18 Ottobre 2016 - Comune di Vittoria

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18 Ottobre 2016 - Comune di Vittoria
CITTÀ DI VITTORIA
UFFICIO STAMPA
RASSEGNA STAMPA
Martedì 18 Ottobre 2016
Gds 18 ottobre 2016
LA SICILIA
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016
vittoria
Droga. Ai domiciliari
giovane pusher
arrestato a Comiso
g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo
ha convalidato l’arresto, ma
disposto gli arresti domiciliari per
l’incensurato vittoriese Nunzio
Carnemolla, così come richiesto
dall’avvocato difensore Giovanni
Mangione. Il giovane di 27 anni era
stato sorpreso dai Carabinieri a un
posto di blocco in territorio di
Comiso. I documenti di circolazione
e personali erano tutti in regola, ma
il suo nervosismo nascondeva
qualcosa. Qualcosa come 8 grammi
di cocaina negli slip, dai
1.300/1.500 euro di valore, venuti
fuori dopo un’accurata
perquisizione personale. Il sostituto
procuratore della Repubblica Giulia
Bisello aveva ordinato l’arresto, il
gip Giovanni Giampiccolo ieri su
richiesta dell’avvocato difensore ha
disposto gli arresti domiciliari.
CONVENTO DEI FRATI MINORI
Vittoria nell’arte tra immagini e storia
d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento
dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte,
Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città
reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione.
Troia lascia Palazzo Iacono
«Messo da parte, mi dimetto»
Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe
GIUSEPPE LA LOTA
I NUMERI.
g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo
del Comune
sono 12, i dirigenti 8. Dal
primo gennaio
2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che
hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche
finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità
locale); Salvatore Guadagnino (Politiche
socio assistenziali e Pubblica
istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile
(Affari generali
- Programmazione comunitaria).
Era un capo che contava, da 3 mesi e
mezzo è un numero come tanti altri.
Era il direttore generale delle Risorse
umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e
carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione,
previsto dal contratto,
che si calcola sui mille
euro in meno al mese.
Troppo per uno che
settimanalmente va e
viene da Catania, ormai
prossimo alla pensione,
e che aveva retto ben altri
impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico
di dirigente. Con decorrenza primo
gennaio 2017. Questione di giorni e
presenterà al protocollo la sua lettera
di dimissioni dall’ente dopo diversi
anni di lavoro a stretto contatto di
con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia.
Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco
Giovanni Moscato non sono mai stati
né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono
nemmeno conosciuti da vicino.
Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito
La Sicilia 18 ottobre 2016
PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA
queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non
arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un
paio di “interventi chirurgici” tanto
raffinati quanto precisi per non rovi-
nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il
bando per mettere a concorso un
paio di direzioni” afferma. Quello dei
servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere
rapporti indesiderati un capo pro-
muove per rimuovere oppure rischia
licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma
dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo
per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente
esperto e navigato, ha deciso. Se ne va
aspettando la sentenza di secondo
grado e sperando di cancellare la
macchia di una condanna della Corte
dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere
pagato al dipendente Privitelli (oggi
in pensione), per esigenze di servizio,
delle ferie maturate e non godute.
“Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose
della precedente amministrazione”. I
problemi che interessano a Moscato
sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco
hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si
raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima.
La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da
vincere dopo averla incorniciata nel
programma dei primi 100 giorni.
Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella
L’OPERAZIONE.
In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014
Il giovane e altri due
complici furono bloccati
mentre cercavano di
scardinare una finestra
usando uno scalpello
Quando ha visto gli agenti di Polizia
sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per
la completa identificazione da parte
della Scientifica e poi condurlo in
carcere, ha capito che aveva finito la
libertà e non ha reagito. Angelo
Ventura, classe ’84, figlio di Titta
Ventura, primo cugino dell’altro
Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a
casa. A carico suo, del padre, dello
zio e dei cugini ci sono una sfilza di
reati gravissimi, ma quello per cui è
stato arrestato Angelo su ordine
della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato
nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014.
Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali,
insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio
notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il
posto indicato, Ventura e i suoi
complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello.
All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino
Mangione, incensurato, vennero
fermati dopo un breve inseguimen-
to a piedi in via Cacciatori delle Alpi,
mentre il terzo riuscì a far perdere le
tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato
di fiducia Giuseppe Di Stefano.
Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un
altro tentativo di furto compiuto ai
danni di un muratore vittoriese. I
carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di
reato insieme a Francesco Asonte.
Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla
grondaia della casa dove avevano
rubato. Avevano ancora addosso 3
collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50
proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i
due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal
muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e
Ventura stavano utilizzando un flex
da lavoro del muratore che era in
casa. I due si trovano in carcere in
attesa di processo.
Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati
contro il patrimonio si trovano in
stato di libertà mentre attendono il
giudizio definitivo. “La Polizia di
Stato- informa una nota emanata
dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e
procedere alla loro cattura quando
ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso
di Angelo Ventura.
G. L. L.
.27
Angelo Ventura durante le
fasi dell’arresto portato a
termine dalla squadra mobile
di Ragusa
E’ stato scoperto
e denunciato
il seviziatore
della cagnetta
LA CAGNETTA SEVIZIATA
GIORGIO LIUZZO
Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più
spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere
rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e
ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi
del distributore di benzina di via Generale Cascino,
poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il
soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella
piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle
telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie
zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe
a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte.
L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale.
Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza
documenti, che vive in periferia.
“Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di
servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore
di questo efferato delitto contro un animale mite e
indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come
l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la
cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio
sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi,
verrà punita in modo esemplare”.
Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato
unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti
hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni
se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato
preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice
penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o
senza necessità, cagiona una lesione ad un animale,
ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a
30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la
giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le
precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena.
Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente
MILENA NICOSIA
Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna
Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che,
nati da un'idea di Antonella Arangio
Mazza Corallo con la collaborazione di
Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare
le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che,
per il suo debutto, e' stata "impiattata"
dallo chef Giovanni Galesi della Scuola
Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti
della tavola di Galesi sono stati i grani
autoctoni siciliani, utilizzati sia nella
preparazione della pasta che del pane,
e i vini del terroir vinicolo dell'area di
produzione del Cerasuolo di Vittoria.
Interessante anche la rielaborazione
fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare
invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di
uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele
hanno decorato le pareti del castello.
Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino
alla domenica 23 ottobre quando la
chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale
evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo
la cui interpretazione gastronomica
sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di
fare rete mettendo insieme arte, vino,
cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez"
D. C.
LA SICILIA
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016
vittoria
Droga. Ai domiciliari
giovane pusher
arrestato a Comiso
g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo
ha convalidato l’arresto, ma
disposto gli arresti domiciliari per
l’incensurato vittoriese Nunzio
Carnemolla, così come richiesto
dall’avvocato difensore Giovanni
Mangione. Il giovane di 27 anni era
stato sorpreso dai Carabinieri a un
posto di blocco in territorio di
Comiso. I documenti di circolazione
e personali erano tutti in regola, ma
il suo nervosismo nascondeva
qualcosa. Qualcosa come 8 grammi
di cocaina negli slip, dai
1.300/1.500 euro di valore, venuti
fuori dopo un’accurata
perquisizione personale. Il sostituto
procuratore della Repubblica Giulia
Bisello aveva ordinato l’arresto, il
gip Giovanni Giampiccolo ieri su
richiesta dell’avvocato difensore ha
disposto gli arresti domiciliari.
CONVENTO DEI FRATI MINORI
d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento
dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte,
Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città
reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione.
Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe
I NUMERI.
g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo
del Comune
sono 12, i dirigenti 8. Dal
primo gennaio
2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che
hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche
finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità
locale); Salvatore Guadagnino (Politiche
socio assistenziali e Pubblica
istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile
(Affari generali
- Programmazione comunitaria).
Era un capo che contava, da 3 mesi e
mezzo è un numero come tanti altri.
Era il direttore generale delle Risorse
umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e
carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione,
previsto dal contratto,
che si calcola sui mille
euro in meno al mese.
Troppo per uno che
settimanalmente va e
viene da Catania, ormai
prossimo alla pensione,
e che aveva retto ben altri
impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico
di dirigente. Con decorrenza primo
gennaio 2017. Questione di giorni e
presenterà al protocollo la sua lettera
di dimissioni dall’ente dopo diversi
anni di lavoro a stretto contatto di
con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia.
Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco
Giovanni Moscato non sono mai stati
né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono
nemmeno conosciuti da vicino.
Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito
PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA
queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non
arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un
paio di “interventi chirurgici” tanto
raffinati quanto precisi per non rovi-
nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il
bando per mettere a concorso un
paio di direzioni” afferma. Quello dei
servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere
rapporti indesiderati un capo pro-
muove per rimuovere oppure rischia
licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma
dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo
per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente
esperto e navigato, ha deciso. Se ne va
aspettando la sentenza di secondo
grado e sperando di cancellare la
macchia di una condanna della Corte
dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere
pagato al dipendente Privitelli (oggi
in pensione), per esigenze di servizio,
delle ferie maturate e non godute.
“Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose
della precedente amministrazione”. I
problemi che interessano a Moscato
sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco
hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si
raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima.
La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da
vincere dopo averla incorniciata nel
programma dei primi 100 giorni.
Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella
L’OPERAZIONE.
In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014
Il giovane e altri due
complici furono bloccati
mentre cercavano di
scardinare una finestra
usando uno scalpello
Quando ha visto gli agenti di Polizia
sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per
la completa identificazione da parte
della Scientifica e poi condurlo in
carcere, ha capito che aveva finito la
libertà e non ha reagito. Angelo
Ventura, classe ’84, figlio di Titta
Ventura, primo cugino dell’altro
Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a
casa. A carico suo, del padre, dello
zio e dei cugini ci sono una sfilza di
reati gravissimi, ma quello per cui è
stato arrestato Angelo su ordine
della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato
nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014.
Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali,
insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio
notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il
posto indicato, Ventura e i suoi
complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello.
All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino
Mangione, incensurato, vennero
fermati dopo un breve inseguimen-
to a piedi in via Cacciatori delle Alpi,
mentre il terzo riuscì a far perdere le
tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato
di fiducia Giuseppe Di Stefano.
Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un
altro tentativo di furto compiuto ai
danni di un muratore vittoriese. I
carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di
reato insieme a Francesco Asonte.
Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla
grondaia della casa dove avevano
rubato. Avevano ancora addosso 3
collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50
proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i
due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal
muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e
Ventura stavano utilizzando un flex
da lavoro del muratore che era in
casa. I due si trovano in carcere in
attesa di processo.
Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati
contro il patrimonio si trovano in
stato di libertà mentre attendono il
giudizio definitivo. “La Polizia di
Stato- informa una nota emanata
dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e
procedere alla loro cattura quando
ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso
di Angelo Ventura.
G. L. L.
La Sicilia 18 ottobre 2016
Vittoria nell’arte tra immagini e storia
Troia lascia Palazzo Iacono
«Messo da parte, mi dimetto»
GIUSEPPE LA LOTA
.27
Angelo Ventura durante le
fasi dell’arresto portato a
termine dalla squadra mobile
di Ragusa
E’ stato scoperto
e denunciato
il seviziatore
della cagnetta
LA CAGNETTA SEVIZIATA
GIORGIO LIUZZO
Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più
spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere
rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e
ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi
del distributore di benzina di via Generale Cascino,
poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il
soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella
piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle
telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie
zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe
a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte.
L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale.
Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza
documenti, che vive in periferia.
“Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di
servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore
di questo efferato delitto contro un animale mite e
indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come
l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la
cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio
sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi,
verrà punita in modo esemplare”.
Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato
unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti
hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni
se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato
preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice
penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o
senza necessità, cagiona una lesione ad un animale,
ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a
30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la
giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le
precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena.
Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente
MILENA NICOSIA
Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna
Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che,
nati da un'idea di Antonella Arangio
Mazza Corallo con la collaborazione di
Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare
le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che,
per il suo debutto, e' stata "impiattata"
dallo chef Giovanni Galesi della Scuola
Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti
della tavola di Galesi sono stati i grani
autoctoni siciliani, utilizzati sia nella
preparazione della pasta che del pane,
e i vini del terroir vinicolo dell'area di
produzione del Cerasuolo di Vittoria.
Interessante anche la rielaborazione
fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare
invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di
uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele
hanno decorato le pareti del castello.
Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino
alla domenica 23 ottobre quando la
chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale
evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo
la cui interpretazione gastronomica
sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di
fare rete mettendo insieme arte, vino,
cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez"
D. C.
LA SICILIA
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016
vittoria
Droga. Ai domiciliari
giovane pusher
arrestato a Comiso
g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo
ha convalidato l’arresto, ma
disposto gli arresti domiciliari per
l’incensurato vittoriese Nunzio
Carnemolla, così come richiesto
dall’avvocato difensore Giovanni
Mangione. Il giovane di 27 anni era
stato sorpreso dai Carabinieri a un
posto di blocco in territorio di
Comiso. I documenti di circolazione
e personali erano tutti in regola, ma
il suo nervosismo nascondeva
qualcosa. Qualcosa come 8 grammi
di cocaina negli slip, dai
1.300/1.500 euro di valore, venuti
fuori dopo un’accurata
perquisizione personale. Il sostituto
procuratore della Repubblica Giulia
Bisello aveva ordinato l’arresto, il
gip Giovanni Giampiccolo ieri su
richiesta dell’avvocato difensore ha
disposto gli arresti domiciliari.
CONVENTO DEI FRATI MINORI
Vittoria nell’arte tra immagini e storia
d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento
dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte,
Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città
reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione.
Troia lascia Palazzo Iacono
«Messo da parte, mi dimetto»
Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe
GIUSEPPE LA LOTA
I NUMERI.
g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo
del Comune
sono 12, i dirigenti 8. Dal
primo gennaio
2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che
hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche
finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità
locale); Salvatore Guadagnino (Politiche
socio assistenziali e Pubblica
istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile
(Affari generali
- Programmazione comunitaria).
Era un capo che contava, da 3 mesi e
mezzo è un numero come tanti altri.
Era il direttore generale delle Risorse
umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e
carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione,
previsto dal contratto,
che si calcola sui mille
euro in meno al mese.
Troppo per uno che
settimanalmente va e
viene da Catania, ormai
prossimo alla pensione,
e che aveva retto ben altri
impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico
di dirigente. Con decorrenza primo
gennaio 2017. Questione di giorni e
presenterà al protocollo la sua lettera
di dimissioni dall’ente dopo diversi
anni di lavoro a stretto contatto di
con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia.
Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco
Giovanni Moscato non sono mai stati
né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono
nemmeno conosciuti da vicino.
Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito
PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA
queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non
arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un
paio di “interventi chirurgici” tanto
raffinati quanto precisi per non rovi-
nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il
bando per mettere a concorso un
paio di direzioni” afferma. Quello dei
servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere
rapporti indesiderati un capo pro-
muove per rimuovere oppure rischia
licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma
dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo
per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente
esperto e navigato, ha deciso. Se ne va
aspettando la sentenza di secondo
grado e sperando di cancellare la
macchia di una condanna della Corte
dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere
pagato al dipendente Privitelli (oggi
in pensione), per esigenze di servizio,
delle ferie maturate e non godute.
“Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose
della precedente amministrazione”. I
problemi che interessano a Moscato
sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco
hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si
raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima.
La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da
vincere dopo averla incorniciata nel
programma dei primi 100 giorni.
Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella
L’OPERAZIONE.
In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014
Il giovane e altri due
complici furono bloccati
mentre cercavano di
scardinare una finestra
usando uno scalpello
Quando ha visto gli agenti di Polizia
sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per
la completa identificazione da parte
della Scientifica e poi condurlo in
carcere, ha capito che aveva finito la
libertà e non ha reagito. Angelo
Ventura, classe ’84, figlio di Titta
Ventura, primo cugino dell’altro
Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a
casa. A carico suo, del padre, dello
zio e dei cugini ci sono una sfilza di
reati gravissimi, ma quello per cui è
stato arrestato Angelo su ordine
della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato
nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014.
Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali,
insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio
notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il
posto indicato, Ventura e i suoi
complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello.
All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino
Mangione, incensurato, vennero
fermati dopo un breve inseguimen-
to a piedi in via Cacciatori delle Alpi,
mentre il terzo riuscì a far perdere le
tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato
di fiducia Giuseppe Di Stefano.
Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un
altro tentativo di furto compiuto ai
danni di un muratore vittoriese. I
carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di
reato insieme a Francesco Asonte.
Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla
grondaia della casa dove avevano
rubato. Avevano ancora addosso 3
collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50
proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i
due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal
muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e
Ventura stavano utilizzando un flex
da lavoro del muratore che era in
casa. I due si trovano in carcere in
attesa di processo.
Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati
contro il patrimonio si trovano in
stato di libertà mentre attendono il
giudizio definitivo. “La Polizia di
Stato- informa una nota emanata
dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e
procedere alla loro cattura quando
ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso
di Angelo Ventura.
G. L. L.
.27
Angelo Ventura durante le
fasi dell’arresto portato a
termine dalla squadra mobile
di Ragusa
E’ stato scoperto
e denunciato
il seviziatore
della cagnetta
LA CAGNETTA SEVIZIATA
GIORGIO LIUZZO
Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più
spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere
rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e
ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi
del distributore di benzina di via Generale Cascino,
poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il
soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella
piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle
telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie
zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe
a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte.
L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale.
Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza
documenti, che vive in periferia.
“Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di
servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore
di questo efferato delitto contro un animale mite e
indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come
l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la
cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio
sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi,
verrà punita in modo esemplare”.
Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato
unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti
hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni
se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato
preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice
penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o
senza necessità, cagiona una lesione ad un animale,
ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a
30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la
giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le
precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena.
Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente
La Sicilia 18 ottobre 2016
MILENA NICOSIA
Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna
Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che,
nati da un'idea di Antonella Arangio
Mazza Corallo con la collaborazione di
Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare
le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che,
per il suo debutto, e' stata "impiattata"
dallo chef Giovanni Galesi della Scuola
Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti
della tavola di Galesi sono stati i grani
autoctoni siciliani, utilizzati sia nella
preparazione della pasta che del pane,
e i vini del terroir vinicolo dell'area di
produzione del Cerasuolo di Vittoria.
Interessante anche la rielaborazione
fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare
invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di
uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele
hanno decorato le pareti del castello.
Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino
alla domenica 23 ottobre quando la
chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale
evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo
la cui interpretazione gastronomica
sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di
fare rete mettendo insieme arte, vino,
cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez"
D. C.
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016
LA SICILIA
primo piano
LA SENTENZA
La Sicilia 18 ottobre 2016
MARIO BARRESI
.3
Veronica: 30 anni
“colpevolissima”
«No, non ci credo»
Il gup di Ragusa accoglie la richiesta dei pm: ha ucciso Loris
Lei scoppia a piangere prima del verdetto: «Sono innocente»
NOSTRO INVIATO
RAGUSA. «Veronica, vieni. C’è la sentenza».
Comincia a singhiozzare già alle
sei e mezza della sera, quando dalla
stanza di sicurezza del tribunale la
portano nell’aula al piano terra.
La prima a destra. Con le porte
chiuse, ma in vetrina rispetto alle
decine di telecamere piazzate fuori.
Entra il giudice dell’udienza preliminare, Andrea Reale, dopo quattro
ore di camera di consiglio.
«Visti gli articoli 442, 533, 535 del
codice di procedura penale...».
Quattrocentoquarantadue, cinquecentotrentatré,
cinquecentotrentacinque. Numeri.
Che per lei non significano niente.
Ma guarda gli occhi del suo avvocato, Franco Villardita, che si chiudono a fessura. Poi un sospiro.
Il giudice, intanto continua a leggere.
«... dichiara Panerello Veronica colpevole».
Colpevole. Una parola.
E il singhiozzo nervoso diventa
pianto greve.
Colpevole di cosa?
Non è innocente. Ma anche nella
colpevolezza ci sono tante sfumature.
Lei continua a cercare lo sguardo
dell’avvocato che da due anni è salito sulle montagne russe delle sue
verità mutevoli. Ma in quegli occhi,
quasi spiritati, vede il buio.
«... colpevole dei reati di omicidio
aggravato e di occultamento di cadavere aggravato alla stessa ascritti in
rubrica».
Le lacrime diventano un urlo: «No,
non ci credo».
E per qualche secondo tutto quello che continua a dire il giudice per
l’imputata è un bla-bla-bla indistinto.
«E, escluse la circostanza aggravante della premeditazione e quella di cui
all’articolo 61 numero 4 del codice penale (le sevizie, ndr) in relazione al
primo capo d’imputazione, ritenuta la
continuazione tra i delitti contestati,
computata la diminuente per il rito
scelto la condanna...»
Condanna. Un’altra parola.
Segue un numero. Un altro numero. Il più atteso.
«... alla pena di anni trenta».
Trenta. Il più alto possibile.
Il pianto diventa ululato. Lacrime
asciutte di disperazione.
«Io sono innocente, io sono innocente».
Ma invece, «in nome del popolo italiano», Veronica è colpevole. Anzi:
colpevolissima.
Il gup di Ragusa accoglie la richiesta dell’accusa: 30 anni di carcere,
dei quali 5 in libertà vigilata. Il massimo di pena possibile, in un processo con rito abbreviato condizionato
alla perizia psichiatrica in cui tecnicamente non poteva esserci né la richiesta né la condanna l’ergastolo.
Veronica, oltre che all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, viene
condannata anche alla pena accessoria per lei più dolorosa: la «sospensione dell’esercizio della responsabilità genitoriale per la durata della pena principale». Una conseguenza logica: per il giudice è stata
lei ad ammazzare Loris, tutto può
essere fuorché una madre per l’altro
figlioletto che vive col padre, Davide
Stival, dal 9 dicembre 2014.
L’udienza è finita, andate in pace.
Il pm Marco Rota sfila come un’anguilla silenziosa. Poche sillabe: «Abbiamo la coscienza di avere fatto un
buon lavoro. Non c'è soddisfazione
per la condanna, ma consapevolezza di avere fatto il nostro dovere».
Distante da Ragusa, il capo del suo
ufficio è sulla stessa lunghezza d’onda: «Nessuna condanna deve mai fare esultare. È legittima però la soddisfazione per un lavoro correttamente eseguito grazie anche alla
grande professionalità e allo spirito
di sacrificio degli uomini e delle
donne di polizia e carabinieri».
Il volto di Villardita non riesce a
nascondere la delusione. «Le sentenze non si commentano, né si criticano. Se non si accettano si appellano. E siccome questa non la condividiamo, perché Veronica Panarello
“
continua a proclamarsi innocente,
l’appelleremo appena usciranno le
motivazioni». Continua a dirsi certo
che la sua assistita non è un’assassina, ma forse la delusione più grande
è per l’entità della pena. E magari
perché sperava nelle attenuanti generiche, se non nella semi-infermità
mentale “modello Franzoni”. «Aspetto le motivazioni - continua a ripetere a microfoni spenti - ma oggi
c’è un convitato di pietra: il movente».
Già, il movente. Il pm Rota, nella
le reazioni
Nessuna condanna
deve fare esultare,
ma c’è legittima
soddisfazione per il
buon lavoro anche
grazie a polizia e
carabinieri
IL PADRE E IL NONNO
Così lontani, eppure più vicini
«Giustizia per il piccolo angelo»
MARCO ROTA pm
CARMELO PETRALIA pm
Le sentenze non si
commentano né si
criticano. E, se non
si accettano, si
appellano. Come
faremo. Il movente
convitato di pietra
NOSTRO INVIATO
FRANCO VILLARDITA
avvocato difensore
Atti ai pm
per calunnia
al suocero:
da sempre
diciamo che
sono tutte
falsità
FRANCESCO BIAZZO
legale di parte civile per il nonno
requisitoria, l’aveva definito «plausibile» con l’ultima confessione di
Veronica: «Io e mio suocero eravamo amanti e Loris ci ha scoperti». Ma
nel dispositivo di ieri, il gup Reale
mette nero su bianco la picconata
definitiva alla credibilità dell’imputata: trasmette gli atti del processo
al pubblico ministero «per valutare
la consumazione del delitto di calunnia da parte dell’imputata nei
confronti di Stival Andrea».
Il suocero non è né amante né assassino. Ma riabilitato e commosso.
E dunque Veronica oltre a essere
colpevole - anzi: colpevolissima - è
pure bugiarda. Anzi: bugiardissima.
«Non ci credo, non ci posso credere», singulta alla poliziotta che la
scorta all’uscita.
Ma, stavolta, è tutto vero.
Twitter: @MarioBarresi
Il verdetto che
aspettavamo.
Davide
provato, è
stato come
capire che è
tutto vero
DANIELE SCROFANI
legale di parte civile (padre e nonna)
RAGUSA. Non si parlano da mesi. Eppure, oltre al sangue, hanno tantissime
cose in comune. Il dolore, lo strazio
per aver perso un bambino morto di
una morte atroce. Il fango, piovuto a
tonnellate su una famiglia distrutta. E
poi nessuno dei due crede a quello che
dice l’imputata del processo nel quale
entrambi sono parte civile. Trova le
differenze: solo uno di loro è indagato
per concorso in omicidio e occultamento di cadavere.
Davide e Andrea Stival. Figlio e padre, fra loro; padre e nonno, per Loris;
marito e suocero per Veronica.
Alla lettura della sentenza il primo è
tesissimo, trema; il secondo pure, alza gli occhi e sospira. Nessuno dei due,
neanche per un attimo, guarda verso
il banco dell’imputata.
«Se ho dormito stanotte? No, ma
non so nemmeno da quante notti non
lo faccio», dice Andrea. Che, subito dopo la lettura delle sentenza, per prima
cosa chiama Andreina Fiorilla. La sua
compagna, il suo alibi di ferro, la femmina-roccia a cui appigliarsi in questi
mesi di tempesta. Due parole: «Tren-
Davide e Andrea Stival
fotoservizio Laura Moltisanti
t’anni». Segue pianto. «Dopo il verdetto ho pensato soltanto a mio nipote, a
quell’angelo», dice il nonno. «Una sentenza che dà pace e giustizia a Loris e
anche ad Andrea», aggiunge il suo avvocato, Francesco Biazzo. Il gup ha
trasmesso gli atti alla Procura per il
reato di calunnia di Veronica. «Lo diciamo da sempre che erano bugie calunniose», sbotta l’avvocato.
Poco più in là Daniele Scrofani, avvocato del papà di Loris. «È la sentenza
che ci aspettavamo. Davide era molto
provato ed è stato per lui e per coloro
che erano presenti in aula un momento di grandissima emozione: siamo a-
bituati a governare sentimenti, ma è
stato un momento forte. È stato come
capire che è tutto vero, prendendo
consapevolezza anche del fatto che
Veronica Panarello ha calunniato suo
padre». Davide, intanto, è già fuori dal
tribunale. Dribblando le telecamere.
Via. Dalla stessa uscita della donna
dalla quale vuole separarsi. I due non
s’incontrano.
Il gup ha disposto anche il risarcimento, in via provvisionale, delle parti civili: 350mila euro al marito (compreso l’altro figlio) e 100mila euro ciascuno ai suoceri della donna, Andrea e
l’ex moglie Pinuccia Aprile. Soldi virtuali, perché Veronica non ha il becco
di un quattrino. Ma conta il principio.
Davide e Andrea. Così vicini, eppure
così lontani. Ma, da ieri, forse, un po’
meno. Non saranno mai più marito e
suocero di Veronica, sono padre e
nonno di una vittima che ora ha avuto
giustizia e di un altro bimbo con tutta
la vita davanti. Torneranno, fra loro,
un figlio e un padre come prima? «Io
so chi è Davide e lui sa chi sono io», ripete Andrea. Il tempo fa miracoli. E
anche le sentenze.
MA. B.
«Dimenticare il caso, senza mai dimenticare Loris»
IN PAESE. Voglia di normalità: «Lo dobbiamo a un bimbo che aveva diritto di crescere»
FIDONE
«NON DICO
NULLA»
Orazio Fidone,
il “cacciatore”
che trovò il
corpicino di
Loris, risponde
al telefono
dopo dieci
squilli. «Non mi
sento di dire
niente sulla
sentenza. È
tutto quello
che ho da
dire».
ALESSIA CATAUDELLA
SANTA CROCE CAMERINA. C'è chi la ricorda
in piazza degli Studi a torturarsi le
mani ai tasti di uno smartphone che
non smetteva un attimo di suonare. A
Santa Croce Camerina, nonostante
siano passati quasi due anni dalla
morte del piccolo Loris Stival, il tempo
sembra essersi fermato a quell'immagine del 29 novembre 2014. Quando
Veronica Panarello era la mamma
bloccata dall'angoscia, alla ricerca disperata del suo bambino fuori da
scuola. Chi non l'aveva mai vista prima, quella “furustera”, ha in mente
ancora il suo volto piccolo e disorientato.
E lo ha immaginato così anche ieri
quel viso, che ora tutti conoscono come quello di una donna condannata a
30 anni di carcere perché ritenuta colpevole dell'omicidio del suo stesso figlio. Volto di “mamma bugiarda”, trasfigurato dalle quattro verità che «alla
fine le hanno fatto perdere la credibilità che altrimenti avrebbe potuto,
forse, mantenere», sussurra Dino Aprile da una panchina di piazza Vittorio Emanuele.
Santa Croce Camerina, dopo la notizia del verdetto del giudice, si ripassa
in testa quel maledetto sabato. Ma
non si scompone. E non si sorprende
alla decisione del gup perché «la sua
menzogna ad una intera famiglia, che
ha chiamato dentro fino al collo con le
presunte implicazioni anche il suocero Andrea, non ammette sconti», mastica Giacomo Puglisi davanti al prospetto del bar del centro (accanto a lui
Carmelo Fontana che non ne può più
«di telecamere e giornalisti»).
Tornare alla normalità è l'imperativo di questa comunità: «Lo dobbiamo
ad un bambino che, come tutti i bimbi,
aveva il diritto di crescere - commenta il sindaco Franca Iurato - io continuo a non entrare nel merito di una
questione intima e familiare. La città
vuole tornare alla sua dimensione. Dimenticare questa vicenda, senza dimenticare, mai, il piccolo Loris. Dobbiamo preservare la sua memoria».
LA SICILIA
2.
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016
primo piano
il delitto Loris
La Sicilia 18 ottobre 2016
IL CACCIATORE
2 dicembre 2014. Fidone
incontra Veronica. Perché?
LA SENTENZA
testi a cura di
17 ottobre 2016. Due volti,
quattro versioni, una verità
Una bugiarda manipolatrice e assassina di un figlio adultizzato per l’accusa, una donna
prigioniera di un passato infelice e succube della relazione pericolosa con il suocero per la
difesa. Sono i due volti di una giovane mamma che il 29 novembre 2014 ha perso se stessa,
suo figlio Loris e il suo sogno di una famiglia normale. Veronica Panarello il 3 ottobre assiste
impassibile alle possibilità di vita che l’attendono: 30 anni in cella per il pm Rota,
assoluzione per il difensore Villardita. Ancora due udienze, il 5 e il 7 ottobre, in attesa del 17
ottobre con l’ultima udienza e la sentenza di primo grado emessa dal giudice Andrea Reale.
FRANCA ANTOCI
Due anni
di misteri
L’ULTIMO SHOW
26 settembre 2016. «Non ho
mai fatto del male a mio figlio»
Lunedì 1 dicembre le maestre di Loris vanno a
trovare Veronica che consegna loro delle fascette da
elettricista: «Loris le aveva preparate per un compito
in classe». Le maestre smentiscono e consegnano le
fascette alla polizia. Il giorno dopo Veronica viene
convocata in Questura come persona informata dei
fatti. La sua ricostruzione presenta incongruenze con
le immagini riprese delle telecamere sparse per il
paese che la Squadra mobile sta esaminando senza
sosta. Nel pomeriggio Veronica incontra Orazio
Fidone, soprannominato «il cacciatore». Cosa si siano
detti non si saprà mai. Fidone arriva la canalone in 7
minuti circa lasciandosi dietro ombre mai fugate.
Mercoledì pomeriggio la casa dei genitori di Loris
viene perquisita.
Il 26 settembre è il giorno di Veronica. Manette ai
polsi, abiti scuri, capelli sciolti, varca la soglia del
Tribunale. Mani libere in aula, sale sul
palcoscenico: «Non ho ucciso Loris e non avrei
mai potuto fargli del male». Arricchisce l’ultima
versione di ogni dettaglio utile a sostenere la sua
presenza passiva rispetto all’omicidio deciso e
compiuto dal suocero Andrea Stival che avrebbe
anche buttato il piccolo nel canalone, attiva ma
inconsapevole nell’apposizione delle fascette ai
polsi e nella rimozione delle prove. Comprese le
impronte del suocero. Stival ha inoltre un alibi di
ferro fornito dalla compagna Andreina. Il marito
Davide chiederà il divorzio. Accanto a Veronica
resta solo il padre Francesco Panarello.
LE FASCETTE
LA PERIZIA
4 dicembre 2014. L’autopsia
individua l’arma del delitto
20 giugno 2016. «Veronica
è capace di intendere e volere»
I filmati dicono che la mattina della scomparsa di
Loris, Veronica esce da casa con i due figli ma è
solo il più piccolo a salire in auto. Loris torna a
casa. L’autopsia accerta che il bimbo è stato
strangolato la mattina del 29 novembre: il segno
sul collo è compatibile con una fascetta da
elettricista, serrata e tagliata con un paio di
forbici che lasciano il segno sotto l’orecchio
destro quando Loris è agonizzante. Un’agonia
lunga fino a 90 minuti secondo i periti. Stessi
segni presentano i polsi. Nessun elemento attesta
eventuali abusi sul piccolo il cui zainetto non
sarà più trovato. Gli investigatori escludono
l’orco. Chi ha ucciso Loris? La risposta è nel frame
che riprende Veronica nei pressi del canalone.
«Un legame emotivamente distorto,
probabilmente di natura psicologica, tra imputata
e vittima - spiega la psicologa Maria Costanzo,
consulente nominata da Daniele Scrofani, avvocato
di Davide - Veronica non era genitore per suo
figlio, lui era un amico». Stessa falsa riga per gli
altri periti: Veronica era ed è capace di intendere e
di volere. Così il 20 giugno il gup Andrea Reale
prende atto delle perizie e afferma che Andrea
Stival può rimanere nel processo come parte civile
nonostante la procura lo abbia nel frattempo
indagato come atto dovuto per omicidio
volontario, alla luce delle pesanti accuse della
donna che rilascia dichiarazioni spontanee utili a
motivare le sue bugie. Si tornerà in aula il 18 luglio.
LE TELECAMERE
5 dicembre 2014. Loris
non è mai arrivato a scuola
Le immagini scorrono impietose sotto gli occhi
degli investigatori: il 5 dicembre le telecamere
poste sulla linea della scuola non riprendono la
Polo nera di Veronica. L’anomalo percorso di quel
sabato mattina porta Veronica nei pressi del
Mulino Vecchio prima della sosta per acquistare il
panino per il figlio più piccolo che la donna
accompagna subito dopo all’asilo. Poi, il ritorno a
casa e l’insolito ingresso con l’auto parcheggiata
davanti al garage. Una pausa di trentasei minuti in
casa prima di essere nuovamente ripresa con la
Polo che torna al canalone e prosegue per il
castello di Donnafugata. In quei 36 minuti Loris
viene ucciso senza pietà. I video immortalano una
sola protagonista: Veronica Panarello.
29 NOVEMBE 2014. «Dov’è mio figlio? Perché non esce? Lo hanno portato via». Sono le 12,30 di un sabato pieno di sole
davanti alla scuola «Falcone Borsellino» affollata di mamme che fanno subito capannello attorno a Veronica Panarello
che nel giro di un quarto d’ora è già nella locale caserma dei carabinieri a denunciare la scomparsa del figlio Andrea
Loris Stival, 8 anni. Racconta di averlo lasciato a scuola alle 8,30. L’intero paese, carabinieri e polizia si mobilitano.
Nessuno ha visto il piccolo. Nessuna traccia fino alle 16,50. «Ho trovato Loris» dice al telefono chiamando i carabinieri
Orazio Fidone. In pochi minuti sono tutti lì, al canalone del Mulino vecchio, a 4 chilometri dalla scuola. Sul fondo giace
il corpo senza vita di Loris. I jeans abbassati, senza mutandine, con il grembiule e un pesante giubbotto con il cappuccio che gli copre la testa sono tutti elementi che fanno subito pensare un orco. In tarda serata il cadavere viene portato
all’obitorio di Ibla. Alle 23,30 Veronica, accompagnata dal marito Davide e buona parte delle famiglie Panarello e Stival, può vedere il piccolo solo da lontano. Grida «Che cosa gli hanno fatto?» Eppure non sa ancora com’è morto il figlio.
Nonostante al medico legale Giuseppe Iuvara basta poco per capire che il bambino è stato ucciso. Il giorno successivo
il procuratore capo del Tribunale di Ragusa Carmelo Petralia apre un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti
L’ARRESTO
LA SECONDA VERITÀ
8 dicembre 2014. Veronica
in manette: «Ha ucciso Loris»
13 novembre 2015. «Loris si è
ucciso giocando con le fascette»
«L’ha ucciso lei» afferma il dirigente della Mobile
Antonino Ciavola che l’8 dicembre porta in Procura
Veronica Panarello interrogata dal procuratore
Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota. Quella
stessa sera Veronica dorme in cella: è accusata dell’
omicidio volontario del figlio Loris, aggravato dal
legame di parentela e di occultamento di cadavere.
Lei si dichiara innocente ma perde la fiducia del
marito Davide e del suocero Andrea Stival. Il 12
dicembre il gip convalida lo stato di fermo. A
difendere Veronica è l’avvocato Francesco Villardita.
Il 18 dicembre l’addio a Loris. La presenza della
mamma è in un cuore di rose rosse: Veronica chiede
ma non ottiene il permesso di partecipare ai funerali.
Vedrà la tomba del figlio nell’agosto del 2015.
«Quella mattina non ho accompagnato Loris a
scuola, ma non l’ho ucciso». Il 13 novembre 2015, a
6 giorni dall’udienza preliminare, Veronica ritrova
la memoria. Non tutta. Almeno fino al 17 quando
in un video che ha fatto il giro del mondo, viene
accompagnata dalla polizia sui luoghi
dell’omicidio e, smagrita e piangente, ricostruisce
l’accaduto attimo per attimo con lucidità e
precisione, confermando le indagini e l’autopsia
tranne per un elemento nuovo e decisamente poco
credibile: Loris si è ucciso da solo mentre giocava
con le fascette. Veronica dice di avere tagliato la
fascetta nel tentativo di salvarlo. Poi, capisce che è
morto e presa dal panico porta il piccolo Vecchio
Mulino e lo «adagia» nel canalone.
LA TERZA VERITÀ
19 febbraio 2016. «Io e mio
suocero eravamo amanti»
«All’incidente non credo nemmeno io»: parola di
Villardita, difensore di Veronica che gioca la carta
dell’infermità mentale a cui subordina la richiesta
di celebrare il processo con il rito abbreviato.
Tutto concesso. Veronica finisce nell’ospedale
psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto. Le
perizie non lasciano trasparire nulla di positivo
per Veronica e forse in cella si stava meglio. Così a
febbraio arriva il nuovo colpo di scena: «Io e mio
suocero eravamo amanti. Lui ha ucciso Loris che ci
ha visto insieme e voleva raccontarlo al padre».
Andrea Stival nega. Rieccola Veronica,
protagonista assoluta di un viaggio nell’orrore in
cui Loris viene ucciso ogni volta che la sua
mamma e assassina cambia personaggi e scenario.
LA SICILIA
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016
vittoria
Droga. Ai domiciliari
giovane pusher
arrestato a Comiso
g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo
ha convalidato l’arresto, ma
disposto gli arresti domiciliari per
l’incensurato vittoriese Nunzio
Carnemolla, così come richiesto
dall’avvocato difensore Giovanni
Mangione. Il giovane di 27 anni era
stato sorpreso dai Carabinieri a un
posto di blocco in territorio di
Comiso. I documenti di circolazione
e personali erano tutti in regola, ma
il suo nervosismo nascondeva
qualcosa. Qualcosa come 8 grammi
di cocaina negli slip, dai
1.300/1.500 euro di valore, venuti
fuori dopo un’accurata
perquisizione personale. Il sostituto
procuratore della Repubblica Giulia
Bisello aveva ordinato l’arresto, il
gip Giovanni Giampiccolo ieri su
richiesta dell’avvocato difensore ha
disposto gli arresti domiciliari.
CONVENTO DEI FRATI MINORI
Vittoria nell’arte tra immagini e storia
d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento
dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte,
Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città
reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione.
Troia lascia Palazzo Iacono
«Messo da parte, mi dimetto»
Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe
GIUSEPPE LA LOTA
I NUMERI.
g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo
del Comune
sono 12, i dirigenti 8. Dal
primo gennaio
2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che
hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche
finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità
locale); Salvatore Guadagnino (Politiche
socio assistenziali e Pubblica
istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile
(Affari generali
- Programmazione comunitaria).
Era un capo che contava, da 3 mesi e
mezzo è un numero come tanti altri.
Era il direttore generale delle Risorse
umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e
carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione,
previsto dal contratto,
che si calcola sui mille
euro in meno al mese.
Troppo per uno che
settimanalmente va e
viene da Catania, ormai
prossimo alla pensione,
e che aveva retto ben altri
impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico
di dirigente. Con decorrenza primo
gennaio 2017. Questione di giorni e
presenterà al protocollo la sua lettera
di dimissioni dall’ente dopo diversi
anni di lavoro a stretto contatto di
con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia.
Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco
Giovanni Moscato non sono mai stati
né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono
nemmeno conosciuti da vicino.
Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito
PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA
queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non
arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un
paio di “interventi chirurgici” tanto
raffinati quanto precisi per non rovi-
nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il
bando per mettere a concorso un
paio di direzioni” afferma. Quello dei
servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere
rapporti indesiderati un capo pro-
muove per rimuovere oppure rischia
licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma
dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo
per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente
esperto e navigato, ha deciso. Se ne va
aspettando la sentenza di secondo
grado e sperando di cancellare la
macchia di una condanna della Corte
dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere
pagato al dipendente Privitelli (oggi
in pensione), per esigenze di servizio,
delle ferie maturate e non godute.
“Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose
della precedente amministrazione”. I
problemi che interessano a Moscato
sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco
hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si
raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima.
La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da
vincere dopo averla incorniciata nel
programma dei primi 100 giorni.
Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella
L’OPERAZIONE.
In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014
Il giovane e altri due
complici furono bloccati
mentre cercavano di
scardinare una finestra
usando uno scalpello
Quando ha visto gli agenti di Polizia
sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per
la completa identificazione da parte
della Scientifica e poi condurlo in
carcere, ha capito che aveva finito la
libertà e non ha reagito. Angelo
Ventura, classe ’84, figlio di Titta
Ventura, primo cugino dell’altro
Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a
casa. A carico suo, del padre, dello
zio e dei cugini ci sono una sfilza di
reati gravissimi, ma quello per cui è
stato arrestato Angelo su ordine
della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato
nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014.
Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali,
insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio
notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il
posto indicato, Ventura e i suoi
complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello.
All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino
Mangione, incensurato, vennero
fermati dopo un breve inseguimen-
to a piedi in via Cacciatori delle Alpi,
mentre il terzo riuscì a far perdere le
tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato
di fiducia Giuseppe Di Stefano.
Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un
altro tentativo di furto compiuto ai
danni di un muratore vittoriese. I
carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di
reato insieme a Francesco Asonte.
Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla
grondaia della casa dove avevano
rubato. Avevano ancora addosso 3
collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50
proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i
due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal
muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e
Ventura stavano utilizzando un flex
da lavoro del muratore che era in
casa. I due si trovano in carcere in
attesa di processo.
Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati
contro il patrimonio si trovano in
stato di libertà mentre attendono il
giudizio definitivo. “La Polizia di
Stato- informa una nota emanata
dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e
procedere alla loro cattura quando
ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso
di Angelo Ventura.
G. L. L.
.27
Angelo Ventura durante le
fasi dell’arresto portato a
termine dalla squadra mobile
di Ragusa
E’ stato scoperto
e denunciato
il seviziatore
della cagnetta
La Sicilia 18 ottobre 2016
LA CAGNETTA SEVIZIATA
GIORGIO LIUZZO
Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più
spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere
rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e
ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi
del distributore di benzina di via Generale Cascino,
poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il
soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella
piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle
telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie
zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe
a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte.
L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale.
Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza
documenti, che vive in periferia.
“Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di
servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore
di questo efferato delitto contro un animale mite e
indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come
l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la
cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio
sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi,
verrà punita in modo esemplare”.
Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato
unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti
hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni
se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato
preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice
penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o
senza necessità, cagiona una lesione ad un animale,
ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a
30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la
giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le
precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena.
Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente
MILENA NICOSIA
Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna
Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che,
nati da un'idea di Antonella Arangio
Mazza Corallo con la collaborazione di
Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare
le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che,
per il suo debutto, e' stata "impiattata"
dallo chef Giovanni Galesi della Scuola
Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti
della tavola di Galesi sono stati i grani
autoctoni siciliani, utilizzati sia nella
preparazione della pasta che del pane,
e i vini del terroir vinicolo dell'area di
produzione del Cerasuolo di Vittoria.
Interessante anche la rielaborazione
fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare
invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di
uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele
hanno decorato le pareti del castello.
Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino
alla domenica 23 ottobre quando la
chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale
evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo
la cui interpretazione gastronomica
sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di
fare rete mettendo insieme arte, vino,
cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez"
D. C.
Gds 18 ottobre 2016
LA SICILIA
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016
vittoria
Droga. Ai domiciliari
giovane pusher
arrestato a Comiso
g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo
ha convalidato l’arresto, ma
disposto gli arresti domiciliari per
l’incensurato vittoriese Nunzio
Carnemolla, così come richiesto
dall’avvocato difensore Giovanni
Mangione. Il giovane di 27 anni era
stato sorpreso dai Carabinieri a un
posto di blocco in territorio di
Comiso. I documenti di circolazione
e personali erano tutti in regola, ma
il suo nervosismo nascondeva
qualcosa. Qualcosa come 8 grammi
di cocaina negli slip, dai
1.300/1.500 euro di valore, venuti
fuori dopo un’accurata
perquisizione personale. Il sostituto
procuratore della Repubblica Giulia
Bisello aveva ordinato l’arresto, il
gip Giovanni Giampiccolo ieri su
richiesta dell’avvocato difensore ha
disposto gli arresti domiciliari.
CONVENTO DEI FRATI MINORI
Vittoria nell’arte tra immagini e storia
d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento
dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte,
Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città
reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione.
Troia lascia Palazzo Iacono
«Messo da parte, mi dimetto»
Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe
GIUSEPPE LA LOTA
I NUMERI.
g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo
del Comune
sono 12, i dirigenti 8. Dal
primo gennaio
2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che
hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche
finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità
locale); Salvatore Guadagnino (Politiche
socio assistenziali e Pubblica
istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile
(Affari generali
- Programmazione comunitaria).
Era un capo che contava, da 3 mesi e
mezzo è un numero come tanti altri.
Era il direttore generale delle Risorse
umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e
carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione,
previsto dal contratto,
che si calcola sui mille
euro in meno al mese.
Troppo per uno che
settimanalmente va e
viene da Catania, ormai
prossimo alla pensione,
e che aveva retto ben altri
impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico
di dirigente. Con decorrenza primo
gennaio 2017. Questione di giorni e
presenterà al protocollo la sua lettera
di dimissioni dall’ente dopo diversi
anni di lavoro a stretto contatto di
con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia.
Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco
Giovanni Moscato non sono mai stati
né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono
nemmeno conosciuti da vicino.
Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito
PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA
queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non
arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un
paio di “interventi chirurgici” tanto
raffinati quanto precisi per non rovi-
nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il
bando per mettere a concorso un
paio di direzioni” afferma. Quello dei
servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere
rapporti indesiderati un capo pro-
muove per rimuovere oppure rischia
licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma
dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo
per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente
esperto e navigato, ha deciso. Se ne va
aspettando la sentenza di secondo
grado e sperando di cancellare la
macchia di una condanna della Corte
dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere
pagato al dipendente Privitelli (oggi
in pensione), per esigenze di servizio,
delle ferie maturate e non godute.
“Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose
della precedente amministrazione”. I
problemi che interessano a Moscato
sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco
hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si
raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima.
La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da
vincere dopo averla incorniciata nel
programma dei primi 100 giorni.
Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella
L’OPERAZIONE.
In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014
Il giovane e altri due
complici furono bloccati
mentre cercavano di
scardinare una finestra
usando uno scalpello
Quando ha visto gli agenti di Polizia
sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per
la completa identificazione da parte
della Scientifica e poi condurlo in
carcere, ha capito che aveva finito la
libertà e non ha reagito. Angelo
Ventura, classe ’84, figlio di Titta
Ventura, primo cugino dell’altro
Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a
casa. A carico suo, del padre, dello
zio e dei cugini ci sono una sfilza di
reati gravissimi, ma quello per cui è
stato arrestato Angelo su ordine
della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato
nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014.
Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali,
insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio
notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il
posto indicato, Ventura e i suoi
complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello.
All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino
Mangione, incensurato, vennero
fermati dopo un breve inseguimen-
to a piedi in via Cacciatori delle Alpi,
mentre il terzo riuscì a far perdere le
tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato
di fiducia Giuseppe Di Stefano.
Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un
altro tentativo di furto compiuto ai
danni di un muratore vittoriese. I
carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di
reato insieme a Francesco Asonte.
Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla
grondaia della casa dove avevano
rubato. Avevano ancora addosso 3
collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50
proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i
due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal
muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e
Ventura stavano utilizzando un flex
da lavoro del muratore che era in
casa. I due si trovano in carcere in
attesa di processo.
Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati
contro il patrimonio si trovano in
stato di libertà mentre attendono il
giudizio definitivo. “La Polizia di
Stato- informa una nota emanata
dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e
procedere alla loro cattura quando
ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso
di Angelo Ventura.
G. L. L.
.27
La Sicilia 18 ottobre 2016
Angelo Ventura durante le
fasi dell’arresto portato a
termine dalla squadra mobile
di Ragusa
E’ stato scoperto
e denunciato
il seviziatore
della cagnetta
LA CAGNETTA SEVIZIATA
GIORGIO LIUZZO
Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più
spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere
rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e
ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi
del distributore di benzina di via Generale Cascino,
poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il
soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella
piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle
telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie
zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe
a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte.
L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale.
Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza
documenti, che vive in periferia.
“Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di
servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore
di questo efferato delitto contro un animale mite e
indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come
l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la
cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio
sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi,
verrà punita in modo esemplare”.
Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato
unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti
hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni
se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato
preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice
penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o
senza necessità, cagiona una lesione ad un animale,
ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a
30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la
giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le
precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena.
Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente
MILENA NICOSIA
Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna
Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che,
nati da un'idea di Antonella Arangio
Mazza Corallo con la collaborazione di
Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare
le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che,
per il suo debutto, e' stata "impiattata"
dallo chef Giovanni Galesi della Scuola
Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti
della tavola di Galesi sono stati i grani
autoctoni siciliani, utilizzati sia nella
preparazione della pasta che del pane,
e i vini del terroir vinicolo dell'area di
produzione del Cerasuolo di Vittoria.
Interessante anche la rielaborazione
fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare
invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di
uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele
hanno decorato le pareti del castello.
Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino
alla domenica 23 ottobre quando la
chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale
evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo
la cui interpretazione gastronomica
sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di
fare rete mettendo insieme arte, vino,
cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez"
D. C.
Gds 18 ottobre 2016
LA SICILIA
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016
vittoria
Droga. Ai domiciliari
giovane pusher
arrestato a Comiso
La Sicilia 18 ottobre 2016
g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo
ha convalidato l’arresto, ma
disposto gli arresti domiciliari per
l’incensurato vittoriese Nunzio
Carnemolla, così come richiesto
dall’avvocato difensore Giovanni
Mangione. Il giovane di 27 anni era
stato sorpreso dai Carabinieri a un
posto di blocco in territorio di
Comiso. I documenti di circolazione
e personali erano tutti in regola, ma
il suo nervosismo nascondeva
qualcosa. Qualcosa come 8 grammi
di cocaina negli slip, dai
1.300/1.500 euro di valore, venuti
fuori dopo un’accurata
perquisizione personale. Il sostituto
procuratore della Repubblica Giulia
Bisello aveva ordinato l’arresto, il
gip Giovanni Giampiccolo ieri su
richiesta dell’avvocato difensore ha
disposto gli arresti domiciliari.
CONVENTO DEI FRATI MINORI
Vittoria nell’arte tra immagini e storia
d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento
dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte,
Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città
reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione.
Troia lascia Palazzo Iacono
«Messo da parte, mi dimetto»
Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe
GIUSEPPE LA LOTA
I NUMERI.
g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo
del Comune
sono 12, i dirigenti 8. Dal
primo gennaio
2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che
hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche
finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità
locale); Salvatore Guadagnino (Politiche
socio assistenziali e Pubblica
istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile
(Affari generali
- Programmazione comunitaria).
Era un capo che contava, da 3 mesi e
mezzo è un numero come tanti altri.
Era il direttore generale delle Risorse
umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e
carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione,
previsto dal contratto,
che si calcola sui mille
euro in meno al mese.
Troppo per uno che
settimanalmente va e
viene da Catania, ormai
prossimo alla pensione,
e che aveva retto ben altri
impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico
di dirigente. Con decorrenza primo
gennaio 2017. Questione di giorni e
presenterà al protocollo la sua lettera
di dimissioni dall’ente dopo diversi
anni di lavoro a stretto contatto di
con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia.
Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco
Giovanni Moscato non sono mai stati
né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono
nemmeno conosciuti da vicino.
Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito
PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA
queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non
arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un
paio di “interventi chirurgici” tanto
raffinati quanto precisi per non rovi-
nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il
bando per mettere a concorso un
paio di direzioni” afferma. Quello dei
servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere
rapporti indesiderati un capo pro-
muove per rimuovere oppure rischia
licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma
dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo
per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente
esperto e navigato, ha deciso. Se ne va
aspettando la sentenza di secondo
grado e sperando di cancellare la
macchia di una condanna della Corte
dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere
pagato al dipendente Privitelli (oggi
in pensione), per esigenze di servizio,
delle ferie maturate e non godute.
“Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose
della precedente amministrazione”. I
problemi che interessano a Moscato
sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco
hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si
raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima.
La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da
vincere dopo averla incorniciata nel
programma dei primi 100 giorni.
Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella
L’OPERAZIONE.
In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014
Il giovane e altri due
complici furono bloccati
mentre cercavano di
scardinare una finestra
usando uno scalpello
Quando ha visto gli agenti di Polizia
sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per
la completa identificazione da parte
della Scientifica e poi condurlo in
carcere, ha capito che aveva finito la
libertà e non ha reagito. Angelo
Ventura, classe ’84, figlio di Titta
Ventura, primo cugino dell’altro
Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a
casa. A carico suo, del padre, dello
zio e dei cugini ci sono una sfilza di
reati gravissimi, ma quello per cui è
stato arrestato Angelo su ordine
della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato
nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014.
Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali,
insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio
notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il
posto indicato, Ventura e i suoi
complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello.
All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino
Mangione, incensurato, vennero
fermati dopo un breve inseguimen-
to a piedi in via Cacciatori delle Alpi,
mentre il terzo riuscì a far perdere le
tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato
di fiducia Giuseppe Di Stefano.
Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un
altro tentativo di furto compiuto ai
danni di un muratore vittoriese. I
carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di
reato insieme a Francesco Asonte.
Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla
grondaia della casa dove avevano
rubato. Avevano ancora addosso 3
collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50
proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i
due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal
muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e
Ventura stavano utilizzando un flex
da lavoro del muratore che era in
casa. I due si trovano in carcere in
attesa di processo.
Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati
contro il patrimonio si trovano in
stato di libertà mentre attendono il
giudizio definitivo. “La Polizia di
Stato- informa una nota emanata
dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e
procedere alla loro cattura quando
ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso
di Angelo Ventura.
G. L. L.
.27
Angelo Ventura durante le
fasi dell’arresto portato a
termine dalla squadra mobile
di Ragusa
E’ stato scoperto
e denunciato
il seviziatore
della cagnetta
LA CAGNETTA SEVIZIATA
GIORGIO LIUZZO
Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più
spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere
rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e
ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi
del distributore di benzina di via Generale Cascino,
poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il
soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella
piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle
telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie
zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe
a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte.
L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale.
Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza
documenti, che vive in periferia.
“Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di
servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore
di questo efferato delitto contro un animale mite e
indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come
l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la
cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio
sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi,
verrà punita in modo esemplare”.
Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato
unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti
hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni
se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato
preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice
penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o
senza necessità, cagiona una lesione ad un animale,
ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a
30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la
giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le
precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena.
Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente
MILENA NICOSIA
Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna
Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che,
nati da un'idea di Antonella Arangio
Mazza Corallo con la collaborazione di
Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare
le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che,
per il suo debutto, e' stata "impiattata"
dallo chef Giovanni Galesi della Scuola
Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti
della tavola di Galesi sono stati i grani
autoctoni siciliani, utilizzati sia nella
preparazione della pasta che del pane,
e i vini del terroir vinicolo dell'area di
produzione del Cerasuolo di Vittoria.
Interessante anche la rielaborazione
fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare
invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di
uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele
hanno decorato le pareti del castello.
Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino
alla domenica 23 ottobre quando la
chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale
evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo
la cui interpretazione gastronomica
sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di
fare rete mettendo insieme arte, vino,
cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez"
D. C.