il nuovo inizio di mozart
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il nuovo inizio di mozart
IL NUOVO INIZIO DI MOZART Personaggi unici e melodie perfette. Con "Le nozze di Figaro" Amadeus insegna il perdono che riapre la partita e fa ricominciare tutto. Da oggi in scena a Spoleto singolare connotazione musicale ampliata di Mario Leone grazie all'impiego di una grande varietà di F igaro e il Conte di Almaviva, Susanna e Cherubino. La lotta di classe, l'aristocrazia giocata e sconfitta dalla servitù. Gli ideali della Rivoluzione Francese che circolano sempre più insistenti. Possibile ridurre la commedia umana per antonomasia a un manifesto sociale di vittoria sul potere da parte del debole? In un lavoro durato dall'ottobre 1785 all'aprile 1786 Mozart ci dona un opera buffa ricca di leggerezza, velocità, luminosità "Le nozze di Figaro", un'opera la cui genesi e le cui vicende legate alla censura son state messe a fuoco da Piero Buscaroli nel volume "La morte di Mozart" (Edizioni Bur), sono soltanto l'inizio dell'eccellente collaborazione tra il compositore e il letterato, Mozart e Da Ponte. I due consegnano alla storia una trilogia che, inaugurata dalle avventure del servo Figaro, prosegue con il dissoluto cavaliere Don Giovanni e si conclude con i giovani ufficiali Ferrando e Guglielmo del "Così fan tutte". Tre opere strettamente connesse, specchio del rapporto tra Mozart e Da Ponte. Nel lavoro con i librettisti il genio di Salisburgo pretende un controllo pressoché totale. "La poesia deve essere serva obbediente della musica". Un'affermazione che la dice lunga sulle idee e sulle difficoltà che il compositore ha nel rintracciare un libretto, a parer suo, degno della musica che vi comporrà. Ne visionerà centinaia prima di propendere per quello di Lorenzo Da Ponte, tratto dal romanzo "Le mariage de Figaro" di Beaumarchais (autore, quest'ultimo, della trilogia di Figaro: "Il barbiere di Siviglia", "Le nozze di Figaro" e "La madre colpevole"). In un lavoro durato dall'ottobre del 1785 all'aprile del 1786 Mozart ci dona un'opera buffa connotata da leggerezza, velocità, luminosità (grazie al parco utilizzo di tonalità minori) e situazioni al limite del parossismo ma anche da ambiguità e finzione, dove i confini tra vero e verosimile sono talmente impercettibili da essere spesso inafferrabili. In questo contesto si muovono personaggi memorabili incisi nella drammaturgia, nell'unicità psicologica e nella MEDIA forme musicali, allo stesso tempo utilizzate e reinventate. Esemplare, in questo senso, l'uso della forma sonata la cui logica è estesa al teatro musicale attraverso un gioco di tensione/distensione (omologo del rapporto tonica/dominante) reso attraverso una macrostruttura tonale così pensata: re maggiore agli estremi (Ouverture e Finale IV Atto); Finale del II atto (940 battute, per la prima volta nella storia del melodramma, tutti i personaggi cantano in scena in un monumentale montare musicale) punto di massimo allontanamento e apogeo della tensione (MI b maggiore). Mozart concepisce un'orchestra di piccole dimensioni, funzionale al "colore" che vuole dare alla folle giornata. Particolarmente curati i fiati, utilizzati al meglio delle possibilità espressive e organizzati per costruire una vera drammaturgia dei timbri. Da sottolineare, poi, l'utilizzo del clarinetto: tanto amato dal Compositore che gli dedicherà l'ultimo concerto per strumento solista, esso accompagna, con le sue sfumature calde e impalpabili, i momenti d'amore e desiderio. E' lo strumento che dà voce allo struggimento di Cherubino o della Contessa. Gli ottoni invece intervengono nei momenti in cui l'intreccio narrativo si complica o l'esasperato livore sentimentale richiede un inspessimento del volume sonoro. L'orchestra è frequentemente posta in dialogo tra la sezione degli archi e quella dei fiati, ma anche con i protagonisti, divenendo anticipatrice di qualcosa che sta per accadere ma anche specchio psicologico degli stessi personaggi. Mozart crea situazioni con i singoli strumenti. Crea altri personaggi o presenta i lati oscuri di quelli che si muovono in scena. La musica diventa regìa del dramma. Mai, prima di quest'opera, la partitura ricopre un ruolo tanto importante nella "realizzazione" degli eventi drammatici. Come dice Richard Wagner: "Nel Figaro il dialogo si fa pura musica e la musica stessa diventa dialogo". Questo modo di trattare i protagonisti, sia musicalmente sia drammaturgicamente, traccia un solco enorme tra Amadé e Gluck. Per quest'ultimo, i personaggi sono stereotipi e non individui veri e propri, quasi delle creature sovraumane che però presentano una certa staticità "evolutiva" nel percorso dell'opera. In Mozart invece sono figure complesse e connotate dalla mutevolezza degli stati d'animo. Il pubblico ha la percezione di conoscere i personaggi e di sentirli umanamente affini. La capacità di creare archetipi è la caratteristica che, mutatis mutandis, lega la trilogia Dapontiana di Mozart alla "trilogia popolare" di Giuseppe Verdi. I colpi di scena (si pensi alle entrate inaspettate di Cherubino, ai travestimenti, al Sestetto del III atto che assomiglia a un Finale anticipato), i fraintendimenti, il vorticoso succedersi degli eventi, ma anche l'ambiguità umana, l'ambivalenza, l'istintivo imperare dei sentimenti e degli imbrogli, culminano scenicamente nel conte inginocchiato che chiede perdono alla Contessa, perché "Le nozze di Figaro" sono anche un'opera sul perdono. Finis coronat opus. Tutti dovrebbero gioire perché "Or tutti contenti saremo così". Diavolo di un Mozart. Inventa una di quelle melodie tra le più struggenti e melanconiche della sua produzione, con gli archi che accompagnano e raddoppiano sino a esplodere nella fe- Qui risiede la geniale e struggente bellezza di tutta la sua musica: quando sembra tutto finito, si ricomincia da capo sta che chiude questo giorno frenetico, folle. Anche l'esperto ascoltatore mozartiano va via con la certezza che in ogni sua opera il compositore riapre la partita, consegnandoci un nuovo mondo da guardare e di guardarsi, una nuova strada da percorrere. Qui risiede la geniale e struggente bellezza di tutta la sua musica: quando sembra tutto finito, si ricomincia da capo. Come diceva Gregorio di Nissa: "Da inizio a inizio, attraverso inizi che non hanno mai fine". Da oggi a domenica al Festival dei 2mondi Da questa sera sino a domenica 26, nel- zio Galante. L'Orchestra Giovanile Luigi l'ambito del Festival dei 2mondi di Spoleto, Cherubini e l'International Opera Choir savanno in scena "Le nozze di Figaro", opera ranno diretti da James Conlon. Tra gli indi Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di terpreti principali Alessandro Luongo nel Lorenzo Da Ponte. La regia è curata da ruolo del Conte di Almaviva, Davinia RoGiorgio Ferrara (direttore artistico di tuttodìiguez nel molo della Contessa di Almaviil Festival), le scene da Dante Ferretti e va, Daniel Giulianini in quello di Figaro e Francesca Lo Schiavo, i costumi da Mauri- Lucia Cesarmi in quello di Susanna. Una momento delle prove di "Le nozze di Figaro" che andrà In scena a Spoleto da questa sera (© Fondazione Festival del Due Mondi ONLUS/foto ML AntoneJII/AGF) MEDIA IL NUOVO INIZIO DI MOZAET Personaggi unici e melodie perfette. Con "Le nozze di Figaro" Amadeus insegna il perdono che riapre la partita e fa ricominciare tutto. Da oggi in scena a Spoleto Una momento delle prove di "Le nozze di Figaro" che andrà in scena a 5poleto da questa sera (© Fondazione Festival del Due Mondi ONLUS/foto ML Antonelll/AGF) di Mario Leone F igaro e 11 f o n i e di Almaviva, Susanna e Cherubino. La lotti di classe laristocrazia si">c-fitJ e S'.-niUìHci dalla servitù. Oli ideali tifila liiv-jiui'-ioric Francese che circolano s e m p r e pi(i insistenti Possibile rid u r r e la commedia umana per antuiìomas i a a un raauifosln sociale di vittoria s-ul potere da parte del debole? e Guglielmo del "Così fan tulle". Tre o p e re strettali]ente connesse, specchio del rapporto tra Mozart e Da Ponte. Nel lavoro con I librettisti 11 genio di Salisburgo p r e t e n d e un controllo pressoché totale. ••La poesia deve essere serva o b b e d i e n t e delia musica". V nafte ni i azione che la dice lunga sulle idee e sulle difficoltà clic il compositore ha nel rintracciare un libretto, a p a r e r suo. degno della musica che vi comporrà. Me visionerà centinaia prima di p r o p e n d e r e p e r quello di Lorenzo Da Ponte, tratto dal romanzo "Le inariage d e Figaro" di Ueainiii-uvlihh i autore, cinesi 'ili li Mio. dcila trilogia di Figaro 1 "Il b a r b i e r e di Siviglia", "Le nozze di Figaro" e "La m a d r e colpevole") in un lavoro durato dall'ottobre 1785 all'aprile 1786 Mozart ti dona un'opera buffa ricca di In un lavoro duralo ilaIToilobre del 1785 leggerezza, vehcitìi, luminosità all'aprile del 1.7815 Mozart ci dona un'opera "Le nozze di Figaro", un'opera la cui genesi e le eui vicende legate alla censura son state mcs.se a fuoco da Piero ttuscarnli nel volume "La morte di Mozart "'Edizioni Buri, sono soliamo l'inizio dell'eccellente collaborazione lr:i il c o m p o s i t o r e * il letterato. Mozart e Da Ponte. I due consegnano alla storia una trilogia che, inaugurata dalle avventure del s e n o Figaro, prosegue colli] dissoluto cavaliere Don Giovanni e si cuneiudt: con i giovani ufficiali F e r r a n d o buffa connotata da leggerezza, velocita, tr* iti inositàograrieal parco i iti Inetti di tonalità minori) e situazioni al limite del parossismo ma anche da ambiguità e finzione, dove i confini tra vero e verosimile sono tulmonte impercettibili da essere spesso inafferrabili In questo contesto si muovono personaggi memorabili incisi nella drammaturgia, nell'unicità psicologica e nella singolare connotazione musicale ampliata grazie all'impiego di una grande varietà di forme musicali, allo slesso tempo utilizza- te e reinventate. Esemplare, in questo senso, l'uso della t'orina sonata la cui logica e estesa al teatro musicale attraverso un gioco di tensione/disi elisione (omologo del rapporto runicjMnininnnti i reso attraverso una macrostruttura tonale così pensata: re manciere ai.di estremi iuiiveriure e Finale rV Allo»; Finale del II allo ifMO bai Iute, por la prima volta nella storia del melodramma, tulli i personaggi cantano in scena in un monumentale montare musicale! punto di massimo allontanamento e apogeo della tensione (III b maggiore). Mozarl concepisce iin'oii-heslra di piccole dimensioni, funzionale al "colore" che vuole d a r e alla l'olle giornata. Particolarmente curari i fiati, utili ?..tari al meglio delle possibilità espressive e organizzali per costruire una vera drammaturgia dei limb i ! Da sottolineare, poi, l'ulilizzo del clarinetto: tanto amato dal Compositore che gli d e d i c h e r à l'ultimo concerto p e r strumento solista, esso accompagni, con le sue sfumature calde e impalpabili, i momenti d'amore e desiderio, E |o strumento che dà voce allo struggi monto di Cherubino o della Contessa. Gli ottoni invece intervengono nei momenti in cui ['intreccio narrativo si complica o l'esasperato livore sentimentale richiede un inspessimcnto del volume sonoro. L'orchestra è in-q uè niemente posta in dialogo tra la sezione degli archi e quella dei nati, ma anche con i protagonisti, divenendo anticipatrice di qualcosa clic sia per accadere 111:1 anche specchio psicologico degli slessi personaggi. Mozart crea si- Da oggi a domenica al Festival dei 2uiondi Jìn quesiti stri 1 S?M) 11. doii'fiitai 2fì. uel: 'fiutò Te uri Pcifiiii/ rie; 'Jinirudi .l'i Ì A J M O . mimi ir, sema "Ty nozze <U Figaro", opera di Wiiifiiiiw) Atimdfiì.s Mfi.itrn .ÌH libretti) 'li Lumini fin l'onte. La regia è curala da Gkiryin Fe.mira Ulirettcr? mtistka di fritto >l Ffsur-ai..'. le seme, da Dante Fem-rti 11 Fmiict-xn Lo Svliiun: i atutumi tìa Haiiri- ;.iu Gidunle. L'Oivhedm Guiriuide Linai Ch'-mbfiii t' l'iiiicruarmuaì '.'pera Vlioiì saranno diretti da Jamea Contai. Tra gli 111W'-ji-Mi pimeijitd:! •\li-nnimdin LIIDIIIJU nel •ruolo del Conìy dt Aliiwewii, Dtiriiua f.'.iidrujue:. nel molo della Confesso di AfmiYi'iva. Daniel (imbanmi ÌIÌ quella d:- l'iqam r Lucia Catanmi hi quello ili Susanna. inazioni con I singoli strumenti Crea altri personaggi o presenta i lati oscuri di quelli che si muovono in scena. La musica diveiil.-i regia del dramma. Mai. prima di quest'opera. la paitituia ricopre un ruolo tanto importante nella "realizzazione'' degli eventi drammatici. Come dice iiichard Wagner: "Mei Figaro il dialogo si fa p u r a musica e la musica slessa diventa dialogo"' (Juesto modo dì trattare i protagonisti, sia miisicahnente sia rtraminatiirate.Hmenti;. traccia un solco enorme tra A m a d é c Gluck. P e r quest ul Ihno. i personaggi sono stereoli pi e non individui veri e propri, quasi delle creature sovr.'iu mano ciie pero presenta no una certa staticità "evolutiva" nel percorso dell'opera In Mozart invece sono figure complesse e connotale dalla mutevolezza degli stati d'animo. Il pubblico ha la percezione di conoscere 1 personaggi e di sentirli u m a n a m e n t e affini. La capacita di creare archetipi <. la caratteristica che. mulalis mulandis. lega la trilogia Daponliana di Mozart alla "trilogia popolare'' di Giuseppe Verdi, I colpi di scena (si pensi alle e n t r a l e inaspettate di Cherubino, ai travestirnenli. al Sestetto del III atto che assomiglia a un Finale anticipato', i fraintendimenti, il vorticoso succederai degli eventi, ma anche lumhiguila umana, l'ambi valenza, l'istinti- vo imperare dei .sentimenti e degli imbrogli, culminano scenica niente nel conte nitunocehiato clic chiede perdono alla Contessa, p e r c h é "Le nozze di Figaro" sono anche un'opera sui perdono Fum coronar opus. Tutti dovrebbero gioire perche. "Or tutti contenti saremo cosi". Diavolo di un Mozart. Inventa una di quelle melodìe tra Io più struggenti e melanconiche della sua produzione, con uh archi che a eco ni paci nino e raddoppiano sino a esplodere nella fe- Qui risiede la geniale e smonti? bellezza à tutta la sua musica: quando sembra tutto finito, sì ricomincia da capo sta clic chiude questo giorno limnetico, folle. Anche l'esperto ascoliatore mozartiano va via con la certezza che In Ogni sua opera il compositore r i a p r e la partita, consegnandoci un nuovo mondo da guardare e di guardarsi, una nuova strada da percorrere. Qui risiede la geniale e si ruggente bellezza di tutta la sua musica: q u a n d o sembra ',,H .••,11,1.. . 1 . . . . 1 cova Gregorio di Nissa: "Da inizio a inizio, attraverso inizi che non h a n n o mai fine". Tutte le storie d'amore parlano di una cosa sola: soldi ~| Tra tradimenti e inganni, qui nasce l'Europa moderna Q uando la trama ristagna, già all'inizio del secondo atto. Figaro se ne toma bei bello a casa e cantando con ilare disinvoltura sancisce che la cosa è possibile e naturale: è possibile che un signore feudale eserciti lo impmi.-tt.'nnetK su una serva, pertanto è nHturak clic il Celile voglia avvalersene nei riguardi della bella Susanna. Anc h e se è la sua promessa sposa, pazienza. Susanna accusa 11 futuro murilo di ''trattar scherzando un negozio si serio" ma lui è serissimo, avendo coìto con un secolo d'anticipo d i e "Le nozze di Figaro" sono il libretto più marxista di nula la lirica. Di là dai convoluti inghippi e dalle solido agnizioni. permane dal primo all'ultimo verso una fedeltà mirabile al mollo clic la vecchia Maree llina brandisce nell'intento di obbligare Figaro a sposarsi con lei: "Argent fait tout", il denaro fa tutto. 11 denaro stabilisce la diarchia;rolla quale sono disposti 1 persi filarci, in cima il Conte, che ne dispone a -uffieienza da poter regalale a Figari: un'intera stanza di casa senni impoverirai, e da promettere a Susanna di pagarla per ottenere lavori che polivhbc arrogarsi gratis; in basso, contadini e eoiiL-idinottc la cui ottusità rasenta la servitù volontaria: "Siamo tante contadine, e slam tutte poverine, tua quel poco che rechiamo ve lo diamo di buon cor" Nel mezzo, i rapporti di pr-'erc.wncirci-'-IJi'i'ljiintdmri di compensi reciproci Figaro non è immune e rischia'li liwarsi invischialo in uneoniraile. sponsale chi lo lega a Marcellina per via di un vecchio debito di duemila monete, "promesso mairimonioron prestanza di danai' Lallidahilna.di notai ah come don basi lin viene trasposta in termini economici '••yuel che compro io vendo ")e il potere stesso <lei nobili viene identificai" Liei nini paga re il donilo, nel 'dar 11 ovalità per cento" All'ossessione monetaria si assonnila il feticismo per gii .--gretti Sin dalla prima scena Susanna associa la l'elicila a un cappellino nuovo e Figaro a un nuovo letto, e per t r e ore non c'è oggetto che passi di mano senza richiedere qualcosa in cambio, una promessa, un co. uivoco. mio spavento 11 culmine è (mani lo l'oggetto chiave della I rama il biglietto galante, viene scambiato per "sommario dei debili", equiparando l'impegno amoroso a una cambiale del resto, di fronti: a Marcel lina, a Figaro viene presentata I alternativa secca "o r.iaeaita, u sposarla" l'er questo l'amore vago e aereo, quello di cui Cherubino cauta rivolgendosi "all'eoo, all'aria, ai venti", e mero san 111acro dell'amore vero e concreto, che mercifica l'amalo rendendolo "oggeilo dell'abballilono". La canzone "Voi che sapete" contiene la rivelatrice unanimi. "Ricerco un bene fuori di me. non so chi'l tiene, non KO cos'è". Ne consegue che su questa scala sociale 1 |ìrr-ii:-iideiui-oiiò coulraitabi (tal la si regna di beni, e saggiamente tutti sconsigliano B Susanna di prendersi "un vile oggeilo". "un paggio", "un incognito" Susanna ammette 1:1 propria inferiorità di 'donna triviale" aia ifiiggo ila una celta ipocrisia pelosa. Da un lato stigmatizza che il Conte, nel corneggiai la. venga "a cotilralto di denari", dall'alno impesta la relazione con Figaro su una dialetticasei^e'riadronc piccata viniiai primo recitativo: "Sei tn mio s e r t o n no 1 ". Susanna non vuol essere se ITI i e octeiio per ti Conte pc-rò mercifica Figaro, non esila a pagare pei r ficai tarlo da Marcellina; e la iiieti-ificazione diventa la si rada della salvezza di Figuro in quanto figlio "perduto, anzi rubato", nella scena del l'agni /ione in cid sono "l'oro, le gemme e ì ricamali panni", insomma gli status sj mimi "gl'indizi veri della nascita illustre". Allora i •'duemila pezzi duri" d i e Figaro devo a Marcellina si • vini in in ano m dine e cosi 1 soldi rnggi'aiiel lab da Susanna u la recalia dell'iuaiieso patire don battolo, LI riprova che l'amore e felice qua ndo è ricco. H'aliroinlc Figaro sa beo t a il matrimonio e sempre una iodi a in» a. In u annuncia che "per finirla licianiétUc e all'usanza leatrale iiu'azion mairiuiouiaIole falerno ora seguir": e di fronlc alle borse d i e d i ventuno profferte non esila a incitare: "Bravi, gittate pur ch'io piglio ancora", saldo nella consapevolezza che tutte le storie d'amore parlano di soldi. .I11I011 id l • ut : in i 1 • MEDIA V isto il gran parlare d i e s i è t'alio quest'anno di corna legalizzate, travestitismo, mobilita sociale, amore come diritto e viceversa, a Spolelo. per la 5tìesima edizione del Fosti' : al dei Lue Mundi, s'è deciso di a p r i r e le danze, qui sta sera, con "Le Nozze di Figaro", di Wolfgang A m a d e u s Mézarl tmusica.' e Lorenzo Da Ponte (libretto), il capolavoro che di ciascuno di questi capisaldi del costume socio eroi ice è sontuosamente provvisto. E il 1786, ann o i prodromi della rivoluzione che abbatterà la monarchia francese, cambiando i connubiti allo spìrito del Vecchio continente, tumultuano in tutta Europa e Wolfgang, se vuole ottenere il permesso di rappreseiilare il Figaro dell'imperatori; Gius e p p e II (tralci!" di Marie Antoinefte. la quale, a Parigi, p e r colpa del libro da cui Mozart t r a e l'opera, fatica a m a n t e n e r e l'ordine socia lei, deve presentare un lavoro pulito da osni •Tranello di polvere d a sparo, da ogni possibile alliz/atoio di riscatto di classe Cosi. Mozart e Da Ponte scrivono uno spassoso iic-aiiiiful al tempo di Lady Oscar, in cui smontano, rimontano e intrecciano coppie morganatiche e ridl'cstablislmient. a m n r e c interesse, servi e padroni, travestendo, irridendo, compatendo ciascun pt r s o n a ^ i o . senza esclusione di colpi: a Giuseppe 11 sfuggi che il focolaio egualitario siavn esattamente 111 questo, ben tiascoslo. ma fumante. L'opera ha come sottotitolo " L i folle giornata" perché succede tutto in ventiqualti'ore come nell'Ulisse dt Joyce, uella vita di una farfalla e nei referendum per uscire dall'Europa Ma non si tratta di u n a corsa contro il tempo, quanto piuttosto del percorso d i e conduce ad accettale che si è da esso determinati lanche questo e amaramente egualitario). 11 f_'onte di Almaviva. uomo maturo avviato all'anzianità, non ha più l'età p e r spassarsela con le fanciulle pei merito. non gli rosta d i e pagarle, abusare del suo ufficio. Invidioso del paggio Cherubino ehc lia l'età e le forze per fare il farfallone amoroso, vuole cacciarlo via in modo che non possa più a n d a r e "notte e giorno a r a n d o , delle belli turbando il riposo". In un impelo di dispotismo illuminato ha abolito lo t u prónte nettai ma ora che sta per sposarsi Susanna, da lui assai desiderata (come lutti eli anzKinoiti un po' bavosi, il conte confonde amore e desiderio' 1 . vorrebbe trovale un modo sottile p e r ristabilirlo e prendersi ciò c h e . m altri tempi, gli sarebbe spellato di diritto. Sua moglie, la Contessa di .Almaviva. viene allertata non solo del piano del consorte, ma pure di come cidi sia un traditore seriale: reagisce come tulle le donne del suo rango, corrugando la fronte e lasciandosi sfuggir.' un "alluni-'' ['(ingoiala dalla terza d a s s e . nella persona di Susanna, però. la contessa finirà con l'ordire un Ira nello ai rianni del Conte: i suoi complici voglio no incili oda rio per guadagnarsi il diritto ad amarsi senza interferenze, lei vuole solo tornare a sentire il suo calore Si traveste da Susanna, gli dà a p puntameli Lo in giardino, di notte e 1 ni arriva: per la prima volta dopo chissà quanto, forse p e r la prima volta in assoluto, suo marito le rivolge parole d'amore P e r lei. in quanto moglie cioè proprietà garantita, signora matura che ha nel viso il memorandum della vecchiaia di entrambi, il Conte aveva smesso di onorare le promesse matrimoniali più dolci, b a d a n d o solo a piantonarla come fosse una cassaforii. E p p u r e in quel mome.nlo in cui lei e un'altra e lui ò p e r un'altra. Mozart e Da Ponte inseriscono il primo, vero, assiduto momento di tenerezza di tutta l'opera e Tassisi por il di svela menta del suo senso: il perdono. E" così intenso quel loro sfiorarsi nella me 112(1 una che le loro IdenLllà. sia vere che inventale, si annullano e l'orse entrambi si guardano in modo nuovo e si ritrovano. Poco pili t;irrii, q u a n d o Tinga uno e-.velalo, infatti, la Contessa assolve il Conte e lui le prende la mano Avelie per rilrovarsi ci si deve mascherare. Ci si deve trathre. Per questo è iiupoitaiite che e n t r a m b e le cose restino proibite. Parola di Figaro, la miccia dell'Europa moderna. Simonella Sciandiviisci