riforma della pac e sviluppo rurale. interviste a
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riforma della pac e sviluppo rurale. interviste a
Impresa Artigiana & P.M.I. - Anno XII - n.17 del 16/7/2014 - Poste Italiane s.p.a. Sped.abb.post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 comma 1, DCB Po - copia: 0,10 1 riforma della Pac e SviluPPo rurale. interviSte a: - Presidente Cia Nazionale – Dino Scanavino - Presidente Cia Regionale – Flavio Furlani - Assessore all’Agricoltura Regione Veneto – Franco Manzato - Consigliere Regione Veneto – Graziano Azzalin edificabilità in zona agricola decreto comPetitività Via Durando, 14/a 30175 Marghera (VE) Tel. 041 5381999 - Fax 041 5381819 Luglio 2014 SOMMARIO www.ciavenezia.it EDITORIALE 1 • A cura di Paolo Quaggio – Presidente Cia Venezia • RIFORMA DELLA PAC E SVILUPPO RURALE. INTERVISTA A: - Presidente Cia Nazionale – Dino Scanavino - Presidente Cia Regionale – Flavio Furlani - Assessore all’Agricoltura Regione Veneto – Franco Manzato - Consigliere Regione Veneto – Graziano Azzalin 2 PRODUTTIVI 7 • Edificabilità in zona agricola 8 FISCALE 12 • Decreto competitività 13 • Attività didattiche – scuole in fattoria: il decreto legislativo 39/2014 18 • Collaboratori familiari nel settore agricolo 19 DAL SOCIALE 20 • Pensione anticipata 21 • Le donne anticipano la pensione 21 • La totalizzazione dei contributi 22 • Contributi obbligatori 2014 per i CDCM e IAP: tempi e modalità di versamento 22 • Pensioni tra proposte e realtà 23 • 9 novembre festa di San Martino 23 DAL TERRITORIO 24 • Primi risultati e indicazioni in caso di danno 25 • Jesolo ed Eraclea: aperti 2 nuovi uffici Cia 26 • Central Market 26 • Agricoltura e Orticoltura in crisi, allarme a Cavallino 27 • Giuseppe Politi confermato alla guida di ASES, la ONG della Cia 27 • Mara Longhin riconfermata alla guida di Donne in Campo – Cia 28 • Corsi gratuiti per imprenditori agricoli 29 Cia Venezia azienda con sistema di gestione per la qualità UNI EN ISO 9001:2008 CERTIFICATO CSQA N. 6287 Impresa Artigiana & P.M.I. - Periodico - Aut. Trib. Prato n° 6 del 25/6/04 - Dir. resp.: B. Lisei Red. e Amm.: Media srl - via Lombarda, 72 Comeana - Tel. 055 8716801 - Stampa: Rindi EDITORIALE La PAC è ormai in dirittura di arrivo, entro la fine di luglio lo stato italiano dovrà definire quegli aspetti che l’unione europea ha demandato agli stati membri, tra questi, per esempio, la definizione di agricoltore attivo e, cosa molto importante, in che maniera diversificare gli interventi nei settori che più risentiranno negativamente del nuovo assetto PAC primo fra tutti l’allevamento da carne. La soluzione che si profila è quella di dare al settore carne un premio accoppiato atto a garantirne la sostenibilità economica, parte di questo premio accoppiato dovrebbe arrivare dal taglio del pagamento dei premi al di sotto dei 250 euro. Questa presa di posizione pone alcune questioni anche contrastanti tra loro sia per gli agricoltori che per le associazioni che li rappresentano. Se da un lato, la scelta strategica di sostenere un settore che altrimenti sarebbe destinato a chiudere sembra più che doverosa, da un altro, il taglio dei premi presumibilmente ad aziende con meno di un ettaro di terreno, andrà ad eliminare una grossa quantità di piccoli produttori, si potrebbero ipotizzare per questi, magari tramite il PSR, degli interventi mirati affinché questi terreni non vengano abbandonati, penso a misure mirate sul greening oppure incentivi per l’affitto. La difesa e il sostegno di un’agricoltura attiva e produttiva un’agricoltura con la A maiuscola è posizione che la CIA da sempre difende e propone ed è perciò per noi scelta obbligata al di fuori di ogni dubbio. D’altro canto, anche la nostra organizzazione deve adeguarsi ad un mondo in veloce e costante cambiamento, in particolare nel settore agricolo, anche la rappresentanza sindacale dovrà rivedere le proprie posizioni per risintonizzarsi alle nuove esigenze che il futuro prospetta. Difesa e sostegno all’agricoltura impongono all’associazione non solo servizi di tipo cartaceo -burocratico ma anche e soprattutto servizi di tipo tecnico e di consulenza atti a dare alle aziende il supporto per garantirsi il giusto reddito senza il quale l’agricoltura si vedrà a dover chiudere i battenti. All’interno del nostro giornale ospitiamo sull’argomento riforma della Pac, le considerazioni del Presidente Cia nazionale Secondo Scanavino, del Presidente Cia Regionale Flavio Furlani, dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Franco Manzato e del Consigliere Regionale Graziano Azzalin che vi consiglio di leggere. Un caro saluto La Pac è una grande oPPortunità Per iL riLancio deLL’agricoLtura e Per iL Paese. aLcune sceLte fatte daLL’itaLia, in fase di aPPLicazione, non ci hanno convinto fino in fondo. L a Politica Agricola Comune che ha compiuto 50 anni lo scorso anno, è una politica di enorme rilevanza considerato che interessa: oltre 500 milioni di 2 cittadini europei ai quali l’agricoltura fornisce cibo ogni giorno; circa la metà del territorio europeo e nazionale destinato a coltivazioni agricole (oltre il 70% se si considerano anche le foreste);circa 12 milioni di agricoltori e aziende agricole nell’UE, che garantiscono occupazione a 30 milioni di persone e ad ulteriori 10 milioni di addetti nel settore agroalimentare; la fornitura di beni pubblici (paesaggio, tutela del territorio, etc.) da parte degli agricoltori a beneficio della collettività. il 3540% del bilancio comunitario complessivo, che ammonta ad oltre 100 miliardi di euro per anno. La nuova Pac (2014/2020) deve rappresentare un’occasione per il rilancio dell’agricoltura e l’alimentare “made in Italy, una grande opportunità per la crescita del Paese che sarebbe veramente grave non cogliere. La spesa comunitaria per l’agricoltura italiana nel periodo sarà di circa 52 miliardi di euro, pari a 8 miliardi circa per anno, così suddivisi: 26 miliardi erogati come pagamenti diretti (versati per ogni ettaro di superficie agricola); 7 miliardi per interventi di mercato a favore di varie filiere; 19 miliardi (compresa la quota di cofinanziamento nazionale) per le misure di sviluppo rurale. Queste risorse destinate all’agricoltura italiana potranno generare un valore aggiunto di circa 250 miliardi l’anno tra fase produttiva primaria e attività collegate a monte e a valle: complessivamente, poco meno del 20% del Pil nazionale. La riforma varata prevede che almeno il 30% della spesa comunitaria della Pac per pagamenti diretti e sviluppo rurale sia destinata a scopi ambientali: per la sostenibilità, per la tutela della biodiversità e per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico. Un impegno finanziario enorme, pari a 110-120 miliardi di euro per l’agricoltura sostenibile nei sette anni (di cui 17 miliardi per l’Italia). Senza contare che praticamente tutti i benefici finanziari per le imprese agricole sono vincolate (“condizionalità”) al rispetto di norme ambientali, di sicurezza alimentare e di benessere animale che vanno al di là degli standard minimi di legge previsti dalla normativa comunitaria e nazionale. La nuova Politica Agricola Comune sarà più selettiva rispetto al passato. Garantirà i trasferimenti solo agli “agricoltori attivi” e prevederà un aumento dei pagamenti ad ettaro per i giovani agricoltori. In Italia potranno es- sere destinati ai giovani imprenditori agricoli “under 40” circa 500 milioni di euro nei prossimi sette anni, che potranno essere distribuiti su oltre 1,5 milioni di ettari ogni anno. Il nuovo sviluppo rurale rende disponibili risorse per investimenti, progettualità, iniziative imprenditoriali finalizzati all’innovazione, alla riorganizzazione delle filiere e aumento degli stock di capitali. In linea di principio si tratta di circa 6,5 miliardi di euro l’anno, comprese le risorse nazionali, che potranno essere utilizzate per ammodernare le imprese competitive per affrontare meglio il mercato. Una somma che si aggira intorno ai due terzi degli investimenti fissi lordi del sistema agricolo nel complesso. Le nuove misure di mercato della Pac puntano essenzialmente sull’aggregazione e sul miglioramento degli agricoltori nel posizionamento all’interno delle filiere. Con esse si potrà contribuire a limitare gli effetti della volatilità dei mercati e a fronteggiare l’instabilità dei redditi degli imprenditori agricoli. Le inefficienze delle filiere assommano a circa 8-12 miliardi di euro l’anno. Utilizzando gli interventi della Pac “verso il 2020” per eliminare tali distorsioni, sarà possibile recuperare un valore pari a circa l’8-10% dei consumi agroalimentari domestici delle famiglie italiane. La nuova Pac può anche concorrere a migliorare l’auto-approvvigionamento di materie prime che tradizionalmente l’Italia importa. Prevedendo un pagamento supplementare “accoppiato” di 180 euro/ha per la produzione di proteine vegetali, si potrebbe arrivare a incentivare sino al doppio degli investimenti di ettari attualmente seminati a soia nel nostro Paese: passando da circa 240 mila a oltre 400 mila ettari. Ma ora soffermiamoci sull’applicazione in Italia della Pac 20142020. In questi giorni si è definito un accordo tra Ministero e Regioni, sui principali aspetti relativi ai pagamenti diretti. Non sono accordi, per noi, soddisfacenti. Avevamo chiesto una politica più innovativa ed orientata alla crescita, invece, si è seguita un’impostazione molto conservatrice, fondata più sul mantenimento delle condizioni preesistenti, compreso l’invarianza relativa dei flussi finanziari regionali, che sulle esigenze del sistema delle imprese. Non si è voluto, per esempio, valorizzare la figura dell’agricoltore attivo per concentrare risorse a chi vive di agricoltura e produce ricchezza salvaguardando l’ambiente. Non si è utilizzato l’intero budget disponibile per sostenere politiche attive a supporto di settori in difficoltà; si è di fatto tornati indietro anche rispetto al sostegno al piano delle proteine vegetali, assoluta necessità economica ed ambientale del nostro Paese e per ridurre le importazioni dall’estero. Ora che dobbiamo affrontare le politiche più importanti per il rilancio della nostra agricoltura - i fondi strutturali, i programmi di sviluppo rurale, le misure di mercato - dobbiamo assolutamente avere una forte inversione di tendenza. Dobbiamo non solo spendere, ma spendere bene, con un maggior coordinamento tra le regioni e con l’amministrazione centrale e con una radicale semplificazione dei procedimenti burocratici. Le linee prioritarie di azione dello sviluppo rurale sono, a nostro avviso, essenzialmente quattro: Organizzazione delle filiere, Innovazione, Investimenti produttivi e ricambio generazionale. Occorre un’attenzione prioritaria all’aggregazione del prodotto, attraverso la nascita, lo sviluppo e la fusione di Op, organizzazioni economiche forti, formate da agricoltori, che commercializzano il prodotto dei soci con progetti imprenditoriali innovativi. Nello stesso tempo occorre favorire relazioni ed organizzazioni interprofessionali che creano valore aggiunto e lo distribuiscano equamente nella filiera, operando sia sui mercati nazionali che, sempre più, internazionali. L’agricoltura ed il sistema agroalimentare italiano devono tornare ad innovare. Con i Psr occorre finanziare anche le nuove filiere delle agroenergie, della chimica verde, dei servizi multifunzionali, sempre integrati con la finalità prioritaria dell’agricoltura, che è quella alimentare, e sempre sapendo coniugare competitività con sostenibilità. Poi dobbiamo investire in strumenti nuovi che rilanciano la ricerca e la consulenza d’impresa, che facilitino l’accesso al credito, che sperimentino e sviluppino sistemi di gestione del rischio e di stabilizzazione del reddito. Ma per fare tutto questo, per applicare davvero efficacemente la nuova programmazione Pac, è necessario, un processo di partenariato tra amministrazioni e l’intero mondo imprenditoriale sostanziale, efficace e trasparente. Un partenariato così, chiama anche il mondo della rappresentanza ad assumersi delle responsabilità ed alla difficoltà di compiere scelte, ma è indispensabile per avere una visione comune, fissare degli obiettivi, favorire una crescita che assicuri reddito per gli agricoltori e ricchezza per il Paese. Dino Scanavino Presidente nazionale Cia 3 Pac e Psr, iL giudizio di cia veneto L’analisi del presidente regionale Flavio Furlani I piani che governeranno l’agricoltura nei prossimi anni provocano giudizi contrastanti nel presidente di Cia Veneto Flavio Furlani. Un parere estremamente negativo su alcuni passaggi della PAC 2014-2020, mentre aspetti positivi si intravedono nel PSR. «È proprio così - spiega Furlani - perché la PAC, al di là del giudizio complessivo che si può dare, contiene un elemento estremamente negativo. Si tratta dell’articolo 52, quello sui pagamenti accoppiati». L’accordo finale destina al sostegno accoppiato (art. 52, Reg. 1307/2013) un importo di 426,8 milioni di -, distribuiti in 17 misure di sostegno. La maggior parte delle risorse è destinata alla zootecnia (210,5 milioni di -, pari al 49,3%) ripartita fra i seguenti settori: vitelli/e nati da vacche da latte, vacche nutrici, bovini macellati 12-24 mesi, ovicaprini, bufalini. Il sostegno ai seminativi (14% delle risorse) interessa quattro settori: riso, barbabietola, pomodoro da industria e grano duro. La grande novità è l’inclusione del grano duro con 59,7 milioni di -, che 4 dovrebbe generare un pagamento di circa 50 -/ha. Il piano proteine ottiene l’8,4% delle risorse. La soia è stata inclusa nel sostegno con 10 milioni di e dovrebbe generare un pagamento di circa 95 -/ha. L’olivicoltura acquisisce un sostegno di 70 milioni di -. «L’Italia aveva chiesto di portare questo capitolo al 15%, invece è stato riportato al precedente valore, dell’11%. Aver fatto entrare una serie di produzioni in questo articolo è servito solo per una ridistribuzione delle risorse che però non risolve nulla. È una mediazione al ribasso, uno spezzatino che non scontenta nessuno ma che dimostra con eloquenza che il Governo ha rinunciato ad avere una politica agricola». Migliore il giudizio invece sul Piano di Sviluppo Rurale approvato in Regione. «Sì - conferma il presidente di Cia Veneto - per almeno due motivi. Il primo è che tutte le associazioni professionali degli agricoltori hanno collaborato costruttivamente e unitariamente, rinunciando a peculiarità proprie per un interesse più generale e condiviso. E poi perché si è lavorato molto sul concetto di filiera: non più sostegno solo all’azienda agricola, ma anche a tutto il processo che porta allo sbocco sul mercato. Certo, lo stanziamento (inizialmente inferiore ai 300 milioni di euro, poi portato a 350 milioni) è ancora insufficiente, ma si tratta di un miglioramento». Manzato: regione iMPegnata su Pac, Ma iL veneto è PenaLizzato L’assessore: «Mancata intesa nella Conferenza Stato-Regioni» 1) Ass. Manzato, lei ha assunto una posizione critica rispetto all’applicazione della PAC in Italia, che rispecchia per qualche verso i dubbi espressi dalla Cia: avevamo chiesto una politica più innovativa ed orientata alla crescita, invece, si è seguita un’impostazione molto conservatrice, fondata più sul mantenimento delle condizioni preesistenti. Il Veneto si è anche posto duramente nei confronti del Ministero dell’Agricoltura… La Politica agricola comune della Unione Europea sta mettendo a dura prova il Veneto, dove da oltre tre anni si sta costruendo una strategia che consenta al comparto rurale di crescere con l’appoggio della Regione e che nel tempo possa assorbire senza grossi traumi la riduzione degli aiuti. Il margine di intervento della Regione nella definizione del Programma di Sviluppo Rurale, che prevede contributi alle aziende agricole, è stato adeguatamente sfruttato e ritengo abbia portato ad un ottimo risultato. Mentre la partita degli aiuti diretti, gestita da Roma, si è rivelata inadeguata e non alla pari con la visione strategica che noi invece abbiamo applicato nel PSR Veneto. Una buona programmazione che mira a far crescere l’ agricoltura italiana sicuramente non avrebbe inserito alcun meccanismo di “preferenza” per le aree del sud, che storicamente rendono poco perché fanno poco, gestiscono i contributi in modo per nulla trasparente e non riescono nemmeno a utilizzare tutte le risorse che gli vengono messe a disposizione. Soprattutto, una buona strategia non avrebbe permesso che settori fortemente penalizzati (zootecnia) non venissero adeguatamente considerati al momento della definizione dei premi “accoppiati” (aiuti creati appositamente per sostenere le aree di intervento più marginali e in difficoltà). Questi sostegni “accoppiati” sono il nocciolo di una polemica che da mesi schiera il Veneto contro il Ministero, arrivando di recente alla resa dei conti attraverso la mancata intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni sul documento definitivo. 2) In particolare, per il Veneto chiediamo che la PAC sostenga di più l’innovazione. Cosa potrà fare la Regione Veneto in questo senso? A riguardo ricordo l’esperienza veneta della misura 124 del PSR 2007-2013, presa ad esempio a livello nazionale ed europeo; la Regione ha infatti sostenuto con circa 13 milioni di euro oltre 80 partnership tra aziende agricole, aziende del settore della trasformazione ed enti di ricerca per la realizzazione di progetti mirati allo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore agricolo, alimentare e forestale. Nella Proposta di PSR 2014-2020, attualmente in discussione in Consiglio Regionale, il sostegno all’innovazione è una delle priorità strategiche che ho proposto sin dalla Conferenza Regionale dell’Agricoltura al partenariato. La proposta di PSR prevede sostegni specifici nell’ambito della misura 16 che mira a supportare la realizzazione di gruppi di cooperazione finalizzati all’innovazione in senso ampio, non solo tecnologica ma anche organizzativa, ambientale, legata alle attività di servizio. Per quanto si riferisce strettamente all’innovazione tecnologica, la misura prevede in particolare con due interventi dedicati. Il primo è “Costituzione e gestione dei gruppi operativi dei PEI in materia di produttività e sostenibilità in agricoltura”, finalizzato a sostenere la creazione di gruppi operativi per la partecipazione ai Partenariati europei per l’Innovazione sostenuti dall’iniziativa Horizon 2020; il secondo è “Realizzazione di progetti pilota e sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”, evoluzione proprio della esperienza maturata nel periodo 2007-2013 con la misura 124. Per entrambi la proposta contiene un sostegno finanziario significativo. Complessivamente ho proposto per la misura 16 una dotazione di 27,5 milioni di euro. 3) La Cia apprezza l’impianto complessivo del PSR, ma chiede un ulteriore sforzo per una maggiore semplificazione, visto che la burocrazia a carico degli agricoltori è ancora opprimente. Si può migliorare? Non voglio dare risposte ovvie o rispondere con dichiarazioni generiche, che già leggiamo e ascoltiamo ogni giorno. Per me una risposta concreta a questa istanza di semplificazione è stato ridurre la giungla di oltre 100 azioni finanziate dal PSR 2007-2013, scegliendo 44 interventi da attivare con il PSR 2014-2020. Credo che questa concentrazione consentirà anche di trovare soluzioni burocratiche migliorative. Corre l’obbligo però di ricordare gli sforzi fatti e i risultati conseguiti in termini di semplificazione in Regione Veneto dal 2010 a oggi, perciò cito le iniziative più rilevanti nel settore a me affidato: il rilascio in automatico della qualifica di imprenditore agricolo professionale, la realizzazione della semplificazione nella gestione dello schedario viticolo e degli aiuti regionali dell’Ocm vitivinicolo, l’aumento delle materie affidate in convenzione ai CAA, il rispetto dei tempi istruttori sulle domande del PSR (graduatoria in 120 giorni dal termine di scadenza per la presentazione delle domande), la riduzione dei tempi di pagamento per il PSR (60 giorni per le misure strutturali e circa 75 giorni per l’anticipo del 75% del premio delle misure a superficie). Il mio impegno sarà per migliorare ancora e perché quello che siamo riusciti a fare possa essere di esempio e di stimolo anche per gli adempimenti posti alle imprese agricole e agroalimentari dalle altre Amministrazioni pubbliche. 5 azzaLin: «Pac, bicchiere Mezzo Pieno e Mezzo vuoto» Il parere del vicepresidente della Commissione Agricoltura Regione Veneto 1) Consigliere Azzalin, cosa ne pensa della piega che ha preso l’applicazione della PAC in Italia, e in particolare nella nostra regione? La Cia trova l’accordo Ministero-Regioni penalizzante nei confronti del Veneto. Che la nuova programmazione non potesse essere altrettanto ricca di quella ormai conclusa era cosa nota. A conti fatti, quello che è uscito dal Parlamento europeo è per l’Italia fortemente migliorato rispetto alla proposta originale del commissario Dacian Ciolos: il bicchiere, ovviamente, è mezzo pieno e mezzo vuoto, dipende da quali sono gli aspetti che si prendono in considerazione. In particolare, per la cosiddetta convergenza interna, ovvero il riequilibrio fra Regioni, vede il Veneto particolarmente penalizzato. Ma non bisogna dimenticare che stiamo parlando di a 1 miliardo 184 milioni di euro di cui il 43% sarà finanziato dal Feasr, il 40% dallo Stato italiano e il 17% dalla Regione del Veneto. Tutto, ovviamente dipenderà da come queste risorse verranno investite da qui al 2020. In particolare, anche se il giudizio sul Psr 2007/2013 non può essere negativo, molti sono gli aggiustamenti necessari. In particolare, fondamentale sarà valutare come la nuova programmazione raggiungerà gli obiettivi che si è prefissata e quanto sarà aderente alle richieste europee. Per questo sarà fondamentale un monitoraggio serio ben cadenzato, che possa permettere aggiustamenti ‘in 6 corsa’, come spostamenti di risorse o l’introduzione di nume misure. 2) In particolare, per il Veneto avremmo preferito che la PAC sostenesse di più l’innovazione o che si valorizzasse la figura dell’agricoltore attivo. Lei concorda? Nella nuova programmazione europea l’attenzione all’innovazione c’è stata. Resta da valutare in concreto quanto le misure potranno essere incisive in questo senso. Fondamentale, anche in questo caso, sarà proprio la valutazione a breve termine del raggiungimento degli obiettivi. Un capitolo sul quale, a mio avviso, bisognava agire con maggior decisione è quello del credito, mentre sul ruolo dell’agricoltore attivo, così come sugli aiuti accoppiati, è, forse, mancato un po’ di coraggio. Il fatto che siano gli Stati a valutare autonomamente i requisiti è stata una scelta apprezzabile, non va dimenticato che se è vero che la definizione di “agricoltore attivo” è molto ampia include quindi un numero elevato di agricoltori, è vero anche che per la prima volta tra i beneficiari della Pac viene fatta una selezione e viene creata una lista di esclusi a priori. Si poteva fare meglio? Tutto è migliorabile e, spero, che anche su questo si possano in un futuro prossimo, fare le opportune correzioni. 3) In questi giorni è andato in porto il PSR. La Cia apprezza l’impianto complessivo, ma chiede un ulteriore sforzo per una maggiore semplificazione, visto che la burocrazia a carico degli agricoltori è ancora opprimente. Possiamo chiederle un impegno in questo senso? Del Psr veneto è da apprezzare, in particolare, il percorso concertativo che è stato avviato, cercando di raccogliere tutti gli stimoli provenienti dal mondo agricolo e di farne una non certo facile sintesi. La semplificazione non è un tema, è il tema. E se è vero che il nuovo Psr è di fatto già notevolmente più ‘aglile’ rispetto al precedente, con il numero delle misure già notevolmente ridotto, è fuori di dubbio che molto ancora deve essere fatto. Su questo aspetto, tuttavia, l’attenzione è forte e trasversale, perché è tristemente noto quanto ‘le carte’ pesino sul lavoro degli imprenditori agricoli complicando loro la vita in modi a volte palesemente assurdi e con richieste che talvolta rasentano l’assurdità. Il mio impegno in questo senso è scontato, ma in questo chiedo uno sforzo ulteriore anche da parte di tutte le associazioni di categoria perché lo scoglio del gravame burocratico possa essere concretamente superato. PRODUTTIVI 7 PRODUTTIVO edificabiLita’ in zona agricoLa Le norme principali L e norme per l’ edificabilità in zona agricola (Legge Regionale 11 del 2004 art. 44) hanno subito in questi anni diversi cambiamenti e aggiornamenti. Tra queste modifiche spicca la DGR n. 2.879 del 30/12/2013 tendente a semplificare le procedure per ottenere il permesso di costruire. Con queste brevi note vogliamo riassumere i principali requisiti per poter edificare in zona agricola sia l’ abitazione dell’ imprenditore agricolo che i fabbricati strumentali. REQUISITI MINIMI Nella zona agricola sono ammessi, in attuazione di quanto previsto dagli 8 strumenti urbanistici comunali, esclusivamente interventi edilizi in funzione dell’attività agricola Gli interventi sono consentiti sulla base di un piano aziendale, esclusivamente all’imprenditore agricolo titolare di un’azienda agricola in possesso dei seguenti requisiti minimi: A) Iscrizione all’Anagrafe regionale, rappresentata dal fascicolo aziendale Avepa; B) Occupazione di una Unità Lavorativa a tempo pieno regolarmente iscritta all’INPS nel ruolo di Cd o IAP. Questa può riguardare oltre alla figura dell’imprenditore titolare dell’azienda, anche il coadiuvante familiare e/o il dipendente a tempo indeterminato o il socio (sempre iscritto all’ INPS) di una società agricola e che non disponga di una propria abitazione. C) Redditività minima fissata sulla base degli atti di indirizzo regionali. E’ assicurata dal superamento di un valore soglia (cosiddetto “reddito soglia”). PRODUTTIVO PIANO AZIENDALE Documento fondamentale è il PIANO AZIENDALE che, accompagnato dagli elaborati tecnici, descrive tutta la situazione aziendale. Il Piano deve dimostrare le necessità abitative, il dimensionamento e la congruità delle strutture agricoloproduttive richieste sulla base degli ordinamenti produttivi aziendali. Non è necessaria l’ approvazione del piano aziendale per le strutture di raccolta degli effluenti zootecnici e lo stoccaggio di insilati. Il Piano aziendale è inviato allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) contestualmente alla domanda di rilascio del titolo edilizio. Il SUAP provvede ad inoltrare il Piano Aziendale allo Sportello Unico Agricolo (SUA) di AVEPA per l’espressione del parere di competenza. Avepa ha 90 giorni di tempo a disposizione per concludere l’ istruttoria e rilasciare il parere. Approfondiamo ora l’ aspetto della redditività minima. REDDITIVITA’ MINIMA (reddito soglia) modificata con la DGR 2879/2013 valori validi per il triennio 2013/2015 6 valori di reddito soglia Tipologia di intervento Abitazione Strutture agricolo produttive Pianura Collina Montagna 70% reddito 70% reddito 70% reddito di riferimento: - 16.000,00 di riferimento: - 16.000,00 di riferimento: - 16.000,00 50% reddito 40% reddito 30% reddito di riferimento: - 11.500,00 di riferimento: - 9.200,00 di riferimento: - 6.900,00 Calcolo del reddito in situazioni ordinarie • La situazione produttiva aziendale considerata per il calcolo della redditività, applicando i valori tabellari, è l’annata agraria precedente alla presentazione dell’istanza ovvero il 10 novembre dell’annata agraria conclusa. • L’aggregato reddituale risultante verrà confrontato con il reddito di riferimento. • Per i giovani agricoltori insediati da non più di cinque anni il reddito aziendale viene calcolato con riferimento alla situazione produttiva aziendale alla data di presentazione del piano aziendale e non alla data del 10 novembre dell’annata agraria conclusa. • Se al momento della presentazione del piano aziendale i parametri convenzionali di redditività della tabella applicati alla situazione aziendale esistente non consentono la dimostrazione del raggiungimento del “reddito soglia” si predispone un Business Plan nel quale si indicano e valorizzano le voci componenti il reddito aziendale di natura previsionale. CONTROLLI Tutte le dichiarazioni rese in domanda ai sensi del DPR 445/2000 possono essere oggetto di controllo da parte dei funzionari di AVEPA. I controlli riguardano la veridicità delle dichiarazioni inerenti le attività agricole non rilevabili a fascicolo per quanto riguarda i redditi derivanti da: colture speciali, allevamenti, attività connesse, la posizione previdenziale, eventuali deroghe. Pubblichiamo la tabella per il calcolo automatico del reddito aziendale al fine verificare il raggiungimento del REDDITO SOGLIA e poter dunque costruire. Questa tabella è la stessa per il calcolo dei requisiti per l’ Imprenditore Agricolo Professionale, ma su questo tema torneremo con il prossimo numero del giornale. 9 PRODUTTIVO tabeLLa Per iL caLcoLo autoMatico deL reddito aziendaLe e dei teMPi di Lavoro A B AxB superficie in Ha Redditi convenzionali -/Ha Reddito calcolato 913,00 0,00 78 0,00 riso 1.100,00 0,00 90 0,00 orticole/officinali a pieno campo a raccolta meccanizzata sia in coltura principale che secondaria 8.900,00 0,00 195 0,00 tabacco 3.000,00 0,00 650 0,00 barbabietola da zucchero Produzioni Vegetali cereali (escluso riso), pisello proteico, piante oleifere D Tempi di lavoro convenzionali ore/Ha AxD Tempo impiegato 1.920,00 0,00 104 0,00 cotone, lino, canapa, ecc… 590,00 0,00 104 0,00 foraggere da affienare (prati avvicendati) 550,00 0,00 110 0,00 prati permanenti 460,00 0,00 55 0,00 pascolo, prato-pascolo (sulla superficie netta) 230,00 0,00 55 0,00 ortaggi e legumi a pieno campo individuati in fascicolo aziendale come coltura principale 11.790,00 0,00 1.300 0,00 ortaggi e legumi a pieno campo individuati in fascicolo aziendale come coltura secondaria 7.200,00 0,00 750 0,00 radicchi a pieno campo con imbianchimento individuati in fascicolo aziendale come coltura secondaria 9.770,00 0,00 850 0,00 asparago 9.770,00 0,00 750 0,00 uva da tavola 4.200,00 0,00 600 0,00 mele, pere, pesche, nettarine, percoche, ciliegie, olive, nashi, agrumi 5.000,00 0,00 600 0,00 oliveti per olive da olio 780,00 0,00 600 0,00 vigneti per uva da vino di qualità (DOP e IGP) 9.000,00 0,00 520 0,00 vigneti per uva da vino comune 6.000,00 0,00 520 0,00 frutta a guscio 4.000,00 0,00 520 0,00 albicocche, actinidia, fico 9.160,00 0,00 520 0,00 prugne, prugnole, kaki, nespola 6.150,00 0,00 520 0,00 fragola e piccoli frutti (lamponi, more, ribes, mirtilli, ecc.) 9.600,00 0,00 2.000 0,00 0,00 piante aromatiche 13.800,00 0,00 1.200 0,00 floricole a pieno campo, piante verdi o da fiore 34.700,00 0,00 1.200 0,00 750,00 0,00 52 0,00 produzioni ortofrutticole in serra o tunnel freddo 13.400,00 0,00 3.000 0,00 fungaie (a ettaro) 300.000,00 0,00 30.000 0,00 produzioni ortofrutticole in serra o tunnel condizionato 19.770,00 0,00 4.000 0,00 vivai di piante da frutto, rose, vite, seminati 24.000,00 0,00 2.250 0,00 vivai di arbusti, piante ornamentali e fragole 24.000,00 0,00 1.200 0,00 produzioni vivaistiche e floricole in serre fredde, ombrai e vasetteria 70.000,00 0,00 7.200 0,00 arboricoltura da legno o biomassa 10 PRODUTTIVO floricoltura/vivaismo orticolo in serre condizionate 120.000,00 0,00 22.500 0,00 vivaio di abeti 11.000,00 0,00 600 0,00 A B AxB AxD numero di capi Redditi convenzionali -/capo/i Reddito calcolato Tempo impiegato 1.150,00 0,00 D Tempi di lavoro convenzionali ore/capo-i 97 bovini, bufalini da carne meno di 1 anno (vitelli a carne bianca) 84,00 0,00 13 0,00 bovini, bufalini da carne più di 1 anno 200,00 0,00 13 0,00 equini da carne 206,00 0,00 13 0,00 1.000,00 0,00 78 0,00 suini da riproduzione 280,00 0,00 65 0,00 suini da ingrasso 80,00 0,00 3 0,00 ovicaprini da latte 114,00 0,00 32 0,00 ovicaprini da carne 30,00 0,00 19 0,00 1.085,00 0,00 90 0,00 polli da carne-broilers (100 capi) 250,00 0,00 4 0,00 tacchini (100 capi) 640,00 0,00 6 0,00 quaglie (100 capi) 69,00 0,00 0,4 0,000 galline ovaiole (100 capi) 300,00 0,00 16 0,00 fagiani, faraone, oche, anatre (100 capi) 690,00 0,00 20 0,00 struzzi (1 capo) 250,00 0,00 6 0,00 conigli (fattrici) 76,00 0,00 10 0,00 cani (fattrici) 600,00 0,00 90 0,00 api (arnie) 63,00 0,00 7 0,00 acquacoltura estensiva in ettari (allev. vallivi) 682,00 0,00 40 0,00 3.000,00 0,00 200 0,00 Allevamenti bovini e bufalini da latte (compresa rimonta) equini da sella (allevamento ed addestramento) avicunicoli (100 capi) -piccoli allevamenti familiari con consistenza tecnica fino a 500 capi acquacoltura estensiva fino a 10 Ha 0,00 acquacoltura intensiva (tutta la superficie) 300.000,00 0,00 2.200 0,00 molluschicoltura in ettari (mitilicoltura) 32.500,00 0,00 700 0,00 Attività connesse Dettaglio attività vinificazione caseificazione Trasformazione altre trasformazioni Commercializzazione distributore automatico di prodotti confezionati vendita diretta in azienda vendita diretta in mercati Specifiche e riferimenti Tempi convenzionali /ore fino a 20.000 litri: 2 ore / 100 litri quadro prodotti introdotti dalla dichiaraz- eccedenti i 20.000 litri: 1 ora / 100 litri ione di raccolta uve e produzione vinicola (indicare solo la quantità eccedente i 20.000 litri) dichiarazione vendita diretta prodotto 2 ore/100 Kg equivalente latte trasformato preparazione e confezionamento di confetture, marmellate, miele, succhi, sciroppi, salse, sottoaceti, prodotti da forno per 100 30 ore/100 Kg prodotto finito Kg di prodotto finito fresco produzione di insaccati, macellazioni aziendali (avicole e cunicole) IV gamma 4 ore/100 Kg prodotto finito 0,2 ore/10KW potenza installata fino al energia da fotovoltaico limite di 1MW 0,3 ore per ettaro di prodotto vegetale energia da biomassa ecc utilizzato fino al limite di 1MW quantità A Tempo impiegato 0 B Redditi convenz importo ad ora AxB 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00 0 7,50 (al netto di imposte e tasse) 0,00 0 0,00 0 0,00 dichiarazione vendita diretta di latte e prodotti lattiero caseari e altri prodotti 1 ora / 100 Kg 0 0,00 orari dichiarati in comune ore dichiarate 0 0,00 giorni autorizzati dal comune n. giorni autorizzati x 6 ore 0 0,00 11 FISCALE FISCALE decreto coMPetitivita’ P ubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 giugno 2014 il Decreto Legge n. 91/2014, contenente disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l’efficientamento energetico dell’edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche. Le novità previste dal decreto per il settore agricolo: CREDITO D’IMPOSTA Tra le disposizioni urgenti per le imprese l’art. 18 introduce un credito di imposta per le imprese che effettuino investimenti in beni strumentali nuovi. Tale credito è riconosciuto, nella misura del 15% delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti in beni strumentali compresi nella tabella Ateco realizzati nei cinque periodi di imposta precedenti, alle imprese che effettuino investimenti in beni strumentali nuovi ricompresi nella divisione 28 della predetta tabella e destinati a strutture produttive situate nel territorio dello Stato, nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del Decreto (25/06/2014) ed il 30/06/2015. E’ prevista la facoltà per l’impresa di escludere dal calcolo della media, il periodo in cui l’investimento è stato maggiore. Del credito di imposta possono beneficiare anche le imprese in attività da un periodo inferiore a 5 anni, nonché quelle costituite successivamente alla data di entrata in vigore del Decreto- Legge 91/2014. Per le prime, la media degli investimenti in beni strumentali nuovi (sempre compresi nella divisione 28 della tabella Ateco) da considerare è quella risultante dagli investimenti realizzati nei periodi d’imposta precedenti a quello in corso alla data di entrata in vigore del Decreto o a quello successivo. Anche in questo caso è prevista la possibilità di escludere dal calcolo della media il periodo in cui l’investimento è stato maggiore. Per le seconde (imprese costituite successivamente alla data di entrata in vigore del provvedimento), il credito d’imposta si applica con riguardo al valore complessivo degli investimenti realizzati in ciascun periodo d’imposta. La norma prevede tuttavia delle limitazioni, in quanto il credito d’imposta: • non spetta per gli investimenti • • • di importo unitario inferiore a 10.000,00; va ripartito nonché utilizzato in tre quote annuali di pari importo, la prima delle quali è utilizzabile a decorrere dal 1 gennaio del secondo periodo di imposta successivo a quello in cui è stato effettuato l’investimento; non concorre alla formazione del reddito nè della base imponibile ai fini dell’IRAP; è utilizzabile esclusivamente in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del D.Lgs. 9/7/1997 n. 241 e successive modificazioni. Ai sensi dell’art. 18 comma 6, il credito d’imposta è revocato: • se l’imprenditore cede a terzi i • beni oggetto degli investimenti o li destina a finalità estranee all’esercizio di impresa prima del secondo periodo di imposta successivo all’acquisto; se, entro il termine previsto, i beni oggetto degli investimenti sono trasferiti in strutture produttive situate al di fuori dello Stato, anche se appartenenti al soggetto beneficiario dell’agevolazione. Nei casi di cui sopra, l’impresa è tenuta a versare il credito d’imposta indebitamente utilizzato, nelle modalità e nei termini previsti dal successivo comma 7 dell’art. 18. Parimenti in caso di indebita fruizione, anche parziale, del credito d’imposta per il mancato rispetto delle condizioni richieste dalla norma ovvero a causa dell’inammissibilità dei costi sulla cui base è stato determinato l’importo fruito, l’Agenzia delle Entrate provvede al recupero del relativo importo, maggiorato di interessi e sanzioni. AGEVOLAZIONE ASSUNZIONI Novità previste anche in materia di incentivi all’assunzione di giovani lavoratori agricoli e di riduzione del costo del lavoro in agricoltura (art. 5). Al fine, infatti, di promuovere forme di occupazione stabile in agricoltura per i giovani è istituito un incentivo per i datori di lavoro (imprenditori agricoli FISCALE ex art. 2135 cc.) che assumono, con contratto di lavoro a tempo indeterminato o con contratto di lavoro a termine avente determinate caratteristiche (durata almeno triennale, garantire al lavoratore un periodo di occupazione minima di 102 giornate all’anno ed essere redatto in forma scritta), lavoratori in possesso di precisi requisiti. Infatti, le assunzioni devono riguardare lavoratori di età compresa tra i 18 ed i 35 anni privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi oppure privi di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado. Tali assunzioni devono essere effettuate tra il 1 luglio 2014 e il 30 giugno 2015 e devono comportare un incremento occupazionale netto, calcolato sulla base della differenza tra il numero di giornate lavorate nei singoli anni successivi all’assunzione e il numero di giornate lavorate nell’anno precedente l’assunzione. L’incentivo è pari a un terzo della retribuzione lorda imponibile ai fini previdenziali, per un periodo complessivo di 18 mesi ed è riconosciuto al datore di lavoro unicamente mediante compensazione dei contributi dovuti e con le modalità di seguito illustrate: - per le assunzioni a tempo determinato: • 6 mensilità a decorrere dal completamento del primo anno di assunzione; • 6 mensilità a decorrere dal completamento del secondo anno di assunzione; • 6 mensilità a decorrere dal completamento del terzo anno di assunzione; - per le assunzioni a tempo indeterminato: • 18 mensilità a decorrere dal completamento del primo armo di assunzione. In materia di deduzioni, poi, aggiungendo specifico comma all’articolo 11 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, si precisa che “Le deduzioni di cui al comma 1, lettera a), numeri 2), 3) e 4), per i produttori agricoli di cui all’articolo 3, comma 1, lettera d), si applicano, nella misura 14 del 50 per cento degli importi ivi previsti, anche per ogni lavoratore agricolo dipendente a tempo determinato impiegato nel periodo di imposta purché abbia lavorato almeno 150 giornate e il contratto abbia almeno una durata triennale”. Tale disposizione si applicherà, previa autorizzazione della Commissione europea richiesta a cura del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2013. E-COMMERCE E NUOVI PRODOTTI Previste una serie di misure volte a favorire e aumentare gli investimenti nel commercio elettronico e aumentare quindi le vendite in agricoltura del nostro made in Italy. Le agevolazioni in agricoltura per il commercio elettronico, sono previste dall’articolo 3 del Dl 91/2014 ed entrano in vigore dal 2014 fino ai due anni successivi, per cui fino al 2016. Consistono in una agevolazione fiscale sotto forma di credito di imposta del 40% delle spese fino a 50.000 euro per tutti coloro che investiranno negli anni 2014, 2015 e 2016 risorse per istituire o ampliare la rete del commercio elettronico in agricoltura, ossia, nello sviluppo di nuove infrastrutture informatiche atte a potenziare il commercio elettronico e quindi le vendita on-line dei prodotti agricoli italiani in tutto il mondo. L’art. 3 del Decreto Competitività, prevede inoltre un altro credito di imposta pari al 40% e non superiore a 400.000 euro, per le spese sostenute per sviluppare nuovi prodotti, processi e tecnologie, e tecniche di cooperazione di filiera. Entrambi i bonus devono essere dichiarati in dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui sono stati effettuati gli investimenti previsti dalle nuove disposizioni. A tal fine, si ricorda che i suddetti bonus non partecipano alla formazione del redditi e né al calcolo imponibile IRAP. Per le modalità di applicazione e le condizioni per fruire dei bonus, si dovranno attendere i decreti ministeriali e l’autorizzazione della Commissione Europea. FISCALE altre novità previste dal decreto competitività DETRAZIONE 19% SPESE AFFITTO TERRENI AGRICOLI E’ un’altra novità riguarda la possibilità di poter detrarre dalle tasse le spese per l’affitto dei terreni agricoli. Tale incentivo, è contenuto nell’art. 7 e consiste nel poter scaricare dalla dichiarazione dei redditi il 19% delle spese sostenute per i canoni di affitto dei terreni agricoli, nel limite massimo di 80 euro per ciascun ettaro di terreno affittato e per un massimo di 1200 euro all’anno. La detrazione spese affitto terreni agricoli, è consentita ai coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola e di età inferiore ai 35 anni. L’incentivo decorrere dal 2014 ma l’acconto IRPEF 2014 va calcolato senza tenere conto della suddetta detrazione. RIVALUTAZIONE 10% REDDITI DOMINICALI E AGRARI: Sempre nell’art. 7 si prevede la modifica della norma della Legge di Stabilità 2013 che ha disposto per il triennio 2013-2015, la rivalutazione dei redditi dei terreni pari al 15% ovvero del 5%, per i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professio- nali iscritti nella previdenza agricola. Tale rivalutazione che per la maggior parte dei contribuenti sarà del 30% nel 2015 e del 7% a decorrere dal 2016, per effetto del Decreto Competitività per il 2015 per coltivatori diretti e Iap salirà dal 5 al 10%. DIRITTI CAMERALI Dal 2015 vengono ridotti del 50% i diritti annuali che le imprese pagano alle Camere di commercio. Dal prossimo anno si prevede quindi un risparmio per le aziende iscritte nel Registro delle imprese, quantificabile complessivamente in circa 400 milioni di euro circa. DL 66/2014: F24 TELEMATICI ANCHE PER I PRIVATI L’art. 11 del Decreto legge n.66 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.95 del 24 aprile 2014 prevede, dal 1/10/2014, nuove regole per i versamenti eseguiti con mod.f24 da parte dei privati (cioè non titolari di partita iva). In particolare: • Se il saldo finale del mod.f24, per effetto di compensazioni, è di importo pari a zero: si dovrà utilizzare esclusivamente i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate (Entratel o Fisconline) • Se si effettua una compensazione e il saldo finale è di importo positivo oppure se l’importo da pagare è superiore a 1.000 Euro senza compensazioni: si dovrà utilizzare esclusivamente i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate o i servizi telematici messi a disposizione dagli intermediari della riscossione convenzionati con L’Agenzia delle Entrate cioè Banche, Poste italiane o agenti della riscossione (servizi di home banking o Cbi). In sede di conversione del decreto in legge, è stata “soppressa” la possibilità per il soggetto che utilizza i servizi telematici messi a disposizione dagli intermediari della riscossione convenzionati con l’Agenzia delle Entrate (professionisti, società di servizi, CAF imprese, ecc.), di inviare anche i modelli F24 di soggetti terzi, mediante addebito sul proprio c/c, previo rilascio all’intermediario di un’apposita autorizzazione da parte dell’intestatario della delega. 15 FISCALE DL 66/2014: TASSAZIONE PER LE AGROENERGIE L’art. 1, comma 423 della Legge. n. 266/2005 prevede che “la produzione e la cessione di energia elettrica da fonti rinnovabili agroforestali effettuate dagli imprenditori agricoli costituiscono attività connesse ai sensi dell’art. 2135, terzo comma, del codice civile e si considerano produttive di reddito agrario”. Tra le attività agricole connesse rientra, se sono rispettati i requisiti di “prevalenza” (vedi i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle entrate con la circolare n.32/E/2009), anche la produzione di energia elettrica. Tale qualifica ha permesso, finora, all’imprenditore agricolo di poter accedere ad un’imposizione fiscale sulla produzione e cessione di energia rinnovabile agevolata, mediante l’applicazione di tariffe d’estimo catastale secondo quanto stabilito 16 dall’articolo 32 e seguenti del DPR. n. 917/1986 (reddito agrario). Il Legislatore, con l’art. 22, comma 1 DL n. 66/2014, è intervenoto, modificando l’art. 1, comma 423 Legge n. 266/2005 e stabilendo che la determinazione del reddito dalla produzione e cessione di energia elettrica da fonti rinnovabili agroforestali non è più produttiva di reddito agrario, bensì, il reddito è determinato in modo forfetario, applicando il coefficiente di redditività del 25% all’ammontare dei corrispettivi delle operazioni soggette a registrazione ai fini IVA, ferma restando la possibilità di determinare lo stesso in maniera ordinaria. In fase di conversione del decreto nella Legge n. 89/2014 (comma 1 bis), ora è stabilito che, la nuova modalità di determinazione del reddito si applica a regime a partire dal 1° gennaio 2015. Limitatamente all’anno 2014 (anno di transizione), il Legislatore considera attività agricole “connesse” (quindi produttive di reddito agrario), la produzione e cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili: • per i primi 2.400.000 kWh annui, se l’energia è da fonte agroforestale (corrispondente a una potenza di circa 300 kW), • per i primi 260.000 kWh annui, se l’energia è da fonte fotovoltaica (corrispondente a una potenza di circa 200 kW). L’eventuale energia elettrica eccedente i predetti limiti concorre, alla determinazione del reddito secondo la nuova modalità introdotta dal comma 1 dell’art. 22 DL n. 66/2014. I soggetti interessati sono le persone fisiche e le società semplici; inoltre vi rientrano naturalmente le società in nome collettivo, in accomandita semplice, a responsabilità limitata e le società cooperative aventi la natura di società agricole di cui al Dlgs n. 99/2004 che abbiano optato per il reddito agrario ai sensi dell’art. 1, comma 1093, della legge 296/2006. Le società che determinano il reddito in base al bilancio non rientrano nel nuovo regime. Se quindi, ad esempio, un imprenditore agricolo che produce e cede energia elettrica da fonte agroforestale: • la produzione di energia non eccedente i 2.400.000 kWh annui determinerà il reddito prodotto da tale attività come reddito agrario; • se, invece, la produzione di energia eccede i 2.400.000 kWh annui, fino a tale soglia il reddito rientrerà nel reddito agrario, l’eccedenza concorrerà alla formazione del reddito applicando all’ammontare dei corrispettivi delle operazioni soggette ad Iva, riconducibile alla valorizzazione dei dell’energia ceduta, il coefficiente di redditività del 25%. FISCALE CALCOLO ACCONTO 2014. Lo stesso comma 1-bis, introdotto in sede di conversione del DL n. 66/2014, prevede che tali disposizioni devono essere assunte ai fini della determinazione dell’acconto di Irpef o Ires e dell’Irap dovuti per l’anno 2014, con “conseguenze” immediate in capo agli imprenditori agricoli che nel 2013, hanno prodotto e ceduto energia in quantità superiore ai limiti di franchigia previsti. Ricordando che: -gli impianti alimentati a biomasse/ biogas, sono incentivati con la Tariffa Onnicomprensiva e Certificati Verdi sono sottoposti a tassazione Iva; -gli impianti fotovoltaici, il riferimento ai corrispettivi registrati ai fini Iva esclude dalla tassazione la tariffa incentivante (Conto Energia I,II,III,IV) percepita dal Gse che è un contributo in conto esercizio e non è soggetto a tassazione Iva. Unica eccezione è il V Conto Energia, che è stato incentivato con una Tariffa Onnicomprensiva sottoposta a tassazione Iva. Pertanto, per il calcolo dell’acconto relativo ad: -impianti fotovoltaici, (fino a quelle rientranti nel IV conto energia), la cessione di energia fatturata è già al netto della tariffa incentivante (non soggetta ad Iva) quindi dal totale energia fatturata nel 2013 va dedotto il valore riconducibile alla franchigia di 260.000 kWh, per quantificare la base imponibile per le imposte sul reddito con la percentuale del 25% e poi calcolare gli acconti che devono essere versati per il 2014. Nel caso di V Conto Energia, che è stato incentivato con una Tariffa Onnicomprensiva sottoposta a tassazione Iva occorre seguire la procedura prevista per gli impianti ad agroenergie. vero costituita dal reddito forfettario, a cui vanno aggiunti la quota parte di costo del personale e gli interessi passivi). Facendo un esempio, se una società semplice produce energia elettrica utilizzando prevalentemente prodotti vegetali ottenuti nel proprio fondo agricolo, qualora la produzione annuale ammonti a 8 milioni di kWh, tolta la franchigia di 2,4 milioni di kWh, la quantità di energia rilevante risulta essere 5,6 milioni di kWh, che andrà moltiplicato per il prezzo medio di vendita (fornito dal GSE per tariffe omnicomprensive), che moltiplicato a suo volta per il 25% fornirà il reddito imponibile, che dovrà essere aggiunto al reddito N1 per la determinazione dell’acconto 2014 Irpef o Ires. Di tale imponibile si deve tener conto anche ai fini Irap al quale andrà applicata l’aliquota del 3,75%. ceduta, il valore della cessione di energia su cui calcolare la base imponibile fiscale va determinato con il prezzo medio annuo della propria zona di riferimento, ricavabile dal sito del Gse. Dal totale dei kWh annui prodotti si sottrae poi la franchigia (in riferimento al tipo d’impianto); per quelli eccedenti va calcolato il valore su cui applicare il 25% e determinare così l’imponibile su cui calcolare le imposte. AI FINI IRAP la parte di produzione eccedente la franchigia è soggetta ad aliquota ordinaria (per il calcolo degli acconti 2014 tale aliquota è stabilita nel 3,75%), da applicare alla base imponibile determinata forfetariamente (ov- -impianti da fonti agro-forestali (biomasse/biogas), che percepiscono la tariffa onnicomprensiva (riguarda anche le produzioni di energia fotovoltaica rientranti nel V conto energia), tariffa che comprendente sia l’incentivo sia il valore dell’energia 17 FISCALE attività didattiche-scuoLe in fattoria: I il decreto legislativo 39/2014 datori di lavoro che intendano impiegare una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori, dovranno acquisire, previo consenso del lavoratore interessato, il certificato penale del casellario giudiziale, al fine di verificare l’esistenza di condanne ovvero l’irrogazione di sanzioni interdittive all’esercizio di attività che comportino contatti diretti e regolari con minori, per taluno dei reati: • prostituzione minorile (600-bis del codice penale) • pornografia minorile (600-ter del codice penale) • detenzione di materiale pornografico (600-quater del codice penale) • iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione mino- 18 rile (600-quinquies del codice penale) • adescamento minorenni (609-undieces del codice penale) Il precetto è in vigore a partire dal 6 aprile 2014. 1. l’obbligo riguarda esclusivamente i nuovi rapporti di lavoro (non si applica ai rapporti di lavoro in essere); 2. l’obbligo si applica anche alle collaborazioni di natura autonoma; 3. l’obbligo non riguarda i rapporti di volontariato; 4. non vi è obbligo di richiedere il certificato nei rapporti di lavoro domestici (es. baby sitter); 5. le agenzie di somministrazione rientrano tra i datori di lavoro obbligati all’adempimento legislativo; 6. l’obbligo non riguarda i dirigenti, i responsabili, preposti e tutte quelle figure che sovraintendono alla attività svolta dall’operatore diretto, che possono avere un contatto solo occasionale con i minori; 7. l’obbligo sussiste soltanto nelle attività che implicano un contatto necessario ed esclusivo con una platea di minori. Restano esclusi quelle attività che non hanno una platea di destinatari preventivamente determinabile, in quanto rivolte ad una utenza indifferenziata; In attesa del rilascio del certificato casellario che va comunque richiesto prima dell’impiego al lavoro, è possibile impiegare il lavoratore sulla base di una dichiarazione sostituitiva dell’atto di notorietà da esibire eventualmente agli organi di vigilanza. Il certificato penale richiesto dal datore di lavoro può ottenersi presso qualunque ufficio del casellario presso la Procura della Repubblica, indipendentemente dal luogo di nascita o di residenza della persona che si intende impiegare. Il datore di lavoro inottemperante è soggetto ad una sanzione pecuniaria amministrativa compresa tra 10.000 e 15.000 euro. FISCALE coLLaboratori faMiLiari neL settore agricoLo Con circolare n. 10478 del 10 Giugno 2013 il Ministero del Lavoro ha fornito utili informazioni al personale ispettivo in ordine alla corretta interpretazione della disciplina sulle prestazioni di natura occasionale rese dai familiari nell’ambito delle realtà imprenditoriali appartenente al settori dell’agricoltura, dell’artigianato e del commercio Per quanto riguarda l’agricoltura si ribadisce quanto previsto dall’art.74 del D.lgs.n. 276/03, modificato dal comma 13 dell’art.7-ter della Legge n. 33 del 9 aprile 2009, “ non integrano in ogni caso un rapporto di lavoro autonomo o subordinato le prestazioni svolte da parenti o affini sino al quarto grado in modo meramente occasionale o ricor- rente di breve periodo, a titolo di aiuto, mutuo aiuto, obbligazione morale senza corresponsione di compensi, salvo le spese di mantenimento e di esecuzione dei lavori”. Quindi esulano dal mercato del lavoro le prestazioni occasionali svolte a titolo gratuito senza perciò alcun tipo di compenso, da parte di parenti e affini entro il quarto grado. L’occasionalità della prestazione viene legata al non superamento delle 90 giornate ossia al non superamento delle 720 ore annue di attività del familiare. Nel caso in cui vengano svolte più di 90 giornate, il limite quantitativo si considera comunque rispettato anche laddove l’attività resa dal familiare si svolga soltanto per qualche ora al giorno, fermo restando il tetto massimo delle 720 ore annue. Le indicazioni contenute nella succitata circolare sono evidentemente riferite agli obblighi di carattere previdenziale nei confronti dell’INPS. Diversamente in relazione agli obblighi nei confronti dell’INAIL, notoriamente più stringenti, con circolare 14184 del 05/08/2013, il Ministero evidenzia che, a prescindere dal settore in cui operi il collaboratore, esistono tali obblighi ogniqualvolta la prestazione sia “ricorrente” e non meramente “accidentale”. Il Ministero, d’intesa con Inail, chiarisce che si considera “accidentale” una prestazione resa una/due volte nell’arco dello stesso mese a condizione che nell’anno le prestazioni complessivamente effettuate non siano superiori a 10 giornate lavorative. Quindi se in un anno le collaborazioni occasionali superano le 10 giornate lavorative vi è l’obbligo di iscrizione del collaboratore familiare all’inail 19 DAL SOCIALE DAL SOCIALE Pensione anticiPata Non per tutti scatta la riduzione dell’importo I soggetti che accedono alla pensione anticipata nel regime misto ad un’età inferiore a 62 anni, subiscono una riduzione dell’importo della pensione, con riferimento alle anzianità contributive maturate al 31/12/2011, pari ad 1 punto percentuale per ogni anno di anticipo rispetto all’età di 62 anni. Tale percentuale annua è elevata a 2 punti percentuali per ogni anno di ulteriore anticipo rispetto a due anni. La riduzione non si applica nei confronti dei soggetti che maturano il requisito contributivo per il diritto alla pensione anticipata entro il 31/12/2017, a condizione che i contributi accreditati derivino esclusivamente da “prestazioni effettive di lavoro”. In tempi diversi il legislatore è intervenuto per comprendere nel termine “prestazioni effettive di lavoro”, i periodi di astensione dal lavoro più significativi in termini sociali e reddituali. L’Inps, forte delle interpretazioni ministeriali, ha ritenuto di sintetizzare in una recente circolare le diverse condizioni contributive, che escludono i lavoratori dalla penalizzazione della pensione. Sono compresi nella definizione di “prestazione effettiva da lavoro”, quindi non comportano la penalizzazione della pensione, i periodi di astensione obbligatoria per maternità e paternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, infortunio, malattia, cassa integrazione guadagni ordinaria, contribuzione da riscatto, giornate di riposo fruite dai lavoratori per la donazione di sangue e di emocomponenti, congedi parentali di maternità e paternità, congedi e permessi concessi ai sensi dell’articolo 33 della legge 104/92. I periodi interessati da donazione di sangue e di emoderivati e per i congedi parentali di maternità e paternità, si considerano “prestazioni effettive di lavoro” con decorrenza 1 novembre 2013. I periodi interessati da congedi e permessi per l’assistenza dei disabili, si considerano prestazioni effettive di lavoro dal 01 febbraio 2014. Sono implicitamente compresi nelle prestazioni effettive da lavoro, i periodi di ferie, mentre rimangono esclusi i periodi di congedo per matrimonio, cure termali, giorni di sciopero ecc. Ai fini suddetti, si intende per: a) congedo parentale di maternità e paternità, il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro riconosciuto alla lavoratrice durante il periodo di gravidanza e puerperio. La lavoratrice della gestione privata percepisce durante questo periodo un’indennità economica sostitutiva della retribuzione. Il diritto al congedo ed alla relativa indennità spettano anche in caso di adozione o affidamento di minori. b) congedo di paternità, il periodo di astensione dal lavoro del lavoratore in presenza di determinate condizioni che impediscono alla madre di beneficiare del congedo di maternità, o nel caso di adozione e affidamento in alternativa alla madre, lavoratrice dipendente, che vi rinuncia in favore del padre. c) congedo parentale, il periodo di astensione facoltativa della lavoratrice o del lavoratore. d) tre giorni di permesso mensile (frazionabili anche in ore) fruiti dal lavoratore disabile grave, dai genitori (anche adottivi o affidatari), dal coniuge, dai parenti o affini del disabile in situazione di gravità. Sono le giornate di assenza fruite dal disabile o da un suo familiare aventi come scopo la cura e l’assistenza della persona con disabilità grave. e) periodi di prolungamento del congedo parentale,utilizzabili entro l’ottavo anno di vita del bambino, alternativamente dai genitori del disabile in situazione di gravità. Il periodo massimo, fruibile, comprensivo dei periodi di normale congedo parentale, è di tre anni da utilizzare entro il compimento dell’ottavo anno di vita del disabile. Le donne anticiPano La Pensione Il calcolo contributivo può essere vantaggioso! Fino al 31/12/2015 le donne posso scegliere di andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 anni e 3 mesi di età se dipendenti, un anno in più se autonome. L’importo della pensione viene calcolato con il sistema contributo, basato cioè sul valore dei contributi versati e non sulle ultime retribuzioni percepite. Tale sistema però non sempre è penalizzante, tutto dipende dal valore dei contributi versati che devono essere presi a riferimento per il conteggio dell’importo della pensione. Questa deroga si applica alla pensioni che avranno decorrenza non oltre 31/12/2015, considerando in questo termine l’applicazione della “finestra mobile”, che posticipa la decorrenza della pensione rispetto alla data di raggiungimento del requisito. In funzione di ciò, i suddetti requisiti devono essere raggiunti non oltre il 30/11/2014 per le lavoratrici dipendenti (private e pubbliche), entro lo scorso 31 maggio per le autonome. Vengono escluse da questa deroga le lavoratrici che hanno perfezionato i requisiti per la pensione di anzianità o di vecchiaia in base alle regole vigenti sino a tutto il 2011, e le lavoratrici destinatarie delle disposizioni in materia di salvaguardia. 21 DAL SOCIALE La totaLizzazione dei contributi Un’interessante opportunità per i lavoratori L a totalizzazione dei contributi è un meccanismo che permette a coloro che hanno versato contributi presso più gestioni pensionistiche, di cumularli. E’ alternativa alla ricongiunzione che è onerosa per il contribuente. Possono chiedere la totalizzazione gli iscritti a due o più forme di assicurazione obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e superstiti, comprese le Casse di previdenza privatizzate dei liberi professionisti e gli iscritti alla gestione separata dei lavoratori autonomi e al Fondo Clero. Può quindi essere utilizzata da tutti i lavoratori dipendenti privati e pubblici, autonomi, collaboratori coordinati e continuativi, lavoratori a progetto e liberi professionisti. Grazie alla totalizzazione è possibile ottenere la pensione di vecchiaia, la pensione di anzianità, la pensione di inabilità e la pensione indiretta e ai superstiti. Il diritto alla pensione di vecchiaia in regime di totalizzazione si matura raggiungimento del 65 anno di età sia per gli uomini che per le donne, in possesso di un’anzianità contributiva complessiva di almeno 20 anni. A questi si aggiungono ulteriori requisiti previsti dagli Enti gestori (Inps, Casse, ecc.), ad esempio la cessazione dell’attività di lavoro dipendente. Il diritto alla pensione di anzianità si perfeziona con un’anzianità contributiva di almeno 40 anni di contributi escludendo i contributi figurativi accreditati per disoccupazione e malattia. La totalizzazione può essere richiesta dal lavoratore per ottenere il trattamento di inabilità se matura in totalizzazione i requisiti di assicurazione e di contribuzione nel fondo in cui è iscritto al momento in cui si verifica lo stato di inabilità. Il familiare superstite può chiedere la pensione in regime di totalizzazione anche se l’assicurato è deceduto prima di aver avuto la pensione. L’importo della pensione viene determinato in base alla somma delle quote di pensione di competenza di ogni singola gestione. Confederazione Italiana Agricoltori Padova contributi obbLigatori 2014 Per i cdcM e iaP: teMPi e ModaLità di versaMento IMPORTI ANNUALI DEI CONTRIBUTI DOVUTI DAI COLTIVATORI DIRETTI, COLONI, MEZZADRI ED IMPRENDITORI AGRICOLI PROFESSIONALI Zone normali - ANNO 2014 FASCIA 1 L ETÀ CD/CM IAP >21 € 2.788,64 € 2.020,14 <21 € 2.669,28 € 1.900,78 >21 € 3.425,20 <21 € 4.459,62 a2 circolare Inps conferma che anche <21 € 3.266,06 quest’anno ogni titolare di azienda >21 € 4.061,77 3 riceverà dall’Inps una lettera recante <21 € 3.862,84 un prospetto riepilogativo dei contributi >21 € 4.698,33 dovuti 4 e le indicazioni per eseguire i versa- € 2.656,70 menti alle seguenti€scadenze: 2.497,561ª rata il 16 luglio 2014; 2ª rata€il3.293,27 16 settembre 2014; 3ª rata il 17 novembre 2014 (la scadenza € 3.094,34 naturale del 16 novembre cade di dome€ 3.929,83 nica); 4ª rata il 16 gennaio 2015. Confederazione Italiana Agricoltori € 3.691,12 Padova IMPORTI ANNUALI DEI CONTRIBUTI DOVUTI DAI COLTIVATORI DIRETTI, COLONI, MEZZADRI ED IMPRENDITORI AGRICOLI PROFESSIONALI Zone e normali - ANNO 2014- ANNO 2014 Territori montani zone svantaggiate FASCIA 1 1 2 2 3 3 4 4 ETÀ ETÀ >21 >21 <21 <21 >21 >21 <21 <21 >21 >21 <21 <21 >21 >21 <21 <21 CD/CM CD/CM € 2.788,64 € 2.390,34 2.669,28 €€ 2.177,20 3.425,20 €€ 2.972,91 3.266,06 €€ 2.688,73 IAP € 2.020,14 € 1.858,16 € € 1.900,78 1.645,02 € 2.656,70 € 2.440,73 4.061,77 €€ 3.555,48 € 3.862,84 € 3.200,25 € € € € € € 2.497,56 2.156,55 3.293,27 3.023,30 3.094,34 2.668,07 4.698,33 €€ 4.138,04 € 4.459,62 € 3.711,77 € € € € 3.929,83 3.605,86 3.691,12 3.179,59 IMPORTI ANNUALI ANNUALI DEI DEI CONTRIBUTI CONTRIBUTI DOVUTI DOVUTI DAI DAI COLTIVATORI COLTIVATORI DIRETTI, DIRETTI, COLONI, COLONI, IMPORTI MEZZADRI ED IMPRENDITORI AGRICOLI PROFESSIONALI MEZZADRI ED IMPRENDITORI AGRICOLI PROFESSIONALI Territori montani e zone svantaggiate Ultrasessanticinquenni - zone normali -- ANNO ANNO 2014 2014 FASCIA ETÀ CD/CM IAP FASCIA ETÀ CD/CM IAP 1 1 2 >21 >21 <21 >21 €€ 1.858,16 1.013,81 € 1.645,02 € 1.332,10 € 1.650,38 2.440,73 € €€ 2.972,91 2.418,88 €€ 2.688,73 € 1.968,66 2.156,55 2.737,16 € >21 € 3.555,48 € 3.023,30 3 IMPORTI ANNUALI DEI CONTRIBUTI DOVUTI DAI COLTIVATORI DIRETTI, COLONI, <21 € 3.200,25 € 2.668,07 MEZZADRI ED IMPRENDITORI AGRICOLI PROFESSIONALI Ultrasessanticinquenni - Territori montani e zone svantaggiate - ANNO 2014 >21 € 4.138,04 € 3.605,86 4 <21 € 3.711,77 € 3.179,59 FASCIA ETÀ CD/CM IAP 3 2 4 >21 >21 <21 >21 €€ 2.390,34 1.782,31 €€ 2.177,20 2.100,60 22 1 >21 € 1.465,00 € DIRETTI, 932,82 COLONI, IMPORTI ANNUALI DEI CONTRIBUTI DOVUTI DAI COLTIVATORI MEZZADRI ED IMPRENDITORI AGRICOLI PROFESSIONALI 2 >21 € 1.756,29 € 1.224,11 Ultrasessanticinquenni - zone normali - ANNO 2014 3 >21 € 2.047,57 € 1.515,39 Alla lettera inviata dall’Inps non sono allegati i modelli F24 prestampati, che sono tuttavia reperibili e stampabili dal sito dell’Inps, limitatamente alle aziende che hanno rilasciato a Cia la delega per la trattenuta sindacale. Poiché Inps ha quindi in qualche modo predefinito e reso accessibili i modelli F24 da versare, rispetto all’obbligo di versamento con modalità telematiche da parte dei titolari di Partita previsto dall’art. 37, comma 49, del decreto-legge n. 223 del 2006, resta valida la deroga indicata dall’Agenzia delle Entrate nel Comunicato Stampa del 14 settembre 2006: “Casi particolari. 1. F24 predeterminati: i contribuenti destinatari di F24 predeterminati che intendano eseguire il relativo versamento senza ulteriori integrazioni possono procedere presentando il modello cartaceo ai consueti sportelli” (ricordando che i produttori agricoli in regime di esonero dagli adempimenti Iva sono comunque esclusi dall’obbligo di versamento del modello F24 con le modalità telematiche). DAL SOCIALE Pensioni tra ProPoste e reaLtà L a proposta del Ministro della Cultura di togliere la gratuità dell’entrata ai musei agli ultra sessantacinquenni, è un’ulteriore dimostrazione dell’insensibilità verso i pensionati, quelli attuali e futuri. Proprio in questi giorni è uscito sulla stampa,con grande risalto, uno studio della Confesercenti Nazionale, che dimostra ancora una volta, come il pensionato italiano sia il più tartassato d’Europa. I nostri pensionati dal 2008 hanno per- so 1.400 euro di potere d’acquisto, in pratica oltre 118 euro al mese. L’Italia è il paese in Europa i cui pensionati pagano in proporzione più tasse di quando erano attivi. Europea non è cosi. In tutti gli altri paesi a parità di reddito un pensionato paga in misura inferiore di chi lavora. Su una pensione corrispondente a 1,5 volte il trattamento minimo INPS, un italiano paga in tasse il 9,15 dell’assegno previdenziale mentre i suoi colleghi, per esempio di Spagna e Francia, non pagano nulla. Se abbiamo il caso di un trattamento pensionistico pari a tre volte il minimo, il nostro pensionato subisce un prelievo doppio rispetto a quello spagnolo e triplo rispetto a quello inglese. Una vera e propria ingiustizia che deve finire,va recuperato il potere d’acquisto mantenendo così la promessa, più volte ventilata dal Governo, di estendere anche ai pensionati i “famosi 80 euro”. Va sempre ricordato che la pensione il più delle volte è anche un sostegno per i figli disoccupati o per le cure dei propri cari a fronte del costo della sanità. E’ora e tempo che tutte le associazioni del lavoro autonomo (agricoltori,artigiani e commercianti) riunite nell’Associazione Cupla (Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro Autonomo) facciano sentire con più forza la loro voce, anche con le associazioni dei lavoratori nella difesa di tutti i pensionati. Difendere il reddito di chi ha lavorato ieri e di chi lavora oggi. Presidente ANP Venezia Giuseppe Scaboro 9 noveMbre 2014 festa di san Martino e dei pensionati e pensionate iscritti all’associazione della cia. Vi diamo anticipazione che il 9 novembre passeremo assieme una giornata all’ insegna della convivialità, un’occasione per visitare Cividale, cittadina millenaria del Friuli, per poi continuare la giornata gustando le specialità Friuliane, ballando e avere la fortuna di vincere grandi premi alla lotteria. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi ai volontari dello sportello anziani presso gli uffici Cia 23 DAL TERRITORIO DAL TERRITORIO condifesa: PriMi risuLtati e indicazioni in caso di danno I nteressanti i primi dati a nostra disposizione per questa campagna di difesa dalle avversità 2014, le Aziende agricole con produzioni arboree permanenti hanno scelto nella maggior parte dei casi le coperture multirischio sulle rese per garantire una protezione ad ampio raggio alle colture vegetali, tale dato è sicuramente anche frutto della particolare stagione climatica partita in anticipo di circa un mese rispetto ad un’annata ordinaria ma che ha fatto temere il verificarsi di gelate tardive, poi fortunatamente non accadute, le quali potevano arrecare danni ingenti alle produzioni ormai in uno stadio avanzato. Riscontriamo anche un interesse sempre più crescente per i Fondi mutualistici attivati dai consorzi di difesa del Veneto, che integrano e completano la protezione per i danni causati ai seminativi in fase di pre-emergenza dovuti ad avversità climatiche e malattie parassitarie e i danni da animali selvatici sulle colture arboree ed erbacee. Questa campagna di difesa ha portato alcune novità per quanto riguarda le date limite per potersi assicurare, in quanto tramite il Piano assicurativo agricolo nazionale sono stati stabiliti, per la prima volta, dei termini temporali che ricordiamo: 30 marzo per le colture permanenti e a ciclo autunno-primaverile successivamente prorogata al 30 aprile, 30 maggio per le colture a ciclo primaverile, 15 luglio per le colture a ciclo estivo, trapiantate e secondi raccolti e il 31 ottobre per le colture autunno-vernine. Se non aveste ancora provveduto ad assicurare le colture incluse nelle ultime due scadenze riportate affrettatevi, potete rivolgervi agli uffici del consorzio per maggiori informazioni sull’argomento. Una volta attivata la copertura assicurativa in caso di danno subito dalle colture vegetali assicurate è utile seguire alcune semplici regole per denunciarlo, innanzitutto è necessario informare il proprio assicuratore entro tre giorni dall’evento e possono essere fatte due tipologie di denunce: per perizia o per memoria. Tramite la prima modalità, quando si pensa che il danno sia superiore alla franchigia contrattuale, viene richiesto l’intervento del perito della compagnia per la liquidazione del danno invece con la seconda si segnala l’e- vento, solitamente quando di bassa intensità, senza richiedere l’uscita del perito estimatore, successivamente può essere comunque trasformata per perizia fino a 20 giorni prima della raccolta. Nei casi in cui l’Azienda abbia dei dubbi sull’intensità dell’evento o insorgano delle contestazioni sul risultato della perizia eseguita dalla compagnia di assicurazione, informiamo che il consorzio mette a disposizione dei propri Associati gratuitamente i propri tecnici estimatori ai quali potrà essere richiesto un consulto o un’eventuale sopralluogo. E’ d’obbligo ricordare che l’apposizione della firma sul bollettino di campagna rilasciato dal perito della Compagnia di assicurazione equivale all’accettazione dei risultati della perizia quindi il consorzio, se necessario, dovrà essere interpellato PRIMA della firma di tale documento. Per qualunque problema, non esitare a contattarci ai seguenti recapiti CONDIFESA VENEZIA CONSORZIO PROVINCIALE DI VENEZIA PER LA DIFESA DELLE COLTURE AGRARIE DALLE AVVERSITA’ 30172 MESTRE-VENEZIA VIA G. PEPE N. 142 041/971322 FAX 041/971952 [email protected] www.condifesaVE.it Skype: codivenezia 25 DAL TERRITORIO JesoLo ed eracLea: aPerti due nuovi uffici cia Per migliorare i servizi ai soci del sandonatese, abbiamo aperto due nuovi uffici attrezzati, l’uno a Jesolo e l’altro ad Eraclea. JESOLO: Via C. Battisti 37/b tel 0421.350536 Orari: martedì: 14.00 - 18.00 venerdì:9.00 - 12.00 ERACLEA: Via Diaz 7 tel. 0421.231928 Orari: martedì: 9.00 - 12.00 centraL MarKet Iniziativa in collaborazione con il Comune di Venezia G iovedì 29 maggio 2014 si è tenuta la prima edizione di questa manifestazione che mira a promuovere il valore del mercato rionale quale luogo di socializzazione e valorizzazione della qualità urbana e del commercio cittadino, dove trovare prodotti alimentari di elevata qualità e freschezza. A Mestre l’evento ha avuto luogo dalle 8.00 alle 13.00 in piazzetta Coin, contestualmente al mercato del contadino. E’ stato un momento per ri- 26 scoprire i prodotti e la tradizione culinaria locale oltre ad antichi mestieri artigianali attraverso degustazioni per tutti e laboratori rivolti agli studenti sulla produzione di formaggio, salumi, miele e la creazione di piccoli orti in vaso. Precisamente, per la Cia di Venezia, l’azienda agricola “Da Lauretta e Vittorino” di Scorzè ha fatto vedere come si lavora la carne del maiale; ha spiegato come si allevano gli animali e quali sono le fasi della lavorazione. Durante la manifestazione sono stati raccolti prodotti alimentari per l’in- fanzia e per l’igiene personale distribuiti poi da Caritas. L’iniziativa, voluta dall’Assessore al Commercio Carla Rey con la collaborazione delle associazione Aeres, Cia, Coldiretti, Copagri e di Caritas Diocesana Veneziana, Veritas, Coop Adriatica e cooperativa Macramè, rientra nel progetto “CENTRAL MARKETS”, progetto europeo per la rivitalizzazione e promozione dei mercati tradizionali dell’Europa centrale, e nella campagna di promozione dei mercati “Love Your Local Market”. DAL TERRITORIO agricoLtura e orticoLtura in crisi, aLLarMe a cavaLLino L ’agricoltura e l’orticoltura del Cavallino in crisi. I prodotti del litorale veneziano, tra le eccellenze della nostra produzione, pagano un prezzo altissimo alla crisi. La CIA Venezia ha illustrato venerdì 27 giugno presso l’azienda di Roberto Scarpa (via Pealto 19, Ca’ Savio) la situazione di crisi, con dati nazionali e locali su consumi e prezzi. Erano presenti il presidente provinciale Paolo Quaggio, il presidente di zona Luciano Scarpa e lo stesso Roberto Scarpa, della direzione provinciale. «Il calo della spesa delle famiglie per il cibo - ha riferito Quaggio - rispetto a prima della crisi è superiore al 12%. Pur di risparmiare, si preferiscono prodotti non di qualità, si fa la spesa nei discount, e questo si ripercuote sul nostro settore. Per la prima volta in provincia siamo scesi sotto le 8000 aziende agricole». giusePPe PoLiti conferMato aLLa guida di ases, La ong deLLa cia L’Assemblea, riunitasi a Venezia, è stata l’occasione per riaffermare i principi cardine che, da più di vent’anni, regolano l’attività di Ases, che opera principalmente attraverso la gestione di progetti, finanziati sia da enti pubblici che da privati, senza alcun animo lucrativo. Il finanziamento privato giunge ad Ases attraverso la raccolta del 5 per mille che la Cia promuove al suo interno con il sostegno degli uffici territoriali del Caf. Il 90% dei ricavi viene destinato a favore delle comunità rurali delle zone più svantaggiate del mondo, in linea con lo slogan di sempre: “+ agricoltura - fame”. “L ’Ases, nel sistema Cia, incarna e dà voce allo spirito solidaristico dei produttori agricoli italiani verso i loro omologhi, assai più svantaggiati, delle zone del mondo più arretrate dal punto di vista economico e sociale. Un impegno che continueremo a portare avanti realizzando sempre più progetti di cooperazione e sviluppo, in linea con lo slogan di sempre ‘+ agricoltura - fame’”. Questo, in sintesi, quel che ha detto il presidente di Ases (Associazione Solidarietà e Sviluppo), Giuseppe Politi, ringraziando l’Assemblea elettiva che lo ha confermato alla guida dell’Ong della Confederazione italiana agricoltori. L’Assemblea ha quindi designato gli altri otto membri del Cda, partendo dai tre di nomina Cia: sono entrati a far parte del Consiglio di amministrazione di Ases Ivan Bertolini, Mario Maiorana, Maria Giuditta Politi, mentre sono stati confermati Norberto Bellini, Mario Quaresimin, Claudio Beltrame, Franca Anese e Rita Pasquali. Come primo atto, al Cda spetterà nelle prossime settimane la nomina del vicepresidente e di un direttore. Molto apprezzato dall’Assemblea, che si è tenuta nella sede della Cia di Venezia, l’intervento del presidente della Cia Dino Scanavino. Ciò ha significato che il legame tra Ases e Cia non solo continua, ma, come lui stesso ha affermato, “dovrà avere come obiettivo un ampliamento degli impegni dei coltivatori italiani verso il settore rurale del Sud del mondo”. Scanavino, oltre a indicare i tre membri che, come da Statuto di Ases, l’organizzazione inserisce nel Cda, ha proposto che il presidente Politi continuasse nel suo incarico in Ases. Norberto Bellini, attuale vicepresidente di Ases, nel sottolineare l’importanza che il contributo del 5 per mille riveste per l’Ong, ha sostenuto che “quella del 5 per mille è una strana forma di donazione: non costa nulla al contribuente, ma lascia inalterata la forte responsabilità che Ases ha di farne buon uso. L’Ases infatti -ha continuato- non chiede somme in beneficienza da trasferire semplicemente nei Paesi in cui opera, ma deve dare risposte alle richieste di giustizia che gli giungono sia da parte dei suoi sostenitori che da parte delle popolazioni del Sud del mondo con le quali coopera”. L’Assemblea è stata anche l’occasione per fare il punto sulle attività svolte da Ases nell’ultimo anno: sono stati elencati e descritti i 6 progetti in Paraguay, i 3 in Mozambico, uno in Costa d’Avorio e 2 in Italia. 27 DAL TERRITORIO Mara Longhin riconferMata aLLa guida di donne in caMPo-cia L ’Assemblea elettiva, riunita a Roma, ha confermato presidente per il secondo mandato l’imprenditrice veneta. Riconfermata Vicepresidente Maria Annunziata Bizzarri. Il ruolo delle donne in agricoltura è strategico: uniscono saperi antichi e nuovi mercati vincendo la partita della multifunzionalità. Dal 2010 a oggi sono nate 35 mila nuove imprese femminili in agricoltura, di cui il 12% “under 30”. Successo “rosa” nelle fattorie didattiche (33,6%); agriturismi (32,3%); attività ludiche e sociali (31,1%) e produzione di energia verde (16,3%). Presentato il progetto “Agricatering Donne in Campo”, che prevede l’offerta di servizi di catering a filiera corta con piatti della tradizione contadina. “Il ruolo delle donne in agricoltura è fondamentale ed è legato strettamente a una visione multifunzionale e sostenibile del settore, basata cioè sulla capacità di produrre cibo coniugata con salute, socialità, sicurezza e salvaguardia di suolo e paesaggio. Ed è questa la direzione che bisogna continuare a perseguire: far camminare insieme etica e business, coniugando i saperi antichi e l’innovazione, la tradizione contadina con i nuovi mercati”. Lo ha detto Mara Longhin, nel suo discorso di ringraziamento all’Assemblea elettiva, l’11 giugno a Roma all’Auditorium “Giuseppe Avolio”, che l’ha confermata per il secondo mandato alla presidenza di Donne in Campo, l’associazione femminile della CiaConfederazione italiana agricoltori. “Le donne sono sempre più protagoni- 28 ste del mondo rurale e costituiscono un anello particolarmente resistente del tessuto economico del Paese -ha ricordato la Longhin-. Non a caso oggi quasi un’impresa agricola su tre è ‘rosa’ (il 31,2%), ma soprattutto, a dispetto delle tanti crisi aziendali registrate, il numero di imprenditrici cresce, e parecchio, proprio nell’agricoltura (+12,9%)”. Dati avvalorati anche dal Censis, che per Donne in Campo ha realizzato un focus “ad hoc”, illustrato nel corso dell’Assemblea elettiva, secondo cui dal 2010 sono nate 35 mila nuove imprese femminili in agricoltura, di cui il 12% “under 30”. Il settore primario, quindi, si conferma per l’universo femminile un terreno fertile per fare impresa: il 10% circa del totale delle imprenditrici oggi opera in questo settore, a fronte di una quota che tra gli uomini si ferma al 6,6%. Inoltre, nelle aziende gestite da donne la multi- funzionalità si concretizza negli ambiti più creativi: le fattorie didattiche (33,6%), gli agriturismi (32,3%), le attività ludiche e sociali (31,1%), la trasformazione dei prodotti (29,2%), la produzione di energia verde (16,3%). Con il risultato che i ricavi sono più alti rispetto alle imprese condotte da uomini: in media 28.500 euro contro 24.800 euro. “Le aziende agricole ‘rosa’ si orientano sempre di più verso il biologico, le produzioni di nicchia Dop e Igp, il recupero delle colture marginali, la trasformazione e la vendita diretta, e poi verso tutte quelle attività più legate alla cura della persona -ha evidenziato la presidente di Donne in Campo Cia-. Regine dell’arte dell’accoglienza e custodi dei saperi antichi, le agricoltrici aprono le porte delle loro aziende non solo ai turisti, ma ai bambini, agli studenti, ai disabili, agli anziani. E lo fanno mantenendo una particolare attenzione nei confronti dell’ambiente e della sana alimentazione”. Proprio in questo contesto si inserisce “Agricatering Donne in Campo”, la nuova attività creata dall’associazione che prevede l’offerta di servizi di catering a filiera corta, dove tutto nasce direttamente dal lavoro nei campi senza intermediazioni. Il progetto, illustrato oggi durante l’Assemblea dal gruppo pilota di Viareggio, ha due obiettivi: da un lato valorizzare i prodotti locali, soprattutto quelli dimenticati, offrendo cibi del territorio ai clienti di rinfreschi e buffet, e dall’altro combattere la crisi creando una nuova forma di integrazione al reddito agricolo. Il vantaggio è doppio: far assaporare le produzioni tipiche e di stagione con una funzione anche educativa e culturale nei confronti dei consumatori, soprattutto giovani, nonché sviluppare le competenze e le capacità creative delle donne dell’agricoltura. “Oggi più che mai bisogna tutelare la biodiversità, mantenere un sano equilibrio con l’ambiente e il territorio, riscoprire colture tradizionali, ma sposandole con la creatività, l’innovazione, i nuovi mercati -ha chiosato la Longhin-. Le donne sono messaggere da sempre di questa idea di agricoltura, in quanto portatrici dei valori della diversità. Convinte dell’importanza e della ricchezza della pluralità, vogliono farsi promotrici e protagoniste di questo cammino diretto a una nuova valorizzazione del nostro sistema agroalimentare”. Insomma “le donne sono una risorsa per l’agricoltura e possono rivelarsi uno dei driver vincenti per lo sviluppo e la crescita dell’Italia -ha aggiunto il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, chiudendo i lavori dell’Assemblea elettiva-. Un loro maggiore coinvolgimento nel mondo del lavoro, nel settore primario e anche nella rappresentanza, è assolutamente fondamentale. Anche perché le donne hanno dimostrato di saper fare impresa. E di saperlo fare anche bene”. TESSERAMENTO CORSI PER IMPRENDITORI AGRICOLI La Confederazione Italiana Agricoltori di Venezia, in collaborazione con il Cipat (Centro Istruzione Professionale e Assistenza Tecnica), sta organizzando per il 2014 una serie di corsi rivolti ad imprenditori agricoli e ai loro collaboratori. Alcuni corsi sono obbligatori per regolarizzare la situazione dell’azienda, mentre altri sono stati realizzati per accompagnare l’imprenditore nelle scelte aziendali, trasmettendogli nuove conoscenze e competenze. Per partecipare è sufficente indicare il corso prescelto ed inviare la scheda di adesione allegata alla Cia di Venezia, fax 041-5381819 o via mail [email protected] TITOLO CORSO sicurezza in agricoltura (D.L 81/2008 ex 626/94) RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) pacchetto igiene ORE ADESIONE 56 32 Cognome e Nome _____________________________________________ _____________________________________________ 28 sicurezza lavoratori e dipendenti 12 aggiornamento RLS 8 patentino fitosanitario - rinnovo 6 patentino fitosanitario - rilascio 15 aggiornamento primo soccorso 8 agriturismo diviso in 2 moduli 50+50 fattoria didattica diviso in 2 moduli 50+30 agriturismo + fattoria didattica diviso in 3 moduli 50+50 +30 Biodiversità nella cucina agrituristica 40 Suggerisci altri temi Compilare la scheda adesione e inviarla al fax n. 041/5381819 o per mail [email protected] Nato il _____________________________________________ a _____________________________________________ Residente in _____________________________________________ Comune _____________________________________________ N. di telefono _____________________________________________ Partita Iva _____________________________________________ Codice Fiscale _____________________________________________ Titolo di studio _____________________________________________ IMPRENDITORE AGRICOLO COADIUVANTE PARTECIPE FAMILIARE Puoi farlo anche tramite QrCode con il tuo smartphone Visita il nostro sito www.ciavenezia.it sede ProvinciaLe Marghera (ve) - Via Durando 14/A t. 041 5381999 - f. 041 5381819 - [email protected] Giorni feriali escluso il sabato 9:00 - 12:30 lunedì e giovedì 14:00 - 18:30 ufficio zona caMPonogara (ve) P.za Castellaro 23/24 t. 041 463666 /041 5150900 - f. 041 5159658 [email protected] Lunedì - martedì - mercoledì - venerdì 8:30 - 12:00 Giovedì 16:30 - 18:30 Mirano (ve) - Via C. Battisti 81 t. 041 431039 - f. 041 5702265 [email protected] Giorni feriali escluso il sabato dalle 9:00 alle 12:00 Lunedì e giovedì 15:00 - 18:30 sottoMarina (ve) - Via Vespucci 29 t. 041 5540469 - f. 041 5542398 [email protected] Lunedì - martedì - giovedì - venerdì 8:30 - 12:30 Giovedì 16:00 - 19:00 san donà (ve) Galleria Leon Bianco 10, Corso Silvio Trentin t. 0421 55263 - f. 0421 332121 - [email protected] Giorni feriali escluso il sabato 8:30 - 12:30 Lunedì e giovedì 16:00 - 19:00 Portogruaro (ve) Via Liguria 39/E - t. 0421 394519 - f. 0421 394518 [email protected] Giorni feriali escluso il sabato 8:30 - 12:30 Lunedì 16:00 - 19:00 Marghera (ve) Via Durando 14 t. 041 5384738 - f. 041 5090341 Giorni feriali escluso il sabato 9:00 - 12:30 Lunedì e giovedì 14:00 - 18:30