Scaricalo qui (versione pdf) - Hotel Alpina

Transcript

Scaricalo qui (versione pdf) - Hotel Alpina
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A Emma e Romeo,
senza i quali l’avventura
non sarebbe iniziata
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2005: cinquant’anni di attività.
La Pensione Alpina ha aperto i battenti nel giugno
del 1955 e, da allora, ha sempre accolto i suoi ospiti
sia d’estate che d’inverno, con l’ unica interruzione
dell’ estate del 1988, durante la quale è rimasta
chiusa per importanti lavori di ampliamento ed
ammodernamento.
Abbiamo pensato di ripercorre gli anni trascorsi
attraverso immagini, documenti, reperti "storici"
sia riguardanti la Pensione Alpina ed i suoi ospiti,
che Madonna di Campiglio, che la nostra famiglia,
tutte storie intimamente legate tra loro.
Tante persone abbiamo conosciuto in tutti questi
anni di attività, tanti ospiti che, con il passare del
tempo, sono diventati amici, veri amici.
Una delle nostre più "vecchie" ospiti è da noi
chiamata affettuosamente zia, tanto è forte il
rapporto che ci lega.
È impossibile ricordarvi tutti per nome ma siete
nel nostro cuore, fate parte della nostra vita.
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"C’era una volta…" si scriverebbe se dovessimo cominciare una fiaba.
In questo caso raccontiamo una storia vera, fatta di persone, amore, dedizione al proprio
lavoro.
La storia della Pensione Alpina di Madonna di Campiglio che, dal 1955, ha accolto migliaia
di persone e che ancora oggi, cinquant’anni dopo, ha la fortuna di poter ospitare tanti
turisti che la scelgono per trascorrere le loro vacanze nella nostra bella località.
In realtà l’attività della famiglia Aldrighetti nel campo dell’accoglienza inizia molti anni
prima.
Infatti è del 1941 la concessione di una licenza di "affittacamere" da parte dell’ Ufficiale di
Pubblica Sicurezza di Pinzolo a Faustino Aldrighetti fu Lorenzo, classe 1887.
Questa licenza viene rinnovata sino al 1955, anno dell’ apertura della Pensione Alpina.
Ma ancor prima di allora la famiglia Aldrighetti, papà Faustino e figlio Romeo, lavorava
alle dipendenze del signor Oesterreicher, proprietario del Grand Hotel des Alpes.
Faustino si occupava delle manutenzioni ed era uno degli "uomini di fiducia" della famiglia
Oesterreicher tanto che, durante l’ inverno tra le due guerre, era il custode dell’ Hotel Des
Alpes che allora restava chiuso da ottobre ad aprile.
Il figlio Romeo, seguendo le orme del padre, si occupava delle manutenzioni e degli impianti
tecnologici dell’ hotel.
Anche Emma Degiampietro, dopo varie esperienze in hotels dell’ area Dolomitica
Ampezzana, approdava al Grand Hotel des Alpes di Madonna di Campiglio, lavorando sia
al bar che nella sala ristorante dell’ hotel, ora nota come "Salone Hofer".
E proprio lì si conobbero Emma e Romeo che nel 1953 si sposarono e, due anni dopo,
presero in mano l’ attività iniziata da Faustino e la arricchirono nei decenni, sino ai giorni
nostri.
Nel frattempo Cesira Collini, moglie di Faustino, apriva insieme ai figli la "Casa del
Cioccolato", importante negozio di piazza Righi, gestito sino a pochi anni fa da Anna
Maria Aldrighetti (sorella di Romeo) e dalla sua famiglia.
Romeo ed Emma hanno gestito per anni la Pensione Alpina, aiutati nel loro lavoro dai figli
Cristina e Fausto che oggi seguono direttamente la gestione e raccolgono il testimone dai
propri genitori, proseguendo nella tradizione di famiglia, giunta ora alla terza generazione.
Ma questa storia non potremmo raccontarla se non grazie ai nostri ospiti ed ai nostri
collaboratori che, stagione dopo stagione, ci hanno aiutato a percorrere questo nostro
viaggio ed hanno reso l’ Hotel Alpina ciò che è oggi.
Siamo orgogliosi del nostro lavoro e ci auguriamo che ospiti di vecchia data e ospiti che ci
hanno appena conosciuto, continuino a preferirci e a far crescere, insieme a noi, la storia
dell’Hotel Alpina.
Grazie di cuore a tutti.
famiglia Aldrighetti
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La nostra famiglia
La Pensione Alpina
pag. 5
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Il “nostro” paese
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Impressioni
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La nostra famiglia
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Un albergo è prima di tutto fatto di
persone, l’ hotel Alpina del 2005 non
esisterebbe se non ci fossero stati
Romeo ed Emma che, con il loro
impegno, il loro amore, la loro
passione, hanno costruito giorno dopo
giorno una grande avventura.
E oggi che festeggiamo le nozze d’ oro
dell’ Hotel Alpina con i nostri clienti,
non possiamo che ricordare le nozze
d’oro di Emma e Romeo: festeggiate
nel 2003!
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Emma e Romeo
1953
2003
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Cristina e Fausto
Cristina e Fausto raccolgono il testimone dai genitori,
comunque ancora impegnati in azienda;
hanno davanti tanta strada per cercare di eguagliare i successi dei loro genitori.
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La Pensione Alpina
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Faustino Aldrighetti acquisisce la licenza di affittacamere, nell’originaria struttura, l’11
luglio del 1941.
La prima struttura constava di "8 locali costituenti 1 quartiere" ed era situata a Madonna di Campiglio, sul sedime oggi occupato dall’Hotel Alpina.
Nella licenza possiamo leggere una curiosa annotazione, all’epoca infatti la legge affermava:
"Gli affittacamere possono fornire alle persone alloggiate anche i pasti, esclusa però la
somministrazione di bevande superalcoliche."
" Gli affittacamere non possono fornire alloggio per un periodo inferiore a 7 giorni, ad eccezione che ad artisti drammatici e lirici od orchestrali ed altri partecipanti allo spettacolo."
Per fortuna oggi non è più così!
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L’atto è relativo all’acquisto di
una parte del terreno circostante la casa inizialmente
comperata. Purtroppo non
disponiamo dell’atto originale di acquisto della prima porzione di terreno sul quale è
poi stata edificata la Pensione Alpina. Con tale acquisto
la famiglia Aldrighetti si metteva nelle condizioni di avere
un sufficiente spazio attorno
all’immobile per poter edificare una casa più grande e
realizzare un giardino per i
propri ospiti.
Faustino Aldrighetti ci aveva lasciato a causa di un infarto e pertanto l’acquisto
viene sottoscritto da Cesira
Collini in Aldrighetti, Anna
Maria Aldrighetti e Romeo Aldrighetti.
Manca anche Lorenzo Aldrighetti, fratello di Anna Maria e Romeo, disperso in Russia
durante la seconda guerra mondiale.
Leggendo l’atto di compravendita, val la pena di annotare che venivano acquistati dai
signori Oesterreicher, proprietari di pressoché tutto il territorio di Madonna di
Campiglio, esattamente 570 metri quadrati ad un prezzo complessivo di 200.000 lire,
cifra importante per allora ma ridicola se confrontata con i valori attuali dei terreni di
Madonna di Campiglio.
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La prima immagine del sito dove fu realizzata la Pensione Alpina è questa e risale all’inizio del secolo scorso. Si scorge, ai limiti di una radura, una casa bianca con l’architrave
scuro (all’interno del cerchio). È una malga per le mucche che fa parte del primo lotto di
terreno acquistato da Faustino Aldrighetti per realizzare la propria attività di affittacamere.
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Questa è la più vecchia immagine di cui disponiamo e ritrae la struttura dove era gestita
l’attività di affittacamere: era l’anno 1951.
La Pensione Alpina, all’inizio della propria attività, viene aperta nel medesimo immobile, con poche sistemazioni interne che la rendono adeguata ad accogliere gli ospiti.
La capacità ricettiva era di poco inferiore ai 20 posti letto e le camere avevano l’acqua
corrente calda e fredda. I servizi igienici (con doccia, vasca e wc) erano situati in numero di uno per ogni piano.
L’immobile originario, così come tutte le versioni successive, ospitava inoltre l’appartamento della famiglia Aldrighetti.
La fotografia è stata scattata dal sito dove oggi è situato l’hotel Miramonti. Dietro alla
Pensione Alpina possiamo vedere due case, la Pensione Floriani (oggi Hotel Diana) e,
parzialmente coperta la Pensione Vidi (oggi Hotel Vidi).
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Il turismo invernale ha inizio alla fine degli anni ’40 e la Pensione Alpina, sin dalla sua
inaugurazione, apre i battenti anche durante la stagione invernale. Qui la vediamo in un
inverno degli anni ’50.
Scorgiamo altre costruzioni situate nella zona chiamata Belvedere e, proprio nel centro
della fotografia, in secondo piano, una casa stretta e bianca: la partenza della seggiovia
Pradalago, seconda seggiovia del paese, inaugurata nel 1948.
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Alla fine degli anni ’50, Romeo ed Emma iniziano ad ampliare l’originale struttura
aggiungendo un corpo alla sua destra, realizzato per aumentare la capacità ricettiva e le
sale di soggiorno a disposizione dei clienti...
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I posti letto vengono portati a circa 30 e viene realizzata una nuova sala da pranzo ed un
piccolo bar, quest’ultimo è la piccola costruzione in basso a destra dell’edificio.
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Romeo ed Emma non lasciano passare molti anni e, già all’inizio degli anni ’60, ingrandiscono ulteriormente la Pensione Alpina alzandola di un piano e mezzo ed ampliando il
piccolo bar.
La capacità ricettiva viene portata a 45 letti ma le camere hanno ancora solamente il
lavandino con acqua corrente calda e fredda. Al bagno principale con vasca, doccia e
wc, viene aggiunto un piccolo bagno con wc e lavandino ad ogni piano.
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A metà degli anni ’70 Romeo ed Emma decidono che è giunta l’ora di dotare tutte le
stanze di bagno privato, per venire incontro alle esigenze della clientela, mutate rispetto
a vent’anni prima.
Pur senza ampliamenti esterni, vengono realizzati i servizi privati in tutte le camere. La
disposizione degli interni deve essere necessariamente rivista e, dopo tale operazione, la
Pensione Alpina dispone di 21 camere per un totale di 42 posti letto. Tale capacità
ricettiva resterà immutata sino al 1988, anno del rifacimento completo della pensione.
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L’ultimo ampliamento dell’originaria struttura viene realizzato al termine degli
anni ’70 con la costruzione di un locale a piano terra, a sinistra della struttura, dove si predispone la sala tv. Nella fotografia qui sopra si intravede
tale ampliamento, sul lato sinistro dell’hotel.
Da questo momento in poi la Pensione Alpina viene continuamente rinnovata al suo interno, sono costantemente cambiati gli arredi di camere e locali comuni, vengono introdotte numerose innovazioni ma, con il passare degli
anni, pur se ben conservata, la struttura comincia ad accusare limiti che
saranno risolti poi, con l’importante intervento del 1988.
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Vediamo ora gli interni della Pensione Alpina, grazie alle fotografie contenute nell’ultimo
depliant prima della ristrutturazione.
La copertina del depliant
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La portineria
La sala da pranzo
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Il bar
La sala Tv
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A cominciare dal 1986 la famiglia Aldrighetti comincia a programmare la ristrutturazione
dell’immobile con l’obiettivo di aumentarne la capacità ricettiva e i servizi offerti e di
adeguarlo alle più recenti normative di sicurezza.
Il progetto definitivo viene presentato al Comune di Pinzolo nel corso della primavera del
1987 e la licenza edilizia viene rilasciata nei primi mesi del 1988.
Il 3 aprile 1988, alla chiusura della stagione invernale, il cantiere viene immediatamente
aperto e si procede con la parziale demolizione del vecchio immobile: restano in piedi
solamente alcune parti delle pareti perimetrali.
Viene realizzato un piano interrato sotto tutto il perimetro dell’edificio (prima non esisteva un interrato) e si costruisce la nuova struttura su un totale di 6 piani (dall’interrato
al quarto piano).
Le pareti perimetrali non demolite hanno solo una funzione di tamponamento e la struttura si regge sulla nuova rete di pilastri e solai realizzati in cemento armato.
Viene realizzata una coibentazione dell’immobile con polistirolo per le pareti perimetrali
e di sughero per il tetto al fine incrementare la tenuta termica.
I lavori sono stati veramente impegnativi e tutte le ditte coinvolte sono riuscite a rispettare i tempi pattuiti contrattualmente. Questo ha consentito di erigere un nuovo fabbricato
in un tempo da record. L’impegno di tutta la famiglia è stato notevole, ma la soddisfazione al termine dei lavori è stata veramente grande.
La nuova struttura ha 27 camere, disposte su 3 piani per un totale di 57 posti letto.
Nel dicembre del 1988 e precisamente il giorno 22, arrivano i primi ospiti del nuovo
Hotel Alpina, categoria tre stelle. I lavori sono durati 263 giorni ed hanno portato alla
realizzazione dell’immobile che esiste tutt’oggi.
L’hotel Alpina è il primo hotel a tre stelle di Madonna di Campiglio ad avere inserito tra
i propri servizi la sauna, l’idromassaggio e le lampade solari da viso.
Da allora ad oggi abbiamo continuato a rinnovare la struttura ed i servizi e siamo sempre impegnati per renderla il più possibile adeguata alle esigenze della clientela.
Ecco alcune immagini della ristrutturazione…
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Il “nostro” paese
La storia dell’hotel Alpina è
intimamente legata a quella di
Madonna di Campiglio.
Abbiamo pensato di riproporvene
una breve sintesi per consentirvi di
capire meglio come la nostra
località è sorta e si è sviluppata
negli anni.
Dopo un breve testo introduttivo,
ripercorreremo, grazie a qualche
immagine, lo sviluppo del nostro
paese e della sua economia.
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Madonna di Campiglio: “La perla delle Dolomiti”
È sempre oggetto di vivo interesse il nome della località in cui si vive e ove si
trascorrono le proprie vacanze. Anche il nome di Campiglio ha una sua storia.
Campiglio fu fondata poco dopo il 1180. In questo periodo appare nei documenti
con un nome strano: “Ambino”. Si immagina il significato: “Ambino” contiene la
radice “ambo” che, in latino come in italiano, significa “tutt’e due”. Campiglio, per
ragioni storiche e geografiche, era via di congiunzione tra “tutt’e due” le valli,
quella del Noce e quella del Sarca, Val di Sole e Val Giudicarie.
Contemporaneamente si usava anche il nome Campiglio, limitato all’area in cui
sorgeva l’ospizio (prima costruzione di Campiglio situata ove ora sorge l’Hotel Des
Alpes).
Campiglio deriva come diminutivo dal nome “campo” che, anticamente come
oggi, significava “piccola pianura” o “radura di montagna”. All’arrivo dalle due
valli limitrofe, Campiglio appariva infatti come un grande conca.
Poiché già agli albori dell’Istituzione religiosa che fu protagonista della storia antica di questo luogo, sorse qui una cappella dedicata alla Vergine Maria, il nome di
Campiglio fu sempre sposato a quello della sua celeste Patrona, per cui, per vari
secoli, la località si chiamò anche “S.Maria di Campiglio” e, più recentemente,
“Madonna di Campiglio”.
Dalla nascita ai giorni nostri attraverso la presenza degli Asburgo
Dopo essere stata per diversi anni meta di pellegrini provenienti dalle più disparate zone d’Italia, seguì, per Campiglio, un periodo di abbandono fino all’arrivo di
Giovanni Battista Righi.
Il padre di questo, Giacomo, ebbe per 35 anni, in locazione, Campiglio dalla
Chiesa. Nel 1868 il Capitolo della Cattedrale si risolveva a vendere Campiglio
a Giovanni Battista Righi, intenzionato a trasformare l’antico ospizio in un
centro alpino e a costruire la strada di collegamento tra Campiglio e Pinzolo.
Cosi’ fece, svelando la vocazione di stazione turistica d’alta classe di Madonna
di Campiglio.
Nel giugno del 1877 un grave incendio distrusse lo stabilimento alpino che Giambattista Righi aveva eretto con notevole dispendio di risorse. Venne ricostruito
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ancora più bello. Il 16 agosto 1882 la morte troncò tutti i piani a Giambattista
Righi. La sue spoglie mortali riposano all’ombra della chiesa di S.Vigilio.
Il patrimonio del Righi passò ai suoi eredi. Essi però, per alcuni anni, si astennero
da qualsiasi decisione relativa al futuro di detta proprietà, finché, nel 1886, la
maggior parte del loro patrimonio in Campiglio fu da essi venduta a Franz Joseph
Osterreicher, figlio naturale, si diceva, dell’omonimo imperatore ausburgico.
Ricordiamo che in quel tempo Campiglio faceva parte delle terre irredente, cioè
ancora integrate nel territorio dell’impero austro-ungarico.
Appena insediati qui, gli Osterreicher si affezionarono grandemente a questa località.
Stabilitosi a Campiglio Franz Joseph Osterreicher manifestò subito la sua intenzione di restaurare e ammodernare le strutture edilizie esistenti, compresa la chiesa
che giaceva in uno stato di deplorevole abbandono. Nell’agosto del 1895 venne
inaugurata la nuova chiesetta.
La vecchia chiesa sorgeva nell’area dell’attuale Des Alpes che l’incendio aveva
distrutto quasi completamente, per cui, sullo stesso luogo, Franz Osterreicher ebbe
il permesso di costruire una struttura alberghiera d’alta classe.
Franz Osterreicher mori’ nel 1909 e fu sepolto nella chiesa da lui costruita e nella
quale, in seguito, trovò riposo pure la salma della moglie Maria.
Dopo la morte di Franz Osterreicher, gli eredi (Rodolfo e Fritz) si occuparono della
costruzione del Golf Hotel.
Sul finire dell’800 Campiglio era scelta come luogo di vacanze da numerosi nobili.
Tra gli altri, l’arciduca Alberto. E, probabilmente, fu proprio lui a parlare del luogo
all’Imperatrice d’Austria Elisabetta di Wittelsbach in termini tanto entusiastici da
invogliarla a visitare di persona quest’angolo dell’Impero. L’Imperatrice arrivò a
Campiglio per la prima volta nel lontano settembre del 1889 e ne rimase piacevolmente affascinata. Sua Maestà l’Imperatore d’Austria e Re d’Ungheria Francesco
Giuseppe d’Asburgo arrivò per la prima volta a Madonna di Campiglio nel luglio
del 1894.
Dopo l’annessione del Trentino all’Italia, gli Osterreicher, un po’ alla volta, vendettero i loro beni alla nuova clientela italiana. Rimasero a Campiglio fino al 1955,
anno in cui il Cav. Fritz si trasferi’ a Merano per trascorrervi in pace gli ultimi
giorni della sua esistenza. Morto in quella città nel 1963, la salma fu traslata a
Madonna di Campiglio dove fu inumata nel piccolo cimitero locale che sorgeva
dietro la chiesa.
Alla presenza “turistica” degli Asburgo a Madonna di Campiglio fa riferimento
l’evento del Carnevale Asburgico.
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La Chiesa di S.Maria Antica
L’edificio fu costruito in stile neogotico-tirolese e rappresenta un perfetto modello
di chiesetta alpina, tutta in granito del luogo. Fu inaugurata il 16 agosto 1895 da
Franz Joseph Osterreicher. Ebbe l’onore di essere visitata da un ospite illustre e
devoto nientemeno che Papa Giovanni XXIII.
La Casa d’Austria che aveva scelto Madonna di Campiglio come residenza estiva
e, primo fra tutti Francesco Giuseppe, volle legare il proprio nome a questo luogo
sacro donando il pulpito e il confessionale (sui quali appunto è scritto in tedesco e
in italiano il nome dell’Imperatore), il rivestimento in cirmo delle pareti del coro
con le figure dei santi e da ultimo alcune delle finestre.
Su una di queste è raffigurato S.Bartolomeo, compatrono della Parrocchia, che
tiene in mano l’arma del suo martirio. Su di un’altra è interessante notare la figura
maestosa di Carlo Magno. Nel mezzo, la finestra dedicata alla Madonna Assunta,
donata, come dice la scritta, dalla locale Società di abbellimento che venne istituita a Campiglio dopo il ritiro degli Asburgo.
La vetrata di sinistra, invece, oltre che richiamare alla nostra mente la scena leggendaria di S.Giorgio che uccide il drago, vuole ricordarci anche il nome illustre
del suo donatore, l’Arciduca Alberto d’Austria, maresciallo di campo dell’esercito
austriaco. Di lui la storia ci ricorda che fu il vincitore della battaglia di Custoza
(24.6.1866) e che mori’ ad Arco nel Trentino nel 1895.
Spicca sul pavimento un altro “memoriale” della Casa d’Austria, la tomba di Franz
Joseph Osterreicher, figlio naturale –si dice- dell’Imperatore omonimo.
L’antichissimo Crocefisso, di stile nordico, risale al secolo XII. Come sia giunto
fino a noi non è storicamente provato. Esiste, a tal proposito, una leggenda: si
narra che Carlo Magno fosse accompagnato nei suoi lunghi viaggi da una schiera
di ecclesiastici i quali portavano con sé numerosi e grandi crocifissi. Si dice, dunque, che quando l’imperatore valicò il passo di Campo Carlo Magno, uno di tali
crocifissi sia stato donato alla nostra località a ricordo di tale evento e che si tratti
precisamente di quello che ora è custodito nel nostro santuario.
Altra opera di sommo pregio è il bellissimo trittico della Madonna col Bambino,
che troneggia in mezzo al presbiterio. Esso risale molto probabilmente agli anni
1481-1485. Lo scrigno è ripartito in tre sezioni interne. La Madonna e il Bambino
sono copie realizzate dopo un furto avvenuto nel 1973, mentre il resto è originale.
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Le statue laterali raffigurano S.Barbara (col calice in mano) e S.Caterina D’Alessandria.
Autentici capolavori di arte pittorica poi sono le portelle e la predella dello stesso
trittico: a sinistra in alto la scena dell’Annunciazione, a destra, invece, la scena
graziosissima della Visitazione nel momento dell’abbraccio tra la giovanissima fanciulla di Nazareth e l’anziana cugina.
Tornando alla prima portella, sul riquadro in basso, vediamo la scena del Presepe
con Maria e Giuseppe che contemplano il divino Neonato. La quarta e ultima
scena rappresenta i Magi che offrono a Gesù Bambino i loro doni.
Nella Chiesa di S.Maria Antica sono presenti pure delle tele, una raffigurante la
Madonna d’Europa e l’altra la “Deposizione di Cristo”, tutte e due appartenenti
all’epoca attuale.
Infine, nella chiesa accanto, quella di S. Maria nuova, si può ammirare la copia
della “Madonna del Fico”, risalente, secondo due diverse perizie, o alla seconda
metà del ‘300 o ai primi del nostro Millennio.
L’originale della “Madonna del Fico” viene esposto 2 volte all’anno, il 15 di agosto
e la seconda domenica di ottobre.
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1904
Madonna di Campiglio, agli albori del ‘900, era una radura alpina dove il paesaggio era
dominato dalle montagne, piante e radure erbose.
Lo stabilimento alpino di Giovanni Battista Righi era bruciato e la famiglia Oesterreicher
era diventata la proprietaria della quasi totalità della conca di Madonna di Campiglio.
Gli ultimi venticique anni del secolo precedente avevano visto l’affermarsi di un turismo
estivo, alla ricerca di relax e riposo ed il soggiorno veniva proposto quasi con funzioni
terapeutiche.
Le costruzioni erano pochissime e tutto ruotava attorno al Grand Hotel Des Alpes,
sorto sulle ceneri dello “Stabilimento Alpino” di Giovanni Battista Righi, il vero fondatore di Madonna di Campiglio moderna.
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1921
Sino al termine della prima guerra mondiale, Madonna di Campiglio era, come tutto il
Trentino, parte dell’Impero Austro-Ungarico anche se forti erano le spinte irredentiste
della popolazione locale e dello stesso Righi. Si sviluppa piano piano anche un turismo
escursionistico, fatto di percorsi in montagna con la supervisione delle Guide Alpine che,
già all’epoca, esercitavano numerose nella località.
Manteneva la sua importanza anche lo spirito “religioso” della località, nel cui santuario
era ed è custodita la statuetta della Madonna del Fico, oggetto di pellegrinaggio sin dal
lontano 1300.
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1928
Dopo un momento di crisi del turismo estivo (unica stagione all’epoca), nell’immediato
dopoguerra il turismo di Madonna di Campiglio riprende vigore, vi sono strutture ricettive
di tutto prestigio tra le quali ricordiamo gli hotel: Rainalter, Neumann, Posta, Campiglio,
Excelsior.
È tra le due guerre che si comincia a pensare allo sviluppo del turismo invernale, con
l’avvento dello sci alpino come sport, per il momento, ancora di elite.
Nel 1926 si svolge in paese, il primo raduno invernale organizzato dal Partito Fascista e
si può considerare questa la prima stagione invernale della nostra località.
Madonna Bianca è il nome “invernale” di Madonna di Campiglio.
Oltre all’attività turistica, nel corso dell’estate erano numerose le malghe dove gli allevatori
delle valli Rendena e Sole portavano il proprio bestiame all’alpeggio, se ne sono arrivate
a contare 11 sulle montagne nei dintorni del paese, con anche 200 capi di bestiame in
ognuna di esse. Seppur con numeri meno importanti, l’attività dell’alpeggio è ancora oggi
praticata in numerose malghe.
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1938
Con lo sviluppo del turismo invernale e la crescita di quello estivo, Madonna di Campiglio
inizia a crescere anche come centro urbano.
Vengono realizzati nuovi alberghi, affittacamere e ville private.
La rinomanza della località cresce, si costruisce una nuova strada e Campiglio diventa
meta privilegiata dei turisti lombardi che si avventurano sino a qui per le loro vacanze.
Nel 1938 Madonna di Campiglio ospita i “Littoriali della Neve e del Ghiaccio”, nelle
varie discipline dello sci alpino, sci nordico, salto, pattinaggio.
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1948
Il primo impianto di risalita di Madonna di Campiglio è la sciovia dello Spinale che
partiva da Campo Carlo Magno e portava sino alla sommità del monte Spinale, venne
realizzato nel 1937 e restò in esercizio sino a metà degli anni ’40.
Il turismo ha una battuta di arresto nel corso della seconda guerra mondiale, periodo
durante il quale gli hotels vennero requisiti dai tedeschi ed utilizzati come convalescenziari.
Nel 1946 lo stesso uso lo fecero i militari neo-zelandesi.
Il turismo riprende vigore nell’immediato dopoguerra ed inizia lo sviluppo delle piste da
sci e degli impianti di risalita.
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1950
Nel 1947 viene costituita la Società Funivie Madonna di Campiglio Spa (attuale proprietaria di tutti gli impianti di Madonna di Campiglio) e nel 1948 viene costruita la
seggiovia dello Spinale, con seggiolini ad un posto e sul medesimo tracciato dell’attuale
cabinovia.
Nel 1950 è la volta della seggiovia Pradalago, su di un tracciato simile a quello dell’attuale Cabinovia mentre nel 1953 apre la seggiovia dei 5Laghi che percorre l’esatto tracciato della funivia che ancora oggi è in esercizio.
Tutte queste seggiovie erano ad un posto ed avevano portate orarie irrisorie se paragonate a quelle attuali, pensiamo infatti che la seggiovia 5Laghi, la più moderna e veloce
all’epoca aveva una portata oraria di 350 persone.
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1960
Gli anni ’60, così come il decennio successivo, sono il periodo di massimo sviluppo della
nostra località.
Lo sci si afferma sempre più come sport di massa e la montagna estiva richiama numerosi turisti.
È il periodo in cui lo sviluppo urbanistico raggiunge il culmine e, oltre a numerosi hotels
e ville, vengono costruiti grandi condomini nelle zone più periferiche del paese.
Nel corso degli anni si arrivavano a contare sino a 20 gru erette in tutto il territorio,
segno di uno sviluppo edilizio frenetico.
Fortunatamente il centro del paese non subisce importanti variazioni, specie nel suo
nucleo storico, e le costruzioni del centro vengono prevalentemente realizzate secondo
criteri che consentono un inserimento armonico delle case nell’ambiente alpino, salvo
rare eccezioni.
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1962
A partire dall’inizio degli anni ’60 e sino ai primi anni ’80, il laghetto di Madonna di
Campiglio è stato teatro di importanti manifestazioni di pattinaggio di velocità.
Da ricordare i campionati mondiali juniores di pattinaggio di velocità, tenutisi nell’inverno del 1976.
Il ghiaccio era realizzato solo grazie al clima rigido dell’inverno e, grazie alle proprietà
dell’acqua ed alla cura degli addetti, era giudicato uno dei campi di pattinaggio più
scorrevoli del mondo.
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1964
La prima chiesa di Madonna di Campiglio risale alla fine del 1100, ma di essa non ne
resta più traccia.
Il santuario, che ancora oggi vediamo, risale a poco più di 100 anni fa.
Alla metà degli anni ’70, a seguito dell’aumentato afflusso turistico, si rese necessaria la
costruzione di una struttura più capiente, che venne realizzata a fianco del santuario
originario.
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1970
Il centro di Madonna di Campiglio deve la sua attuale configurazione alla fine degli anni
’70. Dopo tale periodo le costruzioni vennero pressoché bloccate ed ormai da molti anni
non è più possibile realizzare nuove case, salvo casi sporadici.
Il paese ha raggiunto dimensioni notevoli ed offre all’incirca 5.000 posti letto in alberghi
e residence e quasi 30.000 in condomini e case private, nei periodi di maggiore afflusso
raggiunge le dimensioni di una cittadina di provincia.
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1975
Chiudiamo il nostro breve viaggio nello sviluppo di Madonna di Campiglio con una
immagine della splendida conca del paese e delle splendide montagne che la circondano.
Oggi in paese è stata realizzata un’isola pedonale, grazie alla costruzione della galleria di
circonvallazione, e ciò ha reso possibile liberare il centro dalle auto.
L’isola pedonale è ancora piccola, ma in futuro verrà ampliata per trasformare sempre
più Campiglio in un salotto di montagna.
Concludiamo qui il nostro viaggio nella storia dell’Alpina, con qualche impressione che
nostri ospiti ci hanno voluto gentilmente tributare.
Ci hanno fatto particolarmente piacere e vogliamo condividerle con tutti.
La nostra storia è fatta anche da loro.
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Impressioni
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Era il 1990 ed un nostro piccolo ospite ha deciso di realizzare un diario della sua vacanza
a Madonna di Campiglio. Qualche settimana dopo il suo soggiorno, ci siamo visti
recapitare questo bellissimo documento, che ancora oggi conserviamo e che abbiamo
deciso di proporvi. Anche questo è parte della nostra storia!
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Finito di stampare nel mese di dicembre 2004
da Antolini Centro Stampa - Tione di Trento