entrate (ma anche dogane, territorio, monopoli): abbiamo fatto

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entrate (ma anche dogane, territorio, monopoli): abbiamo fatto
Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche
Coordinamento Nazionale
FLP Finanze
Settore Agenzie
fiscali e D.P.F.
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Segreteria Nazionale
Prot. 380/SN/RM2009
NOTIZIARIO N°128
Roma, 9 novembre 2010
Ai
Ai
A
Coordinatori Provinciali
Componenti delle RSU
tutto il Personale
LORO SEDI
ENTRATE (MA ANCHE DOGANE,
TERRITORIO, MONOPOLI): ABBIAMO
FATTO UN SOGNO ALL’INCONTRARIO!
Ovvero le lettere di Befera, il comportamento dei
sindacati, il concorso a dirigente ecc.ecc.
Ieri sera stavo rileggendo la lettera del direttore generale delle entrate ai direttori
regionali e provinciali e i giornali che plaudivano all’iniziativa e, a un certo punto, vinto
dalla stanchezza per la giornata faticosa, mi sono addormentato e ho sognato. Ho fatto
un sogno all’incontrario.
Ho sognato che l’evasione fiscale era diventato un crimine punito socialmente dai
cittadini che pagano le tasse, tanto da spingere la stessa Confindustria a espellere le
imprese che evadevano le imposte, ho sognato un direttore generale che, quando vuole
inviare una lettera ai direttori regionali, non la mette sulla home page di intranet affinché
sia subito mandata ai giornali; ho sognato che la politica fissava gli obiettivi e non si
occupava dell’amministrazione, in modo che nessun direttore generale, in vista delle
imminenti elezioni politiche, sentisse il bisogno di dare un segnale agli evasori fiscali.
Ho sognato un’amministrazione che, anziché dare pubblici e generici attestati di
stima ai lavoratori e poi……..basta, andava dal ministro dell’Economia e pretendeva che vi
fossero riconoscimenti tangibili, ad iniziare dai passaggi di carriera e al pagamento in corso
d’anno degli incentivi economici.
Ho sognato che i passaggi da un’area all’altra non fossero attesi per decenni e poi,
fatto il bando, venivano dimenticati dall’amministrazione e dai sindacati ma si svolgevano
a cadenze regolari e in tempi rapidissimi.
Ho sognato che incompatibilità e conflitti di interesse si iniziassero a risolvere
dall’alto e non dal basso, ho sognato un Ministro dell’Economia che abbandonava
definitivamente il suo lavoro di tributarista dicendo: “È giusto che lo faccia, mica posso
difendere a stagioni alterne il fisco e gli evasori, o difendo uno o difendo gli altri”.
Ho sognato direttori degli uffici che non avevano budget stringenti che scaricavano
sui lavoratori e che se un verificatore tornava dicendo che la verifica non aveva
evidenziato nulla di rilevante, gli dicevano: “Vabbè, meglio così, abbiamo trovato uno che
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Agenzie fiscali
e D.P.F.
paga le tasse”, anziché dire: “Stavolta passi, ma la prossima volta se torni a mani vuote in
verifica non ti ci mando più”.
Ho sognato che la difficoltà dei concorsi era proporzionale al posto da ricoprire e
quindi per diventare funzionario bastava il titolo di studio, un colloquio e tanta
formazione mentre per diventare dirigente si facevano due prove scritte, un duro
tirocinio sul campo, debitamente monitorato, e un’altra prova, stavolta orale e
preceduta da un giudizio sul tirocinio svolto; ho sognato che un’amministrazione in cui
i dirigenti non venivano “scelti” ma si guadagnavano la nomina.
Ho sognato un sindacato unito, non per finta, attorno ai bisogni dei lavoratori, in cui
nessuno fa i comunicati di giorno e poi si mette d’accordo con le agenzie……di notte; ho
sognato che chi è ricattabile (che è diverso da ricattato) non sedeva ai tavoli di trattativa
nazionali, che l’azione sindacale non fosse dettata da quanti incarichi dirigenziali avevi da
difendere.
Purtroppo anche nel sogno c’erano sindacati populisti che prima chiedevano di
firmare i comunicati unitari e poi li smentivano con comunicati propri, dei lavoratori non
fregava loro nulla ma miravano solo a farsi pubblicità, spesso sulle spalle dei precari che
dicevano di voler difendere. Voi direte: “Ma come, ma non era un sogno
all’incontrario????”. Si, ma anche i sogni hanno un limite, e il comportamento di certa
gente non cambia nemmeno nei sogni all’incontrario.
Infine ho sognato lavoratori che, anziché reagire con un’alzata di spalle ad ogni
sopruso, si incazzavano e smettevano di fare tutto ciò che veniva loro chiesto, che
smettevano di credere all’infinito alle promesse che non diventano mai realtà e che
rivendicavano con forza i loro diritti; ho sognato lavoratori che si riunivano in assemblea e
dicevano ai loro rappresentanti sindacali che erano stufi e pronti ad ogni manifestazione.
Ma che avrebbero tolto il consenso (e le tessere) a quei sindacati che non avessero difeso
fino in fondo il loro diritto a stipendi dignitosi, alla carriera, al riconoscimento del lavoro
svolto.
Ero felice e ridevo nel sogno, quando mi ha svegliato di soprassalto il suono del
telefono. All’altro capo c’era un collega che mi diceva:“Senti un po’, altro che lettera del
direttore generale, qua il mio direttore mi dice che, siccome è fine anno e dobbiamo
raggiungere gli obiettivi, devo fare le verifiche nella metà del tempo previsto. Che devo
fare????”.
A quel punto mi sono svegliato definitivamente e ho capito che certe cose succedono
solo nei sogni………
L’UFFICIO STAMPA
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