Bilancio sociale 2012 - Azienda per l`Assistenza Sanitaria n. 2

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Bilancio sociale 2012 - Azienda per l`Assistenza Sanitaria n. 2
BILANCIO SOCIALE 2011-2012
ASS5 BASSA FRIULANA
Il territorio della Bassa Friulana e la sua Azienda Sanitaria,
per fare salute insieme
Gli uomini non possono generare nuove forze, ma solo unire e dirigere quelle esistenti (…)
raccordandole nell’azione.
Rousseau, Il contratto sociale
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Indice
pag.
Premessa
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1. Il contesto socio-demografico
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2. La Popolazione: le dimensioni della Salute e del Sociale
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3. La Promozione Salute
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4. Le risorse aziendali
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5. Nuove progettualità e nuove attività
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6. Il piano di comunicazione
63
7. Le relazioni: parlano le Associazioni di Volontariato
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Conclusioni
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PREMESSA
Dare giusta coerenza e giusta visibilità al proprio operato costituiscono un impegno che l’Azienda Sanitaria si
è assunta anche attraverso una continuità nel processo di rendicontazione sociale.
Fare un Bilancio Sociale vuol dire rapportarsi alla pluralità di soggetti che fanno parte di un sistema locale
“partecipativo” ed acquisirne valutazioni ed indicazioni, soprattutto in un momento come quello attuale, segnato da una pesante crisi socio-economica, che sta richiedendo un nuovo e importante impegno non solo
delle istituzioni, ma anche di tutta la società civile.
Questa Azienda Sanitaria è fortemente consapevole che l’attuale sistema locale di salute deve essere mantenuto, soprattutto per assicurare le necessarie forme di assistenza alle persone più fragili.
Fortunatamente, anche grazie ad una significativa rete di sinergie e alleanze, nella nostra esperienza si riesce
a garantire non solo buoni interventi sanitari, ma anche continuità delle cure, attraverso una importante integrazione fra ospedale e territorio, con i servizi sociali, con il terzo settore e le comunità locali.
In questo scenario, la cultura della valutazione è vitale: un sistema orientato all’appropriatezza e alla salvaguardia dei diritti ha bisogno di strumenti per favorire la partecipazione di tutti i portatori di interessi alla
scelta delle priorità e per verificare, in modo continuativo e trasparente, se i risultati sono quelli desiderati.
Un tale processo ha bisogno, inoltre, di dati statistici e di indicatori, ma richiede anche una riflessione sui valori
che la nostra comunità attribuisce ai problemi oggetto di intervento.
E’ su queste considerazioni che si basa la nuova rendicontazione sociale dell’ASS 5 Bassa Friulana, un’Azienda Sanitaria che, come le altre Aziende del panorama regionale, sta anche già affrontando dei cambiamenti
organizzativi, in una prospettiva di “Area Vasta”, così come previsto dal Piano Sanitario e Socio Sanitario
Regionale 2010-2012.
Si vuole, tuttavia, dimostrare come, nonostante le necessità di razionalizzazione determinate dalla crisi, non
sia mutato l’impegno sul mantenimento del protagonismo che la sanità nella Bassa Friulana ha sempre dimostrato, attraverso buone pratiche e buone relazioni fra tutti i suoi attori, istituzionali e non.
- Apertura
- Partecipazione
- Responsabilità
- Efficacia
- Coerenza
sono i principi guida che l’Unione Europea ha pubblicato nel Libro Bianco sulla Governance e che sono alla
base di un adeguato sviluppo locale. Questi principi sono stati utilizzati dall’ASS 5 per acquisire la valutazione
delle Associazioni di Volontariato, attraverso un questionario formulato con domande specifiche per ciascuno dei principi descritti.
Si è voluto far parlare le Associazioni, che hanno potuto trovare uno spazio appositamente dedicato in questo
Bilancio Sociale.
La partecipazione ai nuovi Piani di Zona ripropone più che mai non solo la necessità di rinforzare l’integrazione
sociosanitaria, ma anche la necessità di sviluppare e valorizzare la sussidiarietà orizzontale e la responsabilità
diffusa della società civile nella costruzione dei percorsi di salute all’interno della Comunità locale.
Lo sforzo di questo Bilancio Sociale è proprio quello di soffermarsi con uno sguardo particolare al territorio e
alle sue caratteristiche e componenti, nella convinzione che l’attenzione alle persone, alle loro relazioni, alla
dimensione socio-economica in cui vivono ci possa orientare verso adeguate scelte sanitarie e verso l’adozione di coerenti modelli di governance.
Il Direttore Generale
Dott. Paolo Bordon
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1. IL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO
Il Piano sanitario nazionale 2011-2013 prevede spunti innovativi, tra cui il principio Health in All Policies. Tale
principio, assunto a livello OMS e fatto proprio dall’Unione europea, connota “l’azione attraverso la quale il
settore sanitario e altri rilevanti settori dell’economia collaborano e interagiscono per raggiungere obiettivi
di salute”.
Il Piano richiama l’importanza della partecipazione del Servizio sanitario alla definizione e alla condivisione
delle politiche che coinvolgono i determinanti di salute, ovvero degli elementi che, interagendo con l’ambiente, conservano o modificano le condizioni di salute degli individui e delle comunità nel corso della loro vita.
E’ importante, quindi, un’attenzione del comparto sanitario agli aspetti sociali di singoli e famiglie; è importante lo sviluppo di politiche integrate (sanità, lavoro, casa....) per fronteggiare la complessità dei bisogni
emergenti.
Distretto Sanitario EST/Ambito Distrettuale di Cervignano del Friuli
17 comuni di competenza:
Aiello del Friuli, Aquileia, Bagnaria Arsa, Bicinicco, Campolongo Tapogliano, Cervignano del Friuli,
Chiopris-Viscone, Fiumicello, Gonars, Palmanova, Ruda, San Vito al Torre, Santa Maria la Longa,
Terzo di Aquileia, Trivignano Udinese, Villa Vicentina, Visco.
• Popolazione residente al 1/1/2011: 55.655
• Comune più popoloso: Cervignano del Friuli
con 13.590 abitanti
• Stranieri residenti al 1/01/2011: 3.226,
pari al 5,8% della popolazione totale
• Superficie Censuaria: 294,8 Kmq
• Densità per Kmq: 188,8
Fonte: Osservatorio Provinciale Politiche Sociali
Mappa: Thiel
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Distretto Sanitario OVEST/Ambito Distrettuale di Latisana
14 comuni di competenza:
Carlino, Latisana, Lignano Sabbiadoro, Marano Lagunare, Muzzana del Turgnano, Palazzolo dello Stella,
Pocenia, Porpetto, Precenicco, Rivignano, Ronchis, S. Giorgio di Nogaro, Teor, Torviscosa.
• Popolazione residente al 1/1/2011: 57.348
• Comune più popoloso: Latisana
con 13.953 abitanti
• Stranieri residenti al 1/1/2011: 4.508, pari al 7,9%
della popolazione totale
• Superficie Censuaria: 448,39 Kmq
• Densità per Kmq: 127,9
La struttura produttiva della Bassa Friulana:
i settori economici
La posizione peculiare della Bassa Friulana (crocevia fra oriente e occidente, prossimità al mare Adriatico) ha
facilitato un modello di crescita a partenza da un’attenzione primaria alle vie di comunicazione, tuttora presente. Si citano, ad esempio, gli investimenti per il consolidamento di Porto Nogaro, i lavori di dragaggio della
Laguna di Marano, l’Interporto di Cervignano del Friuli, la realizzazione della terza corsia dell’A4.
Il processo di sviluppo dell’area si è articolato in varie fasi “storiche”, partendo dal settore dell’agricoltura, che
ha visto, inizialmente, un’ampia opera di bonifica del territorio e la costituzione, poi, di importanti aziende
quali la Torvis ed Ersagricola ed altre minori improntate alla frutticoltura, ortofloricoltura, passando allo sviluppo dell’attività turistica (a cui è connesso il settore della nautica da diporto), per arrivare all’avvio della zona
Industriale dell’Aussa Corno.
Al 31.12.2011, si registrano 12.998 localizzazioni attive, così ripartite per settore di attività economica: 4.374
nel Commercio, Alberghi e Pubblici esercizi (33,65% dell’intera attività), 2.744 nei Servizi (21,11%), 2.609
nell’Agricoltura, Silvicoltura e Pesca (20,07%), 1.976 nelle Costruzioni ( 15,20%), 1.295 nell’Industria (9,96%).
Fonte: Osservatorio Provinciale Politiche Sociali
Mappa: Thiel
La popolazione residente nella Bassa Friulana, all’1.01.2011, è pari a 113.003 abitanti ed è in costante crescita: rispetto al 2000 si registra un incremento di 6.916 residenti, con un aumento di circa il 6,5%, valore più
elevato di quello registrato a livello regionale ( + 4% circa).
Tale crescita e’ determinata anche dai flussi immigratori di stranieri, che hanno raggiunto il 6,8% della popolazione totale, pari a 7.734 unità.
Le famiglie anagrafiche sono 48.535, con un aumento del 18,1% rispetto al 2001 ed un numero medio di componenti che scende da 2,55 a 2,31 (2,19 a livello regionale).
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Fonte: Elaborazione dati CCIAA Udine
La Bassa Friulana è connotata da una forte presenza delle imprese operanti nell’ambito turistico e commerciale, viste mete di turismo di massa come Lignano Sabbiadoro e località a forte richiamo storico come
Aquileia e Palmanova.
Tra San Giorgio di Nogaro e Cervignano del Friuli si registra una significativa presenza di imprese attive
nell’ambito della fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo; a Latisana e Lignano Sabbiadoro operano una cinquantina di imprese nella piccola cantieristica navale.
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Andamento del mercato del lavoro nella Bassa Friulana
Andamento dei saldi (assunzioni – cessazioni) suddivise per genere (periodo 2009-2011)
(DATI OSSERVATORIO PROVINCIALE LAVORO)
Andamento trimestrale delle assunzioni suddivise per genere (periodo 2009-2011)
Osservazioni:
Il dato relativo al flusso di assunzioni non si riferisce a persone, ma ad eventi.
L’andamento delle assunzioni nella Bassa Friulana, tanto per i maschi, quanto per le femmine, è soggetto ad
una forte stagionalità che registra il valore massimo nel 2° trimestre e quello minimo nel 4° trimestre.
Il numero delle assunzioni maschili supera sempre quello femminile.
Nel periodo 2009 – 2011, le assunzioni sono tendenzialmente in crescita, in particolare l’incremento maggiore
si rileva per la componente femminile (è bene ricordare che da questi valori sono esclusi i contratti di lavoro
domestico).
Osservazioni
La stagionalità del mercato della Bassa Friulana si riflette anche nell’andamento dei saldi (assunzioni-cessazioni): nei primi due trimestri dell’anno è positivo, negli ultimi due è negativo, sia per quanto riguarda i maschi che
le femmine.
Nel periodo analizzato (2009-2011), i saldi annuali del mercato del lavoro sono sempre negativi (la punta massima è registrata nel 2009).
Si evidenzia inoltre una oscillazione crescente dell’andamento trimestrale dei saldi che incrementa i valori sia nei
trimestri positivi che nei trimestri negativi (soprattutto per i maschi).
Andamento trimestrale delle cessazioni suddivise per genere (periodo 2009-2011)
Osservazioni
Il dato relativo al flusso di cessazioni non si riferisce a persone ma ad eventi.
L’andamento delle cessazioni nella Bassa Friulana, tanto per i maschi, quanto per le femmine, segue come
per le assunzioni una forte stagionalità che registra il valore massimo nel 3° trimestre e quello minimo nel 1°
trimestre.
Il numero delle cessazioni maschili supera sempre quello femminile.
Nel periodo 2009 – 2011, le cessazioni sono aumentate in particolare nel 2011 (+ 5% rispetto al 2010).
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Composizione famiglie
Fonte: elaborazione dati ISTAT
Al 1.01.2011, il numero medio dei componenti per famiglia è pari a 2,31. Si riporta, di seguito, la media comune per comune:
La media complessiva del Reddito Imponibile nella Bassa Friulana è pari a euro 20.343,50 , mentre a livello
provinciale è pari a euro 22.654,90 . In entrambi i casi le medie rimangono sostanzialmente inalterate rispetto
al 2009.
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STRUTTURA FAMILIARE
Fonte: Uffici anagrafe comunali
Numero di famiglie e di componenti per nucleo familiare in dieci comuni selezionati, al 31.12.2011:
Osservazioni:
Nei comuni selezionati, le famiglie con 1 o 2 componenti si collocano fra il 59% (Gonars) e il 66% (Aquileia) del
totale delle famiglie presenti.
*il comune di Torviscosa indica un dato complessivo di 12 famiglie riferito ai nuclei con 6 e più componenti.
Nella tabella relativa agli alunni certificati iscritti alle scuole statali non sono conteggiati i minori della fascia
d’età 0 – 3 anni, che non frequentano ancora la scuola dell’infanzia e gli iscritti alle scuole paritarie/private.
istruzione
Elaborazione: Osservatorio !delle Politiche sociali della Provincia di Udine su dati di fonte MIUR - SIDI - USR Fvg
A livello nazionale, i Servizi per l’Eta’ Evolutiva hanno mediamente in carico dal 6 al 9% della popolazione in età
compresa tra 0 e 18 anni.
Il 2% circa della popolazione 0 – 18 anni necessita di programmi d’integrazione scolastica.
Il modello operativo del Servizio per l’Età Evolutiva e Disabilità dell’ASS 5 Bassa Friulana è quello dell’èquipe
multiprofessionale, caratterizzato dall’approccio multidimensionale alla diagnosi e al trattamento.
Punti di forza del Servizio per l’Età Evolutiva nell’ASS 5 sono:
1. L’integrazione con il sociale
2. Il rapporto con il territorio
3. Il lavoro d’equipe
4. La collaborazione con gli altri Servizi
5. Il lavoro di rete
6. La collaborazione con la Scuola, anche in merito al rilascio delle certificazioni per l’assegnazione
e la programmazione delle ore di sostegno.
Commenti:
Nell’anno 2011/12, la popolazione studentesca che frequenta le scuole della Bassa Friulana risulta leggermente in calo rispetto all’anno precedente, presentando lo stesso andamento generale della provincia di
Udine e della regione Friuli Venezia Giulia; si differenziano da questo andamento negativo solo le scuole secondarie di primo grado.
Le scuole primarie sono quelle che accolgono il numero maggiore di iscritti, mentre il territorio non offre molte
opportunità per gli studenti degli istituti scolastici superiori, che infatti sono poco numerosi se confrontati
con gli altri ordini di scuola, indice di una migrazione scolastica verso altri poli (Udine in primis).
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2. La Popolazione:
le dimensioni della Salute e del Sociale
La popolazione della Bassa Friulana, al 1.01.2011, risulta così suddivisa per fasce d’età:
0-14
65-74
75 e oltre
FVG 12,53%
64,16%
11,85% 11,46%
ASS5 12,51%
65,01%
11,66% 10,82%
0%
16
15-64
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
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L’età media della popolazione è pari a 45,05 anni.
Nel periodo 2006-2010 sono aumentati principalmente anziani, visto il trend di progressivo invecchiamento
degli abitanti, e minori, non per maggiori nascite, ma per un afflusso di nuove famiglie immigrate con figli
minorenni.
Come già affermato, il numero medio di componenti per famiglia passa da 2,55 a 2,31 (2,19 a livello regionale).
Questa evoluzione può essere ricondotta a molteplici fattori, fra cui aumento delle separazioni e dei divorzi,
riduzione della natalità, aumento del numero di anziani che vivono soli, innalzamento dell’età del matrimonio
e differimento delle scelte procreative.
Sono trasformazioni che investono la struttura familiare e che si ripercuotono sulla capacità delle famiglie di
porsi come caregivers e sulle risposte che le stesse possono dare alle esigenze di cura e assistenza provenienti dai soggetti anziani non autosufficienti, il cui numero è pure in costante aumento.
- anni 2007/2011
Pertanto, denatalità ed invecchiamento, da un lato, diffusa fragilità sociale e crisi economica, dall’altro, costituiscono problemi centrali da tenere prioritariamente in conto nella programmazione dei servizi.
Per un’analisi più esaustiva della struttura demografica della polazione della Bassa Friulana, si rappresentano
di seguito alcuni indicatori sintetici per descrivere le principali dinamiche che caratterizzano il contesto locale.
(Fonte: Profilo di Salute – ASS5 )
NATALITà
Il tasso di natalità rappresenta il numero di nati ogni 1.000 persone residenti e descrive il “ricambio generazionale” di una comunità, assumendo come riferimento la popolazione senza alcuna distinzione di sesso e di età.
Dal 2002 al 2009, il tasso di natalità nella Bassa Friulana non ha subito grosse variazioni attestandosi tra il 7,9
e l’8,3%. Nel 2010 ha raggiunto l’8,6% (valore regionale 8,3%, nord-est 9,4%, Italia 9,2%).
Un ulteriore indicatore, basato sul numero dei nati, è l’indice di fecondità che rappresenta il numero di nati
ogni 100 donne in età fertile, in una fascia d’età compresa tra 15 e 49 anni. Questo indice, assumendo come
riferimento le donne in età fertile, dà visibilità delle scelte riproduttive.
Negli ultimi anni, l’indice di fecondità si è progressivamente incrementato, attestandosi nel 2010 su un valore
del 4,0% ( valore regionale 3,9%, nord-est 4,2%, Italia 4,0%).
Indicatori demografici al 31.12.2010
Secondo il tasso di natalità, a livello aziendale ogni 1.000 persone residenti si registrano 8,6 nati, circa 1 nato
ogni 116 residenti (1.000/8.6).
In base all’indice di fecondità, ogni 100 donne di età compresa tra 15 e 49 anni ci sono 4 nati, circa 1 nato ogni
25 donne (100/4,0).
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A margine della trattazione di questo paragrafo sulla natalità, a titolo esemplificativo si porta una breve sintesi dello “STUDIO DI FATTIBILITA’ DI UN SERVIZIO ALLA PRIMA INFANZIA NEL COMUNE DI PALMANOVA”,
che l’ASS 5 - Area Welfare di Comunità’- ha realizzato su richiesta del Comune di Palmanova, Assessorato
alle Politiche Sociali.
Dallo studio emerge che il territorio dell’Azienda, nel panorama regionale, è quello che presenta il minor tasso
di posti occupati nei servizi alla prima infanzia (nidi, servizi integrativi, sperimentali e sezioni primavera). Un
tasso di occupazione così esiguo, anche in relazione all’indicatore di Lisbona ( che è ottenuto parametrando
i posti offerti -capacità ricettiva – alla popolazione 0-2 anni per il territorio considerato.L’obiettivo europeo è
del 33%), per i territori considerati indica in generale la presenza di una scarsa domanda in relazione ai servizi
per la prima infanzia.
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INVECCHIAMENTO
In merito ad una connotazione del fenomeno della “non autosufficienza”, il “II° rapporto sulla non autosufficienza in Italia” (novembre 2011), rappresenta due fattori sociologicamente rilevanti:
• l’aumento delle condizioni di disabilità e non autosufficienza prevalentemente nelle fasce di età più avanzate, dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione;
• l’incremento di fasce “fragili” di utenti, dovuto alla cronicizzazione delle malattie e alle modificazioni della
struttura sociale.
L’ultima indagine ISTAT Multiscopo 2004-2005 “Condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari”, ha rilevato
che il 18,5 % degli ultra 65enni riporta una condizione di totale mancanza di autosufficienza per almeno una
delle funzioni essenziali della vita quotidiana.
Oltre a ciò, si pensi alla forte relazione presente tra fragilità, non autosufficienza e disabilità con la povertà e
l’esclusione sociale.
Entrambi questi fattori costituirebbero un problema in un sistema socio-sanitario che si fondasse solo sulla
cura dell’acuzie e della patologia e scarsamente mirato alla cura e assistenza della cronicità, con conseguente
frammentazione degli interventi.
Nel nostro territorio, la questione della cronicità ha posto da tempo in evidenza la necessità di rivedere gli
obiettivi di sistema, nell’ottica di allontanare nel tempo la comparsa della condizione di disabilità/non autosufficienza (“attesa di vita attiva”) e disegnare un assetto di servizi e interventi socio-sanitari non più mirati
esclusivamente alla cura dell’acuzie, ma ad un approccio proattivo.
In questo senso, fondamentale è stato lo sviluppo di politiche sul territorio a sostegno della domiciliarità e in
particolare dell’assistenza sociosanitaria territoriale.
Le ragioni di una domanda così scarsa, sono sicuramente molteplici. Tuttavia, in questo contesto, preme sottolineare come un elemento da considerare riguardi il numero di bambini residenti tra 0 e 2 anni.
Nel territorio, cioè i Comuni limitrofi a quello di Palmanova, l’incidenza dei bambini tra 0 e 2 anni sul totale
della popolazione è mediamente la metà rispetto alla media provinciale, dove la fascia di età considerata pesa
per il 2,48% .
Incidenza della popolazione 0-2 anni sul totale. Elab. A.W. su dati CRDA 2010 e ISTAT 31.12.2012
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L’indice di vecchiaia, che rappresenta il numero di persone di età superiore a 64 anni ogni 100 residenti di
età inferiore a 15 anni, esprime il grado di invecchiamento di una popolazione. Da un punto di vista matematico se l’indice è pari a 100 le due classi sono in perfetto equilibrio, mentre se è maggiore o minore di 100
significa che esiste uno squilibrio rispettivamente a sfavore dei più giovani o degli anziani che si riducono
numericamente.
Nel 2010 la popolazione aziendale ha un indice di vecchiaia pari a 179,7% che rimane sempre al di sotto di
quello regionale (186,1%) ma al di sopra di quello delle regioni del Nord-Est (152,0%) e dell’Italia (144,5%).
L’indice di dipendenza giovanile è dato dal rapporto tra la popolazione con meno di 15 anni d’età e la popolazione in età attiva, dai 15 ai 64 anni, moltiplicato per 100. Al numeratore di questo indice troviamo la fascia
dei giovani che rappresenta quella parte della popolazione inattiva che nel prossimo futuro andrà ad integrare
e ad assicurare il ricambio della classe degli adulti.
L’indice di dipendenza senile è ottenuto dal rapporto tra la popolazione di età superiore a 64 anni e la popolazione in età attiva, dai 15 ai 64 anni, moltiplicato per 100.
Nel 2010 i due indici sono rispettivamente 19,2% per i giovani e 34,6% per gli anziani. L’interpretazione dell’andamento di questi due indici demografici evidenzia che la componente giovanile della popolazione non attiva
è di molto inferiore a quella anziana: ogni 36 giovani ci sono 64 anziani.
% ultra 65enni nei comuni della bassa friulana
Fonte dati: Profilo di Salute ASS 5
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Come affermato in precedenza, nel territorio dell’ASS 5, fondamentale è stato lo sviluppo di politiche a sostegno della domiciliarità e in particolare dell’assistenza sociosanitaria territoriale.
Si riportano, di seguito, i dati relativi all’assistenza infermieristica e riabilitativa domiciliare, che rappresentano
un tasso di copertura della popolazione ultra 65enne tra i più elevati della regione.
Si ritiene interessante proporre anche alcuni dati riguardanti l’ospedalizzazione.
Il tasso grezzo di ospedalizzazione rappresenta l’indicatore del riscorso all’ospedalizzazione da parte dei
residenti in Azienda. Questo tasso è dato dal rapporto tra il numero di dimissioni dagli ospedali regionali ed
extra regionali e la popolazione residente moltiplicato per mille (dal conteggio sono esclusi i neonati sani e i
trasferimenti in altre strutture).
L’ospedalizzazione dei residenti in Azienda è in diminuzione negli ultimi 10 anni ed è inferiore a quella regionale, che è pure diminuita, nello stesso arco di tempo.
L’ASS 5, all’interno del sistema regionale, è seconda solo all’ASS 6 per il minor ricorso all’ospedalizzazione.
Va tenuto, comunque, in considerazione che nell’ASS 6 risiede la popolazione più giovane della regione.
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MORTALITÀ
La mortalità pur rappresentando un indicatore parziale dello stato di salute di una popolazione ha comunque
un ruolo preponderante nell’analisi delle condizioni di salute di una comunità.
La mortalità generale è data dal numero di decessi per tutte le cause e per tutte le età verificatisi in un determinato arco temporale. Il tasso grezzo di mortalità esprime il numero di decessi ogni 1.000 residenti. Il tasso
standardizzato esprime il tasso di mortalità calcolato mediante la standardizzazione (tecnica statistica) che
annulla l’effetto della diversa composizione (per età e sesso) della popolazione rendendo così confrontabili i
dati relativi ai diversi contesti territoriali. In questo caso si è scelto di utilizzare la popolazione regionale (censimento 2001) come riferimento per la standardizzazione.
La tabella che segue riporta, per ogni azienda sanitaria di residenza della persona al momento del decesso,
il valore osservato che rappresenta il numero di decessi effettivamente avvenuti nell’anno e il valore atteso
che rappresenta il numero di decessi che ci si aspetterebbe se l’evento fosse frequente come nel contesto
regionale. Il rapporto standardizzato di mortalità rappresenta il rapporto tra decessi osservati e decessi attesi.
Un valore superiore a 1 significa che in quell’area la mortalità supera la media regionale.
L’andamento della mortalità generale per le principali cause di morte, come riportato nella tabella che segue,
ha l’obiettivo di evidenziare per il periodo 2005-2010 la distribuzione dei decessi in ambito aziendale in relazione alle cause di morte.
Mortalità generale per grandi cause di morte nel periodo dal 2005 al 2010 - residenti in regione
Mortalità dei residenti in regione nel 2010
Sia il rapporto standardizzato di mortalità che il tasso standardizzato evidenziano che in ASS 5 si muore di
meno che nel resto della regione ad esclusione dell’ASS 6.
A livello aziendale, sul totale della popolazione deceduta, si osservano percentuali superiori rispetto al dato
regionale circa le cause di mortalità per malattie del sistema cardiocircolatorio e per patologie tumorali, mentre si registrano percentuali più basse nel caso delle malattie dell’apparato respiratorio e di quello digerente.
In sintesi nel periodo dal 2005 al 2010 il tasso grezzo di mortalità per i residenti in ASS 5 è più basso rispetto al
tasso regionale (10,2‰ vs 11,2‰) ma solo in conseguenza al fatto che l’Azienda ha una popolazione più giovane rispetto alla media regionale. Standardizzando i dati per età e sesso, in modo da minimizzare la diversità
della struttura demografica, la differenza tra i due tassi diventa meno evidente (10,2‰ vs 10,4‰). Il tasso di
mortalità dell’intera popolazione presenta valori un po’ più alti nella popolazione maschile. Questa differenza
si accentua nelle classi di età più elevate.
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NUOVE FRONTIERE FRA SANITà E SOCIALE:
LA SALUTE MENTALE, UN PERCORSO ESEMPLIFICATIVO
Un gruppo particolare di persone presenta sempre più spesso situazioni che richiedono l’intervento del sistema integrato dei servizi sociali e sanitari: sono adulti che affrontano condizioni di precarietà di vita (lutti
precoci di congiunti, separazioni coniugali con relativi cambiamenti abitativi ed economici), spesso accompagnate dalla perdita di un ruolo lavorativo stabile.
I processi di ristrutturazione del mondo del lavoro negli ultimi anni hanno prodotto da un lato l’allontanamento dal mercato del lavoro di ampie quote di lavoratori e, dall’altro, l’introduzione di situazioni di estrema flessibilità in ragione delle diverse tipologie contrattuali. Questi fenomeni di disoccupazione e di precarizzazione,
aggravati anche dalla mancanza di altri interventi a tutela dei lavoratori (p.e. ammortizzatori sociali), collocano
molte persone nella condizione di rischio: le fragilità sono nuove sia in termini individuali che collettivi.
La rarefazione delle relazioni personali e comunitarie capaci di accogliere e sostenere difficoltà di questo tipocontribuisce a rendere più pesanti gli esiti delle condizioni di disagio e disturbo psichico.
Per queste persone, che costruiscono rapporti con le istituzioni spesso più mobili e conflittuali, non esistono
procedure o proposte particolari e si tende a riprodurre quanto da tempo si propone ad altri gruppi (anziani,
domiciliarietà, borse di lavoro), con risultati parzialmente inappropriati. Si richiama, pertanto, quanto già affermato in precedenza, circa la necessità che il settore sanitario e altri rilevanti settori dell’economia collaborino e interagiscano per raggiungere obiettivi di salute.
Tra il 2010 e la prima metà del 2012 il numero di utenti in
carico presso il Dipartimento di Salute Mentale dell’A.S.S.
N° 5 “Bassa Friulana” è aumentato. Suddividendo la popolazione in carico per età, la fascia che raggruppa un maggior
numero di utenti è quella compresa tra i 30 e i 59 nel 2010 e
2011 e quella compresa tra 40 e i 69 anni al 31.05.2012.
La singola fascia di età che registra la maggiore frequenza
è per tutti i periodi considerati quella tra i 40 e i 49 anni.
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L’ADOLESCENZA TRA CRESCITA E PATOLOGIA
Numerosi studi segnalano da tempo, nello scenario attuale del mondo occidentale, un incremento dei disturbi psichiatrici in età evolutiva. Da più parti si sottolinea la necessità di attivare strategie complessive di
prevenzione e d’intervento precoce indirizzate non solo alla genitorialità e alla riduzione dei fattori di rischio,
ma anche al potenziamento dei fattori di protezione sociale, familiare e delle risorse individuali.
L’importanza di un intervento tempestivo ed adeguato in età adolescenziale, ma più in generale in età evolutiva, sta non solo nell’attenuare una sofferenza personale e familiare, ma anche nella valenza prognostica. E’
infatti ormai accertato che un intervento efficace può cambiare la prognosi e la possibilità di eventi psichiatrici in età adulta. Ne è dimostrazione la possibilità per le famiglie di accedere a dinamiche affettive e relazionali
più funzionali e serene per affrontare situazioni e cambiamenti che coinvolgono tutti.
L’ASS 5 Bassa Friulana ha voluto dare una prima concreta risposta a quest’area problematica e complessa
con la realizzazione del Progetto adolescenti (Area funzionale della SOS interdistrettuale Età Evolutiva e
Disabilità), la cui particolarità sta sia nella fascia d’età dell’utenza cui si rivolge, sia nell’ambito clinico (la psicopatologia).
Il Progetto Adolescenti, che nel primo semestre 2012 registra 68 ragazzi sintomatici in carico fra i 15 e 18
anni, persegue i seguenti obiettivi:
• la presa in carico integrata secondo la metodologia del progetto personalizzato di adolescenti sintomatici
• la valutazione psicodiagnostica ed ambientale
• il percorso terapeutico (con l’eventuale trattamento farmacologico)
• la strutturazione di una risposta clinica ad un’area di utenza che attualmente trova risposte con grandi
difficoltà nei servizi pubblici.
La sofferenza di un minore è voce del disagio di una famiglia o di un contesto di vita. Sono rare ormai le situazioni in cui il disturbo psicologico è un affare tra sé e sé dell’adolescente. Situazioni di disagio mentale
in qualche altro componente della famiglia, maltrattamento – abuso – trascuratezza, situazioni di rilevante
conflittualità tra coniugi, separazioni conflittuali, precarietà economica, bullismo, difficoltà scolastiche sono
solo alcuni degli esempi che capita di incontrare.
Il lavoro di rete e la necessità di poter operare in modo sinergico con altri servizi e istituzioni, sia in area sanitaria che in quella sociale, sono condizioni essenziali nell’intervento con questa fascia di popolazione.
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LA DIMENSIONE SOCIALE
Si riportano le percentuali realative al numero di utenti in carico al Servizio Sociale dei Comuni, tra il 2008 e il
2011
Le principali diagnosi connesse alla presa in carico, da parte del Servizio Sociale dei Comuni, dei minori (0-17),
al 31.12.2010, riguardano principalmente:
• problematiche connesse alle competenze del ruolo genitoriale
• problematiche connesse alla disabilità
• problematiche scolastiche
• sospetto maltrattamento e/o abuso
• problematiche connesse al ciclo evolutivo, disagio psicologico
Diagnosi sociali connesse alla presa in carico degli utenti minori (0 -17);
percentuale per tipologia di diagnosi. Dati al 31-12-2010
Fonte: Elaborazione su dati OPS Provincia di Udine
A partire da elementi condivisi di lettura degli aspetti socio-demografici, dei bisogni e delle domande ad essi
connessi e dalle crescenti difficoltà che l’attuale assetto di welfare sta rappresentando, è fondamentale rafforzare la collaborazione fra il Servizio sociale dei Comuni e l’Azienda Sanitaria, nella prospettiva di un utilizzo
razionale delle risorse di cui dispone il sistema dei servizi.
Questo orientamento è stato indicato come prioritario anche dalle nuove Linee Guida regionali per la stesura
dei Piani di Zona 2013-2015.
Le diagnosi sociali connesse alla presa in carico degli adulti (18-64), riguardano principalmente:
• precarietà economica, povertà estrema stabile
• problematiche connesse alla disabilità, autosufficienza parziale, non autosufficienza
• instabilità lavorativa, difficoltà di inserimento lavorativo, disoccupazione.
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Nell’area dei minori/adolescenti, anche sintomatici, si sta rendendo sempre più necessaria la creazione di
percorsi di affiancamento ed accompagnamento all’età adulta alternativi al collocamento in comunità residenziali. Si tratta di soluzioni che si avvicinano maggiormente a forme innovative di affidamento familiare che
possano coinvolgere risorse diverse dalla famiglia tradizionalmente concepita, oppure forme di accoglienza
anche semi-residenziale, caratterizzate da flessibilità, valenza educativa e vicinanza ai luoghi di vita.
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3. LA PROMOZIONE SALUTE
Secondo i dati OMS in Europa, circa l’85% dei decessi sono conseguenti a malattie croniche, che hanno in
comune quattro fattori di rischio:
• fumo (rischio neoplastico)
• abuso di alcol (ipertensione e malattie metaboliche)
• cattiva alimentazione (malattie metaboliche)
• inattività fisica (ipertensione e patologie cronico-degenerative).
Abbiamo visto in precedenza, come, a livello aziendale, sul totale della popolazione deceduta, fra le principali
cause di mortalità ci siano le malattie del sistema cardiocircolatorio e le patologie tumorali, con percentuali
superiori rispetto al dato regionale.
Sono rilievi che rappresentano la necessità di pratiche di prevenzione/promozione, intese come intervento
sul singolo e sulla collettività in merito alle abitudini e agli stili di vita.
All’interno dell’Azienda Sanitaria si è costituito un gruppo di lavoro denominato “Promozione Salute”, composto da varie professionalità che interagiscono sia con personale sanitario che con la comunità. Il gruppo si
propone di individuare e coordinare strategie di intervento basate sulla comunicazione, sull’educazione, sulla
proposizione di buone pratiche, in grado di stimolare e realizzare cambiamenti organizzativi e comportamentali per la salute individuale e collettiva.
Attivita’ motoria
L’evidenza scientifica ci dimostra che svolgere una regolare attività fisica di moderata intensità favorisce uno
stile di vita sano, con notevoli benefici sulla salute generale della persona.
Già da qualche anno si è voluto diffondere una “cultura del movimento” come stile di vita nella popolazione “fragile” o più sedentaria, non dimenticando gli operatori sanitari, moltiplicatori dell’azione preventiva, in
quanto portatori di valori ed esempio.
Da questo presupposto, sono conseguite nel 2011/2012:
• le “Camminate della salute”
• la partecipazione come “Gruppo ASS5” alla manifestazione “Corro anch’io” sul percorso della “Mezza
maratona” di Palmanova
• l’avvio, in alleanza con le Amministrazione Comunali e Scuole, dei “PiediBUS” per i bambini della scuola
primaria di Santa Maria la Longa, Campolongo-Tapogliano, Ruda, Palmanova, Terzo d’Aquileia, Porpetto
(circa un quinto dei comuni della Bassa Friulana).
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Lotta al tabagismo
Progetto “SicuraMENTE”
I costi sociali e sanitari del tabagismo sono ormai noti, come è noto il forte impegno pluriennale della nostra
Azienda, che ha avviato nel merito alcuni progetti di comunità per il contrasto del fenomeno.
Gli incidenti stradali rappresentano un tema di assoluta priorità per la sanità
pubblica per l’alto numero di morti e di invalidità permanenti e temporanee
che causano.
“SicuraMENTE” è un progetto di sicurezza stradale di livello regionale, che
nell’Azienda 5 interessa gli studenti delle scuole secondarie superiori. Prendendo a modello anche le buone pratiche di altri Paesi europei, si intende
insegnare la cultura e la didattica della sicurezza stradale. L’iniziativa, di tipo
interistituzionale e intrapresa da FVG Strade e dall’Ufficio Scolastico Regionale, con la collaborazione delle ASS territoriali, Polstrada, ACI, coinvolge diversi
istituti del Friuli Venezia Giulia. Per quanto riguarda l’ASS5, tra le varie iniziative finora avviate, si ricorda il
“Concorso d’idee” per una Campagna di promozione della sicurezza stradale rivolta ai più giovani. E’ un’iniziativa di cui è stata recentemente lanciata, dopo il successo della prima, la seconda edizione , che ha coinvolto,
per il territorio della Bassa, l’ISIS Malignani 2000, la cui sede di Cervignano del Friuli è stata premiata nel 2011,
per l’impegno e per il numero di progetti presentati.
Maggiori informazioni possono essere acquisite sul sito www.formativamente.it
Per progetto di comunità si intende un intervento che mediante una progettazione condivisa, realizza, coordina e valuta la combinazione degli effetti di azioni integrate, rivolte contestualmente alla scuola, agli ambienti
di lavoro, ai contesti ricreazionali, alle strutture sanitarie, alle realtà associative, alla popolazione generale in
un’area territoriale specifica e che vede la partecipazione e l’inclusione attiva nel programma d’intervento di
Enti ed Istituzioni locali e regionali.
Si tratta quindi di “lavorare attraverso le organizzazioni, i sistemi e le reti sociali”, per promuovere un ambiente
che faciliti le scelte salutari dell’individuo e in cui l’astinenza dal tabacco sia la norma.
Dopo l’esperienza di Palmanova, nel 2012 si è concluso il progetto biennale “Latisana senza fumo”.
La formazione dedicata ai guidatori e pedoni più anziani è stata invece effettuata in collaborazione con le Università della Terza Età presenti sul territorio: nel 2012 è continuata la fruttuosa collaborazione con l’Università
del Friuli e Polstrada che si è concretizzata in una serie di seminari dedicati agli over 60, tenuti nelle sedi di
Lignano Sabbiadoro , Palmanova, Cervignano, Rivignano, seminari che verranno iterati in queste e altre sedi
nel corso del 2013.
Maggiori informazioni anche sul sito sicuramente.fvgstrade.it/
31 maggio giornata mondiale senza tabacco: a Latisana, il 15 maggio 2012, il Consiglio dei ragazzi vota all’unanimità la delibera per la tutela dal fumo passivo.
Smoke Free Class Competition (SFCC) è un progetto di prevenzione del tabagismo coordinato a livello europeo. Questo progetto è nato in Finlandia nel 1989 e da allora viene proposto ogni anno in tutta Europa.
Nell’anno scolastico 2010-2011 hanno partecipato i seguenti Paesi: Belgio, Estonia, Finlandia, Germania,
Islanda, Italia, Lussemburgo, Regno Unito (Galles), Spagna e Svizzera. L’Italia ha iniziato la sua partecipazione nell’edizione del 1997/98 con l’adesione di centinaia di classi. Per iscriversi, la classe deve sottoscrivere il
Contratto di Classe dove ogni alunno si impegna a non fumare almeno per il periodo del concorso che va dal 1
novembre fino al 30 aprile dell’anno successivo. Durante questo periodo vengono discussi con gli insegnanti
di riferimento argomenti relativi al fumo di tabacco e compilate mensilmente le Schede di Monitoraggio e il
Diario di Classe. Il Concorso prevede anche la ricerca di uno slogan, la compilazione di due cartelloni dove
indicare i motivi per essere smoke free e per smettere di fumare e la possibilità di coinvolgere dei “simpatizzanti”. Al termine del concorso le classi che risultano Smoke-free partecipano a due lotterie, una nazionale
e una regionale, per l’estrazione delle classi vincitrici. SFCC, dati i suoi obiettivi e le modalità di svolgimento,
ben si integra con altri programmi didattici di prevenzione del tabagismo e di promozione di stili di vita sani.
Come testimonial da ormai sei anni, ci sono le ragazze della scuola di danza “StudioDanza” di Palmanova, che
interpretano in occasione del saggio di fine anno una coreografia “smokefree” . Il video con i balletti è stato
presentato al “Guadagnare salute” di Venezia, disponibile anche sul portale ASS5 in Promozione Salute.
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Forze unite all’insegna della sicurezza stradale, anche dei più piccoli: l’ACU e l’Ufficio Provinciale ACI di
Udine stanno collaborando con il Gruppo di Ricerca dell’Università degli Studi di Udine impegnato in
“SicuraMENTE” per sensibilizzare gli adulti sull’importanza di utilizzare correttamente i sistemi di ritenuta per
bambini in automobile. Dalla collaborazione con l’Azienda Sanitaria si è concretizzato, in via sperimentale, in
una scuola materna il corso “TrasportACI sicuri”.
Progetto Prevenzione incidenti domestici
Gli Incidenti Domestici sono un argomento di grande interesse per
la Sanità Pubblica poiché sono causa di traumi di diversa gravità, che
possono comportare invalidità temporanee o permanenti fino al decesso, non risparmiando nessuna fascia d’età. Rappresentano la prima
causa di morte nei bambini di 0-4 anni, sono causa di ospedalizzazione
negli anziani e di perdita di autonomia, hanno elevati costi sociali e sanitari. Nel corso del 2012 è stata data attenzione sia alla fascia adulta,
mediante:
• due corsi di sensibilizzazione e formazione accreditati ECM, dedicati agli operatori aziendali e aperto anche agli operatori delle
Case di Riposo del territorio della Azienda
• la partecipazione alle “Giornate della Sicurezza” di Udine
• un incontro di sensibilizzazione sulla prevenzione degli incidenti
domestici all’interno dei corsi di Medicina all’UTE di Palmanova e
Cervignano del Friuli.
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Per la fascia 0-4, prima infanzia, la sensibilizzazione si è concretizzata mediante i momenti informativi con consegna materiale illustrativo durante i corsi pre-parto nelle tre sedi di
Palmanova, Cervignano del Friuli e Latisana, durante i sopralluoghi nelle scuole dell’infanzia con scheda di rilevazione e consegna materiale informativo, con la realizzazione di opuscoli informativi realizzati con il sostegno della legge 482/99.
Programma Guadagnare Salute
GLI SCREENING ONCOLOGICI
fonte: profilo di salute ASS5
In regione sono attivi i seguenti programmi di screening:
• cervice uterina rivolto alle donne con un’età compresa tra 25 e 64 anni;
• mammografico rivolto alle donne con un’età compresa tra 50 e 69 anni;
• colon retto rivolto a tutta la popolazione con un’età compresa tra 50 e 69 anni.
Adesione screening della cervice uterina
“Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari” è, come
dice il sottotitolo stesso, un programma che ha come obiettivi
principali prevenire e cambiare i comportamenti nocivi che costituiscono i principali fattori di rischio per le malattie non trasmissibili più comuni, di grande importanza epidemiologica e
di forte impatto sulla sanità pubblica: malattie cardiovascolari,
tumori, diabete mellito, malattie respiratorie croniche, disturbi
muscolo-scheletrici e dell’apparato gastrointestinale, problemi
di salute mentale. L’investimento di questa iniziativa va valutato
quindi sia a lungo termine, nel ridurre il peso delle malattie croniche sul sistema sanitario nazionale e sulla
società, ma anche a breve termine, nel cercare di migliorare le condizioni di vita dei cittadini, promuovendo
scelte salutari immediate e stili di vita sani (smettere di fumare, seguire un’alimentazione corretta, limitare il
consumo di alcol e svolgere attività fisica regolare). Una nuova cultura della prevenzione in cui i singoli individui diventano protagonisti e responsabili della qualità della propria vita.
Nel 2012 a livello aziendale ha continuato la sua attività la “Commissione Promozione salute” -“Medicina di
Genere” coordinata dalla Promozione Salute che ha realizzato il convegno “La salute delle donne”, aperto a
personale sanitario, del sociale, del volontariato. La Promozione Salute realizza inoltre una newsletter mensile
– inviata ai vari stakeholder e pubblicata sul portale dell’ASS5 -che illustra le varie attività che provengono dai
componenti della Commissione stessa.
Programmi di sorveglianza: Studio PASSI
Copertura screening della cervice uterina
“L’evidence applicata alla prevenzione”: potrebbe essere questo il motto della sorveglianza Passi, la sperimentazione al via da gennaio 2007 con l’obiettivo di effettuare un monitoraggio a 360 gradi sullo stato di salute
della popolazione adulta (18-69 anni) italiana, attraverso la rilevazione sistematica e continua delle abitudini,
degli stili di vita e dello stato di attuazione dei programmi di intervento che il Paese sta realizzando per modificare i comportamenti a rischio. Nel 2011 nella nostra ASS sono state effettuate ed inserite 25 interviste al
mese per 11 mesi secondo protocollo regionale.
I report degli anni scorsi, con l’elaborazione dei dati a livello regionale e nazionale, sono consultabili sul sito
www.epicentro.iss.it/passi
Nello specifico, lo screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero è rivolto
alle donne residenti di età compresa tra i 25 ed i 64 anni. L’Azienda Sanitaria invia una lettera d’invito ad
eseguire ogni 3 anni un pap test, esame gratuito, semplice ed indolore. Se il risultato dell’esame è normale,
la risposta viene spedita per posta entro poche settimane. Se l’esame rileva alterazioni delle cellule del collo
dell’utero, la donna viene richiamata per ripetere l’esame o sottoporsi ad approfondimenti diagnostici, anche
questi completamente gratuiti.
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In Azienda, nel 2011, il tasso di adesione per lo screening della cervice uterina è stato del 60%, leggermente
più alto rispetto al valore regionale. Le donne che aderiscono maggiormente appartengono alla classe di età
compresa tra i 35 e i 45 anni. I tassi di copertura, raggruppati in round e calcolati su dati triennali, sono in aumento in coerenza con gli andamenti regionali. Nel 4° round (2008-2010) la copertura, calcolata sommando i
pap test di screening con i pap test spontanei delle donne appartenenti alla popolazione obiettivo, si attesta
sul 67,4%, valore sovrapponibile a quello regionale. Sempre nello stesso periodo su 19.859 donne che hanno
effettuato un pap test 327 sono risultate positive e sono state richiamate per eseguire degli approfondimenti.
Adesione screening colon retto
Adesione screening mammografico
Tasso di copertura screening colon retto
Tasso di copertura screening mammografico
Questo programma è rivolto alle donne residenti di età compresa tra i 50 ed i 69 anni. L’Azienda Sanitaria
invia una lettera d’invito ad eseguire ogni 2 anni una mammografia gratuita.. Se l’esame è negativo, cioè non
evidenzia problemi, la risposta arriva a casa per posta entro un mese. Se la mammografia evidenzia immagini
dubbie, la segreteria del centro di screening contatta la persona e le comunica la necessità di eseguire ulteriori accertamenti, comunque gratuiti.
Per quanto riguarda lo screening mammografico, nel 2011 l’adesione è stata del 60,85%, di poco più alta
rispetto al valore regionale. Le donne che aderiscono maggiormente appartengono alla classe di età compresa tra i 60 e i 64 anni. I tassi di copertura, raggruppati in round e calcolati su dati biennali, sono in calo. Nel
3° round (2010-2011) la copertura, calcolata sommando le mammografie di screening con le mammografie
spontanee delle donne appartenenti alla popolazione obiettivo, si attesta sul 75,3%, valore leggermente più
alto di quello regionale (73,7%). Sempre nello stesso periodo su 10.818 donne che hanno effettuato una
mammografia 625 sono risultate positive e sono state richiamate per eseguire degli approfondimenti.
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Questo programma è rivolto agli uomini ed alle donne di età compresa tra i 50 ed i 69 anni. L’Azienda Sanitaria invia una lettera d’invito ad eseguire ogni 2 anni un test semplice e gratuito: la ricerca del sangue occulto
nelle feci. Per eseguire l’esame, basta ritirare il kit presso la farmacia esibendo l’invito ricevuto e poi seguire le
istruzioni. Se l’esame risulta negativo, dopo due settimane circa arriva la risposta a casa, per posta. Se il test
risulta positivo, la segreteria del programma contatta la persona e propone ulteriori accertamenti. In qualche
raro caso, il test può risultare inadeguato per motivi tecnici ed allora la persona riceve un invito a ritirare un
altro kit ed a ripetere l’esame.
L’adesione allo screening del colon retto è in aumento nel 2011, in linea con gli andamenti regionali e per lo
stesso anno è del 54,72% rimanendo sempre sopra la media regionale (50,97%).
Le donne aderiscono di più rispetto agli uomini.
La copertura nel 2° round è molto aumentata rispetto al biennio precedente raggiungendo il 56%, 10 punti
percentuali in più rispetto al tasso di copertura regionale.
Nell’ultimo round 2010-2011 su 13.795 soggetti che hanno aderito allo screening 708 sono risultati positivi e
sono stati richiamati per eseguire degli approfondimenti.
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4. LE RISORSE
PREMESSA: LA NUOVA ORGANIZZAZIONE DI AREA VASTA
Ass3
Ass6
CRO di Aviano
Az. Ospedaliero
Universitaria di
Udine
Ass4
Ass2
S.M. degli Angeli
Ass5
Burlo Garofalo
Ass1
Osp. Riuniti di Trieste
Con il Piano Socio Sanitario 2006 – 2008 la Regione FVG ha costituito un nuovo modello organizzativo, su
base provinciale, definito “AREA VASTA”. Per la provincia di Udine l’Area Vasta è costituita dalle Aziende Sanitarie n. 3 “Alto Friuli”, n. 4 “Medio Friuli”, n. 5 “Bassa Friulana” e dall’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine.
Una delle caratteristiche salienti del nuovo modello è la scelta di ripartire il finanziamento complessivo a
livello di Area Vasta, anziché a livello di Azienda, come avveniva precedentemente. Con tale scelta si è voluto
favorire i processi di integrazione gestionale ed organizzativa fra le Aziende di Area Vasta, data la consapevolezza di queste ultime che ogni iniziativa virtuosa di ciascuna istituzione può produrre ricadute positive a beneficio delle altre. Il finanziamento all’Area Vasta determina coincidenza di interessi nelle scelte organizzative
e gestionali e implica un attento processo di negoziazione fra le Aziende ai fini del riparto, della definizione
del contributo che ciascuna Azienda si impegna a garantire al fine del raggiungimento degli obiettivi comuni
assegnati.
L’Area Vasta costituisce strumento fondamentale per l’attuazione della pianificazione e per la realizzazione
delle strategie regionali secondo aree di intervento prioritarie (continuità assistenziale, mobilità sanitaria,
relazioni tra i nodi della rete ospedaliera per funzioni), che la regione definisce attraverso le Linee per la gestione. La programmazione per Area Vasta si realizza in seno alla Conferenza di Area Vasta, a cui partecipano
i Direttori Generali delle Aziende che ne fanno parte. Per l’ Area Vasta Udinese il coordinamento compete al
Direttore Generale dell’Azienda sanitaria n. 4 “Medio Friuli” che garantisce anche gli aspetti organizzativi e di
segreteria, attraverso i propri uffici aziendali.
La Conferenza si riunisce periodicamente per la programmazione attuativa annuale e pluriennale, per la correlata negoziazione sul riparto delle risorse assegnate e per i monitoraggi periodici.
Le decisioni della Conferenza, riguardanti interventi programmatori aventi ricadute sull’attività, sull’organizzazione e sulle risorse delle Aziende (es. volumi e/o risultati attesi che si prevedono nei vari settori di attività)
si traducono nella stipula di un accordo di Area Vasta: quest’ultimo va a comporre i Piani Attuativi Locali (PAL)
e il Piano Attuativo Ospedaliero (PAO) delle singole Aziende e viene pertanto consolidato a livello regionale.
Le decisioni sugli accordi di Area Vasta richiedono l’unanimità.
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LE RISORSE FINANZIARIE E PATRIMONIALI
Il meccanismo di finanziamento
Il Fondo Sanitario Regionale (FSR) di parte corrente è l’insieme delle risorse finanziarie destinate dalla Regione in un determinato anno per garantire l’assistenza sanitaria dei residenti in Friuli Venezia Giulia. Nell’anno 2011 il FSR ammonta a complessivi € 2.220.879.751. Dal finanziamento suddetto, una quota pari a
€ 31.300.000, relativa alla copertura degli oneri di conduzione del S.I.S.R. - Sistema Informativo Sociosanitario
Regionale, è destinato alla Direzione Regionale Funzione e, di conseguenza, alle Aziende del S.S.R. è assegnata una quota pari ad € 2.189.579.751, corrispondente alle risorse facenti capo alla voce di bilancio regionale
“Fondo Sanitario Regionale”, la cui destinazione è la seguente:
• una quota di € 2.140.538.253 quale finanziamento indistinto destinato agli Enti del Servizio Sanitario regionale e ripartito tra gli stessi secondo le modalità di seguito illustrate;
• una quota di € 49.041.498 destinata al finanziamento delle c.d. “spese sovraziendali” (ivi compresi eventuali obiettivi specifici). La riduzione dell’importo rispetto all’anno 2010 è consentita dai risparmi realizzati
sul capitolo destinato al finanziamento dei leasing negli esercizi 2008 e 2009.
• Il riparto del finanziamento indistinto di € 2.140.538.253, al netto della quota di € 1.200.000 riservata
all’IRCCS “Eugenio Medea”, avviene non più sulla base di un trasferimento regionale per singola Azienda
ma secondo una ripartizione per Area Vasta. Questa è sostanzialmente la principale novità nel finanziamento anno 2011. Viene stabilito di procedere al riparto dell’assegnazione complessiva a livello delle tre
Aree Vaste Giuliano-Isontina, Udinese e Pordenonese, nel presupposto di successiva negoziazione ed intesa fra le Aziende facenti parte di ciascuna Area Vasta e fatto salvo comunque l’intervento della Regione
in caso di mancato accordo.
Questo meccanismo innovativo di finanziamento tiene altresì conto dei seguenti criteri:
• agli IRCCS dovrà essere in ogni caso sufficiente a garantire la conservazione nel tempo delle peculiarità
e dei requisiti previsti per il mantenimento del loro riconoscimento quali Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, ferma restando inoltre la loro piena autonomia per le funzioni speciali (modello hub);
• ai fini delle assegnazioni, si assumono innanzitutto le medesime percentuali di riparto del Fondo sanitario
nazionale applicate dallo Stato per le funzioni della prevenzione, della medicina di base, dell’assistenza
farmaceutica, dell’assistenza specialistica, dell’assistenza territoriale e di quella ospedaliera;
• il riparto del finanziamento per area vasta avviene in applicazione delle previsioni di cui all’art. 2, comma
2-sexies, del decreto legislativo 502/1992 e successive modificazioni (riparto pro-capite per la prevenzione e la medicina di base; riparto sulla base della ponderazione della popolazione per età, sesso e rapporto
standardizzato di mortalità per l’assistenza farmaceutica, l’assistenza specialistica ambulatoriale, l’assistenza ospedaliera e l’altra assistenza territoriale);
• le assegnazioni sono annualmente rideterminate in funzione delle variazioni sulla ponderazione della popolazione.
Oltre a tali assegnazioni regionali le Aziende del SSR possono contare sui ricavi da “entrate proprie” e dal
saldo attivo della mobilità interregionale.
1,4%
Libera professione e consulenze
2,3%
1,7% 2,1%
Ticket
Costi capitalizzati
Prestazioni ambulatoriali
aziende SSN
6,3%
1,8%
Altri ricavi
Prestazioni di ricovero
aziende SSN
L’applicazione dei suddetti criteri determina un riparto delle risorse correnti come di seguito riportato:
84,4%
Contributi da Regione e Comuni
42
43
Di seguito è esposto, in forma abbreviata, lo stato patrimoniale dell’Azienda, anno 2011, costituito dall’attivo
e dal passivo.
La destinazione degli impieghi e la ripartizione della spesa
Le risorse a disposizione dell’Azienda possono essere analizzate per la loro natura e per la loro destinazione.
I costi sostenuti dall’Azienda, analizzati per natura, si ripartiscono nelle seguenti categorie:
Ripartizione per livelli essenziali
L’insieme delle uscite e delle spese sostenute dall’azienda possono essere rappresentate anche attraverso
una riaggregazione delle voci per livello di assistenza. In tal modo si comprende quali attività e servizi sono
stati resi alla collettività attraverso l’impiego delle risorse disponibili.
RIPARTIZIONE DELL’ASSISTENZA PER LIVELLI ESSENZIALI NELL’ANNO 2010
PREVENZIONE
COLLETTIVA
3,41%
OSPEDALE
53,90%
TERRITORIALE
42,69%
RIPARTIZIONE DELL’ASSISTENZA PER LIVELLI ESSENZIALI NELL’ANNO 2011
PREVENZIONE
COLLETTIVA
3,45%
OSPEDALE
53,17%
TERRITORIALE
43,38%
Conto Economico Aziendale
Quale indicatore di gestione può essere utile evidenziare l’andamento del valore della produzione e dei
costi della stessa.
44
45
Risorse umane
Consistenza e caratteristica del personale impiegato
In un quadro operativo che prevede sostanziale stabilità numerica delle risorse nei valori monitorati al
31.12.2010, a fronte di crescenti carichi di lavoro connessi al potenziamento o avvio di nuovi servizi, da una
parte, e all’invecchiamento della popolazione dall’altra, con incremento delle limitazioni e della perdita di ore
lavorative effettive, gli elementi qualificanti la manovra sul personale nell’anno 2011 sono stati i processi di:
• revisione e razionalizzazione organizzativa
• revisione della disciplina del part time del personale del comparto
• ottimizzazione dell’impiego e ridistribuzione della risorsa che hanno consentito e consentono di contenere la spesa, pur salvaguardando l’offerta quali/quantitativamente complessivamente già garantita al
cittadino cliente intervenendo, anche, su alcune aree a maggior criticità segnalate in sede di PSSR 2010
– 2012.
Di seguito, si evidenzia il trend occupazionale precisando che le unità censite non esprimono la reale capacità
produttiva in quanto questa è condizionata, soprattutto nella linea assistenziale:
• dalla certificazione di numerose limitazioni fisiche all’esercizio della mansione che di anno in anno, con
l’invecchiamento dei dipendenti, incide sempre di più (nr 239 certificati in azienda sia personale comparto
che dirigenza)
• dall’incremento dei permessi ex L. 104/1992 (nr. 115 persone usufruiscono in azienda dei permessi)
• dall’età dei dipendenti.
Il grafico che segue evidenzia che il personale con oltre 50 anni di età assomma a più del 36% delle risorse
impiegate.
da 30 a 40 anni
18,5 %
Le risorse umane di cui si avvale l’ASS 5 Bassa Friulana sono costituite da personale con rapporto di lavoro
dipendente e da personale con rapporto convenzionale non dipendente (es. medici di medicina generale,
pediatri di libera scelta, psicologi convenzionati, consulenti, ecc.). Parte delle attività no core business (es.
pulizie, lavanderia, mensa, trasporti, albergaggio per alcune strutture, ecc.) sono, inoltre, garantite attraverso
il personale di ditte esterne cui i servizi sono stati appaltati.
Per quanto attiene il personale dipendente, l’anno 2011 è stato sostanzialmente un anno di mantenimento
del numero complessivo degli operatori impiegati, a fronte di una revisione qualitativa dei profili che ha visto
crescere gli operatori socio sanitari (incardinati nel ruolo tecnico), in conseguenza dell’attivazione del CSM di
Latisana sulle 24 ore.
Tale andamento è determinato dal sostanziale blocco delle assunzioni stabilito dalla Regione a partire dal
secondo semestre 2009 .
Di seguito si evidenzia il personale dipendente in servizio alla data del 31.12.2011 suddiviso per raggruppamento di profilo, confrontato con la media regionale. Il dato di media è desunto dalla deliberazione di Giunta
Regionale nr. 1754/2012 di approvazione degli atti relativi al controllo annuale 2011.
Dalla tabella si palesa un significativo scostamento rispetto al dato regionale nell’impiego delle risorse. L’Azienda ha praticato una politica gestionale ed organizzativa che ha visto ridursi nel tempo l’impiego di forze
destinate ai servizi di supporto tecnico/amministrativo in favore dei servizi clinico/assistenziali con un incremento del personale sanitario pari a tre punti percentuali rispetto al dato regionale. Nell’ambito del ruolo
sanitario, il rapporto tra personale infermieristico e personale medico si attesta sul valore di 2,92 infermieri
per ogni medico, contro una media regionale che è di 2,91.
< 30 anni; 2,3 %
> 60 anni; 4,3 %
da 40 a 50 anni
42,3%
da 50 a 60 anni;
32,6 %
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(*) incluse funzioni delegate Area Welfare e O.M.S.
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La prevalenza di personale femminile (soprattutto nei profili infermieristici e operatori socio sanitari) comporta una criticità organizzativo/gestionale non indifferente, in conseguenza della maggiore incidenza delle
assenze dovute alla fruizione dei diritti connessi in particolare all’assistenza figli ed in generale all’assistenza
dei familiari. Determinante nell’utilizzo delle prerogative contrattuali è anche l’incidenza dell’età media del
personale dipendente.
Il mix di fattori (prevalenza personale femminile, età medio alta per la tipologia di attività erogata) produce
un utilizzo dell’istituto part time, che seppur non percentualmente alto in azienda nel suo complesso, nei profili infermieristici – dove maggiore è l’incidenza del personale femminile - rende complessa la gestione della
turnistica.
Di seguito si riportano le tabelle di sintesi dei dati.
Al fine di garantire il turn over – nel limite delle disposizioni regionali – l’azienda ha attivato nel corso del 2011
procedure finalizzate all’acquisizione del personale, privilegiando ove possibile il rapporto di lavoro a tempo
indeterminato. Il mantenimento dell’organico è stato posssibile attivando anche rapporti di lavoro a tempo
determinato (supplenze e incarichi straordinari), ma in misura non significativa rispetto alla dotazione complessiva.
Personale distinto per rapporto di lavoro a tempo indeterminato (ruolo) e determinato - anno 2011
3,6%
non ruolo
Personale distinto per sesso - anno 2011
23%
maschi
77%
femmine
96,4%
ruolo
147
personale femminile a pt
6
personale maschile a pt
Per quanto concerne la suddivisione del personale per strutture di offerta, di seguito si evidenzia il trend
occupazionale, dal quale si evince che l’Azienda sta praticando una politica di graduale orientamento delle
risorse dalle strutture ospedaliere al territorio. Il dato si riferisce al personale dipendente. L’offerta territoriale
è poi arricchita ulteriormente dalla occupazione anche del personale convenzionale come di seguito esposto:
1316
personale a tempo pieno
Personale per tipologia di rapporto anno 2011
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5. NUOVE PROGETTUALITà e NUOVE ATTIVITà
L’Accreditamento DI Eccellenza
“Come persone e come organizzazione crediamo di
aver maturato il tempo in cui sia doverosa la valutazione
oggettiva dei nostri livelli qualitativi”
A maggio 2011 è stato avviato il progetto di accreditamento di eccellenza, secondo gli standard di Accreditation Canada, con l’obiettivo di strutturare, organizzare, valutare e migliorare la qualità dell’assistenza e del
servizio offerto ai nostri assistiti.
Il ciclo di accreditamento è strutturato in diverse fasi:
1. Informarsi/documentarsi
2. Prepararsi
3. Fare l’autovalutazione
4. Programmare e ricevere la visita
5. Utilizzare il report
6. Miglioramenti continui
OBIETTIVI GENERALI
Nell’ ASS 5 è progressivamente maturata la necessità di valutare in modo formale impegno e risultati rispetto a standard e criteri considerati di eccellenza, con il fine di impostare azioni di miglioramento che impegnino
l’organizzazione in una programmazione strategica di lungo periodo.
“Superare l’autoreferenzialità dell’organizzazione e valutare le strutture territoriali dell’ASS5 rispetto a standard
internazionali”
Le esigenze di qualità, in ambito sanitario, rientrano nella categoria dei bisogni primari.
I servizi sanitari che l’Azienda eroga ai suoi cittadini sono la risultante di un insieme di elementi scientifici,
tecnici e tecnologici, organizzativi, procedurali, relazionali e di comunicazione, in cui un ruolo determinante è
svolto alle variabili umane che interagiscono fortemente nei processi di erogazione dei servizi.
“Attivare iniziative di miglioramento dell’organizzazione e dei servizi offerti agli utenti sulla base delle criticità
emerse dall’autovalutazione, in particolare nell’ambito della sicurezza”
Complessivamente gli elementi da considerare nella realizzazione della qualità sono quindi numerosi e complessi, ma tuttavia riconducibili a delle categorie fondamentali fra loro complementari e sinergiche: l’adeguata organizzazione della struttura e la corretta gestione delle risorse (umane e strumentali) e dei processi, la
definizione del contenuto tecnico dei servizi forniti (riferimenti normativi specialistici, la documentazione medico-scientifica ed i protocolli diagnostici e terapeutici), la qualificazione del personale addetto e la corretta
esecuzione delle attività di assistenza, indagine, analisi e diagnostica che costituisce presupposto essenziale
per l’efficacia dell’assistenza. In tale contesto, vanno poi considerati i fattori etici, quali la tutela dell’ambiente
e delle risorse naturali, la salute e sicurezza dei lavoratori addetti, la tutela della privacy e dei diritti umani e
civili, in genere, dei fruitori diretti (utenti) e indiretti (es. familiari dei pazienti) dei servizi.
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“Promuovere il confronto e migliorare la comunicazione tra i professionisti interni ed esterni, incrementare il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni nell’organizzazione dei servizi per meglio rispondere ai bisogni della
comunità”
“Individuare le aree di debolezza, riallocare le risorse, responsabilizzare l’organizzazione, migliorare l’efficienza dei
servizi”
Lo sforzo compiuto dall’organizzazione nel suo complesso nel corso dell’ultimo anno si è concentrato nella
autovalutazione di questi aspetti, nella revisione di alcune procedure e nel delineare linee progettuali di miglioramento a valere per il prossimo biennio.
L’ accreditamento è stato supportato da un percorso di formazione residenziale e di formazione sul campo
che ha visto coinvolti gli operatori del territorio e anche degli ospedali. Questo percorso ha rappresentato
un’opportunità di crescita per il personale e l’organizzazione, valorizzando sia i singoli che i servizi di appartenenza, conseguendo un primo risultato in termini di integrazione, miglioramento di procedure e superamento
dell’autoreferenzialità.
LE SFIDE: L’AUTOVALUTAZIONE E LE SCELTE STRATEGICHE
Il malato: da utente a partner
Il conto è presto fatto: in Europa le patologie croniche sono responsabili dell’86% dei decessi e del 77% del
carico di malattia complessivo e per affrontare la sfida delle malattie cronico degenerative il paradigma basato sull’asimmetria del rapporto medico-paziente si dimostra un limite. Attivi, consapevoli, informati e protagonisti dei processi decisionali sulla salute: la cronicità impone processi di cura sempre più partecipati. I
pazienti devono trasformarsi in “partner” dei processi di cura, non meri destinatari, ma collaboratori di medici
e infermieri.
I pazienti coinvolti nelle decisioni sui percorsi di cura rispondono molto di più alle terapie. Non solo; coinvolti
sulla scelta tra diverse opzioni, tendono a scegliere quelle meno invasive e non necessariamente le più costose.
Questo approccio richiede alcuni cambiamenti fondamentali: abbandonare la mentalità gerarchica; rendere i
sistemi sanitari più “leggibili” e interattivi; formare gli operatori perché siano migliori ascoltatori e comunicatori; favorire la disponibilità e la comprensibilità delle informazioni.
L’accreditamento ai tempi della crisi economica
“Niente crescita, o meglio crescita selettiva, con ricerca ridondante, sovrapposizioni, dispersioni …”
La crisi economica e finanziaria sta esercitando significative pressioni sui servizi e sulla loro gestione. La necessità di governare attentamente i costi, se presa come impegno esclusivo, può portare a trascurare la programmazione del nuovo. Questo fatto può indurre una progressiva paralisi; i pensieri della direzione strategica
e, a discendere, dei dirigenti dell’Azienda, vengono monopolizzati dai piani di controllo delle spese correndo il
rischio di perdere attenzione e spinta emotiva verso tematiche innovative. In questo modo inevitabilmente si
rischia che la mancata manutenzione del sistema porti ad un peggioramento rilevante dell’assistenza fornita
ai cittadini. Anche per evitare che si diffonda, all’interno dell’Azienda, un’atmosfera di pessimismo, si intende
rimarcare e dimostrare che, nonostante tutto, ogni decisione o atteggiamento non può essere influenzata
dalla sola misura dei parametri economici. In quest’ottica il processo di accreditamento ha una valenza strategica e si ritiene che rappresenti la migliore risposta dell’Azienda a questo difficile periodo.
Le dimensioni dell’azienda, i primi cambiamenti
Un’azienda piccola agisce i livelli direzionali con poche persone, semplificando i processi decisionali e di organizzazione, ma un’azienda che vuole crescere eleva e redistribuisce i livelli di autonomia gestionale e decisionale comunque su più livelli: in questo senso il programma di accreditamento rappresenta un’opportunità.
Il progetto punta ad accreditare le 4 strutture territoriali (Dipartimento Salute Mentale, Dipartimento di Prevenzione, Distretto Sanitario Est / Ovest), all’interno delle quali operano complessivamente circa 320 persone. Se da un certo punto di vista questo rappresenta un punto di forza (un numero relativamente piccolo
rende più semplice la condivisione del progetto), lo stesso elemento può rappresentare anche un punto di
debolezza in quanto a persone già fortemente impegnate sul fronte dell’attività ordinaria (spesso con elevate
quote di straordinario) è richiesto un ulteriore sforzo. Dopo i primi mesi in cui sono prevalsi timore, preoccupazione e scetticismo, il progetto, entrato nel vivo, ha raccolto pressochè unanime condivisione, impegno e
sforzo, in particolare in alcune aree in cui la necessità di conoscenza e coordinamento si manifestava già da
tempo. Il percorso di accreditamento è stato colto come una opportunità, quindi un primo risultato è stato
già raggiunto.
I gruppi di lavoro
Sono composti da una rappresentanza effettiva delle persone che operano in quello specifico servizio, a conoscenza delle prestazioni offerte alla popolazione, e quindi nella posizione migliore per capire, valutare e
migliorare i processi.
I componenti del team sono stati selezionati prendendo in considerazione volontà di adesione al progetto,
professione, esperienza specifica sui temi oggetto di autovalutazione. La scelta dei team leader non ha potuto prescindere dalle posizioni organizzative occupate dalle singole persone nei servizi.
I gruppi di lavoro sono stati lasciati liberi di adottare modalità di lavoro diverse, correlate all’organizzazione
del lavoro del servizio, all’ attitudine dei singoli, agli equilibri che si sono via via costruiti nel team. Le diverse
modalità possono essere sinteticamente ricondotte a due schemi: uno più convenzionale (riunione di tutti i
componenti, approccio comune ai temi dell’autovalutazione) ed uno schema più libero (incontri più frequenti
di due / tre persone e raccordo del team a scadenze più prolungate); tutti i gruppi, prima di affrontare in concreto l’autovalutazione, hanno avuto necessità di qualche mese di studio dei singoli standard.
In sintesi: confrontarsi con standard di eccellenza e stabilire un programma di miglioramento.
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Tutti i gruppi si sono confrontati con gli standard secondo il principio logico:
L’hospice “Bruna Panegos” di Palmanova
VALUTAZIONE PERFORMANCE ATTUALE, evidenziazione AREA DI MIGLIORAMENTO per RISPOSTA
adeguata allo STANDARD.
“Dare vita ai giorni piuttosto che giorni alla vita delle persone con malattie croniche evolutive e inguaribili”
Tutti i team leader, in corso di autovalutazione, si sono attenuti al principio di rappresentare rigorosamente
la realtà organizzativa come fotografia dell’attuale, esplicitando le rispettive aree di miglioramento condivise
con i componenti il team.
I team hanno coinvolto all’occorrenza partecipanti ad hoc per la valutazione di standard specifici e sono stati
affiancati dalla Direzione Strategica e dal Responsabile di Progetto.
Durante il periodo del progetto i gruppi hanno subito una fisiologica modificazione, in parte legata ad accadimenti personali che hanno ridotto la disponibilità delle singole persone ed in parte per il mutare dell’interesse/disponibilità di tempo sullo specifico tema. La necessità di coniugare il tempo lavoro con il tempo da
dedicare al progetto di accreditamento ha rappresentato per tutti un elemento di criticità.
Il 24 giugno 2011 è stata avviata l’attività dell’hospice “Bruna Panegos” del Distretto Est dell’ASS n.5 Bassa
Friulana.
L’hospice è un nucleo con funzione specialistica della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) “Bruna Panegos” del Distretto Est, che è collocata all’interno del Presidio Ospedaliero di Palmanova.
è dotato di 4 camere singole di degenza personalizzabili, con possibilità di ospitare confortevolmente il caregiver. Ogni camera è dotata di: letto e poltrona regolabili elettronicamente, servizi igienici attrezzati, guardaroba, dispositivo di chiamata, luce individuale, trave tecnica, televisore con dvd, frigorifero e bollitore. Le stanze sono localizzate in spazi specificatamente dedicati, in zona protetta dal rumore e con buoni collegamenti
per favorire l’accessibilità da parte dei familiari.
Il centro residenziale dispone di aree di socializzazione (cucina-tisaneria, soggiorno polivalente, ecc. ) nelle
quali gli ospiti e i familiari hanno l’opportunità di condividere il loro tempo.
All’interno della struttura è presente un ambulatorio dedicato ai malati e ai loro familiari per favorire la continuità della cura.
L’hospice garantisce la presa in carico “globale” della persona assistita e della sua famiglia allo scopo di garantire la migliore qualità di vita possibile alla persona malata, prestando attenzione all’aspetto psicologico
e sociale, per offrire una risposta adeguata alle sue esigenze, nel rispetto della sua volontà e dei suoi principi.
Tutto questo viene perseguito attraverso l’integrazione di un’equipe multidisciplinare costituita dalle seguenti
figure professionali: medico esperto in cure palliative,
Medico di Medicina Generale, infermiere, operatore
socio-sanitario, psicologo, assistente sociale, volontario ed assistente spirituale.
Dal 24 giugno 2011 al 31 ottobre 2012 presso l’hospice “Bruna Panegos” di Palmanova, sono state assistite complessivamente 105 persone.
Il personale dell’Hospice di Palmanova
Equipe di Accreditation Canada
Equipe di Accreditation Canada
con il team Leadership e Partnership
L’infermiere di comunità a Cervignano del Friuli
Dal 28 novembre 2011, l’Azienda per i Servizi Sanitari n.5 “Bassa Friulana”, ha attivato in partnership con il
Comune, una nuova sede dell’infermiere di comunità a Cervignano del Friuli, con due operatrici.
La sede dell’ambulatorio dell’infermiere di comunità è situata a Cervignano del Friuli in via Aquileia n.33, presso la sede della Croce Verde.
Al fine di venire incontro alla popolazione residente nella frazione di Strassoldo, che è la più distante dalla
sede di Cervignano, l’infermiere di comunità è presente in due giornate della settimana nell’ambulatorio situato in via dei Castelli n.3, a Strassoldo.
Dopo il Comune di Gonars che ha fatto da apripista nel novembre 2001, si è verificata una capillarizzazione
del servizio dell’infermiere di comunità nel territorio della Bassa Friulana: nel periodo 2001-2011 il progetto è
stato via via implementato tanto che oggi si contano 21 sedi di infermiere di comunità (n. 29 Comuni coinvol-
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ti) a fronte delle 23 previste (n. 31 Comuni
afferenti all’ASS n. 5 ), con una copertura
pari al 94% dell’intero territorio aziendale
(rimangono da attivare le ultime due sedi
presso il Distretto Sanitario Ovest, precisamente nei Comuni di Latisana e San
Giorgio di Nogaro).
Le Infermiere di Comunità di Cervignano del Fr.
La mappatura della fragilità nella città di Palmanova
“Nautilus... alla ricerca della fragilità sommersa...”
Il progetto Nautilus
L’Azienda per i Servizi Sanitari, da settembre 2011, collabora con il Comune di Palmanova, l’Ambito distrettuale di Cervignano del Friuli e il volontariato locale, per la predisposizione della mappatura della fragilità nel
territorio attraverso lo strumento PRISMA 7.
La scheda PRISMA-7 deriva dallo SMAF (Systeme e Mesure De L’autonomie Fonctionelle) e consente di identificare le persone con una perdita di autonomia da moderata a grave per le quali non si conosce lo stato di
salute, che può deteriorarsi rapidamente se non viene attivato un intervento di tipo preventivo. Si tratta di un
mezzo rapido, semplice, efficace che può essere utilizzato dagli operatori socio-sanitari, da volontari formati
a tale scopo, dai servizi domiciliari, in pronto soccorso ecc..
Le domande della scheda possono essere poste tramite intervista diretta, per via telefonica o a mezzo posta.
Le finalità del progetto sono quelle di valutare l’autonomia degli anziani over settantaquattrenni, scoprire chi
è l’anziano fragile e quali sono le variabili rappresentative di uno stato di fragilità. Ciò permetterà agli operatori di orientare gli interventi verso quelle persone che potrebbero avere bisogno di particolari attenzioni. Pertanto il progetto si propone di formulare una mappatura della fragilità nel territorio attraverso uno strumento
di screening e successivamente proporre strategie integrate di presa in carico delle persone fragili. Il progetto
riguarda tutte le persone con età ≥75 anni residenti nel Comune di Palmanova.
Il progetto è stato avviato il 01.09.2011 e la conclusione è prevista entro la fine del 2013.
Le azioni del progetto Nautilus sono:
• Invio a mezzo posta della scheda di rilevazione dati – PRISMA 7: il Comune di Palmanova ha inviato alle
persone con età ≥75 anni residenti una lettera indicante lo scopo del progetto e la scheda da autocompilare e restituire all’Ufficio Protocollo del Comune.
• Raccolta delle schede autocompilate e individuazione della fascia di popolazione da ricontattare: la parte
della popolazione che non ha restituito la scheda è stata contattata per una somministrazione diretta
della stessa secondo modalità concordate con l’interessato.
• Addestramento all’uso dello strumento e alle modalità di raccolta dei dati: gli intervistatori che hanno partecipato alla somministrazione diretta delle schede hanno ricevuto da parte del Referente del progetto la
formazione necessaria per una corretta somministrazione della scheda Prisma7.
• Interviste agli anziani, che non avevano risposto alla lettera inviata dal Comune, telefonicamente o faccia
a faccia presso un luogo concordato con l’anziano da intervistare.
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• Imputazione dati su data base ed elaborazione statistica.
• Elaborazione report progetto, produzione di un documento di restituzione.
• Presentazione dei risultati agli stakeholders principali e alla cittadinanza.
Lo stato dell’arte del progetto
Sono state inviate a mezzo posta n. 599 schede di rilevazione dati – PRISMA 7 e di queste sono state compilate complessivamente n. 441 (75%).
I risultati dello screening con Prisma 7 indicano che 169 (34%) sono le persone considerate potenzialmente
“fragili” (punteggio “Sì” Prisma 7: cut off ≥4) con età ≥75 anni e residenti nel Comune di Palmanova 7 (vedi
tabella).
Il passo successivo sarà quello di effettuare a tutte le persone
considerate potenzialmente “fragili” allo screening, una Valutazione Multidimensionale (VMD) con scheda ValGraf FVG.
Sulla base degli esiti delle VMD, sarà poi possibile:
• costruire un registro della fragilità delle persone con età
≥75 anni residenti nel Comune di Palmanova che poi dovrà
essere aggiornato con continuità;
• attuare strategie integrate (da parte dei servizi formali socio-sanitari e delle reti di aiuto informale) di presa in carico
delle persone risultate fragili (ad esempio: realizzazione di
progetti personalizzati di “presa in carico leggera” ).
PROTOCOLLO PER LA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE OSPEDALE TERRITORIO
Con l’obiettivo di garantire la continuità assistenziale nel percorso domicilio – ospedale – domicilio – RSA –
Residenza protetta, dal 2011 è stato adottato un protocollo condiviso presso le strutture operative aziendali
di degenza ospedaliera (ospedale di Latisana e Palmanova) e presso quelle territoriali (distretti Est e Ovest,
Dipartimento di Salute Mentale), con il coinvolgimento e la partecipazione anche degli Ambiti Distrettuali
di Cervignano e Latisana e delle strutture residenziali per anziani presenti nel territorio della ASS n.5 “Bassa
Friulana”.
Recenti indagini condotte anche presso la nostra Azienda, con l’utilizzo di strumenti validati di screening (Scala BRASS INDEX-B), hanno documentato che almeno un terzo dei pazienti dimessi da un reparto di medicina
(la principale collocazione in degenza dei malati destinatari del presente protocollo) è costituito da persone
che, al momento della dimissione, presentano necessità di supporto sia per gli aspetti clinici che per quelli
assistenziali - sanitari (cure mediche, infermieristiche, riabilitative e protesiche), sia sociali (perdita di autonomia per attività basali della vita quotidiana o delle attività strumentali della stessa), spesso in situazioni di
depauperamento grave della rete di relazioni di aiuto (familiari, parentali, amicali).
Il protocollo è nato da un’analisi e una progettazione condivise da parte degli operatori delle strutture coinvolte, derivante dalla comune esigenza di rendere funzionali i passaggi di presa in carico fra i diversi contesti
di cura, garantendo la massima efficacia del processo nel suo insieme, riducendo le disfunzionalità legate a
difetti di collegamento e di valutazione della complessità multidimensionale dei casi destinatari di tale tipo
di intervento.
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ATTIVAZIONE PROGETTO SPERIMENTALE MEDICINA DEL DOLORE
E PALLIATIVA
A partire dal 1° giugno 2011 è stata istituita la SOC Medicina del Dolore e Palliativa, incardinata nel Distretto
Ovest, ma che opera con valenza aziendale, per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
• prevenzione e diagnosi precoce del dolore, equità di accesso a terapie di qualità, appropriatezza dell’offerta;
• integrazione del “sistema delle cure primarie - territorio” ed il “sistema delle cure specialistiche - ospedale”;
• implementazione della cultura dei professionisti che operano sul territorio e nelle strutture ospedaliere, ai
diversi livelli, attraverso la formazione di base condivisa, seppur differenziata per competenze;
• definizione e attuazione di percorsi diagnostico, terapeutico e assistenziale strutturati per le principali
patologie algiche, nell’ambito di una valutazione e approccio multidimensionale e multidisciplinare, organizzando e attuando percorsi condivisi con i professionisti che si prendono cura del malato nelle fasi
avanzate di malattia;
• implementazione dello sviluppo di modelli organizzativi di integrazione tra terapie del dolore, terapie oncologiche e palliativa, costituendo una rete continuativa assistenziale della degenza (cure domiciliari, hospice);
• garanzia di accesso per gli utenti affetti da patologie evolutive e necessitanti di cure palliative, ai trattamenti più appropriati a livello ospedaliero, dei presidi del territorio e domiciliare;
• coinvolgimento del volontariato
Distretto Sanitario Ovest
Medicina del Dolore e Palliativa
L’attività della struttura viene assicurata da personale dipendente.
La struttura offre:
• Inquadramento fisiopatologico delle sindromi dolorose persistenti/croniche
• Impostazione di piani terapeutici riabilitativi o palliativi
• Trattamento del dolore con terapie farmacologiche, agopuntura e riflessoterapia, blocchi nervosi con
anestetici o mediante radiofrequenza pulse-dose, blocchi neurolitici dei gangli simpatici e della cauda equina, infiltrazioni epidurali e intraforaminali segmentarie, impianto di cateteri e pompe spinali,
infiltrazioni TC/eco guidate delle articolazioni profonde, decompressione laser delle ernie del disco
intervertebrale.
• Gestione pompe di infusione domiciliari per il controllo del dolore e dei sintomi correlati
Orario segreteria sede di Latisana: da lunedi a venerdi, ore 09.00 – 14.00;
Orario segreteria sede di Palmanova: lunedi, martedi, giovedi e venerdi, ore 09.00 – 13.00.
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PROCESSO DI RAZIONALIZZAZIONE avviato nel campo dell’anestesia e della terapia intensiva
(attività chirurgica di elezione, chirurgica d’urgenza, integrazione spinta a livello delle aree di degenza intensive e semi intensive, parto analgesia).
Per perseguire il progetto, si è modificata l’organizzazione aziendale, specializzando una delle due SOC di
Anestesia e Rianimazione nella specifica tematica, ridistribuendo il personale medico ed infermieristico in
base ai nuovi piani di lavoro che ne sono esitati.
Nel corso del 2011 si è avviato il processo di trasferimento all’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine
delle funzioni di Anatomia Patologica, ora garantite in ASS5 dalla SOS Dipartimentale Anatomia Patologica.
REVISIONE ORGANIZZATIVA
In coerenza con la manovra di revisione organizzativa già avviata in sede di PAL 2010, nel corso dell’anno
2011, si è proceduto all’unificazione delle funzioni gestionali, in capo ad un unico soggetto, di alcune discipline
ospedaliere, con l’effetto atteso di garantire nei due presidi ospedalieri di Latisana e di Palmanova omogeneità qualitativa/organizzativa del servizio erogato, equità nella distribuzione delle risorse e modalità omogenee
di impiego dei fattori produttivi.
Tale manovra ha consentito la destrutturazione di 3 Strutture Operative Complesse (Soc Pediatria, Soc Ostetricia e Ginecologia, Soc Laboratorio), la riconversione delle attività della funzione farmaceutica, quale contributo aziendale all’avvio degli interventi in Area Vasta sulle funzioni coordinate, con disattivazione della SOC
Servizio Farmaceutico e attivazione in seno alla Dipartimento ospedaliero dei Servizi di una SOS dipartimentale denominata Farmaceutica Integrata.
Apertura del Centro Salute Mentale 24 ore di Latisana
Il 27 dicembre 2011 è stato avviato il Centro di Salute Mentale aperto sulle 24 ore di Latisana; dall 1986, il
servizio garantiva l’accoglienza, dalle 8 alle 20, per 6 giorni alla settimana.
Estendere l’apertura del CSM di Latisana dalle 12 alle 24 ore, completa un’offerta significativa di interventi
rivolti alle persone portatrici di problematiche connesse al disagio mentale residenti nel territorio della Bassa
Friulana. Un altro CSM sulle 24 ore è attivo a Palmanova.
Essere presenti la notte e le domeniche costituisce per utenti e familiari un punto di riferimento fondamentale; poichè consente di accogliere le persone non solo nelle situazioni di crisi (ad esempio nel caso di un
trattamento sanitario obbligatorio), ma anche in
tutti quei momenti in cui trascorrere qualche giorno lontano da casa può contribuire ad allentare
periodi di tensione.
Il CSM 24 ore non è un reparto ospedaliero, ma
un luogo di ospitalità, uno spazio in cui le relazioni
sono il primo fattore di cura ed è per questo che,
come da normativa, non possono essere accolte più di otto persone, per le quali sono costruiti
percorsi terapeutici e riabilitativi, spesso in stretta
collaborazione con altri servizi sociosanitari territoriali, con le famiglie e con le reti comunitarie più
in generale.
foto inaugurazione.
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La nuova riorganizzazione del CSM di Latisana sulle 24 ore ha richiesto mesi di progettazione e di preparazione, anche con l’adozione di nuove modalità operative che sono state messe in pratica nell’arco di tutto il 2011,
con risultati apprezzabili, sia per quanto attiene al numero di utenti presi in carico, che al numero di interveti
effettuati.
Al 31 agosto 2012, gli utenti in carico sono 686
e gli interventi effettuati 15.557.
I nuovi Piani di Zona 2013-2015:
verso un sistema LOCALE di welfare trasformativo
Nell’attuale situazione di crisi socio-economica sorge la necessità di riflettere su come mantenere e supportare gli attuali livelli di welfare sia sul versante sanitario, che sociale e sociosanitario, fondamentali per il
benessere delle persone.
“Il piano di zona può essere pertanto lo strumento funzionale a contrastare la riduzione delle risorse promovendo
un’effettiva integrazione sociosanitaria di tipo gestionale ed operativo” (U. De Ambrogio/Prospettive Sociali Sanitarie).
Ancora oggi, infatti, l’integrazione tra presa in carico di tipo sociale e di tipo sanitario presenta alcuni aspetti
non del tutto risolti: “Molti fattori hanno reso difficile l’integrazione fra sanità e sociale: l’enorme divario nelle
risorse disponibili, la diversa frammentazione delle competenze, le difficoltà legate al reciproco riconoscimento
professionale, la scarsa considerazione del lavoro di cura … In tempi di ristrettezze, le barriere fra sanità e sociale
non sono più tollerabili. I professionisti, le istituzioni, gli enti devono accettare di mettere in pratica nuove relazioni, anche a costo di piccole rinunce alla loro autonomia e modifiche alla loro modalità di lavoro. La strada maestra
è promuovere l’erogazione di interventi a partire dalla definizione di percorsi personalizzati di presa in carico,
progettati e realizzati insieme agli assistiti e alle loro famiglie in un’ottica multiprofessionale, che promuova il
mantenimento delle persone nella loro comunità e rifiuti la residenzialità come unica soluzione … I prossimi anni
saranno caratterizzati da un forte impegno sul piano del rispetto della dignità della persona, della valorizzazione
delle competenze professionali (anziché delle appartenenze), del riconoscimento del significato etico (e non meramente contabile) della lotta agli sprechi, all’attenzione alle disuguaglianze…”(N. Dirindin/Politiche sanitarie).
Sulla base di quanto sopra, le istituzioni e gli operatori si trovano a predisporre la programmazione zonale dei
servizi sociali e sociosanitari, nella consapevolezza di dover mettere a fuoco il sistema di funzionamento dei
servizi stessi ed apportare quelle modifiche/riorganizzazioni che permettano di tenere saldi i principi suddetti,
coniugandoli con il tema della sostenibilità.
Alla luce di quanto affermato, nella presente fase programmatoria i Servizi Sociali dei Comuni di Cervignano
del Friuli e Latisana e l’Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 hanno ritenuto prioritariamente di avviare per la prima
volta e in via sperimentale un processo di pianificazione congiunto richiamando le seguenti motivazioni:
• equilibrata distribuzione della popolazione nel territorio di competenza;
• sostanziale omogeneità del territorio sotto il profilo morfologico, demografico, epidemiologico, economico e sociale;
• presenza di due soli Distretti/Ambiti del SSC;
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• funzioni delegate in maniera sostanzialmente equivalente ai due Comuni Enti gestori del SSC;
• declinazione e distribuzione omogenea dei servizi dell’ASS 5 nei due Ambiti distrettuali con la presenza di
un ospedale di rete in entrambi i territori;
• storica presenza di buone prassi diffuse nell’integrazione socio-sanitaria, consolidate dopo il primo piano
di zona 2006-2008 in entrambe le aree distrettuali;
• presenza diffusa e cultura omogenea di soggetti del privato sociale impegnati sul versante della sussidiarietà orizzontale.
Al fine di realizzare concretamente il percorso di condivisione, sono stati istituiti:
• una Cabina di Regia unica, con finalità principale di coordinare, monitorare e rendere omogeneo il percorso
pianificatorio nell’integrazione sociosanitaria, composta da rappresentanti dei Servizi Sociali degli Ambiti
distrettuali e dell’ASS 5. Detta cabina di regia resterà stabilmente attiva nel corso del triennio;
• i tavoli tecnici/professionali, formati dagli operatori dell’ASS 5 e dei due Ambiti distrettuali, nonché dai
rappresentanti degli altri soggetti istituzionali ASP e CAMPP, finalizzati alla discussione degli obiettivi di
sistema, trasversali a tutte le aree dell’integrazione sociosanitaria, ed alla definizione di azioni congiunte,
idonee al raggiungimento degli obiettivi stessi. Gli stessi tavoli sono stati chiamati anche ad affrontare gli
aspetti socio-sanitari relativi alle 5 aree tematiche di cui alle linee guida regionali (materno infantile, salute
mentale, disabilità, dipendenze patologiche, amziani-terminalità-cronicità).
L’ASS 5 aveva, già dal mese di febbraio 2012, elaborato le proprie linee strategiche a supporto della partecipazione al Piano di Zona degli Ambiti Distrettuali di Cervignano del Friuli e di Latisana, linee che sono state
rappresentate nelle Assemblee dei Sindaci e condivise.
La strategia aziendale si muove, in coerenza con le strategie di welfare regionale, da una prioritaria attenzione
ai bisogni emergenti dei residenti della Bassa Friulana, di una popolazione, cioè, che si caratterizza particolarmente, come nel più ampio territorio regionale, con fenomeni di denatalità e di invecchiamento e di diffusa
precarietà sociale complessa, già descritti nei capitoli precedenti.
Uno scenario che richiama ad una definizione di servizi ed interventi integrati, che dovranno prima di tutto
soddisfare i Livelli essenziali di assistenza, con risposte appropriate e sostenibili alla luce delle risorse attualmente assegnate. Un’organizzazione che dovrà proporsi il più possibile omogenea in tutto il territorio aziendale e dovrà prevedere un’ ampia partecipazione anche dei soggetti di terzo settore, valorizzando un aspetto
della mission aziendale che nel corso di questi ultimi anni è già stato sviluppato con progettualità di rilievo.
linee strategiche aziendali
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6. Il Piano di Comunicazione
La comunicazione ha assunto oggi un ruolo strategico per l’attuazione della “politica della salute”, in cui tutti
i settori della società - Enti, Istituzioni, Soggetti Sociali e Cittadini - potenzialmente in grado di incidere sui
molteplici determinanti di salute - ambientali, socioeconomici, stili di vita ed accesso ai servizi - si integrano e
collaborano per il raggiungimento di finalità e obiettivi di salute comuni.
La comunicazione avvicina gli operatori e gli amministratori della sanità ai cittadini-utenti-pazienti ed al mondo del volontariato, favorendo un processo di comunicazione che non si sviluppa a senso unico, ma che privilegia l’ascolto e la partecipazione per favorire una forte interazione tra i diversi interlocutori.
I profili dei fruitori dei servizi sanitari sono comunque sempre in evoluzione ed è in atto un dibattito internazionale sulle caratteristiche dei nuovi utenti. L’evoluzione è legata a fattori demografici come l’invecchiamento progressivo della popolazione, epidemiologici come la diffusione di patologie croniche - degenerative,
economici come la capacità degli individui di procurarsi forme di auto sostegno con l’inserimento di care giver
esterni auto finanziati (per esempio le assistenti familiari) e sociali come il mutato ruolo della famiglia .
L’intreccio tra riforma della amministrazioni pubbliche e le attività di comunicazione è previsto da numerosi
provvedimenti (leggi, direttive) che hanno determinato l’avvio di un processo riformatore non ancora concluso
su:
1. trasparenza
2. ascolto
3. semplificazione
4. partecipazione del cittadino
Affinché questi obiettivi assumano una forma concreta traducendosi in azioni è necessario definire i due elementi costitutivi che reggono e orientano il sistema comunicazione.
Essi sono:
• la promozione delle conoscenze, articolata nella diffusione della cultura dell’appropriatezza per un efficace
uso dei servizi e nella facilitazione dell’accesso - attraverso la rimozione delle barriere di diversa natura
(linguaggio, ecc.) che lo possono ostacolare - per incrementarne l’efficacia, l’efficienza e la trasparenza;
• l’ascolto per individuare i bisogni dei cittadini e per stimolarne la partecipazione attiva e responsabile nella
ricerca di soluzioni ai problemi di salute della collettività.
L’azienda sanitaria, quale ente strumentale della Regione ha il compito di realizzare le finalità del Servizio
Sanitario Regionale, impiegando nel processo di assistenza le risorse ad essa assegnate con modalità che
rendano massime:
1. l’ampliamento e il potenziamento degli interventi di promozione della salute e di prevenzione delle malattie;
2. l’efficienza e il continuo miglioramento della qualità nella produzione di servizi sanitari appropriati rispetto ai bisogni della comunità;
3. l’equità di accesso dei cittadini ai servizi socio sanitari nel rispetto delle aspettative e delle preferenze
degli stessi;
4. l’umanizzazione e la personalizzazione dell’assistenza;
5. la soddisfazione del bisogno di sicurezza sanitaria della comunità;
6. la ricerca di continue alleanze con la comunità locale;
7. la partecipazione dei cittadini, delle loro organizzazioni, delle forze sociali e degli organismi di volontariato, anche attraverso la promozione di modelli di welfare comunitario;
8. la garanzia della legittimità, imparzialità e trasparenza dell’azione amministrativa, nonché la tempestività
e la completezza dell’informazione.
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L’articolazione aziendale che presidia le attività di comunicazione istituzionale fa capo alla Struttura Complessa Programmazione, Controllo, Comunicazione e Qualità (PCCQ) in staff alla direzione strategica che
include al proprio interno anche l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP).
In particolare alla struttura PCCQ attraverso l’URP è affidato il compito di:
• implementare le attività di relazione e di scambio con i cittadini assicurando l’ascolto e la partecipazione
degli stessi;
• promuovere la circolazione delle informazioni;
• sviluppare analisi di customer satisfaction;
• avviare percorsi di miglioramento della qualità.
L’Azienda per i Servizi Sanitari n° 5 “Bassa Friulana” orienta la programmazione e le strategie organizzative e
gestionali alla valorizzazione della centralità del cittadino utente, inteso non solo quale destinatario naturale
delle prestazioni, ma come interlocutore privilegiato, movente ispiratore e stessa ragione d’essere della sua
presenza istituzionale, garantendone l’ascolto, la proposta, il controllo anche a fini di supporto, modifica o
integrazione di attività.
L’Azienda inoltre promuove le iniziative volte a migliorare la comunicazione interna e favorire gli scambi di
informazioni, al fine di creare un’organizzazione integrata e migliorare la collaborazione tra le diverse strutture
aziendali ponendosi come obiettivi, la costante informazione ai dipendenti sugli obiettivi e progetti aziendali,
e la promozione e tutela di un buon clima organizzativo.
In ambito sanitario, tutti gli operatori svolgono una funzione comunicativa quale parte integrante del ruolo
professionale che deve essere sostenuta, valorizzata e rafforzata. Pertanto, nel tracciare le linee strategiche
di sviluppo delle attività comunicative riveste fondamentale importanza sia la pianificazione integrata di tutte
le attività comunicative tra i diversi servizi aziendali coinvolti, sia la necessità di rinforzare/costruire alleanze
con i rappresentanti dei cittadini ed i vari stakeholders.
Il Piano di Comunicazione diventa quindi lo strumento che permette di :
• pianificare le attività e gli eventi di comunicazione individuando obiettivi, strategie, strumenti e risorse;
• coordinare i diversi attori della comunicazione aziendale;
• favorire la sinergia dei messaggi e l’utilizzo ottimale delle risorse professionali, economiche e strumentali;
• diffondere la cultura della comunicazione affinché diventi un valore distintivo per tutti;
• fare della comunicazione una leva strategica per rendere possibile il passaggio da un’organizzazione che
si occupa di sanità ad una organizzazione fondata sulla centralità del cittadino.
Nel primo piano di comunicazione aziendale sono state tracciate alcune linee di lavoro in essere. Si è cercato
di redigere un elenco il più possibile completo ed esaustivo che comunque è da intendersi come uno schema
di attività flessibili ed integrabili nel corso del 2012 e negli anni successivi.
Carta dei Servizi
Obiettivi
Contenuti
Target
Strumenti/Azioni
Diffondere la mission, gli impegni aziendali e i livelli di servizio che l’Azienda
assicura.
- sul versante interno:
riconsiderare i processi per ottenere risultati sempre migliori.
- sul versante esterno:
comunicare agli utenti gli standard assunti per i servizi da erogare
- fidelizzare l’utenza
Presentazione dell’Azienda, dei servizi che offre e degli impegni assunti
- Singoli utenti e cittadini
- Enti diversi
- Gruppi sociali
- Associazioni
- Ordini professionali
Realizzazione di uno strumento cartaceo:
- una prima parte con la presentazione dell’Azienda e gli impegni (con indicatori e
standard);
- una seconda parte articolata in 6 guide (1 per ciascuna Struttura Operativa
Aziendale) che contengono la presentazione della struttura e la guida ai servizi
della struttura stessa.
Distribuzione reparti/servizi, sportelli aziendali, Urp e scaricabile dal portale aziendale.
Fogli informativi dei servizi
Obiettivi
Fornire uno strumento per:
- informare sull’offerta dei servizi aziendali
- migliorare l’accessibilità ai servizi aziendali
Contenuti
Specifici per ogni singolo reparto/servizio
Target
Singoli utenti e cittadini
Strumenti/Azioni
Realizzazione e revisione continua di un foglio contenente informazioni
dettagliate riguardo un servizio/reparto.
Distribuzione presso i reparti/servizi, gli sportelli aziendali, l’ Urp e scaricabili dal
portale aziendale
“ASSieme per 5 minuti” (periodico aziendale)
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Obiettivi
- Facilitare l’interscambio informativo orizzontale e verticale tra i servizi
- Promuovere il senso di appartenenza.
Contenuti
Flussi informativi interni verticali ed orizzontali con spazi dedicati a
enti/associazioni esterne.
Target
Tutti gli operatori dell’ASS 5
Strumenti/Azioni
- Rivista Formato tabloid, in quadricromia 2000 copie, destinate a tutti i
dipendenti ai MMG/PLS, ed inviato ai Sindaci dei Comuni dell’ASS5, alle
Associazioni di Volontariato presenti sul territorio dell’ASS5, ai Direttori
Generali delle Aziende Sanitarie della Regione FVG.
- Distribuzione interna ed esterna
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Eventi: Conferenza dei Servizi - Feste -Inaugurazioni di servizi
Obiettivi
- Diffusione e condivisione della Mission Aziendale
- Diffusione e condivisione dell’operato dei servizi
- Promozione del senso di appartenenza per gli operatori
- Coinvolgimento dei cittadini
Contenuti
Da determinare volta per volta
Target
Singoli utenti e cittadini
Enti diversi
Gruppi sociali
Associazioni
Ordini professionali
Strumenti/Azioni
Realizzazione di eventi aziendali che esplicitino l’operato dei servizi interni, le
innovazioni, gli obiettivi aziendali, inaugurazione di nuovi servizi, convegni su
tematiche specifiche
Opuscoli, brochure, poster, materiale cartaceo informativo vario
Obiettivi
- Sviluppare e sostenere processi di diffusione della cultura della prevenzione,
promozione della salute;
- Supportare le attività del care-giver
- Favorire l’accessibilità
- Agevolare un accesso consapevole al Servizio Sanitario Regionale
Contenuti
Differenti in relazione allo specifico tema/argomento
Target
- Singoli utenti e cittadini
- Enti diversi
- Gruppi sociali
- Associazioni
- Ordini professionali
Realizzazione e diffusione del materiale sia internamente al contesto aziendale
che all’esterno
Strumenti/Azioni
Portale aziendale www.ass5.sanita.fvg.it
Informazione mass media
Obiettivi
Contenuti
Target
Strumenti/Azioni
- Informazione all’utenza
- Miglioramento dell’immagine aziendale esterna
- Promozione dei servizi aziendali
- Fidelizzazione del cliente
- Coinvolgimento dei cittadini e miglioramento del senso di appartenenza
Da determinare volta per volta.
Si dovranno definire campagne stampa informative ad hoc su alcune
problematiche specifiche quali: liste di attesa, appropriatezza nell’uso delle
prestazioni, pronto soccorso, campagne vaccinali…
Cittadini
- Comunicati stampa
- Conferenze Stampa
- Organizzazione di Interviste
- Servizi radio-televisivi
Spazi su elenchi telefonici
Obiettivi
Contenuti
Target
Strumenti/Azioni
Numeri dell’Emergenza, Numeri per prenotazioni (Call Center), URP, Presidi
Ospedalieri,
Distretti Sanitari, Dipartimento di Prevenzione, Dipartimento di Salute Mentale
Target
- Singoli utenti e cittadini
- Enti diversi
- Gruppi sociali
- Associazioni
- Ordini professionali
Strumenti/Azioni
Spazi dedicati su elenchi telefonici
Assicurare adeguati livelli di informazione sulle attività istituzionali
Attività istituzionale dell’Azienda
Singoli utenti e cittadini
Enti diversi
Gruppi sociali
Associazioni
Ordini professionali
Aggiornamento ed implementazione delle informazioni contenute sul portale
Portale Intranet
Obiettivi
Assicurare adeguati livelli di informazione e coinvolgimento del personale
interno
Target
- Posta
- Gestione Interventi
- Reportistica
- Tempi di attesa gestione CUP
- Codice disciplinare del personale
- Regolamenti inerenti il rapporto di lavoro
- Privacy
- Formazione
- URP
- Strutture Operative
- Area Amministrativa
- Piani e programmi
- Qualità e sicurezza
- Notizie ARS e DSCPS
- Avvisi
- Riviste aziendali - Banca dati OVID
Tutti gli operatori dell’ASS 5
Strumenti/Azioni
Aggiornamento ed implementazione delle informazioni contenute sul portale
Contenuti
- Informazione ai cittadini sui numeri telefonici
- Facilitare l’accessibilità
Contenuti
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Obiettivi
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Progetto di Accreditamento di Eccellenza
Obiettivi
Contenuti
Target
Strumenti/Azioni
- Superare l'autoreferenzialità
- Attivare iniziative di miglioramento dell'organizzazione
e dei servizi offerti agli utenti
- Promuovere il confronto e migliorare la comunicazione tra
professionisti interni ed esterni
Processo strutturato che identifica selettivamente e migliora tutti gli
aspetti dell’assistenza e del servizio.
Operatori ed utenti dell’ ASS5 “Bassa Friulana”.
Utilizzo del metodo di autovalutazione da parte dei team in accreditamento,
definendo punti di forza e aree di miglioramento da attivare.
Progetto di Accreditamento di Istituzionale
Obiettivi
Contenuti
- Acquisire la qualità di soggetto idoneo ad erogare prestazioni per conto del
SSN in applicazione delle indicazioni normative
- Garantire il rispetto dei requisiti di accreditamento istituzionale definiti a livello
regionale
- Promuovere la qualità dell’assistenza attraverso percorsi di miglioramento
continuo, di rendicontazione e trasparenza
Processo strutturato finalizzato a dare evidenza del rispetto dei requisiti di
accreditamento istituzionale
Target
Operatori ed utenti dell’ ASS5 “Bassa Friulana”
Strumenti/Azioni
Autovalutazione sulle check list di requisiti predisposte a livello regionale,
supporto alle strutture aziendali coinvolte e coordinamento delle attività per dare
evidenza della conformità ai requisiti
Bilancio Sociale
Obiettivi
Dare evidenza alla comunità dei risultati conseguiti dall’Azienda sotto diversi
profili (attività, salute, servizi, prestazioni)
Contenuti
Presentazione dell’Azienda sia sotto il profilo demografico che delle attività
erogate (ricoveri, attività ambulatoriale)
Target
- Singoli utenti e cittadini
- Enti diversi
- Gruppi sociali
- Associazioni
- Ordini professionali
Realizzazione e diffusione del materiale
Strumenti/Azioni
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7. LE RELAZIONI:
PARLANO LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO
Il Bilancio Sociale richiede l’identificazione delle categorie di soggetti che, come individui od organizzazioni,
intrattengono significativi rapporti di influenza o interazione con l’Azienda, nonché l’illustrazione dei modi e
dei risultati di questi rapporti.
RISORSE
UMANE
UTENTI
ASSOCIAZIONI
VOLONTARIATO
ORGANIZZAZIONI
SINDACALI
FORNITORI
SERVIZI/BENI
ASS5
ALTRI ENTI
AZIENDE
SANITARIE E
OSPEDALIERE
ENTI LOCALI
PUBBLICA
AMM.NE
Questo capitolo è interamente dedicato alle Associazioni di Volontariato che hanno contribuito
a questo Bilancio Sociale con le seguenti testimonianze:
MEDIA
Tali soggetti si possono distinguere fra interlocutori interni ed interlocutori esterni, istituzionali e non.
Il coinvolgimento di tali soggetti comporta non solo una loro valutazione degli esiti, ma anche un’indicazione
degli obiettivi di miglioramento.
Dopo aver acquisito, nel precedente Bilancio Sociale, una valutazione politico/istituzionale, con questa nuova rendicontazione ci siamo assunti l’impegno di estendere la valutazione esterna e dare voce
ad una diversa gamma di portatori di interessi: le Associazioni di Volontariato.
La grave crisi, non solo economica, che stiamo vivendo, richiede uno straordinario e prolungato impegno da
parte di ogni persona affinchè il sistema di tutela della salute non venga travolto ma, al contrario, venga migliorato e consolidato.
Come affrontare questo momento cercando di salvaguardare al meglio il nostro attuale sistema di salute?
E’ necessario che tutti (cittadini e operatori) capiscano che nulla può essere dato per scontato e che ognuno
deve fare la propria parte.
Il coinvolgimento degli operatori e delle persone destinatarie dei servizi è l’unica via in grado di generare contemporaneamente più efficienza e più qualità, anche in una fase di grandi ristrettezze.
Per questo, l’attuale sistema sanitario necessita di forti alleanze, anche con il sistema sociale e la società
civile.
Si è voluto, pertanto, dedicare uno spazio particolare alle Associazioni di Volontariato presenti nel territorio
della Bassa Friulana, che già collaborano o potrebbero sviluppare rapporti di collaborazione proficui, alla luce
delle considerazioni su esplicitate.
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I principi, attraverso i quali le Associazioni hanno potuto valutare l’operato dell’Azienda, sono quelli indicati
nella Premessa: apertura, partecipazione, responsabilità, efficacia e coerenza.
Sono i principi guida che l’Unione Europea ha pubblicato nel Libro Bianco sulla Governance come base di un
adeguato sviluppo locale e che possono essere riletti all’interno delle organizzazioni, per comprenderne e
valutarne il funzionamento e i risultati.
Su 29 Associazioni contattate, 18 hanno risposto all’invito dell’Azienda ad esprimere una valutazione.
Di queste, 6 hanno espresso un parere di massima positivo circa la collaborazione stabilita con l’Azienda stessa, l’efficacia dei risultati realizzati insieme e degli aspetti relazionali in genere.
12 Associazioni hanno espresso una valutazione più dettagliata, dalla quale emerge principalmente come gli
aspetti da migliorare riguardino:
• un linguaggio più accessibile, che non sia solo per “gli addetti ai lavori”
• modalità partecipative più allargate
• l’evidenza di un sistema di indicatori di risultati più chiari, più comprensibili, più “pubblici”.
Tutte le Associazioni hanno esplicitato la necessità della realizzazione di un evento, quale un Convegno territoriale, come momento di raccordo fra le Associazioni stesse e confronto su buone pratiche condivise e
condivisibili. All’Azienda Sanitaria è riconosciuto un ruolo di “sostegno e supervisione”.
ASSOCIAZIONI CLUB ALCOLISTI IN TRATTAMENTO (A.C.A.T.)
Cervignano del Friuli, Palmanova, San Giorgio di Nogaro e Latisana
Pres. Giorgio Ranut -Via Nazionale 31- Fiumicello
Pres. Milena Bordignon- Via Borgo San Martino 25/a – Trivignano Udinese
Pres. Enzo Bertossi – Piazza del popolo 1 - Torviscosa
Pres. Marco Venturini – Via Manzoni 48 - Latisana
“ Fin dal 1982 i CAT (Club Alcolisti in Trattamento) attraverso le ACAT della Bassa Friulana hanno fattivamente collaborato, nel rispetto delle reciproche competenze, con il Servizio di Alcologia
dell’Azienda Sanitaria n.5, facilitati in ciò dalla condivisione dello stesso approccio metodologico (approccio
ecologico-sociale del prof. Vladimir Hudolin).
In seguito alla supervisione del prof. Hudolin, voluta dall’allora U.S.L. n. 8, sui programmi alcologici della
Bassa Friulana si è venuta a creare l’esigenza di territorializzare e sviluppare i programmi secondo un’ottica
sempre più comunitaria. Si è compreso pertanto che, ACAT e Servizio Pubblico, isolatamente, non sarebbero
stati in grado di dare una risposta adeguata alle mutate necessità.
Per questo motivo nel 1994 è stato attivato il Centro Alcologico Territoriale Funzionale (Ce.A.T.) con lo scopo
di organizzare le risorse che provengono dal volontariato(ACAT) e quelle pubbliche (Servizio di Alcologia ASS
5) in un progetto comune e condiviso.
L’esperienza trentennale dei CAT nella Bassa Friulana, oltre a consentire ad un alto numero di famiglie di
uscire dalla sofferenza alcolcorrelata, ha permesso una sensibilizzazione e un cambiamento della cultura non
solo sanitaria ma generale, nel senso di una promozione della qualità della vita basata sulla condivisione e la
solidarietà.
Le principali attività delle ACAT sono:
• promuovere la diffusione dei Club nel territorio (attualmente l’ACAT Cervignanese conta 9 Club operanti
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•
•
•
•
•
•
nei comuni di Cervignano, Terzo d’Aquileia, Aquileia, Fiumicello, Villa Vicentina, Ruda, S. Vito al Torre; l’ACAT
Palmarina conta 7 Club operanti nei Comuni di Palmanova, Bagnaria Arsa, Bicinicco, Gonars, Trivignano
Udinese, Santa Maria La Longa; l’ACAT Sangiorgina conta 5 Club operanti nei Comuni di S.Giorgio di Nogaro, Porpetto, Carlino, Marano Lagunare, Torviscosa; l’ACAT Latisanese conta 7 Club operanti nei Comuni
di Latisana, Rivignano, Teor);
organizzare e realizzare, in collaborazione con il Servizio di Alcologia, le Scuole Territoriali di 1°, 2° e 3°
modulo. La Scuola di 1° modulo rappresenta la formazione di base per le nuove famiglie che entrano nei
Club; si svolge in 8 incontri a cadenza settimanale. Dal ’92 a oggi vengono realizzati dai 4 ai 6 cicli all’anno.
La Scuola di 2° modulo è rivolta alle famiglie che già frequentano il Club da più tempo e rappresenta un
aggiornamento-approfondimento su tematiche specifiche inerenti le problematiche alcolcorrelate.
La Sat di 3° modulo è rivolta a tutte le famiglie della comunità locale; si articola in 2 serate consecutive e
ha l’obiettivo di sensibilizzare le famiglie sui rischi alcolcorrelati in sintonia con le più recenti indicazioni
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità;
organizzare gli interclub locali aperti a tutta la cittadinanza per favorire il riconoscimentodell’efficacia del
Club e la collaborazione con le altre agenzie del territorio;
provvedere alla raccolta dati e alla pubblicazione di materiale informativo;
provvedere alla formazione continua dei volontari (servitori insegnanti) che operano nei Club;
provvedere alla supervisione dei programmi attraverso le riunioni mensili dei volontari e le riunioni periodiche del Centro Alcologico insieme agli operatori dell’Alcologia. ”
9 agosto 2012
ASSOCIAZIONE CATTOLICA OPERATORI SANITARI (ACOS)
Pres. Reg. Rinaldo Fantino, via G. Carducci 7/a Palmanova
“ Come Associazione svolgiamo queste attività:
• monitoraggio di persone anziane fragili a domicilio
• formazione ai volontari
• educazione sanitaria e prevenzione
• promozione dell’umanizzazione delle strutture sanitarie
• redazione di un giornalino, ciclostilato in proprio, che riporta sia argomenti sanitari che associativi, con
distribuzione intraziendale e nella Parrocchia di Palmanova.
Inoltre, facciamo parte della Pastorale Sanità del Triveneto e Diocesana Udinese e segnaliamo la partecipazione con nostri contributi al Convegno “Aquileia 2” del 2012.
I nostri rapporti con l’Azienda Sanitaria sono sempre stati ottimi e caratterizzati da una stretta collaborazione e comunicazione. ”
Palmanova, 30 luglio 2012
ASSOCIAZIONE ITALIANA DONATORI ORGANI (AIDO)– Sezione provinciale di Udine
Pres. Prov. Salvatore Saccoia, c/o Ospedale di Latisana – via Sabbionera 45
“ L’AIDO Provinciale di Udine è un’associazione di volontariato costituita tra i cittadini favorevoli alla donazione volontaria, post mortem, anonima e gratuita di
organi, tessuti e cellule a scopo di trapianto terapeutico.
E’ un’associazione apartitica, aconfessionale, interetnica, senza scopo di lucro,
fondata sul lavoro volontario.
Costituita nel 1978 a Latisana, promuove la cultura della donazione e la conoscenza di stili di vita atti a prevenire l’insorgere di patologie che possono richiedere
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come terapia il trapianto di organi.
Provvede, per quanto di competenza, alla raccolta di dichiarazioni di volontà favorevoli alla donazione; svolge
un’opera di sensibilizzazione, stimolo e verifica verso le istituzioni affinché siano attuate nel modo migliore
tutte le direttive sull’organizzazione del prelievo e del trapianto.
Per quanto attiene la valutazione sull’Azienda Sanitaria , possiamo affermare che negli ultimi anni sono migliorati i rapporti che riguardano gli istituti di partecipazione e d’interlocuzione tra cittadini e Azienda, che ha
messo in campo diverse strategie per il nostro coinvolgimento, con attività coerenti, con ruoli chiari e linguaggi accessibili e comprensibili.
Nel 2007 è iniziato un percorso collaborativo tra persone facenti parte di varie associazioni e l’Azienda, con i
due cicli denominati “AUDIT CIVICO”; programma meritevole di essere segnalato per una prima significativa
interazione tra utenti e Azienda e per una viva partecipazione di volontari con lo scopo di valutare con gli occhi
del cittadino gli Ospedali, i Distretti e i Servizi.
A seguire, diversi sono stati i rapporti collaborativi che hanno contribuito a dare visibilità nel territorio e a
fornire un’appropriata conoscenza dei ruoli e della struttura aziendale; oltre alla tradizionale festa degli alberi,
ricordiamo i corsi di informazione e formazione, lo spazio creato per le associazioni nel sito aziendale, la richiesta di partecipazione e collaborazione a progetti (es. “Latisana senza fumo”), alle inaugurazioni, alle riunioni
informative, ai convegni e conferenze stampa, non tralasciando gli importanti incontri durante le conferenze
dei servizi.
Segnaliamo anche gli ottimi rapporti personali con i dirigenti aziendali.
Chiediamo per il futuro la possibilità di un incontro a inizio anno, per definire un’adeguata informazione degli obiettivi e delle strategie Aziendali e per stabilire, se possibile, un programma con progetti annuali condivisi.
Per dare maggior evidenza ai risultati raggiunti, sicuramente le associazioni, utilizzando la propria rete associativa, possono svolgere un ruolo informativo importante tra Azienda, Associazioni e territorio.
Per il futuro siamo interessati all’applicazione del progetto “Un dono per la vita”, che coinvolge l’Azienda tramite una convenzione con i Comuni e che prevede l’inserimento dei dati anagrafici dei donatori di organi nel
sistema informatico del Centro Nazionale Trapianti “.
Latisana 27 agosto 2012
ASSOCIAZIONE VOLONTARI ITALIANI DEL SANGUE
Sede provinciale di Latisana
Pres. Giuseppe Sclosa – Via Tagliamento, 41 – Latisana
“ L’AVIS è’ la più grande associazione italiana per la donazione di sangue. La sua presenza è capillare in tutto
il paese con 3178 sedi locali, 122 provinciali ed equiparate, 22 regionali, 754 gruppi e oltre 1.200.000 soci (il
nostro patrimonio sociale). Fondata a Milano nel 1927, è’ un’associazione di associazioni di soci. Ciascuna
Avis attiva sul territorio è giuridicamente autonoma ed è’ costituita da coloro che donano volontariamente,
gratuitamente, periodicamente, anonimamente e consapevolmente il proprio sangue.
Promuove la donazione di sangue, la solidarietà, la partecipazione sociale, la tutela e il diritto alla salute,
contribuisce a realizzare una società solidale, capace di garantire a tutti i cittadini condizioni di benessere e
salute. I soci sono tutti volontari è svolgono gratuitamente la propria attività.
L’AVIS Provinciale di Udine è la struttura che coordina 11 sezioni comunali: Latisana, Ronchis, Pertegada,
Precenicco, Pocenia, Cervignano, Strassoldo, Terzo di Aquileia, Premariacco, Palmanova e Lignano.
E’ un’associazione di volontariato, apartitica, aconfessionale, non lucrativa, che non ammette discriminazioni
di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione e ideologia politica. Ha il compito di esaminare problematiche di
interesse sovracomunale, in particolare nei rapporti con i Centri Trasfusionali, le Aziende Sanitarie e le Amministrazioni Pubbliche. Da alcuni anni, con cadenza biennale, organizza la “Giornata Provinciale del Donatore di Sangue”, con lo scopo di riunire soci, familiari, amici, di diversi comuni per uno scambio d’esperienze
73
la Bassa friulana, con la quale è stato realizzato il consultorio diabetologico, nell’ambito del quale si è dato vita
ad una intensa attività per la diffusione di una cultura della
prevenzione, attraverso incontri-lezione con i diabetici e non,
realizzati all’interno del consultorio ed in stretta collaborazione con le amministrazioni comunali sono stati realizzati
vari incontri con i cittadini.sul tema “ Diabete; impariamo a
conoscerlo”.
Questo modo di incontrare i diabetici ed in genere i cittadini
ha trovato molto favore ed aspettative per reiterare le iniziative.
Il collaudato servizio di screening per la rilevazione della glicemia, del colesterolo e della pressione arteriosa, realizzato
dalla associazione, è uno strumento concreto per una fase
della prevenzione, che assieme a quelle descritte formano
una risorsa per il miglioramento della qualità della vita.
Con questa visione intendiamo affrontare il futuro”.
e propagandare il dono del sangue. Inoltre si occupa dell’organizzazione di serate d’informazione sanitaria
su argomenti particolarmente complessi quali, attualmente, quelli sul sangue da cordone ombelicale e sulle
cellule staminali; di predisporre progetti e accordi con tutte le associazioni di volontariato, sportive e con gli
istituti scolastici, con lo scopo di migliorare la campagna di sensibilizzazione alla donazione di sangue rivolta
ai giovani.
Valutazioni ed indicazioni.
Premessa: i donatori di sangue sono gli unici cittadini che affluiscono alla struttura ospedaliera (intesa in senso lato) perché sono sani, o meglio privi di patologie.
Inoltre donatori e donazioni non sono proporzionali alle necessità dell’Ospedale/Azienda che li accoglie (vedi
la nascita delle Aree Vaste).
A differenza di altri settori, il problema sangue vede le associazioni presenti anche nella discussione clinica
(COBUS, Commissioni Regionali e Distrettuali).
L’Avis Provinciale da diversi anni, con un proprio associato, rappresenta le associazioni dei donatori di sangue
nel COBUS Aziendale (comitato per il buon uso del sangue) e ha partecipato anche ai due cicli dell’AUDIT
CIVICO.
Va segnalato che, negli ultimi anni, è nata tra Azienda e la nostra associazione una fattiva collaborazione, che ha prodotto un sostanziale miglioramento nell’informazione e negli standard di qualità
(vedi l’attuale accreditamento delle strutture trasfusionali aziendali).
Per quanto riguarda la responsabilità sono chiari i ruoli e le responsabilità, segnaliamo anche gli ottimi rapporti personali con i dirigenti aziendali.
Per rendere più evidenti i risultati, oltre alle strategie messe in campo dall’Azienda (conferenza dei servizi, il
giornalino, mezzo stampa, il sito ecc), le associazioni potrebbero dare un ulteriore contributo usando la loro
rete associativa.
Per il futuro, per le finalità che ci riguardano, chiediamo un maggior coinvolgimento in fase di stesura
degli indicatori sui questionari per il miglioramento della qualità nelle strutture trasfusionali e in
esse, il mantenimento degli attuali standard operativi, la possibilità di un incontro a inizio anno, per
definire al meglio il programma collaborativo.
Il nostro giudizio sull’organizzazione e sull’operato Aziendale è sicuramente positivo. “
Latisana, 31 agosto 2012
ASSOCIAZIONE FAMIGLIE DIABETICI DELLA BASSA FRIULANA
Pres. Gelmino Pozzo - Via del Giardino 1 - San Giorgio di Nogaro
“ L’Associazione Famiglie Diabetici della Bassa Friulana è nata nel 1978 per
iniziativa di un piccolo gruppo di diabetici e loro familiari. I fondatori erano 7
persone; oggi sono 350.
La missione individuata subito è stata quella di tutelare gli interessi morali e
materiali dei diabetici, poiché da una analisi dei servizi rivolti ai diabetici è apparsa evidente una carenza sia strutturale che culturale. Che fare?
Si è ritenuto di ricercare una collaborazione con i medici di famiglia e con i Comuni e con questa impostazione
collaborativa, si è avviata la nostra attività che, ai giorni nostri, conta una presenza sul territorio della Bassa
Friulana di strutture innovative di rilievo, quali i Centri diabetologici di Palmanova, di Latisana ed il Consultorio
diabetologico di San Giorgio di Nogaro.
Al centro della nostra attività è stato posto particolare rilievo all’aspetto della prevenzione, ritenuta ormai a
tutti i livelli il cardine per affrontare al meglio la patologia.
Ricercando continuamente spazi di collaborazione è venuta a maturazione quella con l’ASS 5 del74
San Giorgio di Nogaro, 27 agosto 2012
CROCE ROSSA ITALIANA
Comitato Locale di Palmanova
Ref. Maurizio Blasi – via Visco 2 – loc. Ialmicco
“Il Comitato Locale C.R.I. di Palmanova è stato istituito il 1 luglio 2005. e’ un’entità amministrativa-territoriale autonoma
all’interno della Croce Rossa, capace di un rapporto diretto,
con le istituzioni e la popolazione, che gli permette di rispondere con maggiore tempestività ed efficienza alle diverse richieste che giungono dal territorio.
Il Comitato locale gode quindi di autonomia amministrativa e si garantisce la piena indipendenza finanziaria
tramite i ricavi dai servizi svolti, al lavoro volontario dei soci e alle donazioni private.
Il mandamento territoriale locale di Palmanova corrisponde al territorio orientale di competenza dell’ASS 5
che comprende 23 comuni della Bassa friulana.
Le componenti volontaristiche operanti al suo interno sono 3:
• Componente Femminile – Sezione di
Palmanova. Di questa componente
fanno parte donne che gratuitamente
si mettono a disposizione per portare
il proprio aiuto alle persone in difficoltà, in particolar modo con iniziative di
tipo socio-assistenziale (distribuzione
di viveri e vestiario).
• Giovani della C.R.I. (o Pionieri) – Gruppo di Torviscosa.
A farne parte sono persone che prestano la propria opera a titolo gratuito
in diversi campi di intervento che spaziano dal servizio ambulanza, alle atti-
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vità di emergenza e protezione civile, alla promozione dell’immagine dell’Associazione, al sostegno sociale
e assistenziale alle persone più deboli, all’educazione sanitaria.
Il Comitato Locale di Palmanova collabora già con l’ASS 5 in alcuni ambiti e progetti:
• “Progetto Sollievo”, destinato ai bambini con handicap ed ai loro familiari; è nato dalla collaborazione tra
la Croce Rossa ed i reparti di pediatria degli Ospedali di Palmanova e Latisana
• Progetto di prevenzione “ Alcool? Decidi tu!”, avviato dai pionieri della C.R.I. verso i più giovani e che ha
richiamato l’interesse e la disponibilità degli operatori del S.er.T. Locale. ”
Palmanova,27 agosto 2012
La Nostra Associazione ha anche collaborato, come Postazione Territoriale 118, all’Assistenza Sanitaria per la
visita del Papa ad Aquileia avvenuta in Maggio 2011.
La Croce Verde è parte integrante dei servizi dell’Azienda per i Servizi Sanitari n°5 “Bassa Friulana” e
fa capo alla Centrale Provinciale Operativa 118 di Udine, ovvero al Servizio Sanitario Regionale.
Oltre a ciò, l’Ente ha anche i suoi Volontari, Infermieri e Medici, che garantiscono la massima professionalità
negli interventi, ed in una serie di servizi ambulatoriali. ”.
Cervignano del Friuli, 12 settembre 2012
ASSOCIAZIONE CROCE VERDE BASSO FRIULI
Pres. Roberto Brunetta - via Aquileia 33 – Cervignano del Friuli
“Il primo nucleo della Croce Verde nasce nel 1982, come sezione cervignanese
della Croce Verde Goriziana, ad opera di un gruppo di giovani provenienti dagli
scout e dall’azione cattolica.
Dopo il primo corso ed il necessario affiatamento dei veterani provenienti dal
nucleo di Gorizia, la sezione cervignanese dava il via alla sua attività di volontariato, garantendo il servizio soltanto durante il fine settimana, ovvero dalle 14:00
del Venerdì alle 07:00 del Lunedì.
L’attrezzatura, avuta in prestito dalla Madre Goriziana, autolettiga compresa, era sufficiente per l’equipaggiamento della stessa, ma ogni volontario doveva “arrangiarsi” al meglio, visto che l’Ente forniva solamente i
tipici camici bianchi, ingombranti per il tipo di interventi per i quali la Croce Verde era ed è tuttora chiamata.
Finalmente arrivò la prima ambulanza, donata dalla Cassa Rurale ed Artigiana di Cervignano del Friuli, segno
che il crescente impegno dei volontari stava guadagnandosi la fiducia della comunità, e con l’avvio di una serie di nuovi corsi di primo soccorso, le file dei volontari andarono ingrossandosi, cosicché la Croce Verde poté
garantire anche il servizio notturno e successivamente anche quello diurno per tutte le 24 ore della settimana.
Guadagnata la forza numerica la Croce Verde concretizzò altri generi di servizi, come il trasporto dei dializzati
e le varie assistenze sanitarie-sportive.
Intanto anche il numero dei soci aumentava, a dimostrare che il servizio era ormai divenuto indispensabile.
Con il distacco della sezione locale dalla sede goriziana, la Bassa Friulana ha una sua Croce Verde, che dal
1990 prende il nome di “Croce Verde Basso Friuli”.
Da qui inizia un vertiginoso sviluppo, dal punto di vista numerico, professionale e dei mezzi a disposizione.
Ad oggi i Volontari sono circa 150 ed i soci sono oltre 5000.
La Croce Verde dispone di mezzi moderni, ovvero di ambulanze dotate di sofisticate apparecchiature di rianimazione, di mezzi modulari da impiegarsi in operazioni di Protezione Civile e furgoni per il trasporto dei
dializzati e dei disabili.
ASSOCIAZIONE “ DIAMO PESO AL BENESSERE”
Resp. Anita Cacitti - V. Pozzuolo 330, c/o DSM – Udine
“ Siamo un’Associazione che vuole dare una risposta innovativa al sovrappeso e all’obesità con l’approccio del
self empowerment.
Il self empowerment è il potere interno di ciascuno, il potere di vedere, di decidere, di fare, di aprire nuoce
possibilità per prendere decisioni guardando al futuro con fiducia e “speranzosità”, per piacersi e per piacere.
Obiettivo: cambiare e perdere peso, aprendo nuove possibilità, riconoscendo risorse personali, imparando a
dire di no, scoprendosi persona intera, iniziando una nuova comunicazione con se stessi, reinventadosi la vita.
Come facciamo?
Dal 2009 siamo presenti nell’ASS 5 Bassa Friulana con uno sportello di ascolto che risponde al numero
3409844670, attivo dal lunedì al venerdì, che accoglie le richieste di aiuto e dà informazioni sul nostro metodo. Operiamo attraverso gruppi di lavoro, con incontri settimanali della durata di un’ora e mezza, tenuti da un
operatore esperto in self empowerment, con l’obiettivo di promuovere nelle persone la possibilità di perdere
peso, dando attenzione alle proprie risorse personali, affrontando la vita senza deleghe e promuovendo così
la salute.
Si sono tenuti nell’ASS 5 due gruppi terapeutici della durata di un anno: uno a San Giorgio di Nogaro (Villa
Dora) e uno a Palmanova. Ne partirà un terzo con sede da definirsi.
L’Associazione ha lavorato in questa logica nella Bassa Friulana, favorendo inoltre, legami, creando una rete
con i Servizi Sanitari, le istituzioni e le Associazioni territoriali, con l’intento di sviluppare una cultura generativa che veda affermarsi la PERSONA INTERA, con la sua storia e la sua geografia, promuovendo e cogliendo
una nuova voglia di comunità, fatta di “persone”.
....e in futuro?
Vogliamo dare risposte più efficaci e complete a quanti si avvicinano alla nostra Associazione, favorendo una maggiore integrazione con i servizi dell’ASS 5 a favore del cittadino, nell’ottica di una
promozione attiva della salute.
Vogliamo poter contribuire ad aprire, con la logica del self empowerment, una prospettiva dinamica, di apertura verso nuove possibilità nel settore del volontariato, affinchè questo diventi attore primario del nostro
tempo.”
Udine, 31 luglio 2012
La sede della Croce Verde
a Cervignano del Fr.
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Enti Locali, le forze politiche a promuovere e sostenere iniziative atte
a migliorare le condizioni di assistenza e di vita attraverso azioni legislative, normative e assistenziali;
• Stimolare e sostenere le iniziative di prevenzione;
• Promuovere la raccolta di dati per studi statistici ed epidemiologici;
• Finanziare specifiche attività di cura, riabilitazione, prevenzione e studio nell’ambito dei servizi per la cura dei DCAP.
ASSOCIAZIONE FEDERCONSUMATORI F.V.G.
Pres. regionale Edo Billa – B.go Aquileia 3/b- Palmanova
“L’Associazione Federconsumatori (Federazione provinciale di consumatori ed utenti), è un’associazione indipendente, priva di fini di lucro che si prefigge come obiettivi l’informazione e la tutela dei consumatori, dei
risparmiatori e degli utenti dei servizi pubblici e privati, compresi quelli erogati in ambito socio-sanitario.
Federconsumatori è presente su tutto il territorio nazionale con sedi autonome regionali e provinciali e collabora con istituzioni comunitarie e nazionali quali, ad esempio, la Commissione europea per le politiche dei
consumatori, il Parlamento europeo, il Comitato economico e sociale, i Ministeri, il Cnel, la Commissione di
garanzia legge n. 146/90, le Regioni, le Provincie, i Comuni e le Camere di commercio.
L’Associazione svolge nei confronti dei cittadini non solamente attività informative e di consulenza rese presso le sedi e gli sportelli aperti al pubblico, bensì anche opere di sensibilizzazione su temi di interesse sociale
mediante conferenze, incontri con i cittadini, opuscoli, materiale divulgativo nonché attraverso il proprio periodico regionale “Il Cittadino Consumatore”.
A decorrere dall’anno 2008 Federconsumatori–Provincia di Udine collabora con le Aziende sanitarie della Provincia di Udine per attività informative, di assistenza e di consulenza nei confronti dei pazienti delle stesse.
Nell’ambito delle Aziende Sanitarie l’Associazione si rivolge a tutti i cittadini, raccogliendo le segnalazioni
degli stessi relative ad eventuali problematiche insorte in ambito socio-sanitario e rappresentando quindi un
fondamentale tramite tra il paziente e la struttura ospedaliera.
Dall’anno 2009 l’Associazione è presente anche presso l’Ospedale di Palmanova con un proprio sportello di assistenza e consulenza. Tutti i cittadini residenti nell’ambito dell’Ass. n. 5 possono rivolgersi
all’Associazione nella giornata di lunedì, dalle ore 10.00 alle 12.00: un incaricato di Federconsumatori
fornirà tutte le necessarie informazioni e l’assistenza richieste.”
Palmanova, 11 settembre 2012
ASSOCIAZIONE “FENICE” F.V.G.
Pres. Ferdi Gerin – via G. Matteotti 100 – Cervignano del Friuli
“L’Associazione Fenice si propone di:
• Sostenere le attività dei servizi per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare e del peso
(DCAP), attraverso la raccolta di fondi e donazioni da destinare ai suddetti servizi per attivare, sviluppare e
mantenere attività di assistenza e riabilitazione in favore di persone affette da DCAP;
• Promuovere ogni sorta di azione diretta a sensibilizzare l’opinione pubblica relativamente alle problematiche del peso DCAP;
• Sviluppare le conoscenze tecniche in materia di DCAP attraverso l’organizzazione ed il finanziamento di
convegni, congressi, attività di formazione;
• Creare e sostenere lo sviluppo di gruppi di auto aiuto per persone con un DCAP;
• Richiamare l’attenzione degli organismi organizzativi ed amministrativi dello Stato, della Regione e degli
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L’associazione Fenice, con il contributo della Direzione Centrale Istruzione, Formazione e Cultura, servizio Solidarietà e Associazionismo della
Regione FVG, ha fornito a persone che soffrono di DCAP attività di AutoMutuo-Aiuto sin dal 2009 presso la sede del Circolo Nojar di San Giorgio
di Nogaro; da quest’anno ha allargato l’attività presso l’Ospedale di Monfalcone:
• Sostegno psicologico di gruppo a favore di utenti con disturbo del
comportamento alimentare
• Sostegno psicologico di gruppo a favore di familiari di utenti con disturbo del comportamento alimentare.
I rapporti dell’Associazione con l’ASS 5 sono iniziati nel 2011 con il
Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e le sue collaboratrici
psicologhe. L’auspicio è di intensificare questa collaborazione. “
Cervignano del Friuli, 28 agosto 2012
ASSOCIAZIONE I.D.E.A. ONLUS
Pres. Massimiliano Mauri – loc. Malborghetto 9, Terzo di Aquileia
“Il cardine della nostra Associazione e’ la lotta per garantire il diritto alla vita
indipendente a tutte le persone diversamente abili.
Conseguentemente e’ di fondamentale importanza, per il perseguimento del
nostro oggetto sociale, instaurare una stretta collaborazione e comunicazione
con le istituzioni di interesse pubblico e sociale.
A cio’ si affianca, come voi stessi ribadite, la consapevolezza che la comunicazione ha assunto oggi un ruolo fondamentale per l’attuazione della “politica della salute”, in cui
tutti gli stakeholders si integrano e collaborano per il raggiungimento di finalita’ e obiettivi di salute
comuni.
In questo ambiente il processo di comunicazione non puo’ piu’ svilupparsi a senso unico, ma deve privilegiare l’ascolto e la partecipazione di tutti, per favorire una forte interazione.
Ecco pertanto, che riaffermo la nostra piu’ completa disponibilita’ ad una piena e proficua reciproca
collaborazione. “
6 agosto 2012
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ASSOCIAZIONE Mu.Nu.S. (Mutue Nuove di Solidarietà Sociale)
Gonars
Pres. Laura Minin - via Edmondo de Amicis 38/A – Gonars
“Tra le attività istituzionali e principali della Mu.Nu.S. rientrano:
• TRASPORTO di persone anziane e bisognose. Nel corso dell’anno
2011 le persone trasportate sono state 158 per 2.065 trasporti complessivi, con l’utilizzo di 2.710 ore effettuate e 43.059 Km. percorsi.
Questa attività è stata garantita grazie all’impegno gratuito di 20 volontari della Mu.Nu.S.
• ASSISTENZA E VIGILANZA SU SCUOLABUS. L’attività di assistenza
e di vigilanza degli studenti trasportati su scuolabus comunale è stata effettuata da 6 da volontari della Mu.Nu.S., impegnati per 417 ore .
• ATTIVITA’ DI SPORTELLO. Il primo contatto con l’utenza e con i bisogni delle persone e delle famiglie, è
sicuramente l’attività di sportello che ha visto impegnati alternativamente 4 volontari della Mu.Nu.S., nelle
giornate di lunedì, mercoledì e venerdì.
• SERVIZIO TERME. A Settembre 2011, è stato effettuato il servizio Terme per Grado, che oltre ad organizzare il trasporto degli utenti che hanno aderito, in forma residenziale, ha visto una volontaria della Mu.Nu.S.,
che è stata presente in qualità di accompagnatrice, per tutto il periodo, al fine di risolvere i molteplici problemi che una trasferta, composta da persone anziane, pone in termini logistici ed orgnizzativi.
PRANZO NATALIZIO “ASPETTANDO IL NATALE”
Domenica 18 Dicembre 2011, presso la palestra di base di Gonars, si è tenuto il pranzo organizzato dalla
Mu.Nu.S. di Gonars, denominato. “Aspettando il Natale”. L’evento, giunto alla sua seconda edizione, ha visto l’adesione di 150 persone servite in maniera impeccabile dagli instancabili 20 volontari, composti dai
componenti del Direttivo della “Mu.Nu.S.”di Gonars, dai volontari dell’ ”Associazione Culturale” di Fauglis, e
dell’ ”Associazione Insieme” di Ontagnano.
Nel 2012 è stata avviata anche un’attività di DOPOSCUOLA, possibile grazie a finanziamenti regionali ottenuti da Associazione Mu.Nu.S., e da risorse del Comune, il tutto coordinato dall’Assessore alle Attività culturali, Ricreative e Associazionismo, che ha coinvolto il gruppo insegnante locale per venire incontro ad un progetto di sostegno ai ragazzi con debiti formativi, ritardi di apprendimento, o semplicemente per coadiuvare le
famiglie che non possono seguire i figli nella fase post scuola, per lo svolgimento dei compiti.”
Gonars 8 agosto 2012
La Mu.Nu.S. si occupa anche di ATTIVITA’ CULTURALI E RICREATIVE:
- BALLO ESTIVO
- FESTA ANTICHI MESTIERI E SAPORI
- SERATE INFORMATIVE
- CONCERTO “ARMONIE D’AVVENTO 2011”
Sabato 3 Dicembre 2011 , presso la Chiesa di San Canciano Martire a Gonars si è tenuto con successo (circa
500 spettatori e oltre 110 tra orchestali e coristi, per oltre 2 ore di esibizione e 20 brani eseguiti) il Concerto Corale ed Orchestrale, intitolato “Armonie d’Avvento 2011”. Il concerto ha visto l’esibizione dei 2 Cori e
dell’Orchestra Giovanile della Scuola di Musica Cedim di Gonars e del prestigioso Coro Polifonico di Ruda,
accompagnato da 3 valenti musicisti (nella foto un momento dell’esibizione del Polifonico).
Collaborazione tra “MUNUS” e Azienda
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ASSOCIAZIONE “PER TE, DONNA”
Ref. Giovanna Bressan – Via Monte Santo 59/f - Gonars
ASSOCIAZIONE PSICHE FRIULI
Pres. Valter Meneganzin - Via Scamozzi, 5 Palmanova (UD)
“L’associazione “Per Te, Donna” nasce nel 2010 per il desiderio di alcune donne, con la collaborazione di alcuni operatori sanitari, di fornire sostegno, supporto fisico e psicologico, a tutte le donne che si trovano ad affrontare il timore provocato dalla comparsa di un sintomo al seno e la “grande sfida della
vita” della diagnosi di un tumore e il suo trattamento.
L’Associazione si prefigge di informare ed educare le donne alla prevenzione e alla cura delle problematiche
tumorali del seno. Gli incontri che periodicamente vengono organizzati sono rivolti sia alle donne operate
alla mammella, sia, in generale, a tutte coloro che sono interessate alle tematiche riguardanti la salute, in
particolare del seno, al fine di informarle ed educarle alla prevenzione della patologia mammaria neoplastica
e preneoplastica.
L’Associazione ha in atto anche un ampio progetto di assistenza che contempla l’attività medico-specialistica
e psicologica, finalizzata al supporto della donna in difficoltà per neoplasia della mammella. Si interesserà,
inoltre per favorire la riabilitazione fisioterapica, come il linfodrenaggio manuale e meccanico, oltre che la
ginnastica, importante non solo per la cura fisica delle partecipanti ma anche utile per distogliere l’attenzione
dai problemi quotidiani.
L’Associazione ha iniziato l’attività istituzionale, dopo un periodo di assestamento, nel gennaio del 2012 con
3 iniziative di informazione della popolazione su problemi di diagnosi precoce del tumore della mammella. Le
riunioni dal titolo “Sta cambiando il modo di presentarsi il tumore al seno. Cosa deve fare la donna?”
hanno visto anche la collaborazione di operatori dell’azienda e si sono svolte nei Comuni di Aquileia, Gonars
e San Giorgio di Nogaro.
Gonars 3 settembre 2012
“ E’ un’associazione di familiari di persone con problemi di salute mentale,
nata nel 1990.
La finalità è quella di “fare salute mentale” con un’impostazione molto pratica, con “le mani in pasta”. Vogliamo rispondere ai problemi delle famiglie,
muovendoci in modo semplice, ma concreto, con elasticità e dinamicità per
superare la staticità, l’immobilismo, il “burocratismo” delle istituzioni.
La nostra è un’Associazione che “pensa con le mani”.
Dichiariamo una libertà che è tale solo se è collettiva, se tutti vengono posti nella condizione di averne e di
goderne.
Abbiamo realizzato non solo numerose iniziative di incontro e sensibilizzazione per coinvolgere cittadini, servizi, amministratori della Bassa Friulana, ma anche importanti progetti di sostegno alle
persone e ai servizi, soprattutto con il Centro Salute Mentale di Palmanova.
Non c’è salute senza salute mentale”.
Palmanova, 8 agosto 2012
Collaborazione tra
“Psiche Friuli” e Azienda
Collaborazione tra “Associazione Per Te Donna” e Azienda
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ASSOCIAZIONE “RICERCHE E RISORSE”
Pres. Stefano Perini – v. G. Marconi 53 – Aiello del Friuli
CONCLUSIONI
“ Nel 2004 si è costituita l’Associazione di Volontariato “Ricerche e risorse” a coronamento di un lavoro di due
anni nel sostenere la realizzazione della rivista LA.Percorsi che si presentava come un cantiere per far emergere e valorizzare molti aspetti delle risorse umane, in particolare del volontariato, dei beni culturali, della
architettura rurale ed ambientale, nella Bassa Friulana.
Si è avuto fin dall’inizio una particolare collaborazione con il DSM di Palmanova.
Nel 2005 è avvenuta l’elaborazione, frutto anche di molti incontri con varie Associazioni di volontariato del
territorio, del progetto “Auto mutua valorizzazione”, approvato infine dal Centro Servizi Volontariato del FVG.
Questo progetto ha inoltre accompagnato l’avvio del Piano di Zona del Distretto 5.1 di Cervignano del Friuli
con iniziative correlate che hanno coinvolto anche numerose altre Organizzazioni di Volontariato.
Con il 9 febbraio 2006 è stata iscritta al Registro generale delle organizzazioni di volontariato FVG al n. 902
e quindi Onlus a tutti gli effetti.
Concretamente la Associazione dava inoltre il suo contributo non solo partecipando alla formazione del volontariato in vari ambiti dell’auto mutuo aiuto e della cultura della solidarietà, ma collaborando al miglioramento del giardino del CSM 24 ore di Palmanova. Opera che si è poi estesa anche a buona parte del corridoio
dello stesso.
L’impegno per la qualità si è concretizzato nella apertura di un tavolo mensile di confronto con il DSM – CSM
di Palmanova per ottenere miglioramenti qualitativi della struttura e per promuovere un dialogo aperto tra
Familiari, Utenti, Operatori, Cittadini.
A coronamento di questo obiettivo si è formato non solo il Piano ma anche il Gruppo associativo “Fare assieme per la qualità” che è tuttora strumento di partecipazione diretta.
Parallelamente, è stata attuata la parte del progetto “Auto mutua valorizzazione” che prevedeva la realizzazione di un Laboratorio teatrale, denominato Laboratorio “Teatro dell’ascolto dialogo” che nel 2009 presentava la rappresentazione teatrale “Il volo”, rappresentazione che è tuttora oggetto di un lavoro di rinnovamento
nella direzione di evidenziare aspetti importanti del patrimonio di beni culturali del territorio; ne è prova la
recente nuova rappresentazione a Pocenia come “Il volo e i fili”.
Rilevante è stata anche la collaborazione con alcune iniziative sia delle Scuole Superiori di Palmanova che del
Comune di Palmanova e di altri Comuni della Bassa Friulana.
Importanti sono stati, inoltre, l’appoggio e il sostegno alle attività di fotografia nel DSM, in relazione al Laboratorio “Fotografia e narrazioni” del CSM 24 ore di Palmanova che, a partire dallo sviluppo della mostra “Narrare in luce” presso il Municipio di Palmanova, ha presentato le sue realizzazioni in varie occasioni pubbliche
(Bruxelles, Piombino e altre).
La Associazione ha fin dall’inizio tenuto aperto un settore del suo intervento con la R.S.A. B. Panegos
di Ialmicco, settore che da febbraio 2012 si è ulteriormente rafforzato con presenze quotidiane.
In considerazione dell’operatività sopra delineata l’Associazione ha presentato di recente un Progetto delle Famiglie denominato “Centro Iniziative e Studi – Buone pratiche relazionali” che la A.S.S. n. 5
Bassa Friulana ha approvato con Decreto del D.G. n. 457 del 25/09/2012.
Tale progetto, che intende promuovere l’ ulteriore sviluppo della operatività del volontariato sia nei due CSM
24 ore di Palmanova e Latisana, sia nella RSA B.Panegos di Ialmicco con estensione a quella di Latisana, mira
a sviluppare le varie modalità di partecipazione, di auto mutuo aiuto, di una adattata Banca del Tempo, di sostegno alle attività dei Servizi, e di qualità non solo relazionali ma anche di concreto mutuo aiuto con i fatti ”.
Festa degli alberi e del dono – 7 giugno 2012
Aiello del Friuli, 14 novembre 2012
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L’Azienda n.5 “Bassa Friulana” da numerosi anni è impegnata a diffondere la cultura della donazione e del
trapianto di organi.
Come ogni anno, anche nel 2012, nell’ambito delle giornate nazionali indette per la sensibilizzazione alla donazione degli organi, si è svolta l’11° edizione della “Festa degli Alberi e del Dono” che ha coinvolto gli alunni
delle scuole primarie di secondo grado di Palmanova e le associazioni di volontariato.
I ragazzi hanno ascoltato con interesse i vari interventi e, dopo aver eseguito dei brani musicali, hanno messo
a dimora un mandorlo, alcuni oleandri e gelsomini, acquistati con il contributo del Direttore Generale, del
Direttore Sanitario e del Direttore Amministrativo.
A conclusione della giornata, gli alunni hanno “donato” al vento numerosi palloncini colorati.
Per l’occasione è stato allestito un punto informativo con il materiale divulgativo donato dalle varie associazioni, che è rimasto a disposizione dei cittadini per tutta la giornata.
Abbiamo affermato, in precedenza, che “Come persone e come organizzazione crediamo di aver maturato il
tempo in cui sia doverosa la valutazione oggettiva dei nostri livelli qualitativi”, rendendo conto pubblicamente
non solo di scelte, di attività e di risultati raggiunti, ma anche dell’impegnativo percorso di accreditamento
all’eccellenza intrapreso, con l’obiettivo di strutturare, organizzare, valutare e migliorare la qualità dell’assistenza e del servizio offerto ai cittadini del nostro territorio, per superare l’autoreferenzialità dell’organizzazione e valutare le strutture territoriali dell’ASS5 rispetto a standard internazionali.
Abbiamo cercato di soffermarci con uno sguardo particolare al territorio e alle sue caratteristiche e componenti, rappresentando un’attenzione alla necessità di sviluppare una rete di sinergie e di alleanze, consapevoli
che la Comunità è una fondamentale risorsa.
“Tra l’esperienza degli adulti e la speranza dei bambini”: le immagini della Festa degli alberi e del dono
rappresentano forse la metafora conclusiva più esplicativa del nostro operato e più propizia come auspicio a
tendere ad un miglioramento continuo.
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Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia
AZIENDA PER I SERVIZI SANITARI N. 5
“BASSA FRIULANA”
BILANCIO SOCIALE 2011-2012
Direttore Generale
Paolo Bordon
Direttore Sanitario
Maurizio Andreatti
Direttore Amministrativo
Tecla Del Do’
Coordinamento socio-sanitario
Struttura Operativa Programmazione Controllo Comunicazione e Qualità
Elaborazione grafica e stampa Cooperativa Sociale Thiel
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www.ass5.sanita.fvg.it
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