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SPEggN$Jg verità nei casi decisi dal t_ d oe di rlo lur 9t- :on là ra- nze. Ito lrc) :è ,di Jo. )nal- di 3nSSI lur llo 'lle diat- ia:ne rlo 1'e nle :he )n:he :he .ri t\a ; it :te- ;.r- dn .!È- ta3 !-j- 3: :tt3 :lI:- Èe U:!- ^'!.:. I zia? Ogni giorno la vita giudiziaria insegna che spesso vi è un ping pong tra diversi Tribunali e un imputato, condannato in una fase del processo, viene assolto nella fase successiva, e questa è una lezione amara che preferiremmo risparmiarci. Delitti senza coloevoli. orocessi infiniti. la verità che manca. Da'qui una serie di commenti da parte dell'opinione pubblica che si apre con leggi illegibili e si chiude con la giustizia ingiusta. Dobbiamo anzitutto orecisare che la scienza è entrata prepòtentemente nel diritto e risulta decisiva per districare i casi giudiziari attraverso la prova del Dna. Oggi il progredire delle tecniche di Casi clamorosi ma non rari, come la confessione avvenuta in un episodio di uxoricidio a Ferrara nel quale I'ex marito dopo essere stato condànnato a20 anni in primo grado e assolto in appello per I'uccisione della moglie, nel 2009, si presentò in Questura e, coperto ormai da impunità, confessò il delitto. Un tema simile ha appassionato scrittori e registi come il famoso film del 1999 <Coloevole d'innocenza>, nel quale una móglie, consigliata da un avvocato detenuto, ammette I'omicidio del marito, sparito dopo aver inscenato il proprio assassinio, per guadagnare uno sconto di pena. Uscita dal caÍceÍe rintraccia il marito e stavolta lo uccide veramente senza ri- l[ DrRrTTo E SEMPRE OPINABILE schiare stesso miltà reciproca, magari imparando dagli errori che costellano la storia scientifica e quella giudiziaria. Successe per la cura Di Bella contro i tumori, ed è avvenuto più di recente a proposito delle terapie con cellule staminali sviluppate dalla Fondazione Stamina. Tuttavia è proprio l' incertezza della scienza contemporanea che espande il ruolo del diritto e del giudice, che deve scegliere tra opzioni alternative. Ecco perché le sentenze sono riformaed ecco perché all'appello segue la Cassazione: la ra- idem>, nessuno può più essere perseguito dallo Stato se è stato già processato per lo stesso fatto con sentenza definiti- va. Evocato già nel Diritto romano, il principio <Ne bis in idem>, diversamente da altri Paesi, non è inserito nella Costituzione italiana del 1947 , ma a livello europeo è osservato dall'articolo 50 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea di Nizza, dall'articolo 54 della Convenzione di applicazione delI'Accordo di Schengen e dall'articolo 4 del Protocollo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo. Nel Codice di procedura penale è l'ar- delitto. anche nelle pagine della letteratura ma dell'impunità per <Ne bis il il te- principio del in idem> viene affrontato. Un tema simile si ritrova nel famoso roman- zo di Agata Christie <Dieci piccoli indiani>> e nella commedia della stessa Ch- ristie <Testimone d'accusa>>. Il principio del <Ne bis in idem> è del resto la dimostrazione più plastica che, nell'universo ticolo 649 a prevedere che I'imputato, prosciolto o condannato con sentenza definitiva, non può essere sottoposto a nuovo procedimento penale per il medesimo fatto. Solo che il principio giuridico, nato come riparo da una pretesa punitiva dello Stato, altrimenti senza fine, è di recente sottoposto a critica perché talvolta determina un insanabile contrasto tra la <verità processuale>> e quella <effettiva>, A Napoli, di recente, un avvocato indicato, dalle prove scientifiche più avanzate, come l'assassino di tre familiari, episodio avvenuto 40 anni fa, non può più essere processato perché assolto con sentenza passata in giudicato. bili dal giudice d'appello gione è presto detta, il diritto cerca la certezza che si ottiene solo con la sentenza definitiva. Ma non semDre la cerlezza coíncíde con la verità. A ouesto punto l'ordinamento giuridico prèvede comunque il principio del <Ne bis in carcere non ootendo essere Non è solo sul grande schermo, ma confessione del reo rimasto insoluto oer scienza è opinabile. Ogni scoperta scientifica viene sopravanzata dalla scooerta successiva. Il diritto e la scienza distribuiscono solo verità parziali per cui è necessaria un'u- il condannata una secondà volta per lo investigazione a contenuto scientifico rimettono spesso in discussione i processi e le investisazioni di anni di indagine che hanno aicompagnato i casi più clamorosi. Per dirne una, nel 20lI la prova del Dna permise di individuare il colpevole del delitto dell'Olgiata, con la venti anni. Ma neppure la scienza iispensa certezze per cui, se il diritto è opinabile per definizione, anche la @ Il pnocesso produce una verità non storica né materiale ma formale e probabile. Per cui i casi di <Ne bis in idemn sono considenati nella collettività un corto circuito del processo giurisdizionale causando un processo mediatico che lievita su fatti e circostanze non più spendibili in Tribunale del processo penale, non esiste la <verità assoÌuta>> ma solo quella processuale. Il processo, in sintesi, produce una verità non storica né materiale, ma formale e probabile. Ed ecco perché i casi di <Ne bis in idem> sono considerati nella col- lettività come un corto circuito del orocesso giurisdizionale e determinano invece un processo mediatico che lievita e monta su fatti e circostanze non più spendibili in Tribunale. E un corto circuito nel quale, in una logica accusatoria, si svolgono due processi, quello giurisdizionale deputato dall'ordinamento e che finisce con le sentenze definitive ove vengono selezionate le cafe processuali, e quello mediatico che, in una logica inclusiva, non conosce regole ma solo il convincimento della collenività. Magari a distanza di molti anni e a gradi di giudizio ormai esauriti anche i soggetti assolti sono considerati colpevoli nel processo mediatico che si crea nell'opinione pubblica. Intanto il principio del <Ne bis in idem> si allarga nel- l'interpretazione della Corte europea dei diritti dell'Uomo, anche oltre il perimetro del processo penale. E deI 4 marzo 2014la sentenza Grande Stevens contro l'Italia, nel caso del contestato aggiotaggio Ifil-Exor, prima sanzionato in via amministrativa dalla Consob e poi perseguito penalmente. I giudici di Strasburgo ritengono che le sanzioni amministrative o tributarie, se hanno una finalità punitiva, assimilabile a quelle penali, incorrono nel divieto del <Ne bis in idem>. In sintesi, è impossibile avviare un processo penale per la stessa violazione già sanzionata in via amministrativa. I