L`etnometodologia - Dipartimento di Psicologia

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L`etnometodologia - Dipartimento di Psicologia
L’etnometodologia
• È “lo studio dei metodi che la gente usa per produrre ordini sociali riconoscibili” (Rawls 2000)
• Una corrente sociologica di ispirazione fenomenologica – fondata da Harold Garfinkel negli anni cinquanta.
• La fenomenologia è una corrente filosofica – che fa riferimento a Husserl. L’etnometodologia
• Riduzione fenomenologica: – mettere tra parentesi l’esistenza del mondo esterno, compresa la fede nella validità delle nostre affermazioni circa questo mondo. • Senza lo sforzo attivo di sospendere quanto si sa in quanto membri di una cultura, – i dati della percezione si presentano come dotati di un significato. • La realtà è organizzata in province di significato:
– a ciascuna corrisponde una specifica forma di esperienza del sé, di socialità, di prospettiva temporale. Province di significato
• Un esempio è l’esperienza del reduce: – a casa la sua storia si svolge in modo che parenti, amici e vicini siano parte integrante della sua storia quotidiana. – al fronte vive ciò con nostalgia e si aspetta di riprenderlo una volta tornato • e così fanno anche gli altri. – Ma la sua vita da soldato è costruita dentro una provincia di significato differente rispetto a quella a casa • e questa differenza genera delusione e estraneità al rientro.
Lo studio della vita quotidiana
• Oggetto di interesse:
– le circostanze pratiche della vita quotidiana
• Ciò che regola la realtà è: – il tacito consenso con cui gli attori sociali accettano i sistemi di convenzioni in cui sono immersi – e attraverso i quali affrontano i problemi dell’esistenza
Lo studio della vita quotidiana
• Si propone di rendere evidenti gli assetti di fondo e il loro carattere morale:
– l’insieme delle caratteristiche di ogni ambiente sociale che sono invisibili in quanto fanno parte del mondo dato per scontato.
• Per farlo è necessario problematizzare l’ovvio – mettendone in relazione le caratteristiche con l’organizzazione sociale complessiva.
Mettere in crisi l’ovvio
• Strategia: partire da una situazione quotidiana e metterla in crisi – per aiutare a riflettere sulla ‘stranezza’ di un mondo ostinatamente familiare.
• Per esempio chiedeva ai suoi studenti di comportarsi a casa loro come pensionanti: formali come estranei
– Dovevano chiedere se potevano mangiare, andare in bagno, usare il telefono…
– I membri della famiglia erano stupefatti e cercavano in ogni modo di riportare la situazione alla normalità.
– Dall’imbarazzo alla collera, alle richieste pressanti di spiegazione: quando si infrangono le regole di base, i risultati sono sconcertanti: creano imbarazzo, rifiuto, anche molto esplicito.
Mettere in crisi l’ovvio
• Ciò dimostra che le condotte della vita quotidiana mostrano un ordine intrinseco che:
– è autogenerato nelle attività quotidiane dei membri stessi – è alla base dell’intersoggettività: l’aspettativa di essere compresi.
– E che le norme e le interazioni formano un tessuto che deve essere continuamente rinnovato.
Etnometodi
• Le persone hanno la capacità di agire e rispondere agli altri in un modo che sembri normale. – Questa è una competenza di base: un etnometodo
• L’etnometodologia studia i metodi pratici, comuni e condivisi – attraverso cui i membri di una società danno reciprocamente senso alle proprie azioni.
– Prospettiva: Æ il mondo sociale non è un fatto da descrivere, ma qualcosa che viene sempre costruito e ricostruito.
• È lo studio sistematico di un sapere popolare – che conduce ad esplorare le competenze implicite e invisibili che sorreggono la nostra realtà.
Il rapporto tra norme e vita sociale
• Indagano il rapporto tra le regole formali e le pratiche effettive • Normalmente le due non coincidono: le regole non contengono le procedure di valutazione con cui si stabiliscono le condizioni della loro attuazione • che sono parte di quelle forme specializzate di senso comune che si sviluppano internamente ai contesti di attività • con la sedimentazione di tradizioni locali e la condivisione sociale di singoli episodi.
Il rapporto tra norme e vita sociale
• La norma non è ciò che determina l’azione
– ma è parte del sistema per spiegare, interpretare e giustificare il comportamento. – Il ricorso a regole è un tipo di azione sociale per dare conto delle azioni proprie e altrui secondo criteri di moralità e razionalità. The police on skid-row. A study on peace keeping
American Sociological Review, 1967, 32, pp. 699-715
• La polizia ha una funzione specifica: far rispettare la legge – e una di fatto: “il mantenimento della pace”, che non è regolata da norme esplicite e per la quale non è chiaro a chi risponde.
• Non è codificata:
– i poliziotti dicono che si limitano a usare il buon senso
– e che ciò è possibile grazie alla loro pratica e esperienza
– è una soluzione a un problema poco definito, elaborata in modi non specificati
• Obiettivo: chiarire di cosa si tratti:
– Analizza il modo in cui operano i poliziotti in zone problematiche
– sia osservando il loro lavoro quotidiano per 12 mesi sia intervistandoli
3 pratiche principali
1. Avere una ricca e concreta conoscenza di persone e ambiente/i –
che generi familiarità, pur in un contesto di supremazia gerarchica
2. Tendere a procedere più sulla base del rischio percepito –
che su quella della colpevolezza
3. Essere più interessati a ridurre il numero complessivo di problemi dell’area –
che a valutare il merito del singolo caso.
• Difficile distinguere tra mantenere la pace e preservare la legge: – spesso la prima si traveste da seconda.
• Norme sociali non depositarie dell’ordine:
– il funzionamento della società è garantito dalla capacità degli attori di specificare, adattare e reinterpretare i sistemi normativi
“Seeing and being seen: The Moral Order of Celebrity Sightings” Kerry O. Ferris
Journal of Contemporary Ethnography, Vol. 33 No. 3, June 2004 236‐264
• Anche il più semplice degli incontri è governato da regole, rituali e imperativi che, se violati, vanno giustificati
– Tali regole sono di carattere implicito, ma emergono come presenti nel momento in cui vengono violate
– variano in funzione del contesto e cambiano nel corso del tempo.
• Quali regole governano l’incontro con la celebrità?
– Paradosso: le celebrità sono estranee alla loro audience, che pure le conosce molto bene
• L’etichetta richiede che venga rispettata la sfera ideale delle celebrità che è diversa da quella delle persone normali, • ma allo stesso tempo, secondo il paradosso, le celebrità sono familiari e ritenute aperte.
Dilemmi e conflitti: ordinario/straordinario
• L’incontro con una celebrità solleva:
– un dilemma relativo al conflitto status‐familiarità e al tema della deferenza • Le persone devono decidere se trattare la celebrità come un estraneo o come una celebrità cui mostrare deferenza
– una tensione tra ordinario e straordinario che produce potenziali conflitti e dilemmi:
• Il passaggio dall’uno all’altro implica un cambiamento del frame dei significati attribuiti alla situazione: comporta sforzo e tensione
Dilemmi e conflitti: ordinario/straordinario
• Perché studiare questo tema?
– rimanda a un tipo di relazione quotidiana, quella con i personaggi dei media
– la presenza dello straordinario nell’ordinario costituisce un buon esempio di situazione impropria
• Metodo: 75 interviste con resoconti di incontri. – Analisi: grounded theory
2 momenti principali: il riconoscimento e la risposta
• Riconoscimento: 3 modi per identificare e interpretare – il significato della presenza della celebrità dentro i confini ordinari
1. Il doppio sguardo:
– Riconoscimento non automatico, ma senso di familiarità
– sensazione di avere di fronte una persona diversa dalla media
– può portare via molto tempo e discussioni, segno della sua importanza
– è diverso da quello ‘normale’, che non implica che la persona sia famosa
Il riconoscimento
• Le grandi aspettative:
– Talvolta la persona non corrisponde alle aspettative: più bassa, banale, ordinaria. •
Questo può provocare disappunto: le celebrità non devono apparire normali
– Anche se corrisponde alle aspettative, si rileva che è strano vederla in un luogo così banale: incredulità
– Nell’aspettativa le celebrità devono essere “diverse” e “di più” sia fisicamente che figurativamente
• Queste aspettative sono costantemente rinforzate dai media
Il riconoscimento
3. La prova finale: – quando il riconoscimento è avvenuto si cerca la prova finale: il suo sguardo, il suo accento
• Tutto il processo di riconoscimento è finalizzato ad accettare e spiegare l’intrusione dello straordinario nella vita quotidiana.
La risposta
1. Stare tranquilli: la risposta più comune è fingere di non aver riconosciuto
– Offre protezione dall’intrusione dello straordinario nella vita quotidiana – Evita di dover cambiare frame interpretativo – Viene attivata anche quando il riconoscimento è già esplicito
– Spesso le persone la mantengono fino a quando la celebrità non è fuori dalla loro vista, • Allora verbalizzano il riconoscimento
Quale regola viene invocata?
• Le celebrità sono persone che stanno vivendo la loro vita normale e che non sarebbe giusto disturbare
• Preservare la privacy della celebrità diventa un imperativo
– empatia per la situazione : tutti gli occhi addosso.
• Se qualcuno rompe la regola – la persona che ha visto la celebrità si sente in imbarazzo.
• Imperativo morale: salvare la celebrità dal riconoscimento e preservarsi dall’imbarazzo – una regola identica a quella che sovrintende gli incontri per strada tra persone che non si conoscono. • Problema: il riconoscimento già avvenuto rende difficile l’applicazione della regola
La risposta
2. In alcuni casi si avvicina la celebrità: contatto con lo straordinario
– Questo viola la regola: • va giustificato: “ho capito che gli avrebbe fatto piacere”; “è durato poco”; “sapevo di non metterlo in imbarazzo”; “sono stato un idiota…”
• oppure va autorizzato: da intermediari
3. In generale ci si aspetta che anche la celebrità rispetti questo ordine morale: – viene criticato che si vuol far notare
Quale ordine morale
• Nell’incontro con la celebrità è la deferenza il principio su cui ruota l’ordine morale sotteso:
– Prevalgono i riti di evitamento, la sfera ideale va preservata
• Se non viene rispettato è accompagnato da sentimenti di paura e vergogna o da giustificazioni – che riaffermano la presenza della norma
Quale ordine morale
• Questo ordine morale serve a mantenere inalterati i confini:
– ordinario verso straordinario;
– oscuro verso famoso
– estraneo verso familiare.
• La presenza della celebrità è una minaccia alla stabilità
– l’ordine morale aiuta a contenere la minaccia – evita il conflitto di frame imponendo regole di condotta rituali
The Social Constructionist Movement
in Modern Psychology
• Un orientamento minoritario
– Attenzione: più che movement Æ shared consciousness
– non omogeneo (Mazzara)
• Si occupa dei processi attraverso cui – le persone descrivono, spiegano o rendono conto del mondo in cui vivono
• Critica dell’approccio induttivo e deduttivo
The Social Constructionist Movement
in Modern Psychology
• Messa in discussione del carattere scontato del mondo:
– Es: i costrutti di genere o di infanzia mostrano sia il loro carattere costruito che la loro variabilità storica e contestuale
• Mancano indicatori obiettivi per definirli
• La comprensione della realtà è un artefatto sociale, prodotto dell’interazione umana
The Social Constructionist Movement
in Modern Psychology
• L’affermarsi di un punto di vista non dipende dal suo valore di verità, ma da fattori sociali
• Descrizioni e spiegazioni sono forme di azione sociale:
– Da chi dipende la malattia mentale?
– Quali immagini di persona in psicologia?
La terza via del costruzionismo
• Due tradizioni prevalenti:
– Empiricismo: la fonte della conoscenza è nel mondoÆ rappresentazioni mentali come mappe più o meno adeguate
– Idealismo: la mente rende possibile e plasma la conoscenza della realtà
• In psicologia: comportamentismo vs gestalt
• Il costruzionismo valorizza invece il linguaggio come pratica sociale e strumento di costruzione della realtà
Linguaggio e costruzione della realtà
– Il linguaggio come strumento costruttivo del sociale: • anche del più semplice dei fenomeni si possono dare un numero enorme di descrizioni diverse
“Se dovessi indicare esattamente dove si trovano i miei appunti, sarebbe altrettanto corretto dire che si trovano: proprio di fronte a me, a fianco del telefono, sulla scrivania, nel mio studio, nello studio, nella stanza 213, nella Lewisohn Hall, nel campus, a scuola, nell’Università Columbia, in Morningside heights, nell’alto West Side, a Manhattan, a New York, nello stato di New York, nel Nord‐Est, sulla costa orientale, negli Stati uniti, ecc. “
(Schegloff, 1972)
Linguaggio e costruzione della realtà
A ((riferendosi al luogo dove l’imputato e la vittima si sono incontrati))
È dove eh (.) ragazze e ragazzi s’incontrano, non è vero?
(0.9)
V La gente ci va
A E durante la sera (0.6) eh il signor ((nome)) venne a sedersi con lei?
(0.8)
V Si è seduto al nostro tavolo
Linguaggio e costruzione della realtà
• La scelta tra le descrizioni, e la scelta del linguaggio da usare, non è neutra, ma è finalizzata a costruire versioni del mondo
– il cui incontro‐scontro è alla base del carattere contrattuale della realtà sociale. • Un patrimonio linguistico sedimentato – Il parlante come padrone e schiavo della lingua
• Il linguaggio come azione sociale
Il focus interpretativo
• L’obiettivo diventa quello di rendere conto dei sistemi di significato delle persone: etnometodologia, psicologia in prospettiva storica,ecc..
• Mente, sé, emozioni sono concetti che vengono svelati nel loro carattere di costruzione:
– Rimossi dalla testa e messi nel discorso
• Superamento della dicotomia soggetto/oggetto: l’interazione discorsiva costruisce la realtà
• Anything goes? no
Oltre il positivismo: Quesito ontologico
• Le teorie critiche: il realismo storico
– La realtà è un esito di fattori storici, culturali, economici, ecc ed in quanto tale è reale ma mutevole
• Il costruzionismo: relativismo
– Esistono molte realtà che sono l’esito di una costruzione sociale
Quesito ontologico
Non viene assunta per certa l’esistenza di un mondo sociale dato, Ovvero…
ma si esaminano i processi attraverso cui esso viene costruito storicamente
Oltre il positivismo: Quesito epistemologico
• Le teorie critiche:
– Impossibile indipendenza tra ricercatore e oggetto di studio
– No obiettività: valori del ricercatore e dei partecipanti
– La ricerca modifica la realtà
• Il costruttivismo: soggettivismo
– L’interazione tra ricercatore e partecipanti è ciò che costruisce i risultati
Oltre il positivismo: Quesito epistemologico
• La relazione tra il ricercatore e i soggetti studiati è solitamente significativa
– “it is only by getting close to their subjects
and becoming analysis insider that they can view the world as a participant in that
setting. (Bryman, 1988)
Oltre il positivismo: Quesito metodologico
• Teorie critiche: Metodi dialogico dialettici
– dai membri di un aggregato ai partecipanti ad un’organizzazione sociale
– analisi di casi individuali, spiegazioni intensive
– valorizzazione degli effetti dell’indagine sui partecipanti
• Costruttivismo: Metodi ermeneutico‐dialettici
– L’interazione favorisce l’emersione Quesito metodologico
Maggiore intensità delle descrizioni del fenomeno: ricchezza e profondità
Minor grado di strutturazione della strategia della ricerca Per non preimporre punti di vista esterni e lasciar emergere temi non previsti.
La ricerca qualitativa
Indeterminatezza dell’espressione ricerca qualitativa
La ricerca qualitativa è un campo di ricerca ben strutturato e dotato di “ a complex, interconnected family of terms, concepts and assumptions” (Denzin e Lincoln, 1994, p.1)
Patrimonio antico della psicologia sociale
Ma carattere ancora incerto e “polisemico” dell’espressione ricerca qualitativa:
varietà di procedure d’indagine, presupposti teorici, processi di costruzione della base dati e procedimenti di analisi
Sherif
Asch
Varie risposte alla domanda: cos’è la ricerca qualitativa? Non fa ricorso a quantificazioni
Non mira a formulare leggi generali ma a descrivere casi singoli
Non ha l’obiettivo di verifica ipotesi
Analizza materiali
testuali
Non formalizza
procedure di raccolta dati
Le preferenze dei ricercatori qualitativi
Preferenza per l’analisi di parole e immagini invece che di numeri
Rifiuto delle scienze naturali come modello
per i dati spontanei
Preferenza per la ricerca induttiva più che per la verifica di ipotesi
• Punto critico
per i significati più che per i comportamenti, cercando di documentare la prospettiva degli insider
I ricercatori qualitativi abitano la frontiera tra realtà e rappresentazione
Quali scopi?
Carattere “intrinsecamente esplorativo”…
• Secondo alcuni la sua specificità
è quella di esplorare i significati e le interpretazioni espressi dagli attori sociali Ma può fornire una descrizione causale • Non va ridotta ad un modo per delle forze in gioco
far emergere ipotesi da validare nei processi in seguito
individuali e sociali
Quale generalizzazione? 2 posizioni
Scopo delle scienze • Il caso particolare rappresenta umane, non è spiegare l'unità di osservazione più adeguata
e prevedere ma • ogni generalizzazione risulterebbe comprendere e indebita e inefficace. interpretare.
Mazzara: in psicologia stante complessità dei • Generalizzazione di medio raggio: sistemi e ruolo del allargare l'interpretazione a soggetto conoscente situazioni/condizioni con un va applicato un criterio comune profilo contestuale. di prudenza nella generalizzazione
Dalla contrapposizione all’integrazione
Le posizioni estreme sono sostenute da pochi
Realismo oggettivista vs antirealismo soggettivista o Approccio nomotetico
vs ideografico
Crescono le ricerche che integrano metodi quantitativi e qualitativi: Ecclettismo metodologico
Pur minoritaria, la ricerca qualitativa è in grande espansione
Anche grazie allo sviluppo di software dedicati