riforma della pac e sviluppo rurale. interviste a

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riforma della pac e sviluppo rurale. interviste a
Impresa Artigiana & P.M.I.
- Anno XII - n.17 del 16/7/2014 - Poste Italiane s.p.a. Sped.abb.post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 comma 1, DCB Po - copia: 0,10
1
riforma della Pac e SviluPPo rurale. interviSte a:
- Presidente Cia Nazionale – Dino Scanavino
- Presidente Cia Regionale – Flavio Furlani
- Assessore all’Agricoltura Regione Veneto – Franco Manzato
- Consigliere Regione Veneto – Graziano Azzalin
edificabilità in zona agricola
decreto comPetitività
Via Durando, 14/a 30175 Marghera (VE) Tel. 041 5381999 - Fax 041 5381819
Luglio 2014
SOMMARIO
www.ciavenezia.it
EDITORIALE
1
• A cura di Paolo Quaggio – Presidente Cia Venezia
• RIFORMA DELLA PAC E SVILUPPO RURALE. INTERVISTA A:
- Presidente Cia Nazionale – Dino Scanavino
- Presidente Cia Regionale – Flavio Furlani
- Assessore all’Agricoltura Regione Veneto – Franco Manzato
- Consigliere Regione Veneto – Graziano Azzalin
2
PRODUTTIVI
7
• Edificabilità in zona agricola
8
FISCALE
12
• Decreto competitività
13
• Attività didattiche – scuole in fattoria: il decreto legislativo
39/2014
18
• Collaboratori familiari nel settore agricolo
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DAL SOCIALE
20
• Pensione anticipata
21
• Le donne anticipano la pensione
21
• La totalizzazione dei contributi
22
• Contributi obbligatori 2014 per i CDCM e IAP: tempi e modalità di versamento
22
• Pensioni tra proposte e realtà
23
• 9 novembre festa di San Martino
23
DAL TERRITORIO
24
• Primi risultati e indicazioni in caso di danno
25
• Jesolo ed Eraclea: aperti 2 nuovi uffici Cia
26
• Central Market
26
• Agricoltura e Orticoltura in crisi, allarme a Cavallino
27
• Giuseppe Politi confermato alla guida di ASES, la ONG della Cia
27
• Mara Longhin riconfermata alla guida di Donne in Campo – Cia
28
• Corsi gratuiti per imprenditori agricoli
29
Cia Venezia
azienda con sistema di gestione per la qualità
UNI EN ISO 9001:2008 CERTIFICATO CSQA N. 6287
Impresa Artigiana & P.M.I. - Periodico - Aut. Trib. Prato n° 6 del 25/6/04 - Dir. resp.: B. Lisei
Red. e Amm.: Media srl - via Lombarda, 72 Comeana - Tel. 055 8716801 - Stampa: Rindi
EDITORIALE
La PAC è ormai in dirittura di arrivo, entro la fine di luglio lo stato
italiano dovrà definire quegli aspetti
che l’unione europea ha demandato agli stati membri, tra questi, per
esempio, la definizione di agricoltore attivo e, cosa molto importante,
in che maniera diversificare gli interventi nei settori che più risentiranno
negativamente del nuovo assetto
PAC primo fra tutti l’allevamento da
carne.
La soluzione che si profila è quella di dare al settore carne un premio
accoppiato atto a garantirne la sostenibilità economica, parte di questo premio accoppiato dovrebbe
arrivare dal taglio del pagamento
dei premi al di sotto dei 250 euro.
Questa presa di posizione pone
alcune questioni anche contrastanti
tra loro sia per gli agricoltori che per
le associazioni che li rappresentano.
Se da un lato, la scelta strategica di sostenere un settore che altrimenti sarebbe destinato a chiudere
sembra più che doverosa, da un altro, il taglio dei premi presumibilmente ad aziende con meno di un
ettaro di terreno, andrà ad eliminare
una grossa quantità di piccoli produttori, si potrebbero ipotizzare per
questi, magari tramite il PSR, degli interventi mirati affinché questi
terreni non vengano abbandonati,
penso a misure mirate sul greening
oppure incentivi per l’affitto.
La difesa e il sostegno di un’agricoltura attiva e produttiva un’agricoltura con la A maiuscola è posizione che la CIA da sempre difende
e propone ed è perciò per noi scelta
obbligata al di fuori di ogni dubbio.
D’altro canto, anche la nostra organizzazione deve adeguarsi ad un
mondo in veloce e costante cambiamento, in particolare nel settore
agricolo, anche la rappresentanza
sindacale dovrà rivedere le proprie
posizioni per risintonizzarsi alle nuove esigenze che il futuro prospetta.
Difesa e sostegno all’agricoltura impongono all’associazione non
solo servizi di tipo cartaceo -burocratico ma anche e soprattutto servizi di tipo tecnico e di consulenza
atti a dare alle aziende il supporto
per garantirsi il giusto reddito senza
il quale l’agricoltura si vedrà a dover
chiudere i battenti.
All’interno del nostro giornale
ospitiamo sull’argomento riforma della Pac, le considerazioni del
Presidente Cia nazionale Secondo
Scanavino, del Presidente Cia Regionale Flavio Furlani, dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Franco
Manzato e del Consigliere Regionale Graziano Azzalin che vi consiglio
di leggere.
Un caro saluto
La Pac è una grande
oPPortunità
Per iL riLancio
deLL’agricoLtura e Per
iL Paese. aLcune sceLte
fatte daLL’itaLia, in
fase di aPPLicazione,
non ci hanno
convinto fino in
fondo.
L
a Politica Agricola Comune
che ha compiuto 50 anni lo
scorso anno, è una politica
di enorme rilevanza considerato
che interessa: oltre 500 milioni di
2
cittadini europei ai quali l’agricoltura fornisce cibo ogni giorno; circa la metà del territorio europeo e
nazionale destinato a coltivazioni
agricole (oltre il 70% se si considerano anche le foreste);circa
12 milioni di agricoltori e aziende
agricole nell’UE, che garantiscono occupazione a 30 milioni di
persone e ad ulteriori 10 milioni
di addetti nel settore agroalimentare; la fornitura di beni pubblici
(paesaggio, tutela del territorio,
etc.) da parte degli agricoltori a
beneficio della collettività. il 3540% del bilancio comunitario
complessivo, che ammonta ad oltre 100
miliardi di euro per
anno.
La
nuova
Pac
(2014/2020) deve
rappresentare
un’occasione per
il rilancio dell’agricoltura e l’alimentare “made
in Italy, una grande opportunità
per la crescita del Paese che sarebbe veramente grave non cogliere. La spesa comunitaria per
l’agricoltura italiana nel periodo
sarà di circa 52 miliardi di euro,
pari a 8 miliardi circa per anno,
così suddivisi: 26 miliardi erogati come pagamenti diretti (versati
per ogni ettaro di superficie agricola); 7 miliardi per interventi di
mercato a favore di varie filiere;
19 miliardi (compresa la quota di
cofinanziamento nazionale) per
le misure di sviluppo rurale.
Queste risorse destinate all’agricoltura italiana potranno generare un valore aggiunto di circa 250
miliardi l’anno tra fase produttiva primaria e attività collegate
a monte e a valle: complessivamente, poco meno del 20% del
Pil nazionale.
La riforma varata prevede che
almeno il 30% della spesa comunitaria della Pac per pagamenti diretti e sviluppo rurale sia
destinata a scopi ambientali: per
la sostenibilità, per la tutela della
biodiversità e per la mitigazione
e l’adattamento al cambiamento
climatico.
Un impegno finanziario enorme,
pari a 110-120 miliardi di euro per
l’agricoltura sostenibile nei sette
anni (di cui 17 miliardi per l’Italia).
Senza contare che praticamente tutti i benefici finanziari per le
imprese agricole sono vincolate (“condizionalità”) al rispetto di
norme ambientali, di sicurezza
alimentare e di benessere animale che vanno al di là degli standard minimi di legge previsti dalla
normativa comunitaria e nazionale. La nuova Politica Agricola
Comune sarà più selettiva rispetto al passato. Garantirà i trasferimenti solo agli “agricoltori attivi” e prevederà un aumento dei
pagamenti ad ettaro per i giovani
agricoltori. In Italia potranno es-
sere destinati ai giovani imprenditori agricoli “under 40” circa 500
milioni di euro nei prossimi sette
anni, che potranno essere distribuiti su oltre 1,5 milioni di ettari
ogni anno. Il nuovo sviluppo rurale rende disponibili risorse per
investimenti, progettualità, iniziative imprenditoriali finalizzati
all’innovazione, alla riorganizzazione delle filiere e aumento degli
stock di capitali.
In linea di principio si tratta di
circa 6,5 miliardi di euro l’anno,
comprese le risorse nazionali,
che potranno essere utilizzate per ammodernare le imprese
competitive per affrontare meglio
il mercato. Una somma che si aggira intorno ai due terzi degli investimenti fissi lordi del sistema
agricolo nel complesso.
Le nuove misure di mercato della Pac puntano essenzialmente
sull’aggregazione e sul miglioramento degli agricoltori nel posizionamento all’interno delle filiere. Con esse si potrà contribuire
a limitare gli effetti della volatilità
dei mercati e a fronteggiare l’instabilità dei redditi degli imprenditori agricoli.
Le inefficienze delle filiere assommano a circa 8-12 miliardi
di euro l’anno. Utilizzando gli interventi della Pac “verso il 2020”
per eliminare tali distorsioni, sarà
possibile recuperare un valore
pari a circa l’8-10% dei consumi
agroalimentari domestici delle famiglie italiane.
La nuova Pac può anche concorrere a migliorare l’auto-approvvigionamento di materie prime che
tradizionalmente l’Italia importa.
Prevedendo un pagamento supplementare “accoppiato” di 180
euro/ha per la produzione di proteine vegetali, si potrebbe arrivare a incentivare sino al doppio
degli investimenti di ettari attualmente seminati a soia nel nostro
Paese: passando da circa 240
mila a oltre 400 mila ettari.
Ma ora soffermiamoci sull’applicazione in Italia della Pac 20142020. In questi giorni si è definito
un accordo tra Ministero e Regioni, sui principali aspetti relativi ai pagamenti diretti. Non sono
accordi, per noi, soddisfacenti.
Avevamo chiesto una politica più
innovativa ed orientata alla crescita, invece, si è seguita un’impostazione molto conservatrice,
fondata più sul mantenimento
delle condizioni preesistenti,
compreso l’invarianza relativa
dei flussi finanziari regionali, che
sulle esigenze del sistema delle imprese. Non si è voluto, per
esempio, valorizzare la figura
dell’agricoltore attivo per concentrare risorse a chi vive di agricoltura e produce ricchezza salvaguardando l’ambiente. Non si è
utilizzato l’intero budget disponibile per sostenere politiche attive
a supporto di settori in difficoltà;
si è di fatto tornati indietro anche
rispetto al sostegno al piano delle proteine vegetali, assoluta necessità economica ed ambientale
del nostro Paese e per ridurre le
importazioni dall’estero.
Ora che dobbiamo affrontare le
politiche più importanti per il rilancio della nostra agricoltura - i fondi strutturali, i programmi di sviluppo rurale, le misure di mercato
- dobbiamo assolutamente avere
una forte inversione di tendenza.
Dobbiamo non solo spendere,
ma spendere bene, con un maggior coordinamento tra le regioni
e con l’amministrazione centrale
e con una radicale semplificazione dei procedimenti burocratici.
Le linee prioritarie di azione dello sviluppo rurale sono, a nostro
avviso, essenzialmente quattro:
Organizzazione delle filiere, Innovazione, Investimenti produttivi e ricambio generazionale.
Occorre un’attenzione prioritaria
all’aggregazione del prodotto,
attraverso la nascita, lo sviluppo
e la fusione di Op, organizzazioni economiche forti, formate da
agricoltori, che commercializzano il prodotto dei soci con progetti imprenditoriali innovativi. Nello
stesso tempo occorre favorire
relazioni ed organizzazioni interprofessionali che creano valore aggiunto e lo distribuiscano
equamente nella filiera, operando sia sui mercati nazionali che,
sempre più, internazionali.
L’agricoltura ed il sistema agroalimentare italiano devono tornare
ad innovare. Con i Psr occorre
finanziare anche le nuove filiere
delle agroenergie, della chimica
verde, dei servizi multifunzionali, sempre integrati con la finalità
prioritaria dell’agricoltura, che è
quella alimentare, e sempre sapendo coniugare competitività
con sostenibilità.
Poi dobbiamo investire in strumenti nuovi che rilanciano la ricerca e la consulenza d’impresa,
che facilitino l’accesso al credito,
che sperimentino e sviluppino sistemi di gestione del rischio e di
stabilizzazione del reddito. Ma per
fare tutto questo, per applicare
davvero efficacemente la nuova
programmazione Pac, è necessario, un processo di partenariato tra amministrazioni e l’intero
mondo imprenditoriale sostanziale, efficace e trasparente. Un
partenariato così, chiama anche
il mondo della rappresentanza ad
assumersi delle responsabilità ed
alla difficoltà di compiere scelte,
ma è indispensabile per avere
una visione comune, fissare degli
obiettivi, favorire una crescita che
assicuri reddito per gli agricoltori
e ricchezza per il Paese.
Dino Scanavino
Presidente nazionale Cia
3
Pac e Psr, iL giudizio
di cia veneto
L’analisi del presidente regionale
Flavio Furlani
I
piani che governeranno l’agricoltura
nei prossimi anni provocano giudizi
contrastanti nel presidente di Cia
Veneto Flavio Furlani. Un parere estremamente negativo su alcuni passaggi
della PAC 2014-2020, mentre aspetti
positivi si intravedono nel PSR.
«È proprio così - spiega Furlani - perché la PAC, al di là del giudizio complessivo che si può dare, contiene un
elemento estremamente negativo. Si
tratta dell’articolo 52, quello sui pagamenti accoppiati».
L’accordo finale destina al sostegno
accoppiato (art. 52, Reg. 1307/2013)
un importo di 426,8 milioni di -, distribuiti in 17 misure di sostegno. La maggior parte delle risorse è destinata alla
zootecnia (210,5 milioni di -, pari al
49,3%) ripartita fra i seguenti settori:
vitelli/e nati da vacche da latte, vacche nutrici, bovini macellati 12-24
mesi, ovicaprini, bufalini. Il sostegno ai
seminativi (14% delle risorse) interessa quattro settori: riso, barbabietola,
pomodoro da industria e grano duro.
La grande novità è l’inclusione del
grano duro con 59,7 milioni di -, che
4
dovrebbe generare un pagamento di
circa 50 -/ha. Il piano proteine ottiene
l’8,4% delle risorse. La soia è stata inclusa nel sostegno con 10 milioni di e dovrebbe generare un pagamento
di circa 95 -/ha. L’olivicoltura acquisisce un sostegno di 70 milioni di -.
«L’Italia aveva chiesto di portare
questo capitolo al 15%, invece è stato riportato al precedente valore,
dell’11%. Aver fatto entrare una serie
di produzioni in questo articolo è servito solo per una ridistribuzione delle
risorse che però non risolve nulla. È
una mediazione al ribasso, uno spezzatino che non scontenta nessuno ma
che dimostra con eloquenza che il Governo ha rinunciato ad avere una politica agricola».
Migliore il giudizio invece sul Piano di
Sviluppo Rurale approvato in Regione.
«Sì - conferma il presidente di Cia Veneto - per almeno due motivi. Il primo
è che tutte le associazioni professionali degli agricoltori hanno collaborato
costruttivamente e unitariamente, rinunciando a peculiarità proprie per un
interesse più generale e condiviso. E
poi perché si è lavorato molto sul concetto di filiera: non più sostegno solo
all’azienda agricola, ma anche a tutto
il processo che porta allo sbocco sul
mercato.
Certo, lo stanziamento (inizialmente
inferiore ai 300 milioni di euro, poi
portato a 350 milioni) è ancora insufficiente, ma si tratta di un miglioramento».
Manzato: regione
iMPegnata su Pac, Ma iL
veneto è PenaLizzato
L’assessore: «Mancata intesa nella
Conferenza Stato-Regioni»
1)
Ass. Manzato, lei ha assunto una
posizione critica rispetto all’applicazione della PAC in Italia, che rispecchia per qualche verso i dubbi espressi dalla Cia: avevamo chiesto una politica
più innovativa ed orientata alla crescita,
invece, si è seguita un’impostazione molto conservatrice, fondata più sul mantenimento delle condizioni preesistenti. Il
Veneto si è anche posto duramente nei
confronti del Ministero dell’Agricoltura…
La Politica agricola comune della Unione Europea sta mettendo a dura prova il Veneto,
dove da oltre tre anni si sta costruendo una
strategia che consenta al comparto rurale
di crescere con l’appoggio della Regione e
che nel tempo possa assorbire senza grossi
traumi la riduzione degli aiuti. Il margine di
intervento della Regione nella definizione
del Programma di Sviluppo Rurale, che prevede contributi alle aziende agricole, è stato adeguatamente sfruttato e ritengo abbia
portato ad un ottimo risultato. Mentre la
partita degli aiuti diretti, gestita da Roma,
si è rivelata inadeguata e non alla pari con
la visione strategica che noi invece abbiamo
applicato nel PSR Veneto.
Una buona programmazione che mira a far
crescere l’ agricoltura italiana sicuramente
non avrebbe inserito alcun meccanismo di
“preferenza” per le aree del sud, che storicamente rendono poco perché fanno
poco, gestiscono i contributi in modo per
nulla trasparente e non riescono nemmeno
a utilizzare tutte le risorse che gli vengono messe a disposizione. Soprattutto, una
buona strategia non avrebbe permesso che
settori fortemente penalizzati (zootecnia)
non venissero adeguatamente considerati
al momento della definizione dei premi “accoppiati” (aiuti creati appositamente per
sostenere le aree di intervento più marginali e in difficoltà). Questi sostegni “accoppiati” sono il nocciolo di una polemica che
da mesi schiera il Veneto contro il Ministero,
arrivando di recente alla resa dei conti attraverso la mancata intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni sul documento definitivo.
2)
In particolare, per il Veneto chiediamo che la PAC sostenga di più
l’innovazione. Cosa potrà fare la
Regione Veneto in questo senso?
A riguardo ricordo l’esperienza veneta della misura 124 del PSR 2007-2013, presa ad
esempio a livello nazionale ed europeo;
la Regione ha infatti sostenuto con circa
13 milioni di euro oltre 80 partnership tra
aziende agricole, aziende del settore della
trasformazione ed enti di ricerca per la realizzazione di progetti mirati allo sviluppo
di nuovi prodotti, processi e tecnologie
nel settore agricolo, alimentare e forestale.
Nella Proposta di PSR 2014-2020, attualmente in discussione in Consiglio Regionale, il sostegno all’innovazione è una delle priorità strategiche che ho proposto sin
dalla Conferenza Regionale dell’Agricoltura
al partenariato. La proposta di PSR prevede
sostegni specifici nell’ambito della misura
16 che mira a supportare la realizzazione di
gruppi di cooperazione finalizzati all’innovazione in senso ampio, non solo tecnologica
ma anche organizzativa, ambientale, legata
alle attività di servizio. Per quanto si riferisce strettamente all’innovazione tecnologica, la misura prevede in particolare con due interventi dedicati.
Il primo è “Costituzione e gestione dei gruppi operativi dei
PEI in materia di produttività
e sostenibilità in agricoltura”,
finalizzato a sostenere la creazione di gruppi operativi per la
partecipazione ai Partenariati
europei per l’Innovazione sostenuti dall’iniziativa Horizon 2020;
il secondo è “Realizzazione
di progetti pilota e sviluppo
di nuovi prodotti, pratiche,
processi e tecnologie”, evoluzione proprio della esperienza maturata nel periodo
2007-2013 con la misura 124. Per entrambi
la proposta contiene un sostegno finanziario significativo. Complessivamente ho proposto per la misura 16 una dotazione di 27,5
milioni di euro.
3)
La Cia apprezza l’impianto complessivo del PSR, ma chiede un
ulteriore sforzo per una maggiore semplificazione, visto che la burocrazia
a carico degli agricoltori è ancora opprimente. Si può migliorare?
Non voglio dare risposte ovvie o rispondere
con dichiarazioni generiche, che già leggiamo e ascoltiamo ogni giorno. Per me una
risposta concreta a questa istanza di semplificazione è stato ridurre la giungla di oltre 100 azioni finanziate dal PSR 2007-2013,
scegliendo 44 interventi da attivare con il
PSR 2014-2020. Credo che questa concentrazione consentirà anche di trovare soluzioni burocratiche migliorative. Corre l’obbligo
però di ricordare gli sforzi fatti e i risultati
conseguiti in termini di semplificazione in
Regione Veneto dal 2010 a oggi, perciò cito
le iniziative più rilevanti nel settore a me affidato: il rilascio in automatico della qualifica di imprenditore agricolo professionale,
la realizzazione della semplificazione nella
gestione dello schedario viticolo e degli
aiuti regionali dell’Ocm vitivinicolo, l’aumento delle materie affidate in convenzione
ai CAA, il rispetto dei tempi istruttori sulle
domande del PSR (graduatoria in 120 giorni
dal termine di scadenza per la presentazione delle domande), la riduzione dei tempi
di pagamento per il PSR (60 giorni per le
misure strutturali e circa 75 giorni per l’anticipo del 75% del premio delle misure a superficie). Il mio impegno sarà per migliorare
ancora e perché quello che siamo riusciti a
fare possa essere di esempio e di stimolo
anche per gli adempimenti posti alle imprese agricole e agroalimentari dalle altre Amministrazioni pubbliche.
5
azzaLin:
«Pac, bicchiere Mezzo
Pieno e Mezzo vuoto»
Il parere del vicepresidente della
Commissione Agricoltura Regione Veneto
1)
Consigliere Azzalin, cosa ne
pensa della piega che ha preso l’applicazione della PAC in Italia, e in particolare nella
nostra regione? La Cia
trova l’accordo Ministero-Regioni penalizzante
nei confronti del Veneto.
Che la nuova programmazione non potesse essere altrettanto ricca di quella ormai
conclusa era cosa nota. A conti fatti,
quello che è uscito dal Parlamento
europeo è per l’Italia fortemente migliorato rispetto alla proposta originale del commissario Dacian Ciolos:
il bicchiere, ovviamente, è mezzo pieno e mezzo vuoto, dipende da quali
sono gli aspetti che si prendono in
considerazione. In particolare, per la
cosiddetta convergenza interna, ovvero il riequilibrio fra Regioni, vede il
Veneto particolarmente penalizzato.
Ma non bisogna dimenticare che stiamo parlando di a 1 miliardo 184 milioni di euro di cui il 43% sarà finanziato
dal Feasr, il 40% dallo Stato italiano e
il 17% dalla Regione del Veneto.
Tutto, ovviamente dipenderà da come
queste risorse verranno investite da
qui al 2020. In particolare, anche se
il giudizio sul Psr 2007/2013 non può
essere negativo, molti sono gli aggiustamenti necessari. In particolare, fondamentale sarà valutare come la nuova programmazione raggiungerà gli
obiettivi che si è prefissata e quanto
sarà aderente alle richieste europee.
Per questo sarà fondamentale un monitoraggio serio ben cadenzato, che
possa permettere aggiustamenti ‘in
6
corsa’, come spostamenti
di risorse o l’introduzione
di nume misure.
2)
In
particolare,
per il Veneto
avremmo
preferito che la PAC sostenesse di più l’innovazione o che si valorizzasse
la figura dell’agricoltore
attivo. Lei concorda?
Nella nuova programmazione europea l’attenzione all’innovazione c’è
stata. Resta da valutare in concreto
quanto le misure potranno essere incisive in questo senso. Fondamentale,
anche in questo caso, sarà proprio la
valutazione a breve termine del raggiungimento degli obiettivi.
Un capitolo sul quale, a mio avviso, bisognava agire con maggior decisione
è quello del credito, mentre sul ruolo
dell’agricoltore attivo, così come sugli
aiuti accoppiati, è, forse, mancato un
po’ di coraggio. Il fatto che siano gli
Stati a valutare autonomamente i requisiti è stata una scelta apprezzabile,
non va dimenticato che se è vero che
la definizione di “agricoltore attivo” è
molto ampia include quindi un numero elevato di agricoltori, è vero anche
che per la prima volta tra i beneficiari
della Pac viene fatta una selezione e
viene creata una lista di esclusi a priori. Si poteva fare meglio? Tutto è migliorabile e, spero, che anche su questo si possano in un futuro prossimo,
fare le opportune correzioni.
3)
In questi giorni è andato in
porto il PSR. La Cia apprezza l’impianto complessivo,
ma chiede un ulteriore sforzo per
una maggiore semplificazione, visto
che la burocrazia a carico degli agricoltori è ancora opprimente. Possiamo chiederle un impegno in questo
senso?
Del Psr veneto è da apprezzare, in
particolare, il percorso concertativo
che è stato avviato, cercando di raccogliere tutti gli stimoli provenienti
dal mondo agricolo e di farne una
non certo facile sintesi. La semplificazione non è un tema, è il tema. E
se è vero che il nuovo Psr è di fatto
già notevolmente più ‘aglile’ rispetto
al precedente, con il numero delle misure già notevolmente ridotto, è fuori
di dubbio che molto ancora deve essere fatto. Su questo aspetto, tuttavia, l’attenzione è forte e trasversale,
perché è tristemente noto quanto ‘le
carte’ pesino sul lavoro degli imprenditori agricoli complicando loro la vita
in modi a volte palesemente assurdi
e con richieste che talvolta rasentano
l’assurdità. Il mio impegno in questo
senso è scontato, ma in questo chiedo uno sforzo ulteriore anche da parte di tutte le associazioni di categoria
perché lo scoglio del gravame burocratico possa essere concretamente
superato.
PRODUTTIVI
7
PRODUTTIVO
edificabiLita’
in zona agricoLa
Le norme principali
L
e norme per l’ edificabilità in zona
agricola (Legge Regionale 11 del
2004 art. 44) hanno subito in questi anni diversi cambiamenti e aggiornamenti. Tra queste modifiche spicca
la DGR n. 2.879 del 30/12/2013 tendente a semplificare le procedure per
ottenere il permesso di costruire.
Con queste brevi note vogliamo riassumere i principali requisiti per poter
edificare in zona agricola sia l’ abitazione dell’ imprenditore agricolo che
i fabbricati strumentali.
REQUISITI MINIMI
Nella zona agricola sono ammessi, in
attuazione di quanto previsto dagli
8
strumenti urbanistici comunali, esclusivamente interventi edilizi in funzione dell’attività agricola
Gli interventi sono consentiti sulla
base di un piano aziendale, esclusivamente all’imprenditore agricolo titolare di un’azienda agricola in possesso dei seguenti requisiti minimi:
A) Iscrizione all’Anagrafe regionale,
rappresentata dal fascicolo aziendale
Avepa;
B) Occupazione di una Unità Lavorativa a tempo pieno regolarmente iscritta all’INPS nel ruolo di Cd
o IAP. Questa può riguardare oltre
alla figura dell’imprenditore titolare
dell’azienda, anche il coadiuvante familiare e/o il dipendente a tempo indeterminato o il socio (sempre iscritto
all’ INPS) di una società agricola e che
non disponga di una propria abitazione.
C) Redditività minima fissata sulla
base degli atti di indirizzo regionali.
E’ assicurata dal superamento di un
valore soglia (cosiddetto “reddito soglia”).
PRODUTTIVO
PIANO AZIENDALE
Documento fondamentale è il PIANO AZIENDALE che, accompagnato dagli elaborati tecnici, descrive tutta la situazione
aziendale. Il Piano deve dimostrare le necessità abitative, il dimensionamento e la congruità delle strutture agricoloproduttive richieste sulla base degli ordinamenti produttivi aziendali.
Non è necessaria l’ approvazione del piano aziendale per le strutture di raccolta degli effluenti zootecnici e lo stoccaggio
di insilati.
Il Piano aziendale è inviato allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) contestualmente alla domanda di rilascio
del titolo edilizio.
Il SUAP provvede ad inoltrare il Piano Aziendale allo Sportello Unico Agricolo (SUA) di AVEPA per l’espressione del parere di competenza.
Avepa ha 90 giorni di tempo a disposizione per concludere l’ istruttoria e rilasciare il parere.
Approfondiamo ora l’ aspetto della redditività minima.
REDDITIVITA’ MINIMA (reddito soglia)
modificata con la DGR 2879/2013
valori validi per il triennio 2013/2015
6 valori di reddito soglia
Tipologia di intervento
Abitazione
Strutture agricolo produttive
Pianura
Collina
Montagna
70% reddito
70% reddito
70% reddito
di riferimento: - 16.000,00
di riferimento: - 16.000,00
di riferimento: - 16.000,00
50% reddito
40% reddito
30% reddito
di riferimento: - 11.500,00
di riferimento: - 9.200,00
di riferimento: - 6.900,00
Calcolo del reddito in situazioni ordinarie
• La situazione produttiva aziendale considerata per il calcolo della redditività, applicando i valori tabellari, è l’annata
agraria precedente alla presentazione dell’istanza ovvero il 10 novembre dell’annata agraria conclusa.
• L’aggregato reddituale risultante verrà confrontato con il reddito di riferimento.
• Per i giovani agricoltori insediati da non più di cinque anni il reddito aziendale viene calcolato con riferimento alla
situazione produttiva aziendale alla data di presentazione del piano aziendale e non alla data del 10 novembre dell’annata agraria conclusa.
• Se al momento della presentazione del piano aziendale i parametri convenzionali di redditività della tabella applicati
alla situazione aziendale esistente non consentono la dimostrazione del raggiungimento del “reddito soglia” si predispone un Business Plan nel quale si indicano e valorizzano le voci componenti il reddito aziendale di natura previsionale.
CONTROLLI
Tutte le dichiarazioni rese in domanda ai sensi del DPR 445/2000 possono essere oggetto di controllo da parte dei funzionari di AVEPA.
I controlli riguardano la veridicità delle dichiarazioni inerenti le attività agricole non rilevabili a fascicolo per quanto riguarda i redditi derivanti da:
colture speciali, allevamenti, attività connesse, la posizione previdenziale, eventuali deroghe.
Pubblichiamo la tabella per il calcolo automatico del reddito aziendale al fine verificare il raggiungimento del REDDITO SOGLIA e poter dunque costruire.
Questa tabella è la stessa per il calcolo dei requisiti per l’ Imprenditore Agricolo Professionale, ma su questo tema torneremo con il prossimo numero del giornale.
9
PRODUTTIVO
tabeLLa Per iL caLcoLo autoMatico deL
reddito aziendaLe e dei teMPi di Lavoro
A
B
AxB
superficie in
Ha
Redditi
convenzionali
-/Ha
Reddito
calcolato
913,00
0,00
78
0,00
riso
1.100,00
0,00
90
0,00
orticole/officinali a pieno campo a raccolta meccanizzata sia in coltura principale che secondaria
8.900,00
0,00
195
0,00
tabacco
3.000,00
0,00
650
0,00
barbabietola da zucchero
Produzioni Vegetali
cereali (escluso riso), pisello proteico, piante
oleifere
D
Tempi di
lavoro
convenzionali
ore/Ha
AxD
Tempo
impiegato
1.920,00
0,00
104
0,00
cotone, lino, canapa, ecc…
590,00
0,00
104
0,00
foraggere da affienare (prati avvicendati)
550,00
0,00
110
0,00
prati permanenti
460,00
0,00
55
0,00
pascolo, prato-pascolo (sulla superficie netta)
230,00
0,00
55
0,00
ortaggi e legumi a pieno campo individuati in
fascicolo aziendale come coltura principale
11.790,00
0,00
1.300
0,00
ortaggi e legumi a pieno campo individuati in
fascicolo aziendale come coltura secondaria
7.200,00
0,00
750
0,00
radicchi a pieno campo con imbianchimento
individuati in fascicolo aziendale come coltura
secondaria
9.770,00
0,00
850
0,00
asparago
9.770,00
0,00
750
0,00
uva da tavola
4.200,00
0,00
600
0,00
mele, pere, pesche, nettarine, percoche, ciliegie,
olive, nashi, agrumi
5.000,00
0,00
600
0,00
oliveti per olive da olio
780,00
0,00
600
0,00
vigneti per uva da vino di qualità (DOP e IGP)
9.000,00
0,00
520
0,00
vigneti per uva da vino comune
6.000,00
0,00
520
0,00
frutta a guscio
4.000,00
0,00
520
0,00
albicocche, actinidia, fico
9.160,00
0,00
520
0,00
prugne, prugnole, kaki, nespola
6.150,00
0,00
520
0,00
fragola e piccoli frutti (lamponi, more, ribes,
mirtilli, ecc.)
9.600,00
0,00
2.000
0,00
0,00
piante aromatiche
13.800,00
0,00
1.200
0,00
floricole a pieno campo, piante verdi o da fiore
34.700,00
0,00
1.200
0,00
750,00
0,00
52
0,00
produzioni ortofrutticole in serra o tunnel freddo
13.400,00
0,00
3.000
0,00
fungaie (a ettaro)
300.000,00
0,00
30.000
0,00
produzioni ortofrutticole in serra o tunnel condizionato
19.770,00
0,00
4.000
0,00
vivai di piante da frutto, rose, vite, seminati
24.000,00
0,00
2.250
0,00
vivai di arbusti, piante ornamentali e fragole
24.000,00
0,00
1.200
0,00
produzioni vivaistiche e floricole in serre fredde,
ombrai e vasetteria
70.000,00
0,00
7.200
0,00
arboricoltura da legno o biomassa
10
PRODUTTIVO
floricoltura/vivaismo orticolo in serre condizionate
120.000,00
0,00
22.500
0,00
vivaio di abeti
11.000,00
0,00
600
0,00
A
B
AxB
AxD
numero di
capi
Redditi
convenzionali
-/capo/i
Reddito
calcolato
Tempo
impiegato
1.150,00
0,00
D
Tempi di
lavoro
convenzionali
ore/capo-i
97
bovini, bufalini da carne meno di 1 anno (vitelli a
carne bianca)
84,00
0,00
13
0,00
bovini, bufalini da carne più di 1 anno
200,00
0,00
13
0,00
equini da carne
206,00
0,00
13
0,00
1.000,00
0,00
78
0,00
suini da riproduzione
280,00
0,00
65
0,00
suini da ingrasso
80,00
0,00
3
0,00
ovicaprini da latte
114,00
0,00
32
0,00
ovicaprini da carne
30,00
0,00
19
0,00
1.085,00
0,00
90
0,00
polli da carne-broilers (100 capi)
250,00
0,00
4
0,00
tacchini (100 capi)
640,00
0,00
6
0,00
quaglie (100 capi)
69,00
0,00
0,4
0,000
galline ovaiole (100 capi)
300,00
0,00
16
0,00
fagiani, faraone, oche, anatre (100 capi)
690,00
0,00
20
0,00
struzzi (1 capo)
250,00
0,00
6
0,00
conigli (fattrici)
76,00
0,00
10
0,00
cani (fattrici)
600,00
0,00
90
0,00
api (arnie)
63,00
0,00
7
0,00
acquacoltura estensiva in ettari (allev. vallivi)
682,00
0,00
40
0,00
3.000,00
0,00
200
0,00
Allevamenti
bovini e bufalini da latte (compresa rimonta)
equini da sella (allevamento ed addestramento)
avicunicoli (100 capi) -piccoli allevamenti familiari
con consistenza tecnica fino a 500 capi
acquacoltura estensiva fino a 10 Ha
0,00
acquacoltura intensiva (tutta la superficie)
300.000,00
0,00
2.200
0,00
molluschicoltura in ettari (mitilicoltura)
32.500,00
0,00
700
0,00
Attività
connesse
Dettaglio attività
vinificazione
caseificazione
Trasformazione
altre
trasformazioni
Commercializzazione
distributore automatico di prodotti
confezionati
vendita diretta in
azienda
vendita diretta in
mercati
Specifiche e riferimenti
Tempi convenzionali /ore
fino a 20.000 litri: 2 ore / 100 litri
quadro prodotti introdotti dalla dichiaraz- eccedenti i 20.000 litri: 1 ora / 100 litri
ione di raccolta uve e produzione vinicola (indicare solo la quantità eccedente i
20.000 litri)
dichiarazione vendita diretta prodotto
2 ore/100 Kg equivalente latte
trasformato
preparazione e confezionamento di confetture, marmellate, miele, succhi, sciroppi,
salse, sottoaceti, prodotti da forno per 100
30 ore/100 Kg prodotto finito
Kg di prodotto finito fresco
produzione di insaccati, macellazioni aziendali (avicole e cunicole)
IV gamma
4 ore/100 Kg prodotto finito
0,2 ore/10KW potenza installata fino al
energia da fotovoltaico
limite di 1MW
0,3 ore per ettaro di prodotto vegetale
energia da biomassa ecc
utilizzato fino al limite di 1MW
quantità
A
Tempo
impiegato
0
B
Redditi convenz
importo ad ora
AxB
0,00
0
0,00
0
0,00
0
0,00
0
7,50 (al netto di
imposte e tasse)
0,00
0
0,00
0
0,00
dichiarazione vendita diretta di latte e
prodotti lattiero caseari e altri prodotti
1 ora / 100 Kg
0
0,00
orari dichiarati in comune
ore dichiarate
0
0,00
giorni autorizzati dal comune
n. giorni autorizzati x 6 ore
0
0,00
11
FISCALE
FISCALE
decreto coMPetitivita’
P
ubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 giugno 2014 il Decreto
Legge n. 91/2014, contenente disposizioni urgenti per il settore
agricolo, la tutela ambientale e l’efficientamento energetico dell’edilizia
scolastica e universitaria, il rilancio e
lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe
elettriche. Le novità previste dal decreto per il settore agricolo:
CREDITO D’IMPOSTA
Tra le disposizioni urgenti per le imprese l’art. 18 introduce un credito di
imposta per le imprese che effettuino
investimenti in beni strumentali nuovi.
Tale credito è riconosciuto, nella misura del 15% delle spese sostenute
in eccedenza rispetto alla media degli investimenti in beni strumentali
compresi nella tabella Ateco realizzati
nei cinque periodi di imposta precedenti, alle imprese che effettuino investimenti in beni strumentali nuovi
ricompresi nella divisione 28 della
predetta tabella e destinati a strutture produttive situate nel territorio
dello Stato, nel periodo compreso tra
la data di entrata in vigore del Decreto (25/06/2014) ed il 30/06/2015.
E’ prevista la facoltà per l’impresa di
escludere dal calcolo della media, il
periodo in cui l’investimento è stato
maggiore.
Del credito di imposta possono beneficiare anche le imprese in attività da
un periodo inferiore a 5 anni, nonché
quelle costituite successivamente alla
data di entrata in vigore del Decreto-
Legge 91/2014.
Per le prime, la media degli investimenti in beni strumentali nuovi (sempre compresi nella divisione 28 della
tabella Ateco) da considerare è quella
risultante dagli investimenti realizzati
nei periodi d’imposta precedenti a
quello in corso alla data di entrata in
vigore del Decreto o a quello successivo. Anche in questo caso è prevista
la possibilità di escludere dal calcolo
della media il periodo in cui l’investimento è stato maggiore.
Per le seconde (imprese costituite
successivamente alla data di entrata
in vigore del provvedimento), il credito d’imposta si applica con riguardo al valore complessivo degli investimenti realizzati in ciascun periodo
d’imposta. La norma prevede tuttavia
delle limitazioni, in quanto il credito
d’imposta:
• non spetta per gli investimenti
•
•
•
di importo unitario inferiore a 10.000,00;
va ripartito nonché utilizzato in
tre quote annuali di pari importo,
la prima delle quali è utilizzabile
a decorrere dal 1 gennaio del secondo periodo di imposta successivo a quello in cui è stato effettuato l’investimento;
non concorre alla formazione del
reddito nè della base imponibile
ai fini dell’IRAP;
è utilizzabile esclusivamente in
compensazione ai sensi dell’articolo 17 del D.Lgs. 9/7/1997 n. 241
e successive modificazioni.
Ai sensi dell’art. 18 comma 6, il credito d’imposta è revocato:
• se l’imprenditore cede a terzi i
•
beni oggetto degli investimenti o li destina a finalità estranee
all’esercizio di impresa prima del
secondo periodo di imposta successivo all’acquisto;
se, entro il termine previsto, i beni
oggetto degli investimenti sono
trasferiti in strutture produttive situate al di fuori dello Stato, anche
se appartenenti al soggetto beneficiario dell’agevolazione.
Nei casi di cui sopra, l’impresa è tenuta a versare il credito d’imposta indebitamente utilizzato, nelle modalità
e nei termini previsti dal successivo
comma 7 dell’art. 18.
Parimenti in caso di indebita fruizione,
anche parziale, del credito d’imposta
per il mancato rispetto delle condizioni richieste dalla norma ovvero a causa dell’inammissibilità dei costi sulla
cui base è stato determinato l’importo fruito, l’Agenzia delle Entrate provvede al recupero del relativo importo,
maggiorato di interessi e sanzioni.
AGEVOLAZIONE ASSUNZIONI
Novità previste anche in materia di incentivi all’assunzione di giovani lavoratori agricoli e di riduzione del costo del lavoro in agricoltura (art. 5). Al
fine, infatti, di promuovere forme di
occupazione stabile in agricoltura per
i giovani è istituito un incentivo per i
datori di lavoro (imprenditori agricoli
FISCALE
ex art. 2135 cc.) che assumono, con
contratto di lavoro a tempo indeterminato o con contratto di lavoro a
termine avente determinate caratteristiche (durata almeno triennale,
garantire al lavoratore un periodo di
occupazione minima di 102 giornate
all’anno ed essere redatto in forma
scritta), lavoratori in possesso di precisi requisiti.
Infatti, le assunzioni devono riguardare lavoratori di età compresa tra i 18
ed i 35 anni privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi
oppure privi di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado.
Tali assunzioni devono essere effettuate tra il 1 luglio 2014 e il 30 giugno
2015 e devono comportare un incremento occupazionale netto, calcolato
sulla base della differenza tra il numero di giornate lavorate nei singoli anni
successivi all’assunzione e il numero
di giornate lavorate nell’anno precedente l’assunzione.
L’incentivo è pari a un terzo della retribuzione lorda imponibile ai fini previdenziali, per un periodo complessivo
di 18 mesi ed è riconosciuto al datore
di lavoro unicamente mediante compensazione dei contributi dovuti e
con le modalità di seguito illustrate:
- per le assunzioni a tempo determinato:
• 6 mensilità a decorrere dal completamento del primo anno di assunzione;
• 6 mensilità a decorrere dal completamento del secondo anno di
assunzione;
• 6 mensilità a decorrere dal completamento del terzo anno di assunzione;
- per le assunzioni a tempo indeterminato:
• 18 mensilità a decorrere dal completamento del primo armo di assunzione.
In materia di deduzioni, poi, aggiungendo specifico comma all’articolo
11 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, si precisa che “Le
deduzioni di cui al comma 1, lettera
a), numeri 2), 3) e 4), per i produttori
agricoli di cui all’articolo 3, comma 1,
lettera d), si applicano, nella misura
14
del 50 per cento degli importi ivi previsti, anche per ogni lavoratore agricolo dipendente a tempo determinato impiegato nel periodo di imposta
purché abbia lavorato almeno 150
giornate e il contratto abbia almeno
una durata triennale”.
Tale disposizione si applicherà, previa autorizzazione della Commissione europea richiesta a cura del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in
corso al 31 dicembre 2013.
E-COMMERCE E NUOVI PRODOTTI
Previste una serie di misure volte a favorire e aumentare gli investimenti nel
commercio elettronico e aumentare
quindi le vendite in agricoltura del nostro made in Italy.
Le agevolazioni in agricoltura per il
commercio elettronico, sono previste
dall’articolo 3 del Dl 91/2014 ed entrano in vigore dal 2014 fino ai due anni
successivi, per cui fino al 2016. Consistono in una agevolazione fiscale sotto
forma di credito di imposta del 40%
delle spese fino a 50.000 euro per tutti
coloro che investiranno negli anni 2014,
2015 e 2016 risorse per istituire o ampliare la rete del commercio elettronico
in agricoltura, ossia, nello sviluppo di
nuove infrastrutture informatiche atte
a potenziare il commercio elettronico
e quindi le vendita on-line dei prodotti
agricoli italiani in tutto il mondo.
L’art. 3 del Decreto Competitività, prevede inoltre un altro credito di imposta
pari al 40% e non superiore a 400.000
euro, per le spese sostenute per sviluppare nuovi prodotti, processi e
tecnologie, e tecniche di cooperazione di filiera.
Entrambi i bonus devono essere dichiarati in dichiarazione dei redditi relativa
all’anno in cui sono stati effettuati gli investimenti previsti dalle nuove disposizioni. A tal fine, si ricorda che i suddetti
bonus non partecipano alla formazione
del redditi e né al calcolo imponibile
IRAP.
Per le modalità di applicazione e le condizioni per fruire dei bonus, si dovranno
attendere i decreti ministeriali e l’autorizzazione della Commissione Europea.
FISCALE
altre novità previste dal decreto competitività
DETRAZIONE 19% SPESE
AFFITTO TERRENI AGRICOLI
E’ un’altra novità riguarda la possibilità
di poter detrarre dalle tasse le spese per
l’affitto dei terreni agricoli. Tale incentivo, è contenuto nell’art. 7 e consiste nel
poter scaricare dalla dichiarazione dei
redditi il 19% delle spese sostenute per
i canoni di affitto dei terreni agricoli,
nel limite massimo di 80 euro per ciascun ettaro di terreno affittato e per un
massimo di 1200 euro all’anno.
La detrazione spese affitto terreni agricoli, è consentita ai coltivatori diretti
e imprenditori agricoli professionali
iscritti nella previdenza agricola e di età
inferiore ai 35 anni.
L’incentivo decorrere dal 2014 ma l’acconto IRPEF 2014 va calcolato senza tenere conto della suddetta detrazione.
RIVALUTAZIONE 10% REDDITI
DOMINICALI E AGRARI:
Sempre nell’art. 7 si prevede la modifica della norma della Legge di Stabilità 2013 che ha disposto per il triennio
2013-2015, la rivalutazione dei redditi
dei terreni pari al 15% ovvero del 5%,
per i terreni posseduti da coltivatori
diretti e imprenditori agricoli professio-
nali iscritti nella previdenza agricola.
Tale rivalutazione che per la maggior
parte dei contribuenti sarà del 30% nel
2015 e del 7% a decorrere dal 2016, per
effetto del Decreto Competitività per il
2015 per coltivatori diretti e Iap salirà
dal 5 al 10%.
DIRITTI CAMERALI
Dal 2015 vengono ridotti del 50% i diritti annuali che le imprese pagano alle
Camere di commercio. Dal prossimo
anno si prevede quindi un risparmio per
le aziende iscritte nel Registro delle imprese, quantificabile complessivamente
in circa 400 milioni di euro circa.
DL 66/2014: F24 TELEMATICI
ANCHE PER I PRIVATI
L’art. 11 del Decreto legge n.66
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
n.95 del 24 aprile 2014 prevede, dal
1/10/2014, nuove regole per i versamenti eseguiti con mod.f24 da parte
dei privati (cioè non titolari di partita
iva).
In particolare:
• Se il saldo finale del mod.f24, per
effetto di compensazioni, è di importo pari a zero: si dovrà utilizzare
esclusivamente i servizi telematici
dell’Agenzia delle Entrate (Entratel
o Fisconline)
• Se si effettua una compensazione
e il saldo finale è di importo positivo oppure se l’importo da pagare è superiore a 1.000 Euro senza
compensazioni: si dovrà utilizzare
esclusivamente i servizi telematici
dell’Agenzia delle Entrate o i servizi telematici messi a disposizione
dagli intermediari della riscossione
convenzionati con L’Agenzia delle
Entrate cioè Banche, Poste italiane
o agenti della riscossione (servizi
di home banking o Cbi).
In sede di conversione del decreto in
legge, è stata “soppressa” la possibilità per il soggetto che utilizza i servizi
telematici messi a disposizione dagli
intermediari della riscossione convenzionati con l’Agenzia delle Entrate
(professionisti, società di servizi, CAF
imprese, ecc.), di inviare anche i modelli F24 di soggetti terzi, mediante
addebito sul proprio c/c, previo rilascio all’intermediario di un’apposita
autorizzazione da parte dell’intestatario della delega.
15
FISCALE
DL 66/2014: TASSAZIONE
PER LE AGROENERGIE
L’art. 1, comma 423 della Legge. n.
266/2005 prevede che “la produzione e la cessione di energia elettrica
da fonti rinnovabili agroforestali effettuate dagli imprenditori agricoli costituiscono attività connesse ai sensi
dell’art. 2135, terzo comma, del codice civile e si considerano produttive
di reddito agrario”. Tra le attività agricole connesse rientra, se sono rispettati i requisiti di “prevalenza” (vedi
i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle
entrate con la circolare n.32/E/2009),
anche la produzione di energia elettrica. Tale qualifica ha permesso, finora, all’imprenditore agricolo di poter
accedere ad un’imposizione fiscale
sulla produzione e cessione di energia rinnovabile agevolata, mediante
l’applicazione di tariffe d’estimo
catastale secondo quanto stabilito
16
dall’articolo 32 e seguenti del DPR. n.
917/1986 (reddito agrario).
Il Legislatore, con l’art. 22, comma 1
DL n. 66/2014, è intervenoto, modificando l’art. 1, comma 423 Legge n.
266/2005 e stabilendo che la determinazione del reddito dalla produzione e cessione di energia elettrica da fonti rinnovabili agroforestali non è più produttiva di reddito
agrario, bensì, il reddito è determinato in modo forfetario, applicando
il coefficiente di redditività del 25%
all’ammontare dei corrispettivi delle operazioni soggette a registrazione ai fini IVA, ferma restando la
possibilità di determinare lo stesso
in maniera ordinaria. In fase di conversione del decreto nella Legge n.
89/2014 (comma 1 bis), ora è stabilito
che, la nuova modalità di determinazione del reddito si applica a regime a partire dal 1° gennaio 2015.
Limitatamente all’anno 2014 (anno
di transizione), il Legislatore considera attività agricole “connesse” (quindi produttive di reddito
agrario), la produzione e cessione
di energia elettrica e calorica da
fonti rinnovabili:
• per i primi 2.400.000 kWh annui, se l’energia è da fonte
agroforestale (corrispondente
a una potenza di circa 300 kW),
• per i primi 260.000 kWh annui,
se l’energia è da fonte fotovoltaica (corrispondente a una
potenza di circa 200 kW).
L’eventuale energia elettrica eccedente i predetti limiti concorre,
alla determinazione del reddito
secondo la nuova modalità introdotta dal comma 1 dell’art. 22 DL
n. 66/2014.
I soggetti interessati sono le persone fisiche e le società semplici;
inoltre vi rientrano naturalmente
le società in nome collettivo, in
accomandita semplice, a responsabilità limitata e le società cooperative aventi la natura di società
agricole di cui al Dlgs n. 99/2004
che abbiano optato per il reddito
agrario ai sensi dell’art. 1, comma
1093, della legge 296/2006. Le
società che determinano il reddito in base al bilancio non rientrano
nel nuovo regime.
Se quindi, ad esempio, un imprenditore agricolo che produce
e cede energia elettrica da fonte
agroforestale:
• la produzione di energia non
eccedente i 2.400.000 kWh
annui determinerà il reddito
prodotto da tale attività come
reddito agrario;
• se, invece, la produzione di
energia eccede i 2.400.000
kWh annui, fino a tale soglia
il reddito rientrerà nel reddito
agrario, l’eccedenza concorrerà alla formazione del reddito
applicando all’ammontare dei
corrispettivi delle operazioni
soggette ad Iva, riconducibile
alla valorizzazione dei dell’energia ceduta, il coefficiente di
redditività del 25%.
FISCALE
CALCOLO ACCONTO 2014.
Lo stesso comma 1-bis, introdotto in
sede di conversione del DL n. 66/2014,
prevede che tali disposizioni devono
essere assunte ai fini della determinazione dell’acconto di Irpef o Ires
e dell’Irap dovuti per l’anno 2014,
con “conseguenze” immediate in
capo agli imprenditori agricoli che
nel 2013, hanno prodotto e ceduto
energia in quantità superiore ai limiti di franchigia previsti.
Ricordando che:
-gli impianti alimentati a biomasse/
biogas, sono incentivati con la Tariffa
Onnicomprensiva e Certificati Verdi
sono sottoposti a tassazione Iva;
-gli impianti fotovoltaici, il riferimento ai corrispettivi registrati ai
fini Iva esclude dalla tassazione la
tariffa incentivante (Conto Energia
I,II,III,IV) percepita dal Gse che è un
contributo in conto esercizio e non
è soggetto a tassazione Iva. Unica
eccezione è il V Conto Energia, che
è stato incentivato con una Tariffa
Onnicomprensiva sottoposta a tassazione Iva.
Pertanto, per il calcolo dell’acconto
relativo ad:
-impianti fotovoltaici, (fino a quelle rientranti nel IV conto energia), la
cessione di energia fatturata è già al
netto della tariffa incentivante (non
soggetta ad Iva) quindi dal totale
energia fatturata nel 2013 va dedotto il valore riconducibile alla franchigia di 260.000 kWh, per quantificare
la base imponibile per le imposte sul
reddito con la percentuale del 25% e
poi calcolare gli acconti che devono
essere versati per il 2014.
Nel caso di V Conto Energia, che
è stato incentivato con una Tariffa
Onnicomprensiva sottoposta a tassazione Iva occorre seguire la procedura prevista per gli impianti ad
agroenergie.
vero costituita dal reddito forfettario,
a cui vanno aggiunti la quota parte
di costo del personale e gli interessi
passivi). Facendo un esempio, se una
società semplice produce energia
elettrica utilizzando prevalentemente
prodotti vegetali ottenuti nel proprio
fondo agricolo, qualora la produzione
annuale ammonti a 8 milioni di kWh,
tolta la franchigia di 2,4 milioni di
kWh, la quantità di energia rilevante
risulta essere 5,6 milioni di kWh, che
andrà moltiplicato per il prezzo medio di vendita (fornito dal GSE per
tariffe omnicomprensive), che moltiplicato a suo volta per il 25% fornirà il
reddito imponibile, che dovrà essere
aggiunto al reddito N1 per la determinazione dell’acconto 2014 Irpef o
Ires. Di tale imponibile si deve tener
conto anche ai fini Irap al quale andrà
applicata l’aliquota del 3,75%.
ceduta, il valore della cessione di
energia su cui calcolare la base imponibile fiscale va determinato con
il prezzo medio annuo della propria
zona di riferimento, ricavabile dal
sito del Gse.
Dal totale dei kWh annui prodotti si
sottrae poi la franchigia (in riferimento al tipo d’impianto); per quelli eccedenti va calcolato il valore su cui applicare il 25% e determinare così l’imponibile su cui calcolare le imposte.
AI FINI IRAP
la parte di produzione eccedente
la franchigia è soggetta ad aliquota
ordinaria (per il calcolo degli acconti 2014 tale aliquota è stabilita nel
3,75%), da applicare alla base imponibile determinata forfetariamente (ov-
-impianti da fonti agro-forestali (biomasse/biogas), che percepiscono la
tariffa onnicomprensiva (riguarda
anche le produzioni di energia fotovoltaica rientranti nel V conto energia), tariffa che comprendente sia
l’incentivo sia il valore dell’energia
17
FISCALE
attività didattiche-scuoLe
in fattoria:
I
il decreto legislativo 39/2014
datori di lavoro che intendano impiegare una persona per lo svolgimento di attività professionali o
attività volontarie organizzate che
comportino contatti diretti e regolari
con minori, dovranno acquisire, previo
consenso del lavoratore interessato, il
certificato penale del casellario giudiziale, al fine di verificare l’esistenza di
condanne ovvero l’irrogazione di sanzioni interdittive all’esercizio di attività
che comportino contatti diretti e regolari con minori, per taluno dei reati:
• prostituzione minorile (600-bis del
codice penale)
• pornografia minorile (600-ter del
codice penale)
• detenzione di materiale pornografico (600-quater del codice penale)
• iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione mino-
18
rile (600-quinquies del codice penale)
• adescamento minorenni (609-undieces del codice penale)
Il precetto è in vigore a partire dal 6
aprile 2014.
1. l’obbligo riguarda esclusivamente
i nuovi rapporti di lavoro (non si
applica ai rapporti di lavoro in essere);
2. l’obbligo si applica anche alle collaborazioni di natura autonoma;
3. l’obbligo non riguarda i rapporti di
volontariato;
4. non vi è obbligo di richiedere il certificato nei rapporti di lavoro domestici (es. baby sitter);
5. le agenzie di somministrazione
rientrano tra i datori di lavoro obbligati all’adempimento legislativo;
6. l’obbligo non riguarda i dirigenti,
i responsabili, preposti e tutte
quelle figure che sovraintendono
alla attività svolta dall’operatore
diretto, che possono avere un contatto solo occasionale con i minori;
7. l’obbligo sussiste soltanto nelle attività che implicano un contatto
necessario ed esclusivo con una
platea di minori. Restano esclusi
quelle attività che non hanno una
platea di destinatari preventivamente determinabile, in quanto rivolte ad una utenza indifferenziata;
In attesa del rilascio del certificato
casellario che va comunque richiesto
prima dell’impiego al lavoro, è possibile impiegare il lavoratore sulla base
di una dichiarazione sostituitiva dell’atto di notorietà da esibire eventualmente agli organi di vigilanza. Il certificato
penale richiesto dal datore di lavoro
può ottenersi presso qualunque ufficio del casellario presso la Procura
della Repubblica, indipendentemente dal luogo di nascita o di residenza
della persona che si intende impiegare. Il datore di lavoro inottemperante
è soggetto ad una sanzione pecuniaria
amministrativa compresa tra 10.000 e
15.000 euro.
FISCALE
coLLaboratori faMiLiari
neL settore agricoLo
Con circolare n. 10478 del 10 Giugno
2013 il Ministero del Lavoro ha fornito
utili informazioni al personale ispettivo
in ordine alla corretta interpretazione della disciplina sulle prestazioni di
natura occasionale rese dai familiari
nell’ambito delle realtà imprenditoriali
appartenente al settori dell’agricoltura, dell’artigianato e del commercio
Per quanto riguarda l’agricoltura si ribadisce quanto previsto dall’art.74 del
D.lgs.n. 276/03, modificato dal comma
13 dell’art.7-ter della Legge n. 33 del
9 aprile 2009, “ non integrano in ogni
caso un rapporto di lavoro autonomo
o subordinato le prestazioni svolte da
parenti o affini sino al quarto grado in
modo meramente occasionale o ricor-
rente di breve periodo, a titolo di aiuto,
mutuo aiuto, obbligazione morale senza corresponsione di compensi, salvo le
spese di mantenimento e di esecuzione
dei lavori”. Quindi esulano dal mercato
del lavoro le prestazioni occasionali
svolte a titolo gratuito senza perciò
alcun tipo di compenso, da parte di parenti e affini entro il quarto grado.
L’occasionalità della prestazione viene
legata al non superamento delle 90
giornate ossia al non superamento
delle 720 ore annue di attività del familiare. Nel caso in cui vengano svolte
più di 90 giornate, il limite quantitativo
si considera comunque rispettato anche laddove l’attività resa dal familiare
si svolga soltanto per qualche ora al
giorno, fermo restando il tetto massimo
delle 720 ore annue.
Le indicazioni contenute nella succitata
circolare sono evidentemente riferite
agli obblighi di carattere previdenziale
nei confronti dell’INPS.
Diversamente in relazione agli obblighi
nei confronti dell’INAIL, notoriamente
più stringenti, con circolare 14184 del
05/08/2013, il Ministero evidenzia che,
a prescindere dal settore in cui operi
il collaboratore, esistono tali obblighi
ogniqualvolta la prestazione sia “ricorrente” e non meramente “accidentale”.
Il Ministero, d’intesa con Inail, chiarisce che si considera “accidentale”
una prestazione resa una/due volte
nell’arco dello stesso mese a condizione che nell’anno le prestazioni
complessivamente effettuate non siano superiori a 10 giornate lavorative.
Quindi se in un anno le collaborazioni
occasionali superano le 10 giornate lavorative vi è l’obbligo di iscrizione del
collaboratore familiare all’inail
19
DAL
SOCIALE
DAL SOCIALE
Pensione anticiPata
Non per tutti scatta la riduzione
dell’importo
I
soggetti che accedono alla pensione
anticipata nel regime misto ad un’età
inferiore a 62 anni, subiscono una riduzione dell’importo della pensione, con
riferimento alle anzianità contributive
maturate al 31/12/2011, pari ad 1 punto
percentuale per ogni anno di anticipo
rispetto all’età di 62 anni. Tale percentuale annua è elevata a 2 punti percentuali per ogni anno di ulteriore anticipo
rispetto a due anni. La riduzione non si
applica nei confronti dei soggetti che
maturano il requisito contributivo per il
diritto alla pensione anticipata entro il
31/12/2017, a condizione che i contributi accreditati derivino esclusivamente
da “prestazioni effettive di lavoro”. In
tempi diversi il legislatore è intervenuto per comprendere nel termine “prestazioni effettive di lavoro”, i periodi di
astensione dal lavoro più significativi in
termini sociali e reddituali.
L’Inps, forte delle interpretazioni ministeriali, ha ritenuto di sintetizzare in una
recente circolare le diverse condizioni
contributive, che escludono i lavoratori dalla penalizzazione della pensione.
Sono compresi nella definizione di “prestazione effettiva da lavoro”, quindi non
comportano la penalizzazione della
pensione, i
periodi di astensione obbligatoria per
maternità e paternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, infortunio,
malattia, cassa integrazione guadagni
ordinaria, contribuzione da riscatto,
giornate di riposo fruite dai lavoratori
per la donazione di sangue e di emocomponenti, congedi parentali di maternità e paternità, congedi e permessi
concessi ai sensi dell’articolo 33 della
legge 104/92.
I periodi interessati da donazione di
sangue e di emoderivati e per i congedi parentali di maternità e paternità, si
considerano “prestazioni effettive di
lavoro” con decorrenza 1 novembre
2013. I periodi interessati da congedi
e permessi per l’assistenza dei disabili,
si considerano prestazioni effettive di
lavoro dal 01 febbraio 2014. Sono implicitamente compresi nelle prestazioni
effettive da lavoro, i periodi di ferie,
mentre rimangono esclusi i periodi di
congedo per matrimonio, cure termali,
giorni di sciopero ecc. Ai fini suddetti, si
intende per:
a) congedo parentale di maternità e
paternità, il periodo di astensione
obbligatoria dal lavoro riconosciuto
alla lavoratrice durante il periodo di
gravidanza e puerperio. La lavoratrice della gestione privata percepisce
durante questo periodo un’indennità economica sostitutiva della retribuzione. Il diritto al congedo ed alla
relativa indennità spettano anche in
caso di adozione o affidamento di
minori.
b) congedo di paternità, il periodo di
astensione dal lavoro del lavoratore
in presenza di determinate condizioni che impediscono alla madre di beneficiare del congedo di maternità,
o nel caso di adozione e affidamento
in alternativa alla madre, lavoratrice
dipendente, che vi rinuncia in favore
del padre.
c) congedo parentale, il periodo di
astensione facoltativa della lavoratrice o del lavoratore.
d) tre giorni di permesso mensile (frazionabili anche in ore) fruiti dal lavoratore disabile grave, dai genitori
(anche adottivi o affidatari), dal coniuge, dai parenti o affini del disabile
in situazione di gravità. Sono le giornate di assenza fruite dal disabile o
da un suo familiare aventi come scopo la cura e l’assistenza della persona con disabilità grave.
e) periodi di prolungamento del congedo parentale,utilizzabili entro
l’ottavo anno di vita del bambino,
alternativamente dai genitori del
disabile in situazione di gravità. Il
periodo massimo, fruibile, comprensivo dei periodi di normale congedo
parentale, è di tre anni da utilizzare entro il compimento dell’ottavo
anno di vita del disabile.
Le donne anticiPano La Pensione
Il calcolo contributivo può essere vantaggioso!
Fino al 31/12/2015 le donne posso scegliere di andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 anni e
3 mesi di età se dipendenti, un anno in più se autonome.
L’importo della pensione viene calcolato con il sistema contributo, basato cioè sul valore dei contributi versati e non sulle
ultime retribuzioni percepite. Tale sistema però non sempre
è penalizzante, tutto dipende dal valore dei contributi versati
che devono essere presi a riferimento per il conteggio dell’importo della pensione. Questa deroga si applica alla pensioni
che avranno decorrenza non oltre 31/12/2015,
considerando in questo termine l’applicazione della “finestra
mobile”, che posticipa la decorrenza della
pensione rispetto alla data di raggiungimento del requisito.
In funzione di ciò, i suddetti requisiti devono essere raggiunti
non oltre il 30/11/2014 per le lavoratrici
dipendenti (private e pubbliche), entro lo scorso 31 maggio
per le autonome. Vengono escluse da
questa deroga le lavoratrici che hanno perfezionato i requisiti
per la pensione di anzianità o di vecchiaia
in base alle regole vigenti sino a tutto il 2011, e le lavoratrici
destinatarie delle disposizioni in materia
di salvaguardia.
21
DAL SOCIALE
La totaLizzazione dei
contributi
Un’interessante opportunità per i lavoratori
L
a totalizzazione dei contributi è un
meccanismo che permette a coloro
che hanno versato contributi
presso più gestioni pensionistiche, di cumularli. E’ alternativa alla ricongiunzione
che è onerosa per il contribuente. Possono chiedere
la totalizzazione gli iscritti a due o più
forme di assicurazione obbligatoria per
l’invalidità, la vecchiaia e superstiti, comprese le Casse di previdenza privatizzate
dei liberi professionisti e gli iscritti alla gestione separata dei lavoratori autonomi e
al Fondo Clero.
Può quindi essere utilizzata da tutti i lavoratori dipendenti privati e pubblici, autonomi, collaboratori
coordinati e continuativi, lavoratori a progetto e liberi professionisti. Grazie alla totalizzazione è possibile
ottenere la pensione di vecchiaia, la pensione di anzianità, la pensione di inabilità e la pensione indiretta e ai superstiti.
Il diritto alla pensione di vecchiaia in
regime di totalizzazione si matura raggiungimento del 65 anno di età sia per gli
uomini che per le donne, in possesso di
un’anzianità contributiva complessiva di
almeno 20 anni. A questi si aggiungono
ulteriori requisiti previsti dagli Enti gestori
(Inps, Casse, ecc.), ad esempio la cessazione dell’attività di lavoro dipendente. Il
diritto alla pensione di anzianità si perfeziona con un’anzianità contributiva di
almeno 40 anni di contributi escludendo
i contributi figurativi accreditati per disoccupazione e malattia. La totalizzazione
può essere richiesta dal lavoratore per ottenere il trattamento di inabilità se matura
in totalizzazione i requisiti di assicurazione
e di contribuzione nel fondo in cui è iscritto al momento in cui si verifica lo stato di
inabilità. Il familiare superstite può chiedere la pensione in regime di totalizzazione anche se l’assicurato è deceduto prima
di aver avuto la pensione. L’importo della
pensione viene determinato in base alla
somma delle quote
di pensione di competenza di ogni singola
gestione.
Confederazione Italiana Agricoltori
Padova
contributi obbLigatori 2014
Per i cdcM e iaP: teMPi e
ModaLità di versaMento
IMPORTI ANNUALI DEI CONTRIBUTI DOVUTI DAI COLTIVATORI DIRETTI, COLONI,
MEZZADRI ED IMPRENDITORI AGRICOLI PROFESSIONALI
Zone normali - ANNO 2014
FASCIA
1
L
ETÀ
CD/CM
IAP
>21
€ 2.788,64
€ 2.020,14
<21
€ 2.669,28
€ 1.900,78
>21
€ 3.425,20
<21
€ 4.459,62
a2 circolare
Inps conferma che
anche
<21
€ 3.266,06
quest’anno
ogni
titolare
di
azienda
>21
€ 4.061,77
3
riceverà
dall’Inps
una
lettera
recante
<21
€ 3.862,84
un prospetto riepilogativo dei contributi
>21
€ 4.698,33
dovuti
4 e le indicazioni per eseguire i versa-
€ 2.656,70
menti alle seguenti€scadenze:
2.497,561ª rata il 16
luglio 2014; 2ª rata€il3.293,27
16 settembre 2014;
3ª rata il 17 novembre
2014 (la scadenza
€ 3.094,34
naturale del 16 novembre cade di dome€ 3.929,83
nica); 4ª rata
il 16 gennaio
2015.
Confederazione
Italiana Agricoltori
€ 3.691,12
Padova
IMPORTI ANNUALI DEI CONTRIBUTI DOVUTI DAI COLTIVATORI DIRETTI, COLONI,
MEZZADRI ED IMPRENDITORI AGRICOLI PROFESSIONALI
Zone e
normali
- ANNO 2014- ANNO 2014
Territori montani
zone svantaggiate
FASCIA
1
1
2
2
3
3
4
4
ETÀ
ETÀ
>21
>21
<21
<21
>21
>21
<21
<21
>21
>21
<21
<21
>21
>21
<21
<21
CD/CM
CD/CM
€
2.788,64
€ 2.390,34
2.669,28
€€ 2.177,20
3.425,20
€€ 2.972,91
3.266,06
€€ 2.688,73
IAP
€
2.020,14
€ 1.858,16
€
€ 1.900,78
1.645,02
€
2.656,70
€ 2.440,73
4.061,77
€€ 3.555,48
€
3.862,84
€ 3.200,25
€
€
€
€
€
€
2.497,56
2.156,55
3.293,27
3.023,30
3.094,34
2.668,07
4.698,33
€€ 4.138,04
€
4.459,62
€ 3.711,77
€
€
€
€
3.929,83
3.605,86
3.691,12
3.179,59
IMPORTI ANNUALI
ANNUALI DEI
DEI CONTRIBUTI
CONTRIBUTI DOVUTI
DOVUTI DAI
DAI COLTIVATORI
COLTIVATORI DIRETTI,
DIRETTI, COLONI,
COLONI,
IMPORTI
MEZZADRI
ED
IMPRENDITORI
AGRICOLI
PROFESSIONALI
MEZZADRI ED IMPRENDITORI AGRICOLI PROFESSIONALI
Territori montani e zone
svantaggiate
Ultrasessanticinquenni
- zone
normali -- ANNO
ANNO 2014
2014
FASCIA
ETÀ
CD/CM
IAP
FASCIA
ETÀ
CD/CM
IAP
1
1
2
>21
>21
<21
>21
€€ 1.858,16
1.013,81
€
1.645,02
€ 1.332,10
€ 1.650,38
2.440,73
€
€€ 2.972,91
2.418,88
€€ 2.688,73
€ 1.968,66
2.156,55
2.737,16
€
>21
€ 3.555,48
€ 3.023,30
3
IMPORTI
ANNUALI DEI CONTRIBUTI DOVUTI DAI COLTIVATORI DIRETTI, COLONI,
<21
€ 3.200,25
€ 2.668,07
MEZZADRI ED IMPRENDITORI
AGRICOLI PROFESSIONALI
Ultrasessanticinquenni
- Territori
montani e zone svantaggiate
- ANNO 2014
>21
€ 4.138,04
€ 3.605,86
4
<21
€ 3.711,77
€ 3.179,59
FASCIA
ETÀ
CD/CM
IAP
3
2
4
>21
>21
<21
>21
€€ 2.390,34
1.782,31
€€ 2.177,20
2.100,60
22
1
>21
€ 1.465,00
€ DIRETTI,
932,82 COLONI,
IMPORTI
ANNUALI
DEI CONTRIBUTI
DOVUTI DAI COLTIVATORI
MEZZADRI ED IMPRENDITORI
AGRICOLI PROFESSIONALI
2
>21
€ 1.756,29
€ 1.224,11
Ultrasessanticinquenni - zone normali - ANNO 2014
3
>21
€ 2.047,57
€ 1.515,39
Alla lettera inviata dall’Inps non sono
allegati i modelli F24 prestampati, che
sono tuttavia reperibili e stampabili dal
sito dell’Inps, limitatamente alle aziende
che hanno rilasciato a Cia la delega per la
trattenuta sindacale.
Poiché Inps ha quindi in qualche
modo predefinito e reso accessibili i modelli F24 da versare, rispetto all’obbligo
di versamento con modalità telematiche
da parte dei titolari di Partita previsto
dall’art. 37, comma 49, del decreto-legge
n. 223 del 2006, resta valida la deroga indicata dall’Agenzia delle Entrate nel Comunicato Stampa del 14 settembre 2006:
“Casi particolari. 1. F24 predeterminati: i
contribuenti destinatari di F24 predeterminati che intendano eseguire il relativo
versamento senza ulteriori integrazioni
possono procedere presentando il modello cartaceo ai consueti sportelli” (ricordando che i produttori agricoli in regime
di esonero dagli adempimenti Iva sono
comunque esclusi dall’obbligo di versamento del modello F24 con le modalità
telematiche).
DAL SOCIALE
Pensioni tra
ProPoste e
reaLtà
L
a proposta del Ministro della Cultura di togliere la gratuità dell’entrata ai musei agli ultra sessantacinquenni, è un’ulteriore dimostrazione dell’insensibilità verso i pensionati,
quelli attuali e futuri.
Proprio in questi giorni è uscito sulla
stampa,con grande risalto, uno studio
della Confesercenti Nazionale, che
dimostra ancora una volta, come il
pensionato italiano sia il più tartassato
d’Europa.
I nostri pensionati dal 2008 hanno per-
so 1.400 euro di potere d’acquisto, in
pratica oltre 118 euro al mese.
L’Italia è il paese in Europa i cui pensionati pagano in proporzione più tasse
di quando erano attivi.
Europea non è cosi. In tutti gli altri paesi a parità di reddito un pensionato
paga in misura inferiore di chi lavora.
Su una pensione corrispondente a 1,5
volte il trattamento minimo INPS, un
italiano paga in tasse il 9,15 dell’assegno previdenziale mentre i suoi colleghi, per esempio di Spagna e Francia,
non pagano nulla. Se abbiamo il caso
di un trattamento pensionistico pari a
tre volte il minimo, il nostro pensionato subisce un prelievo doppio rispetto
a quello spagnolo e triplo rispetto a
quello inglese.
Una vera e propria ingiustizia che deve
finire,va recuperato il potere d’acquisto mantenendo così la promessa, più
volte ventilata dal Governo, di estendere anche ai pensionati i “famosi 80
euro”. Va sempre ricordato che la pensione il più delle volte è anche un sostegno per i figli disoccupati o per le
cure dei propri cari a fronte del costo
della sanità.
E’ora e tempo che tutte le associazioni del lavoro autonomo
(agricoltori,artigiani e commercianti)
riunite nell’Associazione Cupla (Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro
Autonomo) facciano sentire con più
forza la loro voce, anche con le associazioni dei lavoratori nella difesa di
tutti i pensionati.
Difendere il reddito di chi ha lavorato
ieri e di chi lavora oggi.
Presidente ANP Venezia
Giuseppe Scaboro
9 noveMbre 2014 festa di san Martino e dei pensionati
e pensionate iscritti all’associazione della cia.
Vi diamo anticipazione che il 9 novembre passeremo assieme una giornata all’ insegna della convivialità, un’occasione
per visitare Cividale, cittadina millenaria del Friuli, per poi continuare la giornata gustando le specialità Friuliane,
ballando e avere la fortuna di vincere grandi premi alla lotteria.
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi ai volontari dello sportello anziani presso gli uffici Cia
23
DAL
TERRITORIO
DAL TERRITORIO
condifesa:
PriMi risuLtati e indicazioni
in caso di danno
I
nteressanti i primi dati a nostra disposizione per questa campagna
di difesa dalle avversità 2014, le
Aziende agricole con produzioni arboree permanenti hanno scelto nella
maggior parte dei casi le coperture
multirischio sulle rese per garantire
una protezione ad ampio raggio alle
colture vegetali, tale dato è sicuramente anche frutto della particolare
stagione climatica partita in anticipo
di circa un mese rispetto ad un’annata ordinaria ma che ha fatto temere
il verificarsi di gelate tardive, poi fortunatamente non accadute, le quali
potevano arrecare danni ingenti alle
produzioni ormai in uno stadio avanzato. Riscontriamo anche un interesse
sempre più crescente per i Fondi mutualistici attivati dai consorzi di difesa
del Veneto, che integrano e completano la protezione per i danni causati
ai seminativi in fase di pre-emergenza
dovuti ad avversità climatiche e malattie parassitarie e i danni da animali
selvatici sulle colture arboree ed erbacee. Questa campagna di difesa
ha portato alcune novità per quanto
riguarda le date limite per potersi
assicurare, in quanto tramite il Piano
assicurativo agricolo nazionale sono
stati stabiliti, per la prima volta, dei
termini temporali che ricordiamo: 30
marzo per le colture permanenti e a
ciclo autunno-primaverile successivamente prorogata al 30 aprile, 30 maggio per le colture a ciclo primaverile,
15 luglio per le colture a ciclo estivo,
trapiantate e secondi raccolti e il 31
ottobre per le colture autunno-vernine. Se non aveste ancora provveduto
ad assicurare le colture incluse nelle
ultime due scadenze riportate affrettatevi, potete rivolgervi agli uffici del
consorzio per maggiori informazioni
sull’argomento.
Una volta attivata la copertura assicurativa in caso di danno subito dalle colture vegetali assicurate è utile
seguire alcune semplici regole per
denunciarlo, innanzitutto è necessario informare il proprio assicuratore
entro tre giorni dall’evento e possono essere fatte due tipologie di denunce: per perizia o per memoria.
Tramite la prima modalità, quando si
pensa che il danno sia superiore alla
franchigia contrattuale, viene richiesto l’intervento del perito della compagnia per la liquidazione del danno
invece con la seconda si segnala l’e-
vento, solitamente quando di bassa
intensità, senza richiedere l’uscita del
perito estimatore, successivamente
può essere comunque trasformata
per perizia fino a 20 giorni prima della raccolta. Nei casi in cui l’Azienda
abbia dei dubbi sull’intensità dell’evento o insorgano delle contestazioni sul risultato della perizia eseguita
dalla compagnia di assicurazione,
informiamo che il consorzio mette a
disposizione dei propri Associati gratuitamente i propri tecnici estimatori
ai quali potrà essere richiesto un consulto o un’eventuale sopralluogo. E’
d’obbligo ricordare che l’apposizione
della firma sul bollettino di campagna
rilasciato dal perito della Compagnia
di assicurazione equivale all’accettazione dei risultati della perizia quindi
il consorzio, se necessario, dovrà essere interpellato PRIMA della firma di
tale documento. Per qualunque problema, non esitare a contattarci ai seguenti recapiti
CONDIFESA VENEZIA
CONSORZIO PROVINCIALE
DI VENEZIA PER LA DIFESA
DELLE COLTURE AGRARIE
DALLE AVVERSITA’
30172 MESTRE-VENEZIA
VIA G. PEPE N. 142
041/971322 FAX 041/971952
[email protected]
www.condifesaVE.it
Skype: codivenezia
25
DAL TERRITORIO
JesoLo ed eracLea: aPerti
due nuovi uffici cia
Per migliorare i servizi ai soci del sandonatese, abbiamo aperto due nuovi
uffici attrezzati, l’uno a Jesolo e l’altro
ad Eraclea.
JESOLO:
Via C. Battisti 37/b
tel 0421.350536
Orari:
martedì: 14.00 - 18.00
venerdì:9.00 - 12.00
ERACLEA:
Via Diaz 7
tel. 0421.231928
Orari:
martedì: 9.00 - 12.00
centraL MarKet
Iniziativa in collaborazione con il Comune di Venezia
G
iovedì 29 maggio 2014 si è tenuta la prima edizione di questa manifestazione che mira a
promuovere il valore del mercato rionale quale luogo di socializzazione e
valorizzazione della qualità urbana e
del commercio cittadino, dove trovare
prodotti alimentari di elevata qualità e
freschezza.
A Mestre l’evento ha avuto luogo dalle 8.00 alle 13.00 in piazzetta Coin,
contestualmente al mercato del contadino. E’ stato un momento per ri-
26
scoprire i prodotti e la tradizione culinaria locale oltre ad antichi mestieri
artigianali attraverso degustazioni per
tutti e laboratori rivolti agli studenti
sulla produzione di formaggio, salumi,
miele e la creazione di piccoli orti in
vaso. Precisamente, per la Cia di Venezia, l’azienda agricola “Da Lauretta
e Vittorino” di Scorzè ha fatto vedere
come si lavora la carne del maiale; ha
spiegato come si allevano gli animali
e quali sono le fasi della lavorazione.
Durante la manifestazione sono stati
raccolti prodotti alimentari per l’in-
fanzia e per l’igiene personale distribuiti poi da Caritas. L’iniziativa, voluta
dall’Assessore al Commercio Carla
Rey con la collaborazione delle associazione Aeres, Cia, Coldiretti, Copagri e di Caritas Diocesana Veneziana,
Veritas, Coop Adriatica e cooperativa
Macramè, rientra nel progetto “CENTRAL MARKETS”, progetto europeo
per la rivitalizzazione e promozione
dei mercati tradizionali dell’Europa
centrale, e nella campagna di promozione dei mercati “Love Your Local
Market”.
DAL TERRITORIO
agricoLtura e
orticoLtura in crisi,
aLLarMe a cavaLLino
L
’agricoltura e l’orticoltura del Cavallino in crisi. I prodotti del litorale veneziano, tra le eccellenze
della nostra produzione, pagano un
prezzo altissimo alla crisi. La CIA Venezia ha illustrato venerdì 27 giugno
presso l’azienda di Roberto Scarpa
(via Pealto 19, Ca’ Savio) la situazione
di crisi, con dati nazionali e locali su
consumi e prezzi. Erano presenti il presidente provinciale Paolo Quaggio, il
presidente di zona Luciano Scarpa e
lo stesso Roberto Scarpa, della direzione provinciale. «Il calo della spesa
delle famiglie per il cibo - ha riferito
Quaggio - rispetto a prima della crisi
è superiore al 12%. Pur di risparmiare,
si preferiscono prodotti non di qualità, si fa la spesa nei discount, e questo si ripercuote sul nostro settore.
Per la prima volta in provincia siamo
scesi sotto le 8000 aziende agricole».
giusePPe PoLiti conferMato
aLLa guida di ases, La ong deLLa cia
L’Assemblea, riunitasi a Venezia, è stata l’occasione per riaffermare i principi cardine che, da più di vent’anni, regolano l’attività di
Ases, che opera principalmente attraverso la gestione di progetti, finanziati sia da enti pubblici che da privati, senza alcun animo
lucrativo. Il finanziamento privato giunge ad Ases attraverso la raccolta del 5 per mille che la Cia promuove al suo interno con il
sostegno degli uffici territoriali del Caf. Il 90% dei ricavi viene destinato a favore delle comunità rurali delle zone più svantaggiate
del mondo, in linea con lo slogan di sempre: “+ agricoltura - fame”.
“L
’Ases, nel sistema Cia, incarna e dà
voce allo spirito solidaristico dei
produttori agricoli italiani verso i
loro omologhi, assai più svantaggiati, delle
zone del mondo più arretrate dal punto di
vista economico e sociale. Un impegno che
continueremo a portare avanti realizzando
sempre più progetti di cooperazione e sviluppo, in linea con lo slogan di sempre ‘+
agricoltura - fame’”. Questo, in sintesi, quel
che ha detto il presidente di Ases (Associazione Solidarietà e Sviluppo), Giuseppe Politi, ringraziando l’Assemblea elettiva che lo
ha confermato alla guida dell’Ong della Confederazione italiana agricoltori.
L’Assemblea ha quindi designato gli altri otto
membri del Cda, partendo dai tre di nomina
Cia: sono entrati a far parte del Consiglio di
amministrazione di Ases Ivan Bertolini, Mario Maiorana, Maria Giuditta Politi, mentre
sono stati confermati Norberto Bellini, Mario
Quaresimin, Claudio Beltrame, Franca Anese e Rita Pasquali. Come primo atto, al Cda
spetterà nelle prossime settimane la nomina
del vicepresidente e di un direttore.
Molto apprezzato dall’Assemblea, che si è
tenuta nella sede della Cia di Venezia, l’intervento del presidente della Cia Dino Scanavino. Ciò ha significato che il legame tra
Ases e Cia non solo continua, ma, come lui
stesso ha affermato, “dovrà avere come
obiettivo un ampliamento degli impegni dei
coltivatori italiani verso il settore rurale del
Sud del mondo”. Scanavino, oltre a indicare
i tre membri che, come da Statuto di Ases,
l’organizzazione inserisce nel Cda, ha proposto che il presidente Politi continuasse nel
suo incarico in Ases.
Norberto Bellini, attuale vicepresidente di
Ases, nel sottolineare l’importanza che il
contributo del 5 per mille riveste per l’Ong,
ha sostenuto che “quella del 5 per mille è
una strana forma di donazione: non costa
nulla al contribuente, ma lascia inalterata
la forte responsabilità che Ases ha di farne
buon uso. L’Ases infatti -ha continuato- non
chiede somme in beneficienza da trasferire
semplicemente nei Paesi in cui opera, ma
deve dare risposte alle richieste di giustizia
che gli giungono sia da parte dei suoi sostenitori che da parte delle popolazioni del Sud
del mondo con le quali coopera”.
L’Assemblea è stata anche l’occasione per
fare il punto sulle attività svolte da Ases
nell’ultimo anno: sono stati elencati e descritti i 6 progetti in Paraguay, i 3 in Mozambico, uno in Costa d’Avorio e 2 in Italia.
27
DAL TERRITORIO
Mara Longhin
riconferMata aLLa guida
di donne in caMPo-cia
L
’Assemblea elettiva, riunita a Roma,
ha confermato presidente per il secondo mandato l’imprenditrice veneta. Riconfermata Vicepresidente Maria
Annunziata Bizzarri. Il ruolo delle donne in
agricoltura è strategico: uniscono saperi
antichi e nuovi mercati vincendo la partita della multifunzionalità. Dal 2010 a oggi
sono nate 35 mila nuove imprese femminili in agricoltura, di cui il 12% “under 30”.
Successo “rosa” nelle fattorie didattiche
(33,6%); agriturismi (32,3%); attività ludiche e sociali (31,1%) e produzione di energia verde (16,3%). Presentato il progetto
“Agricatering Donne in Campo”, che prevede l’offerta di servizi di catering a filiera
corta con piatti della tradizione contadina.
“Il ruolo delle donne in agricoltura è fondamentale ed è legato strettamente a
una visione multifunzionale e sostenibile
del settore, basata cioè sulla capacità di
produrre cibo coniugata con salute, socialità, sicurezza e salvaguardia di suolo e
paesaggio. Ed è questa la direzione che
bisogna continuare a perseguire: far camminare insieme etica e business, coniugando i saperi antichi e l’innovazione, la tradizione contadina con i nuovi mercati”. Lo
ha detto Mara Longhin, nel suo discorso di
ringraziamento all’Assemblea elettiva, l’11
giugno a Roma all’Auditorium “Giuseppe
Avolio”, che l’ha confermata per il secondo mandato alla presidenza di Donne in
Campo, l’associazione femminile della CiaConfederazione italiana agricoltori.
“Le donne sono sempre più protagoni-
28
ste del mondo rurale e costituiscono un
anello particolarmente resistente del tessuto economico del Paese -ha ricordato
la Longhin-. Non a caso oggi quasi un’impresa agricola su tre è ‘rosa’ (il 31,2%),
ma soprattutto, a dispetto delle tanti crisi
aziendali registrate, il numero di imprenditrici cresce, e parecchio, proprio nell’agricoltura (+12,9%)”. Dati avvalorati anche
dal Censis, che per Donne in Campo ha
realizzato un focus “ad hoc”, illustrato nel
corso dell’Assemblea elettiva, secondo
cui dal 2010 sono nate 35 mila nuove imprese femminili in agricoltura, di cui il 12%
“under 30”. Il settore primario, quindi, si
conferma per l’universo femminile un terreno fertile per fare impresa: il 10% circa
del totale delle imprenditrici oggi opera
in questo settore, a fronte di una quota
che tra gli uomini si ferma al 6,6%. Inoltre,
nelle aziende gestite da donne la multi-
funzionalità si concretizza negli ambiti più
creativi: le fattorie didattiche (33,6%), gli
agriturismi (32,3%), le attività ludiche e
sociali (31,1%), la trasformazione dei prodotti (29,2%), la produzione di energia
verde (16,3%). Con il risultato che i ricavi
sono più alti rispetto alle imprese condotte da uomini: in media 28.500 euro contro
24.800 euro.
“Le aziende agricole ‘rosa’ si orientano
sempre di più verso il biologico, le produzioni di nicchia Dop e Igp, il recupero
delle colture marginali, la trasformazione e
la vendita diretta, e poi verso tutte quelle
attività più legate alla cura della persona
-ha evidenziato la presidente di Donne
in Campo Cia-. Regine dell’arte dell’accoglienza e custodi dei saperi antichi,
le agricoltrici aprono le porte delle loro
aziende non solo ai turisti, ma ai bambini,
agli studenti, ai disabili, agli anziani. E lo
fanno mantenendo una particolare attenzione nei confronti dell’ambiente e della
sana alimentazione”. Proprio in questo
contesto si inserisce “Agricatering Donne
in Campo”, la nuova attività creata dall’associazione che prevede l’offerta di servizi
di catering a filiera corta, dove tutto nasce
direttamente dal lavoro nei campi senza
intermediazioni. Il progetto, illustrato oggi
durante l’Assemblea dal gruppo pilota di
Viareggio, ha due obiettivi: da un lato valorizzare i prodotti locali, soprattutto quelli dimenticati, offrendo cibi del territorio
ai clienti di rinfreschi e buffet, e dall’altro
combattere la crisi creando una nuova
forma di integrazione al reddito agricolo.
Il vantaggio è doppio: far assaporare le
produzioni tipiche e di stagione con una
funzione anche educativa e culturale nei
confronti dei consumatori, soprattutto
giovani, nonché sviluppare le competenze
e le capacità creative delle donne dell’agricoltura. “Oggi più che mai bisogna tutelare la biodiversità, mantenere un sano
equilibrio con l’ambiente e il territorio,
riscoprire colture tradizionali, ma sposandole con la creatività, l’innovazione, i nuovi
mercati -ha chiosato la Longhin-. Le donne sono messaggere da sempre di questa
idea di agricoltura, in quanto portatrici dei
valori della diversità. Convinte dell’importanza e della ricchezza della pluralità, vogliono farsi promotrici e protagoniste di
questo cammino diretto a una nuova valorizzazione del nostro sistema agroalimentare”. Insomma “le donne sono una risorsa
per l’agricoltura e possono rivelarsi uno
dei driver vincenti per lo sviluppo e la crescita dell’Italia -ha aggiunto il presidente
nazionale della Cia, Dino Scanavino, chiudendo i lavori dell’Assemblea elettiva-. Un
loro maggiore coinvolgimento nel mondo
del lavoro, nel settore primario e anche
nella rappresentanza, è assolutamente
fondamentale. Anche perché le donne
hanno dimostrato di saper fare impresa. E
di saperlo fare anche bene”.
TESSERAMENTO
CORSI PER IMPRENDITORI AGRICOLI
La Confederazione Italiana Agricoltori di Venezia, in collaborazione con il Cipat (Centro Istruzione Professionale e Assistenza Tecnica), sta organizzando per il 2014 una serie di corsi rivolti ad imprenditori agricoli
e ai loro collaboratori.
Alcuni corsi sono obbligatori per regolarizzare la situazione dell’azienda, mentre altri sono stati realizzati
per accompagnare l’imprenditore nelle scelte aziendali, trasmettendogli nuove conoscenze e competenze.
Per partecipare è sufficente indicare il corso prescelto ed inviare la scheda di adesione allegata alla
Cia di Venezia, fax 041-5381819 o via mail [email protected]
TITOLO CORSO
sicurezza in agricoltura (D.L 81/2008
ex 626/94)
RLS (Rappresentante dei Lavoratori
per la Sicurezza)
pacchetto igiene
ORE ADESIONE
56
32
Cognome e Nome
_____________________________________________
_____________________________________________
28
sicurezza lavoratori e dipendenti
12
aggiornamento RLS
8
patentino fitosanitario - rinnovo
6
patentino fitosanitario - rilascio
15
aggiornamento primo soccorso
8
agriturismo diviso in 2 moduli
50+50
fattoria didattica diviso in 2 moduli
50+30
agriturismo + fattoria didattica diviso in
3 moduli
50+50
+30
Biodiversità nella cucina agrituristica 40
Suggerisci altri temi
Compilare la scheda adesione e inviarla al
fax n. 041/5381819 o per mail
[email protected]
Nato il
_____________________________________________
a
_____________________________________________
Residente in
_____________________________________________
Comune
_____________________________________________
N. di telefono
_____________________________________________
Partita Iva
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Codice Fiscale
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Titolo di studio
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IMPRENDITORE AGRICOLO
COADIUVANTE
PARTECIPE FAMILIARE
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sede ProvinciaLe
Marghera (ve) - Via Durando 14/A
t. 041 5381999 - f. 041 5381819 - [email protected]
Giorni feriali escluso il sabato 9:00 - 12:30
lunedì e giovedì 14:00 - 18:30
ufficio zona
caMPonogara (ve)
P.za Castellaro 23/24
t. 041 463666 /041 5150900 - f. 041 5159658
[email protected]
Lunedì - martedì - mercoledì - venerdì 8:30 - 12:00
Giovedì 16:30 - 18:30
Mirano (ve) - Via C. Battisti 81
t. 041 431039 - f. 041 5702265
[email protected]
Giorni feriali escluso il sabato dalle 9:00 alle 12:00
Lunedì e giovedì 15:00 - 18:30
sottoMarina (ve) - Via Vespucci 29
t. 041 5540469 - f. 041 5542398
[email protected]
Lunedì - martedì - giovedì - venerdì 8:30 - 12:30
Giovedì 16:00 - 19:00
san donà (ve)
Galleria Leon Bianco 10, Corso Silvio Trentin
t. 0421 55263 - f. 0421 332121 - [email protected]
Giorni feriali escluso il sabato 8:30 - 12:30
Lunedì e giovedì 16:00 - 19:00
Portogruaro (ve)
Via Liguria 39/E - t. 0421 394519 - f. 0421 394518
[email protected]
Giorni feriali escluso il sabato 8:30 - 12:30
Lunedì 16:00 - 19:00
Marghera (ve)
Via Durando 14
t. 041 5384738 - f. 041 5090341
Giorni feriali escluso il sabato 9:00 - 12:30
Lunedì e giovedì 14:00 - 18:30