La carta - Comune di Lazise

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La carta - Comune di Lazise
COMUNE
DI
LAZISE
Ufficio Relazioni con il Pubblico
Numero 2
La carta
Dicembre 2009
I o co ns um o un a lb er o e m e z z o .
Attualmente il consumo della
carta rappresenta un problema non indifferente, specialmente nei paesi maggiormente sviluppati, dove l’enorme
consumo di carta ha portato
alla realizzazione di metodi
più o meno sofisticati per il
suo riciclo,
la riduzione
dell’impatto ambientale e la
salvaguardia delle foreste. Il
consumo della carte diventa
quindi indice del livello di industrializzazione e quindi di
sviluppo di un paese: maggiore è lo sviluppo, maggiore è il
consumo della carta. Possiamo affermare quanto sopra
facendo un collegamento fra
carta e alfabetizzazione: più
elevato è il grado di istruzione
di una popolazione, più numerose sono le scuole, più libri
vengono pubblicati. La carta è
inoltre anche sinonimo di igiene e protezione di prodotti
alimentari. La produzione di
carta comporta purtroppo
l’abbattimento di foreste che,
in determinati casi, può rappresentare un problema per
l’ambiente ed il suo equilibrio.
Per ovviare alla deforestazione il progresso delle tecniche
Sommario:
Io consumo un albero e mezzo.
1
Riduciamo la carta.
Come?
La carta: la storia.
2
I vari tipi di carta e le 2
fasi di produzione.
Come differenzio la
carta?
3
La cartiera e il suo
impatto ambientale
3
Angolo delle curiosi- 4
tà …. La Tetrapak.
Le fasi della produzione della carta .
6
di produzione della carta, ha
portato alla nascita di imprese
specializzate nella trasformazione dei rifiuti in risorse, che
riciclano la carta per produrne altra nuovamente utilizzabile. In effetti la carta da macero può sostituire la fibra
vergine, ovvero può evitare
l’abbattimento di alberi. In
Europa l’industria cartaria è
impegnata nella lotta contro il
taglio illegale degli alberi. Esistono leggi nazionali e locali
che regolano l’utilizzo del legno tagliato. Attualmente il
legname proviene per la maggior parte da piantagioni coltivate
appositamente per
l’industria
“forest
management “, e la sua provenienza deve essere certificata.
Possiamo
quindi dire che
l’industria ha stimolato la creazione di nuove foreste facendo sì che, per un albero tagliato, ne vengano piantati tre. La
superficie europea ricoperta
da foreste è conseguentemente aumentata negli ultimi 50
anni e, in base a dati forniti
da Assocarta,
rappresenta
attualmente il 38% della superficie totale. Esiste un pro-
cesso di pianificazione forestale europeo conosciuto come Gestione Forestale Sostenibile, sottoscritto a Strasburgo nel 1990, al quale ha aderito anche l’Italia. Le regioni
interessate sono la Calabria,
la Sicilia, la Sardegna, la Basilicata, la Liguria, la Toscana e
altri. Si tende tuttavia a promuovere il riciclo della carta
usata, che rappresenta attualmente più del 50% di quella
prodotta. In Italia, secondo
dati forniti da Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e
Riciclo degli Imballaggi a base
Cellulosica,
si consumano
circa 9 milioni di tonnellate di
prodotti cellulosici, di cui se
ne ricicla il 64%, se ne brucia
il 14% per la produzione di
energia e il 22% finisce nei
nostri caminetti oppure in
discarica. Mediamente, ognuno di noi consuma un albero e
mezzo all’anno mandandolo
poi in discarica. E’ un peccato!
Nonostante ciò, possiamo
comunque diventare “fruitori
modello” se quotidianamente
ci impegniamo nello smistamento intelligente ed ecologico.
R i du c iam o la c ar t a . C om e ?
1)
Acquistare carta riciclata.
2)
Stampare sempre su
entrambe i lati del fo- Osservando questi piccoli
suggerimenti è possibile ridurglio.
re il consumo di carta. In
Leggere prendendo i
questa direzione lavora anlibri in prestito dalla
che la Xerox Corporation,
propria biblioteca.
un’industria americana che
Pagare le bollette online produce fotocopiatrici e stampanti. Recentemente è comRicicliamo cartoni, sca- parsa la notizia sulla stampa
3)
4)
5)
tole o fogli di carta
per fare nuovi regali.
che la ditta ha ideato un tipo di
carta cancellabile che si può riutilizzare fino a 100 volte. Può essere
utilizzata per stampare documenti
che vengono utilizzati una sola
volta e che poi vengono gettati. Il
testo stampato su questo tipo di
carta rimane leggibile fino a 24
ore, poi gradualmente scompare.
Questa carta costa il doppio della
carta normale ma il vantaggio sta
nel suo riutilizzo.
La carta
L a c a r ta : st oria
Papiro dell’antico Egitto
I cinesi usavano
anticamente la carta
come oggetto di
vestiario. I preti e i
poeti indossavano
cappelli di carta.
La carta igienica
compare nel sesto
secolo, prima si
utilizzava un prodotto
fatto con fibre di riso.
La carta moneta risale
al nono secolo e
compare in
sostituzione della
moneta metallica
troppo pesante.
La produzione della carta.
Pagina 2
La carta compare millenni dopo
l’invenzione della scrittura.
L’uomo ha inciso inizialmente
graffiti su rocce e pareti di caverne, bastoni e ossa. Nel 3000
a. C. si utilizzava in Egitto il papiro prodotto dall’omonima pianta, la cui fabbricazione era inizialmente proprietà del Faraone,
poi della casta chiusa degli scribi. Nel III. secolo d.C. il papiro
venne sostituito in Turchia dalla
pergamena ricavata dalla pelle
di capra, pecora o agnello. Il
faraone della città di Pergamo
ne vietò l’esportazione perché in
quel tempo a Pergamo stava
sorgendo una biblioteca che
avrebbe dovuto superare in magnificenza quella di Alessandria
d’Egitto. In Cina nel frattempo
erano in uso il bambù e la seta,
la carta fu inventata dal ministro
cinese Ts’Ai Lun nel 105 d.C.
ricavandola da stracci macerati. Nacque il primo telaio: le reti
da pesca, sostituite poi con
asticelle di bambù e quindi con
della seta. L’utilizzo della carta
si diffuse in Asia Minore, (a
Samarcanda nacque la prima
cartiera araba), in Africa, in
Spagna, dove nel 1140 a Valencia sorse la prima cartiera
europea, e nel XIII. in Europa.
Nella produzione della carta
venivano impiegati i cascami
dell’industria tessile e la gelatina animale che rendeva la
carta adatta alla scrittura. In
Italia la carta sembra giungere
nel 1276 grazie ad alcuni crociati che la portarono a Fabriano al ritorno dalla Terra Santa
o, secondo altra fonte, da alcuni monaci che avevano effet-
tuato un viaggio in Oriente. A
Fabriano venne introdotta la
pila a magli che permetteva
la produzione meccanizzata
della carta. Con l’invenzione
della macchina piana e della
macchina a tondo iniziò la
produzione industriale della
carta. Gli stracci furono sostituiti da materie prime come
la pasta di legno ottenuta dal
legno delle latifoglie e dalla
pasta chimica, nota come
cellulosa, ottenuta dalla cottura del legno delle conifere.
In Italia la carta esisteva già
1270 ma proveniva dalla
Spagna e dal mondo arabo.
Verso il 1400 in tutta Europa
iniziarono a comparire le prime industrie della carta. Nasceva una nuova era.
I va r i t ip i d i c a r t a e l e f a s i d i p r o d u zio n e .
I prodotti della carta vengono
suddivisi in cinque gruppi in
base all’utilizzo che ne viene
fatto. Esistono le carte speciali
per usi industriali con cui si
producono assegni, carta moneta, sigarette, carte geografiche, carte da parati etc; le carte
igienico– sanitarie impiegate
nella produzione di carta igienica, fazzoletti, tovaglioli, tovaglie
e asciugamani per uso medico;
le carte da imballaggio, cartoni
e cartoncini carte per alimenti,
cartoni ondulati utilizzati per
confezionare alimenti, astucci,
copertine, sacchetti. Vi sono
inoltre le carte da scrivere quali buste, quaderni, lettere, album da disegno, carta carbone
e per fax e le carte da stampa
che ritroviamo nei
giornali,
libri, elenchi del telefono, biglietti da visita, cartoline, calendari, pieghevoli commerciali
etc.
valentemente da cellulosa,
emicellulosa, lignina.
All’inizio le fabbriche effettuavano il taglio degli alberi,
creavano manualmente i fogli, oggi la materia prima è la
polpa di cellulosa che viene
prodotta altrove e la carta da
riciclo. La prima fase della
fabbricazione della carta è
nota come spappolamento: al
legno viene tolta la corteccia,
viene sbriciolato e trasformato in polpa che non è altro
che un insieme di fibre messe in sospensione in un liquido in grandi vasche metalliche. La sospensione fibrosa
viene ulteriormente diluita
con acqua. La seconda fase
prevede lo sbiancamento con
cloro o biossido di cloro, ossigeno e idrogeno perossido. In
questa fase si distingue l carta “avana” che viene sbiancata e poi ricolorata di marrone
sbiadito da quella non sbianLa fabbricazione della carta cata. La terza fase riguarda
implica alcuni processi che la pressatura. La soluzione di
partono dal legno formato pre- cellulosa viene immessa in
un cassa e attraverso un foro
viene fatta cadere su una tela
che scorre continuamente. Le
fibre cadendo si compattano
e formano quello che è il foglio iniziale. I fogli vengono
poi pressati con dei rulli particolari per compattare meglio
le fibre che contengono ancora l’80% d’acqua. La fase
successiva è l’essiccamento.
La quarta fase riguarda trattamenti superficiali. La carta
in questa fase è grezza e non
adatta alla scrittura, perciò si
utilizzano additivi per rivestire la superficie e renderla
liscia oppure lucida. E’ questa
la fase della collatura indispensabile per le carte da
stampa, che vengono spruzzate con del collante e poi
pressate. Altre carte invece
sono sottoposte a patinatura
con acqua, collante e pigmenti e prevede un’ulteriore lavorazione. Altri trattamenti si
possono effettuare se si vogliono ottenere tipi particolari
di carta. (vedi schema pag.4)
Numero 2
C o m e d if f er en zio la ca r t a ?
Prima che la carta utilizzata
arrivi alla cartiera, passa ovviamente da casa nostra. Abbiamo acquistato una rivista, un
quotidiano, un fumetto, abbiamo utilizzato bicchieri, piatti e
tovaglioli di carta per un pic nic
o una festa, abbiamo ricevuto
delle scarpe nuove in una
scatola di cartone, abbiamo
aperto un pacco di pasta o
ancora, abbiamo bevuto succhi di frutta, bene, pensiamo
che possiamo dare un nuovo
futuro a tutto questo. Ognuno
di noi può separare questi
materiali dal resto dei rifiuti
risparmiando risorse preziose
e salvaguardando l’ambiente.
Un primo accorgimento è di
riciclare insieme i giornali, i
fumetti, i fogli di carta, i cartoni
e i cartoncini, le riviste, i sacchetti di carta con i manici e
tutti gli imballaggi in cartone,
facendo attenzione ai materiali che non contengono cellulosa come le carte chimiche, le carte auto copianti,
contenitori di sostanze pericolose, anche se di carta, e
tutta la carta sporca in generale, che va smaltita nel secco. Nella carta puoi invece
raccogliere anche le scatole
dei medicinali, i cartoni della
frutta e della verdura, i sacchetti per il pane, i poster, le
scatole del dentifricio, delle
uova e dei saponi. Un secondo accorgimento riguarda il
cartone utilizzato per le bevande. Prima di gettarlo nella
carta, il cartone per le bevande deve essere sciacquato,
schiacciato e privato della
parte in plastica relativa al
tappo, da smaltire nella plastica. Se la carta poi ha dei
punti metallici, dei nastri
adesivi, delle finestre in plastica, questi devono essere
tolti. Attenzione a non raccogliere insieme alla carta anche carte con residui di colla
o altre sostanze. La carta
che selezioniamo a casa e
che poi ricicliamo serve per
produrre il 75% della carta
che ritroviamo in giornali,
riviste e fumetti. Il rimanente 25 % lo ritroviamo in confezioni o imballaggi e pensate, per produrre questa carta
non è stato abbattuto nessun albero, è stata usata
meno acqua
ed energia
elettrica!
Per produrre una
tonnellata di carta
cellulosa vergine,
secondo i dati forniti da
Comieco, occorrono 15
alberi, mentre per una
tonnellata di carta
riciclata non ne serve
nemmeno uno!
L’albero ringrazia.
L a ca r t ie r a e il s u o imp at to a mb ien ta le .
L’impatto ambientale è il
termine utilizzato per parlare
di inquinamento. L’uomo ha
in izia to ad in qu in are
l’ambiente in cui vive nel
momento in cui ha cominciato ad utilizzarlo per vivere,
un esempio è il disboscamento. All’iniziale uso della
legna per il riscaldamento
domestico, la cui combustione rilascia fumi, polveri e
ceneri nell’ambiente, si è
passati ad un rilascio pesante di gas nell’atmosfera con
la rivoluzione industriale. Gli
iniziali insediamenti umani
incidevano in maniera minore sull’ambiente anche perché il suo sfruttamento era
legato al soddisfacimento di
bisogni individuali. I grandi
insediamenti hanno portato
invece a sfruttamenti su larga scala che hanno causato
cambiamenti climatici come
le piogge acide, l’effetto serra, in alcuni casi, desertificazioni, e quindi carestie. Parallelamente si sono sviluppati
ambiti di ricerca per la prote-
zione ambientale che tendono
attualmente anche a coinvolgere direttamente i singoli cittadini. L’informazione alla cittadinanza ha lo scopo quindi di
limitare il più possibile i danni
causati dalla sua stessa attività.
Ritorniamo alla
produzione
della carta. In questo processo
vengono utilizzate acqua, energia e vengono prodotti rifiuti ed
emissioni di gas nell’atmosfera.
La cartiera sorge in prossimità
di un corso d’acqua perché
nella fase di riciclo e di produzione necessita di grandi quantità d’acqua. Se al termine del
ciclo produttivo l’acqua viene
rimessa nel fiume senza essere
opportunamente depurata, può
causare la morte di animali e
pian te. La depurazion e
dell’acqua nella fase finale è
quindi di estrema importanza.
Terminati i trattamenti previsti
dalla legge si ottengono fanghi
che, prima di essere smaltiti,
devono subire un ulteriore trattamento. Sono i fanghi insieme
a residui di carta riciclata a
rappresentare i rifiuti di una
cartiera che vengono conferiti in
discarica. Altro elemento inquinante sono le particelle sottili
contenute nei fumi rilasciati
nell’aria dai camini della cartiera. Inoltre, si devono considerare due altri fattori: il rumore
continuo degli impianti industriali che funzionano 24 ore su
24 e l’aumento della temperatura dell’aria in prossimità
dell’impianto dovuto allo scarico
delle acque ancora calde. Secondo Comieco le moderne
cartiere impiegano sistemi di
depurazione delle acque che ne
consentono il riutilizzo più volte,
producono minori quantità di
residui da smaltire in discarica
ed utilizzano meno energia. In
Italia esistono estesi distretti
nel Nord-Est (Trentino, Friuli
Venezia Giulia e Veneto), nella
zona di Lucca, in Lombardia, in
Lazio, Campania. Anche sul
Lago di Garda c’è un importante polo cartario a Toscolano
Maderno ed un interessante
museo della carta.
Perché un giornale non
opportunamente riciclato
ma disperso
nell’ambiente si
decomponga , occorrono
da 4 a 12 mesi.
Non gettarlo,
riciclalo!
La cartiera del passato.
Pagina 3
COMUNE DI LAZISE
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I p r o d o t t i T e t r ap ak
ANGOLO DELLE CURIOSITA’. LO SAI CHE ….
I brik, dall’inglese, mattone, è il contenitore per i succhi , le passate di pomodoro, il latte , le zuppe, le verdure e le ricariche dei detersivi, che viene
utilizzato in sostituzione ali contenitori in plastica. Questi contenitori nascono negli anni ‘60 ed hanno il grande vantaggio di essere riciclati insieme
alla carta. I cartoni utilizzati per le bevande sono prevalentemente di carta
ricoperta di uno strato di polietilene e da un sottilissimo strato di alluminio
che devono garantire la conservazione del prodotto che deve contenere mantenendone le caratteristiche. Il materiale, una volta raggiunta la piattaforma
ecologica, viene sciacquato, pressato e raccolto insieme alla carta. I comuni
che usufruiscono del servizio offerto dall’Enia, una multiutility che lavora
anche per la valorizzazione dell’ambiente, inviano poi il materiale alle cartiere SACI di Verona dove vengono triturati, mescolati con acqua per separare la cellulosa e disperderla nell’acqua. L’impasto ottenuto viene filtrato
per separare il polietilene e l’alluminio e poi inviato a processi di rielaborazione insieme alla carta. Ne risultano due tipi di carta: la Cartalatte di
colore bianco dai cartoni del latte e la Cartafrutta di colore avana per la lunga conservazione. Con il polietilene e l’alluminio ricavato si producono vasi,
fioriere e recinzioni. In sostituzione delle bottiglie in plastica si assiste progressivamente anche nei supermercati alla comparsa di confezioni in Tetra
Pak per succhi di frutta, vino e bevande in genere. Il principale produttore
mondiale di questo materiale riciclabile al 100% è la Tetra Pak.
La Tetrapak è un’azienda multinazionale fondata in Svezia nel 1951. Attualmente l’azienda è il
principale fornitore a livello mondiale di contenitori per alimenti e produttore di macchinari
per il loro confezionamento. L’azienda è proprietaria delle foreste da cui ricava la fibra di
legno e le gestisce in modo da non impoverire le risorse naturali ma da permetterne un costante
rinnovo. L’azienda collabora con organizzazioni ambientaliste che richiedono regolarmente
delle relazioni sull’attività svolta da Tetrapak. L’azienda lavora in armonia con la natura
fornendo al consumatore tutte le informazioni sulle possibilità di
riciclo del materiale
prodotto.
L e f a s i d e lla p r o d u zio n e d e lla c a r t a .