Stefano Figini... l`uomo dei records! NUOTO PINNATO

Transcript

Stefano Figini... l`uomo dei records! NUOTO PINNATO
NUOTO PINNATO
di Sacha Trancanelli
Stefano Figini...
l’uomo dei records!
L’atleta milanese è stato il grande protagonista di quest’ultimo scorcio della stagione agonistica
del nuoto pinnato. Tre ori individuali e tre record del mondo agli europei di San marino lo hanno
lanciato verso il gotha italiano ed internazionale di questa magnifica disciplina acquatica.
er ogni sportivo di qualunque disciplina, dominare la propria specialità nella finale di una grande competizione, come ad
esempio un campionato europeo o mondiale, è il sogno di un’intera carriera o ancor di più di una vita. Ci sono atleti disposti a sacrificare tutto per raggiungere un tale risultato. Ai recenti campionati d’Europa di San Marino, disputatisi a luglio
Stefano Figini, campioncino azzurro del nuoto pinnato, questo risultato lo ha raggiunto ad appena 18 anni.
E visto che c’era ha voluto esagerare e si è portato a casa: tre medaglie d’oro individuali, tre record del mondo, un bronzo individuale, un argento e un bronzo di squadra. Grazie a lui e al resto della comitiva azzurra l’Italia ha ben figurato arrivando addirittura terza nel medagliere, alle spalle di Ungheria e Russia, nazione che da sempre domina questa meravigliosa disciplina, fin
dai primi appuntamenti internazionali alla fine degli anni ‘60. Il movimento azzurro è decisamente migliorato negli ultimi anni ed
ora la nostra nazionale può tranquillamente permettersi di rivaleggiare contro i fortissimi russi, fino a qualche tempo fa irraggiungibili. Uno dei nostri migliori atleti, specialmente in prospettiva futura è proprio Stefano Figini che
“Pianeta Acqua” ha voluto intervistare per i suoi lettori.
P
Come ti sei avvicinato a questo sport?
“Ho iniziato a praticare il nuoto seguendo i consigli di mia madre. Così, durante uno
dei corsi in piscina sono stato notato da un’allenatrice di nuoto pinnato, Anna Di
Ceglie, che mi ha proposto di provare con le pinne. Ho utilizzato per circa sette
mesi le pinnette, poi sono passato alla monopinna la cui velocità mi ha subito
entusiasmato. Questo sport è diventato per me una vera e propria passione e
questo è stato fondamentale per superare qualche piccolo sacrificio che devo
necessariamente fare, come rinunciare a qualche uscita con gli amici e alle
serate in discoteca per svegliarmi presto la domenica mattina”.
A proposito di rinunce per quanto riguarda il tempo libero, quanto ti pesa
tutto ciò considerando anche i tuoi 18 anni?
“Beh, devo ammettere che mi pesa un pò non poter fare tutto quello che fanno
i miei coetanei, o almeno poterlo fare di meno. Alzarsi tutte le domeniche alle
otto non è il massimo, così come dover rinunciare, come sta avvenendo quest’anno, alle vacanze estive o ad uscire la sera con gli amici. Tuttavia, praticare il nuoto pinnato è stata una mia scelta ed è normale che facendo sport a questo livello ci siano pro
e contro. Non me ne faccio un gran problema, il nuoto è la mia vera passione e i sacrifici li
faccio volentieri”.
D’altronde, credo che nel periodo estivo avrai maggiori possibilità per divertirti.
“Sicuramente. Durante l’estate le cose cambiano in parte ed inizio ad allenarmi di sera, tra le 20 e
le 23. L’allenamento è molto duro e stancante, però ho molto più tempo per lo studio e per stare con
gli amici, non posso proprio lamentarmi”.
Agli ultimi Europei di San Marino hai ottenuto grandissimi risultati sia individualmente che nelle gare di
squadra, te lo aspettavi?
“Negli ultimi anni sono molto cresciuto sotto il profilo tecnico, migliorando i fondamentali e la nuotata, tuttavia non
mi aspettavo questo exploit. Certo, ottenere addirittura tre record mondiali, oltre a tutte le altre medaglie vinte, era
il mio grande sogno ma non posso dire che pensavo realmente di raggiungerlo adesso. Inoltre, per me il risultato
non è fondamentale perché penso prima di tutto a praticare lo sport come passione e poi quando ad una cosa ci
pensi troppo è il momento che non riesci a raggiungerla”.
C’è una persona che ti senti di ringraziare per la tua carriera sportiva?
“Ce ne sono due che sono state molto importanti per me. Una è Anna Di Ceglie, la mia prima allenatrice che mi ha
scoperto e avvicinato al nuoto pinnato. L’altra è Walter Mazzei, il mio attuale allenatore. Probabilmente, durante gli
Europei di San Marino, lui ha creduto molto più di me nelle mie possibilità di vittoria. Assieme ad Anna Di
Stefano Figini con la medaglia d’oro al collo
di una delle tre finali vinte al campionato europeo.
Ceglie è una delle persone che mi ha permesso di arrivare
fino al titolo di campione europeo. In più, oltre ad essere il mio
allenatore è soprattutto un vero amico, nonostante la differenza di età che c’è fra noi. E’ una persona molto buona”.
Oltre a te, agli Europei si è messa in luce l’intera squadra
azzurra. Quanta distanza c’è ancora tra l’Italia e nazioni
fortissime in questo sport come la Russia?
“L’Italia negli ultimi tempi si è davvero avvicinata moltissimo
alla Russia che indiscutibilmente è la nazione più forte in questa disciplina e non a caso è giunta prima nel medagliere dei
campionati d’Europa.
Noi abbiamo lavorato molto negli ultimi anni e questo lavoro,
assieme all’evoluzione della monopinna che utilizziamo ora, ci
ha permesso di fare grandi passi in avanti. Io stesso a San
Marino ho battuto atleti russi su tre distanze diverse e questo
mi riempie di gioia ed orgoglio”.
Per quanto riguarda il movimento femminile, le cose
come vanno?
“Le nostre ragazze sono molto forti e lo hanno dimostrato agli
Europei. Tuttavia, nonostante i progressi forse sono leggermente più staccate dalla prima potenza femminile, la Cina,
rispetto a quanto lo siamo noi dalla Russia”.
Quali sono ora i tuoi obiettivi?
“Sicuramente fare bene ai prossimi Mondiali di velocità che si
disputeranno nel 2006 a Torino. Si tratta di un grandissimo
avvenimento per una disciplina come la nostra che ha grande
voglia di emergere. L’unica cosa che mi preoccupa è il fatto che,
purtroppo, l’anno prossimo sarò impegnato con gli esami di
maturità e questo potrebbe rappresentare uno scoglio non
indifferente. Mi auguro che, come altre volte, riuscirò a conciliare studio e sport nel migliore dei modi”.
Per chiudere, qual’è il tuo più grande desiderio sportivo?
“La cosa che mi preme di più è che il nuoto pinnato abbia
sempre più successo di pubblico. Una grande occasione
per far sì che ciò accada è rappresentata dai Mondiali di
Torino che dovremo sfruttare al meglio: mi auguro che il
pubblico e i media si avvicinino maggiormente a questo
fantastico sport, ci tengo davvero tanto. Le nostre gare finora non sono molto seguite, né i media ci danno la necessaria attenzione. Spero che in futuro le cose cambino. Questo
è il mio più grande desiderio”.
Nuoto pinnato...
amore olimpico
di S.T.
Si è vero. Il nuoto pinnato ha un posto speciale nel suo cuore. Carlo Allegrini, commissario tecnico e
responsabile delle nazionali oltre ad essere un tecnico competente e qualificato, è un appassionato di
questa disciplina. Infatti, il suo più grande rammarico è la mancata partecipazione ai Giochi Olimpici.
l nuoto pinnato è una delle realtà in
ascesa nel mondo sportivo italiano. I
grandi risultati conseguiti ai recenti
campionati d’Europa di San Marino
testimoniano l’impegno che la FIPSAS
sta mettendo in atto per rendere sempre più popolare questa disciplina. Uno
dei maggiori artefici di tale successo è
l’attuale commissario tecnico Carlo
Allegrini, che ricopre il ruolo dal 2000 e
assieme ai tecnici federali Andrea
Mangherini e Luca Tonelli e al consigliere federale Roberto Lolli, neopresidente della commissione internazionale CMAS di nuoto pinnato, ha guidato
la spedizione sanmarinese.
I
Come si è avvicinato al nuoto pinnato?
“Io vengo dal nuoto puro come molti
atleti. D’altronde, negli anni ottanta si
usavano ancora le due pinne nel nuoto
pinnato e quindi l’avvicinamento, per
chi arrivava dal nuoto tradizionale, era
più semplice. Nel 1986 sono diventato
vice commissario tecnico di tutte le
categorie e dal 2000 sono CT e responsabile del nuoto pinnato in Italia”.
L’utilizzo della monopinna quanto ha
reso più difficile il passaggio dal
nuoto tradizionale a quello pinnato?
“La monopinna ha selezionato e rivoluzionato il movimento del nuotatore che
ha cominciato a sfruttare solo gambe,
bacino e in parte dorso e addominali. Le
braccia hanno cominciato ad avere una
rilevanza inferiore, di conseguenza il nuotatore semplice ha trovato qualche difficoltà nel passaggio al nuoto pinnato”.
Come si svolge la sua giornata tipo?
“Per la maggior parte del tempo mi
occupo del gruppo sportivo Fiamme
Oro della polizia di stato, di cui faccio
parte dal 1984. Ovviamente, sono a
disposizione della Federazione ogni
volta che necessitano del mio lavoro,
fatto di allenamenti e selezione degli
atleti. Comunque, dalla mattina alla
sera sono in piscina ad allenare”.
Di quanto è cresciuta l’Italia in questa disciplina da quando è commissario tecnico?
“Devo ammettere che da quando sono
stato nominato CT ho avuto fortuna
perché le cose stanno andando veramente alla grande. In Italia abbiamo
sempre avuto grandi talenti per quanto
riguarda il nuoto pinnato, ottimi interpreti che hanno saputo competere a
livello mondiale. Penso, ad esempio, a
David Landi, uno dei nostri migliori
23