In Occidente… - Paleopatologia

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In Occidente… - Paleopatologia
In Occidente…
A partire dalla fine del IV secolo
con l’inizio del V secolo
intorno alla metà del V secolo
fase di declino dell’Impero
invasioni di popolazioni barbariche
i confini dell’impero erano limitati a:
Italia, Dalmazia e Gallia settentrionale
476
caduta dell’Impero Romano d’Occidente
Romolo Augustolo viene deposto da un sovrano barbaro, Odoacre
Impero Romano d’Oriente
periodo di prosperità
Impero bizantino
sopravvisse fino al 1453
quando Costantinopoli venne conquistata dagli Ottomani
Istanbul
L’Impero Romano d’Oriente all’inizio del VI secolo
In Arabia…
Dopo la morte di Maometto (570-632)
presero il titolo di Califfi
i successori del Profeta di Allah
Nel 661 dinastia degli Omayyadi
spostarono la capitale dalla Mecca a
Damasco e governarono su Arabia, Iraq, Persia, Siria, Palestina, Egitto e buona
parte dell’Africa settentrionale
Nel 750 dinastia Abbaside
fondazione di Baghdad, che divenne la nuova
capitale del califfato, notevole fioritura delle arti e delle scienze
Seconda metà del IX secolo
lento ed alterno declino, ma crescita culturale
Dopo le invasioni ad opera dei Mongoli, alla fine del XIII secolo, i Turchi,
convertiti all’Islam, si insediarono stabilmente nel Vicino e Medio Oriente
In Spagna…
Fine VII – inizi VIII secolo
i musulmani cominciarono ad effettuare
incursioni nella Spagna visigota
711
732
l’esercito arabo-berbero passò lo stretto di Gibilterra e,
conquistò le principali città iberiche
fermati a Poitiers da Carlo Martello
La Spagna, ad eccezione della regione più settentrionale, rimase sotto la
dominazione musulmana per circa 7 secoli
Al-Andalus
929
proclamato il Califfato di Cordoba
La liberazione dalla dominazione araba avvenne con un processo durato
cinque secoli e operato dai sovrani cattolici del nord
“la reconquista”
1492
caduta dell’ultimo stato arabo (emiro di Granada)
L'estensione dell'impero islamico alla morte del Profeta (632) e
alla caduta degli Omayyadi (750)
Il sapere…
Dopo la caduta dell’Impero Romano
trasmissione del sapere
opera dei
monaci
trascrivevano i testi classici negli scriptoria
il centro della cultura si trasferì in Oriente
il patrimonio scientifico fino ad
allora accumulato fu accolto e trasmesso dai dotti arabi
Nel corso della loro espansione gli Arabi inglobarono fiorenti centri di cultura, fra cui
Gundishapur in Persia
con un grande ospedale, culla della medicina araba,
e un’università dove, tra le altre discipline, si insegnava anche la medicina
Califfato Omayyade (661-750)
notevole espansione dei confini dell’impero
opera di raccolta e di traduzione di testi greci
Gli Arabi non attuarono la distruzione culturale dei popoli sottomessi ma
inglobarono, integrandola con il proprio bagaglio, la scienza occidentale
l’arabo, codificato da Maometto con il Corano
lingua ufficiale della cultura
Dinastia Abbaside (750-1258)
i Califfi si dedicarono maggiormente alle
scienze e alle arti, promuovendo centri di cultura, costruendo biblioteche, scuole e
accademie, e facendo tradurre i testi classici anche in arabo
Fioriscono città come Baghdad, Cordoba, Siviglia, Toledo e Murcia
LA MEDICINA ARABA DELLE ORIGINI
Prima dell’avvento di Maometto
essenzialmente magica
salute e malattia determinate dalla volontà di spiriti buoni o cattivi riti e pozioni,
uso di alcune sostanze naturali (piante ed erbe), norme igieniche, riduzione delle
fratture e cauterizzazione delle ferite col fuoco
con Maometto (570 circa - 632), Allah divenne arbitro della salute e della malattia
molte nozioni mediche (limitate a norme igienico-alimentari) vennero espresse
nel Corano
“Medicina del Profeta”
- abluzioni con significato rituale e igienico
- prescrizioni di carattere alimentare (proibizione di consumare alcuni cibi e
bevande) e moderazione in ambito sessuale
- rimedi: uso di miele, diversi alimenti e piante medicinali, applicazione del
salasso e cauterizzazione con il fuoco
Ancora nel VII secolo gli Arabi non possedevano una propria tradizione medica,
ma a partire da questo periodo emerse una élite con interessi culturali e risorse
economiche
finanziamento di scuole e la raccolta e diffusione di libri
Il patrimonio letterario del mondo classico era più facilmente accessibile in Egitto,
Siria e in Iraq
I Califfi accolsero presso le proprie corti medici di varie etnie e religioni
IL PRIMO PERIODO
tra il 750 e il 900
alla tradizione coranica si aggiunse la scienza medica
di origine greca, oltre a quella di provenienza persiana e indiana
Tra gli autori più tradotti
Ippocrate e Galeno, ma anche Dioscoride, Rufo di
Efeso, Oribasio, Paolo di Egina
Una volta tradotto, questo materiale fu studiato e commentato
base
culturale per la formazione della medicina araba
Le prime traduzioni
dal greco al siriaco
rudimentali, effettuate
parola per parola
passaggi oscuri se non incomprensibili, molte parole
greche venivano traslitterate
Gli stessi problemi si posero successivamente per le traduzioni dal greco
all’arabo
Un grande protagonista di quest’epoca di traduzioni
Mesuè il Vecchio, o Giovanni Damasceno (Abū Zakariyā Yaḥyā ibn Māsawaih)
(777-857), prolifico e attento traduttore, scrittore di libri di medicina e abile
anatomista (dissezione sulle scimmie)
Aforismi (an-Nawādir aṭ-ṭibbiyah),
raccolta di consigli morali, di considerazioni filosofiche e di indicazioni mediche di
carattere pratico
Versione araba del De materia
medica di Dioscoride Pedanio
Allievo di Mesuè e altro grande traduttore Johannitius o Giovannizio (Ḥunayn ibn
Isḥāq) (809-873)
traduzione di quasi 130 testi di Galeno
la tecnica di traduzione
non parola per parola
ma mirava a rendere il
senso dell’originale
collazionava più versioni di una stessa opera
anche autore di scritti originali di medicina
Isagoge, un compendio
propedeutico di medicina, basato sulla dottrina galenica
diventò una delle
colonne portanti della scienza medica medievale
Abū ‘l-Ḥasan ‘Alī ibn Sahl Rabbān, aṭ-Ṭabarī,
medico cristiano originario di Merv (provincia
persiana del Tabaristan) IX secolo
fu
maestro di Razhes
scrisse uno dei più antichi compendi di
medicina in lingua araba
Kitāb Firdaws
al-Ḥikmah (Paradiso della saggezza)
opera enciclopedica che costituì il modello per
le successive compilazioni mediche (il Canone
di Avicenna)
L'occhio secondo Ḥunayn ibn Isḥāq
(manoscritto del XIII secolo conservato nella Dār al-Kutub del Cairo)
Nel IX secolo la cultura araba giunse in
Spagna (Califfato d’Occidente)
Qui fu attivo il più grande alchimista arabo
Geber (Ğābir Abū Mūsā Ğa‘far ibn
Ḥayyān al-Kūfī)
Mole enorme di scritti
Raccolta
giabiriana
A lui risale il concetto di pietra filosofale
L'alchimia, pur divenendo con il tempo
oggetto di superstizioni e false credenze,
ebbe il merito di aver ideato metodi che
divennero comuni in chimica e di aver
ottenuto sostanze prima sconosciute
Geber. Codici Ashburnhamiani (s. XV),
Biblioteca Medicea Laurenziana,
Florencia
A Geber si deve
- la descrizione di alcuni procedimenti
chimici (soluzione, cristallizzazione,
calcinazione, riduzione)
- riuscì ad ottenere diverse sostanze
(acido solforico, l'acido nitrico e l'acqua
regia)
- ideò molti strumenti di laboratorio
IL SECONDO PERIODO
dal X al XIII secolo
affermarsi di importanti personalità in ambito medico
profonda influenza
anche sul mondo Occidentale
Recepirono in maniera feconda la tradizione greca, apportando contributi
personali ed originali, ed arrivando in alcuni casi ad una critica delle autorità
allora riconosciute (Galeno)
Razhes o Rasis (Abū Bakr Muḥammad ibn Zakariyā ar-Rāzï) (864-930 circa)
dette contributi nel campo della medicina, della chimica e della filosofia
soprannominato il “secondo Galeno”, per aver assorbito, senza snaturarlo, il
pensiero galenico
si dedicò allo studio della medicina nella scuola di Baghdad, dove poi diresse
l'ospedale
Fu scrittore prolifico
più di cento trattati
uno dei più noti è il Liber medicinalis Almansoris (Kitāb aṭ-Ṭibb al-Manṣūrī)
breve trattato di medicina, attinse da varie fonti, dimostra una certa originalità
ed autonomia
commento personale
IX libro di questa opera
patologia speciale, con la descrizione delle
diverse malattie dalla testa ai piedi, costituì un testo fondamentale di medicina
fino all'epoca rinascimentale
stampato in traduzione latina nel 1489
Liber de pestilentia (Kitāb al ğadarï wa 'lḥaṣbah)
primo studio organico
sulle malattie infettive, descrive per la
prima volta il vaiolo, distinguendolo dalla
varicella
Ma l'opera più nota Liber continens (Kitāb
al-Ḥāwï fï 'ṭ-Ṭibb) noto solo dalle
traduzioni (originale arabo perduto)
compendio di medicina che tratta di tutte
le malattie del corpo, descritte dalla testa
ai piedi
debito nei confronti della tradizione greca
e anche indiana, ma riporta anche le
proprie osservazioni personali,
principalmente nell'ambito della
terapeutica, dove introduce nuovi farmaci
tradotto per la prima volta in latino alla
fine del XIII secolo in Sicilia, su richiesta
di Carlo I d'Angiò
poi oggetto di
svariate traduzioni in occidente.
Edizione a stampa del Liber
Continens di Razhes
Avicenna (Abū ‘alī al-Ḥusain ibn ‘Abdallah ibn Sīnā)
fu, oltre che medico, anche filosofo, matematico e fisico
nato nel 980 a Balkh (attuale Afghanistan) da una famiglia di alti funzionari, si
trasferì poi a Buchara, importante centro commerciale e culturale.
bambino prodigio
a 10 anni conosceva a memoria tutto il Corano
A partire da 16 anni di età incominciò ad
interessarsi alla medicina, divenendo in pochi
anni uno stimato medico
peregrinò per diverse città dell'Iran, divenne
medico personale dell'emiro di Hamadan, poi
di Isfahan
Morì nel 1037 di ritorno ad Hamadan
Il corpus di opere scritte da Avicenna era
molto vasto
in gran parte perduto
L'opera più conosciuta è
Canone della medicina (Kitāb al-Qānūm
fī aṭ-Ṭibb)
ordinò sistematicamente tutte le
conoscenze di medicina del tempo
suddiviso in cinque libri:
1 medicina teorica, 2 medicamenti
semplici, 3 malattie a partire dalla testa
ai piedi e relative terapie, 4 delle
malattie generali, 5 trattato di
farmacologia, che divenne un testo
classico seguito fino al Rinascimento
Vi si ritrovano tutte le dottrine mediche
dei classici greci
limiti soprattutto nel campo dell'anatomia
non praticò mai la dissezione
dei cadaveri, proibita dalla tradizione
Frontespizio del Liber Canonis di
Avicenna (Venetiis: apud Iuntas,
1544)
Il merito del Canone
non tanto
negli apporti originali, ma aver
concepito la medicina come una
scienza razionale e scientifica a cui
vanno applicati i principi della logica
nonostante mancanza di originalità e il
dogmatismo
-precisione delle descrizioni cliniche
- validità delle indicazioni terapeutiche
- suggestione dello stile
il Canone divenne un testo
fondamentale per molti secoli,
adottato dalle Università
tradotto per la prima volta in latino da
Gerardo da Cremona (seconda metà
del XII secolo)
enorme diffusione grazie anche
all’invenzione della stampa
Tavole dal Canone illustranti manovre ortopediche
Il sistema nervoso (sinistra) e l’apparato scheletrico dal Canone di Avicenna
‘Alī ‘Abbās (‘Alī ibn al-‘Abbās Al-Māğūsī)
pieno X secolo
autore di un’opera medica compilativa intitolata Libro completo dell’arte medica
(Al-Kāmil fī aṣ-Ṣinā‘ah aṭ-Tibbiyah), detto anche Liber regius (Kitāb al-Malīkī)
diffusione inferiore al Canone di Avicenna
ma rappresenta l’opera
enciclopedica più sistematica e più chiara della medicina araba
Suddiviso in 20 “discorsi”
i primi 10 trattano della teoria e gli altri 10 della
affronta i più diversi aspetti della medicina, con
pratica medica
interessanti osservazioni cliniche
opera essenzialmente pratica, più
esauriente del testo di Razhes e molto
ben organizzata
può essere considerata inferiore solo al
Canone di Avicenna
tradotto parzialmente in latino nell’XI
secolo ad opera di Costantino l’Africano
con il titolo di Liber Pantegni
adottato dalla Scuola medica di Salerno
Pagine del Liber regius
Albucasis (Abū ’l-Qāsim Ḫalaf ibn ‘Abbās az-Zahrāwī)
uno dei medici arabi più notevoli della Spagna musulmana
tra la seconda metà del X e l’inizio dell’XI secolo
notizie biografiche scarse
autore di un’opera medica a carattere enciclopedico suddivisa in 30 libri,
intitolata Kitāb at-Taṣrīf li-man ‘ağiza ‘an at-ta’līf
tratta di svariati argomenti
(ostetricia, oculistica, farmacologia, dietetica e clinica medica)
Ma la parte più notevole
30° libro
vero e proprio manuale di
chirurgia
contributo altamente originale
Copia latina della Chirurgia di Albucasis
con la raffigurazione di strumenti chirurgici
ed odontoiatrici (XVI secolo)
La Chirurgia di Albucasis suddivisa in tre parti:
- 1 si descrive l’utilizzo della cauterizzazione
- 2 dedicata alle operazioni chirurgiche su vari organi e strutture, all’utilizzo
di medicamenti e agli interventi di ostetricia
descritti anche interventi
molto rischiosi (tracheotomia e svuotamento dell’idrocefalo). Degna di nota è
la parte relativa alle ferite (estrazione delle frecce)
in questo trattato illustra per la prima volta gli strumenti chirurgici in uso al suo
tempo, attraverso una serie di disegni molto accurati
- 3 tratta di fratture e lussazioni
(riduzione e immobilizzazione)
• elevato senso critico
• accuratezza nella descrizione delle procedure adottate
• precisione nelle osservazioni
Di ogni operazione viene descritta non solo la procedura, ma anche il
trattamento post-operatorio
Il merito di Albucasis
conferire alla chirurgia una nuova dignità di
scienza basata sulla razionalità, e affrancare questa disciplina dal rango di
branca della medicina divenuta appannaggio di ciarlatani e praticoni
ampia circolazione in Occidente grazie alla traduzione in latino effettuata nella
seconda metà del XII secolo da Gerardo da Cremona
Manoscritto latino della Chirurgia di
Albucasis
Copia marocchina della Chirurgia di Albucasis, con
l’illustrazione di vari strumenti chirurgici
IL TERZO PERIODO
Il terzo periodo si conclude con l’arrivo dei Mongoli nel Califfato d’Oriente e con
l’avanzata cristiana nel califfato d’Occidente
non corrisponde ad un pari declino anche nell’ambito della scienza medica
Mongoli
vera e propria distruzione dell’elemento culturale arabo incontrato
sulla loro strada
Cristiani
salvaguardarono e acquisirono in gran parte il patrimonio culturale
islamico
L’impero mongolo tra il 1206
e il 1294
Avenzoar (Abū Marawān ‘Abd ’l-Malik ibn Abū ’l-‘Alā’)
Nato a Siviglia nel 1090 vasta fama sia in Spagna che in Africa settentrionale
autore di diverse opere di medicina
la principale è L’assistenza (Kitāb atTaysīr fī ’l-Mudawāt wa’-t-tadbīr, detta anche at-Taysīr)
descrizione di alcune malattie come quelle dell’utero, il cancro dello stomaco e
la pericardite; preconizzò il metodo dell’intubazione per alimentare
artificialmente i malati che non possono deglutire
si dedicò allo studio della farmacologia e alla preparazione dei medicamenti
figura di grande autorevolezza
ampia influenza sulla medicina occidentale
Averroè (Abū ’l-Walīd Muḥammad ibn Aḥmad ibn Muḥammad ibn Rušd)
nato a Cordoba nel 1126 da una famiglia di importanti giuristi
diventò tra l’altro uno dei più importanti commentatori di Aristotele, ma si occupò
anche di medicina
si spostò spesso tra Cordoba, Siviglia e Marrakhesh, dove morì nel 1198
importante opera di medicina
Regole generali di medicina, tradotto come
Colliget, in 7 libri (Kitāb al-Kulliyyāt fī ’ṭ-Ṭibb)
saggio di epistemologia medica che doveva integrarsi con l’opera di Avenzoar
(dedicata alle singole malattie)
valida alternativa al Canone
la medicina va collocata in un quadro più ampio
il medico deve conoscere
anche altre branche della scienza
la medicina dovesse essere intesa come scienza per quanto riguarda la parte
teorica, che può essere insegnata, mentre è da considerarsi un’arte nella parte
pratica, che invece può essere appresa solo attraverso una lunga esperienza
Il Colliget fu tradotto a Padova da Bonacasa nel 1255 e fu poi stampato a Venezia
nel 1482
Maimonide (Abū ‘Imrān Mūsā ben Maymūn ibn ‘Abd
Allah)
nato a Cordoba nel 1135 da una famiglia di ebrei
persecuzione degli Almohadi
si spostò nella Spagna
cristiana, poi in Marocco, Siria, Palestina, e infine arrivò in
Egitto
due sventure: la morte del padre e il
naufragio del fratello, che recava con sé i beni di famiglia
Per poter sopravvivere decise di dedicarsi alla medicina,
diventando presto famoso medico del Sultano
Morì dopo varie malattie nel 1204, molto apprezzato dai
contemporanei
Scrisse diverse opere, ma la più importante Aforismi
(Fusul Musa)
serie di sentenze mediche di
importanti autori (Ippocrate e Galeno, ma anche medici
arabi), a cui aggiunge un proprio commento personale
adottati come testo di studio presso l’Università di
Bologna, dove vennero stampati nel 1489
ultima figura di rilievo nella medicina araba del Califfato
d’Occidente
poco dopo la sua morte infatti gli
Arabi cominciarono ad essere cacciati dalla Spagna
GLI OSPEDALI
Ereditati dal mondo bizantino (xenodochi)
ospizi per pellegrini che
all’occorrenza diventavano luoghi di cura
in ambito arabo divennero dei veri e propri ospedali
bimāristān (dal persiano
bimar “malato” e stan “luogo”) o māristān
- funzione ampia non solo ricovero e assistenza per i malati, ma anche per i
convalescenti, i malati di mente, gli anziani
- importanti centri di insegnamento della medicina
Uno dei primi ospedali
a Baghdad
seconda metà dell’VIII secolo
Poi anche a Damasco, Gerusalemme ed Aleppo
L’ospedale più noto del mondo islamico fu il Grande Ospedale al-Mansuri del Cairo,
fatto costruire dall’omonimo sultano nel 1284
Dotato di un’organizzazione perfetta
vi si curava ogni genere di malattia
reparti diversi riservati a determinate patologie, aperto a ricchi e poveri
separazione tra uomini e donne
dotato di una ricca biblioteca e di aule per
l’insegnamento della medicina
rappresenta uno dei primi esempi di
ospedali comprendenti anche una Scuola Medica
La tradizione degli ospedali venne ereditata anche dal Califfato d’Occidente
Cauterizzazione di una
verruca sotto il piede…
…e delle lesioni della
lebbra da un manoscritto
turco
RITORNO IN OCCIDENTE
Califfato d’Oriente
l’invasione dei Mongoli comportò la messa a ferro e fuoco
di Baghdad e la distruzione dell’ospedale e della sua grande biblioteca.
Califfato d’Occidente
la cultura islamica non andò perduta, ma venne
assorbita dai vincitori
a partire dall’XI secolo
sono i testi degli autori arabi ad essere tradotti nella
lingua della cultura e della scienza occidentali, il latino
dapprima traduzioni parola per parola, tuttavia molto spesso il risultato non era
soddisfacente, con passaggi di difficile comprensione
La difficoltà consisteva nel trovare traduttori che conoscessero bene sia il latino che
l’arabo
passaggi intermedi, dapprima il testo arabo veniva tradotto in volgare, catalano o
provenzale, e successivamente in latino
In un secondo momento
traduzione più libera
difficoltà notevoli
resa dei termini che non avevano un corrispettivo in latino,
errata lettura dovuta alla grafia poco chiara dell’originale o scarsa preparazione
linguistica del traduttore
Testi con errori, omissioni e sviste
Università di Bologna. Pietro da Montagnana riceve i
malati. Alle sue spalle si vedono i libri della sua
biblioteca, che comprendono, oltre ai classici greci e
latini, molti autori arabi, tra cui Avicenna, ‘Alī ‘Abbās,
Razhes, Mesuè e Averroè. Fasciculus medicinae di J.
de Ketham, Venice: Joannes
et Gregorius e Gregoriis, 1495
Costantino l’Africano
nato a Cartagine intorno al 1015; dopo una serie di viaggi giunse in Italia, dove fu
accolto a Salerno presso la corte di Roberto il Guiscardo, poi entrò nell’ordine
benedettino, ritirandosi nell’Abbazia di Montecassino, dove morì nel 1087
Tradusse un grande numero di opere e
introdusse la medicina araba nella Scuola
medica salernitana
Opera assai criticata, perché in alcuni casi
omise l’indicazione dell’autore
accusa di
plagio, e poi perché talvolta sembra non
abbia seguito alcun criterio nella selezione
dei testi da tradurre
Tuttavia
mise a disposizione degli studiosi materiale
prezioso
favorì fioritura della scienza
medica che iniziò con la scuola di Salerno
consentì all’Occidente cristiano di riscoprire
alcuni testi classici e di apprezzare i progressi
della medicina araba
Costantino l’Africano pratica l’uroscopia da
una miniatura medievale
Gerardo o Gherardo da Cremona (1114-1187)
a Toledo apprese l’arabo e si dedicò alla traduzione di opere scientifiche
dall’arabo in latino
molte di medicina
- cercò di mantenersi sempre aderente all’originale
- molti termini medici derivanti dall’arabo vennero acquisiti nel vocabolario
occidentale
Le traduzioni dall’arabo continuarono almeno fino alla fine del XIV secolo
grande influenza sulla medicina successiva
SINTESI SULLA MEDICINA ARABA
Primo periodo della medicina araba
(750 - 900)
alla tradizione
coranica con i suoi precetti igienico-sanitari si aggiunse la scienza medica di origine
greca con una vasta opera di traduzioni.
Tra gli autori più tradotti
conseguenze di lunga durata
Ippocrate e Galeno
la scelta ebbe
Una volta tradotto, questo materiale veniva studiato e commentato
per la formazione della medicina araba
testi vennero salvati dall’oblio passando all’arabo
la base
Secondo periodo ( X al XIII secolo) affermarsi di importanti
personalità in ambito medico
profonda influenza anche
nel mondo Occidentale.
Questi autori si distinsero per aver recepito in maniera feconda la
tradizione greca apportando contributi personali ed originali, ed
arrivando in alcuni casi ad una critica delle autorità allora riconosciute,
come Galeno.
Razhes (864-930 circa) detto il “secondo Galeno”
Liber continens
Avicenna (980-1037) ordina sistematicamente tutte le conoscenze di
medicina del tempo
Canone della medicina
Albucasis (X-XI secolo) Spagna musulmana
Chirurgia
Il terzo periodo della medicina araba, che si concluse con l’arrivo dei Mongoli nel
Califfato d’Oriente e con l’avanzata cristiana nel califfato d’Occidente
Avenzoar (1090-1162)
De rectificatione et facilitazione medicationis et
regiminis dedicata alle singole malattie
Averroè (1126-1198)
Colliget
saggio di epistemologia medica
Con la fine del Califfato d’Occidente la cultura islamica non andò perduta, ma
venne assorbita dai vincitori, che restituirono così all’Europa il patrimonio
scientifico medico.
A partire dall’XI secolo sono i testi degli autori arabi ad essere tradotti nella lingua
della cultura e della scienza occidentali, il latino.
Costantino Africano (1015-1087)
Salerno
Gerardo o Gherardo da Cremona (1114-1187)
Toledo
In conclusione
la medicina araba dette un notevole contributo in diverse aree della scienza
medica
- oftalmologia, grazie a nuove conoscenze sull’occhio, la visione e l’ottica in
generale
- farmacologia, con la miriade di nuove sostanze vegetali, animali e minerali che
introdusse nella materia medica
- chirurgia, sviluppando nuovi procedimenti chirurgici e introducendo strumenti di
nuova concezione
Ma l’apporto più notevole
opera di sistematizzazione delle conoscenze
acquisite fino ad allora
produzione di testi enciclopedici
recupero di questo sapere, ereditato dal mondo classico, successivamente
ritrasmesso al mondo occidentale
Dall’Africa settentrionale e dai centri spagnoli la mole di testi prodotta passò in
Francia e poi in Italia
Le basi per la rinascita della medicina in epoca medievale e rinascimentale erano
pronte…