6. ma io ho pregato per te, perchè la tua fede non venga meno

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6. ma io ho pregato per te, perchè la tua fede non venga meno
6.
CONDIVISIONE
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Di fronte alle situazioni complesse della vita personale, di chi ci circonda, dell’umanità
intera ci sentiamo talvolta smarriti. E’ la Parola di Dio il criterio di lettura, di giudizio di ogni
vicenda della nostra piccola storia o della Storia?
Vivere la fede é saper vedere i segni della risurrezione nella vita di ogni giorno ed esserne
testimoni. Viviamo il nostro quotidiano come occasione insostituibile e irrinunciabile per
coglierli e testimoniarli tra gli uomini e le donne del nostro tempo?
Viviamo la fede come dono “solidale” in cui ci sentiamo responsabili del cammino cristiano
dei nostri fratelli e sorelle della comunità parrocchiale, ma anche dei nostri luoghi di vita
(famiglia, lavoro, tempo libero…..)?
Preghiamo per la nostra fede e per quella dei fratelli perché possa crescere anche nelle
situazioni in cui è messa alla prova? Quale peso ha nella nostra vita il sapere che Gesù
stesso prega per noi e per tutti perché non veniamo meno nella prova?
... MA IO HO PREGATO PER TE,
PERCHÈ LA TUA FEDE NON VENGA MENO
Lc 22,31-46
PREGHIERA INIZIALE
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
PREGHIERA
Amen!
Liberami dai nemici, mio Dio,
difendimi dai miei aggressori.
Liberami da chi fa il male,
salvami da chi sparge sangue.
Chiediamo insieme al Signore la capacità di comprendere la sua Parola, di accoglierla
nel nostro cuore, di saperla condividere tra di noi per aiutarci vicendevolmente a
vivere nella consapevolezza del suo amore e da veri Figli di Dio.
(qualche istante di Silenzio)
Ecco, insidiano la mia vita,
contro di me congiurano i potenti.
Non c’è delitto in me,
non c’è peccato, Signore;
senza mia colpa accorrono e si schierano.
Io veglio per te, mia forza,
perché Dio è la mia difesa.
Il mio Dio mi preceda con il suo amore;
Dio mi farà guardare dall’alto i miei nemici.
Ma io canterò la tua forza,
esalterò la tua fedeltà al mattino,
perché sei stato mia difesa,
mio rifugio nel giorno della mia angoscia.
O mia forza, a te voglio cantare,
poiché tu sei, o Dio, la mia difesa,
Dio della mia fedeltà.
(dal Salmo 58)
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Signore spegni in noi ogni distrazione,
liberaci da tutto quello che ci allontana da te
e ci impedisce di accogliere questa tua Parola
come dono del tuo amore per noi.
Dai ad essa la forza di entrare nel profondo,
di scuotere la coscienza,
di chiederci la conversione.
Fa, o Signore, che viviamo questo incontro con la convinzione
che tu sei qui in mezzo a noi,
ci parli e ci ascolti,
ci inviti a rimanere con te e a camminare nella tua luce.
Donaci l’umiltà dell’accoglienza,
la pazienza dell’ascolto,
il coraggio della testimonianza,
la volontà di fare tesoro di tutto quello che ci aiuterai
a comprendere.
Rendici capaci di rispondere con la fede
al mistero che ancora una volta ci riveli.
Amen.
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Dal Vangelo di Luca
In quel tempo Gesù disse: 31”Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano;
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ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i
tuoi fratelli”. 33E Pietro gli disse: “Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte”. 34Gli rispose: “Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato
di conoscermi”. 35Poi disse loro: “Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse
mancato qualcosa?”. Risposero: “Nulla”. 36Ed egli soggiunse: “Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e
così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37Perché io vi dico: deve
compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra gli empi. Infatti tutto quello che mi
riguarda volge al suo compimento”. 38Ed essi dissero: “Signore, ecco qui due spade”. Ma egli disse:
“Basta!”. 39Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40Giunto
sul luogo, disse loro: “Pregate, per non entrare in tentazione”. 41Poi si allontanò da loro circa un tiro di
sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: 42”Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. 43Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo.
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Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che
cadono a terra. 45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la
tristezza. 46E disse loro: “Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione”.
MEDITAZIONE DEL TESTO
1. Il confronto tra Gesù e Pietro, tra Gesù e i “suoi”, costituiscono due letture diverse della
situazione, due reazioni distanti il continuo tentativo, da parte di Gesù, di sostenere i discepoli
con continui richiami alla preghiera.
Sia la fede di Gesù, che quella di Pietro e dei Dodici, viene messa alla prova, ed è sempre Gesù
che si preoccupa perché Pietro, e con lui gli Apostoli, non vengano meno, riescano a vivere il
momento drammatico della passione e della morte ancorati alla fede nella presenza e nell’azione
del Padre che sempre sostiene e accompagna i suoi figli.
Gesù conosce Simone, così come conosce ciascuno di noi, conosce la fragilità e la povertà della
sua e della nostra fede e allora prega per la sua fede e la sua conversione, così come prega per
la nostra fede e la nostra conversione.
Questo non solo ci commuove, ma ci consola. Il prendersi cura di Gesù si traduce in un invito a
pregare, ma anche e, prima di tutto, in una preghiera per Pietro perché riesca a superare la prova
e diventi a sua volta sostegno e guida dei suoi fratelli.
2. Gesù non cessa di aver fiducia in Pietro, così come continua ad aver fiducia in ciascuno di
noi, affidando a lui, come a noi, addirittura il cammino di fede delle nostre
sorelle e fratelli. La fede non è mai solo una realtà individuale; proprio
perché viene dal Padre di tutti, è un dono che chiede di essere condiviso.
“Portate i pesi gli uni degli altri” (Gal 6,2) vale anche per questa grande ed
inestimabile esperienza: all’interno dell’umanità tutta, della Chiesa universale,
delle nostre comunità parrocchiali, esiste un legame in cui la crescita di
ciascuno è legata alla crescita di tutti, è una grande solidarietà il più delle
volte vissuta nell’intimo di ciascuno. Santa Teresa di Gesù Bambino riteneva
che in Paradiso sarebbe stata debitrice a tante persone, anche sconosciute,
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del grande dono della propria fede.
3. L’essere al seguito di Gesù a volte ci rende presuntuosi e ciechi circa proprio le nostre
possibilità. Talvolta ciò può nascere anche dall’affetto che viviamo nei confronti di Gesù, ma lui
non chiede di essere difeso da noi. Egli ci conosce meglio di quanto noi conosciamo noi stessi e
per questo prega perché sa che la fede, messa alla prova, può non solo vacillare, ma venire meno.
Lo sa perché ci conosce, lo sa per esperienza personale. Ed è proprio in questi momenti di prova
che Gesù non abbandona i suoi, non li lascia soli, neppure quando noi lo abbandoniamo, quando
vorremmo scrollarci dalle spalle quelle situazioni di croce che non solo ci pongono domande, ma
fanno vacillare la nostra fede, il nostro credere nell’Amore infinito del Padre per ciascuno di noi,
nella sua tenera e provvidenziale presenza.
Gesù conosce tutto questo, lo ha sperimentato nella sua esistenza terrena e prega per noi e ci
invita a pregare perché la prova non abbatta la nostra fede in lui e nel Padre, ma sia occasione di
preghiera e di abbandono come è stata per Lui.
4. Gesù non ci manda allo sbaraglio, non solo è con noi, ma ci richiama alla vigilanza e alla
prudenza. Alla vigilanza sulla nostra probabilità di cadere; alla prudenza perché il nostro cammino,
il nostro impegno nel mondo non sono facili e semplici, richiedono la capacità di munirsi di tutto
quello che ci può essere necessario per saper leggere le situazioni in cui viviamo per essere
testimoni significativi.
5. Gesù ci chiama alla vigilanza e alla preghiera perché sa che il suo “essere annoverato tra gli empi”
confonderà la fede dei suoi che non sapranno vedere altro che il loro Maestro preso, consegnato
e crocifisso; non sapranno che scappare dalla paura, perché la Croce è uno scandalo alla quale
non rimane che sottrarsi e fuggire. E’ questa la grande prova, la grande tentazione per i credenti:
non saper vedere nella Croce altro che la sconfitta, è ciò che proclama il profeta Isaia “disprezzato
e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre
la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima” (Is 53,3), ed è proprio nel Crocifisso
che i suoi, che noi, siamo chiamati a riconoscere “il più bello tra i figli dell’uomo”(Sal 45,3). La fede
per cui prega Gesù rende i nostri occhi capaci di cogliere la Sua presenza di Salvatore, di sposo
dell’umanità anche nelle situazioni in cui ci sembra che l’ultima parola sia quella del fallimento e
dell’abbandono da parte di Dio.
6. E’ nella preghiera che Gesù, di fronte alla sua prossima passione e morte, abbraccia questo
momento drammatico e incomprensibile come occasione di abbandono al Padre, mentre per
i discepoli non c’è che tristezza e stanchezza, tutto per loro sembra terribilmente insostenibile.
Rimane però ancora l’invito di Gesù, a vegliare, a pregare, ad alzarsi: un
invito a non soccombere, ma ad affrontare la prova con lui. Veramente
la fede ci dona di cogliere la sua presenza, ma anche la sua assenza,
come occasione di santità, di possibilità offerta per ripercorrere la strada
intrapresa da Lui, per poter dire come San Paolo: “Ho combattuto la buona
battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.” (2Tm 4,7). Anche
Pietro, nel Quarto Vangelo, proclamerà alla fine il suo amore per il Maestro
e proprio a Lui Gesù affiderà il suo gregge, la preghiera del CrocifissoRisorto è davvero baluardo e fortezza della fede per i suoi e quindi per noi.
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