il nuovo inizio di mozart

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il nuovo inizio di mozart
IL NUOVO INIZIO DI MOZART
Personaggi unici e melodie perfette. Con "Le nozze di Figaro" Amadeus insegna
il perdono che riapre la partita e fa ricominciare tutto. Da oggi in scena a Spoleto
singolare connotazione musicale ampliata
di Mario Leone
grazie all'impiego di una grande varietà di
F
igaro e il Conte di Almaviva, Susanna
e Cherubino. La lotta di classe, l'aristocrazia giocata e sconfitta dalla servitù. Gli
ideali della Rivoluzione Francese che circolano sempre più insistenti. Possibile ridurre la commedia umana per antonomasia a un manifesto sociale di vittoria sul potere da parte del debole?
In un lavoro durato dall'ottobre
1785 all'aprile 1786 Mozart ci
dona un opera buffa ricca di
leggerezza, velocità, luminosità
"Le nozze di Figaro", un'opera la cui genesi e le cui vicende legate alla censura
son state messe a fuoco da Piero Buscaroli nel volume "La morte di Mozart" (Edizioni Bur), sono soltanto l'inizio dell'eccellente collaborazione tra il compositore e il letterato, Mozart e Da Ponte. I due consegnano alla storia una trilogia che, inaugurata
dalle avventure del servo Figaro, prosegue
con il dissoluto cavaliere Don Giovanni e si
conclude con i giovani ufficiali Ferrando
e Guglielmo del "Così fan tutte". Tre opere strettamente connesse, specchio del
rapporto tra Mozart e Da Ponte. Nel lavoro con i librettisti il genio di Salisburgo
pretende un controllo pressoché totale.
"La poesia deve essere serva obbediente
della musica". Un'affermazione che la dice lunga sulle idee e sulle difficoltà che il
compositore ha nel rintracciare un libretto, a parer suo, degno della musica che vi
comporrà. Ne visionerà centinaia prima di
propendere per quello di Lorenzo Da Ponte, tratto dal romanzo "Le mariage de Figaro" di Beaumarchais (autore, quest'ultimo,
della trilogia di Figaro: "Il barbiere di Siviglia", "Le nozze di Figaro" e "La madre
colpevole").
In un lavoro durato dall'ottobre del 1785
all'aprile del 1786 Mozart ci dona un'opera
buffa connotata da leggerezza, velocità, luminosità (grazie al parco utilizzo di tonalità
minori) e situazioni al limite del parossismo ma anche da ambiguità e finzione, dove i confini tra vero e verosimile sono talmente impercettibili da essere spesso inafferrabili. In questo contesto si muovono
personaggi memorabili incisi nella drammaturgia, nell'unicità psicologica e nella
MEDIA
forme musicali, allo stesso tempo utilizzate e reinventate. Esemplare, in questo senso, l'uso della forma sonata la cui logica è
estesa al teatro musicale attraverso un gioco di tensione/distensione (omologo del
rapporto tonica/dominante) reso attraverso
una macrostruttura tonale così pensata: re
maggiore agli estremi (Ouverture e Finale
IV Atto); Finale del II atto (940 battute, per
la prima volta nella storia del melodramma, tutti i personaggi cantano in scena in
un monumentale montare musicale) punto
di massimo allontanamento e apogeo della
tensione (MI b maggiore).
Mozart concepisce un'orchestra di piccole dimensioni, funzionale al "colore" che
vuole dare alla folle giornata. Particolarmente curati i fiati, utilizzati al meglio delle possibilità espressive e organizzati per
costruire una vera drammaturgia dei timbri. Da sottolineare, poi, l'utilizzo del clarinetto: tanto amato dal Compositore che
gli dedicherà l'ultimo concerto per strumento solista, esso accompagna, con le sue
sfumature calde e impalpabili, i momenti
d'amore e desiderio. E' lo strumento che dà
voce allo struggimento di Cherubino o della Contessa. Gli ottoni invece intervengono
nei momenti in cui l'intreccio narrativo si
complica o l'esasperato livore sentimentale richiede un inspessimento del volume
sonoro. L'orchestra è frequentemente posta
in dialogo tra la sezione degli archi e quella dei fiati, ma anche con i protagonisti, divenendo anticipatrice di qualcosa che sta
per accadere ma anche specchio psicologico degli stessi personaggi. Mozart crea situazioni con i singoli strumenti. Crea altri
personaggi o presenta i lati oscuri di quelli che si muovono in scena. La musica diventa regìa del dramma. Mai, prima di quest'opera, la partitura ricopre un ruolo tanto importante nella "realizzazione" degli
eventi drammatici. Come dice Richard Wagner: "Nel Figaro il dialogo si fa pura musica e la musica stessa diventa dialogo".
Questo modo di trattare i protagonisti, sia
musicalmente sia drammaturgicamente,
traccia un solco enorme tra Amadé e Gluck.
Per quest'ultimo, i personaggi sono stereotipi e non individui veri e propri, quasi delle creature sovraumane che però presentano una certa staticità "evolutiva" nel percorso dell'opera. In Mozart invece sono figure complesse e connotate dalla mutevolezza degli stati d'animo. Il pubblico ha la
percezione di conoscere i personaggi e di
sentirli umanamente affini. La capacità di
creare archetipi è la caratteristica che, mutatis mutandis, lega la trilogia Dapontiana
di Mozart alla "trilogia popolare" di Giuseppe Verdi.
I colpi di scena (si pensi alle entrate inaspettate di Cherubino, ai travestimenti, al
Sestetto del III atto che assomiglia a un Finale anticipato), i fraintendimenti, il vorticoso succedersi degli eventi, ma anche
l'ambiguità umana, l'ambivalenza, l'istintivo imperare dei sentimenti e degli imbrogli, culminano scenicamente nel conte inginocchiato che chiede perdono alla Contessa, perché "Le nozze di Figaro" sono anche
un'opera sul perdono. Finis coronat opus.
Tutti dovrebbero gioire perché "Or tutti
contenti saremo così". Diavolo di un Mozart. Inventa una di quelle melodie tra le
più struggenti e melanconiche della sua
produzione, con gli archi che accompagnano e raddoppiano sino a esplodere nella fe-
Qui risiede la geniale e
struggente bellezza di tutta la sua
musica: quando sembra tutto
finito, si ricomincia da capo
sta che chiude questo giorno frenetico, folle. Anche l'esperto ascoltatore mozartiano
va via con la certezza che in ogni sua opera il compositore riapre la partita, consegnandoci un nuovo mondo da guardare e di
guardarsi, una nuova strada da percorrere.
Qui risiede la geniale e struggente bellezza di tutta la sua musica: quando sembra
tutto finito, si ricomincia da capo. Come diceva Gregorio di Nissa: "Da inizio a inizio,
attraverso inizi che non hanno mai fine".
Da oggi a domenica al Festival dei 2mondi
Da questa sera sino a domenica 26, nel- zio Galante. L'Orchestra Giovanile Luigi
l'ambito del Festival dei 2mondi di Spoleto, Cherubini e l'International Opera Choir savanno in scena "Le nozze di Figaro", opera ranno diretti da James Conlon. Tra gli indi Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di terpreti principali Alessandro Luongo nel
Lorenzo Da Ponte. La regia è curata da ruolo del Conte di Almaviva, Davinia RoGiorgio Ferrara (direttore artistico di tuttodìiguez nel molo della Contessa di Almaviil Festival), le scene da Dante Ferretti e va, Daniel Giulianini in quello di Figaro e
Francesca Lo Schiavo, i costumi da Mauri- Lucia Cesarmi in quello di Susanna.
Una momento delle prove di "Le nozze di Figaro" che andrà In scena a Spoleto da questa sera (© Fondazione Festival del Due Mondi ONLUS/foto ML AntoneJII/AGF)
MEDIA
IL NUOVO INIZIO DI MOZAET
Personaggi unici e melodie perfette. Con "Le nozze di Figaro" Amadeus insegna
il perdono che riapre la partita e fa ricominciare tutto. Da oggi in scena a Spoleto
Una momento delle prove di "Le nozze di Figaro" che andrà in scena a 5poleto da questa sera (© Fondazione Festival del Due Mondi ONLUS/foto ML Antonelll/AGF)
di Mario Leone
F
igaro e 11 f o n i e di Almaviva, Susanna
e Cherubino. La lotti di classe laristocrazia si">c-fitJ e S'.-niUìHci dalla servitù. Oli
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e Guglielmo del "Così fan tulle". Tre o p e re strettali]ente connesse, specchio del
rapporto tra Mozart e Da Ponte. Nel lavoro con I librettisti 11 genio di Salisburgo
p r e t e n d e un controllo pressoché totale.
••La poesia deve essere serva o b b e d i e n t e
delia musica". V nafte ni i azione che la dice lunga sulle idee e sulle difficoltà clic il
compositore ha nel rintracciare un libretto, a p a r e r suo. degno della musica che vi
comporrà. Me visionerà centinaia prima di
p r o p e n d e r e p e r quello di Lorenzo Da Ponte, tratto dal romanzo "Le inariage d e Figaro" di Ueainiii-uvlihh i autore, cinesi 'ili li Mio.
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personaggi memorabili incisi nella drammaturgia, nell'unicità psicologica e nella
singolare connotazione musicale ampliata
grazie all'impiego di una grande varietà di
forme musicali, allo slesso tempo utilizza-
te e reinventate. Esemplare, in questo senso, l'uso della t'orina sonata la cui logica e
estesa al teatro musicale attraverso un gioco di tensione/disi elisione (omologo del
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una macrostruttura tonale così pensata: re
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un monumentale montare musicale! punto
di massimo allontanamento e apogeo della
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Mozarl concepisce iin'oii-heslra di piccole dimensioni, funzionale al "colore" che
vuole d a r e alla l'olle giornata. Particolarmente curari i fiati, utili ?..tari al meglio delle possibilità espressive e organizzali per
costruire una vera drammaturgia dei limb i ! Da sottolineare, poi, l'ulilizzo del clarinetto: tanto amato dal Compositore che
gli d e d i c h e r à l'ultimo concerto p e r strumento solista, esso accompagni, con le sue
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voce allo struggi monto di Cherubino o della Contessa. Gli ottoni invece intervengono
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complica o l'esasperato livore sentimentale richiede un inspessimcnto del volume
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Da oggi a domenica al Festival dei 2uiondi
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traccia un solco enorme tra A m a d é c Gluck.
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percezione di conoscere 1 personaggi e di
sentirli u m a n a m e n t e affini. La capacita di
creare archetipi <. la caratteristica che. mulalis mulandis. lega la trilogia Daponliana
di Mozart alla "trilogia popolare'' di Giuseppe Verdi,
I colpi di scena (si pensi alle e n t r a l e inaspettate di Cherubino, ai travestirnenli. al
Sestetto del III atto che assomiglia a un Finale anticipato', i fraintendimenti, il vorticoso succederai degli eventi, ma anche
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Tutti dovrebbero gioire perche. "Or tutti
contenti saremo cosi". Diavolo di un Mozart. Inventa una di quelle melodìe tra Io
più struggenti e melanconiche della sua
produzione, con uh archi che a eco ni paci nino e raddoppiano sino a esplodere nella fe-
Qui risiede la geniale e
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musica: quando sembra tutto
finito, sì ricomincia da capo
sta clic chiude questo giorno limnetico, folle. Anche l'esperto ascoliatore mozartiano
va via con la certezza che In Ogni sua opera il compositore r i a p r e la partita, consegnandoci un nuovo mondo da guardare e di
guardarsi, una nuova strada da percorrere.
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cova Gregorio di Nissa: "Da inizio a inizio,
attraverso inizi che non h a n n o mai fine".
Tutte le storie d'amore parlano di una cosa sola: soldi ~| Tra tradimenti e inganni, qui nasce l'Europa moderna
Q
uando la trama ristagna, già all'inizio
del secondo atto. Figaro se ne toma bei
bello a casa e cantando con ilare disinvoltura sancisce che la cosa è possibile e naturale: è possibile che un signore feudale
eserciti lo impmi.-tt.'nnetK su una serva, pertanto è nHturak clic il Celile voglia avvalersene nei riguardi della bella Susanna. Anc h e se è la sua promessa sposa, pazienza.
Susanna accusa 11 futuro murilo di ''trattar
scherzando un negozio si serio" ma lui è serissimo, avendo coìto con un secolo d'anticipo d i e "Le nozze di Figaro" sono il libretto più marxista di nula la lirica. Di là dai
convoluti inghippi e dalle solido agnizioni.
permane dal primo all'ultimo verso una fedeltà mirabile al mollo clic la vecchia Maree llina brandisce nell'intento di obbligare
Figaro a sposarsi con lei: "Argent fait tout",
il denaro fa tutto.
11 denaro stabilisce la diarchia;rolla quale sono disposti 1 persi filarci, in cima il Conte, che ne dispone a -uffieienza da poter regalale a Figari: un'intera stanza di casa senni impoverirai, e da promettere a Susanna di
pagarla per ottenere lavori che polivhbc arrogarsi gratis; in basso, contadini e eoiiL-idinottc la cui ottusità rasenta la servitù volontaria: "Siamo tante contadine, e slam tutte
poverine, tua quel poco che rechiamo ve lo
diamo di buon cor" Nel mezzo, i rapporti di
pr-'erc.wncirci-'-IJi'i'ljiintdmri
di compensi reciproci Figaro non è immune
e rischia'li liwarsi invischialo in uneoniraile. sponsale chi lo lega a Marcellina per via
di un vecchio debito di duemila monete,
"promesso mairimonioron prestanza di danai' Lallidahilna.di notai ah come don basi
lin viene trasposta in termini economici
'••yuel che compro io vendo ")e il potere stesso <lei nobili viene identificai" Liei nini paga
re il donilo, nel 'dar 11 ovalità per cento"
All'ossessione monetaria si assonnila il
feticismo per gii .--gretti Sin dalla prima scena Susanna associa la l'elicila a un cappellino nuovo e Figaro a un nuovo letto, e per
t r e ore non c'è oggetto che passi di mano
senza richiedere qualcosa in cambio, una
promessa, un co. uivoco. mio spavento 11 culmine è (mani lo l'oggetto chiave della I rama
il biglietto galante, viene scambiato per
"sommario dei debili", equiparando l'impegno amoroso a una cambiale del resto, di
fronti: a Marcel lina, a Figaro viene presentata I alternativa secca "o r.iaeaita, u sposarla" l'er questo l'amore vago e aereo, quello di cui Cherubino cauta rivolgendosi "all'eoo, all'aria, ai venti", e mero san 111acro
dell'amore vero e concreto, che mercifica
l'amalo rendendolo "oggeilo dell'abballilono". La canzone "Voi che sapete" contiene
la rivelatrice unanimi. "Ricerco un bene
fuori di me. non so chi'l tiene, non KO cos'è".
Ne consegue che su questa scala sociale
1 |ìrr-ii:-iideiui-oiiò coulraitabi (tal la si regna
di beni, e saggiamente tutti sconsigliano B
Susanna di prendersi "un vile oggeilo". "un
paggio", "un incognito" Susanna ammette
1:1 propria inferiorità di 'donna triviale" aia
ifiiggo ila una celta ipocrisia pelosa.
Da un lato stigmatizza che il Conte, nel corneggiai la. venga "a cotilralto di denari", dall'alno impesta la relazione con Figaro su
una dialetticasei^e'riadronc piccata viniiai
primo recitativo: "Sei tn mio s e r t o n no 1 ".
Susanna non vuol essere se ITI i e octeiio per
ti Conte pc-rò mercifica Figaro, non esila a
pagare pei r ficai tarlo da Marcellina; e la
iiieti-ificazione diventa la si rada della salvezza di Figuro in quanto figlio "perduto,
anzi rubato", nella scena del l'agni /ione in
cid sono "l'oro, le gemme e ì ricamali panni", insomma gli status sj mimi "gl'indizi veri della nascita illustre". Allora i •'duemila
pezzi duri" d i e Figaro devo a Marcellina si
• vini in in ano m dine e cosi 1 soldi rnggi'aiiel
lab da Susanna u la recalia dell'iuaiieso patire don battolo, LI riprova che l'amore e felice qua ndo è ricco. H'aliroinlc Figaro sa beo t a il matrimonio e sempre una
iodi
a in» a. In u
annuncia che "per finirla licianiétUc e all'usanza leatrale iiu'azion mairiuiouiaIole falerno ora seguir": e di fronlc alle borse d i e
d i ventuno profferte non esila a incitare:
"Bravi, gittate pur ch'io piglio ancora", saldo nella consapevolezza che tutte le storie
d'amore parlano di soldi.
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MEDIA
V
isto il gran parlare d i e s i è t'alio quest'anno di corna legalizzate, travestitismo, mobilita sociale, amore come diritto
e viceversa, a Spolelo. per la 5tìesima edizione del Fosti' : al dei Lue Mundi, s'è deciso di a p r i r e le danze, qui sta sera, con "Le
Nozze di Figaro", di Wolfgang A m a d e u s
Mézarl tmusica.' e Lorenzo Da Ponte (libretto), il capolavoro che di ciascuno di
questi capisaldi del costume socio eroi ice
è sontuosamente provvisto. E il 1786, ann o i prodromi della rivoluzione che abbatterà la monarchia francese, cambiando i
connubiti allo spìrito del Vecchio continente, tumultuano in tutta Europa e Wolfgang, se vuole ottenere il permesso di rappreseiilare il Figaro dell'imperatori; Gius e p p e II (tralci!" di Marie Antoinefte. la
quale, a Parigi, p e r colpa del libro da cui
Mozart t r a e l'opera, fatica a m a n t e n e r e
l'ordine socia lei, deve presentare un lavoro pulito da osni •Tranello di polvere d a
sparo, da ogni possibile alliz/atoio di riscatto di classe Cosi. Mozart e Da Ponte
scrivono uno spassoso iic-aiiiiful al tempo
di Lady Oscar, in cui smontano, rimontano e intrecciano coppie morganatiche e
ridl'cstablislmient.
a m n r e c interesse, servi e padroni, travestendo, irridendo, compatendo ciascun pt r s o n a ^ i o . senza esclusione di colpi: a Giuseppe 11 sfuggi che il
focolaio egualitario siavn esattamente 111
questo, ben tiascoslo. ma fumante. L'opera
ha come sottotitolo " L i folle giornata"
perché succede tutto in ventiqualti'ore
come nell'Ulisse dt Joyce, uella vita di
una farfalla e nei referendum per uscire
dall'Europa Ma non si tratta di u n a corsa
contro il tempo, quanto piuttosto del percorso d i e conduce ad accettale che si è da
esso determinati lanche questo e amaramente egualitario).
11 f_'onte di Almaviva. uomo maturo avviato all'anzianità, non ha più l'età p e r
spassarsela con le fanciulle pei merito.
non gli rosta d i e pagarle, abusare del suo
ufficio. Invidioso del paggio Cherubino
ehc lia l'età e le forze per fare il farfallone amoroso, vuole cacciarlo via in modo
che non possa più a n d a r e "notte e giorno
a r a n d o , delle belli turbando il riposo". In
un impelo di dispotismo illuminato ha
abolito lo t u prónte nettai ma ora che sta
per sposarsi Susanna, da lui assai desiderata (come lutti eli anzKinoiti un po' bavosi, il conte confonde amore e desiderio' 1 .
vorrebbe trovale un modo sottile p e r ristabilirlo e prendersi ciò c h e . m altri tempi, gli sarebbe spellato di diritto. Sua moglie, la Contessa di .Almaviva. viene allertata non solo del piano del consorte, ma
pure di come cidi sia un traditore seriale:
reagisce come tulle le donne del suo rango, corrugando la fronte e lasciandosi
sfuggir.' un "alluni-'' ['(ingoiala dalla terza d a s s e . nella persona di Susanna, però.
la contessa finirà con l'ordire un Ira nello
ai rianni del Conte: i suoi complici voglio
no incili oda rio per guadagnarsi il diritto
ad amarsi senza interferenze, lei vuole solo tornare a sentire il suo calore Si traveste da Susanna, gli dà a p puntameli Lo in
giardino, di notte e 1 ni arriva: per la prima
volta dopo chissà quanto, forse p e r la prima volta in assoluto, suo marito le rivolge
parole d'amore P e r lei. in quanto moglie
cioè proprietà garantita, signora matura
che ha nel viso il memorandum della vecchiaia di entrambi, il Conte aveva smesso
di onorare le promesse matrimoniali più
dolci, b a d a n d o solo a piantonarla come
fosse una cassaforii. E p p u r e in quel mome.nlo in cui lei e un'altra e lui ò p e r un'altra. Mozart e Da Ponte inseriscono il primo, vero, assiduto momento di tenerezza
di tutta l'opera e Tassisi por il di svela menta del suo senso: il perdono. E" così intenso quel loro sfiorarsi nella me 112(1 una che
le loro IdenLllà. sia vere che inventale, si
annullano e l'orse entrambi si guardano in
modo nuovo e si ritrovano. Poco pili t;irrii,
q u a n d o Tinga uno e-.velalo, infatti, la Contessa assolve il Conte e lui le prende la
mano Avelie per rilrovarsi ci si deve mascherare. Ci si deve trathre. Per questo è
iiupoitaiite che e n t r a m b e le cose restino
proibite. Parola di Figaro, la miccia dell'Europa moderna.
Simonella Sciandiviisci