Francoforte sul Meno, Goethe e non solo…

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Francoforte sul Meno, Goethe e non solo…
Francoforte sul Meno,
Goethe e non solo…
di Bruga
l forte legame fra la
letteratura e Francoforte
non si è tradotto in un
libro, quanto in due fatti di
assoluto rilievo nella storia
della letteratura e dell’editoria.
Il primo: nel 1749 la città
dell’Assia diede i natali a
Johann Wolfgang Goethe, che
visse lì i suoi primi sedici anni,
I
e la lasciò solo per andare
all’università di Lipsia. Il
nonno, del resto, era il
sindaco della città, nella quale
ancor oggi si può visitare la
bella casa-museo di famiglia,
nella quale Goethe scrisse I
dolori del giovane Werther
(www.goethehausfrankfurt.de).
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L’altro grande legame fra i libri
e Francoforte sul Meno (da
non confondere con l’altra
Francoforte, che è sul fiume
Oder, ha dato i natali allo
scrittore Von Kleist e si trova a
est) è rappresentato dalla
Buchmesse o Fiera del libro,
Ponte pedonale sul Meno. la
più grande manifestazione
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Francofor te s ul Meno, Go e the e non s olo…
europea del genere, che in
ottobre si terrà per la
sessantatreesima volta.
Occupa quasi per intero la
gigantesca area fieristica,
raggiungibile a piedi dalla
stazione centrale,
l’Hauptbahnhof, dalla quale
(non a piedi, ma in treno) si
arriva in meno di quindici
minuti e con meno di 4 euro
al gigantesco aeroporto.
Avrete capito che è facilissimo
spostarsi dovunque, anche
perché in città molti percorsi
turistici si possono fare
piacevolmente a piedi. Se
proprio non volete camminare
a lungo, sappiate che ogni
percorso è coperto- spesso in
parallelo! - dai tram, che sono
Ponte pedonale sul Meno. In alto, veduta del Meno a Francoforte.
Nella pagina accanto, la piazza del Romer.
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In alto a sinistra, lo skyline
dei grattacieli di Francoforte.
In alto e sopra due immagini
di suggestive architetture notturne.
A sinistra uno scorcio
della città finanziaria.
veri metrò di superficie, e da
un paio di reti di
metropolitana, contrassegnate
dalla lettere S oppure U.
Se preferite camminare,
noterete subito alcuni punti di
riferimento, a cominciare dal
fiume Meno, che separa le
due metà di Francoforte:
quella moderna, vera capitale
economica della Germania e
adesso dell’Eurozona e
dell’Unione Europea, e quella
un po’ più antica e a misura
d’uomo, dove trovate una
delle maggiori concentrazioni
museali esistenti al mondo
(www.frankfurt-tourismus.de).
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Skyline dei grattacieli. La parte
modernissima sembra una
downtown americana, con
grattacieli anche molto belli
sul piano architettonico e
soprattutto con qualche difetto
in meno rispetto agli Usa: non
si svuota del tutto dopo la
chiusura degli uffici, e resta
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Fra ncofor te s ul Me no, Go e the e non s olo…
In alto a sinistra, il simbolo dell’Euro nella città fininziaria.
In alto, la scultura all’ingresso della Buchmesse.
Sopra, il vecchio edificio della Buchmesse.
A lato, veduta notturna del Teatro dell’Opera.
comunque assai piacevole da
vivere, con grandi negozi,
l’Opera e molti locali pubblici.
Dopo aver fotografato il
simbolo dell’Euro alto una
ventina di metri, sarete a
pochi passi dalla piazza del
Römer (municipio), ricostruita
nell’originario stile gotico
dopo i devastanti
bombardamenti della seconda
guerra mondiale. Anche gli
altri monumenti sono
piacevoli, ma ricostruiti. Su
questo lato trovate anche il
Museo di Arte Moderna,
progettato venti anni fa da
Hans Hollein e assimilato a
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una fetta di torta per la sua
forma a cuneo, e il Museo
della Caricatura. Poi, superato
il fiume su uno degli
spettacolari ponti, siete nel
Architetture notturne.
Lungofiume dei musei: sono
una decina, alcuni più
importanti e altri meno, tutti
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In alto a sinistra, una stazione
della metropolitana.
Sopra, l’esterno della casa-museo
di Goethe.
A lato, l’esterno del Museo
di Arte Moderna.
Nella pagina accanto in alto,
Pecore con telefono in una sala
del Museo delle Comunicazioni.
Sotto, un passaggio del Museo
di Arti Applicate.
allineati e affiancati.
Con una tessera da una
quindicina di euro potete
vederli tutti in due giorni: in
alcuni vale la pena di entrare
anche pochi minuti, per
ammirare lo stile e la
piacevolezza degli ambienti. Il
MAK, Museo di Arti Applicate
progettato da Meier, merita
una visita attenta, mentre il
Museo delle Comunicazioni
non offre capolavori, ma una
divertente raccolta di
modernariato (telefoni,
cellulari, cabine…). Il Museo
del Cinema è in rifacimento,
come la grande pinacoteca
Städel
(www.staedelmuseum.de),
che comunque presenta una
bella selezione delle sue
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opere, in ordine cronologico.
Quando sarà riaperta,
dovrebbe essere molto più
grande; cento opere che
attualmente non trovano
spazio, sono attualmente in
mostra a Roma al Palaexpo
di via Nazionale, fino
al 17 luglio 2011
(www.palazzoesposizioni.it).
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