Hod Benessere n° 56 - Gennaio 2010 - Anno XIII

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Hod Benessere n° 56 - Gennaio 2010 - Anno XIII
Hod Benessere n° 56 - Gennaio 2010 - Anno XIII - Periodico - Diffusione gratuita
Bianco
& N ero
I Prodotti invernali della Dott.ssa Cagnola
vi protegge dall’inverno
Dott. C.Cagnola s.r.l. Unipersonale Prodotti dalla Natura
Via A. Vannucci, 14 - 20135 Milano
Tel. 02 36524486 - Fax. 02 36525436 • e-mail: [email protected]
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SonnenMoor
Il Cuscino delle Coccole
(misura media mm 170 x 500 ca.; misura piccola mm 170 x 200 ca.)
• Quando si ha bisogno di una fonte di calore,
il cuscino con torba alpina Sonnenmoor
trasmette il caldo secco che aiuta ad alleviare i disturbi
tipici del periodo invernale, donando benessere all’organismo.
• Si può utilizzare anche freddo,
per dare sollievo in caso di necessità.
• Adatto a tutta la famiglia, è facile da utilizzare in casa.
• Il cuscino con torba alpina Sonnenmoor,
mantiene sia il caldo o il freddo per lungo tempo.
• Per utilizzarlo caldo, avvolgerlo in un panno:
si può riscaldare a bagnomaria o nel forno a
microonde (a 600 Watt per 2 minuti).
• Per utilizzarlo freddo:
mettere il cuscino con torba alpina
nel frigorifero per circa 1-2 ore.
UNA VITA
IN SALUTE
I prodotti SonnenMoor
a base di torba nera alpina e di erbe,
naturali e puri al 100%, sono realizzati in Austria
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secondo le ricette originali di Franz Fink,
Prezioso concentrato di principi naturali
fondatore nel 1972 della ditta SonnenMoor.
la torba regala benessere, vitalità e purezza.
I prodotti SonnenMoor affiancano un corretto
Contiene molte sostanze organiche, acidi
stile di vita, una sana alimentazione
umici, oligoelementi e sostanze minerali
e un movimento fisico regolare.
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zinco, rame, manganese, cromo e molibdeno)
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Direttore Responsabile: Marina Robbiani
Consulente Scientifico: Dott.ssa Cagnola
Consulente Editoriale: Raffaella Ferrari
Grafica: Marco Nava
Pubblicità: [email protected]•333.1932913
Edizioni Alice
Viale Col di Lana, 4 - 20136 Milano
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via Liguria 2/4, Peschiera
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Reg.Trib. Milano n° 305 del 22.4.1998
A questo numero hanno collaborato:
AMC, Enza Bettelli, Andrea Bocchi Modrone,
Clementina Cagnola, Eurodream,
Roberta Ferraris, Marco Floriani,
Massimiliano Ippolito, Angela Lanzi,
Angelo Naj Oleari, Marco Nava, Noi Due.
In copertina: “The New Yorker Magazine”,
24 Ottobre 1931.
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la salute nel respiro
Una testimonianza di cuore
a cura di Eurodream
Ho la pelle al naturale!
Intervista ad Angelo Naj Oleari
Sex & Black. Sex & White
diAngela Lanzi
Una pennellata di rosa
Buon San Valentino!
a cura di Noi Due
Le allergie al giorno d’oggi
di Massimiliano Ippolito
Mostre a Milano e New York
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a casa?
Abbonati!
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l’anno (5 numeri) costa
25 euro.
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Depurazione da dopo feste.
Bianco come il biancospino
a cura della Dott.ssa Cagnola
Orto in città. Una sana fatica quotidiana
di Roberta Ferraris
Bianco&Nero
di Andrea Bocchi Modrone
Una settimana bianca
all’insegna della spiritualità
Il fenomeno del noir. Chandler and the City
a cura di Marina Robbiani
Il fascino del Bianco e Nero
di Enza Bettelli
Bollicine da bere
a cura di Marco Nava
Dattero d’inverno
di Paolo Tedaldi e Stefano Reina
Rubrica Chef del tuo benessere:
Sottovuoto, pieno di gusto
a cura di AMC
Varici addio... in poco più di un’ora
a cura di Marco Floriani
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A SCUOLA DALL’ ERBORISTA
Dott.ssa Cagnola
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Depurazione
“da dopo Feste”
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dopo questo lungo periodo, in cui con facilità abbiamo ecceduto in pranzi e cene, in brindisi e dolci, sarebbe d’uopo stimolare le funzioni che aiutano a disintossicare l'organismo, in
particolare fegato, reni, intestino, polmoni, pelle. Lo scopo è quello di eliminare quei sottoprodotti del metabolismo (come radicali liberi, acidi urici e
prodotti azotati) che, essendo stati solo parzialmente degradati, non sono mai
arrivati alle normali vie di eliminazione e quindi si sono accumulati nell'organismo.
Secondo la medicina naturale, è spesso colpa di queste tossine il riacutizzarsi dei
disturbi più disparati, dai problemi intestinali alla cellulite.
Come prima proposta,
ottima da bere proprio come disintossicante
del dopo Feste:
La tisana della rinascita Crisantemo americano sommità g 30
Combretto foglie g 30
Menta piperita g 10
Centaurea minore sommità g 20
Melissa d'oro g 10
Si consiglia un infuso dopo i pasti principali
(mezzogiorno e sera) per almeno una decina di giorni.
Ma è talmente buona che si fa bere anche dopo!
Anche questo Infuso è buono
per una depurazione generale:
Crisantemo americano pianta t.t. g 50
Pilosella pianta t.t. g 50
Bevetene una tazza al mattino
e una alla sera.
E per depurare il fegato, ecco un
Infuso a base di:
Tarassaco radice t.t. g 40
Combretto foglie t.t. g 40
Finocchio frutti g 20
Bevetene una tazza al mattino
e una alla sera.
Per depurare il rene
un Infuso a base di:
Una buona Tisana depurativa
per chi soffre di allergia:
Betulla foglie t.t. g 20
Ortica foglie t.t. g 20
Orthosyphon foglie t.t. g 20
Tiglio fiori e brattee t.t. g 20
Anice verde frutti g 10
Menta piperita foglie t.t. g 10
Bevetene una tazza al mattino
e una alla sera.
Per depurare la pelle
un Decotto a base di:
Tarassaco radice t.t. g 30
Salsapariglia radice t.t. g 30
Bardana radice t.t. g 20
Gramigna radice t.t. g 20
Biancospino fiori mondi g 40
Ribes nero foglie t.t. g 30
Tarassaco radice t.t. g 30
Bevetene una tazza al mattino
e una alla sera.
E per finire,
un Infuso della serenità
(che non guasta mai)
È una tisana adatta a calmare
gli stati ansiosi, da bere soprattutto
alla sera prima di coricarsi:
Biancospino fiori g 40
Iberico sommità t.t. g 20
Papavero fiori t.t. g 20
Menta piperita foglie g 10
Melissa foglie g10
Bevetene una tazza al mattino
e una alla sera.
Alimentazione
SI
NO
Evitate i cibi industriali, conservati,
elaborati, pesanti e gli alcolici.
Limitate lo zucchero e il sale.
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Bevete circa un litro e mezzo al
giorno tra acqua minerale naturale, tisane, brodo vegetale non salato, spremute
di frutta non zuccherate, succhi e centrifugati di frutta o verdure. I succhi di limone, di mela e di pompelmo a digiuno al
mattino hanno effetto diuretico. Il succo
di mirtilli è anche disintossicante. Quello
di carota è un ottimo depurativo per il
fegato così come quello di asparagi, che
in più è diuretico. Il succo di sedano è
invece un ottimo tonificante.
Mangiate molta frutta (le mele sono disintossicanti) e molta verdura, preferendo quella dal sapore amaro (ad esempio la cicoria e il radicchio rosso) perché
stimola il fegato.
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Bianco
come il Biancospino
Biancospino
(Crataegus oxyacantha L.)
Per le sue salutari proprietà, il biancospino è chiamato “la pianta del
cuore”. I fiori hanno eccellenti proprietà calmanti e regolatrici della stimolazione cardiaca e agiscono anche sul tono delle pareti dei vasi.
Rispetto ai farmaci di sintesi, i preparati a base di biancospino non hanno
controindicazioni né effetti collaterali indesiderati.
Questa tisana, sempre utile se siete nervosi e irritabili,
è molto leggera (adatta anche in gravidanza):
Tiglio fiori e brattee t.t. g 30
Camomilla romana fiori g 20
Verbena odorosa foglie t.t g 20 • Melissa foglie monde g 15 • Menta piperita foglie monde g 15
Bevetene una tazza al mattino e una alla sera.
L’Infuso si prepara lasciando riposare
un cucchiaio di miscela di piante
in una tazza d’acqua bollente
per quindici minuti.
Tisana distensiva
Vi può essere d’aiuto per calmare gli spasmi dello
stomaco e le contrazioni addominali, specie se causati da ansia. Potete associare l’azione calmante
generale della passiflora e dell’arancio amaro a
quelle della melissa e del finocchio, che favoriscono
la digestione e hanno una blanda azione diuretica, a
quella del biancospino, che agisce a livello del cuore
e aiuta a rilassarsi.
Poiché il mal di stomaco causato dall’ansia si manifesta in modo differente da persona a persona e può
comparire in momenti diversi della giornata, questa
tisana va presa nei momenti di necessità. Come regola, per un’azione calmante generale, se ne beve una
tazza al mattino e una alla sera, oppure se ne prende
una tazza dopo i pasti principali.
La tisana, così composta, non dà sonnolenza ma rilassa:
Passiflora sommità t.t. g 30
Biancospino fiori mondi g 20
Arancio amaro fiori t.t. g 20
Per saperne di più:
Melissa foglie g 15
Finocchio frutti g 15
www.dottoressacagnola.it
O RTO IN CITTÀ
Una Sana
fatica quotidiana
TESTO
E DISEGNI DI
ROBERTA FERRARIS
L
e belle giornate fredde d’inizio inverno, quando il sole è tiepido nelle ore centrali del giorno, sono il momento giusto per fare
del sano esercizio fisico nell’orto, per chi ha la fortuna di averlo. Avviare un orto è un’impresa piuttosto faticosa, soprattutto se il
terreno che abbiamo a disposizione è incolto, e magari anche coperto di erbacce. Intanto è bene fare attenzione al tipo di erbacce: se vediamo ortiche, malva, lamio bianco e bardana, il terreno è senz’altro fertile. Si comincia con una zappa per sarchiare, a taglio piatto, con cui si recidono gli steli delle erbe alla base. Per il primo
giorno, anche se l’orto è piccolo, questo esercizio fisico può
bastare. L’indomani le erbe recise saranno appassite e si può procedere alla vangatura vera e propria. L’importante è usare sempre i guanti da lavoro di cuoio: si eviteranno così dolorose vesciche alle nostre delicate mani cittadine.
Rubus fruticosus:
il rovo è tra i più
tenaci infestanti,
di cui
conviene rimuovere
le radici
completamente.
P
Sonchus oleraceus: La Cicerbita è, con il tarassaco,
una delle erbacce più comuni. Sono tuttavia
commestibili e ottime lessate e condite con olio e limone.
L’orto si organizza a “prode” o parcelle
coltivabili comodamente, larghe di norma
1,20 m, e lungheanche quanto tutto l’orto,
se non è troppo grande, attorno a cui corrono
i camminamenti di circa 25cm di larghezza. Fatto
questo lavoro, che può richiedere anche più giorni,
non resta che fareriposare la terra, in attesa delle semine.
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er zappare si usano strumenti diversi, a seconda del tipo
di terreno. La vanga funziona bene su terreni già piuttosto sciolti, ma faticherà a penetrare
un terreno argilloso, nonostante tutta forza che possiamo imprimere con il piede (munito, s’intende, di calzatura adeguata). Se la vanga non è efficace, è bene ricorrere alla forca a
quattro denti o a una zappa a tre o due denti, piuttosto pesante, ma che consente di girare zolle
piuttosto grandi. La zolla va sempre rivoltata, in modo che le radici presenti nel terreno si trovino a testa in giù, e ben esposte al freddo invernale. Gli steli e le erbe recise, invece, devono
finire sotto la zolla, a creare col tempo sostanza organica decomposta. Non abbiate timore di
calpestare le zolle che avete rivoltato, perché è proprio così
che si procede per faticare di meno. Ognuno poi troverà il ritmo e la posizione giusta. Fate sempre
attenzione alla lunghezza dei manici, che
devono essere proporzionati alla vostra altezza, per evitare il mal di schiena.
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B i a n c o&
Nero
di Andrea
Bocchi Modrone
“Purificami con Issopo e sarò mondato;
lavami e sarò più bianco della neve”.
(Davide, Salmo 50)
a sempre la dinamica dei contrasti e degli
opposti, nella letteratura come nella religione, si esprime attraverso due colori, il
bianco ed il nero, sintesi manichea nel concetto di sommo
bene in rapporto a sommo male con conseguente perdizione,
dannazione, maledizione, disgusto, cacciata e chi ne ha più ne metta.
La scienza ci dice che il bianco in realtà è la somma dei sette colori dell’iride, mentre il nero l’assenza di ogni frequenza cromatica, ma se diciamo bianco si aprono immaginari di gioia e di concordia, se pensiamo nero si
affacciano alla nostra mente paesaggi lugubri e poco rassicuranti. La settimana
bianca è gioia e divertimento, quella nera invece assume toni di difficoltà e fatica. Una bugia
bianca è quasi una birichinata, una nera una menzogna delle peggiori. Gli angeli sono vestiti di
bianco, i diavoli invece, sono nudi e, ovviamente, neri. Escludendo dal discorso le tradizioni nipponiche, che illuminate dal sol levante hanno spesso punti di vista differenti dai nostri, il nero
è legato al lutto ed alla morte, il bianco alla nascita ed alla vita. Grazie ad un detersivo super
pulente Calimero, ai tempi di Carosello, riusciva ad essere accettato dal prossimo solo cambiando il suo colore. Ingiustizia! Chiosava il pulcino non riuscendo a comprendere la propria
mala sorte, ma per fortuna l’Olandesina, su una mongolfiera di bolle di sapone, liberava dall’infausto fato il nostro eroe. Anni dopo, non voglio sapere se per realtà o finzione, Michael
Jackson ripeté, con altrettanto successo, l’esperimento, ma la scelta si dimostrò, col passare
degli anni deleteria. Ingiustizia? No star system.
Ma bianco non è in assoluto bene, e nero non è in assoluto male. Lao Tzé, nel VI secolo prima
di Cristo, lo aveva capito perfettamente e nel suo Libro della Via e della Virtù, con poesia e
saggezza cercò di insegnarci un po’ di relativismo e di equilibrio, nei confronti di Dio e nei confronti dell’uomo, sottolineando a volte la bontà del nero ed altre la cattiveria del bianco nell’infinito dispiegarsi della vita e dell’esistenza.
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They're creepy and they're kooky
erso la metà del secolo scorso un geniale fumettista di nome Charles Addams
provò a disegnare la sua famiglia ideale, per sbeffeggiare il perbenismo di facciata
(leggi bianco) della società americana del dopoguerra, e la disegnò completamente nera. Ma di un nero buono, morale e di cuore. Nacque così una delle più riuscite serie
televisive dell’epoca, The Addams Family, che pur improntata su valori socialmente ed etica-
I
Copertina del Film “La Famiglia Addams 2°”
mente condivisi, era lo spaccato, negativo ma positivo, di un ideale nuovo ordine. Nel mondo degli
Addams i ruoli si invertono e se la trasgressione
diventa prassi, il perbenismo massificante assume
sfumature di ipocrisia e falsità.
Di fronte agli Addams Biancaneve (bianca) è una
sdolcinata e viziata adolescente che, in attesa di
trovare quello giusto – che le garantirà castello, abiti
firmati e status sociale - si crogiola con sette sbagliati,
per giunta tutti nani. Certo, anche la matrigna aveva
le sue colpe, ma non di più del padre, che appare
completamente assente e privo di spessore, sia genitoriale che umano. Se invece di lasciare la moglie
tutto il giorno a parlare con uno specchio l’avesse
resa partecipe della sua vita, forse non si sarebbe
trovato in casa una strega e una figlia problematica.
Ma i personaggi delle fiabe, si sa, tendono sempre
agli estremi e fuori dalle pagine dei libri, come
avviene dei dittatori fuori dal loro mondo, non sono
che dei disadattati un po’ eccentrici.
“Dagherrotipi” anni settanta
io nonno era un appassionato di fotografia. La sua passione andava oltre
la mera ammirazione: non si limitava a scattare foto ai volti. Voleva di più,
cercava le anime, le emozioni… e in bianco e nero riusciva a rendere colori che una polaroid non avrebbe mai potuto realizzare. La sua camera oscura profumava di
acido e stantio. La luce rossa che la illuminava disegnava ombre scarlatte sulle pareti che sembravano arabeschi danzanti. Passavo le ore ad aspettarlo uscire in attesa delle sue opere. Guai
a bussare. Il bianco e nero per lui aveva la sacralità di una messa cantata. Il minimo bisbiglio
era come se avesse potuto influenzare le espressioni, gli sguardi, i colori, le ombre. Ssssst…
non parlare. Silenzio.
La sveglia meccanica ticchettava nel corridoio come un metronomo perverso e lento. Nonno
non sapeva nuotare ma faceva il canottiere sul Po. Non ci vedeva bene, ma grazie alla macchina sapeva dare densità a sguardi e paesaggi, facendoti scoprire scorci negli sfondi che nessun
occhio, anche il più attento avrebbe notato. Poesia. Nella cappella di famiglia non c’è la sua foto.
Non si fece mai ritrarre, né fotografare. L’unica foto che ci è rimasta è a colori.
Dissacrante, per lui. Così si decise di evitare. Quando la rete nazionale iniziò a
trasmettere a colori cominciò ad apprezzare la radio e l’usignolo della Rai
era diventato un accompagnamento costante all’ora di pranzo. Attraverso
il bianco e nero riuscì a dare sfumature cangianti alle nostre vite ed ai
nostri sorrisi e nel silenzio della grande casa le sue foto, in silenzio,
bisbigliano di un’epoca che non tornerà più.
Nemici Amici
’uno senza l’altro sarebbero persi. Non sto
parlando dell’ennesima coppia gay sulla
cresta dell’onda, ma di due dei personaggi
più amati da generazioni: Tom e Gerry. Un gatto e un topo.
Due opposti in continua lotta e competizione ma l’uno, in
assenza dell’altro, perderebbe il suo scopo di vita, probabil-
?
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Immagine di Andy Warhol.
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mente si ammalerebbe e finirebbe l’esistenza con noia e monotonia. Il bianco senza il
nero è indefinito, ed il nero, senza il bianco
sarebbe nullo, solo imparando a comprendere il bianco del nero ed il nero del bianco,
potremo raggiungere, Hegel docet, se non
Dio, almeno noi stessi, in una continua lotta
più simile ad una gara che ad una guerra, giocando con le infinite sfumature del grigio e
perdendoci in un’ombra di colore come in
un’opera di Andy Warhol.
Nel futuro la Speranza
l dottor Felice, così si chiamava,
scosse la testa con aria rassegnata.
Era un ostetrico. “Ostetrico e primario”, ci teneva a puntualizzare, non un
mago, e una delle due gemelle, lo stava comunicando alla futura partoriente con aria affranta,
ma pur sempre professionale, non avrebbe potuto vedere la luce. Era una buona persona, ma
il suo difetto peggiore era quello, a detta di tutti, di lasciarsi andare al più nero pessimismo (nero
negativo) ogni volta che si sentiva vacillare nell’incertezza.
“La situazione è molto grave signora. Direi nera”. La frase venne pronunciata lentamente, con
tono sobrio e greve. In un’orchestra avrebbe avuto il suono di un trombone, ma alla futura
mamma suonò come una fucilata. Alla conversazione tra il luminare e la puerpera aveva assistito, di spalle, un’infermiera che, sorridente, si fece avanti: ”Anch’io dottore sono nera, eppure mi
chiamo Speranza”. Il medico, di fronte a tanto candore, guardò la ragazza con un’espressione tra
l’imbarazzato ed il sorpreso. Per la prima volta mise Fede nelle sue azioni ed in se stesso.
Credette in Speranza la nera, e con il massimo candore si buttò in un intervento in cui mai
avrebbe creduto. Lo fece addirittura gratis, con Carità. Senza rendersene conto aveva sostituito al
suo nero ateismo scientifico le tre Virtù Teologali.
Le due gemelle nacquero. Sane. Ed altri due gemelli nacquero dal successivo matrimonio tra il
medico e l’infermiera dalla pelle d’ebano, cubana di nascita, italiana d’adozione, che da quell’evento prese il nome di
Speranza Felice. Questa fu la
seconda volta che il luminare
si scontrò con Dio, e questa
volta proprio nella sua casa,
nel duomo della sua città. Dal
dottor Felice, Speranza prese
non solo il cognome, ma
anche i lati buoni di quell’uomo burbero e generoso. In
cambio Speranza, oltre a due
eredi, né bianchi e né neri, gli
trasmise il suo sano ottimismo,
gli insegnò esempi di fede e gli
diede, senza troppo successo,
lezioni di salsa.
<
Edward Steiner, Due nudi, 1935
Una settimana bianca
Dal 6 al 13 febbraio avrete l’opportunità di fare un’esperienza davvero insolita. Grazie allo splendido paesaggio dell'Alpe di Siusi da un lato, e alla presenza del Teologo Vito Mancuso dall’altro, l’Associazione AsiaVacances de l'Esprit propone un’intensa settimana bianca dove assaporare il tema della vita autentica a
contatto con la natura invernale dell'altopiano. Per gli ospiti dell’Hotel Salegg (http://www.hotelsalegg.com) nella località di Siusi allo Sciliar (BZ), lle giornate si alterneranno tra il piacere della montagna,
del riposo e dello sport (dal fondo allo sci a passeggiate ed escursioni...) a momenti di ascolto e di riflessione in
compagnia di Vito Mancuso, che per l’occasione ha elaborato una serie di conferenze sul tema “La vita autentica”. Ecco il percorso di questo ciclo di conferenze raccontato dallo stesso Mancuso:
getto di esistenza, che si deve alla filosofia di Heidegger. Da qui
1. La vita come contraddizione. Stabilito che il criterio di
emerge che l'autenticità è sì fedeltà a se stessi, ma più ancora
autenticità della vita deve essere intrinseco alla vita stessa, prealla verità e al mondo dei valori.
sento un'analisi della vita, in particolare delle considerazioni
sulla logica della vita che è possibile trarre dai testi biblici, dalla
5. La verità come giustizia. A partire da un saggio di Bonhoeffer
filosofia e dalle riflessioni degli scienziati. Il punto di approdo è
espongo il concetto relazionale di verità, che porta a identificare la
"il principio contraddizione".
verità con la giustizia e il bene, superandone la
concezione dogmatica e dottrinale. Da qui
2. La libertà. Il principio contraddizione
emerge la duplice accezione di vita autentica:
consegna l'uomo alla libertà, lo definisce
autenticità come fedeltà a se stessi, ma più
come libertà. La logica della vita umana, in
ancora come esercizio della giustizia.
quanto specificamente umana, è la libertà,
ed è su di essa che in questo secondo
6. La prova del dolore. Presentazione di
passo si rifletterà, soprattutto discutendo
due indicazioni concrete, a mo' di due eserl'obiezione del determinismo.
cizi spirituali, verso la vita autentica. Il primo
esercizio consiste in una meditazione sul
3. Il dubbio. La natura della vita umana
dolore e su come affrontarlo, perché il dolore è il banco di
come libertà, ovvero come indeterminazione, sollecita la
prova per eccellenza della verità di una vita, è soprattutto lì che
responsabilità umana alla ricerca di un fondamento su cui
si vede quanto vale un uomo.
costruire la vita. A questo riguardo discuto il metodo di Cartesio
di giungere al fondamento mediante l'esercizio del dubbio, per7. Le virtù cardinali. Il secondo esercizio, ultimo passo del
ché ritengo che il dubbio sia la condizione antropologica postpercorso, consiste in una semplice meditazione sulle quattro
moderna per eccellenza.
virtù cardinali, cioè su quelle quattro disposizioni spirituali che la
tradizione prima greca e poi cristiana ha individuato come i car4. Fedeltà a se stessi e superamento di se stessi.
dini decisivi su cui costruire una vita autentica, cioè la saggezPresentazione e discussione del concetto di autenticità come
za, la giustizia, la fortezza e la temperanza.
appropriazione di sé, come fedeltà a se stessi e al proprio proVito Mancuso Docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia
dell’Università San Raffaele di Milano, è dottore in teologia sistematica. Dei tre gradi accademici ha
conseguito il baccellierato a Milano, la licenza a Napoli, il dottorato a Roma presso la Pontificia
Università Lateranense. Tra i suoi numerosi libri, ricordiamo L’anima e il suo destino, Raffaello
Cortina, 2007 (con prefazione di Carlo Maria Martini) e Disputa su Dio e dintorni, Mondadori, 2009
(insieme con Corrado Augias).
Il senso complessivo del suo lavoro, dalle lezioni universitarie agli articoli, dai libri alle conferenze, si può definire come “teologia laica”: rigorosa teologia, vero e proprio discorso su Dio, ma tale da poter sussistere di fronte alla scienza e alla filosofia, le quali vengono così ad assumere il ruolo di interlocutori principali.
Per saperne di più: Associazione Asia - Vacances de l’Esprit, Bologna
Tel. 051 225588 - www.vde.it - [email protected]
Immagine al centro: Caspar D. Friedrich, Paesaggio Invernale, Londra,The National Gallery.
HOD 56
all’insegna
della spiritualità
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I L F ENOMENO DEL N OIR
Chandler
and the City
HOD 56
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A CURA DI
MARINA ROBBIANI
“Erano pressappoco le undici del mattino, mezzo ottobre, sole velato, e una minaccia di pioggia torrenziale
sospesa nella limpidezza eccessiva là sulle colline.
Portavo un completo blu polvere, con camicia blu
scuro, cravatta e fazzolettino assortiti, scarpe nere e
calzini di lana neri con un disegno a orologini blu
scuro. Ero corretto, lindo, ben sbarbato e sobrio, e me
ne sbattevo che lo si vedesse. Dalla testa ai piedi ero il
figurino del privato elegante. Avevo appuntamento con
quattro milioni di dollari.” (Il grande sonno, Feltrinelli Ed.)
Ecco qui per la prima volta (1939) la presentazione di Philip Marlowe, raccontata da Raymond
Chandler con un linguaggio e uno stile inconfondibili, e senza tempo. Marlowe è semplicemente il mago del noir. Solitario, sentimentale, ironico con un’ironia che sfida il cinismo, è uno
di cui si sa comunque molto poco a parte che non desiste mai e che non ci sta né col sesso
facile né con la corruzione perché è onesto e ha un alto concetto dell’onore. Ha scelto la verità. In poche parole è “l’uomo ideale che tutti sappiamo non poter esistere”.
S
aranno i lunghi anni passati in Inghilterra tra tomi di letteratura e poesia, sarà il suo profondo
interesse verso l’umanità dei perdenti, il fatto è che Chandler come suo primo compagno di
viaggio sceglie Shakespeare. Come lui, è pienamente consapevole del fatto che non ci sia
modo di mutare il corso dell’esistenza, di un destino che trascina tutti e tutto nell’oblio. E come
Shakespeare, Chandler lavora per conservare dall’oblio ciò che vi è destinato. È in questo modo
che entrambi raccontano l’uso e l’abuso del tempo. Le cose accadono, il tempo scorre, la realtà si
modifica. Le vicende nascono, crescono, muoiono e con loro i personaggi che le popolano. Chi
deve morire muore, chi deve vivere vive, e questo non cambia una situazione data, che resta
immutabile alla partenza come nell’arrivo.
Ma è proprio con Chandler e con il suo Philip
Marlowe, uno degli investigatori privati più celebri del mondo, che Los Angeles diventa per la
prima volta città-protagonista di un romanzo.
Come le sue strade e i suoi night-club, la città
degli angeli si prende un ruolo di primo piano
non solo come luogo centrale del racconto, ma
come sfondo di una situazione politica e sociale
che, con la dovizia di sempre, Chandler si cura
di prendere in esame.
G
Il fenomeno del noir, e la nuova sfida dell’horror:
Leggere e mangiare in noir
Cosa accadrebbe se la ragazza più
bella e popolare della scuola fosse
un demone… per davvero? È la
premessa di Jennifer’s Body, film
che pur essendo un patchwork di
horror, sexy horror, humor grottesco, popcorn movie, è condito con il
sale della commedia e dell’ironia
e… con diversi livelli di contenuto. Come dice la scrittrice e produttrice esecutiva di questo film, Diablo Cody - vincitrice di un Oscar per
Juno, la sua prima sceneggiatura - questo è un horror raccontato da
un punto di vista femminile, interpretato da una donna (Megan
Fox), scritto e girato da una donna (Karyn Kusama). Un film che
parla anche del passaggio dall’infanzia all’età adulta,“l’inferno è l’adolescenza”, sostiene l’altra protagonista, Needy (Amanda Seyfried).
E la regista continua: “Jennifer’s Body riguarda anche il venire a
conoscenza del fatto che nel mondo ci siano delle forze oscure dalle
quali, in quanto adulto, devi imparare a difenderti… facendo le tue
scelte e affrontando la vita per conto tuo. Credo che la presenza dell’horror in Jennifer’s Body non sia legata a quella dei demoni o del
sangue o delle budella, quanto al modo in cui i ragazzi si trattano tra
di loro, e a quanto facilmente riescano ad essere crudeli e cattivi.”.
Lo sapete cosa mangiano e
bevono i protagonisti della
letteratura noir?
Se la cosa vi incuriosisce, c’è
un libro che vi piacerà.
È il Manuale pratico di cucina
noir & criminale
di Montse Clavé (Guido
Tommasi Ed.,
Tel. 02 89013399
www.guidotommasi.it).
Nella prima parte del libro si
incontrano numerosi autori ad
ognuno dei quali corrisponde
una ricetta che, direttamente o
indirettamente, può essere
messa in relazione con una
delle loro opere. La seconda
parte è un completo menù per
organizzare a casa vostra una
cena in perfetto stile criminale.
HOD 56
razie a Marlowe/Chandler scopriamo anche che non sono le botte a far
male. Le ferite passano con una bottiglia di Bourbon. C’è ben altro che vale
la pena di combattere, anche sapendo che i risultati non sono mai troppo
edificanti. Non esiste happy end da queste parti. L’importante è raccontare, indagare,
filmare la realtà e i suoi paradossi. Gli eroi hard-boiled di Chandler che liberano la
gente dai tumori maligni non hanno paura di perdere. È il loro destino da sempre
e anche se il cinema ce li dà anche a colori, i Philip Marlowe rimangono fondamentalmente personaggi in bianco e nero (come non ricordare Humphrey Bogart
nel Grande sonno del 1946?). Non per nulla esiste un Festival - il Noir in Festival di Courmayeur
(arrivato oggi alla 19a edizione, www.noirfest.com) - che ogni anno, in nome di Chandler, dedica
un premio ad un nuovo Maestro della spy story. Lo scorso dicembre il Raymond Chandler Award è
andato allo scrittore cubano Leonardo Padura Fuentes, ma come sempre nei giorni del Festival
insieme ai libri si sono selezionati film e serie televisive, DocNoir che hanno documentato tra gli altri la spaventosa attualità di un massacro che diventa un gioco
(Playing Columbine), e il gioco al massacro della ‘Ndrangheta che uccide a
Duisburg (Main basse sur l’Europe). Anche se per parlare del mistero italiano è
bastato un tema tuttora irrisolto: Piazza Fontana. Il percorso è stato vasto e ricco
di personaggi, sia tra scrittori e registi, sia tra zombies, creature virtuali di Avatar, guerrieri del lontano
futuro... E nella categoria mostri si è fatto un ritratto del nostro Mostro di Firenze (serie diretta da
Antonello Grimaldi per Fox Crime).
“Oggi si uccide per passatempo”, dice un grande
Michael Caine protagonista di Harry Brown e negli spettatori sale il senso di disagio, come se fossimo tutti consapevoli che in mezzo a troppa indifferenza, a troppo
vuoto di compassione, ogni giorno tutti (perché ci piaccia o no, siamo tutti legati) rischiamo di perdere un
pezzo di anima. Speriamo di fermarci in tempo.
15
P ICCOLI P IACERI A TAVOLA
DI
Il Fascino del
Bianco e Nero
ENZA BETTELLI
Monte
Bianco
al cioccolato
Risotto
nero
S
ono i due non colori per eccellenza: il nero elegantemente intrigante, il bianco luminoso e riposante. E
anche a tavola nero e bianco non si smentiscono. Con il
nero di caviale e tartufo si può raggiungere il massimo della
raffinatezza, mentre il bianco della panna e dei latticini è una
promessa, mantenuta, di morbida ghiottoneria. E anche la
tavola bianca e nera ha un fascino particolare, che si può
accentuare servendo cibo bianco su piatto nero e cibo nero
su piatto bianco. Meglio però non cadere negli eccessi. Perché
se una apparecchiatura completamente candida è rigorosamente classica, con i tovaglioli colorati diventa più spiritosa;
mentre una tavola tutta nera rischia di far passare l’appetito se
piatti e accessori scuri non vengono appoggiati su una tovaglia
bianca o di tenui colori pastello.
Monte Bianco al cioccolato
Ingredienti per 6-8 persone
1 kg di castagne
1 baccello di vaniglia
2 dl circa di latte
1 bicchierino di rum
200 g di zucchero
200 g di cioccolato fondente
2,5 dl di panna fresca
sale
Preparazione
Lessate le castagne per circa 45 minuti in acqua leggermente salata e
con la vaniglia tagliata a metà per il lungo. Scolatele, tagliatele a metà
e asportate la polpa con il cucchiaino. Quindi passate la polpa al
setaccio e mescolatela in una casseruolina con il latte e lo zucchero a fuoco moderato, fino a ottenere una crema omogenea e soda.
Unite il rum e fate raffreddare bene. Schiacciate la crema nello schiacciapatate facendola
cadere con leggerezza sul piatto di portata, formando un monticello a punta. Spezzettate il
cioccolato, fatelo fondere a bagnomaria e versatelo sul monticello di castagne, rivestendolo.
Fate raffreddare di nuovo, ricoprite il Monte Bianco con la panna montata e servite.
I
Un’idea in nero
mpastate 200 g di farina O con 2 uova battute leggermente con 2 cucchiaini di nero di seppia
e un pizzico di sale. Procedete come per la normale pasta all’uovo, cuocete la pasta (tagliatelle
o altri formati) e condite con olio crudo o con filetti di pesce o gamberetti saltati in padella con
olio, prezzemolo e una spruzzatina di vino bianco secco.
Disegno di Cristina Corvaglia
HOD 56
16
I consigli
di Enza
" Per dare un tono vellutato alle
preparazioni con nero di seppia
(venduto anche in pratici sacchetti in pescheria e al supermercato)
unite al fondo di cottura un cucchiaino circa di concentrato di
pomodoro.
" Per pulire il tartufo nero
asportate il grosso del terriccio
con la punta di un coltellino quindi spazzolatelo velocemente
sotto l’acqua corrente e infine
asciugatelo.
" Per mantenere bianche le
cimette del cavolfiore è meglio
cuocerle nel latte, mentre il cardo
resterà bianchissimo se lessato in
acqua a cui è stata aggiunta una
manciatina di farina bianca.
" Per evitare che la polpa di mele
e pere si ossidi, spruzzatele appena tagliate con succo di limone.
Benessere in Bianco e Nero
D
ei vegetali bianchi abbiamo già parlato: sono
cavolfiore, cardo, finocchio, porro, sedano, cipolla,
aglio, mela, pera, rapa e altri ancora, e tutti contengono una buona percentuale di fibra, sali minerali e vitamina C oltre alla quercetina che è un valido antiossidante.
Ci sono poi i latticini, il cui contenuto in calcio è prezioso a
tutte le età. Ma se di solito c’è via libera con latte e yogurt,
non bisogna dimenticare che le proteine dei latticini
derivano da grassi animali e quindi il consumo di panna va
dosato, e i formaggi inseriti nel menu come un vero e proprio piatto e non come un di più. Per contro, il gruppo
“nero” è poco folto. La liquirizia è un piacevole tonico, il riso
Venere ha le proprietà di quello bianco, fagioli e fagioli di
soia sono ricchi di proteine vegetali, così come il tofu che
è invece bianco e non è un latticino anche se sembra un
formaggio. Le olive contengono i grassi vegetali dell’olio
mentre il tartufo nero non ha grandi meriti nutrizionali,
aroma a parte. Tutti questi vegetali neri contengono inoltre
polifenoli, che sono antiossidanti naturali. Il top della
golosità, il cioccolato, fa a sé e più è amaro meno calorie e
controindicazioni ha. E per quanto riguarda il mondo animale, oltre al nero di seppia c’è il costosissimo caviale, ma
entrambi vanno considerati ghiottonerie da concedersi solo
ogni tanto perché poco digeribili.
Risotto nero
vino bianco
350 g di riso per risotti
8 dl circa di brodo di verdure
pepe e sale
Preparazione
Pulite, lavate le seppie e tenete da parte 2-3 sacchetti d’inchiostro. Asciugate le seppie, tagliate
le sacche a striscioline sottili e tritate i tentacoli. Tritate la cipolla e soffriggetela a fuoco dolce
nell’olio, unite i tentacoli, mescolate e cuocete per qualche minuto; aggiungete le strisce di seppia e del prezzemolo tritato, mescolate e fate insaporire. Quindi bagnate con una spruzzata di vino, fate
evaporare e cuocete a fuoco moderato per 10-15
minuti, finché le seppie sono abbastanza morbide.
Unite a questo punto l’inchiostro, amalgamate bene e
fate insaporire prima di unire il riso. Mescolate di
nuovo a fondo, e quando il riso ha preso un colore
uniforme bagnate con del brodo caldo e portate il riso
a cottura, aggiungendo man mano il brodo caldo necessario. Regolate di sale e pepe.
HOD 56
Ingredienti per 4 persone
300 g di seppie medie
1 cipolla
6 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
prezzemolo
17
HOD 56
18
DI
Bollicine
da bere
MARCO NAVA
S
pesso e volentieri anche in campo scientifico si sostiene
che le bollicine fanno bene al cuore avvalorando i benefici dei polifenoli, noti antiossidanti naturali che ci
vengono in aiuto contro ictus e malattie cardiache. In realtà
esistono dei vini prodotti dall’uva che, se non vengono eccessivamente trattati all’interno del processo di lavorazione, si
possono assumere. Basta sapersi dosare nel bere.
Il vino millesimato e la “cuvée”
Iniziamo a distinguere. Possiamo dividere gli
Champagne in due categorie, due tipi di prodotti completamente diversi: i millesimati e gli altri. Parliamo di
vino millesimato quando lo Champagne è prodotto da
uve provenienti dalla stessa annata, che possono anche
essere uve al 100% di uno stesso tipo. In questo caso
ci riferiamo a vini caratterizzati anche dal “terroir” (e cioè
dove le vigne sono impiantate: ad esempio, la stessa
vigna impiantata in Franciacorta o in Sicilia fa due prodotti
differenti), con caratteristiche che sono proprie dell’annata, del
sole che hanno pigliato… Quello che conta in questo caso è dare
al vino una caratteristica specifica, una sua personalità che non ha
nulla a che vedere con il fatto che si tratti di un vino artigianale, piuttosto
che di un vino proveniente da un’azienda o da una cantina ipertecnologica.
C’è poi la cosiddetta “cuvée”: fondamentalmente la miscellanea di vini differenti. Ad esempio lo
Champagne ha come base lo Chardonnay (a bacca bianca), ma insieme poi può esserci il Petit
Meunier, il Pinot noir (a bacca rossa) eccetera. Lo stesso succede per gli spumanti Italiani: in Trentino
si usa più facilmente lo Chardonnay del Pinot nero; in Franciacorta quasi sempre solo Chardonnay
se non in alcuni casi in cui la quantità di Pinot nero aumenta; oppure nell’Oltrepò pavese si parla
soprattutto di Pinot nero. Le grandi case di produzione di Champagne però (per intenderci quelle
che producono milioni di bottiglie), vogliono portare sul mercato un prodotto mediamente sempre
uguale e in questo senso il non millesimato è oggi un prodotto spesso e volentieri standard, che
non risente delle annate migliori o peggiori, di una produzione fatta con vini che arrivano da annate
differenti… ciò che importa è che il loro vino sia uguale e stabile nel tempo.
Le bollicine italiane
Per quanto riguarda le “bollicine” italiane, ce ne sono davvero tante, e fare un discorso specifico sul di loro può risultare perfino scorretto. Non ha senso fare paragoni tra uno spumante e
uno Champagne. Se un Oltrepò pavese, un Franciacorta e forse un Trento doc potrebbero
essere inseriti all’interno della categoria “spumanti italiani”, sui prosecchi - che oggi stanno
HOD 56
© Foto Aldo Pavan
riscuotendo un grandissimo successo in Europa e in tutto il
mondo - sarei più in dubbio. Non basta che abbiano le bollicine. Il prosecco, pur dando l’idea di essere uno spumante,
ha un processo di spumantizzazione, conosciuto come metodo Martinotti, che produce bollicine in un modo molto più
veloce e meno impegnativo rispetto al metodo classico dello
Champagne. Per dare un’idea, il metodo classico può durare
72 mesi, mentre per il metodo Martinotti sono sufficienti
anche solo 2 mesi. È ovvio che questa diversità si rispecchia
anche nei prezzi.
Differenze di prezzo
Nella grande distribuzione si possono trovare delle bottiglie di
prosecco in offerta perfino a 3 euro e, sull’altro fronte,
acquistare uno Champagne significa spendere anche 80/130 euro. La diversità dei prezzi è
enorme, ma paragonare i due tipi di prodotti diventa molto difficile. Una cosa è sicura: anche la
bottiglia da 3 euro può andare assolutamente bene. Non dimentichiamo che fino all’anno scorso la grande distribuzione veicolava il 60% del
venduto dei vini in Italia. E oggi come oggi,
visto che la crisi ha colpito i consumi, presso la
grande distribuzione si possono trovare ottimi
prodotti a prezzi abbordabili.
Vini a tutto pasto
La differenza tra il vino millesimato e la
“cuvée” è fondamentale, perché oggi lo
spumante e lo Champagne millesimati intendono essere dei vini da tutto pasto. È per
questo che, prima ancora di subire il processo di “spumantizzazione” - o di fermentazione sui
lieviti per quanto riguarda il metodo classico -, il vino viene lasciato per un certo periodo all’interno di botti di legno di varie dimensioni (notoriamente più la botte è piccola più il vino prenderà profumi e aromi dati dai legni di diversa qualità). Ad ogni modo, oggi le case produttrici
vogliono mettere sul mercato un prodotto caratteristico, che a mio parere esula dall’idea che
le persone si fanno dello Champagne o più in generale delle “bollicine”, e che corrisponde ad
un vino che possa andar bene sia al momento dell’aperitivo, che da accompagnamento al
primo piatto, al secondo, al formaggio e in chiusura di pasto servito insieme ai dolci, alla frutta
secca, ai datteri, alle fragole.. e qua ognuno dice la sua a seconda del proprio gusto. A questo
proposito potremmo chiedere “lumi” di come è stato abbinato l’Asti Spumante, un classico
spumante italiano piuttosto dolce a Marco Argentati di Ariccia, che lo ha abbinato con pizze di
vario tipo ai formaggi caprini o ai salumi pavesi, a Mario Ricciardi di Ameglia (Sp) con i piatti di
pesce, ad Ernst Knam, con un pollo in aspic immerso in brodo di verdure, Asti Spumante e
Moscato, e se ne
I miei 5 Spumanti top
Franciacorta Riserva Vittorio Moretti Extra Brut 2002
potrebbero
citare
di Bellavista,
molti altri. In poche
parole, si sta pensanGiulio Ferrari Riserva del Fondatore 2002
do di fare un prodotdi Ferrari
to per il “tutto pasto”.
Pinot Nero Écrù Nature 2004 di Anteo,
Stiamo parlando innanProsecco di Valdobbiadene Cuvée del Fondatore
zitutto di vini. Che poi
di Valdo,
abbiano le bollicine…
Moscato d’Asti Volo di Farfalle 2008 di Scagliola.
passa in secondo piano.
19
N OME : P HOENIX DACTIFERA
DR. PAOLO TEDALDI
DATTERO D’INVERNO
HOD 56
20
FAMIGLIA : PALME
articolarmente diffuso nelle oasi del Nord Africa e del
Medio Oriente, il dattero è sin dall’antichità l’alimento
base nella dieta delle popolazioni beduine. Grazie al tronco slanciato e alla disposizione geometrica delle foglie, la palma
da dattero viene considerata una rappresentazione dell’armonia, e in varie culture assume anche il significato di “vittoria”.
Secondo gli antichi era un albero carico di simbologie sessuali.
A questo proposito, Gaio Plinio Secondo sostiene che “in un
bosco di crescita naturale le palme femmine, prive di maschi,
non procreano e che altrove ondeggiano in gran numero
intorno a ogni singolo albero maschio, piegando su di esso le
carezzevoli fronde. Quello, irto, drizza il suo fogliame e le
feconda tutte: con le esalazioni, con la sola vista, e anche con
la sua sola polvere (il polline). Se lo si taglia, le palme femmine, ridotte in vedove, diventano sterili. A tal punto si spinge
il loro senso dell’accoppiamento, che l’uomo ha escogitato un
sistema di fecondazione consistente nello spargere sulle femmine fiori, lanugine, talvolta persino soltanto polvere di palme
di sesso maschile.”
(Naturalis Historia, XIII, 35)
P
La sua stagione
a maturazione dei datteri richiede un’enorme quantità di
energia solare, per un periodo di circa sei mesi, e temperature tra i 30° e i 40° C all’ombra. Durante questa
fase i frutti assumono colorazioni diverse, dal giallo ambrato
sino al marrone scuro. I datteri non completamente maturi
vengono raccolti per l’utilizzo in cucina.
L
Proprietà e azioni
ista la bassa incidenza di tumori nelle zone in cui il suo
consumo è più frequente, il dattero si è dimostrato quasi
un frutto medicamentoso, che fornisce un grande apporto energetico basato sul contenuto di zuccheri. Nonostante
questo, i datteri vengono consigliati in maniera moderata
anche ai diabetici, in quanto favoriscono il riequilibrio dei glucidi (zuccheri).
Nel frutto è particolarmente apprezzata la presenza di magnesio e calcio (la vitamina A anch’essa contenuta serve a fissare
quest’ultimo), due elementi che oltre a giocare un ruolo
importante nella difesa dall’insorgenza del tumore, aiutano il
ringiovanimento dei tessuti e preservano dalle infezioni a cari-
V
co dell’apparato urinario, specie della prostata. Altre sostanze riscontrabili e degne di nota sono
il fosforo e, in minor concentrazione, il ferro, entrambe utili per l’equilibrio del sistema nervoso
e per la salute del sangue.
Consigli per l’acquisto
datteri che normalmente si trovano in commercio vengono trattati (lucidati) con glucosio e
altre sostanze che gli conferiscono un aspetto
più “accattivante”. È però consigliabile privilegiare l’acquisto di datteri naturali, anche se possono risultare
meno appariscenti. Infatti il predetto trattamento
impedisce la corretta essiccazione dei frutti, causando in
tal modo un’alterazione dei principi nutritivi in essi contenuti.
I
In cucina DI STEFANO REINA
Ingredienti
Strudel con i datteri
Paté di datteri
Ingredienti 200 g di datteri
10 cl d’acqua
100 g di nocciole macinate
5 cucchiai di sciroppo d’acero, miele
zenzero grattugiato
sale.
Preparazione Snocciolate i datteri e spezzettateli, poi cuoceteli nell’acqua. Otterrete una pastella a cui unirete gli altri ingredienti. Da spalmare.
HOD 56
2 mele golden
uvetta passa
qualche dattero fresco
una manciata di pinoli
cannella
zucchero di canna
pangrattato
pasta sfoglia pronta
burro
buccia di limone grattata
1 tuorlo.
Preparazione Stendete la pasta sfoglia in forma d’ovale,
ricopritela con la mela fatta a dadini, lasciando liberi 1 o 2
cm di bordo. Spargete sulla mela l’uvetta ammollata, i datteri a pezzi, i pinoli, lo zucchero di canna, un po’ di pangrattato, dei fiocchetti di burro qua e là, una spolverata di cannella e la buccia del limone. Chiudete lo strudel arrotolandolo su
se stesso e sigillatelo premendo sui bordi della sfoglia, tipo un
calzone. Spennellate con il tuorlo sbattuto con una noce di burro
fuso e mettete lo strudel in una teglia appena imburrata. Infornate
a 180° per 45 minuti e servite con panna fresca montata.
21
R
HOD 56
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U
B
R
I
C
A
C HEF DEL T UO B ENESSERE
Sottovuoto,
Pieno di Gusto
Dopo aver parlato del “come cucinare senza acqua” e ”come
arrostire senza grassi”, siamo arrivati al nostro terzo appuntamento con la nostra rubrica Chef del tuo benessere, e come
promesso concludiamo la nostra trilogia del gusto con la conservazione degli alimenti.
La corretta conservazione di cibi e bevande, infatti, è un tema molto
importante: non soltanto per salvaguardarne il sapore, le proprietà
e la freschezza, ma anche per evitare inutili sprechi e ottenere un
buon risparmio anche in termini economici.
Ognuno, in cucina, è giustamente molto attento a scegliere prodotti e alimenti di ottima qualità eppure, molto spesso, nelle cucine
moderne si fanno molti errori. Solo poche persone sono coscienti
dell’effettivo risparmio e della protezione (di gusto, salute, sapori, proprietà organolettiche)
che si possono ottenere attuando una corretta conservazione degli alimenti.
Ma come è possibile sapere qual è il metodo di conservazione giusto
per ogni alimento o bevanda,
per quanto tempo possono rimanere freschi, dove è meglio conservarli?
I metodi per conservare i cibi sono molti. Da
quelli più semplici e tradizionali di riporre gli alimenti in appositi contenitori in vetro o plastica,
ai sacchetti per il freezer, alla conservazione
sottovuoto, fino ad arrivare agli apparecchi professionali utilizzati dai grandi chef e ristoratori
per proteggere gli alimenti dalla perdita di
sapore, dal degrado e dalla muffa.
La conservazione sottovuoto consiste nel
rimuovere - quasi totalmente - l'aria dal contenitore di un alimento, creando il vuoto
all’interno. In questo modo tutte le attività
biologiche e enzimatiche (cioè i processi che,
in presenza di aria, alterano le caratteristiche
dei prodotti) vengono rallentate, prolungando notevolmente la durata dei cibi e delle
bevande così conservate.
L'aria infatti contiene ossigeno, uno dei maggiori nemici degli alimenti, perché molti dei
batteri che li deteriorano si moltiplicano proprio in presenza di ossigeno. Togliendo l’aria si
rallenta la velocità di crescita di questi batteri.
Infine, gli alimenti conservati sottovuoto non
subiscono i danni causati dal freezer (le
cosiddette “bruciature”): disidratazione o
alterazioni del gusto e del colore a causa dell'ossidazione provocata dall'ossigeno che
può penetrare negli spazi lasciati liberi dall’acqua evaporata.
Il sottovuoto non
sostituisce
la
tradizionale conservazione in frigorifero
o nel congelatore
ma - a parità di condizioni - è in grado di moltiplicare fino a 3-5 volte la durata degli alimenti.
Qualche esempio? La carne fresca - nel frigo - mantiene inalterate le caratteristiche per almeno 5
giorni senza dover ricorrere al freezer. Lo stesso vale per il pesce. I formaggi possono prolungare
di molto la loro durata, arrivando a due settimane per i formaggi freschi e raggiungendo addirittura
i sei mesi per quelli stagionati! Anche i salumi arrivano a una conservazione di alcuni mesi.
Grazie al sottovuoto, ogni alimento e
bevanda
(ad
eccezione di quelle
gassate) possono
essere conservati a
lungo, mantenendo inalterati sapore,
fragranza, freschezza e proprietà vitaminiche.
L’innovativo sistema AMC per il confezionamento sottovuoto è ideale per
conservare sottovuoto alimenti in frigorifero, nel freezer e nella dispensa.
Il Sistema Powervac AMC è composto di 5 elementi fondamentali, da utilizzare a seconda delle esigenze (frigo, freezer o dispensa, cibi freschi, cibi
secchi, pietanze già cucinate, liquidi). Powervac: potente pompa per sottovuoto, piccola, pratica, semplice da utilizzare, sempre a portata di mano,
Gli esclusivi sacchetti Powerpac: riutilizzabili e addirittura lavabili in lavastoviglie. Si chiudono con Powerclip, il morsetto che non necessita di termosaldatura e permette di riaprirli e richiuderli a volontà.
Powerlid è un coperchio per sottovuoto che può essere utilizzato con le unità di cottura e le bacinelle del Super
Multisistema AMC di cottura. Adatto per gli alimenti più delicati (ad es: fragole o piselli ) o cremosi (ad es:
maionese e formaggi spalmabili). Powertap è lo speciale tappo per chiudere sottovuoto le bottiglie.
Powervac è una fonte di vantaggi: economici (non si buttano più via gli avanzi ed i sacchetti sono riutilizzabili);
di spazio (i contenitori sono impilabili ed i sacchetti schiacciati entrano in un cassetto); di salute (sistema ottimale per la conservazione degli alimenti).
HOD 56
24
A CURA DEL
DR. MARCO FLORIANI
edicato a tutti coloro che soffrono di insufficienza venosa cronica
degli arti inferiori, una patologia che può e deve essere curata,
anche se non può venir definitivamente eliminata. Con le varici si
rischia molto, fino all’embolia. La loro comparsa è spesso solo la prima
manifestazione dell’insufficienza venosa, e tali lesioni sono il più delle
volte asintomatiche nella fase iniziale della malattia, così che il paziente,
se non spinto da motivazioni di tipo estetico, è portato a non trattare
questa disfunzione. Tale atteggiamento porta a trascurare il problema
dando il via libera alle successive complicazioni della malattia. Al contrario (e sempre fatte salve le possibili eccezioni), un trattamento precoce
della malattia varicosa garantisce i migliori risultati (tanto dal punto di
vista funzionale quanto da quello estetico), evitando futuri dispiaceri.
D
In presenza di varici degli
arti inferiori sintomatiche o
meno e di incontinenza della
vena safena, il trattamento di
gran lunga più eseguito è
ancor oggi lo stripping della
safena stessa (la cosidetta
safenectomia) completato
dalla asportazione delle varici
(flebectomie). Tale intervento
consente di ottenere ottimi risultati a
medio-lungo termine, ovviamente
a condizione che l’indicazione sia
corretta e che l’esecuzione avvenga
in modo tecnicamente ineccepibile.
Tuttavia negli ultimi anni sono state introdotte
modalità alternative di trattamento, con lo scopo
di ottenere lo stesso obiettivo riducendo in modo
significativo il trauma proprio dell’intervento
tradizionale, i disagi legati all’ospedalizzazione, i
tempi di convalescenza e non ultimo l’impatto
estetico di un intervento spesso eseguito in donne
ancora giovani e giustamente attente a questo
aspetto del problema. Tali tecniche hanno in
comune tra loro la strategia di base; ovvero abolire
il reflusso (l’inversione della corrente sanguigna in
safena, dall’alto verso il basso invece che dal
basso verso l’alto come di norma avviene) non
asportando la safena stessa, ma occludendola “da
dentro”. La safena malata rimane quindi al suo
posto. Con il tempo si trasformerà in un cordoncino fibroso inerte, ed essendo occlusa non potrà
più trasportare al suo interno quella corrente
ematica invertita causa dell’ingorgo venoso distrettuale, delle varici e dei disturbi (solo estetici o
anche funzionali) ad esse correlati. I trattamenti
alternativi ed innovativi di cui parliamo sono
disponibili ormai da alcuni anni (dal 2002 circa in
Italia); i risultati a distanza sono assolutamente
certificati ed i vantaggi evidenti.
UNA NUOVA TECNOLOGIA: la fotocoagulazione
laser della safena, ovvero la cosiddetta EVLT
(acronimo di “Endo Venous Laser Treatment”) o
ELVES (“Endo Laser Venous Surgery”), come da
altri conosciuta.
Il trattamento laser della safena, la EVLT, rappresenta indubbiamente la soluzione più moderna,
innovativa, sostanzialmente atraumatica, conservativa dell’estetica e nel contempo efficace per il
trattamento della malattia varicosa di origine
safenica.
Contrariamente a quanto avviene con la safenectomia, EVLT non consegue il risultato prefissato
mediante l’asportazione della vena, ma mediante la sua chiusura dall’interno. La safena quindi rimane in
sede, ma è come se non ci fosse più, assumendo le caratteristiche di un tubicino chiuso che ben presto
trasforma in un cordoncino fibroso inerte; il sangue raggiungerà così i grossi collettori venosi principali attraverso vene collaterali sane e perciò non refluenti. La metodica descritta, assolutamente innovativa, ha radicalmente cambiato il trattamento della malattia varicosa secondaria ad insufficienza safenica. I vantaggi che
EVLT offre rispetto al trattamento chirurgico classico sono numerosi e sostanziali. Ecco i principali:
Safenectomia
RICOVERO
ordinario o day-hospital
ESAMI PREOP.
si
ANESTESIA
generale o spinale
DOLORE P.O.
+
INCISIONI
multiple
SANGUINAMENTO
possibile
RIPRESA ATTIVITÀ
10 gg
EVLT
assente
no
locale
- o +/assenti o minime
no
1 g.
Il trattamento è di tipo ambulatoriale (ovvero con dimissione immediata) e viene eseguito in una normale
sala operatoria. Effettuato con ecocolordoppler il “mappaggio” delle varici e della safena nel suo settore
patologico, il paziente viene preparato con disinfezione e materiale sterile. Inizia quindi la fase vera e propria dell’intervento con l’inserimento eco-guidato nella safena di un cateterino e successivamente all’interno di questo della sottilissima fibra laser (1/2 mm di diametro) che viene fatta risalire sino allo sbocco
della safena nella vena femorale. Il corretto posizionamento della fibra viene controllato per mezzo dell’ecografo. Somministrata l’anestesia locale lungo il decorso della safena (sempre sotto guida ecografica),
la vena viene poi fotocoagulata eseguendo una graduale e progressiva retrazione della fibra laser.
Concluso il trattamento della safena, tratterò nel corso dello stesso intervento le varici di origine safenica
solo quando queste sono voluminose o quando specificamente richiesto dal paziente. L’ampia esperienza specifica ormai maturata ha infatti dimostrato come le piccole varici di origine safenica tendano a scomparire o a ridursi spontaneamente nell’arco di tempo di un paio di mesi dopo l’eliminazione del reflusso
safenico. Solo successivamente, in tali situazioni e in occasione del secondo controllo post-operatorio,
provvediamo all’eventuale sclerosi di varici residue (il più delle volte con sola finalità estetica e se richiesto
dal paziente). Tale atteggiamento mira a ridurre ancor di più il trauma dell’intervento (realmente minimo),
evitando un trattamento aggiuntivo spesso non necessario. Sono stato tra i primi in Italia ad applicare la
tecnica descritta, e l’esperienza maturata, unicamente ai controlli postoperatori ed a distanza regolarmente
eseguiti, ha permesso di confermare la bontà dei risultati a medio e a lungo termine.
veramente sorprendenti un gran numero di inestetismi.
Ricordiamo tra questi i trattamenti volti ad eliminare le
venule ed i capillari dilatati, le malformazioni vascolari e gli
angiomi, la peluria indesiderata femminile e maschile (epilazione permanente), le piccole rughe, le neoformazioni
cutanee e le cicatrici, l’acne e gli esiti di questa, le macchie
melaniche solari o senili; ricordiamo ancora le tecniche di
fotoringiovanimento e di lifting non chirurgico.
Dr. Marco Floriani Specialista in Chirurgia Generale,
Angiologia e Chirurgia Vascolare. Tra i trattamenti Laser
che esegue il Dott. Floriani: Capillari, Teleangectasie,
Couperose, Rosacea, Varici, EVLT o ELVES (fotocoagulazione laser della safena), trattamento Laser della Malattia
Emorroidaria, Epilazione.
HOD 56
“LASER ESTETICO” ed IPL (luce pulsata intensa)
Sempre più sentito è oggi il bisogno di migliorare il proprio
aspetto con provvedimenti di provata efficacia e nel contempo a bassa invasività. Tale esigenza, ben nota per quanto riguarda il sesso femminile, è sempre più diffusa anche
in quello maschile.
Ovviamente sensibile a questo movimento, l’industria del
laser ha portato avanti negli ultimi anni un’intensa ricerca
volta a produrre apparecchiature sempre più efficaci,
abbordabili nei costi e soprattutto estremamente selettive.
Proprio la “selettività”, ovvero la capacità di un laser di
eliminare il “bersaglio” indesiderato senza minimamente
danneggiare i tessuti circostanti, è l’obiettivo principale che
l’industria si è proposta.
IPL, ovvero la luce pulsata intensa, è una sorta di laser “a
banda larga” esistente da tempo, ma negli ultimi tempi
assai potenziata e perfezionata sempre con l’obiettivo di
essere ancor più efficace e nel contempo “soft”.
Il ventaglio di applicazione dei laser medicali estetici è oggi
incredibilmente ampio, permettendo di trattare con risultati
[email protected] • www.marcofloriani.com
Istituto Medico Quadronno,
Via Quadronno 20 - Milano
Tel. 02.58312787/77 - www.quadronno.it
25
SKY - S UDARSHAN K RIYA YOGA ®
LA SALUTE
NEL RESPIRO
I
HOD 56
26
ndia, 1982, Ravi Shankar, 26 anni, è un promettente
laureato in Scienze Moderne destinato ad una brillante
carriera ma anche un profondo conoscitore della
tradizione Vedica ed un avanzato praticante di yoga e meditazione. Ignorando le lusinghiere offerte di assunzione delle più
importanti banche indiane ed i desideri della madre, Ravi si ritira in un piccolo bangolow per 10 giorni di silenzio e meditazione da cui uscirà avendo creato il Sudarshan Kriya Yoga®
(SKY) e con una chiara visione dello scopo della sua vita: diffondere uno yoga laico, moderno, con solide basi scientifiche
e con un forte orientamento sociale ed umanitario.
I
n pochi anni molti scoprono come
salute e qualità di vita possono essere
migliorate in modo sorprendente con
la pratica SKY e, grazie a queste semplici, efficaci tecniche applicabili nel quotidiano, si
innesca un armonioso contatto con il proprio
mondo interiore. Nasce la Fondazione Art of
Living (AoL) e SKY, già a fine anni ‘90 è praticato da milioni di persone in tutto il mondo.
Nel 1997 sono già molti i progetti sociali ed
umanitari condotti, in tutto il mondo, dai volontari della Fondazione e, per organizzare meglio
questo ramo fondamentale di attività, viene
fondata l’International Association for Human
Values (IAHV). Art of Living si specializza in programmi di crescita personale e di prevenzione,
basati su SKY, dedicati a chiunque voglia espandere la proprio visione e migliorare la sua vita;
l’International Association for Human Values si
orienta su progetti di cooperazione allo sviluppo,
programmi umanitari e vengono studiate apposite
applicazioni del metodo SKY per intervenire su disturbi e patologie ampiamente diffuse e per supportare le vittime di disastri naturali, conflitti bellici,
attacchi terroristici.
D
epressione,
Ansia, Attacchi
di Panico, sono
disturbi che affliggono una
percentuale crescente e significativa della popolazione
italiana; questo è uno dei
principali settori di attività di
IAHV-Italia. L’utilizzo della
metodica SKY come terapia
integrata con l’intervento farmacologico e psicoterapeutico ha evidenziato risultati
molto positivi pubblicati su
riviste scientifiche internazionali. SKY offre uno strumento in grado di incidere
sulle condizioni psicofisiche
disabilitanti e limitanti e
pone il paziente al centro
della strategia terapeutica.
L’Italia è all’avanguardia in questo campo: presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’ A.O.
Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, Direttore Dr. Claudio Mencacci, è stato condotto uno studio pilota su 14 pazienti che ha dato incoraggianti risultati: riduzione media del 60%
dei sintomi depressivi, del 40% degli sintomi dell’area psicotica, dimostrazione della capacità di
SKY di modulare l’attività del nervo vago. A novembre 2009 è iniziato un progetto storico ed
estremamente ambizioso: uno studio che in due anni coinvolgerà 300 pazienti che, dato storico, accederanno al servizio in seguito a pagamento del ticket. Da ottobre 2009 è possibile
accedere alla Terapia SKY anche presso il Dipartimento di Psichiatria dell’Asl di Novara e sono
in progettazione interventi in altre strutture sanitarie.“
Per saperne di più:
Terapia SKY per
Depressione, Ansia,
Attacchi di Panico:
www.iahv-italia-org
SKY per crescita personale,
gestione dello stress,
salute in genere:
www.artedivivere.org
HOD 56
I
l primo passo è rilassarsi e l’ultimo passo è…rilassarsi”, afferma
Sri Sri Ravi Shankar e prosegue: “La salute non è semplice assenza di malattia, è uno stato di vibrante benessere fisico, mentale,
emozionale, sociale e spirituale caratterizzato da vitalità, entusiasmo e
buona volontà.” Il Sudarshan Kryia® e le pratiche correlate sono un sistema di respiro tout
court pensato per accompagnare l’individuo a raggiungere questa completezza a cui tutti, giustamente, aspiriamo. Si tratta di una filiazione ma anche un’evoluzione del Pranayama Yoga
(dal Sanscrito, letteralmente “indirizzare”, o “immagazzinare” energia vitale) in cui si dà anche
spazio a semplici tecniche di Hata Yoga e alla meditazione.
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C ELLFOOD ® E . . . . . . . . . .
HOD 56
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WWW. MATTEODALLOSSO . ORG
Una testimonianza
di Cuore
A CURA DI EURODREAM
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^WYYWdW ^S _[S efad[S)
Come potete leggere da questo estratto del libro, ho dedicato un capitolo ai prodotti che ho utilizzato e che ritengo indispensabili per questa rinascita. In particolare sono due prodotti, completamente atossici e tra questi è presente il Cellfood:
un prodotto in gocce. Rilascia ossigeno nel
sangue e serve a disintossicare e combattere i radicali liberi grazie alla sua formulazione. Contiene infatti 78 minerali in forma ionica, 34 enzimi e 17 aminoacidi. Fornisce un’insuperabile fonte di ossigeno e un sistema
nutrizionale a tutte le cellule, in modo da ottimizzare l’assorbimento, ma soprattutto rendere
disponibili le sostanze solo in caso di effettiva
necessità. I principali benefici di una integrazione a
base di Cellfood sono:
Q Migliora la resistenza e l’energia.
Q Protegge i polmoni e aiuta la funzione respiratoria.
Q Aumenta le funzioni celebrali, l’attenzione e la concentrazione.
È
Q Rafforza il sistema immunitario.
Q Elimina i radicali liberi in eccesso.
Q Disintossica, ossigena e nutre le cellule.
Q Accelera l’eliminazione di acido lattico,
favorendo migliori prestazioni sportive.
Q È assorbito al 95-100%.
Q Facilita la digestione e il metabolismo globale.
Q È assolutamente atossico.
Q Non contiene né lievito né glutine.
È in grado di liberare ossigeno solo all’interno della cellula e questo blocca i radicali
liberi causa dell’invecchiamento precoce.
Cellfood risulta così essere un potentissimo
antiossidante.
Ma se nel libro ho descritto tutte le caratteristiche tecniche di questo prodotto, qui vorrei anche
descrivervi nel dettaglio le mie impressioni su questo prodotto.
Bene… Ho iniziato ad assumere Cellfood dopo più o meno 10 mesi di terapia chelante, ampiamente descritta nel libro. Era il luglio del 2007. Anche
se i problemi di salute erano migliorati in maniera incredibile, proprio dalla
settimana successiva l’assunzione di Cellfood, ho sentito un forte miglioramento della mia capacità di concentrazione e la cosa stupefacente era che
mano a mano che passavano le settimane più mi sentivo energico. Nell’agosto
2007 sospesi la terapia chelante perché andai in vacanza in America, ma non l’assunzione di Cellfood: energia, forza, reattività, sembravo rinato. Mi bastavano
veramente poche ore di sonno (sei) per svegliarmi pienamente riposato. Infine a
fine agosto 2007, mentre ero a Philadelphia, nello stato del Pennsylvania, realizzai
un mio sogno di quando ero adolescente, correre sulle famose scalinate che
resero famoso Rocky. Quando tornai in Italia misi il video su Youtube e sono certo
che anche voi possiate respirare le mie stesse emozioni.
VEDI SU racconto cellfood.pdf • http://www.youtube.com/watch?v=eN36Ow0c62M
Esattamente l’anno prima ero sulla sedia a rotelle, non muovevo una mano, vedevo doppio
a destra, facevo fatica a parlare e ad agosto dell’anno dopo
ero addirittura riuscito a correre su quella scalinata!
Differenze tra Ozonoterapia e Cellfood
ella mia lunga storia provai anche l’ozonoterapia,
un’altra tecnica per riossigenare i tessuti, ma le differenze fondamentali che io ho trovato rispetto all’ozonoterapia sono:
N
Q L’ozonoterapia sono comunque delle flebo e quindi non è
possibile farle quotidianamente, mentre le gocce di Cellfood si possono assumere quotidianamente, sfruttando quindi l’effetto costante dei suoi benefici antiossidanti.
Q Cellfood mette a disposizione ossigeno on demand, cioè su richiesta. Quindi quando l’organismo sotto sforzo richiede più ossigeno (il nostro carburante) Cellfood non fa altro che fornirlo. Il
risultato è che a parità di sforzo si sente molta meno fatica, ecco perché utilizzato da molti sportivi.
Oggi assumo Cellfood quotidianamente e ne sono pienamente soddisfatto.
Per qualsiasi altra informazione: www.matteodallosso.org
www.cellfood.it - 0187.523320
HOD 56
Q L’ozonoterapia deve essere fatta da medici altamente specializzati e qualificati, perché l’ozono è una molecola molto
instabile (O3) e se le proporzioni di ozono nell’infusione sono
errate l’effetto risultante è che invece di riossigenare i tessuti
li si ossidano.
29
N UTRIRE L A P ELLE
HOD 56
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Ho la pelle…
al naturale!
INTERVISTA
AD
ANGELO NAJ OLEARI
O bianco o nero.
Angelo Naj Oleari - ricercatore e botanico, direttore generale della
Prodotti Naturali Spa del Centro Botanico di Milano - è tassativo:
“Per avere una bella pelle bisognerebbe anzitutto condurre una vita
sana, anteponendo ad ogni altra cosa un’alimentazione corretta… Ma
ci vuole anche molta attenzione, perché la cosmesi è un campo in cui
la competenza è d’obbligo. La prova del nove? Prima di fare assorbire
una crema dalla vostra pelle, mangiatela. Se la cosa non vi disturba,
vuol dire che avete fatto la scelta giusta. Le nostre creme, che non a
caso chiamiamo burri, sono anche dei prodotti alimentari. Di sicuro
facciamo a meno di certi conservanti, di certe sostanze che fanno
male. La prima regola è che la pelle deve nutrirsi con dei cibi sani.”
Non crede che una crema che viene da lontano, magari da un posto caldo, debba avere
dei conservanti?
“Tempo fa ho chiesto a un vecchio amico, un alchimista di veneranda età, perché, aprendo i
suoi prodotti dopo vent’anni, li si trova ancora perfetti. Con la sua disarmante semplicità mi ha
risposto che la natura sa come conservarsi. Infatti tutti i suoi prodotti contengono la totalità della
pianta. Per questo consiglio di controllare sempre l’etichetta di quello che si compra. Le donne
hanno iniziato a capirlo, ma c’è ancora molta strada da fare. Io sostengo l’importanza di
acquistare solo quando è tutto chiaro: se non si capisce cosa c’è scritto su un’etichetta, se si
sente un odore che non ci piace sarebbe meglio non comprare. Bisognerebbe comportarsi
come facciamo con gli alimenti, e ricordarsi che è sempre più importante il prodotto della
marca. Fanno eccezione le marche storiche, quelle conosciute e apprezzate da anni, verso cui
continua ad esserci fiducia.” A questo punto Naj Oleari mi presenta un burro che sa di caffé
tostato. “Una vera nutrizione per la pelle, per il corpo, per le labbra e il contorno occhi (sgonfia
anche le occhiaia), da usare come dopo barba, e perfetto perfino per i bambini. Ingredienti:
caffé arabico e un po’ di rosmarino per renderlo più solubile.” Lo assaggio. Il colore, il profumo
e la consistenza (è morbidissimo) sono ok, e al gusto l’effetto è altrettanto gradevole.
Cos’è che fa lievitare il prezzo di una crema?
“I molteplici passaggi di mano che molte creme devono
compiere prima di arrivare sul banco. Facciamo un esempio. Se dal produttore al venditore finale si creano quattro
passaggi, una crema che inizialmente costa 10, alla fine
può salire fino a 80. La cosmetica moltiplica i prezzi da 6 a
11: c’è dentro del packaging vertiginoso, pubblicità, riviste
sponsor, per non parlare del distributore, del rappresentante… In poche parole, con tutto questo
po’ po’ di ricarica, a quanto si può rivendere un
prodotto? Al Centro Botanico non esistono
questi rincari dovuti ai vari passaggi perchè noi
acquistiamo direttamente dai produttori come la
Vegetal-Progress. I nostri prezzi sono legati alla
qualità del prodotto.”
Per saperne di più:
Le Capsule Lesan-El-Tour®, pillole
all’olio di borragine (incapsulate
in capsule vegetali) sono integratori con omega 3 e omega 6, che combattono i radicali liberi e mantengono la pelle elastica agendo dall’interno.
E tra i prodotti puri naturali per la
protezione esterna:
Dasinal® Crema Al Latte D’asina
Gli effetti del latte
d’Asina sulla pelle e le
sue proprietà leggendarie sono conosciuti dall’antichità.
Questa
finissima crema nutre e reidrata la
pelle in profondità e si applica sul
viso ed il collo.
Dasinal® Latte Per Il Corpo
Idratante E Nutriente Al Latte D’asina
Ideale per l’uso quotidiano dopo il
bagno o la doccia al fine di prevenire il disseccamento della pelle e
restituirle morbidezza, elasticità
ed idratazione.
Dasinal® Tonico Attivo
Al Latte D’asina
Nutre, reidrata e rimineralizza la
pelle contribuendo a mantenerla
vellutata.
Per ulteriori informazioni:
www.vegetal-progress.it
Il Centro Botanico è stato fondato nel lontano 1975. La storia dunque è lunga, ma gli
obbiettivi sono rimasti gli stessi anche per quanto riguarda la cosmetica: far conoscere e
apprezzare il grande universo delle piante e le loro qualità. Per restare sui burri: il Burro
di caffè, il Burro di cocco - che si usa sia per il corpo, il viso e i capelli, sia per fare le torte -,
il Burro di cocco e aloe, il Burro di cupuaçu, il Burro di karitè e quello di ultima generazione di karitè e copaiba (Copaifera officinalis), pianta che viene dall’Amazzonia e la cui linfa era
già nota nel XVII secolo per le sue svariate proprietà terapeutiche (cicatrizzanti, antinfiammatorie,
per l'herpes, l'eczema e la psoriasi…) ed era usata addirittura per contrastare numerose patologie
dell'apparato respiratorio o dell'apparato urinario. In seguito si sono scoperte le sue marcate qualità antiossidanti, drenanti e rivitalizzanti.
Il Centro Botanico lo trovate a Milano:
* Piazza San Marco 1 - Tel. 02 29013254
* Via Vincenzo Monti 32 - Tel. 02 463807
* Via Cesare Correnti 10 - Tel. 02 72023525
www.centrobotanico.it
HOD 56
Cosa ne pensa delle cosiddette “Beauty pillole” che, dicono, agiscono sui radicali liberi
e l’invecchiamento dall’interno?
“Esistono degli integratori naturali che agiscono
proprio in questo senso, prendiamo ad esempio
la ginkgo biloba, una pianta antichissima e molto
interessante. Con le foglie a forma di farfalla, è
considerata da secoli la pianta della felicità, in
grado di aiutare la memoria e la vitalità. A tal
proposito, i prodotti della Vegetal-Progress, presenti al Centro Botanico, sono considerati da
anni una vera eccellenza nel campo degli integratori, che ci danno una mano a correggere il
tiro riguardo a quella “famosa” alimentazione
non adeguata, a stili di vita spesso sbagliati.”
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U N C OLORE PER C APELLO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Sex & Black
La prima cosa che lo colpì furono i suoi capelli.
Flessuosi come seta, neri come la notte, lucenti come stelle.
Erano sciolti, una cornice reale e irreale, profumo e poesia insieme.
E desiderò subito baciandola di coprirsene il viso.
E stare sotto di essi come un immenso bagno voluttuoso…” (Lirica indiana)
C
osì come fate, dee, madonne angeli e donne angelicate sono sempre bionde, allo stesso modo maliarde,
incantatrici, maghe e indovine sono “per definizione”
scure, con capelli color della notte e del mistero da cui sembrano emerse. Anche se da sempre in lizza con le bionde, le
more non cedono il passo in quanto a “seduttività”: i tratti del
viso spesso marcati, occhi grandi e allungati, una fluidità di linee
nel corpo morbido… tutto invita a scoprire e capire il segreto di
una femminilità che si annuncia senza offrirsi, che si promette
senza esporsi, che si esprime senza gridare. Nelle more tutto
sembra più segreto, custodito sottopelle ma pronto a esplodere.
na tra le più citate icone cinematografiche
di questa bellezDisegni di Ilaria Comolo
za bruna è Penelope Cruz,
un’overdose di talento e umanità, che accentua il suo fascino intenso, a
tutti gli effetti mediterraneo. Ma al colore dark il cinema ha spesso associato ruoli da linea d’ombra, inventando per il fortunatissimo filone noir
un’incisiva tipologia di donne dal profilo psicologico “scuro”: le dark ladies.
Una per tutte? Barbara Stanwyck, donna di grande fascino e intelligenza,
e sullo schermo, autentica eminenza nera, figura di potere al centro di storie dure. E poi la bellissima Ava Gardner, inquieta e inquietante come i suoi personaggi febbrili
e sfuggenti che restano nella memoria con il peso di inesaudite richieste d’amore. Citazione
d’obbligo tra le belle e more, è la piccante Valentina di Guido Crepax, disegnata con il caschetto nero della mitica Louise Brookes, la diva che inventò per il giovane cinema una maschera
elegante e fatale. Ma la bruna Valentina di Crepax si ispira ancora a una donna d’oggi, volitiva,
disinibita, attenta ai problemi del proprio tempo, e ben consapevole del suo prevaricante erotismo in cui si sovrappongono realtà e dimensione onirica.
nche agli uomini si addice il nero: il capello scuro sta
bene a tutti, quasi fosse la naturale sottolineatura di una
identità che per definizione di comodo si immagina “forte
e virile”. Anche se sotto sotto molti uomini, tra coloranti e coccole, tra
sfumature ammiccanti e incipit di ciocche grigie, sono alla ricerca di
una seduttività implicita, di un fascino senza strepito, dal profilo leggero … alla George Clooney di sempre, per intenderci, con quella
faccia da tenera canaglia, bello non
Lo sapevate che anche Messalina,
tenebroso, con un sorriso che - come Cleopatra, aveva i capelli neri?
inesorabilmente - disarma.
U
A
Sex & White
Q
Quando si annuncia, è uno choc.
Ma il primo capello bianco è un caso,
capita anche ai giovani,
stranezze della natura!
ualche ciocca discreta, qua e là, può anche essere una civetteria.
Poi, quando il trend si stabilizza e i capelli grigi e poi bianchi metodicamente si affastellano sugli ex - exneri, exmarroni, exbiondi allora la questione va affrontata. “Loro” sono lì per restare - un esercito di
pallidi extraterrestri decisi a far fuori la nostra età verde.
D
Ma è davvero così, sempre?
i un uomo ancor giovane, con un velo sottile di grigio o bianco sui
capelli, si dice sempre - però, che interessante. Di un uomo,
appunto. Di una donna è più facile sentir dire: peccato! È ancora
abbastanza giovane!... Quell’età intermedia, in cui si salda l’energia della
gioventù con l’incipiente pienezza dell’età matura, può davvero essere un’opportunità.
Anagraficamente maturi, psicologicamente nuovi per questa prima sinfonia d’autunno. Giocare
con i capelli bianchi - invece che nasconderli - può essere più creativo e divertente. Accentuare
l’effetto sale e pepe, invece che placcarlo rudemente con un colore totale, può accendere un
aspetto diverso della personalità, dar vita a uno stile proprio, che si sceglie davvero. Certe piccole teste ben scolpite, in cui il gioco dei grigi si abbassa fino al tono più lieve e poi si impenna fino alla nota più forte, è come un’increspatura lieve sul mare d’inverno: più intimo e intenso del mare d’estate. Come Sean Connery, infinitamente più sfumato e seducente con i capelli prima grigi e poi bianchissimi di quanto era “semplicemente” un aitante 007 con licenza di
uccidere (e sciupare femmine). Ma anche il fascinoso Richard Gere non delude con l’età. C’è
chi si tiene le ciocche bianche apposta, per creare un marchio simbolico: Crudelia De Mon che
vuol far fuori i cuccioli dalmata, non sembrerebbe così perfida senza quel segno netto sui capelli neri, quasi uno spartiacque tra bene e male. Qualcuno non vuole tingerseli perché preferisce
il naturale: “fiamma tinta fiamma spenta” diceva Eleonora Duse, consacrata “divina” in forza di
quell’unico artificio che ammetteva per se stessa - il sapiente e continuo perfezionamento della
sua recitazione. E che dire del glamour raffinato che ha distinto i grandi vecchi della famiglia
Agnelli? Solo capelli candidi portati con la naturalezza con cui i sovrani indossano la corona. Un bianco regale, appunto.
Una curiosità: nel XII secolo si diffuse tra gli uomini l’abitudine di tingersi i capelli bianchi di nero con un “inchostro di hidab”. La tintura ricordata era fatta con
una mistura a base di henné. Molto più tardi, nel 1811, un certo dottor Francesco
Bruni pubblicò un libretto in cui a proposito di tingersi i capelli, metteva in guardia contro le tinture chimiche, consigliando quelle vegetali ricche di tannino e
segnalando tinture a base di carciofo, mallo di noce, semi di papavero. In realtà
l’Ottocento ridurrà gli artifici delle tinture per i capelli fino alla fine del secolo,
ricorrendo a rimedi più naturali.
Nicolas de Largillière, Ritratto di Madame Titon de Cogny, 1715, Collezione Privata.
Crudelia De Mon, disegno di Ilaria Comolo da “La carica dei 101” della Disney©.
DI A NGELA L ANZI
HOD 56
...........................
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Una Pennellata
di Rosa
lla fine dell’anno appena passato si è
svolto a Milano un convegno intrigante e allo stesso tempo utile per
capire, parlando di mode e modi d’essere, a
che punto siamo oggi noi donne. L’ha organizzato Camomilla, dandogli un nome “rosa” - Donne sull’orlo
di una crisi… di moda -e un contenuto che coinvolge le
scelte commerciali e culturali che la donna italiana fa ogni giorno. Ecco
una sintesi tratta dalla relazione del Prof. Enrico Finzi, che si basa su recenti indagini demoscopiche
che Astra Ricerche (di cui il Prof. Finzi è il fondatore e il Presidente) ha realizzato per Camomilla.
A
e donne italiane dai 15 anni in su sono quasi 26 milioni: com’è naturale, esse sono di tanti
tipi diversi, con caratteristiche differenziate e anche contraddittorie. È possibile, comunque,
individuare alcune macro-tendenze che riguardano la maggioranza delle “lei” residenti nel
Bel Paese. Tra queste, le ultime ricerche segnalano che sono in crescita contemporaneamente
il riscatto dalla tradizionale debolezza sociale del genere femminile, la consapevolezza della propria forza, l’autonomia psicologica e decisionale.
In sostanza, la maggioranza (crescente) delle nostre connazionali ha la convinzione di essere più
padrona della propria vita, così come di essere più considerata e apprezzata; risulta inoltre più
capace e desiderosa di far valere le proprie idee, più attiva, più artefice del proprio destino, più
autonoma e indipendente nelle scelte e nelle azioni. Ad esempio, rispetto a 2-3 anni fa, un’affermazione come “mi sento più importante in famiglia, nel mio ambiente, nelle attività che svolgo”
è condivisa dal 56% delle italiane (un quarto in più rispetto a una precedente indagine del 2001).
Per una cospicua maggioranza delle nostre connazionali contano di più le differenze, le variazioni,
al fondo l’esaltazione della prismaticità del proprio “io”. Tutto ciò si connette - anche nella moda,
nelle acconciature, nel trucco ecc. - al rigetto di ogni imposizione di stile (60%), di un unico look
rigido e permanente (65%). Non siamo in presenza di un rifiuto della moda, ma della sua reinterpretazione di massa: la moda viene ora più liberamente scelta per
esprimere se stessa, essere creativa, divertirsi e spesso giocare con
l’abbigliamento e con gli accessori (tutte tendenze in atto dal 1999 ma
ora estesesi – di circa un terzo – a seguito della crisi).
n stretta connessione con queste tendenze sta il recente
rafforzamento di un trend sempre più diffuso, definito
“modello combinatorio”. E cioé la capacità, il gusto, la
crescente pratica del continuo mix di “pezzi” diversi in vari
ambiti di vita quotidiana. Un primo esempio viene dall’alimentare, un settore nel quale molte nostre connazionali esercitano
L
I
Disegno di Ilaria Comolo
HOD 56
34
limiti e difetti risultano maggiormente
accettati. Si può parlare di una vera e propria
crescente confidenza femminile nei confronti della propria fisicità: con minor desiderio di
una sua radicale trasformazione (cresce il no
alla chirurgia estetica pesante: in tre anni dal
62% al 68%); con una più agevole convivenza con le sue imperfezioni (il 57% afferma “vivo serenamente con il mio corpo e
con i suoi difetti”: il 9% in più rispetto a tre
anni fa); con un netto rigetto delle immagini
idealizzate proposte anzitutto dalla pubblicità
e poi dalla televisione e dalla stampa, nell’ambito di una più generale dilagante critica
alla falsità e all’inautenticità dei modi con cui
le donne sono raccontate dai mezzi di comunicazione di massa e dalla pubblicità (69%:
ben il 12% in più rispetto al 2006).
alle indagini demoscopiche emerge
un netto disassamento tra la rappresentazione del mondo femminile da
parte di molti mass-media e la sua effettiva
realtà. Un buon esempio è quello del presunto dilagare sia delle veline sia – più in
generale – dell’ossessiva attenzione ansiosa
al proprio look. È vero l’opposto: la grande
maggioranza delle nostre “lei” sta sviluppando un rapporto più sereno e pacato (spesso
allegro e disinvolto) con il proprio corpo, i cui
iò vale anche per lo specifico ambito
della sessualità, oggi vissuta in maniera
meno problematica rispetto al 2006
(l’incremento dell’approccio positivo è stato
di oltre un sesto in soli tre anni: dal 50%
all’attuale 58%). Nell’insieme, quindi,
emerge un’evidente maturazione delle italiane, le quali dimostrano una singolare (e
troppo spesso sottovalutata) capacità di
vivere le proprie esperienze esistenziali con
intelligente e a volte felice maturità.
D
C
HOD 56
© Mary Lynn Blasutta
la propria intelligente capacità di mescolare anche per contenere il prezzo complessivo cibi qualificati e di alto prezzo con cibi medi
di prezzo più accessibile, magari acquistati in
canali distributivi diversi (il pezzo di carne top
nella macelleria di alto standing, le pur ottime
verdure al mercato ambulante, la bottiglia di
vino buono in enoteca, la salsa low price e i
tovaglioli carini di carta al supermercato ecc.).
L’esempio migliore e più diffuso resta
comunque quello dell’abbigliamento e, più in
generale, della gestione del proprio look: è
ormai crollato al minimo il ricorso al total look
offerto dalle grandi marche o griffes (dal già
basso 28% del 2001 si è scesi all’infimo
16% del 2009). In effetti, il 72% delle italiane ultra14enni costruisce mix abbigliamentari, calzaturieri, assortimentali ecc. ricorrendo, per esempio, a un capo-spalla “firmato” e
costoso insieme a una polo comprata in una
bancarella, alla cintura dismessa dalla propria
figlia, al foulard di marca, sino al prodotto
acquistato all’Oviesse o alla Upim.
Certo, per realizzare questo variegato miracolo bisogna essere - com’è la gran parte delle
donne italiane - autoconsapevoli, sicure di sé,
dotate di buon gusto, esperte nell’arte dell’intelligent shopping, attente allo spendere
ma senza rinunciare ai risultati, curiose e
flessibili, a volte persino geniali. Ma è proprio
quello che sta avvenendo sempre di più a
seguito della crisi, che aguzza l’ingegno e
diminuisce la dipendenza psico-culturale
dalle marche e dalle griffes arroganti e dalla
loro “dittatura”, in un quadro di creatività della
consumatrice che a volte supera la creatività
degli stilisti e dei produttori.
35
La passione per la qualità
l crac finanziario e la conseguente grave recessione planetaria che gli è seguita hanno avuto
un forte impatto anche in Italia, dove l’80% delle donne dichiara di aver diminuito i propri consumi dal gennaio 2008 (in particolare nel Lazio e al sud). Ciò, però, non deve lasciar pensare
in alcuna maniera che la grande maggioranza delle italiane abbia ridotto la qualità dei beni e dei
servizi acquistati: è vero il contrario. Il 76% delle ultra14enni afferma di aver difeso tale qualità,
mentre il 79% dichiara di non avere alcuna intenzione di rinunciarvi nei prossimi due-tre anni.
Insomma, domina il less but better, ossia la contrazione dei volumi ma senza peggiorare i propri
acquisti o addirittura migliorandoli. Tale modello oggi vale per il 61% dell’universo femminile. In
ultima analisi, dovendo ridurre le quantità ma volendo difendere la qualità con le unghie e coi
denti, è solo la vera qualità, quella essenziale, a venir pretesa senza cedimenti: ciò significa che accentuando una tendenza già notata prima della crisi - oggi la gente rinuncia volentieri al di più
di qualità che giudica irrilevante, spesso barocco, quasi sempre inutilmente costoso, spesso riducente la semplicità d’uso oltre che l’ecosostenibilità e il risparmio di energia. In questi anni difficili,
ogni over contrasta con la crescente domanda di sobrietà, essenzialità, moderazione, scarnificazione (pure stilistica). Insomma, viva la qualità che davvero conta e bando al resto!
HOD 56
36 I
La ricerca dei piccoli piaceri della vita e Camomilla
L’universo femminile si è profondamente riorientato. La nuova cultura collettiva
della moderazione e della sobrietà, la crescente certezza che la felicità non risieda tanto nelle grandi cose quanto nelle piccole gioie esistenziali, tutto ciò ha determinato e determinerà la ricerca insistita delle esperienze e dei prodotti in grado –
senza tirarsela troppo – di favorire e strappare un sorriso. Ecco perché sono
soprattutto le donne a preferire i beni (e le comunicazioni: per esempio pubblicitarie) che risultano dotate di tre caratteristiche cruciali: la capacità di dare felicità, la vocazione ad aggiungere un pizzico di allegria e di emozionalità al tran
tran quotidiano, il consentire di viversi e di rappresentarsi (di fronte a se stesse e
poi di fronte alla platea degli altri) un po’ meglio di come si è oppure al meglio di
sé o comunque con un atteggiamento positivo. In questo contesto, le marche
apprezzate e amate sono quelle capaci di donare piccoli piaceri della vita, particelle di gioia quotidiana, coinvolgimento emozionale. Camomilla, marca di
accessori-moda per “lei” risulta – dalle indagini di mercato svolte da Astra
Ricerche nel 2009 – la 3a
più nota tra le italiane 1854enni. Con un profilo
d’immagine assai positivo, è ritenuta simpatica,
allegra, divertente, tenera,
romantica, fantasiosa, creativa, con prodotti di ottima qualità, trendy, di successo, moderna, adatta a
molte occasioni, con un giusto rapporto qualità/prezzo,
valida per regalo.
www.camomilla.it
L’ ALIMENTAZIONE SANA
..............
E NON SOLO
B UON S AN
VALENTINO !
A CURA DI
NOI DUE
a festa di san Valentino fu istituita nel 496 d.C., quando papa Gelasio
I decise di sostituire alla festività pagana della fertilità (i Lupercalia
dedicati al dio Luperco) una nuova festa voluta dalla Chiesa e ispirata al messaggio d'amore diffuso dall'opera di san Valentino, un vescovo martirizzato un paio di secoli prima. Tale festa “degli innamorati” ricorre annualmente il 14 febbraio, ed oggi è conosciuta e festeggiata in gran parte del
mondo. Ecco una poesia dedicata all’AMORE:
Questo nostro amore,
vita mia, lo prospetti
felice, destinato
a durare per sempre.
Dèi del cielo,
fate voi che lei dica il vero,
che lo prometta
sincera e dal cuore,
che si possa
per tutta la vita
mantener questo patto inviolato.
(Catullo, “Ma il cuore non ascolta ragione”)
L
LA TORTA
DI
NOI DUE
CON I
NOSTRI MIGLIORI AUGURI!!!!!!
Ingredienti:
& 1 confezione di pasta sfoglia pronta
& 200 g di panna fresca
& 100 g di farina di castagne
& 50 g di uvetta sultanina
& 50 g di pinoli
& 8 amaretti
& 2 uova fresche
& 3 cucchiai di mascarpone
& zucchero a velo
& liquore all'amaretto
Preparazione: Tendete la pasta sfoglia su uno stampo a forma di cuore o su un cartoncino (sempre
a forma di cuore) realizzato da voi. Bucherellate il cuore di pasta sfoglia con una forchetta. Nel frattempo mettete in una terrina gli amaretti triturati,
aggiungete la farina di castagne, 30 g di zucchero a
velo, il liquore all'amaretto, 3 cucchiai di mascarpone e 10 g di cacao amaro. Amalgamate il tutto in
modo da ottenere un composto cremoso ed omoViale Col di Lana, 1 • Tel. 02/58.10.15.93
geneo a cui unirete i pinoli, l'uvetta e le uova;
mescolate bene e distribuite il composto sulla
pasta sfoglia a circa un centimetro dal bordo.
Infornate per circa 20 minuti e lasciate raffreddare.
Siamo aperti tutte le sere
Montate la panna e usatela per decorare la torta,
da Lunedì a Domenica
spolverizzate con lo zucchero a velo, la polvere di
e Sabato e Domenica anche a pranzo
2 amaretti tritati e aggiungete la restante uvetta.
Non si servono alcolici
NOI DUE
CUCINA VEGETARIANA
NATURALE E BIOLOGICA
HOD 56
TRATTORIA LATTERIA
37
A LLERGIA E O MEOPATIA
Le Allergie
al giorno d’oggi
HOD 56
38
DR. MASSIMILIANO IPPOLITO
S
i calcola che dal 10 al 15% della popolazione italiana è affetta da fenomeni allergici sia delle vie
aeree che dell’apparato digerente e della cute. Nel
corso degli ultimi decenni vi è stata una tendenza alla
crescita di tali affezioni, così come si è osservato anche
per altre patologie da disregolazione del sistema immunitario (patologie autoimmuni).
È noto che la genetica incide sulle affezioni allergiche
solo per il 30%, la responsabilità dell’aumento delle
allergie è quindi da attribuire a fattori ambientali. Molti
studiosi ritengono che gli inquinanti ambientali
Revenge of the Goldfish, © 1981, fotografia
(Biossido di Azoto, Ozono, Gas di Combustione) sarebbero responsabili dell’aumento di patologie allergiche e autoimmuni; l’inalazione di tali sostanze
può portare ad una irritazione delle vie respiratorie favorendo una alterazione del sistema
immunitario associato alle mucose aeree. Agli inquinanti ambientali vanno aggiunti anche i pesticidi utilizzati in agricoltura, che vengono ingeriti con il cibo (frutta e verdure crude) ed entrano in contatto con il sistema immunitario delle vie digerenti. Anche i pesticidi sono molto reattivi e in grado di alterare la funzionalità del sistema immune, a tal proposito è stato dimostrato
che il Malathion, un noto pesticida, è in grado di stimolare una iperproduzione di IgE.
In definitiva, si ritiene che le sostanze inquinanti, i gas tossici inalati, i pesticidi ingeriti siano in
grado di favorire l’attivazione dei Linfociti Th2 in seguito al contatto tra il sistema immunitario
delle mucose e sostanze del tutto innocue quali gli allergeni (pollini, prodotti dell’acaro della
polvere, derivati epidermici di animali). L’attivazione dei Linfociti Th2 determina a sua volta una
ipersensibilità nei confronti di questi allergeni, mediante una stimolazione dei Linfociti B, a produrre IgE, responsabili delle comuni manifestazioni allergiche: rinocongiuntiviti, asma
bronchiale, orticaria.
Naturalmente queste manifestazioni risultano avere maggiori effetti negativi su coloro che
hanno un sistema immune compromesso o immaturo, come i bambini.
Il trattamento delle affezioni allergiche: ruolo dell’omeopatia
in rapporto alla medicina tradizionale.
I
l trattamento delle affezioni allergiche può
essere sintomatico o preventivo. Il trattamento sintomatico è rappresentato, per
quanto riguarda la medicina convenzionale,
dai classici anti-istaminici anti-H1, cortisonici
e dal disodio-cromoglicato; la medicina
omeopatica invece ricorre a diluizioni e
dinamizzazioni di Histaminum, Allium Cepa,
Sabadilla, Euphrasia, Nux Vomica, Lachesis.
È noto che il trattamento sintomatologico
Germs are everywhere, © 1984, fotografia
L
Le immagini di queste pagine: Sandy Skoglund, PaciArte contemporary
Via Trieste 48, Brescia - telefax:030-2906352
[email protected] • www.paciarte.com
sono una serie di vantaggi del trattamento
omeopatico rispetto alla terapia desensibilizzante convenzionale:
➣ Assenza di rischi collaterali, non vi è rischio
di reazioni anafilattiche che possono verificarsi quando si somministra per via sottocutanea un allergene.
➣ Una singola somministrazione settimanale
per pochi mesi è agevole e quindi ben
accettata dal paziente.
➣ Utilizzando dosi infinitesimali è possibile
associare numerosi allergeni, i più comuni
responsabili di reazioni allergiche, siano essi
pollini, derivati dell’acaro della polvere e dell’epidermide di animali. Con un unico trattamento si può quindi desensibilizzare il paziente
nei confronti di numerosi allergeni, senza la
necessità di eseguire frequenti test cutanei e
senza avere il problema del possibile cambiamento di sensibilità da parte del paziente.
’efficacia clinica delle diluizioni omeopatiche di allergeni per la profilassi delle allergie è stata
dimostrata da vari studi pubblicati non solo su riviste omeopatiche, ma anche su autorevoli
riviste mediche internazionali 1-3. Si tratta di studi placebo controllati su un vasti campioni
di pazienti, i quali hanno dimostrato chiaramente che i soggetti affetti da pollinosi stagionale trattati con diluizioni omeopatiche dei pollini hanno mostrato una sintomatologia allergica nettamente più attenuata rispetto ai pazienti trattati con placebo, con conseguente miglioramento
della qualità di vita e riduzione di necessità di assunzione di farmaci antiallergici.
HOD 56
delle affezioni allergiche presenta
diversi svantaggi. Per i farmaci convenzionali vi sono i classici effetti
collaterali per cui vengono poco
accettati dai pazienti. Mentre per i
rimedi omeopatici, pur non avendo
effetti collaterali, si osservano talora effetti fluttuanti e inoltre
richiedono una frequente assunzione di granuli più volte al giorno.
Per questo motivo il trattamento
preventivo delle allergie è quello
che attualmente raccoglie i maggiori consensi sia tra i medici
tradizionali che tra gli omeopati.
La medicina tradizionale si avvale
della immunoterapia desensibilizzante, la quale si basa sulla somministrazione a dosi crescenti di soluzioni di
allergeni a cui il paziente è sensibile e che
vengono assunti per bocca e/o per via sottocutanea. Tale trattamento riduce l’ipersensibilità nei confronti degli allergeni, ma per
motivi non chiari molti pazienti non rispondono a tale trattamento. Per la sintesi di
questo vaccino desensibilizzante è necessario individuare con precisione le sostanze a
cui il paziente è sensibile mediante specifici
test cutanei (Prick Test e Rast Test), anche se
è noto che un individuo non rimane sensibile
sempre agli stessi allergeni, ma nel corso del
tempo la sua ipersensibilità può cambiare e
diventare allergico a nuove sostanze. Quindi
anche coloro che rispondono bene a tale
trattamento, nel corso del tempo possono
non avere più i benefici iniziali.
Anche la medicina omeopatica da alcuni anni
ha introdotto un trattamento desensibilizzante basato sulle diluizioni infinitesimali
degli allergeni. Tale trattamento richiede singole somministrazioni settimanali per via
sublinguale per periodi di due-tre mesi. Vi
39
HOD 56
I
40
Picnic on wine, © 2003, installazione
Il Pollen Histamine 200 Plus
l Pollen Histamine 200 Plus consente di desensibilizzare i pazienti contro i più comuni allergeni
presenti nell’ambiente. Infatti contiene, alla
diluizione di 200 K, oltre trenta diversi pollini
(Graminacee, Urticacee, Plantaginacee, Composite,
Alberi ad alto fusto), nonché derivati del
Dermatophagoides Pteronyssynus e Farinae, derivati
dell’epidermide di diversi animali domestici (cane,
gatto, oca, anatra). A questi vi è associato anche
Histaminum a 200 K, che contribuisce a modulare il
rilascio di Istamina da parte di mastociti-basofili 4-5
e quindi ad attenuare la sintomatologia allergica delle vie aeree, della congiuntiva e della cute.
La posologia del Pollen Histamine è 1 capsula/settimana per via sublinguale per tre mesi all’anno
in coincidenza con il periodo di fioritura delle piante a cui il paziente è allergico. Per i pazienti con
ipersensibilità ad allergeni perenni si consiglia di ripetere il ciclo di trattamento due volte l’anno.
Consigli utili ai pazienti allergici
Oltre ai trattamenti terapeutici per le allergie, è bene che il paziente segua alcune regole per
limitare le crisi e i danni delle reazioni allergiche:
Y Evitare il fumo e ambienti inquinati.
Y Limitare il più possibile il contatto con gli allergeni, evitando di stare all’aperto durante giornate secche e ventose nel periodo di fioritura delle piante.
Y Seguire una dieta sana: con un giusto apporto di vitamine e oligoelementi. Preferire i prodotti di agricoltura biologica. Lavare bene frutta e verdura con bicarbonato che favorisce l’eliminazione di eventuali tracce di pesticidi. Evitare alimenti che contengono aromi naturali perché a
volte possono contenere sostanze allergizzanti.
Y Garantire una adeguata igiene della casa per evitare accumuli di polvere, di peli e prodotti
di desquamazione della cute di animali, a tal proposito è meglio evitare la moquette e limitare
il numero di tappeti.
Y Preferire le vacanze al mare o in alta montagna oltre i 2000 metri, dove le concentrazione
di pollini è minima o assente.
Y Non assumere farmaci senza consultare il medico, perché chi soffre di allergia è molto più
sensibile di altri ai prodotti chimici delle medicine, nonché l’assunzione di alcuni di essi, come
l’Acido Acetilsalicilico, può scatenare crisi asmatiche.
1
¤
Kim LS, Riedlinger JE, Baldwin CM et al.: “Treatment of seasonal allergic rhinitis using homeopathic preparation of
common allergens in the southwest region of the US: a randomized, controlled clinical trial.” Ann Pharmacother 2005
Apr; 39(4):617-24.
2
Reilly DT, Taylor MA, Mc Sharry C et al.: “Is homoeopathy a
placebo response? Controlled trial of homoeopathic potency,
with pollen in hayfever as model.” Lancet. 1986 Oct 18;
2(8512):881-6.
3
Aabel S, Laerum E, Dolvik S, et al.: “Is homeopathic
‘immunotherapy’ effective? A double-blind, placebo-controlled trial with the isopathic remedy Betula 30c for patients
with birch pollen allergy.” Br Homeopath J 2000 Oct;
89(4):161-8.
4
Saint-Laudy J and Belon P: “Inibition of human basophil
activation by higth diluition of histamine” Agent Actions.
1993; 38: 245-247.
5
Saint-Laudy J and Belon P: “Analysis of immunosuppressive activity activity of serial dilution of histamine on
human basophiles activation by flow cytometry.” Inflamm
Res. 1996; 45: 33-34.
VANDA OMEOPATICI S.r.l. - Via di Morena, 12 • 00043 Ciampino (RM)
¤
Tel. 06/7903101 • Fax verde 800.901.092
[email protected][email protected]
¤
Note:
¤
M OSTRE A M ILANO E N EW Y ORK
Milano: Yayoi Kusama! protagonista indiscussa
dell’arte contemporanea giapponese
Le onde si creano spontaneamente mentre dipingo e producono su di me un effetto davvero positivo…
(Yayoi Kusama)
mi fanno sentire il ritmo e le vibrazioni.
Avete
Batman, Mars Attacks!, Ed Wood,
vi apparirà un Tim Burton in
perfetta sintesi d’autore con
quelle sue pellicole che hanno
reinventato Hollywood e
influenzato una generazione
di giovani artisti. Questa
esposizione esplora l’intero
bizzarro universo del suo
lavoro creativo, a partire dai suoi primi disegni fino alla sua
attuale
produzione per il
cinema.
New York: I sogni e gli incubi di Tim Burton!
il filmmaker re dei freaks
e degli emarginati
dal cuore d’oro!
genio surreale e pop
La mostra Tim Burton è aperta fino al 26 Aprile
al MoMA - The Museum of Modern Art di New York,
11 West 53 Street - www.moma.org
HOD 56
in pro“Nei suoi giochi di specchi e nei riflessi del tempo si scrive la storia di Yayoi Kusama, una
gramma
delle più importanti artiste giapponesi dei nostri giorni che ha portato in America ‘una
un viaggio
certa immagine’ del Giappone. Un’immagine segnata dalle battaglie dell’impegno
a New York?
civile, colorata dall’indagine sul ruolo della donna, attraversata dalla malattia mentale.
In questo caso
L’originalità di Kusama si inscrive anche all’interno della complicata relazione,
sarebbe un vero peccato
lungamente studiata, fra arte e follia. A patto, però, che si evochi quella follia che
perdere questa fantastica
attinge all’antichità, là dove con Platone la ‘follia’ è ‘minaccia e dono’ e proviene
da un dio; ‘e assai più bella della saggezza d’origine umana’. Minaccia e dono, mostra interamente dedigià. Così Yayoi Kusama con opere quali Narcissus Garden (Biennale di cata al mondo onirico e surVenezia, 1966), Infinity Mirror Room - Phalli’s Field (1965) o reale, dolcissimo e allo stesso
Hallucination (2008) ci offre la sua personale interpretazione del mondo tempo inquietante che ha
nel duplice e complesso rapporto fra separazione e inclusione, individuo e saputo creare il grande Tim
Burton. Ma se vi basta uno
società, spazio della rappresentazione e della sua negazione. (…)
Yayoi Kusama pone se stessa all’interno delle sue opere, ma afferma che sguardo virtuale, tuffatevi nel
in esse non vi sono un inizio, una fine o un centro precisi. Per di più, si web (www.moma.org - www.timcimenta (inevitabilmente) con numerose discipline: disegno, pittura, burton.com). Presente al MoMA
scultura, installazioni, film, poesie e racconti, in cui la cifra stilistica della con 700 pezzi mai visti prima
ripetizione si afferma con forza.” (Massimiliano Finazzer Flory, d’ora tra storyboards, disegni e
schizzi ad acquerello, fotografie,
Assessore alla Cultura del Comune di Milano).
La mostra Yayoi Kusama. I Want To Live Forever, a cura di Akira Tatehata (Direttore pupazzi e costumi, video e progetti
del National Museum of Art di Osaka) è aperta fino al 14 Febbraio al PAC Padiglione per film ancora non realizzati,
d’Arte Contemporanea di Milano, Via Palestro, 16. Orari: lunedì 14.30-19.30 - cinematic ephemera tratti da
martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30-19.30 - giovedì 9.30-22.30. Edward mani di forbice, The
Per informazioni: 02.76020400 - www.comune.milano.it/pac - www.mostrakusama.it Nightmare Before Christmas,
41
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L ETI BALM E L ETI BALM P EDIATRICO
HOD 56
44
Naso e
Labbra Perfette
Con Letibalm
In esclusiva dalla Spagna, il Laboratorio Farmaceutico
“A. SELLA” è lieto di proporre LetiBalm, l’unico balsamo
lenitivo ed emolliente formulato specificamente per naso
e labbra, dedicato agli adulti e ai bambini, in due differenti
versioni. In caso di naso irritato oppure di labbra secche e
particolarmente sensibili, LetiBalm è il rimedio ideale.
LetiBalm è indicato in inverno, quando il clima aggrava
le condizioni della pelle, ma viene consigliato per tutto
l’anno a chi soffre di allergie ed è costretto a soffiarsi
spesso il naso. Infatti LetiBalm è la soluzione ideale per proteggere la zona tra il naso e le labbra, con tripla azione.
AZIONE RIPARATRICE:
grazie alle preziose sostanze naturali contenute, tra
cui la Centella Asiatica, la Vitamina E e l’Acido
Salicilico, LetiBalm svolge un’efficace azione riparatrice, contro la secchezza, le screpolature e le ferite
superficiali di naso e labbra.
AZIONE PROTETTIVA:
l’Hamamelis Virginiana, la
Melissa Officinale e la
Centella Asiatica svolgono un’ottima azione
protettiva, volta a ridurre
il danno provocato dal
soffiarsi il naso e dagli
agenti atmosferici (freddo, vento e sole).
AZIONE
REIDRATANTE:
la Vitamina E,
il Burro di Cacao e
l’Olio di Girasole
contribuiscono all’azione
reidratante di questo
balsamo innovativo.
Accanto al LetiBalm per gli adulti, SELLA propone LetiBalm Pediatrico,
una formulazione specifica per la pelle dei bambini, al Burro di Karitè.
Confezionato in un pratico vasetto da 10 ml,
LetiBalm è facile da usare e perfetto da portare sempre in giro.
LetiBalm (vasetto da 10 ml) e LetiBalm Pediatrico (vasetto da 10 ml) li trovate in farmacia.
Le Oasi Salus
Coltivazioni biologiche al servizio della salute
In Cile, Salus Haus coltiva 600 ettari di terreno secondo i principi dell’agricoltura biologica e in
collaborazione con le popolazioni locali. Da qui proviene la maggior parte delle erbe contenute negli
integratori alimentari e nelle tisane Salus
La parola Salus deriva dal latino e significa salute e benessere.
Quando il dottor Otto Greither 90 anni fa cercò un nome per la sua azienda, ‘Salus’ risultò essere il più adatto, in
quanto per anni egli aveva lavorato ricercando come, con l’aiuto delle erbe, si potesse rimanere sani il più a lungo
possibile. Ancor oggi Salus lavora seguendo i principi di Otto Greither, utilizzando erbe che siano il più possibile
allo stato naturale. Attualmente l’azienda con sede a Bruckmühl, in Baviera è diretta dal figlio del fondatore, anche
lui di nome Otto: nel 1945, all’età di 20 anni, prese in mano le redini di Salus dopo la morte dei genitori. La forza
delle erbe ha permesso a questa piccola realtà di crescere e diffondersi enormemente nei suoi 90 anni di storia.
Molte delle erbe utilizzate nei prodotti Salus provengono dal Cile. La decisione
di trasferire la coltivazione di erbe in Sud America fu presa molti anni fa. Infatti
dal 1986, a causa della catastrofe di Chernobyl, per anni in Europa interi raccolti
erano inquinati dalla radioattività. Questo causava a Salus difficoltà quasi
insormontabili. Allora Otto Greither si mise a cercare un appezzamento di
terreno che fosse rimasto il più possibile allo stato naturale.
Oggi un terreno in Cile è proprietà di Salus ed Otto Greither in questo modo ha
potuto provare anche l’esperienza di agricoltore: “Un giorno ho espresso il
desiderio di vedere il luogo da dove provengono queste piante ed essere
presente anche al raccolto - dice il proprietario di Salus - allora mi sono recato lì e devo dire che mi è piaciuto
molto, mi sembrava di essere in Baviera. E ho pensato: se avessi qualcuno di fiducia che si impegnasse in questo
lavoro comprerei una piccola fattoria in questo posto.”
Una volta realizzatesi le condizioni necessarie, sono state create le oasi Salus in cui oggi vengono coltivati 600
ettari di erbe in modo assolutamente biologico. Cento tipi diversi di erbe vengono coltivati e raccolti ogni anno in
questi terreni, tuttavia l’agricoltura in questo paese non è così semplice. Infatti piove spesso e a causa della
pioggia crescono a dismisura le erbe infestanti, mentre le piante officinali rimangono soffocate. Al confronto, gli
attacchi degli insetti rappresentano un problema di facile soluzione. Per questo vengono impiegate fino a 150
persone nei campi, solo per togliere le erbacce, ma l’esperienza ha insegnato
che questo lavoro è fondamentale.
Una curiosità interessante riguarda la coltivazione della genziana maggiore:
le radici di questa pianta possono essere colte solo dopo otto anni e nel
frattempo i campi si riempirebbero di erbe infestanti. La soluzione naturale
escogitata da Salus è un gregge di pecore, che è lasciato libero di pascolare
nei campi. Le pecore mangiano le erbe ma evitano la genziana a causa del
suo gusto amaro.
Oltre alla coltivazione delle piante officinali per la realizzazione dei prodotti,
nelle Oasi Salus ci si preoccupa anche della tutela delle erbe medicinali in pericolo di estinzione: piante come la
Primula veris o l’Arnica delle montagne bavaresi, la cui raccolta incontrollata in questi anni ne ha messo a rischio
l’esistenza, e che invece vengono coltivate e raccolte a mano dai contadini locali, di origine Mapuche.
Le condizioni di lavoro nelle fattorie Salus in Cile corrispondono alle leggi tedesche: cinque giorni lavorativi,
contributi assistenziali e previdenziali, maternità e salario minimo per i lavoratori stagionali sono garantiti come
in madrepatria.
Le Oasi Salus non sono il frutto della convenienza economica ma di una scelta di qualità
e di tutela per i consumatori.
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