Editoriale - Suore Missionarie

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Editoriale - Suore Missionarie
Notiziario della Provincia Italiana e della Regione dell’Europa Occidentale Anno 5 ‐ N. 1 – Febbraio 2015 Editoriale «Quando il popolo di Dio si converte al suo amore, trova le risposte a quelle domande che con‐
tinuamente la storia gli pone. Una delle sfide più ur‐
genti sulla quale voglio soffermarmi in questo Mes‐
saggio è quella della globalizzazione dell’indiffe‐
renza. L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani. Abbia‐
mo perciò bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano.» (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2015) Il tempo quaresimale ci invita alla preghiera, alla riflessione, alla revisione della nostra vita e del‐
la nostra Missione perché possiamo, insieme, anda‐
re verso la Pasqua con animo sollevato e sereno. Papa Francesco esortandoci a “Rinfrancare i nostri cuori”. Ci avverte che: «L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani. Abbiamo perciò bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano.» E ci dice che se c’è questa “conversione”, allora si trovano le risposte an‐
che se non esaurienti e complete. Siamo invitate perciò a “trovare risposte”, alla sofferenza che ci circonda, alle sfide che premono alle nostre spalle, alle propo‐
ste fatte dal Capitolo Generale 2014, alle provocazioni che ci giungono da un an‐
no dedicato alla Vita Consacrata Per questi inviti la Provincia Italiana si è messa in cammino anche se a pic‐
coli passi. Una prima risposta al dramma dei nostri fratelli Migranti, la Provincia ha iniziato a darla con l’iniziativa di Palma di Montechiaro che vede come privile‐
giata collaboratrice una MLC: Antonietta Scopelliti. Nei giorni scorsi anche la Ma‐
dre Generale, Sr. Barbara, e la Madre Provinciale, Sr. Annita, sono andate a Pal‐
ma di Montechiaro per una breve visita. Si continuano inoltre, gli incontri per le Nuove Forme di Governo che si dovrebbero prevedere per i prossimi anni, mentre si lavora per dare nuova linfa alla Vita Consacrata. Le proposte del Capitolo Generale prendono consistenza anche con im‐
portanti Incontri che la Curia Generale farà a Codogno, per la Formazione e con le Superiore Provinciali, dopo Pasqua; mentre nel mese di Luglio avremo la gioia 1
di avere in Italia un gruppo di Juniores dell’Etiopia per un approfondimento del Carisma e della Storia dell’Istituto. Anche l’EXPO di Milano 2015 ci suggerisce iniziative parallele e a nostro li‐
vello, per riflettere e valorizzare il Tema che vedrà 145 Paesi interrogarsi sopra la nostra responsabilità nel nutrire il Pianeta. Così si esprime uno dei siti internet: “Expo Milano 2015 vede protagonisti i Paesi di tutto il mondo che sono stati invitati ad intraprendere il Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. L’alimentazione, tema vitale e quotidiano per l’intera popolazione mondiale, por‐
ta con sé profonde problematiche. Ogni Paese, partendo dalla propria cultura e dalle proprie tradizioni, è chiamato a interrogarsi e a proporre soluzioni rispetto alle grandi sfide legate alla prospettive dell’alimentazione”. La Provincia Italiana non vuole essere estranea a questa responsabilità, cosciente che Expo Milano 2015 sarà l’occasione per riflettere e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo: se da una parte c’è ancora chi soffre la fame (circa 870 milioni di persone denutrite nel biennio 2010‐2012), dall’altra c’è chi muore per disturbi di salute legati a un’alimentazione scorretta e troppo cibo (circa 2,8 milioni di decessi per malattie legate a obesità o sovrappeso). Inoltre ogni anno, circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate. Per questo motivo servono scelte politiche consapevo‐
li, stili di vita sostenibili e, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguar‐
dia, sarà possibile trovare un equilibrio tra disponibilità e consumo delle risorse. A Codogno, per l’occasione si allestirà una Mostra Missionaria dal titolo: “Alla mensa del Pane e della Parola”, che illustrerà il lavoro missionario condotto dalle Missionarie del Sacro Cuore in terra africana. L’obiettivo della Mostra è quello di partecipare consapevolmente allo sforzo che si cerca di fare da ogni parte per favorire una società più giusta e fraterna e convertire le strutture di peccato. Nella Lettera che la Superiora Generale, Sr. Barbara, ha inviato alle MSC, ha scritto: «Come richiesto dalle Conclusioni e dallo Spirito del Capitolo, si cerca di porre un particolare impegno per rafforzare la nostra presenza in Africa. Noi ri‐
conosciamo che questo è un “altro luogo” dove si possa vivere “la logica evange‐
lica del dono, della fraternità, dell’accoglienza della diversità, dell’amore recipro‐
co.” (Lettera Apostolica). Sono veramente grata per il lavoro svolto dalle Sorelle delle diverse Province e Regioni nelle Missioni dell’Africa, spesso a scapito del proprio luogo di origine.» Papa Francesco così raccomanda in uno dei suoi Messaggi per la Giornata dell’Alimentazione: “Solo se si è solidali in modo concreto, superando visioni egoistiche e interessi di parte, anche l’obiettivo di eliminare le forme di indigenza determinate dalla mancanza di cibo potrà finalmente essere raggiunto. Solidarie‐
tà che non si riduce alle diverse forme di assistenza, ma che opera per assicurare che un sempre maggior numero di persone possano essere economicamente in‐
dipendenti. Tanti passi sono stati fatti, in diversi Paesi, ma siamo ancora lontani da un mondo in cui ognuno possa vivere in modo dignitoso.” (Papa Francesco) 2
SANTA FRANCESCA CABRINI E L’EXPO DEL 1906 Nell’EXPO che si tenne dal 28 aprile all'11 no‐
vembre del 1906 a Milano, si celebravano i successi dell’industria italiana proiettata verso l'Europa e il mon‐
do, mostrando un'immagine nuova, moderna e di un'Ita‐
lia che cresceva, proiettata verso il futuro di cui il traforo ferroviario del Sempione era uno dei simboli più lam‐
panti. I Paesi partecipanti furono tra i 24 e 26, tra cui: Austria, Ungheria, Germania, Francia, Svizzera, Inghilter‐
ra, Olanda, Portogallo, Turchia, Canada, Cina, Russia e Giappone. Madre Cabrini era in quel momento occupatissi‐
ma da fondazioni, tra le quali il nuovo Orfanotrofio di New Orleans che era stato teatro del suggestivo raccon‐
to della visita che Madre Cabrini aveva fatto al Capitano Pizzati. Infatti la Madre trovandosi a New Orleans nella tristissima situazione di cui era stata colpita la colonia italiana che aveva visti linciati undici italiani accusati ingiustamente di aver ucciso il capo della polizia, aveva deciso di raccogliere tutti i bambini che si trovavano sulle strade o senza genitori o perché questi erano costretti a lavorare tutto il giorno; senza soldi, senza casa aveva visitato il Capi‐
tano Pizzati conosciuto come uomo ricco e senza figli. Durante la visita, quando il Capi‐
tano – credendo che la Madre volesse fargli adottare un bambino ‐ aveva accennato che per quel momento non si sentiva di adottare nessun bambino, sentì proporsi da Madre Cabrini la possibilità di adottarne 65 “per incominciare” … il resto si può imma‐
ginare. C’erano però per Madre Cabrini, altre situazioni molto delicate dell’Istituto e anche la recente celebrazione del 25° anniversario di Fondazione che si protraeva per tutto il 1906 e, soprattutto l’intenso lavoro per fare approvare definitivamente le Re‐
gole dalla Santa Sede. In una lettera del 6 Febbraio del 1906 scriveva a Madre Diotti: «Domenica passata 4 abbiamo fatto la festa di inaugurazione della Casa regalata dal Sig. Pizzati, fu una festa splendida. Erano presenti tutte le au‐
torità ecclesiastiche e secolari. Il sabato telegrafai al Cardinal Merry del Val perché chiedesse la benedizione del Santo Padre in tale occasione, ed egli me la mandò con telegramma che giunse proprio quando si incominciava la festa. C’erano presenti più di 2 mila persone e fu un grande entusiasmo in tutti alla lettura del telegramma.» Tutti conosciamo quanta fatica aveva fatto la Madre Cabrini per ingraziarsi il Capitano Pizzati in favore dei suoi orfani di New Orleans. Ma allo stesso tempo la Ma‐
dre lavorava intensamente per ottenere l’approvazione definitiva delle Regole e quindi del suo Istituto. Questo lavoro che culminerà con l’approvazione nel Luglio del 1907, fu intriso da grandi sofferenze per la Madre Cabrini, sofferenze provocate da un piccolo gruppo delle Sue Missionarie che – sobillate anche da qualche ecclesiastico ‐ stavano preparando lettere contro di lei e la sua gestione dell’Istituto, da portare alla Sacra Congregazione dei Religiosi. Probabilmente la Madre si accorse in tempo di questo fat‐
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to, come possiamo arguire dai sentimenti espressi a Madre Diotti sulla “fedeltà” delle sue Missionarie e sappiamo anche, dalla corrispondenza stretta che aveva con le Suo‐
re, chi era che stava gestendo quella ribellione. Nell’Istituto non si parlò mai di questo fatto, né se ne voleva parlare anche perché, approvato l’Istituto, alcune delle Religiose responsabili dell’increscioso tentativo, si erano pentite e continuarono la loro vita reli‐
giosa riaccolte amorosamente dalla fondatrice come se nulla fosse accaduto. Nonostante la frustrazione che causava alla Ma‐
dre quell’assurdo comportamento di alcune sue Figlie, la sua tenacia nel difendere l’Istituto, che lei diceva “opera del Sacro Cuore”, dagli attacchi dei nemici, la rendeva an‐
cora più decisa a provocare eventi che potessero dimo‐
strare il contrario di quanto si tramava contro di lei. Per questo, sebbene assillata da tante situazioni dolorose, decise di partecipare all’EXPO del 1906 che si celebrava a Milano. Lei stessa spiega al Vescovo di Lodi, Mons. Giovanni Battista Rota, che era stato l’Arcivescovo di Milano, il Card. Andrea Carlo Ferrari, a suggerirle di presentare le Opere realizzate in favore degli Emigranti Italiani, nel Padiglione del “Lavoro degli Italiani all’Este‐
ro”. Infatti nel febbraio del 1906 il giornale ufficiale del Comitato esecutivo dell'Esposizione annunciava il varo della Mostra degli italiani all'estero scrivendo: "Fra le più geniali proposte accolte devesi menzionare quella che dia campo ai milioni di italiani stabilitisi all'estero, o di là rimpatriati, di far conoscere ed apprezzare alla patria tutta l'opera loro fuori dei confini". Sulla scia di quanto era stato già fatto a Genova in occa‐
sione dell'esposizione colombiana del 1892 e all'Esposizione di Torino del 1898 si pro‐
gettava dunque di dare spazio e opportunità agli esiti dell'emigrazione italiana. Ambe‐
due queste EXPO citate dal giornale erano conosciute e forse erano state anche visita‐
te dalla Madre Cabrini, poiché scrivendo ad una Suora come doveva esporre le cose, le menzionava l’EXPO di Torino. La mostra chiamava quindi i protagonisti dell'emigrazione a presentare i risulta‐
ti raggiunti, perseguendo esplicitamente due obiettivi: quello di offrire una vetrina del‐
le potenzialità produttive e commerciali dell'emigrazione, possibile moltiplicatore dell'economia italiana, e quello di rappresentare in tal modo una più grande Italia, che oltre a quella racchiusa entro i confini statuali comprendesse anche quella delle molte destinazioni dell'attività svolta dagli italiani all'estero nel presente e nel passato. L’intenso lavoro di Madre Cabrini e l’operosità delle sue Missionarie, permise così che si potesse avere all’EXPO uno spazio per esporre le opere prodotte negli Stati Uniti, in Argentina, in Brasile, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, in Centro America. Come si poteva immaginare, Madre Cabrini non fu contenta dell’“spazio” che le avevano riservato e così scriveva nella stessa lettera al Vescovo di Lodi: «Siccome poi il posto conceduto alle Suore era troppo ristretto per il numero degli oggetti da esporsi, mi sono affrettata a venir qui da Roma per ottenere, come mi è riuscito di fare, maggior spazio.» Prima di arrivare in Italia, comunque, Madre Cabrini non lasciava nulla di intentato per avere il materiale da esporre: 4
«Desidero che prepariate delle belle composizioni per l’esposizione di Milano. Fatele fare dalle Professoresse in fogli grandi, indi riunitele come in un album legate con una bella pergamena e inviatele a Milano alla Direttrice per l’esposizione. Io sarò là prima dell’apertura per vedere la disposizione del nostro reparto. Fa’ fare anche dei bei lavori da M.e Fede, un poco originali allo stesso scopo e spediscili in maggior quantità che potete. Per la spedizione fatti dire dalla Direttrice di Milano il modo per spedire il tutto senza pagar niente perché anche da New York le cose che vanno per l’esposizione non pagano né trasporto né dogana.» Sulle spedizioni si rincorsero lettere e telegrammi che avevano come scopo quello di evitare di pagare: «Col bastimento della Generale che lascia New York il 31 Marzo, partono varie casse di roba per l’esposizione accompagnate da M.e Umilia con un’altra che non so ancora. Fatevi dire quando arriva e manda a incontrarle parlando prima con chi si deve perché le casse devono andare direttamente a Milano senza essere aperte. È vero che al Consolato qui dicono che provvederanno perché vadano dirette senza pagare né essere aperte, ma io non mi fido tanto, è meglio ci pensiate. Io devo fermarmi almeno tre settimane ancora, forse mi imbarcherò col 15 Aprile se posso appena ultimare tutto qui, mando però avanti tutto per arrivare in tempo a mettere in ordine il nostro scomparto all’esposizione. Spero che la Direttrice di Milano avrà pensato a questo. Desidero che sia una cosa fatta bene dacché si fa e tanto più che so che ci saranno occhi indagatori di persone al di qua e al di là del mare. M.e Umilia con un’altra le destinerai a stare a custodire lo scomparto come facevano le Missionarie di Maria a Torino, che credo tu pure hai veduto. Da New Orleans deve arrivare a Genova o sarà già arrivato un pezzo grosso di tronco d’albero pietrificato. Speditelo subito a Milano per il nostro scomparto.» Così scriveva il 21‐ 3 – 1906. Il 31 Marzo due Missionarie partivano dagli Stati Uniti con altre casse piene di oggetti e album testimonianti il lavoro delle Suore. Le raccomandazioni poi si moltiplicavano perché le Suore mettessero bene esposte le cose: «i lavori per l’esposizione sono già partiti per Milano con M.e Umilia che va a mettere al posto tutto per farli comparire più bene.» Toccò infatti a Madre Umilia Capietti, una Missionaria partita con Madre Cabrini per gli Stati Uniti nel 1889, a sistemare in modo estetico i lavori e le composizioni preparate. Non sappiamo esattamente come erano queste composizioni, sappiamo però che molte cose furono poi usate per il Museo allestito a Roma in occasione della sua beatificazione e qualche album con la raccolta di preziose Pergamene dipinte a mano dalle Suore, è ancora visibile al Museo di Codogno (Lo). La Madre parla anche di fascicoli, pergamene, fotografie, riconoscimenti alcuni dei quali erano firmati da personalità come il Commissario dell’emigrazione, il Capitano Giuseppe Pizzati, i 5
Vescovi e Cardinali che conoscevano e ammiravano Madre Cabrini. I fascicoli dovevano certamente essere dei dépliant con le spiegazioni necessarie, per questo scriveva: «Spero che avrai già spedito i fascicoli, ce ne vogliono tanti perché all’Esposizione di Milano sono molto ricercati essendo che la nostra piace più di tutte e la gente accorre da ogni parte. Il tronco pietrificato poi è la meraviglia di tutti». Il famoso tronco rimase poi presso l’Istituto Cabrini di Milano fino a qualche anno fa quando venne trasportato nella Casa Natale di Sant’Angelo Lodigiano. La Madre ne descrive la bellezza in una lettera alle alunne del Magistero di Roma nel febbraio del 1906, parlando della fo‐
resta pietrificata mentre viaggiava nel deserto dell’Arizona: «Uno di questi alberi, col tronco ancora in‐
tatto, è caduto attraverso di un burrone della larghezza di 45 piedi in modo da formarvi quasi un ponte, e la cima e la radice sono sepolti nella sabbia, il che vi dà un'idea della sua altezza. Avrete certo curiosità di vedere questo bel legno pietrificato ed io per soddisfarvi ve ne porterò un pezzo al mio ri‐
torno.» L’Esposizione si inaugurò il 28 Aprile 1906, ma Madre Cabrini vi giunse in giugno e scrisse a Madre Diotti il giorno 27: «Prima di tutto ho gridato tanto col Comitato dell’Esposizione fino a che ci hanno conceduto un altro pezzetto di posto e dopo tre o quattro giorni al mio arrivo, mentre stavamo regolando i lavori venne il Presidente dell’Esposizione, il Commendatore Celeria a dire che la Regina Madre in po‐
chi minuti sarebbe stata da noi a visitare la mostra e che io dovevo fare gli onori di Casa. Venne infatti, visitò minutamente tutto meravigliandosi dei belli e svariati lavori e delle curiosità, mi chiese se ero io la cugina di Depre‐
tis e quella che sostiene il Magistero di Roma, dicendo che la Somaglia glie‐
ne parla frequente e sa che è un’opera bella. Il seguito di principi, marchesi e conti milanesi erano meravigliati a vedere la Regina tanto familiare con me e, mentre andava negli scomparti degli altri, venivano a pregarmi di se‐
guirla; io però mi sono scusata per non farlo. Non par vero, vengono persi‐
no da lontani paesi per visitare il nostro scomparto che interessa tante per‐
sone.» Madre Cabrini scrisse poi a Madre Diotti nel luglio del 1906, parlando di una delle tante feste organizzate per il 25° anniversario della Fondazione dell’Istituto: «Il telegramma ieri era fatto da Merry del Val: molto bello. Qui fu una festa grandiosa, parlarono quattro grandi oratori e in fine il Cardinal Ferrari. Al‐
cune persone vennero dicendomi perché non invitavo la Regina Madre, la quale era informata della festa che si faceva, io mi scusai in qualche manie‐
ra ma io non mi sentivo d’invitarla. Quando saranno d’accordo col Santo Padre allora faremo ai Reali gran festa.» In realtà lo scopo principale della Madre nel mettere in mostra le sue opere era quello di “far fare bella figura” alla Chiesa che vedeva molto discussa specialmente ne‐
gli Stati Uniti e dove le opere dei Cattolici erano ritenute inferiori. Il suo successo in 6
America era dovuto ai tanti sacrifici che lei e le sue Missionarie facevano per il bene della gente più emarginata in quel tempo, ma anche per l’immagine che la Madre Ca‐
brini desiderava dare della Chiesa. Alle stesse alunne del Magistero aveva scritto: «Pregate che tutti i fedeli docili ascoltino la voce del Vicario di Gesù Cristo. Pio X, il quale conscio di questi grandi mali che cercano di far crollare la so‐
cietà dalle sue fondamenta, si è proposto di restaurare ogni cosa in Cristo. Forte della fortezza di Dio, assistito com'Egli è dallo Spirito Santo. Egli non mancherà di compiere nella Chiesa l'alta missione a cui Dio lo ha eletto; ma nello stesso tempo quante fatiche deve sostenere, quante cure, quante pene angosciano il suo cuore, preoccupano la sua mente nell'arduo compito! Al‐
meno si veda egli confortato dall'amore e dall'obbedienza dei suoi figli, e trovi in tutti quella cooperazione che è necessario che gli venga prestata da ciascuno; questa cooperazione renderà possibile l'effettuarsi dei santi dise‐
gni del Papa, e l'arrestarsi di questa colluvie di mali che minacciano di copri‐
re il mondo.» Nel gennaio del 1907 la Madre ricevette un Diploma di “Gran Premio” conferito dalla Giuria degli “Italiani all’Estero” e così risponde: «Onorevole Signore, Ho ricevuto la comunicazione colla quale Ella si degna avvisarmi del Diploma di Gran Premio assegnato al nostro Istituto dalla Giuria degli “Italiani all’Estero” di cui Ella è benemerito Presidente. Mentre la ringrazio della sua cortesia, l’assicuro che questa distinzione ci sarà di eccitamento a lavorare con maggiore alacrità ad un’opera che ci è tanto cara quale si è quella di far del bene ai nostri fratelli italiani che vivono lungi dalla Patria. Il nome dell’Istituto è: Missionarie del Sacro Cuore di Gesù fondato dalla Madre Francesca Saverio Cabrini. La prego ad avere la bontà di mandar qualsiasi notificazione come pure il diploma al mio indirizzo: Via Montebello 1, Roma, così potrò farle pervenire più sollecitamente la risposta.» Il Diploma è visibile presso il Museo Cabriniano di Codogno. 7
ANNO DELLA VITA CONSACRATA
INCONTRO INTER‐COMUNITARIO A ROMA Sabato, 21 febbraio, si è realizzato presso la Casa Provinciale di Roma, Via Sici‐
lia, il primo degli Incontri programmati dalla Provincia, sulla Vita Consacrata. Erano presenti 21 Suore provenienti dalle Comunità di Rieti, di Roma (Conventino, Gordiani, Via Sicilia e Curia) e due Sorelle di Torino. Come uno squillo che ridesta, il 21 febbraio ci ha radunate per pregare e riflet‐
tere sullo specifico della nostra vocazione e rispondere all’appello del Papa. Il sacerdote relatore, il Rev.do Don Fabrizio, Parroco della Parrocchia Regina Coeli di Rieti, ha puntualizzato l’essenzialità della vita consacrata: perché esiste nella storia della chiesa e che cosa significa, a che cosa mira rispetto a tutti i battezzati. Essa è chiamata ad esprimere quel di più di amore a Cristo e a perseguire il primato di Dio. Ecco perché il Papa ci chiede con passione di “svegliare il mondo”. Il Papà ci invita a fare memoria grata del passato con le sue ombre e le sue luci e ci addita una eredità: la storia che ci interpella. Ma è il presente che ci incalza, è l’oggi di Dio. Siamo chiamate a vivere responsabilmente questo momento per essere con Cristo speranza della chiesa che avanza faticosamente per i sentieri della storia soste‐
nuta dal sangue dei martiri e dal magistero di Pietro. Donne di speranza dunque alimentate dalla preghiera come ricerca del volto di Dio, come anelito dell’abbraccio amoroso del Signore che fa vibrare le corde del nostro cuore capace di ovviare la banalità del vivere quotidiano. È la preghiera dell’afflato missionario che assume il dolore del mondo e le istanze del Regno. Speranza della chiesa che è speranza anche dell’Istituto che affidiamo al futuro di Dio. Nel pomeriggio, la riflessione è stata te‐
nuta da Sr. Maria Regi‐
na, Assistente Generale, la quale ha fatto riflet‐
tere il gruppo sulla spiri‐
tualità di Madre Cabrini. Dopo la riflessione per‐
sonale e in gruppo si è condiviso fra tutte quanto il Signore aveva ispirato. Con la preghie‐
ra comunitaria, basata sul Salmo 138: “Signore, tu mi scruti e mi cono‐
sci”, si è conclusa la giornata. 8
LA LUNIGIANA SI RICORDA DI NOI
Lettera della giornalista di Pontremoli che ha inviato il Corriere Apuano a Sr. Agnese, MSC di Sant’Angelo Lodigiano Carissima Madre, onorata inviarLe copia no‐
stro settimanale cattolico, molto atteso dai tanti nostri emigranti, riportante notizie rela‐
tive alla grande Francesca Cabrini. Possiamo dire, con fierezza, che fra la nostra terra di Lunigiana e Sant’Angelo Lodigiano c’è un so‐
lido filo Rouge che ci unisce. Già in passato avevamo dato spazio alla missione della San‐
ta Madre Cabrini poiché costì, fra le monta‐
gne e le Alpi Apuane, restano di lei indicibili ricordi. Luoghi e scuole ne ricordano la lumi‐
nosa figura. Inoltre molti nostri conterranei hanno trovato lavoro ed ospitalità nelle zone del Lodigiano proprio secondo lo stile evan‐
gelico‐missionario di Francesca Saverio Ca‐
brini che ha speso la vita affinché trionfasse la dignità umana e la giustizia, soprattutto per le persone più fragili, più deboli, più sfor‐
tunate. Il nostro settimanale diretto con competenza dal direttore Antonio Ricci, di cui faccio parte da 35 anni, ha voluto rende‐
re onore alla Santa ed abbracciare tutti i no‐
stri emigranti che, pur nella solitudine della lontananza, mai hanno scordato le radici a cui tornano con rinnovato affetto fino al giorno in cui si fermeranno per rimanere ac‐
canto agli avi, in attesa della Risurrezione. Emigranti legati alla Santa Cabrini il cui quadro spicca nelle nostre chiese e negli oratori di campagna. Nell’augurarLe buon lavoro, cara Ma‐
dre Superiora, chiedo una preghiera affinché anche nell’impegno giornalistico, sia capace di rendere onore alla verità Un abbraccio Ivana Fornesi 9
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È PER FRANCESCA
Dagli Stati Uniti un aiuto al Duomo di Milano
Dall’Osservatore Romano, del 22 ‐ 2 ‐ 2015 L’aiuto viene da lontano e proprio per questo sta a signifi‐
care che non c’è distanza geografica che possa ostacolare iniziati‐
ve di valore. Da New York, infatti, è partita una raccolta di fondi per il restauro della statua di santa Francesca Cabrini, che svetta su una delle guglie del Duomo di Milano. Tale iniziativa è scattata nei giorni scorsi grazie a International Patrons of Duomo di Mila‐
no, organizzazione no profit che — dal decimo piano del numero 403 di Park Avenue — non perde mai di vista Milano, la sua storia, e quindi il suo monumento simbolo. La scelta di restaurare la statua di madre Cabrini — l’obiettivo è di raggiungere quota centocinquantamila dollari — è strettamente collegata alla storia della santa, la prima con cittadi‐
nanza americana, che proprio in questo continente diede vita al grande impegno di accogliere i tanti migranti dall’Italia. Questo legame si è trasformato, nel tempo, in profonda devozione: particolarmente sentita a New York, dove madre Ca‐
brini arrivò nel 1889, fondando un orfanotrofio. E, a seguire, scuo‐
le e ospedali, come il Columbus Hospital e l’Italian Hospital, che negli anni Ottanta furono uniti nel Cabrini Medical Center. Sul suolo statunitense Francesca fondò settantasette istituzioni, da New York a Chicago, da New Orleans a Denver, da Los Angeles a Philadelphia. Alla gara di solidarietà in omaggio alla patrona dei migranti tutti possono partecipare: il mondo è invitato. Tramite la piatta‐
forma di donazione on line Foritaly.org, con una donazione di cinquanta dollari. Il Lodigiano, e in particolari i comuni di Sant’Angelo e Codogno, dove madre Ca‐
brini ha fondato l’istituto delle missionarie del Sacro Cuore di Gesù, plaude a tale ini‐
ziativa. Ma l’attenzione per madre Cabrini non si ferma qui. Nel 2017, infatti, ricorre il centenario della sua morte, e il Lodigiano si è già mosso chiedendo, tra l’altro, l’emissione di uno speciale francobollo dedicato alla patrona dei migranti. Intanto, il 25 febbraio, presso l’istituto italiano di cultura di Bruxelles, avrà luo‐
go l’esposizione «La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano — una grande storia ita‐
liana». Nell’occasione la Fabbrica presenterà il proprio grande racconto lungo sei secoli nel cuore dell’Europa. Si tratta di un affresco che va alle sorgenti della storia di Milano, per «riaffermare l’energia» di un monumento che, nei secoli, è stato eletto come pila‐
stro della città, centro di fede e di abbraccio tra il territorio e il resto del mondo. Tra le grandi mura del monumento, da Leonardo da Vinci a Napoleone, da Jo‐
hann Christian Bach ai contemporanei, fino alle trasformazioni tecnologiche, la Vene‐
randa Fabbrica è sempre stata al servizio del culto e della città, nel segno di una conti‐
nua ricerca del bello e di nuovi linguaggi con cui misurarsi. 11
Dalla RUSSIA: Giornata della Vita Consacrata 2 Febbraio 2015 ‐ UNA GIORNATA MEMORABILE Nell'ambito dell'Anno della Vita Consacrata, la nostra Diocesi di Novosibirsk ha organizzato una tre giorni su "Il ruolo della vita consacrata nella Chiesa di oggi". Vi hanno partecipato molte suore delle va‐
rie comunità della Siberia. L’incontro si è concluso con la solenne festa del 2 Feb‐
braio. La giornata ha avuto inizio con la Celebrazione delle lodi, subito dopo l’esposizione di Gesù Eucarestia fino alla Celebrazione della Messa. All’inizio della celebrazione è stato interessante il coinvolgi‐
mento di tutte le suore. Tutte siamo andate in fondo alla Chiesa ad accendere la nostra candela, benedetta dal Vescovo, al cero Pasquale. Essa rappresentava la luce che ha portato Gesù per illuminare ogni uomo. Con questa Luce, nella quale abbiamo posto tutti i doni ci siamo messi in cammino verso l'Altare del Signore custodendola prezio‐
samente, e lì, abbiamo riconsegnato al Signore i suoi doni, affidandoli alla fiammella. La Parola di Dio ci ha fatto riflettere sul mistero della Presentazione di Gesù al tempio. Alla fine della Messa una foto ricordo assieme al Vescovo Mons. Joseph Werth e quindi dopo una breve pausa il pranzo. 12
Quanta gioia nel vedere tante piccole comunità religiose che abitano questo territorio, superando disagi e difficoltà di ogni genere per essere presenti a questo grande giorno dedicato alla Vita Consacrata. Qui la presenza è vera testimonianza di una vita fattasi dono. Qui si può manifestare la fecondità di una vocazione/missione che è “accogliere il dono che è Dio”, “accogliere Dio come dono”. Qui si vede la traccia di un cammino di rinascita e di rinnovamento spirituale per tutti. Facciamo di tutto nel nostro apostolato per servire la nostra Chiesa sparsa su un territorio molto esteso con tanti segni di fragilità e povertà; un territorio considera‐
to da tanti area di periferia e da noi luogo di incarnazione, terra da abitare e da amare. Solo l’amore per l’ultimo, il debole, il povero può spiegare le ragioni del nostro servizio. Operare in comunità piccole è servire il Signore umile e povero, è vivere e testimoniare con coraggio il Vangelo, è essere germe di speranza per questa terra. Ci accompagni la Vergine Maria ad essere donne che si spendono per gli altri nel donare la grazia e la bellezza del Vangelo. Ringrazio molto il Signore per la nostra consorella Suor Tatiana alla quale è sta‐
ta affidata dal Vescovo tutta l’organizzazione dell’incontro Diocesano di tutte le suore e del giorno festivo del 2 Febbraio. Non ha risparmiato fatica o altro. Ha dato a tutti la giusta attenzione tanto da stimolare altri a impegnarsi a collaborare di più nel servizio alla Chiesa Diocesana. Sr. Assunta Scopelliti, msc 13
Palma di Montechiaro:
Apertura del Centro Interculturale “Madre Cabrini”
CON DIO NOI FAREMO COSE GRANDI Con Dio oggi abbiamo potuto fare nel nostro piccolo qualcosa di straordinariamente attuale. Tra gli scritti di Santa Francesca Cabrini specialmente “I Viaggi ‐ Tra un'onda e l'altra”, mi ha colpito questa frase che mi ha fatto molto riflettere: “TUTTO POSSO IN COLUI CHE MI DÀ FORZA, CON DIO FARÒ COSE GRANDI”. Questa espressione caratte‐
ristica della Santa come dice lo scrittore Igino Giordani: E’ una convinzione, la quale spiega il successo delle sue opere e il modulo della sua pedagogia. Per sé ella è niente; ma colma il vuoto con la grazia di Dio e Dio è tutto. Così fece Maria; così vuole che fac‐
ciano le Missionarie del Sacro Cuore, e così sicuramente desidera Santa Francesca Ca‐
brini anche dai laici che la seguono. Dopo questa breve premessa descrivo quanto è accaduto in Palma di Monte‐
chiaro. L’Associazione, come già da molti è conosciuta, opera e vive con la Chiesa loca‐
le il ritmo pulsante del territorio palmese. E’ sempre in costante ascolto alle domande che arrivano dal vissuto quotidiano. Si mette in atteggiamento di servizio nell’aiutare quanti si trovano in stato di sofferenza. Collabora alle varie espressioni della vita co‐
munitaria parrocchiale. Fa propria l’esigenza del servizio missionario a tutti i migranti. Oggi notiamo qualcosa di straordinariamente attuale: Si vedono continuamente flotte di Immigrati, provenienti dall’Africa, dalla Tunisia, dal Marocco, dall’Arabia, dalla Ro‐
mania. Esse ci richiamano all’impegno che come Associazione abbiamo preso facendo nostro il messaggio che ci viene da Madre Cabrini. “Occorre accogliere, educare, for‐
mare, fare appello alla coscienza delle persone, provocare un cambiamento di mentali‐
tà nei cittadini che li ospita‐
no”. A queste parole di Santa Cabrini fanno eco le esorta‐
zioni di Papa Francesco il quale invita tutti a prendersi cura delle persone più fragili e a riconoscere il suo volto sofferente, soprattutto nelle vittime delle nuove forme di povertà e di schiavitù. Il Si‐
gnore dice: «… Ero straniero e mi avete accolto”. E conti‐
nua il Papa di non trascurare i migranti ed i rifugiati, i quali cercano di lasciarsi alle spalle dure condizioni di vita e peri‐
coli di ogni sorta. 14
Come Associazione Missionaria Santa Francesca Cabrini, ci siamo sentiti chia‐
mati in causa. Eravamo a conoscenza di un gruppo di giovani africani, che vivevano in un luogo indegno, senza porte e senza servizi, l’ex‐macello, un ambiente inumano! Pensando alla frase “TUTTO POSSO IN COLUI CHE MI DÀ FORZA, CON DIO FARÒ COSE GRANDI”, e imitando Santa Francesca Cabrini, abbiamo riposto tutta la fiducia in Dio. Personalmente ho avuto la fortuna di partecipare i primi di Dicembre a Codogno all’Assemblea Annuale Suore e Laici. Alle Suore ho presentato tutta la situazione che stavamo attraversando in quel tempo. Ho preso contatti con la Superiora Provinciale Suor Annita e subito con il suo beneplacito ci siamo messi a cercare una casa. Gli sforzi, le ansie, e le preoccupazioni di ogni genere non ci lasciavano. Le suore però continua‐
vano a darci speranza e a incoraggiarci alla ricerca di una casa. La nostra preoccupazio‐
ne era uno degli obiettivi che diventava sempre più un urlo a squarcia gola contro qua‐
lunque forma di razzismo e di discriminazione, un sogno che divenisse realtà quanto prima. Finalmente la casa l’abbiamo trovata. Oggi con il contributo dell’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù di Madre Cabrini, questo nostro grido è diventato un grido di gioia che apre alla fratellanza, alla solidarietà e all’amicizia. Il nostro sogno è diventato realtà. Il modello di Santa Francesca Cabrini per l’Inserimento dei Migrati del nuovo mondo costituisce per noi oggi “UNA RISPOSTA CONCRETA DELL’ATTIVITÀ CARITATIVA DELLA CHIESA CATTOLICA”. Come Lei armata di singolare audacia ad aiutare gli emigranti, anche noi vogliamo difendere la dignità di quanti sono costretti a vivere lontano dalla loro Patria. Questa nuova abitazione dei nostri fratelli africani l’abbiamo voluta chiamare CENTRO INTERCULTURALE ‐ MADRE CABRINI nello spirito dell’esortazione che il Papa Francesco fa sui fratelli “Migrati e Ri‐
fugiati”. Dice il Papa nel suo messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Ri‐
fugiato di quest’anno: “Del resto, il carattere multiculturale delle società odierne inco‐
raggia la Chiesa ad assumersi nuovi impegni di solidarietà, di comunione e di evangeliz‐
zazione”. Con la grazia di Dio il 4 Gennaio u.s. alle ore 17:00 il Centro Interculturale –Madre Cabri‐
ni sito in Via Nebrodi n. 11 è stato Inaugurato. Erano presenti le Autorità religiosi: L’Arciprete Don Gaetano Montana che ha impartito la be‐
nedizione solenne nei due grandi appartamenti, alcuni sacerdoti delle parrocchie di Palma e al‐
cune suore di congregazioni diverse che risie‐
dono a Palma. Erano presenti le Autorità civili il Sindaco Pasquale Amato e alcuni suoi collabora‐
tori. Ma questo per noi non è tutto. Abbiamo avuto l’onore e la gioia della presenza delle no‐
stre suore. Per la Provincia Italiana erano pre‐
senti: Sr. Maria Regina Canale, Assistente Gene‐
rale, Sr. Franceschina Beccaria da Letoianni con alcuni laici e Sr. Elena Lo Brutto da Codogno. Questo evento ha avuto un momento iniziale molto bello per questa giornata storica di solidarietà: il taglio del nastro in mezzo a tan‐
ti cittadini palmesi, giovani africani e gli animatori dell’Associazione Cabriniana. 15
16
Suor Maria Regina Canale e il Primo cittadino di Palma il Sindaco, festanti hanno inaugurato ufficialmente con il consueto e tradizionale taglio del nastro il Centro per i nuovi ospiti. E’ stata una grande festa contraddistinta e allietata da tutti i partecipanti. Prima del rinfresco uno dei giovani africani ha fatto un canto, come preghiera in lingua araba che ha fatto commuovere tutti. Quando siamo entrati in quella casa, nel volto di quei giovani africani si poteva leggere tanta gioia e dai loro occhi luminosi e profondi scatu‐
riva tanta serenità come testimonianza che si poteva coglierla nelle battute piacevoli piene di arguzia e buon umore. Tutto è terminato con un apprezzato buffet. Dobbiamo dare testimonianza dell’amore di Dio, dobbiamo allearci con Dio, af‐
fidarci totalmente a Lui, confidare nel suo amore. E’ in Dio che le nostre fatiche, le no‐
stre offerte e i nostri sacrifici acquistano significato e trovano soddisfazione. Il nostro grande grazie a Suor Annita Superiora Provinciale, a Suor Maria Barba‐
gallo per tutti i suoi consigli che ci hanno aiutato a non mandare a vuoto il Progetto per i più poveri e all’intera Provincia Italiana che con il contributo, il sostegno e l’appoggio ha favorito la realizzazione del Centro Interculturale Madre Cabrini. Tutto si spiega con la forza impressionante del credere come ci insegna Madre Cabrini: Con Dio possiamo fare cose grandi. Antonietta Scopelliti MLC 17
Palma di Montechiaro
Una Visita molto attesa e graditissima
Venerdì 13 Febbraio abbiamo ricevuto una visita graditissima, annunciata ma da qualche tempo attesa. Finalmente è arrivato il giorno giusto. Le nostre Suore MSC Suor Barbara, Superiora Generale e Suor Annita, Superiora Provinciale sono venuti a trovarci a Palma di Montechiaro. Oltre al piacere di vederle, abbiamo avuto la grazia e la gioia di presentare tutto il nostro lavoro come laici impegnati facenti parte della Famiglia Cabriniana “Santa Francesca Cabrini”. Nel nostro continuo comunicare, questa visita diventava per le suore interessante, soprattutto per la Madre Generale Suor Barbara la quale veniva a conoscenza della nostra realtà che per noi è sempre una esperienza entusiasmante an‐
che se complessa. Dopo aver presentato ogni singolo lavoro siamo andati a vedere il “Centro Ri‐
creativo e Culturale Angeli senz’ali” per l’accoglienza dei bambini rumeni e che si pre‐
sta anche per altri tipi di apostolato. Finalmente le abbiamo accompagnate al “Centro Interculturale Madre Cabrini”. Luogo aperto recentemente il 4 Gennaio c.a. Certamen‐
te questo luogo è stato il motivo principale per cui sono venute, avendo preso come Provincia Italiana e come Istituto in considerazione il lavoro che facciamo con gli emi‐
granti in Palma di Montechiaro. La Provincia Italiana ha dato il sostegno finanziario per questo anno 2015, quindi è stata una giusta verifica da parte loro. Al Centro hanno vi‐
sto alcuni giovani africani rimasti in casa mentre altri erano al lavoro. La‐
voro che questi giovani extracomuni‐
tari fanno, a turno quando vengono chiamati, e che svolgono nelle man‐
sioni più dure e stressanti. Le suore hanno scambiato qualche parola con i giovani i quali timidamente hanno risposto in modo sobrio e moderato. Certamente han‐
no visto la casa nei due grandi appar‐
tamenti piano terra e primo piano. Dopo una brevissima sosta siamo an‐
dati per ristorarci e trascorrere l’ultima ora insieme. Tempo favorevole per scambiarci ancora qualche idea fino al mo‐
mento del saluto. Comunque anche se la visita è stata brevissima siamo contente e molto grate alla Superiora Generale Suor Barbara e a suor Annita per essere venute a vedere e valo‐
rizzare le iniziative che come Associazione Missionaria Santa Francesca Cabrini ci impe‐
gniamo per cercare di aiutare i tanti che hanno bisogno. Antonietta Scopelliti MLC 18
MILANO – ISTITUTO CABRINI
“LA NOSTRA PARATA DEGLI ELEFANTI!” Questa mattina qualcosa di davvero speciale ha animato gli spazi della nostra Scuola: una parata di coloratissimi elefanti! Complice l’arrivo del Carnevale, abbiamo scelto di concludere il nostro lavoro sulla storia di “Elmer l’elefante variopinto!” pren‐
dendo spunto proprio dalle ultime pagine del libro che, come tutti voi ricorderete, ci è stato regalato tempo fa dal nostro ca‐
ro amico Bibliotecario Lio! Da quel giorno è passato un po’ di tempo e noi bambini con le nostre maestre abbiamo imparato un sacco di cose … Per esempio abbiamo conosciuto l’ambiente della giungla e dei suoi abitanti, ma soprattutto abbiamo scoperto che ognuno di noi è diverso dagli altri non solo per com’è fatto fuori ma anche perché ha delle qualità personali che lo rendono unico e specia‐
le, proprio come Elmer che è diverso da tutti gli elefanti non solo perché variopinto, ma perché allegro e un po’ “mattacchione” ed è l’unico in grado di strappare sempre un sorriso ai suoi amici! Abbiamo quindi deciso oggi di vivere tutti insieme “il giorno di Elmer”, la festa con cui ogni anno gli elefanti sono soliti ricordare il loro amico, sfilando in parata dipingendosi di svariati colori! Ispirati quindi proprio dalle ultime pagine di questo meraviglioso libro, questa mattina tutti i bimbi della Scuola dell’Infanzia e i più piccolini della Sezione Primavera (a cui le maestre hanno raccontato la storia), sono usciti dalle loro Sezioni indossando una colo‐
ratissima mascherina da elefante che ognuno ha personalmente dipinto per l‘occasione! Poi tutti insieme, uno dietro l’altro in un’unica fila, come in una vera e propria parata, i bimbi hanno sfilato con le loro maestre a ritmo di tamburello, maracas per i corridoi della scuola, passando perfino per la portineria e la segreteria rice‐
vendo complimenti e regalando a tutti meravigliosi sorrisi! Al termine della parata, la festa è proseguita poi in salone con musica, balli e un divertente gioco tutti insieme! 19
LABORATORIO: VIAGGIO TRA LE EMOZIONI Le classi terze hanno partecipato ad un laboratorio che ha permesso ai bambini di compiere un viaggio ludico nell’affascinante e misterioso mondo delle emozioni. Una prima importante distinzione è stata quella di di‐
scernere tra sensazioni provate a livello fisico e sensazioni emotive. Ci sono sensazioni che sente il corpo, quali la fame e la sete, e sensa‐
zioni che sente il cuore, quali la gioia e la tri‐
stezza. Queste ultime prendono il nome di emozioni e stati d’animo. In un secondo momento i bambini hanno familiarizzato con alcune emozioni di base. Tutti proviamo emozioni; sentirsi tristi, arrabbiati o felici vuol dire provare una emo‐
zione di tristezza, rabbia, felicità. Se per gli adulti può essere relativamente facile ricono‐
scere il proprio stato d’animo, non si può af‐
fermare lo stesso per i bambini. A mano a mano che i bambini hanno perfezionato la loro capacità di riconoscere diversi tipi di emozioni, sono stati guidati ver‐
so la consapevolezza del fatto che alcune di esse sono piacevoli, mentre altre sono spiace‐
voli. Di fronte ad alcune emozioni spiacevoli i bambini hanno compreso che ci sono diverse vie da percorrere; una volta che si è consapevoli dell’emozione che si prova si può rea‐
gire in differenti modi ed è possibile attuare delle so‐
luzioni dannose oppure soluzioni utili. Nel gioco del pensare, del sentire e del fare, i partecipanti attraverso un percorso sul tabellone si sono imbattuti in situazioni complesse dal punto di vista emotivo: per tutte queste situazioni hanno spie‐
gato come si sono sentiti e che cosa avrebbero pen‐
sato o fatto per superarle. L’attività si è conclusa con alcuni spunti di ri‐
flessione e quesiti che hanno portato ad una rifles‐
sione comunitaria: è difficile parlare delle proprie emozioni? Perché è importante parlare delle proprie emozioni? 20
GITA A MADRID …. LA PAROLA ALLE PROF!! Difficile concentrare in pochi pensieri le tante emozioni condivise con i nostri alunni durante il sog‐
giorno di quattro giorni a Madrid. Infatti soprattutto loro (lo intuirete dai loro scritti), hanno vissuto espe‐
rienze che normalmente si diluiscono in mesi, a volte anni e che verranno in superficie a poco a poco, rinno‐
vando così un ricordo indelebile da raccontare a tutti con sorrisi e commozione. In noi resta la soddisfazione e la gratificazione (tanta da superare la stanchezza e la grande responsabilità), di aver creduto fermamente in questo progetto, sicuramente ambizioso, ma rivelatosi importante per i ragazzi. Loro infatti hanno per primi creduto all’importanza del conoscersi e riconoscersi l’uno nell’altro attraverso pregi e difetti, hanno seguito e toccato con mano il valore dell’arte, hanno parlato in lingua anche oltre le loro e nostre aspettative e si sono messi alla prova lontano dalle normali abitudini casalinghe. Certo non sono mancate le “varie ed eventuali“, che sono da met‐
tere in conto quando si convive per un periodo così lungo, ma il segreto per affrontarle e risolverle è stato fare gruppo. Sì, dalla prima mattina insonne, fino all’arrivo con ab‐
bracci e baci, siamo stati una squadra e ce lo ricorderemo sempre con affetto, perché questo è stato anche l’ingrediente principale della nostra splendida vacanza. Grazie a questo positivo esempio, ci sarà data sicuramente la possibilità di ripetersi con altri alunni e genitori che, con fiducia e serenità, vorranno appoggiare proposte come que‐
sta meravigliosa esperienza. Laura Martini, Laura Musicò, Romina Satriano, Letizia Sangermani 21
La settimana successiva alla gita abbiamo chiesto ai ragazzi di scrivere un breve resoconto e, soprattutto, di pensare ai momenti più belli. Ecco i loro lavori e i loro commenti! DALLA TERZA MEDIA … IL VIAGGIO CHE ASPETTAVAMO Primo Giorno: Finalmente, dopo tre anni, anche la nostra classe ha il suo grande viaggio: Ma‐
drid!!!!! Siamo partiti alle 6:45 da Orio al Serio dopo una nottata in bianco. Arrivati a Madrid era già giorno inoltrato e noi, “stragasati” ci siamo diretti tramite le colorate metropolitane madrileñe fino al nostro albergo in piazza Principe Pio. Da lì, dopo cola‐
zione, ci siamo incamminati fino a Palazzo Reale, dove ci aspettava la nostra guida Ro‐
sa. Incuriositi e un po’ stanchi per l’orario della sveglia, ci siamo “persi” tra migliaia di stanze in compagnia di arazzi, orologi, tavoli enormi e gigantesche sale da pranzo, splendidi lampadari, affreschi, rarissimi Stradivari, tappeti e i troni dei regnanti. Prima di pranzare abbiamo fat‐
to in tempo a visitare Plaza Major e il mercato di San Miguel. E finalmente, af‐
famati e affaticati, ci siamo diretti a “100 Montaditos” dove abbiamo potuto pro‐
vare dei piccoli panini con i ripieni più tipici: tortillas, calamari, “Jamòn” e le immancabili patate fritte. Dopo pranzo abbiamo visitato la luminosa Gran Via, l’imponente Puerta del Sol (una delle piazze più famose della città) che ospita il Kilo‐
metro Zero e il simbolo di Madrid: un orso che addenta una pianta di corbezzolo. Infine abbiamo visto il quartiere dove ha abitato la nostra prof di Spagnolo per ben sei mesi: il Rastro, tipico per il mercato delle pulci. Sotto il diluvio universale, per scaldarci, le prof ci hanno portato a mangiare i churros (frittelle dalla forma stretta allungata) e la cioccolata calda. Gnam! Di sera, dopo aver cenato, le prof ci hanno proposto dei giochi di squadra: la grande terza contro la prima! Dopo l’investitura dei capitani, Pietro per la nostra classe e Vlad per gli altri, abbiamo trascorso la serata divertendoci e “spas‐
sandocela”. Secondo Giorno: Toledo!!!! Dopo una nottata riposante e una gustosa e abbondante colazione, alle 9 abbiamo preso il pullman per Toledo, antica capitale spagnola e odierna capitale della re‐
gione Castiglia‐La Mancha. Questa città è stata luogo di in‐
contro di tre culture: cristiana, ebraica e musulmana. Tutta l’arte ne fu condizionata, così come tutta la sua storia. Una volta arrivati, passati attraverso la Porta della Bisagra, ci sia‐
mo inoltrati nelle intricate viuzze per arrivare alla casa‐
museo dell’artista “El Greco”, nato in Grecia e giunto in Spa‐
gna dopo aver vissuto anche nel nostro Paese. Fu accolto a 22
Toledo dove la sua arte fu apprezzata da tutte e tre le culture. Successivamente ci sia‐
mo recati alla Cattedrale di Santa Maria per poterla ammirare nella sua bellezza. Un vento fortissimo ci ha portato al ristorante da dove siamo usciti rilassati e pronti per affrontare la Sinagoga del Transito, il Museo Sefardì e la Chiesa di San Tomè, con il più famoso quadro di El Greco, in compagnia dell’immancabile guida Rosa. Dopo un giro panoramico col pullman e le foto di gruppo, siamo tornati a Madrid. Qui, in Puerta del Sol, divisi in gruppi abbiamo rivolto delle domande riguardo a Madrid a dei passanti tra cui un artista di strada, simpatici vecchietti e giovani ragazzi. Gasati per l’esperienza ma stanchi per la lunga giornata, siamo tornati in albergo dove ad aspettarci c’era una doccia calda. La sera siamo usciti per andare al centro commerciale dove, da Mc Do‐
nald’s, in compagnia di gelati, pancakes, coca‐cole e tante risate abbiamo anche potuto assistere alla partita Real Madrid contro Siviglia. Terzo Giorno: Sveglia alle 8! Colazione abbondante e preparazione per l’intensa giornata. Ci siamo recati tra i raggi del sole, le pozzanghere ghiacciate e il vento incessante, alla Plaza de España, dove una gigantesca fontana con alle spalle don Chisciotte, Sancho Pancha e Cervantes, ha colpito i nostri occhi e ci ha suggerito un’idea per la nostra per‐
formance serale (travestire i capitani ed inventare un inno). Siamo giunti così al tempio egizio di Debot dove, allegri e spensierati, ci siamo immedesimati in piccoli artisti dise‐
gnando il tempio egizio e la sua piscina. Dopo un sostanzioso pranzo al Museo del Jamòn e una pausa da Sturbacks ci siamo avventurati tra le 7500 opere del Museo del Prado dove, a piccoli gruppi, abbiamo spiegato ai nostri compagni i quadri assegnateci precedentemente dalle prof. Durante il tragitto del ritorno ci siamo organizzati defini‐
tivamente per la nostra performance serale. Dopo cena, con l’aiuto di matite e struc‐
cante, siamo riusciti a mettere in scena il “III A Show” con i nostri protagonisti, Sancho (Pietro), Don Chisciotte (Paolo) e Dulcinea (Beatrice) e cantato il nostro inno! Quarto Giorno: Siamo giunti all’ultimo giorno …. c’è in noi una sensazione strana perché ci sia‐
mo accorti che, in fondo, un velo di tristezza ha sempre accompagnato le nostre gior‐
nate. Fin dalla prima alba in aeroporto, infatti, sape‐
vamo che la vacanza sarebbe terminata troppo presto. La mattinata è stata comunque molto impegnativa: dopo una lunga camminata nel centro di Madrid ab‐
biamo potuto visitare il Museo Reina Sofia, che acco‐
glie opere di arte contemporanea. È stato interessante e anche un po’ faticoso accostarci a opere così diverse rispetto a quanto visto e studiato fino a quel momen‐
to. Dopo pranzo siamo tornati in albergo a prendere i bagagli e poi…di corsa in aeroporto! Due ore e mezza di viaggio ci hanno ricondotti a Milano, dove ad atten‐
derci c’erano le nostre famiglie. Un ultimo saluto alle prof e poi via a casa, con già la nostalgia nel cuore per la bellezza vista e condivisa tra noi amici in quei fanta‐
stici giorni! Elisa, Niccolò, Paolo 23
…. E ALCUNI COMMENTI…. Lorenzo: personalmente è difficile raccontare e descrivere l’episodio che mi è piaciuto di più perché questa gita è stata meravigliosa e molto ricca di esperienze nuove ed interessanti. In particolare l’esperienza migliore che ho avuto è stata la totale condivisione della giornata coi miei amici. Questo perché ho avuto la possibilità di conoscere meglio i miei compagni, fare nuove amicizie e rinforzare i legami. Niccolò: Un momento divertente lo abbiamo trascorso assieme ai nostri compagni di prima media. Una sera, durante i giochi, la prof. di arte ci ha chiesto di imitare le posizioni dei quadri che avevamo visto durante la giornata: ci suggeriva il titolo del quadro e il caposquadra doveva indovinarlo! Matilde: ecco, siamo tornati da poco, ancora molto emozionati, con gli occhi che ci brillano e le labbra che tendono al sorriso quando ne parliamo con qualcuno. Abbiamo visto tante cose, sì, ma si sa che ciò che abbiamo amato di più è stata la condivisione dell’esperienza. Ognuno di noi ha tirato fuori una nuova parte di sé che ha fatto conoscere agli altri. Un momento speciale è stato quando, dopo un’intera giornata di visite ai musei e camminate, siamo andati a fare una me‐
renda a base di churros e cioccolata! Lì ci siamo raccontati della stanchezza, della nostalgia di casa ma della grande emozione di essere in Spagna coi nostri amici! Marco: uno dei momenti più belli… le serate con i miei compagni! E il museo del Prado, che avevo già visitato, ma che è riuscito a dare un forte colpo al mio cuore anche questa volta! Questo è accaduto perché potevo guardare le opere con altri occhi avendo studiato i vari artisti a scuola assieme alla mia professoressa. Paolo: mercoledì pomeriggio, dopo aver trascorso un’interessante e divertente giorna‐
ta a Toledo, siamo giunti nella luminosa Plaza del Sol. È stato probabilmente il momento più particolare e mai vissuto prima che io abbia mai affrontato. Ci sia‐
mo riuniti con le prof Satriano e Musicò che ci hanno divisi in gruppi e assegnato le domande da fare ai passanti. Una volta arrivati nella nostra zona e preparati psicologicamente a quello che ci stava per succedere ci siamo “buttati” su un gruppo di anziani signori che, molto gentilmente, ci ha assecondato. Inizialmente c’era un po’ di tensione nel parlare ma poi, pian piano, abbiamo rotto il ghiaccio! Dopo varie persone, abbiamo incontrato un ragazzo di 19 anni, di nome Luis. Ci siamo divertiti molto e io, in parti‐
colare, ho aggiunto domande extra al dialogo, tanto ero coinvolto ed entusiasta. È stato proprio assurdo, per noi italiani, parlare tranquilla‐
mente con sconosciuti, per lo più all’estero. Ma mi sono sentito di poter scoprire cosa succede al di fuori dell’Italia mettendo alla prova i miei limiti. In generale ho amato tutta la vacanza, davvero. È stato bellissimo! 24
DALLA PRIMA MEDIA… CRONACA DI UN GIOVEDI’ DA PROTAGONISTI! Il 3 Febbraio noi alunni di prima uniti alla terza e accompagnati dalle professo‐
resse Sangermani, Musicò, Martini e Satriano, ci siamo recati a Madrid. Partiti con l'ae‐
reo all'alba delle tre di mattina, eravamo tutti pronti ad iniziare una nuova ed emozio‐
nante avventura. Dopo due giorni di cammino, divertimento e stanchezza era finalmente arrivato il gio‐
vedì, giorno in cui avremmo visitato l'Istituto Madre Cabrini di Madrid. Dopo una sveglia mattiniera e una colazione abbondante ci siamo fiondati nell'affollata metro Madrid all'ora di punta. Arrivati all'istituto, un imponente edifi‐
cio, ci siamo recati all'interno dove ab‐
biamo conosciuto gli alunni di tutte e tre le classi di prima media con cui abbiamo passato tutta la giornata. Dopo esserci presentati ai ragazzi della C, abbiamo ballato la Macarena e Gang‐
nam Style secondo le indicazioni dei ra‐
gazzi spagnoli che molto gentilmente si sono offerti di mostrarci la coreografia. Terminate le danze e dopo una breve ri‐
creazione nel patio, tra complimenti e la nascita di un amore tra un alunno italia‐
no e la sua anima gemella spagnola, ci siamo finalmente recati alla lezione di ginnasti‐
ca, dove divisi a squadre (ovviamente maschi contro femmine), abbiamo praticato il Kingball con alcuni palloni giganteschi che ci siamo fatti passare sopra e sotto le gam‐
be, utilizzandoli poi per diversi altri svaghi. Più tardi, dopo una breve presentazione in power point preparata dagli alunni, abbia‐
mo visitato l'intero istituto accompagnati dal professore di tecnica, che ci ha mostrato i diversi laboratori della scuola: chimica, scienze e falegnameria. Successivamente ci siamo recati nella sala di teatro dove alcune ragazze ci hanno mo‐
strato un breve balletto, e poi nella sala di musica dove alcuni di noi hanno provato a suonare la batteria ma con scarsi risultati, l'impegno però c'era … (che fracasso!!!) Poi finalmente, stanchi della giornata e delle nuove esperienze, ci siamo recati alla mensa, siamo usciti nel patio a giocare, a chiacchierare ma soprattutto ad incitare sto‐
rie d'amore...... che ormai non sono più segrete! Infine abbiamo salutato tutti i nostri amici con molta tristezza e ci siamo recati all'au‐
tobus per visitare il Santiago Bernabeu ...... lo stadio di Madrid !!!! Tra le grida di felicità ed entusiasmo di quasi tutti i nostri compagni maschi pazzi per il calcio, dentro di noi restava però la voglia di rivivere quella esperienza per poter rive‐
dere tutti i nostri amici spagnoli di cui non ci dimenticheremo molto facilmente. Alla sera, morti di stanchezza, ci siamo per la prima volta, con fortuna delle professo‐
resse, addormentati in tempo brevissimo sui comodi materassi dell'hotel. Il giorno seguente eravamo tutti pronti e felici di iniziare una nuova avventura in giro per Madrid ma allo stesso tempo tristi perché stavamo per vivere l'ultimo giorno in quella bellissima città. 1° MEDIA 25
26
ROMA - ISTITUTO CABRINI
CON ORGOGLIO A TEATRO! Martedì 24 febbraio tutte le classi delle medie, dell’Istituto Cabrini di Roma, so‐
no andate al Teatro Italia a vedere un spettacolo “America il Musical”. Raccontava del‐
la nostra storia come emigranti, degli italiani che lasciavano la Patria per andare a cer‐
care lavoro in una terra lontana che però potesse accoglierli e farli vivere mantenendo la propria identità. Una storia bellissima attualizzata ai nostri tempi, ma un personag‐
gio ci ha rubato il cuore: la nostra Madre Cabrini! Santa Francesca Saverio Cabrini. Noi frequentiamo una scuola cabriniana che mantiene il suo spirito e la sua pe‐
dagogia e ci sentivamo quindi orgogliosi di vedere Madre Cabrini interpretata dall’attrice Chiara Materassi. Nell’opera, come dice la stessa Chiara, Madre Cabrini è un personaggio che c’è e non c’è, in alcune scene è realmente lì in altre è una sorta di fantasma che accompagna gli emigranti in questo viaggio e in qualche modo li proteg‐
ge con la sua gigantesca figura. RITORNARE DOPO 35 ANNI … Abbiamo avuto la gioia di incontrare un gruppo di ex‐ alunne che ci hanno fatto visita dopo tanti anni. Si erano date appuntamento davanti alla Scuola Domenica 15 Febbraio. Erano 12 e come i discepoli che tornavano da Gesù da una missione affidata, avevano il cuore pieno di emozioni e gioia, ma loro lo facevano insieme dopo 35 anni che avevano finito le Medie. Hanno fatto: Materna, Elementare e Medie nella nostra scuola “il Cabrini” ai Gordiani. Tanti ricordi, tante le cose vissute: ricordavano le Suore, Sr. Imelda con il suo sorriso e la sua gioia; Sr Cecilia con la sua musica e il suo piano for‐
te; Sr Maria Regina con le sue lezioni di italiano, e ricordano ancora alcuni detti che lei diceva in classe. Sr Giovanna, Sr Elena che le accompagnava fuori agli incontri, alle ga‐
re sportive; Sr Pierina, Sr Fabiana, ciascuna ha dato qualcosa a queste ragazze che le ha aiutate nella loro vita. 27
Per loro è stato una vera sorpresa incontrare Sr. Maria Regina. Non se lo aspet‐
tavano. Al sapere da loro che la conoscevano, l’ho chiamata in Curia e subito lei è ve‐
nuta. Non potete immaginare la gioia, le lacrime, le grida, le emozioni che queste don‐
ne esprimevano al vederla, abbracciarla. Maria Regina significava tutto l’insieme di quello che loro hanno vissuto nella nostra scuola. Subito si sono messe a ricordare fatti vissuti insieme. Hanno voluto visitare tutta la Scuola, l’aula dove loro avevano fatto le Elemen‐
tari, si sono fatte delle foto, sedute nel banco, scrivendo alla lavagna e ricordavano la loro maestra, gli insegnanti, un tempo bello! Le abbiamo invitate a venire in Comunità, al nostro refettorio per prendere qualcosa da mangiare. Per loro era una “scoperta” perché dicevano che in questa parte della casa non si poteva entrare e così hanno visto dove noi viviamo. Abbiamo condivi‐
so la merenda con loro con molta semplicità e accoglienza. Noi eravamo contente di vedere queste donne, tutte mamme con famiglia, che hanno voluto passare una Domenica a rivedere la loro Scuola. Si vede che le nostre Suore hanno seminato la gioia e la speranza nel loro cuore. Il giorno dopo abbiamo ricevuto questa email: Ancora un grazie, a tutte Voi per la splendida accoglienza riservataci ieri. Un particolare ringraziamento va a Suor Maria Regina, per la splendida sorpresa, a Suor Marta Maria che ci ha dedicato parte della mattinata per mostrarci di nuovo la nostra scuola e a Suor Valentina per i suoi caffè, thè e biscottini..... Grazie, grazie ancora per averci rifatto ancora una volta ricordare la nostra infanzia ed emozionarci ancora una volta. Un abbraccio e un saluto da Claudia Protano e le ragazze del 66! 28
S. ANGELO LODIGIANO
Il nuovo anno della scuola dell’infanzia Madre Cabrini di S. Angelo è iniziato ricco di importanti avvenimenti. Il 6 gennaio i bambini si sono trovati in Basilica per accogliere con bellissimi canti i Re Magi. Hanno partecipato numerosi con le loro famiglie. Il 3 febbraio in occasione di S. Biagio, la scuola ha invitato nella nostra chieset‐
ta, Don Mario Bonfanti a benedire la gola ai bambini e alle insegnanti. Anche per que‐
sta giornata sono intervenuti numerosi genitori e nonni. Giovedì 12 febbraio sono iniziati i grandi festeggiamenti del Carnevale: alla mat‐
tina un gruppo di mamme travestite da pagliacci, pirati, sirene, farfalle e cowboy han‐
no fatto divertire i nostri bambini con canti e balli. Al pomeriggio, la festa è continuata nel nostro salone con la sfilata dei costumi, di “Re Mano” e “Regina manina” creati con grande fantasia dalle insegnanti. La giorna‐
ta si è conclusa con canti e una ricca e golosa merenda. Infine mercoledì 18 febbraio, per ricordare l’inizio della Quaresima, il nostro Parroco Don Ermanno Livraghi ha imposto di Sacre Ceneri i nostri bambini e i loro fa‐
migliari. Per iniziare il cammino quaresimale a ciascun bambino abbiamo consegnato dei chicchi di grano da seminare e prenderne cura. Un percorso da svolgere insieme al‐
le famiglie per prepararsi alla Santa Pasqua. Alice, Annalisa, Laura 29
Visita alla Casa Natale di S. F. Cabrini
“UN TUFFO NELLA STORIA DI SANTA FRANCESCA CABRINI” Troppo spesso guardiamo ciò che ci circonda frettolosamente, appagando lo sguardo e non la voglia di conoscere che ciò che ammiriamo dovrebbe sollecitare. Così come diamo per scontato di sapere ciò che quotidianamente vediamo e che è diventa‐
to parte integrante della nostra vita. Quello che abbiamo voluto vivere, noi santangiolini di nascita o di residenza, in un piovoso sabato di febbraio, è stato proprio il voler conoscere dall’inizio la storia di Santa Francesca Cabrini. E quale partenza migliore se non la casa in cui la nostra Santa è nata? Così, con un gruppo di amici, abbiamo voluto iniziare proprio così la riscoperta di una Santa che noi veneriamo, della nostra Santa. L’ingresso da quella porticina che si affaccia su via Madre Cabrini ti porta subito a quell’epoca, così come i primi oggetti che incontri: la sedia, la panca che veniva utilizzata in Chiesa per partecipare alle Sante Messe, il camino aperto corredato con tutti gli utensili necessari. Sulle pareti in bella mostra troviamo degli scritti che raccontano il Suo cammino in Italia, in quanto questa stanza ripercorre proprio quel periodo, con lettere dei famigliari e di religiosi. Salta subito all’occhio, sulla destra, un pannello che ricostruisce l’albero ge‐
nealogico della famiglia e ci mostra quanto la stessa fosse numerosa (ben dieci i figli documentati). Li scopriamo che Francesca era nata “settimina”, ed in condi‐
zioni di salute cagionevoli tanto da indurre i famigliari a battezzarla subito. Apprendiamo che rimase orfana di entrambi i genitori fin da bambina, e che è stata cresciuta dalla sorella più grande, Rosa. Sulla sinistra vediamo una porticina che ti immette su una ripida scala che conduce al piano superiore; svoltiamo a destra e ci troviamo nella stanza in cui la Santa nacque. Li possiamo ammirare una piccola cassapanca, che ci viene spiegato venisse usata per riporvi i propri libri quando viaggiava, una vetrinetta con oggetti che Le appartennero: un ca‐
lamaio, un atlante ed una squadra. Subito dopo una bella scrivania, utilizzata quando maestra insegna‐
va nella scuola di Castiraga Vidardo, e per finire al‐
cuni oggetti ricamati da Lei. Passiamo nell’altra stanza e subi‐
to, come ci stesse aspettando, incontriamo il mantello in la‐
na usato per attraversare la Cordigliera delle Ande, e tutto intorno altri oggetti quali la borsa da viaggio, una corona del rosario, il crocifisso ed una bellissima foto, ingiallita dal tem‐
po, che ritrae Francesca ed altre nove consorelle all’interno della prima Casa fondata negli Stati Uniti. Proseguiamo e ci troviamo di fronte ad una camera da letto, con alla destra l’immagine del Sacro Cuore, che ci viene spiegato venisse da Lei utilizzata a Milano, in Corso di Porta Romana. Scendiamo e nella parte più recente dell’abitazione abbiamo modo di 30
ammirare materiale proveniente dalle varie parti del mondo in cui oggi operano le Missionarie del Sacro Cuore. La parte esterna, il cortiletto con la campana e la scala di legno per raggiungere il primo piano, la conosciamo bene, e ci accorgiamo immediatamente di quanto poco conoscessimo il resto. Erano passate quasi due ore, senza che nemmeno ce ne accor‐
gessimo; ora il nostro gruppo è pronto per proseguire il cammino di Francesca, e la prossima tappa sarà ovviamente Codogno. 31
Codogno - RSA: il Carnevale
Domenica 15 febbraio si è svolta presso la Struttura S. F. Cabrini, la tradizionale festa di Carnevale, che come tutti gli anni ha divertito ospiti e parenti con intratteni‐
mento musicale e merenda con le tipiche “chiacchiere”. Alcuni anziani hanno ballato il liscio e hanno assistito alla tipica ballata ”Pizzica” interpretata da una delle nostre vo‐
lontarie, Mina. Davide e alcuni membri della contrada dell’oca, da anni collaboratori della R.S.A hanno eseguito canzoni dei “Vecchi tempi” creando un clima allegro e gioviale. Anche alcune Suore della Casa del Sacro Cuore hanno partecipato all’evento. 32
Codogno: Museo Cabriniano
NUOVE ESPOSIZIONI AL “MUSEO CABRINIANO” La nuova Ala del “Museo Cabriniano” di Codogno è stata completata con l’esposizione di ricami eseguiti dalle Suore MSC o importati, poiché una parte della pa‐
rete è dedicata ai ricami cinesi, mentre l’altra parete, come si ricorderà, è dedicata alle pergamene. Inoltre nel settore dell’esposizione intitolata: «La Missione Cabriniana ieri e oggi», è stata aggiunta una vetrina contenente il grosso album che le Convittrici della Casa di Milano (oggi 105) hanno dedicato a Madre Cabrini nel 1910 quando la Casa compiva 25 anni della sua fondazione. L’importanza di questa nuova vetrina è data dal fatto che, del grosso Album sono messe in evi‐
denza le due Pergamene autografe con l’augurio e la Benedizione del Papa San Pio X e l’augurio e la Benedizione del Cardinal Andrea Carlo Ferrari, beatificato dal Santo Papa Giovanni Paolo II il 10 Maggio 1987. Inoltre sono state esposte le due pagine con la firma e i nomi di Convittrici particolarmen‐
te care alla storia dell’Istituto, A quel tempo le giovani Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, tra le quali: Madre Gesuina Diotti, Madre Saverio De Maria, Madre Domenica Bianchi, Madre Ro‐
sario Marchesi e altre i cui nomi si potranno leggere nella pergamena dedicata. Nei ripiani sottostanti sono esposte: l’urna che ha ospitato alcuni resti del corpo di Santa Francesca Cabrini quando sono arrivate dagli Stati Uniti nel 1938 (urna dorata tutta cesellata a mano) e una cassetta del 1922 scolpita a mano che conteneva reliquie di S F. Cabrini. Altri quadri originali ricamati e dipinti a mano dal‐
le MSC, rinvenuti a Sant’Angelo Lodigiano sono stati restaurati e sistemati nelle ap‐
posite vetrine del Museo; inoltre una artistica Madonna Etiope, regalato da un artista dell’Etiopia a Sr. Maria Regina, ha trovato mostra nel settore apposito. Un’altra vetrina che finalmente è stata ultimata è invece visibile (quando sia necessario) nella Sacrestia del Tabor e contiene oltre mille preziose Reliquie di Santi fi‐
nemente raggruppati in preziosi Reliquiari appartenuti alle MSC. 33
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DALL’ESTERO  Con gioia Sr. Patricia Spillane, MSC ci ha comunicato, mandandocene alcune copie, che sono stati finalmente stampati i “Pensieri e Propositi di S.F.Cabrini” in lingua in‐
glese. Il titolo del nuovo testo è: «Journal of a Trusting Heart. Retreat ‐ notes of St. Frances Xavier Cabrini (1876 – 1911), curato da Sr. Patricia Spillane, MSC, Ed. CLAR‐
ET – Publishing Group.  Un piccolo video su Madre Cabrini in lingua inglese e spagnola, è stato presentato alla Televisione di New York. Il riferimento per vederlo è: WP_20150225_001.mp4 DALL’ITALIA  Dal Gruppo Filatelico di Codogno, per diretto interessamento del Signor Enrico Allo‐
ni, è partita una campagna di proposte dai Sindaci di Codogno e S. Angelo Lodigiano per ottenere dal Governo Italiano, il Vaticano e possibilmente anche dagli Stati Uni‐
ti, l’emissione di un francobollo commemorativo per il Centenario della morte di S. F. Cabrini nel 2017. Auguriamo successo ai promotori dell’iniziativa!  Un Incontro Internazionale con la presenza della Madre Generale e del suo Consi‐
glio, è programmato a Codogno la seconda settimana di Pasqua; saranno presenti le Superiore Provinciali e Regionali e alcune Suore responsabili della Formazione. Au‐
guriamo un buon lavoro nello spirito della Risurrezione.  Si sono conclusi a Codogno gli Esercizi Spirituali per Sacerdoti guidati da S. Ecc.za Mons. Luciano Pacomio, Vescovo di Mondovì. Il gruppo non numeroso ma molto affiatato ha gradito molto il clima di silenzio, l’accoglienza e il trattamento personalizzato. I Sacerdoti partecipanti hanno manifestato il desiderio che non si perda la possibilità di questo servizio pastorale. 35
 Per il 12 Aprile p.v. è prevista a Codogno l’Inaugurazione della Mostra Missionaria intitolata: «Alla Mensa del Pane e della Parola», la Mostra oltre ad essere l’evento offerto dal Museo Cabriniano per la Giornata dei Beni Culturali, (che si celebra tutti gli anni), vuole essere un segno delle esperienze delle Missioni dello Swaziland e dell’Etiopia in corrispondenza al tema dell’EXPO 2015 di Milano: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Infatti le due Missioni cabriniane dell’Africa realizzano nell’opera di evangelizzazione quanto l’EXPO si propone di fare: lanciare un mes‐
saggio sull’importanza della nostra responsabilità di fronte ai grandi problemi della fame nel mondo e anche dello spreco. Si manderà la Locandina dell’Invito a tutte le Comunità.  Anche quest’anno l’Istituto Cabrini di Roma porterà il 18 marzo p.v. a Codogno al‐
cune classi per far conoscere e visitare i luoghi cabriniani. Sono sempre i Benvenuti! «Il Signore è risorto, come aveva predetto;
rallegriamoci ed esultiamo…Alleluia!»
Alle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù,
ai Laici Collaboratori e Corresponsabili,
agli amici e sostenitori della Famiglia Cabriniana
La Risurrezione di Gesù ci annuncia che «questo è il momento favorevole», per gioire, per credere che il male, il dolore, la morte non sono
l’ultima parola, perché il Risorto ci dona una speranza affidabile, insieme
alla certezza che anche qui, sulla terra, non siamo soli.
Il Risorto è con noi a percorrere il cammino della pace, della costruzione della fraternità, dell’amore possibile che illumina ogni tenebra e
disperde ogni timore.
In Lui e con Lui possiamo vivere la gioia del Vangelo, e portare
con la nostra fede la speranza a chi l’ha perduta, l’amore a chi è solo, e
contribuire perché tutti abbiano vita in abbondanza.
Buona Pasqua di Risurrezione!
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