Donne e vesti

Transcript

Donne e vesti
Capitolo quinto
DONNE E VESTI
Nel Medioevo non era importante che le donne sapessero leggere o scrivere, a meno che il padre non pensi di assegnarle allo stato
monacale. Il loro destino era quello di trovare marito e governare
la casa. Fin da piccole imparano a filare, a tessere, a lavorare a
maglia, un lavoro antico anche se meno della tessitura; a tagliare,
cucire, ricamare, fare il pane, cucinare, fare il bucato. Dalle mani
femminili escono i capi di abbigliamento, i tessuti ornamentali a
parete e i tappeti, gli arazzi che decorano le sale di rappresentanza
della casa e la cappella. La regina Matilde d’Inghilterra, nel 1066,
realizzò il cosiddetto “Arazzo di Bayeux”, un’opera d’arte che tramanda lo sbarco in Inghilterra di Guglielmo il Conquistatore.
Nella casa e nei mercati la donna trascorreva la vita, circondata
di figli e affaticata da mille faccende, spesso in solitudine, giacché il
marito è di sovente fuori nelle campagne, per lavoro, per far la
guerra.
Pur tra difficoltà tuttavia la donna non è rassegnata, non si perde
d’animo, lavora, alleva i figli, mantiene vita di relazione con parenti
e amici di casa. Vi sono poi settori ove essa può affermarsi e contare. Nella vita ecclesiastica, per esempio, ella si afferma e se raggiunge la stato badiale, specie in un complesso monastico importante,
può essere anche autoritaria.
Essa vive anche secondo il mundio, l’istituzione tutoria propria
della legge longobarda consistente nella protezione del più forte sul
più debole giuridicamente. In genere erano i padri o i mariti che
erano mundoaldi delle figlie o delle mogli ma poteva avvenire che
un figlio fosse il “mundoaldo” della madre vedova.
99
La vita quotidiana in Basilicata nel Medioevo
Melfi. Museo
Archeologico
Nazionale. Il sarcofago microasiatico di
Rapolla con tipiche
vesti dell'epoca
Personaggi con tunica di età
imperiale
dall'Incompiuta
di Venosa
100
Donne e vesti
Uomo di età imperiale con toga ufficiale
provvista di "bulla" al
petto, cioè l'amuleto
di pelle o metallo che
veniva portato dagli
adolescenti
A diversa sorte andavano incontro le figlie nobili. Il caso
di Isabella Morra (15201545 circa), la poetessa di
Valsinni, paese dalle “orride contrade” e dalla “valle inferna”.
Nata e quasi reclusa per la giovane età nel castello di Favale,
ebbe forse una simpatia per
Esempio di tunica
il feudatario della vicina
talare con maniche
Bollita Diego Sandoval De
strette in uso nel
Castro, il che scatenò la
corso del III sec., di
furia dei fratelli Cesare,
origine imperiale
Decio e Fabio che uccisero
la sorella insieme al pedagogo e all’amante. I tre
furono processati soprattutto per
aver ucciso Diego
Sandoval, piuttosto
che la sorella.
In genere si associa alla
donna lo sviluppo della
moda, ma forse le testimonianze maggiori
riguardano gli uomini. Le trattazioni sul vestire
nel Medioevo sono state in parte esaurienti, ma la
visione reale dei dati materiali ha travalicato quasi
sempre i confini nazionali, non collocandoli
appieno nella realtà locale: ciò ha coinciso con
una serie di ipotesi non corrette sui mutamenti da
un’epoca all’altra.
La variazione intercorso fra i vestiti drappeggiati degli antichi romani e quelli tagliati a modello
sulla figura e cuciti si ottiene nel tardoantico.
Per le donne la tunica costituiva l’abito Nel corso del III sec., accanto alle
intimo; era costituito da una lunga e sempli- vesti più aderenti, si sviluppa l'uso
ce veste che poteva essere di lana o di lino, di una veste più semplice con
che a volte poteva essere ricoperto da una maniche larghe e lunghe, la dalsopravveste chiamata stola; la stessa tunica, matica, provvista anche di cappucper gli uomini, era serrata alla vita da una cio utile per trascorrere molte ore
all'aperto, o di strisce ricamate
specie di cordone ottenuto con la veste, tra- dette clavi
sformandosi poi nella tunica talare lunga con
101
La vita quotidiana in Basilicata nel Medioevo
Abbigliamenti complessi del IV sec. La corta tunica del personaggio maschile è
coperta da un paludamentum ricamato a motivi circolari. Si tratta di un militare
d'alto rango, di un fanciullo con toga e clamide e di una donna dalla ricca toga
a maniche strette impreziosita da cintura (dal Dittico di Stilicone del Duomo di
Monza)
L'abbigliamento dei Re Magi
di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna
(seconda metà del VI sec.) documenta
un'influenza orientale mediata dai
Bizantini e che precorrerà i tempi: un
vestito aderente ed un mantello
102
Donne e vesti
I grandi mosaici parietali di Ravenna sono tra i maggiori monumenti pittorici che
indicano la trasformazione dell'abbigliamento del V e VI sec. Nella Chiesa di
San Vitale Teodora, moglie di Giustiniano, sfila in corteo con alti dignitari di
corte recando il calice con il vino per l'Eucarestia. La concezione bizantina del
potere che si sviluppò anche in Italia meridionale dimostra che la sovrabbondanza delle vesti e dei gioielli serve a rappresentare il grado di importanza dei personaggi, marcando sempre più la distanza, anche nell'abbigliamento, fra
regnanti e sudditi
L'incontro fra la
Madonna e Santa
Elisabetta (VIII sec.,
Museo paleocristiano
di Cividale) indica la
semplicità delle vesti
altomedievali rispetto
a quelle precedenti
103
maniche che arrivavano sino ai
polsi.
Più semplice e meno severo era
l’abbigliamento dei ragazzi,
che nel periodo imperiale
diventava più pratico ed
era formato da una tunica
con mantello che ricorda le
clamidi greche.
Sempre in età imperiale la
veste ricca di pieghe, per
l’uomo, diventa una toga e
sul petto è visibile la bulla,
una specie di amuleto in
pelle o metallo prezioso
La vita quotidiana in Basilicata nel Medioevo
Nell'Altomedioevo le
vesti orientali utilizzate dai Bizantini diventano più semplici e
più pratiche per la
vita quotidiana (IX
sec.)
Ancora nell'XI sec.
l'abbigliamento sfarzoso di tradizione
bizantina permane
anche in questa rappresentazione dell'imperatore Ottone
III, ma il nobile alla
sua sinistra indossa le
brache e gli stivaletti
104
Donne e vesti
Melfi. Cripta di Santa Margherita. Santa Barbara e Santa Caterina con lungo
vestito a maniche lunghe ed un mantello
Melfi. Cripta di Santa Margherita. Gli uomini avari rappresentati di fronte alla
Morte con cappuccio, vestito e cintura
105
La vita quotidiana in Basilicata nel Medioevo
che veniva portato dagli adolescenti
sino all’età di quattordici anni; per gli
uomini, invece, la toga si avviò, nel
corso del III-IV sec., ad assumere un
aspetto più contenuto, e il vestito
prende una forma più aderente al
corpo; ad esso si associa un altro
vestito, più largo con ampie maniche, chiamato “dalmatica”, di origine orientale, che nel V sec. si trasformerà con bande decorative verticali e verrà coperta da un pallio.
I militari hanno una corta tunica
con maniche lunghe ed aderenti
con un paludamentum ricamato
con motivi circolari
L’abbigliamento creatosi nell’ambiente imperiale bizantino, composto in genere da una tunica,
lunga per le donne, corta per gli
uomini, e dal mantello, caratterizzato dalla rigida cadenza delle
vesti, si ammorbidisce
negli affreschi della
Cripta del Peccato
Originale
a
Matera
Intorno al IX
Nella seconda metà del XIII sec. le
tuniche talari, i copricapo ed i mantelli sec. l’abbigliamento quotisono in uso fra le donne
diano della
gente comune lucana è testimoniato dalle
camicie immanicate, serrate in vita da cordoni
con calzoni sciolti fermati sotto il ginocchio
con legacci o calzari a stivaletto: quest’ulti- Agli inizi del XIII sec. appaiono gli elementi che
mo esempio si trova affrescato nel XV sec. contraddistingueranno l'abbigliamento medienella Chiesa dello Spirito Santo a Matera.
vale: per la donna la sopraveste ed il copricapo
con soggolo (che indica la condizione di coniugata) e, per l'uomo, il mantello unito alla veste
106
L'abbigliamento della gente semplice, rappresentata serenamente,
nel XV sec.
Nel periodo tra la
fine del XIII e gli inizi
del XIV sec. appare
la veste aderente, la
cotte, coperta da
un'altra priva di
maniche, la surcot
La vita quotidiana in Basilicata nel Medioevo
Melfi. Cripta di Santa Lucia. La Santa con tunica talare e copricapo nei pressi di
una città fortificata
Melfi. Cripta di Santa Lucia. Madonna col Bambino, Santa Lucia ed un donatore
108
Donne e vesti
Venosa. Abbazia
della Trinità. Santa
Caterina con vestito e
sottoveste, santo
Vescovo e Pietà
109
La vita quotidiana in Basilicata nel Medioevo
Calvello. Madonna
del Piano, realizzata
in legno, del XIV - XV
sec., con tunica talare
e mantello
110
Donne e vesti
Noepoli. Lastra tombale con figura in
abito lungo a maniche strette e cintura
(fine XV sec.)
111
Matera. Chiesa dello Spirito Santo. Uomini in costume tipico