pdf - 1,28 MB - Azienda per l`Assistenza Sanitaria n. 2

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pdf - 1,28 MB - Azienda per l`Assistenza Sanitaria n. 2
NOVEMBRE
2014
Periodico di informazione dell’ASS 5 “Bassa Friulana”
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Foto di Arianna Sellan
Editoriale
Nel suo discorso l’assessore illustrava le conclusioni della ricognizione dello stato dell’arte dei principali adempimenti da effettuarsi in osservanza delle indicazioni nazionali, in ambito sanitario e sociosanitario, nonchè le osservazioni derivanti dall’analisi
epidemiologica. Rimandando la lettura dettagliata al testo originale, vale forse la pena sottolineare come, nelle conclusioni di
detta analisi, viene formulata la constatazione che “diventeranno
quindi rilevanti i problemi di salute legati alla condizione sociosanitaria, alla gestione della cronicità nelle sue componenti assistenziali di prevenzione delle ricadute degli episodi acuti e della
stabilizzazione dell’equilibrio del paziente con metodiche efficaci, ma a costi sostenibili”, giungendo alla considerazione che
“poiché i principali problemi che si dovranno affrontare nei prossimi anni sembrano maggiormente legati alla cronicità più che
all’acuzie, la strutturazione dell’offerta sanitaria del sistema
regionale dovrebbe essere orientata alla proattività territoriale e
allo sviluppo coerente delle cure primarie” e che “la gestione dell’acuzie, vista anche la dimensione della popolazione regionale,
rappresenta un tema meno significativo anche se dal punto di
vista organizzativo deve essere affrontato il problema di conciliare la qualità delle cure in acuzie, con l’equità all’accesso e la compatibilità economica in un territorio equivalente a tre quartieri di
una città italiana maggiore, ma con caratteristiche socio-culturali
ed economiche assai complesse”. In un altro passaggio l’assessore evidenzia inoltre come oggi i problemi di salute prevalenti
hanno “aspetti multidimensionali diversificati e, soprattutto,
molto spesso con caratteristiche non di temporaneità, ma di perduranza nel tempo”.
Il documento dichiara che lo scopo della riforma consiste nel
mettere al centro le esigenze del cittadino, con il preciso obiettivo
di una revisione del sistema che miri a rimodulare il servizio
sanitario sulla base delle mutate esigenze della popolazione.
Il significato della centralità del cittadino presuppone necessariamente il suo coinvolgimento attivo, come singolo e come
membro di una comunità, nella gestione della salute.
Dietro questa affermazione si pone la consolidata evidenza che
il miglioramento del livello di salute di una popolazione dipende
solo in minor parte dall’offerta dei servizi sanitari, bensì è correlato in prevalenza ad altri “determinanti”, quali stile di vita,
ambiente socio-economico, patrimonio genetico, livello di istruzione e disponibilità economica. Ma abbiamo anche la consapevolezza che i risultati degli interventi sanitari sono sempre più
segue ...
“Non c'è niente di più difficile da condurre né più dannoso da gestire
dell'iniziare un nuovo ordine delle cose.
Deve essere ricordato che nulla è più difficile da pianificare, più dubbio a succedere o più pericoloso da gestire che la creazione di un nuovo
sistema. Per colui che lo propone ciò produce l'inimicizia di coloro i
quali hanno profitto a preservare l'antico e soltanto tiepidi sostenitori in
coloro che sarebbero avvantaggiati dal nuovo. E questa tiepidezza nasce
in parte per la paura degli avversari, che hanno dalla loro le vecchie
leggi, e in parte dallo scetticismo degli uomini, i quali non credono nelle
novità se non le vedono ben consolidate. Da questo nasce che, ogni volta
che quelli che ti sono nemici hanno occasione di attaccarti lo fanno con
furore e gli altri ti difendono con scarso impegno, di modo che con loro
si corrono pericoli” da Il Principe - Macchiavelli.
... E ADESSO, COSA CI ASPETTA?
A poche settimane dall’avvio operativo della riforma del
Servizio Sanitario Regionale, che vedrà la fusione della nostra
Azienda con la ASS 2 per costituire la nuova entità Azienda per
l’Assistenza Sanitaria n.2 “Bassa Friulana - Isontina”, questa
domanda ricorre nei discorsi degli operatori, evidentemente preoccupati per il cambiamento imminente, con tutte le sue incognite.
Di fronte a questo cambiamento le parole del Macchiavelli ci
fanno pensare. E’ ben vero che la riforma ha la ”forza” di una
legge, ma la realizzazione delle indicazioni e dei principi della
stessa richiedono un importante sforzo di riorganizzazione fondato sulla volontà e capacità sia di chi occupa posizioni strategiche, sia di chi è chiamato a renderle effettive nei propri servizi.
Per questa ragione è opportuno comprendere bene l’indirizzo
del legislatore e le ragioni della riorganizzazione del Servizio
Sanitario Pubblico del Friuli Venezia Giulia.
A tal fine, può essere utile riesaminare il testo di presentazione
alla Giunta Regionale il 13 agosto scorso, del disegno di legge
n.59 (da cui è poi derivata l’attuale Legge Regionale n. 17 del 16
ottobre 2014), dove peraltro è interessante notare come le preoccupazioni espresse nel documento dall’assessore Telesca riecheggino la dottrina del grande pensatore del Rinascimento:
“Riformare vuole dire cambiare e il cammino sulla strada del
cambiamento è sempre difficile e irto di ostacoli che sono rappresentati da coloro che vogliono fortemente mantenere situazioni
esistenti per il timore di perdere ruoli e privilegi che nulla hanno
a che fare con la salute dei cittadini”.
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... continua
definisce come modificazione della “geografia dei servizi”, cioè
del mix di ambiti di cura, che si sostanzia in tre principali direzioni:
1) la progressiva riduzione dei ricoveri ospedalieri a vantaggio
delle risposte a ciclo diurno (obiettivo di 3 posti letto per 1000 abitanti)
2) incremento dell’offerta di cure intermedie (le nostre RSA, gli
hospice, gli ospedali di comunità ed altre eventuali formule sperimentali di residenzialità sanitaria e sociosanitaria protetta);
3) sviluppo delle modalità di disease management nell’ambito
delle cure primarie (PDTA, medicina di iniziativa).
La trasformazione del sistema presuppone anche un cambiamento consapevole e strategico del cosidetto skill mix, ovvero
della composizione professionale del personale. Si tratta di
un’evoluzione già da tempo in atto nei paesi occidentali, in parte
conseguenza del fenomeno incombente del medical shortage, che
vedono trasferite funzioni tradizionalmente mediche al personale delle professioni sanitarie. Le nuove aziende “dovrebbero sviluppare un pensiero strategico forte in materia, definendo un
quadro concettuale con cui guidare l’evoluzione dello skill mix di
pari passo con lo sviluppo organizzativo, pianificando nel lungo
periodo un uso diverso delle competenze dei professionisti per
rispondere ai nuovi bisogni di salute” (1).
legati ai comportamenti e alle scelte consapevoli dell’individuo a
cui sono rivolti (si pensi soltanto all’importanza dell’aderenza
alle cure farmacologiche di lungo termine).
Il nuovo Servizio Sanitario Regionale, voluto dalla riforma,
dovrà focalizzarsi sulla elevata qualità, su out-come ottimali, sulla
più estesa soddisfazione dei cittadini e sulla sostenibilità economica. Questi valori sono richiesti all’intero sistema sanitario per
assicurare i migliori risultati per ogni euro che viene speso o
investito per la salute. È chiaro che questo approccio richiede una
profonda revisione del Servizio Sanitario Regionale. Quello che
più dovrà cambiare, in questa prospettiva di una sanità di valore, è la modalità operativa della presa in cura e della continuità
dell’assistenza del cittadino da parte di un gruppo professionale,
o team, (non dal solo singolo professionista), superando la semplice gestione specialistica o del singolo servizio. Le conseguenze
organizzative sono rilevanti da tutti i punti di vista: organizzative, professionali, informatiche e istituzionali. Volendo elencare,
in estrema sintesi, i punti focali verso cui la riforma, vuole indirizzare il cambiamento, si può dire che il Servizio Sanitario
Regionale del prossimo futuro deve giungere a:
- riequilibrare il finanziamento dei servizi impegnati sui tre
raggruppamenti dei L.E.A (Livelli Essenziali di Assistenza) assistenza ospedaliera, assistenza distrettuale, prevenzione;
- garantire il coinvolgimento del cittadino attraverso l’informazione e l’accesso ai dati, grazie anche allo sviluppo delle modalità informatizzate (Fascicolo Sanitario Elettronico);
- migliorare il livello di trasparenza delle gestione del SSR (uso
accurato ed efficiente delle risorse, conoscenza degli esiti e del
livello di soddisfazione degli assistiti);
- garantire un’assistenza continuativa nelle 24 ore giornaliere
per tutto l’arco della settimana, sia in ambito ospedaliero che di
cure primarie;
- superare l’attuale frammentazione organizzativa con l’istituzione di aziende che comprendano i servizi ospedalieri e territoriali, riducendo il numero e la configurazione delle attuali aziende e ridefinendo la rete ospedaliera secondo il modello hub and
spoke;
- garantire la continuità delle cure e dell’assistenza attraverso
modalità di intervento basate sullla definizione di percorsi multidisciplinari e multiprofessionali (PDTA e reti cliniche).
In conclusione, per cercare di rispondere alla domanda di apertura (COSA CI ASPETTA?) dobbiamo interrogarci su quale
“dote” la “Bassa Friulana” porterà nella nuova Azienda.
Possiamo con orgoglio affermare che il livello di qualità professionale, di dedizione e responsabilità manifestata dagli operatori,
e dalla tensione al miglioramento che essi hanno sempre saputo
esprimere (ne è un esempio anche la recente esperienza del percorso di accreditamento all’eccellenza) possa rappresentare un
portato prezioso per le sfide che ci attendono. In questa affermazione siamo confortati dagli esiti della recente indagine condotta
a livello nazionale dall’Institute of management “Scuola
Superiore Sant’Anna di Pisa” (2), che ha analizzato i dati di attività, di output e di esito delle aziende del Friuli Venezia Giulia,
evidenziando l’ottimo livello raggiunto dall’ASS5 sulla maggior
parte degli aspetti esaminati, nonchè dai numerosi esempi di
buone pratiche riconosciute anche a livello scientifico con diverse sperimentazioni di successo.
Se l’affermazione dell’assessore per cui “una riforma quindi
può viaggiare solo sulle gambe di coloro (fortunatamente tanti)
che hanno voglia di mettersi in gioco e di affrontare il cambiamento con lo spirito di innovazione che è indispensabile per stare
al passo con i tempi che cambiano” ci sentiamo di affermare che
fra i professionisti e gli operatori della Bassa Friulana, la riforma
potrà trovare tante “gambe” e molte intelligenze.
Fra i primi effetti delle riforma ci sarà l’istituzione, a partire già
dal 1° gennaio 2015, delle nuove entità aziendali: cinque aziende
per l’assistenza sanitaria e una azienda “ente per la gestione
accentrata dei servizi condivisi”; nonchè la progressiva riorganizzazione della rete ospedaliera con riduzione delle duplicazioni di servizi specialistici, l’implementazione di modalità di offerta ambulatoriali, diurne e di weekly hospital, a scapito di quelle di
degenza ordinaria e l’unificazione di diversi ospedali di rete. Per
la nuova AAS n.2, in cui confluiremo, saranno individuati due
presidi ospedaliari (Latisana-Palmanova e Gorizia-Monfalcone)
con due punti nascita per la nuova azienda. L’altro importante
sviluppo previsto dalla legge 17/2014 riguarderà i distretti, che
pur rimanendo invariati nel numero, assumeranno le triplice funzione di committenza, produzione e integrazione. La prima presuppone una accresciuta capacità di interlocuzione e di collegamento con l’area della prevenzione e quella ospedaliera, nonché
con gli erogatori privati convenzionati; la seconda (produzione)
si deve esprimere nei due principali filoni di offerta: l’assistenza
medica primaria (medicina generale, pediatria di libera scelta,
servizio di continuità assistenziale, specialistica ambulatoriale ivi
compresa la riabilitazione); l’erogazione delle prestazioni sociosanitarie a elevata integrazione sanitaria, nonché delle prestazioni sociali di rilevanza sanitaria (ambito materno-infantile, disabilità in età evolutiva e nell’adulto, anziani fragili, dipendenze e
salute mentale in età evolutiva e adulta, non autosufficienza).
La trasformazione così avviata si inserisce in un più ampio processo di cambiamento che riguarda l’intero Servizio Sanitario
Nazionale, in cui si riconosce quello che il rapporto OASI 2013
Per questo motivo le persone e i servizi di questo territorio si
prestano a rimanere soggetti pronti, tutt’altro che “tiepidamente”, ad ulteriori impegni di innovazione e sperimentazione e, in
tal modo, mantenere quelle peculiarità di qualità che hanno contraddistinto la storia della ASS5.
Luciano Pletti
Direttore Sanitario
(1) Rapporto OASI 2013 – CERGAS Bocconi.
http://www.cergas.unibocconi.it/wps/wcm/connect/Cdr/Centro_C
ERGASit/Home/Area+download+Rapporto+OASI+e+Mecosan/
(2) MeS Management e Sanità – Il progetto network regioni – Prof. Sabina Nuti - http://performance.sssup.it/network
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Intervista a Franco Bagnarol
Casarsese, residente a Madrisio di Fagagna, alle spalle una lunga esperienza di volontariato cominciata nel 1966 nel settore educativo con gli scout
dell’Agesci, di cui è stato responsabile provinciale e regionale, fino al 2001, responsabile dell’operazione “Gabbiano azzurro”, intervento di solidarietà nei campi profughi nei Balcani, dal 1995 al 2001 presidente del Comitato Nazionale del volontariato di Protezione Civile, Franco Bagnarol
dal 2010 è Presidente Nazionale del MoVI Movimento di Volontariato Italiano, e dal luglio 2013 è portavoce del Forum del Terzo Settore del
Friuli Venezia Giulia. Lo ringraziamo per aver accettato di rispondere alle nostre domande.
Regionale del Volontariato eletto dall’assemblea delle associazioni iscritte all’albo del volontariato, come
previsto dalla normativa regionale di
riferimento. Esiste poi un altro albo, delle
associazioni di promozione sociale, che
sono realtà simili alle organizzazioni di
volontariato, ma che operano anche a
favore dei propri soci (per esempio circoli o associazioni di persone che condividono un bisogno, una malattia, e si organizzano per affrontarlo insieme). La confusione nasce perchè molte realtà che di
fatto sono di volontariato o di promozione sociale, non si iscrivono agli albi, e
così si trovano ad operare fianco a fianco
ad altre realtà del terzo settore che però
sono nate con gli scopi più diversi e
gestiscono, pur in una logica di “non
profitto”, importanti servizi o patrimoni.
Il MoVI è invece una libera organizzazione di volontariato, che è nata ancor prima che esistesse il
Forum del terzo settore o la legge sul volontariato e che ancora
opera con un suo autonomo ruolo culturale e propositivo, tra le
altre realtà del Terzo Settore.
Qual è stato il percorso formativo e operativo che l'ha portata
ai vertici nazionali di un'associazione
importante come il MoVI?
La mia formazione è nata all'interno dello
scoutismo cattolico, attraverso responsabilità crescenti sia organizzative che di formazione. L'educazione al servizio mi ha consolidato nell'impegno a dare consistenza
matura ad un impegno di solidarietà.
L'incontro con Luciano Tavazza, presidente
nazionale del MoVI, già nel 1988 mi ha consentito di poter dare respiro ampio sul e con
il volontariato italiano. Questa data segna
l'avvio della nascita del MoVI anche in
Friuli Venezia Giulia. La costituzione della
federazione regionale mi ha visto come
primo presidente e mi ha consentito di far
parte del comitato nazionale di collegamento del MoVI: questo è stato per me un osser- Franco Bagnarol
vatorio molto interessante per capire l'evoluzione ed il cammino del volontariato in Italia e in Europa.
Avendo fatto l'esperienza del terremoto in Friuli, sono stato designato dal MoVI nazionale a rappresentarlo nel Comitato
Nazionale del Volontariato di Protezione Civile, organo di collegamento e di gestione del volontariato del settore, di cui sono
stato presidente fino al 2001. Nel 2009 ho accettato la presidenza
nazionale del MoVI in una fase interessante di cambiamenti per
il mondo del volontariato italiano.
Qual è lo stato dell'arte del Volontariato e del Terzo Settore
in generale nella nostra Regione?
Il Terzo Settore in FVG è oggi una realtà ricca e articolata, presente con un numero molto alto di organizzazioni, maggiore che
in altre regioni e diffuso in tutti i comuni. Si può senz’altro dire
che svolge un importante compito di aggregazione e mantenimento dei legami sociali (si pensi a quante cose fanno le associazioni nei nostri paesi), oltre che essere di aiuto e di sostegno a
molte situazioni di marginalità e di bisogno delle fasce più deboli. L’altra faccia della medaglia è che questa grande polverizzazione, in particolare del mondo delle associazioni, è anche indice
di un certo campanilismo e di un rischio di chiusura che si manifesta in alcuni casi come difficoltà di aggiornarsi e cambiare di
fronte ad una realtà sociale che muta rapidamente. Corollario di
questo diventa la difficoltà di coinvolgere i giovani che ha portato in alcuni casi, ad un aumento dell’età media dei volontari e a
una certa fatica nel ricambio dei responsabili, fenomeno accentuato dalla dinamica demografica (ci sono meno giovani in generale). In questo momento di crisi e aumento dei bisogni sociali, il
Terzo Settore sta comunque dimostrando di “tenere”, di essere
capace di adeguarsi e rispondere alla sfida. Il volontariato manifesta una grande consapevolezza di quanto sta succedendo e un
forte spirito di responsabilità che, è come la punta dell’iceberg di
una sensibilità e di una capacità di solidarietà di molti cittadini,
ben radicata nella nostra società.
Può spiegare brevemente ai nostri lettori cos'è il MoVI e come
si caratterizza rispetto ad altre grosse realtà italiane?
Il MoVI è una rete di gruppi di volontariato che opera per collegare e sostenere i volontari e le loro organizzazioni, favorirne la
crescita culturale, il coordinamento dell'azione e l'efficacia operativa. Caratteristica del MoVI è di aggregare piccole e medie associazioni attive in tutti i campi della solidarietà, in modo trasversale, accomunate da una scelta forte per la gratuità e nell'impegno per il miglioramento della società, attraverso un impegno
attivi di cittadinanza e partecipazione.
MoVI, Volontariato, Terzo Settore, Forum Regionale... può
aiutarci a fare un pò di luce su questo universo di cui si sente
spesso parlare, ma di cui i non addetti ai lavori forse non hanno
sempre le idee molto chiare?
Difficile entrare in dettagli nel poco spazio a disposizione. C'è
un ampio mondo di realtà, molto variegato che va dalle fondazioni alle associazioni, dai sindacati alle cooperative sociali, che
viene chiamato “terzo settore”: sono tutte quelle realtà che non
sono nè aziende nè organizzazioni pubbliche. Sono accomunate
dal fatto di non operare per “profitto” (per questo lo chiamano
anche settore “no profit”). Una parte consistente di queste realtà
si è data uno strumento di coordinamento e di rappresentanza
che è il Forum del Terzo Settore, riconosciuto a livello nazionale
come organismo di rappresentanza che il governo può consultare. Il Forum ha una sua articolazione regionale, anche in FVG.
Del grande mondo del Terzo Settore, fanno parte anche le organizzazioni di volontariato, che sono associazioni in cui i soci sono
soltanto volontari, che operano per fini esclusivi di solidarietà a
favore della collettività e in un’ottica di gratuità assoluta. In
regione FVG i volontari sono rappresentati da un Comitato
Un sogno nel cassetto di Franco Bagnarol...
Sarebbe davvero bello che da questa crisi usciamo tutti più solidali, che si possa dire un giorno che sia servita a far fare un salto
avanti alla nostra società lasciandoci alle spalle un modello di sviluppo che rischia oggi di distruggere il pianeta tanto per i problemi ambientali che per le disuguaglianze sociali in costante
aumento.
a cura di Flavio D’Agostini
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Radiologia: migliora l’offerta dell’ASS5
che si sono adoperate per una maggiore integrazione (i radiologi
devono poter operare su entrambe le sedi) e l’utilizzo della teleradiologia che ha permesso di ridurre i tempi di disponibilità dei
referti. Siamo ancora in una fase di sperimentazione, ma la possibilità di disporre di un’équipe unica sui due presidi ha consentito non solo di gestire alcune criticità, ma anche di ottimizzare
l’offerta nel periodo estivo, notoriamente più critico soprattutto
per Latisana; voglio in proposito sottolineare lo sforzo di tutte le
figure professionali e l’ottima intesa con il dr. Predonzan per questo progetto che vede ancora alcune criticità legate al numero
Sono passati quasi 10 mesi dal mio passaggio dall'Azienda
Ospedaliero-Universitaria di Udine alla Radiologia dell’ospedale
di Latisana e con enorme piacere ho accettato l’invito a scrivere
una breve presentazione della struttura da me diretta.
La Radiologia garantisce circa 40.000 prestazioni/anno, delle
quali circa 21.000 per pazienti ambulatoriali, circa 9.000 prestazioni per interni e 10.000 del Pronto Soccorso.
Il primo impegno della nostra equipe è stato quello di una revisione dell’organizzazione interna, ove necessario: in particolare
abbiamo creato un’attività dedicata alla radiologia senologica
L’équipe della
Radiologia di Latisana
ridotto di radiologi in reperibilità. Tuttavia è un primo importante passo, attraverso sinergie e collaborazione, verso l’integrazione tra i due servizi.
Un’importante occasione per proseguire su quest’ultimo obiettivo sarà l’installazione della Risonanza Magnetica a Latisana: ci
tengo a sottolineare che pur essendo fisicamente installata a
Latisana, sarà la Risonanza Magnetica (RM) della nostra Azienda
e vedrà coinvolto nel suo utilizzo il personale di entrambe le
Radiologie. Sarà una bella opportunità professionale e di crescita
per tutto l’ospedale: se ne sente la necessità in quanto, come ho
già detto, la complessità dei casi, molti percorsi diagnostico-terapeutici in essere presso il nostro ospedale necessitano ormai della
diagnostica RM (già avviata per i pazienti interni presso il centro
medico Università Castrense a S. Giorgio di Nogaro), pur non
dimenticando che per prestazioni di particolare complessità
soprattutto in ambito cardiovascolare e neuroradiologico faremo
sempre riferimento al nostro hub di Udine, in relazione alla maggiore expertise, il maggior numero di casi trattati e all’esistenza di
attività ad alta specializzazione di quella struttura.
(unica in ASS 5) e che comprende la diagnostica sia di primo che
di secondo livello (approfondimenti di screening, biopsie sotto
guida ecografica), avvalendosi di un mammografo digitale. Ogni
giorno vi è una sezione dedicata a tale attività con un medico
radiologo che esegue immediatamente gli approfondimenti ecografici o mammografici ritenuti necessari; ciò rappresenta un
valore aggiunto al servizio dell’utente con l’obiettivo di minimizzare il rinvio ad approfondimenti, in particolare ecografici, attraverso successivi appuntamenti.
Le agende ecografiche e mammografiche sono state rimodellate ed organizzate per priorità, facendo riferimento ai documenti
già esistenti in merito in Area Vasta Udinese, in particolare per
ecografia addome, ecografia collo, mammografia ed ecografia
mammaria; le agende, per la presenza di indagini già prenotate,
entreranno gradualmente a regime nel corso del 2015.
La tomografia computerizzata si avvale di un tomografo multistrato con 16 strati, in grado di coprire le attuali esigenze diagnostiche, ma non allo stato dell’arte per quanto riguarda le tecniche
di riduzione di dose. Riguardo questo problema voglio sottolineare il prezioso contributo del personale TSRM (Tecnico
Sanitario di Radiologia Medica) nella revisione dei protocolli già
fatta in passato e che consente di contenere significativamente le
dosi erogate. Soprattutto in questa diagnostica, così come in ecografia, sono rimasto sorpreso anche della complessità di alcuni
casi che riflettono l’attrazione del nostro ospedale per pazienti
affetti da patologie che richiedono un’elevata competenza clinica.
Il mio impatto è stato sicuramente positivo sia per lo spirito collaborativo, anche con l’équipe del dr. Predonzan, ma anche per la
dimensione umana della struttura, l’attenzione che viene data al
paziente anche da parte del personale infermieristico e di segreteria, l’impegno nel cercare di far funzionare al meglio le cose,
attraverso il confronto, la discussione, qualche volta anche lo
scontro, ma che spero rispecchi sempre una voglia di migliorare,
cercando di perseguire una logica di sistema e non individuale.
La nostra dimensione penso ci possa permettere di perseguire
con più facilità una radiologia più clinica, soprattutto attraverso
il dialogo tra professionisti che è stata una piacevole scoperta,
rispetto a realtà più grandi e complesse; un confronto che consente a noi di meglio interpretare e conoscere ciò che è utile descrivere, al clinico di essere indirizzato su quali strumenti diagnostici richiedere per risolvere i quesiti clinici.
Quest’ultimo aspetto ritengo sia l’obiettivo più importante da
perseguire negli anni a venire e rappresenta l’unico modo per
cercare di migliorare l’appropriatezza delle nostre attività.
Stiamo cercando di dedicare più spazio ad alcune attività più
specialistiche come la biopsia polmonare sotto guida di
Tomografia Computerizzata (TC) che consente di completare in
loco l’iter diagnostico del nodulo polmonare e la colonscopia virtuale in collaborazione con gli endoscopisti nel percorso di screening del colon-retto per i soggetti che non tollerano l’endoscopia
tradizionale o per i quali non è possibile una colonscopia completa. L’offerta è integrata da una collaborazione con la Medicina del
Dolore per le procedure sotto guida TC o fluoroscopica.
Nel corso di quest’anno assieme alla Radiologia dell’ospedale
di Palmanova abbiamo avviato la reperibilità radiologica unica
del medico sui due presidi per le TC: si è trattato di un progetto
che ha coinvolto tutte le figure professionali delle due strutture
Stefano Meduri
Radiologia - Latisana
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Indagine sul clima interno
In questa ultima dimensione si colloca l’indagine di clima organizzativo, che ha la finalità di rilevare l’opinione degli operatori
su alcuni aspetti riguardanti l’ambiente di lavoro quali l’organizzazione, il rapporto con i colleghi e il superiore, la formazione, la
visione dell’Azienda, al fine di migliorarli nel prossimo futuro.
Per il primo anno le Aziende Sanitarie , Ospedaliere e gli Irccs
del Servizio Sanitario Regionale, partecipano all’indagine di
clima interno, organizzata dal Laboratorio Management e Sanità
della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Tale iniziativa si colloca all’interno del Sistema di Valutazione
delle Performance delle Aziende Sanitarie e Aziende
Ospedaliere.
La nostra Regione ha aderito al progetto “Network Regioni”
del Laboratorio MeS che nasce nel 2008 dal lavoro di ricerca
avente ad oggetto lo studio di un sistema di valutazione delle
performance del Sistema Sanitario, adottato dalla Regione
Toscana sin dal 2004.
Attualmente, oltre alla Regione Toscana e alla nostra Regione vi
partecipano l’Emilia Romagna, la Liguria, l’Umbria, il Veneto, le
Marche, la Basilicata e le Province autonome di Trento e Bolzano.
Come detto, il progetto nasce in Regione Toscana e misura i
risultati conseguiti dalle Aziende Sanitarie in un’ottica multidimensionale. Il sistema si compone di sei dimensioni che raggruppano il monitoraggio di 130 indicatori.
L’indagine di clima interno si svolgerà dal 1 al 31 dicembre
2014.
La partecipazione all’indagine è su base volontaria e coinvolge
tutto il personale, scelta metodologica legata all’obiettivo di offrire una maggior possibilità di esprimere un’opinione a tutto il personale, piuttosto che ad un campione ristretto.
Lo strumento utilizzato per la rilevazione è un questionario.
Unitamente alla busta paga di novembre verrà consegnata una
lettera contenente le istruzioni dettagliate per effettuare la compilazione del questionario, l’indirizzo web al quale collegarsi per
partecipare all’indagine ed una password.
Queste informazioni sono uniche e consentiranno di compilare
ed inviare il questionario in completa autonomia e nel rispetto
della privacy.
La responsabilità di garantire l’anonimato è totalmente e metodologicamente attribuita al Laboratorio Management e Sanità
della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Le dimensioni sono lo stato di salute delle popolazione, la valutazione sanitaria, la capacità di perseguire le strategie regionali,
la valutazione della soddisfazione e dell’esperienza dei cittadini,
la valutazione della dinamica economica finanziaria e la valutazione del clima interno.
A cura della Direzione Centrale Salute
Un gesto speciale alla portata di tutti
ricominciare con maggiore disponibilità ad accudire il proprio caro. Le associazioni di volontari in oncologia sono
preziose anche per dare un sostegno
per i trasporti verso i luoghi di cura
lontani, come accade per i cicli di
radioterapia, o per visite specialistiche.
Oppure per dare sostegno durante i
ricoveri ospedalieri, vuoi in oncologia
per le chemioterapie, o durante i difficili ricoveri in Hospice.
Sensibile al problema, il MoVI del
Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con diverse associazioni di volontariato e diverse Aziende Sanitarie e
Ambiti Socio Assistenziali della
Regione, ha promosso il progetto
“Volontari al fianco della famiglia
del malato oncologico”, per realizzare
azioni di sostegno e promozione del
volontariato attivo in questo delicato
settore.
Sono partners del progetto regionale,
infatti, la nostra Azienda Sanitaria,
quella goriziana, l'ambito dei Comuni
del Cervignanese e Palmarino, del
Sandanielese, e associazioni come la
Via di Natale e la fondazione ANT di
Monfalcone.
Di attività di volontariato in campo sanitario nel nostro territorio ce ne sono diverse
e tutte importanti. Nel territorio di
Cervignano e Palmanova si sente però la
mancanza di iniziative di volontariato dedicato ai problemi dei malati oncologici e
delle loro famiglie. Associazioni simili sono
presenti in altri territori, come l'associazione "Una Mano per Vivere", attiva da
Latisana sino a Torviscosa o San Giorgio,
oppure lo "Spyraglio", attivo in tutta la provincia di Gorizia. In mezzo c'è il vuoto.
Altre associazioni, non specifiche per i
bisogni dei malati oncologici e delle loro
famiglie, cercano a volte di sopperire, ma
questo non basta. Anche dai Piani di Zona
dell'Ambito Socio Assistenziale è emersa
questa carenza.
Che cosa ci si aspetta dai volontari? Non
certo quello che compete ai servizi pubblici,
ma piuttosto quello che i servizi pubblici
non potrebbero essere in grado di fare, neppure con le migliori dotazioni e risorse:
stare vicino a chi soffre, dare solidarietà,
sostegno, compagnia, far sentire meno sole
le famiglie che si trovano ad affrontare
malattie così gravi ed impegnative.
E perché no? Anche dare anche un sostegno nelle attività quotidiane, come fare la
spesa, oppure stare accanto al malato mentre i famigliari sono impegnati altrove.
Pensiamo ad esempio al famigliare che non
ha tempo per se stesso, neppure per prendersi cura di sè, o per staccare un po' la spina, in modo da poter
L'intero progetto è articolato in più
iniziative regionali. Per il territorio del
Distretto
Est
(Cervignano
e
Palmanova) promuove e sostiene la formazione di un’ associazio5
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subito e attualmente si stanno formando per iniziare a sperimentarsi sul campo.
ne di volontariato in campo oncologico, con l'iniziativa "UN
GESTO SPECIALE ALLA PORTATA DI TUTTI", partito nella
primavera scorsa. Inizialmente si è lavorato sul territorio per
informare e sensibilizzare persone disponibili ad impegnarsi in
questo campo.
In seguito, per quanti hanno aderito alla proposta, si è organizzato un Corso di Sensibilizzazione e Formazione su questi temi,
a cui hanno dato la propria disponibilità come docenti il dr. Iop,
il dr. Colonna, la dott.ssa Revelant e la dott.ssa Passador
dell'Ambito dei comuni e la psicologa dell'ANT, dott.ssa Festini,
oltre al dr. Volpe e al dr. Feudale, per la parte riguardante i temi
del volontariato.
Al corso hanno partecipato 25 persone, sia operatori che volontari. Alcuni di loro si sono dichiarati disponibili ad impegnarsi
Punto di riferimento per i volontari è l'operatrice del progetto
Chiara Calabria, a cui spetta il compito di accompagnare il gruppo a diventare il seme di una nuova pianta, di cui vedremo pian
piano i frutti.
Auguriamo a tutto il gruppo buon lavoro, assicurando il sostegno e l'interesse di tutti coloro che hanno a che fare con queste
situazioni di malattia.
Manuela Puntin
Oncologia
Insieme per condividere
Il gioco d’azzardo patologico
Le molte persone intervenute tra famigliari e giocatori hanno
portato delle testimonianze dirette sulla propria esperienza di
malattia e di cura con grande emozione da parte di tutti. Il dott.
Sergio Paulon ha sottolineato l'importanza di questi momenti di
condivisione che fanno parte del percorso stesso di riabilitazione
e che sono fondamentali nel
riuscire poco alla volta a
"togliersi la maschera" che
ognuno di noi porta nella propria vita.
Lunedì 18 agosto presso il servizio di Alcologia e dipendenze
patologiche, diretto dal dott. Sergio Paulon, nella nuova sede di
Palmanova in Via Molin 21, si è svolto un importante incontro
sulla tematica del gioco d'azzardo patologico. L'incontro è stato
organizzato dai referenti del servizio per la dipendenza dal gioco
d'azzardo, la dott.ssa Vidal
Valentina (psicologa psicoterapeuta, referente aziendale per il gioco d'azzardo
patologico), la dr.ssa Donini
Luisa (medico psichiatra
del servizio di Alcologia) e
l'infermiera
f.f.
Coordinatrice
dott.ssa
Mustacchi Annamaria.
Di rilievo anche il contributo
dell'A.T.T. Associazione dei
Tabagisti in Trattamento che
collabora
da
anni
con
l'Alcologia e che ha portato la
testimonianza del proprio
gruppo per smettere di fumare.
Infine sono stati consegnati i
diplomi abilitanti la conduzione dei gruppi dell'ATT e dell'
A.No.A- Associazione No
Azzardo, i quali lavorano in
stretta collaborazione e supervisione della referente dello
sportello aziendale e degli altri
operatori sanitari del servizio.
La piacevole serata si è conclusa con una cena sociale tra
famiglie, amici, associati e operatori del servizio a testimoniare la possibilità del cambiamento dello stile di vita attraverso la condivisione di uno
spazio ed un tempo dedicati
alla socialità tra le persone.
Il servizio offre infatti
consulenza per la patologia
del gioco d'azzardo e per le
dipendenze comportamentali a partire dal 2010 con
l'apertura di uno sportello
dedicato al pubblico per la
consulenza e l'informazione
sulla tematica delle cosìddette new addiction. Sono
attualmente attivi tre gruppi terapeutici (due a
Palmanova, uno a San
Giorgio di Nogaro) condotti dagli operatori sanitari e
un gruppo a Palmanova,
gestito dall'associazione che
si sta costituendo grazie alla
volontà di famigliari e giocatori che svolgono o hanno
svolto un trattamento al
servizio
dell'Azienda
Sanitaria.
SPORTELLO INFO-AZZARDO A.S.S. 5: 0432-921947
(lunedì 14.00-16.00; mercoledì-venerdì 10.00-12.00)
A.T.T. Associazione dei Tabagisti in Trattamento
Tel. 3315367198 (dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 16.00)
All'incontro per l'occasione era presente l'Associazione Asso di
Giada, onlus attiva sul territorio triestino con intenti di salvaguardia e tutela della salute dei giocatori e dei loro famigliari
nonchè di prevenzione e formazione continua sulla tematica del
gioco d'azzardo. Durante tale incontro è stato presentato il libro
"Profumo di brodo" della dott.ssa Ernestina Cariello, psicologa
psicoterapeuta impegnata sia come professionista che come cittadina nella prevenzione e cura del gioco d'azzardo patologico.
Valentina Vidal - Alcologia e Dipendenze Patologiche
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La valutazione della qualità delle strutture ospedaliere
secondo la prospettiva del cittadino
Le finalità del progetto sono state:
- conoscere più a fondo le due realtà ospedaliere;
- confrontare le loro diversità organizzative/strutturali;
- formalizzare procedure inerenti prassi consolidate, condividendo ed uniformando le stesse, quando possibile.
I volontari hanno preso in esame i numerosi requisiti strutturali e documentali con massima disponibilità al confronto e gli
incontri si sono svolti in un clima di grande collaborazione tra la
parte Civica e quella Aziendale.
Durante la rilevazione sono emerse alcune criticità per le quali
sono state messe in atto azioni di miglioramento in tempo realecome, ad esempio, è stata acquistato un apparecchio televisivo
per la sala d’attesa del Pronto Soccorso di Latisana e realizzato
del materiale informativo per le strutture del Pronto Soccorso
sulle modalità comunicative con famigliari o altri soggetti. Altre
criticità come ampliare gli orari di visita, predisporre materiale
informativo destinato ai cittadini in più lingue, o sulla possibilità
di dedicare parcheggi alla donne in stato di gravidanza presso gli
ingressi, sono state illustrate durante un incontro tenutosi presso
la Direzione Centrale Salute a Udine il 29 maggio 2014 e condivise con tutte le Aziende Sanitarie regionali che hanno partecipato
alla Ricerca.
Gli esiti del lavoro di monitoraggio e la raccolta di dati e documenti, sono stati già trasmessi, nei termini e con le modalità previste, all’AGENAS per le successive elaborazioni. I risultati definitivi saranno disponibili alla conclusione della ricerca su scala
nazionale, con la lettura e l’analisi completa dei dati sul portale
aziendale.
“La strada della collaborazione è il mezzo per raggiungere
l’obiettivo comune del benessere del Cittadino”: con questa frase
l’equipe dell’ASS n 5 “Bassa Friulana” ha voluto riassumere il
lavoro svolto al fine della rilevazione.
L’Azienda per i Servizi Sanitari n° 5 “Bassa Friulana” ha aderito al progetto di Ricerca Corrente: “La valutazione della qualità
delle strutture ospedaliere secondo la prospettiva del cittadino”,
promossa a livello nazionale dall’Agenzia Nazionale dei Servizi
Sanitari Regionali (AGENAS) in collaborazione con l’Agenzia di
valutazione civica di Cittadinanzattiva. L’obiettivo dell’ attività
di monitoraggio del progetto, si legge nella nota dell’AGENAS, è
“... la valutazione partecipata del grado di umanizzazione delle
strutture di ricovero attraverso la metodologia sperimentata con
successo nel 2012 in sedici regioni e cinquantaquattro strutture
ospedaliere. Il percorso ha un duplice valore: contribuire alla
costruzione del più ampio sistema nazionale per la valutazione
dell’assistenza sanitaria e favorire la partecipazione competente,
attiva e consapevole dei cittadini”.
Il monitoraggio prevede sia la verifica della documentazione
che l’osservazione diretta di molti elementi dell’assistenza ospedaliera utilizzando 144 indicatori che spaziano su tutti gli aspetti
riconducibili alla tematica dell’umanizzazione delle strutture,
questione sempre più al centro dell’attenzione. Sono, tra gli altri,
oggetto di valutazione il comfort generale della struttura, la semplificazione delle procedure, l’accessibilità fisica, la relazione con
il cittadino, l’attenzione alla fragilità e ai bisogni della persona, i
reparti di degenza “a misura d’uomo”, la logistica e la segnaletica.
Il primo passo è stato quello di coinvolgere tutte le Associazioni
di Volontariato e Tutela inviando loro il programma del progetto
e realizzando uno specifico incontro, il 17 settembre 2013 di presentazione e discussione del progetto. A seguito della disponibilità di alcuni volontari delle Associazioni di Volontariato - CRI
Croce Rossa italiana – Comitato Locale di Palmanova, SOGIT
Fiumicello – Opera del Soccorso di San Giovanni in Italia, AIDO
Associazione Italiana Donatori Organi, AVIS Associazione
Volontari Italiani del Sangue – Provincia di Udine - a partecipare
alla rilevazione, è stata costituita un’équipe locale composta da
cittadini ed operatori sanitari con il compito di predisporre il
piano di lavoro nell’ambito del progetto secondo le indicazioni
della Direzione Centrale Salute, Integrazione Sociosanitaria e
Politiche Sociali della nostra Regione.
Paola Virgolin
Ufficio Relazioni con il Pubblico
“La peste scarlatta” di Jack London
quella catastrofe; riceve però in cambio solo che dileggio, sberleffi e scarsissimo interesse.
Racconta ai nipoti dell'inizio dell'epidemia,
allorquando le notizie delle prime vittime erano
giunte in California dai luoghi più disparati del
mondo, e di quando poi il morbo aveva incominciato a diffondersi anche lì in maniera sempre più
rapida e tumultuosa, in assenza di qualsiasi possibilità di fronteggiarlo, sovvertendo in brevissimo tempo ogni forma di convivenza e stabilità
sociale, cancellando ogni parvenza di civiltà. La
paura del morbo pervade ed impregna ogni
momento della vita dell'epoca, le regole scompaiono, i tentativi di arginare il male si rivelano del
tutto inutili, gli appestati vengono abbandonati a
sé stessi, anzi generalmente sono loro stessi che,
ai primi sintomi della malattia, scelgono di allontanarsi dai propri simili al fine di non diffondere
ulteriormente l'epidemia in atto. Scoppiano
tumulti e saccheggi fomentati da bande di sbandati che prendono il sopravvento in vari luoghi (si caricavano con
l'alcool e commettevano ogni sorta di atrocità), ogni forma di gerarchia e di organizzazione decade rapidamente: la civiltà crollava ed
ognuno doveva pensare a sé stesso.
Scritto da Jack London nei primi anni del '900, è un racconto
fantastico ambientato nei territori limitrofi alla baia di S.
Francisco nel 2073. Nel 2013 la terra è sconvolta
da una terribile epidemia che in brevissimo
tempo cancella quasi totalmente la popolazione
del pianeta. La malattia (chiamata morte scarlatta in quanto si manifesta principalmente con febbre elevatissima accompagnata da un colorito
rosso acceso del volto dei malcapitati) è di quelle che non perdonano: vi sopravvive circa 1 persona/milione e dopo i primi sintomi la morte
sopraggiunge in pochissime ore, a volte in pochi
minuti. Terre un tempo popolate da milioni di
persone, dopo l'epidemia sono abitate solamente da qualche decina di soggetti, mentre animali
feroci in precedenza quasi del tutto estinti si
aggirano minacciosi attentando alla vita dei
pochi sopravvissuti.
Il protagonista è un vecchio ormai giunto al
termine del suo percorso esistenziale che all'epoca del manifestarsi dell'epidemia era un professore universitario.
Vive con alcuni nipoti adolescenti ai quali cerca di trasmettere
qualcosa che abbia una minima parvenza di insegnamento, cercando di spiegar loro in particolare cosa fosse il mondo prima di
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mente l'umanità a livelli inimmaginabili di crudeltà ed imbarbarimento.
Il vecchio osserva sconsolato quei nipoti che, incolpevoli, non
hanno potuto conoscere la “civiltà”, costretti a vivere in maniera
selvaggia e primitiva, con l'unico scopo di poter soddisfare i propri bisogni primari necessari per la sopravvivenza.
Il genere umano è condannato a sprofondare sempre più nella notte
primordiale prima di ridare la sua cruenta scalata alla civiltà...
Le similitudini (inquietanti) con la situazione attuale ci sono
tutte: Ebola, scarso rispetto per gli anziani, linguaggio giovanile
sempre più improntato ad esigenze WhatsApp e similari, regole
che tendono a scomparire a qualsiasi livello, singolo sempre più
solo e costretto ad autotutelarsi...
Ma è dei geni anticipare temi che, un secolo dopo, diventeranno di tremenda attualità.
Mario Corbatto
Non mancano però anche esempi di grande solidarietà ed
altruismo, persone che non vogliono assolutamente abbandonare
i propri cari che manifestano i primi segni/sintomi del male, pur
sapendo di andare incontro a morte certa.
I ragazzi però non hanno conosciuto quel mondo, che ai loro
occhi appare più che altro come frutto di visioni immaginarie del
vecchio, del quale spesso non comprendono il linguaggio; troppi
i termini, che per il vecchio sembrano banali, di cui non capiscono il significato; il loro modo di comunicare è essenziale, banale,
si esprimevano a monosillabi o con spezzoni di frasi che somigliavano
più a uno sproloquio che a una lingua...
E anche dopo l'imperversare del morbo le cose non vanno
meglio: ogni valore della civiltà è definitivamente scomparso e
ormai prevale solo la legge del più forte, con tutti i soprusi, le violenze e le angherie che ciò comporta, nel mentre le gerarchie precedenti vengono del tutto sovvertite, facendo precipitare rapida-
Campagna vaccinazioni influenza
Il vaccino intradermico sfrutta
infatti una via di accesso molto
immunogena ottenendo una
risposta immunitaria e quindi
protettiva paragonabile ai vaccini
adiuvati pur senza contenere
alcun adiuvante, risultando quindi più tollerabile. Nelle scorse
due stagioni invernali il vaccino
intradermico è stato a disposizione solo dei soggetti con meno di
60 anni, in prevalenza con operatori sanitari e dipendenti della
pubblica amministrazione.
Mercoledì 29 ottobre é
avviata nella Bassa Friulana la
campagna 2014-2015 per la
vaccinazione antinfluenzale,
congiuntamente con le altre
Aziende Sanitarie della regione. I Medici di Medicina
Generale hanno infatti ricevuto nei giorni scorsi tutte le
dosi di vaccino necessarie per
i loro assistiti.
E’ importante che vengano
vaccinate le persone considerate a rischio, ovvero gli
ultrasessantacinquenni e le
persone, adulti e bambini,
affette da malattie croniche
per evitare così il rischio di
contrarre l’influenza nel
periodo invernale. L’obiettivo
fondamentale della campagna di vaccinazione è quello di prevenire le forme cliniche gravi e i decessi nelle fasce più a rischio.
I risultati delle ultime campagne vaccinali anti-influenzali non
sono state brillanti, anche perché la bassa virulenza dei ceppi
influenzali circolanti non ha favorito il ricorso a quello che invece è l’unico rimedio per prevenire le sempre presenti temibili
complicanze dell’infezione, vale a dire lo scompenso di patologie
d’organo preesistenti quali le malattie dell’apparato circolatorio,
respiratorio e renale, le malattie del sangue, il diabete e condizioni di immunodepressione.
E’ opportuno ricordare che l’incidenza di effetti collaterali è
veramente bassa (circa il 10-20% dei vaccinati), e comunque si
tratta di lievi disagi che si risolvono in uno-due giorni.
Un campanello d’allarme per
la stagione in corso giunge dalla
prima segnalazione in Italia del
virus influenzale, alquanto precoce rispetto alle passate stagioni; in Regione il virus non sta ancora circolando, come ci documentano i dati dei medici sentinella del Friuli Venezia Giulia
che ogni anno monitorizzano la circolazione del virus influenzale attraverso la raccolta di campioni biologici dai soggetti affetti
da malattia febbrile.
E’ comunque opportuno vaccinarsi entro le prossime settimane
in quanto la protezione si realizza circa quindici giorni dopo la
somministrazione del vaccino.
Contemporaneamente al vaccino anti-influenzale gli anziani e i
soggetti ultrasessantacinquenni a rischio potranno essere vaccinati anche contro lo pneumococco, comune batterio causa di polmoniti e meningiti, mediante il vaccino coniugato 13valente che,
a differenze di quello usato nelle campagne vaccinali dell’anziano e dell’adulto dal 2002 al 2012, garantisce memoria immunitaria e pertanto offre una protezione prolungata.
La campagna di vaccinazione iniziata il 29 ottobre durerà fino
a fine gennaio (ma è preferibile vaccinarsi entro dicembre).
Gli anziani e gli appartenenti alle categorie a rischio potranno
effettuare gratuitamente la vaccinazione presso il proprio medico curante oppure presso gli ambulatori di Igiene Pubblica dei
distretti di:
Novità della campagna vaccinale 2014-15.
Innanzitutto si segnala che l’ASS5 è verosimilmente l’unica
azienda che è riuscita a dotarsi di vaccino quadrivalente inattivato contro l’influenza, ovvero comprendente, oltre al consueto
ceppo B Yamagata, anche quello B Victoria in aggiunta ai ceppi
H1N1 e H3N2.
Il vaccino quadrivalente è consigliato dall’OMS e solo quest’anno è presente, anche se in piccola quantità, sul mercato nazionale. Poiché il virus dell’influenza B colpisce soprattutto i bambini
il quadrivalente sarà il vaccino prevalentemente utilizzato negli
ambulatori del Servizio Igiene e Sanità Pubblica nella fascia 3-18
anni. Altra novità, per garantire una valida protezione di tutte le
categorie di utenti, è la disponibilità di vaccino intradermico
anche per i soggetti ultrasessantenni.
- Palmanova : c/o Ospedale Vecchio, tel. 0432/921983
- Cervignano del Friuli : via Trieste, tel. 0431/387728
- Latisana : c/o Ospedale, tel. 0431/529296-529273
su appuntamento.
Massimo Zuliani
Dipartimento di Prevenzionee
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Una mano per vivere
L'Associazione organizza regolarmente incontri di approfondimento della formazione per i volontari attivi.
Di recente “Una Mano Per Vivere” ha dato vita ad un progetto
al quale teneva da
molto tempo: grazie
alla collaborazione e
professionalità di una
psicologa si è creato un
gruppo di Auto Mutuo
Aiuto per quelle persone che affrontano o
hanno superato la
malattia oncologica.
L'Associazione “Una Mano Per Vivere”, con sede a Latisana, è
entrata nel mondo del volontariato nel 1996 dopo un percorso di
formazione durato due anni.
Lo scopo principale dell’associazione è quello di dare aiuto e
sostegno ai malati oncologici
nel territorio della Bassa
Friulana e nel limitrofo
Comune di San Michele al
Tagliamento.
L’attività principale è il trasporto gratuito dei malati verso
i centri di cura. Il servizio viene
svolto da 10 autovetture dislocate sul territorio e da numerosi volontari che si alternano.
Tutto l'operato di
“Una
Mano
Per
Vivere” è a titolo completamente gratuito ma
è grazie ai contributi
pubblici, alle varie
manifestazioni di beneficenza e alla generosità e sensibilità della
gente, che l'Associazione può sostenersi ed essere quindi al servizio di persone in difficoltà.
Nel Comune di San Michele
al Tagliamento è a disposizione
anche un auto omologata al trasporto su carrozzina anche per
malati di Sclerosi Multipla.
Altri volontari prestano compagnia e sostegno ai malati duranti i trattamenti di chemioterapia
presso l'Unità Oncologica di Latisana e ai ricoverati nella struttura dell'Hospice sempre nell'Ospedale di Latisana.
Per contattarci telefonate al numero 0431-520054 oppure
visitate il sito www.unamanopervivere.it.
In collaborazione con l'Associazione Alzheimer è operativo
anche il servizio di trasporto verso il centro diurno della Casa di
riposo di Latisana.
I volontari di Una Mano Per Vivere
IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT
•TECNOLOGIE E INVESTIMENTI
Fazion Loredana.
Un saluto di benvenuto a:
•DIREZIONE GENERALE
Pilati Giovanni.
•GESTIONE ECONOMICO FINANAZIARIA
Fonzo Emanuele.
•P.O. di PALMANOVA:
Meneghin Erika - Zanardo Desiree – Marcuzzi Elena – Zambetti
Benedetto - Giacomini Alice - Comelli Alberto - Nicolosi Eliana
Lezzi Doris - Pischedda Alberto - Gaviani Daniela - Andreana
Lorenzo.
•P.O. di PALMANOVA
Grizzo Silvia - Maligno Paolo – Trevisan Bianca - Candussio
Paola – Cervesato Paola Pierina - Cuka Bukurie – Agate Vita
Maria – Pesola Massimo – Miorin Elisabetta -Valenti ValentinaColombo Cristiano – Negrini Anna Maria – Berini RosalbaGiurgevich Chiara - Del Pin Valentina - Sbuelz Beppina Iacuzzo Milena -Valentinuzzi Sandra - Scheri Ilaria - Bisaro
Michela - Dinolli Stella - Bolletti Stefania.
•P.O. di LATISANA
Bianchini Erika – Fiorani Annamaria.
•DISTRETTO OVEST
Talian Rita Paola – Gregoratti Donatella.
•P.O. di LATISANA
Zanet Erminia Paola - Paulitti Paola – Fantasia Lorenzo –
Gianfelice Jessica - Ziraldo Barbra - Politi Doriano – Gavardi
Mario – Soavi Giulia - Settimo Susy Rita - Casasola Giuseppe Vuaran Nadia.
•AREA WELFARE
Zavaroni Carlo.
•P.P.S. LIGNANO SABBIADORO
Peric Daniele - Orso Daniele.
•P.P.S. LIGNANO SABBIADORO
Peric Daniele - Orso Daniele.
Un arrivederci e un grazie a:
•DISTRETTO OVEST
Codato Giancarlo - Mesaglio Cristian – Disabato Michele –
Lendaro Marina - Rojas Nancy Amparo.
•DIREZIONE STRATEGICA
Scagnetto Luciana.
•DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE:
Marin Meri.
•DISTRETTO EST
Zamparo Annalisa
•DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE:
Gregoratto Anna Maria – Munafo’ Maria Giovanna Chiarandini Sara.
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Âstu volût la biciclete
cumò non stâ a fâ il gnogno!
“Andare in bicicletta è bello, ecosostenibile, divertente… permette di riscoprire luoghi e tempi di
cui l’uso delle macchine ci hanno di
fatto privato. Ci sono senz’altro benefici per l’ambiente e anche per la salute,
ma ci sono anche situazioni rischiose
che dobbiamo saper affrontare ed è
bene che anche i “piccoli ciclisti” imparino presto le principali regole. Il
rispetto del Codice della Strada deve
essere accompagnato dall’acquisizione
di modi e comportamenti che proteggano la nostra sicurezza.
“Lâ in biciclete al è biel, ecosostignibil, divertent… al permet di
tornâ a scuvierzi lûcs e timps che di fat
l’ûs de machine nus à gjavât. Cence
dubis a son beneficis pal ambient e
ancje pe salût, ma a son ancje situazions riscjosis che o vin di savê frontâ
e al è ben che ancje i “piçui cicliscj” a
imparedin daurman lis regulis principâls. Il rispiet dal Codiç de Strade al à
di jessi compagnât de acuisizion di
manieris e compuartaments che a protezin la nestre sigurece.
Chest manualut, pensât pai plui
piçui, ma plasevul ancje par un letôr
adult, dongje di cualchi indicazion al
vûl propit stiçâ une riflession su la
sigurece stradâl fin di zovins”, cussì o
leìn te prefazion dal manualut “Âstu
volût la biciclete? Cumò no stâ a fâ il
gnogno», realizât par cure de
Promozion de Salût dal Dipartiment
di Prevenzion de ASS 5 Basse Furlane
di Palme cu la poie de leç 482/99. Meti
il casc, il gjubot catarifrangjent, tignî la
drete e cori su la piste ciclabil, impiâ
lis lûs di sere: dutis lis regulis par lâ in
bici in mût di no fâsi mâl e di no fâ
mâl.
Questo manuale, pensato per i più
piccoli, ma gradevole anche per un lettore adulto, accanto ad alcune indicazioni vuole proprio stimolare una
riflessione alla sicurezza stradale fin
dalla giovane età” così si legge nella
prefazione del libricino “Âstu volût la
biciclete? Cumò no stâ a fâ il gnogno”
realizzato a cura della promozione
della salute del Dipartimento di prevenzione con il sostegno della legge
482/99.
Indossare il casco, il giubbino catarifrangente, tenere la destra e usare la
pista ciclabile, accendere le luci alla
sera: tutte regole per non farsi male e
per non fare del male. E’ una pubblicazione pensata per i bambini, ma può essere utile anche agli adulti, che talvolta non hanno un corretto comportamento in bici.
I protagonisti sono i “Gnognosaurs” i dinosauretti allocchi nati
nel 1996 dalla penna dell’illustratore “Dree” Andrea Venier.
Chest al è un librut par piçui, ma al
pues jessi util ancje ai grancj che cualchi volte a no van ator in
biciclete propit benon.
I personaçs protagoniscj dal librut a son i Gnognosaurs: i dinosauruts dordei nassûts intal 1996 dal lapis dal ilustradôr Andrea
"Dree" Venier.
L’idea e il contenuto tecnico sono a cura di Silla Stel, messo in
rima da Graziana Ciani. Disegni e grafica di Andrea Venier, testi
Elisabetta Pittana e Andrea Venier, revisione della grafia friulana
di Christian Romanini.
La idee e il contignût tecnic al è par cure di Silla Stel, metût in
rime di Graziana Ciani. I dissens e la grafiche a son di Dree
Venier, tescj Elisabetta Pittana e Dree Venier, revision de grafie
furlane di Christian Romanini.
Silla Stel - Dipartimento di Prevenzione
Lusoruts e…cerots
da Venezia ad Orvieto
dare impulso alla cultura della sicurezza attraverso una significativa alleanza scuola-genitori, con un percorso di continuità per
un intero anno scolastico, anche attraverso l’utilizzo della lingua
friulana. Infatti il materiale bilingue del kit operativo dato ad
ogni bambino è stato pubblicato grazie ai finanziamenti regionali per le lingue minoritarie. Il progetto, partito in maniera sperimentale nell’Ass4 Medio Friuli, ha coinvolto poi anche i
Dipartimenti di Prevenzione dell’Ass5 e dell’Ass3 in un’ ottica di
Area Vasta.
E’ stato presentato al Convegno Nazionale “COSTRUIRE
INSIEME LA SALUTE : Programmi ed interventi di promozione
della salute tra intersettorialità, sostenibilità ed efficacia” il
poster del progetto di prevenzione degli incidenti domestici
“LUSORUTS e… CEROTS (Lucette e… cerotti).
La manifestazione, che quest’anno si è svolta ad Orvieto, è
rivolta agli operatori impegnati nelle attività di prevenzione e
promozione della salute. Il progetto “Lusoruts e…cerots” ovvero
“Lucette e…cerotti” è un progetto di educazione alla sicurezza
negli ambienti domestici destinato alle scuole dell’infanzia e del
primo ciclo delle elementari. La finalità del progetto è quella di
Nella nostra Azienda Sanitaria, nei due anni scolastici 20122013 e 2013-2014 hanno aderito al progetto 17 scuole dell’infanzia
10
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Alla fine del percorso sono stati
raccolti dei questionari di valutazione compilati dalle insegnanti per
ogni bambino e dei questionari di
gradimento rivolti specificatamente
alle insegnanti che hanno seguito il
progetto. Nel velario dell’ospedale
di Palmanova è esposto il poster che
illustra il progetto e i suoi risultati.
e 6 scuole primarie, per un totale di
843 bambini e relative famiglie coinvolte. In ogni scuola che ha partecipato al progetto si sono svolti due incontri: uno con le insegnanti per la presentazione del percorso e uno di sensibilizzazione con i genitori dei bambini
sulla prevenzione degli incidenti
domestici.
A partire dall’anno scolastico 20132014 ci si è avvalsi della collaborazione-partecipazione della Croce Rossa
Italiana comitato di Palmanova. Infatti
negli incontri di prevenzione degli
incidenti domestici con i genitori ed
insegnanti c’è stata anche la sensibilizzazione sulla disostruzione delle vie
aeree pediatriche.
Rosella Malaroda
Dipartimento di Prevenzione
Lara Vecellio
CRI Comitato di Palmanova
Numerosi i genitori e gli insegnanti
che in seguito hanno partecipato allo
specifico corso teorico-pratico di
manovre di disostruzione in età pediatrica, organizzato dalla CRI e che prevede anche il rilascio di attestato della
durata biennale della CRI.
Un’intesa per promuovere la sicurezza stradale
tura della sicurezza stradale a favore di bambini, adulti e “terza
Il 21.10.2014 è stato firmato a Palmanova, nella sede dell’Ass 5
età” (come ad esempio con la diffusione del corso “TrasportACI
“Bassa Friulana”, un protocollo d’intesa tra l’Azienda,
sicuri”).
l’Automobile Club Udine e la Polizia Stradale di Udine per la reaQuesta nuova collaborazione inoltre, si colloca sulla linea di
lizzazione di attività di promozione della sicurezza stradale.
intenti sancita dal protocollo d’intesa stilato tra le Aziende saniL’accordo è stato siglato dal Commissario Straordinario dr.
tarie della provincia di Udine e
Giovanni Pilati, dalla direttrice
l’Ufficio scolastico regionale
dell’Acu, dott.ssa Maddalena
per il Friuli Venezia Giulia –
Valli, e dal Comandante della
Direzione Generale Ufficio VIII
sezione della Polizia Stradale
Ambito territoriale per la prodi Udine, dott. Giuseppe
vincia di Udine, volto a favoriStornello. Il protocollo nasce
re e sostenere lo svolgimento a
anche in accordo con il Piano
livello scolastico di attività nel
regionale della prevenzione
campo della Promozione della
che prosegue nelle linee già
Salute: con questo ulteriore
individuate della prevenzione
protocollo si è consolidata la
dell’incidentalità (domestica,
collaborazione e fatto un passo
stradale e sul lavoro) e del conavanti in questa direzione.
seguente carico di malattia e
In relazione alla volontà di
disabilità. Le statistiche infatti
ampliare anche ad altri gruppi
dimostrano che tra le maggiori
target la promozione della
cause di malattia e disabilità
che colpiscono i giovani, gli Da destra: dr. Giovanni Pilati, dott.ssa Maddalena Valli, dott. Giuseppe Stornello e dr.ssa Clara Pinna sicurezza stradale e di consolidare quanto finora fatto, a
incidenti stradali rappresentaseguito anche delle indicazioni a suo tempo date all’Azienda
no una percentuale importante e che tali eventi sono spesso cauSanitaria in fase di accreditamento all’eccellenza, si è deciso quinsati da fattori legati ai comportamenti umani, piuttosto che da
di di formalizzare tale percorso comune anche al fine di una
problemi infrastrutturali o dalle avverse condizioni meteorologimigliore comunicazione e visibilità dell’operato.
che.
Con la presente intesa le Parti esprimono la comune volontà di
Già nel corso del triennio 2010-2013 le parti sopraccitate hanno
operare concretamente al fine di porre in essere azioni per la reacondiviso le esperienze nel Progetto regionale SicuraMENTE con
lizzazione dell’obiettivo primario di diffondere, promuovere e
incontri formativi/informativi in tutte le scuole del territorio
migliorare la “cultura della prevenzione” nel campo degli inciregionale, le parti come sopra rappresentate hanno convenuto di
denti stradali, al fine di una riduzione degli stessi, con una contesottoscrivere l’intesa allo scopo di consolidare formalmente il
stuale indubbia riduzione degli oneri per la collettività in termini
rapporto di collaborazione tra Istituzioni pubbliche già avviato in
sociali ed economici.
occasione del progetto regionale “SicuraMENTE”, rivolto ai giovani delle scuole secondarie di II grado della provincia di Udine,
nonché delle altre esperienze agite sul territorio nel corso di queSilla Stel - Dipartimento di Prevenzione
sti anni, caratterizzate dall’obiettivo comune di favorire una cul11
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Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi
Call center unico:
- PER PRENOTAZIONI PRESTAZIONI SANITARIE:
lunedì-venerdì dalle 07.30 alle 18.00, sabato dalle 08.00 alle 12.00;
- PER INFORMAZIONI SERVIZI SOCIALI:
lunedì-venerdì dalle 09.00 alle 18.00, sabato dalle 09.00 alle 14.00
Il numero +39 0434 223522 integra (e sostituisce per i cellulari) il numero
848 448 884, consentendo a tutti i cittadini di effettuare la chiamata da cellulare, da
telefono fisso e dall’estero. Il nuovo numero +39 0434 223522 ha il costo di una chiamata urbana del proprio operatore.
Centrale operativa unica del Punto Unico d’Accesso PUA
Dal 3.11.2014, nel Distretto Sanitario Est le due centrali operative del PUA di Cervignano del Friuli e Palmanova, sono accorpate in
una sede unica ubicata presso il Distretto Sanitario di Palmanova, in via Molin 21.
La centrale operativa unica del PUA di Palmanova svolgerà le sue funzioni per i cittadini residenti (o con domicilio sanitario) in tutti
i Comuni del territorio afferente al Distretto Sanitario Est.
Conferenza dei Servizi 2014
Il nuovo portale aziendale
Il nuovo sito web
dell'Azienda per i Servizi
Sanitari n. 5 "Bassa
Friulana" si è basata su 3
principi fondamentali: i
bisogni dei cittadini in
primo piano, l’accessibilità totale e la partecipazione.
Il sito è stato concepito
per faciltare al massimo il
reperimento e la consultazione delle informazioni, senza alcun tipo di barriera.
Il nostro nuovo sito web. http://www.ass5.sanita.fvg.it
Il 16 dicembre 2014, con inizio alle ore 16.00, si terrà
l’annuale Conferenza dei Servizi dell’Azienda per i
Servizi Sanitari n. 5 “Bassa Friulana”a San Giorgio di
Nogaro presso la
Sala Consigliare Piazza del
Municipio.
La Conferenza dei
Servizi è il più
importante momento
di comunicazione
istituzionale
dell'Azienda; è l’incontro pubblico tra l’azienda, i cittadini e le associazioni di volontariato nonché con tutti coloro che a diverso
titolo partecipano all’attività dell’azienda.
Un altro anno insieme sta per concludersi.
E’ stato un periodo intenso di cambiamenti e gravido di aspettative per il futuro.
La dedizione al lavoro, l’affiatamento e la sempre costante e prioritaria attenzione per il
malato hanno permesso anche quest’anno di mantenere importanti risultati. Di vero cuore
auguriamo a tutti Voi e alla Vostre famiglie di trascorrere un sereno Natale.
La Direzione
La Redazione nel rinnovare gli auguri della Direzione ringrazia gli affezionati lettori e tutti coloro che negli anni hanno
collaborato alla realizzazione del giornale.
A.S.S.ieme per 5 minuti
Periodico Trimestrale
dell’Azienda per i
Servizi Sanitari n. 5 ”Bassa Friulana”
Anno VIII - Numero 38
novembre 2014
Reg. presso il trib. di Udine
n. 29/06 del 28.06.2006
Direttore responsabile
Flavio D’Agostini
Contatti
Tel. 0432-921444
Fax. 0432-921500
Redazione
Tiziana Bonardi
Clara Burato
Elena Cussigh
Francesca De Luca
Melania Fichera
Antonietta Guerra
Antonella Laurenti
Marco Luigiano
Rosella Malaroda
Francesca Sirianni
Daniele Trentin
Paola Virgolin
Greta Zavattin
E-mail:
[email protected]
Posta interna : Redazione giornale
c/o Ufficio Relazioni con il Pubblico
Impaginazione e Grafica
Marco Luigiano
Loghi
Denis Battaglia
Questo giornale é
stampato su carta riciclata
12
Stampa
Tipografia OGV - Palmanova
Tel 0432 928392 http://www.tipogv.it
A questo numero hanno collaborato:
Mario Corbatto
Stefano Meduri
Luciano Pletti
Manuela Puntin
Arianna Sellan
Silla Stel
Lara Vecellio
Valentina Vidal
Massimo Zuliani
I volontari di
Una Mano per Vivere