COMUNICATO STAMPA - Fondazione Zucchelli

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COMUNICATO STAMPA - Fondazione Zucchelli
COMUNICATO STAMPA
ART CITY Bologna 2015
Quale grande guerra?
Sette opere sull’interpretazione o sul diniego della guerra
SPAZIO | Galleria di Fondazione Zucchelli (Vicolo Malgrado 3d)
23 – 24 – 25 gennaio 2015
venerdì 23 h 12.00 – 20.00
sabato 24 h 12.00 – 24.00
domenica 25 h 12.00 – 20.00
Inaugurazione: sabato 24 gennaio h 18.00 presso Fondazione Zucchelli (Strada
Maggiore 90)
con intervento musicale di allievi del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini”
di Bologna
sabato 24 ART CITY White Night
Ingresso: gratuito
Mostra a cura di: Beatrice Buscaroli, Giovanna Caimmi, Walter Guadagnini
Promossa da: Fondazione Zucchelli - Presidente Davide Rondoni
Il Formato dei lavori: cartolina fino ad un massimo di cm 40 x 40.
Gli Artisti: Tea Andreoletti (Premio 2013), Barbara Baroncini (2013), Vittoria Cafarella
(2014), Milena Rossignoli (2014), Laura Saltini (2014), Valeria Talamonti (2013),
Riccardo Vanni (2014).
Il progetto ha inteso porre ai vincitori delle ultime due edizioni del Premio Zucchelli il
tema dell’interpretazione della Grande Guerra.
Nell’anno in cui tutta l’Europa sta organizzando iniziative volte a ridare memoria al
conflitto che ne cambiò inesorabilmente volto e destino, la domanda intende verificare
il sentimento che le giovani generazioni di artisti provano verso la guerra e quali
possano essere le diverse ragioni.
I giovani vincitori del premio sono stati invitati a interpretare non tanto il tema della
Prima Guerra Mondiale, quanto a porgere una risposta alla domanda iniziale – “Quale
grande guerra?” - , con un’opera sul primo conflitto mondiale, oppure sulla guerra in
generale oppure anche un diniego.
Gli artisti espositori, provenienti dall' Accademia di Belle Arti di Bologna, sono sette; si
esprimono con tecniche diverse che vanno dalla fotografia all'installazione, alla pittura.
Baroncini | Senza titolo, Certosa di Bologna | atterra sulla Certosa, tra le tombe dell’
‘800 con il respiro bianco di un paracadute, cimelio di guerra offerto dall’Associazione
Paracadutisti Italiani, con la sola
raccomandazione di non sciuparlo; poco distante dalla volta ecclesiastica che ne crea
idealmente il contrappeso architettonico, la “medusa” candida rovesciata, fluttuante di
sete leggere che non esistono più.
Un processo di sublimazione che pone lontani dal dolore e dalla morte.
Vanni, mostra il potere dirompente della grafica che amplifica quello già esagerato in
dotazione alla parola scritta, prende assolutamente sul serio le parole e sa che non ci
sarà grazia alcuna finché i potenti useranno le parole al contrario. L’elaborato si serve
dell' Articolo 11 della Costituzione Italiana per essere interpretato come una
dichiarazione di guerra.
Cafarella | A E R E A , Libro d’artista | si produce in uno sguardo lieve, soffice. Non ha
bisogno della realtà, sono stoffe quelle che ha messo dentro allo scanner, e diventano
prati visti dall’alto, i segmenti delle città un attimo prima che avvenga il
bombardamento e la strage abbia inizio.
Come se si potesse guardare il fungo atomico della seconda grande guerra nella sua
bellezza architettonica, aviatori suicidi che hanno pagato al posto di chi ha spinto il
bottone dando inizio al conflitto.
Rossignoli si limita invece a descrivere le regole.
Nell’installazione Contenitore di Guerra sono presenti una scacchiera appesa al muro
insieme al libretto illustrativo delle regole del gioco. L’opera non vuole parlare di
guerra, piuttosto è un modo per risolvere il tema della guerra dal suo punto di vista.
Talamonti | Vincere o Morire, installazione audio | intercetta il ritmo regolare di un
metronomo, come se la guerra fosse una musica che abbisogna di quello strumento
per colorare il mondo. E’ una distanza di sicurezza, pare ritmare i movimenti ordinati
della scacchiera di Milena.
E’ il metronomo della Grande Signora, è la falce che si muove regolare e raccoglie ciò
che la stupidità umana le porge con tanta premura. E Valeria, come le stelle, sta a
guardare.
Saltini crea WallK | progetto in collaborazione con Leonardo Estrella | che nasce da
una riflessione personale su ciò che accade attorno a noi. Pensa alla parola e al
significato del creare un confine, reale o ideologico, e di ciò che questo comporta.
Un muro come metafora del confine, come elemento da cercare, per essere identificato
e superato come limite, che delinea un dentro e un fuori, un cittadino da uno straniero.
Un muro crea protezione al suo interno e crea tensioni verso chi ne è all'esterno.
Guerra. Ideologica, reale, tecnologica, mediatica...
Come ricerca di un muro, simbolicamente quello del ghetto di Varsavia.
Tutti lo conoscono. L'ha cercato nella città contemporanea, tra nuovi grattacieli e vecchi
ruderi. Ha camminare alla ricerca del Muro, per ripercorrerlo, per ridisegnarlo con i
suoi passi, per passarvi dentro e fuori, oltrepassandolo e cancellandolo subito dopo il
suo passaggio.
Ciò che resta è la semplicità del tempo impiegato in questa ricerca, l'importanza del
Camminare come mezzo per vivere ogni attimo, ogni sensazione, in quella grande
metropoli, e la memoria di un passato che deve essere ricordato, ora, per non
ripeterne e gli errori.
Tea Andreoletti | Pierides, video in loop |“Ho affrontato il tema della grande guerra
cercando di mettere da parte tutto quello che si sa per lasciare invece spazio
all’indagine della sua forma intrinseca.
Come se a cento anni dalla prima guerra mondiale si potesse recuperare il corpo,
metterlo su un tavolo da laboratorio, indagarne la ‘fisionomia’ e catalogarne la
conformazione biologica” . Parla di una sua decostruzione delle forme “ per andare
vicino alle cose e lentamente entrare in loro possesso rendendo la materia inanimata
capace di sentire, soffrire e agire.”
Citazioni dai testi degli autori e dalla recensione di Giovanna Caimmi, curatrice
– Ufficio Stampa Fondazione Zucchelli
[email protected] - Mobile 377 2530471
Isa Gambetta Socini