Per migliorare la situazione delle mie vecchie ar
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Per migliorare la situazione delle mie vecchie ar
GRUPPO SPORTIVO Per migliorare la situazione delle mie vecchie articolazioni nel mese appena trascorso, mi sono trasferito sulla riviera ligure e più precisamente in quel di Sanremo e ne ho approfittato per andare ad assistere alla kermesse canora per eccellenza di questa nostra Italia: “Il Festival”. In questo numero vorrei così cimentarmi nel raccontare qualcosa sulla musica, e sulla musica per gli adolescenti. Con l'affermarsi delle nuove tecnologie digitali, la musica è diventata una costante nell'esistenza di ogni adolescente, una sorta di colonna sonora che accompagna immancabile le loro giornate. Persino quando camminano per strada o prendono l'autobus per andare a scuola, gli adolescenti del Terzo Millennio non resistono alla tentazione di infilarsi nelle orecchie gli auricolari per ascoltare i propri brani preferiti. La musica, insomma, è compagna fedele della loro quotidianità: la si ascolta in macchina, nei bar, nei centri commerciali, la si "posta” su facebook, la si scambia con gli amici in formato digitale. Ma spesso è anche qualcosa di più. Innanzitutto, essa cela in sé una fondamentale valenza comunicativa che interpella la dimensione più nascosta dell'interiorità, aiutando i più giovani ad esprimere, attraverso le suggestioni dei suoni e l'eloquenza dei testi, sentimenti, emozioni e stati d'animo che faticano a raccontare con le parole. In molti casi, poi, la preferenza accordata ad un certo genere musicale (il metal, il rap, il rock) si rivela essenziale ai fini della costruzione di un'identità di gruppo. I nuovi apparecchi digitali, pensati espressamente per l'ascolto personale in cuffia, non di rado contribuiscono a favorire un certo isolamento degli adolescenti che, auricolari nelle orecchie, si rifugiano nel loro mondo interiore e nei loro pensieri più intimi, lasciando fuori tutto il resto: le relazioni più o meno problematiche con gli altri, le piccole e grandi preoccupazioni che assillano la loro quotidianità, le brutture della realtà che li circonda. Con la musica sparata a tutto volume nelle orecchie è facile estraniarsi dal mondo esterno, coprire la voce degli altri, mettere a tacere le proprie paure o, al contrario, colmare il vuoto comunicativo circostante. Ma, forse, più che demonizzare la dipendenza degli adolescenti da iPod e lettori mp3, gli adulti dovrebbero interrogarsi sulle ragioni profonde di un simile comportamento. Assai spesso, infatti, nel mondo virtuale della musica, i ragazzi trovano quella libertà d'espressione, quella spontaneità di sentimenti, quell'armonia interiore e quella nostalgia di orizzonti più ampi che faticano a sperimentare nella loro quotidianità. Inoltre, le nuove tecnologie digitali consentono loro di archiviare, in un supporto piccolissimo, non soltanto le proprie canzoni preferite, ma anche fotografie, video, documenti e file di ogni tipo, costituendo una sorta di "archivio virtuale", in cui i ragazzi condensano la propria storia, la propria memoria, una parte di sé e della propria vita. Memoria e libertà. Ecco perché iPod e lettori mp3 diventano per molti adolescenti qualcosa di irrinunciabile, di personalissimo, molto più che un semplice strumento per fuggire dalla realtà e rintanarsi nel proprio mondo interiore. E dopo questa parentesi musical - filosofica, rimanendo comunque in clima “Festival”, torniamo all’argomento per tutti noi abituale: il calcio, come vita vissuta senza abbandonare i propri sogni e dimenticare di dare sempre il massimo. E lo faccio trascrivendo per intero la lettera che il gran- GRUPPO SPORTIVO dissimo Roberto Baggio, ospite al festival, ha letto a tutti i giovani, compresi i suoi tre figli. “A tutti i giovani (e tra questi ci sono anche i miei tre figli). Per vent’anni ho fatto il calciatore. Questo certamente non mi rende un maestro di vita, ma ora mi piacerebbe occuparmi dei giovani, così preziosi e insostituibili. So che i giovani non amano i consigli, anch’io ero così. Io però, senza arroganza, stasera qualche consiglio lo vorrei dare. Vorrei invitare i giovani a riflettere su queste parole. La prima è passione. Non c’è vita senza passione e questa la potete cercare solo dentro di voi. Non date retta a chi vi vuole influenzare. La passione si può anche trasmettere. Guardatevi dentro e lì la troverete. La seconda è gioia. Quello che rende una vita riuscita è gioire di quello che si fa. Ricordo la gioia nel volto stanco di mio padre e nel sorriso di mia madre nel metterci tutti e dieci, la seGRUPPO SPORTIVO ra, intorno ad una tavola apparecchiata. È proprio dalla gioia che nasce quella sensazione di completezza di chi sta vivendo pienamente la propria vita. La terza è coraggio. È fondamentale essere coraggiosi e imparare a vivere credendo in voi stessi. Avere problemi o sbagliare è semplicemente una cosa naturale, è necessario non farsi sconfiggere. La cosa più importante è sentirsi soddisfatti sapendo di aver dato tutto, di aver fatto del proprio meglio, a modo vostro e secondo le vostre capacità. Guardate al futuro e avanzate. La quarta è successo. Se seguite gioia e passione, allora si può parlare anche del successo, di questa parola che sembra essere rimasta l’unico valore nella nostra società. Ma cosa vuol dire avere successo? Per me vuol dire realizzare nella vita ciò che si è, nel modo migliore. E questo vale sia per il calciatore, il falegname, l’agricoltore o il fornaio. La quinta è sacrificio. Ho subito da giovane incidenti alle ginocchia che mi hanno creato problemi e dolori per tutta la carriera. Sono riuscito a convivere e convivo con quei dolori grazie al sacrificio che, vi assicuro, non è una brutta parola. Il sacrificio è l’essenza della vita, la porta per capirne il significato. La giovinezza è il tempo della costruzione, per questo dovete allenarvi bene adesso. Da ciò dipenderà il vostro futuro. Per questo gli anni che state vivendo sono così importanti. Non credete a ciò che arriva senza sacrificio. Non fidatevi, è un’illusione. Lo sforzo e il duro lavoro costruiscono un ponte tra i sogni e la realtà. Per tutta la vita ho fatto in modo di rimanere il ragazzo che ero, che amava il calcio e andava a letto stringendo al petto un pallone. Oggi ho solo qualche capello bianco in più e tante vecchie cicatrici. Ma i miei sogni sono sempre gli stessi. Coloro che fanno sforzi continui sono sempre pieni di speranza. Abbracciate i vostri sogni e inseguiteli. Gli eroi quotidiani sono quelli che danno sempre il massimo nella vita. Ed è proprio questo che auguro a Voi ed anche ai miei figli. E con questo augurio da me condiviso vi saluto e vi rimando alla prossima. GRUPPO SPORTIVO Il sempre vostro mago Ornello Visita il sito http://www.oslbusnago.htmx.it Immagini e notizie a disposizione