Impiego Appropriato dei font
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Impiego Appropriato dei font
Impiego Appropriato dei font Quando si vuol comunicare applicando i principi della grafica bisogna prestare attenzione a un considerevole numero di particolari. Se si individuano i dettegli giusti s’ottiene, come risultato un documento veramente efficace, persuasivo e sofisticato. I dettagli appaiono non rilevanti perché vengono assimilati in modo subconscio, il che è tanto più vero quanto più si usano i caratteri di stampa. Se vengono impiegati nel modo dovuto, il loro effetto non è facile da spiegarsi, ma in ogni caso potente: altrimenti causano distrazione, ma sempre in misura considerevole. Sul piano tecnico un font è un insieme di caratteri (di lettere) aventi un disegno e quindi uno stile particolare. Per esempio i caratteri in corsivo da 12 punti del Times New Roman, oppure quelli in neretto fanno parte di un altro font. Per utilizzare bene i caratteri bisogna fare sforzi notevoli, ma ne vale la pena. Sicuramente i caratteri presentano le vostre parole e le parole trasferiscono il messaggio, quindi la loro scelta rappresenta la parte più importante della grafica. Anche se non viene curato l’aspetto grafico del vostro documento, assicuratevi di aver utilizzato dei caratteri appropriati e impaginate il testo in modo che risulti facilmente leggibile. Acquisirete conoscenze succinte ma essenziali sui caratteri e sul loro impiego, che poi non è altro che la tipografia. Le cinque famiglie classiche dei caratteri. Stile Antico: Questi caratteri erano stati disegnati all’inizio del XVII secolo per imitare le lettere così come venivano scritti dagli amanuensi, che usavano grandi pennini tenendoli angolati. Si tratta di una famiglia che trasmette sensazioni di naturalezza e di scarsa meccanicità; i caratteri “stile antico” presentano poco contrasto fra i tratti grossi e sottili, e curve brevi e irregolari nel passaggio dall’asta (il tratto verticale di una lettera) alla grazia (il tratto terminale aggiunto all’asta d’un carattere). Alcuni esempi di caratteri “stile antico” sono il Garamond, Gould Old Style e Palatino Linotype. Utilizzare lo stile antico significa trasmettere calore. Di transizione: Disegnata alla metà alla metà del ‘700, questa famiglia rappresenta un compromesso tra il calore dello stile antico e la precisione di quelli posteriori. La sua caratteristica è la spontaneità, ma maggiormente precisa e efficiente. Si nota un maggior contrasto tra i tratti grossi e quelli sottili di curve lunghe e regolari fra l’asta e la grazia, esempi di caratteri di transizione sono: Baskerville, Boookman e Times New Roman, questo è il carattere più usato nel mondo della lingua inglese. Bisogna ricordare che i caratteri di transizione offrono il tono emotivo più neutro di tutte le altre famiglie classiche Moderno: La diffusione della stampa ha fatto nascere il carattere moderno, che ha eliminato tutte le caratteristiche del disegno manuale passando a forme rigidamente geometriche. Le lettere del moderno presentano contrasti decisi fra le aste e le grazie, anche tra le stesse aste grosse e sottili. Come esempi abbiamo il Bodoni, e il Century. Il carattere moderno appare efficiente, standar-dizzato e freddo. Grazie squadrate: Sin dagli ultimi anni dell’800 i caratteri di questa famiglia danno la sensazione di meccanicità, ma non così accentuata come nel caso dei moderni. Presentano tratti scarsi o inesistenti fra i tratti grossi e sottili, curve brevi dall’asta alla grazia e caratteri rotondi con linea di simmetria perpendicolare. Si distinguono perché le grazie sono marcate e squadrate, che a volte sono della stessa grandezza dei tratti principali. In questa famiglia troviamo Callisto e Courier New,la sensazione che trasmetto è di precisione raffinata. Bastone: All’inizio del ‘900 gli elementi decorativi furono eliminati da ogni cosa, caratteri compresi. Il risultato che si ottenne furono caratteri senza grazie che non offrono alcun contrasto fra tutti i tratti delle lettere: queste appaiono come costruite con linee uniformi. Fra gli esempi abbiamo il Gautami, Latha e il Mangal. La sensazione è quella della funzionalità priva di controsensi nitidezza nei paragrafi brevi, con un pizzico d’austerità nei lunghi blocchi di testo. Prima di scegliere un carattere, accertatevi che sia uno di quelli che appartengono alle cinque famiglie, di solito i caratteri che non fanno parte di queste cinque famiglie attirano l’attenzione sulla loro originalità invece che sulle idee che volete trasmettere. Per trattare problemi economici la famiglia che meglio si adatta è quella di transizione seguita da quella dei bastoni o delle grazie squadrate. Per dare maggior calore usate lo stile antico, mentre se siete certi che vi serva maggior rigore e se sapete quello che state facendo usate la famiglia del moderno. Tenete sempre presente che l’utilizzo di questa famiglie cambia con il tempo, non si può dire delle connotazioni che le contraddistinguono. Il consiglio che viene dato è quello di non sforzarsi di seguire le tendenze, ma pensare a fare la scelta nell’ambito di quella famiglia che assicura l’immagine giusta al vostro lavoro. La soluzione migliore è quella di affidarsi ad un unico carattere per tutto il documento, anche se è possibile attuare una combinazione di caratteri e quindi di toni. Tipicamente per un titolo si può scegliere un carattere che sia in forte contrasto con quello del testo: una delle combinazioni comuni si ha quando per il titolo si sceglie un carattere della famiglia dei bastoni (garantisce precisione) e poi per ammorbidire quell’effetto e migliorare la leggibilità si passa ad uno della famiglia di transizione. Scegliere caratteri ben leggibili Anche i caratteri migliori presentano sempre una differenza di leggibilità. Assicurarsi che quello scelto risulti leggibile, in linea generale, il moderno e il bastone sono di più difficile lettura rispetto agli altri. I caratteri con le grazie si leggono con più facilità perché esse contribuiscono a definire le forme delle lettere e aiutano l’occhio del lettore a scorrere in senso orizzontale. Favoriscono inoltre l’adattamento fra le lettere, per cui si determinano conformazioni ben distinte delle varie parole, invece che semplici raggruppamenti di lettere. Esempio (Ill carattere a grazie squadrate, Ill carattere a bastoni) I caratteri moderni possono risultare di difficile lettura perché i tratti verticali soverchiano quelli orizzontali che sono più sottili. Ciò rende più ardua l’identificazione delle parole, elemento essenziale per la leggibilità. Un altro fattore importante è l’occhio, cioè l’altezza delle lettere maiuscole, messe a confronto con la dimensione del carattere nel suo complesso. Occorre utilizzare la x, se tutto il resto rimane uguale, un carattere con un occhio grande risulterà più leggibile di un altro con un occhio piccolo (esempio PxxxrxxxrxyxxT PxxrxxxrxyxxT). Creare esempio Non usare tanti font diversi per lo stesso documento Ogni carattere è come se avesse una voce che lo distingue. Usare troppi caratteri è come mettere tante persone a parlare insieme; quindi è sconsigliato usare font che appartengono a famiglie diverse, scegliendo per esempio Garamond, Magal Baskerville e Bodoni, nello stesso testo; le cose non funzionano nemmeno se si scelgono caratteri provenienti dalla medesima famiglia. Per esperienza è consigliato non usare più di tre caratteri diversi in una pubblicazione che verrà guardata con un unico colpo d’occhio, per dare movimento utilizzate le variazioni del medesimo carattere e se invece ricorrete ai caratteri diversi, applicateli ai differenti livelli del documento. (vedere esempio 3 il primo usa più font il secondo solo tre) I caratteri che hanno stile similare dovrebbero essere tenuti separati facendo leva sul corpo; per esempio si potrebbe tranquillamente usare il Baskerville per i titoli e il Times New Roman, che gli assomiglia, per il testo, ma sarebbe rischioso usare in questo caso Times New Roman per i sottotitoli perché si avvicinerebbero troppo ai titoli in Baskerville, inducendo il lettore a metterli a confronto. Più sono diversi i caratteri, più vicini possono essere come corpo. Tenere presente anche che quando i due caratteri sono diversi tra loro, quindi quando la differenza è chiara non vi è alcun bisogno che la frase che segue l’inserimento di un sottotitolo venga tenuta separata dal testo. Fissare il corpo del font e i margini in modo che ogni riga sia costituita da un minimo di 30 ad un massimo di 90 battute Dopo aver stabilito i margini e il corpo del font prescelto, occorre calcolare il numero di battute (di lettere) contenute nella riga media (per fare questo calcolo occorre sommare le lettere (anche gli spazi) di cinque righe e dividere il numero per cinque, se si arriva a più di novanta sono troppe (il lettore faticherebbe a leggere) se sono meno di trenta (l’occhio del lettore subirebbe un movimento franetico). Controllare due volte le dimensioni del font prescelto I font vengono valutati secondo un’unità di misura chiamata “punto”, che corrisponde a 0,376 millimetri. Dodici punti fanno un “cicero” adottato come unità di misura nel campo della progettazione grafica. Questo teoricamente perché si può notare che a parità di punti i caratteri non hanno la stessa dimensione, il motivo è dato che il punto non misura l’altezza delle lettere, ma una parte del font che non esiste più. Storia: il sistema si è sviluppato quando tutti i caratteri venivano fusi con il metallo. Quella parte di ciascun carattere destinata a essere impressa su carta per lasciarvi l’impronta voluta veniva fusa in un blocco chiamato corpo. La grandezza del punto di un font si riferiva alla grandezza del medesimo e non a quella del carattere che veniva stampato.Quindi anche se i font ottenuti dal computer non hanno alcun corpo da misurare, il sistema è stato conservato. Un’altra differenza tra font della stessa dimensione in punti è che alcuni sono molto più larghi di altri, quindi occupano più spazio rispetto ad un altro, quindi un carattere per esempio in corpo 12 può arrivare a essere sino al 20% più grande d’un altro e di conseguenza il documento risulterà del 20% più lungo. È importante prima di decidere un determinato font per l’intero documento stampare alcuni paragrafi con differenti font, con varie misure di interlinea e spaziature, solo mettendo a confronto il tutto si potrà trovare il giusto modello per rendere il più leggibile possibile il documento. (vedere esempio 4 Non giustificare le colonne strette Se una colonna stretta è giustificata, gli spazi fra le parole risulteranno troppo larghi perché il testo da sistemare è più breve. Questo provoca i “cataletti” cioè quegli spazi bianchi fra le parole che vanno a formare un canale verticale lungo la colonna e rendono difficile la lettura del testo. Nnnn nn n n nn n fgfgffffffff fgfgfg f g eg f g j y7jh gdgjkbnm n n n n nn fg teg fgfgfg fgfgfg fg f thn nhnm mnm mn g fg f g fg eg f g gf gte y tj u j the frhrthygtghyjuuk mn se g erg deg d fg r g df re dfg er g yikikiuk ikui k ik nnnnnhnhhnn e tr g df ffg fg hhh h jutj tuj uj ikuik ik ik i k tik mhhn fgfgfgfgfgfgf tuj t yk t yk t j t yuk nnhnhnnhnhn fgfgfgfgfgfgfg yjjyjiukjuuukuuk ty k tyuk uyk k hnhhnh fgfgf fgfg fgfgf u nuu uk yu k yuk tyu k hhrherhrhhh fg ukukukukuykkuk yk tyujk ty uj ty yhyhyy yg unn uj tyuj t uyj y jyu yhryhry y j yhyhyhyyyyhyho fgfg fgfggg fgfg tj un ukuikukuhh tjjyj nnnu nnn mnmn efn m nh per poter giustificare una colonna occorre i le battute siano almeno 40 meglio se di più. Aumentare lo spazio fra le righe quando i caratteri sono di difficile lettura Lo spazio compreso fra due linee di stampa viene detto interlinea, lo si misura in punti e va da una linea di base a quella successiva. La linea di base è quella linea immaginaria su cui si possono le lettere minuscole e da cui partono poi i tratti discendenti. Aumentando lo spazio fra le righe migliora la leggibilità in due modi. Primo, separa nettamente ogni riga dalle altre, rendendo più agevole la ricerca della riga successiva; secondo aggiunge spazio al di sopra e al di sotto delle parole.