Med Mens 2016 11-12 - Parrocchia Nostra Signora della Concordia

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Med Mens 2016 11-12 - Parrocchia Nostra Signora della Concordia
Signore Gesù Cristo
noi non sappiamo parlare di Te,
le nostre parole diventano deboli, imprecise, approssimativa.
Tu solo, Signore, sei la Parola.
Manifestati a ciascuno come Parola di Vita;
ciascuno riconosca che Tu sei il Senso,
il Significato della Vita,
che Tu hai la Parola della Chiamata,
della Vocazione decisiva per il Cammino di ciascuno.
Tu, Gesù, Trasparenza del Padre,
Splendore, Riverbero del Padre,
fa’ che vedendo Te, possiamo vedere il Padre;
che ascoltando Te, sentiamo la Parola del Padre,
cioè la Parola ultima, definitiva,
oltre alla quale non c’ è più nulla, perché Parola risolutiva
nella quale c’ è tutto ciò che possiamo desiderare.
Manifestati a noi, nella Tua Umanità e nella Tua Dignità:
fa’ che cogliendoti, cogliamo l’ Assoluto,
Colui al quale va ogni desiderio,
Colui dal quale dipende ogni istante della nostra vita,
ogni molecola del nostro corpo,
ogni punta del nostro pensiero,
ogni nostro gesto o azione.
Che Colui che è Dio, sopra ogni cosa,
dal quale tutto è e a tutto è stato fatto
e al quale tutto converge,
Colui dal quale ogni cosa riceve Forza, Essere e Vigore,
che è Signore della vita e della morte,
del tempo e dell’ eternità,
della gioia e del dolore,
della notte e del giorno,
ci si manifesti in Te, Gesù, Signore,
Verbo di Dio fatto Uomo.
CARLO MARIA MARTINI
NOVEMBRE – DICEMBRE 2016
PARROCCHIA N.S. DELLA CONCORDIA
Carissimo fratello/sorella,
hai l'occasione di fermarti un attimo
alla presenza del Signore. Questo “foglietto” vuole essere un
piccolo aiuto per vivere questo momento:
• Resta qualche momento in silenzio: lascia pure uscire da
dentro di te i pensieri, le preoccupazioni, il dolore, la
rabbia, la gioia, la speranza, i tuoi sentimenti … Offrili
al Signore: Lui sa accoglierci ed amarci più di quanto
noi amiamo noi stessi!
• Leggi la Parola di Dio: senza fretta, con il tempo che
richiede. Soffermati sulle cose ti colpiscono, su quelle
che non ti sembrano chiare, sulle parole che ami di più.
• Un piccolo commento proposto può aiutarti a non
fermarti alla lettera, ma a scoprire il senso spirituale
della Parola, a entrare in quel mondo che è di Dio
• Il salmo può essere una risposta a quella Parola: una
risposta che si fa preghiera. I Salmi sono le preghiere
che Gesù ha usato nella sua vita: prega insieme a Gesù.
• L'ultima preghiera che trovi può servirti a concludere il
tuo tempo col Signore per riprendere il cammino con
cuore consolato e rinnovato.
Il Signore ti accompagni sempre, ti guidi e ti illumini nella
vita di tutti i giorni.
La comunità parrocchiale
Dalla Vangelo secondo Luca
19,11-27
Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una
parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il
regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro. Disse
dunque: "n uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per
ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi,
consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al
mio ritorno". Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di
lui una delegazione a dire: "Non vogliamo che costui venga a
regnare su di noi". Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e
fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere
quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse:
"Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci". Gli disse: "Bene,
servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere
sopra dieci città". Poi si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua
moneta d'oro ne ha fruttate cinque". Anche a questo disse: "Tu pure
sarai a capo di cinque città". Venne poi anche un altro e disse:
"Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto nascosta in un
fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello
che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato".
Gli rispose: "Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio!
Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho
messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora
non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei
riscosso con gli interessi". Disse poi ai presenti: "Toglietegli la
moneta d'oro e datela a colui che ne ha dieci". Gli risposero:
"Signore, ne ha già dieci!". "Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a
chi non ha, sarà tolto anche quello che crede di avere.".
Un parabola difficilissima: possibile che il Signore sia così spietato e
severo? Sì lo è, ma non è il Diodi Gesù Cristo, è quello del nostro cuore.
La parabola infatti ci parla di come noi vediamo Dio, di come ce lo
immaginiamo. In Matteo è conosciuta come parabola dei talenti: anche in
quel Vangelo non ci parla delle qualità da mettere a frutto.
Solo se scopriamo che Dio è capace di misericordia, se ha per noi cura e
attenzione, diventa per noi affidabile e non viceversa. Altrimenti emerge il
sospetto – che poi è quello che suggerisce il serpente nel racconto di Genesi
– che Dio sia non per noi, ma contro di noi: un re severo che ci porta via
quello che abbiamo invece di donarcelo. In fin dei conti il peccato è proprio
questo: non sapersi fidare di Dio, pensarlo invidioso di ciò che abbiamo.
Gesù passa tutta la sua vita a mostrarci un volto di Dio differente: è il
Padre affidabile, al quale possiamo affidare tutta la nostra vita, certi che ce
la ridona rinnovata. Se invece abbiamo paura che ce la porti via, perderemo
l’occasione di salvarla: la paura fa perdere quello che abbiamo e ci distrugge.
Come ci invitava S. Giovanni Paolo II: “No abbiate paura: spalancate la
porta a Cristo!”.
La parabola ci mette di fronte alla domanda: quale Dio stiamo
attendendo? Togliamo il dio del serpente e lasciamo che ci accolga il Dio di
Gesù Cristo.
Salmo 131
Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
e non si leva con superbia il mio sguardo;
non vado in cerca di cose grandi,
superiori alle mie forze.
Io sono tranquillo e sereno
come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è l'anima mia.
Speri Israele nel Signore,
ora e sempre.