18 Ottobre 2016 - Comune di Vittoria
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18 Ottobre 2016 - Comune di Vittoria
CITTÀ DI VITTORIA UFFICIO STAMPA RASSEGNA STAMPA Martedì 18 Ottobre 2016 Gds 18 ottobre 2016 LA SICILIA MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016 vittoria Droga. Ai domiciliari giovane pusher arrestato a Comiso g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo ha convalidato l’arresto, ma disposto gli arresti domiciliari per l’incensurato vittoriese Nunzio Carnemolla, così come richiesto dall’avvocato difensore Giovanni Mangione. Il giovane di 27 anni era stato sorpreso dai Carabinieri a un posto di blocco in territorio di Comiso. I documenti di circolazione e personali erano tutti in regola, ma il suo nervosismo nascondeva qualcosa. Qualcosa come 8 grammi di cocaina negli slip, dai 1.300/1.500 euro di valore, venuti fuori dopo un’accurata perquisizione personale. Il sostituto procuratore della Repubblica Giulia Bisello aveva ordinato l’arresto, il gip Giovanni Giampiccolo ieri su richiesta dell’avvocato difensore ha disposto gli arresti domiciliari. CONVENTO DEI FRATI MINORI Vittoria nell’arte tra immagini e storia d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte, Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione. Troia lascia Palazzo Iacono «Messo da parte, mi dimetto» Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe GIUSEPPE LA LOTA I NUMERI. g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo del Comune sono 12, i dirigenti 8. Dal primo gennaio 2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità locale); Salvatore Guadagnino (Politiche socio assistenziali e Pubblica istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile (Affari generali - Programmazione comunitaria). Era un capo che contava, da 3 mesi e mezzo è un numero come tanti altri. Era il direttore generale delle Risorse umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione, previsto dal contratto, che si calcola sui mille euro in meno al mese. Troppo per uno che settimanalmente va e viene da Catania, ormai prossimo alla pensione, e che aveva retto ben altri impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico di dirigente. Con decorrenza primo gennaio 2017. Questione di giorni e presenterà al protocollo la sua lettera di dimissioni dall’ente dopo diversi anni di lavoro a stretto contatto di con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia. Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco Giovanni Moscato non sono mai stati né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono nemmeno conosciuti da vicino. Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito La Sicilia 18 ottobre 2016 PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un paio di “interventi chirurgici” tanto raffinati quanto precisi per non rovi- nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il bando per mettere a concorso un paio di direzioni” afferma. Quello dei servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere rapporti indesiderati un capo pro- muove per rimuovere oppure rischia licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente esperto e navigato, ha deciso. Se ne va aspettando la sentenza di secondo grado e sperando di cancellare la macchia di una condanna della Corte dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere pagato al dipendente Privitelli (oggi in pensione), per esigenze di servizio, delle ferie maturate e non godute. “Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose della precedente amministrazione”. I problemi che interessano a Moscato sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima. La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da vincere dopo averla incorniciata nel programma dei primi 100 giorni. Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella L’OPERAZIONE. In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014 Il giovane e altri due complici furono bloccati mentre cercavano di scardinare una finestra usando uno scalpello Quando ha visto gli agenti di Polizia sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per la completa identificazione da parte della Scientifica e poi condurlo in carcere, ha capito che aveva finito la libertà e non ha reagito. Angelo Ventura, classe ’84, figlio di Titta Ventura, primo cugino dell’altro Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a casa. A carico suo, del padre, dello zio e dei cugini ci sono una sfilza di reati gravissimi, ma quello per cui è stato arrestato Angelo su ordine della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014. Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali, insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il posto indicato, Ventura e i suoi complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello. All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino Mangione, incensurato, vennero fermati dopo un breve inseguimen- to a piedi in via Cacciatori delle Alpi, mentre il terzo riuscì a far perdere le tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato di fiducia Giuseppe Di Stefano. Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un altro tentativo di furto compiuto ai danni di un muratore vittoriese. I carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di reato insieme a Francesco Asonte. Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla grondaia della casa dove avevano rubato. Avevano ancora addosso 3 collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50 proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e Ventura stavano utilizzando un flex da lavoro del muratore che era in casa. I due si trovano in carcere in attesa di processo. Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati contro il patrimonio si trovano in stato di libertà mentre attendono il giudizio definitivo. “La Polizia di Stato- informa una nota emanata dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e procedere alla loro cattura quando ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso di Angelo Ventura. G. L. L. .27 Angelo Ventura durante le fasi dell’arresto portato a termine dalla squadra mobile di Ragusa E’ stato scoperto e denunciato il seviziatore della cagnetta LA CAGNETTA SEVIZIATA GIORGIO LIUZZO Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi del distributore di benzina di via Generale Cascino, poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte. L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale. Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza documenti, che vive in periferia. “Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore di questo efferato delitto contro un animale mite e indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi, verrà punita in modo esemplare”. Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale, ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a 30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena. Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente MILENA NICOSIA Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che, nati da un'idea di Antonella Arangio Mazza Corallo con la collaborazione di Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che, per il suo debutto, e' stata "impiattata" dallo chef Giovanni Galesi della Scuola Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti della tavola di Galesi sono stati i grani autoctoni siciliani, utilizzati sia nella preparazione della pasta che del pane, e i vini del terroir vinicolo dell'area di produzione del Cerasuolo di Vittoria. Interessante anche la rielaborazione fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele hanno decorato le pareti del castello. Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino alla domenica 23 ottobre quando la chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo la cui interpretazione gastronomica sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di fare rete mettendo insieme arte, vino, cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez" D. C. LA SICILIA MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016 vittoria Droga. Ai domiciliari giovane pusher arrestato a Comiso g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo ha convalidato l’arresto, ma disposto gli arresti domiciliari per l’incensurato vittoriese Nunzio Carnemolla, così come richiesto dall’avvocato difensore Giovanni Mangione. Il giovane di 27 anni era stato sorpreso dai Carabinieri a un posto di blocco in territorio di Comiso. I documenti di circolazione e personali erano tutti in regola, ma il suo nervosismo nascondeva qualcosa. Qualcosa come 8 grammi di cocaina negli slip, dai 1.300/1.500 euro di valore, venuti fuori dopo un’accurata perquisizione personale. Il sostituto procuratore della Repubblica Giulia Bisello aveva ordinato l’arresto, il gip Giovanni Giampiccolo ieri su richiesta dell’avvocato difensore ha disposto gli arresti domiciliari. CONVENTO DEI FRATI MINORI d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte, Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione. Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe I NUMERI. g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo del Comune sono 12, i dirigenti 8. Dal primo gennaio 2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità locale); Salvatore Guadagnino (Politiche socio assistenziali e Pubblica istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile (Affari generali - Programmazione comunitaria). Era un capo che contava, da 3 mesi e mezzo è un numero come tanti altri. Era il direttore generale delle Risorse umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione, previsto dal contratto, che si calcola sui mille euro in meno al mese. Troppo per uno che settimanalmente va e viene da Catania, ormai prossimo alla pensione, e che aveva retto ben altri impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico di dirigente. Con decorrenza primo gennaio 2017. Questione di giorni e presenterà al protocollo la sua lettera di dimissioni dall’ente dopo diversi anni di lavoro a stretto contatto di con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia. Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco Giovanni Moscato non sono mai stati né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono nemmeno conosciuti da vicino. Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un paio di “interventi chirurgici” tanto raffinati quanto precisi per non rovi- nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il bando per mettere a concorso un paio di direzioni” afferma. Quello dei servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere rapporti indesiderati un capo pro- muove per rimuovere oppure rischia licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente esperto e navigato, ha deciso. Se ne va aspettando la sentenza di secondo grado e sperando di cancellare la macchia di una condanna della Corte dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere pagato al dipendente Privitelli (oggi in pensione), per esigenze di servizio, delle ferie maturate e non godute. “Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose della precedente amministrazione”. I problemi che interessano a Moscato sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima. La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da vincere dopo averla incorniciata nel programma dei primi 100 giorni. Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella L’OPERAZIONE. In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014 Il giovane e altri due complici furono bloccati mentre cercavano di scardinare una finestra usando uno scalpello Quando ha visto gli agenti di Polizia sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per la completa identificazione da parte della Scientifica e poi condurlo in carcere, ha capito che aveva finito la libertà e non ha reagito. Angelo Ventura, classe ’84, figlio di Titta Ventura, primo cugino dell’altro Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a casa. A carico suo, del padre, dello zio e dei cugini ci sono una sfilza di reati gravissimi, ma quello per cui è stato arrestato Angelo su ordine della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014. Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali, insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il posto indicato, Ventura e i suoi complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello. All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino Mangione, incensurato, vennero fermati dopo un breve inseguimen- to a piedi in via Cacciatori delle Alpi, mentre il terzo riuscì a far perdere le tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato di fiducia Giuseppe Di Stefano. Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un altro tentativo di furto compiuto ai danni di un muratore vittoriese. I carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di reato insieme a Francesco Asonte. Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla grondaia della casa dove avevano rubato. Avevano ancora addosso 3 collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50 proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e Ventura stavano utilizzando un flex da lavoro del muratore che era in casa. I due si trovano in carcere in attesa di processo. Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati contro il patrimonio si trovano in stato di libertà mentre attendono il giudizio definitivo. “La Polizia di Stato- informa una nota emanata dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e procedere alla loro cattura quando ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso di Angelo Ventura. G. L. L. La Sicilia 18 ottobre 2016 Vittoria nell’arte tra immagini e storia Troia lascia Palazzo Iacono «Messo da parte, mi dimetto» GIUSEPPE LA LOTA .27 Angelo Ventura durante le fasi dell’arresto portato a termine dalla squadra mobile di Ragusa E’ stato scoperto e denunciato il seviziatore della cagnetta LA CAGNETTA SEVIZIATA GIORGIO LIUZZO Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi del distributore di benzina di via Generale Cascino, poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte. L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale. Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza documenti, che vive in periferia. “Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore di questo efferato delitto contro un animale mite e indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi, verrà punita in modo esemplare”. Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale, ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a 30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena. Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente MILENA NICOSIA Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che, nati da un'idea di Antonella Arangio Mazza Corallo con la collaborazione di Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che, per il suo debutto, e' stata "impiattata" dallo chef Giovanni Galesi della Scuola Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti della tavola di Galesi sono stati i grani autoctoni siciliani, utilizzati sia nella preparazione della pasta che del pane, e i vini del terroir vinicolo dell'area di produzione del Cerasuolo di Vittoria. Interessante anche la rielaborazione fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele hanno decorato le pareti del castello. Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino alla domenica 23 ottobre quando la chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo la cui interpretazione gastronomica sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di fare rete mettendo insieme arte, vino, cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez" D. C. LA SICILIA MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016 vittoria Droga. Ai domiciliari giovane pusher arrestato a Comiso g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo ha convalidato l’arresto, ma disposto gli arresti domiciliari per l’incensurato vittoriese Nunzio Carnemolla, così come richiesto dall’avvocato difensore Giovanni Mangione. Il giovane di 27 anni era stato sorpreso dai Carabinieri a un posto di blocco in territorio di Comiso. I documenti di circolazione e personali erano tutti in regola, ma il suo nervosismo nascondeva qualcosa. Qualcosa come 8 grammi di cocaina negli slip, dai 1.300/1.500 euro di valore, venuti fuori dopo un’accurata perquisizione personale. Il sostituto procuratore della Repubblica Giulia Bisello aveva ordinato l’arresto, il gip Giovanni Giampiccolo ieri su richiesta dell’avvocato difensore ha disposto gli arresti domiciliari. CONVENTO DEI FRATI MINORI Vittoria nell’arte tra immagini e storia d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte, Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione. Troia lascia Palazzo Iacono «Messo da parte, mi dimetto» Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe GIUSEPPE LA LOTA I NUMERI. g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo del Comune sono 12, i dirigenti 8. Dal primo gennaio 2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità locale); Salvatore Guadagnino (Politiche socio assistenziali e Pubblica istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile (Affari generali - Programmazione comunitaria). Era un capo che contava, da 3 mesi e mezzo è un numero come tanti altri. Era il direttore generale delle Risorse umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione, previsto dal contratto, che si calcola sui mille euro in meno al mese. Troppo per uno che settimanalmente va e viene da Catania, ormai prossimo alla pensione, e che aveva retto ben altri impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico di dirigente. Con decorrenza primo gennaio 2017. Questione di giorni e presenterà al protocollo la sua lettera di dimissioni dall’ente dopo diversi anni di lavoro a stretto contatto di con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia. Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco Giovanni Moscato non sono mai stati né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono nemmeno conosciuti da vicino. Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un paio di “interventi chirurgici” tanto raffinati quanto precisi per non rovi- nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il bando per mettere a concorso un paio di direzioni” afferma. Quello dei servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere rapporti indesiderati un capo pro- muove per rimuovere oppure rischia licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente esperto e navigato, ha deciso. Se ne va aspettando la sentenza di secondo grado e sperando di cancellare la macchia di una condanna della Corte dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere pagato al dipendente Privitelli (oggi in pensione), per esigenze di servizio, delle ferie maturate e non godute. “Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose della precedente amministrazione”. I problemi che interessano a Moscato sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima. La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da vincere dopo averla incorniciata nel programma dei primi 100 giorni. Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella L’OPERAZIONE. In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014 Il giovane e altri due complici furono bloccati mentre cercavano di scardinare una finestra usando uno scalpello Quando ha visto gli agenti di Polizia sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per la completa identificazione da parte della Scientifica e poi condurlo in carcere, ha capito che aveva finito la libertà e non ha reagito. Angelo Ventura, classe ’84, figlio di Titta Ventura, primo cugino dell’altro Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a casa. A carico suo, del padre, dello zio e dei cugini ci sono una sfilza di reati gravissimi, ma quello per cui è stato arrestato Angelo su ordine della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014. Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali, insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il posto indicato, Ventura e i suoi complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello. All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino Mangione, incensurato, vennero fermati dopo un breve inseguimen- to a piedi in via Cacciatori delle Alpi, mentre il terzo riuscì a far perdere le tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato di fiducia Giuseppe Di Stefano. Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un altro tentativo di furto compiuto ai danni di un muratore vittoriese. I carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di reato insieme a Francesco Asonte. Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla grondaia della casa dove avevano rubato. Avevano ancora addosso 3 collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50 proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e Ventura stavano utilizzando un flex da lavoro del muratore che era in casa. I due si trovano in carcere in attesa di processo. Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati contro il patrimonio si trovano in stato di libertà mentre attendono il giudizio definitivo. “La Polizia di Stato- informa una nota emanata dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e procedere alla loro cattura quando ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso di Angelo Ventura. G. L. L. .27 Angelo Ventura durante le fasi dell’arresto portato a termine dalla squadra mobile di Ragusa E’ stato scoperto e denunciato il seviziatore della cagnetta LA CAGNETTA SEVIZIATA GIORGIO LIUZZO Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi del distributore di benzina di via Generale Cascino, poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte. L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale. Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza documenti, che vive in periferia. “Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore di questo efferato delitto contro un animale mite e indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi, verrà punita in modo esemplare”. Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale, ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a 30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena. Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente La Sicilia 18 ottobre 2016 MILENA NICOSIA Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che, nati da un'idea di Antonella Arangio Mazza Corallo con la collaborazione di Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che, per il suo debutto, e' stata "impiattata" dallo chef Giovanni Galesi della Scuola Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti della tavola di Galesi sono stati i grani autoctoni siciliani, utilizzati sia nella preparazione della pasta che del pane, e i vini del terroir vinicolo dell'area di produzione del Cerasuolo di Vittoria. Interessante anche la rielaborazione fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele hanno decorato le pareti del castello. Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino alla domenica 23 ottobre quando la chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo la cui interpretazione gastronomica sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di fare rete mettendo insieme arte, vino, cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez" D. C. MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016 LA SICILIA primo piano LA SENTENZA La Sicilia 18 ottobre 2016 MARIO BARRESI .3 Veronica: 30 anni “colpevolissima” «No, non ci credo» Il gup di Ragusa accoglie la richiesta dei pm: ha ucciso Loris Lei scoppia a piangere prima del verdetto: «Sono innocente» NOSTRO INVIATO RAGUSA. «Veronica, vieni. C’è la sentenza». Comincia a singhiozzare già alle sei e mezza della sera, quando dalla stanza di sicurezza del tribunale la portano nell’aula al piano terra. La prima a destra. Con le porte chiuse, ma in vetrina rispetto alle decine di telecamere piazzate fuori. Entra il giudice dell’udienza preliminare, Andrea Reale, dopo quattro ore di camera di consiglio. «Visti gli articoli 442, 533, 535 del codice di procedura penale...». Quattrocentoquarantadue, cinquecentotrentatré, cinquecentotrentacinque. Numeri. Che per lei non significano niente. Ma guarda gli occhi del suo avvocato, Franco Villardita, che si chiudono a fessura. Poi un sospiro. Il giudice, intanto continua a leggere. «... dichiara Panerello Veronica colpevole». Colpevole. Una parola. E il singhiozzo nervoso diventa pianto greve. Colpevole di cosa? Non è innocente. Ma anche nella colpevolezza ci sono tante sfumature. Lei continua a cercare lo sguardo dell’avvocato che da due anni è salito sulle montagne russe delle sue verità mutevoli. Ma in quegli occhi, quasi spiritati, vede il buio. «... colpevole dei reati di omicidio aggravato e di occultamento di cadavere aggravato alla stessa ascritti in rubrica». Le lacrime diventano un urlo: «No, non ci credo». E per qualche secondo tutto quello che continua a dire il giudice per l’imputata è un bla-bla-bla indistinto. «E, escluse la circostanza aggravante della premeditazione e quella di cui all’articolo 61 numero 4 del codice penale (le sevizie, ndr) in relazione al primo capo d’imputazione, ritenuta la continuazione tra i delitti contestati, computata la diminuente per il rito scelto la condanna...» Condanna. Un’altra parola. Segue un numero. Un altro numero. Il più atteso. «... alla pena di anni trenta». Trenta. Il più alto possibile. Il pianto diventa ululato. Lacrime asciutte di disperazione. «Io sono innocente, io sono innocente». Ma invece, «in nome del popolo italiano», Veronica è colpevole. Anzi: colpevolissima. Il gup di Ragusa accoglie la richiesta dell’accusa: 30 anni di carcere, dei quali 5 in libertà vigilata. Il massimo di pena possibile, in un processo con rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica in cui tecnicamente non poteva esserci né la richiesta né la condanna l’ergastolo. Veronica, oltre che all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, viene condannata anche alla pena accessoria per lei più dolorosa: la «sospensione dell’esercizio della responsabilità genitoriale per la durata della pena principale». Una conseguenza logica: per il giudice è stata lei ad ammazzare Loris, tutto può essere fuorché una madre per l’altro figlioletto che vive col padre, Davide Stival, dal 9 dicembre 2014. L’udienza è finita, andate in pace. Il pm Marco Rota sfila come un’anguilla silenziosa. Poche sillabe: «Abbiamo la coscienza di avere fatto un buon lavoro. Non c'è soddisfazione per la condanna, ma consapevolezza di avere fatto il nostro dovere». Distante da Ragusa, il capo del suo ufficio è sulla stessa lunghezza d’onda: «Nessuna condanna deve mai fare esultare. È legittima però la soddisfazione per un lavoro correttamente eseguito grazie anche alla grande professionalità e allo spirito di sacrificio degli uomini e delle donne di polizia e carabinieri». Il volto di Villardita non riesce a nascondere la delusione. «Le sentenze non si commentano, né si criticano. Se non si accettano si appellano. E siccome questa non la condividiamo, perché Veronica Panarello “ continua a proclamarsi innocente, l’appelleremo appena usciranno le motivazioni». Continua a dirsi certo che la sua assistita non è un’assassina, ma forse la delusione più grande è per l’entità della pena. E magari perché sperava nelle attenuanti generiche, se non nella semi-infermità mentale “modello Franzoni”. «Aspetto le motivazioni - continua a ripetere a microfoni spenti - ma oggi c’è un convitato di pietra: il movente». Già, il movente. Il pm Rota, nella le reazioni Nessuna condanna deve fare esultare, ma c’è legittima soddisfazione per il buon lavoro anche grazie a polizia e carabinieri IL PADRE E IL NONNO Così lontani, eppure più vicini «Giustizia per il piccolo angelo» MARCO ROTA pm CARMELO PETRALIA pm Le sentenze non si commentano né si criticano. E, se non si accettano, si appellano. Come faremo. Il movente convitato di pietra NOSTRO INVIATO FRANCO VILLARDITA avvocato difensore Atti ai pm per calunnia al suocero: da sempre diciamo che sono tutte falsità FRANCESCO BIAZZO legale di parte civile per il nonno requisitoria, l’aveva definito «plausibile» con l’ultima confessione di Veronica: «Io e mio suocero eravamo amanti e Loris ci ha scoperti». Ma nel dispositivo di ieri, il gup Reale mette nero su bianco la picconata definitiva alla credibilità dell’imputata: trasmette gli atti del processo al pubblico ministero «per valutare la consumazione del delitto di calunnia da parte dell’imputata nei confronti di Stival Andrea». Il suocero non è né amante né assassino. Ma riabilitato e commosso. E dunque Veronica oltre a essere colpevole - anzi: colpevolissima - è pure bugiarda. Anzi: bugiardissima. «Non ci credo, non ci posso credere», singulta alla poliziotta che la scorta all’uscita. Ma, stavolta, è tutto vero. Twitter: @MarioBarresi Il verdetto che aspettavamo. Davide provato, è stato come capire che è tutto vero DANIELE SCROFANI legale di parte civile (padre e nonna) RAGUSA. Non si parlano da mesi. Eppure, oltre al sangue, hanno tantissime cose in comune. Il dolore, lo strazio per aver perso un bambino morto di una morte atroce. Il fango, piovuto a tonnellate su una famiglia distrutta. E poi nessuno dei due crede a quello che dice l’imputata del processo nel quale entrambi sono parte civile. Trova le differenze: solo uno di loro è indagato per concorso in omicidio e occultamento di cadavere. Davide e Andrea Stival. Figlio e padre, fra loro; padre e nonno, per Loris; marito e suocero per Veronica. Alla lettura della sentenza il primo è tesissimo, trema; il secondo pure, alza gli occhi e sospira. Nessuno dei due, neanche per un attimo, guarda verso il banco dell’imputata. «Se ho dormito stanotte? No, ma non so nemmeno da quante notti non lo faccio», dice Andrea. Che, subito dopo la lettura delle sentenza, per prima cosa chiama Andreina Fiorilla. La sua compagna, il suo alibi di ferro, la femmina-roccia a cui appigliarsi in questi mesi di tempesta. Due parole: «Tren- Davide e Andrea Stival fotoservizio Laura Moltisanti t’anni». Segue pianto. «Dopo il verdetto ho pensato soltanto a mio nipote, a quell’angelo», dice il nonno. «Una sentenza che dà pace e giustizia a Loris e anche ad Andrea», aggiunge il suo avvocato, Francesco Biazzo. Il gup ha trasmesso gli atti alla Procura per il reato di calunnia di Veronica. «Lo diciamo da sempre che erano bugie calunniose», sbotta l’avvocato. Poco più in là Daniele Scrofani, avvocato del papà di Loris. «È la sentenza che ci aspettavamo. Davide era molto provato ed è stato per lui e per coloro che erano presenti in aula un momento di grandissima emozione: siamo a- bituati a governare sentimenti, ma è stato un momento forte. È stato come capire che è tutto vero, prendendo consapevolezza anche del fatto che Veronica Panarello ha calunniato suo padre». Davide, intanto, è già fuori dal tribunale. Dribblando le telecamere. Via. Dalla stessa uscita della donna dalla quale vuole separarsi. I due non s’incontrano. Il gup ha disposto anche il risarcimento, in via provvisionale, delle parti civili: 350mila euro al marito (compreso l’altro figlio) e 100mila euro ciascuno ai suoceri della donna, Andrea e l’ex moglie Pinuccia Aprile. Soldi virtuali, perché Veronica non ha il becco di un quattrino. Ma conta il principio. Davide e Andrea. Così vicini, eppure così lontani. Ma, da ieri, forse, un po’ meno. Non saranno mai più marito e suocero di Veronica, sono padre e nonno di una vittima che ora ha avuto giustizia e di un altro bimbo con tutta la vita davanti. Torneranno, fra loro, un figlio e un padre come prima? «Io so chi è Davide e lui sa chi sono io», ripete Andrea. Il tempo fa miracoli. E anche le sentenze. MA. B. «Dimenticare il caso, senza mai dimenticare Loris» IN PAESE. Voglia di normalità: «Lo dobbiamo a un bimbo che aveva diritto di crescere» FIDONE «NON DICO NULLA» Orazio Fidone, il “cacciatore” che trovò il corpicino di Loris, risponde al telefono dopo dieci squilli. «Non mi sento di dire niente sulla sentenza. È tutto quello che ho da dire». ALESSIA CATAUDELLA SANTA CROCE CAMERINA. C'è chi la ricorda in piazza degli Studi a torturarsi le mani ai tasti di uno smartphone che non smetteva un attimo di suonare. A Santa Croce Camerina, nonostante siano passati quasi due anni dalla morte del piccolo Loris Stival, il tempo sembra essersi fermato a quell'immagine del 29 novembre 2014. Quando Veronica Panarello era la mamma bloccata dall'angoscia, alla ricerca disperata del suo bambino fuori da scuola. Chi non l'aveva mai vista prima, quella “furustera”, ha in mente ancora il suo volto piccolo e disorientato. E lo ha immaginato così anche ieri quel viso, che ora tutti conoscono come quello di una donna condannata a 30 anni di carcere perché ritenuta colpevole dell'omicidio del suo stesso figlio. Volto di “mamma bugiarda”, trasfigurato dalle quattro verità che «alla fine le hanno fatto perdere la credibilità che altrimenti avrebbe potuto, forse, mantenere», sussurra Dino Aprile da una panchina di piazza Vittorio Emanuele. Santa Croce Camerina, dopo la notizia del verdetto del giudice, si ripassa in testa quel maledetto sabato. Ma non si scompone. E non si sorprende alla decisione del gup perché «la sua menzogna ad una intera famiglia, che ha chiamato dentro fino al collo con le presunte implicazioni anche il suocero Andrea, non ammette sconti», mastica Giacomo Puglisi davanti al prospetto del bar del centro (accanto a lui Carmelo Fontana che non ne può più «di telecamere e giornalisti»). Tornare alla normalità è l'imperativo di questa comunità: «Lo dobbiamo ad un bambino che, come tutti i bimbi, aveva il diritto di crescere - commenta il sindaco Franca Iurato - io continuo a non entrare nel merito di una questione intima e familiare. La città vuole tornare alla sua dimensione. Dimenticare questa vicenda, senza dimenticare, mai, il piccolo Loris. Dobbiamo preservare la sua memoria». LA SICILIA 2. MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016 primo piano il delitto Loris La Sicilia 18 ottobre 2016 IL CACCIATORE 2 dicembre 2014. Fidone incontra Veronica. Perché? LA SENTENZA testi a cura di 17 ottobre 2016. Due volti, quattro versioni, una verità Una bugiarda manipolatrice e assassina di un figlio adultizzato per l’accusa, una donna prigioniera di un passato infelice e succube della relazione pericolosa con il suocero per la difesa. Sono i due volti di una giovane mamma che il 29 novembre 2014 ha perso se stessa, suo figlio Loris e il suo sogno di una famiglia normale. Veronica Panarello il 3 ottobre assiste impassibile alle possibilità di vita che l’attendono: 30 anni in cella per il pm Rota, assoluzione per il difensore Villardita. Ancora due udienze, il 5 e il 7 ottobre, in attesa del 17 ottobre con l’ultima udienza e la sentenza di primo grado emessa dal giudice Andrea Reale. FRANCA ANTOCI Due anni di misteri L’ULTIMO SHOW 26 settembre 2016. «Non ho mai fatto del male a mio figlio» Lunedì 1 dicembre le maestre di Loris vanno a trovare Veronica che consegna loro delle fascette da elettricista: «Loris le aveva preparate per un compito in classe». Le maestre smentiscono e consegnano le fascette alla polizia. Il giorno dopo Veronica viene convocata in Questura come persona informata dei fatti. La sua ricostruzione presenta incongruenze con le immagini riprese delle telecamere sparse per il paese che la Squadra mobile sta esaminando senza sosta. Nel pomeriggio Veronica incontra Orazio Fidone, soprannominato «il cacciatore». Cosa si siano detti non si saprà mai. Fidone arriva la canalone in 7 minuti circa lasciandosi dietro ombre mai fugate. Mercoledì pomeriggio la casa dei genitori di Loris viene perquisita. Il 26 settembre è il giorno di Veronica. Manette ai polsi, abiti scuri, capelli sciolti, varca la soglia del Tribunale. Mani libere in aula, sale sul palcoscenico: «Non ho ucciso Loris e non avrei mai potuto fargli del male». Arricchisce l’ultima versione di ogni dettaglio utile a sostenere la sua presenza passiva rispetto all’omicidio deciso e compiuto dal suocero Andrea Stival che avrebbe anche buttato il piccolo nel canalone, attiva ma inconsapevole nell’apposizione delle fascette ai polsi e nella rimozione delle prove. Comprese le impronte del suocero. Stival ha inoltre un alibi di ferro fornito dalla compagna Andreina. Il marito Davide chiederà il divorzio. Accanto a Veronica resta solo il padre Francesco Panarello. LE FASCETTE LA PERIZIA 4 dicembre 2014. L’autopsia individua l’arma del delitto 20 giugno 2016. «Veronica è capace di intendere e volere» I filmati dicono che la mattina della scomparsa di Loris, Veronica esce da casa con i due figli ma è solo il più piccolo a salire in auto. Loris torna a casa. L’autopsia accerta che il bimbo è stato strangolato la mattina del 29 novembre: il segno sul collo è compatibile con una fascetta da elettricista, serrata e tagliata con un paio di forbici che lasciano il segno sotto l’orecchio destro quando Loris è agonizzante. Un’agonia lunga fino a 90 minuti secondo i periti. Stessi segni presentano i polsi. Nessun elemento attesta eventuali abusi sul piccolo il cui zainetto non sarà più trovato. Gli investigatori escludono l’orco. Chi ha ucciso Loris? La risposta è nel frame che riprende Veronica nei pressi del canalone. «Un legame emotivamente distorto, probabilmente di natura psicologica, tra imputata e vittima - spiega la psicologa Maria Costanzo, consulente nominata da Daniele Scrofani, avvocato di Davide - Veronica non era genitore per suo figlio, lui era un amico». Stessa falsa riga per gli altri periti: Veronica era ed è capace di intendere e di volere. Così il 20 giugno il gup Andrea Reale prende atto delle perizie e afferma che Andrea Stival può rimanere nel processo come parte civile nonostante la procura lo abbia nel frattempo indagato come atto dovuto per omicidio volontario, alla luce delle pesanti accuse della donna che rilascia dichiarazioni spontanee utili a motivare le sue bugie. Si tornerà in aula il 18 luglio. LE TELECAMERE 5 dicembre 2014. Loris non è mai arrivato a scuola Le immagini scorrono impietose sotto gli occhi degli investigatori: il 5 dicembre le telecamere poste sulla linea della scuola non riprendono la Polo nera di Veronica. L’anomalo percorso di quel sabato mattina porta Veronica nei pressi del Mulino Vecchio prima della sosta per acquistare il panino per il figlio più piccolo che la donna accompagna subito dopo all’asilo. Poi, il ritorno a casa e l’insolito ingresso con l’auto parcheggiata davanti al garage. Una pausa di trentasei minuti in casa prima di essere nuovamente ripresa con la Polo che torna al canalone e prosegue per il castello di Donnafugata. In quei 36 minuti Loris viene ucciso senza pietà. I video immortalano una sola protagonista: Veronica Panarello. 29 NOVEMBE 2014. «Dov’è mio figlio? Perché non esce? Lo hanno portato via». Sono le 12,30 di un sabato pieno di sole davanti alla scuola «Falcone Borsellino» affollata di mamme che fanno subito capannello attorno a Veronica Panarello che nel giro di un quarto d’ora è già nella locale caserma dei carabinieri a denunciare la scomparsa del figlio Andrea Loris Stival, 8 anni. Racconta di averlo lasciato a scuola alle 8,30. L’intero paese, carabinieri e polizia si mobilitano. Nessuno ha visto il piccolo. Nessuna traccia fino alle 16,50. «Ho trovato Loris» dice al telefono chiamando i carabinieri Orazio Fidone. In pochi minuti sono tutti lì, al canalone del Mulino vecchio, a 4 chilometri dalla scuola. Sul fondo giace il corpo senza vita di Loris. I jeans abbassati, senza mutandine, con il grembiule e un pesante giubbotto con il cappuccio che gli copre la testa sono tutti elementi che fanno subito pensare un orco. In tarda serata il cadavere viene portato all’obitorio di Ibla. Alle 23,30 Veronica, accompagnata dal marito Davide e buona parte delle famiglie Panarello e Stival, può vedere il piccolo solo da lontano. Grida «Che cosa gli hanno fatto?» Eppure non sa ancora com’è morto il figlio. Nonostante al medico legale Giuseppe Iuvara basta poco per capire che il bambino è stato ucciso. Il giorno successivo il procuratore capo del Tribunale di Ragusa Carmelo Petralia apre un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti L’ARRESTO LA SECONDA VERITÀ 8 dicembre 2014. Veronica in manette: «Ha ucciso Loris» 13 novembre 2015. «Loris si è ucciso giocando con le fascette» «L’ha ucciso lei» afferma il dirigente della Mobile Antonino Ciavola che l’8 dicembre porta in Procura Veronica Panarello interrogata dal procuratore Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota. Quella stessa sera Veronica dorme in cella: è accusata dell’ omicidio volontario del figlio Loris, aggravato dal legame di parentela e di occultamento di cadavere. Lei si dichiara innocente ma perde la fiducia del marito Davide e del suocero Andrea Stival. Il 12 dicembre il gip convalida lo stato di fermo. A difendere Veronica è l’avvocato Francesco Villardita. Il 18 dicembre l’addio a Loris. La presenza della mamma è in un cuore di rose rosse: Veronica chiede ma non ottiene il permesso di partecipare ai funerali. Vedrà la tomba del figlio nell’agosto del 2015. «Quella mattina non ho accompagnato Loris a scuola, ma non l’ho ucciso». Il 13 novembre 2015, a 6 giorni dall’udienza preliminare, Veronica ritrova la memoria. Non tutta. Almeno fino al 17 quando in un video che ha fatto il giro del mondo, viene accompagnata dalla polizia sui luoghi dell’omicidio e, smagrita e piangente, ricostruisce l’accaduto attimo per attimo con lucidità e precisione, confermando le indagini e l’autopsia tranne per un elemento nuovo e decisamente poco credibile: Loris si è ucciso da solo mentre giocava con le fascette. Veronica dice di avere tagliato la fascetta nel tentativo di salvarlo. Poi, capisce che è morto e presa dal panico porta il piccolo Vecchio Mulino e lo «adagia» nel canalone. LA TERZA VERITÀ 19 febbraio 2016. «Io e mio suocero eravamo amanti» «All’incidente non credo nemmeno io»: parola di Villardita, difensore di Veronica che gioca la carta dell’infermità mentale a cui subordina la richiesta di celebrare il processo con il rito abbreviato. Tutto concesso. Veronica finisce nell’ospedale psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto. Le perizie non lasciano trasparire nulla di positivo per Veronica e forse in cella si stava meglio. Così a febbraio arriva il nuovo colpo di scena: «Io e mio suocero eravamo amanti. Lui ha ucciso Loris che ci ha visto insieme e voleva raccontarlo al padre». Andrea Stival nega. Rieccola Veronica, protagonista assoluta di un viaggio nell’orrore in cui Loris viene ucciso ogni volta che la sua mamma e assassina cambia personaggi e scenario. LA SICILIA MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016 vittoria Droga. Ai domiciliari giovane pusher arrestato a Comiso g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo ha convalidato l’arresto, ma disposto gli arresti domiciliari per l’incensurato vittoriese Nunzio Carnemolla, così come richiesto dall’avvocato difensore Giovanni Mangione. Il giovane di 27 anni era stato sorpreso dai Carabinieri a un posto di blocco in territorio di Comiso. I documenti di circolazione e personali erano tutti in regola, ma il suo nervosismo nascondeva qualcosa. Qualcosa come 8 grammi di cocaina negli slip, dai 1.300/1.500 euro di valore, venuti fuori dopo un’accurata perquisizione personale. Il sostituto procuratore della Repubblica Giulia Bisello aveva ordinato l’arresto, il gip Giovanni Giampiccolo ieri su richiesta dell’avvocato difensore ha disposto gli arresti domiciliari. CONVENTO DEI FRATI MINORI Vittoria nell’arte tra immagini e storia d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte, Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione. Troia lascia Palazzo Iacono «Messo da parte, mi dimetto» Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe GIUSEPPE LA LOTA I NUMERI. g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo del Comune sono 12, i dirigenti 8. Dal primo gennaio 2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità locale); Salvatore Guadagnino (Politiche socio assistenziali e Pubblica istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile (Affari generali - Programmazione comunitaria). Era un capo che contava, da 3 mesi e mezzo è un numero come tanti altri. Era il direttore generale delle Risorse umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione, previsto dal contratto, che si calcola sui mille euro in meno al mese. Troppo per uno che settimanalmente va e viene da Catania, ormai prossimo alla pensione, e che aveva retto ben altri impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico di dirigente. Con decorrenza primo gennaio 2017. Questione di giorni e presenterà al protocollo la sua lettera di dimissioni dall’ente dopo diversi anni di lavoro a stretto contatto di con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia. Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco Giovanni Moscato non sono mai stati né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono nemmeno conosciuti da vicino. Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un paio di “interventi chirurgici” tanto raffinati quanto precisi per non rovi- nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il bando per mettere a concorso un paio di direzioni” afferma. Quello dei servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere rapporti indesiderati un capo pro- muove per rimuovere oppure rischia licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente esperto e navigato, ha deciso. Se ne va aspettando la sentenza di secondo grado e sperando di cancellare la macchia di una condanna della Corte dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere pagato al dipendente Privitelli (oggi in pensione), per esigenze di servizio, delle ferie maturate e non godute. “Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose della precedente amministrazione”. I problemi che interessano a Moscato sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima. La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da vincere dopo averla incorniciata nel programma dei primi 100 giorni. Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella L’OPERAZIONE. In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014 Il giovane e altri due complici furono bloccati mentre cercavano di scardinare una finestra usando uno scalpello Quando ha visto gli agenti di Polizia sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per la completa identificazione da parte della Scientifica e poi condurlo in carcere, ha capito che aveva finito la libertà e non ha reagito. Angelo Ventura, classe ’84, figlio di Titta Ventura, primo cugino dell’altro Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a casa. A carico suo, del padre, dello zio e dei cugini ci sono una sfilza di reati gravissimi, ma quello per cui è stato arrestato Angelo su ordine della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014. Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali, insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il posto indicato, Ventura e i suoi complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello. All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino Mangione, incensurato, vennero fermati dopo un breve inseguimen- to a piedi in via Cacciatori delle Alpi, mentre il terzo riuscì a far perdere le tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato di fiducia Giuseppe Di Stefano. Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un altro tentativo di furto compiuto ai danni di un muratore vittoriese. I carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di reato insieme a Francesco Asonte. Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla grondaia della casa dove avevano rubato. Avevano ancora addosso 3 collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50 proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e Ventura stavano utilizzando un flex da lavoro del muratore che era in casa. I due si trovano in carcere in attesa di processo. Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati contro il patrimonio si trovano in stato di libertà mentre attendono il giudizio definitivo. “La Polizia di Stato- informa una nota emanata dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e procedere alla loro cattura quando ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso di Angelo Ventura. G. L. L. .27 Angelo Ventura durante le fasi dell’arresto portato a termine dalla squadra mobile di Ragusa E’ stato scoperto e denunciato il seviziatore della cagnetta La Sicilia 18 ottobre 2016 LA CAGNETTA SEVIZIATA GIORGIO LIUZZO Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi del distributore di benzina di via Generale Cascino, poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte. L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale. Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza documenti, che vive in periferia. “Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore di questo efferato delitto contro un animale mite e indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi, verrà punita in modo esemplare”. Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale, ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a 30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena. Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente MILENA NICOSIA Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che, nati da un'idea di Antonella Arangio Mazza Corallo con la collaborazione di Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che, per il suo debutto, e' stata "impiattata" dallo chef Giovanni Galesi della Scuola Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti della tavola di Galesi sono stati i grani autoctoni siciliani, utilizzati sia nella preparazione della pasta che del pane, e i vini del terroir vinicolo dell'area di produzione del Cerasuolo di Vittoria. Interessante anche la rielaborazione fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele hanno decorato le pareti del castello. Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino alla domenica 23 ottobre quando la chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo la cui interpretazione gastronomica sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di fare rete mettendo insieme arte, vino, cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez" D. C. Gds 18 ottobre 2016 LA SICILIA MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016 vittoria Droga. Ai domiciliari giovane pusher arrestato a Comiso g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo ha convalidato l’arresto, ma disposto gli arresti domiciliari per l’incensurato vittoriese Nunzio Carnemolla, così come richiesto dall’avvocato difensore Giovanni Mangione. Il giovane di 27 anni era stato sorpreso dai Carabinieri a un posto di blocco in territorio di Comiso. I documenti di circolazione e personali erano tutti in regola, ma il suo nervosismo nascondeva qualcosa. Qualcosa come 8 grammi di cocaina negli slip, dai 1.300/1.500 euro di valore, venuti fuori dopo un’accurata perquisizione personale. Il sostituto procuratore della Repubblica Giulia Bisello aveva ordinato l’arresto, il gip Giovanni Giampiccolo ieri su richiesta dell’avvocato difensore ha disposto gli arresti domiciliari. CONVENTO DEI FRATI MINORI Vittoria nell’arte tra immagini e storia d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte, Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione. Troia lascia Palazzo Iacono «Messo da parte, mi dimetto» Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe GIUSEPPE LA LOTA I NUMERI. g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo del Comune sono 12, i dirigenti 8. Dal primo gennaio 2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità locale); Salvatore Guadagnino (Politiche socio assistenziali e Pubblica istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile (Affari generali - Programmazione comunitaria). Era un capo che contava, da 3 mesi e mezzo è un numero come tanti altri. Era il direttore generale delle Risorse umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione, previsto dal contratto, che si calcola sui mille euro in meno al mese. Troppo per uno che settimanalmente va e viene da Catania, ormai prossimo alla pensione, e che aveva retto ben altri impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico di dirigente. Con decorrenza primo gennaio 2017. Questione di giorni e presenterà al protocollo la sua lettera di dimissioni dall’ente dopo diversi anni di lavoro a stretto contatto di con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia. Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco Giovanni Moscato non sono mai stati né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono nemmeno conosciuti da vicino. Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un paio di “interventi chirurgici” tanto raffinati quanto precisi per non rovi- nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il bando per mettere a concorso un paio di direzioni” afferma. Quello dei servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere rapporti indesiderati un capo pro- muove per rimuovere oppure rischia licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente esperto e navigato, ha deciso. Se ne va aspettando la sentenza di secondo grado e sperando di cancellare la macchia di una condanna della Corte dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere pagato al dipendente Privitelli (oggi in pensione), per esigenze di servizio, delle ferie maturate e non godute. “Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose della precedente amministrazione”. I problemi che interessano a Moscato sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima. La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da vincere dopo averla incorniciata nel programma dei primi 100 giorni. Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella L’OPERAZIONE. In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014 Il giovane e altri due complici furono bloccati mentre cercavano di scardinare una finestra usando uno scalpello Quando ha visto gli agenti di Polizia sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per la completa identificazione da parte della Scientifica e poi condurlo in carcere, ha capito che aveva finito la libertà e non ha reagito. Angelo Ventura, classe ’84, figlio di Titta Ventura, primo cugino dell’altro Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a casa. A carico suo, del padre, dello zio e dei cugini ci sono una sfilza di reati gravissimi, ma quello per cui è stato arrestato Angelo su ordine della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014. Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali, insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il posto indicato, Ventura e i suoi complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello. All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino Mangione, incensurato, vennero fermati dopo un breve inseguimen- to a piedi in via Cacciatori delle Alpi, mentre il terzo riuscì a far perdere le tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato di fiducia Giuseppe Di Stefano. Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un altro tentativo di furto compiuto ai danni di un muratore vittoriese. I carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di reato insieme a Francesco Asonte. Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla grondaia della casa dove avevano rubato. Avevano ancora addosso 3 collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50 proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e Ventura stavano utilizzando un flex da lavoro del muratore che era in casa. I due si trovano in carcere in attesa di processo. Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati contro il patrimonio si trovano in stato di libertà mentre attendono il giudizio definitivo. “La Polizia di Stato- informa una nota emanata dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e procedere alla loro cattura quando ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso di Angelo Ventura. G. L. L. .27 La Sicilia 18 ottobre 2016 Angelo Ventura durante le fasi dell’arresto portato a termine dalla squadra mobile di Ragusa E’ stato scoperto e denunciato il seviziatore della cagnetta LA CAGNETTA SEVIZIATA GIORGIO LIUZZO Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi del distributore di benzina di via Generale Cascino, poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte. L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale. Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza documenti, che vive in periferia. “Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore di questo efferato delitto contro un animale mite e indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi, verrà punita in modo esemplare”. Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale, ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a 30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena. Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente MILENA NICOSIA Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che, nati da un'idea di Antonella Arangio Mazza Corallo con la collaborazione di Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che, per il suo debutto, e' stata "impiattata" dallo chef Giovanni Galesi della Scuola Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti della tavola di Galesi sono stati i grani autoctoni siciliani, utilizzati sia nella preparazione della pasta che del pane, e i vini del terroir vinicolo dell'area di produzione del Cerasuolo di Vittoria. Interessante anche la rielaborazione fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele hanno decorato le pareti del castello. Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino alla domenica 23 ottobre quando la chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo la cui interpretazione gastronomica sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di fare rete mettendo insieme arte, vino, cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez" D. C. Gds 18 ottobre 2016 LA SICILIA MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016 vittoria Droga. Ai domiciliari giovane pusher arrestato a Comiso La Sicilia 18 ottobre 2016 g.l.l.) Il gip Giovanni Giampiccolo ha convalidato l’arresto, ma disposto gli arresti domiciliari per l’incensurato vittoriese Nunzio Carnemolla, così come richiesto dall’avvocato difensore Giovanni Mangione. Il giovane di 27 anni era stato sorpreso dai Carabinieri a un posto di blocco in territorio di Comiso. I documenti di circolazione e personali erano tutti in regola, ma il suo nervosismo nascondeva qualcosa. Qualcosa come 8 grammi di cocaina negli slip, dai 1.300/1.500 euro di valore, venuti fuori dopo un’accurata perquisizione personale. Il sostituto procuratore della Repubblica Giulia Bisello aveva ordinato l’arresto, il gip Giovanni Giampiccolo ieri su richiesta dell’avvocato difensore ha disposto gli arresti domiciliari. CONVENTO DEI FRATI MINORI Vittoria nell’arte tra immagini e storia d.c.) «Vittoria nell'arte» è il volume edito dalla Congregazione del Santissimo Crocifisso di Vittoria che sarà presentato domenica 23 ottobre alle 18 presso la Sala delle Capriate del Convento dei Frati Minori. Interverranno i due autori, il fotografo Maurizio Cugnata e l' esperto d' arte, Alfredo Campo, curatore del volume che vuole presentare il ricco patrimonio d' arte della città reso ancora più pregevole in virtù di quell' arte sacra che tanto cara è alla Congregazione. Troia lascia Palazzo Iacono «Messo da parte, mi dimetto» Già direttore delle Risorse umane, è finito parcheggiato all’Anagrafe GIUSEPPE LA LOTA I NUMERI. g.l.l.) Le Direzioni dell’apparato burocratico e amministrativo del Comune sono 12, i dirigenti 8. Dal primo gennaio 2017 scenderanno a 7. Attualmente i dirigenti che hanno più direzioni sono iGiuseppe Sulsenti (Politiche finanziarie, Bilancio ed Economato - Tributi e Fiscalità locale); Salvatore Guadagnino (Politiche socio assistenziali e Pubblica istruzione Sviluppo economico); Alessandro Basile (Affari generali - Programmazione comunitaria). Era un capo che contava, da 3 mesi e mezzo è un numero come tanti altri. Era il direttore generale delle Risorse umane, da 115 giorni è “parcheggiato” alla direzione dell’Anagrafe, a firmare certificati di eventi naturali e carte d’identità. Subendo in silenzio anche un taglio d’indennità di posizione, previsto dal contratto, che si calcola sui mille euro in meno al mese. Troppo per uno che settimanalmente va e viene da Catania, ormai prossimo alla pensione, e che aveva retto ben altri impegni. L’ingegnere Salvatore Troia si dimette dall’incarico di dirigente. Con decorrenza primo gennaio 2017. Questione di giorni e presenterà al protocollo la sua lettera di dimissioni dall’ente dopo diversi anni di lavoro a stretto contatto di con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia. Se ne va un anno prima dalla regolare scadenza del contratto che lo legava all’ente vittoriese fino al 31 dicembre 2017. I rapporti con il sindaco Giovanni Moscato non sono mai stati né freddi, né caldi: semplicemente inesistenti. Forse i due non si sono nemmeno conosciuti da vicino. Giovanni Moscato sa delle decisioni maturate da Troia: “Ho sentito PALAZZO IACONO E, NEL TONDO, L’INGEGNERE SALVATORE TROIA queste voci, qualcuno le ha pure postate su facebook, ma non posso confermarle ufficialmente se prima non arriva l’atto protocollato sul mio tavolo- dice il primo cittadino che appena insediato ha modificato l’apparato burocratico dell’ente con un paio di “interventi chirurgici” tanto raffinati quanto precisi per non rovi- nare gli altri pezzi “dell’albero a camme” del motore. Quando sarà il momento ne prenderà atto “e avvierò il bando per mettere a concorso un paio di direzioni” afferma. Quello dei servizi demografici, di sicuro, e quello dell’Urbanistica che era di Chiofalo, dopo. Di solito per interrompere rapporti indesiderati un capo pro- muove per rimuovere oppure rischia licenziando in tronco. Nel caso dell’ing. Troia niente di tutto ciò. Moscato nella revisione dell’organigramma dell’Ente ha messo Troia nelle condizioni di riflettere: rimanere inattivo per un anno o anticipare la risoluzione del contratto? E Troia, da dirigente esperto e navigato, ha deciso. Se ne va aspettando la sentenza di secondo grado e sperando di cancellare la macchia di una condanna della Corte dei Conti in primo grado al risarcimento di circa 15 mila euro per avere pagato al dipendente Privitelli (oggi in pensione), per esigenze di servizio, delle ferie maturate e non godute. “Affari che non mi competono- sottolinea Giovanni Moscato- sono cose della precedente amministrazione”. I problemi che interessano a Moscato sono ben altri e molto delicati. La raccolta differenziata è slittata di almeno un mese. Perché le beghe “infuocate” per il trasferimento del personale ex Tekra alla E. F. di Misterbianco hanno rallentato il processo di insediamento della nuova ditta ecologica. Sicché il sindaco ha dovuto prorogare di 30 giorni il contratto alla Tekra, fermo restando che appena si raggiungerà l’accordo l’insediamento può avvenire anche prima. La raccolta differenziata è peculiarità di Moscato, una scommessa da vincere dopo averla incorniciata nel programma dei primi 100 giorni. Tentò il furto in una casa, sconterà 8 mesi in cella L’OPERAZIONE. In manette Angelo Ventura per un episodio accaduto nel gennaio 2014 Il giovane e altri due complici furono bloccati mentre cercavano di scardinare una finestra usando uno scalpello Quando ha visto gli agenti di Polizia sotto casa che l’aspettavano per accompagnarlo in commissariato per la completa identificazione da parte della Scientifica e poi condurlo in carcere, ha capito che aveva finito la libertà e non ha reagito. Angelo Ventura, classe ’84, figlio di Titta Ventura, primo cugino dell’altro Angelo detto Elvis e Jerry (figli di Filippo Ventura), deve scontare 8 mesi di detenzione in carcere e non a casa. A carico suo, del padre, dello zio e dei cugini ci sono una sfilza di reati gravissimi, ma quello per cui è stato arrestato Angelo su ordine della Procura della Repubblica, si riferisce a un tentato furto aggravato nell’abitazione di via 24 Aprile angolo via Cacciatori delle Alpi, avvenuto nel mese di gennaio del 2014. Ventura, allora sottoposto ad affidamento in prova ai Servizi sociali, insieme ad altri due complici tentava di scardinare la finestra. Un assistente di polizia libero dal servizio notò la scena criminosa e senza perdere di vista il terzetto chiese l’intervento dei colleghi al commissariato. Quando la volante raggiunse il posto indicato, Ventura e i suoi complici cercavano di aprire la finestra con l’ausilio di uno scalpello. All’atto del blitz i 3 tentarono al fuga, Angelo Ventura e Antonino Mangione, incensurato, vennero fermati dopo un breve inseguimen- to a piedi in via Cacciatori delle Alpi, mentre il terzo riuscì a far perdere le tracce. L’allora sostituto procuratore Serena Menicucci dispose gli arresti domiciliari per Ventura e Mangione, i quali nominarono avvocato di fiducia Giuseppe Di Stefano. Quando era ancora 28enne, Angelo Ventura si rese protagonista di un altro tentativo di furto compiuto ai danni di un muratore vittoriese. I carabinieri di Vittoria in quella occasione lo colsero in flagranza di reato insieme a Francesco Asonte. Prima di essere bloccati i due tentarono la fuga arrampicandosi alla grondaia della casa dove avevano rubato. Avevano ancora addosso 3 collane, altri oggetti di scarso valore, una pistola calibro 7,65 e 50 proiettili. Se il colpo fosse riuscito, i due avrebbero rubato anche due fucili da caccia calibro 12 e 100 cartucce, regolarmente detenuti, insieme alla pistole e alle munizioni, dal muratore dentro un armadio sigillato. Per aprire l’armadio, Asonte e Ventura stavano utilizzando un flex da lavoro del muratore che era in casa. I due si trovano in carcere in attesa di processo. Molti soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per gravi reati contro il patrimonio si trovano in stato di libertà mentre attendono il giudizio definitivo. “La Polizia di Stato- informa una nota emanata dalla Squadra mobile di Ragusacontinua a vigilare sui soggetti pericolosi, così da poterli monitorare e procedere alla loro cattura quando ciclicamente arrivano provvedimenti restrittivi della libertà personale per i reati commessi. E’ il caso di Angelo Ventura. G. L. L. .27 Angelo Ventura durante le fasi dell’arresto portato a termine dalla squadra mobile di Ragusa E’ stato scoperto e denunciato il seviziatore della cagnetta LA CAGNETTA SEVIZIATA GIORGIO LIUZZO Gli uomini peggio delle bestie? Accade sempre più spesso. E gli episodi a cui si è costretti ad assistere rivelano quanto la barbarie nei confronti degli animali non conosca confini. Così è stato anche per l’uomo che, nella tarda serata di venerdì, ha seviziato e ucciso una cagnetta randagia a Vittoria, nei pressi del distributore di benzina di via Generale Cascino, poco distante dalla stazione ferroviaria. Ora però il soggetto in questione è stato individuato e denunciato alla Procura della Repubblica. Era stato il titolare del distributore di benzina ad accorgersi che nella piazzola dell'area di servizio vi erano tracce di sangue. Ha quindi visionato le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso, facendo la terribile scoperta. Sul posto si è portato personale delle Guardie zoofile dell'Enpa che ha visionato le immagini messe a disposizione della magistratura. E' apparso chiaramente cosa fosse accaduto: un uomo, con una piccola asta probabilmente in ferro, ha infilzato la cagnetta ripetutamente dall'ano, causandone la morte. L'autore di tale atrocità è stato individuato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animale. Si tratta di un cittadino algerino di 50 anni, senza documenti, che vive in periferia. “Grazie alla collaborazione del titolare dell'area di servizio – spiega Alessandro Antoci dell'Enpa – siamo immediatamente riusciti a individuare l'autore di questo efferato delitto contro un animale mite e indifeso. Dalle immagini emerge chiaramente come l'uomo si sia avventato senza alcun motivo verso la cagnetta che se ne stava di lato senza infastidire nessuno, uccidendola in modo orribile. Un episodio sconcertante per l'inaudita violenza che, siamo certi, verrà punita in modo esemplare”. Il folle gesto del soggetto in questione ha suscitato unanime sdegno sopratutto sui social dove in molti hanno condannato un gesto che non ha spiegazioni se non nell’aberrazione comportamentale dell’uomo. Le immagini si sono rivelate preziose per indirizzare le indagini nella giusta direzione, dopo la denuncia sporta a carico del soggetto, che rischia grosso. Il maltrattamento di animali è, infatti, un reato preciso contemplato dall´articolo 544 ter del codice penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale, ovvero lo sottopone a sevizie, è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila a 30 mila euro”. Adesso bisognerà attendere che la giustizia faccia il proprio corso prima di appurare le precise responsabilità in carico al soggetto in questione e stabilire l’eventuale pena. Vino e arte, un connubio che si rivela sempre vincente MILENA NICOSIA Ritrovarsi a cena nella dimora di Donna Vittoria Colonna sorseggiando buon vino e gustando le materie prime del territorio .Tutto questo e' possibile partecipando a "Conviviali...vino e cibo " che, nati da un'idea di Antonella Arangio Mazza Corallo con la collaborazione di Grotte Alte, sono tornati a vivacizzare le sere dell'Enoteca vittoriese. E venerdì 14 ottobre e' andata in scena la prima conviviale del cibo e del vino che, per il suo debutto, e' stata "impiattata" dallo chef Giovanni Galesi della Scuola Nosco di Ragusa. Grandi protagonisti della tavola di Galesi sono stati i grani autoctoni siciliani, utilizzati sia nella preparazione della pasta che del pane, e i vini del terroir vinicolo dell'area di produzione del Cerasuolo di Vittoria. Interessante anche la rielaborazione fatta da Galesi del fagiolo "cosaruciaru", antico legume di Scicli. A guidare invece i commensali negli abbinamenti vino e cibo e' stata la sommelier Simona Cacopardo che, come chicca finale, ha proposto un amabile passito di uve di frappato. E, non ultimo, a perfetto "contorno" della serata e' stata offerta la pittura di Milena Nicosia le cui tele hanno decorato le pareti del castello. Un' esposizione artistica dal titolo "Anima di terra" che resterà allestita sino alla domenica 23 ottobre quando la chiusura sarà affidata a "Aperitivo d'artista", particolarissimo e sperimentale evento d' arte e di cibo pronto a galvanizzare la Casa del Cerasuolo. "Disegnerò - spiega la pittrice - un aperitivo la cui interpretazione gastronomica sarà invece affidata a Dania Arezzo realizzando così una vera entree". "L'idea conclude Arangio Mazza Corallo - di fare rete mettendo insieme arte, vino, cibo, mi è sembrata perfetta per rendere vivo uno dei luoghi di maggior fascino della città e dell'intera provincia come e' Castello Henriquez" D. C.