IL CENTENARIO CHE SALTO` DALLA FINESTRA E SCOMPARVE

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IL CENTENARIO CHE SALTO` DALLA FINESTRA E SCOMPARVE
IL CENTENARIO CHE SALTO' DALLA
FINESTRA E SCOMPARVE – di F. Herngren
cast:
David Wiberg, Iwar Wiklander, Robert
Gustafsson
regia: Felix Herngren
distribuzione: Eagle Pictures
durata: 114'
produzione: NICE FLX Pictures
sceneggiatura: Felix Herngren, Hans
Ingemansson
fotografia: Göran Hallberg
montaggio: Henrik Källberg
costumi: Madeleine Thor
Trama:
Il personaggio principale del racconto, Allan Karlson compie cento anni e per l'occasione la casa di riposo
dove vive da anni intende festeggiarlo in modo solenne. Allan però decide di scappare dall'ospizio senza
avere alcuna destinazione in mente. Arrivato alla stazione dei pullman, durante l'attesa prima della
partenza, Allan si imbatte in un giovane, biondo, strano e troppo fiducioso nei confronti del vecchietto.
Non potendo entrare nella piccola cabina della toilette pubblica con un'enorme valigia da cui non si
separa mai, il giovane chiede ad Allan di curala per pochi minuti. Arriva una corriera, Allan vi sale
portando con sé la grossa valigia dello strano giovane, senza sapere che quel biondino è un criminale
affiliato ad una gang dedita al traffico della droga.
Tutta la vicenda è costellata da una girandola di equivoci e viene narrata in una sequenza cronologica
lineare, ma a più riprese si intreccia con i flashback che ripercorrono la vita del protagonista in una
galleria di personaggi incredibili e grotteschi.
Recensione:
Il romanzone del debuttante Jonas Jonasson, edito in Italia da Bompiani, ottenne nel 2011 un vasto
successo, principalmente grazie al passaparola. Fu un piccolo caso editoriale, insomma.
Le storie raccontate nel libro e in questo adattamento sono sostanzialmente due, pur con lo stesso
protagonista, l'esperto di esplosivi Allan Karlsson. Non una cima, ma uno con un mestiere. E col vizietto
dell'acquavite. La prima storia è quella della sua fuga dalla casa di riposo, proprio nel giorno del
centesimo compleanno, mentre l'istituto, le autorità del paese, i giornalisti si apprestano a festeggiarlo. Il
vegliardo esce dalla finestra, si incammina verso la stazione, prende l'unico biglietto con un prezzo
accessibile alle sue tasche. E se ne va verso una meta a caso, in compagnia di una valigia che ha sottratto
a un ragazzone minaccioso e scorbutico che gli ha chiesto, non proprio gentilmente, di custodirla mentre
espleta necessità fisiologiche. La catena degli eventi che segue non va certo svelata alla curiosità dello
spettatore.
Un vecchietto che fa così... avrà voluto dare una botta di vita a un'esistenza vissuta all'insegna della noia?
Nossignore. La storia numero due, che poco lega con la prima, ci svela che Allan è stato una sorta di
Forrest Gump, ma con una gittata spazio-temporale molto più ampia, e senza la sua patetica ma umana
sensibilità. Con un'impassibilità degna di un Buster Keaton, il Nostro ha cambiato ripetutamente e senza
volerlo le sorti del Novecento, ad esempio aiutando Oppenheimer a costruire l'atomica, o salvando la vita
a Francisco Franco; si è fatto amico Harry Truman - incontrato il giorno della morte di Roosevelt e della
successione alla Presidenza - , il fratello scemo di Albert Einstein, e tante altre celebrità che hanno
approfittato delle sue doti e competenze dinamitarde.
Le due vicende posso apparire simpatiche, ma alla lunga risultavano stucchevoli, in un tomo di 450
pagine che ripeteva all'infinito lo stesso schema non meritandosi, a nostro avviso, la vasta eco ottenuta.
Con un'aggravante: quel continuo, irritante ostentare indifferenza verso la storia e la politica, mentre
praticamente non parlava d'altro.
Ebbene, il film di Felix Herngren, autore più avvezzo a dirigere spettacoli televisivi e spot pubblicitari,
riesce a fare peggio. Innanzi tutto perché comprime il tutto in una durata standard da pellicola di largo
consumo; inizialmente il lavoro di sintesi sembra efficace, a lungo andare l'excursus storico risulta
completamente sacrificato, non tanto per le parti rimosse, quanto per l'avvicendarsi di scenette sempre
meno curate, fino alla riduzione della Guerra Fredda a una sequela di cospirazioni e attentati messi in
scena con ritmi da trailer.
Non solo, anche le poche modifiche di struttura apportate tolgono ratio alle idee di Jonasson sul
personaggio. Se le peripezie di Allan non si accompagnano mai a vicende sentimentali a causa della
castrazione comminata da un medico, che intende depotenziarne la pericolosità criminale, questo
contribuisce, nel romanzo, a farne un protagonista ancor più asettico; che però nel finale scopre, in tarda
età, di essere in realtà dotato di potenza sessuale. E anche di sentimenti di affetto e di rabbia, indirizzati
rispettivamente a un gatto e alla volpe che lo uccide. Herngred mostra la sequenza della castrazione ma
non la ritrovata potenza, e pone la sequenza del gatto all'inizio, svuotandole entrambe di significato, senza
fornire interpretazioni alternative o sostitutive.
Infine, l'assoluta approssimazione del prodotto è testimoniata dalla bassa qualità del trucco. Il comico
Robert Gustafsson sembra indossare una maschera stile "I soliti idioti", le sue sembianze da centenario
non sono credibili; e anche il casting lascia a desiderare, se è vero che l'attore che interpreta Stalin è
quanto
di
meno
somigliante
al
dittatore
georgiano
si
potesse
trovare.
Eagle Pictures garantisce un'ampia distribuzione; scommettiamo che il risultato di botteghino non sarà
conseguente.
RECENSIONE da OndaCinema.it