Per saperne di più

Transcript

Per saperne di più
Am
a
il t
uo
Sen
o
Prevenire, cioè amare il proprio seno
Alberto Luini
Direttore Divisione
di Senologia
Istituto Europeo di Oncologia,
Milano
Il
P
o
d
fe
m
lo
la
C
s
s
L
s
n
fe
r
In
in
fl
s
C
in
p
p
P
E
s
L
u
c
d
d
p
N
p
tr
c
Il seno è molto importante per il corpo e la psiche della donna.
Produce il latte materno, ma è anche un organo in cui alcuni
ormoni si trasformano in altri oppure diventano attivi a partire
da sostanze inerti. Per non parlare della funzione nell’immagine
femminile: l’attrazione sessuale e la consapevolezza di sé sono
molto legate al seno. La sua anatomia si basa su un apparato
lobulo-alveolare e dotti galattofori: è nei dotti che scorre il
latte fino al capezzolo.
Che il seno sia un organo vivo si “sente” con molta facilità: è
sensibile e si gonfia, si sgonfia, può fare un po’ male o avere
sensazioni come punture di spillo…
La produzione ciclica di estrogeni e progesterone (ormoni
sessuali femminili) da parte delle ovaie ne è responsabile
nelle diverse fasi del ciclo quando la donna è nella sua vita
fertile: dolore, rigonfiamento, sensibilità, consistenza. Il seno
risponde agli stimoli ormonali: si tratta di fenomeni benigni.
In menopausa la diversa produzione di ormoni e la normale
involuzione dei tessuti conferiscono al seno l’aspetto più
flaccido, anche se le fluttuazioni periodiche di consistenza e
sensibilità possono rimanere.
Come ogni altro organo, anche il seno può ammalarsi. Esistono
infiammazioni o infezioni mammarie (le così dette mastiti),
patologie della pelle (come eczemi) e noduli: questi sintomi
possono essere benigni, pretumorali o veri e propri tumori.
Prevenire, cioè amare il proprio seno
Esistono due tipi di prevenzione: prevenzione primaria e
secondaria.
La prevenzione primaria può evitare la nascita e lo sviluppo di
una malattia. Si fa prevenzione primaria quando si assume un
comportamento (o una sostanza) in grado di ridurre il rischio
di ammalarsi. Non fumare è prevenzione primaria nei confronti
delle malattie del cuore e di alcuni tumori come quello del
polmone.
Nel caso del tumore al seno prevenzione primaria vuole dire,
per esempio, un esercizio fisico costante e regolare almeno
tre volte ogni settimana e un’alimentazione corretta. Alcune
categorie di alimenti sono veri e propri protettori: la soia, i
Ama il tuo Seno
vegetali della famiglia delle crucifere (cavoli, broccoli ecc.), il
tè verde. Una dieta ricca di proteine vegetali aiuta a mantenere
bassi i livelli di insulina nel sangue, quindi è protettiva.
Alimentarsi in modo sbagliato ha come conseguenza l’aumento
di peso, fattore che favorisce l’insorgenza del tumore al seno. Il
consumo di fibre è utile perché il loro contenuto in fitoestrogeni
riduce l’assorbimento degli ormoni presenti nell’apparato
digerente. Esistono alcune sostanze farmacologiche in corso di
studio che sembrano avere il potere di proteggere dal tumore
al seno: sono necessari ancora anni di ricerche per confermare
questo dato.
La prevenzione secondaria è la diagnosi precoce. Non
è in grado di evitare che il tumore si formi: fare gli esami
periodicamente non rende immuni dalla malattia. Ha però
un’influenza importante sulla probabilità di guarigione. La
diagnosi precoce è oggi l’arma più efficace nella riduzione
della pericolosità di questa malattia.
Grazie a una tempestiva diagnosi di lesioni mammarie sempre
più piccole e iniziali, la possibilità di guarigione sta aumentando
progressivamente. Scoprire un tumore quando è ancora in fase
iniziale, di piccole dimensioni e quando ancora non è palpabile,
significa avere una probabilità altissima di guarigione completa
con cure di minima entità e minimo disagio, chirurgiche e
farmacologiche.
Esistono fattori di rischio? La medicina ne ha scoperti alcuni
come l’età precoce della prima mestruazione e l’età tardiva
della menopausa, nessuna gravidanza oppure prima gravidanza
dopo i trenta anni di età, allattamento al seno scarso o
assente, familiarità o alterazione genetica in famiglia. C’è da
considerare che questi fattori di rischio, seppure importanti,
non sono sufficienti per spiegare tutti i casi di malattia; anzi, il
settanta per cento circa dei tumori al seno si verifica in donne
che non li presentano.
Ecco perché è giusto e doveroso che tutte le donne siano
informate sulla necessità della diagnosi precoce prendendo
così la decisione di sottoporsi a controlli periodici adeguati
alla loro età: il controllo può salvare la vita.
Sarà poi il medico che eseguirà gli esami che, valutando l’età
della donna, i fattori di rischio, il tipo di seno, suggerirà quali
esami fare e con quale frequenza.
il
e
a.
o
Il
ni
o
di
e
e
n
mi
ò
a
e
e
o
e
e,
a
e
ni
a
a
o
a
i,
il
e
o
o
ti
à
li
Ama il tuo Seno
Gli esami
La mammografia, cioè la radiografia della mammella: è utile
per scoprire la presenza di noduli, microcalcificazioni o altri
segni indiretti di un possibile tumore. Si basa sui raggi X
che, attraversando il seno, imprimono su una lastra (o nel
computer) un’immagine in scala di grigio. La dose che la donna
riceve da una mammografia non è causa di danni per la salute.
Si esegue a partire dai 40 anni, ogni anno o ogni due anni. In
molte Regioni sono attivi screening mammografici che offrono
alle donne un controllo mammografico gratuito a partire dai
45-50 anni con cadenza biennale.
L’ecografia: impiega ultrasuoni per rilevare la presenza di un
nodulo e ne studia la consistenza, solida o liquida, definendone
la natura benigna, dubbia, maligna. È un esame ottimo in donne
con seno denso, ricco di componente ghiandolare. L’ecografia
è del tutto innocua dal punto di vista biologico, dovrebbe
essere eseguita ogni anno a partire dai 30 anni di età; si smette
di effettuarla solo quando è il medico radiologo a suggerirlo.
La risonanza magnetica mammaria: è utile quando esiste un
dubbio già studiato con mammografia ed ecografia mammaria,
oppure quando siano da visualizzare nel dettaglio protesi o
immagini vicine a una cicatrice chirurgica. È indicata in caso
di necessità, oppure si programma nell’ambito della diagnosi
precoce nelle donne che abbiano un rischio familiare alto.
L’agoaspirato: è un esame durante il quale si preleva con un
ago sottile un campione di cellule da un nodulo mammario e
si ottiene così un esame citologico. L’agobiopsia: è una tecnica
che preleva un campione di tessuto da una zona o da un nodulo
ritenuto sospetto, potendo ottenere un esame istologico.
L’autopalpazione: non è uno strumento di diagnosi precoce
e non basta per tenere sotto controllo la propria salute. È
un modo utile per conoscere ulteriormente il proprio corpo.
Per sapere come eseguirla è sufficiente chiedere al proprio
ginecologo, a un senologo o al medico di medicina generale.
E i sintomi?
Non si dovrebbe arrivare a scoprire un tumore al seno
attraverso il sintomo. La diagnosi precoce ha il senso di
individuare i guai prima ancora che si siano manifestati come
sintomi.
È
v
•
•
•
•
•
•
Il
c
e
ri
X
el
a
e.
n
o
ai
n
e
e
a
e
e
n
a,
o
o
si
n
e
a
o
e
È
o.
o
o
di
e
È comunque il momento di rivolgersi al medico quando alla
vista o al tatto siano presenti:
• uno o più noduli della mammella – si intende per nodulo
un indurimento circoscritto, una parte di consistenza diversa
rispetto al resto del seno, palline vere e proprie fisse o mobili
• protuberanze o ispessimenti della mammella o della zona
ascellare
• variazioni di forma o dimensioni della mammella
• secrezione di liquido dal capezzolo – il liquido può uscire
spontaneamente (macchie sul reggiseno o sui vestiti) oppure
quando il capezzolo viene toccato o spremuto, e può avere
colori diversi (bianco, trasparente, giallo, verdastro, rosso
vivo, rosso scuro)
• infossamenti o retrazioni della cute
• cambiamenti di aspetto della pelle, del capezzolo o
dell’areola come gonfiori, arrossamenti, sensazione di
calore, screpolature.
Il dolore al seno non è di solito un sintomo di malattia: è meglio
comunque riferirlo per ricevere al più presto rassicurazione.
SOSTIENE
Fondazione IEO
Istituto Europeo di Oncologia
via Ripamonti, 435 - 20141 Milano
tel 02 57489.798
fax 02 94379.269
[email protected]
www.fondazioneieo.it