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COMUNICATO STAMPA
CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 22-31 AGOSTO
MERCOLEDI' 24 AGOSTO - Pomeriggio
(vai al dettaglio sul sito internet)
Sono più di 30 le dimissioni dei consiglieri consegnate alla Reggenza in quella che è stata l'ultima
giornata della sessione consiliare di agosto. Al termine del lungo dibattito al Comma 11, con la definitiva presa
atto delle dimissioni del Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente, Antonella Mularoni, nel tardo
pomeriggio si è infatti riunito l'ufficio di Presidenza per concordare che, alla luce delle dimissioni presentate, i
lavori fossero interrotti. Per completare lo scioglimento istituzionale ora si attende il rispettivo Decreto
Reggenziale.
Il Consiglio Grande e Generale dovrà tornare a riunirsi nel mese di settembre per terminare l'esame delle
Istanze d'Arengo, nominare la prossima Reggenza e approvare la Variazione del bilancio necessario agli
adempimenti elettorali.
Nel corso dei lavori del pomeriggio, infine, l'Aula ha approvato all'unanimità un Ordine del Giorno sul
terremoto che ha sconvolto il centro-Italia, con cui il Consiglio Grande e Generale “esprime vicinanza alle
popolazioni colpite e sentimenti di cordoglio alle famiglie delle vittime” e dà disponibilità di assistenza.
Di seguito un estratto degli interventi odierni.
Comma 11. Presa d’atto delle dimissioni del Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente, con delega
all’Agricoltura, alle Telecomunicazioni, alla Cooperazione Economica Internazionale, alla Protezione Civile e
ai Rapporti con l’A.A.S.L.P. e sua sostituzione.
Federico Pedini Amati, Md-Si
Mi sono chiesto più volte come sarebbe stata questa caduta di governo. La fine è stata decretata da Ap per la
seconda volta. Questo governo era una barca che non viaggiava, non stava a galla. La Mularoni ci ha detto che
Ap in una riunione ha deciso di ritirare la delegazione. La critica più grande che faccio a tutto il governo: non
ha prodotto il rilancio economico che aveva promesso ai cittadini in campagna elettorale. Forse la decisione
l’ha presa Ap, prima ancora che il segretario di Stato. Mi sento di dire che questa decisione lei l’ha subita.
Valeria Ciavatta ha detto che era forse una decisione kamikaze. Lonfernini ha criticato la decisione perché
andavano, secondo lui, unite le forze per un crono-programma conosciuto in maggioranza.
Gli npl forse non sarebbero emersi se non era per noi 6 diavoli dell’opposizione. La spesa corrente aumenta. Il
sistema bancario e finanziario è quasi al collasso, non lo dico io, ma Morganti, che ha dipinto un Paese vicino a
una catastrofe. Anche il Corriere della sera ha ripreso il suo intervento. La mia critica è verso l’intera
maggioranza. Temo che un domani alcuni temi non vengano affrontati a causa di alcuni poteri forti che
comandano alcune pedine in questo consesso. Ricordo che le norme per dare operatività al tribunale sono state
approvate in maniera condivisa, eravamo tutti d’accordo, non c’era solo la maggioranza. Ha ragione Augusto
Casali quando invita a smettere di fare i conti sulle future alleanze, perché l’equazione che si fa con i numeri
attuali non torna. Qui ci sono persone comandate dall’esterno. Siamo ostaggio di qualcuno che comanda da
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fuori Palazzo. L’ultimo governo straordinario ha prodotto dei mostri. Ma nell’affrontare una riforma
previdenziale l’Aula dovrà in larga parte essere d’accordo.
I partiti tradizionali non sono in linea con le esigenze della popolazione. Lo pagheranno in termini elettorali.
Deve cambiare la mentalità del Paese, che fa fatica a cambiare, a innovarsi. Una grande parte della politica è
però giovane. La politica che ci ha portato a oggi è venuta dai genitori. In futuro dovremo risolvere quanto fatto
dai genitori. Le nuove generazioni si dovranno ritrovare a risolvere i problemi per i loro figli. Ciò non è giusto.
Marco Gatti, Pdcs
E’ stato detto che si discute questo comma in ritardo. Come se determinasse la partenza dell’iter elettorale. Ma
non è così. Ciò che determinerà la fine della legislatura è il venire meno delle condizioni politiche, quando
almeno 30 consiglieri consegneranno le loro dimissioni. Noi non volevamo la caduta del governo. Non abbiamo
nemmeno compreso fino in fondo perché è caduto il governo. Non possono essere i litigi la causa, si litiga
dall’inizio alla fine della legislatura.
Ci è dispiaciuto l’interrompersi della legislatura, perché bisogna avere la capacità di stare attorno a un tavolo
nonostante le posizioni diverse. Governare significa fare questo. Noi abbiamo detto che sarebbe stato
importante mettersi al tavolo come maggioranza prima della fine definitiva. Potevamo discutere su quali scivoli
usare. C’erano priorità che andavano affrontate.
Si è detto che Valentini litigava con Capicchioni sugli npl, Banca centrale, la sua autonomia. Questi temi sono
delicati, servono programmi chiari, che si fanno parlandosi fra le parti. Abbiamo alzato i toni perché i fatti
erano diversi rispetto alle risposte che ricevevamo. Mentre noi eravamo al tavolo con il Psd per ragionare su
come risolvere i problemi, l’assemblea di Ap decretava la fine del governo. Noi litigavamo con il Psd, loro
dicevano “fine”. I partiti devono avere capacità di confronto.
Noi abbiamo chiesto il rispetto della legge e degli organi istituzionali. La politica si esprime attraverso il
governo e il Comitato di credito e risparmio. Si accenda la centrale dei rischi dal primo settembre. I nostri
obiettivi: non vogliamo che ulteriori perdite siano a carico della collettività. Le banche devono pagare eventuali
perdite. Secondo obiettivo: non vogliamo vendere il sistema bancario e finanziario per due euro.
Guerrino Zanotti, Psd
Il Paese oggi è diverso da 4 anni fa. Ci sono tanti problemi che ancora aspettano una risposta, ma sono stati fatti
passi avanti, verso la trasparenza. Ciò è frutto di un lavoro fatto fino a metà legislatura. La crisi di oggi è figlia
del fatto che il governo si è fermato da qualche tempo. Gli argomenti in ballo erano stati condivisi in un
programma di governo. Da parte nostra non c’è stata slealtà. Non si può bloccare la legislatura e due anni e
mezzo dalla fine naturale perché si è troppo a ridosso delle elezioni. Allora servirebbero legislature di 7 o 8
anni. Chi dice che questo è stato il peggior governo degli ultimi 30 anni si deve vergognare. Chi lo dice
preferisce i governi di Gatti e di Stolfi. Sono affermazioni gravissime, dettate dalla demagogia più pura. I flussi
turistici non si sono dimezzati. La disoccupazione è un problema grosso, è vero. E’ un punto negativo, il
governo poteva essere più incisivo. I dati sulla disoccupazione non sono quelli enunciati in alcuni interventi. Il
trend è in diminuzione, per fortuna.
Dobbiamo mettere in sicurezza i conti pubblici, agire su una spending review che abbiamo appena accennato,
senza essere efficaci. Noi con Banca centrale abbiamo fatto un’operazione ottima con il rinnovo dei vertici. Va
ribadita la linea sugli npl, sul sistema in generale. Le divisioni sono su quali scelte vanno fatte sul sistema
bancario e gli npl. Gatti dice che nessuno ha la verità in mano, ma a me è sembrato di vedere molte certezze e
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poca disponibilità di dialogo su questo tema. Il dialogo sulle cose da fare per noi è aperto. L’ipotesi della grande
coalizione purtroppo è naufragata.
Denise Bronzetti, indipendente
Con Ap ho condiviso diverse posizioni all’interno dell’operato di questa maggioranza nei 4 anni. Riconosco ad
Ap il coraggio di avere posto fine a un’esperienza di governo, prendendosi delle responsabilità. E’ innegabile
che da un certo punto in avanti ci sia stato un certo immobilismo. Le emergenze, anche se meno dirompenti
rispetto a quelle risolte, potrebbero creare più divisioni. E’ possibile pensare che nell’ultimo anno di legislatura
queste questioni si potevano risolvere.
Quando sono cominciati i confronti politici si è tentato di capire fino a dove c’erano delle emergenze. Erano
così gravi da giustificare un governo di emergenza, o di larghe intese? Sono sempre stata un po’ perplessa su
ciò, l’ho già detto a Ssd. Il governo delle larghe intese non sarebbe stato accettato da alcune forze politiche, si
sapeva. Il mio approccio non è mai partito con delle preclusioni per qualcuno, partendo da Rete, arrivando al
Pdcs. La cosa che mi è dispiaciuta è che qualcuno si è avvicinato al tavolo con forti preclusioni. Ho dimostrato
nei fatti di contrastare, pagando anche a livello personale e familiare, un certo modo di fare politica. All’interno
di alcuni movimenti, eccezion fatta per Rete, ci sono colleghi che hanno militato in diversi partiti. E allora cos’è
il “vecchio” contro il “nuovo”? E’ qualcosa che si dimostra nei fatti, quelli che i cittadini attendono da tempo.
Marco Podeschi, Upr
Non mi sembra normale discutere in Aula oltre un mese dopo l’annuncio del ritiro della delegazione. Forse il
Consiglio andava convocato qualche settimana prima.
Ricordo lo sciopero generale che ha portato in piazza 10mila persone. Ci siamo riuniti con agenti in tenuta
antisommossa. Non si può affermare la qualità assoluta del prodotto di maggioranza e governo. Nel Pdcs si dice
che Upr è colpevole perché ha un’intesa con Ap.
Se avevate azzeccato delle scelte gente come Marco Podeschi non avrebbero avuto la bava alla bocca per
contestare provvedimenti come la patrimoniale. Durante la finanziaria la maggioranza dormiva. Siete
determinati, ma solo per tenervi le vostre sedie. Altrimenti avreste difeso le vostre decisioni. Ci sono stati 3
comandanti nel corpo della gendarmeria in 4 anni. Credo sia un record. Il bonifico di Banca commerciale
sammarinese ve lo siete dimenticati? Sull’Iss abbiamo presentato 2 progetti di legge, sui giorni di malattia e
sulla governance, perché a noi piace criticare ma anche proporre.
Quando si parla di ambiente e futuro ci date ragione, quando si parla di banche e di soldi, invece, saltate sulle
sedie. C’è stato un odg sul sistema bancario. Poi Mazza ha detto che tanto gli odg non si rispettano. Avete fatto
la Smac e dite che non va più bene. Una parte dice l’Iva va bene, l’altra parte dice no. Sull’aborto siete divisi.
Massimo Cenci, Ns
La scelta di Ap ha per il mio movimento avuto un preciso significato: la fine di una legislatura. E’ finita
l’esperienza di governo, restano i problemi, tanti e importanti, che le prossime coalizioni dovranno risolvere.
Sarà una sfida estremamente impegnativa. Non commento i tempi, i modi e l’opportunità delle dimissioni. Ora
bisogna guardare avanti. C’è percezione, nei partiti, di insoddisfazione della gente verso l’operato della politica.
La diversità delle visioni nella maggioranza è oggettiva. Verso la politica sono arrivate pressioni che prima non
si erano mai verificate. Le conseguenze delle pressioni sono state due: alcuni interventi si sono rivelati deboli,
in cerca di un consenso. Nel corso di questi anni, inoltre, alcune forze politiche si sono preoccupate di studiare
nuove collocazioni politiche. E’ successo in diverse situazioni. Quando si ragiona su strategie future si mettono
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in moto meccanismi che poi è difficile fermare. Noi non siamo sempre stati soddisfatti dell’operato del
governo, dei rapporti con la maggioranza. Nelle opportune sedi abbiamo palesato le nostre perplessità. Anche
del rapporto con l’opposizione sono rimasto poco soddisfatto. Si è persa l’occasione per fare più cose insieme.
Forse un percorso virtuoso si poteva avviare. Nelle Commissioni consiliari, dove non c’è la radio, si è sempre
creato un rapporto positivo.
Fra gli obiettivi per il futuro bisognerà far capire ai cittadini la reale situazione del Paese. Dovranno
comprendere provvedimenti, anche impopolari, che daranno però benefici in futuro. Spero che la campagna
elettorale sia di informazione e non di disinformazione. Ns non chiude le porte a nessuno. Chiede chiarezza
sulle cose da fare e idee sui modi per realizzarle. Abbiamo formalizzato ieri le nostre dimissioni da questo
Consiglio.
Roberto Ciavatta, Rete
Noi come movimento Rete come gli amici di San Marino insieme abbiamo pronte le nostre dimissioni. Non ha
senso che governo dimissionario pensi di poter ragionare di ulteriori commi all'Odg. Sono contento segretario
Mularoni si sia dimesso, da tempo attendevamo il governo mettesse fine alla sua azione. Penso non ci sia stata
nessuna forza e volontà di contrastare potere dell'accentramento di potere in capo a poche famiglie. Oggi
leggiamo la riproposizione governo Dc-Psd, allora cambia tutto per non cambiare niente. Si è poi anche detto,
in diversi interventi, che le dimissioni di Ap sono incomprensibili, credete davvero che la crisi inizi per il fatto
che Ap abbia giustamente staccato la spinta o perché sono due anni che il governo non fa niente? Andiamo a
casa, lasciamo spazio alle elezioni e facciamo in modo che il popolo sovrano decida da chi vuole essere
governato perché qui da tempo siamo autoreferenziali.
Mimma Zavoli, C10
I risultati di questo governo sono sotto gli occhi di tutti, avete retto meno di 4 anni e avete portato a conclusone
ben poco di quanto vi eravate prefissati per la cittadinanza. Avete fatto tutto fuorché governare questo Paese e
governarlo al meglio. In questo deserto di immobilità politica il Paese vi ha subito, ha preso atto che i 'si dice' in
molti casi erano fondati. Inaccettabile è l'inerzia nell'affrontare i problemi. Il Segretario Mussoni ha individuato
anche in C10 i responsabili della sua debacle, ma il responsabile delle sue scelte è stato solo lui. Qualcuno della
Dc è molto abile a far muovere altri nelle scelte difficili e sa fare davvero gli accordi sotto banco, lo ha
dimostrato con il Ps e oggi con l'aggiunta della terza gamba. L'abilità di molti strateghi risiede nel fare le cose
bene nelle segrete stanze. Sono ex democrstiana. Ne sono uscita 30 anni fa, duole vedere che avete solo
sostituito i colonnelli ma i metodi sono gli stessi, caro Cardelli.
Mario Lazzaro Venturini, Ap
Osservo che il dibattito consiliare sull'apertura della crisi avviene 27 giorni dopo la presentazione delle
dimissioni del segretario Mularoni. Può anche darsi che non sia un dibattito determinante, ma credo una crisi
politica sia da affrontare con urgenza, evidentemente le opinioni sono state diverse e c'erano avvenimenti
considerati più importanti di una crisi politica, ci sono state le festività di mezzo e anche la festa dell'Amicizia.
Siamo in un Paese particolare con una classe politica sui generis. Ap non è uscita da governo e maggioranza
attaccando gli alleati. Deve essere accettato da tutti. Se rivolgiamo appunti a governo e maggioranza uscenti
anche noi siamo responsabili di questo, ne siamo consapevoli che vanno divisi onori e responsabilità. A Cardelli
ricordo che i veti che abbiamo posto sono stati 3, sull'acquisto dell'Ex Simbol, di Electronics e del territorio da
un milione di euro a Pietracuta. Ricordo che la legge che porta il suo nome ha avuto altri veti in maggioranza e
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che, se è stata approvata, lo è anche grazie all'aiuto di Ap. A Mussoni: Ap non ha aperto crisi per lui, non lo
meritava. Farebbe bene a preoccuparsi piuttosto di quanto è acaduto oggi in Consulta sanitaria dove il piano di
trasformazione di alcune Uoc è stato bocciato. Vedo che il segretario Gatti e altri dicono che la scelta di Ap non
è stata compresa da nessuno. Ma cadere dal pero non è fare una grande 'operazione verità'. Il Segretario
Valentini proprio ieri ha detto che non aveva una grande capacità di tenere timone della barca. Cos'è questa, se
non una dichiarazione di incapacità del governo? Il quale ha aggiunto 'ci troviamo spesso impantanati senza
sapere perché'. Avete riflettuto sul significato di queste parole? Mica l'ha detto uno di Ap. Valentini ha detto che
il governo oltre a non essere autorevole, era neanche inconsapevole di quanto succedeva al suo interno. Dire
che restare lì era un atto di responsabilità mi suona strano. Bisognava restare per fare quello che in tre anni non
siamo riusciti a fare? Perché dovevamo rimanere lì, se non c'era la possibilità di fare riforme e se restavano i
disaccordi su Bcsm, Cassa e Npl. La Dc a luglio ha impallinato il segretario Capicchioni con consenso della
metà del suo partito, ovvero Belluzzi e soci, sull'ordinamento contabile, poi sul diritto allo studio. E tutto questo
accadeva perché 'tanto la maggioranza ha sempre litigato'. Cadono le braccia se le considerazioni sono a questi
livelli. Banca centrale non è argomento così importante per fare cadere un governo se non c'è condivisione? A
pochi mesi dalla loro nomina, viene la notizia che la Dc vuole sostituire presidente e direttore perché non piace
il loro piano sugli Npl. E' di qualche giorno fa una lettera di tre membri del consiglio di Bcsm in cui si
delegittima e si minaccia il presidente di Bcsm. Questi membri sono due di nomina Dc e uno socialista. Non
sono fatti gravi che possono originare l'uscita dal governo e dalla maggioranza' Su Cassa di risparmio, Gatti
dice che occorreva confrontarsi, ma è da un anno e mezzo che non ne caviamo nulla perché la Dc non ci vuole
mettere mano. Chi sono i gruppi indebitati e le persone politicamente esposte? Diamo risposte invece di
impedire ogni discorso di verifica dell'operato di Cassa. Chi dice che non capisce perché la crisi si è aperta, e
amenità di questo genere, non ha capito quanto ancora nel partito di maggioranza relativa dominino la scena
gruppi ristretti. Invito la maggior parte dei consiglieri della Dc a svegliarsi. Non ho parlato poi dell'attacco del
consigliere Crescentini ad Ap, non si capisce se ha agito su commissione o per piaggeria verso il nuovo alleato.
Francesca Michelotti, Su
Stiamo tutti leggendo l'epitaffio del governo. Il governo era finito, Ap si è solo assunta la responsabilità di
staccare la spina per evitare altri tempi morti. Ora l'accusano di volere altri 6 mesi di immobilismo, anche se da
tempo il paese è immobile. Questa legislatura è transitata in una grande fase di trasformazione. Ma qualcuno
sta lavorando per tornare indietro al vecchio regime e per sabotare il lavoro del tribunale che fa paura al sistema
che ha già sostituito i suoi vecchi referenti con i nuovi, più presentabili, ma non vuole mollare il suo controllo
sulla politica. La Restaurazione è già iniziata e se non stiamo attenti ne saremo strumento, altro che ' cambio di
passo'. La Dc vuole riassumere il controllo di Bcsm e vuole fare il suo volere, libero da condizionamenti.
L'egemonia Dc sul sistema bancario è connessa alla sua percezione di partito-Stato ma è una patologia del
sistema che va ridimensionata e controllata. Per questo Su non potrà aderire a una coalizione Dc, ora che il Psd
ha sciolto il nodo alla proposta condotta da Stolfi e Andreoli, con la compartecipazione di Iro Belluzzi. Su non
vuole padroni che ci telecomandino dai loro uffici direzionali. Non vogliamo interlocutori interessati. Vogliamo
rappresentare solo l'interesse pubblico. Confidiamo nella prosecuzione della nostra collaborazione con C10.
Non ci sottrarremo mai all'ipotesi di un governo di emergenza purché partecipino tutte le forze, nessuna esclusa.
Alessandro Mancini, Ps
C'è una crisi politica aperta che tra poche ore diverrà istituzionale e che è stata aperta con dimissioni del
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segretario di Stato di Ap. Credo il capogruppo di Ap Venturini sia stato molto chiaro, così come la stessa
Mularoni, confermando che le dimissioni fossero frutto delle scelta del suo partito. Abbiamo tutti presente
l'esplosione della questione morale e che in quella fase la legislatura ha subito uno stop. Il Ps era consapevole
che i problemi sul tavolo allora erano enormi e oggi sono ancora più grandi, che la maggioranza si trovava in
una situazione difficile e ha interpretato il ruolo di minoranza diversamente, inviando messaggi di
responsabilità singolarmente alle forze di maggioranza. E l'approccio più positivo fu proprio con Ap.
Arrivammo alla proposta di governo di responsabilità che però non fu accolta. Oggi siamo di fronte al termine
della legislatura e al passaggio che vedrà i partiti impegnati nella strutturazione di una nuova coalizione, non è
un segreto il rapporto che il Ps ha con la Dc, che non è nato in 15 giorni ma c'è da tempo, il Ps con Dc sta
ragionando sul programma e auspichiamo possa essere condiviso anche da altri. Il rapporto con Pil sd va tenuto
in considerazione. Siamo consapevoli che il rafforzamento dell'area riformista è assolutamente necessario e
indispensabile.
Gerardo Giovagnoli, Psd
La coalizione di maggioranza era nata sulla base di un ragionamento tuttora valido, che ha a che fare con la
capacità di mettere insieme le forze più popolari per risolvere temi gravi e specifici presenti nel 2012. C’era la
fine di un percorso sulla trasparenza. L’accordo contro le doppie imposizioni e l’uscita dalla black list con
l’Italia. Il rimettere in sesto il bilancio, anche con una nuova norma fiscale. Iniziare un rapporto con l’Ue
diverso. La disoccupazione. Rispetto a tutte questi importanti obiettivi si può dire che si è portato a casa il
risultato.
Ci sono stati problemi che hanno coinvolto anche il mio partito, tutti lo sappiamo, sono ancora in fase di
indagine. Sono stati superati anche quelli, è stata fatta una verifica nella maggioranza. Non c’è stata marcia
indietro sulla trasparenza o una supposta restaurazione. Non capisco di cosa si sta parlando. Di un sistema
opaco come quello precedente? L’anonimato bancario? Di quale restaurazione stiamo parlando? Nel Psd non
c’è nostalgia di quel tempo e di quei metodi.
Abbiamo valutato le ragioni delle dimissioni della Mularoni. Siamo rimasti perplessi rispetto al tempismo. Non
siamo stati coinvolti nel processo di scelta dell’apertura della crisi. Per la campagna elettorale abbiamo messo
al centro le emergenze riconosciute da tutti come reali. Puntiamo sulla coesione sui contenuti, per determinare
la coalizione. Quattro anni fa l’esigenza era tenere il Paese insieme. Ssd ha lavorato su questo. L’esigenza è non
esasperare le differenze politiche che ci sono. La campagna elettorale sarà a toni alti. Vedrà la possibilità di un
secondo turno e del ballottaggio. Saranno ulteriori giorni occupati dai litigi, dalla demagogia. Questo è nefasto.
Compete alla politica indicare quali linee vanno mantenute per salvare il sistema, anche di fronte ai crediti non
performanti. Non andiamo più a mettere le mani in tasca ai cittadini per salvare il problema. Non facciamo in
modo che saltino le banche e che vengano acquistate per due soldi. Facilitiamo l’ingresso di nuove componenti
bancarie serie.
Luigi Mazza, Pdcs
Per me è l’ultimo intervento in Aula. Termina con questa esperienza il mio impegno politico istituzionale. Dico
alcune cose che rimangono per me fondamentali. Vorrei che il rinnovamento continuasse in quest’Aula. Oggi
ho sentito discorsi in stile anni '90. Avevamo chiesto che questo fosse l’ultimo comma della sessione.
L’intenzione era portare a termine gli altri commi, i decreti e il progetto sulla carriera diplomatica, che è a metà.
Sarà difficile fare questo, ma lo chiederemo. Chiedo alle Eccellenze se alla fine del comma può essere
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convocato l’Ufficio di presenza per verificare se ci sono le condizioni per terminare i lavori.
La proposta di un governo di unità nazionale non poteva essere accettata.
Nel 2008 si è avviata una situazione complessa. Una fase di criticità che ci ha riposizionato a livello
internazionale. Dovevamo recuperare credibilità con l’Italia. Nel 2011 c’è stato l’accordo con il Psd su 2 temi
principali. La necessità di riforme strutturali e il recupero del rapporto con l’Italia.
Nel 2012 ci sono stati due elementi che hanno pesato. Il risultato dei movimenti Rete e Civico 10, superiore alle
aspettative. Sono andati in difficoltà Sinistra unita e il Psd, non è l’elettorato democristiano a essere andato
verso i movimenti. Tutto era legato a Facebook, alle piazze, a cosa dice l’elettorato. A condizionare la
legislatura dal 2012 c’è stato anche il risultato negativo di Ap e inferiore alle aspettative del Psd. Pdcs e Ns
sono andati invece al di sopra delle aspettative.
La riforma Igr ha consolidato le entrate. Il bilancio è stato portato in pareggio in 3 esercizi. Di fronte alla crisi
dei conti pubblici abbiamo mantenuto uno stato sociale che nessun Paese in Europa ha. Abbiamo tagliato, ma
non sulle pensioni, sull’istruzione, sulla Sanità. C’è da fare l’accordo con l’Europa, la riforma delle pensioni.
La sinistra si sta riaggregando. La nostra richiesta è stata chiara: andiamo oltre la legislatura se vogliamo
affrontare l’Igc.
Repliche
Antonella Mularoni, segretario di Stato al Territorio dimissionario
Non avrei voluto fare il segretario di Stato in questa legislatura, ho assecondato desideri e richieste più che
legittimi. Nella scorsa legislatura ho condiviso un momento storico che penso sia irripetibile. E’ stata a rischio
la nostra sopravvivenza come Stato. Ci siamo riconvertiti come Paese. Ho comunque pensato che il Paese ce
l’avrebbe fatta. In questa legislatura invece ho avuto sensazioni più negative. Sentivo un sostegno diverso
rispetto all’opera portata avanti. In questa legislatura abbiamo cercato di sostenere tutte le opportunità che sono
state avanzate da altre segreterie di Stato. Ci fa male quando qualcuno dice che Ap è la causa del blocco delle
cose non fatte. Questa è una bugia detta forse per nascondere certe inadempienze.
Ho apprezzato l’intervento di Luca Beccari. Gli riconosco l’onestà intellettuale di aver messo da parte la favola
secondo cui saremmo dovuti arrivare alla Finanziaria. Il clima nella maggioranza ci faceva presagire il peggio.
Nella prossima legislatura andranno affrontate riforme che cambieranno molte delle leggi che abbiamo avuto
nel Paese. Per questa ragione avevamo ritenuto che un forte coinvolgimento di forze politiche avrebbe potuto
rappresentare la via migliore. Sono state scelte soluzioni diverse.
Sulle telecomunicazioni vi accorgerete, se andrete al governo, che il terreno è irto di difficoltà. Quando si pensa
di essere arrivati a un traguardo le cose vengono rimesse in discussione. Sembra che tutti siano esperti di Tlc.
Sono riuscita a far sì che la rete sia di proprietà dello Stato. Sono riuscita a far approvare i documenti per i
nuovi siti radianti, quattro per le aree più scoperte del territorio. Spero che i lavori non vengano interrotti. Il
percorso in questa direzione, lo devo dire, è stato deprimente.
Paolo Crescentini, Ps
Tranquillizzo il consigliere Venturini: quanto detto è farina del mio sacco, faccio politica con la mia testa, non
vengo imbeccato da nessuno. Aveva detto che non si sarebbe ricandidato, ma ci sta ripensando. Le mie sono
considerazioni politiche e non personali.
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Valeria Ciavatta, Ap
A nome di Ap ringrazio Antonella Mularoni per l’impegno espresso come segretario di Stato. Mi auguro che
nella prossima legislatura ci sia sostengo al Magistrato dirigente e a tutti i giudici.
Iro Belluzzi, segretario di Stato al Lavoro
La collega Michelotti mi ricorda Filumena Marturano, Auguro all’Aula di abbandonare il metodo del sospetto.
Chi opera nelle istituzioni lo può fare tranquillamente, perché la correttezza nello svolgere la propria azione è
obbligata da quanto sta facendo la magistratura.
L’autonomia di Banca centrale è determinante, ma passa per il rispetto delle regole. Le norme andavano
modificate, per garantire autonomia. Credo che il presidente e il direttore di Bcsm debbano essere tutelati. Ma
ci deve essere colloquio. Un elemento deve essere chiaro: non si vuole coprire nessuno. Cominciamo con la
centrale rischi, per scoprire chi sono i furbetti del quartiere.
Marco Podeschi, Upr
Mi corre duopo intervenire dopo aver sentito Belluzzi sulle banche. Se l'è scordata la figuraggia fatta per la sua
legge sull'editoria? E lei ci viene a fare la 'supercazzola' sul sistema bancario? Upr ha proposto la riforma di
Bcsm, abbiamo fatto incontro con tutti i gruppi per la nomina della presidenza. Dal suo intervento sembra che
siamo stati qua a scaldare le sedie. Ci sono 650 persone che lavorano nelle banche e come Consiglio grande e
generale non abbiamo dato risposte accettabili, abbiamo rinviato alla prossima legislatura.
Francesca Michelotti, Su
Al segretario Belluzzi, io adoro il personaggio di Filumena Marturano ma può essere chiamato in ballo in
diversi modi. E' un riferimento che ha fatto certamente senza spirito offensivo. Io non l'ho chiamata in causa, le
chiedo se lei, ieri sera, ha vinto o no nel suo partito una partita importante, facendo vincere la sua linea in
favore di un accordo con la Dc? E' vero, non c'è nulla di malevolo nel mio riferimento. Credo sia stato offeso
per i riferimenti a Stolfi e Andreoli. Non è un'accusa in capo lei, ma credo e ho detto che ancora Stolfi abbia
potere di persuasione nel suo partito e forti pressioni politiche nel Paese.
Vladimiro Selva, Psd
Il collega Mazza ha messo il Psd al centro di molti passaggi sui risultati mancati. Credo che nascerà a breve un
soggetto per l'alternanza democratica, ma sfido mazza se pensa che il Psd sia venuto meno agli impegni presi in
questa legislatura. L'alleanza nel 2012 con la Dc ci è costata molto in termini elettorali, ci è costata molto ma
l'abbiamo sostenuta perché credevamo nella sua necessità per il Paese. Nel partito che spero nasca quanto
prima, Ssd, il tema alternanza democratica non deve spaventare.
Luigi Mazza, Pdcs
Non ho addebitato a nessuno ritardi, ho dato una lettura, il percorso di Ssd è positivo per una sinistra troppe
volte frantumata. Ma il tema delle alleanze non è stato affrontato fino a ieri e ciò ha posto in discussione alcuni
passaggi.
San Marino, 24 AGOSTO 2016/02