alla Galleria Contemporaneo. Il pieno successo di critica e pubblico attesta un riconoscimento sincero e pressoché universale. Le domande che i suoi lavori riescono a suscitare appartengono a un mondo liquido anche sul piano della manifestazione artistica. Un tempo era tutto più facile. Si sapeva di sicuro cos’era bello o brutto. Non c’erano grosse contestazioni. Ma non c’era manco sforzo di interpretazione e dibattito. Oggi, viceversa, un’opera contemporanea obbliga gli uomini a riunirsi per chiedere il senso. Direi di più. Dalla comprensione si arriva a domande pubbliche circa il bello, il vero, la cosa giusta. L’arte così intesa non è un flusso di segni, ma una cosa ben seria, un invito alla serietà, capace di porre l’uomo di fronte a se stesso. L’arte di Cecchi va in questa direzione. La sua è un invito a domandarsi e a riunirsi per cogliere il senso che ci interroga. Lo fa attraverso il recupero della pittura, proprio della Transavanguardia degli scorsi anni Ottanta –un’esperienza di figurazione mediata attraverso l’intelligenza non figurativa di un Gino De Dominicis e l’ironia di un Concetto Pozzati. Cecchi, dismesso un intellettualismo logoro, ha scelto una narrazione alta e al tempo stesso, oserei dire, d’immediata consumazione da parte del pubblico. L’apparente nonchalance della sua poetica non gli impedisce lo studio, divertito e al tempo stesso serio, di sezioni di territorio umano. Nel caso della mostra al Contemporaneo sono di scena la dimensione del sospiro e la figura desiderante dello scapolo, sospesa fra affrancamento e desiderio. Quanto ho fin qui brevemente accennato, mi pare abbia trovato il suo momento topico il ventotto luglio scorso, nella popolare piazza delle Monnighette. Qui l’artista jesino si è cimentato in diretta, davanti a un folto pubblico soprattutto di giovani in un quadro di grandi dimensioni dal titolo Soffio bello. Il motivo del soffio richiama la leggerezza floreale del soffione, ma pure il soffio d’aria nello strumento musicale. Non a caso. Infatti, come in una jam session, l’esecuzione pittorica è stata realizzata in modo estemporaneo insieme con il noto jazzista fermano Daniele Di Bonaventura e il suo bandoneon (un accenno dello strumento compare nella parte sinistra del dipinto). Arte e musica diventano ritrovo sociale (jam), dove ognuno s’interroga sul significato dell’opera. Ebbene, quest’opera, provvisoriamente sistemata in un deposito comunale, è stata donata, grazie al titolare dell’Hemingway Caffè, Davide Zannotti, all’Istituto Professionale di Jesi. La cerimonia avvenuta sabato 3 maggio alla presenza dell’assessore Butini, del dirigente scolastico Mario Crescimbeni, del personale docente, non docente e alunni, ha un forte sapore simbolico. In un momento, infatti, di forti difficoltà, non solo sul fronte finanziario, esso attesta una necessaria attenzione per il mondo della scuola e in particolare per quello, spesso non sempre valorizzato, dell’istruzione e formazione professionale. La speranza, come ha rilevato l’assessore, che altre iniziative simili possano prendere il via nel futuro. La scuola si valorizza anche riempendola di valore estetico. Come ha recentemente affermato l’attuale titolare della Pubblica Istruzione, Stefania Giannini, in un luogo non solo insicuro ma anche brutto è più difficile impegnarsi e credere nel futuro. Gabriele Bevilacqua VENTUN FOTOGRAFI ESPONGONO AL PALAZZO DEI CONVEGNI Fermare l’attimo fuggente Cogliere con l’obiettivo un’immagine capace di suscitare emozione è un’arte che trascende i limiti di una estemporanea documentazione. Per riuscire a realizzarla occorre molto più della conoscenza delle prestazioni tecniche di una macchina fotografica. È necessario saper scegliere il soggetto, rapportarlo allo spazio, al contesto, alla luce, ai colori. Non basta: occorre anche la capacità di cogliere l’attimo fuggente; il che a volte accade grazie ad un colpo di fortuna, ma più spesso ad una balenante intuizione o, al contrario, ad un lungo, attento, paziente appostamento. Sono qualità evidenziate dalla Collettiva Fotografica che il Circolo Culturale ‘Massimo Ferretti’ ha allestito, dal 25 aprile al 1° maggio, al Palazzo dei Convegni. Ventuno gli espositori di diversa personalità, stile, gusto, temperamento artistico. Non poche sono state le impressioni che brevissimamente possono essere riportate. Claudio Pasquinelli e Ivo Antonio Micucci, il primo in bianco e nero, il secondo a colori, hanno colto con forti contrasti di luci e di ombre turbinosi movimenti di danza. Domenico Di Nino si è soffermato ad osservare da vicino strutture vegetali e architettoniche; Irene Gattini è rimasta affascinata dalle fluide luminescenze dei cristalli; Matteo Girolimetti ha guardato in cielo alianti ed angeli in volo; Catia Montesi ha individuato tra la folla l’espressione intensa di visi sconosciuti; hanno colpito la fantasia di Stefano Santaroni le malinconiche mura fatiscenti di vecchie case abbandonate; Alex Romagnoli ha scelto con divertimento i musi buffi, intelligenti, curiosi di alcuni cani tenuti al guinzaglio. Gabriele Moscato indaga fra ombre inquietanti; un mondo e una cultura diversi scopre Javier Cecconi che fotografa un gruppo di giovani ebrei nei loro abiti tradizionali e un suk stracolmo di merci. Marco Priori e Alessandro David trasformano in bianco e nero come ricami le rughe di alberi annosi e i delicati petali di alberi in fiore. Sonia Camagni si è soffermata ad osservare gli angoli segreti di antichi borghi silenziosi, mentre Davide Dimaio ha colto con gusto naïf le scene gioiose di una contrada in festa. Benerio Carbini ha fermato l‘espressione attenta e consapevole di un bambino impegnato a costruire un muretto; Federico Prisco realizza immagini da poster con farfalle e fiori splendidi. Sembra tratta dalla sequenza di un film la foto, firmata da Cristina Torelli, di un’auto che sbuca da un buio profondo. Richiama un luminoso affresco del Tiepolo quella di un pavone regalmente posato su una balconata aperta alla luce. L’ha realizzata Silvia Capecci, che l’ha accostata ad un’altra, forse identificabile come un simbolo di vanità, di un gatto che si specchia nel vetro di una finestra. Hanno interessato Mario Barchiesi le forme bizzarre di danzatori acrobatici avvolti come crisalidi in lenzuoli elastici. Gabriele Curzi trova nella città spazi liberi per sognare e meditare in solitudine. Alessandro Parroncini, infine, riesce a trasformare in cristalli le gocce di rugiada che imperlano fili d’erba. È vero che chi sa osservare non finisce mai di scoprire il mondo e le sua infinite forme di vita. Foto e testo Augusta Franco Cardinali Chi intente partecipare, può contattare il tel. 338.1601274 per accordi tecnici. A3-2014-3b-CS5-tracciati.indd 1 11/03/14 20:00 DAL 1923 Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it