Il Resveratolo e l`uva biologica

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Il Resveratolo e l`uva biologica
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Tabella 1 -Continua
Tipo di concime in base alla L. 748/84
Denominazioni contenute nel Reg. 2092/91; requisiti
aggiuntivi ed ulteriori limitazioni rispetto alla L. 748;
condizioni d’uso secondo il Reg. 2092/91
Ammendante animale idrolizzato
Farina di carne*
Correttivi calcici e magnesiaci
Correttivo calcareo
Carbonato di calcio di origine naturale
Marna
Carbonato di calcio di origine naturale (marna)
Correttivo calcareo- magnesiaco
Carbonato di calcio e magnesio di origine naturale
Dolomite
Carbonato di calcio e magnesio di origine naturale (calcare
magnesiaco macinato)
Calce di defecazione
Fanghi industriali provenienti dagli zuccherifici; solo per un
periodo che termina il 31 marzo 2002*
Gesso agricolo
Solfato di calcio (gesso)
Anidride
Solfato di calcio (gesso)
Solfato di magnesio per uso agricolo
Solfato di magnesio (es. kieserite)
Ammendanti e correttivi diversi
Correttivo calcico solfo-magnesiaco
Solfato di magnesio*
Sospensione di zolfo in acqua
Zolfo elementare*
* Necessità riconosciuta dall’organismo di controllo o dall’autorità di controllo
Il Resveratolo
e l'uva biologica
Il resveratrolo è una fitoalessina, ossia una sostanza chimica che la pianta sintetizza per aumentare
le proprie difese, in risposta
all'attacco di un patogeno
o in seguito a stress di varia
natura, anche non biotica.
In generale le infezioni di
botrite o di peronospora
aumentano notevolmente il
contenuto di resveratrolo
nell'uva, così come i trattamenti con rame, che, essendo leggermente fitotossici, stimolano la reazione
della pianta. Per questi motivi ci sarebbero buone ragioni per ritenere che le uve
biologiche ne contengono
quantità maggiori rispetto
alle uve coltivate con metodo convenzionale.
Il contenuto di resveratrolo può in qualche maniera fornire una misura della
capacità della pianta di difendersi da attacchi di patogeni (soprattutto botrite,
peronospora e luce UV), ma
questa molecola ha anche
un'altra interessante prero-
tura agli attacchi di botrite e
di altri patogeni. Per verificare sperimentalmente la
veridicità dell'ipotesi «uva
bio=più resveratrolo» e
quindi maggiore salubrità,
ma soprattutto maggiore
«capacità di difendersi», diversi ricercatori in Europa
hanno messo in atto analisi
comparative tra vigneti
condotti con il metodo biologico e con metodo convenzionale e, benché sia
necessario ancora qualche
anno prima di poter concludere con sicurezza, alcune
evidenze ci sono. Da studi
effettuati da Emma Clauser
presso l'Istituto di San Michele all'Adige sull'accumulo del resveratrolo durante le fasi di maturazione
nelle uve Cabernet Sauvignon e Merlot, campionate
secondo tre livelli di infezione di peronospora (rispettivamente attacco zero - medio - alto) in un vigneto biologico sperimentale dell'Istituto si evidenzia quanto
segue: nessuna influenza
del livello di attacco da parte della peronospora sul
contenuto di resveratrolo
gativa: sembra il responsabile dei benefici effetti del
vino sulla salute umana, in
termini di riduzione del colesterolo, anticancro, antiaggregazione piastrinica e
capacità antiossidante, di
cui negli ultimi anni si è
sentito spesso parlare soprattutto in relazione ai vini
rossi. Anche qui è doverosa
una specificazione: non solo il resveratrolo esplica gli
effetti positivi citati, ma tutta la famiglia dei composti
fenolici (cui il resveratrolo
appartiene e più precisamente alla classe degli
idrossistilbeni: cis- e transresveratrolo 3 glucoside e
trans-resveratrolo) partecipa all'attività di limitazione
dei radicali liberi e di protezione vascolare.
Gli studi riguardo all'attività di difesa della pianta
dai patogeni iniziavano già
negli anni Ottanta e da questi era emersa la convinzione che il contenuto di resveratrolo diminuisse nella
bacca dall'invaiatura fino
alla maturazione. Questo
spiegherebbe la maggiore
sensibilità della bacca ma41
nella varietà Cabernet S.,
mentre nella varietà Merlot
le bacche con attacco elevato da parte del patogeno
hanno prodotto un quantitativo nettamente maggiore
e costante di resveratrolo.
Il risultato più sorprendente e interessante invece
riguarda l'andamento evolutivo dell'accumulo di resveratrolo durante la maturazione a partire dall'invaiatura, mai messo in evidenza
finora
dalla
letteratura
scientifica: contrariamente
a quanto previsto, la bacca
presentava un aumento
progressivo e costante degli stilbeni, fino a valori
complessivi variabili tra i 36
e 74 mg/Kg per le due varietà. Questi nuovi dati sperimentali indicano che la
«stilbene sintetasi» è attiva
per tutta la maturazione
delle uve. È un risultato
che, una volta approfondito
attraverso ripetute sperimentazioni, potrebbe fornire nuove indicazioni per la
scelta del momento ideale
di vendemmia.
(da C. Micheloni
- Bioagricoltura n.71)
NOTIZIARIO ERSA 5/2001