n.57 - Hod benessere

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n.57 - Hod benessere
Hod Benessere n° 57 - Marzo 2010 - Anno XIII - Periodico - Diffusione gratuita
Prodotti a base di torba nera
SonnenMoor
Il Cuscino delle Coccole
(misura media mm 170 x 500 ca.; misura piccola mm 170 x 200 ca.)
• Quando si ha bisogno di una fonte di calore,
il cuscino con torba alpina Sonnenmoor
trasmette il caldo secco che aiuta ad alleviare i disturbi
tipici del periodo invernale, donando benessere all’organismo.
• Si può utilizzare anche freddo,
per dare sollievo in caso di necessità.
• Adatto a tutta la famiglia, è facile da utilizzare in casa.
• Il cuscino con torba alpina Sonnenmoor,
mantiene sia il caldo o il freddo per lungo tempo.
• Per utilizzarlo caldo, avvolgerlo in un panno:
si può riscaldare a bagnomaria o nel forno a
microonde (a 600 Watt per 2 minuti).
• Per utilizzarlo freddo:
mettere il cuscino con torba alpina
nel frigorifero per circa 1-2 ore.
UNA VITA
IN SALUTE
I prodotti SonnenMoor
a base di torba nera alpina e di erbe,
naturali e puri al 100%, sono realizzati in Austria
UN CONCENTRATO DI BENESSERE
secondo le ricette originali di Franz Fink,
Prezioso concentrato di principi naturali
fondatore nel 1972 della ditta SonnenMoor.
la torba regala benessere, vitalità e purezza.
I prodotti SonnenMoor affiancano un corretto
Contiene molte sostanze organiche, acidi
stile di vita, una sana alimentazione
umici, oligoelementi e sostanze minerali
e un movimento fisico regolare.
(calcio, ferro, potassio, magnesio, sodio,
zinco, rame, manganese, cromo e molibdeno)
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rivolgersi a: Dott. C.Cagnola s.r.l. Unipersonale
Prodotti dalla Natura
Via A. Vannucci, 14 - 20135 Milano
Tel. 02 36524486 - Fax. 02 36525436 • e-mail: [email protected]
Rinite e raffreddore allergici
a cura della Dott.ssa Cagnola
Orto in città. Aria di primavera
di Roberta Ferraris
Un fiore contro la paura
di Elena Marinoni
Il lusso italiano della semplicità
Basta un fiore
di Enza Bettelli
Bello come un carciofo
di Paolo Tedaldi e Stefano Reina
L’asparago, il sottile depuratore
di Paolo Tedaldi e Stefano Reina
Tappo di sughero, sintetico o a vite?
di Marco Nava
Mostra a Forlì. Il trionfo dei fiori
Capelli per sempre
intervista a Vincenzo Gambino
a cura di Marina Robbiani
Villa Orsogrigio Suite & Gourmet
Una crema che vien dalla montagna
intervista a Alberto Nicola
a cura di Marina Robbiani
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Direttore Responsabile: Marina Robbiani
Consulente Scientifico: Dott.ssa Cagnola
Consulente Editoriale: Raffaella Ferrari
Grafica: Marco Nava
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Reg.Trib. Milano n° 305 del 22.4.1998
A questo numero hanno collaborato:
Geneviève Ausenda, Enza Bettelli,
Clementina Cagnola, Eurodream,
Roberta Ferraris,Vincenzo Gambino,
Massimiliano Ippolito, Elena Marinoni,
Marco Nava, Alberto Nicola, Noi Due,
Stefano Reina, Paolo Tedaldi.
In copertina: SICIS The Art Mosaic Factory,
via Fatebenefratelli 8, Milano. www.sicis.com
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a casa?
Un momento di relax?
Proviamo con filo e fiori
Danni da elettrosmog
a cura di Eurodream
L’Immunoterapia e l’età che avanza
di Massimiliano Ippolito
Primavera... e
a cura di Noi Due
L’Arte dell’Ikebana. La testimonianza
di Geneviève Ausenda
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A SCUOLA DALL’ ERBORISTA
Dott.ssa Cagnola
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Rinite e Raffreddore
allergici
S
tarnuti, gocciolio, congestione del naso e dei seni paranasali provocati da allergia. Le sostanze trasportate dall'aria che più facilmente scatenano la reazione allergica
sono i pollini degli alberi e quelli delle erbe; le muffe; la
forfora, i peli e le piume degli animali; la polvere domestica
e gli acari. La rinite da pollini è tipicamente stagionale; quella da sostanze domestiche, invece, dura tutto l'anno,
anche se spesso con sintomi più lievi.
Queste tisane devono essere
prese per lunghi periodi,
iniziando almeno un mese
prima dello scatenarsi
della forma allergica:
Infuso
Biancospino fiori mondi g 40
Tarassaco radice T.T. g 30
Ribes Nero foglie T.T. g 30
Bevetene una tazza alla sera e,
se è necessario, un'altra tazza durante la giornata
Decotto
Echinacea Radice T.T. g 60
Crisantemo Americano pianta g 40
Bevetene una tazza al mattino.
Lavaggi nasali: Bollite 500 ml. di acqua, sciogliete
mezzo cucchiaino di sale da cucina e unite 500 ml. di
acqua distillata di
Amamelide.
Versate un po' di liquido nel palmo della mano, avvicinate una narice alla volta e inspiratelo.
Riniti da pollini: Prendete tutti i giorni un cucchiai-
no da caffè di polline del tipo normalmente in commercio, cominciando almeno 4 mesi prima dello scatenarsi della forma allergica e continuando fino alla fine.
Insonnia
D
isturbo del sonno che può
manifestarsi con difficoltà
nell'addormentarsi,
con risvegli troppo anticipati, con un sonno agitato e
interrotto da risvegli, stanchezza e sonnolenza durante
il giorno. È un sintomo, non
una malattia; tutti coloro che
sentono di dormire poco e
male possono perciò definirsi
insonni. Le donne ne soffrono più
degli uomini, gli anziani più dei giovani.
In pratica possiamo distinguere tre tipi di
insonnie. Quelle occasionali, che durano
pochi giorni, legate a
situazioni
contingenti
(cambio di letto, preoccupazioni, dolori, ecc.).
Quelle transitorie, che
durano qualche settimana, e quelle croniche che,
con alti e bassi, durano
per molti mesi o per anni.
Maggiorana foglie monde g 50
Valeriana radice t.t. g 20
Lattuga virosa pianta t.t. g 20
Papavero (Rosolaccio)
fiori t.t. g 10
Berne una tazza alla
sera prima di dormire,
se occorre una seconda
tazza dopo qualche ora.
Bagno terapeutico
alla sera
Asperula odorosa foglie t.t. g. 100
Passiflora incarnata sommità t.t. g. 100
Arancio amaro fiori t.t. g. 50
La temperatura dell'acqua della vasca
non deve superare i 37°. È sufficiente
immergersi per mezz'ora.
Vino medicinale
Passiflora incarnata sommità t.t. g 25
Arancio amaro fiori t.t. g 15
Un bicchierino la sera prima di dormire.
Alimentazione
Abituatevi progressivamente a cene leggere che comprendano alimenti ricchi di zuccheri semplici, come miele, zucchero, frutti
dolci, latte, yogurt e i cibi che li contengono.
Ottima la cena con pane e latte o un bicchiere di latte tiepido con un po’ di miele
prima di andare a letto. Coricatevi almeno
due ore dopo aver mangiato. Alla sera evitate i cibi ricchi di vitamina C, come gli agrumi
e i kiwi, perché possono disturbare il sonno.
Francisco de Zurbaràn,“A Cup of Water and a Rose”.
Londra,The National Gallery.
NO
Niente caffé, the e bevande a base di cola nella seconda parte della giornata. Niente
cene troppo abbondanti, esclusivamente proteiche o con formaggi stagionati. Non andate a
letto subito dopo mangiato.
Per saperne di più:
www.dottoressacagnola.it
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SI
Infuso
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O RTO IN CITTÀ
Aria
Malva sylvestris = foglie e fiori della malva dei campi
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di primavera…
TESTO
E DISEGNI DI
ROBERTA FERRARIS
C
i siamo, la primavera è alle porte. Le primule punteggiano di corolle
gialle i boschi di collina, i crochi spuntano tra le foglie secche, in
campagna, intorno alle cascine si raccolgono già foglie e fiori di
malva da aggiungere alle minestre. Se avete vangato a dovere il vostro orto,
o disposto i cassoni sulla terrazza o sul balcone, se avete concimato col vostro compost, o con letame, o con qualche prodotto biologico, se avete strappato tutte
le malerbe, livellato e rastrellato il terreno, ecco che avete fatto un lavoro
come si deve. Ma difficilmente potrete, già a marzo, raccogliere qualcosa. Il
vostro orto sarà ancora molto nudo, adorno solo dei fiori del rosmarino che
avevate acquistato qualche mese fa. Le piantine di fragola che avete trapiantato in autunno cominciano appena a gettare qualche foglia, ma di fiori,
neppure l’ombra. Se volete mangiare qualcosa che sia frutto del vostro
lavoro, dovete aspettare ancora un po’, almeno un mese. Non rimane che fare
qualche passeggiata nei boschi e raccogliere le foglie di malva e primula per condire
le vostre frittate, e mettervi al lavoro perché non c’è tempo da perdere.
er prima cosa, preparate il semenzaio dei pomodori: occorre del terriccio soffice e ricco
di nutrienti. C’è chi utilizza per questo scopo del letame di cavallo ben maturo. La vostra
terra di foglie, arricchita di un po’ di terra dell’orto e una buona dose di stallatico andrà
benissimo. Come contenitori potete usare normali vasi, ma anche vasetti di plastica individuali, o
anche bicchierini di plastica da caffè. È arrivato il momento di tirare fuori le bustine di semenza
che avete acquistato: distribuite i semi di pomodoro non troppo fitti e innaffiate abbondantemente. Il posto migliore per far germogliare i pomodori è sul vano di una finestra, all’interno di
casa vostra, magari non distante da un termosifone. L’unica accortezza che dovete avere è tenerli al caldo e non fare mai seccare il pano di terra. Si possono avviare le piantine già a gennaio,
ma vedrete che anche in casa la crescita sarà molto lenta. Quando i germogli avranno messo il
secondo paio di foglie, sacrificate le più piccole e deboli, a favore di quelle più grandi. La piantina ideale deve avere stelo robusto e non troppo lungo, foglie verde scuro, senza fiori. Avrà tempo
per crescere quando sarà trapiantata in piena terra, a maggio, quando il
rischio delle gelate notturne sarà ormai passato.
ntanto, pensate all’insalata Questo è proprio il momento adatto per seminare le lattughe da taglio, in pieno campo o nei cassoni più grandi del vostro balcone. Bagnate abbondantemente e
coprite con un sacco di iuta: gli uccelli vanno pazzi per questi semini e
potrebbero compromettere il vostro raccolto. Controllate tutti i giorni e
quando vedete un tappeto di timide foglioline appena visibili, potete
togliere questa protezione e lasciare che il tiepido sole di marzo faccia il suo
dovere. In 20-25 giorni potrete assaggiare la vostra insalata.
P
I
Lycopersicon esculentum = foglie e fiori di pomodoro
F IORI DI B ACH
Un fiore
contro la paura
L
A
a paura è un’emozione che informa il nostro organismo
su un potenziale pericolo. La sua valutazione è sempre
soggettiva e le diversità d’interpretazione risiedono nella
diversità delle esperienze.
nche se viene vissuta come ineluttabile, la percezione di un
pericolo non è forzatamente realista, l’immaginazione infatti
gioca un ruolo importante nella formazione delle percezioni.
Nel caso della paura il fatto di immaginare ciò che potrebbe accadere scatena l’emozione. Ad esempio, la paura di annegare in
pochi metri d’acqua può apparire irreale e impossibile, ma chi non
ha famigliarità con l’acqua pensa che sia plausibile. Quando l’organismo percepisce un pericolo, le ghiandole surrenali aumentano la
produzione di adrenalina e il corpo si attiva per la fuga o per la difesa: accelerazione dei battiti cardiaci, aumento di acutezza e attenzione, demolizione dei grassi per fornire
più energia ecc. È solo quando il pericolo è scomparso che si percepisce tutta l’intensità degli effetti fisiologici della paura. Ma c’è un’altra cosa molto importante: l’informazione che la paura fornisce, ci fa prendere le misure necessarie per proteggerci. In questo senso è molto preziosa e indispensabile per la vita
stessa, tant’è che anche gli animali dispongono di questa emozione protettiva. Dunque, le reazioni che
abbiamo davanti alla paura sono nella maggior parte dei casi funzionali, ma in alcuni momenti possono
renderci incapaci di reagire e tentando di evitare senza discriminazioni tutto ciò che ci fa paura, si rischia
di condurre un’esistenza sempre più limitata. Al contrario, per guadagnare la libertà è necessario “addomesticare” le proprie paure.
Sandy Skoglund©, Fox Games 1989
DR.SSA ELENA MARINONI
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Ansietà, una paura diffusa
’ansietà, al contrario, è un’emozione repressa che si manifesta come un malessere sotto forma di un
leggero smarrimento interiore. Si accompagna a tensione fisica, senso di costrizione alla bocca dello
stomaco o alla gola. Quando prende il sopravvento, tende a dominare ogni cosa e a dare un aspetto
“nervoso” a tutto ciò che facciamo. È molto difficile concentrarsi quando siamo ansiosi. La presenza di ansia
indica il timore di una situazione che deve arrivare, ma l’oggetto di questa paura è impreciso. Ad esempio,
più ci avviciniamo alla data di un esame, più la nostra ansietà aumenta, sappiamo di temerlo ma non conosciamo ancora e precisamente perché. Per alcune persone l’ansietà è quasi un “modo di essere”. Esse ten-
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L
’inquietudine, che possiamo considerare come una pseudo-emozione, presenta delle similitudini con
la paura. All’inizio, come la paura, non si basa sul presente ma su un avvenimento futuro possibile. La
persona inquieta si agita e si appoggia ad avvenimenti presenti per anticipare la situazione temuta,
solo in seguito fa uso dell’immaginazione. In entrambi i casi, il “fantasma” può essere reale o irreale, ma è
comunque sempre ipotetico. Infine, di nuovo come la paura, l’agitazione è soggettiva: alcune persone sono
più portate di altre ad inquietarsi per ciò che potrebbe accadere. Chi ha una forte propensione all’inquietudine mostra una certa difficoltà a vivere completamente il proprio presente. Quando poi si aggiunge una
certa propensione alla fuga, aumentano le probabilità di manifestare vere e proprie crisi di panico.
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dono a reprimere le emozioni o le
preoccupazioni che potrebbero turbarle, e in questo modo generano
ansia perché mascherano l’origine della
paura e rendono impossibile la soluzione
dell’eventuale problema. Per comprendere a
fondo la natura di tutto questo bisogna considerare che è normale avere preoccupazioni ed emozioni, che il più delle volte esistono proprio per
indicarci la presenza di un problema
da risolvere. Per farlo in modo
soddisfacente, occorre prenderne
coscienza ed affrontarlo, cosa che
non è sempre facile specie se manca
la fiducia nelle proprie capacità, o se le
emozioni che suscita sono intense e
spiacevoli. Quando al posto di dare
spazio ad una preoccupazione la si
fugge, qualcosa dentro di noi ne è contrariato. In effetti, non è possibile ignorare o decidere razionalmente che una
certa cosa è priva di importanza senza
che il nostro organismo reagisca.
L’ansietà è questa reazione. Più ci si incaponisce a rigettare una preoccupazione (perché troppo spiacevole o perché ci innervosisce troppo), più l’ansia
aumenterà. Al contrario, se si affronta la
paura di fallire, si potranno identificare
con maggiore precisione le nostre
debolezze.
Angoscia, un’ansia
amplificata
all’ennesima potenza
L
’angoscia è un’esperienza
emotiva simile all’ansietà ma molto più
forte. Più è intensa più indica l’importanza
del soggetto respinto, ed è sottolineata da sensazioni di costrizioni al torace e di nodo allo stomaco. È in questa regione, comunemente chiamata
plesso solare, che si trovano le ghiandole surrenali. Quando si ha paura, esse secernano una quantità supplementare di cortisolo e catecolanine: è
questo sforzo dell’organismo che dà l’impressione
di avere lo stomaco “ritorto” nei momenti di maggiore ansietà. Nel caso dell’angoscia, le sensazioni
fisiche sono le stesse, ma amplificate e complicate da una certa difficoltà respiratoria, debolezza,
sudorazioni, visione confusa e udito disturbato.
Abbiamo tutti momenti di ansietà o di angoscia,
anche se alcuni ne soffrono più spesso e per lunghi periodi. Queste sono in genere persone che
tendono a mettere i loro problemi da parte, facen-
do sì che ansia e angoscia crescano in proporzione alle preoccupazioni che si accumulano.
Quando si è in preda all’angoscia, non si
riconosce con chiarezza la causa di questa
sensazione. Si tende a pensare che sia l’angoscia stessa a costituire il problema, e mentre si cerca di diminuirla si intravede già il circolo
vizioso: cercherò di eliminare l’angoscia che mi
segnala che sto trascurando qualcosa d’importante, e così facendo tenterò indirettamente di reprimere l’oggetto del mio malessere, che in compenso cercherà di manifestarsi provocando un’
angoscia più forte che dovrò combattere ancora
più tenacemente ecc. ecc.
A
Panico!
nche il panico, come la paura, è un’emozione di anticipazione, ma contrariamente a questa il contatto con la
realtà pericolosa si spezza. Al posto di affrontare il pericolo, si immaginano eventii e scenari
catastrofici. Dunque, non è più possibile
misurarsi in modo adeguato con la situazione che si teme poiché è troppo lontana dalla realtà. Un’immaginazione così irrefrenabile può portare ad uno smarrimento
totale in pochi secondi.
Il panico scatena diversi fenomeni fisici e
psichici. In genere la respirazione è alterata e
trattenuta, in altri casi l’agitazione porta all’iperventilazione e coinvolge l’accelerazione del
ritmo cardiaco provocando, a volte, palpitazioni. Queste reazioni suscitano un
malessere fisico che alimenta il
panico che, a sua volta, accentua
queste reazioni in una spirale di agitazione ascendente. Ma se la paura è un’emozione necessaria
alla sopravvivenza, il panico è del tutto dannoso.
Ci impedisce di occuparci efficacemente dell’oggetto della nostra paura, distraendoci dalla situazione davanti a cui dovremmo reagire per la
nostra sicurezza.
La crisi di panico è una crisi d’angoscia estrema. Si
potrebbe dire che è una valvola di sfogo all’angoscia per troppo tempo contenuta e controllata.
Questo eccesso di angoscia sopravviene in maniera del tutto inattesa e all’apparenza senza alcun
motivo. In realtà c’è un elemento che procura il
panico, e se è difficile rendersene conto è perché
la reazione fisica prende il sopravvento. L’evento
scatenante può infatti essere poco percettibile e
banale da un punto di vista oggettivo ma, per noi,
evoca un vissuto importante. Potrebbe essere una
Robert H.Armstrong/CORBIS
semplice parola durante una conversazione, il riaffiorare di
un ricordo, la percezione improvvisa di un profumo conosciuto… Insomma, un evento “indiscernibile” fa emergere
un’emozione che scatena una scarica di adrenalina tale da
provocare una serie di reazioni fisiologiche: innalzamento
del ritmo cardiaco, apprensione a livello toracico, vampate,
sudori freddi, tremori, brividi, mal di pancia, nausea, diarrea,
nodo in gola, svenimento. La crisi può durare da 5 minuti
a un’ora, più in generale una ventina di minuti. Le reazioni
fisiche sono talmente forti ed invasive che si ha l’impressione di essere malati o sul punto di morire.
La crisi di panico è un segnale d’allarme. È il sintomo che
il corpo ci fornisce per indicare che non è più in grado di
contenere la pressione che gli facciamo subire mettendo
da parte preoccupazioni importanti. Se fino a questo punto
l’angoscia non è stata sufficiente, il panico prende il sopravvento. Ribadiamo: soffrono di angoscia e di panico le persone che tendono a banalizzare i propri problemi, si sforzano di tollerare situazioni inaccettabili o trascurano aspetti importanti della loro esistenza. Se
non si approfitta del panico per indagare e scoprire cosa c’è che non va nella propria vita, si comincia ad
aver paura di frequentare i luoghi dove è più facile cadere in preda a queste crisi (come gli ascensori) o
quando ci si trova in luoghi ristretti (in aereo, su un ponte ecc.). Per alcuni invece sono gli animali a scatenare il panico, ma si tratta dello stesso fenomeno: la vista di questi animali risveglia l’angoscia che, in
realtà, è legata alla preoccupazione nascosta. Non si conosce la funzione generale dell’angoscia, del panico e della fobia, si ha il riflesso condizionato di proteggersi evitando i luoghi o gli animali che li scatenano. Si crede che siano realmente la folla, l’ascensore o i ragni la causa di queste esperienze spiacevoli. In
effetti, il meccanismo di fuga è così forte nel fobico da riuscire a trasformare la situazione: il problema interiore viene trasferito all’esterno. Perciò non è più verso il proprio conflitto interiore che la persona volge il
suo sguardo spaventato, ma verso un pericolo esterno, illusorio.
pesso chi soffre di problemi di panico o di
fobia naviga nel mistero più completo. Alcuni
di noi si ritrovano un giorno alle prese con
questo handicap venuto dal nulla e poi, magari
anche dopo anni di psicoterapia, sono più o meno
allo stesso punto e sono condannati a vivere prendendo ogni precauzione per evitare i tentacoli
della loro fobia. La loro vita diventa limitata perché
davanti ai possibili attacchi non hanno altra soluzione che indietreggiare ed evitare il contatto con
il loro “mostro”. Esistono anche altri mezzi: i farmaci che agiscono sulla loro angoscia, o una soluzione ben conosciuta ma devastante, l’alcol.
La fobia, quando non è sintomo di una malattia
mentale grave, non è altro che una paura non fondata, ma esagerata. Le fobie più ricorrenti sono l’agorafobia (paura degli spazi aperti), la claustrofobia (paura di salire in ascensore, degli spazi esigui,
del traffico), l’aerofobia (paura dell’aereo), e gli
oggetti delle fobie sono illimitati: guerra mondiale,
microbi, insetti, ragni, ponti, gallerie ecc. Chi ne
soffre vive ogni giorno una sorta di inferno emotivo. La maggior parte si chiude nel proprio segreto
e, cosciente dell’assurdità del proprio timore, lo
dissimula per paura di essere tacciata di debolezza o di malattia mentale. La fobia suscita un enorme disagio e molto imbarazzo; la prima reazione
è l’inquietudine di non capire ciò che sta succedendo. Per evitare inconvenienti si comincia a cessare di frequentare i luoghi dove si manifesta questa reazione e ci si adatta alle proprie paure irrazionali. È una crisi dell’organismo, un calvario per
colui che ne soffre e lo diventa rapidamente
anche per i suoi famigliari.
Sul piano fisico, il sistema immunitario è un esempio di quella forza vitale che ci spinge a mantenerci sani, le cellule che lo costituiscono proteggono il corpo contro virus e batteri. Esso fa parte
di un sistema di auto-regolazione non volontaria
dell’organismo a cui partecipano anche le emozioni come sistema di informazione dei propri
bisogni. Ma attenzione, se non abbiamo nessun
controllo volontario sul sistema immunitario, ne
abbiamo enormemente su quello emotivo. Così,
se non teniamo conto dei nostri bisogni psichici,
emergeranno rapidamente emozioni negative,
d’insoddisfazione. La fobia infatti sopraggiunge
quando i precedenti sintomi non sono stati presi
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La fobia, un male che avvelena la vita di molti
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in considerazione. Spesso le crisi di panico precedono la fobia, e prima di assumere la forma
acuta di una crisi, si sarà già manifestata l’angoscia. Se si arriva alla fobia, è perché per farsi
ascoltare l’organismo deve necessariamente
usare “le maniere forti”.
Si è osservato che la fobia è un sintomo privilegiato per alcuni tipi di persone, un po’ come
una predisposizione, ma si hanno anche sintomi quali emicranie ricorrenti, insonnia cronica
ecc. Talvolta appare a seguito di un evento traumatico. Non è raro che un bambino sviluppi
una paura-panico verso un animale che lo ha
attaccato, e questa paura eccessiva sussiste
anche in età adulta. Ma può sopraggiungere
anche dopo un evento che, apparentemente,
non ha alcun legame con essa. La fobia per gli
ascensori ad esempio, può arrivare poco dopo
la morte di una persona cara o dopo essere
stati vittime di una rapina, un segnale che la
reazione a quanto accaduto non è stata vissuta
fino in fondo e non è stata integrata. Quando invece indica un problema che dura da molto tempo, l’evento che ne provoca la comparsa non è che la goccia che ha fatto traboccare il vaso e portato l’organismo a lanciare il suo grido d’allarme.
P
Attenzione al “controllo” della fobia
artendo dal fatto che si tratta di una paura irrazionale, si cerca di convincersi che il pericolo temuto
non esiste. Questa soluzione non è consigliabile. Le persone che soffrono di fobie sono già portate
all’estremo controllo su di sé e su ciò che le circonda, esse consacrano molta energia ad impedire
che certe cose accadano, a dissimulare ciò che vivono e a controllare le proprie reazioni ed emozioni. Al
posto di farsi obnubilare dal sintomo, è invece preferibile decodificare il messaggio della fobia, calarsi nella
situazione che causa la paura e prestare attenzione ai sentimenti e alle immagini che sorgono in noi.
Tuttavia, quando si tenta di intraprendere una tale esplorazione si presentano alcune difficoltà..
Innanzitutto lo scetticismo, poi la paura di ciò che si potrebbe scoprire e infine, una volta identificato il
problema, non si ha la certezza di essere in grado di risolverlo. Appare come una montagna insormontabile, si ha l’impressione di essere sprovvisti dei mezzi necessari, di non essere pronti alle soluzioni che
sembrano più logiche. È allora che ci si rassegna. Ci si sente paralizzati quando si immagina la soluzione di un problema prima di avere completato l’analisi. Ma se non si è pronti ad adottare una soluzione,
è perché non si tratta di quella giusta.
Che fare
N
on si viene a capo di una fobia senza fare i cambiamenti che ci condurranno ad essere più felici.
Tuttavia, quando ci si avventura nel problema che è all’origine della fobia, è importante essere
coscienti, sapere che è se stessi che bisogna cambiare, e che il cambiamento personale “volontario”
è un processo graduale; che si passerà attraverso una serie di piccoli cambiamenti concatenati che non
danno spesso l’impressione di una svolta importante se non dopo un certo tempo. È un po’ come la crescita di un bambino, l’effetto d’insieme è lento e non è sempre facile uscirne da soli. E quando non si arriva ad individuare il problema o ad effettuare le trasformazioni necessarie, è giusto consultare uno specialista che potrà fornire un inquadramento utile guidando i nostri passi e fornendoci gli strumenti indispensabili che ci mancano.
A
ltre volte succede che per contenere questi malesseri e alleviare la sofferenza si faccia ricorso a dei
medicinali. In questo caso, però, è probabile che la dose del farmaco debba essere aumentata periodicamente perché, trascurando di occuparsi del problema, l’angoscia aumenterà. Se consideriamo
l’ansietà e l’angoscia come “vigilanti” dell’equilibrio mentale, non possiamo infatti dimenticare che i medicinali annullano o per lo meno diminuiscono questa vigilanza (se la dose di ansiolitico è sufficiente ad
annullare il nostro segnale d’allerta). Così senza saperlo, cercando solo un po’ di conforto e di pace, rischiamo di peggiorare la situazione.
Al contrario, per ritrovare l’equilibrio e il benessere reale non bisogna eliminare l’angoscia, ma porre rimedio al problema che la crea e che essa segnala. Va comunque sottolineato che in alcuni casi i farmaci
ansiolitici costituiscono una giusta ed appropriata terapia, possono aiutare ad affrontare ciò che ci fa paura
diminuendo l’intensità dell’angoscia, o permetterci di prendere il riposo necessario e di rinvigorire le forze
prima di affrontare la causa primaria del problema. Ma è importante che i dosaggi mantengano sempre
l’individuo sufficientemente vigile.
Nel campo delle “medicine alternative” i rimedi di Bach
costituiscono un metodo di cura semplice, naturale
e ormai ampiamente conosciuto per i disordini della personalità:
Mimulus (Mimmolo) è il fiore della timidezza. Quando si ha paura di cose reali e concrete come animali, acqua, buio, delle malattie o della folla, di volare. Di solito queste persone sopportano le loro fobie in segreto ed
in silenzio, non ne parlano volentieri. I sintomi possono essere la balbuzie, la facilità ad
arrossire, il respiro breve e l’ipersensibilità
olfattiva, uditiva, visiva e alimentare.
Cherry Plum (Visciola) per chi ha paura di perdere il controllo, di avere
la mente sovraffaticata,
di fare cose terribili e
spaventose, non volute,
che si sanno essere sbagliate e che non si vogliono fare ma che tuttavia
vengono alla mente e
che per questo, d’impul-
so, si tendono a fare. Quando un protratto stress
mentale fa nascere la paura di impazzire, in caso
di esaurimento nervoso, paure suicide, ossessioni. I sintomi comprendono pallore, occhi sbarrati, tic nervosi, agitazione, discorsi ossessivi, movimenti e azioni ripetitive e allucinazioni.
Aspen (Pioppo) è il rimedio per chi soffre di
paure e preoccupazioni non tangibili che lo
opprimono di giorno e di notte, e per le quali
non vi sono spiegazioni o giustificazioni.
Quando si è nervosi od ansiosi senza motivo,
si ha paura di forze invisibili, paura di dormire
per timore di ciò che
potrebbe accadere,
tutte paure che vengono spesso celate. I sintomi includono: mal
di testa, dolore agli
occhi, sudori, tremori,
svenimenti improvvisi, nausea, problemi digestivi,
contrazioni muscolari,
sonnambulismo e discorsi nel sonno.
Red Chestnut (Castagno Rosso) quando si
è eccessivamente preoccupati per gli altri.
Questi soggetti arrivano spesso a cessare di
preoccuparsi per se stessi ma si fanno carico
dei problemi degli altri, immaginano il peggio, anticipano guai e avversità trasmettendo
ansia a chi gli sta attorno. Possono verificarsi
palpitazioni, mal di testa, tensione al collo e
alle spalle, insonnia.
HOD 57
Rock
Rose
(Eliantemo) è
il rimedio di
pronto soccorso in caso di
incidente, di
malattia
improvvisa,
isterismo
e
panico. Quando si teme per la propria vita o
si hanno incubi ricorrenti. I sintomi vanno dai
tremori, sudori freddi e fiato corto, fino alla
perdita di controllo, paralisi e addirittura perdita di coscienza.
13
Tra i Fiori della Sintesi oltre ai fiori sopra citati, si possono utilizzare:
HOD 57
14
Sintesi-Centaury (Centaurea) per chi
teme la non accettazione da parte degli
altri e agisce in funzione delle loro richieste
e aspettative. Sono persone deboli e frequentemente stanche, sofferenti di meteoropatia e ipotensione.
Sintesi-Cerato (Piombaggine) quando si tende a
imitare gli altri perché si teme continuamente di sbagliare. Si hanno azioni motorie scoordinate e incerte.
Sintesi-Clematis (Clematide), il
rimedio di chi si rifugia nei sogni
e nella fantasia per non affrontare una realtà che non soddisfa.
Estrema facilità al sonno, scordinazione dei movimenti e postura scomposta.
Sintesi-Elm (Olmo)
per chi, a causa di grande stanchezza fisica o
psichica, dubita delle
proprie capacità ed ha
paura di non potere
affrontare le difficoltà
della vita. I sintomi sono
astenia, insonnia, sensazione di cedimento alle gambe.
Sintesi-Valeo (Valeriana) per
riportare la calma e la tranquillità in caso di paure di qualsiasi origine. Quando si è in
preda a eccitazione motoria,
equilibrio precario, difficile eloquio, mancanza di appetito, diarrea.
In Omeopatia, metodo terapeutico che applica clinicamente la legge di similitudine, si impiegano sostanze la cui patogenesi corrisponde alle diverse modalità reattive degli individui.
Somministrate a dosi infinitesimali, diventano medicamenti omeopatici nei confronti dei disturbi presentati da soggetti “paurosi” o impressionabili, senza turbarne l’attenzione o inibirne il potenziale intellettuale:
Gelsemium Sempervires è il Gelsomino selvatico, arbusto rampicante della famiglia delle
Loganiacee. È una pianta estremamente velenosa, soprattutto per le radici e la scorza, diversa dal
Gelsomino Officinale da cui si estrae l’essenza. In
dosi omeopatiche è indicata in caso di obnubilazione, tremori, turbe intestinali con tendenza alla
diarrea. Il soggetto è abbruttito dalla paura, ha
l’impressione che le gambe cedino e ha vuoti di
memoria. È ad esempio il rimedio di chi resta
muto e tremante di fronte a un esame da sostenere, ad un colloquio o un evento importante.
Ignatia Amara è la Fava di Sant’Ignazio, seme
della Strychnos ignatii, anch’essa arbusto rampicante delle Loganiacee. Oltre ad altri alcaloidi,
i grani contengono stricnina e brucina, e questo
rimedio si addice agli individui
ipersensibili, turbati della minima preoccupazione, per cui la
prospettiva di una prova
temuta prende l’aspetto di
una catastrofe, di un ostacolo
insormontabile che la persona
somatizza con palpitazioni,
insonnia, astenia.
Argentum Nitricum o Nitrato d’Argento va bene
per chi soffre di paura da anticipazione, con tendenza alla diarrea motoria. È indicato per i soggetti nervosi, agitati, frettolosi, che vogliono terminare una cosa prima ancora di averla iniziata,
parlano e scrivono senza ordine logico per paura
di non arrivare ad esprimere tutte le idee che
affollano in maniera caotica la loro mente.
Lycopodium Clavatum è una pianta erbacea
della famiglia delle Lycopodiacee, di cui si utilizzano le spore. È il rimedio di fondo dei soggetti intelligenti che non hanno però fiducia in
se stessi, inclini ad eccessivo nervosismo che si
traduce in un carattere difficile e collerico.
Silicea, puro estratto di silice minerale, è il
rimedio di fondo dei soggetti magri, deboli ma
molto nervosi e agitati, timidi e poco fiduciosi
in se stessi, che temono sempre di sbagliare.
Farmacia Marinoni
Corso Buenos Aires, 55 - Milano
Tel. 02.29400513 • Fax 02.29513732
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I DENTITÀ G OLOSE 2010
Il Lusso Italiano
della Semplicità
www.identitagolose.it
Luigi Taglienti Delle
Antiche Contrade, Cuneo
Il giovane Luigi muove fra
due poli: Liguria e Piemonte,
Savona (sua terra d’origine)
e Cuneo (sua terra d’adozione) e lavora sulle ricette storiche delle Alpi Marittime
andando a spasso nel territorio per cacciare le materie
prime locali. La sua filosofia
di cucina si basa sulla ricerca di tutti quei prodotti che
sfuggono alla globalizzazione. Con un occhio ai testi di
cucina classica francese (ad
es. Escoffier), prende spunto
dalle ricette antiche della
cucina tradizionale e ricompatta il tutto rimodernandolo
a modo suo. Il suo gustosissimo Fois gras, a base di
fegatini di pollo e di coniglio,
diventa un eccellente Fegato
grasso all’italiana.
www.antichecontrade.it
Salvatore Tassa
Le Colline Ciociare, Acuto (Fr)
Ciociaro da cima a fondo, ha l’ardire di
riprodurre emozioni e sensazioni con la
terra di quando era ragazzo. Con ingredienti del territorio e piatti giocati solo sui sapori (soprattutto erbe e spezie provenienti dal
suo personale orto), Salvatore Tassa guarda
alla storia e alla tradizione contadina con un
recupero intelligente e mai saccente. La sua
cucina svolge un ruolo importante sulle proprietà delle materie prime, e l’estrema libertà di pensiero lo svincola da ogni genere di
moda. Dice: “la forza della semplicità si
trova in se stessi, in ciò in cui si crede e si
sogna”. E il risultato sono piatti, le cui qualità si sposano con la bellezza di una piccola opera d’arte. Come in Terra, le cui diverse tinte e sfumature compaiono come d’incanto grazie a gelatina di brodo di manzo
ristretto (cotto circa 56 ore!!), tartufo nero,
polvere di ginepro, timo selvatico, polvere di
arancio e rape bianche e rosse.
www.salvatoretassa.com
Aringa cotta su braci
di erbe aromatiche
Massimo Bottura
Osteria Francescana, Modena
È lui che parla: “Dietro i fornelli cerco sempre di
riflettere, di volare, di attingere dal passato, cerco
di evolvermi e di essere contemporaneamente tra
passato e futuro. Le contaminazioni (pensiamo
alla patata o al pomodoro giunti dall’America, o a
tutto quello che oggi proviene dall’India,
dall’Oriente…) sono dei punti di partenza e non
d’arrivo, vanno avvicinate con curiosità e saggezza, rappresentano un modo di aprirsi verso il
mondo. Noi dobbiamo trasmettere la nostra identità. Il cuoco deve sapere da dove arrivano le
materie prime, conoscere gli artigiani, conoscere
la differenza tra il fresco e il più fresco, guardare i
prodotti, toccarli, cercare di andare in profondità.
Fare ricerca è un modo di esprimere le proprie
passioni perché spesso non viene subito capito.
Ma noi ce l’abbiamo dentro, e non possiamo farne
a meno.” E intanto, in un piatto che ha chiamato la
Saraghina dell’Adriatico, ha cercato il mare profondo e l’importanza della ritualità dei gesti.
www.osteriafrancescana.it
Saraghina
HOD 57
Fegato grasso all’italiana con gelato all’acciuga
Scrive Paolo Marchi, Ideatore e curatore di Identità Golose, che ci aspetta un “viaggio ancora lunghissimo perché il mondo si accorga che la cucina italiana intesa come pizza, pasta, risotti e sorrisi è
fatta da cuochi che hanno teste pensanti, che sanno come utilizzare le miniere di prodotti d’eccellenza uscendo da stereotipi che fanno soprattutto folklore.” In realtà basterebbe ascoltare uno degli
eccellenti cuochi presenti a questo Congresso italiano di cucina d’autore (da poco svoltosi a Milano)
per capirlo. Per scoprire che un piatto fatto con amore e autorevolezza rappresenta molto di più di
un piatto tecnologico. Il lusso più grande per questi personaggi è dedicare la vita ai fornelli, darsi da
fare a scovare sul territorio materie prime di pregio e creare cose nuove, consapevoli che quando un
giorno un loro piatto entrerà della nostra tradizione, potrà davvero definirsi “geniale”.
D’altro canto, come dice il patron di Slow Food Carlo Petrini, nulla nutre di più lo spirito di ciò che lo
rallegra, in primis il cibo di qualità cucinato con arte e passione. Senza pensare che la gastronomia,
con le sue erbe e spezie, con i sapori, i colori e le proprietà dei suoi alimenti si riconcilia anche con
la medicina, ci aiuta a rimettere in moto l’energia vitale. Cerchiamo dunque di non dimenticarci mai
che il cibo detiene un grande valore, come testimoniano questi tre esempi di grandi Chef:
15
P ICCOLI P IACERI A TAVOLA
HOD 57
16
DI
ENZA BETTELLI
Basta
un Fiore
L
’usanza di decorare la tavola con i fiori risale al tempo
dei Romani che li utilizzavano anche per profumare vino
e vivande. Una gentile tradizione arrivata fino ai giorni
nostri e che l’inizio della primavera invoglia a riprendere. Sono
tantissimi i fiori che si possono impiegare in cucina. Primi fra
tutti quelli selvatici, da raccogliere durante le passeggiate in
campagna, naturalmente facendo attenzione a non danneggiare la natura. Pratolina, rosa selvatica, acacia, primula gialla,
violetta selvatica e sambuco sono commestibili come pure i
fiori di alcune erbe come tarassaco, malva e borragine. Con i
fiori delle erbe aromatiche (basilico, erba cipollina, rosmarino,
timo) si aggiunge profumo oltre che colore e si possono
acquistare altri fiori per arricchire e decorare i piatti, per esempio rosa rossa, nasturzio, calendula, gelsomino e magnolia
grandiflora. Però ci sono anche i fiori da ammirare e basta perché velenosi, come mughetto,
ciclamino, azalea, oleandro, narciso, iris e il maggiociondolo che ha i fiori a grappolo come l’acacia ma che si distingue facilmente perché è giallo.
Frittelle
di fiori
Aceto di rose
Burro ai fiori
Frittelle di fiori
Ingredienti per 4-6 persone
2-3 manciate di grappoli di acacia o di petali di magnolia grandiflora
150 g di farina
30 g di burro
3 albumi
1 cucchiaio di brandy
olio per friggere
zucchero a velo vanigliato
sale
Preparazione
Stendete i fiori puliti su un canovaccio e cospargete con zucchero
a velo. Preparate la pastella mescolando con la frusta la farina con
il burro fuso, un pizzico di sale e circa 3 dl di acqua.
Coprite e lasciate riposare per un paio d’ore. Unite il brandy e gli
albumi montati a neve, immergetevi i fiori, pochi alla volta, e
friggeteli nell’olio ben caldo. Estraeteli quando sono appena
dorati e fateli asciugare su carta da cucina.
Cospargete con zucchero a velo e servite le frittelle calde.
Un’idea in Fiore
Aceto di rose
Pulite con una pezzuola umida, togliete l’attaccatura
(unghia) a 2 manciate di petali di rosa rossa profumata e
metteteli in un vaso a chiusura ermetica da un litro.
Riempite con aceto bianco di buona qualità non troppo
acido e lasciate al sole per un paio di settimane. Filtrate e
utilizzate per condire delicatissime insalate.
Burro ai fiori
Pestate nel mortaio una manciata di petali di rosa puliti (o di
calendula o di gelsomino) fino a ridurli in pasta. Lavorate 100
g di burro fino a quando sarà soffice e amalgamatevi la pasta
di fiori. Con le mani inumidite formate un rotolo e avvolgetelo nella pellicola. Fate rassodare in frigorifero per un paio d’ore e servite il burro a fettine con carni bianche e pesci a carne bianca.
I fiori dell’orto
I consigli di Enza
Prima di utilizzare i fiori sciacquateli velocemente sotto l’acqua corrente o lasciateli a bagno
in acqua acidulata con aceto bianco o succo di
limone (1-2 cucchiai ogni 5 dl di acqua) per 5
minuti circa. Fateli poi asciugare su un canovaccio e scartate le parti verdi non commestibili.
Potete conservare i fiori già puliti per circa
24-48 ore in frigorifero in un contenitore
nello scomparto degli ortaggi. Se invece
volete lasciarli interi per una decorazione
disponeteli, puliti e asciutti, su un foglio di
alluminio nel congelatore, poi riuniteli in un
contenitore rigido senza pressarli e conservate fino a 6-8 mesi.
Per ravvivare le tenere insalatine di primavera aggiungetevi rosa, calendula, malva,
pratolina, nasturzio, tarassaco e borragine. E
per profumare lo zucchero per i dolci inserite
nel vasetto qualche fiore di sambuco o petali
di rosa essiccati.
Per decorare invece le bibite, congelate i
fiori e i petali nella vaschetta del ghiaccio con
acqua bollita e raffreddata per ottenere
cubetti trasparenti.
I
fiori, soprattutto quelli spontanei, posseggono proprietà medicinali conosciute
e apprezzate da sempre. Rosa e malva
sono emollienti, il tarassaco depurativo, la
pratolina antinfiammatoria come la viola.
Con il sambuco si può realizzare un decotto dimagrante e malva e primula si possono utilizzare anche per alleviare i dolori
Disegno di Cristina Corvaglia
reumatici.
Però ci sono
anche altri
fiori che noi
consumiamo
abitualmente
senza sapere che
portiamo in tavola
dei fiori. Sono il
carciofo,
squisito in
o g n i
modo e in questo periodo
disponibile anche in versione mini, gli ultimi getti della pianta da conservare sott’olio. Poi ci sono anche il
cavolfiore e i broccoli, ricchissimi di elementi nutritivi, tra cui sali minerali e vitamine.
E l’orto ci regala anche il fiore di zucchina e
zucca, che ci accompagnerà fino all’inizio
dell’estate e che si può farcire o friggere semplicemente in pastella, nella versione salata
sopra indicata o senza liquore e spolverizzato con poco sale.
HOD 57
Raccogliete i fiori nei luoghi lontani dalle
strade e da altri fattori inquinanti. Se li acquistate assicuratevi che non abbiano subito
trattamenti chimici da almeno 15 giorni.
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FAMIGLIA : C OMPOSITAE
18
Bello come un
HOD 57
N OME : C YNARA SCOLYMUS
CARCIOFO
DR. PAOLO TEDALDI
ià conosciuto dagli Egizi, il carciofo non ha una provenienza specifica ma è stato da sempre coltivato nell’area mediterranea. Il suo
nome deriva dall’arabo ‘ardishuf (“spina della terra”), in seguito
modificato in kharshuf, mentre il nome latino cynara deriva dal fatto che
anticamente i carciofi venivano concimati con la cenere.
G
In poesia
Il poeta arabo-andaluso Ben al-Talla che lo definì al femminile chiamandolo alcachofa, così ne parlava:
“Figlia dell’acqua e della terra, la sua abbondanza si offre
a chi la sospetta chiusa in un castello di avarizia…
Sembra, per il suo biancore e per l’inaccessibile rifugio,
una vergine greca nascosta in un velo di spade”.
Proprietà e azioni
ome prima cosa, ciò che noi utilizziamo del carciofo è l’infiorescenza della pianta, e
quelle che erroneamente chiamiamo foglie in realtà sono le “brattee”. L’infiorescenza
viene raccolta prima dell’emissione dei fiori veri e propri, che si caratterizzano per un colore azzurro, porpora-violaceo.
Potremmo definire il carciofo essenzialmente (ma non solo) un tonico delle cellule epatiche. Il
suo uso abbassa il colesterolo nel sangue, drena i reni, fortifica il cuore e purifica il sangue. È
quindi utile in caso di ostruzioni e congestioni del fegato e calcoli.
L’attività della cinarina, la sostanza che stimola la produzione di bile e la contrazione
della cistifellea, è stata ampiamente
dimostrata scientificamente, tanto da
essere utilizzata in molti epatoprotettivi in
vendita nelle farmacie.
Grazie alla presenza d’inulina, un carboidrato che ha un’azione benefica sulla flora batterica intestinale e la facoltà di non
aumentare la glicemia, il carciofo può
essere consumato dai diabetici. Attenzione
però: poiché diminuisce la secrezione lattea, è controindicato durante l’allattamento.
C
In fitoterapia
a presenza di vitamina A, inulina e cinarina fa del carciofo un ottimo rimedio nelle infezioni
intestinali. Inoltre, visto che il principio amaro contenente cinarina trova la sua massima
concentrazione nelle foglie e nelle radici, una tisana con foglie essiccate diventa un efficacissimo rimedio per i disturbi del fegato.
Ma il modo migliore per assumerne le proprietà, è mangiarlo. Andrebbe esclusivamente consumato crudo, in quanto con la bollitura in acqua si perdono la maggior parte dei principi attivi,
e perché il carciofo cotto si altera velocemente e forma tossine. Si devono anche preferire
modalità di cottura senz’acqua, vedi ad esempio l’usanza laziale di cuocerli interi sulla brace
ottenuta da rami di viti, dopo la potatura autunnale, che regala un incredibile sapore.
L
Immagini in pagina: Billy Showell,
“Watercolour Fruit & Vegetables Portraits”,
Search Press Ltd 2009
In cucina DI STEFANO REINA
Carciofi e yogurt
Mondate i carciofi (togliendo bene anche la
peluria dalla parte centrale) e tagliateli a spicchi
sottili. Metteteli in acqua acidulata con limone
per evitare che si anneriscano, scolateli bene,
asciugateli e disponeteli su un piatto largo; conditeli con un’emulsione di olio extra vergine,
yogurt bianco, erba cipollina, sale, pepe e una
punta di senape dolce.
Carciofi alla crema
Ingredienti 4 carciofi cotti
fette di pane fritto
50 g di grana grattugiato
prezzemolo tritato
besciamella pronta.
Preparazione Prendete i fondi
dei carciofi e metteteli sulle fette
di pane. Versatevi sopra la besciamella e il formaggio. Infornate a
170° C e prima di servire cospargeteli con il prezzemolo tritato.
Per conservarli (una volta puliti), i carciofi vanno immersi nell’acqua fresca e
limone. Nel frigorifero, avvolti in un panno inumidito di acqua e aceto, durano
anche una decina di giorni.
Consigli per l’acquisto Anche se sono più cari, cercate il più possibile di prendere
i carciofi più piccoli ma con le foglie (brattee) più tenere e meno “barba” all’interno, quindi più buoni e con meno scarto. Va poi guardato il colore delle foglie
(soprattutto dei bordi) che deve essere verde brillante e lucido. Anche il gambo,
che si può usare sia lessato che in risotti, minestre, frittate e torte salate,
dovrebbe avere un aspetto brillante, con le foglie del colore verde.
HOD 57
Una curiosità in cucina
19
N OME : A SPARAGUS OFFICINALIS
DR. PAOLO TEDALDI
’asparago cresce in terreni sabbiosi e dal suo rizoma spuntano in primavera dei germogli detti “turrioni”, che sono la parte commestibile della
pianta. Già Plinio parlava dell’asparago consigliandolo per il mal di stomaco, come afrodisiaco e soprattutto come diuretico.
L
L’ASPARAGO, il sottile depuratore
HOD 57
20
FAMIGLIA : L ILIACEAE
Proprietà e azioni
n particolare l’asparago selvatico è ricco di importanti principi attivi, tra cui le
vitamine A, B, B2, alcuni oligoelementi (manganese, calcio, fosforo, ferro) e
aminoacidi. Tutto ciò conferma l’azione energetica dell’asparago che, secondo le più antiche tradizioni, sconfina in quella afrodisiaca.
La sua azione diuretica, più che alla presenza di asparagina è dovuta ai
polimeri (derivati) del fruttosio, sostanze che inibendo il riassorbimento del
sodio, stimolano in modo marcato la diuresi. Grazie a questo effetto si
abbassa notevolmente la possibilità di formazione di calcoli sia renali che
vescicali e, migliorando la funzionalità renale, si possono eliminare anche
dei sedimenti già presenti.
I
In fitoterapia
o stesso Plinio raccomandava di consumare la radice dell’asparago
insieme al vino bianco per aiutare l’espulsione dei calcoli e dare sollievo a
lombaggini e mal di reni. Ma gli asparagi depurano anche il sangue e curano gli eczemi, così per sfruttarne al massimo le qualità l’ideale sarebbe consumarli grattugiati crudi nelle insalate, oppure cotti nel minor quantitativo d’acqua possibile.
Billy Showell,“Watercolour Fruit & Vegetables Portraits”, Search Press Ltd
L
Usi e costumi
el 1550 il Mattioli scriveva che gli asparagi “fanno buon odore in tutto il
corpo, ma fanno puzzare l’orina”. La scienza oggi ha spiegato il motivo di
questo caratteristico odore che nasce dopo avere mangiato asparagi: lo
si deve alla formazione e all’eliminazione attraverso l’urina di una sostanza
definita metilmercaptano, presente in notevole quantità in questa pianta.
N
In cucina DI STEFANO REINA
Asparagi in crema
Preparazione Lessate 500 g di asparagi in acqua salata, dopo averli privati
della parte bianca; una volta cotti, frullateli con la loro acqua. Mettete la purea in
un tegame, unite una noce di burro, sale, pepe e un po’ di panna fresca. Lasciate
che la crema si rapprenda e servite con dei crostini di pane.
Ingredienti
Insalatina esotica PER 4 PERSONE
40 g di insalatina tenera
80 g di germogli di soia
8 asparagi
400 g di mango o ananas
olio extravergine di oliva
succo di limone
2 porri
sale e pepe q.b.
Preparazione Lavate gli asparagi e privateli delle parti dure. Tagliateli a julienne
e lasciateli a marinare per 20 minuti in poco olio, sale, pepe e con i porri a rondelle. Questi ultimi vanno poi tolti, in quanto servono solo ad aromatizzare.
Prendete una ciotola e ponetevi l'insalatina, i germogli di soia, la frutta a pezzetti,
gli asparagi che avete preparato, e condite con una salsina ottenuta sbattendo:
olio, poco sale e pepe e il succo di limone.
TAPPI A V ITE
Tappo di sughero,
sintetico o a vite?
DI
MARCO NAVA
HOD 57
S
telvin + (si legge plus) ovvero il nuovo modo in cui troveremo tappate
le bottiglie di vino che porteremo sulla nostra tavola, volenti o nolenti,
nel prossimo immediato futuro.
Iniziamo con un po’ di storia: verso la fine del 1990 in Australia e in
Nuova Zelanda, causa il tumultuoso sviluppo della locale enologia,
occorrevano enormi quantità di tappi a basso costo. Ma avere sughero a basso costo significava aumentare il rischio di contaminazione del
TCA, il tricloroanisolo, responsabile del gusto di tappo. L’alternativa era
l’uso del nuovissimo, problematico e, a detta di molti, sgradevole
tappo sintetico (al contrario molto usato nell’enologia italiana). In
mezzo a questa diatriba, un’ampia fetta di produttori scelse il tappo a
vite, o Screwcap, che fra tutti contribuiva a mantenere i vini più “vivi”,
fragranti e freschi. Da sempre utilizzato in Italia da un segmento del mercato estremamente
economico e legato alla grande distribuzione organizzata, il tappo a vite viene percepito da quasi
tutti i consumatori come sinonimo di bassa qualità. Adesso (finalmente, dico io), dopo la massiccia scelta di questa soluzione da parte dell’enologia austriaca e tedesca, alcuni pionieri stanno iniziando a provarla anche in Italia e in Francia.
A scegliere il tappo a vite sono soprattutto quei produttori che esportano i vini oltre oceano o
sui mercati asiatici. Il perché è semplice. Da un lato, con il tappo di sughero rischiano di dover
sovrastimare le spedizioni per ovviare all’eventuale “fallatura” delle bottiglie; dall’altro, con il
tappo sintetico, “siliconico”, una delle problematiche più grosse è che nel trasporto nei container refrigerati il tappo perda la sua forma a tal punto che, quando si cerca di inserire il cavatappi, lo si veda drammaticamente scivolare nella bottiglia!
Nel frattempo, molti detrattori sia del tappo sintetico sia di quello a vite portano a favore del
tappo di sughero la tanto decantata micro-ossigenazione in bottiglia, che altri invece intendono come una morte lenta e graduale dei vini che, opportunamente tappati, potrebbero
vivere più a lungo. Ma l’esperienza insegna che anche in presenza di alcuni tappi di sughero
si nota un aumento incessante delle deviazioni organolettiche, con conseguenti modificazioni di sapori ed aromi, e per quanto riguarda la micro-ossigenazione molti produttori (specie
nei top di gamma) erano già soliti mettere della cera sul collo e sul tappo della bottiglia per
evitare che passasse l’aria.
Come accennavo, alcuni produttori italiani - anche tra i più grandi - stanno iniziando ad usare
i tappi a vite... e come al solito la discussione continuerà per molto tempo, specialmente in
Italia. Ma se l’alternativa è “buttare nel lavandino” una bottiglia da 30,00 euro massacrata dal
TCA presente nel sughero del tappo, forse sarebbe meglio riflettere sulle scelte future. Anche
se il vecchio caro rituale dei sommelier che aprono, annusano e porgono il tappo al cliente
un bel giorno finirà!!!
21
M OSTRA A F ORLÌ
HOD 57
22
Il trionfo dei Fiori
Fino al 20 giugno ai Musei San Domenico
na mostra come quella intitolata “Fiori - natura
e simbolo dal Seicento a Van Gogh”, in esposizione a Forlì, è un evento da non lasciar passare
inosservato. Innanzitutto perché è una mostra dedicata
solo alla pittura di fiori, cosa rara e resa ancora più
preziosa dal lungo arco di tempo trattato. Inoltre perché
a documentare ed elogiare il valore artistico, simbolico
ed espressivo dei fiori sono un centinaio di capolavori
dipinti da nomi del calibro di Van Dyck, Brueghel,
Guercino, Dolci, Hayez, Delacroix e Courbet, FantinLatour, Alma Tadema, Manet e Cézanne, De Nittis,
Boldini e Zandomeneghi, Böcklin, Van Gogh e Previati…
U
Dal Seicento a Van Gogh
ome sono valutati i fiori nella storia dell’arte? Sono
‘un genere’ appartenente alla cosiddetta natura
morta, confinato fino a Caravaggio all’interno di un
ambito
artistico considerato minore. Il soggetto inanimaAutore ignoto, Fiasca fiorita, Pinacoteca Civica di Forlì
Tra gli artisti che hanno dato un peso di primo piano ai to non era previsto in qualità di protagonista, e anche
fiori c’è quel misterioso pittore che ha dipinto questa durante e dopo Caravaggio, se si escludono i Paesi Bassi,
straordinaria Fiasca fiorita, pretesto e stimolo attorno cui dovrà farsi largo grazie alla ricerca e alla testardaggine di
ruota tutta la mostra.
artisti che fondamentalmente la pensavano come lui, e
cioè che ‘conta solo la qualità con la quale si dipinge e non il soggetto rappresentato’. Vediamo
allora che nel corso del Seicento il motivo floreale (con le sue valenze simboliche legate al ciclo
naturale della vita) diventa più di ogni altra natura morta fonte d’ispirazione per gli stessi grandi
artisti dell’epoca. Il Settecento insegue invece un’altra avventura, dove i fiori piacciono più come
decoro e la pittura floreale si consolida come genere autonomo. Ma è con l’Ottocento che “si
assiste da un lato ad una ancora più evidente specializzazione della natura morta e del percorso
professionale dei fioranti, e dall’altro a sempre più frequenti incursioni dei pittori di storia, o
comunque di figura, o di coloro che con la rappresentazione della vita moderna aprivano nuovi
orizzonti iconografici, in un genere sino ad allora considerato minore, dandogli una nuova legittimazione. Ma non si tratta di una consacrazione che viene dal collezionismo o dal mercato, come
era stato e continuerà a verificarsi per la natura morta nell’Europa del Nord, quanto dell’ultima,
definitiva sfida a riscattare un repertorio che rischiava di chiudersi sempre di più nello specialismo, facendolo entrare, tra Romanticismo e Realismo, Simbolismo e Impressionismo,
Naturalismo e Divisionismo, nel mutevole laboratorio senza sosta dell’arte moderna.
Delacroix e dopo di lui i protagonisti dell’Ottocento, a Parigi e nelle altre capitali d’Europa, animeranno
C
le loro nature morte di fiori di una
concretezza visiva che risente anche
di un gusto per la botanica determinato da esperienze dirette e da sollecitazioni esistenziali. Conferire a un
elemento dell’esperienza comune,
come i fiori che vediamo nei giardini
o che ritroviamo immersi nei vasi
nelle nostre case, un’assoluta dignità
pittorica è stata una delle grandi
esperienze della pittura moderna tra
gli Impressionisti e i loro seguaci, in
quello che si può delineare come il
Lawrence Alma-Tadema, A summer offering.
variegato contesto del Naturalismo
Museum of Art, Brigham Young Un. - Provo (Utah).
di fine secolo. […]
Van Gogh passerà interi anni - soprattutto gli ultimi - a dipingere, per propria stessa ammissione, ‘quasi
esclusivamente fiori’. I suoi girasoli, i suoi iris sono diventati immortali, accampandosi come pochi altri
dipinti nel nostro immaginario, non solo per la loro autonoma e rivoluzionaria bellezza, ma anche perché, insieme alla tragica vita dell’artista, vi si sono depositati dei sentimenti universali.”
La seconda parte della mostra
“segue il percorso della pittura moderna attraverso la
trasformazione della natura morta con fiori. Non sappiamo più se ci troviamo di fronte ad un
ritratto o a un quadro di fiori. Così come per motivazioni diverse, ora simboliche, ora narrative,
ora attinenti alla specifica provocazione visiva, gli inquietanti ritratti di uno dei fondatori del
Romanticismo Philipp Otto Runge o le mitologie moderne di Hayez, di Leighton, di AlmaTadema o dei Preraffaelliti, la Femme aux chrysanthèmes di Degas o ancora le sindoni spettrali
di Moreau e Redon, le alchimie simboliste sperimentate da Previati nel ciclo dedicato ai ‘bambini e fiori’, sconvolgeranno le regole prestabilite. Infatti molti dei dipinti scelti per la mostra, nelle
diverse sezioni, presentano questo motivo di instabilità proprio nel rapporto tra fiori e figure,
tanto da poterlo individuare come un elemento ricorrente nelle ricerche degli artisti, protagonisti
o meno, che hanno segnato il lungo e tormentato cammino dell’arte moderna.”
Attraverso gli esempi raccolti in una sezione distinta, la mostra propone una rassegna ‘parallela’
che tratta l’interesse scientifico e documentario nei confronti dei fiori, assai vivo già nel XVI secolo. Questa rassegna nasce come una naturale introduzione all’opera scientifica di un illustre
botanico forlivese vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento, Cesare Majoli, di cui vengono
esposti i numerosi disegni scientifici conservati alla Biblioteca Civica Piancastelli di Forlì.
Si ringraziano i Curatori della Mostra.
Fiori
Natura e simbolo dal Seicento a Van Gogh
Forlì, Musei San Domenico, la mostra è aperta fino al 20 giugno
HOD 57
Uno sguardo alla botanica
L’illustrazione scientifica tra la fine del Cinquecento e l’età di Cesare Majoli
Orario di visita:
da martedì a venerdì: 9.30/19 • sabato, domenica e giorni festivi: 9.30/20
Lunedì chiuso. 5 aprile e 31 maggio apertura straordinaria.
Informazioni Mostra: tel. 199.199.111 • www.mostrafiori.com
23
I STITUTO M EDICO Q UADRONNO
HOD 57
24
Capelli Per Sempre
INTERVISTA
AL DR. VINCENZO GAMBINO A CURA DI MARINA ROBBIANI
ssere o apparire è un dilemma del nostro tempo. Ma quando parliamo di capelli e di quello che
oggi, ahimé, troppo spesso gli succede - alopecia, calvizie e diradamento… - è inevitabile sottolineare il dolore della “perdita”. Già, perché quando
improvvisamente i capelli iniziano a cadere, ci troviamo in
presenza di un vero e proprio lutto. I capelli ci conferiscono
giovinezza, stile e personalità, ci proteggono, ci danno
energia vitale, ci fanno sentire a nostro agio e ci aiutano a
relazionarci. Quando non ci sono più, il disagio investe il
nostro profondo e ci fa stare male anche psicologicamente, nell’intimo. Per questo riavere i capelli, e riaverli in
modo definitivo, significa tornare a essere noi stessi, a
piacerci. E a piacere agli altri.
E
Abbiamo parlato della possibilità di far ricrescere i capelli che consideravamo perduti con il Dr. Gambino,
conosciuto a livello mondiale per i risultati ottenuti dai suoi interventi di autotrapianto dei capelli:
serie B vengono agDr. Gambino, si può dire capelli per
grediti da un ormone
sempre?
(diidrotestosterone)
Sarebbe meglio dire “capelli per tutta la vita”, in quanche li atrofizza provoto i bulbi che preleviamo e trapiantiamo sono geneticandone la caduta. A
camente programmati per crescere capelli che, pur
questo punto, menseguendo i cicli fisiologici naturali, non cadranno mai
tre nel caso più
più determinando lo stato di calvizie iniziale.
Prima dell’intervento
comune di alopecia
Uno dei fattori principali della calvizie è
androgenetica, che colpisce soprattutto gli uomini, i
l’alopecia....
bulbi di serie A continuano a fare il loro lavoro, in
Certo, e l’alopecia è generalmente dovuta ad una
molti soggetti femminili possono venire aggrediti
predisposizione genetica: quando i padri, i nonni e
tutti i bulbi, compresi quelli di serie A. Ecco perché
soprattutto i parenti del lato materno manifestano
consiglio sempre la visita medica, durante la quale il
casi di alopecia, è molto probabile che questa si
medico valuta se esiste l’opportunità o meno di sotripresenti nelle generazioni future.
toporsi all’intervento. Infatti, il presupposto per
Cos’è l’autotrapianto?
eseguire l’intervento è che esistano i bulbi di serie A,
Innanzitutto, l’autotrapianto di capelli nasce dalla
gli unici da poter prelevare e trapiantare, trasportare
certezza assoluta che abbiamo due tipi di bulbi. La
nelle aree in cui è manifesta la calvizie e dove, una
cosiddetta Corona Ippocratica - sulla zona occipitale
volta attecchiti, continueranno ad essere insensibili al
e sulle due parti laterali - che chiamiamo “di serie
diidrotestosterone, e quindi a far crescere i capelli.
A”. E tutti gli altri, cioé i bulbi della linea frontale,
In cosa consiste il suo intervento di autodella parte alta del
trapianto di capelli?
capo e della chierica,
Il primo punto di fondamentale importanza per il
conosciuti come i bulbi
paziente è che l’intervento sia eseguito da un
“di serie B”.
medico in una struttura legalmente riconosciuta dal
Cosa succede? Nei
sistema sanitario nazionale. È l’unico modo per
soggetti predisposti
avere delle garanzie, anche se questo tipo di interall’alopecia, sia uomini
vento non presenta particolari problematiche.
che donne, i bulbi di
Dopo l’intervento
Nella seconda fase dell’intervento,
trapiantate i bulbi uno ad uno?
Esatto. Per farlo, adopero un ago con un diametro
di 75 micron (al massimo di un millimetro), con cui
creo i siti di ricezione dove verranno inseriti i bulbi.
Occorre fare molta attenzione anche perché i capelli crescono con un loro verso, ad esempio i capelli
davanti crescono in modo differente rispetto a quelli al vertice. Il chirurgo deve essere in grado di
ricreare l’angolo di crescita naturale. E se nel passato si facevano linee frontali diritte, un po’ artificiose, oggi noi le ridisegniamo in rapporto al viso
del paziente, all’estensione della calvizie, alla densità della zona donatrice, ottenendo infine quelle
irregolarità che gli conferiscono un aspetto naturale.
In poche parole, è un lavoro “artistico”.
Di certo non si può ricreare a un uomo di quarant’anni
l’attaccatura di un diciottenne, non ha senso. Se poi la
calvizie è ampia e conclamata, viene presentato al
paziente un piano terapeutico di 2 o 3 interventi perché tecnicamente non possiamo
Dopo l’intervento
prelevare una quantità tale
di bulbi da coprire un’intera area, mentre a distanza di
sei mesi possiamo rifare l’intervento e trattare le zone
che non avevamo trattato prima. Allo stesso tempo, grazie ai nostri aghi così sottili possiamo penetrare anche
tra le aree molto rade di capelli, riuscendo a rinfoltirle.
Cosa succede alla fine dell’intervento?
Intanto, non c’è dolore e solo qualcuno la prima
sera sente il bisogno di prendere un leggero analgesico, più ovviamente un ciclo di 5 giorni di
antibiotici. Ma la cosa bella è che facciamo subito
uno shampoo con soluzione fisiologica, cosicché il
paziente può uscire perfettamente pulito e senza
bendaggi e, se lo desidera, riprendere il giorno
stesso la sua vita di sempre.
Il risultato?
Il risultato è garantito. I capelli cominciano a
spuntare dopo 4 mesi e dopo un anno raggiungono le caratteristiche qualitative della zona da cui
li abbiamo prelevati. È un intervento sicuro, senza
controindicazioni e la crescita è talmente graduale
e naturale che passa inosservata.
A chi si rivolge in particolare?
Tutti si possono sottoporre a questo tipo di intervento che, a seconda dei casi, prevede soluzioni
totali o parziali. Come dico sempre, ogni quadro
deve avere la sua cornice ideale. Tra i miei pazienti
ci sono donne e uomini di tutte le età, di ogni
estrazione sociale e grado di cultura, vengono da
me indifferentemente operai e professionisti. Ma
ripeto: è importantissima la visita iniziale, durante
la quale si valuta il caso personale di ognuno in
rapporto all’età e all’attuale perdita dei capelli, e
dove l’anamnesi familiare aiuta il medico a
prevedere l’eventuale evoluzione della calvizie.
Dr. Vincenzo Gambino: Medico Chirurgo, è membro del Consiglio Direttivo della I.S.H.R.S.(International Society of Hair
Restoration Surgery); fa parte del Consiglio Direttivo della I.S.H.R. (Società It. di Cura e Chirurgia della Calvizie; è socio fondatore e
Presidente della S.I.Tri (Società It. di Tricologia); presiede la sezione di medicina e chirurgia della calvizie della S.I.E.S.(Società It. di
Medicina e Chirurgia Estetica). Inoltre, come membro del Comitato Direttivo Europeo della Academy of Cosmetic Dermatology (Tulane
University Department of Dermatology - New Orleans), è stato incaricato nel febbraio 1998 a formare le linee guida nel trapianto dei
capelli. Fa parte del corpo docenti del Master Universitario in “Scienze Tricologiche Mediche e Chirurgiche” presso l’Università degli
Studi di Firenze. Specializzato fin dal 1990 nel trattamento chirurgico della calvizie all’Elliott Thomas Meidcal Group di New York
(oggi conosciuto come Elliott True Medical Group), il Dr. Gambino ha introdotto in Italia le tecniche americane d’avanguardia. In
Italia è stato il primo chirurgo a trattare l’alopecia del pube femminile con autotrapianto monobulbare, e ha pilotato il primo autotrapianto con prelievi di bulbi dal torace alla testa in un paziente privo di zona donatrice della testa. Esercita la professione a Milano.
[email protected] • www.vincenzogambino.com
Istituto Medico Quadronno • Via Quadronno, 20 - Milano • T. 02.58312787 - www.quadronno.it
HOD 57
Eseguito in anestesia
locale, è del tutto indolore e consiste in due
fasi. Nella prima, si preleva una strisciolina di
bulbi dalla zona donaPrima dell’intervento
trice (la parte inferiore
della nuca) e si esegue una doppia sutura: una sottocutanea con un filo interno che si dissolve nel giro
di 3-4 mesi, e una seconda sutura che presenta dei
punti esterni piccolissimi che, rimossi una quindicina
di giorni dopo l’intervento, lasciano una cicatrice
quasi impercettibile. Inoltre, adottando la sutura tricofitica, permettiamo ai capelli di crescere all’interno
della cicatrice stessa rendendola “quasi” invisibile.
È anche importantissimo avere un adeguato staff in
grado di aiutare il chirurgo durante l’intervento. Nel
mio caso, posso vantarmi di una équipe che comprende una biologa e 5 infermiere professionali
insieme alle quali, sotto dei potenti microscopi si
isolano, una per una, le unità follicolari (e cioè i bulbi
di serie A, quelli geneticamente programmati per far
crescere capelli) precedentemente prelevate.
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U NA VACANZA R OMANTICA IN T RENTINO
HOD 57
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Villa Orsogrigio
Suite & Gourmet
Chiudere gli occhi
immaginando il luogo ideale
per celebrare il proprio amore,
e oltrepassare la stessa fantasia
per trascorrere
tre notti indimenticabili
a Villa Orso Grigio
a Ronzone (TN).
PAROLA D’ORDINE: INTIMITÀ, unita all’eleganza della location, alla raffinatezza del Ristorante con
una stella Michelin - felice congiunzione di tradizione e innovazione lavorate delle sapienti mani
dello Chef Cristian Bertol - e accompagnata da un vero e proprio “Tempio del Vino”, dove sono
presenti etichette esclusive sapientemente scelte dall’Enologo Renzo Bertol. La proposta dedicata agli innamorati comprende tre notti in uite con vasca idromassaggio o Hammam dove i “piccioncini” potranno crearsi un nido dotato di ogni comfort: dalla vasta libreria musicale da cui
scegliere la colonna sonora ideale al giardino privato in cui lasciarsi andare a coccole all’aria aperta. Sarà inoltre possibile soddisfare ogni senso, soprattutto il gusto, con l’assaggio di vini e prodotti del territorio nel “Tempio del Vino”, un'enoteca di 400 mq che ospita 35.000 bottiglie, e con
le prelibate cene preparate dallo Chef, che a
richiesta potranno essere servite anche in Suite,
come del resto la prima colazione. Gli inguaribili
romantici potranno abbandonarsi a una gita in
carrozza sulla neve e alle benefiche proprietà di
un massaggio relax fatto ovviamente in coppia. E
se la regola per mantenere vivo un buon rapporto è riuscire a costruire qualcosa insieme, ecco
l’occasione giusta da non lasciarsi sfuggire:
imparare a cucinare! Guidati dai preziosi e noti
insegnamenti di Cristian Bertol - Chef della
trasmissione televisiva la “Prova del cuoco” in
onda su Rai 1 - le coppie scopriranno tutti i segreti della pasta fatta in casa.
Un’occasione speciale
per volersi bene
2 giorni di Puro Relax
Il pacchetto include:
® Trattamento in Mezza Pensione
(la nostra cucina ha una Stella Michelin)
Il pacchetto per Lei comprende:
Un Massaggio Gambe da 40 minuti
Un Massaggio Aromaterapico
al legno di Rosa da 60 minuti
Un Massaggio Plantare da 25 minuti.
Cristian Bertol,
lo Chef di Orso Grigio noto per partecipare
alla Prova del Cuoco di Rai 1.
Ultimo vincitore del Trofeo uovo d'oro.
3 Notti da Sogno
Il pacchetto per Lui comprende:
Dopo i singoli trattamenti verrà servita
una tisana adatta per il vostro relax.
Il pacchetto include:
® Trattamento di Mezza Pensione in Suite
con vasca idromassaggio per 2 persone
o Hammam (bagno turco),
® libreria musicale digitale,
® minibar, cassaforte, telefono,
® TV satellitare 50 pollici con decoder Sky,
® ampio balcone o terrazzo,
® giardino privato,
® colazione dello Chef Cristian Bertol.
Un’escursione con le racchette da neve
Degustazione vini e prodotti del territorio
Gita in carrozza sulla neve
Corso di cucina in coppia di due ore
Un Massaggio Relax a persona.
Via Regole, 10/12 - 38010 Ronzone (TN)
Villa
Tel. 0463 880559 • Fax 0463 880589
Ristorante Tel. 0463 880625 • Fax 0463 880634
[email protected]
www.orsogrigio.it
HOD 57
Un Massaggio Schiena da 40 minuti
Un Massaggio Aromaterapico
al pino silvestre da 60 minuti
Un Massaggio Plantare da 25 minuti.
27
L E M ONTFLEURY
Una crema che vien
dalla montagna
HOD 57
28
INTERVISTA
AL
DR. ALBERTO NICOLA
P
A CURA DI
MARINA ROBBIANI
arliamo spesso di creme, ma questa volta
desideriamo presentarvi una nuova linea cosmetica “che porta in sé con orgoglio l’esprit
del territorio valdostano”. Si tratta di quattro creme
per la pelle e di un profumatore d’ambiente molto
particolari, che oltre ad essere realizzati con ingredienti di origine naturale al 100%, si basano sull’uso di una serie di piante coltivate in Valle
d'Aosta quali la Calendula, l’Issopo, l’Imperatoria, la Stella alpina, il Timo. Per farvi entrare in
questo mondo profumato di alta montagna, abbiamo intervistato uno degli ideatori di “Le
Montfleury”: il Dr. Alberto Nicola, conosciuto anche per la sua farmacia di Aosta, nota più in generale come la Farmacia omeopatica della Valle d’Aosta.
L
Come e’ nato il progetto di “Le Montfleury”?
’idea di creare il marchio “Le Montfleury” è nata innanzitutto dall’amore per la Valle d’Aosta,
la regione in cui vivo e dove svolgo la mia professione di farmacista con un’attenzione particolare verso i servizi integrati e il mondo naturale, guardando non solo la qualità del prodotto ma il contenuto, le emozioni che questo tipo di prodotto può dare a chi lo utilizza. Da qui, in
società con un amico, è nata l’idea di “Le Montfleury”. Dal nome facilmente riconoscibile, “Le
Montfleury” è anche il nome della sede storica dell’Institut Agricole Régional, e cioè della scuola
d'agricoltura regionale, una costruzione settecentesca alle porte di Aosta dove oggi in via sperimentale si coltivano piante medicinali. Oltre a fornire le materie prime botaniche, l’Institut
Agricole Régional dà il proprio supporto scientifico per un moderno ed ottimale sfruttamento di
queste preziose risorse naturali; ha appezzamenti di terra sparsi lungo tutta la Valle per permettere ad ognuna delle diverse piante medicinali di avere il microclima e l’esposizione solare richiesti. Naturalmente il fatto di avere come partner una scuola di agricoltura istituzionale mi ha dato
la garanzia di offrire al consumatore un prodotto della massima qualità. Non dimentichiamo che
oggi nella fitocosmesi sono pochissime le realtà in grado di offrire la tracciabilità del prodotto.
I
Cosa distingue questa linea cosmetica naturale?
nnanzitutto sono tutti prodotti numerati. Non per un vezzo che definirei anacronistico, da anni
novanta, quando poteva significare “lusso”. Con semplicità la nostra numerazione si deve alla
limitatezza del prodotto, visto che ci basiamo sulla qualità di alcune piante medicinali disponibili in natura in quantità limitata. La ricerca è continua, ma il primo valore assoluto di questa nuova
linea cosmetica è la sua “tracciabilità”, un pregio che considero quasi unico sul mercato. Il secondo aspetto sta nell’aver selezionato degli eccipienti attivi in grado di rendere sinergiche le proprietà delle piante medicinali. Piante come la calendula, la stella alpina, l’issopo o il timo, pur avendo
ottime caratteristiche e una concentrazione di notevoli proprietà anche antinquinanti, non sono
piante magiche che al contatto con la pelle compiono “miracoli”. Ecco allora che abbiamo scelto
degli eccipienti sinergici tali da conferire alle nostre
creme quella maggiore efficacia richiesta dal consumatore, dalle donne. In questa direzione vanno
anche i prezzi. Abbiamo fatto in modo di mantenerli del tutto sostenibili, con un packaging elegante ma realizzato con materiale riciclato.
I
In sintesi
l progetto “Le Montfleury” nasce dalla volontà
di rivalutare l'esperienza dei nostri avi, con
l'intento di proporre allo stesso tempo un razionale, tecnologico ed innovativo utilizzo di
piante coltivate in Valle d’Aosta, una regione che ancora oggi come uno scrigno, racchiude in sé
mille tesori botanici.
Ed ecco la linea di prodott i cosmetici “Le Montfleury”:
Esprit des ruisseaux, una crema consigliata per
le pelli normali, che dona una pelle vellutata e
ben idratata durante tutto l’arco della giornata,
attenua i rossori e rende il viso luminoso.
fresco. Migliora l’idratazione cutanea e protegge la pelle dal photoaging e dallo smog,
donandole nel contempo elasticità, protezione e morbidezza.
Esprit de jeunesse, una crema ad azione
intensiva specifica per pelli mature, ma
anche per combattere le rughe di espressione e l’invecchiamento precoce della
pelle. Ad azione protettiva, idratante, rassodante, dona vitalità immediata e duratura fin
dalle prime applicazioni.
Esprit des Glaciers, una crema specifica per
pelli sensibili, altamente idratante e riparatrice da applicare in caso di pelle secca, fortemente disidratata, irritabile, arrossata. Per le
sue proprietà lenitive è indicata anche in caso
di eccessiva esposizione al sole o al freddo.
rigenerante ed antiage, aiuta a contrastare i
processi di invecchiamento cutaneo. Ridona
alla pelle stressata un aspetto più rilassato e
Stella alpina
Cresce nei pascoli sassosi e sui dirupi di
natura calcarea fino a
oltre i tremila metri di altitudine. Per questo motivo, ha sviluppato una copertura di peli che possono aiutarla a sopportare il freddo più rigido,
evitando eccessive perdite d’acqua e proteggendola dai raggi ultravioletti del sole d’alta quota.
Nelle piante, un elevato livello di acidi fenolici e
flavonoidi ad effetto antiossidante rappresenta
uno specifico meccanismo di difesa nei confronti delle radiazioni solari ultraviolette. Proprio per
il contenuto di tali sostanze, unito alla ricchezza
in mucillagini, ad effetto emolliente e lenitivo, la
stella alpina è entrata di recente nella sfera delle
piante di interesse cosmetico.
Esprit de montagne, un profumatore d’ambiente che ricrea il profumo delle erbe officinali della Valle d’Aosta, realizzato con gli oli
essenziali di piante coltivate dall’Institut
Agricole Régional.
In primavera l’Institut Agricole Régional
è bellissimo ed è aperto al pubblico:
Regione La Rochère 1/A • 11100 Aosta
Tel. 0165.215811
[email protected] - www.iaraosta.it
Per qualsiasi informazione o contatti commerciali per “Le Montfleury”:
NUOVA C.P.SERVICE snc
Via Visconti, 17•15033 Casale Monferrato (AL)
Tel. 0142.478523 • Fax 0142.478610
Email:
[email protected]
Siti Internet: www.fitopratici.com
www.lemontfleury.it
HOD 57
Esprit de vacances, una crema ad azione
29
Un momento di Relax?
Proviamo con filo e fiori
HOD 57
30
Specchio con bordo
di Elizabeth Bradley
"Rose e non ti scordar di me".
Dalla mostra
"Di fiore in fiore".
Point de
Marque è
la merceria milanese
specializzata nel ricamo.
Si vendono: Filati DMC,
House of Embroidery,
Fremme, The gentle art,
Caron collection,
Rainbow Gallery, Kreinik,
Marlitt.
Lane da ricamo Elizabeth Bradley,
Appleton, Colbert,
Anchor Perline Mill Hill e bottoncini
americani Just another button.
Vasto assortimento di tessuti da
ricamo in cotone, lana e lino.
Kits e leaflets per il punto croce ed il
mezzo punto per il ricamo classico.
Attrezzature per il patchwork, spilli
Butterfly Couture e tessuti americani
e giapponesi. Nastri, pizzi,
passamanerie. Merceria. Bottoni.
Si confezionano i lavori delle clienti.
Si organizzano corsi di: punto
croce, patchwork, mezzo punto,
découpage, appliqué,
cucito creativo.
Si tengono mostre di ricamo e
patchwork.
Point De Marque
a Milano
Via Gaudenzio Ferrari, 6
[email protected]
www.pointdemarque.com
Tel. 02 8322043
Fax 02 58106626
Le lettere ricamate, uno dei
motivi più amati dal punto
croce, godono ancora oggi di
fascino e freschezza.
Si possono adattare e personalizzare a piacere, unendole
come in questo caso ad un
divertente alfabeto con cui,
volendo, far giocare anche i
bambini. Della serie: ricamando s’impara… e s’insegna!
Punto
a croce
È a partire
dal 1600 che si
possono ammiTra i tanti oggetti d’arredo,
rare dal vivo i prii cuscini sono un ottimo pretesto
mi veri ricami a
per rilassarsi esercitando
punto croce, conservati
la creatività “a tutto punto”.
tutt’oggi in Olanda. Ma
il loro momento d’oro è
l’800. In particolare, il
punto croce resta un’arte
popolare che si tramanda di
madre in figlia, ponendo
sulla biancheria in dote alle
giovani fanciulle le iniziali di
entrambi gli sposi. Alla base di
questa usanza c’era un motivo molto pratico oltre che decorativo: una volta steso il bucato al sole, senza quelle iniziali
ricamate sarebbe stato un vero
rebus identificare con precisione i capi intimi di ognuno! Oggi, oltre ad essere
un’arte e insieme un passatempo utile anche al proprio benessere psico-fisico
(rilassa, aiuta la concentrazione, ispira e sollecita la fantasia…),
il ricamo può diventare uno spunto
per curiose
“Abilmente – Mostra del bricolage e delle arti manuali”,
collezioni sia
rinnova l'appuntamento per tutte le appassionate di hobbistica e manualità
antiche che
creativa con un'edizione di primavera. Point de Marque sarà presente con
moderne.
un suo stand dal 4 al 7 marzo, alla Fiera di Vicenza.
E ricordatevi: tutti gli anni, nel mese di febbraio ci trovate alla Grande Halle de La
Villette - Parigi, a ”L’Aiguille en fête!”
HOD 57
Diffuso agli albori
della sua storia nei
Paesi Bassi, il punto
croce vantava come
tema di moda il
tulipano. Ma i fiori da soli o in fantasiose
composizioni continuano ad essere
uno dei temi preferiti.
31
S KUDO ®
Danni
da Elettrosmog
HOD 57
32
A CURA DI
EURODREAM
Sandy Skoglund - Blue Bulb
La “missione” di Eurodream è aiutare il prossimo
a vivere meglio e a lungo, non solo aiutandolo a
scegliere i nutrienti di cui ha davvero bisogno, ma
anche disintossicando dagli agenti nocivi le cellule di cui è composto e l’ambiente in cui vive.
Oggi bisogna sempre più acquisire consapevolezza sull’aria che respiriamo, l'acqua che beviamo, il
cibo che mangiamo, il movimento che facciamo,
l'ambiente in cui viviamo. Alla base del nostro
impegno c’è l’informazione, che deve essere rivolta a tutti. Infatti, l’informazione è prevenzione.
d esempio, anche se molti continuano a dire che è falso sostenere che i cellulari sono
estremamente dannosi per la salute, che non esistono prove scientifiche in proposito, sbagliano. Le prove ci sono, eccome. Basterebbe il semplice buon senso, e cioè
ragionare senza farsi condizionare dalla propaganda. I cellulari, così come i cordless, emettono
radiazioni elettromagnetiche ad alta frequenza, nella fascia dei 900 MHz - 2.4 GHz. Quella dei
forni a microonde, per intenderci.
A questo proposito, è stato immesso in commercio un innovativo prodotto utile per la propria salute
e per quella dei propri cari: si tratta di Skudo®, un Dispositivo Medico di Classe I validato ed inserito
nel Repertorio dei Dispositivi Medici del Ministero della Salute. Nato dall’esigenza di proteggere la persona dagli effetti dei campi elettromagnetici emessi dal telefono cellulare, Skudo® è il risultato di una
ricerca di avanguardia del settore
medico-ambientale e riteniamo
che ognuno di noi non possa
farne a meno perché il beneficio
che si ottiene quando viene
applicato ad un telefono cellulare è “certo”. Gli effetti benefici
derivanti dall’uso dello Skudo®
(originariamente denominato
Convertitore d’Onda Geoprotex®)
sono stati certificati da Istituti universitari di Medicina, e la sua
efficacia è stata pubblicata
sulle riviste scientifiche nel settore della Sanità Pubblica.
A
kudo® è attualmente l’unico prodotto presente sul mercato certificato da Università di Medicina come soluzione
ai danni biologici che si possono avere con l’uso prolungato del telefono cellulare, ed è anche l’unico prodotto attualmente in commercio che ha caratteristiche di Dispositivo
Medico. Ogni persona oggi è quindi in condizione di proteggersi
veramente! Chi lo userà si accorgerà che la sua azione
protettiva si trasmette anche a livello del Sistema Per maggiori informazioni su Skudo®:
Nervoso Centrale e potrà sentirsi meglio anche quanEURODREAM S.r.l. • 800650800
do sta vicino ad altre apparecchiature elettriche di uso www.eurodream.net • [email protected]
comune (PC, notebook, monitor, TV ecc.).
S
L’uso del telefono cellulare è oggi molto diffuso: lo utilizza il 98% dei giovani tra i 14 e i 19
anni. Ormai è diventato uno strumento irrinunciabile per comunicare ma deve essere utilizzato con precauzione. Alcuni studi epidemiologici recenti documentano un nesso tra uso
prolungato del cellulare (e del cordless) e tumori di vario tipo alla testa. Tali studi indicano
che gli effetti dovuti all’uso del cellulare non sono solo di tipo termico (riscaldamento dei
tessuti), ma anche di tipo biologico (effetti neurologici - induzione di tumori).
TELEFONA CON IL CERVELLO!
ALCUNE REGOLE PER L’USO CORRETTO DEL TELEFONINO
2 2 2 2 2 REGOLA 1: 2 2 2 2 2
2 2 2 2 2 REGOLA 3: 2 2 2 2 2
Durante il giorno non tenere
il telefonino acceso in tasca o
a contatto con il corpo: appena puoi riponilo sul tavolo,
negli indumenti appesi, nella
borsa o nello zaino.
2 2 2 2 2 REGOLA 2: 2 2 2 2 2
Evita le lunghe telefonate,
alterna spesso l’orecchio
durante le conversazioni e limitane drasticamente la durata (alcuni minuti); quando fai
una chiamata aspetta che ti
rispondano prima di avvicinare
il cellulare all’orecchio.
2 2 2 2 2 REGOLA 4: 2 2 2 2 2
Durante la notte non tenere il
cellulare acceso sul comodino
o, peggio, sotto il cuscino (le
onde elettromagnetiche disturbano il sonno). Non ricaricarlo vicino al letto!
da A.P.P.L.E. (Associazione Per la Prevenzione e Lotta all’ Elettrosmog)
[email protected] - www.applelettrosmog.it
Per informazioni potete contattare anche EURODREAM,
distributore esclusivo per l’Italia settore farmacie ed erboristerie:
800650800 • 3356481268 - [email protected]
HOD 57
Usa
l’auricolare
per
diminuire l’effetto delle onde
elettromagnetiche sulla tua
testa oppure usa il viva voce:
l’intensità del campo elettromagnetico diminuisce rapidamente con l’aumentare della distanza!
In auto, per legge, devi usare solo il viva voce.
33
S ENVA - A RVA
HOD 57
34
L’immunoterapia
e l’età che avanza
DR. MASSIMILIANO IPPOLITO
Introduzione sull’immunoterapia
a dosi infinitesimali
per il trattamento delle affezioni degenerative
correlate alla senescenza.
L
’invecchiamento dell’organismo è un processo
complesso ancora oggi non chiarito ed oggetto di attiva ricerca scientifica. Si ritiene che sia
correlato a diversi fattori sia genetici che ambientali.
Tra i fattori genetici coinvolti abbiamo una ridotta
risposta delle cellule ai fattori di crescita, la progressiva perdita dei segmenti terminali del DNA
durante le replicazioni cellulari e l’attivazione di programmi di morte cellulare. Tra i fattori ambientali
abbiamo i danni provocati dai radicali liberi e da
agenti patogeni. Ma indipendentemente dai fattori
responsabili della senescenza, in tale fase della vita
si assiste ad una progressiva degenerazione dei
tessuti di tutti gli apparati, tra i quali anche il sistema immunitario e l’apparato osteo-articolare.
Georgia O’Keeffe, Brown and Tan Leaves,1928.
In particolare il sistema immunitario va incontro a
disfunzioni che:
� aumentano la suscettibilità a malattie infettive;
� aumentano la suscettibilità a patologie neoplastiche per ridotta capacità di bloccare
le cellule tumorali nella prima fase di crescita;
� determinano una disregolazione dei linfociti T e B con perdita della tolleranza
ad antigeni self e insorgenza di manifestazioni autoimmuni.
Il ricorso alla immunoterapia a dosi infinitesimali durante la senescenza ha come scopo quello
di regolarizzare l’azione del sistema immune. A questo proposito, il SENVA è il frutto di lunghe
ricerche e studi clinici sull’immunoterapia a dosi infinitesimali effettuati in Belgio dal Dott. M.
Jehner e dal Dott. B. Marichal e pubblicati sul testo “Trattato teorico-pratico di immunoterapia a
dosi infinitesimali” (Ed . Roger Jollois, Francia 1993). Tali ricerche hanno dimostrato che il Senva
è in grado di determinare un effetto immunomodulante con miglioramento della funzionalità
del sistema immune nelle persone anziane. Ciò comporta una riduzione dei problemi immunologici legati all’invecchiamento: maggior suscettibilità alle infezioni, alla insorgenza di neoplasie,
allo sviluppo di manifestazioni autoimmuni.
L
’apparato osteo-articolare è un altro apparato che subisce importanti alterazioni degenerative nel corso dell’invecchiamento. In particolare, l’Artrosi e l’Osteoporosi sono le due
patologie che più di frequente colpiscono lo scheletro anziano.
L’artrosi è una patologia degenerativa delle articolazioni mobili che vede tra le più colpite le articolazioni dell’anca, del ginocchio, della colonna vertebrale e delle mani, e clinicamente si manifesta con la tipica triade: dolore, rigidità e limitazione articolare. In essa si distinguono forme
primitive multifattoriali correlate a fattori genetici, microtraumatici, malnutrizione, disfunzioni
endocrine ecc., e forme secondarie, più rare, che possono colpire anche persone giovani e sono
conseguenti a malformazioni, traumi violenti (con fratture, lussazioni o distorsioni), necrosi settiche e asettiche, processi infiammatori infettivi e autoimmuni ecc. In tutti i casi la patologia è
caratterizzata da progressivo assottigliamento della cartilagine articolare fino alla completa distruzione, formazione di becchi ossei che limitano la funzione articolare, sclerosi dell’osso subcondrale con formazione di cavità di riassorbimento.
Indicazioni
l SENVA è indicato per il trattamento delle disfunzioni immunitarie correlate all’invecchiamento, può essere assunto anche a scopo preventivo. Nell’uomo se ne consiglia l’assunzione
a partire dai 60 anni di età, nella donna a partire da 5 anni dopo la menopausa.
Il Senva non va mai prescritto in caso di presenza di neoplasie o malattie autoimmuni.
L’ARVA è indicato nel trattamento dell’artrosi primaria o secondaria di qualsiasi distretto mono
o pluri-articolare. Si consiglia di iniziare l’assunzione già nelle fasi iniziali della malattia per limitare la sua progressione nel tempo. L’Arva non è indicato nelle forme di artriti autoimmuni (Artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrite psoriasica ecc,) per le quali si consiglia
l’assunzione di MAIVA.
I
HOD 57
La progressiva degenerazione
della cartilagine porta a liberazione nel liquido sinoviale di
cataboliti cartilaginei e citochine, responsabili dello
sviluppo di un processo infiammatorio della membrana
sinoviale. Tale infiammazione
è responsabile delle manifestazioni acute di intenso
dolore che contribuiscono a
limitare la funzionalità articolare, favorendo inoltre il
processo di degenerazione
cartilaginea con progressivo
aggravamento della patologia.
Veronica Green, Forbidden Cities
Il ricorso alla immunoterapia a dosi infinitesimali per il trattamento dell’artrosi ha come scopo quello di modulare
l’azione del sistema immunitario a livello delle membrane sinoviali riducendo l’intensità e la
durata delle manifestazioni infiammatorie.
L’ARVA, anch’esso frutto di lunghe ricerche e studi clinici da parte del Dott. M. Jehner e del Dott.
B. Marichal, si è dimostrato capace di ridurre le riacutizzazioni dolorose nelle artrosi mono e
pluri-articolari, nonché di rallentare il processo degenerativo con mantenimento nel tempo di
una buona funzionalità articolare.
35
Proprietà dei componenti.
l SENVA contiene: Coenzima Q10, P.HLA-B
e P.HLA-DR (anticorpi monoclonali dell’antigene HLA-B e HLA-DR); PAA
(Anticorpo anti idiotipo Ig-G umana), IL-2
(Interleuchina-2), Ubiquitina, DHEA (diidroepiandrostenedione), tali sostanze ad
opportune diluizioni infinitesimali sono
dotate di azione frenante o stimolante sul
sistema immunitario, sia sui linfociti T
helper che linfociti T citotossici e linfociti B.
Somministrati in diluizioni variabili di 5CH,
7CH, 9CH, 17CH e D6 tali sostanze consentono di favorire una immunomodulazione, stimolando l’azione immunitaria
contro gli agenti infettivi, migliorando
l’azione di sorveglianza dei processi di proliferazione cellulare e mantenendo la tolleranza agli antigeni-self.
L’ARVA contiene: P.HLA-B e P.HLA-DR, IL-1,
IL-2, e TNF-Alfa (Tumor-Necrosis-Factor), tali
Georgia O’Keeffe, Jimson Weed, 1932.
sostanze a dosi infinitesimali (di 9CH, 17CH
e 23CH) sono in grado di inibire i processi infiammatori a livello delle membrane sinoviali.
HOD 57
I
36
Associazioni terapeutiche
possibile associare l’assunzione dell’ARVA e del SENVA per una maggior efficacia nella prevenzione e nel trattamento delle affezioni degenerative dell’età senile. Quando si associano i due prodotti, è comunque necessario effettuare una somministrazione a giorni
alterni iniziando con l’ARVA. Lo schema di assunzione è il seguente:
¢ ARVA: Lunedì, Mercoledì, Venerdì.
¢ SENVA: Martedì, Giovedì, Sabato.
La Domenica non assumere nessun prodotto.
Queste accortezze nell’assunzione sono importanti in quanto i due prodotti presentano dei
rimedi comuni che non vanno assunti nello stesso giorno per evitare stimolazioni o frenaggi
indesiderati del sistema immunitario.
Altri prodotti che possono essere associati all’ARVA ed al SENVA sono: Il VANDA 17 indicato per
i dolori articolari reumatici ed Il VANDA 64 indicato per l’osteoporosi; non avendo tali farmaci
azione diretta sul sistema immunitario possono essere assunti negli stessi periodi senza nessun
accorgimento particolare.
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Effetti collaterali
on sono stati osservati effetti collaterali
riferibili a tutti i componenti utilizzati a
diluizioni infinitesimali.
¤
L’A LIMENTAZIONE S ANA
. . . . . . . . . . . . . E N ON S OLO
PRIMAVERA....E
e ti apri come fiore che sboccia
A CURA DI NOI DUE
’aria è calma e tiepida all’inizio della primavera, dà un senso
di rilassamento, di estraniazione dai problemi quotidiani, dai
pensieri turbolenti e ansiosi della stagione precedente. “Il
cielo placato risplende di luce diffusa”, l’uomo e la natura, finalmente rinati alla loro condizione giovanile si liberano dolcemente
dei loro passati affanni, riprendendo forza, colore, vivacità.
L’ansietà pervade l’animo di ogni uomo all’avvicinarsi della
primavera, all’avvicinarsi dell’amore, siamo stati creati per
provare questa felicità, per desiderarla, per essere contenti nel
veder sbocciare un fiore a marzo, nel sentire i raggi del sole
sulla pelle e il suo calore scaldarci dopo mesi passati a soffrire,
soli e freddi, il periodo buio della nostra vita.
(Visione della primavera in Lucrezio, “De Rerum Natura”)
V e r d u r e a P r i m av e r a : aglio, asparagi, barbabietole, bietole, broccoli, carciofi, cavolfiori,
cavoli, cavolini di Bruxelles, cicoria, cipollotti, finocchio, fagioli, lattuga a cappuccio, lattuga riccia, porri,
rabarbaro, rafano, rape, scalogni, sedano rapa, spinaci, tarassaco.
Erbe Aromatiche: alloro, aneto, erba cipollina, peperoncino, prezzemolo, salvia, rosmarino, timo.
L
H UMMUS
Ingredienti:
& 250g di ceci lessati
& 2 spicchi d'aglio
& 1 limone
& 1 mazzetto di prezzemolo, & 1 pizzico di peperoncino, & 2 cucchiai di olio extra-vergine di oliva, & sale.
Preparazione: Mettete nel frullatore i ceci, il succo di limone, l’aglio, il peperoncino e il sale. Frullate, aiutandovi se necessario con un po’ d'acqua. Alla fine dovete ottenere un composto omogeneo non troppo
fluido. Trasferite l'hummus in una ciotola, cospargetelo di prezzemolo tritato e servite con pane.
T ORTINO
DI
B ULGUR
E PORRI
Ingredienti: & 300g di bulgur
& 4 porri di medie dimensioni
&1 cucchiaio di curcuma
&un pizzico di semi di cumino, &pangrattato, &semi di sesamo, &olio extra-vergine di oliva, &sale.
Preparazione: Dopo aver tostato per pochi minuti
il bulgur in padella senza olio, avendo cura di non
farlo bruciare, aggiungete 600 ml di acqua salata.
Intanto mondate il porro e tagliatelo a pezzetti finissimi, saltatelo in una padella con un pizzico di sale e
Viale Col di Lana, 1 • Tel. 02/58.10.15.93
un po’ d'olio aromatizzato con curcuma e alcuni
semi di cumino. Ultimata la cottura, unite il bulgur ai
porri. Trasferite il composto in una teglia foderata con
carta da forno, e spianatelo con un cucchiaio di
legno fino ad ottenere un tortino di circa 3 centimetri
Siamo aperti tutte le sere
di altezza. Distribuite uniformemente sopra l'impasto
da Lunedì a Domenica
pangrattato e semi di sesamo. Gratinate per una
e Sabato e Domenica anche a pranzo
quindicina di minuti in forno caldo.
Non si servono alcolici
Condite a piacere.
NOI DUE
CUCINA VEGETARIANA
NATURALE E BIOLOGICA
HOD 57
TRATTORIA LATTERIA
37
PANE Q UOTIDIANO O NLUS
HOD 57
38
“Fratello...
Nessuno qui ti domanderà chi sei,
nè perché hai bisogno,
nè quali sono le tue opinioni”
La fondazione laica e senza scopo di lucro Pane Quotidiano
elargisce dalle 9 alle 11 di ogni mattina presso le sue due
sedi di Milano 2.600 razioni (dal lunedì al venerdì) e 4.000
razioni (nella sola giornata di sabato) di pane, latte e una
serie di alimenti confezionati a rotazione quali frutta, verdura, budini e yogurt, formaggio, salame, marmellata ecc.
Insieme al sacchetto di cibo si danno indumenti, scarpe,
giocattoli, libri… regalati come tutto il resto da privati o
aziende socialmente utili.
Per chi non ha nulla anche il più
piccolo aiuto è fondamentale. Per
questo, per poter continuare nella
nostra azione a beneficio di chi
vive in povertà, abbiamo bisogno
anche del tuo sostegno.
Aiutarci è semplice.
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Y il Conto corrente postale
n° 27739200
Intestato a Pane Quotidiano
Viale Toscana, 28 - Milano
Y Il Conto corrente bancario n° 66101/22
Intestato a Pane Quotidiano
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CODICE IBAN: IT 55R 03069 095020 00006610122
Y
Pane Quotidiano è presente a Milano:
in Viale Toscana 28 - Tel. 02 58310493
in Viale Monza 335 - Tel. 02 27000468
[email protected] - www.panequotidiano.org
L A T ESTIMONIANZA DI G ENEVIÈVE A USENDA
L’Arte dell’Ikebana
In origine, prima di iniziare la pratica dell’Ikebana, era usanza ringraziare i fiori e le piante per il
regalo che facevano di una parte della loro vita.
Insegnando pratica di Ikebana da 25 anni, Geneviève Ausenda è testimone di un’arte floreale tipicamente orientale, la cui filosofia rimanda allo Zen e ad un lungo percorso meditativo e spirituale
che ha come centro l’armonia di tutte le cose.
Tutto nasce dal Buddismo, che nell’arco di dieci secoli si propaga
dall’India in tutta l’Asia e, attraverso la Cina e la Corea, viene assimilato dal Giappone (600 d.C.). Praticata in principio dai monaci,
l’Ikebana ha origine come offerta rituale religiosa. Un’offerta floreale
a Buddha, che nella sua verticalità aspira all’avvicinamento al Cielo.
Solo in un secondo tempo entra anche nei palazzi, ma resta ancora
limitata ai potenti - religiosi e nobili - e come tale si insegna nel rito
del segreto. La sua diffusione è molto lenta, la trasmissione gestuale. Lo stesso termine Ikebana nasce nel
XVII secolo. Il suo significato, “fiori viventi”, esplica la concretezza del linguaggio orientale che (a differenza nostra) non affida mai alle parole un senso astratto. Intanto occorre altro tempo perché la sua conoscenza si allarghi dai palazzi ai salotti, alle case, ma malgrado questo fin verso la fine del XVIII secolo
l’Ikebana rimane una pratica esclusivamente maschile.
L’Ikebana è una disciplina che si impara lentamente,
un patrimonio non più legato alla fede ma un’arte che
accende la curiosità e che aiuta la concentrazione.
Per comporre un’Ikebana si ha bisogno di fiori freschi, rami, radici,
semi… tutta la pianta va rispettata nella sua interezza. Allo stesso
modo è importante la sua componente simbolica, quasi un’emozione
riservata che diventa parte della composizione: essenziale, elegante,
armonica, alla cui impostazione estetica si affianca, con grande economia di movimenti e di spazio, la ricerca dell’efficienza.
Sono tre le regole d’oro da tener presente per comporre un’Ikebana con
un’armonia concreta come quella che si dispiega nel disegno di un volto:
• dare importanza al Vuoto e al Pieno
• dare importanza al Forte e al Debole
• dare importanza al Numero Dispari.
L’arte dell’Ikebana ha un forte legame con la disciplina, con la precisione, la meditazione e la perseveranza, ma in tutto questo deve essere sempre presente l’elemento della creatività. In tal senso l’apporto personale di Geneviève Ausenda si traduce nel
fare domande (un’abitudine poco in uso in
Giappone) per conoscere, sapere, cercare le risposte.
Master di Ikebana e Presidente Chapter Ohara
Milano (secondo le direttive della scuola giapponese Ohara di Tokyo), Geneviève Ausenda tiene
corsi di Ikebana a tutti i livelli per Il Garden
Club Milano. La scuola Ohara cerca e insegna l’equilibrio tra tradizione, modernità e creatività, e
durante le sue due ore di lezione Geneviève
Ausenda aiuta a ritrovarsi, a concedersi un
momento di pausa e di riflessione.
Garden Club Milano - Tel. e Fax 02.84892475
via Moncucco 26/2, Milano
[email protected] - www.gardenclubmilano.it
HOD 57
Anonimo giapponese,“Composizione di fiori in forma di paesaggio”, 1820 ca.
“Riconoscere Buddha in un filo d’erba”
39
sciroppo di Manna, Fichi e Cassia
AIUTA
L’INTESTINO A LAVORARE
SEMPRE BENE
Flacone da 200 ml
Per evitare o limitare la pigrizia dell’intestino occorre abituarlo ad
un lavoro regolare e puntuale. Certamente è indispensabile
un’alimentazione varia, povera di grassi e molto ricca di frutta, verdura,
cibi integrali (tutti alimenti che apportano la preziosa fibra alimentare)
e un regolare e moderato esercizio fisico.
Questo sciroppo è un aiuto naturale,
che permette di educare
la funzione intestinale.
È un mezzo efficace e delicato
per prevenire la stitichezza.
Anche i bambini e le persone
anziane possono trarre vantaggio
dall’uso dello sciroppo
di Fichi e Manna.
DOSAGGIO
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preferibilmente la sera.
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44
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Alimentare
“al femminile”
La vita della donna è da sempre, ma oggi ancor di più, particolarmente faticosa.
Famiglia, studio e lavoro sottopongono il gentilsesso ad
uno stress molto intenso fin dalla giovane età.
È uno stress che diventa particolarmente pericoloso
durante il ciclo mestruale ed al raggiungimento della
menopausa.
In questi momenti assai delicati, alterazioni e scompensi
ormonali unitamente a carenze o malassorbimento di principi nutritivi espongono il fisico e la mente della donna a
numerosi rischi.
Le manifestazioni principali sono osteoporosi, ansia e irritabilità, invecchiamento cutaneo.
Per aiutare a prevenire questi spiacevoli disturbi femminili, Sella Farmaceutici ha sviluppato Bioton Donna.
La sua formulazione a base di
Calcio e Vitamina D3 riduce i
rischi di osteoporosi e rinforza
l’apparato osseo-scheletrico; la
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Eleuterococco,
Iperico
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stress e prevenendo ansia e
fame nervosa.
La Vitamina C, di cui è ricco
Bioton Donna stimola le
difese immunitarie e combatte i radicali liberi, causa di
invecchiamento cutaneo e
fisiologico.
Due compresse al giorno favoriscono l’equilibrio ed il benessere della mente e del corpo.
Bioton Donna può essere assunto quotidianamente, dalla giovane età e per tutta la vita.
BIOTON DONNA (36 compresse da 1g), lo trovate in farmacia.
Le Oasi Salus
Coltivazioni biologiche al servizio della salute
In Cile, Salus Haus coltiva 600 ettari di terreno secondo i principi dell’agricoltura biologica e in
collaborazione con le popolazioni locali. Da qui proviene la maggior parte delle erbe contenute negli
integratori alimentari e nelle tisane Salus
La parola Salus deriva dal latino e significa salute e benessere.
Quando il dottor Otto Greither 90 anni fa cercò un nome per la sua azienda, ‘Salus’ risultò essere il più adatto, in
quanto per anni egli aveva lavorato ricercando come, con l’aiuto delle erbe, si potesse rimanere sani il più a lungo
possibile. Ancor oggi Salus lavora seguendo i principi di Otto Greither, utilizzando erbe che siano il più possibile
allo stato naturale. Attualmente l’azienda con sede a Bruckmühl, in Baviera è diretta dal figlio del fondatore, anche
lui di nome Otto: nel 1945, all’età di 20 anni, prese in mano le redini di Salus dopo la morte dei genitori. La forza
delle erbe ha permesso a questa piccola realtà di crescere e diffondersi enormemente nei suoi 90 anni di storia.
Molte delle erbe utilizzate nei prodotti Salus provengono dal Cile. La decisione
di trasferire la coltivazione di erbe in Sud America fu presa molti anni fa. Infatti
dal 1986, a causa della catastrofe di Chernobyl, per anni in Europa interi raccolti
erano inquinati dalla radioattività. Questo causava a Salus difficoltà quasi
insormontabili. Allora Otto Greither si mise a cercare un appezzamento di
terreno che fosse rimasto il più possibile allo stato naturale.
Oggi un terreno in Cile è proprietà di Salus ed Otto Greither in questo modo ha
potuto provare anche l’esperienza di agricoltore: “Un giorno ho espresso il
desiderio di vedere il luogo da dove provengono queste piante ed essere
presente anche al raccolto - dice il proprietario di Salus - allora mi sono recato lì e devo dire che mi è piaciuto
molto, mi sembrava di essere in Baviera. E ho pensato: se avessi qualcuno di fiducia che si impegnasse in questo
lavoro comprerei una piccola fattoria in questo posto.”
Una volta realizzatesi le condizioni necessarie, sono state create le oasi Salus in cui oggi vengono coltivati 600
ettari di erbe in modo assolutamente biologico. Cento tipi diversi di erbe vengono coltivati e raccolti ogni anno in
questi terreni, tuttavia l’agricoltura in questo paese non è così semplice. Infatti piove spesso e a causa della
pioggia crescono a dismisura le erbe infestanti, mentre le piante officinali rimangono soffocate. Al confronto, gli
attacchi degli insetti rappresentano un problema di facile soluzione. Per questo vengono impiegate fino a 150
persone nei campi, solo per togliere le erbacce, ma l’esperienza ha insegnato
che questo lavoro è fondamentale.
Una curiosità interessante riguarda la coltivazione della genziana maggiore:
le radici di questa pianta possono essere colte solo dopo otto anni e nel
frattempo i campi si riempirebbero di erbe infestanti. La soluzione naturale
escogitata da Salus è un gregge di pecore, che è lasciato libero di pascolare
nei campi. Le pecore mangiano le erbe ma evitano la genziana a causa del
suo gusto amaro.
Oltre alla coltivazione delle piante officinali per la realizzazione dei prodotti,
nelle Oasi Salus ci si preoccupa anche della tutela delle erbe medicinali in pericolo di estinzione: piante come la
Primula veris o l’Arnica delle montagne bavaresi, la cui raccolta incontrollata in questi anni ne ha messo a rischio
l’esistenza, e che invece vengono coltivate e raccolte a mano dai contadini locali, di origine Mapuche.
Le condizioni di lavoro nelle fattorie Salus in Cile corrispondono alle leggi tedesche: cinque giorni lavorativi,
contributi assistenziali e previdenziali, maternità e salario minimo per i lavoratori stagionali sono garantiti come
in madrepatria.
Le Oasi Salus non sono il frutto della convenienza economica ma di una scelta di qualità
e di tutela per i consumatori.
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