n.57 - Hod benessere
Transcript
n.57 - Hod benessere
Hod Benessere n° 57 - Marzo 2010 - Anno XIII - Periodico - Diffusione gratuita Prodotti a base di torba nera SonnenMoor Il Cuscino delle Coccole (misura media mm 170 x 500 ca.; misura piccola mm 170 x 200 ca.) • Quando si ha bisogno di una fonte di calore, il cuscino con torba alpina Sonnenmoor trasmette il caldo secco che aiuta ad alleviare i disturbi tipici del periodo invernale, donando benessere all’organismo. • Si può utilizzare anche freddo, per dare sollievo in caso di necessità. • Adatto a tutta la famiglia, è facile da utilizzare in casa. • Il cuscino con torba alpina Sonnenmoor, mantiene sia il caldo o il freddo per lungo tempo. • Per utilizzarlo caldo, avvolgerlo in un panno: si può riscaldare a bagnomaria o nel forno a microonde (a 600 Watt per 2 minuti). • Per utilizzarlo freddo: mettere il cuscino con torba alpina nel frigorifero per circa 1-2 ore. UNA VITA IN SALUTE I prodotti SonnenMoor a base di torba nera alpina e di erbe, naturali e puri al 100%, sono realizzati in Austria UN CONCENTRATO DI BENESSERE secondo le ricette originali di Franz Fink, Prezioso concentrato di principi naturali fondatore nel 1972 della ditta SonnenMoor. la torba regala benessere, vitalità e purezza. I prodotti SonnenMoor affiancano un corretto Contiene molte sostanze organiche, acidi stile di vita, una sana alimentazione umici, oligoelementi e sostanze minerali e un movimento fisico regolare. (calcio, ferro, potassio, magnesio, sodio, zinco, rame, manganese, cromo e molibdeno) Impariamo a conoscerli. ricavate da 350 piante, radici ed erbe. Per maggiori informazioni sui prodotti a base di torba nera alpina e di erbe SonnenMoor, rivolgersi a: Dott. C.Cagnola s.r.l. Unipersonale Prodotti dalla Natura Via A. Vannucci, 14 - 20135 Milano Tel. 02 36524486 - Fax. 02 36525436 • e-mail: [email protected] Rinite e raffreddore allergici a cura della Dott.ssa Cagnola Orto in città. Aria di primavera di Roberta Ferraris Un fiore contro la paura di Elena Marinoni Il lusso italiano della semplicità Basta un fiore di Enza Bettelli Bello come un carciofo di Paolo Tedaldi e Stefano Reina L’asparago, il sottile depuratore di Paolo Tedaldi e Stefano Reina Tappo di sughero, sintetico o a vite? di Marco Nava Mostra a Forlì. Il trionfo dei fiori Capelli per sempre intervista a Vincenzo Gambino a cura di Marina Robbiani Villa Orsogrigio Suite & Gourmet Una crema che vien dalla montagna intervista a Alberto Nicola a cura di Marina Robbiani 6 8 9 15 16 18 20 21 22 24 26 28 57 Direttore Responsabile: Marina Robbiani Consulente Scientifico: Dott.ssa Cagnola Consulente Editoriale: Raffaella Ferrari Grafica: Marco Nava Pubblicità: [email protected]•333.1932913 Edizioni Alice Viale Col di Lana, 4 - 20136 Milano Tel 02.89.12.74.66 [email protected] - www.hod.it Stampa: LOGOS s.r.l., via Liguria 2/4, Peschiera Distribuzione: Viprof srl Viale della Tecnica 5 - 36100 Vicenza Tel. 0444.347311 Reg.Trib. Milano n° 305 del 22.4.1998 A questo numero hanno collaborato: Geneviève Ausenda, Enza Bettelli, Clementina Cagnola, Eurodream, Roberta Ferraris,Vincenzo Gambino, Massimiliano Ippolito, Elena Marinoni, Marco Nava, Alberto Nicola, Noi Due, Stefano Reina, Paolo Tedaldi. In copertina: SICIS The Art Mosaic Factory, via Fatebenefratelli 8, Milano. www.sicis.com Vuoi ricevere HO D a casa? Un momento di relax? Proviamo con filo e fiori Danni da elettrosmog a cura di Eurodream L’Immunoterapia e l’età che avanza di Massimiliano Ippolito Primavera... e a cura di Noi Due L’Arte dell’Ikebana. La testimonianza di Geneviève Ausenda 30 32 34 37 39 Per abbonarsi: [email protected] tel. 02. 8361347 333.1932913 www.hod.it HOD 32 Abbonati! Abbonarsi per tutto l’anno (5 numeri) costa 25 euro. 1 A SCUOLA DALL’ ERBORISTA Dott.ssa Cagnola HOD 57 6 Rinite e Raffreddore allergici S tarnuti, gocciolio, congestione del naso e dei seni paranasali provocati da allergia. Le sostanze trasportate dall'aria che più facilmente scatenano la reazione allergica sono i pollini degli alberi e quelli delle erbe; le muffe; la forfora, i peli e le piume degli animali; la polvere domestica e gli acari. La rinite da pollini è tipicamente stagionale; quella da sostanze domestiche, invece, dura tutto l'anno, anche se spesso con sintomi più lievi. Queste tisane devono essere prese per lunghi periodi, iniziando almeno un mese prima dello scatenarsi della forma allergica: Infuso Biancospino fiori mondi g 40 Tarassaco radice T.T. g 30 Ribes Nero foglie T.T. g 30 Bevetene una tazza alla sera e, se è necessario, un'altra tazza durante la giornata Decotto Echinacea Radice T.T. g 60 Crisantemo Americano pianta g 40 Bevetene una tazza al mattino. Lavaggi nasali: Bollite 500 ml. di acqua, sciogliete mezzo cucchiaino di sale da cucina e unite 500 ml. di acqua distillata di Amamelide. Versate un po' di liquido nel palmo della mano, avvicinate una narice alla volta e inspiratelo. Riniti da pollini: Prendete tutti i giorni un cucchiai- no da caffè di polline del tipo normalmente in commercio, cominciando almeno 4 mesi prima dello scatenarsi della forma allergica e continuando fino alla fine. Insonnia D isturbo del sonno che può manifestarsi con difficoltà nell'addormentarsi, con risvegli troppo anticipati, con un sonno agitato e interrotto da risvegli, stanchezza e sonnolenza durante il giorno. È un sintomo, non una malattia; tutti coloro che sentono di dormire poco e male possono perciò definirsi insonni. Le donne ne soffrono più degli uomini, gli anziani più dei giovani. In pratica possiamo distinguere tre tipi di insonnie. Quelle occasionali, che durano pochi giorni, legate a situazioni contingenti (cambio di letto, preoccupazioni, dolori, ecc.). Quelle transitorie, che durano qualche settimana, e quelle croniche che, con alti e bassi, durano per molti mesi o per anni. Maggiorana foglie monde g 50 Valeriana radice t.t. g 20 Lattuga virosa pianta t.t. g 20 Papavero (Rosolaccio) fiori t.t. g 10 Berne una tazza alla sera prima di dormire, se occorre una seconda tazza dopo qualche ora. Bagno terapeutico alla sera Asperula odorosa foglie t.t. g. 100 Passiflora incarnata sommità t.t. g. 100 Arancio amaro fiori t.t. g. 50 La temperatura dell'acqua della vasca non deve superare i 37°. È sufficiente immergersi per mezz'ora. Vino medicinale Passiflora incarnata sommità t.t. g 25 Arancio amaro fiori t.t. g 15 Un bicchierino la sera prima di dormire. Alimentazione Abituatevi progressivamente a cene leggere che comprendano alimenti ricchi di zuccheri semplici, come miele, zucchero, frutti dolci, latte, yogurt e i cibi che li contengono. Ottima la cena con pane e latte o un bicchiere di latte tiepido con un po’ di miele prima di andare a letto. Coricatevi almeno due ore dopo aver mangiato. Alla sera evitate i cibi ricchi di vitamina C, come gli agrumi e i kiwi, perché possono disturbare il sonno. Francisco de Zurbaràn,“A Cup of Water and a Rose”. Londra,The National Gallery. NO Niente caffé, the e bevande a base di cola nella seconda parte della giornata. Niente cene troppo abbondanti, esclusivamente proteiche o con formaggi stagionati. Non andate a letto subito dopo mangiato. Per saperne di più: www.dottoressacagnola.it HOD 57 SI Infuso 7 O RTO IN CITTÀ Aria Malva sylvestris = foglie e fiori della malva dei campi HOD 57 8 di primavera… TESTO E DISEGNI DI ROBERTA FERRARIS C i siamo, la primavera è alle porte. Le primule punteggiano di corolle gialle i boschi di collina, i crochi spuntano tra le foglie secche, in campagna, intorno alle cascine si raccolgono già foglie e fiori di malva da aggiungere alle minestre. Se avete vangato a dovere il vostro orto, o disposto i cassoni sulla terrazza o sul balcone, se avete concimato col vostro compost, o con letame, o con qualche prodotto biologico, se avete strappato tutte le malerbe, livellato e rastrellato il terreno, ecco che avete fatto un lavoro come si deve. Ma difficilmente potrete, già a marzo, raccogliere qualcosa. Il vostro orto sarà ancora molto nudo, adorno solo dei fiori del rosmarino che avevate acquistato qualche mese fa. Le piantine di fragola che avete trapiantato in autunno cominciano appena a gettare qualche foglia, ma di fiori, neppure l’ombra. Se volete mangiare qualcosa che sia frutto del vostro lavoro, dovete aspettare ancora un po’, almeno un mese. Non rimane che fare qualche passeggiata nei boschi e raccogliere le foglie di malva e primula per condire le vostre frittate, e mettervi al lavoro perché non c’è tempo da perdere. er prima cosa, preparate il semenzaio dei pomodori: occorre del terriccio soffice e ricco di nutrienti. C’è chi utilizza per questo scopo del letame di cavallo ben maturo. La vostra terra di foglie, arricchita di un po’ di terra dell’orto e una buona dose di stallatico andrà benissimo. Come contenitori potete usare normali vasi, ma anche vasetti di plastica individuali, o anche bicchierini di plastica da caffè. È arrivato il momento di tirare fuori le bustine di semenza che avete acquistato: distribuite i semi di pomodoro non troppo fitti e innaffiate abbondantemente. Il posto migliore per far germogliare i pomodori è sul vano di una finestra, all’interno di casa vostra, magari non distante da un termosifone. L’unica accortezza che dovete avere è tenerli al caldo e non fare mai seccare il pano di terra. Si possono avviare le piantine già a gennaio, ma vedrete che anche in casa la crescita sarà molto lenta. Quando i germogli avranno messo il secondo paio di foglie, sacrificate le più piccole e deboli, a favore di quelle più grandi. La piantina ideale deve avere stelo robusto e non troppo lungo, foglie verde scuro, senza fiori. Avrà tempo per crescere quando sarà trapiantata in piena terra, a maggio, quando il rischio delle gelate notturne sarà ormai passato. ntanto, pensate all’insalata Questo è proprio il momento adatto per seminare le lattughe da taglio, in pieno campo o nei cassoni più grandi del vostro balcone. Bagnate abbondantemente e coprite con un sacco di iuta: gli uccelli vanno pazzi per questi semini e potrebbero compromettere il vostro raccolto. Controllate tutti i giorni e quando vedete un tappeto di timide foglioline appena visibili, potete togliere questa protezione e lasciare che il tiepido sole di marzo faccia il suo dovere. In 20-25 giorni potrete assaggiare la vostra insalata. P I Lycopersicon esculentum = foglie e fiori di pomodoro F IORI DI B ACH Un fiore contro la paura L A a paura è un’emozione che informa il nostro organismo su un potenziale pericolo. La sua valutazione è sempre soggettiva e le diversità d’interpretazione risiedono nella diversità delle esperienze. nche se viene vissuta come ineluttabile, la percezione di un pericolo non è forzatamente realista, l’immaginazione infatti gioca un ruolo importante nella formazione delle percezioni. Nel caso della paura il fatto di immaginare ciò che potrebbe accadere scatena l’emozione. Ad esempio, la paura di annegare in pochi metri d’acqua può apparire irreale e impossibile, ma chi non ha famigliarità con l’acqua pensa che sia plausibile. Quando l’organismo percepisce un pericolo, le ghiandole surrenali aumentano la produzione di adrenalina e il corpo si attiva per la fuga o per la difesa: accelerazione dei battiti cardiaci, aumento di acutezza e attenzione, demolizione dei grassi per fornire più energia ecc. È solo quando il pericolo è scomparso che si percepisce tutta l’intensità degli effetti fisiologici della paura. Ma c’è un’altra cosa molto importante: l’informazione che la paura fornisce, ci fa prendere le misure necessarie per proteggerci. In questo senso è molto preziosa e indispensabile per la vita stessa, tant’è che anche gli animali dispongono di questa emozione protettiva. Dunque, le reazioni che abbiamo davanti alla paura sono nella maggior parte dei casi funzionali, ma in alcuni momenti possono renderci incapaci di reagire e tentando di evitare senza discriminazioni tutto ciò che ci fa paura, si rischia di condurre un’esistenza sempre più limitata. Al contrario, per guadagnare la libertà è necessario “addomesticare” le proprie paure. Sandy Skoglund©, Fox Games 1989 DR.SSA ELENA MARINONI L Ansietà, una paura diffusa ’ansietà, al contrario, è un’emozione repressa che si manifesta come un malessere sotto forma di un leggero smarrimento interiore. Si accompagna a tensione fisica, senso di costrizione alla bocca dello stomaco o alla gola. Quando prende il sopravvento, tende a dominare ogni cosa e a dare un aspetto “nervoso” a tutto ciò che facciamo. È molto difficile concentrarsi quando siamo ansiosi. La presenza di ansia indica il timore di una situazione che deve arrivare, ma l’oggetto di questa paura è impreciso. Ad esempio, più ci avviciniamo alla data di un esame, più la nostra ansietà aumenta, sappiamo di temerlo ma non conosciamo ancora e precisamente perché. Per alcune persone l’ansietà è quasi un “modo di essere”. Esse ten- HOD 57 L ’inquietudine, che possiamo considerare come una pseudo-emozione, presenta delle similitudini con la paura. All’inizio, come la paura, non si basa sul presente ma su un avvenimento futuro possibile. La persona inquieta si agita e si appoggia ad avvenimenti presenti per anticipare la situazione temuta, solo in seguito fa uso dell’immaginazione. In entrambi i casi, il “fantasma” può essere reale o irreale, ma è comunque sempre ipotetico. Infine, di nuovo come la paura, l’agitazione è soggettiva: alcune persone sono più portate di altre ad inquietarsi per ciò che potrebbe accadere. Chi ha una forte propensione all’inquietudine mostra una certa difficoltà a vivere completamente il proprio presente. Quando poi si aggiunge una certa propensione alla fuga, aumentano le probabilità di manifestare vere e proprie crisi di panico. 9 HOD 57 10 dono a reprimere le emozioni o le preoccupazioni che potrebbero turbarle, e in questo modo generano ansia perché mascherano l’origine della paura e rendono impossibile la soluzione dell’eventuale problema. Per comprendere a fondo la natura di tutto questo bisogna considerare che è normale avere preoccupazioni ed emozioni, che il più delle volte esistono proprio per indicarci la presenza di un problema da risolvere. Per farlo in modo soddisfacente, occorre prenderne coscienza ed affrontarlo, cosa che non è sempre facile specie se manca la fiducia nelle proprie capacità, o se le emozioni che suscita sono intense e spiacevoli. Quando al posto di dare spazio ad una preoccupazione la si fugge, qualcosa dentro di noi ne è contrariato. In effetti, non è possibile ignorare o decidere razionalmente che una certa cosa è priva di importanza senza che il nostro organismo reagisca. L’ansietà è questa reazione. Più ci si incaponisce a rigettare una preoccupazione (perché troppo spiacevole o perché ci innervosisce troppo), più l’ansia aumenterà. Al contrario, se si affronta la paura di fallire, si potranno identificare con maggiore precisione le nostre debolezze. Angoscia, un’ansia amplificata all’ennesima potenza L ’angoscia è un’esperienza emotiva simile all’ansietà ma molto più forte. Più è intensa più indica l’importanza del soggetto respinto, ed è sottolineata da sensazioni di costrizioni al torace e di nodo allo stomaco. È in questa regione, comunemente chiamata plesso solare, che si trovano le ghiandole surrenali. Quando si ha paura, esse secernano una quantità supplementare di cortisolo e catecolanine: è questo sforzo dell’organismo che dà l’impressione di avere lo stomaco “ritorto” nei momenti di maggiore ansietà. Nel caso dell’angoscia, le sensazioni fisiche sono le stesse, ma amplificate e complicate da una certa difficoltà respiratoria, debolezza, sudorazioni, visione confusa e udito disturbato. Abbiamo tutti momenti di ansietà o di angoscia, anche se alcuni ne soffrono più spesso e per lunghi periodi. Queste sono in genere persone che tendono a mettere i loro problemi da parte, facen- do sì che ansia e angoscia crescano in proporzione alle preoccupazioni che si accumulano. Quando si è in preda all’angoscia, non si riconosce con chiarezza la causa di questa sensazione. Si tende a pensare che sia l’angoscia stessa a costituire il problema, e mentre si cerca di diminuirla si intravede già il circolo vizioso: cercherò di eliminare l’angoscia che mi segnala che sto trascurando qualcosa d’importante, e così facendo tenterò indirettamente di reprimere l’oggetto del mio malessere, che in compenso cercherà di manifestarsi provocando un’ angoscia più forte che dovrò combattere ancora più tenacemente ecc. ecc. A Panico! nche il panico, come la paura, è un’emozione di anticipazione, ma contrariamente a questa il contatto con la realtà pericolosa si spezza. Al posto di affrontare il pericolo, si immaginano eventii e scenari catastrofici. Dunque, non è più possibile misurarsi in modo adeguato con la situazione che si teme poiché è troppo lontana dalla realtà. Un’immaginazione così irrefrenabile può portare ad uno smarrimento totale in pochi secondi. Il panico scatena diversi fenomeni fisici e psichici. In genere la respirazione è alterata e trattenuta, in altri casi l’agitazione porta all’iperventilazione e coinvolge l’accelerazione del ritmo cardiaco provocando, a volte, palpitazioni. Queste reazioni suscitano un malessere fisico che alimenta il panico che, a sua volta, accentua queste reazioni in una spirale di agitazione ascendente. Ma se la paura è un’emozione necessaria alla sopravvivenza, il panico è del tutto dannoso. Ci impedisce di occuparci efficacemente dell’oggetto della nostra paura, distraendoci dalla situazione davanti a cui dovremmo reagire per la nostra sicurezza. La crisi di panico è una crisi d’angoscia estrema. Si potrebbe dire che è una valvola di sfogo all’angoscia per troppo tempo contenuta e controllata. Questo eccesso di angoscia sopravviene in maniera del tutto inattesa e all’apparenza senza alcun motivo. In realtà c’è un elemento che procura il panico, e se è difficile rendersene conto è perché la reazione fisica prende il sopravvento. L’evento scatenante può infatti essere poco percettibile e banale da un punto di vista oggettivo ma, per noi, evoca un vissuto importante. Potrebbe essere una Robert H.Armstrong/CORBIS semplice parola durante una conversazione, il riaffiorare di un ricordo, la percezione improvvisa di un profumo conosciuto… Insomma, un evento “indiscernibile” fa emergere un’emozione che scatena una scarica di adrenalina tale da provocare una serie di reazioni fisiologiche: innalzamento del ritmo cardiaco, apprensione a livello toracico, vampate, sudori freddi, tremori, brividi, mal di pancia, nausea, diarrea, nodo in gola, svenimento. La crisi può durare da 5 minuti a un’ora, più in generale una ventina di minuti. Le reazioni fisiche sono talmente forti ed invasive che si ha l’impressione di essere malati o sul punto di morire. La crisi di panico è un segnale d’allarme. È il sintomo che il corpo ci fornisce per indicare che non è più in grado di contenere la pressione che gli facciamo subire mettendo da parte preoccupazioni importanti. Se fino a questo punto l’angoscia non è stata sufficiente, il panico prende il sopravvento. Ribadiamo: soffrono di angoscia e di panico le persone che tendono a banalizzare i propri problemi, si sforzano di tollerare situazioni inaccettabili o trascurano aspetti importanti della loro esistenza. Se non si approfitta del panico per indagare e scoprire cosa c’è che non va nella propria vita, si comincia ad aver paura di frequentare i luoghi dove è più facile cadere in preda a queste crisi (come gli ascensori) o quando ci si trova in luoghi ristretti (in aereo, su un ponte ecc.). Per alcuni invece sono gli animali a scatenare il panico, ma si tratta dello stesso fenomeno: la vista di questi animali risveglia l’angoscia che, in realtà, è legata alla preoccupazione nascosta. Non si conosce la funzione generale dell’angoscia, del panico e della fobia, si ha il riflesso condizionato di proteggersi evitando i luoghi o gli animali che li scatenano. Si crede che siano realmente la folla, l’ascensore o i ragni la causa di queste esperienze spiacevoli. In effetti, il meccanismo di fuga è così forte nel fobico da riuscire a trasformare la situazione: il problema interiore viene trasferito all’esterno. Perciò non è più verso il proprio conflitto interiore che la persona volge il suo sguardo spaventato, ma verso un pericolo esterno, illusorio. pesso chi soffre di problemi di panico o di fobia naviga nel mistero più completo. Alcuni di noi si ritrovano un giorno alle prese con questo handicap venuto dal nulla e poi, magari anche dopo anni di psicoterapia, sono più o meno allo stesso punto e sono condannati a vivere prendendo ogni precauzione per evitare i tentacoli della loro fobia. La loro vita diventa limitata perché davanti ai possibili attacchi non hanno altra soluzione che indietreggiare ed evitare il contatto con il loro “mostro”. Esistono anche altri mezzi: i farmaci che agiscono sulla loro angoscia, o una soluzione ben conosciuta ma devastante, l’alcol. La fobia, quando non è sintomo di una malattia mentale grave, non è altro che una paura non fondata, ma esagerata. Le fobie più ricorrenti sono l’agorafobia (paura degli spazi aperti), la claustrofobia (paura di salire in ascensore, degli spazi esigui, del traffico), l’aerofobia (paura dell’aereo), e gli oggetti delle fobie sono illimitati: guerra mondiale, microbi, insetti, ragni, ponti, gallerie ecc. Chi ne soffre vive ogni giorno una sorta di inferno emotivo. La maggior parte si chiude nel proprio segreto e, cosciente dell’assurdità del proprio timore, lo dissimula per paura di essere tacciata di debolezza o di malattia mentale. La fobia suscita un enorme disagio e molto imbarazzo; la prima reazione è l’inquietudine di non capire ciò che sta succedendo. Per evitare inconvenienti si comincia a cessare di frequentare i luoghi dove si manifesta questa reazione e ci si adatta alle proprie paure irrazionali. È una crisi dell’organismo, un calvario per colui che ne soffre e lo diventa rapidamente anche per i suoi famigliari. Sul piano fisico, il sistema immunitario è un esempio di quella forza vitale che ci spinge a mantenerci sani, le cellule che lo costituiscono proteggono il corpo contro virus e batteri. Esso fa parte di un sistema di auto-regolazione non volontaria dell’organismo a cui partecipano anche le emozioni come sistema di informazione dei propri bisogni. Ma attenzione, se non abbiamo nessun controllo volontario sul sistema immunitario, ne abbiamo enormemente su quello emotivo. Così, se non teniamo conto dei nostri bisogni psichici, emergeranno rapidamente emozioni negative, d’insoddisfazione. La fobia infatti sopraggiunge quando i precedenti sintomi non sono stati presi HOD 57 S La fobia, un male che avvelena la vita di molti 11 HOD 57 12 in considerazione. Spesso le crisi di panico precedono la fobia, e prima di assumere la forma acuta di una crisi, si sarà già manifestata l’angoscia. Se si arriva alla fobia, è perché per farsi ascoltare l’organismo deve necessariamente usare “le maniere forti”. Si è osservato che la fobia è un sintomo privilegiato per alcuni tipi di persone, un po’ come una predisposizione, ma si hanno anche sintomi quali emicranie ricorrenti, insonnia cronica ecc. Talvolta appare a seguito di un evento traumatico. Non è raro che un bambino sviluppi una paura-panico verso un animale che lo ha attaccato, e questa paura eccessiva sussiste anche in età adulta. Ma può sopraggiungere anche dopo un evento che, apparentemente, non ha alcun legame con essa. La fobia per gli ascensori ad esempio, può arrivare poco dopo la morte di una persona cara o dopo essere stati vittime di una rapina, un segnale che la reazione a quanto accaduto non è stata vissuta fino in fondo e non è stata integrata. Quando invece indica un problema che dura da molto tempo, l’evento che ne provoca la comparsa non è che la goccia che ha fatto traboccare il vaso e portato l’organismo a lanciare il suo grido d’allarme. P Attenzione al “controllo” della fobia artendo dal fatto che si tratta di una paura irrazionale, si cerca di convincersi che il pericolo temuto non esiste. Questa soluzione non è consigliabile. Le persone che soffrono di fobie sono già portate all’estremo controllo su di sé e su ciò che le circonda, esse consacrano molta energia ad impedire che certe cose accadano, a dissimulare ciò che vivono e a controllare le proprie reazioni ed emozioni. Al posto di farsi obnubilare dal sintomo, è invece preferibile decodificare il messaggio della fobia, calarsi nella situazione che causa la paura e prestare attenzione ai sentimenti e alle immagini che sorgono in noi. Tuttavia, quando si tenta di intraprendere una tale esplorazione si presentano alcune difficoltà.. Innanzitutto lo scetticismo, poi la paura di ciò che si potrebbe scoprire e infine, una volta identificato il problema, non si ha la certezza di essere in grado di risolverlo. Appare come una montagna insormontabile, si ha l’impressione di essere sprovvisti dei mezzi necessari, di non essere pronti alle soluzioni che sembrano più logiche. È allora che ci si rassegna. Ci si sente paralizzati quando si immagina la soluzione di un problema prima di avere completato l’analisi. Ma se non si è pronti ad adottare una soluzione, è perché non si tratta di quella giusta. Che fare N on si viene a capo di una fobia senza fare i cambiamenti che ci condurranno ad essere più felici. Tuttavia, quando ci si avventura nel problema che è all’origine della fobia, è importante essere coscienti, sapere che è se stessi che bisogna cambiare, e che il cambiamento personale “volontario” è un processo graduale; che si passerà attraverso una serie di piccoli cambiamenti concatenati che non danno spesso l’impressione di una svolta importante se non dopo un certo tempo. È un po’ come la crescita di un bambino, l’effetto d’insieme è lento e non è sempre facile uscirne da soli. E quando non si arriva ad individuare il problema o ad effettuare le trasformazioni necessarie, è giusto consultare uno specialista che potrà fornire un inquadramento utile guidando i nostri passi e fornendoci gli strumenti indispensabili che ci mancano. A ltre volte succede che per contenere questi malesseri e alleviare la sofferenza si faccia ricorso a dei medicinali. In questo caso, però, è probabile che la dose del farmaco debba essere aumentata periodicamente perché, trascurando di occuparsi del problema, l’angoscia aumenterà. Se consideriamo l’ansietà e l’angoscia come “vigilanti” dell’equilibrio mentale, non possiamo infatti dimenticare che i medicinali annullano o per lo meno diminuiscono questa vigilanza (se la dose di ansiolitico è sufficiente ad annullare il nostro segnale d’allerta). Così senza saperlo, cercando solo un po’ di conforto e di pace, rischiamo di peggiorare la situazione. Al contrario, per ritrovare l’equilibrio e il benessere reale non bisogna eliminare l’angoscia, ma porre rimedio al problema che la crea e che essa segnala. Va comunque sottolineato che in alcuni casi i farmaci ansiolitici costituiscono una giusta ed appropriata terapia, possono aiutare ad affrontare ciò che ci fa paura diminuendo l’intensità dell’angoscia, o permetterci di prendere il riposo necessario e di rinvigorire le forze prima di affrontare la causa primaria del problema. Ma è importante che i dosaggi mantengano sempre l’individuo sufficientemente vigile. Nel campo delle “medicine alternative” i rimedi di Bach costituiscono un metodo di cura semplice, naturale e ormai ampiamente conosciuto per i disordini della personalità: Mimulus (Mimmolo) è il fiore della timidezza. Quando si ha paura di cose reali e concrete come animali, acqua, buio, delle malattie o della folla, di volare. Di solito queste persone sopportano le loro fobie in segreto ed in silenzio, non ne parlano volentieri. I sintomi possono essere la balbuzie, la facilità ad arrossire, il respiro breve e l’ipersensibilità olfattiva, uditiva, visiva e alimentare. Cherry Plum (Visciola) per chi ha paura di perdere il controllo, di avere la mente sovraffaticata, di fare cose terribili e spaventose, non volute, che si sanno essere sbagliate e che non si vogliono fare ma che tuttavia vengono alla mente e che per questo, d’impul- so, si tendono a fare. Quando un protratto stress mentale fa nascere la paura di impazzire, in caso di esaurimento nervoso, paure suicide, ossessioni. I sintomi comprendono pallore, occhi sbarrati, tic nervosi, agitazione, discorsi ossessivi, movimenti e azioni ripetitive e allucinazioni. Aspen (Pioppo) è il rimedio per chi soffre di paure e preoccupazioni non tangibili che lo opprimono di giorno e di notte, e per le quali non vi sono spiegazioni o giustificazioni. Quando si è nervosi od ansiosi senza motivo, si ha paura di forze invisibili, paura di dormire per timore di ciò che potrebbe accadere, tutte paure che vengono spesso celate. I sintomi includono: mal di testa, dolore agli occhi, sudori, tremori, svenimenti improvvisi, nausea, problemi digestivi, contrazioni muscolari, sonnambulismo e discorsi nel sonno. Red Chestnut (Castagno Rosso) quando si è eccessivamente preoccupati per gli altri. Questi soggetti arrivano spesso a cessare di preoccuparsi per se stessi ma si fanno carico dei problemi degli altri, immaginano il peggio, anticipano guai e avversità trasmettendo ansia a chi gli sta attorno. Possono verificarsi palpitazioni, mal di testa, tensione al collo e alle spalle, insonnia. HOD 57 Rock Rose (Eliantemo) è il rimedio di pronto soccorso in caso di incidente, di malattia improvvisa, isterismo e panico. Quando si teme per la propria vita o si hanno incubi ricorrenti. I sintomi vanno dai tremori, sudori freddi e fiato corto, fino alla perdita di controllo, paralisi e addirittura perdita di coscienza. 13 Tra i Fiori della Sintesi oltre ai fiori sopra citati, si possono utilizzare: HOD 57 14 Sintesi-Centaury (Centaurea) per chi teme la non accettazione da parte degli altri e agisce in funzione delle loro richieste e aspettative. Sono persone deboli e frequentemente stanche, sofferenti di meteoropatia e ipotensione. Sintesi-Cerato (Piombaggine) quando si tende a imitare gli altri perché si teme continuamente di sbagliare. Si hanno azioni motorie scoordinate e incerte. Sintesi-Clematis (Clematide), il rimedio di chi si rifugia nei sogni e nella fantasia per non affrontare una realtà che non soddisfa. Estrema facilità al sonno, scordinazione dei movimenti e postura scomposta. Sintesi-Elm (Olmo) per chi, a causa di grande stanchezza fisica o psichica, dubita delle proprie capacità ed ha paura di non potere affrontare le difficoltà della vita. I sintomi sono astenia, insonnia, sensazione di cedimento alle gambe. Sintesi-Valeo (Valeriana) per riportare la calma e la tranquillità in caso di paure di qualsiasi origine. Quando si è in preda a eccitazione motoria, equilibrio precario, difficile eloquio, mancanza di appetito, diarrea. In Omeopatia, metodo terapeutico che applica clinicamente la legge di similitudine, si impiegano sostanze la cui patogenesi corrisponde alle diverse modalità reattive degli individui. Somministrate a dosi infinitesimali, diventano medicamenti omeopatici nei confronti dei disturbi presentati da soggetti “paurosi” o impressionabili, senza turbarne l’attenzione o inibirne il potenziale intellettuale: Gelsemium Sempervires è il Gelsomino selvatico, arbusto rampicante della famiglia delle Loganiacee. È una pianta estremamente velenosa, soprattutto per le radici e la scorza, diversa dal Gelsomino Officinale da cui si estrae l’essenza. In dosi omeopatiche è indicata in caso di obnubilazione, tremori, turbe intestinali con tendenza alla diarrea. Il soggetto è abbruttito dalla paura, ha l’impressione che le gambe cedino e ha vuoti di memoria. È ad esempio il rimedio di chi resta muto e tremante di fronte a un esame da sostenere, ad un colloquio o un evento importante. Ignatia Amara è la Fava di Sant’Ignazio, seme della Strychnos ignatii, anch’essa arbusto rampicante delle Loganiacee. Oltre ad altri alcaloidi, i grani contengono stricnina e brucina, e questo rimedio si addice agli individui ipersensibili, turbati della minima preoccupazione, per cui la prospettiva di una prova temuta prende l’aspetto di una catastrofe, di un ostacolo insormontabile che la persona somatizza con palpitazioni, insonnia, astenia. Argentum Nitricum o Nitrato d’Argento va bene per chi soffre di paura da anticipazione, con tendenza alla diarrea motoria. È indicato per i soggetti nervosi, agitati, frettolosi, che vogliono terminare una cosa prima ancora di averla iniziata, parlano e scrivono senza ordine logico per paura di non arrivare ad esprimere tutte le idee che affollano in maniera caotica la loro mente. Lycopodium Clavatum è una pianta erbacea della famiglia delle Lycopodiacee, di cui si utilizzano le spore. È il rimedio di fondo dei soggetti intelligenti che non hanno però fiducia in se stessi, inclini ad eccessivo nervosismo che si traduce in un carattere difficile e collerico. Silicea, puro estratto di silice minerale, è il rimedio di fondo dei soggetti magri, deboli ma molto nervosi e agitati, timidi e poco fiduciosi in se stessi, che temono sempre di sbagliare. Farmacia Marinoni Corso Buenos Aires, 55 - Milano Tel. 02.29400513 • Fax 02.29513732 [email protected] I DENTITÀ G OLOSE 2010 Il Lusso Italiano della Semplicità www.identitagolose.it Luigi Taglienti Delle Antiche Contrade, Cuneo Il giovane Luigi muove fra due poli: Liguria e Piemonte, Savona (sua terra d’origine) e Cuneo (sua terra d’adozione) e lavora sulle ricette storiche delle Alpi Marittime andando a spasso nel territorio per cacciare le materie prime locali. La sua filosofia di cucina si basa sulla ricerca di tutti quei prodotti che sfuggono alla globalizzazione. Con un occhio ai testi di cucina classica francese (ad es. Escoffier), prende spunto dalle ricette antiche della cucina tradizionale e ricompatta il tutto rimodernandolo a modo suo. Il suo gustosissimo Fois gras, a base di fegatini di pollo e di coniglio, diventa un eccellente Fegato grasso all’italiana. www.antichecontrade.it Salvatore Tassa Le Colline Ciociare, Acuto (Fr) Ciociaro da cima a fondo, ha l’ardire di riprodurre emozioni e sensazioni con la terra di quando era ragazzo. Con ingredienti del territorio e piatti giocati solo sui sapori (soprattutto erbe e spezie provenienti dal suo personale orto), Salvatore Tassa guarda alla storia e alla tradizione contadina con un recupero intelligente e mai saccente. La sua cucina svolge un ruolo importante sulle proprietà delle materie prime, e l’estrema libertà di pensiero lo svincola da ogni genere di moda. Dice: “la forza della semplicità si trova in se stessi, in ciò in cui si crede e si sogna”. E il risultato sono piatti, le cui qualità si sposano con la bellezza di una piccola opera d’arte. Come in Terra, le cui diverse tinte e sfumature compaiono come d’incanto grazie a gelatina di brodo di manzo ristretto (cotto circa 56 ore!!), tartufo nero, polvere di ginepro, timo selvatico, polvere di arancio e rape bianche e rosse. www.salvatoretassa.com Aringa cotta su braci di erbe aromatiche Massimo Bottura Osteria Francescana, Modena È lui che parla: “Dietro i fornelli cerco sempre di riflettere, di volare, di attingere dal passato, cerco di evolvermi e di essere contemporaneamente tra passato e futuro. Le contaminazioni (pensiamo alla patata o al pomodoro giunti dall’America, o a tutto quello che oggi proviene dall’India, dall’Oriente…) sono dei punti di partenza e non d’arrivo, vanno avvicinate con curiosità e saggezza, rappresentano un modo di aprirsi verso il mondo. Noi dobbiamo trasmettere la nostra identità. Il cuoco deve sapere da dove arrivano le materie prime, conoscere gli artigiani, conoscere la differenza tra il fresco e il più fresco, guardare i prodotti, toccarli, cercare di andare in profondità. Fare ricerca è un modo di esprimere le proprie passioni perché spesso non viene subito capito. Ma noi ce l’abbiamo dentro, e non possiamo farne a meno.” E intanto, in un piatto che ha chiamato la Saraghina dell’Adriatico, ha cercato il mare profondo e l’importanza della ritualità dei gesti. www.osteriafrancescana.it Saraghina HOD 57 Fegato grasso all’italiana con gelato all’acciuga Scrive Paolo Marchi, Ideatore e curatore di Identità Golose, che ci aspetta un “viaggio ancora lunghissimo perché il mondo si accorga che la cucina italiana intesa come pizza, pasta, risotti e sorrisi è fatta da cuochi che hanno teste pensanti, che sanno come utilizzare le miniere di prodotti d’eccellenza uscendo da stereotipi che fanno soprattutto folklore.” In realtà basterebbe ascoltare uno degli eccellenti cuochi presenti a questo Congresso italiano di cucina d’autore (da poco svoltosi a Milano) per capirlo. Per scoprire che un piatto fatto con amore e autorevolezza rappresenta molto di più di un piatto tecnologico. Il lusso più grande per questi personaggi è dedicare la vita ai fornelli, darsi da fare a scovare sul territorio materie prime di pregio e creare cose nuove, consapevoli che quando un giorno un loro piatto entrerà della nostra tradizione, potrà davvero definirsi “geniale”. D’altro canto, come dice il patron di Slow Food Carlo Petrini, nulla nutre di più lo spirito di ciò che lo rallegra, in primis il cibo di qualità cucinato con arte e passione. Senza pensare che la gastronomia, con le sue erbe e spezie, con i sapori, i colori e le proprietà dei suoi alimenti si riconcilia anche con la medicina, ci aiuta a rimettere in moto l’energia vitale. Cerchiamo dunque di non dimenticarci mai che il cibo detiene un grande valore, come testimoniano questi tre esempi di grandi Chef: 15 P ICCOLI P IACERI A TAVOLA HOD 57 16 DI ENZA BETTELLI Basta un Fiore L ’usanza di decorare la tavola con i fiori risale al tempo dei Romani che li utilizzavano anche per profumare vino e vivande. Una gentile tradizione arrivata fino ai giorni nostri e che l’inizio della primavera invoglia a riprendere. Sono tantissimi i fiori che si possono impiegare in cucina. Primi fra tutti quelli selvatici, da raccogliere durante le passeggiate in campagna, naturalmente facendo attenzione a non danneggiare la natura. Pratolina, rosa selvatica, acacia, primula gialla, violetta selvatica e sambuco sono commestibili come pure i fiori di alcune erbe come tarassaco, malva e borragine. Con i fiori delle erbe aromatiche (basilico, erba cipollina, rosmarino, timo) si aggiunge profumo oltre che colore e si possono acquistare altri fiori per arricchire e decorare i piatti, per esempio rosa rossa, nasturzio, calendula, gelsomino e magnolia grandiflora. Però ci sono anche i fiori da ammirare e basta perché velenosi, come mughetto, ciclamino, azalea, oleandro, narciso, iris e il maggiociondolo che ha i fiori a grappolo come l’acacia ma che si distingue facilmente perché è giallo. Frittelle di fiori Aceto di rose Burro ai fiori Frittelle di fiori Ingredienti per 4-6 persone 2-3 manciate di grappoli di acacia o di petali di magnolia grandiflora 150 g di farina 30 g di burro 3 albumi 1 cucchiaio di brandy olio per friggere zucchero a velo vanigliato sale Preparazione Stendete i fiori puliti su un canovaccio e cospargete con zucchero a velo. Preparate la pastella mescolando con la frusta la farina con il burro fuso, un pizzico di sale e circa 3 dl di acqua. Coprite e lasciate riposare per un paio d’ore. Unite il brandy e gli albumi montati a neve, immergetevi i fiori, pochi alla volta, e friggeteli nell’olio ben caldo. Estraeteli quando sono appena dorati e fateli asciugare su carta da cucina. Cospargete con zucchero a velo e servite le frittelle calde. Un’idea in Fiore Aceto di rose Pulite con una pezzuola umida, togliete l’attaccatura (unghia) a 2 manciate di petali di rosa rossa profumata e metteteli in un vaso a chiusura ermetica da un litro. Riempite con aceto bianco di buona qualità non troppo acido e lasciate al sole per un paio di settimane. Filtrate e utilizzate per condire delicatissime insalate. Burro ai fiori Pestate nel mortaio una manciata di petali di rosa puliti (o di calendula o di gelsomino) fino a ridurli in pasta. Lavorate 100 g di burro fino a quando sarà soffice e amalgamatevi la pasta di fiori. Con le mani inumidite formate un rotolo e avvolgetelo nella pellicola. Fate rassodare in frigorifero per un paio d’ore e servite il burro a fettine con carni bianche e pesci a carne bianca. I fiori dell’orto I consigli di Enza Prima di utilizzare i fiori sciacquateli velocemente sotto l’acqua corrente o lasciateli a bagno in acqua acidulata con aceto bianco o succo di limone (1-2 cucchiai ogni 5 dl di acqua) per 5 minuti circa. Fateli poi asciugare su un canovaccio e scartate le parti verdi non commestibili. Potete conservare i fiori già puliti per circa 24-48 ore in frigorifero in un contenitore nello scomparto degli ortaggi. Se invece volete lasciarli interi per una decorazione disponeteli, puliti e asciutti, su un foglio di alluminio nel congelatore, poi riuniteli in un contenitore rigido senza pressarli e conservate fino a 6-8 mesi. Per ravvivare le tenere insalatine di primavera aggiungetevi rosa, calendula, malva, pratolina, nasturzio, tarassaco e borragine. E per profumare lo zucchero per i dolci inserite nel vasetto qualche fiore di sambuco o petali di rosa essiccati. Per decorare invece le bibite, congelate i fiori e i petali nella vaschetta del ghiaccio con acqua bollita e raffreddata per ottenere cubetti trasparenti. I fiori, soprattutto quelli spontanei, posseggono proprietà medicinali conosciute e apprezzate da sempre. Rosa e malva sono emollienti, il tarassaco depurativo, la pratolina antinfiammatoria come la viola. Con il sambuco si può realizzare un decotto dimagrante e malva e primula si possono utilizzare anche per alleviare i dolori Disegno di Cristina Corvaglia reumatici. Però ci sono anche altri fiori che noi consumiamo abitualmente senza sapere che portiamo in tavola dei fiori. Sono il carciofo, squisito in o g n i modo e in questo periodo disponibile anche in versione mini, gli ultimi getti della pianta da conservare sott’olio. Poi ci sono anche il cavolfiore e i broccoli, ricchissimi di elementi nutritivi, tra cui sali minerali e vitamine. E l’orto ci regala anche il fiore di zucchina e zucca, che ci accompagnerà fino all’inizio dell’estate e che si può farcire o friggere semplicemente in pastella, nella versione salata sopra indicata o senza liquore e spolverizzato con poco sale. HOD 57 Raccogliete i fiori nei luoghi lontani dalle strade e da altri fattori inquinanti. Se li acquistate assicuratevi che non abbiano subito trattamenti chimici da almeno 15 giorni. 17 FAMIGLIA : C OMPOSITAE 18 Bello come un HOD 57 N OME : C YNARA SCOLYMUS CARCIOFO DR. PAOLO TEDALDI ià conosciuto dagli Egizi, il carciofo non ha una provenienza specifica ma è stato da sempre coltivato nell’area mediterranea. Il suo nome deriva dall’arabo ‘ardishuf (“spina della terra”), in seguito modificato in kharshuf, mentre il nome latino cynara deriva dal fatto che anticamente i carciofi venivano concimati con la cenere. G In poesia Il poeta arabo-andaluso Ben al-Talla che lo definì al femminile chiamandolo alcachofa, così ne parlava: “Figlia dell’acqua e della terra, la sua abbondanza si offre a chi la sospetta chiusa in un castello di avarizia… Sembra, per il suo biancore e per l’inaccessibile rifugio, una vergine greca nascosta in un velo di spade”. Proprietà e azioni ome prima cosa, ciò che noi utilizziamo del carciofo è l’infiorescenza della pianta, e quelle che erroneamente chiamiamo foglie in realtà sono le “brattee”. L’infiorescenza viene raccolta prima dell’emissione dei fiori veri e propri, che si caratterizzano per un colore azzurro, porpora-violaceo. Potremmo definire il carciofo essenzialmente (ma non solo) un tonico delle cellule epatiche. Il suo uso abbassa il colesterolo nel sangue, drena i reni, fortifica il cuore e purifica il sangue. È quindi utile in caso di ostruzioni e congestioni del fegato e calcoli. L’attività della cinarina, la sostanza che stimola la produzione di bile e la contrazione della cistifellea, è stata ampiamente dimostrata scientificamente, tanto da essere utilizzata in molti epatoprotettivi in vendita nelle farmacie. Grazie alla presenza d’inulina, un carboidrato che ha un’azione benefica sulla flora batterica intestinale e la facoltà di non aumentare la glicemia, il carciofo può essere consumato dai diabetici. Attenzione però: poiché diminuisce la secrezione lattea, è controindicato durante l’allattamento. C In fitoterapia a presenza di vitamina A, inulina e cinarina fa del carciofo un ottimo rimedio nelle infezioni intestinali. Inoltre, visto che il principio amaro contenente cinarina trova la sua massima concentrazione nelle foglie e nelle radici, una tisana con foglie essiccate diventa un efficacissimo rimedio per i disturbi del fegato. Ma il modo migliore per assumerne le proprietà, è mangiarlo. Andrebbe esclusivamente consumato crudo, in quanto con la bollitura in acqua si perdono la maggior parte dei principi attivi, e perché il carciofo cotto si altera velocemente e forma tossine. Si devono anche preferire modalità di cottura senz’acqua, vedi ad esempio l’usanza laziale di cuocerli interi sulla brace ottenuta da rami di viti, dopo la potatura autunnale, che regala un incredibile sapore. L Immagini in pagina: Billy Showell, “Watercolour Fruit & Vegetables Portraits”, Search Press Ltd 2009 In cucina DI STEFANO REINA Carciofi e yogurt Mondate i carciofi (togliendo bene anche la peluria dalla parte centrale) e tagliateli a spicchi sottili. Metteteli in acqua acidulata con limone per evitare che si anneriscano, scolateli bene, asciugateli e disponeteli su un piatto largo; conditeli con un’emulsione di olio extra vergine, yogurt bianco, erba cipollina, sale, pepe e una punta di senape dolce. Carciofi alla crema Ingredienti 4 carciofi cotti fette di pane fritto 50 g di grana grattugiato prezzemolo tritato besciamella pronta. Preparazione Prendete i fondi dei carciofi e metteteli sulle fette di pane. Versatevi sopra la besciamella e il formaggio. Infornate a 170° C e prima di servire cospargeteli con il prezzemolo tritato. Per conservarli (una volta puliti), i carciofi vanno immersi nell’acqua fresca e limone. Nel frigorifero, avvolti in un panno inumidito di acqua e aceto, durano anche una decina di giorni. Consigli per l’acquisto Anche se sono più cari, cercate il più possibile di prendere i carciofi più piccoli ma con le foglie (brattee) più tenere e meno “barba” all’interno, quindi più buoni e con meno scarto. Va poi guardato il colore delle foglie (soprattutto dei bordi) che deve essere verde brillante e lucido. Anche il gambo, che si può usare sia lessato che in risotti, minestre, frittate e torte salate, dovrebbe avere un aspetto brillante, con le foglie del colore verde. HOD 57 Una curiosità in cucina 19 N OME : A SPARAGUS OFFICINALIS DR. PAOLO TEDALDI ’asparago cresce in terreni sabbiosi e dal suo rizoma spuntano in primavera dei germogli detti “turrioni”, che sono la parte commestibile della pianta. Già Plinio parlava dell’asparago consigliandolo per il mal di stomaco, come afrodisiaco e soprattutto come diuretico. L L’ASPARAGO, il sottile depuratore HOD 57 20 FAMIGLIA : L ILIACEAE Proprietà e azioni n particolare l’asparago selvatico è ricco di importanti principi attivi, tra cui le vitamine A, B, B2, alcuni oligoelementi (manganese, calcio, fosforo, ferro) e aminoacidi. Tutto ciò conferma l’azione energetica dell’asparago che, secondo le più antiche tradizioni, sconfina in quella afrodisiaca. La sua azione diuretica, più che alla presenza di asparagina è dovuta ai polimeri (derivati) del fruttosio, sostanze che inibendo il riassorbimento del sodio, stimolano in modo marcato la diuresi. Grazie a questo effetto si abbassa notevolmente la possibilità di formazione di calcoli sia renali che vescicali e, migliorando la funzionalità renale, si possono eliminare anche dei sedimenti già presenti. I In fitoterapia o stesso Plinio raccomandava di consumare la radice dell’asparago insieme al vino bianco per aiutare l’espulsione dei calcoli e dare sollievo a lombaggini e mal di reni. Ma gli asparagi depurano anche il sangue e curano gli eczemi, così per sfruttarne al massimo le qualità l’ideale sarebbe consumarli grattugiati crudi nelle insalate, oppure cotti nel minor quantitativo d’acqua possibile. Billy Showell,“Watercolour Fruit & Vegetables Portraits”, Search Press Ltd L Usi e costumi el 1550 il Mattioli scriveva che gli asparagi “fanno buon odore in tutto il corpo, ma fanno puzzare l’orina”. La scienza oggi ha spiegato il motivo di questo caratteristico odore che nasce dopo avere mangiato asparagi: lo si deve alla formazione e all’eliminazione attraverso l’urina di una sostanza definita metilmercaptano, presente in notevole quantità in questa pianta. N In cucina DI STEFANO REINA Asparagi in crema Preparazione Lessate 500 g di asparagi in acqua salata, dopo averli privati della parte bianca; una volta cotti, frullateli con la loro acqua. Mettete la purea in un tegame, unite una noce di burro, sale, pepe e un po’ di panna fresca. Lasciate che la crema si rapprenda e servite con dei crostini di pane. Ingredienti Insalatina esotica PER 4 PERSONE 40 g di insalatina tenera 80 g di germogli di soia 8 asparagi 400 g di mango o ananas olio extravergine di oliva succo di limone 2 porri sale e pepe q.b. Preparazione Lavate gli asparagi e privateli delle parti dure. Tagliateli a julienne e lasciateli a marinare per 20 minuti in poco olio, sale, pepe e con i porri a rondelle. Questi ultimi vanno poi tolti, in quanto servono solo ad aromatizzare. Prendete una ciotola e ponetevi l'insalatina, i germogli di soia, la frutta a pezzetti, gli asparagi che avete preparato, e condite con una salsina ottenuta sbattendo: olio, poco sale e pepe e il succo di limone. TAPPI A V ITE Tappo di sughero, sintetico o a vite? DI MARCO NAVA HOD 57 S telvin + (si legge plus) ovvero il nuovo modo in cui troveremo tappate le bottiglie di vino che porteremo sulla nostra tavola, volenti o nolenti, nel prossimo immediato futuro. Iniziamo con un po’ di storia: verso la fine del 1990 in Australia e in Nuova Zelanda, causa il tumultuoso sviluppo della locale enologia, occorrevano enormi quantità di tappi a basso costo. Ma avere sughero a basso costo significava aumentare il rischio di contaminazione del TCA, il tricloroanisolo, responsabile del gusto di tappo. L’alternativa era l’uso del nuovissimo, problematico e, a detta di molti, sgradevole tappo sintetico (al contrario molto usato nell’enologia italiana). In mezzo a questa diatriba, un’ampia fetta di produttori scelse il tappo a vite, o Screwcap, che fra tutti contribuiva a mantenere i vini più “vivi”, fragranti e freschi. Da sempre utilizzato in Italia da un segmento del mercato estremamente economico e legato alla grande distribuzione organizzata, il tappo a vite viene percepito da quasi tutti i consumatori come sinonimo di bassa qualità. Adesso (finalmente, dico io), dopo la massiccia scelta di questa soluzione da parte dell’enologia austriaca e tedesca, alcuni pionieri stanno iniziando a provarla anche in Italia e in Francia. A scegliere il tappo a vite sono soprattutto quei produttori che esportano i vini oltre oceano o sui mercati asiatici. Il perché è semplice. Da un lato, con il tappo di sughero rischiano di dover sovrastimare le spedizioni per ovviare all’eventuale “fallatura” delle bottiglie; dall’altro, con il tappo sintetico, “siliconico”, una delle problematiche più grosse è che nel trasporto nei container refrigerati il tappo perda la sua forma a tal punto che, quando si cerca di inserire il cavatappi, lo si veda drammaticamente scivolare nella bottiglia! Nel frattempo, molti detrattori sia del tappo sintetico sia di quello a vite portano a favore del tappo di sughero la tanto decantata micro-ossigenazione in bottiglia, che altri invece intendono come una morte lenta e graduale dei vini che, opportunamente tappati, potrebbero vivere più a lungo. Ma l’esperienza insegna che anche in presenza di alcuni tappi di sughero si nota un aumento incessante delle deviazioni organolettiche, con conseguenti modificazioni di sapori ed aromi, e per quanto riguarda la micro-ossigenazione molti produttori (specie nei top di gamma) erano già soliti mettere della cera sul collo e sul tappo della bottiglia per evitare che passasse l’aria. Come accennavo, alcuni produttori italiani - anche tra i più grandi - stanno iniziando ad usare i tappi a vite... e come al solito la discussione continuerà per molto tempo, specialmente in Italia. Ma se l’alternativa è “buttare nel lavandino” una bottiglia da 30,00 euro massacrata dal TCA presente nel sughero del tappo, forse sarebbe meglio riflettere sulle scelte future. Anche se il vecchio caro rituale dei sommelier che aprono, annusano e porgono il tappo al cliente un bel giorno finirà!!! 21 M OSTRA A F ORLÌ HOD 57 22 Il trionfo dei Fiori Fino al 20 giugno ai Musei San Domenico na mostra come quella intitolata “Fiori - natura e simbolo dal Seicento a Van Gogh”, in esposizione a Forlì, è un evento da non lasciar passare inosservato. Innanzitutto perché è una mostra dedicata solo alla pittura di fiori, cosa rara e resa ancora più preziosa dal lungo arco di tempo trattato. Inoltre perché a documentare ed elogiare il valore artistico, simbolico ed espressivo dei fiori sono un centinaio di capolavori dipinti da nomi del calibro di Van Dyck, Brueghel, Guercino, Dolci, Hayez, Delacroix e Courbet, FantinLatour, Alma Tadema, Manet e Cézanne, De Nittis, Boldini e Zandomeneghi, Böcklin, Van Gogh e Previati… U Dal Seicento a Van Gogh ome sono valutati i fiori nella storia dell’arte? Sono ‘un genere’ appartenente alla cosiddetta natura morta, confinato fino a Caravaggio all’interno di un ambito artistico considerato minore. Il soggetto inanimaAutore ignoto, Fiasca fiorita, Pinacoteca Civica di Forlì Tra gli artisti che hanno dato un peso di primo piano ai to non era previsto in qualità di protagonista, e anche fiori c’è quel misterioso pittore che ha dipinto questa durante e dopo Caravaggio, se si escludono i Paesi Bassi, straordinaria Fiasca fiorita, pretesto e stimolo attorno cui dovrà farsi largo grazie alla ricerca e alla testardaggine di ruota tutta la mostra. artisti che fondamentalmente la pensavano come lui, e cioè che ‘conta solo la qualità con la quale si dipinge e non il soggetto rappresentato’. Vediamo allora che nel corso del Seicento il motivo floreale (con le sue valenze simboliche legate al ciclo naturale della vita) diventa più di ogni altra natura morta fonte d’ispirazione per gli stessi grandi artisti dell’epoca. Il Settecento insegue invece un’altra avventura, dove i fiori piacciono più come decoro e la pittura floreale si consolida come genere autonomo. Ma è con l’Ottocento che “si assiste da un lato ad una ancora più evidente specializzazione della natura morta e del percorso professionale dei fioranti, e dall’altro a sempre più frequenti incursioni dei pittori di storia, o comunque di figura, o di coloro che con la rappresentazione della vita moderna aprivano nuovi orizzonti iconografici, in un genere sino ad allora considerato minore, dandogli una nuova legittimazione. Ma non si tratta di una consacrazione che viene dal collezionismo o dal mercato, come era stato e continuerà a verificarsi per la natura morta nell’Europa del Nord, quanto dell’ultima, definitiva sfida a riscattare un repertorio che rischiava di chiudersi sempre di più nello specialismo, facendolo entrare, tra Romanticismo e Realismo, Simbolismo e Impressionismo, Naturalismo e Divisionismo, nel mutevole laboratorio senza sosta dell’arte moderna. Delacroix e dopo di lui i protagonisti dell’Ottocento, a Parigi e nelle altre capitali d’Europa, animeranno C le loro nature morte di fiori di una concretezza visiva che risente anche di un gusto per la botanica determinato da esperienze dirette e da sollecitazioni esistenziali. Conferire a un elemento dell’esperienza comune, come i fiori che vediamo nei giardini o che ritroviamo immersi nei vasi nelle nostre case, un’assoluta dignità pittorica è stata una delle grandi esperienze della pittura moderna tra gli Impressionisti e i loro seguaci, in quello che si può delineare come il Lawrence Alma-Tadema, A summer offering. variegato contesto del Naturalismo Museum of Art, Brigham Young Un. - Provo (Utah). di fine secolo. […] Van Gogh passerà interi anni - soprattutto gli ultimi - a dipingere, per propria stessa ammissione, ‘quasi esclusivamente fiori’. I suoi girasoli, i suoi iris sono diventati immortali, accampandosi come pochi altri dipinti nel nostro immaginario, non solo per la loro autonoma e rivoluzionaria bellezza, ma anche perché, insieme alla tragica vita dell’artista, vi si sono depositati dei sentimenti universali.” La seconda parte della mostra “segue il percorso della pittura moderna attraverso la trasformazione della natura morta con fiori. Non sappiamo più se ci troviamo di fronte ad un ritratto o a un quadro di fiori. Così come per motivazioni diverse, ora simboliche, ora narrative, ora attinenti alla specifica provocazione visiva, gli inquietanti ritratti di uno dei fondatori del Romanticismo Philipp Otto Runge o le mitologie moderne di Hayez, di Leighton, di AlmaTadema o dei Preraffaelliti, la Femme aux chrysanthèmes di Degas o ancora le sindoni spettrali di Moreau e Redon, le alchimie simboliste sperimentate da Previati nel ciclo dedicato ai ‘bambini e fiori’, sconvolgeranno le regole prestabilite. Infatti molti dei dipinti scelti per la mostra, nelle diverse sezioni, presentano questo motivo di instabilità proprio nel rapporto tra fiori e figure, tanto da poterlo individuare come un elemento ricorrente nelle ricerche degli artisti, protagonisti o meno, che hanno segnato il lungo e tormentato cammino dell’arte moderna.” Attraverso gli esempi raccolti in una sezione distinta, la mostra propone una rassegna ‘parallela’ che tratta l’interesse scientifico e documentario nei confronti dei fiori, assai vivo già nel XVI secolo. Questa rassegna nasce come una naturale introduzione all’opera scientifica di un illustre botanico forlivese vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento, Cesare Majoli, di cui vengono esposti i numerosi disegni scientifici conservati alla Biblioteca Civica Piancastelli di Forlì. Si ringraziano i Curatori della Mostra. Fiori Natura e simbolo dal Seicento a Van Gogh Forlì, Musei San Domenico, la mostra è aperta fino al 20 giugno HOD 57 Uno sguardo alla botanica L’illustrazione scientifica tra la fine del Cinquecento e l’età di Cesare Majoli Orario di visita: da martedì a venerdì: 9.30/19 • sabato, domenica e giorni festivi: 9.30/20 Lunedì chiuso. 5 aprile e 31 maggio apertura straordinaria. Informazioni Mostra: tel. 199.199.111 • www.mostrafiori.com 23 I STITUTO M EDICO Q UADRONNO HOD 57 24 Capelli Per Sempre INTERVISTA AL DR. VINCENZO GAMBINO A CURA DI MARINA ROBBIANI ssere o apparire è un dilemma del nostro tempo. Ma quando parliamo di capelli e di quello che oggi, ahimé, troppo spesso gli succede - alopecia, calvizie e diradamento… - è inevitabile sottolineare il dolore della “perdita”. Già, perché quando improvvisamente i capelli iniziano a cadere, ci troviamo in presenza di un vero e proprio lutto. I capelli ci conferiscono giovinezza, stile e personalità, ci proteggono, ci danno energia vitale, ci fanno sentire a nostro agio e ci aiutano a relazionarci. Quando non ci sono più, il disagio investe il nostro profondo e ci fa stare male anche psicologicamente, nell’intimo. Per questo riavere i capelli, e riaverli in modo definitivo, significa tornare a essere noi stessi, a piacerci. E a piacere agli altri. E Abbiamo parlato della possibilità di far ricrescere i capelli che consideravamo perduti con il Dr. Gambino, conosciuto a livello mondiale per i risultati ottenuti dai suoi interventi di autotrapianto dei capelli: serie B vengono agDr. Gambino, si può dire capelli per grediti da un ormone sempre? (diidrotestosterone) Sarebbe meglio dire “capelli per tutta la vita”, in quanche li atrofizza provoto i bulbi che preleviamo e trapiantiamo sono geneticandone la caduta. A camente programmati per crescere capelli che, pur questo punto, menseguendo i cicli fisiologici naturali, non cadranno mai tre nel caso più più determinando lo stato di calvizie iniziale. Prima dell’intervento comune di alopecia Uno dei fattori principali della calvizie è androgenetica, che colpisce soprattutto gli uomini, i l’alopecia.... bulbi di serie A continuano a fare il loro lavoro, in Certo, e l’alopecia è generalmente dovuta ad una molti soggetti femminili possono venire aggrediti predisposizione genetica: quando i padri, i nonni e tutti i bulbi, compresi quelli di serie A. Ecco perché soprattutto i parenti del lato materno manifestano consiglio sempre la visita medica, durante la quale il casi di alopecia, è molto probabile che questa si medico valuta se esiste l’opportunità o meno di sotripresenti nelle generazioni future. toporsi all’intervento. Infatti, il presupposto per Cos’è l’autotrapianto? eseguire l’intervento è che esistano i bulbi di serie A, Innanzitutto, l’autotrapianto di capelli nasce dalla gli unici da poter prelevare e trapiantare, trasportare certezza assoluta che abbiamo due tipi di bulbi. La nelle aree in cui è manifesta la calvizie e dove, una cosiddetta Corona Ippocratica - sulla zona occipitale volta attecchiti, continueranno ad essere insensibili al e sulle due parti laterali - che chiamiamo “di serie diidrotestosterone, e quindi a far crescere i capelli. A”. E tutti gli altri, cioé i bulbi della linea frontale, In cosa consiste il suo intervento di autodella parte alta del trapianto di capelli? capo e della chierica, Il primo punto di fondamentale importanza per il conosciuti come i bulbi paziente è che l’intervento sia eseguito da un “di serie B”. medico in una struttura legalmente riconosciuta dal Cosa succede? Nei sistema sanitario nazionale. È l’unico modo per soggetti predisposti avere delle garanzie, anche se questo tipo di interall’alopecia, sia uomini vento non presenta particolari problematiche. che donne, i bulbi di Dopo l’intervento Nella seconda fase dell’intervento, trapiantate i bulbi uno ad uno? Esatto. Per farlo, adopero un ago con un diametro di 75 micron (al massimo di un millimetro), con cui creo i siti di ricezione dove verranno inseriti i bulbi. Occorre fare molta attenzione anche perché i capelli crescono con un loro verso, ad esempio i capelli davanti crescono in modo differente rispetto a quelli al vertice. Il chirurgo deve essere in grado di ricreare l’angolo di crescita naturale. E se nel passato si facevano linee frontali diritte, un po’ artificiose, oggi noi le ridisegniamo in rapporto al viso del paziente, all’estensione della calvizie, alla densità della zona donatrice, ottenendo infine quelle irregolarità che gli conferiscono un aspetto naturale. In poche parole, è un lavoro “artistico”. Di certo non si può ricreare a un uomo di quarant’anni l’attaccatura di un diciottenne, non ha senso. Se poi la calvizie è ampia e conclamata, viene presentato al paziente un piano terapeutico di 2 o 3 interventi perché tecnicamente non possiamo Dopo l’intervento prelevare una quantità tale di bulbi da coprire un’intera area, mentre a distanza di sei mesi possiamo rifare l’intervento e trattare le zone che non avevamo trattato prima. Allo stesso tempo, grazie ai nostri aghi così sottili possiamo penetrare anche tra le aree molto rade di capelli, riuscendo a rinfoltirle. Cosa succede alla fine dell’intervento? Intanto, non c’è dolore e solo qualcuno la prima sera sente il bisogno di prendere un leggero analgesico, più ovviamente un ciclo di 5 giorni di antibiotici. Ma la cosa bella è che facciamo subito uno shampoo con soluzione fisiologica, cosicché il paziente può uscire perfettamente pulito e senza bendaggi e, se lo desidera, riprendere il giorno stesso la sua vita di sempre. Il risultato? Il risultato è garantito. I capelli cominciano a spuntare dopo 4 mesi e dopo un anno raggiungono le caratteristiche qualitative della zona da cui li abbiamo prelevati. È un intervento sicuro, senza controindicazioni e la crescita è talmente graduale e naturale che passa inosservata. A chi si rivolge in particolare? Tutti si possono sottoporre a questo tipo di intervento che, a seconda dei casi, prevede soluzioni totali o parziali. Come dico sempre, ogni quadro deve avere la sua cornice ideale. Tra i miei pazienti ci sono donne e uomini di tutte le età, di ogni estrazione sociale e grado di cultura, vengono da me indifferentemente operai e professionisti. Ma ripeto: è importantissima la visita iniziale, durante la quale si valuta il caso personale di ognuno in rapporto all’età e all’attuale perdita dei capelli, e dove l’anamnesi familiare aiuta il medico a prevedere l’eventuale evoluzione della calvizie. Dr. Vincenzo Gambino: Medico Chirurgo, è membro del Consiglio Direttivo della I.S.H.R.S.(International Society of Hair Restoration Surgery); fa parte del Consiglio Direttivo della I.S.H.R. (Società It. di Cura e Chirurgia della Calvizie; è socio fondatore e Presidente della S.I.Tri (Società It. di Tricologia); presiede la sezione di medicina e chirurgia della calvizie della S.I.E.S.(Società It. di Medicina e Chirurgia Estetica). Inoltre, come membro del Comitato Direttivo Europeo della Academy of Cosmetic Dermatology (Tulane University Department of Dermatology - New Orleans), è stato incaricato nel febbraio 1998 a formare le linee guida nel trapianto dei capelli. Fa parte del corpo docenti del Master Universitario in “Scienze Tricologiche Mediche e Chirurgiche” presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzato fin dal 1990 nel trattamento chirurgico della calvizie all’Elliott Thomas Meidcal Group di New York (oggi conosciuto come Elliott True Medical Group), il Dr. Gambino ha introdotto in Italia le tecniche americane d’avanguardia. In Italia è stato il primo chirurgo a trattare l’alopecia del pube femminile con autotrapianto monobulbare, e ha pilotato il primo autotrapianto con prelievi di bulbi dal torace alla testa in un paziente privo di zona donatrice della testa. Esercita la professione a Milano. [email protected] • www.vincenzogambino.com Istituto Medico Quadronno • Via Quadronno, 20 - Milano • T. 02.58312787 - www.quadronno.it HOD 57 Eseguito in anestesia locale, è del tutto indolore e consiste in due fasi. Nella prima, si preleva una strisciolina di bulbi dalla zona donaPrima dell’intervento trice (la parte inferiore della nuca) e si esegue una doppia sutura: una sottocutanea con un filo interno che si dissolve nel giro di 3-4 mesi, e una seconda sutura che presenta dei punti esterni piccolissimi che, rimossi una quindicina di giorni dopo l’intervento, lasciano una cicatrice quasi impercettibile. Inoltre, adottando la sutura tricofitica, permettiamo ai capelli di crescere all’interno della cicatrice stessa rendendola “quasi” invisibile. È anche importantissimo avere un adeguato staff in grado di aiutare il chirurgo durante l’intervento. Nel mio caso, posso vantarmi di una équipe che comprende una biologa e 5 infermiere professionali insieme alle quali, sotto dei potenti microscopi si isolano, una per una, le unità follicolari (e cioè i bulbi di serie A, quelli geneticamente programmati per far crescere capelli) precedentemente prelevate. 25 U NA VACANZA R OMANTICA IN T RENTINO HOD 57 26 Villa Orsogrigio Suite & Gourmet Chiudere gli occhi immaginando il luogo ideale per celebrare il proprio amore, e oltrepassare la stessa fantasia per trascorrere tre notti indimenticabili a Villa Orso Grigio a Ronzone (TN). PAROLA D’ORDINE: INTIMITÀ, unita all’eleganza della location, alla raffinatezza del Ristorante con una stella Michelin - felice congiunzione di tradizione e innovazione lavorate delle sapienti mani dello Chef Cristian Bertol - e accompagnata da un vero e proprio “Tempio del Vino”, dove sono presenti etichette esclusive sapientemente scelte dall’Enologo Renzo Bertol. La proposta dedicata agli innamorati comprende tre notti in uite con vasca idromassaggio o Hammam dove i “piccioncini” potranno crearsi un nido dotato di ogni comfort: dalla vasta libreria musicale da cui scegliere la colonna sonora ideale al giardino privato in cui lasciarsi andare a coccole all’aria aperta. Sarà inoltre possibile soddisfare ogni senso, soprattutto il gusto, con l’assaggio di vini e prodotti del territorio nel “Tempio del Vino”, un'enoteca di 400 mq che ospita 35.000 bottiglie, e con le prelibate cene preparate dallo Chef, che a richiesta potranno essere servite anche in Suite, come del resto la prima colazione. Gli inguaribili romantici potranno abbandonarsi a una gita in carrozza sulla neve e alle benefiche proprietà di un massaggio relax fatto ovviamente in coppia. E se la regola per mantenere vivo un buon rapporto è riuscire a costruire qualcosa insieme, ecco l’occasione giusta da non lasciarsi sfuggire: imparare a cucinare! Guidati dai preziosi e noti insegnamenti di Cristian Bertol - Chef della trasmissione televisiva la “Prova del cuoco” in onda su Rai 1 - le coppie scopriranno tutti i segreti della pasta fatta in casa. Un’occasione speciale per volersi bene 2 giorni di Puro Relax Il pacchetto include: ® Trattamento in Mezza Pensione (la nostra cucina ha una Stella Michelin) Il pacchetto per Lei comprende: Un Massaggio Gambe da 40 minuti Un Massaggio Aromaterapico al legno di Rosa da 60 minuti Un Massaggio Plantare da 25 minuti. Cristian Bertol, lo Chef di Orso Grigio noto per partecipare alla Prova del Cuoco di Rai 1. Ultimo vincitore del Trofeo uovo d'oro. 3 Notti da Sogno Il pacchetto per Lui comprende: Dopo i singoli trattamenti verrà servita una tisana adatta per il vostro relax. Il pacchetto include: ® Trattamento di Mezza Pensione in Suite con vasca idromassaggio per 2 persone o Hammam (bagno turco), ® libreria musicale digitale, ® minibar, cassaforte, telefono, ® TV satellitare 50 pollici con decoder Sky, ® ampio balcone o terrazzo, ® giardino privato, ® colazione dello Chef Cristian Bertol. Un’escursione con le racchette da neve Degustazione vini e prodotti del territorio Gita in carrozza sulla neve Corso di cucina in coppia di due ore Un Massaggio Relax a persona. Via Regole, 10/12 - 38010 Ronzone (TN) Villa Tel. 0463 880559 • Fax 0463 880589 Ristorante Tel. 0463 880625 • Fax 0463 880634 [email protected] www.orsogrigio.it HOD 57 Un Massaggio Schiena da 40 minuti Un Massaggio Aromaterapico al pino silvestre da 60 minuti Un Massaggio Plantare da 25 minuti. 27 L E M ONTFLEURY Una crema che vien dalla montagna HOD 57 28 INTERVISTA AL DR. ALBERTO NICOLA P A CURA DI MARINA ROBBIANI arliamo spesso di creme, ma questa volta desideriamo presentarvi una nuova linea cosmetica “che porta in sé con orgoglio l’esprit del territorio valdostano”. Si tratta di quattro creme per la pelle e di un profumatore d’ambiente molto particolari, che oltre ad essere realizzati con ingredienti di origine naturale al 100%, si basano sull’uso di una serie di piante coltivate in Valle d'Aosta quali la Calendula, l’Issopo, l’Imperatoria, la Stella alpina, il Timo. Per farvi entrare in questo mondo profumato di alta montagna, abbiamo intervistato uno degli ideatori di “Le Montfleury”: il Dr. Alberto Nicola, conosciuto anche per la sua farmacia di Aosta, nota più in generale come la Farmacia omeopatica della Valle d’Aosta. L Come e’ nato il progetto di “Le Montfleury”? ’idea di creare il marchio “Le Montfleury” è nata innanzitutto dall’amore per la Valle d’Aosta, la regione in cui vivo e dove svolgo la mia professione di farmacista con un’attenzione particolare verso i servizi integrati e il mondo naturale, guardando non solo la qualità del prodotto ma il contenuto, le emozioni che questo tipo di prodotto può dare a chi lo utilizza. Da qui, in società con un amico, è nata l’idea di “Le Montfleury”. Dal nome facilmente riconoscibile, “Le Montfleury” è anche il nome della sede storica dell’Institut Agricole Régional, e cioè della scuola d'agricoltura regionale, una costruzione settecentesca alle porte di Aosta dove oggi in via sperimentale si coltivano piante medicinali. Oltre a fornire le materie prime botaniche, l’Institut Agricole Régional dà il proprio supporto scientifico per un moderno ed ottimale sfruttamento di queste preziose risorse naturali; ha appezzamenti di terra sparsi lungo tutta la Valle per permettere ad ognuna delle diverse piante medicinali di avere il microclima e l’esposizione solare richiesti. Naturalmente il fatto di avere come partner una scuola di agricoltura istituzionale mi ha dato la garanzia di offrire al consumatore un prodotto della massima qualità. Non dimentichiamo che oggi nella fitocosmesi sono pochissime le realtà in grado di offrire la tracciabilità del prodotto. I Cosa distingue questa linea cosmetica naturale? nnanzitutto sono tutti prodotti numerati. Non per un vezzo che definirei anacronistico, da anni novanta, quando poteva significare “lusso”. Con semplicità la nostra numerazione si deve alla limitatezza del prodotto, visto che ci basiamo sulla qualità di alcune piante medicinali disponibili in natura in quantità limitata. La ricerca è continua, ma il primo valore assoluto di questa nuova linea cosmetica è la sua “tracciabilità”, un pregio che considero quasi unico sul mercato. Il secondo aspetto sta nell’aver selezionato degli eccipienti attivi in grado di rendere sinergiche le proprietà delle piante medicinali. Piante come la calendula, la stella alpina, l’issopo o il timo, pur avendo ottime caratteristiche e una concentrazione di notevoli proprietà anche antinquinanti, non sono piante magiche che al contatto con la pelle compiono “miracoli”. Ecco allora che abbiamo scelto degli eccipienti sinergici tali da conferire alle nostre creme quella maggiore efficacia richiesta dal consumatore, dalle donne. In questa direzione vanno anche i prezzi. Abbiamo fatto in modo di mantenerli del tutto sostenibili, con un packaging elegante ma realizzato con materiale riciclato. I In sintesi l progetto “Le Montfleury” nasce dalla volontà di rivalutare l'esperienza dei nostri avi, con l'intento di proporre allo stesso tempo un razionale, tecnologico ed innovativo utilizzo di piante coltivate in Valle d’Aosta, una regione che ancora oggi come uno scrigno, racchiude in sé mille tesori botanici. Ed ecco la linea di prodott i cosmetici “Le Montfleury”: Esprit des ruisseaux, una crema consigliata per le pelli normali, che dona una pelle vellutata e ben idratata durante tutto l’arco della giornata, attenua i rossori e rende il viso luminoso. fresco. Migliora l’idratazione cutanea e protegge la pelle dal photoaging e dallo smog, donandole nel contempo elasticità, protezione e morbidezza. Esprit de jeunesse, una crema ad azione intensiva specifica per pelli mature, ma anche per combattere le rughe di espressione e l’invecchiamento precoce della pelle. Ad azione protettiva, idratante, rassodante, dona vitalità immediata e duratura fin dalle prime applicazioni. Esprit des Glaciers, una crema specifica per pelli sensibili, altamente idratante e riparatrice da applicare in caso di pelle secca, fortemente disidratata, irritabile, arrossata. Per le sue proprietà lenitive è indicata anche in caso di eccessiva esposizione al sole o al freddo. rigenerante ed antiage, aiuta a contrastare i processi di invecchiamento cutaneo. Ridona alla pelle stressata un aspetto più rilassato e Stella alpina Cresce nei pascoli sassosi e sui dirupi di natura calcarea fino a oltre i tremila metri di altitudine. Per questo motivo, ha sviluppato una copertura di peli che possono aiutarla a sopportare il freddo più rigido, evitando eccessive perdite d’acqua e proteggendola dai raggi ultravioletti del sole d’alta quota. Nelle piante, un elevato livello di acidi fenolici e flavonoidi ad effetto antiossidante rappresenta uno specifico meccanismo di difesa nei confronti delle radiazioni solari ultraviolette. Proprio per il contenuto di tali sostanze, unito alla ricchezza in mucillagini, ad effetto emolliente e lenitivo, la stella alpina è entrata di recente nella sfera delle piante di interesse cosmetico. Esprit de montagne, un profumatore d’ambiente che ricrea il profumo delle erbe officinali della Valle d’Aosta, realizzato con gli oli essenziali di piante coltivate dall’Institut Agricole Régional. In primavera l’Institut Agricole Régional è bellissimo ed è aperto al pubblico: Regione La Rochère 1/A • 11100 Aosta Tel. 0165.215811 [email protected] - www.iaraosta.it Per qualsiasi informazione o contatti commerciali per “Le Montfleury”: NUOVA C.P.SERVICE snc Via Visconti, 17•15033 Casale Monferrato (AL) Tel. 0142.478523 • Fax 0142.478610 Email: [email protected] Siti Internet: www.fitopratici.com www.lemontfleury.it HOD 57 Esprit de vacances, una crema ad azione 29 Un momento di Relax? Proviamo con filo e fiori HOD 57 30 Specchio con bordo di Elizabeth Bradley "Rose e non ti scordar di me". Dalla mostra "Di fiore in fiore". Point de Marque è la merceria milanese specializzata nel ricamo. Si vendono: Filati DMC, House of Embroidery, Fremme, The gentle art, Caron collection, Rainbow Gallery, Kreinik, Marlitt. Lane da ricamo Elizabeth Bradley, Appleton, Colbert, Anchor Perline Mill Hill e bottoncini americani Just another button. Vasto assortimento di tessuti da ricamo in cotone, lana e lino. Kits e leaflets per il punto croce ed il mezzo punto per il ricamo classico. Attrezzature per il patchwork, spilli Butterfly Couture e tessuti americani e giapponesi. Nastri, pizzi, passamanerie. Merceria. Bottoni. Si confezionano i lavori delle clienti. Si organizzano corsi di: punto croce, patchwork, mezzo punto, découpage, appliqué, cucito creativo. Si tengono mostre di ricamo e patchwork. Point De Marque a Milano Via Gaudenzio Ferrari, 6 [email protected] www.pointdemarque.com Tel. 02 8322043 Fax 02 58106626 Le lettere ricamate, uno dei motivi più amati dal punto croce, godono ancora oggi di fascino e freschezza. Si possono adattare e personalizzare a piacere, unendole come in questo caso ad un divertente alfabeto con cui, volendo, far giocare anche i bambini. Della serie: ricamando s’impara… e s’insegna! Punto a croce È a partire dal 1600 che si possono ammiTra i tanti oggetti d’arredo, rare dal vivo i prii cuscini sono un ottimo pretesto mi veri ricami a per rilassarsi esercitando punto croce, conservati la creatività “a tutto punto”. tutt’oggi in Olanda. Ma il loro momento d’oro è l’800. In particolare, il punto croce resta un’arte popolare che si tramanda di madre in figlia, ponendo sulla biancheria in dote alle giovani fanciulle le iniziali di entrambi gli sposi. Alla base di questa usanza c’era un motivo molto pratico oltre che decorativo: una volta steso il bucato al sole, senza quelle iniziali ricamate sarebbe stato un vero rebus identificare con precisione i capi intimi di ognuno! Oggi, oltre ad essere un’arte e insieme un passatempo utile anche al proprio benessere psico-fisico (rilassa, aiuta la concentrazione, ispira e sollecita la fantasia…), il ricamo può diventare uno spunto per curiose “Abilmente – Mostra del bricolage e delle arti manuali”, collezioni sia rinnova l'appuntamento per tutte le appassionate di hobbistica e manualità antiche che creativa con un'edizione di primavera. Point de Marque sarà presente con moderne. un suo stand dal 4 al 7 marzo, alla Fiera di Vicenza. E ricordatevi: tutti gli anni, nel mese di febbraio ci trovate alla Grande Halle de La Villette - Parigi, a ”L’Aiguille en fête!” HOD 57 Diffuso agli albori della sua storia nei Paesi Bassi, il punto croce vantava come tema di moda il tulipano. Ma i fiori da soli o in fantasiose composizioni continuano ad essere uno dei temi preferiti. 31 S KUDO ® Danni da Elettrosmog HOD 57 32 A CURA DI EURODREAM Sandy Skoglund - Blue Bulb La “missione” di Eurodream è aiutare il prossimo a vivere meglio e a lungo, non solo aiutandolo a scegliere i nutrienti di cui ha davvero bisogno, ma anche disintossicando dagli agenti nocivi le cellule di cui è composto e l’ambiente in cui vive. Oggi bisogna sempre più acquisire consapevolezza sull’aria che respiriamo, l'acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, il movimento che facciamo, l'ambiente in cui viviamo. Alla base del nostro impegno c’è l’informazione, che deve essere rivolta a tutti. Infatti, l’informazione è prevenzione. d esempio, anche se molti continuano a dire che è falso sostenere che i cellulari sono estremamente dannosi per la salute, che non esistono prove scientifiche in proposito, sbagliano. Le prove ci sono, eccome. Basterebbe il semplice buon senso, e cioè ragionare senza farsi condizionare dalla propaganda. I cellulari, così come i cordless, emettono radiazioni elettromagnetiche ad alta frequenza, nella fascia dei 900 MHz - 2.4 GHz. Quella dei forni a microonde, per intenderci. A questo proposito, è stato immesso in commercio un innovativo prodotto utile per la propria salute e per quella dei propri cari: si tratta di Skudo®, un Dispositivo Medico di Classe I validato ed inserito nel Repertorio dei Dispositivi Medici del Ministero della Salute. Nato dall’esigenza di proteggere la persona dagli effetti dei campi elettromagnetici emessi dal telefono cellulare, Skudo® è il risultato di una ricerca di avanguardia del settore medico-ambientale e riteniamo che ognuno di noi non possa farne a meno perché il beneficio che si ottiene quando viene applicato ad un telefono cellulare è “certo”. Gli effetti benefici derivanti dall’uso dello Skudo® (originariamente denominato Convertitore d’Onda Geoprotex®) sono stati certificati da Istituti universitari di Medicina, e la sua efficacia è stata pubblicata sulle riviste scientifiche nel settore della Sanità Pubblica. A kudo® è attualmente l’unico prodotto presente sul mercato certificato da Università di Medicina come soluzione ai danni biologici che si possono avere con l’uso prolungato del telefono cellulare, ed è anche l’unico prodotto attualmente in commercio che ha caratteristiche di Dispositivo Medico. Ogni persona oggi è quindi in condizione di proteggersi veramente! Chi lo userà si accorgerà che la sua azione protettiva si trasmette anche a livello del Sistema Per maggiori informazioni su Skudo®: Nervoso Centrale e potrà sentirsi meglio anche quanEURODREAM S.r.l. • 800650800 do sta vicino ad altre apparecchiature elettriche di uso www.eurodream.net • [email protected] comune (PC, notebook, monitor, TV ecc.). S L’uso del telefono cellulare è oggi molto diffuso: lo utilizza il 98% dei giovani tra i 14 e i 19 anni. Ormai è diventato uno strumento irrinunciabile per comunicare ma deve essere utilizzato con precauzione. Alcuni studi epidemiologici recenti documentano un nesso tra uso prolungato del cellulare (e del cordless) e tumori di vario tipo alla testa. Tali studi indicano che gli effetti dovuti all’uso del cellulare non sono solo di tipo termico (riscaldamento dei tessuti), ma anche di tipo biologico (effetti neurologici - induzione di tumori). TELEFONA CON IL CERVELLO! ALCUNE REGOLE PER L’USO CORRETTO DEL TELEFONINO 2 2 2 2 2 REGOLA 1: 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 REGOLA 3: 2 2 2 2 2 Durante il giorno non tenere il telefonino acceso in tasca o a contatto con il corpo: appena puoi riponilo sul tavolo, negli indumenti appesi, nella borsa o nello zaino. 2 2 2 2 2 REGOLA 2: 2 2 2 2 2 Evita le lunghe telefonate, alterna spesso l’orecchio durante le conversazioni e limitane drasticamente la durata (alcuni minuti); quando fai una chiamata aspetta che ti rispondano prima di avvicinare il cellulare all’orecchio. 2 2 2 2 2 REGOLA 4: 2 2 2 2 2 Durante la notte non tenere il cellulare acceso sul comodino o, peggio, sotto il cuscino (le onde elettromagnetiche disturbano il sonno). Non ricaricarlo vicino al letto! da A.P.P.L.E. (Associazione Per la Prevenzione e Lotta all’ Elettrosmog) [email protected] - www.applelettrosmog.it Per informazioni potete contattare anche EURODREAM, distributore esclusivo per l’Italia settore farmacie ed erboristerie: 800650800 • 3356481268 - [email protected] HOD 57 Usa l’auricolare per diminuire l’effetto delle onde elettromagnetiche sulla tua testa oppure usa il viva voce: l’intensità del campo elettromagnetico diminuisce rapidamente con l’aumentare della distanza! In auto, per legge, devi usare solo il viva voce. 33 S ENVA - A RVA HOD 57 34 L’immunoterapia e l’età che avanza DR. MASSIMILIANO IPPOLITO Introduzione sull’immunoterapia a dosi infinitesimali per il trattamento delle affezioni degenerative correlate alla senescenza. L ’invecchiamento dell’organismo è un processo complesso ancora oggi non chiarito ed oggetto di attiva ricerca scientifica. Si ritiene che sia correlato a diversi fattori sia genetici che ambientali. Tra i fattori genetici coinvolti abbiamo una ridotta risposta delle cellule ai fattori di crescita, la progressiva perdita dei segmenti terminali del DNA durante le replicazioni cellulari e l’attivazione di programmi di morte cellulare. Tra i fattori ambientali abbiamo i danni provocati dai radicali liberi e da agenti patogeni. Ma indipendentemente dai fattori responsabili della senescenza, in tale fase della vita si assiste ad una progressiva degenerazione dei tessuti di tutti gli apparati, tra i quali anche il sistema immunitario e l’apparato osteo-articolare. Georgia O’Keeffe, Brown and Tan Leaves,1928. In particolare il sistema immunitario va incontro a disfunzioni che: � aumentano la suscettibilità a malattie infettive; � aumentano la suscettibilità a patologie neoplastiche per ridotta capacità di bloccare le cellule tumorali nella prima fase di crescita; � determinano una disregolazione dei linfociti T e B con perdita della tolleranza ad antigeni self e insorgenza di manifestazioni autoimmuni. Il ricorso alla immunoterapia a dosi infinitesimali durante la senescenza ha come scopo quello di regolarizzare l’azione del sistema immune. A questo proposito, il SENVA è il frutto di lunghe ricerche e studi clinici sull’immunoterapia a dosi infinitesimali effettuati in Belgio dal Dott. M. Jehner e dal Dott. B. Marichal e pubblicati sul testo “Trattato teorico-pratico di immunoterapia a dosi infinitesimali” (Ed . Roger Jollois, Francia 1993). Tali ricerche hanno dimostrato che il Senva è in grado di determinare un effetto immunomodulante con miglioramento della funzionalità del sistema immune nelle persone anziane. Ciò comporta una riduzione dei problemi immunologici legati all’invecchiamento: maggior suscettibilità alle infezioni, alla insorgenza di neoplasie, allo sviluppo di manifestazioni autoimmuni. L ’apparato osteo-articolare è un altro apparato che subisce importanti alterazioni degenerative nel corso dell’invecchiamento. In particolare, l’Artrosi e l’Osteoporosi sono le due patologie che più di frequente colpiscono lo scheletro anziano. L’artrosi è una patologia degenerativa delle articolazioni mobili che vede tra le più colpite le articolazioni dell’anca, del ginocchio, della colonna vertebrale e delle mani, e clinicamente si manifesta con la tipica triade: dolore, rigidità e limitazione articolare. In essa si distinguono forme primitive multifattoriali correlate a fattori genetici, microtraumatici, malnutrizione, disfunzioni endocrine ecc., e forme secondarie, più rare, che possono colpire anche persone giovani e sono conseguenti a malformazioni, traumi violenti (con fratture, lussazioni o distorsioni), necrosi settiche e asettiche, processi infiammatori infettivi e autoimmuni ecc. In tutti i casi la patologia è caratterizzata da progressivo assottigliamento della cartilagine articolare fino alla completa distruzione, formazione di becchi ossei che limitano la funzione articolare, sclerosi dell’osso subcondrale con formazione di cavità di riassorbimento. Indicazioni l SENVA è indicato per il trattamento delle disfunzioni immunitarie correlate all’invecchiamento, può essere assunto anche a scopo preventivo. Nell’uomo se ne consiglia l’assunzione a partire dai 60 anni di età, nella donna a partire da 5 anni dopo la menopausa. Il Senva non va mai prescritto in caso di presenza di neoplasie o malattie autoimmuni. L’ARVA è indicato nel trattamento dell’artrosi primaria o secondaria di qualsiasi distretto mono o pluri-articolare. Si consiglia di iniziare l’assunzione già nelle fasi iniziali della malattia per limitare la sua progressione nel tempo. L’Arva non è indicato nelle forme di artriti autoimmuni (Artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrite psoriasica ecc,) per le quali si consiglia l’assunzione di MAIVA. I HOD 57 La progressiva degenerazione della cartilagine porta a liberazione nel liquido sinoviale di cataboliti cartilaginei e citochine, responsabili dello sviluppo di un processo infiammatorio della membrana sinoviale. Tale infiammazione è responsabile delle manifestazioni acute di intenso dolore che contribuiscono a limitare la funzionalità articolare, favorendo inoltre il processo di degenerazione cartilaginea con progressivo aggravamento della patologia. Veronica Green, Forbidden Cities Il ricorso alla immunoterapia a dosi infinitesimali per il trattamento dell’artrosi ha come scopo quello di modulare l’azione del sistema immunitario a livello delle membrane sinoviali riducendo l’intensità e la durata delle manifestazioni infiammatorie. L’ARVA, anch’esso frutto di lunghe ricerche e studi clinici da parte del Dott. M. Jehner e del Dott. B. Marichal, si è dimostrato capace di ridurre le riacutizzazioni dolorose nelle artrosi mono e pluri-articolari, nonché di rallentare il processo degenerativo con mantenimento nel tempo di una buona funzionalità articolare. 35 Proprietà dei componenti. l SENVA contiene: Coenzima Q10, P.HLA-B e P.HLA-DR (anticorpi monoclonali dell’antigene HLA-B e HLA-DR); PAA (Anticorpo anti idiotipo Ig-G umana), IL-2 (Interleuchina-2), Ubiquitina, DHEA (diidroepiandrostenedione), tali sostanze ad opportune diluizioni infinitesimali sono dotate di azione frenante o stimolante sul sistema immunitario, sia sui linfociti T helper che linfociti T citotossici e linfociti B. Somministrati in diluizioni variabili di 5CH, 7CH, 9CH, 17CH e D6 tali sostanze consentono di favorire una immunomodulazione, stimolando l’azione immunitaria contro gli agenti infettivi, migliorando l’azione di sorveglianza dei processi di proliferazione cellulare e mantenendo la tolleranza agli antigeni-self. L’ARVA contiene: P.HLA-B e P.HLA-DR, IL-1, IL-2, e TNF-Alfa (Tumor-Necrosis-Factor), tali Georgia O’Keeffe, Jimson Weed, 1932. sostanze a dosi infinitesimali (di 9CH, 17CH e 23CH) sono in grado di inibire i processi infiammatori a livello delle membrane sinoviali. HOD 57 I 36 Associazioni terapeutiche possibile associare l’assunzione dell’ARVA e del SENVA per una maggior efficacia nella prevenzione e nel trattamento delle affezioni degenerative dell’età senile. Quando si associano i due prodotti, è comunque necessario effettuare una somministrazione a giorni alterni iniziando con l’ARVA. Lo schema di assunzione è il seguente: ¢ ARVA: Lunedì, Mercoledì, Venerdì. ¢ SENVA: Martedì, Giovedì, Sabato. La Domenica non assumere nessun prodotto. Queste accortezze nell’assunzione sono importanti in quanto i due prodotti presentano dei rimedi comuni che non vanno assunti nello stesso giorno per evitare stimolazioni o frenaggi indesiderati del sistema immunitario. Altri prodotti che possono essere associati all’ARVA ed al SENVA sono: Il VANDA 17 indicato per i dolori articolari reumatici ed Il VANDA 64 indicato per l’osteoporosi; non avendo tali farmaci azione diretta sul sistema immunitario possono essere assunti negli stessi periodi senza nessun accorgimento particolare. È ¤ N Confezioni onfezioni da 60 Capsule numerate. C VANDA OMEOPATICI S.r.l. - Via di Morena, 12 • 00043 Ciampino (RM) ¤ Tel. 06/7903101 • Fax verde 800.901.092 [email protected] • [email protected] • www.vanda.it ¤ Effetti collaterali on sono stati osservati effetti collaterali riferibili a tutti i componenti utilizzati a diluizioni infinitesimali. ¤ L’A LIMENTAZIONE S ANA . . . . . . . . . . . . . E N ON S OLO PRIMAVERA....E e ti apri come fiore che sboccia A CURA DI NOI DUE ’aria è calma e tiepida all’inizio della primavera, dà un senso di rilassamento, di estraniazione dai problemi quotidiani, dai pensieri turbolenti e ansiosi della stagione precedente. “Il cielo placato risplende di luce diffusa”, l’uomo e la natura, finalmente rinati alla loro condizione giovanile si liberano dolcemente dei loro passati affanni, riprendendo forza, colore, vivacità. L’ansietà pervade l’animo di ogni uomo all’avvicinarsi della primavera, all’avvicinarsi dell’amore, siamo stati creati per provare questa felicità, per desiderarla, per essere contenti nel veder sbocciare un fiore a marzo, nel sentire i raggi del sole sulla pelle e il suo calore scaldarci dopo mesi passati a soffrire, soli e freddi, il periodo buio della nostra vita. (Visione della primavera in Lucrezio, “De Rerum Natura”) V e r d u r e a P r i m av e r a : aglio, asparagi, barbabietole, bietole, broccoli, carciofi, cavolfiori, cavoli, cavolini di Bruxelles, cicoria, cipollotti, finocchio, fagioli, lattuga a cappuccio, lattuga riccia, porri, rabarbaro, rafano, rape, scalogni, sedano rapa, spinaci, tarassaco. Erbe Aromatiche: alloro, aneto, erba cipollina, peperoncino, prezzemolo, salvia, rosmarino, timo. L H UMMUS Ingredienti: & 250g di ceci lessati & 2 spicchi d'aglio & 1 limone & 1 mazzetto di prezzemolo, & 1 pizzico di peperoncino, & 2 cucchiai di olio extra-vergine di oliva, & sale. Preparazione: Mettete nel frullatore i ceci, il succo di limone, l’aglio, il peperoncino e il sale. Frullate, aiutandovi se necessario con un po’ d'acqua. Alla fine dovete ottenere un composto omogeneo non troppo fluido. Trasferite l'hummus in una ciotola, cospargetelo di prezzemolo tritato e servite con pane. T ORTINO DI B ULGUR E PORRI Ingredienti: & 300g di bulgur & 4 porri di medie dimensioni &1 cucchiaio di curcuma &un pizzico di semi di cumino, &pangrattato, &semi di sesamo, &olio extra-vergine di oliva, &sale. Preparazione: Dopo aver tostato per pochi minuti il bulgur in padella senza olio, avendo cura di non farlo bruciare, aggiungete 600 ml di acqua salata. Intanto mondate il porro e tagliatelo a pezzetti finissimi, saltatelo in una padella con un pizzico di sale e Viale Col di Lana, 1 • Tel. 02/58.10.15.93 un po’ d'olio aromatizzato con curcuma e alcuni semi di cumino. Ultimata la cottura, unite il bulgur ai porri. Trasferite il composto in una teglia foderata con carta da forno, e spianatelo con un cucchiaio di legno fino ad ottenere un tortino di circa 3 centimetri Siamo aperti tutte le sere di altezza. Distribuite uniformemente sopra l'impasto da Lunedì a Domenica pangrattato e semi di sesamo. Gratinate per una e Sabato e Domenica anche a pranzo quindicina di minuti in forno caldo. Non si servono alcolici Condite a piacere. NOI DUE CUCINA VEGETARIANA NATURALE E BIOLOGICA HOD 57 TRATTORIA LATTERIA 37 PANE Q UOTIDIANO O NLUS HOD 57 38 “Fratello... Nessuno qui ti domanderà chi sei, nè perché hai bisogno, nè quali sono le tue opinioni” La fondazione laica e senza scopo di lucro Pane Quotidiano elargisce dalle 9 alle 11 di ogni mattina presso le sue due sedi di Milano 2.600 razioni (dal lunedì al venerdì) e 4.000 razioni (nella sola giornata di sabato) di pane, latte e una serie di alimenti confezionati a rotazione quali frutta, verdura, budini e yogurt, formaggio, salame, marmellata ecc. Insieme al sacchetto di cibo si danno indumenti, scarpe, giocattoli, libri… regalati come tutto il resto da privati o aziende socialmente utili. Per chi non ha nulla anche il più piccolo aiuto è fondamentale. Per questo, per poter continuare nella nostra azione a beneficio di chi vive in povertà, abbiamo bisogno anche del tuo sostegno. Aiutarci è semplice. Puoi fare una donazione con: Y il Conto corrente postale n° 27739200 Intestato a Pane Quotidiano Viale Toscana, 28 - Milano Y Il Conto corrente bancario n° 66101/22 Intestato a Pane Quotidiano BANCA INTESA - ABI 03069 - CAB 09502 - CIN R CODICE IBAN: IT 55R 03069 095020 00006610122 Y Pane Quotidiano è presente a Milano: in Viale Toscana 28 - Tel. 02 58310493 in Viale Monza 335 - Tel. 02 27000468 [email protected] - www.panequotidiano.org L A T ESTIMONIANZA DI G ENEVIÈVE A USENDA L’Arte dell’Ikebana In origine, prima di iniziare la pratica dell’Ikebana, era usanza ringraziare i fiori e le piante per il regalo che facevano di una parte della loro vita. Insegnando pratica di Ikebana da 25 anni, Geneviève Ausenda è testimone di un’arte floreale tipicamente orientale, la cui filosofia rimanda allo Zen e ad un lungo percorso meditativo e spirituale che ha come centro l’armonia di tutte le cose. Tutto nasce dal Buddismo, che nell’arco di dieci secoli si propaga dall’India in tutta l’Asia e, attraverso la Cina e la Corea, viene assimilato dal Giappone (600 d.C.). Praticata in principio dai monaci, l’Ikebana ha origine come offerta rituale religiosa. Un’offerta floreale a Buddha, che nella sua verticalità aspira all’avvicinamento al Cielo. Solo in un secondo tempo entra anche nei palazzi, ma resta ancora limitata ai potenti - religiosi e nobili - e come tale si insegna nel rito del segreto. La sua diffusione è molto lenta, la trasmissione gestuale. Lo stesso termine Ikebana nasce nel XVII secolo. Il suo significato, “fiori viventi”, esplica la concretezza del linguaggio orientale che (a differenza nostra) non affida mai alle parole un senso astratto. Intanto occorre altro tempo perché la sua conoscenza si allarghi dai palazzi ai salotti, alle case, ma malgrado questo fin verso la fine del XVIII secolo l’Ikebana rimane una pratica esclusivamente maschile. L’Ikebana è una disciplina che si impara lentamente, un patrimonio non più legato alla fede ma un’arte che accende la curiosità e che aiuta la concentrazione. Per comporre un’Ikebana si ha bisogno di fiori freschi, rami, radici, semi… tutta la pianta va rispettata nella sua interezza. Allo stesso modo è importante la sua componente simbolica, quasi un’emozione riservata che diventa parte della composizione: essenziale, elegante, armonica, alla cui impostazione estetica si affianca, con grande economia di movimenti e di spazio, la ricerca dell’efficienza. Sono tre le regole d’oro da tener presente per comporre un’Ikebana con un’armonia concreta come quella che si dispiega nel disegno di un volto: • dare importanza al Vuoto e al Pieno • dare importanza al Forte e al Debole • dare importanza al Numero Dispari. L’arte dell’Ikebana ha un forte legame con la disciplina, con la precisione, la meditazione e la perseveranza, ma in tutto questo deve essere sempre presente l’elemento della creatività. In tal senso l’apporto personale di Geneviève Ausenda si traduce nel fare domande (un’abitudine poco in uso in Giappone) per conoscere, sapere, cercare le risposte. Master di Ikebana e Presidente Chapter Ohara Milano (secondo le direttive della scuola giapponese Ohara di Tokyo), Geneviève Ausenda tiene corsi di Ikebana a tutti i livelli per Il Garden Club Milano. La scuola Ohara cerca e insegna l’equilibrio tra tradizione, modernità e creatività, e durante le sue due ore di lezione Geneviève Ausenda aiuta a ritrovarsi, a concedersi un momento di pausa e di riflessione. Garden Club Milano - Tel. e Fax 02.84892475 via Moncucco 26/2, Milano [email protected] - www.gardenclubmilano.it HOD 57 Anonimo giapponese,“Composizione di fiori in forma di paesaggio”, 1820 ca. “Riconoscere Buddha in un filo d’erba” 39 sciroppo di Manna, Fichi e Cassia AIUTA L’INTESTINO A LAVORARE SEMPRE BENE Flacone da 200 ml Per evitare o limitare la pigrizia dell’intestino occorre abituarlo ad un lavoro regolare e puntuale. Certamente è indispensabile un’alimentazione varia, povera di grassi e molto ricca di frutta, verdura, cibi integrali (tutti alimenti che apportano la preziosa fibra alimentare) e un regolare e moderato esercizio fisico. Questo sciroppo è un aiuto naturale, che permette di educare la funzione intestinale. È un mezzo efficace e delicato per prevenire la stitichezza. Anche i bambini e le persone anziane possono trarre vantaggio dall’uso dello sciroppo di Fichi e Manna. DOSAGGIO 20-40 ml 1 volta al giorno preferibilmente la sera. I succhi freschi sono distribuiti in Italia da: SOLONATURA srl Via Privata Druso, 6 - MILANO Tel. (+39) 02.5060058 - (+39) 91988120 - fax (+39) 02.740690 [email protected] • www.solonaturasrl.it Maurice Cer eghini Institute Centri di Pranoterapia e Natur opatia Maurice Cereghini, life couch & counseling. Esperto in Medicine Olistiche e Guarigione Spirituale, Pranoterapeuta e Naturopata. Fondatore e Direttore, dal 1988, del Maurice Cereghini Institute, una delle più importanti strutture elvetiche nella produzione e distribuzione di prodotti fitoterapici ed erboristici. Maurice Cereghini potrà aiutarti nei suoi studi in Italia e Svizzera attraverso la sua ventennale esperienza. Milano Presso il Centro Le Radici del Cielo Via Pecchio, 18 Tel. 333 8291110 “La cura del corpo passa attraverso quella dello spirito” Contatta il Maurice Cereghini Institute e partecipa ai seminari di Maurice Cereghini per sperimentare di persona il potere della guarigione spirituale. In Italia Cantù (Como) Via Ariberto, 17 Tel. 031 709409 Prossima apertura a Cernobbio (Como) Per informazioni 333 8291110 In Svizzera Lugano Via Motta, 24 Tel. 0041 78 6334148 Mezzovico Presso il Centro Aquamarina Tel. 0041 78 6334148 Per ulteriori informazioni: www.mauricecereghini.com B IOTON D ONNA Vår, “Garden” HOD 57 44 Un Integratore Alimentare “al femminile” La vita della donna è da sempre, ma oggi ancor di più, particolarmente faticosa. Famiglia, studio e lavoro sottopongono il gentilsesso ad uno stress molto intenso fin dalla giovane età. È uno stress che diventa particolarmente pericoloso durante il ciclo mestruale ed al raggiungimento della menopausa. In questi momenti assai delicati, alterazioni e scompensi ormonali unitamente a carenze o malassorbimento di principi nutritivi espongono il fisico e la mente della donna a numerosi rischi. Le manifestazioni principali sono osteoporosi, ansia e irritabilità, invecchiamento cutaneo. Per aiutare a prevenire questi spiacevoli disturbi femminili, Sella Farmaceutici ha sviluppato Bioton Donna. La sua formulazione a base di Calcio e Vitamina D3 riduce i rischi di osteoporosi e rinforza l’apparato osseo-scheletrico; la presenza di estratti di Eleuterococco, Iperico e Rhodiola Rosea migliora l’umore aiutando a superare lo stress e prevenendo ansia e fame nervosa. La Vitamina C, di cui è ricco Bioton Donna stimola le difese immunitarie e combatte i radicali liberi, causa di invecchiamento cutaneo e fisiologico. Due compresse al giorno favoriscono l’equilibrio ed il benessere della mente e del corpo. Bioton Donna può essere assunto quotidianamente, dalla giovane età e per tutta la vita. BIOTON DONNA (36 compresse da 1g), lo trovate in farmacia. Le Oasi Salus Coltivazioni biologiche al servizio della salute In Cile, Salus Haus coltiva 600 ettari di terreno secondo i principi dell’agricoltura biologica e in collaborazione con le popolazioni locali. Da qui proviene la maggior parte delle erbe contenute negli integratori alimentari e nelle tisane Salus La parola Salus deriva dal latino e significa salute e benessere. Quando il dottor Otto Greither 90 anni fa cercò un nome per la sua azienda, ‘Salus’ risultò essere il più adatto, in quanto per anni egli aveva lavorato ricercando come, con l’aiuto delle erbe, si potesse rimanere sani il più a lungo possibile. Ancor oggi Salus lavora seguendo i principi di Otto Greither, utilizzando erbe che siano il più possibile allo stato naturale. Attualmente l’azienda con sede a Bruckmühl, in Baviera è diretta dal figlio del fondatore, anche lui di nome Otto: nel 1945, all’età di 20 anni, prese in mano le redini di Salus dopo la morte dei genitori. La forza delle erbe ha permesso a questa piccola realtà di crescere e diffondersi enormemente nei suoi 90 anni di storia. Molte delle erbe utilizzate nei prodotti Salus provengono dal Cile. La decisione di trasferire la coltivazione di erbe in Sud America fu presa molti anni fa. Infatti dal 1986, a causa della catastrofe di Chernobyl, per anni in Europa interi raccolti erano inquinati dalla radioattività. Questo causava a Salus difficoltà quasi insormontabili. Allora Otto Greither si mise a cercare un appezzamento di terreno che fosse rimasto il più possibile allo stato naturale. Oggi un terreno in Cile è proprietà di Salus ed Otto Greither in questo modo ha potuto provare anche l’esperienza di agricoltore: “Un giorno ho espresso il desiderio di vedere il luogo da dove provengono queste piante ed essere presente anche al raccolto - dice il proprietario di Salus - allora mi sono recato lì e devo dire che mi è piaciuto molto, mi sembrava di essere in Baviera. E ho pensato: se avessi qualcuno di fiducia che si impegnasse in questo lavoro comprerei una piccola fattoria in questo posto.” Una volta realizzatesi le condizioni necessarie, sono state create le oasi Salus in cui oggi vengono coltivati 600 ettari di erbe in modo assolutamente biologico. Cento tipi diversi di erbe vengono coltivati e raccolti ogni anno in questi terreni, tuttavia l’agricoltura in questo paese non è così semplice. Infatti piove spesso e a causa della pioggia crescono a dismisura le erbe infestanti, mentre le piante officinali rimangono soffocate. Al confronto, gli attacchi degli insetti rappresentano un problema di facile soluzione. Per questo vengono impiegate fino a 150 persone nei campi, solo per togliere le erbacce, ma l’esperienza ha insegnato che questo lavoro è fondamentale. Una curiosità interessante riguarda la coltivazione della genziana maggiore: le radici di questa pianta possono essere colte solo dopo otto anni e nel frattempo i campi si riempirebbero di erbe infestanti. La soluzione naturale escogitata da Salus è un gregge di pecore, che è lasciato libero di pascolare nei campi. Le pecore mangiano le erbe ma evitano la genziana a causa del suo gusto amaro. Oltre alla coltivazione delle piante officinali per la realizzazione dei prodotti, nelle Oasi Salus ci si preoccupa anche della tutela delle erbe medicinali in pericolo di estinzione: piante come la Primula veris o l’Arnica delle montagne bavaresi, la cui raccolta incontrollata in questi anni ne ha messo a rischio l’esistenza, e che invece vengono coltivate e raccolte a mano dai contadini locali, di origine Mapuche. Le condizioni di lavoro nelle fattorie Salus in Cile corrispondono alle leggi tedesche: cinque giorni lavorativi, contributi assistenziali e previdenziali, maternità e salario minimo per i lavoratori stagionali sono garantiti come in madrepatria. Le Oasi Salus non sono il frutto della convenienza economica ma di una scelta di qualità e di tutela per i consumatori. Distribuito da: EUROSALUS ITALIA T Srl - via Francia 8 - 37024 NEGRAR (VR) tel. 045.60.00.355 fax 045.60.00.589 www w .eurosalusitalia.it - [email protected] Pi ccoli Piaceri? Rilassati per il giorno Sereni la notte Ecco i Rimedi Giusti per stare 24 ore in un Eden di benessere! Per maggiori informazioni sui prodotti rivolgersi a: Unipersonale Prodotti dalla Dott. C.Cagnola s.r.l. Natura Via A. Vannucci, 14 - 20135 Milano Tel. 02 36524486 - Fax. 02 36525436 • e-mail: [email protected]