Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 01/12/2015
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INDICE
IN PRIMO PIANO
01/12/2015 Brand News Today
Le gare in corso e i nuovi incarichi
7
30/11/2015 IlFarmacistaOnline.it 10:42
Farmaci. Il "bugiardino" in una app. Un'iniziativa della Fofi in accordo con Aifa
8
30/11/2015 Lettera43 04:53
Forza Italia, la crisi politica del partito da Nord a Sud
10
30/11/2015 QS - QuotidianoSanita.it
Farmaci. Il "bugiardino" in una app. Un'iniziativa della Fofi in accordo con Aifa
12
30/11/2015 Virgilio.it 14:03
Sanità: farmaci, il 'bugiardino' aggiornato diventa smart
13
30/11/2015 AGI 16:24
Salute: farmaci piu' sicuri con il nuovo "bugiardino digitale"
14
SANITÀ NAZIONALE
01/12/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Giornata dell'Aids Ma che fine ha fatto il vaccino italiano?
16
01/12/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Pillole intelligenti, cure online, robot La frontiera della medicina digitale s@lute
17
01/12/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Pillole intelligenti, cure online, robot La frontiera della medicina digitale s@lute*
20
01/12/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Ma proteggiamo il rapporto umano medico-paziente
24
01/12/2015 Il Sole 24 Ore
Dalle cellule staminali un farmaco anti-cecità
25
01/12/2015 La Repubblica - Nazionale
Italia, primato nero: 84mila morti l'anno
26
01/12/2015 La Repubblica - Nazionale
Protezione made in Italy
27
01/12/2015 La Repubblica - Nazionale
Aids, Ebola e le altre Malattie senza confini*
28
01/12/2015 La Repubblica - Nazionale
Vi racconto come abbiamo catturato la bestia nera
31
01/12/2015 La Repubblica - Nazionale
I FARMACI CHE COSTANO MOLTO VALGONO SE MIGLIORANO LA VITA
33
01/12/2015 La Stampa - Nazionale
"Lo smog fa 84.400 morti l'anno" L'Italia maglia nera in Europa
34
01/12/2015 Avvenire - Nazionale
In Italia ci sono 140mila sieropositivi, il numero più elevato di tutta l'Europa
35
01/12/2015 Il Fatto Quotidiano
Il triste record del Belpaese: primato nelle morti premature da smog
36
01/12/2015 Il Secolo XIX - Nazionale
Maschere per la respirazione, garze, cerotti e forbici mediche aumenta la sicurezza
in mare
37
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Piemonte, l'oncologia appropriata
39
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Le priorità tra invecchiamento e disuguaglianze
40
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Antiretrovirali per 15,8 mln di malati nei Pvs
41
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Epilessia, il Meyer individua il gene della sindrome perisilvanica
42
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Aids, è allarme in Europa
44
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
«In piazza la dignità dei camici bianchi»
45
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Condanna erariale per l'infermiera che non applicò le linee guida sul potassio
47
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Aifa, bufera sul conflitto di interessi
50
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Da Agenas--Libera la classifica della trasparenza Asl
51
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Telemedicina: chance fondi Ue per l'e-health
52
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Le dieci proposte per un'assistenza equa ed efficiente
55
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Spesa, l'avvento del rigore
58
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Pecorelli: presunto conflitto d'interessi
61
VITA IN FARMACIA
01/12/2015 Corriere della Sera - Milano
Spazio lettura (per bimbi) in municipio
63
01/12/2015 Corriere della Sera - Roma
«I mini-interventi invasivi al cuore sono un'opzione terapeutica salvavita»
64
01/12/2015 La Repubblica - Bari
Più farmaci griffati così la sanità perde 58 milioni di euro
65
01/12/2015 La Repubblica - Bari
"Va riformato il prontuario"
67
01/12/2015 La Repubblica - Bari
"Una guerra persa in partenza"
68
01/12/2015 La Repubblica - Bari
L'EVENTO
69
01/12/2015 La Repubblica - Genova
"Tursi moltiplica i dirigenti delle farmacie"
70
01/12/2015 La Repubblica - Genova
Dal Gaslini una nuova cura reumatologica
71
01/12/2015 La Repubblica - Roma
Ospedali affollati "Dimissioni dei pazienti 7 giorni su 7"
72
01/12/2015 La Stampa - Torino
"In via Scialoja portate almeno una farmacia"
73
01/12/2015 Il Messaggero - Roma
Sanità, al San Giovanni pronto soccorso hi tech: «Stop sovraffollamento»
74
01/12/2015 Il Messaggero - Viterbo
Farmaci, al via la consegna a domicilio
75
01/12/2015 Il Secolo XIX - Genova
Dal Gaslini la cura migliore contro una rara malattia reumatica
76
PROFESSIONI
01/12/2015 La Repubblica - Nazionale
Un salvavita per le donne
78
01/12/2015 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale
Farmaci, il bugiardino è digitale Una app per gli aggiornamenti
79
01/12/2015 QN - Il Giorno - Nazionale
Farmaci, il bugiardino è digitale Una app per gli aggiornamenti
80
01/12/2015 QN - La Nazione - Nazionale
Farmaci, il bugiardino è digitale Una app per gli aggiornamenti
81
01/12/2015 Il Sole 24 Ore Sanita
Serve una visione organica per ricondurre tutto a sistema
82
PERSONAGGI
01/12/2015 Libero - Nazionale
Silvio mette le spie a casa Renzi e Della Valle
85
01/12/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale
SANITÀ, IL CUORE DELLA POLITICA BATTE PER IL NORD
86
01/12/2015 Unione Sarda
Spunta una tassa sulle biciclette: proteste e accuse
87
01/12/2015 Giornale di Monza
Adamo show al vertice forzista: «Berlusconi, manda via i buffoni»
88
IN PRIMO PIANO
6 articoli
01/12/2015
Pag. 2
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NEW BUSINESS
Le gare in corso e i nuovi incarichi
Alle pagg. 16 e 17 CLIENTE INCARICO AGENZIE Aim (Aziende Industriali Municipali Vicenza) creatività
progetti di comunicazione in definizione Adidas digital e crm globali in definizione AMT Genova gestione
degli spazi pubblicitari in definizione Alto Adige Sudtirol creatività e media in definizione Artsana
pianificazione media Mec, Mindshare, Mcm, Fmcg Bose creatività globale in definizione California Prune
Board pr e promozioni in Italia in definizione Camera di Commercio di Caltanissetta campagna per
promozione turistica in definizione Comune di Acireale servizi di pr per la promozione del 'Distretto del
mare' sospesa Comune di Bologna concessione spazi pubblicitari per 9 anni domande entro il 9 gennaio
2015 Comune di Palermo comunicazione per il Distretto Turistico Palermo Costa Normanna domande entro
il 23 novembre Comune di Trapani attività di promo/commercializzazione in definizione Coni Servizi
comunicazione Italia Team in definizione Consorzio Bancomat creatività campagna informativa in
definizione Credem creatività in definizione Diageo digital ed e-commerce in definizione Diners Club Italia
consultazione per creatività e media in definizione EasyJet creatività in Italia in definizione Enav campagna
per quotazione in definizione E.On media planning e buying globali in definizione Electronic Arts media
paneuropeo in definizione Epson creatività europea in definizione Epson attività sui social media in
definizione Fastweb media Omd, Mindshare, ZenithOptimedia Dentsu Aegis Federazione Ordini Farmacisti
Italiani comunicazione e ufficio stampa in definzione Ferrovie dello Stato campagne pubblicitarie
commerciali e istituzionali 15 agenzie accreditate Fondazione Ronald McDonald comunicazione in Italia in
definizione General Motors rp globali Weber Shandwick, MSL, FleishmanHillard John Doe, Tony Cervone
Gruppo Cariparma Cre it Agricole creatività in Italia Leo B., Leagas Delaney, Havas WW Milan Gruppo FCA
creatività per il lancio di Alfa Romeo Giulia in definizione Gruppo Volkswagen creatività per Skoda Italia
OgilvyOne, Red Cell, Proximity, Cayenne Gruppo Volkswagen strategia di content marketing globale per
Skoda in definizione Honda media globale in definizione Huawei media buying globale in definizione Inps
comunicazione istituzionale in definizione Ikea comunicazione digitale inviare candidatura a:
[email protected] Marionnaud pianificazione media Initiative, Mindshare e altre CLIENTE INCARICO
AGENZIE Mars media planning e buying in definizione Mercatone Uno creatività e media in definizione
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti campagna sulla sicurezza stradale in definizione Paddy Power
creatività in Italia Hi!, M&C Saatchi, Auge Parco dei Monti Picentini attività pubblicitarie in definizione
Parmalat creatività per Santal Saatchi&Saatchi e altre sigle Parmalat creatività per Zymil McCann e Saatchi
Regione Sardegna pianificazione e acquisto spazi pubblicitari in definizione SABMiller creatività per il lancio
globale di una nuova birra in definizione SABMiller media planning e buying a livello globale Mec,
ZenithOptimedia, Initiative, MediaCom Sony Mobile creatività globale in definizione Sony media globale in
definizione TUI Group creatività paneuropea in definizione Turismo FVG campagna per promuovere
l'offerta turistica in definizione VimpelCom (in Italia Wind) media in definizione Volkswagen Group media
globale in definizione Volvo digital in Europa tre agenzie
Nuovi incarichi CLIENTE INCARICO AGENZIE BCC di Carugate e Inzago comunicazione VanGoGh
Belstaff creatività globale Droga5 Burger King comunicazione in Italia Plan.Net Cavit comunicazione Leo
Burnett Gruppo Lo Conte creatività campagna tv LoRo Gruppo Lo Conte pianificazione media MEC Morgan
Stanley media globale Stark (Publicis Groupe) Nestlé comunicazione digital per Nescafé Italia Publicis Italia
PittaRosso creatività Leo Burnett PittaRosso media Casiraghi Greco & (conferma) Shazam raccolta
pubblicitaria Mediamond Yoox.com pianificazione media Starcom
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Sito Web
IlFarmacistaOnline.it
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Farmaci. Il "bugiardino" in una app. Un'iniziativa della Fofi in accordo
con Aifa
Mandelli : "Oggi basterà che il farmacista, avvertito automaticamente con la lettura del codice a barre del
prodotto che esiste un foglietto illustrativo aggiornato, prema un pulsante sulla tastiera per inviare all'utente,
in tempo reale, il nuovo bugiardino"
30 NOV - Farmacie sburocratizzate e assistiti più informati con il foglietto illustrativo dei farmaci in digitale.
E' la risposta dei farmacisti alla necessità, ormai quasi universale, di disporre delle informazioni sui farmaci
nel modo più rapido e più comodo, anche quando si tratta di lievi aggiustamenti del "bugiardino", non
presenti nel foglietto di accompagnamento del farmaco. Finora, infatti, in caso di lievi modifiche alle
istruzioni per l'uso dei medicinali, i farmacisti erano costretti a stampare il "bugiardino" da consegnare
all'assistito insieme con il medicinale, un'operazione gravosa sia in termini di costi che in termini di impegno
al banco di lavoro. Molte volte questa operazione non veniva fatta per vari motivi e l'assistito se ne usciva
dalla farmacia con la medicina e il relativo foglietto illustrativo non aggiornato. "Per questo motivo,
trattandosi di informazioni importanti per la salute della gente, anche se non compromettenti la terapia - ha
dichiarato il senatore Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (
FOFI) - abbiamo studiato un sistema che potesse garantire sicurezza ai cittadini e un lavoro più snello a
carico dei farmacisti. Oggi basterà che il farmacista, avvertito automaticamente con la lettura del codice a
barre del prodotto che esiste un foglietto illustrativo aggiornato, prema un pulsante sulla tastiera per inviare
all'utente, in tempo reale, il nuovo bugiardino". Ma come si realizza tutto ciò in tempo reale? Grazie alle
nuove tecnologie e agli smart phone, dei quali oggi è dotato il 41% della popolazione e alla rete web che
oggi raggiunge quasi tutte le case. Il Bugiardino digitale, infatti, è un'applicazione App per smartphone
Android e Iphone che permette di ricevere sul proprio apparecchio il foglietto illustrativo aggiornato di
qualsiasi medicinale, soggetto a prescrizione o da automedicazione. L'applicazione, che è in vigore da
oggi, ma che fra 10 giorni consentirà di avere informazioni su tutti i farmaci in commercio, ha avuto il
benestare e il patrocinio dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) che ha messo a disposizione la sua banca
dati per raggiungere l'obiettivo prefissato. "E' il primo caso in Europa - ha detto la dottoressa Anna Rosa
Marra, responsabile dell'Ufficio autorizzazione all'immissione in commercio dei farmaci - e ciò rappresenta
una innovazione rispetto anche a tutti gli altri paesi europei, perché ci pone nella condizione di effettuare
anche nuove applicazioni, come l'uso del codice QR per l'identificazione dei farmaci. L'aggiornamento dei
foglietti illustrativi dei farmaci è un lavoro continuo e coinvolge ogni anno 5.000 prodotti e l'iniziativa della
FOFI ci offre una grande opportunità, perché facilita il lavoro dei farmacisti e manda in pensione il vecchio
sistema, anche se per qualche assistito, non adeguatamente predisposto tecnologicamente, si dovrà
procedere con la fotocopia". A dare un impulso a questa innovazione voluta dalla FOFI è stato il
cambiamento della normativa italiana. In passato, quando una azienda farmaceutica modificava sia pur
lievemente il foglietto illustrativo, il farmacista doveva consegnare i medicinali che andavano distrutti e
attendere l'arrivo di nuovi prodotti. A questa operazione, a dir poco dispendiosa, si è provveduto con una
modifica inserita nella Finanaziaria 2014 che stabiliva la determinazione che il farmacista doveva, nel caso
di un farmaco con modifica delle istruzioni, consegnare all'assistito una fotocopia del nuovo bugiardino.
Tuttavia non sempre la stampa di diversi fogli risultava comoda per il paziente e pratica per il farmacista e
di qui il ricorso a questa modalità al passo con i tempi. Da oggi, quindi, il cittadino con smart phone, potrà
aderire facilmente e gratuitamente all'applicazione e portare con sé il bugiardino. E se non l'avrà già
scaricata sul suo smart phone, potrà farlo anche dopo che il farmacista gli avrà dato l'invio. L'utente che
non dispone di un'App, potrà segnalare la sua mail e scaricare il nuovo bugiardino a casa. L'operazione è
stata studiata senza creare problemi a nessuno. "L'obiettivo era di fornire un servizio di supporto efficace e
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30/11/2015 10:42
Sito Web
IlFarmacistaOnline.it
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alternativo e che fosse economico, veloce, al passo con i tempi, ecologico e sicuro - ha detto Claudio
Majocchi, della Digital Solution, la società che realizzato tecnicamente l'app. Grazie a questo sistema gli
utenti potranno scaricare gratuitamente l'applicazione, effettuare la registrazione e ricevere gli
aggiornamenti dei foglietti illustrativi in modo semplice e sicuro". "E' evidente che questo strumento
risponde anche ad altre esigenze. Per esempio - prosegue Mandelli - è abbastanza frequente che il
paziente, una volta aperta la confezione, perda o getti il foglietto illustrativo del medicinale: una circostanza
potenzialmente pericolosa sempre, ma in particolare quando si tratta di farmaci che non si impiegano di
frequente. Grazie all'app è possibile recuperare sempre e comunque il foglietto illustrativo corrispondente
senza incorrere in errori. Mi sembra un contributo importante alla sicurezza dell'impiego dei medicinali.
Inoltre con il sistema il paziente può costruire una banca dati personale dei farmaci che ha assunto e
assume". Il servizio ai cittadini è altresì completato da una "web app" accessibile all'indirizzo:
www.bugiardinodigitale.it. "La Federazione rappresenta tutti i farmacisti italiani ed è un ente pubblico a
tutela del cittadino - ha concluso il Senatore Mandelli e della professione del farmacista. Da tempo stiamo
operando per rendere sempre più centrale la partecipazione del farmacista al processo di cura, migliorando
la sicurezza e l'efficacia dell'impiego dei farmaci, informando il paziente cercando di essere sempre più
vicini ai cittadini. Bugiardino Digitale è un altro passo in questa direzione e ci auguriamo che i cittadini lo
apprezzino come hanno sempre fatto con le iniziative dei "loro" farmacisti". Intanto all'orizzonte si prefigge
un nuovo corso per i foglietti illustrativi. Dal primo gennaio 2016 dovranno essere aggiornati, nelle diciture,
secondo la normativa europea e saranno così di più facile lettura e comprensione. "Purtroppo - ha aggiunto
la dottoressa Marra - non potranno essere ridotti a causa delle molteplici informazioni che devono essere
date per la sicurezza degli utenti". Edoardo Stucchi
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30/11/2015 04:53
Sito Web
Lettera43
Forza Italia, la crisi politica del partito da Nord a Sud
(© GettyImages) Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia. Forza Italia sta vivendo, probabilmente, il
momento più complicato della sua storia. Il partito è brace che continua ad ardere sotto la cenere di quella
gloria che fu. Una grandezza posticcia legata al carisma e alle capacità di Silvio Berlusconi. Padre, sia
politico sia spirituale, di una creatura incapace di muoversi autonomamente. Ora quel mondo è in
suppurazione e colmo di preoccupazione. PROMOZIONI AZZARDATE. Risentimenti, rivalità, veti incrociati,
paura di quel che potrà rappresentare il futuro, al momento incerto per molti. Un grattacapo al quale ha
contribuito anche Berlusconi con promozioni audaci in alcuni ruoli apicali del partito. Scelte poco condivise
dal territorio, se non addirittura avversate. MANDELLI A BOCCA ASCIUTTA. Tra i più infastiditi va
segnalato il senatore Andrea Mandelli, già responsabile dei rapporti con le professioni e presidente della
Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani. A un passo dall'essere designato come uno dei tre
coordinatori nazionali, con delega per il Nord Italia, si è trovato, invece, bruscamente stoppato. GELMINI
DIETRO LE QUINTE. Mariastella Gelmini, attuale coordinatore regionale lombardo, pare abbia convinto
l'ex Cavaliere a non cambiare gli assetti, peraltro già fragili, del partito. A breve, infatti, devono essere scelti
i nomi dei futuri manager nella sanità. L'ex ministro vuole giocare la partita senza ulteriori pressioni e
invasioni di campo, nonostante le dichiarazioni tutt'altro che diplomatiche del nuovo responsabile del
dipartimento Sanità, Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi. Le parole di Gelmini su Mantovani
hanno spaccato il partito (© Imagoeconomica) Da sinistra Annagrazia Calabria, Maurizio Gasparri e Maria
Stella Gelmini di Forza Italia. A gettare ulteriore benzina sul fuoco è stato l'arresto del vice di Roberto
Maroni in Regione Lombardia, Mario Mantovani, ora ai domiciliari dopo 42 giorni di carcere. Sono, infatti,
fioccate da ogni parte le polemiche dopo un'intervista rilasciata al Corriere della sera dalla Gelmini. Che
nell'occasione suggeriva l'indifferibile esigenza di «maggiore sobrietà e trasparenza» da parte dei dirigenti
forzisti. Riferendosi, forse, a uno dei fastosi ricevimenti che periodicamente Mantovani amava organizzare
a Villa Clerici di Rovellasca a Cuggiono, la stessa finita nelle indagini della procura. DIMISSIONI
(RIENTRATE) DI SQUERI. Se Daniela Santanché si era limitata a un commento secco - «Gelmini non mi
rappresenta» -, più intransigente è apparso l'onorevole Luca Squeri, deluso a tal punto da quelle parole da
voler immediatamente lasciare ogni incarico di partito (era coordinatore provinciale di Milano). Dimissioni
successivamente rientrate dopo un chiarimento con la stessa Gelmini. STRAPOTENZA DI FORMIGONI
FINITA. Quest'ultima, d'altra parte, schiacciata per anni (in ambito nomine) dalla strapotenza esercitata dal
duo Roberto Formigoni-Gian Carlo Abelli, si trova nella condizione, per la prima volta, di poter gestire una
trattativa a mani (quasi) libere. Formigoni e Comunione e liberazione, infatti, sono traghettati nel Nuovo
centrodestra mentre il "Faraone" di Pavia è defilato per altri motivi. SANITÀ LOMBARDA DA RISPARTIRE. Sul tavolo resta da fronteggiare anche la nuova strategia voluta dal governatore lombardo
Maroni, intenzionato a distribuire più equamente i futuri manager della sanità lombarda. Al di là di test
attitudinali ed esami vari, quattro di essi saranno assegnati ai principali partiti d'opposizione. Due in quota
Partito democratico, due al Movimento 5 stelle. Sicilia e Trentino, le nomine di Micchicé e Gardini fanno
discutere (© Imagoeconomica) Renato Brunetta e Elisabetta Gardini. Non meno malessere hanno
provocato altre due promozioni. Ai poli estremi del nostro Paese. Il primo è un cavallo di ritorno. CAVALLO
DI RITORNO. Si tratta di Gianfranco Micciché, già dirigente Publitalia '80 e Gian Burrasca di Sicilia, nuovo
commissario in terra di Trinacria. Berlusconi ha voluto tendere una mano all'uomo che in Sicilia ha
danneggiato, con la propria candidatura, Nello Musumeci, indicato dal centrodestra per competere alla più
prestigiosa poltrona di Palazzo dei Normanni. Un voltafaccia pagato a caro prezzo, consentendo al
candidato di centrosinistra Rosario Crocetta una sorprendente vittoria. Ancora oggi resta un'abiura
incompresa, per usare un eufemismo, da molti sostenitori ed elettori di Forza Italia. LILLO, ADDIO
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Ultime Notizie Lettera43
30/11/2015 04:53
Sito Web
Lettera43
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 01/12/2015
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POLEMICO. Se in Sicilia si piange, in Trentino Alto Adige certo non si ride. È infatti la padovana Elisabetta
Gardini il nuovo commissario del Trentino Alto Adige. Subentra a Enrico Lillo, ex coordinatore regionale,
uscito da Forza Italia dopo la clamorosa gaffe di Berlusconi sui militari: «Invece di stare ad annoiarsi in
caserma a giocare a carte, tutti i militari nelle vie delle nostre città. Loro sarebbero felici». Il maresciallo, in
servizio attivo dell'esercito italiano, non ci ha pensato due volte e ha salutato la compagnia. Il vero
problema della Gardini sono, tuttavia, i numeri. Quelli con cui dovrà confrontarsi sono davvero modesti.
CHE FLOP DI BIANCOFIORE. Il lavoro svolto dall'amazzone Michaela Biancofiore non ha prodotto grandi
risultati. Anzi, se guardiamo unicamente le elezioni amministrative del 2015, il dramma vissuto da Forza
Italia appare in tutta la sua complessità. A Bolzano 'Forza Alto Adige', insieme con la Lega Nord le
Autonomie, ha ottenuto un modesto 2,5% (il precedente risultato era 8,3%). A Trento, invece, 'Forza
Trentino' ha raccolto il 4,2%, contro il 12,27% delle precedenti elezioni (quando, però, c'era il Popolo della
libertà). Il risultato della Biancofiore si può riassumere velocemente così: un seggio a Trento (cinque ai
tempi del Pdl) e un altro a Bolzano. Difficile trovare attenuanti. Sallusti stoppato a Milano: i sondaggi lo
condannano (© Imagoeconomica) Alessandro Sallusti e Daniela Santanché. Se Varese è già un caso, dal
marasma generale non può sottrarsi Milano, alla vigilia del rinnovo di Palazzo Marino, nel 2016. Con il
direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti stoppato dai risultati drammatici emersi dai sondaggi di
Alessandra Ghisleri, considerati dall'uomo di Arcore come una sorta di Vangelo apocrifo declinato alla
politica, il centrodestra, giusto per restare in tema religioso, non sa a quale santo votarsi. Forza Italia è
ormai un partito idrosolubile. La prima forte pioggia potrebbe decretarne l'immediata fine. Un cupio dissolvi
a cui non è detto stia collaborando, sotto traccia, anche Berlusconi. SPAZIO ALLA SOCIETÀ CIVILE?
Quale futuro, dunque, per gli azzurri? Qualcosa di inedito? Un nuovo progetto capace di mescolare
contenuti e figure? Non va dimenticato che proprio al senatore Mandelli furono affidate, direttamente da
Berlusconi, le chiavi del misterioso progetto "Altra Italia". Un soggetto nuovo, senza politici di lungo corso,
composto da avvocati, imprenditori ed esponenti della società civile. Una sorta di lista civica concepita sia
per affiancare Forza Italia sia per esserne parte integrante. L'operazione, al momento, sembra frenata.
L'idea, però, continua a gravitare insistentemente nella testa di Berlusconi. Ronzulli e Calabria promuovono
volti nuovi (© Imagoeconomica) Licia Ronzulli. Licia Ronzulli, figura molto vicina al capo, risulta sempre
molto attiva. Dedita, soprattutto, all'organizzazione di processioni laiche, destinazione Arcore, inquadrate
nell'ottica di promuovere volti nuovi. Attività cui si dedicano con impegno sia la graziosa Annagrazia
Calabria sia gli 'Zappacosta brothers'. In questo tourbillon resta da capire la cosa più importante: dove
saranno indirizzati gli spostamenti di chi desidera fare ancora politica una volta conclusa l'esperienza
forzista. GALLERA VA CON FITTO? A tal proposito il neo assessore Giulio Gallera guarda oltre il
berlusconismo. Attenti osservatori insinuano con convinzione che sia in atto un corteggiamento insistente e
ricambiato con il gruppo di Raffaele Fitto, "Conservatori e riformisti", a cui manca un riferimento di peso sul
territorio. CATTANEO STUDIA DA LEADER. Mentre il pretenzioso Alessandro Cattaneo studia da leader
nella perfida Albione (International leader programme) e la futura sposa (non bisogna mai rinunciare al
diritto di cambiare idea) Laura Ravetto è sempre più spesso ospite negli uffici romani di Denis Verdini
(osservatore attento e informato anche delle questioni milanesi), la compagnia teatrale si avvia alla
conclusione del "Meno male che Silvio c'è" tour. L'attore protagonista, osannato da un pubblico acritico,
resterà sempre solo uno. Gli altri potranno vantarsi di aver imparato l'opera a memoria nel tentativo di
convincere i loggionisti, sempre più severi e attenti, della loro bravura. Nonostante i cambiamenti tangibili
della politica, si crogiolano nella convinzione che un ruolo da comparsa non sarà loro negato. Forse. ©
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30/11/2015
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
Farmaci. Il "bugiardino" in una app. Un'iniziativa della Fofi in accordo
con Aifa
Mandelli : "Oggi basterà che il farmacista, avvertito automaticamente con la lettura del codice a barre del
prodotto che esiste un foglietto illustrativo aggiornato, prema un pulsante sulla tastiera per inviare all'utente,
in tempo reale, il nuovo bugiardino"
30 NOV - Farmacie sburocratizzate e assistiti più informati con il foglietto illustrativo dei farmaci in digitale.
E' la risposta dei farmacisti alla necessità, ormai quasi universale, di disporre delle informazioni sui farmaci
nel modo più rapido e più comodo, anche quando si tratta di lievi aggiustamenti del "bugiardino", non
presenti nel foglietto di accompagnamento del farmaco. Finora, infatti, in caso di lievi modifiche alle
istruzioni per l'uso dei medicinali, i farmacisti erano costretti a stampare il "bugiardino" da consegnare
all'assistito insieme con il medicinale, un'operazione gravosa sia in termini di costi che in termini di impegno
al banco di lavoro. Molte volte questa operazione non veniva fatta per vari motivi e l'assistito se ne usciva
dalla farmacia con la medicina e il relativo foglietto illustrativo non aggiornato. "Per questo motivo,
trattandosi di informazioni importanti per la salute della gente, anche se non compromettenti la terapia - ha
dichiarato il senatore Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (
FOFI) - abbiamo studiato un sistema che potesse garantire sicurezza ai cittadini e un lavoro più snello a
carico dei farmacisti. Oggi basterà che il farmacista, avvertito automaticamente con la lettura del codice a
barre del prodotto che esiste un foglietto illustrativo aggiornato, prema un pulsante sulla tastiera per inviare
all'utente, in tempo reale, il nuovo bugiardino".
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Scienza e Farmaci
30/11/2015 14:03
Sito Web
Virgilio.it
(ANSA) - MILANO, 30 NOV - Una app per avere, direttamente dalla banca dati dell'Agenzia italiana del
farmaco (Aifa) il bugiardino aggiornato, al momento dell'acquisto del medicinale in farmacia. E' una
iniziativa realizzata da 'Digital Solution' per incarico della Federazione degli Ordini dei...
(ANSA) - MILANO, 30 NOV - Una app per avere, direttamente dalla banca dati dell'Agenzia italiana del
farmaco (Aifa) il bugiardino aggiornato, al momento dell'acquisto del medicinale in farmacia. E' una
iniziativa realizzata da 'Digital Solution' per incarico della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (
Fofi) con il patrocinio dell'Aifa, presentata oggi a Milano. A dare impulso a questa innovazione è stato il
cambiamento della normativa italiana che ha stabilito che, quando il foglietto illustrativo di un farmaco
subisce modifiche (una indicazione in più, piuttosto che la segnalazione di un effetto collaterale non ancora
segnalato), anziché ritirare il medicinale e procedere a un nuovo confezionamento, sia il farmacista a
stampare il nuovo 'bugiardino' e a consegnarlo al paziente: cosa macchinosa per il farmacista e anche
onerosa per il paziente che dovrebbe portarsi a casa diversi fogli stampati poiché, com'è noto, si tratta
spesso di documenti lunghissimi. La soluzione trovata si fonda sul fatto che il 41% degli italiani utilizza uno
smartphone. In estrema sintesi questo 'Bugiardino digitale' funziona così: quando il farmacista dispensa un
farmaco, nel momento in cui la confezione viene passata al lettore ottico, il software gestionale della
farmacia - collegato a una piattaforma che dialoga con la banca dati dell'Aifa - segnala che il foglietto
illustrativo ha subito una modifica; se il paziente dispone di uno smartphnone in cui è installata l'app
'bugiardino digitale', comunicando il suo codice fiscale o l' indirizzo email al farmacista, e aprendo
l'applicazione, riceverà immediatamente il nuovo foglietto. L'app è gratuita per tutti e scaricabile nella
versione Android o iOS. Nel caso che non si possegga uno smartphone, è possibile comunicare al
farmacista il proprio indirizzo di posta elettronica e il bugiardino aggiornato arriverà via mail. Se non si
dispone nemmeno di posta elettronica, c'è sempre la possibilità di ritirare il farmaco contestualmente al
nuovo bugiardino, questa volta stampato dal farmacista. (ANSA). dovType feed -->
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Sanità: farmaci, il 'bugiardino' aggiornato diventa smart
30/11/2015 16:24
Sito Web
AGI
Salute: farmaci piu' sicuri con il nuovo "bugiardino digitale"
(AGI) - Roma, 30 nov. - Un'applicazione per smartphone Android e Iphone che permette di ricevere sul
proprio apparecchio il foglietto illustrativo aggiornato di qualsiasi medicinale, soggetto a prescrizione o da
automedicazione. E' il nuovo "bugiardino digitale", presentato oggi nel corso di una Conferenza stampa, a
Milano, che ha ricevuto il patrocinio dell'Agenzia Italiana del Farmaco. "Il foglietto illustrativo digitale e' la
risposta dei farmacisti alla necessita', ormai quasi universale, di disporre delle informazioni nel modo piu'
rapido e piu' comodo, a maggior ragione quando si tratta di informazioni importanti per la propria salute e
quella dei propri cari", ha spiegato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei
Farmacisti Italiani. A dare un impulso a questa innovazione voluta dalla FOFI e' stato il cambiamento della
normativa italiana che ha stabilito che, quando il foglietto illustrativo di un farmaco subiva modifiche,
anziche' ritirare il medicinale e procedere a un nuovo confezionamento, sarebbe stato il farmacista a
stampare il nuovo foglietto illustrativo e a consegnarlo al paziente. Tuttavia non sempre la stampa di diversi
fogli risultava comoda per il paziente e pratica per il farmacista e di qui il ricorso a questa modalita' al passo
con i tempi. "A supporto di questa manovra ci siamo posti l'obiettivo di fornire un servizio di supporto
efficace e alternativo che fosse: economico, veloce, al passo con i tempi, ecologico e sicuro" ha
sottolineato Claudio Maiocchi, Managing Director di Digital Solutions, la societa' che realizzato
tecnicamente l'app. "Grazie a questo sistema gli utenti potranno scaricare gratuitamente l'applicazione,
effettuare la registrazione e ricevere gli aggiornamenti dei foglietti illustrativi in modo semplice e sicuro". Il
Bugiardino Digitale ha un funzionamento molto semplice. Quando il farmacista dispensa un farmaco, nel
momento in cui la confezione viene passata al lettore ottico il software gestionale della farmacia segnala
che il foglietto illustrativo ha subito una modifica; se il paziente dispone di uno smartphone in cui e'
installata l'app, comunicando attraverso il tesserino sanitario o direttamente, il suo codice fiscale o
l'indirizzo e-mail al farmacista, ricevera' immediatamente il nuovo foglietto. Fatto molto importante per i
farmacisti, Bugiardino Digitale puo' operare con tutti i principali software in uso nelle farmacie italiane, a
garanzia di una diffusione quanto piu' capillare possibile nelle farmacie italiane. (AGI) .
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Ricerca e sviluppo
SANITÀ NAZIONALE
27 articoli
01/12/2015
Pag. 23
diffusione:298071
tiratura:412069
Giornata dell'Aids Ma che fine ha fatto il vaccino italiano?
Adriana Bazzi
C'è una lettera arrivata in questi giorni, per la Giornata Mondiale dell'Aids, ad alcuni infettivologi italiani: la
manda un'associazione di pazienti sieropositivi che chiede conto di un vaccino sperimentale anti-Aids,
quello di Barbara Ensoli, dell'Istituto Superiore di Sanità. Un vaccino miliar-dario: lei ha appena chiesto 15
milioni per continuare le sue ricerche. Il vaccino è studiato dal 1998, è stato sempre finanziato con soldi
pubblici, ma non ha dato grandi risultati. Riceverà ancora finanziamenti? Il ministero della Salute tace. Ci si
aspetta una risposta dei clinici alla lettera, ma anche di altri ricercatori, quelli che non si espongo-no, ma
mandano avanti le associazioni di pazienti. E ci si chiede. Vale la pena in-vestire questi soldi quando ci
sarebbero altre priorità? Di ricerca, come il Progetto Genomi Italia, proposto da Elena Cattaneo, che
vorrebbe censire il Dna degli italiani con l'obiettivo di trovare nuove cure, come in America o in Inghilterra.
O di cura. Come la possibilità di guarire pazienti con epatite C, con 1 milione di euro l'anno per i prossimi
quattro o cinque?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
82,9 Anni L'aspettativa
media di vita
in Italia
20 Milioni Gli assegni per pensioni nel nostro Paese
21,7 Per cento Gli italiani con più di 65 anni
a gennaio
per l'Istat
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Il caso
01/12/2015
Pag. 24
diffusione:298071
tiratura:412069
Pillole intelligenti, cure online, robot La frontiera della medicina digitale
s@lute
Sanità 2.0 Dal Fascicolo elettronico, con i dati su ricoveri e visite, alla «mobile Health», l'assistenza che
sfrutta l'evoluzione dei telefonini: le potenzialità di un sistema globale che vale tra 90 e 160 miliardi Il
telemonitoraggio a casa dei cardiopatici può migliorare il tasso di sopravvivenza del 15% e ridurre del 26% i
giorni di ospedale
Ruggiero Corcella
e c'è un settore dove la rivoluzione digitale promette effetti dirompenti sulla vita quotidiana di ognuno di noi,
quello è la sanità. Gli analisti internazionali vedono nella cosiddetta e-Health una miniera d'oro per
l'economia, con un mercato globale stimato tra i 90 e i 160 miliardi di euro.
La sanità elettronica è considerata un'evoluzione quasi naturale delle cure nell'era digitale, destinata a
spostare sempre di più terapie e monitoraggio dei pazienti fuori dall'ospedale, spinta anche per la sempre
maggiore disponibilità di sensori e app dedicati.
L'Unione Europea stima che un telemonitoraggio a casa dei malati di cuore potrebbe migliorare i tassi di
sopravvivenza del 15%, mentre si potrebbe ridurre il numero di giorni passati in ospedale del 26% e di
conseguenza risparmiare il 10% dei costi sanitari. Usando inoltre le ricette elettroniche, si potrebbero
ridurre gli errori di aderenza terapeutica del 15%. Si prevede inoltre che l'e-Health sarà fondamentale per
mantenere la sanità accessibile e alla portata di tutti nelle società europee che invecchiano.
Dati dell'Organizzazione mondiale della sanità alla mano, l'Italia è il Paese «più vecchio» d'Europa con il
21,4% dei cittadini over 65 e il 6,4% over 80, ed è secondo al mondo preceduto solo dal Giappone. Deve
perciò fare i conti, più degli altri, con l'aumento delle malattie croniche e la diminuzione delle risorse
disponibili, alla ricerca di una formula che permetta di salvare un sistema sanitario riconosciuto tra i migliori
esistenti. Non a caso il governo ha inserito la sanità digitale tra i pilastri della riforma della pubblica
amministrazione, uno dei capisaldi dell'Agenda digitale nazionale: Centri unici di prenotazione (Cup)
telematici; Fascicolo sanitario elettronico (Fse); ricette elettroniche; certificati telematici e telemedicina sono
alcuni degli ambiti in cui si stanno promuovendo iniziative di sanità in Rete.
Il nuovo rapporto medico-paziente
La sanità digitale sta anche definendo un nuovo paradigma nel rapporto medico-paziente, con quest'ultimo
chiamato a svolgere un ruolo sempre più attivo nel mantenimento e nel miglioramento della propria
condizione di salute.
Oggi sanità elettronica vuole dire mobile «Health» (un tipo di assistenza che sfrutta le potenzialità di
dispositivi mobili come i cellulari, gli smartphone o i tablet), telemedicina, comunità online, sanità robotica
(dai sistemi per la produzione di farmaci «su misura», ai robot chirurgici; dagli armadi farmaceutici
automatizzati, ai carrelli robotizzati per la distribuzione di terapie), tecnologie indossabili (indumenti muniti
di sensori che trasmettono parametri vitali), ingeribili (pillole «intelligenti») e impiantabili, stampa in 3D di
protesi e ausili.
Ma qual è la situazione in Italia? Arriveremo anche noi a sposare con entusiasmo l'idea di un «medico
digitale» e di una visita a distanza fatta «dal divano di casa», che negli Stati Uniti si sta velocemente
diffondendo come spiega un recente articolo del Time ? I tempi non saranno così rapidi. Se l'Unione
Europea nel suo complesso sconta un ritardo di almeno 10 anni nell'applicazione della tecnologia
informatica all'ambito dell'assistenza sanitaria, da noi la sanità federalista ha prodotto 21 sistemi diversi e la
solita sconsolante situazione a «macchia di leopardo» con Regioni all'avanguardia e altre ancora ferme
quasi agli albori del digitale.
Senza esserne ancora del tutto consapevoli, tuttavia, la sanità digitale ce l'abbiamo già in tasca. Sta
racchiusa in un rettangolo di plastica blu (ocra, in Lombardia). La usiamo quando il nostro medico ci
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La tecnologia che cambia la nostra vita
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
prepara una ricetta, comperiamo le medicine in farmacia o andiamo in ospedale per un esame o un
ricovero, prenotiamo visite e analisi sui Centri unici di prenotazione online, oppure leggiamo e stampiamo i
referti e gli esami a casa o da terminali in ospedale e nelle Asl. Ora la tessera è diventata anche Carta
nazionale dei servizi: un microchip, ed è questa la novità, permette infatti l'accesso sicuro ai servizi in rete
offerti dalla pubblica amministrazione come finora accadeva solo in Lombardia che il microchip lo aveva già
inserito sulle tessere dei lombardi dieci anni fa.
L'archivio personale
La tessera è la chiave per accedere al Fascicolo sanitario elettronico, la vera «architrave» del palazzo della
sanità digitale italiana, dove sono (o saranno) depositate le nostre informazioni sui ricoveri in ospedale, le
visite specialistiche, le prestazioni farmaceutiche, l'assistenza residenziale, l'assistenza domiciliare e gli
accessi al Pronto soccorso. Dunque in teoria, dopo avere abilitato la Carta sanitaria (occorre attivarla
presso uno degli sportelli abilitati presenti nella propria regione) ogni cittadino può consultare il proprio
Fascicolo. In teoria perché il Fascicolo è partito a pieno regime solo in quattro Regioni - Emilia-Romagna,
Lombardia, Toscana e Provincia autonoma di Trento - seguite da Veneto e Sardegna. Il ministero della
Salute ha dovuto concedere una proroga fino a fine anno, per consentire a tutte di creare almeno il nucleo
minimo di informazioni previsto. Ma soprattutto il Fascicolo non è ancora entrato a far parte della «routine»
quotidiana né del personale sanitario, né dei cittadini.
Dieci milioni di «informati»
Almeno 10 milioni di italiani hanno già attivato o conoscono il Fascicolo. La maggior parte però ancora non
sa cosa sia, non lo utilizza e non si dimostra neppure molto interessato. In generale, la stessa
considerazione vale un po' per tutti i servizi digitali in sanità. Questa almeno è la fotografia scattata da
un'altra indagine dell'Osservatorio Innovazione digitale in sanità del Politecnico di Milano, in collaborazione
con Doxapharma, su un campione di 1.000 persone sopra i 15 anni rappresentative della popolazione
italiana.
E non fanno eccezione neppure i cosiddetti «millennials» - cioè i nati tra gli anni Ottanta e i primi anni
Duemila nel mondo occidentale - che pure nell'ultima indagine del Deloitte Center for Health Solutions sono
indicati come i più propensi, almeno negli Stati Uniti, a usare la tecnologia per monitorare il proprio stato di
salute e anche per confrontare le prestazioni di medici, ospedali e piani sanitari di assistenza. Da un
sondaggio fra duemila studenti delle scuole superiori del Veneto condotto da Arsenàl.it, il consorzio delle 23
aziende sanitarie e ospedaliere venete per l'e-Health, è emerso che il 69% non ha mai visitato il sito web
della propria azienda socio-sanitaria e il 53% non conosce i servizi di sanità digitale attivati in Regione.
Per sfruttare appieno le enormi potenzialità del digitale bisogna allora partire da una capillare opera di
informazione non solo dei comuni cittadini ma anche degli operatori sanitari. Lo hanno più volte sottolineato
sodalizi scientifici come la Società italiana di telemedicina e associazioni civiche come CittadinanzAttiva.
La ricetta elettronica
Sia pure a fatica e tra mille ostacoli, il mosaico della rivoluzione digitale in Italia si va componendo. La
ricetta rossa scritta a mano, ad esempio, sta ormai scomparendo a favore di quella elettronica: Federfarma
calcola che su circa 600 milioni di prescrizioni per farmaci rimborsati fatte ogni anno in Italia, oltre il 52% è
ormai dematerializzato con punte superiori all'80% in Veneto, Sicilia, Campania e Provincia di Trento.
Unico «inconveniente», finora non eliminabile, al paziente viene consegnato un promemoria di carta (con
numero di ricetta elettronica, codice fiscale, eventuali esenzioni e prescrizione) per il ritiro dei medicinali in
farmacia. Con il Fascicolo sanitario elettronico, anche questo problema si dovrebbe risolvere. Quando si
parla di sanità digitale, si pensa subito alla telemedicina. L'Italia è stata tra i primi Paesi al mondo a
sperimentarla, con la trasmissione di elettrocardiogrammi a distanza a partire dal 1970, e con l'impiego
della videocomunicazione per il consulto remoto e lo scambio d'informazioni, immagini diagnostiche e
referti nei vari settori delle scienze mediche. Centinaia i progetti messi in campo: dal teleconsulto con le
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isole minori al monitoraggio clinico e cardiologico per le carceri di massima sicurezza fino al monitoraggio e
all'assistenza medica alle navi in navigazione. Alcuni sono ormai consolidati. Spesso invece restano solo a
livello di sperimentazione per mancanza di fondi.
L'Italia, una fra le poche nazioni al mondo, ha emanato l'anno scorso le Linee guida sulla telemedicina e
ancora tuttavia non si è riusciti a rimuovere uno degli ostacoli principali alla sua diffusione, cioè la
previsione di una tariffa dei servizi e delle prestazioni offerte. A livello internazionale, i benefici dei
programmi di telemedicina sono scientificamente dimostrati. Lo studio Whole System Demonstrator
Programme , il più grande finora effettuato, su 6.200 pazienti inglesi con patologie croniche come diabete,
insufficienza cardiaca o broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) seguiti in teleassistenza, ha registrato
una riduzione del 45% nella mortalità e del 20% in ricoveri al Pronto soccorso.
E non è finita: la tecnologia digitale su smartphone promette di cambiare il volto della sanità una volta per
tutte. Le 5 mila app già in circolazione in Italia stanno a testimoniarlo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
600 milioni
Le prescrizioni per il rimborso dei farmaci
che ogni anno vengono erogate in Italia
dal servizio sanitario
6,4 La percentuale
degli italiani che superano gli 80 anni: siamo il Paese più vecchio d'Europa
e secondi solo al Giappone
Foto: presenti sul mercato che riguardano la medicina e la salute.
Il futuro digitale della sanità è uno dei temi più dibattuti. In Italia circa dieci milioni di cittadini
dispongono del proprio Fascicolo sanitario elettronico,
che contiene tutte
le informazioni su ricoveri ospedalieri, visite specialistiche
e prestazioni farmaceutiche
Foto: Tutto su
«Italia digitale» all'indirizzo www.corriere.it/italia-digitale/
Foto: Partecipa alla sfida di idee per l'innovazione digitale sul sito corriere.oxway.co
Foto: #salutedigitale per raccogliere proposte e suggestioni
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Pillole intelligenti, cure online, robot La frontiera della medicina digitale
s@lute*
Sanità 2.0 Dal Fascicolo elettronico, con i dati su ricoveri e visite, alla «mobile Health», l'assistenza che
sfrutta l'evoluzione dei telefonini: le potenzialità di un sistema globale che vale tra 90 e 160 miliardi Il
telemonitoraggio a casa dei cardiopatici può migliorare il tasso di sopravvivenza del 15% e ridurre del 26% i
giorni di ospedale
Ruggiero Corcella
E c'è un settore dove la rivoluzione digitale promette effetti dirompenti sulla vita quotidiana di ognuno di noi,
quello è la sanità. Gli analisti internazionali vedono nella cosiddetta e-Health una miniera d'oro per
l'economia, con un mercato globale stimato tra i 90 e i 160 miliardi di euro.
La sanità elettronica è considerata un'evoluzione quasi naturale delle cure nell'era digitale, destinata a
spostare sempre di più terapie e monitoraggio dei pazienti fuori dall'ospedale, spinta anche per la sempre
maggiore disponibilità di sensori e app dedicati.
L'Unione Europea stima che un telemonitoraggio a casa dei malati di cuore potrebbe migliorare i tassi di
sopravvivenza del 15%, mentre si potrebbe ridurre il numero di giorni passati in ospedale del 26% e di
conseguenza risparmiare il 10% dei costi sanitari. Usando inoltre le ricette elettroniche, si potrebbero
ridurre gli errori di aderenza terapeutica del 15%. Si prevede inoltre che l'e-Health sarà fondamentale per
mantenere la sanità accessibile e alla portata di tutti nelle società europee che invecchiano.
Dati dell'Organizzazione mondiale della sanità alla mano, l'Italia è il Paese «più vecchio» d'Europa con il
21,4% dei cittadini over 65 e il 6,4% over 80, ed è secondo al mondo preceduto solo dal Giappone. Deve
perciò fare i conti, più degli altri, con l'aumento delle malattie croniche e la diminuzione delle risorse
disponibili, alla ricerca di una formula che permetta di salvare un sistema sanitario riconosciuto tra i migliori
esistenti. Non a caso il governo ha inserito la sanità digitale tra i pilastri della riforma della pubblica
amministrazione, uno dei capisaldi dell'Agenda digitale nazionale: Centri unici di prenotazione (Cup)
telematici; Fascicolo sanitario elettronico (Fse); ricette elettroniche; certificati telematici e telemedicina sono
alcuni degli ambiti in cui si stanno promuovendo iniziative di sanità in Rete.
Il nuovo rapporto medico-paziente
La sanità digitale sta anche definendo un nuovo paradigma nel rapporto medico-paziente, con quest'ultimo
chiamato a svolgere un ruolo sempre più attivo nel mantenimento e nel miglioramento della propria
condizione di salute.
Oggi sanità elettronica vuole dire mobile «Health» (un tipo di assistenza che sfrutta le potenzialità di
dispositivi mobili come i cellulari, gli smartphone o i tablet), telemedicina, comunità online, sanità robotica
(dai sistemi per la produzione di farmaci «su misura», ai robot chirurgici; dagli armadi farmaceutici
automatizzati, ai carrelli robotizzati per la distribuzione di terapie), tecnologie indossabili (indumenti muniti
di sensori che trasmettono parametri vitali), ingeribili (pillole «intelligenti») e impiantabili, stampa in 3D di
protesi e ausili.
Ma qual è la situazione in Italia? Arriveremo anche noi a sposare con entusiasmo l'idea di un «medico
digitale» e di una visita a distanza fatta «dal divano di casa», che negli Stati Uniti si sta velocemente
diffondendo come spiega un recente articolo del Time ? I tempi non saranno così rapidi. Se l'Unione
Europea nel suo complesso sconta un ritardo di almeno 10 anni nell'applicazione della tecnologia
informatica all'ambito dell'assistenza sanitaria, da noi la sanità federalista ha prodotto 21 sistemi diversi e la
solita sconsolante situazione a «macchia di leopardo» con Regioni all'avanguardia e altre ancora ferme
quasi agli albori del digitale.
Senza esserne ancora del tutto consapevoli, tuttavia, la sanità digitale ce l'abbiamo già in tasca. Sta
racchiusa in un rettangolo di plastica blu (ocra, in Lombardia). La usiamo quando il nostro medico ci
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La tecnologia che cambia la nostra vita
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
prepara una ricetta, comperiamo le medicine in farmacia o andiamo in ospedale per un esame o un
ricovero, prenotiamo visite e analisi sui Centri unici di prenotazione online, oppure leggiamo e stampiamo i
referti e gli esami a casa o da terminali in ospedale e nelle Asl. Ora la tessera è diventata anche Carta
nazionale dei servizi: un microchip, ed è questa la novità, permette infatti l'accesso sicuro ai servizi in rete
offerti dalla pubblica amministrazione come finora accadeva solo in Lombardia che il microchip lo aveva già
inserito sulle tessere dei lombardi dieci anni fa.
L'archivio personale
La tessera è la chiave per accedere al Fascicolo sanitario elettronico, la vera «architrave» del palazzo della
sanità digitale italiana, dove sono (o saranno) depositate le nostre informazioni sui ricoveri in ospedale, le
visite specialistiche, le prestazioni farmaceutiche, l'assistenza residenziale, l'assistenza domiciliare e gli
accessi al Pronto soccorso. Dunque in teoria, dopo avere abilitato la Carta sanitaria (occorre attivarla
presso uno degli sportelli abilitati presenti nella propria regione) ogni cittadino può consultare il proprio
Fascicolo. In teoria perché il Fascicolo è partito a pieno regime solo in quattro Regioni - Emilia-Romagna,
Lombardia, Toscana e Provincia autonoma di Trento - seguite da Veneto e Sardegna. Il ministero della
Salute ha dovuto concedere una proroga fino a fine anno, per consentire a tutte di creare almeno il nucleo
minimo di informazioni previsto. Ma soprattutto il Fascicolo non è ancora entrato a far parte della «routine»
quotidiana né del personale sanitario, né dei cittadini.
Dieci milioni di «informati»
Almeno 10 milioni di italiani hanno già attivato o conoscono il Fascicolo. La maggior parte però ancora non
sa cosa sia, non lo utilizza e non si dimostra neppure molto interessato. In generale, la stessa
considerazione vale un po' per tutti i servizi digitali in sanità. Questa almeno è la fotografia scattata da
un'altra indagine dell'Osservatorio Innovazione digitale in sanità del Politecnico di Milano, in collaborazione
con Doxapharma, su un campione di 1.000 persone sopra i 15 anni rappresentative della popolazione
italiana.
E non fanno eccezione neppure i cosiddetti «millennials» - cioè i nati tra gli anni Ottanta e i primi anni
Duemila nel mondo occidentale - che pure nell'ultima indagine del Deloitte Center for Health Solutions sono
indicati come i più propensi, almeno negli Stati Uniti, a usare la tecnologia per monitorare il proprio stato di
salute e anche per confrontare le prestazioni di medici, ospedali e piani sanitari di assistenza. Da un
sondaggio fra duemila studenti delle scuole superiori del Veneto condotto da Arsenàl.it, il consorzio delle 23
aziende sanitarie e ospedaliere venete per l'e-Health, è emerso che il 69% non ha mai visitato il sito web
della propria azienda socio-sanitaria e il 53% non conosce i servizi di sanità digitale attivati in Regione.
Per sfruttare appieno le enormi potenzialità del digitale bisogna allora partire da una capillare opera di
informazione non solo dei comuni cittadini ma anche degli operatori sanitari. Lo hanno più volte sottolineato
sodalizi scientifici come la Società italiana di telemedicina e associazioni civiche come CittadinanzAttiva.
La ricetta elettronica
Sia pure a fatica e tra mille ostacoli, il mosaico della rivoluzione digitale in Italia si va componendo. La
ricetta rossa scritta a mano, ad esempio, sta ormai scomparendo a favore di quella elettronica: Federfarma
calcola che su circa 600 milioni di prescrizioni per farmaci rimborsati fatte ogni anno in Italia, oltre il 52% è
ormai dematerializzato con punte superiori all'80% in Veneto, Sicilia, Campania e Provincia di Trento.
Unico «inconveniente», finora non eliminabile, al paziente viene consegnato un promemoria di carta (con
numero di ricetta elettronica, codice fiscale, eventuali esenzioni e prescrizione) per il ritiro dei medicinali in
farmacia. Con il Fascicolo sanitario elettronico, anche questo problema si dovrebbe risolvere. Quando si
parla di sanità digitale, si pensa subito alla telemedicina. L'Italia è stata tra i primi Paesi al mondo a
sperimentarla, con la trasmissione di elettrocardiogrammi a distanza a partire dal 1970, e con l'impiego
della videocomunicazione per il consulto remoto e lo scambio d'informazioni, immagini diagnostiche e
referti nei vari settori delle scienze mediche. Centinaia i progetti messi in campo: dal teleconsulto con le
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
isole minori al monitoraggio clinico e cardiologico per le carceri di massima sicurezza fino al monitoraggio e
all'assistenza medica alle navi in navigazione. Alcuni sono ormai consolidati. Spesso invece restano solo a
livello di sperimentazione per mancanza di fondi.
L'Italia, una fra le poche nazioni al mondo, ha emanato l'anno scorso le Linee guida sulla telemedicina e
ancora tuttavia non si è riusciti a rimuovere uno degli ostacoli principali alla sua diffusione, cioè la
previsione di una tariffa dei servizi e delle prestazioni offerte. A livello internazionale, i benefici dei
programmi di telemedicina sono scientificamente dimostrati. Lo studio Whole System Demonstrator
Programme , il più grande finora effettuato, su 6.200 pazienti inglesi con patologie croniche come diabete,
insufficienza cardiaca o broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) seguiti in teleassistenza, ha registrato
una riduzione del 45% nella mortalità e del 20% in ricoveri al Pronto soccorso.
E non è finita: la tecnologia digitale su smartphone promette di cambiare il volto della sanità una volta per
tutte. Le 5 mila app già in circolazione in Italia stanno a testimoniarlo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: BCC Research 2012 - Istat - Ministero della Salute - Osservatorio Innovazione digitale in sanità,
Politecnico di Milano Corriere della Sera È una «cartella virtuale» che raccoglie e rende disponibili su
Internet informazioni e documenti clinici relativi a un cittadino, in forma protetta e riservata Ecco come i
diversi soggetti del Servizio sanitario nazionale possono contribuire alla formazione del «Fascicolo
elettronico» con l'inserimento di informazioni certificate Centro nazionale trapianti Consenso o diniego alla
donazione di organi e tessuti Pronto soccorso Verbali di assistenza in Pronto soccorso Medico di famiglia Profilo sanitario sintetico del paziente (storia clinica e situazione corrente) -Dati clinici utili anche in caso di
emergenza -Prescrizioni di visite e di esami ASL -Vaccinazioni -Certificati -Esenzioni -Assistenza
domiciliare, bilanci di salute, piani diagnosticoterapeutici, assistenza residenziale Laboratori, ambulatori
diagnostici -Referti Farmacisti -Farmaci -Prenotazioni Operatori amministrativi -Dati identificativi e
amministrativi -Esenzioni Ospedali e residenze sanitarie -Prestazioni in ricovero -Cartella clinica Partecipazione a sperimentazioni cliniche Specialisti -Prescrizioni IL PERCORSO Distribuzione della Carta
elettronica con microchip in tutte le Regioni Attualmente è attiva solo in Lombardia Il microchip garantisce il
riconoscimento dell'assistito L'archivio dei dati La maggior parte delle strutture sanitarie, quando l'assistito
usufruisce di una prestazione, raccoglie tutti i dati medici in un «archivio digitale» (analisi, immagini, referti,
dati di ricovero...) Dall'archivio al Fascicolo Se l'assistito lo richiede, i dati dell'archivio generale possono
confluire a formare il Fascicolo sanitario elettronico individuale Dati sanitari personali Dati sanitari personali
ARCHIVIO DIGITALE GENERALE I FASCICOLI SANITARI Richiesta di accesso al Fascicolo sanitario
L'assistito può fare richiesta di un codice personale identificativo Pin (rilasciato dalla Asl) che digitato su un
sito fornisce la chiave di accesso al Fascicolo personale o in alternativa può usare un lettore di smartcard,
per visionare tutte le informazioni sanitarie personali Dati Dati Dati Dati Dati Dati Dati Inserire documenti
Consultare e stampare i referti delle prestazioni ricevute dal Servizio sanitario Oscurare i documenti che
l'interessato ritiene non debbano essere visibili dai professionisti del Servizio sanitario Creare un «taccuino
personale dell'assistito» (informazioni non certificate) nel quale il cittadino può inserire documenti sanitari,
promemoria, dati personali Su consenso dell'interessato, il Fascicolo elettronico può essere consultato dai
medici Ogni singolo accesso può essere tracciato L'e-Health è l'insieme di risorse, soluzioni e tecnologie
informatiche di rete applicate alla salute e alla sanità (dati in miliardi di euro) 0 50 100 150 200 Nel mondo
In Europa 90 -160 20 La telemedicina permette la cura del paziente tramite servizi sanitari a distanza (dati
in miliardi di dollari) 0 5 10 15 20 25 30 2010 2011 2016 9,8 11,6 27,3 quasi 10.000.000 cittadini circa 1213.000 medici di famiglia 18-20.000 medici ospedalieri Consenso al trattamento dei dati individuali 46.000
93.000 43% Le Asl che già utilizzano il Fascicolo 62% Gli ospedali che immettono dati nel Fascicolo Sono
solo tre le Regioni e una la provincia in cui l'uso del Fascicolo elettronico è completamente operativo:
Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Provincia autonoma di Trento 50.700.000 Frequente Occasionale
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Nessuno, ma interessato Nessuno e non interessato 0 50 100 E-mail Sms Whatsapp App per salute e
benessere Social Network Blog e forum App raccolta dati sulla salute 68% 45% 34% 44% 63% 45% 46%
17.000 le app mediche sul mercato 100.000 le app per salute e fitness 5.000 quelle con interfaccia in
italiano Ha mai sentito parlare del Fascicolo elettronico? No 83% Non so 1% Sì 16%
600 milioni
Le prescrizioni per il rimborso dei farmaci
che ogni anno vengono erogate in Italia
dal servizio sanitario
6,4 La percentuale
degli italiani che superano gli 80 anni: siamo il Paese più vecchio d'Europa
e secondi solo al Giappone
Foto: presenti sul mercato che riguardano la medicina e la salute.
Il futuro digitale della sanità è uno dei temi più dibattuti. In Italia circa dieci milioni di cittadini
dispongono del proprio Fascicolo sanitario elettronico,
che contiene tutte
le informazioni su ricoveri ospedalieri, visite specialistiche
e prestazioni farmaceutiche
Foto: Tutto su
«Italia digitale» all'indirizzo www.corriere.it/italia-digitale/
Foto: Partecipa alla sfida di idee per l'innovazione digitale sul sito corriere.oxway.co
Foto: #salutedigitale per raccogliere proposte e suggestioni
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Ma proteggiamo il rapporto umano medico-paziente
Luigi Ripamonti
Secondo i dati dell'Osservatorio Innovazione digitale in sanità del Politecnico di Milano una rivoluzione
digitale completa nel nostro Paese comporterebbe risparmi per circa 15 miliardi l'anno, tra maggiore
produttività per le strutture sanitarie e tempo guadagnato per i cittadini. L'Osservatorio Netics abbassa la
cifra a 6,9 miliardi, ma si tratta comunque di somme importanti.
Sempre il Politecnico di Milano ha calcolato che nel 2014 la spesa per il digitale nella sanità è aumentata
del 17% rispetto all'anno precedente, raggiungendo quota 1,37 miliardi di euro. Ma ciò equivale a 23 euro
per ciascun abitante, contro i 70 della Danimarca, i 63 della Svezia, i 60 della Gran Bretagna e i 40 della
Francia. L'Italia, quindi, cerca di fare la sua parte ma la strada è lunga. La «palla», come sempre in questi
casi, è per forza in mano ai decisori politici apicali, però anche altri attori del sistema possono fare la
propria parte. Per cominciare, viste le differenze fra le Regioni anche in questo settore, affrontare i temi
relativi al titolo V della Costituzione non farebbe che bene. Inoltre, se è vero (si veda
l'articolo a fianco) che è ancora una minoranza, persino fra i giovani, a conoscere e utilizzare i servizi
informatici sanitari non è solo questione di digital-divide generazionale, ma di efficacia informativa. Sul
fronte della professione medica, invece, al di là dell'adeguamento di mentalità che è giusto chiedere ai
dottori, forse vale una riflessione più generale, su quanto la digitalizzazione potrà influenzare il rapporto con
il malato. Perché se è indubitabile che opportunità e progressi dell'informatica sono da accogliere
promuovere, c'è da sperare che un approccio tecnologico e distante non impoverisca il rapporto con il
paziente. In un mondo che si sta tramutando sempre più nella propria rappresentazione, fatta di immagini,
dati, comunicazioni virtuali, avremo bisogno
di medici tecnologicamente evoluti, ma anche capaci di ricordare che quando si ha bisogno
di loro non si desidera trovarsi davanti solo
una figura tecnica ma anche un uomo capace
di conoscere, comprendere e condividere.
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Il commento
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Dalle cellule staminali un farmaco anti-cecità
A. Bio
BOLOGNA. Dal nostro inviato Il battesimo del mercato è atteso nel 2016. E ci è voluto praticamente un
anno dalla registrazione del prodotto. Ma a partire dal prossimo anno arriverà sul mercato quello che, nel
contempo, è il primo prodotto in Europa a base di cellule staminali, per curare lesioni della cornea; un
successo tutto emiliano (maturato dall'impegno di un colosso della farmaceutica di Parma e dell'Università
di Modena e Reggio Emilia); un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privata. C'è tutto questo dietro
Holocar, la prima terapia avanzata a base di cellule staminali approvata in Europa e nata dalla
collaborazione fra il Gruppo farmaceutico Chiesi (1,34 miliardi di fatturato nel 2014 e investimenti in R&D
pari al 18% del fatturato) e ricerca- tori di fama come Michele De Luca e Graziella Pellegrini dell'Università
di Modena e Reggio Emilia. «Già una decina d'anni fa - ha spiegato Andrea Chiesi, director R&D Portfolio
di Chiesi Group - ci siamo chiesti come affrontare il futuro, evidentemente in continua evoluzione per
un'azienda farmaceutica». La risposta è stata quella di concentrarsi su innovazione e ricerca «perché i rami
bassi sono stati già raccolti». È così che nel 2008 nasce lo spin off universitario Holostem Terapie
Avanzate. Da una parte ricercatori dell'Università di Modena e Reggio Emilia, dall'altra un'azienda che nel
2014 - stando allo scoreboard della Ue - si è classificata prima fra le aziende farmaceutiche italiane per
investimenti in ricerca e sviluppo e settima fra tutte le aziende italiane. Tra l'altro la Chiesi già aveva
sperimentato la collaborazione pubblico-privato con il Karolinska Institutet di Stoccolma. Da questo connubio
è nato il Curosurf: un salvavita ospedaliero per i neonati pretermine con problemi respiratori, ricavato dai
polmoni del maiale. Con Holocar si va, primi in Europa, sulle cellule staminali. Il trattamento consiste nel
prelevare una piccola porzione di cellule staminali dall'occhio, fare crescere queste cellule in laboratorio e,
non appena si forma un "foglio" cellulare, trapiantarlo nell'occhio danneggiato. Una speranza che arriva dal
cuore dell'Emilia.
18% Obiettivo R&S Su un fatturato di 1,3 miliardi, Chiesi dedica il 18% alla ricerca
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Farmaceutica . Dal 2016 il prodotto della Chiesi contro le ustioni della cornea
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Italia, primato nero: 84mila morti l'anno
In tutto il continente lo smog uccide 430mila persone ogni 12 mesi e ha pesanti conseguenze per
l'economia e la sanità pubblica
ANTONIO CIANCIULLO
PARIGI. È una strage quotidiana. È come se ogni giorno venissero abbattuti due jumbo carichi di
passeggeri: lo smog in Europa uccide 430mila persone all'anno. I combustibili fossili - che, in tempi più
lunghi, producono il dissesto climatico - sono i principali responsabili di questo pesante impatto sanitario
diretto. Lo certifica il rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente uscito oggi.
La pressione dell'inquinamento resta molto alta nelle città nonostante l'ammodernamento del parco auto,
forse anche a causa dello scarso rigore nella misurazione delle emissioni dei nuovi modelli. Questa
situazione costringe buona parte dei cittadini europei a respirare aria fuori dai limiti di legge. E l'Italia è tra i
paesi più sacrificati: detiene il record delle vittime, 84mila all'anno. «Nonostante i miglioramenti continui
degli ultimi decenni, l'inquinamento atmosferico incide ancora sulla salute degli europei, riducendo la
qualità e l'aspettativa di vita», ha detto Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'agenzia europea. «Inoltre
ha un impatto economico notevole perché aumenta i costi sanitari e riduce la produttività provocando la
perdita di giorni lavorativi». Tre i killer sotto accusa: le micro polveri sottili (Pm2.5), il biossido di azoto
(NO2) e l'ozono di bassa quota. Mentre tra le aree a maggior rischio troviamo la Pianura Padana
penalizzata dall'orografia: l'inquinamento tende a stagnare nella sacca definita dall'arco alpino. Se poi
prendiamo come punto di riferimento non i tetti dell'Unione europea ma i limiti raccomandati
dall'Organizzazione mondiale di sanità, il quadro diventa ancora più preoccupante. L'Italia comunque si
trova in una situazione contradditoria. Ha fatto molto - complice la crisi - per la riduzione dei gas serra. E
infatti pochi giorni fa è arrivata la conferma dell'Ispra: dal 1990 al 2013 le emissioni serra sono diminuite del
16%, oltre gli obiettivi sottoscritti con il protocollo di Kyoto. L'Unione Europea e tutti i suoi membri, Italia
inclusa, hanno raggiunto l'obiettivo stabilito per il periodo 2008-2012.
Ma questo risultato non è bastato a ridurre il tributo pagato in termini di smog, anche se un segnale in
controtendenza arriva da Milano: la decisione di introdurre l'ingresso a pagamento in centro ha ridotto le
emissioni nocive.
http://www.chinaview.cn/ http://www.china-files.com/ PER SAPERNE DI PIÙ
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LO STUDIO. PER BRUXELLES SIAMO IL PAESE D'EUROPA CON PIÙ VITTIME DA INQUINAMENTO
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Protezione made in Italy
Il progetto è sconfiggere la malattia con un vaccino. Che non c'è, nonostante l'impegno di molti ricercatori in
tanti paesi del mondo.
Studi recenti, inoltre, hanno chiarito come i vecchi approcci vaccinali, che utilizzano l'immunizzazione con
proteine virali, non bastano per avere una risposta immunitaria che protegga. Serve invece un approccio
che, da un lato possa prevenire l'acquisizione dell'infezione, dall'altro possa rallentare l'avanzata della
malattia. Vanno in questa direzione i due progetti quinquennali finanziati con 23 milioni di euro ciascuno
dalla Comunità Europea. Al progetto partecipa anche l'Istituto superiore di sanità. I due programmi sono
Eavi2020 (European Aids vaccine initiative 2020), coordinato dal professor Robin Shattock dell'Imperial
College di Londra, e Ehva (European Hiv Vaccine Alliance), coordinato da Yves Levy, di Inserm. I due
progetti (per l'Italia i responsabili scientifici sono Andrea Cara e Stefano Vella, entrambi Istituto superiore di
Sanità) sono molto diversi rispetto ai precedenti e costituiscono, secondo molti, uno spiraglio poiché
potrebbero indurre un organismo vaccinato a produrre anticorpi che neutralizzino il virus.
«Un vaccino preventivo per persone a rischio ma sieronegative spiega Stefano Vella per evitare che si
infettino».
Mentre il secondo vaccino dovrebbe migliorare la risposta immunitaria contro il virus per facilitarne poi
l'eradicazione.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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RSALUTE HIV
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Aids, Ebola e le altre Malattie senza confini*
I patogeni non si fermano alla frontiera E curare chi sta dall'altra parte del mondo ci salva dalle pandemie.
A Roma nasce un polo di ricerca ad hoc. Per migliorare l'accesso alle terapie nel sud del pianeta
ELVIRA NASELLI
AMMESSO ce ne fosse bisogno, la storia dell'Aids ha dimostrato come le malattie non hanno bisogno di
passaporti per spostarsi da un paese all'altro e diffondere il contagio. Che siano virali, batteriche o legate
ad un parassita, come la malaria o la dengue, le patologie viaggiano. E anche se i numeri delle persone
infette sono più alti in alcuni paesi, dove anche le cure arrivano con il contagocce, l'Occidente non ne resta
fuori.
Per questo motivo il nostro Istituto Superiore di Sanità, che sta per presentare un piano complesso di
ristrutturazione interna, ha pensato a un centro nazionale, il primo in Italia, che si occuperà di salute
globale.
«Oggi in realtà dovremmo guardare ancora oltre - ragiona Stefano Vella, attuale direttore del dipartimento
del Farmaco, che da anni tratta i temi delle grandi malattie e dell'accesso alle cure con il Global Fund perché anche il concetto di salute globale rischia di essere obsoleto. Dovremmo riflettere sulla salute
planetaria, proprio perché l'estrema globabilizzazione dei nostri giorni ha consentito spostamenti di persone
e cose - e anche malattie - prima impensabili. E, soprattutto, di diseguaglianza nell'accesso alle cure, una
delle più grandi sfide della medicina moderna».
È chiaro che occuparsi della salute di chi sta in paesi anche lontanissimi, in un mondo globale, sempre più
interconnesso, significa curare e prevenire le malattie di chi ci sta accanto. Non esistono malattie confinate,
qualsiasi malattia colpisce ogni angolo della terra: le malattie lontane che pensavamo scomparse, come la
tubercolosi, sono arrivate da noi e le malattie croniche, come il diabete, stanno arrivando in Africa. «E tra i
paesi occidentali ricchi e quelli in via di sviluppo - annota Vella - c'è la stessa diseguaglianza che nel nostro
paese c'è tra Lombardia e Calabria. Con gli stessi problemi di accesso: oggi per alcune malattie, come
l'epatite C, il problema non è la cura, che è efficace e molto costosa, ma riuscire a curarsi». Ecco perché
l'Iss si occuperà non soltanto di grandi pandemie, malaria, Aids, tubercolosi, Ebola, ma delle malattie
neglette, come Dengue, Chikungyia, Lesmaniosi, malattia di Chagas (dal parassita Tripanosoma), e di
quelle croniche, dalle malattie cardiovascolari alle neurodegenerative, cancro e diabete. «Con il Global
Fund sono state salvate milioni di persone - continua Vella - e affrontate pandemie che stavano
distruggendo intere popolazioni». Il Fondo Globale garantisce la metà dei finanziamenti per la lotta contro la
malaria, l'82 per cento contro la tubercolosi, il 21 per cento dei finanziamenti internazionali per la lotta
contro l'Aids che, con gli oltre quaranta milioni di persone che vivono oggi con il virus Hiv, è certamente la
più grande emergenza sanitaria degli ultimi trent'anni. «Le terapie oggi consentono non solo di migliorare la
salute delle persone infettate che, se curate in tempo, hanno un'aspettativa di vita simile a quella di chi non
è infetto - annota il virologo - ma anche di interrompere la trasmissione del virus Hiv e quindi di riuscire a
"spegnere" l'epidemia». L'obiettivo di Oms e di Unaids (il dipartimento delle Nazioni Unite che ha in carico
la lotta all'Hiv)sarebbe proprio quello di riuscire a mettere sotto trattamento antivirale un numero così alto di
persone da consentire, entro il 2020, di interrompere i contagi. Purtroppo, invece, secondo il rapporto
Unaids appena pubblicato, nel 2014 nel mondo ci sono stati due milioni di nuovi contagi. Di questi 3695
sono italiani. Secondo i dati del Centro Operativo Aids dell'Iss, nel 2014 in Italia non ci sono state variazioni
particolari rispetto ai tre anni precedenti, e i numeri ci pongono al dodicesimo posto in Europa.
Il virus colpisce prevalentemente uomini tra 25 e 29 anni, la trasmissione è legata, nell'84 per cento dei
casi, a rapporti sessuali senza preservativo sia tra eterosessuali che tra omosessuali (40,9 per cento
omosessuali, 26,3 eterosessuali maschi, 16,9 eterosessuali femmine). In Italia - però - il 90,9 per cento dei
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RSALUTE Global health.
01/12/2015
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diagnosticati con infezione da Hiv è seguito presso i centri clinici di malattie infettive, il 92,6 è in terapia
antiretrovirale. «Percentuali altissime, come nella maggior parte dei paesi ricchi - continua Vella - ma le
disuguaglianze restano drammatiche con i paesi del sud del mondo . E inoltre il numero delle infezioni
continua ad aumentare sia in Asia che nell'Europa dell'est, dove riguardano soprattutto i tossicodipendenti.
Il mondo è ancora diviso in due e, a parte l'Aids, basta guardare i dati sulla mortalità materna o neonatale,
o ancora quelli sull'aspettativa di vita per capirlo». Giusto per dare il senso della diseguaglianza, a fronte
del nostro 92,6 per cento di trattati, paesi come Chad o Guinea o la Repubblica Centroafricana, che hanno
moltissimi malati, oscillano con una copertura di terapia retrovirale tra il 16 e il 20 per cento. Il centro di
salute globale dell'Iss lavorerà con esperti di grandi organizzazioni internazionali e con i centri universitari
(quasi ogni università americana ha un proprio centro di salute globale). Con l'obiettivo di cambiare il
modello di cura per renderlo più sostenibile. Questo vale per l'Italia come per l'Africa. «Da noi bisogna
spendere meglio puntando sull'appropriatezza e tagliando le cure inutili - conclude Vella - in Africa invece
servono modelli innovativi di cura. L'ospedale solo per i casi gravi e - per esempio per l'Aids - una
community hub, una comunità di pazienti che assiste altri pazienti portando le cure al letto del malato.
Un sistema assistenziale innovativo, necessario se si vuole davvero curare quei 40 milioni di persone.
Quindici milioni sono già trattati, grazie al Global Fund, ma ne restano altri venticinque. Ed è etico
pensarci».
DATI DEL MONDO NEL 2014
Stati Uniti
ilioni di nuovi casi di Aids
milioni di persone con l'Hiv (0,46%*)
milioni di nuovi casi di Tbc
America latina
milioni di nuovi casi di malaria
* sulla popolazione
dei casi di malaria in questa regione è in Brasile, Bolivia e Colombia
1,2
9,6
>200
72%
1,3%
0,3%
2,2
280 mila
1,7
281
25,8 VACCINO NO CURA NON ANCORA Hiv Casi per 100mila abitanti TUBERCOLOSI 8 945 Numero di
casi per 100 abitanti (15-49 anni) AIDS 0,1 27 Europa milioni di persone con l'Hiv (0,43%*) Caraibi persone
con l'Hiv (1,1%* ) Africa subsahariana milioni di persone con l'Hiv (4,8%*) In Italia della popolazione
convive con l'Hiv.
3.695 nuovi casi nel 2014 Africa casi di Tbc per 100mila abitanti nel 2014 Estonia della popolazione
convive con l'Hiv, è la cifra più alta in Europa America latina milioni di persone con l'Hiv (0,4%*) N U O V I
C A S ID I AIDS • C I F R E I N M I L I O N I 2000 2012 2014 2002 2004 2006 2008 2010 3 1 N U O V I C A
S I D I T U B ERCO L O S I• C I F R E I N M I L I O N I 2000 2012 2014 2002 2004 2006 2008 2010 10 9,5
9 Europa 61% CHAD 56% GUINEA 60% MALI 73% NIGERIA 7% CUBA 30% HAITI 66% VENEZUELA
12% USA 74% AFGANISTAN 20% BELGIO 71% AZERBAIGIAN 18% ITALIA 5% OLANDA 23% SPA 7%
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FR ANCIA 13% GERMANIA 76% SUDAN 8% QATAR 74% YEMEN 15% C ANADA QUANTO COSTA LA
SALUTE 80 60 40 20 0 % che ogni cittadino paga di tasca propria sul totale della spesa sanitaria Africa
Americhe Oriente medioN U O V I C A S I D IM ALAR I A •C I F R E I N M I L I O N I 2000 2012 2014 2002
2004 2006 2008 2010 200 250 200480mila
58%
93
55
Principalmente Mycobacterium tuberculosis VACCINO SI (bassa e cacia) CURA SI VACCINO SI (e cacia
50%) CURA SI Parassita del genere Plasmodium Casi registrati nel 2013 MALARIA 368 milioni 6,7 Sud-Est
asiatico e Pacifi co occidentale di nuovi casi di Tbc si concentra in questa regione Asia e Pacifi co
occidentale ilioni di persone con l'Hiv (0,2%*) persone al mondo hanno sviluppato Tbc resistente ai farmaci
. Più della metà è in India, Cina e Russia Africa milioni di persone, sono a rischio di contrarre la malaria
paesi in cui la malaria è endemica.
Principalmente in Africa e in Asia Totale di casi: 28634 al 15 novembre 2015 EBOLA Guinea Liberia S.
Leone Altri paesi 3804 40% è mor to 10672 14122 36, di cui uno italiano VACCINO SPERIMENTALE
CURA SPERIMENTALE VIRUS EBOVFONTE OMS, REPORT 20142015 / EUROPEAN CENTRE FOR
DISEASE PRE VENTION AND CONTROL, REPORT 2013 / ISS DATI 2015 EL ABORA ZIONE DATI
MARCO SIMONELLI INFOGR AFICA PAULA SIMONET TI Sud-Est asiatico Pacifi co occidentale 9% R.
UNITO 68% MYANMAR 16% SVEZIA 60% BANGLADESH 19% AUSTR ALIA 34% CINA 57% FILIPPINE
14% GIAPPONE 11% N. ZELANDA 80 60 40 20 0PER SAPERNE DI PIÙwww.iss.it http://ecdc.europa.eu
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Vi racconto come abbiamo catturato la bestia nera
Una doppia dose. Così si immunizza in 2 fasi. E si ottiene copertura più lunga
ELISA MANACORDA
LA FOOD AND DRUG Administration lo aveva definito il "missing link": l'anello mancante, quello che
ancora serviva per assestare all'HIV un colpo (quasi) mortale. Un kit diagnostico in grado di testare su ogni
paziente infetto la sensibilità del virus ai farmaci e dunque la resistenza, vera bestia nera di chiunque
tentasse di curare l'Aids negli anni critici dell'epidemia. A metterlo a punto, alla fine degli anni Novanta, era
stata la Tibotec-Virco, una piccola biotech fondata da un medico e ricercatore belga, Paul Stoffels. Uno che
si era formato proprio a stretto contatto con i virus che vengono dall'Africa e fanno paura. Stoffels - che oggi
è Chief Scientific Officer di Johnson&Johnson - ha preso contatto con le epidemie letali sul campo in Congo
e in Ruanda, cioè proprio nelle aree nelle quali sono stati identificati i primi pazienti con Hiv e poi con Ebola.
E proprio questa esperienza gli ha consentito di individuare meglio i punti deboli dei suoi avversari, i virus.
Dall'Africa, il medico belga ha poi portato il suo senso per i virus nei laboratori della farmaceutica Janssen
dove, racconta: «avevamo individuato un nuovo target per gli inibitori non nucleosidici della trascrittasi
inversa, ovvero quelle sostanze capaci di bloccare Hiv perché inibiscono un enzima virale essenziale»,
ricorda Stoffels. Ma la prima molecola testata non funzionò, così come non funzionarono altre sperimentate
successivamente. «Non riuscivamo a capire il perché. Vedevamo qualche effetto clinico, ma di breve
durata: il paziente stava meglio, ma dopo due settimane, diventava resistente ai farmaci che utilizzavamo.
Allora provavamo con un'altra sostanza, ma dopo altre due settimane anche questa perdeva efficacia»,
ricorda Stoffels.
Lo scenario era quello della rincorsa a trovare sempre nuovi farmaci capaci di contrastare l'Hiv, che, si
cominciava a capire, non sarebbe mai stato vinto da una sola sostanza. L'obiettivo era mettere a punto
delle combinazioni abbastanza efficaci. Ma l'ostacolo quasi insormontabile è proprio nella estrema
variabilità del virus. L'Hiv è in grado di cambiare il 10 per cento del suo genoma a ogni replicazione. Ogni
tre giorni, una persona infettata ha una popolazione virale completamente nuova, che sfugge alle maglie
dei farmaci e sottopone il sistema immunitario a un tale super-lavoro da costringerlo alla resa.
Comprendere esattamente quando insorge la resistenza era la chiave di volta per battere Hiv sul tempo.
«Così ci concentrammo su questo aspetto, e mettemmo a punto un kit diagnostico per verificare la
sensibilità del virus alle diverse molecole», ricorda il virologo. La prova del fuoco del kit è il test sui pazienti
di un grande ospedale di San Francisco, all'epoca il cuore dall'epidemia di Aids. I risultati furono così
incoraggianti da ottenere l'approvazione dell'ente regolatorio americano. «Gli ospedali di mezzo mondo ci
inviavano i campioni di migliaia di pazienti, per verificare la presenza di resistenza».
Le competenze sviluppate con Tibotec-Virco nella lotta ad Hiv, che combinava l'analisi del virus con la
ricerca di nuove terapie, tornano in campo contro Ebola. «Il ceppo kikwit Zaire arrivava proprio dai luoghi
nei quali avevo lavorato tanto tempo prima», ricorda Stoffels. Per sviluppare un vaccino, il virologo attiva
una collaborazione con Crucell, una biotech che lavorava su Ebola grazie ai fondi antiterrorismo del
governo americano. «I nostri dati - spiega - dicevano che con la strategia prime-boost (una doppia
vaccinazione in cui un vaccino prepara il sistema immunitario (prime) e un altro vaccino, somministrato a
intervalli predefiniti, stimola nuovamente questo effetto rafforzandolo (boost)) potevamo avere una
protezione immediata e una a lungo termine. Ne abbiamo testato la validità su modelli animali, con
successo. E ora abbiamo appena annunciato l'avvio di un trial clinico in Sierra Leone per valutare uno
schema di vaccinazione preventivo contro Ebola. L'arruolamento dei pazienti è in corso e i primi volontari
hanno già ricevuto la dose iniziale di vaccino».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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RSALUTE Resistenza. I virus mutano continuamente. Perciò le terapie diventano inutili. Un medico
racconta come ha trovato il modo di controllare l'Hiv E con questa esperienza riuscire a capire e controllare
Ebola. Fino al vaccino
01/12/2015
Pag. 44
diffusione:289003
tiratura:424634
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Ora la lotta ai virus ha nuove emergenze.
«Abbiamo i farmaci, ma, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dobbiamo migliorare l'aderenza alla terapia
- conclude Stoffels - in alcune regioni dell'Africa rifornimento e distribuzione di farmaci sono difficilissimi. E
basta saltare tre giorni di terapia perché un virus come Hiv sviluppi resistenza. L'obiettivo è un medicinale
costituito da un'iniezione mensile».
2013: la paura Il virus Ebola ha colpito per la prima volta nel 1976 nella zona dell'omonimo fiume in Congo,
con un tasso di mortalità del 95 per cento.
La peggiore epidemia registrata, però, è la più recente, esplosa in Africa occidentale nel dicembre 2013.
La paura è stata globale e ha alimentato molte ricerche di vaccino.
www.niaid.nih.gov www.actionaid.it PER SAPERNE DI PIÙ
01/12/2015
Pag. 49
diffusione:289003
tiratura:424634
I FARMACI CHE COSTANO MOLTO VALGONO SE MIGLIORANO LA VITA
PAOLO CORNAGLIA FERRARIS
SI STIMA che 2.587.347 persone oggi siano vive dopo una diagnosi di cancro (4.4 per cento degli italiani).
Lo studio di Airtum working group dimostra che ogni anno c'è un aumento del 3 per cento delle diagnosi.
Un quarto di queste persone sono considerate definitivamente guarite. L'Airtum Report 2014 descrive le
loro caratteristiche in 50 forme diverse di cancro, identificandole per sesso ed età. Queste informazioni
stimoleranno studi sulla qualità della vita durante e dopo le fasi di trattamento e gli effetti a distanza delle
terapie (soprattutto se fatte da bambini). Servono anche a ricavare una proiezione dei futuri costi, con i
prezzi crescenti dei nuovi farmaci. Più potenti e specifici, potrebbero abbreviare le terapie e curare più
malati, ma essere così onerosi da risultare insostenibili. La pianificazione della cura dei tumori passa
attraverso una maggior sobrietà dei protocolli. Non abbiamo bisogno di esami ridondanti e superflui, ma di
controlli giusti, al momento giusto. Non dobbiamo trattare persone che non traggono beneficio dalle terapie:
possiamo chiamare così un allungamento medio della vita di 3 settimane? No, se è pagato al prezzo di
dolorosi, costosissimi, ricoveri ospedalieri.
Ma chi disegna, discute e concorda i protocolli di terapia nelle diverse forme di cancro? Ha interesse alla
sobrietà? O ad indurre il consumo dei prodotti di aziende che sponsorizzano meeting? La sobrietà deve
essere premiata quanto si premiano oggi i medici che consumano inutilmente, esperti che producono
schemi di terapia (protocolli) esuberanti per esami di controllo e per farmaci da miscelare.
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RSALUTE CAMICI & PIGIAMI
01/12/2015
Pag. 9
diffusione:189394
tiratura:278795
Rapporto dell'Agenzia ambientale comunitaria: impegni non rispettati
MARCO ZATTERIN CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
Nel 2012 l'aria inquinata ha p rovo c at o i n I t a l i a 8 4 .4 0 0 morti premature. E' un dato terribile
soprattutto perché, a leggere il rapporto diffuso ieri dall'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), stavolta
siamo la terra dei record e oltre un quinto dei decessi anticipati dell'Ue si verifica nelle nostre regioni. Il
male colpisce in particolare nella Pianura Padana, ma nessuna città è davvero immune dall'ossigeno
contaminato. «L'inquinamento riguarda tutti», ha detto il premier Renzi alla Conferenza sul Clima di Parigi.
A noi però, se i numeri sono quelli che sono, ci riguarda un po' più da vicino. Il documento dell'Aea racconta
una storia che non sorprende. L'inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la
salute in Europa, poiché riduce la durata di vita delle persone e contribuisce alla diffusione di patologie
cardiache, problemi respiratori e cancro. Il nemico è invisibile, anche se la fascia di smog che avvolge
periodicamente alcune nostre aree urbane, soprattutto nel Nord, fa ben intendere quando c'è ancora meno
da star allegri. Per il resto, poco da fare. L'unica reazione può essere collettiva e a livello di sistema. E
questo è un altro problema. Nel curriculum dell'Italia ci sono in questo momento due procedure di infrazione
per violazione delle direttive europee sulla qualità dell'aria, una del luglio 2014 sui limiti non rispettati delle
polveri sottili Pm10 e una del maggio scorso per il biossido di azoto. A queste si aggiunge la condanna p ro
n u n c i at a d a l l a C o r t e d i Giustizia Ue perché dal 2005 al 2009 non abbiamo rispettato le norme di
sicurezza per ancora per i Pm10. Bruxelles ha in buona sostanza cercato di farci rispettare gli impegni che
abbiamo preso. Con scarsi risultati, sinora. Gli inquinanti problematici sono tre: il particolato (PM), l'ozono
troposferico presente nei bassi strati dell'atmosfera ( O 3 ) e i l b i o s s i d o d i a z o t o (NO2). Le stime
dell'Aea sull'impatto sulla salute associato all'esposizione di lungo termine al PM 2,5 rivelano che questo
inquinante è stato responsabile di 432 mila morti prem at u re i n E u ro p a n e l 2 0 1 2 (59.500 in Italia),
un livello analogo agli anni precedenti. Le conseguenze dell'esposizione a NO2 e O3 sono state
rispettivamente 75 mila (21.600 da noi) e 17 mila (3.300) decessi prematuri. Se non bastasse, un effetto
nocivo è stato misurato in modo evidente su vegetali ed ecosistemi. In Italia colpisce anzitutto il biossido di
azoto. E' un gas bruno sprigionato dal traffico, come da impianti di riscaldamento, centrali di energia e
processi industriali. L'area più scossa delle micropolveri è la Pianura Padana, da Brescia, Monza, Milano,
sino a Torino, centri che oltrepassano il limite Ue di una concentrazione media annua di 25 microgrammi
per metro cubo d'aria, soglia sfiorata da Venezia. Considerando il livello più basso raccomandato
dall'Organizzazione mondiale della sanità (10 microgrammi per metro cubo), il contesto italiano peggiora
sensibilmente, a Roma, Firenze, Napoli, Bologna. Va male anche Cagliari, nonostante il mare e il vento. I
grandi impianti si sono dimostrati più forti della Natura.
Foto: MICHELE D'OTTAVIO/BUENAVISTA
Foto: Allarme Un vigile urbano torinese con la mascherina per proteggersi dallo smog. L'Agenzia europea
dell'ambiente ha diffuso un rapporto con dati molto negativi sui decessi anticipati per contaminazione
atmosferica
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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"Lo smog fa 84.400 morti l'anno" L'Italia maglia nera in Europa
01/12/2015
Pag. 15
diffusione:85021
tiratura:120193
In Italia ci sono 140mila sieropositivi, il numero più elevato di tutta
l'Europa
Sono soprattutto i giovani tra i 25 e i 29 anni i bersagli preferiti dal virus dell'Hiv in Italia. Lo afferma il
Centro Operativo Aids dell'Istituto superiore di sanità in occasione della Giornata mondiale per la lotta
contro la sindrome da immunodeficienza acquisita che si tiene oggi. Nonostante anni di campagne
informative sulla malattia, il contagio avviene nell'84% dei casi attraverso rapporti sessuali non protetti (il
40% dei quali tra omosessuali maschi). Come indicano i dati forniti dall'Iss e quelli dell'Associazione dei
microbiologi italiani (Amcli), la mancata diminuzione delle nuove diagnosi, unita comunque all'efficacia delle
cure per chi scopre di avere l'infezione, fa sì che nel nostro Paese ci siano 140mila sieropositivi: il numero
più alto d'Europa. La profilassi pre-esposizione, l'assunzione cioè dei farmaci prima di contrarre l'infezione,
ridurrebbe i contagi del 90%, ricorda uno studio del Cdc (Centro per la prevenzione e il controllo delle
malattie) di Atlanta (Stati Uniti), ma la terapia non è molto conosciuta neppure dai medici oltreoceano, tanto
che oltre un terzo di loro non ne ha mai sentito parlare.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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AIDS
01/12/2015
Pag. 12
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tiratura:96288
Il triste record del Belpaese: primato nelle morti premature da smog
ROBERTA ZUNINI
La conferenza dell ' Onu sul clima iniziata ieri a Parigi ci riguarda da vicino, anzi da molto vicino. Con
84.400 morti premature nel 2012, a fronte dei 491 mila decessi registrati in totale nell ' Unione europea, l '
Italia è schizzata al primo posto dei paesi più inquinati dell ' Unione, composta da 28 paesi membri. Questo
funesto dato - diffuso dall ' Agenzia europea dell ' a mb ien te (Aea) - è dovuto all ' inalazione di polveri
sottili. Al secondo posto si è posizionata la Germania con 72.000 morti premature, 59.500 attribuibili al
particolato, primo killer anche da noi. La zona italiana più colpita si conferma la pianura padana. A
provocare i decessi sono le concentrazioni di particelle di inquinamento sia nell ' a t mo s f er a alta che
negli strati bassi, quasi al livello del suolo, e tra i responsabili c'è anche il biossido di azoto. Lo studio rivela
inoltre che una delle fonti principali dell ' inquinamento atmosferico è la combustione di biomasse e
carbone. Tutto ciò comporta pesanti ricadute anche su costi ospedalieri, perdita di giornate di lavoro, oltre a
causare una resa sempre più bassa dei raccolti. L ' Agenzia ha inoltre riferito che nel 2013, l'87% degli
europei sono stati esposti a livelli di particelle che superavano gli standard di qualità dell ' aria definiti da ll '
Organizzazione mondiale della sanità, più rigorose di quelle europee. SE LA UE dovesse adottare gli
standard dell ' Oms, le concentrazioni di particelle inquinanti calerebbero di circa un terzo e i decessi
prematuri scenderebbero a 144.000. "Sono dati che vanno presi molto con le pinze non vorrei che fosse
una notizia come quella della carne dell ' Oms", ha subito replicato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin
. Anziché mostrare preoccupazione, la ministra ha sollevato dubbi, sostenendo di volere, prima di far
scattare l ' allarme, il parere dell ' Istitu to superiore della sanità : " Do podiché faremo un accertamento,
bisogna vedere qual è il criterio adottato dall ' Aea " . A Parigi le logiche campanilistiche dovrebbero essere
superate a favore di un coordinamento più ampio. Ma le resistenze delle singole nazioni non sembrano
facili da arginare, nonostante tutti i leader siano stati avvertiti che questa è l ' ultima chiamata per salvare il
pianeta e le specie che lo abitano.
84 .400 decessi nel 2012, sul totale di 491 mila registrati nell ' Unione
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Ve l e n i L ' Agenzia dell ' ambiente: polveri sottili letali, il ministro Lorenzin minimizza ITALIA / 1
01/12/2015
Pag. 9
diffusione:50924
tiratura:71724
Maschere per la respirazione, garze, cerotti e forbici mediche aumenta la
sicurezza in mare
A bordo bisogner à portare anche gli strumenti per misurare la pressione. Costo minimo: 350 euro Chi non
si adegua rischia multe salate a partire da 333 euro I controlli saranno affidati alla Capitaneria di Porto
RICCARDO PORCÙ
GENOVA. Sotto l'albero un chilo di cotone idrofilo e strumenti per misurare la pressione e auscultare, basi
per ogni medico, misteri per i profani. Tutto a bordo, entro il 18 gennaio. La rivoluzione che rischia di
costare centinaia di euro a migliaia di armatori e di titolari di imbarcazioni da diporto (barche al di spora dei
dieci metri di lunghezza, ndr) arriva con un decreto del ministero della Salute, pubblicato da due settimane
in Gazzetta ufficiale e ancora sconosciuto ai più. Cambiamenti per garantire una maggiore sicurezza e
aggiornare un decreto vecchio di 27 anni, mai modificato dal 1988, tanto da arrivare al paradosso di
prevedere a bordo medicinali ormai fuori commercio. Destinati a incidere sui portafogli di molti appassionati
del mare. Non solo acqua ossigenata e disinfettante, cerotti e garze, prescritte più dal buon senso che dal
ministero. Ora arrivano anche le maschere facciali per la respirazione, per adulti e bambini, cotone idrofilo
in quantità quadrupla rispetto a poche settimane fa, bende e lacci emostatici. E ancora, almeno cinque paia
di guanti in latex, dieci garze tra sterili e non, forbici per tagliare abiti e per uso medico. Una piccola
farmacia galleggiante anche per le imbarcazioni da diporto, necessaria, secondo il ministero, per garantire
la massima sicurezza. Cambiamenti che abbracciano tutte le categorie, dalle navi passeggeri ai traghetti,
dai mercantili alle navi da crociera. Dalle spese resteranno fuori solo i natanti, le unità cioè al di sotto dei
dieci metri di lunghezza, già oggi non obbligati a portare a bordo alcuna cassetta di medicinali se in
navigazione entro le 12 miglia marine dalla costa. Per le navi con trasporto passeggeri, oltre le 12 persone,
le novità incideranno su vari aspetti, dal quantitativo delle scatole di analgesico agli antidoti "per
stupefacenti oppiacei", rimedi contro le convulsioni e antishock. Un po' di tutto per evitare brutte sorprese in
mare. Che però a gennaio significheranno "investimenti" obbligati per non rischiare sanzioni da parte della
Guardia Costiera. Basterà infatti non adeguarsi alle novità per far scattare, in caso di controllo, le sanzioni
previste dal codice della navigazione, da 333 euro in su. Ma quanto costeranno i nuovi medicinali? Per ora i
fornitori di materiale per la nautica preferiscono andarci cauti. Prezzi alla mano, il costo totale varia dai 350
euro fino a sfondare i mille in base al tipo di equipaggiamento richiesto dalle tabelle. In tanti però non hanno
ancora iniziato ad attivarsi per la novità, in attesa di delucidazioni sull'applicazione del testo. «Noi abbiamo
immediatamente cominciato a rifornirci. Certo, una nave internazionale oltre i dieci metri rischia di dover
pagare, solo per rispettare la normativa, tra i 4 mila e i 5 mila euro - spiega John Clarke della farmacia
Ghigliazza di Lerici, specializzata nelle forniture di materiali sanitari per navi di alta gamma, dalle petroliere
agli yacht fino alla diportistica o alle imbarcazioni commerciali -. Non so come la prenderanno gli armatori
ma la delusione sarà piuttosto evidente». Per uniformarsi c'è tempo fino al 18 gennaio, data limite per
ampliare la cassetta arancione dei medicinali come previsto dal ministero. Modifiche che verranno verificate
dalla Capitaneria di Porto nei consueti controlli a cadenza annuale per le categorie più "pesanti" ma anche
in fase di rilascio del cosiddetto "bollino blu", la "patente" per le imbarcazioni più piccole. Con il rischio di
dover cercare maschere da respirazione e lacci emostatici come regalo di Natale.
Le novità previste dal decreto
Dotazione vecchia
Dotazione nuova
250 grammi di cotone idrofilo 5 Bende garze 1 Confezione cerotto adesivo 1 Forbici 6 Garze sterili 18x40
cm 1 Garza sterile 10x10 cm 1 Laccio emostatico 2 Stecche per fratture 1 Chilo di cotone idrofilo 2 Forbici,
per taglio vestiti e per uso medico 2 Maschere Ambu per la respirazione, una per bambini e una per adulti 1
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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DAL 18 GENNAIO NUOVE NORME PER IL KIT SANITARIO OBBLIGATORIO PER LE IMBARCAZIONI
DA DIPORTO
01/12/2015
Pag. 9
diffusione:50924
tiratura:71724
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Pallone autoespandibile per la rianimazione e la respirazione Sfigmomanometro e fonendoscopio (le
strumentazioni mediche per misurare la pressione e per "auscultare") 10 Bende garze orlate 5 Garze sterili
a 16 strati 18x40 cm 5 Garze non sterili 20x20 cm 2 Confezioni cerotti adesivi 2 Lacci emostatici 2 Stecche
per fratture
01/12/2015
Pag. 12 N.44 - 1 dicembre 2015
Piemonte, l'oncologia appropriata
Il modello organizzativo segue l'Hub&Spoke: concentrate le casistiche complesse
Emiliano Calabrese
In Piemonte, dopo la riorganizzazione delle strutture ospedaliere (Dgr 1-600 e 1-924), è la volta della rete
oncologica ad adeguarsi alle prescrizioni individuate con il decreto ministeriale 70/2015 che recepisce il
Regolamento riguardo gli standard qualitativi, strumentali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza
ospedaliera. Non solo, grazie al nuovo provvedimento è stabilita anche la ridefinizione dei centri autorizzati
alla prescrizione di farmaci oncologici sottoposti a registro Aifa. Si tratta di un aspetto di non poco conto e
utile per il monitoraggio di una spesa che nel 2014, a livello nazionale, ha oltrepassato ampiamente il
miliardo e 500 milioni di euro, pari a circa il 30% dell'intera somma destinata alla farmaceutica ospedaliera.
Non va dimenticato, infatti, che spesso si superano anche i 50mila euro a trattamento per singolo paziente
nel corso di un anno. Tornando alla rete oncologica, il modello organizzativo segue quello Hub&Spoke: il
che significa concentrare le casistiche più complesse, o che necessitano di più complessi sistemi produttivi,
in un numero limitato di centri (Hub) che sonostrettamente collegati attraverso connessioni funzionali con i
centri ospedalieri periferici, i cosiddetti Spoke. Le scelte dei tecnici dell'assessorato hanno preso in
considerazione una serie di criteri e indicatori, tra i quali la diffusione epidemiologica delle singole
neoplasie, la presenza nei centri dei Gruppi Interdisciplinari di Cura nonché il pieno funzionamento dei
Centri di Accoglienza e Servizi in grado di garantire in modo coordinato, appropriato e tempestivo gli esami
di diagnosi e stadiazione. Da rilevare anche la valutazione attraverso i volumi di attività dei singoli presidi
ospedalieri, l'esperienza degli operatori - in proposito si sono presi in considerazione oltre che i curriculum
formativi anche i dati di esito degli interventi - e le tecnologie presenti all'interno delle varie strutture.
Entrando nel merito dell'ubicazione dei centri di riferimento per le singole patologie tumorali,
complessivamente 16, il Piemonte è stato suddiviso in sei aree sovrazonali. Tre comprendono l'area
metropolitana della città di Torino, le altre il resto della regione e più precisamente, Piemonte Sud-est (Asti
e Alessandria), Piemonte Sud-Ovest (Cuneo) e Piemonte Nord-Est (Novara, Vercelli, Biella e Verbano
Cusio Ossola). A oggi, grazie ai nuovi provvedimenti di riorganizzazione, per gli interventi chirurgici di
tumore al seno, neoplasia tra le più diffuse, si passerà dalle attuali 56 strutture a 16, di cui 7 su Torino e
provincia e 3 per ciascuna area del resto del Piemonte. Stesso ragionamento per tutte le altre categorie. Ad
esempio per i tumori urologici i nosocomi non saranno più di 23, quasi la metà di quelli attuali se si
considera che sono 39 gli ospedali dove nel 2014 si è effettuato almeno un intervento chirurgico alla
prostata. Passano da 42 a 22 i centri che si occuperanno dei tumori del colon e del retto, mentre per i
tumori allo stomaco saranno 20 e non più 28 i presidi dedicati. Va precisato che nessun reparto sarà
chiuso, ma risulta evidente che la partita si è diciso di giocarla nell'ambito della appropriatezza
concentrando le professionalità ed evitando che vi siano ospedali che effettuano poche operazioni. Nel
caso del tumore al seno, nel 2014, sono stati 20 i centri che hanno effettuato non più di 5 interventi contro
un'indicazione, presente nell'Intesa Stato-Regioni sull'organizzazione dei Centri di Senologia, di almeno
150 nuovi casi all'anno. La stessa cosa si ripete per tutte le altre patologie. Adesso toccherà ai medici di
medicina generale nonché ai centri di assistenza della rete oncologica, sotto la supervisione del
Dipartimento della Rete e dell'Assessorato, indicare il percorso più appropriato da seguire senza
dimenticare che le linee guida provengono dalle società scientifiche. Insomma, il Piemonte prova ad
ammodernare la sua rete oncologica con l'obiettivo di renderla più efficace, efficiente e, perché no, anche
più economica grazie a un maggior controllo soprattutto sulla somministrazione dei farmaci in particolare
per quelli endovena.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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RIFORME/ Dopo gli ospedali ridisegnata la rete di assistenza specialistica che recepisce il decreto 70/15
01/12/2015
Pag. 14 N.44 - 1 dicembre 2015
Le priorità tra invecchiamento e disuguaglianze
Mario Braga Agenas
Secondo la definizione di Romanow «Non vi è uno standard su quanto un paese dovrebbe spendere per la
salute. La scelta riflette la storia, i valori e le priorità di ciascuno. Il sistema sanitario è tanto sostenibile
quanto noi vogliamo che sia». Pertanto, il tema della sostenibilità non può essere affrontato in maniera
assoluta, o solamente da un punto di vista finanziario, ma deve considerare una serie di elementi perché un
Ssn sostenibile deve centrare quattro ambiziosi obiettivi: rispettare le finalità costitutive, soddisfacendo i
bisogni di salute e di servizi sanitari dei singoli e della collettività: promozione della salute, prevenzione
delle malattie, recupero della salute, accompagnamento del fine vita; produrre benessere, generando
risultati ottimali in termini di salute e di sanità; essere dinamico, ovvero in grado di reagire e adattarsi a
cambiamenti culturali, sociali, tecnologici, economici, di aspettative ed epidemiologici; rispettare il futuro,
evitando di compromettere i bisogni e le aspettative delle generazioni future, non solo da un punto di vista
sanitario. Il tema della sostenibilità deve essere declinato in modo tale da rispettare i vincoli e le aspettative
generate da diverse dimensioni, ovvero: risorse: economiche, tecnologiche, strutturali, umane; sociale:
equità, solidarietà, universalità; politica: modelli di sviluppo, modelli sociali, modelli organizzativi; globale:
mobilità di beni e persone, fenomeni migratori per cause naturali, economiche o legate a conflitti,
emergenze pandemiche; socio-sanitaria: bisogni, aspettative. Le soluzioni sinora adottate si sono limitate a
ridurre la quantità di risorse disponibili (tagli lineari), senza modificare i comportamenti o considerare i
cambiamenti in atto futuri: è giunto il momento di cambiare prospettiva, anche in termini di gerarchia dei
bisogni. Nel nostro Paese, ad esempio, l'invecchiamento della popolazione e l'aumento di casi di anziani
fragili e poli-patologici si scontra con un Ssn caratterizzato da un elevato numero di medici specialisti,
mentre occorrerebbero maggiori competenze internistiche, oltre a un ruolo proattivo della medicina
generale e del personale infermieristico. Il carico delle patologie dementigene è elevato e crescente, ma si
scontra con una carenza di servizi dedicati, soprattutto nelle Regioni del centro-sud. Dal punto di vista delle
risorse allocate, negli anni abbiamo ridotto la spesa sanitaria agendo esclusivamente su tre elementi:
risorse umane con il blocco del turnover, di cui presto dovremo rendere conto all'Europa; diminuzione della
spesa farmaceutica, soluzione "facile" che, non accompagnata da interventi di sistema in grado di ridurre
fenomeni di inappropriatezza prescrittiva, subirà inevitabilmente un'inversione di rotta considerato il costo
elevato dei farmaci contro l'epatite C o di quelli oncologici; tagli alla medicina di base, che contrasta con i
reali bisogni di salute del Paese, che sarebbero meglio soddisfatti da un potenziamento del territorio. In
termini di diseguaglianze il nostro Paese, che presenta realtà equivalenti se non migliori di quelle di altri
paesi europei, vive un profondo divario di natura geografica: l'analisi dell'accesso ai servizi e i dati del Pne
dimostrano inequivocabilmente che chi vive nelle regioni del centro-sud ha meno possibilità di accesso e di
fruizione di servizi sanitari rispetto ai cittadini del nord. Per risolvere il nodo della sostenibilità del Ssn è
indispensabile quindi cambiare radicalmente prospettiva, evitando di limitare l'analisi ai soli aspetti
economici: occorre la capacità di anticipare i cambiamenti a medio e lungo termine, agendo su tutte le
dimensioni, con particolare attenzione alla dismissione di competenze, pratiche e tecnologie prive di
efficacia (disinvestimento) e alla riorganizzazione dei servizi assistenziali, ma anche promuovendo attività
preventive e di promozione della salute efficaci, uno sviluppo ottimale e coerente delle risorse umane e
politiche sanitarie efficaci in tutti gli ambiti di vita e di lavoro.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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ANALISI E PROSPETTIVE OLTRE GLI ASPETTI FINANZIARI
01/12/2015
Pag. 18 N.44 - 1 dicembre 2015
Red.San.
Medici senza frontiere (Msf) accoglie con favore i progressi fatti a livello globale nel fornire il trattamento
contro l'Hiv a un maggior numero di persone, ed esorta tutti i Paesi colpiti a fare proprie le nuove linee
guida "test and treat" dell'Oms prima del vertice straordinario dell'Onu sull'Hiv/Aids previsto per giugno de
prossimo anno. Durante il vertice, i governi donatori dovrebbero impegnarsi in un piano di finanziamenti per
colmare le lacune nel sistema di trattamento per l'Hiv a livello globale. Secondo il nuovo rapporto Unaids,
nel mese di giugno di quest'anno, 15,8 milioni di persone erano sotto terapia antiretrovirale (Art), un
incremento di 2,2 milioni rispetto all'anno precedente. «È una buona notizia che il trattamento contro l'Hiv
stia raggiungendo sempre più persone, con 2,2 milioni di nuovi pazienti che hanno iniziato il trattamento
quest'anno. Ma per raggiungere l'obiettivo globale di 30 milioni di persone sottoposte a trattamento entro il
2020, devono esserci tre milioni di nuovi pazienti trattati ogni anno», ha detto Sharonann Lynch, esperto di
Hiv e tubercolosi per la Campagna di Accesso ai Farmaci di Msf. «Non bisogna perdere altro tempo, i Paesi
devono integrare le nuove linee guida "test and treat" dell'Oms, secondo cui deve essere somministrato un
trattamento immediato a tutte le persone affette da Hiv/Aids». L'esperienza pilota di Msf sulle linee guida
"test and treat" in Swaziland mostra che porre sotto trattamento antiretrovirale i pazienti quando il loro
sistema immunitario non è ancora seriamente compromesso è un approccio favorevolmente accettato dai
pazienti e realizzabile anche in contesti a risorse limitate. Msf sta implementando il programma "test and
treat" anche in Sud Sudan. Affinché i Paesi accolgano e implementino le linee guida del- l'Oms serve
volontà politica e sostegno finanziario, in particolare per i Paesi con una copertura limitata del trattamento
Hiv, che altrimenti rischiano di essere lasciati indietro. Oggi, a livello globale, quasi la metà delle persone
affette da Hiv ha accesso alle cure, ma la copertura del trattamento precipita a meno del 25% in Paesi
come Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan. «I governi che
hanno finanziato il trattamento per l'Hiv a livello globale devono essere incoraggiati dagli importanti
progressi registrati, ma ora devono fare il possibile per accelerarne la diffusione, in modo che ogni persona
affetta da Hiv riceva il trattamento e il supporto necessario per poter assumere la terapia per il resto della
sua esistenza», ha detto Lynch di Msf. Emergenza teen-ager. Ma resta il dramma dei contagi tra i
giovanissimi: il numero di morti tra gli adolescenti a causa dell'Aids è triplicato nel corso degli ultimi 15 anni,
come denuncia l'Unicef. L'Aids è la causa numero uno delle morti tra gli adolescenti in Africa e la seconda
causa di morte tra gli adolescenti a livello globale. Tra la popolazione affetta da Hiv, i teen-ager sono l'unico
gruppo per i quali i dati sulla mortalità non stanno diminuendo. Nell'Africa subsahariana, la regione con la
più alta incidenza, le ragazze sono le più a rischio, rappresentando 7 contagi su 10 nel gruppo di età 1519
anni. E in questa fascia solo 1 giovane su 10 ha effettuato il test per l'Hiv. Tra gli adolescenti ogni ora si
verificano 26 nuove contagi. Circa la metà di persone sieropositive sono concentrati in soli sei Paesi: Sud
Africa, Nigeria, Kenya, India, Mozambico e Tanzania.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Antiretrovirali per 15,8 mln di malati nei Pvs
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Epilessia, il Meyer individua il gene della sindrome perisilvanica
Renzo Guerrini *
Una ricerca che parte dal 1993 quando descrivemmo le manifestazioni cliniche e le alterazioni alla
risonanza magnetica cerebrale, causate da una sindrome malformativa congenita che si manifesta nei
bambini con epilessia, deficit cognitivo e disturbi motori. Un lavoro che allora valse la pubblicazione su
Lancet , la più prestigiosa rivista medica internazionale. In ventidue anni di studi e lavorando in
collaborazione con i maggiori centri internazionali come il Center for Integrative Brain Research del Seattle
Children's Research Institute, siamo arrivati a trovarne la causa, aggiornando così sul Lancet Neurology lo
studio da cui partimmo. PIK3R2 , è il nome del gene responsabile della sindrome perisilviana congenita,
così chiamata perché è caratterizzata da una malformazione che coinvolge le regioni perisilviane, le
circonvolluzioni localizzate intorno al principale solco negli emisferi cerebrali, la scissura di Silvio (un punto
di incontro dei lobi frontali, parietali e temporali, il principale solco cerebrale). L'identificazione di questo
gene come causa della sindrome, avvenuta grazie al sequenziamento di tutto l'esoma (cioè tutto il Dna
codificante) di soggetti affetti, ci consentirà di poter indicare alle famiglie dei pazienti il rischio di ricorrenza
della patologia nelle generazioni successive, così da offrire un'adeguata consulenza genetica. Lo studio
apre anche prospettive terapeutiche nell'ambito della medicina personalizzata, adattata cioè all'individuo in
funzione delle specifiche cause. PIK3R2 appartiene, infatti, a una famiglia di geni già correlati a una serie di
anomalie dello sviluppo del cervello che sono causa di epilessia e di altre manifestazioni cliniche precoci.
Questi geni, se alterati, generano proteine che perdendo la loro funzione consentono un'attivazione
eccessiva di processi di proliferazione delle cellule nelle fasi precoci dello sviluppo cerebrale. La
conseguenza è che un numero eccessivo di cellule compete per acquisire la propria corretta posizione e
funzione nella corteccia cerebrale, dando origine a una corteccia disorganizzata e mal funzionante. Su
alcuni modelli animali si è notato che farmaci già noti possono inibire questi processi di iperattivazione.
Ovviamente una cura ancora non c'è ma si tratta di prospettive interessanti. La ricerca si colloca in un filone
di studi molto attivo quello del "mosaicismo" genetico - che approfondisce le cause genetiche delle
anomalie dello sviluppo cerebrale alla base dell'epilessia, di disturbi motori e di certe forme di ritardo
mentale e di autismo dovute a mutazioni genetiche presenti a volte solo in una percentuale ridotta di cellule
dell'organismo, talvolta solo in quelle cerebrali. Ricerche condotte da vari gruppi nel mondo, compreso il
nostro, stanno dimostrando in modo sempre più concreto come l'epilessia e varie malformazioni cerebrali
siano spesso determinate da alterazioni genetiche presenti solo in alcune cellule cerebrali. In questa fase
stiamo orientando le ricerche nell'ambito delle cause genetiche dell'epilessia grazie al progetto scientifico
europeo Desire ("Development and Epilepsy - Strategies for Innovative Research to improve diagnosis,
prevention and treatment in children with difficult to treat Epilepsy") di cui abbiamo il coordinamento e un
ulteriore impulso a questo ambito di studi avverrà con il progetto recentemente approvato dal ministero
della Salute e da Regione Toscana dal titolo "An integrated approach to unravel the genetic causes and
molecular pathogenesis of epileptogenic cortical dysplasia". Al Meyer abbiamo due laboratori dedicati allo
studio di queste patologie, quello di Neurogenetica e quello di Neurobiologia. La nostra filosofia di lavoro è
quella di fare ricerca scientifica in ambiti che abbiano una ricaduta clinica molto forte e diretta, con
l'obiettivo di offrire un'assistenza che dia effettiva risposta a malattie individualmente rare ma che
collettivamente rappresentano una quota significativa della patologia neurologica del bambino. Studi come
quello pubblicato su Lancet Neurology sono resi possibili dalle collaborazioni multidisciplinari interne al
Meyer - in particolare con la Neurochirurgia e la Diagnostica per Immagini - ed esterne, quali ad esempio
quella con la Fondazione Imago 7 di Pisa, consorzio di cui il Meyer fa parte. Le immagini acquisite con la
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LA SCOPERTA DEL DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE SULLACOPERTINA DEL "LANCET
NEUROLOGY"
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Risonanza Magnetica 7 Tesla ci hanno fatto comprendere le caratteristiche anatomiche specifiche della
malformazione e quindi ricercare in soggetti con quadri simili una causa genetica specifica, consentendoci
di orientare meglio lo studio. Importante è stata anche la collaborazione internazionale con Seattle per
trovare conferma della alterazione genetica in un numero più ampio di soggetti con la stessa
malformazione e le stesse manifestazioni cliniche. * direttore dipartimento Neuroscienze Aou Meyer
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Lucilla Vazza
Nel 2014, oltre 142mila nuovi casi di Aids nei 53 Paesi della regione europea dell'Oms, di cui 30mila nella
sola Ue. Mai così tanti contagi dal boom Aids degli anni '80. VAZZA A PAG. 18 Il 1° dicembre di ogni anno
si torna a riparlare di Aids. Sì, bisogna farlo e farlo di più. Perché in Europa, compresi i Paesi dell'Unione, i
nuovi contagi da Hiv nel 2014 sono stati oltre 142mila (dati Ecdc-Oms). Con il boom in Romania, Polonia e
Slovacchia, dove i numeri sono fuori controllo, più che raddoppiati rispetto ai valori del 2005. E, anche se i
dati sono molto diversi, non va bene neppure da noi. In Italia lo scorso anno si sono infettate 3.700 persone
circa, l'80% uomini e di età compresa tra i 25 e i 29 anni (dati Iss). E il dato è stabile, non decresce, da
almeno tre anni. E quanto sia assordante il silenzio sulla malattia lo dice il numero di persone sieropositive
inconsapevoli della propria condizione. Gente "normale" che scopre di avere l'Aids quando ormai è a uno
stadio conclamato. E succede a sette malati su dieci, ignari completamente del fatto di essere sieropositivi
magari da molti anni. Dunque l'Aids, quello che negli anni '80 ci affrettammo a definire l'epidemia del
secolo, si è ridotto a essere un fantasma dimenticato nella nostra società. Non se ne parla quasi più. Pochi
i fiocchetti rossi sui baveri di personaggi famosi e star internazionali, quasi nessuna campagna, nessun
concerto. E pochi editoriali, poche notizie relegate nelle ultime pagine dei giornali. Un dramma rimosso.
Con l'illusione che ci si ammali solo nei Paesi poveri. Se è vero che in 30 anni tutto è cambiato e il contagio
da Hiv non equivale a una condanna a morte, resta l'emergenza legata alla sottovalutazione del problema.
L'Europa da tempo ha attivato un programma comunitario di sorveglianza legato al fenomeno Aids. L'Ecdc
(European Centre for Disease Prevention and Control) spiega che al boom di contagi nell'Europa dell'Est
storicamente correlato all'uso di stupefacenti per via parenterale, è subentrato recentemente quello legata a
rapporti eterosessuali non protetti. Nell'Europa dell'Ovest, a cui l'Italia appartiene, prevale la modalità di
trasmissione omosessuale maschile Msm (Men having sex with men), che è cresciuta del 15%, mentre
quella tra eterosessuali è scesa del 44%. E anche nei Paesi dell'area centro europea, che fino al 2007
riconosceva come modalità di trasmissione più frequente i rapporti eterosessuali, si è poi allineata all'area
Ovest, e in quanto la modalità di trasmissione Msm ha superato quella legata a rapporti eterosessuali.
Mentre nei Paesi del Nord Europa la trasmissione dell'Hiv è diminuita drasticamente, arrivando a livelli
minimi nell'area scandinava. Di sicuro, ci sono delle falle nella prevenzione in molti sistemi sanitari pubblici,
aggravati dalla crisi economica. Le Ong attive sul fronte della lotta all'Aids portano nell'agenda europea i
temi emergenti come la tutela della salute dei sex worker, categoria ovviamente esposta al virus e la
diffusione di programmi di sostegno ai malati nei Paesi dove la crisi ha colpito gravemente il sistema di cure
pubbliche, come è successo in Grecia, dove sono periodicamente a rischio le coperture antiretrovirali ai
malati di Aids. E proprio le Ong, come la Lila in Italia, promuovono, attraverso campagne periodiche, la
diffusione del test salivare, basato su tecnica immunocromatografica, che consente di avere i risultati in
appena 20 minuti. Ma ci vuole più impegno da parte delle istituzioni e maggiore comunicazione sulle fasce
giovanili, le più esposte al rischio contagio. Di Aids si muore di meno, ma si muore ancora e certamente il
fatto di poter tenere sotto controllo la malattia non deve essere un alibi per fare meno prevenzione. Per
fortuna lo "stigma" sociale sui malati di Aids si è ridotto, ma non può essere sottovalutato il rischio, reale e
non immaginario che esiste ed è forte. Anche nei nostri Paesi europei. Anche in Italia.
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Aids, è allarme in Europa
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ROBERTA CHERSEVANI *
CHERSEVANI A PAG. 17 «In piazza la dignità dei camici bianchi» La sostenibilità del nostro sistema
sanitario, equo, solidale e universalistico è una grande sfida per tutti noi. La professione si ricompatta,
rialza la testa denuncia e chiede. Riacquista il proprio ruolo professionale. L'offerta sanitaria nel nostro
Paese è disuguale e frammentata. I cittadini stanno rinunciando alle cure, le liste di attesa preoccupano, la
spesa out of pocket aumenta, i Lea sono datati, la compartecipazione alla spesa sanitaria non potrà che
aumentare. Politiche di razionalizzazione/razionamento riducono e modificano gli assetti degli ospedali
spesso costringendo i pazienti a lunghi percorsi. Mancano criteri di uniformità nel riordino della rete
ospedaliera, pubblica accreditata e privata, e manca la sincronizzazione con lo sviluppo di modelli
consolidati di cure primarie. La popolazione invecchia, aumentano le cronicità, le famiglie faticano a farsi
carico di problemi di sociosanitari sempre più complessi. Il disagio del medico è evidente. Il percorso
formativo è lungo, spesso bloccato per l'incongruenza tra i posti disponibili alle scuole di specialità e il
numero di laureati. L'ingresso nella professione è ostacolato dalla assenza di turnover. La pervasiva
burocrazia toglie tempo alla relazione di cura ed è un tempo che quando dedicato correttamente al paziente
riveste già il carattere della cura. Le prospettive di carriera si sono ridotte. La lotta all'abusivismo della
professione medica e odontoiatrica è vista come protesta di lobby e non come protezione del paziente da
cure improprie. L'età media dei medici aumenta in modo preoccupante, i contratti sono bloccati da anni, i
turni sono massacranti. Solo questa ultima situazione sembra trovare in questi giorni una soluzione, grazie
alla paura di sanzioni per il mancato rispetto degli orari di lavoro in sanità; con quali risorse? Sanzione è
una parola che oggi compare frequentemente; si affianca a razionamento, efficientamento, riduzione della
spesa, tagli. In occasione degli Stati generali della Professione medica e odontoiatrica dello scorso 21
ottobre, la Fnomceo e tutti i medici chiedevano di diventare interlocutori istituzionali ascoltati dalla politica
sanitaria nazionale e regionale in quanto depositari di cultura e competenze per essere portatori di soluzioni
dei problemi nell'interesse dei cittadini. La manifestazione del 28 novembre scorso a Roma, in Piazza Santi
Apostoli, ha chiamato a raccolta i medici, ma ha voluto coinvolgere anche i pazienti. Tra i medici e le
persone che curano vi è un inimitabile e unico rapporto che si configura nella relazione di cura. Il medico è
e sarà sempre un mediatore, tra la salute e la malattia, tra il benessere e il dolore, tra la vita e la morte.
Oggi io chiedo a voi medici di recuperare energie dalle soddisfazioni che questa professione può ancora
darvi. Il pediatra continuerà a prodigarsi insistendo con genitori preoccupati e disinformati sulla opportunità
e necessità della vaccinazione. L'anziano continuerà a occupare una sedia in sala di aspetto perché là
trova compagnia, e si sente meno solo. Il soggetto con gonalgia insisterà per la ennesima risonanza non
terapeutica. La comunicazione di una malattia grave, magari a una donna giovane e con figli, renderà la
giornata pesante e faticosa. Ma questa è la nostra professione, quella che mette in contatto due esseri
umani simili, perché entrambi vivono, amano, sperano e si disperano. La società ha bisogno di medici
sereni, apprezzati, compresi per l'impegno che dimostrano, per la difficoltà e il ragionamento che questa
professione che abbina la tecnica all'arte - comporta, per la comprensione che cercano di manifestare. I
medici chiedono di poter curare con autonomia e responsabilità in un servizio sanitario nazionale che offra
equità e pari opportunità di accesso. Chiedono che la formazione dei giovani sia finalizzata ai bisogni di
cura e a una coerenza tra accesso allo studio, al lavoro e al ricambio generazionale. Chiedono una
informatizzazione che offra anche occasioni di conoscenza dei bisogni di salute. Auspicano la verifica dei
comportamenti professionali, tra pari, nel rispetto delle regole della meritocrazia. Chiedono di diventare
interlocutori istituzionali, in un modello di governance che garantisca l'equilibrio tra le risorse umane, sociali
e economiche. Chiedono di poter continuare la propria mission con e per le persone, nel rispetto dei principi
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«In piazza la dignità dei camici bianchi»
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che regolano la relazione di cura: giustizia, beneficialità e non maleficità, dell'autodeterminazione del
paziente e della autonomia e responsabilità del medico. Non sarà possibile mantenere un sistema di salute
equo, solidale e universalistico, se i medici non vengono riconosciuti come vera risorsa civile, sociale ed
economica del Paese. * presidente FnomCeo
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Condanna erariale per l'infermiera che non applicò le linee guida sul
potassio
Paola Ferrari
A PAG. 19 Condanna erariale per l'infermiera che non applicò le linee guida sul potassio Risponde anche
del danno erariale, pari alla quota di franchigia non coperta da assicurazione, l'infermiere che somministra
un farmaco errato provocando la morte del paziente. Il mancato controllo preventivo del farmaco da
somministrare costituisce grave violazione colposa e assoluta ingiustificabile imperizia, in relazione
all'omesso controllo rientrante fra le operazioni propedeutiche per preservare la salute dei pazienti. Questa
è l'opinione espressa dalla Corte dei conti del Piemonte, che con sentenza 193/2015 , del 10 novembre, ha
condannato un'infermiera a rifondere all'ente 100mila euro a titolo di rivalsa. Il fatto. L'infermiera che venne
anche licenziata, utilizzò per la preparazione della siringa per i lavaggi della cannula di ingresso di un
antibiotico in vena prescritto dal medico, una fiala monodose di cloruro di potassio (fiala in plastica
trasparente con stampigliatura "potassio cloruro" di colore marrone, con numero di soluzione - "4" - di
colore rosso chiaro) - rivelatasi letale per il bimbo di poco più di due anni - in luogo di una soluzione
fisiologica (fiala in plastica trasparente con stampigliatura "sodio cloruro" di colore verde con un numero di
soluzione - "7" di colore verde), avendo omesso di controllare la natura della fiala che si trovava mescolata
ad altri farmaci all'interno del carrello dei farmaci, prima di svuotare il contenuto nell'apposita siringa per
l'imminente utilizzo. Non solo, l'infermiera resasi conto dell'anomalia e dell'abnormità delle reazioni del
piccolo paziente al punto da richiamare il medico, non ha, nonostante le insistenti richieste dei parenti,
ritenuto di attendere l'arrivo di quest'ultimo proseguendo nella terapia. La violazione delle linee guida alla
base dell'errore. Evento tragico che ha permesso alla Corte di ricordare che l'infermiere ha la responsabilità
della somministrazione dei farmaci prescritti dal medico, dovendo garantire la corretta applicazione delle
prescrizioni terapeutiche e l'esecuzione delle cure impartite dal medico (Dm Sanità 14 settembre 1994 n.
739, articolo 1, comma 3, nonché articolo 2 del regio decreto 2 maggio 1940, n. 1310 e smi). La letteratura
in materia precisa che la somministrazione farmacologica presuppone un processo composto da più
passaggi operativi, di ciascuno dei quali l'infermiere professionale è garante, al fine di renderlo unitario,
sequenziale e cronologico: corretta interpretazione della prescrizione; preparazione del farmaco; corretta
somministrazione; valutazione della somministrazione; smaltimento del materiale infetto. Dette
raccomandazioni, funzionali all'adozione tempestiva delle cautele e/o delle precauzioni di sicurezza da
usarsi, secondo comuni regole di prudenza e diligenza, nei confronti dei pazienti, prevedono, a carico
dell'infermiere, e prima della somministrazione del farmaco, il compimento di una serie di doverose
operazioni, quali la verifica «della corrispondenza fra quanto indicato nella scheda di terapia e quanto
effettivamente presente sul carrello delle terapie». La necessità dell'attenta lettura «del dosaggio, della
concentrazione, della via di somministrazione, della scadenza, dell'etichetta del farmaco...», oltre, in sede
di preparazione della terapia da somministrare, della necessità del controllo «delle etichette delle
preparazioni, etichette da leggersi più volte». Le linee guida per la somministrazione del farmaco. Nel corso
dell'anno 2014 sono state inserite nella Rete nazionale di farmacovigilanza (Rnf), che raccoglie le
segnalazioni italiane di sospette reazioni avverse da medicinali, 51.204 segnalazioni e ben 272 decessi.
Sono presenti ben 5 raccomandazioni ministeriali che i sanitari e gli infermieri devono rispettare
nell'erogazione del farmaco, alle quali si aggiungono quelle specifiche emesse dall'Aifa, Ema e/o società
scientifiche internazionali riguardanti farmaci e/o terapie particolari. Nello specifico del fatto descritto dalla
Corte dei conti del Piemonte, risultano violate in modo evidente, sia la raccomandazione n. 1, specifica per
l'utilizzo dei preparati contenenti cloruro che la n. 7 che riguarda la prescrizione e somministrazione di tutti i
farmaci, con particolare attenzione a quelli ad alto rischio. Gli errori nella somministrazione possono essere
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Corte dei conti
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così sintetizzati: dimenticanze e mancata aderenza; somministrazione di farmaco non autorizzato o errato;
scorretta dose e tempo; errata via di somministrazione; scorretta velocità di erogazione ed errato schema di
dosaggio, confusione tra farmaci aventi confezioni o nomi simili. La raccomandazione n. 7 è applicabile a
tutte gli operatori e delinea le regole fondamentali di base per la corretta prescrizione e somministrazione,
in particolare, dei farmaci ad alto rischio. Le principali azioni da intraprendere sono: adottare una procedura
condivisa a livello aziendale per la conservazione, prescrizione, preparazione, distribuzione e
somministrazione dei farmaci; accertarsi della corretta identificazione del paziente anche in presenza di
procedure ad hoc; coinvolgere il paziente, laddove è possibile, nell'atto della sua identificazione prima della
somministrazione; informare il paziente, se possibile, circa la terapia che gli è stata prescritta inclusi gli
effetti collaterali ed incoraggiarlo a fare domande relativamente alla terapia somministrata: la corretta
informazione al paziente aumenta la sua compliance; verificare la corrispondenza fra quanto indicato nella
scheda di terapia e quanto effettivamente presente sul carrello delle terapie avendo attenzione ai farmaci
che possono avere nomi simili o confezioni simili; leggere attentamente al momento della
somministrazione: il dosaggio, la concentrazione, la via di somministrazione, la scadenza, l'etichetta del
farmaco, eventualmente la velocità della pompa di infusione e controllare le linee di raccordo; rendere
disponibili, a coloro che somministrano il farmaco, informazioni sul paziente e sul farmaco e su eventuali
cambiamenti della terapia; prevedere, almeno per alcuni farmaci, la produzione automatizzata delle dosi e
la somministrazione controllata tramite tecnologia informatizzata; rendere disponibili tabelle di dosaggio in
modo da facilitare gli aggiustamenti di dose; non lasciare farmaci sul comodino durante l'assenza
momentanea del paziente; accertarsi sempre dell'avvenuta somministrazione; apporre la firma o sigla
dell'avvenuta somministrazione; per i farmaci iniettabili allestiti centralmente nella Farmacia devono essere
fornite, da parte del farmacista, indicazioni sul tempo e sulla via di somministrazione (centrale o periferica)
in base alla concentrazione del farmaco o alla sua osmolarità, avvertenze particolari sulla conservazione o
sui dispositivi eventualmente necessari per la somministrazione; prestare particolare attenzione in caso di
somministrazione di farmaci attraverso sondino naso-gastrico. Per quanto riguarda la prevenzione degli
errori da somministrazione delle soluzioni di potassio che ha portato alla morte lo sventurato bambino, la
regola principale è contenuta nella raccomandazione n. 1 che qui si sintetizza (si veda il box in alto)
Gestione del processo di corretto utilizzo delle soluzioni. Nell'ambito ospedaliero, la Direzione aziendale
sviluppa procedure specifiche per la corretta gestione del rischio (risk management) associato all'uso di
soluzioni concentrate di cloruro, con approccio multidisciplinare, che includano linee-guida, check-list,
modulo di richiesta prestampato, modalità specifiche di confezionamento e di identificazione del farmaco e
formazione.
Le raccomandazioni che riguardano la prescrizione del cloruro di potassio (Kcl) N. 1 - Corretto utilizzo delle
soluzioni concentrate di Cloruro di Potassio - KCL - e altre soluzioni concentrate contenenti Potassio Marzo
2008 e successive modifiche N. 7 - Prevenzione della morte, coma o grave danno derivati da errori in
terapia farmacologica Marzo 2008 e successive modifiche N. 10 - Prevenzione dell'osteonecrosi della
mascella/mandibola da bifosfonati Settembre 2009 N. 12 - Prevenzione degli errori in terapia con farmaci
"Look-alike/sound-alike" Agosto 2010 N. 14 - Prevenzione degli errori in terapia con farmaci antineoplastici
Novembre 2012 N. 17 - Raccomandazione per la riconciliazione farmacologica Dicembre 2014
Le indicazioni sulla corretta conservazione Raccomandazione n. 1 Le soluzioni concentrate di KCl e le
altre soluzioni ad elevato contenuto di potassio per uso e.v. devono essere rimosse, laddove presenti, da
tutte le scorte di farmaci ad uso corrente esistenti nei vari reparti. Nella farmacia e nelle unità operative
devono essere separate da altri farmaci in armadi ove possibile chiusi e in conte- nitori che rechino la
segnalazione di allarme "Diluire prima della somministrazione: mortale se infuso non diluito". Le soluzioni
concentrate non devono essere trasferite tra le diverse unità operative e tutti gli approvvigionamenti devono
essere effettuati direttamente dalla farmacia. Deve comunque essere prodotta, nell'ambito ospedaliero, una
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procedura che garantisca, quando non at- tivo il servizio di farmacia, l'approvvigionamento del farmaco in
caso di necessità. In fase di somministrazione, il secondo operatore deve verificare l'identità del paziente e
la corretta velocità di infusione. L'avvenuta somministrazione deve essere subito registrata in cartella
infermieristica riportando dose, via di somministrazione, velocità di infusione, data, ora e firma
dell'operatore.
Farmacovigilanza: segnalazioni per gravità negli anni 2013-2014 (numero assoluto) Gravi Non gravi
decesso pericolo di vita Fonte: dati Osmed 2014 Criterio gravità Gravità non definita ospedalizzazione o
prolungamento ospedalizzazione 2013 2014 N. % N. % 472 1,0 1.555 3,0 8.286 20,2 9.534 18,6 786 1,9
804 1,6 251 0,6 276 0,5 27.726 68,0 33.283 65,0 12.748 31,0 16.366 32,0 altra condizione clinicamente
rilevante 3.266 8,0 5.552 10,8 invalidità grave o permanente 152 0,4 194 0,4 anomalie congenite/deficit del
neonato 7 0,0 6 0,0 Totale 40.946 100,0 51.204 100,0
IN RETE www.24oresanita.com @Il testo delle sentenze
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Aifa , bufera sul conflitto di interessi
Barbara Gobbi
Terremoto all'Aifa: sospeso il presidente Sergio Pecorelli per un presunto conflitto di interessi. La ministra
Lorenzin deve decidere se destituirlo. (Servizio a pag. 5) Dopo tanto dibattere, dopo mille polemiche tra
medici e ministra, è arrivata l'Intesa della Conferenza Stato-Regioni sul "decreto appropriatezza": il
provvedimento messo a punto dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin , cioè, che detta la linea
prescrittiva ai medici su una lista di 208 prestazioni di specialistica ambulatoriale. "Sorvegliate speciali",
perché non più appropriate o perché prescrivibili solo in determinati e ben precisi casi di sospetto
diagnostico. Al bando, quindi, quelle prescrizioni che non siano opportune, secondo una valutazione svolta
dal ministero e validata dal Consiglio superiore di Sanità. E già qui i camici bianchi, a inizio autunno quando
il documento bolliva ancora in pentola, avevano alzato le barricate contro un testo che - affermavano entrerebbe a gamba tesa sul principio sacrosanto di atto medico e sulla libertà di decidere in scienza e
coscienza come sia meglio indirizzare il paziente. Ma la questione spinosa non si ferma qui: il Dm, che
attua il decreto Enti locali poi convertito nella legge 78/2015, prevedeva sanzioni economiche per i medici
"inappropriati". E su questo fronte l'Intesa tace, rinviando a un accordo successivo che dovrebbe sciogliere
il nodo sanzioni. Dal ministero intanto plaudono al via libera, pensando anche ai possibili risparmi. «È un
passo per rendere il Sistema sanitario nazionale più virtuoso e più sostenibile»: ha dichiarato il
sottosegretario alla Salute Vito De Filippo , al termine della StatoRegioni. «Si chiude la discussione su un
provvedimento sul quale c'è stato, in alcune parti, un dibattito amplificato - ha proseguito De Filippo - e che
produce un metodo di valutazione dei costi su alcune specifiche attività specialistiche più a rischio». Di fatto
il dibattito, per quanto si è detto sopra, più che chiuso pare rinviato a data da destinarsi. Il "decreto Lorenzin
" - che mette nero su bianco le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva per
prestazioni di estrema variabilità, dalle cure odontoiatriche a determinati esami del sangue, dalle Tac al
ginocchio alla glicemia per monitorare il diabete - rinvia al successivo accordo Stato-Regioni «i criteri e le
modalità per monitorare, tenendo conto delle specificità regionali, che il comportamento prescrittivo dei
medici sia coerente alle condizioni di erogabilità e alle indicazioni di appropriatezza», indicate dal ministero.
Sulle sanzioni economiche per i medici "cattivi prescrittori", introdotte dal Dl Enti locali (legge 78/2015), per
il momento si rinvia. Ma la legge è chiara: «In caso di mancata risposta o di giustificazioni insufficienti,
l'ente adotta i provvedimenti di competenza, applicando al medico prescrittore dipendente del Ssn una
riduzione del trattamento economico accessorio, nel rispetto delle procedure previste dal contratto collettivo
nazionale di settore e dalla legislazione vigente, e nei confronti del medico convenzionato con il Ssn, una
riduzione, mediante le procedure previste dall'Acn di riferimento, delle quote variabili dell'accordo collettivo
nazionale di lavoro e dell'accordo integrativo regionale». A poco sono valse, a suo tempo, le rassicurazioni
della ministra della Salute: le sanzioni, garantiva Lorenzin, sono una extrema ratio che resterà limitata ai
casi, eccezionalissimi, di medici in mala fede che reiterino un comportamento prescrittivo fuori luogo. Di
questa rassicurazione c'è traccia nella parte dell'Intesa in cui, tra l'altro, si prevede che le Regioni attivino
iniziative formative e informative e definiscano le procedure per favorire la prescrizione appropriata delle
prestazioni. Ma il Dl Enti locali da agosto è legge (legge 78/2015) e solo con provvedimento di pari grado
potrà essere modificato.
IN RETE Il testo dell'Intesa www.24oresanita.com
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IN VETRINA
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Da Agenas--Libera la classifica della trasparenza Asl
Er.Di.
Report Agenas-Libera: migliora la trasparenza ma nelle aziende del Sud si arranca. (Servizio a pag. 5)
L'azienda Ulss 1 Veneto orientale è in vetta alla classifica della trasparenza delle aziende sanitarie, mentre
il fanalino di coda è l'ospedale S. Filippo Neri di Roma. A stilare la top ten è il Rapporto sullo stato di
attuazione delle azioni adottate dalla sanità pubblica in materia di trasparenza e integrità, pubblicato
dall'Agenas in collaborazione con Libera. Il dato nazionale indica un tasso di adempimento rispetto ai
protocolli di trasparenza appena superiore al 70 per cento. Le percentuali più elevate si registrano in Emilia
Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, mentre Molise, Campania e Calabria «confermano le
loro difficoltà a procedere sulla strada della trasparenza anche solo con gli adempimenti più formali»,
evidenzia il report. Fra le aziende meno in regola figurano numerose realtà ospedaliere, compresi gli Istituti
di ricovero e cura a carattere scientifico, e alcune aziende sanitarie appartenenti a Regioni piuttosto carenti
sotto il profilo della trasparenza (4 in Campania e 2 in Calabria, per esempio). «La trasparenza è una
condizione necessaria - ha sottolineato la senatrice Nerina Dirindin intervenuta insieme a Gabriella
Stramaccioni di Libera - ma non sufficiente per garantire l'integrità. I dati devono essere letti, compresi e
messi in rete. Si tratta di sostenere quel patrimonio di relazioni, conoscenze, esperienze di impegno e
servizio presenti nel sistema sanitario: laddove esiste un terreno sano, che opera con etica professionale
genuina, garantendo in primis la tutela dei diritti fondamentali, tra cui quello della salute, è molto più difficile
che possano insinuarsi opacità e illegalità». Dalla pubblicazione online delle informazioni sui bandi di gara a
quelle sui bilanci, le aziende sanitarie italiane sembrano aver intrapreso il percorso virtuoso della
trasparenza, ma di strada da fare ce ne è ancora molta. In particolare al Sud, e su alcuni aspetti "a rischio",
come i contratti di fornitura stipulati con i privati, che solo il 35% delle Asl rende noti, e le liste d'attesa,
pubblicate in modo dettagliato solo in 7 Regioni. Il monitoraggio, commenta Lucia Borsellino coordinatrice
per l'Agenas del lavoro per l'attuazione del Protocollo d'intesa anticorruzione, «mostra un'importante
diversità tra Nord e Sud che ci spinge a fare interventi più accurati per promuovere una cultura omogenea
della trasparenza sul territorio». Ma la trasparenza riguarda anche le liste d'attesa, vero e proprio tallone
d'Achille di molti sistemi sanitari regionali e spesso luogo in cui si celano «abusi e inefficienze nell'accesso
ai servizi». La legge prevede che le aziende sanitarie pubblichino nel proprio sito web una pagina dedicata,
cosa che fanno il 93% delle aziende. Ma a fronte di 10 Regioni in cui il 100% delle aziende risultano
adempiere, troviamo anche le Marche, dove lo fa solo il 25 per cento. Infine, solo in 7 Regioni si danno
anche informazioni sulle singole tipologie di prestazioni.
Le prime e le ultime 10 aziende negli adempimenti sulla trasparenza Liguria Calabria Emilia R. Emilia
R. Asl Salerno Aou Parma Le migliori Friuli V.G. Campania Campania Criteri soddisfatti % adempim. A. Usl
Imola Ao Cosenza 23 95,8% 22 91,7% 10 41,7% Asl 4 Chiavarese Aas n. 1 Triestina Asl Napoli 1 Centro
Azienda Regione Aas n. 2 Bassa Friulana Isontina Friuli V.G. Aou Modena Emilia R. A. Usl Bologna Emilia
R. A. Usl Cesena Emilia R. Le peggiori Ao Ss. Antonio e Biagio - Alessandria Piemonte Ist. naz.le tumori
Irccs Fond. Pascale - Napoli Campania 9 37,5% Ao pediatrica Santobono Pausilipon - Napoli Campania 8
33,3% Asrem Molise Eo "S. De Bellis" - Castellana Grotte (Ba) Puglia 7 29,2% Ao Bianchi Melacrino Morelli R. Calabria Calabria 5 20,8% Ao San Filippo Neri - Roma Lazio 3 12,5% A. Ulss 1 Veneto orientale Veneto
24 100,0% Asl Brescia Lombardia
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IN VETRINA
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VERONICA BECCHI*, NICCOLO' CUSUMANO*
A PAG. 10--11 Telemedicina: chance fondi Ue per l'e-health Alcuni fenomeni tendono ad assumere
caratteristiche mitologiche o puramente aneddotiche. In campo sanitario sono state numerose le grandi
rivoluzioni annunciate, ma mai avverate, di cui tutti condividono i benefici e la portata innovativa ma che poi
stentano a decollare al di fuori di piccole sperimentazioni o singole eccellenze. La telemedicina è uno di
questi esempi, se ne parla ormai da tempo - il primo Piano d'Azione per la Sanità elettronica dell'Unione
europea risale al 2004, poi aggiornato nel 2012 e inserito nella strategia Europa 2020 - eppure non sembra
si sia ancora riusciti a trovare la chiave per un effettivo deployment su larga scala di queste soluzioni
tecnologiche. La telemedicina da più parti viene giudicata come una delle chiavi per dare risposta ai
fenomeni che stanno mettendo sotto pressione il sistema salute: l'aumento della domanda di servizi
sociosanitari, dovuto all'invecchiamento della popolazione (l'Italia è il terzo paese più vecchio del mondo) e
la crescita delle cronicità (in una Regione come la Lombardia il 30% dei pazienti, cronici e fragili, assorbe il
70% delle risorse del Ssr); costi di erogazione delle prestazioni sanitarie in continua crescita; le dinamiche
occupazionali dei professionisti clinici. Le soluzioni tecnologiche a detta di tutti sono già presenti. Dopo anni
di ritardi nell'ultimo anno, il Governo, ministero della Salute e Agenzia per l'Italia digitale hanno compiuto
notevoli sforzi per recepire le indicazioni europee. All'interno del "Patto della Salute" è stato così inserito il
Patto per la Sanità digitale e le relative linee di indirizzo nazionali per la telemedicina. Nel 2014 la spesa per
la digitalizzazione della Sanità italiana ha ripreso a crescere, mostrando un +17% rispetto all'anno
precedente, raggiungendo quota 1,37 miliardi di euro, tornando a un livello di spesa analogo al 2010, ma
che risulta comunque limitato: l'1,3% della spesa sanitaria pubblica, circa a 23 euro per ciascun abitante.
Cosa impedisce alla telemedicina di decollare? L'assenza di risorse finanziarie per investimenti? La
mancanza di Lea specifici e conseguenti Drg/Tariffe ambulatoriali? La scarsa penetrazione di banda larga e
ultra-larga soprattutto nelle zone più periferiche dove la telemedicina sarebbe più efficace? O si tratta di
fattori culturali e resistenza al cambiamento da parte degli operatori del sistema e dei pazienti? La chance
dei fondi strutturali Ue . Sda Bocconi P&PFactory e Impact Investing Lab, con il supporto di Philips, ha
compiuto una ricognizione per identificare dei modelli contrattuali e di finanziamento che vedano lavorare
insieme pubblico e privato per integrare la telemedicina nel Ssn anche alla luce delle opportunità offerte
dalla programmazione comunitaria 2014-2020. La ricerca ha visti coinvolti, in un focus group svoltosi a
luglio, i rappresentanti del ministero della Salute, e le regioni Lombardia e Basilicata e Network Italia
Longeva. Regione Basilicata che si è dimostrata particolarmente attiva con l'avvio di un progetto, in
collaborazione tra Asp Potenza e il Network Italia Longeva, di teleassistenza che ha visto l'acquisto di 200
kit di assistenza grazie ai fondi comunitari. Il protocollo di intesa per la sanità digitale trasmessa dal
Governo alla Conferenza Stato-Regioni il 10 giugno 2015 identifica, infatti, il Ppp come principale modalità
per finanziare gli investimenti previsti dal piano straordinario di sanità elettronica. Per far leva sui capitali
privati è previsto il ricorso a: 1. Fondi strutturali, con particolare riferimento alle regioni meno sviluppate e in
transizione, nel quadro dell'Agenda digitale e del precommercial procurement; 2. Fondi ad hoc statali o
europei sotto forma di prestiti garantiti (es. Bei) o di finanziamento in equity. Per quel che riguarda i fondi
strutturali, essi possono essere utilizzati per finanziare investimenti in telemedicina volti a connettere le reti
territoriali di cura che stanno emergendo dalla riorganizzazione dei sistemi sanitari regionali. In particolare i
fondi comunitari possono finanziare la telemedicina indirettamente attraverso interventi tesi a realizzare
un'ampiezza di banda sufficiente per svolgere quei servizi (rientranti nel cosiddetto Obiettivo tematico 2),
oppure direttamente investimenti tecnologici nelle aree interne delle regioni più sviluppate (Centro Nord) o
nell'intero territorio regionale nelle Regioni meno sviluppate (che hanno attivato perciò Obiettivo tematico 9
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Telemedicina: chance fondi Ue per l'e-health
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e il Risultato atteso 9.3.8.). Da un'analisi dei Piani operativi risulta che solo la Lombardia tra le Regioni
cosiddette "più sviluppate" abbia attivato il l'Ot 9. Al Sud tale obiettivo è stato adottato da Sardegna, Sicilia
e Basilicata con uno stanziamento complessivo di circa 60 milioni di euro. I modelli giuridici riconducibili al
Ppp applicabile ai servizi di telemedicina sono l'appalto e la concessione di servizi. Contratti in cui a
prevalere è l'aspetto gestionale per cui l'operatore economico è chiamato a organizzare e svolgere un
servizio, di cui la componente tecnologica di fornitura è una parte rilevante, ma non assoluta. In un modello
Ppp il privato si porrebbe come "integratore di sistema", non limitandosi a fornire kit tecnologici, ma
soluzioni integrate lungo la filiera di cura. Nel caso in cui non siano disponibili fondi strutturali e non siano
disponibili risorse interne alla pubblica amministrazione è possibile, mantenendo la titolarità del servizio in
capo alle Asl al privato viene può essere chiesto di finanziare l'investimento iniziale che verrà remunerato
durante la gestione. A questo proposito si distinguono due tipologie di Ppp: a) Dbfm (design, build, finance
maintain): in cui la gestione del servizio core resta in capo all'Asl mentre il privato fornisce e gestisce la
tecnologia in tutti gli aspetti non clinici dietro il pagamento di un canone di servizio/tariffa di servizio. Il
contratto potrà essere o una concessione di servizi o un appalto a seconda che si voglia trasferire al privato
il rischio operativo oppure un semplice rischio di corretta esecuzione. b) Dbfom (design, build, finance,
operate, maintain): in questo secondo caso il privato è chiamato a gestire anche il servizio core, la
remunerazione potrebbe corrispondere al Drg/tariffa ambulatoriale per lo specifico servizio, oppure una
forma di quota capitaria per paziente. Al momento non esistono Drg o tariffe specifiche dedicate a servizi
erogati in telemedicina. Se si ritiene che il contenuto del servizio sia identico e la telemedicina sia solo il
"medium" si potrebbe ipotizzare anche una mera applicazione dei tariffari esistenti, ipotizzando che gli
investimenti si auto-remunerino grazie a risparmi di gestione generati. Un ragionamento in termini di costoefficacia potrebbe essere però più opportuno, considerando che la telemedicina di fatto dovrebbe
permettere l'erogazione di servizi innovativi o di ripensare i modi con cui si hanno in cura i pazienti, anziché
una semplice digitalizzazione dell'esistente. In questo senso diventerebbe anche difficile individuare i valori
di riferimento con cui contabilizzare risparmi finanziari. A queste domande, purtroppo non si è ancora giunti
a una conclusione univoca, tuttavia non crediamo debbano rappresentare un ostacolo o una scusa per
l'inazione. Il Ppp rappresenta sicuramente una opportunità di sviluppo non soltanto in ottica "finanziaria",
ma come modo per far leva su competenze anche esterne all'Amministrazione. Questo tipo di forme
contrattuali, spingendo verso un approccio integrato performance-based, permettono di far emergere i
rischi e i costi associati a un progetto. L'adozione di logiche più partenariali anziché strettamente
transazionali e la condivisione del rischio sono fondamentali, infine in un'ottica di procurement for
innovation, in cui pubblico e privato collaborano per introdurre l'innovazione nell'erogazione dei servizi. *
Cergas Bocconi
Business model applicabili alla telemedicina Attività chiave Struttura dei costi Benefici potenziali
Relazione con il cliente Proposizione valore Aree di applicazione Modalità remunerazione Internet e
telefono Canali Internet e telefono Piattaforma digitale sanitaria con interfaccia per operatori sanitari
Misurazione dei parametri vitali con storicità, gestione intelligente dei pazienti, check-up quotidiani tramite
telefono e questionari, allarmi in caso di anomalie, videochiamate Possibilità di creazione di Drg per
pazienti di telemedicina Asl paga presidi sanitari territoriali per pazienti addizionali presi in cura e paga
fornitore di servizio di telemedicina Possibilità di creazione di tariffe per pazienti di telemedicina Piattaforma
digitale sanitaria con interfaccia per operatori sanitari e pazienti Misurazione dei parametri vitali con
storicità, gestione intelligente dei pazienti, check-up quotidiani tramite telefono e questionari, allarmi in caso
di anomalie, videochiamate (homecare provider patient management) Ao paga fornitore di servizio di
telemedicina (in caso di unico interlocutore tra fornitore tecnologia e care provider) Azienda sanitaria a
Paziente Presidio principale a Presidi territoriali Cura dei pazienti cronici da remoto Possibilità di offrire
nuovi servizi nei presidi sanitari territoriali Pazienti cronici (Bpco, Chf, diabetici e oncologici) Presidi sanitari
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territoriali e Pazienti cronici (Bpco, Chf, diabetici e oncologici) Diminuzione accessi in ospedale e delle liste
di attesa Diminuzione numeri accessi in ospedale e delle liste di attesa Risorse chiave IT Platform, internet,
database and storage (cloud) IT Platform, internet, database and storage (cloud) Partner chiave
Telemedicine solution provider, Homecare provider Telemedicine solution provider
I contratti di Ppp per la telemedicina Dbfm Dbfom Oggetto contratto Concepisce, controlla Appalto/
Concessione servizi Concessione servizi Progetta, installa, finanzia, mantiene Progetta, installa, finanzia,
mantiene e gestisce Tariffa servizio/ canone Concepisce, controlla e gestisce servizio core Drg/Tariffa
ambulatoriale/canone/ quota capitaria Ruolo Privato Ruolo Pubblico Remunerazione
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A PAG. 4 Le dieci proposte per un'assistenza equa ed efficiente DI PATRIZIO ARMENI * CLARA
CARBONI * LORENZO FENECH * FRANCESCO LONGO * FRANCESCO PETRACCA * ALBERTO RICCI
* E SILVIA SOMMARIVA * L'invecchiamento degli organici richiede una revisione raIl Cergas e la Sda
Bocconi, con gli Alumni Bocconi (Baa), in parallelo all'elaborazione annuale del Rapporto Oasi 2015, hanno
avviato un percorso per elaborare "Proposte per rendere il Ssn più efficace, equo e sostenibile". Le
proposte che seguono rappresentano una sintesi di un documento più esteso (disponibile sul sito
www.cergas.unibocconi.it), che comprende un approfondimento del contesto di riferimento e una serie più
ampia di proposte d'azione. Le proposte sono raggruppate per ambiti tematici. 1. La trasformazione della
geografia dei servizi e dei sistemi di accesso unitari Il Ssn deve distinguere più nitidamente i diversi gruppi
di pazienti, che necessitano di servizi, percorsi e, in parte, di modalità di compartecipazione alla spesa
(copayment) distinti e specifici. In particolare, il sistema deve differenziare: la popolazione sana (da
sottoporre a screening e prevenzione primaria), gli utenti occasionali, i pazienti acuti, i pazienti cronici, le
persone in condizioni di parziale o totale non autosufficienza con bisogni di Long term care. Negli ospedali
per acuti, le Uo con un livello di casistica insufficiente devono essere accorpate in un arco di tempo definito
(es. entro 3 anni), lasciando alle Regioni e alla collaborazione inter-aziendale la programmazione e
l'attuazione locale. In molte Uo ospedaliere, infatti, la casistica è insufficiente rispetto agli standard definiti
per specialità o procedura, con il rischio di competenze cliniche e disponibilità tecnologiche inadeguate. Nei
contesti metropolitani si possono privilegiare logiche di accentramento che rafforzino gli hub e i centri
specializzati. In contesti più decentrati e dispersi è possibile ipotizzare sia modelli basati su hub locali, sia
modelli basati su ospedali con vocazioni distinte in rete tra di loro. Quest'ultima soluzione è volta a
salvaguardare una quota di capillarità erogativa e il consenso degli stakeholder locali. 2. Il governo
dell'innovazione e delle tecnologie Il mancato rinnovamento dello stock infrastrutturale e tecnologico e lo
scarso investimento in ricerca, selezione e diffusione delle migliori tecnologie rappresentano un "debito
implicito": non è possibile rinviare tali spese a tempo indefinito senza minare il mantenimento dei Livelli
essenziali di assistenza. Il Ssn mostra un'importante capacità di controllo della spesa farmaceutica, la cui
incidenza sulla spesa totale del Ssn è calata dal 18,2% nel 2001 al 15,3% nel 2013. In questo quadro
finanziario, è però importante: - rafforzare le logiche di Health technology assessment (Hta): valutazioni
multi-criterio, interazione trasparente con gli stakeholder, valorizzazione degli istituti di ricerca per la
conduzione degli studi, separazione tra momento della valutazione (assessment) e momento della
decisione (appraisal); - una maggiore trasparenza del livello centrale, associata a un maggiore impegno
delle regioni nell'evitare interventi che vanno a ridefinire le condizioni di accesso già negoziate in sede
nazionale; - ripensare al sistema dei tetti sulla spesa farmaceutica, che potrebbe superare l'agganciamento
alle risorse complessive del Ssn. Tale meccanismo, pur essendo efficace per il controllo della spesa, non
consente di incorporare nella negoziazione delle condizioni di prezzo e rimborso il valore terapeutico e gli
effetti che un farmaco ha su altre prestazioni sanitarie (costi evitati); - introdurre un criterio univoco e
oggettivo di valutazione del valore terapeutico aggiunto (innovatività) e che questo venga in qualche modo
associato al premio di prezzo da garantire a farmaci innovativi. È necessario dare attuazione al modello di
governance recentemente adottato dal ministero della Salute per il settore dei medical device, in una logica
di Hta sistemica. Il ministero stabilisce a quali tecnologie dare priorità per la valutazione, commissionando
studi e formulando raccomandazioni. Il ministero dovrebbe essere supportato da Agenas, Aifa (soprattutto
per dispositivi interagenti con medicinali) e Regioni, nell'ambito di una "Cabina di regia". Gli studi di Hta
potranno essere di volta in volta affidati a organi tecnici regionali o aziendali di Hta, Agenas, Università o
centri di ricerca accreditati. Il rinnovamento delle grandi tecnologie deve essere associato alle dinamiche di
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accorpamento di Uo ospedaliere, in modo da concentrare e diversificare gli standard tecnologici in funzione
della missione e delle casistiche delle singole Uo. È necessario valorizzare gli enormi potenziali dei sistemi
informativi aziendali in essere: essi devono aggiungere alla misurazione della produttività dei singoli silos
produttivi delle metriche per la gestione integrata della cronicità, attraverso la raccolta di evidenze clinicogestionali sulla presa in carico globale del singolo paziente. Per raggiungere questo obiettivo non servono
investimenti particolari, a parte un'imponente opera di riconnessione di flussi di dati già, in gran parte,
esistenti. È necessario rivedere il livello di indebitamento per investimenti consentito alle aziende del Ssn in
ragione dei risparmi potenzialmente ottenibili nel medio periodo grazie alla riorganizzazione della loro rete
di offerta (cfr. paragrafo 1) e grazie alla dismissione o destinazione a reddito degli immobili non riconvertiti. I
piani di rinnovo infrastrutturale così finanziati dovrebbero favorire i necessari processi di cambiamento della
geografia dei servizi. 3. I nuovi perimetri delle aziende sanitarie pubbliche e la governance dei processi di
fusione È importante esplicitare quale sia l'obiettivo delle fusioni aziendali, per orientare i cambiamenti
possibili e disporre di target attesi (master plan) rispetto ai quali indirizzare la gestione e il monitoraggio dei
risultati di breve e lungo periodo. Le possibili finalità sono molteplici: necessità di concentrare le casistiche
e le unità operative per migliorare la qualità dell'offerta; ricerca di maggiore omogeneità nei livelli quali
quantitativi dei servizi; ricerca di economie di scala nei processi di acquisto e di erogazione; condivisione e
riduzione dei costi amministrativi e dei servizi di supporto; espansione dei processi di knowledge
management, ecc. Laddove le aziende assumono dimensioni molto rilevanti (vicino o oltre 1 mld di bilancio
annuo) è necessario ipotizzare una diversificazione delle soluzioni istituzionali e organizzative. Al crescere
delle dimensioni, si dovrebbe valutare di "divisionalizzare" l'azienda (per territori o per materie), definendo
livelli infra-aziendali dotati di significativi livelli di autonomia e correlati meccanismi di accountability
manageriale e di rappresentatività istituzionale decentrata. In questi casi l'azienda si avvicinerebbe al
modello della "holding di servizi sanitari di area vasta". I processi di fusione e di intensa cooperazione
interaziendale richiedono risorse, che, nelle fasi iniziali di pianificazione, devono costruire la capacità di
affrontare le sfide del cambiamento istituzionale. Esiste infatti una correlazione positiva tra investimento
sostenuto inizialmente e tempi ed efficacia del cambiamento, a causa delle seguenti ragioni: - l'importanza
di avere a disposizione tecnostrutture centrali e funzioni di supporto con capacità e competenze adeguate a
gestire il cambiamento e i conseguenti processi di razionalizzazione e ottimizzazione organizzativa; - i
complessi processi di selezione del nuovo gruppo dirigente, che devono prevedere la possibilità di innesti di
competenze dall'esterno per contaminare l'organizzazione; - le necessità di formazione e sensibilizzazione
necessari per allineare linguaggio, valori e culture organizzative. 4. Regolare e integrare i consumi sanitari
privati nel Ssn Tutela dei pazienti-consumatori. È necessario estendere/rivedere la regolamentazione di
interi comparti (dalla medicina estetica alle assicurazioni sanitarie integrative) per garantire standard di
trasparenza e qualità accettabili, agendo sui processi di autorizzazione, sui tariffari e sulle tutele per i
pazienti. Sviluppo dell'imprenditorialità pubblica. È necessario ragionare su quali siano le competenze e le
logiche organizzative che mancano alle aziende sanitarie pubbliche per essere produttori attivi ed efficaci
nel settore dei consumi privati. Integrazione tra le prestazioni erogate in regime Ssn e privato. A tutela dei
pazienti e del Ssn è necessario sviluppare logiche e strumenti capaci di valorizzare nei circuiti pubblici le
prestazioni sanitarie efficaci già acquisite privatamente, per evitare duplicazioni o gap informativi sul
percorso sanitario complessivo del paziente. Con il consenso del paziente, anche le prestazioni private
dovrebbero essere integrate con i sistemi informativi del Ssn. 5. I cambiamenti necessari nella gestione del
personale È necessario esplicitare e governare le dinamiche di skill mix change, cioè di cambiamento nella
combinazione di figure professionali richieste per le attività sanitarie. Il governo dello skill mix change
necessita: - di una maggiore indirizzo e monitoraggio nei confronti delle istituzioni che formano e rinnovano
le competenze delle professioni sanitarie ("specificazione e definizione delle competenze"); dell'elaborazione di percorsi diagnostico terapeutico assistenziali che si basino, fin dalla loro progettazione,
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anche sulla revisione delle competenze professionali e delle responsabilità da attivare; - della definizione di
sistematiche valutazioni di costo efficacia di tali innovazioni organizzative, le cui metodologie devono
essere definite ex ante e i cui risultati devono essere messi a disposizione del sistema. gionata dei rapporti
di impiego. Sul piano contrattuale, è necessario proporre modifiche alle discipline sul tempo parziale, sugli
orari di lavoro e sulle progressioni retributive consentendo una maggiore flessibilità. Ad esempio, si
potrebbero proporre aumenti delle ferie e delle giornate libere a pari o minore retribuzione, per favorire il
riposo o venire incontro alle necessità familiari del personale più senior. Ciò dovrebbe limitare i
comportamenti opportunistici che caratterizzano una quota delle richieste di inidoneità alla mansione e dei
permessi accordati secondo la legge 104/1992. * Cergas Bocconi
Dieci proposte per rendere il Ssn più efficace, equo e sostenibile 1Indurre nelle aziende del Ssn
processi organici di accorpamento delle unità operative che non hanno la casistica minima per garantire la
necessaria clinical competence o il bacino di utenza minimo rispetto agli standard definiti 2Promuovere
all'interno delle aziende sanitarie, anche grazie alle accresciute dimensioni medie, la riduzione degli
stabilimenti ospedalieri, dismettendo quelli piccoli o modificandone la missione a favore delle cure
intermedie e di servizi di prossimità soprattutto per cronicità e anziani. Questo permetterebbe di
concentrare le poche risorse disponibili per gli investimenti infrastrutturali e tecnologici 3Valorizzare i
processi di accorpamento delle aziende, esplicitandone le finalità, orientandole alla riorganizzazione della
geografia dei servizi 4Le nuove aziende sanitarie dalle dimensioni rilevanti (oltre 1 mld di budget)
richiedono nuove e diversificate configurazione istituzionali che dovrebbero prevedere anche rilevanti
processi di "divisionalizzazione" o autonomizzazione di sottosistemi aziendali, per territori o per materia,
con precisi livelli di accountability manageriale e rappresentatività istituzionale 5Distinguere
concettualmente e operativamente le procedure di accesso e le logiche di erogazione per cluster prevalenti
di pazienti: i sani, i cronici, gli acuti, gli occasionali, i non autosufficienti per correlare le specificità dei
bisogni alle caratteristiche distintive dei servizi Definire un mix di politiche del personale per rispondere al
crescente shortage dei medici, al progressivo invecchiamento dei dipendenti del Ssn e il conseguente
rilevante tasso di burn out (ad esempio incidenza demansionamenti e permessi ex legge 104/1992)
6Rendere più trasparenti i criteri di inclusione dell'innovazione farmaceutica evitando secondi livelli
regionali di regolazione all'accesso, e superare progressivamente la logica dei silos di spesa per fattore
produttivo per ragionare con la logica costo/efficacia per patologia 7Dare attuazione al sistema nazionale di
Hta per i Md, capace di rendere pubblici criteri di inclusione e di utilizzo, su cui innestare un sistema di
benchmarking inter-aziendale e inter-regionale dei consumi correlati ai casi trattati 8Valorizzare il potenziale
dei sistemi informativi disponibili per rendere visibile la quota di prevalenza delle patologie presa in carico, il
tasso di adesione della filiera professionale ai percorsi programmati, l'indice di compliance dei pazienti
9Riconoscere la rilevanza dei 33 miliardi di spesa sanitaria privata, regolamentandola per meglio tutelare i
consumatori, integrandola con le prestazioni del Ssn per evitare sovrapposizioni o gap informativi, anche
sviluppando un ruolo imprenditoriale del Ssn
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Pag. 2 N.44 - 1 dicembre 2015
Spesa, l'avvento del rigore
Più oneri privati, più rinuncia alle cure - E i manager fanno da « scudo»
DI PATRIZIO ARMENI*, CLARA CARBONE*, FRANCESCO LONGO*, FRANCESCO PETRACCA*,
ALBERTO RICCI* E SILVIA SOMMARIVA* Il Rapporto Oasi 2015 presenta i principali trend evolutivi del
Ssn e del settore sanitario italiano. Il presente articolo vuole individuare alcune tra le dinamiche più
significative: il contenimento della spesa sanitaria pubblica, la capacità di rispettare la programmazione e le
relative determinanti; le leve utilizzate a livello regionale o aziendale per il controllo sui singoli fattori
produttivi; gli impatti di tali trend a livello di qualità ed equità del sistema. La spesa sanitaria pubblica tra il
2009 e il 2014 ha registrato un aumento medio annuo pari ad appena lo 0,7%, consolidando un trend
opposto al quinquennio precedente alla crisi economica (2003-2008), quando i livelli di crescita erano
attorno al 6% annuo. La sanità, rispetto ad altri ambiti di intervento pubblico, evidenzia un alto tasso di
"esternalizzazione" della spesa: circa il 35% del Fondo sanitario nazionale è destinato all'acquisto di
prestazioni presso soggetti accreditati o convenzionati. Al contrario, per citare altri due ambiti cruciali per i
trend di spesa pubblica, le pensioni rappresentano un immediato trasferimento monetario alle famiglie e la
spesa per l'istruzione è quasi interamente costituita da stipendi. Dal punto di vista politico, risulta
relativamente più sostenibile incidere sulle quote del Fondo sanitario nazionale trasferite a terze economie,
rispetto a un taglio di ormai consolidati trasferimenti di liquidità alle famiglie o a una riduzione degli stipendi
pubblici. Questo difficile scenario economico-finanziario non ha impedito al Ssn di consolidare il raggiunto
equilibrio di bilancio, oramai arrivato al suo terzo esercizio, a riprova di una robusta capacità di rispetto
delle assegnazioni e di contenimento di ogni possibile incremento di spesa (figura 1). Non si registrano più
Regioni con gravi disavanzi, anche grazie alla contabilizzazione delle addizionali regionali incassate
nell'anno successivo a ripiano del deficit dell'anno precedente. Al contrario, alcune delle Regioni
storicamente in disavanzo (Lazio, Campania e Sicilia) si trovano oggi con un leggero surplus annuale, che
utilizzano per contribuire a saldare debiti pregressi. Come spiegare la conquistata capacità di rispettare le
assegnazioni di risorse? Il quadro epidemiologico di questi ultimi anni non è certo migliorato, sia per
l'invecchiamento della popolazione, sia per le conseguenze sociali della crisi economica. Allo stesso modo,
le innovazioni tecnologiche propongono attrezzature, device e farmaci sempre più avanzati che
richiederebbero costanti investimenti. La mancata crescita della spesa pubblica è stata ottenuta
mantenendo e rafforzando progressivamente rigidi budget di spesa per singoli fattori produttivi, che sono
stati centralmente pianificati e il cui rigoroso controllo è stato affidato alle singole Regioni, incentivate
dall'onere di dover pagare direttamente ogni eventuale deficit sanitario con un aumento automatico delle
loro aliquote fiscali. In molti casi, il top management delle aziende sanitarie pubbliche è stato l'esecutore
materiale delle politiche di contenimento dei costi. Spesso, negli ultimi anni, alla dirigenza aziendale è stato
chiesto di agire contestualmente come esecutore di alcuni processi di razionamento, come "ri-allocatore" di
risorse e definitore di priorità di servizio e come gestore del pesante clima di "economia di crisi" in cui si
trova il Ssn. Il ruolo della direzione strategica e del management in generale è stato rilevante e decisivo,
pur in un clima di apparente scarso riconoscimento istituzionale e di spazi di manovra sempre meno ampi.
Quanto questo blocco del naturale trend di crescita della spesa è dovuto alla razionalizzazione dei processi
produttivi e quanto al razionamento dei livelli qualitativi o quantitativi di servizi? Purtroppo non ci sono a
disposizione dati così chiari e univoci per rispondere in maniera evidence-based a questa domanda, che è
cruciale per giudicare la salute che riesce a garantire il Ssn e quindi "la salute del Ssn". È probabile che il
livello globale di sprechi si sia ridotto; in alcuni contesti aziendali, il livello quali-quantitativo dei servizi è
stato intaccato; in altri, permangono sacche di inefficienza nell'utilizzo o nell'allocazione delle risorse. È
però fisiologico attendersi che al prolungarsi del periodo di rigido contenimento della spesa gli spazi di
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OASI 2015/ Negli ultimi cinque anni +0,7% contro il +6% registrato nel 2003-'08
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razionalizzazione tendano a esaurire i loro effetti positivi. Sul lato dell'appropriatezza, ad esempio, molti
indicatori (es. ricoveri evitabili per patologie croniche) risultano già tra i migliori nei confronti internazionali
(cfr. figura 2): gli spazi per significativi ulteriori miglioramenti sono esigui. Dal punto di vista operativo, quali
sono i principali meccanismi di contenimento della spesa? Quali effetti possiamo osservare su alcuni
parametri che esprimono (direttamente o indirettamente) la qualità e l'equità del sistema? Molte Regioni,
verso fine anno, sospendono o rallentano l'erogazione di alcune prestazioni sanitarie. Nelle strutture
pubbliche, il fenomeno è dovuto ai rigidi tetti sui medical device che aggrava la cronica carenza di
personale, soprattutto nelle Regioni in piano di rientro. Sul versante degli erogatori privati accreditati, che
rappresentano il 30% circa della capacità di offerta ospedaliera del Ssn e il 53% se consideriamo il numero
delle strutture territoriali, emerge il vincolo sempre più stringente dei budget. I tetti all'erogazione delle
prestazioni fanno sì che una porzione rilevante della capacità produttiva (anche il 30%) resti inutilizzata.
Tali vincoli alle attività sanitarie rendono molto difficoltosa la riduzione delle liste d'attesa. Queste ultime
sono cresciute per ricoveri programmati di pazienti che non si trovano in immediato pericolo di vita (cfr.
tabella 1). La spesa sanitaria privata della famiglie, stabile al 78% della spesa sanitaria totale, non è
cresciuta significativamente negli ultimi anni, a causa della crisi. La sanità out-of pocket, tuttavia,
rappresenta un mercato ormai consolidato. Secondo i dati dell'Osservatorio Ocps riportati nel Rapporto
Oasi, in Italia il 40% delle visite specialistiche sono pagate direttamente dai cittadini, così come il 49% delle
prestazioni di riabilitazione e il 23% degli accertamenti diagnostici. Questo panorama rappresenta
un'incognita riguardo all'equità del sistema sanitario. I consumi sanitari privati, infatti, appaiono
principalmente correlati al livello di reddito di un territorio: non compensano la scarsa capacità di risposta ai
bisogni di alcuni sistemi sanitari regionali. Tale fenomeno si riflette nei segnali statistici che indicano pericoli
o presenza di fenomeni di undertreatment. Una quota non trascurabile di cittadini, infatti, dichiara bisogni
sanitari insoddisfatti a causa dei costi delle cure o delle liste di attesa: secondo le rilevazioni Istat, il
fenomeno tocca 7,5 intervistati su 100 con riferimento alle visite specialistiche e 4,7 su 100 con riferimento
agli accertamenti; al Sud, tali valori salgono, rispettivamente a 10,5 e 6,9 su 100 intervistati; tra le persone
che dichiarano difficoltà economiche, a 12,1 e 7,8 su 100 intervistati. Pur in questo quadro di lento
indebolimento dei livelli di protezione complessivi, rimane alta la soddisfazione espressa dei cittadini sulle
prestazioni ricevute dal Ssn, prossima, sempre secondo l'Istat, a un punteggio di 8/10, con leggere
variazioni in base all'area geografica e al tipo di prestazione richiesta. Al di là della qualità delle cure
ricevute da chi riesce ad accedere al sistema, il tema dell'equità viene affrontato solo a livello superficiale
nell'opinione pubblica e in maniera marginale nelle discussioni tecniche, dove prevale il tema della lotta alle
inefficienze. Ciò conferma, tra l'altro, che le attuali policy stanno godendo di una narrativa politica
favorevole ed efficace. * Cergas Bocconi 1 6 3 2 4 8 7 5 4 4 3 2 7 5 4 3 3 3 2 1 80.000 60.000 40.000
20.000 140.000 120.000 100.000 7 7 Disavanzo Finanziamenti - - - Fonte: elaborazione Oasi su dati
ministero della Salute Figura 1 - Spesa sanitaria, finanziamento e disavanzo (1990-2014) 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 6 1 1 9 1 6 I 8 8 7 5 6 5 5 6 5 R 4 3 2 3 2 1 1 1 6 5 2 3 Anno 2012 Anno 2013 D
P 4 4 3 2 2 2 1 1 1 5 5 5 3 Fonte: elaborazione Oasi su dati Eurostat P S G U S F G F L I U B S N O A
Confronto internazionale: rinuncia alle cure riportata dai pazienti (%)
Tabella 1 - Tempi medi di attesa Gg attesa medie 2013 Delta gg 2010-2013 Endoarteriectomia carotidea
38,8 -3,2 Fonte: elaborazione Oasi su dati Sdo ministero della Salute Tumore alla mammella 25,0 2,4
Tumore alla prostata 42,5 2,3 Tumore al colon retto 21,5 0,9 Tumore all'utero 23,2 1,7 Bypass coronarico
22,9 -0,3 Angioplastica coronarica (Ptca) 19,4 -1,2 Chemioterapia 18,1 -4,1 Coronografia 31,5 2,2 Biopsia
percutanea fegato 17,3 -1,3 Emorroidectomia 55,6 4,0 Interventi per ernia inguinale 61,0 1,3 Protesi d'anca
77,2 -6,1 Tumore al polmone 20,9 1,4 Tonsillectomia 90,5 14,1 Gg attesa medie 2013 Delta gg 2012-2013
Modalità di pagamento relative alle principali prestazioni sanitarie, % sul totale della popolazione
italiana 1% 1% 2% 1% Ticket 16% Ticket 33% Ticket 22% Ticket 32% Gratuita 30% Gratuita 53% Gratuita
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35% Gratuita 95% Gratuita 43% Gratuita 97% Interamente Oop 49% Interamente Oop 13% Riabilitazione
Intermediata 5% Intermediata Interamente Oop 40% Interamente Oop 4% Ricoveri Dh Intermediata 3%
Intermediata Interamente Oop 23% Interamente Oop 2% Intermediata Intermediata Analisi del sangue
Ricoveri ordinari Fonte: rapporto Ocps 2015 Visite specialistiche Accertamenti specialistici
Figura 2 - Numero di ospedalizzazioni per asma, Bpco e diabete per 100.000 abitanti (2012) 800 700
600 500 400 300 200 100 3 U R R 2 1 1 1 I P Asma 3 3 3 1 5 6 2 2 2 7 1 1 2 1 2 9 8 8 1 2 1 1 1 9 1 8 5 8 1
2 2 1 1 9 5 5 3 2 2 1 1 1 A I U I B D 2 1 1 1 1 1 1 6 6 1 7 Bpco Complicanze del diabete 1 7 3 3 4 5 2 4 S U
F N G F C L S O P S Note: (1) 2011. (2) 2010. Non sono disponibili i dati per Bpco per la Grecia. Non sono
disponibili i dati per i Paesi BRICs Fonte: elaborazione Oasi su dati Oecd health data 2015
Evoluzione del Ssn, dall'ospedale al territorio 1997 2012 318 208 298 211 285 178 275 170 Da 65 a 74
anni 75 anni e oltre 16.006 strutture territoriali (di cui 18% private accreditate) 24.263 strutture territoriali (di
cui 53% private accreditate) Riduzione del tasso di ospedalizzazione per popolazione anziana Aumento
presa in carico sul territorio (utenti anziani assistiti per 100.000 ab.: da circa 1.700 nel 2005 a circa 2.100
nel 2012 2009 2011 2013 2014 Tasso di ospedalizzazione per fasce di età (x 1.000 ab.) - Attività per acuti
in regime ordinario
Dinamiche della capacità produttiva - Evoluzione numero posti letto Ssn (Ro e Dh) 350.242 220.455
Posti letto totali Posti letto Ro Fonte: capitolo 3 del Rapporto Oasi 2105 Posti letto Dh Si conferma la
contrazione Pl: -37% rispetto al 1997 Seguirà nell'immediato futuro una significativa contrazione delle
attuali 8.558 Uoc (Dm 70/2015) 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
2010 2011 2012 2013 2014
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Pecorelli: presunto conflitto d'interessi
(r.tu.)
Resta alta la tensione all'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, sul caso del presunto conflitto d'interessi del
presidente Sergio Pecorelli . Il noto ginecologo e ricercatore di Brescia, e rettore della locale Università,
intanto già è stato sospeso dall'incarico e ora si aspetta il verdetto del ministero della Salute, che dovrebbe
arrivare a giorni e che dovrà decidere sulla sua «incompatibilità» o meno con la carica che occupa da otto
anni. Sono ore decisive, insomma. Con una presidenza in naftalina e la segnalazione al ministero della
Salute di un possibile conflitto di interessi, in base alle regole che l'Agenzia del farmaco stessa s'è data, per
alcune attività svolte da Pecorelli in due Fondazioni e per la presenza nell'advisory board in una società di
venture capital che sul farmaco ha investito fino a 40 mln. Tutto è partito dal rapporto della speciale
commissione dell'Aifa (presenti anche Economia, Salute, Nas), presieduta dal dg Luca Pani , che ha
ravvisato un «conflitto d'interessi di livello 3», il più elevato, che impedirebbe «di svolgere alcun tipo di
attività» in Aifa. Così da far scattare l'eventuale applicazione di una norma del 2004 che impone «la
decadenza per incompatibilità con l'incarico». È in base alla valutazione delle carte che deciderà la ministra
della Salute, Beatrice Lorenzin . Mentre sembra che la Gdf sia stata già interessata. E che si valuti anche
l'ipotesi di un passo indietro (le dimissioni) del "presidente congelato". Come invece Pecorelli non sembra
voler fare. Anche perché nel caso della società di venture capital, la Principia Sgr, che investe circa 40 mln
sui farmaci, Pecorelli avrebbe negato di aver mai firmato alcun contratto, come avrebbe confermato l'ad
della società, salvo parlare di un «accordo di riservatezza». Dal sito della società intanto da qualche giorno
è scomparso il nome del professore. La delicatezza e la valutazione del dossier, insomma, sarà massima.
Come nel caso delle due Fondazioni. La Healthy Foundation (senza scopo di lucro), di cui Pecorelli è stato
il fondatore, tramite la quale ci sarebbe stato un contributo di 80mila euro per una pubblicazione del
professore sui vaccini. La seconda è la Fondazione Lorenzini di Milano, di cui è presidente, molto nota e
attiva nel campo della prevenzione, della ricerca di base e clinica, dall'oncologia alla cardiologia, ma non
solo. Ora tocca al ministero decidere. E l'Aifa intanto resta col vertice dimezzato.
Foto: Sergio Pecorelli
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2015
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BUFERA SUL PRESIDENTE AIFA
VITA IN FARMACIA
13 articoli
01/12/2015
Pag. 12 Ed. Milano
diffusione:298071
tiratura:412069
Spazio lettura (per bimbi) in municipio
Leila Codecasa
MONZA Lucilla è entrata in Municipio a Bellusco ieri mattina, in braccio alla mamma, poco dopo le dieci.
Aspettavano il loro turno: lei si è seduta al tavolino, ha preso un libriccino dallo scaffale con libri per
bambini, insieme alla mamma ha iniziato a sfogliarlo. Quell'ala del Municipio è stata inaugurata sabato e il
sindaco Roberto Invernizzi ha voluto che lì ci fosse quello spazio, il primo del genere progettato cosi in
Brianza: «È stato naturale pensare ad uno spazio. Servirà ai bambini nelle attese ma soprattutto ricorderà
agli adulti che l'attenzione verso le esigenze dei più piccoli deve essere una priorità, che un paese a misura
di bambini può esistere iniziando da cose piccole e semplici».
E se a Bellusco piccoli lettori crescono anche in Municipio, a Carnate possono farlo pure nel parco
pubblico: un gruppo di volontari ha preparato delle casettine dove chi vuole può lasciare o prendere dei
volumi in prestito, loro stessi controllano che almeno uno sia per bambini, da leggere anche lì, seduti
sull'erba, o su una delle tante panchine. A Vimercate gli avamposti di lettura li ha creati l'associazione
Farenheit 451 con la biblioteca: «Ci sono angolini in una lavanderia, in bar, in farmacie, e in studi medici»,
spiega la presidente Rita Assi.
E per chi va all'asilo nido, l'angolo per leggere è ormai una realtà : a Monza c'è un progetto specifico per
genitori ed educatori. A Sulbiate i libri per bambini sono in parrocchia, nella biblioteca. Ed ora il progetto è
di mapparli, online. L'idea è di Giovanna Malgaroli che lavora per Nati per leggere, il programma nazionale
per favorire la lettura già a pochi mesi di vita: «Gli spazi, anche insoliti ed estemporanei, continuano a
crescere, non solo in Brianza, ma in generale in Lombardia: invitiamo a segnalarceli sulla pagina Facebook
del nostro progetto, per creare un elenco a disposizione di tutti». Malgaroli non ha dubbi: «È un ottimo
segnale e anche sempre più pediatri hanno libri negli studi». «In effetti la lettura precoce -. racconta
Federica Zanetto, pediatra a Vimercate - è uno strumento straordinario per attivare conoscenze, legami più
profondi di cura e di relazione». «Senza dimenticare - continua Sara Troilo della biblioteca di Cavenago
Brianza - che uno dei luoghi più naturali dove leggere restano le biblioteche». A Seregno ad esempio,
proprio in biblioteca ogni mese si tiene un incontro per avviare alla lettura fin dalla più tenera età. E ora Nati
per leggere Lombardia ha avviato anche una decina di corsi per preparare dei lettori volontari, c'è tempo
per iscriversi, le lezioni si terranno da gennaio: «Vogliamo creare gruppi di lettura per piccolissimi». Alcuni
sono già attivi a Bellusco, a Usmate Velate, ad Arcore, nel Meratese.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Bellusco
01/12/2015
Pag. 5 Ed. Roma
diffusione:298071
tiratura:412069
«I mini-interventi invasivi al cuore sono un'opzione terapeutica salvavita»
Sono oltre un milione le persone che in Italia soffrono di una malattia delle valvole cardiache, condizione
che nella maggior parte dei casi necessita di terapia cardiochirurgica o interventistica. Di questi, circa 300
mila non possono essere sottoposti all'intervento cardiochirurgico a causa del rischio operatorio ritenuto
troppo elevato, ma in molti casi potrebbero invece essere soggetti alle nuove procedure mini invasive che si
sono dimostrate sicure e generalmente ben tollerate persino nei pazienti in condizioni cliniche critiche.
«Questi pazienti, in assenza di intervento, hanno un'aspettativa media di vita di circa 1-2 anni», ha detto ieri
il professor Francesco Romeo, presidente della Società Italiana di Cardiologia, durante l'incontro
organizzato dalla Società italiana di cardiologia «One valve one life, le nuove frontiere della cardiologia
mini-invasiva» svoltosi al Senato. «Oggi - ha aggiunto - abbiamo evidenze scientifiche indiscutibili che le
tecniche interventistiche percutanee mini-invasive costituiscono un'opzione terapeutica salvavita».
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Convegno della Società italiana di cardiologia
01/12/2015
Pag. 1 Ed. Bari
diffusione:289003
tiratura:424634
Una ricerca spiega il fallimento dei generici. I medici: "Prontuario da rifare". I farmacisti : "Troppi pregiudizi"
ANTONELLO CASSANO
L'ANTINFIAMMATORIO DI marca al posto di quello prodotto dalla casa farmaceutica meno nota, la
confezione più costosa di pillole per la pressione, quella con la scatola rossa, anche se il farmacista
propone un medicinale praticamente identico e con un prezzo inferiore. In farmacia i pugliesi preferiscono
la griffe al risparmio.
Preferenze che costano. Da gennaio a settembre del 2015 in tutta la Puglia sono stati spesi 58 milioni di
euro per coprire la differenza tra farmaci equivalenti e quelli di marca e i costi non fanno che aumentare. In
tutto il 2014 per lo stesso motivo sono stati spesi oltre 76 milioni di euro (l'anno prima non si superavano i
68 milioni). I dati emergono da una ricerca messa a punto dal magazine specialistico Aboutpharma, con il
patrocinio di Assogenerici, e resa nota nel corso di un convegno promosso a Bari dalla Mylan,
multinazionale farmaceutica, uno dei più grandi produttori di principi attivi farmaceutici e prodotti equivalenti
destinati al mercato. Secondo la ricerca, nel 2014 la Puglia si è classificata al quindicesimo posto in Italia
per consumo di medicinali generici, sia in termini di confezioni vendute che in termini di spesa. La media
italiana è di gran lunga superiore, visto che si attesta al 24,7 per cento per confezioni dispensate e al 16,5
per cento per spesa. La ricerca dimostra anche che in Puglia non solo si spende di più, ma si acquistano
anche più farmaci rispetto alla media nazionale. Non è un caso se nonostante lo scorso anno l'utilizzo di
farmaci equivalenti di Classe A sia aumentato del 7,1 per cento, anche la spesa totale sia aumentata dello
0,5 per cento.
A PAGINA II L'ANTINFIAMMATORIO di marca al posto di quello prodotto dalla casa farmaceutica meno
nota, la confezione più costosa di pillole per la pressione, quella con la scatola rossa, anche se il farmacista
propone un medicinale praticamente identico e con un prezzo inferiore.
In farmacia i pugliesi preferiscono la griffe al risparmio. Preferenze che costano. Da gennaio a settembre
del 2015 in tutta la Puglia sono stati spesi 58 milioni di euro per coprire la differenza tra farmaci equivalenti
e quelli di marca e i costi non fanno che aumentare.
In tutto il 2014 per lo stesso motivo sono stati spesi oltre 76 milioni di euro (l'anno prima non si superavano
i 68 milioni). I dati emergono da una ricerca messa a punto dal magazine specialistico Aboutpharma, con il
patrocinio di Assogenerici.
Secondo la ricerca, nel 2014 la Puglia si è classificata al quindicesimo posto in Italia per consumo di
medicinali generici, sia in termini di confezioni vendute (20,8 per cento) che in termini di spesa (13,8 per
cento). La media italiana è di gran lunga superiore, visto che si attesta al 24,7% per confezioni dispensate e
al 16,5% per spesa.
La ricerca dimostra anche che in Puglia non solo si spende di più, ma si acquistano anche più farmaci
rispetto alla media nazionale. Non è un caso se nonostante lo scorso anno l'utilizzo di farmaci equivalenti di
classe A (completamente rimborsabili dal servizio sanitario nazionale) sia aumentato del 7,1 per cento,
anche la spesa totale sia aumentata dello 0,5 per cento.
Ma, prima di tutto, cosa si intende per farmaco generico o equivalente? Come è scritto in una direttiva
europea del 2001 «è un medicinale che ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze
attive e la stessa forma farmaceutica del medicinale di riferimento nonché una bioequivalenza con il
medicinale di riferimento dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità». Tutto chiaro? Non tanto, stando
alla diffidenza dei pugliesi nei confronti di questi farmaci.
Peccato che l'incremento dei generici possa far bene anche alla cassa. Basti pensare che grazie agli
equivalenti il servizio sanitario nazionale negli ultimi tre anni ha risparmiato oltre 700 milioni di euro. Senza,
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Più farmaci griffati così la sanità perde 58 milioni di euro
01/12/2015
Pag. 1 Ed. Bari
diffusione:289003
tiratura:424634
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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lo Stato avrebbe speso 4 miliardi in più dal 2000 ad oggi. Quanto alla spesa sanitaria corrente pugliese, è
passata da circa 5 miliardi di euro nel 2002 a quasi 7 miliardi nel 2013, secondo quanto riporta la
Ragioneria dello Stato. Una battaglia, quella della promozione dei farmaci generici per ridurre gli sprechi
nella spesa farmaceutica regionale, promossa anche dai sindacati: «Più volte - conferma Antonio
Mazzarella, segretario regionale della Cgil medici - abbiamo segnalato il problema a tutti gli assessori alla
Sanità. L'ultima volta è successa pochi giorni fa davanti al dirigente d'area Giovanni Gorgoni.
Una delle fonti di spreco è quella della prescrizione dei farmaci. La verità è che in Puglia non esiste una
vera politica del farmaco. Viene promessa, ma non si realizza. C'è una scarsissima attenzione da parte di
molti, i medici prima di tutti, a utilizzare il generico. Se non fosse per i farmacisti con migliore sensibilità
rispetto agli altri, nessuno conoscerebbe questi medicinali meno costosi e ugualmente efficaci. Anzi, c'è
anche qualche medico che spesso sostiene che alla fine il generico non ha la stessa efficacia del farmaco
di marca. Chissà per quale motivo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
I NUMERI
76 MILIONI È la differenza rimborsata dalla Regione nel 2014 per coprire la differenza tra farmaci
equivalenti e quelli di marca 90 MILIONI È la stima per quest'anno. Una ricerca di Aboutpharma conferma
che la spesa fino a settembre scorso è di 58 milioni
01/12/2015
Pag. 2 Ed. Bari
diffusione:289003
tiratura:424634
"Va riformato il prontuario"
Ci sono prodotti innovativi e costosi che possono far saltare il banco della spesa"
Ludovico Abbaticchio, medico, ex assessore al Comune di Bari, segretario regionale del sindacato medici
italiani e componente del cda dell'Aifa, l'agenzia italiana del farmaco. Dal suo osservatorio come vede
questa predilezione tutta pugliese per il farmaco griffato? «Il farmaco equivalente ha effetto terapeutico non
inferiore a quello di marca. Ma il problema è legato alla scelta libera del paziente. Il discorso, in realtà, è se
esistono o meno farmaci di prima scelta».
Che vuol dire? «Dobbiamo rivedere nel suo complesso la distribuzione del farmaco nell'ambito di una
nuova riforma del prontuario farmaceutico. Con l'avvento dei farmaci innovativi, come quello della epatite C,
si pone un problema di spesa farmaceutica».
Sta dicendo che esistono farmaci di prima e seconda classe? «Non di prima classe, ma di prima scelta».
Quindi esiste una differenza? «È solo economica. Il farmaco di marca ha una maggiore garanzia di
efficacia, ma questo non significa che i farmaci generici non siano efficaci. Ma ripeto, è necessario un
profondo lavoro di scelta più specifica nel prontuario farmaceutico nazionale. Ormai ci sono farmaci
innovativi molto costosi che possono curare oltre all'epatite C, anche il cancro del polmone, il tumore al
pancreas, le malattie autoimmuni.
Farmaci che però possono far saltare il banco alla spesa farmaceutica regionale».
Ma perché i pugliesi sono così diffidenti verso i farmaci generici? «È un fatto culturale, non certamente
legato alla funzione del medico o del farmacista. Il pugliese dice: se mi devo curare preferisco farlo nel
migliore dei modi.
Tuttavia su questo tema non possiamo fermarci al singolo consumatore, ma alla spesa regionale o
addirittura nazionale. Se dovessimo escludere dal prontuario farmaceutico quei farmaci dal costo inferiore
ai 5 euro, risparmieremmo 900 milioni di euro». LUDOVICO ABBATICCHIO Segretario del sindacato
medici italiani
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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L'INTERVISTA/1 IL MEDICO LUDOVICO ABBATICCHIO
01/12/2015
Pag. 2 Ed. Bari
diffusione:289003
tiratura:424634
"Una guerra persa in partenza"
I clienti, anche quelli in difficoltà, alle confezioni tradizionali non rinunciano
«La gente si affeziona ai nomi dei farmaci, lega addirittura la propria malattia ai colori delle confezioni. Un
limite culturale che noi proviamo a combattere quotidianamente». Angelo Ragone è il proprietario della
omonima farmacia di Japigia, una tra le più grandi di Bari.
Perché si preferisce la marca al risparmio? «Si tratta per lo più di una suggestione. Molti sono legati a
determinati farmaci. È come se volessero andare sul sicuro per non trovarsi davanti alle incognite di
farmaci diversi. Noi cerchiamo di fare breccia su questa gente che ha paura di cambiare». Cosa c'è dietro
questa paura? «C'è una forma di ignoranza.
Molto spesso qui in farmacia arrivano i figli o la badante dell'ammalato di turno, che non si assumono la
responsabilità di cambiare. Noi cerchiamo in tutti i modi di fargli capire che acquistando farmaci generici si
possono risparmiare soldi».
Di quali risparmi parliamo? «Risparmi notevoli. I farmaci costano meno e i principi attivi sono identici a
quelli del farmaco di marca, come due gocce d'acqua fuoriuscite dallo stesso rubinetto. Al massimo manca
qualche eccipiente. Ma questa è una battaglia difficile da combattere». Perché? «È evidente che in questo
campo ci sono interessi molto grandi. I miei collaboratori spingono sui generici anche per una sorta di
obbligo morale. Perché ci accorgiamo che molti nostri clienti arrivano a fine mese e non ce la fanno più con
i conti.
Molte persone nell'ultima decade del mese non si fanno vedere in farmacia». Ma quali sono i farmaci per i
quali i suoi clienti preferiscono la griffe al risparmio? «Senza dubbio i prodotti per la pressione o per lo
stomaco, ma più in generale quelli che si usano per patologie severe. Poi è chiaro che quando il medico
prescrive sulla ricetta "non sostituibile" non si può far nulla». (a.cass.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ANGELO RAGONE Titolare dell'omonima farmacia a Japigia
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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L'INTERVISTA/2 IL FARMACISTA ANGELO RAGONE
01/12/2015
Pag. 11 Ed. Bari
diffusione:289003
tiratura:424634
LATERZA, UN MUSEO DELLA CERAMICA Piatti, brocche, albarelli, bottiglie da farmacia: la ceramica
laertina, in particolare tra il XVII e il XVIII secolo, ha prodotto un'ampia gamma di oggetti funzionali, con uno
spettro dilatato di motivi decorativi. Alle 18 nel Palazzo Marchesale di Laterza sarà inaugurato il Muma museo della maiolica laertina, legato alla tradizione e - nelle intenzioni dell'amministrazione comunale che
l'ha ideato - proiettato verso il futuro, accanto alle altre istituzioni museali che rientrano nel neonato polo
regionale. Come evento d'apertura ci sarà una mostra dedicata alla collezione Tondolo, a cura dello
studioso Guido Donatone.
Raccolta privata di grande pregio - che in anni recenti è stata esposta a più riprese nel museo provinciale
di Lecce, grazie alla disponibilità del suo proprietario, l'imprenditore barese Riccardo Tondolo, che però ha
poi deciso di ritirare il prestito poiché le ceramiche sono state poco valorizzate -, la collezione è molto
celebre tra gli addetti ai lavori. A Laterza saranno esposte 150 opere selezionate di varie datazioni, che
rivelano predilezioni formali e metodi di lavorazione tipicamente legati alle antiche botteghe del centro
tarantino. Info 099.82.9 7.911.
(lorenzo madaro)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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L'EVENTO
01/12/2015
Pag. 6 Ed. Genova
diffusione:289003
tiratura:424634
"Tursi moltiplica i dirigenti delle farmacie "
CAMBIA l'amministratore unico di Farmacie srl e parte il bando per assumere un nuovo direttore generale,
stipendio 95.000 euro lordi, dopo che la società è andata avanti senza questa figura da quasi un anno, in
un'azienda che ha raggiunto faticosamente l'equilibrio di bilancio e dove si profila tra pochi mesi l'esubero di
sei magazzinieri. I sindacati lo hanno scoperto solo per caso, andando a cliccare tra le pagine del sito del
Comune, e la loro reazione è stata furibonda. «Il divario tra il compenso annuo da amministratore unico
(euro 35.000) e quello da direttore generale (euro 95.808), sommato al compenso del nuovo succitato
amministratore unico (euro 30.000) rappresenta un pesantissimo aggravio di costi del personale - denuncia
il comunicato firmato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil - in un'azienda che, negli ultimi anni, non
ha fatto che chiedere ingenti sacrifici alle proprie maestranze in cambio del mantenimento in essere. A ciò
si aggiunge la grave situazione del personale di magazzino - prosegue la nota - attualmente in distacco
presso servizi del Comune di Genova con scadenza a maggio 2016 e per il quale lo stesso ingegner
Grossi, in occasione dell'ultimo incontro sindacale, ci ha dichiarato l'ormai prossima condizione di
esubero».
«Abbiamo avuto un incontro con l'amministratore unico non più di venti giorni fa - spiega Aurelia Buzzi,
della Filcams Cgil - e non ci ha detto nulla dei cambiamenti al vertice, in compenso ci ha annunciato che
non tutti i magazzinieri in distacco potranno rientrare. La società ha già dovuto vendere tre farmacie, lavora
con personale all'osso, con un solo farmacista per ogni esercizio, non ha proprio senso andare a sborsare
95.000 euro, anche se lordi, per un dirigente, quando ci sono esuberi in vista».
Foto: FARMACIE Amministratore e direttore nuovo
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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LA PROTESTA NUOVO DIRETTORE GENERALE NELLA SOCIETÀ DEL COMUNE CHE NON HA
AVVERTITO I SINDACATI
01/12/2015
Pag. 6 Ed. Genova
diffusione:289003
tiratura:424634
Dal Gaslini una nuova cura reumatologica
ÈPARTITO dall'Istituto Giannina Gaslini di Genova lo studio per il nuovo trattamento contro la
dermatomiosite giovanile, rara malattia reumatologica. La ricerca internazionale, coordinata dall'equipe del
Gaslini, è stata condotta su 140 pazienti, e ha coinvolto 101 centri reumatologici in 30 diversi paesi. Lo
studio, durato alcuni anni, ha permesso di dimostrare che la cura combinata con metotressato e cortisone è
attualmente la più efficace e la più sicura per il trattamento della malattia. La dermatomiosite giovanile è
una malattia molto rara che colpisce i muscoli e la cute, la cui causa è ancora sconosciuta anche se si
ritiene essere di natura autoimmune.
«Fino ad ora esistevano varie terapie per curare la malattia, ma pochissimi studi controllati - ha spiegato
Alberto Martini, direttore del Dipartimento di Pediatria del Gaslini - il nostro è stato il primo studio di questa
natura che ha permesso di studiare l'efficacia dei diversi trattamenti su 140 bambini, di tutto il mondo: sei i
casi italiani».
Grazie ai risultati ottenuti la terapia studiata e validata dai ricercatori del Gaslini rappresenterà il
trattamento di riferimento a livello internazionale per la cura della malattia. Lo studio è stato pubblicato da
Lancet e il 4 e il 5 dicembre una decina dei massimi esperti mondiali del settore si incontreranno al Cisef
Gaslini.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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LA RICERCA
01/12/2015
Pag. 4 Ed. Roma
diffusione:289003
tiratura:424634
Ospedali affollati "Dimissioni dei pazienti 7 giorni su 7"
Zingaretti: basta stop nei weekend San Giovanni, inaugurato il triage
MAURO FAVALE
NICOLA Zingaretti lo definisce «un vizio», quello che, quasi per prassi, negli ospedali blocca le dimissioni
dei pazienti al venerdì e le fa riprendere il lunedì. Uno stop nei week end che costa al sistema sanitario
regionale, tiene occupati i posti letto nei reparti e contribuisce così a intasare i pronti soccorso. Per il
governatore quest'abitudine deve ora cambiare: «Stiamo lavorando con tutti i direttori generali - ha detto ieri
inaugurando il nuovo reparto d'emergenza dell'Ospedale San Giovanni, rinnovato in occasione del
prossimo Giubileo - affinché ci siano le dimissioni dei pazienti sette giorni su sette, superando il vizio che il
venerdì si blocchi tutto fino al lunedì. Questo non va bene». Più di una moral suasion, però il presidente
della Regione e commissario alla sanità del Lazio, non può fare. La decisione spetta ai singoli direttori
generali degli ospedali. «A loro abbiamo dato questa indicazione - aggiunge Alessio D'Amato, responsabile
della cabina di regia sulla sanità regionale - e stiamo monitorando con degli audit interni la modalità di
dimissione dei pazienti, perché vengano fatte sette giorni su sette». Secondo D'Amato, «la prassi diffusa
per cui le dimissioni vengono concluse con la coincidenza del nel week end genera una difficoltà soprattutto
nella ripresa settimanale del lunedì, che diventa il giorno con più alte problematiche».
Sempre con l'obiettivo di allegerire la pressione sui pronti soccorso, Zingaretti ieri ha annunciato la volontà
di attrezzare gli ospedali con delle "change room" «ossia delle sale dove chi deve uscire dall'ospedale la
mattina può recarsi e aspettare in modo da liberare i posti letto».
Parole apprezzate dai medici e dal personale del pronto soccorso del San Giovanni, inaugurato ieri
mattina: 850 metri quadri, con percorsi più rapidi all'interno del triage, proprio per far fronte al possibile
afflusso maggiore di pazienti in coincidenza con l'arrivo dei pellegrini per l'Anno santo che inizia tra una
settimana. Complessivamente, però, i 4,5 milioni investiti sull'ospedale hanno consentito anche la
realizzazione di un pronto soccorso materno-infantile, tre posti in più in terapia intesiva (che passano da 8 a
11, la ristruttuazione della rianimazione con altri 8 posti letto.
Oggi sarà la volta del Pronto soccorso dell'ospedale Grassi di Ostia, inaugurato insieme al ministro della
Salute Beatrice Lorenzin. Sul fronte delle nomine, intanto, tutto pronto per quella di dg dell'Asl RmG:
dovrebbe toccare a Vitaliano De Salazar che lascerebbe così l'incarico di dg dell'Asl RmB che presto verrà
accorpata con la Asl RmC. www.regione.lazio.it www.ospedaleisraelitico.it PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: GOVERNATORE Nicola Zingaretti.
Sopra i nuovi posti letto al San Giovanni
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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La sanità
01/12/2015
Pag. 58 Ed. Torino
diffusione:189394
tiratura:278795
"In via Scialoja portate almeno una farmacia "
Vogliamo una farmacia e un piccolo supermercato in via Scialoja. E' la richiesta dei residenti che da anni
chiedono il rilancio dei locali commerciali di proprietà comunale che giacciono abbandonati alle spalle del
capolinea del 52. «In queste case popolari - dicono i residenti -, vivono molti anziani e disabili, ma per
andare a comprare i viveri di prima necessità siamo costretti a prendere l'automobile». Nel corso degli
ultimi anni, sono spariti tutti i negozi nell'area di Borgo Vittoria compresa tra via Reiss Romoli e corso
Grosseto. «Anche la farmacia si è trasferita - aggiungono -. Così, è diventata un'impresa difficile rifornirsi
anche delle medicine». Dalla Circoscrizione 5, chiedono pazienza. «Finalmente, si è sbloccato il
contenzioso con i vecchi gestori - dice il presidente Florio -. Incontrerò il Comune per provare a portare
qualche servizi in più: una farmacia, qualche negozio, un caf». [p. coc. ]
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Circoscrizione 5/ Borgo Vittoria
01/12/2015
Pag. 36 Ed. Roma
diffusione:135752
tiratura:185831
Sanità , al San Giovanni pronto soccorso hi tech: «Stop
sovraffollamento»
La Regione consegna i reparti di emergenza ristrutturati per il Giubileo: raddoppiati i posti letto della
Rianimazione
G.Gio
Percosi veloci, più sicuri e razionali per facilitare l'accesso al trige, accoglienza di pazienti e
accompagnatori migliorata, gestione del ricovero ottimizzata per evitare ritardi nei soccorsi, tecnologie e
dotazione informatica potenziate. Un altro ospedale è pronto per la sfida del Giubileo. Grazie a un
investimento di 4,5 milioni, la Regione ha messo a nuovo il pronto soccorso del San Giovanni Addolorata.
Uno dei docici reparti dell'emergenza ospedaliera capitolina - dall'Umberto I fino a Tor Vergata ammodernati con un investimento complessivo di 33,5 milioni. Sono già sei, in quattro mesi di interventi, le
strutture completate. «Quanto sta avvenendo a Roma è importante per la nostra città, per la nostra
comunità, per tutti quelli che credono nel riscatto della capitale», ha sottolineato il presidente della Regione
Nicola Zingaretti che, insieme al direttore generale dell'azienda ospedaliera a due passi dalla basilica di
San Giovanni, Ilde Coiro, ha consegnato i reparti. GLI INTERVENTI Due milioni e mezzo sono serviti al
restyling del pronto soccorso generale, di quello materno-infantile. In un'area dell'ospedale che si estende
su 450 metri qquadrati, sono stati invece aumentati da 8 a 11 i posti letto di terapia intensiva postoperatoria. Quasi due milioni sono serviti per mettere a nuovo le attrezzature cliniche: ecografi, defibrillatori,
barelle radiotrasparenti. L'accoglienza diventa sempre più hi-tech: sarà garantita maggiore informazione
con l'introduzione di un sistema di monitoraggio e comunicazione multilingue dei tempi di attesa. Il centro di
rianimazione dell'ospedale, inoltre, ha raddoppiato i posti letto di terapia intensiva che passano da 8 a 16.
La gestione dell'emergenza sarà inoltre facilitata grazie all'ampliamento e alla separazione degli spazi
dedicati ai casi più gravi - i codici gialli e rossi - da quelli dedicati ai codici verdi e bianchi e anche la
realizzazione di un percorso di accesso diretto dalla camera calda alla "sala rossa" riservato agli accessi
tramite ambulanza. «Stiamo chiudendo una fase drammatica che aveva portato al commissariamento della
sanità del Lazio - ha aggiunto Zingaretti - ma anche a una destrutturazione del sistema, al blocco del
turnover. Si ricomincia, ora, ad aver fiducia grazie all'operazione giubilare, che è servita come
accelerazione, non una parentesi nel deserto». LE OPERAZIONI Per far sì che il sistema ospedaliero sia in
grado di gestire eventuali emergenze attentati, l'obiettivo della Regione è quello di azzerare l'affollamento
nei pronto soccorso. Anche per questo Zingaretti ha ricordato come «stiamo lavorando con tutti i direttori
generali affinché ci siano le dimissioni dei pazienti sette giorni su sette, superando il vizio che il venerdì si
blocchi tutto fino a lunedì». Intanto oggi entrano in servizio i nuovi mezzi messi a disposizione dell'Ares
118: si tratta di 40 nuove ambulanze e 10 auto mediche. Altre 86 nuove ambulanze arriveranno a febbraio
acquistate dalla Regione Lazio grazie a un finanziamento di 3,5 milioni di euro che permetterà di rinnovare
il parco mezzi che da circa 10 anni non veniva sostituito: molti mezzi avevano più di 400mila chilometri di
servizio all'attivo.
Foto: ZINGARETTI: «UN'ALTRA STRUTTURA CHE RIMETTIAMO IN SESTO, RISCATTO PER ROMA»
DA OGGI IN SERVIZIO 40 NUOVE AMBULANZE
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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IL PIANO
01/12/2015
Pag. 39 Ed. Viterbo
diffusione:135752
tiratura:185831
POMEZIA
Chiudono il 28 dicembre prossimo le farmacie interne ai 6 distretti sanitari della Asl Rm H e il servizio verrà
accorpato ad Ariccia. Vicino solo ad alcune città dei Castelli. A oltre una trentina di chilometri, invece, da
Pomezia e Ardea e addittura un'ottantantina da Anzio e Nettuno. I salvavita, così come i dispositivi (garze,
cannule e sacche di alimentazione parenterale ndr) dovrebbero essere consegnati a domicilio a tutti i
pazienti e disabili gravi. Il condizionale è tuttavia d'obbligo poiché sono moltissimi i cittadini che non si
fidano della rivoluzione decisa dai vertici dell'azienda sanitaria.
I DUBBI
«E se per un motivo qualsiasi il farmaco non viene consegnato - si chiedono - chi si assumerà la
responsabilità di mettere in pericolo un paziente?» La gestione del "porta a porta" sarà affidata a una ditta
esterna, scelta con una gara pubblica. L'accorpamento a Ariccia, secondo i vertici della Asl, produrrà un
risparmio. Una teoria alla quale, tuttavia, credono in pochi. «Se finora da Ardea e Pomezia, così come da
Nettuno e Anzio, erano i pazienti e i famigliari ad andare al distretto di zona a prendere i farmaci e dunque il
servizio aveva un costo irrisorio per l'azienda, da gennaio sarà la Asl a pagare una ditta per consegnarli a
domicilio. Non capiamo dove sia il risparmio - commentano gli utenti - per noi lo sarà sicuramente
ammesso però che il servizio funzioni bene». Sono invece pronti a dare battaglia un gruppo di parenti di
disabili e malati gravi di Pomezia.
LE PROTESTE
«I vertici della Asl non hanno rispettato gli accordi presi con noi a maggio scorso - dice Francesca Bassani durante l'incontro avuto 6 mesi fa, D'Alba ci aveva garantito che almeno fino a quando la consegna a
domicilio non fosse stata messa a punto, le farmacie distrettuali sarebbero rimaste aperte. Almeno per
sopperire ai casi di mancato recapito. Invece non sarà così. Sulla costa le farmacie chiuderanno il 28
dicembre e il servizio partirà il 18 gennaio 2016. Il direttore si era impegnato anche a istituire in tutti i
distretti uno sportello dedicato per accogliere i piani terapeutici». La rivoluzione prevede che ogni paziente
mandi una mail alla farmacia di Ariccia con l'elenco dei salvavita e dei dispositivi in base alla patologia.
«Secondo noi una follia - aggiunge Francesca - se pensiamo che molti malati sono anziani soli e non sanno
usare il computer. Per questo avevano chiesto un'alternativa alla mail che però, almeno fino a oggi, non è
stata ancora organizzata».
Moira Di Mario
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
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Farmaci , al via la consegna a domicilio
01/12/2015
Pag. 22 Ed. Genova
diffusione:50924
tiratura:71724
Dal Gaslini la cura migliore contro una rara malattia reumatica
F. MAR.
UNA DELLE RIVISTE mediche più importanti al mondo, Lancet , li ha pubblicati ieri con l'aggiunta di un suo
editoriale per sottolinearne l'importanza. Sono i risultati di una ricerca che, per la prima volta, dimostra
quale sia la cura più efficace contro una malattia rarissima e molto grave, la dermotomiosite giovanile. Una
malattia legata a un malfunzionamento del sistema immunitario, che colpisce 1-3 persone ogni 100 mila ma
che può provocare deformazioni e distruggere i muscoli. Per la prima volta, viene dimostrato che la migliore
cura contro questa malattia autoimmune si ha combinando il cortisone con il metotrexato, una molecola che
inibisce il sistema immunitario. La ricerca è targata Genova. A coordinarla è stato il gruppo del professor
Alberto Martini, direttore dell'unità di reumatologia al Gaslini. E la ricerca è stata possibile grazie
all'osservazione di 140 casi, 140 bambini malati, un numero straordinariamente alto per una patologia cos ì
rara, che il Gaslini ha potuto raccogliere grazie alla sua rete Printo. «Printo - spiega Morselli - è la sigla
dell'organizzazione internazionale di studi clinici sulla reumatologia pediatrica che io e Nicolino Ruperti
abbiamo fondato vent'anni fa e cui nel tempo hanno aderito i centri di reumatologia pediatrica d'Europa e di
altre parti del mondo». Grazie a questa rete internazionale, il gruppo di Martini ha potuto raccogliere i casi
necessari a verificare le sue ipotesi.
Foto: Martini
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/12/2015
76
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SU "LANCET"
PROFESSIONI
5 articoli
01/12/2015
Pag. 48
diffusione:289003
tiratura:424634
Un salvavita per le donne
(l. g.)
Ad oggi l'unico vaccino in grado di interferire con lo sviluppo di un tumore è quello contro l'Hpv.
La protezione mette al riparo dall'infezione di alcuni ceppi del virus, la cui presenza è stata riscontrata nella
stragrande maggioranza delle donne malate di tumore al collo dell'utero. Impedire al patogeno di infettare il
tessuto uterino si è dimostrata una strategia efficace per prevenire l'insorgenza non solo della malattia, ma
anche delle lesioni, campanello d'allarme per un' ulteriore degenerazione. Il vaccino è ormai disponibile da
diversi anni e protegge contro i ceppi del virus maggiormente indiziati di portare allo sviluppo del tumore, ed
è a carico del Sistema Sanitario Nazionale per le ragazze di 11-12 anni.
Così come è successo per altri vaccini, anche per quello contro Hpv negli ultimi anni c'è stato un calo nel
numero di immunizzati: tra le cause i dubbi sulla loro sicurezza. A livello mondiale, infatti, sono stati riportati
casi di effetti collaterali come un dolore cronico che colpisce perlopiù gli arti o un aumento anomalo della
frequenza cardiaca dopo che ci si siede o ci si alza, con sintomi come vertigini e svenimento, oltre a mal di
testa, dolore al torace e debolezza. I casi sono stati studiati dal Comitato di valutazione del rischio per la
farmacovigilanza dell'Agenzia Europea dei Medicinali che ha emesso il suo verdetto: non ci sono prove del
fatto che sia stato il vaccino a provocare questi effetti perché la loro frequenza non è superiore a quella
rilevata in questa fascia di età.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/12/2015
78
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RSALUTE HPV
01/12/2015
Pag. 23
diffusione:113338
tiratura:156629
Un'applicazione per smartphone Android e Iphone che permette di ricevere sul proprio apparecchio il
foglietto illustrativo aggiornato di qualsiasi medicinale, soggetto a prescrizione o da automedicazione. È il
nuovo bugiardino digitale che ha ricevuto il patrocinio dell'Agenzia Italiana del Farmaco.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/12/2015
79
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Farmaci , il bugiardino è digitale Una app per gli aggiornamenti
01/12/2015
Pag. 23
diffusione:48518
tiratura:74334
Un'applicazione per smartphone Android e Iphone che permette di ricevere sul proprio apparecchio il
foglietto illustrativo aggiornato di qualsiasi medicinale, soggetto a prescrizione o da automedicazione. È il
nuovo bugiardino digitale che ha ricevuto il patrocinio dell'Agenzia Italiana del Farmaco.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/12/2015
80
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Farmaci , il bugiardino è digitale Una app per gli aggiornamenti
01/12/2015
Pag. 23
diffusione:88274
tiratura:127149
Un'applicazione per smartphone Android e Iphone che permette di ricevere sul proprio apparecchio il
foglietto illustrativo aggiornato di qualsiasi medicinale, soggetto a prescrizione o da automedicazione. È il
nuovo bugiardino digitale che ha ricevuto il patrocinio dell'Agenzia Italiana del Farmaco.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/12/2015
81
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Farmaci , il bugiardino è digitale Una app per gli aggiornamenti
01/12/2015
Pag. 6 N.44 - 1 dicembre 2015
Serve una visione organica per ricondurre tutto a sistema
Il baricentro sugli erogatori
a cura di Cineas
Le novità introdotte dalla commissione Affari sociali nel settore della responsabilità dei professionisti
sanitari, almeno sulla carta, si potrebbero rivelare di un forte impatto su alcune problematiche di portata
generale come quelle della natura stessa della responsabilità, nonché della distribuzione dell'onere della
prova. La ricetta proposta dalla riforma in commento, per ridurre gli effetti negativi della medicina difensiva
e del contenzioso legato al rischio clinico con l'obiettivo di tutelare il paziente, si muove lungo alcune
precise direttrici di marcia: 1) una modifica sostanziale dei criteri di imputazione che governano la
responsabilità sanitaria; 2) l'introduzione di un vero e proprio obbligo di assicurazione a carico delle
strutture; 3) il potenziamento delle attività di prevenzione e gestione dei rischi, anche in funzione
dell'ottimizzazione dei processi assicurativi. Ma vediamo più nel dettaglio alcune delle norme attorno cui
ruotano tutti i propositi di riforma. Il perno centrale delle due proposte è chiaramente posizionato sulla
ridefinizione della responsabilità dell'esercente la professione sanitaria, sia in ambito civile che penale. Per
quanto concerne i profili penali, l'articolato si propone, anzitutto, l'introduzione nel nostro codice penale, di
un nuovo articolo, il 590-ter, che sotto la rubrica "Responsabilità colposa per morte o lesioni personali in
ambito sanitario", prevede la punibilità solo in caso di colpa grave dell'operatore sanitario, il quale, a causa
di imperizia, provoca la morte o la lesione personale del paziente. Tuttavia, la colpa grave è esclusa
quando, tenuto conto delle rilevanti specificità del caso concreto, l'esercente la professione sanitaria si sia
attenuto alle raccomandazioni previste dalle linee guida o alle buone pratiche clinico assistenziali. Un
profilo di assoluta novità rispetto all'articolo 3, comma 1, del c.d. Decreto Balduzzi, è da rintracciare nella
formalizzazione e valorizzazione normativa di quali linee guida e buone pratiche dovranno essere prese a
riferimento come concreto parametro di misurazione della colpa, e precisamente quelle adottate dalle
società scientifiche iscritte in un apposito elenco, istituito con decreto del ministro della Salute. È pur vero,
tuttavia, che tali direttive sanitarie appariranno tanto più autorevoli quanto più sarà possibile sottoporle ad
un'approfondita verifica, finalizzata a riscontrare la correttezza del procedimento di formazione, della
maggiore o minore condivisione in letteratura, oltre che, dell'influenza di fattori e profili economicoaziendalistici, certamente estranei a quelli propriamente scientifici. Nell'articolato le novità sul versante
civilistico, si segnalano, da un lato, nella conferma della natura contrattuale della responsabilità civile della
struttura pubblica e privata, ai sensi degli articoli 1218 e 1228 del Cc, dall'altro lato, nel sancire come
extracontrattuale la responsabilità del professionista sanitario che opera all'interno delle medesime, «anche
se scelto dal paziente e ancorché non dipendente della struttura stessa». Due annotazioni. La prima è che
le conseguenze più immediate legate alla previsione della responsabilità extracontrattuale dell'esercente la
professione sanitaria, sono, per citare le più importanti, una riduzione dei termini di prescrizione a 5 anni
(anziché 10 anni previsti per la responsabilità contrattuale), e lo spostamento dell'onere probatorio sul
paziente. La seconda è che, se la ratio ispiratrice del disegno di legge è la riduzione della medicina
difensiva (positiva e negativa) per i costi e i rischi che essa comporta, tuttavia, la formulazione non
particolarmente perspicua della norma in questione, darà certamente luogo a non poche difficoltà
interpretative, in particolare in tutte quelle ipotesi in cui il danneggiato abbia concluso con il medico un
contratto d'opera professionale, per una prestazione medico-chirurgica da eseguire (in regime
ambulatoriale o di ricovero) presso una struttura sanitaria (pubblica o privata). Sempre nell'ottica di
spostare il baricentro del sistema della responsabilità sanitaria dal singolo operatore sull'ente che eroga le
prestazioni sanitarie, deve esser letta, sul piano strettamente assicurativo, la previsione di un vero e proprio
obbligo di assicurazione a carico delle strutture sanitarie, a vantaggio del proprio «personale a qualunque
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/12/2015
82
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
CODICE ROSSO
01/12/2015
Pag. 6 N.44 - 1 dicembre 2015
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/12/2015
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titolo operante presso l'azienda, la struttura o l'ente». Da notare, tuttavia, che anche il dipendente deve
essere a sua volta assicurato «al fine di garantire efficacia all'azione di rivalsa», che rimane condizionata
alla sussistenza del dolo o della colpa grave del professionista. Un elemento di assoluta novità connesso
proprio all'azione di rivalsa, è rappresentato dall'obbligo, posto a carico delle strutture sanitarie, di
comunicare al medico, affinché lo stesso vi possa intervenire, l'instaurazione del giudizio civile nel quale sia
richiesto il risarcimento del danno. Completano il quadro, da un lato, un'azione diretta nei confronti
dell'impresa di assicurazione delle strutture sanitarie e/o dei medici, nel tentativo di replicare un modello di
protezione del danneggiato tipico dell'assicurazione obbligatoria della RC auto; dall'altro lato, nell'intento di
deflazionare il contenzioso, la previsione di esperire, preliminarmente all'introduzione di un giudizio per il
risarcimento del danno da responsabilità medica, un accertamento tecnico preventivo a fini conciliativi, di
cui all'articolo 696-bis del codice di procedura civile, cui devono partecipare obbligatoriamente tutte le parti,
comprese le compagnie assicuratrici della struttura sanitaria e del medico. In conclusione, l'auspicio è che il
tentativo di riperimetrare molte delle principali problematiche che tormentano la responsabilità sanitaria,
sappia coniugarsi con una visione organica che consenta di collocare in una prospettiva di sistema tale
disciplina. Ernesto Macrì docente Cineas del master in Hospital risk management e componente del Tavolo
Cineas Assicurazione e sanità
PERSONAGGI
4 articoli
01/12/2015
Pag. 11
Silvio mette le spie a casa Renzi e Della Valle
Berlusconi chiede alla sua «intelligence» di riportargli le mosse dem e dei partiti di centro per le
Amministrative
PAOLO EMILIO RUSSO
Piano piano il centrodestra risale, ma non è la velocità che conta. «Perchè questo delle Amministrative è il
girone di andata,quello che conta è la finale,le Politiche, nel 2018». Silvio Berlusconi ha trascorso il suo
lunedì come quasi tutti i precedenti, cioè a pranzo coi figli e poi in riunione con gli avvocati e a studiare
sondaggi e dossier preparati dai suoi ghostwriter. Ci sono le Amministrative, certo, ma anche per quelle
non c'è poi tutta questa fretta, come spiega utilizzando la metafora calcistica qui sopra: «Il Pd non sa chi
candidare, sono nel caos. Noi non dobbiamo dare loro un vantaggio, teniamo le carte coperte...». Poche le
telefonate arrivate ad Arcore, ma già nel fine settimana, prima al convegno delPpe di Mogliano Veneto, poi
in collegamento con una iniziativa di Gianfranco Miccichè a Bagheria, il leader di Fi aveva spiegato il suo
piano. «Dobbiamo riportare a noi quei voti che ne se sono andati, i delusi. Il programma che prepariamo è
molto ampio e convincente perchè siamo partiti dalle persone che non vanno più a votare e il 78% dei
cittadini ha dichiarato nei sondaggiche tornerebbe a votare se si costruisse una squadra preparata e
capace»,aveva detto il Cavaliere. L'ex premier non guarda solo al suo partito, ma chiede «una coalizione
ampia», in grado di arrivare al ballottaggio: «Alle prossime elezioni il Pd non potrà arrivare al 40% e allora
dovrà esserci un ballottaggio, a cui potrebbe andare il M5s. Se loro dovessero vincere sarebbe un disastro.
Occorre che Fi cresca e per questo ho deciso di scendere nuovamente in campo», ha aggiunto domenica.
Rivelano un trend positivo, ma che resta molto lavoro da fare, anche le ultime rilevazioni di Alessandra
Ghisleri. Per far risalire il partito, non c'è solo il prosieguo della "rottamazione" dei suoi dirigenti - in realtà
soltanto da completare, visto che i più "vecchi" tra i parlamentari se ne sono andati di loro iniziativa - , ma
anche una riorganizzazione della sua vecchia creatura. Dopo l'avvicendamento dei tre coordinatori
regionali nominati dieci giorni fa, questa sarebbe la settimana della nomina di altrettanti coordinatori delle
macroaree: un "capo" del partito per il Nord, uno per il Centro ed un altro per il Sud. «Ci sono problemi
molto diversi», ha spiegato il presidente di Fi ai coordinatori regionali, citando ad esempio «l'allarme furti»
di cui gli hanno parlato in tanti, nelle ultime settimane, registrato in Lombardia. Si era vociferato dei nomi di
Andrea Mandelli per il Nord, di Salvatore Cicu per il Centro, Vincenzo Gibiino per il Sud, ma la coincidenza
degli ultimi due nel collegio per le Europee "Sud e Isole" lo ha convinto a studiare soluzioni diverse. In ogni
caso, il Cavaliere ha domandato ai coordinatori regionali che gli chiedevano lumisu come muoversi in vista
delle elezioni di Primavera, dello stato delle trattative con Matteo Salvini e Giorgia Meloni di stare «alla
larga» dal tema, di non parlarne in pubblico se non proprio «costretti». Di più: «Avvisatemi se vedete strane
manovre,movimentipoco chiari», ha chiesto ad un gruppo di dirigenti del suo partito attivi sui territori. Tra i
soggetti da "attenzionare" per mezzo dei suoi emissari sul territorio l'ex premier ha citato l'imprenditore
Diego Della Valle e l'ex banchiere Corrado Passera, che da ieri è presente in Parlamento per mezzo dell'ex
ministro Ncd Gaetano Quagliariello, che ha stretto con lui un accordo politico.
Foto: L'ex premier Silvio Berlusconi sta riorganizzando il partito: pronta la nomina di 3 coordinatori delle
macroaree [LaPresse]
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::: VERSO LE AMMINISTRATIVE In arrivo i tre coordinatori delle macroaree
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di NICOLA SIMONETTI pretende che io scelga, tra 100, i 40 che potrò trattare ed i 60 da escludere in
nome del rispar mio". Una scelta non etica che rifiuto". "La clinica cardiologica dell'università policlinico di
Bari - ci dice il direttore prof. Stefano Favale - sei anni fa inoltrò alla Regione la proposta di autorizzazione
all'uso di questi "de vice" valvolari (alcuni miei allievi avevano acquisito esperienza all'estero). Ci fu risposto
che si trattava di procedura non validata e che non rispondeva a giusti criteri rischio/beneficio, mentre il
prof. Thomas Meinersz teneva, a Bari Servizio sanitario nazionale generoso verso il Nord e sparagnino per
il Sud con il risultato - voluto o meno - di aggravare il gap "storico" che penalizza, nello specifico, i malati
del meridione costretti, spesso, ad emigrare a scopo di salute. Area critica ed esemplificativa, denunciata,
ieri, dalla società nazionale di cardiologia (presidente prof. Francesco Romeo), quella delle migliaia di
cardiopatici a rischio di morte perché la loro patologia non è inserita nel LEA (livelli essenziali di assistenza)
e i codici DRG ospedalieri non li contemplano. Circa un milione di italiani soffrono di malattia delle valvole
cardiache. Molti di loro necessitano di terapia chirurgica o interventistica. Ma, per 300.000, a causa della
condizioni fisio-psichiche individuali, il rischio operatorio per la sostituzione della valvola "guasta" è troppo
alto. Alternativa la morte a breve termine (1-2 anni) o l'utilizzazione di nuove procedure mini invasive,
percutanee salvavita, sicure e ben tollerate da pazienti in criti ch e condizioni cliniche. Ma - denuncia il prof.
Romeo - tali procedure non godono del doveroso riconoscimento ed il loro impiego segue le "lo giche" del
risparmio e della dislocazione regionale a pelle di leopardo. In Italia, effettuiamo solo 3.200 procedure
valvolari percutanee, ultimi posti in Europa, 3 volte meno che in Germania. Pazienti con stessa patologia,
qui muoiono per scompenso cardiaco o morte improvvisa (30-50%), oltralpe sopravvivono con buona
qualità di vita. Alla mia struttura ospedalo-universitaria è assegnato un numero insufficiente di dispositivi
per la correzione delle valvole cardiache e si (2011), una lezione su 700 casi già da lui trattati. Nelle more
del carteggio clinica-regione, la notizia che, in Usa, la procedura stessa era inserita nelle Linee guida". Bari
sarebbe stata prima nell'attuazione di queste procedure salva vita. Si preferì mettere in dubbio il parere
qualificato del prof. Favale, consulente della FDA (organo governativo USA per il controllo di farmaci ed
alimenti) pur di non spendere (si sarebbe persino risparmiato) e condannando a vita breve e grama i
pugliesi cui tale intervento sarebbe stato necessario. "Si tratta di fatti purtroppo "noti" a Parlamento e
Governo ma - ha detto il sen. Luigi D'Ambrosio Lettieri - poco si fa per invertire la politica della "universalità
diseguale" del nostro SSN, per evitare che le 8 regioni che non possono garantire tutti i Lea, si risollevino, Il
sospetto che si voglia smantellare o de localizzare dal Sud nasce legittimo mentre tardano a realizzarsi
costi standard, rimedi alla medicina difensiva, scelte di direttori generali competenti. Il mio disegno di legge
l'O. d.G approvato nella legge di stabilità in materia di malattie cardiovascolari e di ictus, potranno aiutare a
migliorare la situazione".
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 01/12/2015
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SANITÀ, IL CUORE DELLA POLITICA BATTE PER IL NORD
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Spunta una tassa sulle biciclette: proteste e accuse
In bicicletta R OMA . Una tassa sulle biciclette? L'ipotesi c'è e scatena le polemiche. In pratica i mezzi a
pedali andrebbero considerate come i motorini: con targa, bollo e libretto. Così almeno si deduce dalla
proposta di legge del senatore del Pd Marco Filippi, presentata alla commissione dei Lavori pubblici.
L'emendamento, che dovrebbe introdurre una modifica nel Codice della strada (estendendosi anche alle
motoslitte), parla di una "definizione, nella classificazione dei veicoli, senza oneri a carico dello Stato e
attraverso un'idonea tariffa per i proprietari delle biciclette e dei veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico
e privato, di merci e di persone, individuando criteri e modalità d'identificazione delle biciclette stesse nel
sistema informativo del Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali ed il personale". Per le
associazioni di ciclisti l'espressione "idonea tariffa" fa il paio con una tassa più o meno simile a quella
automobilistica e per "modalità d'identificazione" s'intende una targa. Nel portale Bikeitalia.it si dice che la
norma "creerebbe una serie di complicazioni burocratiche" ostacolando una mobilità sana e senza
inquinanti, in linea, va aggiunto, con ciò che emerge dagli orientamenti alla Conferenza di Parigi sul clima e
dai dati sulla mortalità prematura per inquinamento. Da qui petizioni e accuse di valenza politica. Di tassa in
tassa, "A questo punto manca solo l'aria..." scrive su Twitter il senatore e capogruppo di Forza Italia in
Commissione Bilancio, Andrea Mandelli.
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P D . Proposta di legge
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Adamo show al vertice forzista: «Berlusconi, manda via i buffoni»
Tutti «a rapporto», senatore Mandelli e assessore Sala compresi, mancava solo la bella Martina e Allevi,
assenti «ingiustificati»
MONZA (czi) Da una parte la riorganizzazione del partito, dall'altra le pagelle all'Amministrazione
Scanagatti. Forza Italia, giovedì, in una sala conferenze del Policlinico, ha radunato le truppe. Assieme al
coordinatore cittadino Domenico Riga e al suo vice Rosario Adamo c'erano il senatore Andrea Mandelli e il
neo vicepresidente della Regione (e coordinatore provinciale di FI), Fabrizio Sala. Con loro, anche il
consigliere regionale Antonio Romeo. In platea, iscritti e simpatizzanti. Erano in tanti. Ma anche gli assenti
non sono passati inosservati. Qualcuno giustificato. Altri no. Come Martina Sassoli, tra l'altro collega di
Riga e Adamo in Consiglio comunale. «L'abbiamo invitata, come tutti gli appartenenti al coordinamento, ma
non si è vista. Non abbiamo avuto notizie nemmeno da Dario Allevi - allarga le braccia Riga che ha aperto i
lavori della serata. «Marciapiedi, strade, sicurezza - ha osservato - Ci sono almeno una dozzina di motivi
per passare ai raggi X questa Amministrazione. Un'Amministrazione che svende Agam, il palazzo
Bartolomeo Zucchi e butta via 4 milioni e 400mila euro per un auditorium invece che destinarli alla
sicurezza, alle case popolari o al teatro Manzoni che cade a pezzi». Ad infiammare la sala ci ha poi
pensato Rosario Adamo: «Fino a Natale farò il bravo - ha tuonato il vulcanico rappresentante azzurro - poi
però questo partito deve darsi una mossa. Bisogna pensare alle politiche sociali, alla casa, al lavoro. E
deve farlo un partito forte con persone nuove, che meritano». Ed ecco il crescendo, quasi rossiniano:
«Sono arrabbiato con Berlusconi che invidia i giovani del Movimento 5 Stelle (Di Maio e Di Battista). Anche
Forza Italia li ha, ma non vengono premiati. Tutti partono dalla base, invece ultimamente il nostro partito ha
mandato all' università gente che non ha mai fatto le elementari. Certe persone nel coordinamento
provinciale non ci devono stare, va fatta pulizia. Mi sono stancato di vedere buffoni in questo movimento».
Non meno duro, ma verso l'attuale Amministrazione, il consigliere comunale e senatore Andrea Mandelli:
«Monza fa schifo: è una città sporca e insicura. Scanagatti segue le orme di Faglia, sembra vogliano punire
i monzesi. Noi vogliamo creare una bella squadra con un buon candidato sindaco. Le nostre porte sono
aperte a tutti e prossimamente coinvolgeremo i quartieri per preparare il nostro programma elettorale».
Fabrizio Sala ha rilanciato l'idea di una scuola di politica: «Apriremo a gente nuova e a chi vuole imparare,
approcciarsi alla politica. E' finita l'epoca delle auto blu, la gente vuole avere a che fare con persone che
prendono pochi impegni, ma li mantengono. Monza, la Brianza, hanno bisogno di un sogno, di un progetto
per un'area che traina l'Italia».
Foto: FORZA ITALIA Rosario Adamo e Domenico Riga con Fabrizio Sala, Andrea Mandelli e Antonio
Romeo, a destra il pubblico
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IN VISTA DELLE AMMINISTRATIVE Giovedì sera al Policlinico gli azzurri tra attacchi a Scanagatti e
«purghe» interne