vite rubate - Comune di Empoli

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vite rubate - Comune di Empoli
a cura di Valentina Saponara
QUANDO IL
LUPO CATTIVO SI CHIAMA PAPÀ O
MAMMA
Sono 702 i minori che hanno subito violenze sessuali nel 1999 e,
nella maggioranza dei casi, il luogo degli abusi è stata l'abitazione
domestica e gli autori i genitori o parenti. Il cerchio delle violenze sui
bambini, dunque, si stringe sempre più attorno alla famiglia stessa,
mentre diminuisce l'età dei piccoli abusati. Il quadro emerge da un'anticipazione della relazione sull'attuazione della legge 269 che il governo ha inviato al Parlamento, sulla base di dati raccolti in 11 Regioni
italiane. Dall'indagine emerge anche un altro dato allarmante: si rileva un generale abbassamento dell'età dei bambini abusati, il picco
delle violenze si concentra infatti fra i 6-10 anni. L'età media dei padri
che abusano dei figli si attesta intorno ai 41 anni e quella delle madri
intorno ai 36. A parte i padri, le bambine subiscono violenza anche da
conoscenti e zii, mentre i bambini da madri e conoscenti.
COMO - Un ventitreenne ha violentato per anni i suoi cinque fratelli minorenni e ha obbligato la più grande, una
ragazza di 20 anni, a subire stupri. La faceva prostituire per poi dividere i guadagni con due amici. Le scene aberranti sarebbero avvenute prevalentemente in casa con la complicità della madre e della nonna. Questa la spaventosa storia consumata in una famiglia benestante che vive nel Comasco, vicino a Cantù.
L'intera vicenda è venuta alla luce nel luglio scorso quando la sorella maggiore, stanca di vivere nell’incubo di stupri di gruppo e prostituzione si è rivolta ai carabinieri. La ragazza aveva già presentato denuncia alcuni anni fa ma il
caso fu archiviato. Nel 1996 il più piccolo dei fratellini, di soli 2 anni, era stato tolto alla famiglia per presunte violenze e dato in adozione. Racconti sconvolgenti che, nella fase istruttoria, sia la madre che la nonna hanno negato
cercando di difendere il giovane.
BOLOGNA - Una ragazza di 14 anni è stata violentata da un uomo di 28 anni conosciuto dalla famiglia. Teatro della
violenza, la casa della nonna della vittima, dove lei si è recata per tenerle compagnia. Ma l'anziana, al suo arrivo,
era già uscita. L'uomo ha suonato la ragazzina ha aperto la porta e a quel punto lui l'ha spinta dentro e l'ha costretta ad andare in una camera da letto sul retro, dove l'ha stuprata. Nessuno nel palazzo si è accorto del dramma che
si consumava in quell'appartamento. Lui subito dopo è uscito, sicuro del fatto che lei non l'avrebbe denunciato. La
ragazza non ha detto nulla alla nonna, ma la sua espressione e il letto sfatto hanno subito fatto capire cosa era successo.
PAVIA - Profonda crisi e stress, sarebbero questi i motivi con cui si è difeso un uomo di 54 anni, collaboratore dell'oratorio di Motta Visconti di Milano. Così avrebbe spiegato agli inquirenti le molestie sessuali nei confronti di ragazzi ospiti dell’istituto. L'uomo non ha negato gli atti sessuali, alcuni dei quali molto gravi, e avrebbe giustificato il proprio comportamento parlando di una profonda crisi personale subita negli ultimi tempi che lo avrebbe sottoposto ad
uno stato di stress.
FIRENZE - Comprate per tremila marchi tedeschi (l'equivalente di 3 milioni di lire) e costrette a prostituirsi anche
con la violenza. E' la storia di due quindicenni moldave, che come molte altre sono state convinte a lasciare la loro
patria con la promessa di un lavoro qui in Italia. Arrivate in Serbia sono state comprate da due quarantaquattrenni
e da loro avviate, dopo aver subito violenze di ogni tipo e stupri di gruppo, alla prostituzione.
TELEFONO ARCOBALENO
Venticinque siti pornografici allestiti da una decina di pedofili spagnoli, che pubblicizzavano e scambiavano foto di
bambini in atteggiamenti osceni, sono stati chiusi grazie al telefono Arcobaleno. E' una lotta senza quartiere e
soprattutto senza frontiere.
“Un impulso ir refrenabile”
"E' un impulso irrefrenabile, più forte di me, non ne posso fare a meno." Fra le lacrime al giudice ha risposto cosi
uno degli otto arrestati per l'inchiesta più brutta capitata a Torre Annunziata dopo quella dei pedofili del rione
Poverelli. Un ritornello. Tutti più o meno hanno risposto allo stesso modo, senza difendersi, senza negare di aver
attinto in Internet per andare a caccia delle immagini peggiori di violenza sui bambini. "Non torcerei un capello a un
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bambino", hanno ripetuto. Come se i piccoli coinvolti nel video, addirittura massacrati non soffrissero. Come se le
loro sofferenze non dovessero impietosire. "Non posso farne a meno, non voglio cedere alla tentazione di far loro
queste cose, per questo cerco tanto e chiedo tanto" ha spiegato al gip quello che nelle e- mail ai complici chiedeva
se i ragazzini agonizzavano davvero o se il materiale video era realizzato con effetti speciali.
VIAREGGIO - Una giovane disabile è stata sequestrata e violentata in un camper da un francese di origini ivoriane.
L'uomo ha confessato, i fatti sono avvenuti in gennaio 2001. La ragazza, che soffre di handicap psicofisico, si era
rivolta al francese chiedendogli se avesse tessere telefoniche da collezionai. L'uomo le ha risposto che ne aveva
un'intera raccolta nel camper e l'ha convinta a seguirlo. Una volta arrivati al veicolo, ha abusato della giovane donna.
EMPOLI - Dopo tanti rinvii, si è concluso in tribunale il processo contro un ex stilista di 65 anni, accusato di violenze sessuali su una bambina di 9 anni, figlia di un suo amico. Le violenze avvennero secondo le accuse, l'8 febbraio 99. Era stato invitato a cena dal padre della bambina, aveva portato mozzarelle e una torta. A fine cena il
padre incarica la bambina di portare due fette di torta al fratello maggiore, che si trova da un amico in un appartamento nello stesso palazzo. La bambina chiede all'amico del padre di accompagnarla. Al ritorno si chiude in camera. Il padre e l'amico di famiglia escono per andare a fare una partita all'Accademia del Biliardo. Quando l'uomo se
ne é andato, la bambina racconta alla mamma che in ascensore l'uomo l'ha baciata sulla bocca e le ha infilato una
mano nel pigiamino, ha spinto forte e le ha fatto male.
FIRENZE - Lui, un nordafricano che oggi ha 46 anni, con regolare permesso di soggiorno, era una presenza ormai
nota davanti al supermercato di Campi Bisenzio, dove vendeva oggetti vari. Lei, una ragazzina di 13 anni orfana di
mamma, in quel supermercato andava a fare la spesa. La sera del 31 gennaio 97 l'uomo le disse "Vieni sali in
macchina con me ". La prese per il braccio e la fece salire in machina. Un po’ più tardi , una pattuglia di carabinieri
nota una macchina parcheggiata in una zona buia e isolata. Sul sedile abbassato accanto al guidatore c'è una persona distesa. I carabinieri si avvicinano impugnando per prudenza la pistola, illuminando la machina con una torcia,
vedono un uomo, gli ordinano di scendere. L'uomo si solleva, sotto di lui sdraiata sul sedile c'è la bambina. Lei terrorizzata, tremante, ammutolita. Sembrava molto più piccola dei suoi 13 anni. Lei non voleva andare con l'uomo, ma
lui l'aveva presa per il braccio, e lei non era riuscita a ribellarsi, poi aveva parcheggiata la macchina, chiuso gli sportelli con la sicura, aveva abbassato il sedile, le era salito sopra.
GROSSETO - L'uomo di 79 anni era rimasto vedovo e quindi aveva deciso di sposarsi con una donna dell'est europeo, anche lei vedova e madre di 2 figli di pochi anni. Il rapporto sembra andare avanti, perlomeno inizialmente,
senza problemi. Ad un certo punto però accade che la signora straniera debba tornare nel suo paese di origine per
problemi di famiglia, dunque decide di lasciare i figli per alcune settimane a casa del suo compagno. Naturalmente,
la donna non sospetta assolutamente niente. A quel punto sarebbero cominciate le attenzioni particolari del vecchio
nei confronti della bimba di 10 anni. La ragazzina dopo qualche tempo raccontò tutto a sua madre.
TORINO - L.A, figura nota nel mondo dei fantini, per le vittorie conquistate al Palio di Siena e quello di Asti, è stato
arrestato dalla polizia con l'accusa di rapina, violenza sessuale e ricettazione. Armosino che ha 30 anni è accusato
di avere violentato, il 19 novembre 2000 ad Asti, una prostituta albanese e di averla rapinata della borsetta. Il fantino, che ha già avuto in passato denunce per due rapine ad altrettante prostitute avvenute ad Alessandria, avrebbe preso la donna a bordo del suo fuoristrada e dopo essersi appartato con lei in aperta campagna, l'avrebbe scaraventata fuori dalla vettura, provocandogli delle lievi lesioni alle gambe e si sarebbe allontanato con la borsetta e
il telefono cellulare della donna.
PISA - Si fidavano di lui e il suo colonnello gli affidava pure il figlio qualche sera prima di uscire. Lo stimavano come
uno dei migliori sottufficiali della base militare di Camp Derby, adesso il sergente di 23 anni di Cleveland, la moglie
maestra di asilo dentro la stessa base di Pisa, un brillante inizio di carriera dell'esercito Usa, comparirà davanti alla
Corte Marziale americana perché accusato di essere un pedofilo. Il sergente è indagato anche per sfruttamento della
prostituzione minorile, finalizzata alla produzione del materiale pornografico. Nel computer aveva centinaia di filmati e 10.000 foto. Quasi tutte con scene di violenza sessuale su bambini. Il più grande di 10 anni, il più piccolo ancora attaccato al cordone ombelicale. Con lui è stato fermato un giovane della provincia di Pistoia di 22 anni, uno dei
tanti con cui il sergente scambiava materiale porno. Dopo aver preso contatti tramite le chat-line più hard. Proprio
da uno di questi contatti, un pedofilo tedesco su cui indagava l'FBI, la Polizia è partita per arrivare alla casa di
Vecchiano dove il sergente abitava con la moglie e un'iguana al posto del gatto. Per il sergente il sesso con i bambini era una fissazione "meglio quelli sotto i 10 anni perché parlano meno" avrebbe ammesso. Dalle indagini sul soldato, la Secret Service per gli affari interni della base ha scoperto ombre inquietanti. Dalla moglie ha appreso che
l’uomo la costringeva a vestirsi da bambina durante i rapporti sessuali e in più di un'occasione gli avrebbe raccontato di essere stato violentato da bambino.
MESSINA - ARREST ATO IL DIRETTORE DEL CARCERE PER MOLESTIE SESSUALI A DETENUTI ED AGENTI.
Nuovo scandalo dietro le sbarre di Messina. Dopo l'arresto del Vice Comandante della Polizia Penitenziaria della
Casa Circondariale di Gazzi, per molestie sessuali ad un collega, le manette sono scattate per il direttore del piccolo carcere di Mistretta: è accusato di avere allungato le mani su agenti e carcerati. E anche stavolta la denuncia
è partita dall'interno delle strutture penitenziarie, da una delle vittime che ha deciso di rompere il muro dell'omertà.
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BERLINO - Daniel Cohn Bendit, migliore amico del Vice Cancelliere Joschka Fischer, ideologo del 68 e coscienza critica della Sinistra tedesca, descrisse esperienze di tipo erotico con giovanissimi e bambini, su un articolo su <<Das
Da>>, allora influente rivista dell'area alternativa tedesca. Daniel interpellato da <<Repubblica>> spiega: “quei
passi erano uno scritto di pura fantasia. Ma ammetto che, riletto oggi, è inaccettabile e vergognoso quanto scrissi
allora”. Cohn Bendit descrisse in quell'articolo il suo continuo flirt con i bambini di un asilo di Francoforte dove lavorava. Il continuo flirt assunse presto caratteristiche erotiche. "Potevo sentire come le bambine dai 5 anni avevano
preso a corteggiarmi…Io reagivo ogni volta differentemente secondo le circostanze, ma il loro desiderio mi metteva
di fronte ad un problema. Chiedevo loro perché non si carezzavano l'un l'altra, perché sceglievano me e non altri
bimbi. Ma quando continuavano e insistevano io cominciai a carezzare loro per questo fui accusato di comportamento pervertito." “Rileggere oggi quelle pagine mi sembrano intollerabili, insopportabili, un'aberrazione. Oggi il
dibattito sulla morale, la sessualità e i bambini ha raggiunto ben altre acquisizioni. Allora si trattava di un tentativo
di provocazione della morale borghese, come si usava dire. Il libro che conteneva quei passi fu pubblicato, ci fu un
grande dibattito ma non come oggi”. Questa è l'autodifesa di Cohn Bendit.
FABIO EVANGELISTI, PRESIDENTE DEL COMIT ATO SCHENGEN-EUROPOL, HA SCRITTO UN ARTICOLO SULLE BAM BINE SCHIAVE E SULLA PUNIBILITA' DEI CLIENTI DELLE PROSTITUTE MINORENNI.
Fabio Evangelisti scrive quanto segue al Direttore del Tirreno, dopo aver letto con interesse la lettera di Vincenzo
Maurini Consigliere Comunale di Rifondazione a Cecina. “Il problema non è nuovo a riemergere ciclicamente; certamente va fatta chiarezza sui ruoli: chi è la vittima e chi è il carnefice, ma anche chi fa in modo, per quanto indirettamente, che le vittime si moltiplichino, alimentando un mercato in spaventosa espansione”.
Va sgomberato il campo da equivoci: la stragrande maggioranza delle prostitute, maggiorenni e non, è vittima della
tratta, parte cioè dell'enorme mercato delle schiavitù, un fenomeno che coinvolge circa 200 milioni di persone in
tutto il mondo, tra cui almeno 2 milioni di bambini.
In Italia quasi tutte le donne che cadono nelle maglie delle organizzazioni criminali che gestiscono questo grande
traffico di merce umana finiscono per strada. Anche per questo per i clienti deve essere prevista una sanzione proporzionata al danno che contribuiscono a creare. E' perfettamente inutile accanirsi contro i consumatori di questo
traffico se non si va a monte e non si stroncano le organizzazioni criminali che alimentano e incrementano sempre
di più gli ingressi illegali. Già perché i clandestini di cui tanto si parla sono sempre comunque vittime di una deportazione di massa criminale organizzata: la figura dell'immigrato che di sua spontanea volontà varca i confini
dell'Unione Europea non trova nella realtà che rari esempi. Fino al 1990 l'Italia e molti altri Paesi europei non conoscevano davvero il fenomeno dell'immigrazione, ma sempre e solo quello dell'emigrazione. La piaga del traffico degli
esseri umani è divenuta eclatante nel momento stesso in cui la trasformazione lenta, ma già visibile, della nostra
società in una progressivamente multietnica ha fatto aprire gli occhi per forza. Non è però noto a tutti il meccanismo, perverso e spaventoso dell'arrivo silenzioso di questo fiume di persone. L'organigramma delle organizzazioni
criminali prevede che un primo gruppo etnico recluti i futuri schiavi nei paesi di provenienza, un secondo gruppo si
occupa del trasporto, dello smistamento, assicurando l'ingresso nel nostro e in altri Paesi UE. Esiste infine il referente nazionale che all'arrivo prende in consegna i clandestini in gestione non appena varcano il confine. E cercando di smantellare questa capillare organizzazione che bisogna partire, anello per anello, scalino per scalino, se
vogliamo risolvere per davvero il problema della schiavitù, non soltanto quello della strada.
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VICENDA VISSUTA
Ognuno è artefice del proprio destino, ma questo vale per un adulto (forse) adesso anche io sono una
donna adulta ho quasi 44anni, e mi chiamo Eleonora. Quello che stò per raccontarvi è una triste realtà di
cui ancora adesso porto le ferite dentro il mio animo, non ho mai dimenticato quel giorno maledetto di 33
anni fa, quando facevo la prima media. Ma veniamo per ordine. Intanto a quei tempi non si parlava di pedo filia come oggi, oggi c'è più coraggio di denunciare le cose, le idee sono più aperte e certi pregiudizi non ci
sono quasi più. Ma ai miei tempi c'erano eccome, Certo la violenza vera e proprio l'ho subita da scono sciuti ma quella psicologica no, l'ho subita prima da mia madre e poi da mio padre, Ma veniamo ai fatti:
come vi dicevo avevo appena 11anni (anche se dimostravo di più) andavo a scuola in una zona della
Casilina chiamata Villaggio Breda, a quei tempi era tutta aperta campagna fatta eccezione per un quartie re residenziale dove ancora adesso le ville sono abitate da signori che se lo possono permettere. Io ero
una bambina molto introversa, e con la mia famiglia c'eravamo trasferiti al sud della capitale per motivi di
lavoro, prima abitavo in un quartiere residenziale del Trionfale, dove ho fatto fino alla quinta elementare, e
ritrovarmi in mezzo alle campagne io abituata ad un altro tenore di vita mi trovai a disagio. Cominciai a fre quentare la prima media in una classe mista dove c'erano ragazzi più grandi di me perché ripetenti. Io con
il mio carattere non riuscivo a dare confidenza e poi ero veramente piccola, e non capivo quasi niente della
vita, della trasformazione che sarebbe avvenuta dopo in me. Fino allora ero vissuta nella bambagia della
famiglia e tante cose mi erano sconosciute anche le più piccole e importanti per una ragazzina come me
che si affacciava alla vita. Di solito facevo sempre il turno di mattina e venivano sempre a prendermi ma
quel maledetto giorno feci il turno pomeridiano, era inverno e fuori alle 18 era già buio, e cosi mi sono ritro vata insieme ad un certo Angelo che era di un'altra classe ma avevamo legato un po’. Lui mi disse che mi
avrebbe riaccompagnata a casa, naturalmente io mi fidavo di lui e non potevo mai immaginare l'incubo che
di lì a poco si sarebbe consumato. Lui mi fece fare una strada più breve ed io acconsentii. E cosi passammo
per le famose vie di cui ho parlato prima. Ma ce ne era una in particolare che era disabitata perché nes suno voleva abitarla per il fatto che si diceva che ci fossero i fantasmi. Comunque un po’ per curiosità un
pò per incoscienza decisi insieme al mio amico di entrare, appena entrati e dopo avere esplorato tutte le
stanze lui mi disse che c'era anche un fienile io gli dissi come fai a saperlo? E lui mi raccontò che ogni
tanto gli capitava di dormire lì quando litigava con i suoi, quindi siamo andati al fienile. Non ho fatto nean che in tempo a rendermi conto di dove mi trovavo, quando sentii uno di nome Ercole (ho saputo dopo che
si chiamava cosi) che chiamava Angelo e gli diceva “bravo” e che aveva fatto un buon lavoro. Io li per li non
capii ma quando vidi sbucare dall'ombra tanti ragazzi, erano dieci più Ercole che di anni ne aveva già 2830, allora cominciai ad avere paura, chiamai Angelo per farmi aiutare ma lui era impaurito come me, anche
perché stava sotto la minaccia di un coltello allora capii che era stato proprio lui il mio amico Angelo ad
organizzare tutto, ma dopo preso dal pentimento non poteva più fare niente. Riconobbi tanti ragazzi che
venivano alla mia stessa scuola e ridevano, ma si vedeva che l'avevano presa come un gioco, un gioco
malefico guidato da uno grande di nome Ercole. Sotto la minaccia delle armi mi violentarono a turno, Angelo
no, non ha voluto e….fecero la festa anche a lui. Dopo molte ore decisero di lasciarmi andare, non prima
di avermi minacciato "se ci denunci uccidiamo i tuoi ti conviene stare zitta” e per impaurirmi di più mi bru ciarono la cartella con i libri e il mio grembiule. Finalmente se né andarono, Angelo scappò quasi subito, io
ero dolorante e sconcertata non sapevo cosa fare. Cosi come ero sporca di sangue riuscii ad arrivare alla
mia casa, dove i miei preoccupatissimi avevano già sporto denuncia ai carabinieri. E pensare che non ero
diventata ancora signorina e la mia verginità finì cosi nella violenza più brutale. Il peggio doveva ancora arri vare, mio padre mi disse subito “chi è stato?” Io riuscii solo a dire “Angelo”, ma mia madre la vedevo fred da nei miei confronti, anzi mi disse chiaramente che dovevamo mettere tutto a tacere per evitare le male
lingue e che non ci sarebbe stata nessuna denuncia, sennò (parole sue) non mi avrebbe più sposato nes suno. Mio padre non sentì ragione e mi condusse al commissariato per fare denuncia. Rassicurata dalla
presenza di una psicologa riuscii a ricordare il nome Ercole e non so perché i poliziotti già sapevano che
parlavo di quell'Ercole, pregiudicato e già coinvolto in storie di violenza, poi feci altri nomi, qualcuno lo rin tracciarono ma con il fatto che quasi tutti erano minorenni gli fecero la denuncia a piede libero, solo Ercole
andò dentro per poco e quando lo rividi in circolazione la mia rabbia fu cosi forte che mi sembrò di essere
stata violentata un'altra volta. Non c'è giustizia dissi tra me (ma quella Divina sì) è morto nel ‘92 di tumo re. Ritornando a me ormai non ero più la stessa dovetti lasciare la scuola statale e iscrivermi ad una pri vata per prendere almeno la terza media, ma ormai non avevo più la testa per studiare e pensare che ero
anche brava. Cominciai a scappare di casa, a bere sempre di più e ritrovarmi alcolizzata già da bambina,
frequentavo cattive compagnie e cosi iniziò la mia vita delinquenziale. Comunque chi lo sa se non mi fosse
successa questa violenza la mia strada sarebbe stata diversa. Non lo so, so solo che ancora oggi a 44 anni
non sono riuscita a superare il trauma e soffro ancora molto. Non voglio dire altro solo che adesso final mente a distanza di tempo sto prendendo la terza media. Mi trovo in questo posto per essere aiutata a
reinserirmi nella società, sto pagando il mio debito con la giustizia, quella giustizia che tempo fa non riten ne opportuno condannare il mio violentatore. Per fortuna c'è stata la giustizia Divina, anche se questo non
mi potrà consolare, la mia ferita è rimasta ancora aperta e ogni tanto sanguina specialmente quando sento
i telegiornali parlare di violenza su minori e che la maggior parte di questi mostri la fanno franca. Questa
è la storia della mia adolescenza spezzata, rubata, violata e nessuno mi potrà mai ripagare di tutto quello
che ho sofferto e continuo a soffrire.
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