Notiziario n.203 - Opera San Pio X

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Notiziario n.203 - Opera San Pio X
NOTIZIARIO
n° 203- Anno XXII - ottobre 2010
“Dio non mi ama
per i miei meriti,
ma per i miei bisogni”
Sommario:
La Parola dell’Assistente
2
Viaggio del Papa
3
L’Angolo del MASCI
4
Una bella favola
5
Leonardo Murialdo. Chi?!
6
Per i 106 anni di Zeffirina
8
Auguri
8
Associazione
Amici ed Ex Allievi del Murialdo
+
Via degli Etruschi 36 - 00185 Roma
Tel. 06 4461979 Fax 06 4456810
Notiziario 203
ottobre 2010
La Parola dell’Assistente
Miei cari amici,
vi eravate illusi che non venissi a tormentarvi e che fossi ancora fra i camosci delle
Dolomiti di Brenta. Invece, eccomi qua!
Intanto, come va la salute? Avete ricaricato anche voi le batterie, come ho cercato di
fare io, in famiglia (caldo!) e in montagna? Non ho fatto le galoppate, nè le scalate
degli anni passati.
Vi siete accorti che anche ora ho ripreso a parlare di me stesso?
Però questa volta il motivo c'è: I confratelli della mia comunità hanno messo in moto
indagini, foto, ricerche... nei miei riguardi. Mi sono accorto che avevano chiesto al
Comune di Roma che mi rilasciasse un attestato(at--"testato", non "cornata") di
Cittadinanza Romana, visti i 58 anni di mio "felice esilio" nella Capitale. Abbiamo
celebrato la Messa solenne in piazza domenica 12 settembre; ma attendevamo come,
da accordi una lapide da affiggere in piazza con la esaltazione di Padre Libero
Raganella, un Sanlorenzino autentico tanto, tanto benemerito per il bene che, prima
della guerra e dopo, ha fatto a questo nostro quartiere. La lapide arriverà quanto
prima e così la nostra riconoscenza avrà un forte motivo.
Scusate! Ho parlato ancora una volta di me; che volete? Un camoscio si disorienta
spesso e fa quello che non dovrebbe.
Stiamo quindi alla ripresa delle attività dell'Associazione Amici ed Ex Allievi dei
Giuseppini del Murialdo; io farei prima se vi ricordassi il nome che mi sta più a
cuore: "Famiglia del Murialdo". Il Murialdo voleva che il Giuseppino fosse Amico,
Fratello e Padre; io, ve 1'ho già detto in passato, sento che il mio ruolo è quello di
Amico,·Fratello e·...Nonno!!!
Che dirvi ancora? Non sono ancora finiti i lavori di sistemazione e tinteggiatura
dell'interno della nostra chiesa. Quello invece che non avrete ancora ammirato è il
cortile grande che è diventato tutto nuovo con annessi e connessi?. Padre Libero
sarebbe contento, anche se la sua Roma qui ancora non può giocare e allora non potrà
più dirmi, come quando lo sfottevo: "Zitto tu, che nun capisci gnente!"
Non capisco?! Già, capisco che debbo smettere e abbracciarvi tutti caldamente.
Ciao!
P. Antonino
i1 "Vecchio Camoscio pazzo"!
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Viaggio del Papa nel Regno Unito
Dopo il viaggio di
Giovanni Paolo II, 28 anni
fa, Benedetto XVI si è
recato in Gran Bretagna il
15 settembre per una visita
di 4 giorni.
Ad Edimburgo è stato
ricevuto solennemente
dalla Regina Elisabetta II e
dal Principe Filippo, dal
Premier David Cameron e
d a l
l e a d e r
dell’opposizione.
Nel pomeriggio il Papa si
è recato a Glasgow per celebrare una Messa solenne cui assisteva una folla enorme e mi
ha colpito la grande e larga partecipazione dei presenti alla Comunione.
Il giorno dopo il Papa si è recato a Londra dove è avvenuto un confronto con il mondo
della cultura e la visita al Primate anglicano Rowan Williams.
Sabato 18 si è incontrato con il Premier Cameron ed ha partecipato ad una veglia di
preghiera in Hyde Park.
Domenica infine, nel Cotton Park di Birmingham ha presieduto alla solenne cerimonia
con la partecipazione di
migliaia di fedeli nel corso
della quale ha proclamato
Beato il Card. Henry Newman.
Molte dirette televisive sono
state dedicate a questi eventi
da TV 2000 e da Rai Uno.
Enrico Colaiacomo
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L’Angolo del MASCI
Comunità MASCI Roma XI: “ROSSANO CIAMBELLA”
Lettera aperta
Gentilissima signora Adua,
esattamente sedici mesi or sono, il nostro notiziario pubblicava un articolo dedicato al caro
Roberto ed alle sue magnifiche opere.
A tutti coloro che mi hanno chiamato chiedendo notizie avevo assicurato che Roberto, anche se
sofferente, era sereno ed una grande forza interiore lo aiutava a sopportare la malattia.
Roberto era cosciente del suo male ed ha vissuto i suoi giorni, fino in fondo, da vero scout,
restando fedele al motto del movimento “ESTOTE PARATI”.
Nella nostra ultima conversazione telefonica, nel mese di giugno, mi confermò il suo stato di
salute e mi disse che era pronto per incamminarsi verso quella Casa dove tutti un giorno ci
ritroveremo intorno ad un gran falò per cantare di nuovo insieme le belle canzoni che hanno
accompagnato tanti anni della nostra gioventù. Diceva queste cose con straordinaria serenità, senza
alcun timore, come se stesse preparando lo zaino per affrontare una gita in montagna.
Carissima signora Adua, ricorderemo Roberto come facciamo sempre nei nostri incontri
nominando gli amici scomparsi; lo ricorderemo leggendo le sue poesie, rivivendo col pensiero gli
episodi più belli che il tempo trascorso insieme ci ha permesso di vivere.
A Lei gentile signora, a tutti i suoi cari di famiglia porgiamo i sensi del nostro profondo cordoglio.
Invito gli amici ad unirsi a me per salutare Roberto col nostro grido “BUONA STRADA”.
Vittorio Borsatto
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Una bella favola si è umanizzata a Bolsena
in una stellata notte del mese di luglio
A metà del mese di luglio, insieme a mia moglie Augusta, ci siamo recati a Bolsena per unirci ad un
gruppo di carissime persone con le quali, già da molti anni, ci si incontra per trascorrere le vacanze estive
insieme.
Questa comitiva è capeggiata da una gentilissima signora di nome Laura, la quale cura tutta
l’organizzazione del soggiorno, compresa l’assistenza morale, ricreativa e, all’ottanta per cento, quella
sanitaria. Per la parte religiosa il gruppo si avvale di un santo sacerdote di colore, ricco di tantissima
pazienza (Padre Edwin) appartenente alla Parrocchia di San Francesco di Assisi in Acilia (Roma).
Pensate che questo santo padre ha stretto una grande amicizia con me; un giorno dietro richiesta di mio
figlio Massimo, che gli chiedeva di recitare una preghiera alla Madonna per farmi diventare più buono,
così ha risposto: “Caro Massimo la Madonna ascolta tutti, ma per tuo padre ho l’impressione che non ci sia
nulla da fare”.
Comunque ritorniamo alla favola che vi debbo raccontare.
Era la terza giornata del nostro soggiorno e dopo la cena e la solita riunione serale, ci siamo salutati per
raggiungere le nostre camere. Alle ore 23 circa, sentiamo provenire dal parco, un canto melodioso che
aumentava di volume e le cui parole arrivavano alla finestra della nostra stanza sempre più chiare e
distinte; abbiamo allora sollevato la tapparella e ci è apparsa improvvisamente, come in un sogno, una
processione formata da una ventina di signore tutte con una lunga veste bianca e con una candelina accesa
fra le mani, le quali in coro ci auguravano la buona notte. Con mia moglie ci siamo abbracciati forte senza
riuscire a pronunciare nemmeno un grazie per la grande emozione che stavamo provando.
Solo alla richiesta corale di bacio bacio siamo riusciti ad accontentare le coriste, tornando poi alla
normalità. In quel momento Augusta, guardandomi, mi ha detto: “Vittorio sono tanto felice perché questa è
una cosa che avrei tanto desiderato in gioventù”.
Il giorno dopo abbiamo ringraziato tutti gli Amici con un buon bicchiere di spumante ed una buona e bella
fetta di torta.
VIVA L’AMICIZIA quando la si può scrivere con la “A” maiuscola.
Un pomeriggio, proprio dalla signora Laura, in occasione dello svolgimento di uno degli incontri con il suo
gruppo al quale partecipai anch’io, avente per oggetto l’amicizia, ascoltai una frase che mi è rimasta viva
nella memoria e che sento il desiderio di riportare di seguito rinnovandole i complimenti più sinceri:
“L’amicizia non ha valore e non la si può comprare perché è un dono che nasce dal rispetto profondo e
reciproco e dall’amore che ognuno di noi deve avere nei confronti di ogni creatura di Dio”.
Che ne pensate?
Chiudo la mia bella favola inviando, unitamente a mia moglie, un saluto a tutti gli amici di Acilia
assicurandoli che sono sempre nei nostri cuori.
A Laura ancora un grazie sincero ed infiniti auguri per tutto ciò che di più caro desidera.
Vittorio
Domenica 21 novembre
3a domenica del mese
Assemblea Generale
Associazione Amici ed Ex Allievi del Murialdo
Roma San Pio X
Prendete nota, scrivetelo sul calendario
A presto rivederci
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Leonardo Murialdo. Chi?!
Una spiritualità che diventa Pastorale Giovanile
E', in ogni caso, difficile sintetizzare lo stile con cui il Murialdo stava in mezzo ai ragazzi. Il suo modo di amare i giovani
dipendeva certo dal suo carattere e dalla sua formazione. Ma un forte influsso ebbe anche la sua esperienza spirituale. Essa
ha le sue radici in una grave crisi giovanile, un periodo difficile e doloroso di lontananza da Dio a 14 anni e che Leonardo
non dimenticò più. Anzi, in seguito, ne trasse un insegnamento e un'esperienza fondamentali per la sua vita e la sua
spiritualità: la consapevolezza della sua colpa e della sua debolezza, ma insieme la dolce certezza dell'amore misericordioso
di Dio per lui e per ogni uomo. La crisi e la sua soluzione, segnarono anche la sua pratica pedagogica fatta di dolcezza, di
comprensione e di pazienza. Ritornato a Dio dopo lo sbandamento giovanile, il Murialdo sperimentò in modo forte e vitale
l'amore misericordioso e accogliente del Padre. Egli sentì e visse questo amore sottolineandone specialmente alcune tonalità.
L'amore di Dio è"gratuito: Dio mi ama per primo, in modo del tutto disinteressato, senza alcun merito da parte mia; attuale:
Dio mi ama in ogni istante, in questo preciso momento egli pensa a me; personale: Dio ama proprio me, mi chiama per
nome, mi conosce e mi sceglie tra mille; infinito: Dio mi ama con cuore grande, smisurato; il suo amore è eterno e
universale; tenero: Dio mi ama con un cuore di madre, pieno di affetto verso di me; misericordioso: Dio dimentica i miei
sbagli e tradimenti; mi ama e mi accoglie sempre se voglio tornare a lui".
Tutto ciò ebbe un grande influsso sulla sua personalità e sulla sua attività educativa. Ne scaturisce un quadro che, sebbene
non teorizzato dal Murialdo, potrebbe interpretare in modo illuminante la sua pedagogia.
E' il parallelismo istituito tra l'esperienza di Dio amore e lo stile della pastorale giovanile del Murialdo che vuol essere
segno e strumento dell'amore di Dio che egli ha conosciuto. Le diverse sottolineature con cui il Murialdo vive l'esperienza
dell'amore di Dio diventano altrettanti atteggiamenti di fondo del suo lavoro con i giovani.
Amore gratuito
L'esperienza personale di un Dio che ama per primo, in modo disinteressato, generò nel Murialdo l'impegno a una risposta
che fosse il segno, tra i giovani, dell'amore gratuitamente ricevuto da Dio. Fu segno di gratuità, nel Murialdo, ricco,
intelligente, con molte possibilità a portata di mano, l'aver scelto di lavorare con i più poveri tra i giovani, in una situazione
economica, quella del Collegio Artigianelli, sull'orlo della bancarotta. Egli accetto di "essere tutto a tutti, [...] di essere padre
e madre per i suoi poveri ragazzi, specialmente per i più bisognosi, i più deboli e i più cattivi". E l'iniziativa gratuita e
preveniente di Dio trova una rispondenza nel Murialdo prete di oratorio il quale, di persona o attraverso i laici suoi
collaboratori, andava a cercare i giovani "per le strade, per i prati e lungo il Po col suono del campanello,, per attirarli
all'oratorio. Prendere l'iniziativa dunque, andare a cercare i giovani: "Perché se i ragazzi non vengono, non andiamo noi da
loro?,,.
Amore attuale
Per far del bene bisogna essere amati e per farsi amare occorre saper percorrere la strada del cuore per arrivare ai ragazzi.
"Come senza la fede non si piace a Dio, senza dolcezza non si piace al prossimo. A chi è dolce si perdonano molti difetti; a
chi non è dolce poco giova ogni altra virtù. Serenità di volto,
affabilità nel parlare, accesso facile, mansuetudine, pazienza,,.
L'educatore deve dunque saper migliorare il proprio carattere per
rendersi amabile, adattarsi ai giovani e aIle loro situazioni. Deve
anche essere aperto al nuovo, a tutto cia che di positivo e di bello
scopre nei giovani e nella loro crescita. In questa apertura rientra
anche I' esigenza di un continuo aggiornamento per una pastorale
di qualità. II Murialdo era solito esprimere questa concetto con l'
esortazione "facciamo il bene, ma facciamolo bene".
Amore personale
In un tempo e in un ambiente che privilegiavano l'educazione e la
pastorale di massa, il Murialdo seppe essere attento alle singole
persone, cercando il contatto personale e il clima di famiglia. Ai
suoi collaboratori inculcava la necessità del rispetto e della stima
verso ogni ragazzo. Esigeva delicatezza e comprensione anche
verso i più cattivi, invitando gli assistenti a prenderli in disparte e
a trasformare gli eventuali rimproveri in occasione di dialogo:
"Sempre e soprattutto in questi giorni ho visto quanto sia utile
rimproverare in modo dolce e a quattrocchi".
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Amore infinito
L' amore infinito di Dio fu per il Murialdo la sorgente e il modello per un servizio totale e duraturo, radicale e senza mezze
misure. I suoi ragazzi avevano alle spalle storie di lunghi e dolorosi abbandoni. Era naturale aspettarsi un cammino
educativo segnato da vizi, cadute, incoerenze, sconfitte. Ma questa non era, secondo lui, motivo sufficiente per scusare le
impazienze di chi sceglieva di dedicarsi a loro. "Raccogliendo degli abbandonati dobbiamo aspettarci di trovare dei giovani
che abbiano tutta l'ignoranza, la selvatichezza, i vizi che nascono da uno stato di abbandono i loro precedenti Ii scusano,,.
"Se noi avessimo avuto la stessa educazione, saremmo diversi?".
Amore tenero
La tenerezza e la dolcezza furono forse tra le caratteristiche più evidenti della pedagogia del Murialdo, anche quando si
rendevano necessari interventi severi. Suggeriva che i castighi fossero rari, come le medicine, che non si possono
moltiplicare. La sua azione tra i ragazzi si ispirava all'amore di Dio che accoglie e perdona. Ne è un esempio un suo
intervento nei confronti di Gaspare Corte, un giovane che, agli Artigianelli, si distingueva per la continua indisciplina. II 30
ottobre 1897 il Murialdo inviò all'assistente del ragazzo una breve lettera, piccolo gioiello di pedagogia pratica nei
confronti dei ragazzi difficili. "Caro Mantelli, stamane ho parlato al povero Corte, per vedere se possiamo salvare un'anima.
Con mio stupore dimostrò buone disposizioni e lasciò anche cadere qualche lacrima: lo esortai a fare stasera una buona
confessione. Speriamo in Dio e in Maria: e intanto se non fa mancanze gravi, ma solo cose di indisciplina, chiudiamo un
occhio, per non irritarlo. Se si presenta occasione, parlagli anche tu, grazioso più che puoi; se potessimo, con un po' di
miele, cogliere questo moscone!".
Amore misericordioso
L'esperienza che il Murialdo fece dell'amore misericordioso di Dio indusse in lui un atteggiamento di profonda fiducia e di
serena speranza anche nei confronti dei giovani più difficili. Certo, anch'egli dovette, a volte, allontanare dalle sue
istituzioni i ragazzi che non accettavano un corretto rapporto educativo o addirittura erano di danno o di ostacolo per gli
altri. Tuttavia per lui era importante non perdere la speranza nei confronti di questi ragazzi.
"Poveri fanciulli, più infelici che colpevoli, i quali, se venissero in tempo tolti alla corruzione dei compagni malvagi,
potrebbero facilmente essere riavviati nei sentieri della virtù". La speranza di recupero e di reinserimento nella società era
fondata sulla stima per il valore ontologico e cristiano della persona. Un valore che non dipende dal modo con cui il
ragazzo si presenta, ma dal suo stesso essere persona. Ecco in proposito una nota pagina del Murialdo. "I nostri giovani
sono poveri, sono fanciulli e, aggiungiamo pure, talora sono ben altro che innocenti! Ma quest'ultimo carattere, sebbene in
se stesso certo non amabile, deve forse renderci i nostri giovani meno cari? Meno, sia lecita l'espressione, meno
interessanti? Forse noi dimentichiamo troppo, qualche volta, questa condizione dei giovani cui pure intendiamo consacrare
la nostra vita. Non appena un giovane si mostra di indole infelice o anche perversa, di carattere indisciplinato o poco
disciplinabile, riottoso all'educazione, altero, caparbio e stazionario nel male o procedente, anzi, di male in peggio, subito ci
disgustiamo, ci disanimiamo e brameremmo senz'altro che quel poverino ci togliesse ogni fastidio, andandosene pei fatti
suoi, egli ed i suoi vizi. Non bisogna essere troppo facili a stancarsi, a disanimarsi, a disperare".
Nuovo Vescovo Vicario Apostolico di Napo in Ecuador
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale del
Vicariato Apostolico di Napo (Ecuador), presentata da S.E. Mons.
Paolo Mietto per raggiunti limiti d'età ed ha nominato suo
successore P. Celmo Lazzari, Vicario Generale della
Congregazione dei PP. Giuseppini del Murialdo. Al quale è stata
assegnata la sede titolare vescovile di Muzuca di Proconsolare.
A Mons. Paolo Mietto va il nostro augurio di un meritato riposo
dopo tanti anni di intenso e profiquo impegno pastorale ed a padre
Celmo, con le nostre congratulazioni, le assicurazioni di preghiere
ed aiuti.
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Attività del mese di ottobre
gio 21
gio 28
ore 18:30
ore 19:00
Conferenza formativa
Consiglio Direttivo
AUGURI
Per il mese di ottobre
Compleanni
Per i 106 anni di Zeffi
I giorni, le settimane, i mesi, gli anni corrono e
scorrono solenni e silenziosi come le acque del
nostro immortale Tevere.
Noi siamo per fortuna ancor qui a guardare e a pensare.
Pensiamo di aver adoprato tutti gli aggettivi
semplici, composti e superlativi assoluti per
magnificare i tuoi gloriosi 106.
Quest’anno in albergo in occasione delle vacanze
mi è stata assegnata la stanza 106. Il prossimo
anno chiederò la stanza 107 e così via.
Arrivati al punto avendo quasi esaurito gli
argomenti del tuo lungo curriculum vitae andrò
a cercare fin nel fondo del sacco della mia memoria
qualcosa che è rimasto. Per fortuna la memoria
è rimasta. Il “cancella” del mio digitale non è
stato ancora usato per l’occasione.
Ecco allora cosa è venuto fuori per te:
5 Grossi Andreina
7 Girardello Delfino
8 p. Angelo Catapano
9 Di Tillo Anna
11 p. Gino Piccialuti
15 p. Agostino Montan
16 Ridolfi Marcello
17 Pompei Ennio
18 Pometti Adriana
21 Borsatto Augusta
Onomastici
2 Santi Angeli Custodi: Angela Carucci, Mechelli
4 San Francesco: Franca Proietti, Petrone,
Sensi; Nerbi,
6 San Bruno: Barilari
15 Santa Teresa: Albanese, Petrioli, Postiglione
19 San Renato: Papaleo
Anniversari di matrimonio
3 Angelo e Rosa Mechelli
9 Mario e Rossana Mariani
16 Domenico e Teresa Albanese,
20 Renzo e Maria Grazia Mariani
25 Renato e Anna Di Tillo
Z enit come il sole a mezzogiorno
E ntusiasta della vita
F orte quasi sempre
F ortissima malgrado tutto
I mmortale o quasi
R esistente a tutto e a tutti
I nvincibile ... a pinacola
N ata a Narni la città al centro de lu monnu
A ncora con noi, per noi, sempre.
Dal tuo umilissimo suddito e indegno genero.
Carlo
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