Al via la formazione dei docenti neoassunti
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Al via la formazione dei docenti neoassunti
Al via la formazione dei docenti neoassunti ...per diventare insegnanti competenti a cura di Enrica Maria Bianchi, Viviana Rossi, Barbara Urdanch Con l'apertura, il 18 febbraio 2016, della pagina “neoassunti.indire.it/2016” ha avuto inizio la formazione dei docenti neoassunti prevista dalla legge 107/2015 (nota come la Buona Scuola). "L'ingresso degli insegnanti in ruolo nella scuola italiana è un passaggio fondamentale per questo Governo, per il Ministero e per tutto il Paese. La formazione iniziale e la possibilità di autovalutarsi e capire da quale punto si parte e dove si può arrivare attraverso un processo di formazione costante, permanente e strutturale, è una grande innovazione, un punto di qualificazione della nostra scuola": queste le parole che il ministro Stefania Giannini ha pronunciato in un video di saluto ai docenti in occasione del lancio della piattaforma per i docenti neoassunti. La piattaforma consentirà l’elaborazione del curriculum formativo e del bilancio delle competenze iniziale e finale; offrirà supporto nella progettazione, documentazione e riflessione su due attività didattiche e permetterà un accesso guidato a molteplici materiali di studio: un’utilissima opportunità per i docenti! Il nuovo percorso di formazione e prova, secondo l’art.1 comma 3 del DM 850/2015, deve assolvere “… alla finalità di verificare le competenze professionali del docente, osservate nell’azione didattica svolta e nelle attività ad esse preordinate e ad essa strumentali, nonché nell’ambito delle dinamiche organizzative dell’istituzione scolastica”. Questo perché è sempre più forte la necessità di puntare su docenti ben preparati, a partire dalla formazione in ingresso, per costruire i pilastri di un nuovo sistema di sviluppo professionale al passo con le richieste che la società complessa di oggi pone alla scuola. In questo nuovo percorso saranno coinvolte oltre 127mila persone fra docenti, tutor, dirigenti scolastici, formatori, altro personale. Per ciascun insegnante sono previste 50 ore, articolate in quattro diverse fasi: - incontri propedeutici (6 ore) - laboratori formativi, almeno 4 (12 ore) - momenti di osservazione fra pari in classe (12 ore) - formazione online (20 ore). L'ambiente online, progettato e realizzato dall' Istituto nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE) in collaborazione con il MIUR, aiuterà nell'anno di prova circa 90mila insegnanti, che dovranno entrare in ruolo attraverso tutta una serie di attività guidate di analisi e di riflessione sul proprio percorso di formazione, tra cui una guida alla compilazione del “Bilancio delle competenze”: un vero e proprio portfolio professionale che i docenti dovranno redigere sulla base di un’ autoanalisi delle proprie competenze maturate ex-ante e ex post per documentare la loro esperienza diretta nelle varie scuole. Lo schema-guida dell’INDIRE ha lo scopo di facilitare la riflessione dei docenti nelle seguenti aree: insegnamento (didattica); partecipazione alla vita Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore www.loescher.it/didatticainclusiva [email protected] scolastica (organizzazione); formazione continua (professionalità). Ciascuna area si articola in ambiti di competenze, a loro volta suddivisi in indicatori rapportati alle dimensioni del fare, del sapere e dell’essere. L’ambiente online raccoglierà, inoltre, i questionari di monitoraggio delle varie fasi della formazione: incontri iniziali e finali, laboratori formativi, attività peer to peer e formazione online. Attraverso il sito, i docenti potranno conoscere anche i progetti di innovazione in corso nella scuola italiana promossi da MIUR e INDIRE. Importanza del portfolio. La formazione iniziale degli insegnanti è finalizzata a qualificare la funzione docente attraverso l'acquisizione non solo di competenze disciplinari, ma anche psico/pedagogiche, metodologico/didattiche, organizzative e relazionali, necessarie a far raggiungere agli allievi i risultati di apprendimento previsti dalla normativa vigente. Il portfolio “formativo sperimentale” del docente servirà sia per ricostruire in modo riflessivo la propria biografia di insegnante, puntando l’attenzione sui momenti significativi che hanno contribuito al suo sviluppo professionale ( incontri importanti, eventi formativi, ricerche e innovazioni, partecipazione a gruppi, ecc. …) sia per far emergere la sua professionalità nel contesto classe, attraverso auto-osservazioni, protocolli di osservazioni esterne (come si organizza/progetta/gestisce/valuta il lavoro in classe). Questa parte non deve essere un semplice adempimento burocratico, ma deve essere una riflessione approfondita che metta in risalto la coerenza tra le proprie idee sul fare scuola e le pratiche didattiche che si realizzano in classe. Il portfolio professionale con il bilancio delle competenze sarà presentato e discusso alla fine dell’anno di prova con il Comitato di valutazione della scuola: sostituirà la classica “tesina” e comprenderà al suo interno la relazione finale in forma di documentazione didattica. Quale dovrà essere il ruolo delle varie istituzioni scolastiche in questo percorso formativo? L’amministrazione scolastica dovrà organizzare almeno due incontri informativi e di accoglienza con i neo-immessi in ruolo. Il primo per far conoscere le modalità del percorso formativo e le opportunità di sviluppo professionale connesse all’anno di formazione; potenziare le competenze trasversali e approfondire conoscenze specifiche del docente; stimolare la condivisione di esperienze e la soluzione di problemi reali del contesto scuola. Il secondo per condividere il lavoro svolto dai docenti e riflettere sul profilo professionale atteso, sulle innovazioni in atto nella scuola, sui punti di forza delle varie esperienze, sulle criticità e su eventuali proposte migliorative. L’obiettivo dei laboratori formativi è, invece, quello di sviluppare competenze sulla conduzione della classe e sulle attività d’insegnamento, sul sostegno alla motivazione degli allievi, sulla costruzione di climi motivanti e sulle modalità di verifica formativa degli apprendimenti. Gli impegni reciproci del docente neoassunto e della nuova comunità di appartenenza sono messi nero su bianco in un apposito documento (il patto), che impegna e stimola ad assumere un atteggiamento innovativo e di ricerca. Il patto per lo sviluppo formativo (vedi sito: http://ww2.istruzioneer.it/2015/12/24/formazione-in-ingresso-per-i-docenti-a.s.2015/2016) consente, infatti, di mettere a fuoco alcuni aspetti su cui si intende dedicare attenzione nel corso Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore www.loescher.it/didatticainclusiva [email protected] del proprio lavoro. Si tratta di un impegno etico/professionale, che si avvicina al patto formativo che si sottoscrive da anni con i genitori e gli allievi. Non si tratta di “mettere in scena” attività particolari per “colpire” gli osservatori, ma di condividere pratiche didattiche “normali”, riflettendo sui passaggi-chiave di un’efficace azione didattica, e di prevedere un raccordo preventivo in cui concordare i tempi e le modalità della presenza in classe dell’osservatore, gli strumenti utilizzabili, le avvertenze da rispettare. Fondamentali saranno le attività di “peer to peer”, in cui il docente neo-assunto, attraverso una pratica didattica accompagnata da un tutor accogliente all’interno della propria scuola, si eserciterà ad analizzare, con fini migliorativi e propositivi, gli aspetti culturali, didattici e metodologici della propria attività, attraverso forme di collaborazione e scambio tra colleghi. In particolare, questa attività dovrà essere svolta in forma di reciproca osservazione in classe (ipotesi di suddivisione delle 12 ore previste): 4 ore di osservazione del neo assunto docente nella classe del tutor; 3 ore di programmazione e sviluppo condiviso (neo-assunto e tutor); 4 ore di presenza del tutor nella classe del neo assunto; 1 ora di valutazione dell’esperienza. Chi è il tutor e qual è il suo ruolo? Tutor è il collega esperto, designato dal DS, sentito il Collegio dei Docenti, competente e motivato, che accompagna in una comunità professionale i docenti neoassunti, per rafforzare le proprie motivazioni e competenze professionali. È generalmente scelto tra chi gode di apprezzamento del proprio operato all'interno della comunità scolastica e sociale. L’attività di osservazione tra docente tutor e docente neo assunto, che il DM 850/2015 definisce “peer to peer – formazione tra pari”, è uno dei punti più innovativi del nuovo percorso di formazione e avverrà secondo quanto scritto nell’articolo 9 dello stesso decreto (richiamato dalla circolare del MIUR n. 36167 del 5/12/2015). La formazione tra pari prevede un’attività attentamente programmata, di almeno 12 ore, da svolgersi in classe, reciprocamente, sia dal docente neoassunto sia dal tutor, per riflettere insieme sugli aspetti più importanti dell’azione di insegnamento. Al di là delle azioni visibili (osservazione reciproca in classe tra docente in prova ed il proprio tutor, accompagnamento e supervisione professionale, colloqui, confronti, suggerimenti, fornitura di documentazione, affiancamenti in progetti, ecc.) ci sono le azioni invisibili, che scaturiscono dalla qualità della relazione tra le persone (accoglienza, ascolto, presa in carico, facilitazione, responsabilizzazione, autovalutazione, valorizzazione, apprezzamento…). Inoltre, il tutor collabora al bilancio iniziale e finale delle competenze e al patto formativo; presenta parere motivato sulle caratteristiche dell’azione professionale del neoassunto e integra il Comitato di Valutazione in occasione del suo colloquio finale. Un tutor può seguire al massimo tre neoassunti. Per tale compito il tutor riceve un’attestazione dell’attività svolta ed è previsto un compenso economico (MOF ed eventualmente fondo di cui all’art. 1, c. 127 L.107/2015). E il ruolo del DS? Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore www.loescher.it/didatticainclusiva [email protected] Il dirigente scolastico garantisce la disponibilità sua e della sua scuola ad accogliere, tutorare, accompagnare e valutare i docenti neoassunti già nel POF. Egli, infatti, sentito il parere del collegio dei Docenti, designa il tutor; attesta le ore di osservazione / pee to peer; visita la classe del neoassunto almeno una volta; presenta una relazione per ogni docente neoassunto; presiede il comitato di valutazione; emette provvedimento motivato di conferma in ruolo o di ripetizione del periodo di prova. Le regole previste per il nuovo percorso di formazione dei docenti neoassunti impegnano il dirigente ad una maggiore vicinanza con la vita d’aula, che va oltre la semplice organizzazione della lezione o della strutturazione dei materiali didattici, ma che richiede di promuovere lo sviluppo professionale dei docenti, accompagnandoli verso una nuova progettualità del proprio essere insegnanti e, novità assoluta, prevede che il DS visiti la classe del docente in prova almeno una volta durante l’anno scolastico . Sarà una vera sfida, quindi, anche per i dirigenti scolastici, che vedono rafforzato non solo il loro compito di valutazione del docente in prova, ma anche di valorizzazione e di riconoscimento di aspetti di qualità nello svolgimento di questo nuovo percorso formativo fondato sull’equilibrio tra teoria e pratica, tra sapere esperto e azione didattica. A cura di M.E. Bianchi, V. Rossi, B. Urdanch Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore www.loescher.it/didatticainclusiva [email protected]