In Occidente… - Paleopatologia
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In Occidente… - Paleopatologia
In Occidente… A partire dalla fine del IV secolo con l’inizio del V secolo intorno alla metà del V secolo fase di declino dell’Impero invasioni di popolazioni barbariche i confini dell’impero erano limitati a: Italia, Dalmazia e Gallia settentrionale 476 caduta dell’Impero Romano d’Occidente Romolo Augustolo viene deposto da un sovrano barbaro, Odoacre Impero Romano d’Oriente periodo di prosperità Impero bizantino sopravvisse fino al 1453 quando Costantinopoli venne conquistata dagli Ottomani Istanbul L’Impero Romano d’Oriente all’inizio del VI secolo In Arabia… Dopo la morte di Maometto (570-632) presero il titolo di Califfi i successori del Profeta di Allah Nel 661 dinastia degli Omayyadi spostarono la capitale dalla Mecca a Damasco e governarono su Arabia, Iraq, Persia, Siria, Palestina, Egitto e buona parte dell’Africa settentrionale Nel 750 dinastia Abbaside fondazione di Baghdad, che divenne la nuova capitale del califfato, notevole fioritura delle arti e delle scienze Seconda metà del IX secolo lento ed alterno declino, ma crescita culturale Dopo le invasioni ad opera dei Mongoli, alla fine del XIII secolo, i Turchi, convertiti all’Islam, si insediarono stabilmente nel Vicino e Medio Oriente In Spagna… Fine VII – inizi VIII secolo i musulmani cominciarono ad effettuare incursioni nella Spagna visigota 711 732 l’esercito arabo-berbero passò lo stretto di Gibilterra e, conquistò le principali città iberiche fermati a Poitiers da Carlo Martello La Spagna, ad eccezione della regione più settentrionale, rimase sotto la dominazione musulmana per circa 7 secoli Al-Andalus 929 proclamato il Califfato di Cordoba La liberazione dalla dominazione araba avvenne con un processo durato cinque secoli e operato dai sovrani cattolici del nord “la reconquista” 1492 caduta dell’ultimo stato arabo (emiro di Granada) L'estensione dell'impero islamico alla morte del Profeta (632) e alla caduta degli Omayyadi (750) Il sapere… Dopo la caduta dell’Impero Romano trasmissione del sapere opera dei monaci trascrivevano i testi classici negli scriptoria il centro della cultura si trasferì in Oriente il patrimonio scientifico fino ad allora accumulato fu accolto e trasmesso dai dotti arabi Nel corso della loro espansione gli Arabi inglobarono fiorenti centri di cultura, fra cui Gundishapur in Persia con un grande ospedale, culla della medicina araba, e un’università dove, tra le altre discipline, si insegnava anche la medicina Califfato Omayyade (661-750) notevole espansione dei confini dell’impero opera di raccolta e di traduzione di testi greci Gli Arabi non attuarono la distruzione culturale dei popoli sottomessi ma inglobarono, integrandola con il proprio bagaglio, la scienza occidentale l’arabo, codificato da Maometto con il Corano lingua ufficiale della cultura Dinastia Abbaside (750-1258) i Califfi si dedicarono maggiormente alle scienze e alle arti, promuovendo centri di cultura, costruendo biblioteche, scuole e accademie, e facendo tradurre i testi classici anche in arabo Fioriscono città come Baghdad, Cordoba, Siviglia, Toledo e Murcia LA MEDICINA ARABA DELLE ORIGINI Prima dell’avvento di Maometto essenzialmente magica salute e malattia determinate dalla volontà di spiriti buoni o cattivi riti e pozioni, uso di alcune sostanze naturali (piante ed erbe), norme igieniche, riduzione delle fratture e cauterizzazione delle ferite col fuoco con Maometto (570 circa - 632), Allah divenne arbitro della salute e della malattia molte nozioni mediche (limitate a norme igienico-alimentari) vennero espresse nel Corano “Medicina del Profeta” - abluzioni con significato rituale e igienico - prescrizioni di carattere alimentare (proibizione di consumare alcuni cibi e bevande) e moderazione in ambito sessuale - rimedi: uso di miele, diversi alimenti e piante medicinali, applicazione del salasso e cauterizzazione con il fuoco Ancora nel VII secolo gli Arabi non possedevano una propria tradizione medica, ma a partire da questo periodo emerse una élite con interessi culturali e risorse economiche finanziamento di scuole e la raccolta e diffusione di libri Il patrimonio letterario del mondo classico era più facilmente accessibile in Egitto, Siria e in Iraq I Califfi accolsero presso le proprie corti medici di varie etnie e religioni IL PRIMO PERIODO tra il 750 e il 900 alla tradizione coranica si aggiunse la scienza medica di origine greca, oltre a quella di provenienza persiana e indiana Tra gli autori più tradotti Ippocrate e Galeno, ma anche Dioscoride, Rufo di Efeso, Oribasio, Paolo di Egina Una volta tradotto, questo materiale fu studiato e commentato base culturale per la formazione della medicina araba Le prime traduzioni dal greco al siriaco rudimentali, effettuate parola per parola passaggi oscuri se non incomprensibili, molte parole greche venivano traslitterate Gli stessi problemi si posero successivamente per le traduzioni dal greco all’arabo Un grande protagonista di quest’epoca di traduzioni Mesuè il Vecchio, o Giovanni Damasceno (Abū Zakariyā Yaḥyā ibn Māsawaih) (777-857), prolifico e attento traduttore, scrittore di libri di medicina e abile anatomista (dissezione sulle scimmie) Aforismi (an-Nawādir aṭ-ṭibbiyah), raccolta di consigli morali, di considerazioni filosofiche e di indicazioni mediche di carattere pratico Versione araba del De materia medica di Dioscoride Pedanio Allievo di Mesuè e altro grande traduttore Johannitius o Giovannizio (Ḥunayn ibn Isḥāq) (809-873) traduzione di quasi 130 testi di Galeno la tecnica di traduzione non parola per parola ma mirava a rendere il senso dell’originale collazionava più versioni di una stessa opera anche autore di scritti originali di medicina Isagoge, un compendio propedeutico di medicina, basato sulla dottrina galenica diventò una delle colonne portanti della scienza medica medievale Abū ‘l-Ḥasan ‘Alī ibn Sahl Rabbān, aṭ-Ṭabarī, medico cristiano originario di Merv (provincia persiana del Tabaristan) IX secolo fu maestro di Razhes scrisse uno dei più antichi compendi di medicina in lingua araba Kitāb Firdaws al-Ḥikmah (Paradiso della saggezza) opera enciclopedica che costituì il modello per le successive compilazioni mediche (il Canone di Avicenna) L'occhio secondo Ḥunayn ibn Isḥāq (manoscritto del XIII secolo conservato nella Dār al-Kutub del Cairo) Nel IX secolo la cultura araba giunse in Spagna (Califfato d’Occidente) Qui fu attivo il più grande alchimista arabo Geber (Ğābir Abū Mūsā Ğa‘far ibn Ḥayyān al-Kūfī) Mole enorme di scritti Raccolta giabiriana A lui risale il concetto di pietra filosofale L'alchimia, pur divenendo con il tempo oggetto di superstizioni e false credenze, ebbe il merito di aver ideato metodi che divennero comuni in chimica e di aver ottenuto sostanze prima sconosciute Geber. Codici Ashburnhamiani (s. XV), Biblioteca Medicea Laurenziana, Florencia A Geber si deve - la descrizione di alcuni procedimenti chimici (soluzione, cristallizzazione, calcinazione, riduzione) - riuscì ad ottenere diverse sostanze (acido solforico, l'acido nitrico e l'acqua regia) - ideò molti strumenti di laboratorio IL SECONDO PERIODO dal X al XIII secolo affermarsi di importanti personalità in ambito medico profonda influenza anche sul mondo Occidentale Recepirono in maniera feconda la tradizione greca, apportando contributi personali ed originali, ed arrivando in alcuni casi ad una critica delle autorità allora riconosciute (Galeno) Razhes o Rasis (Abū Bakr Muḥammad ibn Zakariyā ar-Rāzï) (864-930 circa) dette contributi nel campo della medicina, della chimica e della filosofia soprannominato il “secondo Galeno”, per aver assorbito, senza snaturarlo, il pensiero galenico si dedicò allo studio della medicina nella scuola di Baghdad, dove poi diresse l'ospedale Fu scrittore prolifico più di cento trattati uno dei più noti è il Liber medicinalis Almansoris (Kitāb aṭ-Ṭibb al-Manṣūrī) breve trattato di medicina, attinse da varie fonti, dimostra una certa originalità ed autonomia commento personale IX libro di questa opera patologia speciale, con la descrizione delle diverse malattie dalla testa ai piedi, costituì un testo fondamentale di medicina fino all'epoca rinascimentale stampato in traduzione latina nel 1489 Liber de pestilentia (Kitāb al ğadarï wa 'lḥaṣbah) primo studio organico sulle malattie infettive, descrive per la prima volta il vaiolo, distinguendolo dalla varicella Ma l'opera più nota Liber continens (Kitāb al-Ḥāwï fï 'ṭ-Ṭibb) noto solo dalle traduzioni (originale arabo perduto) compendio di medicina che tratta di tutte le malattie del corpo, descritte dalla testa ai piedi debito nei confronti della tradizione greca e anche indiana, ma riporta anche le proprie osservazioni personali, principalmente nell'ambito della terapeutica, dove introduce nuovi farmaci tradotto per la prima volta in latino alla fine del XIII secolo in Sicilia, su richiesta di Carlo I d'Angiò poi oggetto di svariate traduzioni in occidente. Edizione a stampa del Liber Continens di Razhes Avicenna (Abū ‘alī al-Ḥusain ibn ‘Abdallah ibn Sīnā) fu, oltre che medico, anche filosofo, matematico e fisico nato nel 980 a Balkh (attuale Afghanistan) da una famiglia di alti funzionari, si trasferì poi a Buchara, importante centro commerciale e culturale. bambino prodigio a 10 anni conosceva a memoria tutto il Corano A partire da 16 anni di età incominciò ad interessarsi alla medicina, divenendo in pochi anni uno stimato medico peregrinò per diverse città dell'Iran, divenne medico personale dell'emiro di Hamadan, poi di Isfahan Morì nel 1037 di ritorno ad Hamadan Il corpus di opere scritte da Avicenna era molto vasto in gran parte perduto L'opera più conosciuta è Canone della medicina (Kitāb al-Qānūm fī aṭ-Ṭibb) ordinò sistematicamente tutte le conoscenze di medicina del tempo suddiviso in cinque libri: 1 medicina teorica, 2 medicamenti semplici, 3 malattie a partire dalla testa ai piedi e relative terapie, 4 delle malattie generali, 5 trattato di farmacologia, che divenne un testo classico seguito fino al Rinascimento Vi si ritrovano tutte le dottrine mediche dei classici greci limiti soprattutto nel campo dell'anatomia non praticò mai la dissezione dei cadaveri, proibita dalla tradizione Frontespizio del Liber Canonis di Avicenna (Venetiis: apud Iuntas, 1544) Il merito del Canone non tanto negli apporti originali, ma aver concepito la medicina come una scienza razionale e scientifica a cui vanno applicati i principi della logica nonostante mancanza di originalità e il dogmatismo -precisione delle descrizioni cliniche - validità delle indicazioni terapeutiche - suggestione dello stile il Canone divenne un testo fondamentale per molti secoli, adottato dalle Università tradotto per la prima volta in latino da Gerardo da Cremona (seconda metà del XII secolo) enorme diffusione grazie anche all’invenzione della stampa Tavole dal Canone illustranti manovre ortopediche Il sistema nervoso (sinistra) e l’apparato scheletrico dal Canone di Avicenna ‘Alī ‘Abbās (‘Alī ibn al-‘Abbās Al-Māğūsī) pieno X secolo autore di un’opera medica compilativa intitolata Libro completo dell’arte medica (Al-Kāmil fī aṣ-Ṣinā‘ah aṭ-Tibbiyah), detto anche Liber regius (Kitāb al-Malīkī) diffusione inferiore al Canone di Avicenna ma rappresenta l’opera enciclopedica più sistematica e più chiara della medicina araba Suddiviso in 20 “discorsi” i primi 10 trattano della teoria e gli altri 10 della affronta i più diversi aspetti della medicina, con pratica medica interessanti osservazioni cliniche opera essenzialmente pratica, più esauriente del testo di Razhes e molto ben organizzata può essere considerata inferiore solo al Canone di Avicenna tradotto parzialmente in latino nell’XI secolo ad opera di Costantino l’Africano con il titolo di Liber Pantegni adottato dalla Scuola medica di Salerno Pagine del Liber regius Albucasis (Abū ’l-Qāsim Ḫalaf ibn ‘Abbās az-Zahrāwī) uno dei medici arabi più notevoli della Spagna musulmana tra la seconda metà del X e l’inizio dell’XI secolo notizie biografiche scarse autore di un’opera medica a carattere enciclopedico suddivisa in 30 libri, intitolata Kitāb at-Taṣrīf li-man ‘ağiza ‘an at-ta’līf tratta di svariati argomenti (ostetricia, oculistica, farmacologia, dietetica e clinica medica) Ma la parte più notevole 30° libro vero e proprio manuale di chirurgia contributo altamente originale Copia latina della Chirurgia di Albucasis con la raffigurazione di strumenti chirurgici ed odontoiatrici (XVI secolo) La Chirurgia di Albucasis suddivisa in tre parti: - 1 si descrive l’utilizzo della cauterizzazione - 2 dedicata alle operazioni chirurgiche su vari organi e strutture, all’utilizzo di medicamenti e agli interventi di ostetricia descritti anche interventi molto rischiosi (tracheotomia e svuotamento dell’idrocefalo). Degna di nota è la parte relativa alle ferite (estrazione delle frecce) in questo trattato illustra per la prima volta gli strumenti chirurgici in uso al suo tempo, attraverso una serie di disegni molto accurati - 3 tratta di fratture e lussazioni (riduzione e immobilizzazione) • elevato senso critico • accuratezza nella descrizione delle procedure adottate • precisione nelle osservazioni Di ogni operazione viene descritta non solo la procedura, ma anche il trattamento post-operatorio Il merito di Albucasis conferire alla chirurgia una nuova dignità di scienza basata sulla razionalità, e affrancare questa disciplina dal rango di branca della medicina divenuta appannaggio di ciarlatani e praticoni ampia circolazione in Occidente grazie alla traduzione in latino effettuata nella seconda metà del XII secolo da Gerardo da Cremona Manoscritto latino della Chirurgia di Albucasis Copia marocchina della Chirurgia di Albucasis, con l’illustrazione di vari strumenti chirurgici IL TERZO PERIODO Il terzo periodo si conclude con l’arrivo dei Mongoli nel Califfato d’Oriente e con l’avanzata cristiana nel califfato d’Occidente non corrisponde ad un pari declino anche nell’ambito della scienza medica Mongoli vera e propria distruzione dell’elemento culturale arabo incontrato sulla loro strada Cristiani salvaguardarono e acquisirono in gran parte il patrimonio culturale islamico L’impero mongolo tra il 1206 e il 1294 Avenzoar (Abū Marawān ‘Abd ’l-Malik ibn Abū ’l-‘Alā’) Nato a Siviglia nel 1090 vasta fama sia in Spagna che in Africa settentrionale autore di diverse opere di medicina la principale è L’assistenza (Kitāb atTaysīr fī ’l-Mudawāt wa’-t-tadbīr, detta anche at-Taysīr) descrizione di alcune malattie come quelle dell’utero, il cancro dello stomaco e la pericardite; preconizzò il metodo dell’intubazione per alimentare artificialmente i malati che non possono deglutire si dedicò allo studio della farmacologia e alla preparazione dei medicamenti figura di grande autorevolezza ampia influenza sulla medicina occidentale Averroè (Abū ’l-Walīd Muḥammad ibn Aḥmad ibn Muḥammad ibn Rušd) nato a Cordoba nel 1126 da una famiglia di importanti giuristi diventò tra l’altro uno dei più importanti commentatori di Aristotele, ma si occupò anche di medicina si spostò spesso tra Cordoba, Siviglia e Marrakhesh, dove morì nel 1198 importante opera di medicina Regole generali di medicina, tradotto come Colliget, in 7 libri (Kitāb al-Kulliyyāt fī ’ṭ-Ṭibb) saggio di epistemologia medica che doveva integrarsi con l’opera di Avenzoar (dedicata alle singole malattie) valida alternativa al Canone la medicina va collocata in un quadro più ampio il medico deve conoscere anche altre branche della scienza la medicina dovesse essere intesa come scienza per quanto riguarda la parte teorica, che può essere insegnata, mentre è da considerarsi un’arte nella parte pratica, che invece può essere appresa solo attraverso una lunga esperienza Il Colliget fu tradotto a Padova da Bonacasa nel 1255 e fu poi stampato a Venezia nel 1482 Maimonide (Abū ‘Imrān Mūsā ben Maymūn ibn ‘Abd Allah) nato a Cordoba nel 1135 da una famiglia di ebrei persecuzione degli Almohadi si spostò nella Spagna cristiana, poi in Marocco, Siria, Palestina, e infine arrivò in Egitto due sventure: la morte del padre e il naufragio del fratello, che recava con sé i beni di famiglia Per poter sopravvivere decise di dedicarsi alla medicina, diventando presto famoso medico del Sultano Morì dopo varie malattie nel 1204, molto apprezzato dai contemporanei Scrisse diverse opere, ma la più importante Aforismi (Fusul Musa) serie di sentenze mediche di importanti autori (Ippocrate e Galeno, ma anche medici arabi), a cui aggiunge un proprio commento personale adottati come testo di studio presso l’Università di Bologna, dove vennero stampati nel 1489 ultima figura di rilievo nella medicina araba del Califfato d’Occidente poco dopo la sua morte infatti gli Arabi cominciarono ad essere cacciati dalla Spagna GLI OSPEDALI Ereditati dal mondo bizantino (xenodochi) ospizi per pellegrini che all’occorrenza diventavano luoghi di cura in ambito arabo divennero dei veri e propri ospedali bimāristān (dal persiano bimar “malato” e stan “luogo”) o māristān - funzione ampia non solo ricovero e assistenza per i malati, ma anche per i convalescenti, i malati di mente, gli anziani - importanti centri di insegnamento della medicina Uno dei primi ospedali a Baghdad seconda metà dell’VIII secolo Poi anche a Damasco, Gerusalemme ed Aleppo L’ospedale più noto del mondo islamico fu il Grande Ospedale al-Mansuri del Cairo, fatto costruire dall’omonimo sultano nel 1284 Dotato di un’organizzazione perfetta vi si curava ogni genere di malattia reparti diversi riservati a determinate patologie, aperto a ricchi e poveri separazione tra uomini e donne dotato di una ricca biblioteca e di aule per l’insegnamento della medicina rappresenta uno dei primi esempi di ospedali comprendenti anche una Scuola Medica La tradizione degli ospedali venne ereditata anche dal Califfato d’Occidente Cauterizzazione di una verruca sotto il piede… …e delle lesioni della lebbra da un manoscritto turco RITORNO IN OCCIDENTE Califfato d’Oriente l’invasione dei Mongoli comportò la messa a ferro e fuoco di Baghdad e la distruzione dell’ospedale e della sua grande biblioteca. Califfato d’Occidente la cultura islamica non andò perduta, ma venne assorbita dai vincitori a partire dall’XI secolo sono i testi degli autori arabi ad essere tradotti nella lingua della cultura e della scienza occidentali, il latino dapprima traduzioni parola per parola, tuttavia molto spesso il risultato non era soddisfacente, con passaggi di difficile comprensione La difficoltà consisteva nel trovare traduttori che conoscessero bene sia il latino che l’arabo passaggi intermedi, dapprima il testo arabo veniva tradotto in volgare, catalano o provenzale, e successivamente in latino In un secondo momento traduzione più libera difficoltà notevoli resa dei termini che non avevano un corrispettivo in latino, errata lettura dovuta alla grafia poco chiara dell’originale o scarsa preparazione linguistica del traduttore Testi con errori, omissioni e sviste Università di Bologna. Pietro da Montagnana riceve i malati. Alle sue spalle si vedono i libri della sua biblioteca, che comprendono, oltre ai classici greci e latini, molti autori arabi, tra cui Avicenna, ‘Alī ‘Abbās, Razhes, Mesuè e Averroè. Fasciculus medicinae di J. de Ketham, Venice: Joannes et Gregorius e Gregoriis, 1495 Costantino l’Africano nato a Cartagine intorno al 1015; dopo una serie di viaggi giunse in Italia, dove fu accolto a Salerno presso la corte di Roberto il Guiscardo, poi entrò nell’ordine benedettino, ritirandosi nell’Abbazia di Montecassino, dove morì nel 1087 Tradusse un grande numero di opere e introdusse la medicina araba nella Scuola medica salernitana Opera assai criticata, perché in alcuni casi omise l’indicazione dell’autore accusa di plagio, e poi perché talvolta sembra non abbia seguito alcun criterio nella selezione dei testi da tradurre Tuttavia mise a disposizione degli studiosi materiale prezioso favorì fioritura della scienza medica che iniziò con la scuola di Salerno consentì all’Occidente cristiano di riscoprire alcuni testi classici e di apprezzare i progressi della medicina araba Costantino l’Africano pratica l’uroscopia da una miniatura medievale Gerardo o Gherardo da Cremona (1114-1187) a Toledo apprese l’arabo e si dedicò alla traduzione di opere scientifiche dall’arabo in latino molte di medicina - cercò di mantenersi sempre aderente all’originale - molti termini medici derivanti dall’arabo vennero acquisiti nel vocabolario occidentale Le traduzioni dall’arabo continuarono almeno fino alla fine del XIV secolo grande influenza sulla medicina successiva SINTESI SULLA MEDICINA ARABA Primo periodo della medicina araba (750 - 900) alla tradizione coranica con i suoi precetti igienico-sanitari si aggiunse la scienza medica di origine greca con una vasta opera di traduzioni. Tra gli autori più tradotti conseguenze di lunga durata Ippocrate e Galeno la scelta ebbe Una volta tradotto, questo materiale veniva studiato e commentato per la formazione della medicina araba testi vennero salvati dall’oblio passando all’arabo la base Secondo periodo ( X al XIII secolo) affermarsi di importanti personalità in ambito medico profonda influenza anche nel mondo Occidentale. Questi autori si distinsero per aver recepito in maniera feconda la tradizione greca apportando contributi personali ed originali, ed arrivando in alcuni casi ad una critica delle autorità allora riconosciute, come Galeno. Razhes (864-930 circa) detto il “secondo Galeno” Liber continens Avicenna (980-1037) ordina sistematicamente tutte le conoscenze di medicina del tempo Canone della medicina Albucasis (X-XI secolo) Spagna musulmana Chirurgia Il terzo periodo della medicina araba, che si concluse con l’arrivo dei Mongoli nel Califfato d’Oriente e con l’avanzata cristiana nel califfato d’Occidente Avenzoar (1090-1162) De rectificatione et facilitazione medicationis et regiminis dedicata alle singole malattie Averroè (1126-1198) Colliget saggio di epistemologia medica Con la fine del Califfato d’Occidente la cultura islamica non andò perduta, ma venne assorbita dai vincitori, che restituirono così all’Europa il patrimonio scientifico medico. A partire dall’XI secolo sono i testi degli autori arabi ad essere tradotti nella lingua della cultura e della scienza occidentali, il latino. Costantino Africano (1015-1087) Salerno Gerardo o Gherardo da Cremona (1114-1187) Toledo In conclusione la medicina araba dette un notevole contributo in diverse aree della scienza medica - oftalmologia, grazie a nuove conoscenze sull’occhio, la visione e l’ottica in generale - farmacologia, con la miriade di nuove sostanze vegetali, animali e minerali che introdusse nella materia medica - chirurgia, sviluppando nuovi procedimenti chirurgici e introducendo strumenti di nuova concezione Ma l’apporto più notevole opera di sistematizzazione delle conoscenze acquisite fino ad allora produzione di testi enciclopedici recupero di questo sapere, ereditato dal mondo classico, successivamente ritrasmesso al mondo occidentale Dall’Africa settentrionale e dai centri spagnoli la mole di testi prodotta passò in Francia e poi in Italia Le basi per la rinascita della medicina in epoca medievale e rinascimentale erano pronte…