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www.gliamicidellamusica.net Pubblicato il 30 Maggio 2016 A Ferrara trionfale esito del concerto della M ahler Chamber Orchestra nonostante i fischi Mco con Gatti direttore e advisor servizio di Athos Tromboni FERRARA - Ultimo concerto sabato 28 maggio 2016 per la stagione sinfonica e cameristica di Ferrara Musica nel Teatro Comunale Claudio Abbado. Era un concerto fuori abbonamento, del tutto speciale però, perché segnava il ritorno a Ferrara, per la seconda volta in dodici mesi, della Mahler Chamber Orchestra che per due lustri ha avuto residenza ufficiale nella città estense, prima della ristrutturazione che l'ha anche tenuta lontana dai circuiti teatrali per un certo periodo di tempo. Dunque, considerando quanto si è ascoltato e visto a Ferrara, bisogna dire che miglior ritorno della rinata Mahler Chamber non poteva essere chiesto: teatro più che esaurito, anzi straripante. L'orchestra era in grandissima forma. Daniele Gatti, il direttore, veniva osannato a fine concerto con tutto il pubblico in piedi e contemporaneamente fischiato da alcuni spettatori del loggione. E poi Beethoven, l'Ottava e la Nona Sinfonia per chiudere il ciclo integrale delle sinfonie del tedesco, intrapreso proprio da Gatti alla guida della Mco dalla sua renaissance. E tutto ciò dentro il maggior istituto culturale di Ferrara per la musica, il Teatro Abbado, con un concerto "catturato" proprio da Ferrara Musica e posto come suggello conclusivo della stagione, che invece ha fatto perno su un'altra orchestra "residente" storica, la Chamber Orchestra of Europe. Tornando alla prestazione della "concorrente" della Coe, cioè la Mco, e al suo attuale artistic advisor nonché direttore Daniele Gatti, la prima considerazione, perché la più appariscente, è che Gatti divide: già prima dell'inizio del concerto e durante l'intervallo i messaggini telefonici pro e contro il direttore animavano un dibattito fatto prevalentemente di WhatsApp. Poi quei fischi già citati, in verità più prevenuti e ingenerosi che sinceri e meritati, che però non hanno scomposto l'aplomb del Gatti, presentatosi al proscenio più volte sempre sorridente e plaudente l'orchestra, il coro, i solisti. Ma entriamo nel giudizio critico e spieghiamo perché quei fischi non li condividiamo: Gatti ha messo sotto torchio l'orchestra, l'ha fatta suonare in maniera straordinaria adoperando tutte le tecniche e tutte le sottigliezze possibili, dai crescendo agli stop and go improvvisi, dai pianissimi sussurrati ai fortissimi esplosivi, con pause espressive di qualche secondo fra un passaggio strumentale e l'altro molto efficaci, inconsueti per chi conosce esecuzioni di riferimento delle sinfonie beethoveniane; e ha diretto a memoria sempre. Ora può piacere o non piacere la sua irruenza, il modo di trasformare la leggerezza quasi danzante dell'Ottava sinfonia in drammatica tensione ritmica, o inscenare un terremotato crescendo finale della Nona con coro, orchestra e solisti tutti in fortissimo e oltre se possibile. Ma il suo gesto è chiaro, lampante, motore di una guida veramente efficace, che consente proprio all'orchestra di mostrare il proprio valore, l'eccellenza delle prime parti e dei fiati, l'intensa complicità col direttore nell'offrire un Beethoven fuori dei canoni classici e (perché no?) anche fuori dai gangheri. Gatti osa, va oltre l'abitudine, si espone alle critiche dei "puristi" consapevolmente. Nel contempo inventa una musica di Beethoven insospettabile, carica di espressione; ma non è solo dinamismo spinto e potenza oltre; perché quando decide di liricizzare (il cantabile dell'Adagio della Nona sinfonia, per esempio) trae dall'orchestra un suono purissimo, anodino, rallentato ai limiti della rottura d'intonazione, etereo, sognante. Ultime note per la Nona sinfonia di Beethoven: bene il coro (costituito dall'unione dell'amatoriale "Orfeó Català" con il professionale "Cor de Chambra del Palau de la Música Catalana") istruito da Jose Fila i Casañas; male i solisti, perché da Christiane Oelze, Christa Meyer, Torsten Kerl e Steven Humes ci si aspettava miglior prestazione. Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per Ferrara Musica - Teatro Comunale Claudio Abbado Nella miniatura in alto: il direttore Daniele Gatti artistic advisor della Mahler Chamber Orchestra