pdf - 2,03 MB - Azienda per l`Assistenza Sanitaria n. 2

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pdf - 2,03 MB - Azienda per l`Assistenza Sanitaria n. 2
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Periodico di informazione dell’A.S.S. N. 5 “Bassa Friulana”
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Finisce un anno e non solo facciamo i consuntivi ma ci
interroghiamo sul futuro. Cosa succederà nel 2008, quante
risorse avremo, quale il futuro della sanità, sapremo
affrontare i cambiamenti che ci attendono?
Noi viviamo in un mondo a risorse limitate: l’aria, le
materie prime, l’acqua, l’energia, la ricchezza. Non possiamo
pensare a sviluppi illimitati anche se le richieste aumentano.
Credo che nella sanità, anche in una buona sanità come quella
della nostra regione, si debba affrontare il problema dei limiti
e delle priorità. Però è necessario farlo tenendo ben presenti
due rotte di riferimento. La prima consiste nel non rimanere
separati dal sociale ma integrarsi e sviluppare sempre più
politiche di collaborazione, di aiuto e di auto-aiuto; la seconda
è l’ ”appropriatezza” che io preferisco chiamare
consapevolezza di ricercare la risposta giusta al bisogno nel
momento giusto. Non siamo in grado di rispondere
“commercialmente” a tutti i bisogni pur di dare sicurezza
sempre e comunque. E’ necessario individuare le priorità, i
bisogni più urgenti, i rischi più rilevanti. Ciò richiede a monte
una cultura non della sanità ma della “salute”.
Io sono convinto che nella nostra azienda questa cultura
esista e che possiamo affrontare il futuro con coraggio ma
anche con serenità.
Buon Natale e pace alle donne e agli uomini di buona volontà!
Roberto Ferri - Direttore Generale A.S.S. 5
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A Z I E N D A
Latisana, nasce l’Hospice
servizi socio-sanitari territoriali nelle fasi di assistenza a domiciCome indicato dal Piano Attuativo 2007 approvato con DDG n°
lio dei suddetti pazienti; svolgerà altresì la funzione di informa226/2007, è prevista entro l'anno l'attivazione dell’hospice, una
zione, formazione e addestramento degli operatori sanitari e
struttura di ricovero e cura per malati terminali da dieci posti
sociali, del volontariato organizzato e dei "caregiver".
letto che troverà collocazione presso il quinto piano dell'ospedaAl fine di garantire al massimo l'umanizzazione delle cure che
le di Latisana.
vi verranno erogate, l'hospice dovrà sicuramente presentare la
A tale struttura, che da un punto di vista organizzativo-gestioprerogativa di struttura "aperta" per cui, in qualsiasi momento,
nale sarà incardinata all'interno del Distretto Ovest, potranno far
sarà ammessa la presenza del medico di famiglia, degli operatori
riferimento tutti gli assistiti sul territorio della ASS n° 5. Viene
dei servizi sociali comunali e dei volontari delle associazioni.
quindi così ad aumentare l'offerta di servizi intermedi tra l'ospeIn particolare sarà privilegiato il coinvolgimento dei medici di
dale e il domicilio attivati dalla nostra Azienda che incrementerà
famiglia nella gestione clinica dei
così ulteriormente la possibilità di
pazienti, in accordo con il responrisposta nei confronti dei pazienti
sabile clinico della struttura. Le
affetti da gravi malattie di tipo croassociazioni di volontariato accrenico-degenerativo, per i quali un
ditate nel settore delle cure palliatiricovero ospedaliero risulterebbe
ve avranno a disposizione un locainappropriato.
le e si coordineranno con il persoL'hospice, che deve essere inteso
nale di assistenza per fornire una
quale centro residenziale di secondo
"relazione di aiuto" ai ricoverati e
livello, con tipologia assistenziale a
ai loro familiari, previa sottoscriprevalente connotazione sanitaria,
zione di specifico accordo.
per l'erogazione di prestazioni finaGli accessi in hospice saranno
lizzate al trattamento di pazienti
regolamentati dalla Unità di
necessitanti di programmi di cure
Valutazione Distrettuale (UVD)
palliative, farà parte quindi della
competente per territorio che raprete di assistenza ai pazienti affetti
da malattie progressive e in fase
presenta, anche attualmente, il
avanzata, a rapida evoluzione e a
punto di accesso all'intera rete terprognosi infausta, per i quali ogni
ritoriale per le cure palliative
I primi arredi dell’hospice
terapia finalizzata alla guarigione o
garantendo il coordinamento dei
alla stabilizzazione della patologia non risulti più possibile o
processi di continuità assistenziale fra ospedale e territorio e le
appropriata e inoltre non siano attuabili forme di assistenza di
funzioni di filtro e selezione delle richieste.
tipo domiciliare.
L'hospice garantirà l'assistenza in regime di residenzialità 24
L'hospice avrà caratteristiche strutturali e modalità organizzaore su 24. Su richiesta dell'assistito e in accordo con la sua famitive specifiche volte in primo luogo a garantire la qualità dell'ulglia, potrà essere ammesso anche il ricovero in regime di day
timo periodo della vita e la dignità del morire e della morte. In
hospice (degenza limitata nel corso della fascia oraria 09.00 particolare:
18.00), con modalità che dovranno comunque essere concordate
- ubicazione in spazi specificatamente dedicati all'interno del
con il responsabile clinico della struttura.
presidio ospedaliero di Latisana, in zona protetta dal rumore
Durante la degenza verranno assicurate, senza alcun onere a
e con buoni collegamenti per favorire l'accessibilità da parte
carico dell'assistito, l'albergaggio e tutte le prestazioni sanitarie
dei familiari;
necessarie (mediche, diagnostiche infermieristiche, riabilitative,
- dotazione di camere singole con possibilità di ospitare confordi supporto assistenziale, di assistenza farmaceutica e protesica,
tevolmente anche un familiare;
di assistenza psicologica sia nei confronti del paziente che dei
- garanzia del rispetto della dignità dei pazienti mediante l'arsuoi familiari).
Le consulenze specialistiche e le prestazioni diagnostiche
ticolazione in spazi confortevoli e personalizzabili;
(strumentali, radiologiche e laboratoristiche) eventualmente
- assistenza garantita da un'équipe multiprofessionale;
necessarie saranno garantite dall'ospedale di Latisana, analoga- supporto psicologico ai familiari anche a seguito del lutto;
mente a quanto avviene in caso di ricovero ospedaliero.
- garanzia dell'assistenza spirituale, se richiesta;
La responsabilità clinica della struttura verrà affidata al dr. Ugo
- libertà di visita da parte di familiari e conoscenti nel rispetto
Colonna,
Direttore della S.O.C. Anestesia, Rianimazione e
dei desideri del malato e dei diritti degli altri ospiti;
Terapia
del
Dolore dell'Ospedale di Latisana, che già da diversi
- coinvolgimento attivo dei medici di famiglia e delle associaanni
ha
maturato
una comprovata formazione ed esperienza in
zioni di volontariato operanti nel settore dell'aiuto ai malati
tema
di
cure
palliative
e di terapia del dolore. In particolare il dr.
terminali.
Colonna
ha
coordinato
fin dal 1994, nell'ambito del Distretto
Un'importante novità riguarderà l'istituzione di un Nucleo
Sanitario
Ovest,
l'attività
di consulenza specialistica inerente il
Transmurale di Cure Palliative che sarà costituito da un team
suddetto settore sia a livello di assistenza domiciliare che di RSA.
multiprofessionale costituito dal responsabile clinico della strutIl coordinamento infermieristico sarà affidato alla sig.ra Maria
tura, da un medico specialista oncologo (consulente per la termiLisa
Cantarutti che temporaneamente garantirà, anche in un'ottinalità oncologica), dall'infermiere coordinatore, dal personale
ca
di
integrazione tra servizi, la conduzione del Servizio
infermieristico della struttura e da uno psicologo. Il nucleo tranInfermieristico
Domiciliare di Latisana.
smurale di cure palliative, oltre a garantire le prestazioni assistenziali per i pazienti degenti all'interno dell'hospice, potrà
intervenire, se richiesto, nelle cure domiciliari o residenziali (RSA
e Case di Riposo) garantendo la continuità assistenziale tra le
diverse componenti del sistema di offerta, con modalità logistiche di integrazione ed erogazione transdisciplinare degli interventi; avrà in particolare il compito di supportare il M.M.G.ed i
L'Hospice di Latisana sarà intitolato alla memoria del dr.
Francesco Leanza, medico anestesista che ha operato per oltre 25
anni presso il nosocomio latisanese, prematuramente scomparso
nel marzo 2006.
Mario Corbatto - Distretto Ovest
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I N T E R V I S T A
A Natale al fianco dei malati
Don Naldo De Bona è, dall'ottobre 2002, il cappellano
dell'Ospedale di Palmanova. Lo Stato assicura l'assistenza religiosa a tutti coloro che si ammalano: ecco quindi che in ogni
ospedale c'è la presenza di un prete che segue questa particolare
"Parrocchia", garantendo una disponibilità di 24 ore al giorno,
anche la notte quindi, per i casi più urgenti.
Fino all’estate scorsa don Naldo ha abitato in un alloggio messo
a disposizione dalla Parrocchia di Palmanova; ora risiede presso
l'ex Ospedale Psichiatrico di Sottoselva. Vive praticamente nelle
corsie dell'Ospedale dedicando il suo tempo alle persone ricoverate, cercando di alleviare la solitudine di chiunque soggiorni
nella struttura ospedaliera.
Nel descrivere il suo lavoro ci racconta che, sebbene non tutti
vedano di buon occhio la presenza di un prete in un luogo pubblico, quotidianamente si accorge, invece, di essere apprezzato e
rispettato, anche dalle persone che appartengono a religioni
diverse da quella cattolica.
Don Naldo De Bona
nascere in una stalla… dopo pochi giorni dalla nascita è dovuto
scappare via…).
La nascita di Cristo, quindi, è certamente la festa della bontà,
ma proprio perché Gesù non è stato accolto bene ci da il vero
significato alla sofferenza. Gesù ci insegna che "vale la pena vivere" anche se sa benissimo che dovrà affrontare molte sofferenze.
D.: Come vede il Natale in Ospedale? Qual è l'atmosfera che si
respira tra chi è costretto a passare lontano da casa queste giornate di festa?
R.: Già nelle settimane prima di Natale tutti i degenti sperano
di concludere la terapia e di poter rientrare a casa: sembra assurdo dover passare una festa così bella - la festa della famiglia, della
pace - lontano da casa e dagli affetti più cari. Purtroppo qualcuno non può essere dimesso e rimane ricoverato… Non è facile
dare a queste persone un significato della loro presenza in ospedale in queste giornate.
D.: Qual è il rapporto che Lei ha con le famiglie delle persone
ricoverate e come viene vissuto il Natale da queste famiglie?
R.: Molti parenti vengono in Chiesa a pregare, ad accendere
ceri… mi capita spesso di incontrare persone che stanno assistendo i loro parenti. Nel periodo natalizio naturalmente c'è una maggiore presenza di visitatori in ospedale: le persone capiscono che
è importante lasciare un segno ai propri congiunti e tutte le stanze sono animate da persone che vengono a trovare i propri parenti. Oltre a questi ci sono molti volontari che frequentano l'ospedale, per esempio al momento del pasto vengono ad aiutare chi non
è in grado di mangiare da solo… Ci sono parecchi giovani impegnati in questa forma di aiuto.
D.: E chi invece il giorno di Natale è costretto a lavorare in
Ospedale? Come vede il Natale in corsia di queste persone?
R.: Vedo che tutti sentono molto l'importanza di questa festa ed
anche qui nell'atmosfera c'è qualcosa di particolare… Certo per i
dipendenti è un giorno lavorativo sicuramente più impegnativo
degli altri, perché le persone in servizio sono di meno rispetto ad
un giorno normale e le cose da fare sono sempre tante. Sul viso di
queste persone vedo, però, che il Signore che nasce li aiuta a vivere ancora di più questa giornata come dono e bontà.
La Santa Messa delle ore 19
Certo tutti gli operatori cercano di ricreare anche in questi spazi
l'atmosfera natalizia: vengono addobbati gli alberi, allestiti presepi e il giorno di Natale celebro la S. Messa nel soggiorno del
reparto di Medicina…Io cerco di passare in tutte le stanze a scambiare un messaggio d'augurio e portare il Sacramento della
Comunione a chi lo desidera.
Intervista realizzata da Chiara Obit
Appuntamenti
Per me è importante far capire ai malati che Gesù Cristo nasce
anche qui, in Ospedale e che il significato della Sua nascita - la
festa della vita - può esserci anche qui. Ed invito le persone che
magari verranno dimesse dopo qualche giorno a festeggiare
comunque questa festa una volta rientrati a casa… magari il giorno dell'ultimo dell'anno oppure per l'Epifania.
Certo, a volte mi trovo di fronte a persone che ritengono molto
ingiusto essere in ospedale, in questo periodo, ma anche Cristo
proprio nella sua nascita ha dovuto sopportare cose non molto
belle (non c'era posto da nessuna parte per lui ed è dovuto
- Incontro di preghiera mensile ogni primo venerdì del mese
alle ore 13.30 presso la Chiesa dell'Ospedale
- Celebrazione della Liturgia ogni sera alle ore 19 presso la
Chiesa dell'Ospedale
- Incontro di preghiera in preparazione al Natale venerdì 21
dicembre alle ore 13.30 presso la Chiesa dell’Ospedale
- Santa Messa di Natale alle ore 10 presso il soggiorno del
reparto di Medicina
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Le residenze sanitarie assistenziali
- si rilevino patologie ad equilibrio instabile o a lento recupero
e/o disabilità croniche non stabilizzate o in fase terminale,
comunque in presenza di una condizione di non-autosufficienza
(necessità di riabilitazione estensiva e/o di prevenzione della
progressione della disabilità);
- non risulti necessario un trattamento riabilitativo intensivo.
L'accoglimento in R.S.A. prevede una fase preliminare che inizia nel momento della "segnalazione", effettuata con apposita
modulistica redatta dai Distretti, strumento mediante il quale è
possibile avviare qualsiasi intervento atto a promuovere la "continuità di cure" in ambito territoriale. Principalmente la segnalazione proviene da: reparti ospedalieri (intra ed extra- aziendali),
Medici di Medicina Generale, Servizi Sociali dei Comuni, Servizi
Distrettuali Domiciliari; va ricordato, però, che tutte le agenzie
istituzionali (sanitarie e sociali), ma anche i familiari e/o il volontariato possono effettuare questa specifica comunicazione.
In queste situazioni si ritiene appropriato ed efficace il ricovero
in R.S.A. in quanto struttura finalizzata al recupero delle attività di base della vita quotidiana (miglioramento del grado di
autosufficienza), attraverso interventi riabilitativi mirati, e delle
capacità socio-relazionali dell'individuo.
Nelle sedi distrettuali la segnalazione deve pervenire (preferibilmente via fax) presso i rispettivi Centri di Coordinamento
dell'Assistenza Primaria (Ce.C.A.P.) (vedi figura).
Presso il Centro di Coordinamento dell'Assistenza Primaria si
realizza la Valutazione Multi Dimensionale (V.M.D.), principalmente tramite l'Unità di Valutazione Distrettuale (U.V.D.). In
questa fase viene anche attribuito il periodo di degenza in R.S.A.,
la cui durata potrà essere eventualmente modificata dal
Responsabile Clinico dell'R.S.A., tenendo conto principalmente
dell'evoluzione delle condizioni cliniche e del programma riabilitativo/rieducativo avviato.
In R.S.A. possono essere accolti pazienti residenti in comuni
non afferenti al territorio dell'A.S.S. n. 5, a condizione che, siano
state soddisfatte tutte le richieste di utenti residenti e venga addebitata all'A.S.S. di residenza dell'utente la tariffa giornaliera di
€ 92,96 previa autorizzazione della Azienda Sanitaria stessa.
I costi della degenza sono a completo carico dell'A.S.S. n. 5 fino
al 30° giorno. Dal 31° giorno è prevista una quota di compartecipazione alla spesa da parte dell'utente fissata, in base alle disposizioni regionali (DGR n. 871/1997), in € 25,82.
Qualora la degenza in R.S.A. si protragga, per difficoltà di accoglimento del paziente in ambito familiare o in struttura appropriata, verrà applicata la retta giornaliera pari a € 92,96 (come da
specifico decreto del Direttore Generale dell'A.S.S.5) a partire dal
giorno in cui il paziente sia stato dichiarato dimissibile
dall'R.S.A..
La durata della degenza deve essere contenuta, in relazione al
livello di recupero funzionale conseguibile in regime residenziale e di norma non deve superare i 30 giorni. La normativa regionale vigente stabilisce che comunque la durata massima della
degenza non possa superare i 90 (novanta) giorni. Pertanto, il
periodo di degenza in R.S.A. deve ragionevolmente essere considerato una delle fasi del più ampio "progetto riabilitativo personalizzato", cui concorrono le diverse professionalità coinvolte,
l'assistito (laddove possibile), la sua famiglia e il volontariato.
Tutte questa informazioni vengono puntualmente trasmesse
all'assistito e ai suoi familiari in occasione di ogni accoglimento in
R.S.A.. A tal fine è stata predisposta una sintesi del regolamento
aziendale per la gestione delle R.S.A.. Entrambi i documenti sono
disponibili presso le R.S.A e le sedi distrettuali.
In R.S.A. vengono ospitate persone per le quali:
- la fase post-acuta sia stabilizzata o in evoluzione cronica,
come per esempio in casi di esiti di ictus cerebrale ischemico o
emorragico, fratture, in particolare di femore, neoplasie, neuropatie degenerative, ecc.;
[continua nel prossimo numero - la prima parte é stata
pubblicata nel numero di ottobre/novembre]
A cura dei Distretti
CENTRI DI COORDINAMENTO DELL’ASSISTENZA PRIMARIA (CE.C.A.P.)
F O R M A Z I O N E
re, fatta di individualismo e di corsa sfrenata per rimanere al
passo delle situazioni che evolvono con estrema rapidità, è investire sulle relazioni, vere, autentiche, sugli affetti, di qualsiasi
natura essi siano.
Mentre sto scrivendo mi chiedo perché affronto questo argomento in questo spazio dedicato alla formazione. Perché sento il
bisogno di fare assieme a Voi queste riflessioni quando invece
dovrei raccontarvi le novità del Programma Nazionale ECM?
Siamo giunti alla fine dell'anno e finalmente in questa nostra
"vita liquida", richiamando il concetto espresso da Zygmunt
Bauman, caratterizzata dalla continua precarietà e incertezza, un
punto fermo, un caposaldo: Natale! Non è poco! Un momento
importante non tanto per dare avvio alla consumistica corsa dei
regali, quanto per fermarsi, per riflettere, per capire cosa sta accadendo a noi e intorno a noi. Per comprendere, forse, che l'unico
modo per dare forma e sostanza a questa nostra liquidità di vive-
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do la seguente ripartizione:
- 50 crediti/anno (minimo 30 e massimo 70 per anno) per un
totale di 150 nel triennio 2008-2010
- dei 150 crediti formativi del triennio 2008-2010, almeno 90
dovranno essere "nuovi" crediti, mentre fino a 60 potranno
derivare dal riconoscimento di crediti formativi acquisiti negli
anni della sperimentazione, 2004-2007.
Le misure legate agli incentivi e/o alle sanzioni che interverranno in ordine all'acquisizione dei crediti formativi saranno
adottate e rese note a seguito di un confronto con i soggetti interessati (parti sociali, organizzazioni di categoria, ecc).
Nel prossimo numero, le nuove regole ECM vi verranno illustrate nel dettaglio.
Infine, colgo l'occasione per augurare a Voi e a tutte le Vostre
Famiglie i migliori Auguri di Buone Feste!
Forse perché sempre di più avverto che tutto ciò che pensiamo,
facciamo, esprimiamo, in particolare noi, professionisti della
salute, non può non avere a fondamento questo bene, questo
slancio forte nei confronti del genere umano, questo esser-ci con
le persone. E se alla base del nostro agire umano e professionale
ci sarà questo orientamento, forse tutto potrà avere più senso, più
significato. Anche questa "corsa al corso ECM" potrebbe diventare un'occasione diversa, forse dipende da noi, da quanto e come
ci lasciamo fagocitare dal sistema anziché attribuirgli valore
attraverso un nostro agire infarcito di senso.
E su questi valori vorremmo iniziare l'attività dell'anno nuovo,
che vedrà l'apertura di nuovi scenari.
Per quanto concerne le nuove regole ECM si informa che in
data 1 agosto 2007 è stato siglato l'Accordo Stato-Regioni concernente il "Riordino del sistema di Formazione continua in
Medicina". Nell'accordo è riportato, che ogni operatore sanitario
deve acquisire 150 crediti formativi nel triennio 2008-2010 secon-
Mara Pellizzari
CORSI IN PROGRAMMA NEI MESI DI GENNAIO - FEBBRAIO 2008
Si rammenta che la partecipazione ai corsi di aggiornamento, è subordinata all'invio della griglia di iscrizione, spedita dal C.F.A., presso
la Struttura\Servizio di appartenenza. Per eventuali informazioni ci si può rivolgere al proprio referente di dipartimento o al Centro di
Formazione Aziendale 0432/921440-496. Possibili variazioni o integrazioni verranno comunicate quanto prima.
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RELAZIONI SINDACALI
Elette le nuove R.S.U.
Lo scorso mese di novembre si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle RSU per il personale del Comparto. Le Rappresentanze
Sindacali Unitarie (RSU) sono state introdotte nel sistema di relazioni sindacali in Italia nel 1993 in tutti i settori, pubblici e privati.
Le prime elezioni delle RSU nel pubblico impiego si sono svolte nel novembre del 1998 in tutti i comparti di contrattazione collettiva.
Le RSU hanno durata triennale, non sono prorogabili e costituiscono uno dei componenti della delegazione di parte pubblica in sede
di contrattazione integrativa aziendale, assieme ai delegati delle segreterie provinciali delle sigle firmatarie del contratto collettivo
nazionale.
La legge ha previsto che fossero coinvolti tutti i lavoratori pubblici e, pertanto, alle elezioni delle RSU partecipa la generalità dei
dipendenti siano essi iscritti alle organizzazioni sindacali o meno; viene, quindi, offerta a tutti i lavoratori dipendenti l'opportunità di
accesso a rappresentanze organizzate dei loro interessi nei luoghi di lavoro.
E' per questa finalità che, ora, dopo le elezioni, è auspicabile la partecipazione di tutti i lavoratori al tavolo negoziale, mediante continui contatti con i delegati RSU, veicoli delle aspettative, delle richieste e degli interessi collettivi dei lavoratori da rappresentare
all'Azienda.
Ecco i dati relativi alle elezioni delle nostre RSU:
Marina Dose - Simona Schepis
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Il giorno del cioccolato
si faceva ai tempi della loro gioventù
in cui c'era minore abbondanza. Con
la sempre calda collaborazione del
personale e dei medici, gli anziani
che non potevano spostarsi dal proprio letto hanno accolto con gioia e
con un sorriso le tavolette che sono
state portate nelle loro stanze.
Presso il reparto di Pediatria invece (come già presso l'Ospedale di
Latisana) le tavolette sono state affidate al personale presente che ha
provveduto a distribuirlo come premio ai piccoli degenti nei giorni successivi. L'ASS n. 5 e il suo Ufficio
Relazioni con in Pubblico hanno
dato ampia risonanza alle consegne, affiggendo con giorni di
anticipo manifesti della Banca del Cioccolato in tutti i reparti
coinvolti e dando comunicazione dell'iniziativa alla stampa locale. Responsabili e Direttori dei vari reparti, le caposala e tutto il
personale hanno accolto calorosamente le consegne e tutti hanno
partecipato coinvolgendo i degenti e rendendo il clima festoso;
gli stessi Responsabili presenti hanno dedicato parte del loro prezioso tempo a partecipare all'iniziativa ed a intrattenersi sul piacere e gli effetti del cioccolato.
Chococlub, Associazione Italiana Amatori Cioccolato, che da
anni organizza eventi e manifestazioni sul cioccolato, ha sviluppato un progetto di solidarietà denominato Banca del
Cioccolato, che prevede la raccolta di cioccolato donato dai produttori e la sua ridistribuzione gratuita verso ospedali, centri per
disabili e per anziani, ecc.
Chococlub ha raggiunto il Friuli grazie all’interessamento e alla
disponibilità dell’A.S.S. n. 5 “Bassa Friulana”.
La prima golosa consegna ha avuto luogo il pomeriggio di mercoledì 24 ottobre presso la R.S.A. e la Pediatria dell’Ospedale di
Latisana. Nella prima tappa numerosi gli anziani che attendevano l'arrivo della cioccolata già dal mattino e che hanno accolto
con piacere la dolce consegna: alcuni degli anziani degenti hanno
gustato le tavolette con entusiasmo, mentre altri ne hanno serbato parte per farne dono ai nipotini.
Tutti hanno gustato la golosità offerta con l'aiuto e la partecipazione di medici, infermiere e di tutto il personale presente che
ha condiviso con loro questo lieto momento.
Il pomeriggio è poi proseguito nel reparto di Pediatria dove i
pochi (fortunatamente) piccoli ospiti presenti e le loro mamme
hanno ricevuto il goloso dono, mentre le cioccolate rimaste sono
state affidate alle infermiere ed alla caposala, grazie a cui, con
cioccolatoso spirito di iniziativa, le tavolette sono state ridotte in
singole porzioni e disposte su di un apposto banchetto, da cui
hanno attinto con piacere i piccoli e le mamme che hanno visitato il reparto nei giorni successivi (le cioccolate sono infatti durate
fino al lunedì successivo!).
Le consegne della Banca del Cioccolato hanno riscosso un
grande successo e una vera folata di allegria è entrata nei corridoi
ospedalieri: molti sperano di poter ripetere la bella e golosa esperienza e numerosi sono i reparti che reclamano la loro parte di
cioccolato!
Il Chococlub e la Banca del Cioccolato si augurano di poter
trovare presto anche in terra friulana aziende dolciarie e artigiani che vogliano contribuire a realizzare nuovamente questa bella
e piacevole iniziativa.
La seconda consegna ha avuto luogo nel pomeriggio di lunedì
29 ottobre presso il Centro di Salute Mentale di Palmanova, sito
all'interno delle mura cittadine.
Qui la consegna della cioccolata è stata una vera festa: sui corridoi del reparto erano stati affissi annunci creati appositamente
dal personale, che ha dato appuntamento a tutti i degenti nella
sala riunioni per gustare la cioccolata insieme a tè e biscotti. La
consegna si è così trasformata in un vero festino che ha creato un
clima allegro, radunando i pazienti con i loro parenti ed il personale medico ed infermieristico: tutti si sono infatti piacevolmente
intrattenuti a chiacchierare insieme e degustare la cioccolata consegnata.
Mariangela Scarbolo - Referente Chococlub per Udine
Per ulteriori informazioni:
Chococlub - Associazione Italiana Amatori Cioccolato
L'ultima dolce consegna è infine stata effettuata mercoledì
pomeriggio 31 ottobre, presso la R.S.A. e la Pediatria
dell’Ospedale di Palmanova. Anche nella RSA di Palmanova
sono stati numerosi gli anziani che hanno atteso con piacere la
consegna nella sala pranzo e molti hanno fatto scorta della golosità ricevuta per porzionarla nei giorni successivi, proprio come
C.so F.lli Bandiera, 11 - 12051 Alba (CN)
Tel. 0173.365027 - Fax 0173.366604
Email: [email protected]
Sito web: http://www.chococlub.com
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ATTUALITA’ SCIENTIFICA
Cioccolato dolce droga
Queste sostanze aumentano nel cervello i livelli di
disponibilità di serotonina
e noradrenalina che agiscono aumentando il tono
dell'umore. Quest'ultimo
trae anche beneficio dagli
zuccheri semplici contenuti nel cioccolato. Per la presenza di flavonoidi e di
fenoli il cioccolato fa, come
asseriscono diversi studi,
bene al cuore impedendo l'aggregazione piastrinica e riducendo
il livello di lipoproteine. I flavonoidi, assieme alla vitamina A ed
E contenuti nella cioccolata proteggono la pelle dall'invecchiamento. Recenti studi indicano il cacao come protettore della carie
e della formazione della placca. In alcuni soggetti è tuttavia capace di dare una vera e propria dipendenza chiamata "cioccotossicità"; il soggetto colpito, una volta addentato un pezzo di cioccolata, non riesce più a fermarsi e la quantità che ne consuma è di
gran lunga superiore alla media pro-capite.
II popoli precolombiani conoscevano il cacao e lo gustavano
sottoforma di bevanda. Oggi come seimila anni fa è uno degli alimenti più amati e, a buon diritto, definito cibo degli dei.
Mille anni prima di Cristo, Maya, Olmechi e Aztechi lo coltivavano e se ne nutrivano abbondantemente.
A loro si devono le parole "Kakaw", "Chocoolhaa", o "Xocoatl"
che in lingua Nahuote significano rispettivamente cacao e bevanda di cacao. Colombo, rientrato dalle Americhe nel 1504, portò
con sé i semi dell'albero tropicale nel vecchio continente, ma il
suo uso ebbe poco successo.
La vera scoperta del cacao viene fatta risalire a Hernan Cortéz
quando, nel 1519, occupò la città di Tenochtitlan, oggi Città del
Messico, distruggendo la civiltà azteca e facendosi donare dall'imperatore Montezuma un enorme carico di cacao. I Maya amavano bere il cioccolato caldo con l'aggiunta di mais e diverse spezie (cannella, peperoncino..), gli Aztechi invece lo preferivano
freddo. All'epoca il cacao aveva un gusto intenso e amaro e come
tale fu trasferito al
Vecchio Continente ed
in particolare in Spagna,
dove i monaci benedettini e le suore lo elaborarono con l'aggiunta di
zucchero ed aromi.
Dopo tali trasformazioni
il cioccolato ebbe successo in tutto il continente;
arrivò in Francia per
Aztechi intenti a preparare il Xocoatl
amore, quando Anna
d'Austria andò in sposa a Luigi XIII, e portò in dote anche tutta
l'attrezzatura per preparare la gustosa bevanda.
Nel 1650 il cacao sbarcò oltre la Manica e sette anni dopo nacque a Londra la prima cioccolateria.
Il suo costo elevato lo rese una bevanda elitaria fino alla
Rivoluzione francese. Verso il 1720 i caffè di Firenze e Venezia
preparavano un cioccolato talmente buono che la sua reputazione superò i confini del Paese. In America arrivò solamente nel
1755. Quarant'anni dopo veniva prodotto il primo cioccolato in
polvere macinando i semi con una macchina a vapore e nel 1828
si estrasse il primo burro di cacao.
A metà dell'800 lo svizzero Lindt inventò il primo processo di
raffinazione del cioccolato, chiamato concaggio, e contemporaneamente nacque il cioccolato fondente ormai molto distante dall'originale "xocolatl" messicano. Sin dai tempi antichi erano note
le proprietà nutrizionali della bevanda; si narra che Montezuma
ne bevesse cinquanta tazze al giorno per sostenere le fatiche del
suo harem. Oggi sappiamo che esso possiede circa ottocento
sostanze naturali che stimolano particolarmente l'organismo.
Esso agisce positivamente sull'umore in quanto contiene feniletilamina, una sostanza lisergica che fa sentire allegri e pieni di
energia. E' ricco di teobromina, caffeina e teofilina che contribuiscono, stimolando le endorfine (oppioidi naturali), a ridurre la
sensazione del dolore e producono una piacevole sensazione di
benessere.
I veri dipendenti da cioccolato non smettono mai di mangiarne
anche se non si crea una vera e propria dipendenza dal punto di
vista fisico, ma certamente un forte richiamo di natura psicologica. Si ricordi che il cacao contiene anandamide che, come il tetraidrocannabinolo, costituisce parte essenziale della marijuana.
Come si diceva, per i dipendenti da cioccolato, non ci sono veri
e propri sintomi astinenziali, in quanto le sostanze psicoattive
presenti in esso sono in modica quantità e non in grado di determinare tali processi. Esiste tuttavia una forte attrazione di tipo
psicologico scatenata da vari processi.
Il cioccolato offre una co-presenza di opposti: più essere solido
e liquido, chiaro e scuro, dolce e amaro e questo è in grado di
dare l'idea di un piacere totale altamente gratificante.
Il cioccolato poi è solitamente associato alle feste e ai momenti
di socialità, ai ricordi dell'infanzia, allo "stare assieme" e ai positivi e caldi momenti di emozionalità familiari e amicali.
Non è certo scientificamente provato che esso sia un afrodisiaco, ma come non ricordare il leggendario cioccolatino legato alla
festa degli innamorati battezzato "cazzotto" negli anni venti e
rinominato poi "bacio" con tanto di cartiglio con frase d'amore.
Il cioccolato dunque non sa solamente indurre piacere, ma riesce persino a prolungarlo e, come ricordano i ricercatori del
Regno Unito, è molto meglio di un bacio appassionato.
Roberto Urizzi - C.S.M. Palmanova
ERRATA CORRIGE
Riportiamo il numero corretto di cellulare della dr.ssa Alessandra Tagliolato - Ambulatorio per la terapia dell’Ansia e
della Depressione - trascritto in modo inesatto sul numero di ottobre/novembre : 347-7118144
Si segnala che le fotografie comparse nell’articolo relativo alle Residenze Sanitarie Assistenziali del numero di
ottobre/novembre si riferiscono entrambe all’ R.S.A. di Palmanova.
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Con la recente cessazione dell'attività del collega ed amico dr.
Giuseppe Carbone, impegnato nell'attività di chirurgia endorale
e maxillo-facciale presso il poliambulatorio di Cervignano, viene
a chiudersi una collaborazione con un professionista che è stato
protagonista della storia di un servizio di alto livello specialistico, già attivo nell'ospedale di Palmanova e proseguito poi nel
Distretto Est, dove ora continua con un particolare orientamento
verso i cittadini più fragili, quali anziani, disabili, persone con
problemi di disagio psichico e di dipendenze.
Ho ritenuto pertanto doveroso ricordare e proporre all'attenzione dei lettori le principali tappe di questa storia ed in particolare il prezioso contributo che il dr. Carbone ha saputo offrire,
grazie anche alla verve innovativa ed ideativa che lo ha sempre
contraddistinto.
Per Antonia, Ester, Giuliana, Barbara e Laura: abbiamo trascorso insieme diversi momenti, non sempre sereni e gioiosi.
Insieme li abbiamo superati e per questo vi porteremo sempre
nei nostri cuori.
Il Reparto di Chirurgia maxillo-facciale dell'Ospedale di
Palmanova è stato il primo ed il più longevo della nostra
Regione. E' stato fondato dal dr. Pietro D'Andrea, che lo ha diretto dai primi anni '60. Nel 1977 gli sono subentrati il dr. Angelo
Piazza e il dr. Giuseppe Carbone.
I colleghi del Poliambulatorio Distrettuale di Cervignano.
Quest'ultimo, scelto anche per le proprie competenze in campo
neurochirurgico, fondamentali per l'esecuzione di alcuni complessi interventi di chirurgia cranio-facciale, è stato il primo, in
Friuli, ad eseguire interventi di chirurgia ortognatica (allungamento e/o accorciamento di mascelle, talora associati a rinoplastiche estetiche), chirurgia orbito-zigomatica, innesti ossei e/o
cutanei, anche vascolarizzati, a scopo ricostruttivo o rigenerativo, oltre a garantire il trattamento dei traumi cranio- facciali.
Ha anche eseguito scialectomie parotidee con conservazione
del nervo facciale ed altri interventi per tumori e/o malformazioni della faccia. Il Servizio ha inoltre sempre assicurato l'assistenza odontoiatrica di II° livello a tutti e le cure ai portatori di handicap sia fisici che intellettivi. La chirurgia orale, anche a livello
ambulatoriale, è stata per decenni un apprezzato punto di riferimento formativo sovraregionale, che ha attratto molte decine di
Medici e Odontoiatri da tutta Italia, come frequentatori del reparto e degli ambulatori.
Presso l'ospedale di Palmanova, il dr. Carbone, è stato "apripista", in Italia, per l'esecuzione di interventi di osteogenesi distrazionale (callodistrazione) delle ossa mascellari, brevettando
anche un proprio osteodistrattore. Negli anni successivi tale tecnica ha avuto diffusione presso i principali centri di chirurgia
maxillo-facciale. Dopo il prof. Sossi di Trieste, Carbone è stato
l'unico medico italiano ad esser accolto come ospite operativo
presso il prestigioso Istituto di Chirurgia maxillo-facciale
dell'Università di Amburgo, diretto dal prof. G. Pfeifer, ed il
primo specialista "friulano" di questa branca (nota bene: il
Nostro, siciliano di Bronte, ha già autonomamente adottato con
mirabile dizione la lingua friulana, prima del "bilinguismo legale" oggi agli onori delle cronache regionali) chiamato ad organizzare e dirigere una struttura complessa fuori regione (A.S.L. 17
del Veneto).
Caro Mauro ti scrivo così ti racconto un po'
e siccome sei molto più in alto, più forte ti scriverò.
Da quando sei partito non ci sono novità,
in Carnia sei finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.
Si esce poco la sera, soprattutto per le cene,
le riunioni non sono più quelle, ma tu questo già lo sai,
e si sta solo a parlare per intere settimane,
e a quei pochi che hanno niente da dire
del tempo ne rimane.
Ma il Direttore ha detto che il nuovo capo
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando:
sarà doppio stipendio e ferie metà anno
ogni Carnico scenderà dalla montagna e
fra di noi, presto farà ritorno.
Ci sarà da mangiare il frico tutto l'anno,
anche i muli potranno riposare
perché l'Ulisse qua compare.
E si faran le visite ognuno come sa fare,
anche i Marini andranno a lavorare
ma soltanto a una certa età,
e senza grandi disturbi Margherita comprerà una casa
alla faccia dei cretini di ogni età.
Dal 2000, anno di chiusura del reparto di Palmanova, l'ambulatorio di chirurgia maxillo-facciale di Cervignano si è specializzato nel trattamento ambulatoriale delle cisti dei mascellari ed ha
applicato, per la prima volta in Italia, le nuove tecniche di replicazione anatomica (stereolitografie) allo studio ed alla progettazione chirurgica delle riabilitazioni implantoprotesiche delle
gravi atrofie dei mascellari edentuli, in alternativa agli innesti
ossei. I risultati di queste esperienze professionali sono negli atti
di congressi internazionali di chirurgia maxillo-facciale tenutisi
in Italia e in Francia, dove, per la prima volta, è stato presente
come relatore uno specialista ambulatoriale di un distretto sanitario friulano, dimostrando come anche una struttura operativa
territoriale, con il contributo tecnico di specialisti capaci ed entusiasti come l'amico Carbone, ancorché con risorse nettamente più
contenute di quelle di un reparto ospedaliero, possa fare raggiungere importanti risultati scientifici.
Luciano Pletti
Vedi caro Mauro cosa ti scrivo e ti dico
e come sarei contento se tu fossi qui in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro Mauro cosa si deve inventare
per salutarti ancora
e continuare a sperare.
E se questi sei mesi poi passassero in un istante,
vedi Mauro mio
come diventa importante che tu ci ripensassi….come dico io!
I colleghi del Dipartimento di Salute Mentale
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Un saluto di benvenuto a:
Un arrivederci e un grazie a:
- Monica Gigante (E.M.T.)
- Giovanni Azzola (Direzione Amm.va Aziendale)
- Raffaella Ceschia, Erika Fuart, Diego Galletti, Luciana Ioan,
Devis Munaretto, Paola Pisana (P.O. di Palmanova)
- Gabriele Andrian, Sabina Cocco, Guglielmo Codarin, Marina
Depase, Emanuela Frisone, Luca Gazzetta, Natale Alessandro
Stallone (P.O. di Latisana)
- Lorenzo Gnoni, Katia Sguassero (Distretto Ovest)
- Paola Zanus Michiei (Dip. di Salute Mentale)
- Ester Pittonet (Distretto Est)
- Eda Della Ricca, Marisa Strizzolo, Ugo Tuni
(P.O. di Palmanova)
- Gabriella Tuis (Distretto Est)
- Janet Andreini (Distretto Ovest)
- Licia Battistella, Federica Dri (E.M.T.)
- Assuntina Bernardo, Valerio Formentini, Michela Padovese,
Pietro Sivini, Elisa Vescovo (P.O. di Latisana)
- Roberta Mozzon (Servizio Farmaceutico)
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Occhio agli occhi
manifestare la seguente sintomatologia oculare (“sindrome da
VDT”): stanchezza alla lettura, visione annebbiata e/o sdoppiata,
segni di affaticamento, difficoltà di fissazione, pesantezza, cefalea, bruciore oculare, arrossamento oculare, lacrimazione, secchezza, fotofobia. Per prevenire questi sintomi è necessario avere
i seguenti accorgimenti:
Sulla base di numerosi studi eseguiti si può affermare che non
esiste alcuna evidenza di danni all'apparato visivo determinati
dall'uso di videoterminali. E' stato invece ampiamente documentato che coloro che lavorano al computer sottopongono gli occhi
ad uno sforzo prolungato e, soprattutto se le condizioni di lavoro (luminosità, aria troppo secca,…) non sono ideali, possono
Diminuire
abbagli e riflessi
schermando finestre con tende ergonomiche, riducendo le luci artificiali e
inclinando il monitor; l'uso di filtri può
essere riservato a quelle situazioni in cui
non è possibile eliminare i riflessi
Diminuire i contrasti tra schermo e
ambiente di lavoro, disponendo il monitor
perpendicolare alle fonti luminose
Collocare il monitor a circa 60
Pulire periodicamente il moni-
cm in maniera che lo spigolo superiore
dello schermo sia posto un po’ più in
basso dell’orizzontale.
tor e l’eventuale schermo antiriflesso
Se si portano occhiali bifocali o
progressivi, non posizionare il monitor
così alto da dover inclinare la testa indietro per guardare lo schermo
Regolare contrasto, luminosità
e caratteri del monitor
Rinnovare
frequentemente
l’aria dell’ambiente di lavoro
Ricordarsi di sbattere spesso
le palpebre
Sollevare saltuariamente lo sguardo
dallo schermo e dirigerlo all'infinito (es.
guardare fuori dalla finestra) per interrompere sforzi accomodativi prolungati
Utilizzare
sostituti lacrimali per
mantenere ben lubrificata la superficie corneale
I presbiti devono utilizzare una correzione ottica adeguata alla distanza
di lavoro al videoterminale, che non è quella di lettura. Nel caso in cui, nonostante gli accorgimenti sopraelencati, i sintomi visivi non migliorino, è necessario
effettuare una visita oculistica approfondita, per escludere difetti di refrazione o
patologie oculari; in particolare saranno valutati rifrazione, esame della superficie
oculare, del segmento anteriore e posteriore, valutazione ortottica con esame completo della motilità oculare e valutazione dell’ampiezza fusiva di convergenza.
S.C. Oculistica Palmanova
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La Conferenza dei Servizi
Erano presenti anche le mamme del gruppo di volontariato "Sorsi
di vita" che, come illustrato dalla dr.ssa Antonella Arena, da anni
sostengono l'allattamento al seno, attraverso il mutuo aiuto.
Il dr. Danilo Sciacchitano, medico di medicina generale di
Muzzana, ha invece indicato, tra le molteplici collaborazioni con
l'Azienda, il ruolo del medico di famiglia nella lotta contro il
fumo (quale migliore testimone essendo un'ex fumatore!).
Inoltre, la collaborazione dei cittadini viene richiesta per il
Progetto Passi, illustrato da Onelia Battiston, indagine svolta tramite questionari sui comportamenti che posso influenzare la salute.
Ulteriore esempio di contributo
attivo dei cittadini è l'Audit Civico,
presentato
da
Giuseppe
Morandini, referente regionale per
“CittadinanzAttiva”. Tale progetto
infatti prevede un percorso di valutazione della qualità dei servizi
attraverso gli "occhi dei cittadini".
L'argomento "Vecchia esposizione all'amianto: il registro regionale,
la sorveglianza sanitaria", ha suscitato molto interesse e la dr.ssa
Maria Giovanna Munafò ha dato risposta a diverse domande
presentando il percorso che la nostra Azienda sta attuando.
Il 18 ottobre a Muzzana del Turgnano si è svolta la Conferenza
dei Servizi dell'A.S.S. n° 5 "Bassa Friulana", per illustrare ad
amministratori, associazioni di volontariato e cittadini le iniziative intraprese, i risultati raggiunti e le progettualità future.
A Villa Muciana, il Sindaco Dino Del Ponte e il Direttore
Generale dell'Azienda dr. Roberto Ferri hanno aperto i lavori.
Nel primo intervento il dr. Daniele Trentin che ha illustrato le
caratteristiche dell'Ospedale di Latisana, una volta completata la
ristrutturazione in corso d'opera e le difficoltà che finora utenti e
operatori stanno affrontato.
Ha proseguito la dr.ssa Silla
Stel,
responsabile
dell'area
Promozione Salute, introducendo
alcune delle azioni messe in
campo dal servizio e dell'importanza di agire sui determinanti
ambientali e sociali di salute quale
investimento per il futuro.
Quattro i punti toccati: i programmi regionali di screening, l'allattamento al seno, i programmi di
disassuefazione al fumo e il Progetto Passi.
Matrice comune è l'ormai consolidata consapevolezza di
instaurare una stabile e organizzata collaborazione tra Azienda
Sanitaria, Medici di Medicina Generale, Amministrazioni
Pubbliche e Associazioni di Volontariato. Ecco allora che per i
programmi di screening della cervice uterina e di screening
mammografico, presentati rispettivamente da Antonella Pevere e
da Gabriella Fedele, fondamentale è stato il sostegno di alcune
associazioni di volontariato per l'informazione alla popolazione.
La Conferenza dei Servizi ha visto come moderatori il
Direttore Sanitario dr. Andrea Luigi Collareta e il dr. Gianfelice
Colonna, presidente dell'associazione “Una Mano per Vivere”.
Paola Virgolin - U.R.P.
POSTA
DEI LETTORI
Confesso che leggendoli, per un attimo, mi è parso perfino di
provare la stesso raro privilegio di chi riesce a leggere in anticipo
il proprio coccodrillo. Ma solo per un attimo, beninteso. Perché
immediatamente ho provveduto a toccare il primo pezzo di
ferro... a portata di mano. Grazie a tutti.
I ringraziamenti e i complimenti, come dire, "pesanti" che i colleghi del DSM mi hanno generosamente tributato dalle pagine di
"A.S.S.ieme per 5 minuti" di agosto/settembre, mi hanno fatto
sinceramente piacere; tra essi includo, si capisce, anche, anzi
soprattutto, il riferimento al cattivo carattere (poiché, come è
noto, solo chi ne ha uno può permettersi di averlo cattivo).
Giuseppe Nicosia
A proposito dell'attività dei Pronto Soccorsi della Regione FVG
non tutti gli addetti ai lavori sanno che i residenti dell'ASS n° 5
sono coloro che in assoluto fruiscono di meno di tale servizio
(rapporto regionale 2005) e che la percentuale di appropriatezza
(somma dei codici rosso, giallo e verde) è tra le più alte della
Regione. Infine, a giudicare dall'affollamento dei due P.S. della
nostra Azienda, si può ben dire che anch'essi fanno attrazione (il
30% circa, secondo il personale che ci lavora), dato piuttosto strano per interventi in urgenza.
Sono medico anestesista e lavoro presso l'Ospedale di
Palmanova; confesso di avere un "pallino" per la statistica sanitaria. Leggendo l'articolo dedicato al Punto di Primo Soccorso sull'ultimo numero del giornalino aziendale, mi ha colpito la
seguente frase: "Nei mesi estivi il Pronto Soccorso del Presidio
Ospedaliero di Latisana registra un incremento della sua attività
fino al 40% rispetto agli altri mesi.
Lo stesso impatto subiscono la Radiologia, la Pediatria e
l'Ortopedia".
Avendo a disposizione l'intero report aziendale 2006, ho controllato il numero di ricoveri, distinti anche per mese, ordinari e
DH, della Pediatria, dell'Ortopedia, (non sono disponibili i dati
mensili della corrispondente attività ambulatoriale e di P.S.).
Ebbene, essi sono nella media mensile dei mesi invernali, primaverili ed autunnali,tranne un aumento nei mesi di luglio e agosto 2006 in Area di Emergenza di Latisana.
La nostra Regione è certamente tra le prime in Italia per documentazione statistica sanitaria; peccato che in sede di programmazione sia sanitaria che di finanziamenti alle ASS non se ne
tenga sufficientemente conto.
Mi interesserebbe molto che si potesse aprire un dibattito su
tale argomento attraverso il giornale.
Cordiali saluti
Cecilia Nassimbeni
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A Natale non siamo tutti felici
Cosa fare quindi se a Natale non siamo felici?
Per prima cosa rendersi conto che a Natale si può non provare
gioia, succede, non è obbligatorio essere lieti e sereni, in pace e
fratellanza con il mondo intero. Se Natale significa fare i conti con
alcune perdite che abbiamo subito, non possiamo cambiare la
situazione, però possiamo fare riferimento alle persone che ci
sono vicine e che ci vogliono bene: la condivisione della nostra
infelicità non la fa sparire, ma ne distribuisce il peso gravoso,
alleviandolo.
Ma se siamo tristi perché non abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo fissati, se la nostra famiglia non è così sorridente, se il nostro vicino ha sempre l'erba più verde della nostra,
allora forse non è il Natale il vero problema, ma dobbiamo invece imparare a ridefinire le nostre
aspettative e possiamo imparare a
"leggere" la nostra vita che non è mai
così nera come in certi giorni ci appare, e non è neanche così rosea come
quella pubblicitaria: è sempre una
sana via di mezzo.
Perché la nostra vita è in continuo
movimento, mai tutta nera, mai solo
rosa, e noi dobbiamo imparare a
muoversi con essa.
Ed è per questo che, come regalo di
Natale, consigliamo la lettura di un
piccolo, grande, libro di Spencer
Johnson, edito dalla Sperling e
Kupfer, dal titolo "Chi ha spostato il mio formaggio?", con l'augurio di diventare un piccolo topino curioso.
Ancora una volta arrivano le feste di Natale e ancora una volta
le persone si dividono in tre categorie: c'è chi trascorre questo
periodo come un periodo qualsiasi, con indifferenza; c'è chi invece è felice, le feste in famiglia, i regali, riunire i parenti, o ancora
il Santo Natale ed il suo significato religioso.
Ma c'è ancora un gruppo di persone. C'è anche chi, a Natale,
non è contento, perché a Natale non siamo tutti felici. Queste
feste sono per alcuni di noi motivo di infelicità. Non si può sempre parlare di depressione, al contrario, spesso non è proprio
depressione, ma il tono dell'umore si abbassa e si vorrebbe star
soli, manca la voglia di contatto con gli altri, figuriamoci la voglia
di festeggiare!
Spesso le circostanze in questo periodo "costringono" al sorriso,
la convenzione vuole che la serenità e la gioia siano le emozioni
prevalenti, ma la realtà invece è fatta anche di ricordi dolorosi,
pensiamo a chi ha perso una persona cara e per la prima volta trascorrerà le feste senza di lei, oppure è tempo di bilanci e considerazioni: è trascorso un altro anno della nostra vita e gli obiettivi
pensati all'inizio dell'anno non sono stati raggiunti.
A volte però la tristezza è causata dalla sindrome da "mulino
bianco". Questa sindrome sempre più diffusa è generata da una
discrepanza fra la vita vissuta e una vita immaginaria, che sempre più ci viene mostrata e quasi imposta a modello. Una vita
fatta di famiglie benestanti e felici, sempre sorridenti fin dalla
prima colazione, che non conoscono screzi, ignorano i litigi.
Porsi degli obiettivi troppo elevati, irraggiungibili, lontani dalle
nostre possibilità, non fa altro che creare un profondo senso di
impotenza, di incapacità, ad ogni verifica della propria vita, con
conseguente tono dell'umore sotto i tacchi.
Buon Natale a tutti da Nasofino
A
V
V
I
S
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Variazione orari Centro Unico Prenotazione
Cineforum - LE FOLLE E IL FOLLE
Nei giorni 24 e 31 dicembre il C.U.P. avrà il seguente orario:
Venerdì 28 gennaio ore 20.30
Un ponte per Terabthia
Presidio Ospedaliero di Palmanova dalle 7.30 alle 12.00
Presidio Ospedaliero di Latisana dalle 7.30 alle 15.00
Venerdì 29 febbraio ore 20.30
La sposa Siriana
info: tel. 339 3110647 - http://www.cinemanova.it
e-mail: [email protected]
Inizio proiezione ore 20.30 presso l’Auditorium San Marco
Palmanova.
R
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A
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La redazione augura a tutti un lieto Natale e un 2008 pieno di gioia !
A.S.S.ieme per 5 minuti
Periodico Bimestrale
dell’Azienda per i
Servizi Sanitari n. 5 ”Bassa Friulana”
Anno II - Numero 10
dicembre 2007
Reg. presso il trib. di Udine
n. 29/06 del 28.06.2006
Direttore responsabile
Daniela Gross
Redazione
Tiziana Bonardi
Marco Luigiano
Meri Marin
Chiara Obit
Simona Schepis
Paola Virgolin
Impaginazione e Grafica
Marco Luigiano
Contatti
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Fax. 0432-921579
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Posta interna : Redazione giornale
c/o S.O. Politiche del Personale
Stampa
Tipografia OGV - Palmanova
Tel 0432 928392 http://www.tipogv.it
Loghi
Denis Battaglia
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A questo numero hanno collaborato
Mario Corbatto
i Distretti Est e Ovest
Marina Dose
Roberto Ferri
Cecilia Nassimbeni
Giuseppe Nicosia
Chiara Obit
Mara Pellizzari
Mariangela Scarbolo
Simona Schepis
S.C. Oculistica
Luciano Pletti
Roberto Urizzi
Paola Virgolin