Due giorni sotto la neve con la musica di Pupo

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Due giorni sotto la neve con la musica di Pupo
Due giorni sotto la neve
con la musica di Pupo
Diario di bordo di una trasferta d'altri tempi destinata a restare nella storia
Il biglietto più caro costava 9 euro ma un impiegato ne guadagna 600
dall'inviato
» NIZHNYNOVGOROD
«Queste scene le ho già viste
trent'anni fa». La frase di Meo
Sacchetti sul pullman che portava il Banco all'hotel è stata
un po' il preludio a quella che
è stata davvero una trasferta
d'altri tempi. A parte la nevicata colossale e il tempo (freddo,
vento, ghiaccio) le cose da annotare sono state tante e hanno reso l'esperienza indimenticabile.
Music vintage. In Russia va
ancora la musica pop sttaniera degli anni 80, massimo 90.
Per esempio Words di F.R. David non si sentiva dai tempi
delle feste del liceo e Nathalie
Imbruglia sapeva già di moderno. Ma la parte più terribile era
quella italiana: passi Azzurro
di Adriano Celentano, tollerabili i Ricchi e Poveri, però il
martellamento coi brani di Pupo (soprattutto Gelato al cioccolato) è stato terribile.
Prezzi popolari. Il biglietto
più caro costava l'equivalente
di 9 euro, quello più economico circa 4. Poi si è scoperto il
perché: un lavoratore dipendente in una città come Novgorod (oltre un milione di abitanti) guadagna 600 euro al
mese (a Mosca invece il doppio) e fatica a chiudere il mese.
Un giocatore di basket invece,
foraggiato da qualche ricco
sponsor o un capriccioso milionario, invece arriva anche a
30-40mila euro mensili.
Il traffico. Il terrore dei cittadini di Novgorod. L'hotel della
Dinamo era a 5 km dal palazzetto ma ogni momento il cellulare del gm Federico Pasquini squillava: "C'è traffico, c'è
traffico, anticipate la partenza". Risultato: con il match
programmato alle 20, il gruppo era sul campo giàallel7,50.
Perché di ingorghi nemmeno
l'ombra e in 15' il pullman è
giunto a destinazione.
Micro-aeroporto. Un milione e 200mila abitanti, la sesta-settima città della Russia,
eppure l'aeroporto faceva
Un'azione offensiva di David Logan
sembrare una reggia quello di
Alghero. All'arrivo, addirittura, un unico nastro per il ritiro
bagagli in una struttura prefabbricata col fondo ancora in cemento. Meravigliosa la battuta
di Jack Devecchi: "L'aeroporto-container non l'avevo mai
visto".
Nostalgia canaglia. Allo scalo a Mosca Meo aveva gli occhi
lucidi, lui in quell'aeroporto
era stato nel 1980 ai tempi delle Olimpiadi russe nelle quali
l'Italia vinse un clamoroso argento eliminando in semifinale proprio i favoritissimi padroni di casa che, senza gli Usa,
"dovevano" vincere, «diciamo
che era un po' diverso» ha detto il coach della Dinamo. Molto diverso, c'è da aggiungere,
visto che dopo pochi minuti
su Facebook è comparsa la
battuta di Nunzia Serradimigni, anche lei presente a Mosca con la nazionale femniinile nel 1980: "C'è ancora puzza
di cipolla in quell'aeroporto?".
Eh, i tempi romantici del muro
di Berlino...(r.s.)