Fiabe randage Giufà, Cenerentola e gli altri vagabondi

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Fiabe randage Giufà, Cenerentola e gli altri vagabondi
Fiabe randage
Giufà, Cenerentola e gli altri vagabondi
Bibliografia ragionata a cura di Simonetta Beffa
Introduzione
Le fiabe non stanno mai ferme: accade sempre qualcosa che costringe il protagonista a mettersi in
viaggio. Non solo! Le storie stesse camminano, passano di bocca in bocca, si tramandano da una
generazione all’altra… ancora oggi continuano a muoversi e a vivere. Ma nel loro vagare le fiabe
mutano, pur nell’immobilità profonda della loro struttura, che è il prodotto di un inconscio
collettivo comune all’umanità.
Per farsi ricordare e amare i personaggi e le storie si trasformano in base alle caratteristiche di un
certo luogo e di un certo tempo.
Comprendere e salvare il “diverso”, che proviene dalla specificità di quel luogo e di quel tempo e
dalla soggettività del narratore, è un’operazione pedagogicamente molto importante per i bambini
che, pur essendo immersi sempre più in contesti multicolore, vivono spesso l’appiattimento e
l’omologazione.
Ecco allora una grande opportunità: seguendo le tracce di alcuni personaggi che hanno più
appartenenze culturali, i cosiddetti personaggi-ponte, si scoprono le infinite sfumature di una stessa
fiaba.
Sulle tracce di Giufà, Cenerentola, il lupo, il mostro, il Piccolo Popolo, la strega, la fata, principi e
principesse, i bambini ritrovano nello straniero una parte di sé e riconoscono nel mondo la vera
patria delle fiabe.
La bibliografia, pensata per i bambini dai cinque ai dieci anni, ma soprattutto come strumento di
lavoro per bibliotecari e insegnanti della scuola Primaria, è articolata in otto percorsi:
Giufà il furbo, lo sciocco, il saggio
Le mille e una scarpetta di Cenerentola
Il lupo, lo sciacallo e gli altri
Il popolo dell’ombra: mostri, fantasmi, draghi, spiriti, scheletri, orchi, demoni e giganti.
Il piccolo popolo: gnomi, folletti, elfi e piccoli umani
In odore di strega
Le imprevedibili fate
Nella pelle di principi e principesse
Ciascuna sezione è introdotta da alcune note di presentazione del personaggio e dal brano di una
fiaba che lo vede protagonista. Chiude la pubblicazione una sezione dal titolo Strumenti didattici
che presenta testi di approfondimento per educatori e alcune istruzioni per l'utilizzo della
bibliografia in forma ludica.
I suggerimenti di lettura sono stati selezionati privilegiando:


personaggi delle fiabe appartenenti alla tradizione popolare. Si tratta di figure “mitiche” e
archetipi che giocano un ruolo rilevante nella formazione dei bambini, indipendentemente
dall’appartenenza culturale. Solo in alcuni casi ci si è concessi la licenza di inserire fiabe
contemporanee per lasciare intravedere dove sono andati a finire oggi questi personaggi
“randagi”
gli albi monografici illustrati : la sapiente commistione di parole e immagini rende l’albo
più appetibile rispetto alle raccolte


i libri multi lingue : la presentazione del testo in più lingue, oltre a valorizzare la conoscenza
e la curiosità verso altre culture, rinforza il messaggio che la vera patria delle fiabe è il
mondo.
le piccole case editrici: questa forma di editoria si dimostra spesso più attenta alla
salvaguardia delle minoranze, e meno sensibile alle leggi di mercato.
GIUFA’: il furbo, lo sciocco, il saggio
Giufà al mercato:
- Come ti chiami?- Mi chiamo come mio padre - Come si chiama tuo padre? - Si chiama come mio nonno - E come si chiama tuo nonno? - Come me - E come ti chiami tu? –
- Come mio nonno -E come ti chiamano per venire a mangiare? - Non mi chiamano, ci vado da solo –
Giufà è il personaggio comico più popolare del folklore arabo.
La sua caratteristica è la doppiezza: a volte è ricco e a volte è
povero, a volte furbo e a volte sciocco, a volte onesto e a volte
disonesto. E’ Johà magrebino ed egiziano; è Giochà nelle storie
ebree, è Giufà in Sicilia, ma vive anche in fiabe spagnole,
siriane e irachene.
E’ “parente” del padano Bertoldo e come lui ha la capacità di
far ridere giocando con le parole.
Da Giufà una perla di saggezza:
la leggerezza di un sorriso sa alleviare le fatiche della vita
ovvero
Beati i fessi, perché le fessure lasciano passare la luce
Attia Atta Kamal, La camicia di Giuha, Emi, Bologna, 1997 [italiano- arabo].
Ciari Marcella, Le storie di Giuhà, L’Harmattan, Torino, 1996 [arabo-italiano].
Errera Eglal, Le avventure di Goha, Motta Junior, Milano, 2003.
Favaro Graziella, Monaco Octavia (ill.), Chi la fa l’aspetti, Carthusia, Milano, 2005 [italianoarabo].
Racconti in forma di aneddoto per capire chi è Giuhà, di volta in volta sprovveduto o scaltro, saggio
o malizioso, codardo o nobile nelle vesti di giudice, medico, ladro, facchino… In molte circostanze
Giuhà è pronto ad usare l’arguzia per riscattare la sua goffaggine, in altre non sembra esservi
rimedio alla sua credulità. Arguto o stolto che appaia, il Giuhà di queste storie sorprende e diverte
per la capacità di prendersi gioco di pregiudizi e senso comune.
Auer Martin, Wolfsgrueber Linda, Il signor Balaban e sua figlia Selda. 222 storie veramente
buffe, Nuove Edizioni Romane, Roma, 2003
“Il signor Balaban, protagonista di questo libro, è a dir suo e non solo suo , anche discendente del
famoso Nasreddin Hodja [Altro nome di Giufà, n.d.r.]…” (M. Auer, postfazione al libro). Nei
motti di Balaban, stralunato negoziante nostro contemporaneo, ritroviamo la stessa ingegnosità
limpida e paradossale, al limite dell’insensatezza, del Giuhà antico.
Carrer Chiara, Giufà, Sinnos, Roma, 2004 [italiano, arabo, turco, siciliano]
Una delle migliori illustratrici italiane interpreta sei storie del più famoso tra i personaggi – ponte.
Tutte le storie ad eccezione di “Guha e il mantello” sono tratte da Le storie di Giufà, Sellerio,
Palermo, 2001.
Celestini Ascanio, Cecafumo. Storie da leggere ad alta voce, Donzelli, Roma, 2002.
Un invito esplicito a ridare corpo alle parole, a riprendere possesso del racconto ad alta voce - “letto
con la bocca”, secondo cui le fiabe sono vere perché vero è il bisogno di raccontarle.
Diverse storie raccolte in questo libro tengono a protagonista Giufà, nella sua versione italiana:
personaggio sciocco e maldestro in grado di utilizzare a proprio vantaggio gli esiti di azioni
sconsiderate.
Croce Giulio Cesare, Piumini Roberto, Rivola Andrea, Bertoldo, Diabasis, Reggio Emilia, 2004.
Le avventure di Bertoldo, riadattate da Roberto Piumini al linguaggio dei bambini di oggi,
appartengono ai “racconti di furbi e sciocchi” che sono presenti in tutte le civiltà. Rileggendo alcuni
giochi di parole dello scaltro contadino padano, si sentono echi di Pinocchio e Giufà, della loro
comica attitudine a prendere tutto alla lettera.
Hikmet Nazim, Negrin Fabian (ill.), Il nuvolo innamorato e altre fiabe, A. Mondadori, Milano,
2000.
Le fiabe per bambini del poeta turco Nazim Hikmet, ispirate alla tradizione popolare del suo paese,
sono sorprendenti e piene di fascino per il lettore occidentale.
E’ il caso delle avventure di Testapelata, personaggio profondamente affine a Giufà. Monello
irrequieto, scaltro e malandrino, Testapelata si caccia per superbia in guai senza fine, riuscendo ad
avere la meglio di orchi e visir con la persuasione e l’astuzia.
Lispector Clarice, Carrer Chiara, Come sono nate le stelle. Storie e leggende brasiliane, Donzelli,
Roma, 2005.
Pedro Malazarte, cugino sudamericano di Giufà, fa la sua fortuna trascinandosi in spalla una porta,
unica eredità del padre. Questa e altre undici leggende brasiliane, scandiscono il ritmo dei mesi del
calendario. Sono storie di foreste e di fiumi popolati da un campionario colorato e antropomorfo di
animali e personaggi fantastici e bislacchi: Curupira, un nano diabolico, il Saci Perere folletto
dispettoso, il Negretto della Pampa che aiuta i butteri a trovare le cose perdute.
Lazzarato Francesca, Il sultano di Luxor. Fiabe e favole della tradizione egiziana, A.
Mondadori, Milano, 1998.
Nel patrimonio favolistico dell’Egitto sono confluite le tradizioni araba, greca e turca. Spicca la
figura di Giuha, in tutta la sua doppiezza: a volte è furbo e a volte è sciocco, arguto e credulone,
onesto e disonesto.
In questa raccolta, Giuha non è l’unico testimone delle migrazioni di personaggi e narrazioni nel
Mediterraneo: lo dimostra la fiaba del povero contadino che regala al sultano i pochi fichi del suo
albero: un esempio di racconto diffuso dall’Egitto e conosciuto in tutto il Sud Italia.
Mantegazza Raffaele, La storia di Bertoldo, Carthusia, Milano, 2004.
Libro della collana Le memostorie. I nonni raccontano, che si prefigge di testimoniare la tradizione
orale italiana dall’esperienza viva degli anziani, recuperata attraverso la voce dei nipoti, nelle scuole
elementari.
Bertoldo è un bambino pasticcione, ingarbugliato in mille equivoci, che suo malgrado riesce sempre
a cavarsela.
Vassalli Paola, Capizzi Cettina (a cura), Giufà tante storie, C’era una volta…, Pordenone, 1993.
Il libro nasce dalla mostra-concorso di illustrazione per ragazzi tenutasi ad Enna nel 1993. Le
vicende di Giufà sono accompagnate dalle interpretazioni visive, tra gli altri, di Roberto Innocenti,
Lele Luzzati, Cecco Mariniello, Lorenzo Mattotti, Chiara Rapaccini.
Oltre ai racconti, si segnala l’interessante introduzione di Vinicio Ongini sulla pedagogia di Giufà.
Walzer Richard, Sharkey Niamh, Jack e il fagiolo magico, Fabbri, Milano, 2000.
Jack è considerato dalla madre un ragazzo pigro e inetto ma, grazie ad un fagiolo magico, riuscirà a
rubare tre preziosissimi oggetti ad gigantesco orco e a diventare ricco.Questo personaggio sembra
appartenere alla folta schiera dei Giufà europei che inizialmente appaiono stolti, ma poi grazie ad
una fortuna inaspettata, si riscattano.
Zwerger Lisbeth, Till il re dei buffoni, C’era una volta…, Pordenone, 1990
Undici storie tra le più belle e divertenti che hanno per protagonista Till Eulenspiegel, autentico re
delle burle, così matto da prendere per il naso anche la morte rimanendo nella fossa ritto in piedi.
Le mille e una scarpetta di CENERENTOLA
C’era una volta una coppia di contadini che viveva una vita serena e agiata, la loro
vita fu allietata dalla nascita di una bambina a cui diedero il nome di Tam, Grana di
Riso. Quando Tam compì tra anni, la madre morì e qualche anno dopo il padre prese
un’altra moglie . Da questa seconda unione nacque Cam, Crusca di riso… poco dopo
la matrigna cominciò a trascurare Tam e a dedicarsi solo alla figlia più piccola.
In tutto il mondo si contano 400 versioni diverse di
Cenerentola.
La prima Cenerentola, la più antica, viene dalla Cina. Si chiama Ye Xian , ha un abito di
seta di colore verde giada e un paio di leggere scarpette d’oro.
Ma c’è anche una Cenerentola irachena, di nome Salima, con
zoccoletti d’oro, mentre Cendrillon, la Cenerentola francese,
raccontata da Perrault in Europa, ha babbucce di vetro.
Nelle svariate versioni della fiaba si possono trovare delle
costanti: la predilezione della matrigna per le altre figlie,
l’imposizione di prove impossibili, gli aiutanti magici, il
riconoscimento della virtù di Cenerentola.
Da Cenerentola una perla di saggezza:
Prima o poi sarà ricompensato chi saprà aver fiducia nel
proprio destino “regale” , chi avrà la pazienza di aspettarlo e il
coraggio di assecondarlo
ovvero
Tanto va Cenerentola al ballo che ci lascia la scarpina
Albano Maria Luisa (a cura), Cenerentole in viaggio, ill. di Marcella Brancaforte, Falzea Editore,
Reggio Calabria, 2008 (in corso di stampa)
Il libro, introdotto da un documentato ed illuminante saggio di Maria Luisa Albano, docente di
Lingua e Letteratura Araba all'Università di Macerata, mette a confronto quattro diverse versioni di
Cenerentola, alcune ancora inedite in Italia. Troviamo La Gatta Cenerentola di Giovanbattista
Basile, la Cenerentola cinese, la Cenerentola araba e la Cererentola irachena. Il lettore potrà
cogliere interessanti analogie e tracciare interessanti confronti, utili soprattutto in una prospettiva di
didattica interculturale. I testi sono curati da Antonella Ossorio.
Basile Giambattista, Pecora Elio, Fiabe scelte e riscritte da Elio Pecora, A. Mondadori, milano,
2003.
Elio Pecora ha scelto venticinque fiabe da Lo cunto de li cunti di Basile e le ha riscritte in una
lingua chiara e veloce per i bambini di oggi. Tra queste La Gatta Cenerentola, versione antica,
risalente al 1634, di una Cenerentola napoletana di nome Zezzola.
La storia narra di una giovane contadina che viene istigata dalla maestra a uccidere la matrigna in
cambio della promessa di essere accudita con amore. Ma ben presto la nuova matrigna mette la
ragazza a fare la serva. Con l’aiuto delle fate, Zezzola si guadagnerà un re per marito.
Giancane Daniele (a cura), Fiabe bosniache, Besa, Nardò (Lecce), 1995.
La raccolta rispecchia l’anima più profonda del popolo da cui proviene; un materiale fantastico
originale e variegato con riferimenti a culture diverse (europea, slava, islamica).
Tra le fiabe si segnala una Cenerentola raffigurata nei panni della pastorella Mara, che viene
sottoposta dalla matrigna a dure prove: filare un mucchio di lana e raccogliere tutto il miglio sparso
per la casa.
Grazie all’aiuto della madre morta, riuscirà a superarle e a recarsi alla funzione dove incontrerà il
figlio dell’imperatore.
Con due saggi critici di Daniele Giancane sulla letteratura per l'infanzia e sulle raccolte di fiabe
popolari in Grecia
Gianotti Carla, Cenerentola nel paese delle nevi. Fiaba tibetana, UTET, Torino, 2003.
La storia tibetana di Cenerentola racconta di una ragazza che, ingannata da una demonessa, uccide
la sua stessa madre, la quale però non l’abbandona, si reincarna in una vacca e le fornisce cibo
nutriente. Grazie alla sua protezione e nonostante le angherie della demonessa, Cenerentola riesce
ad andare alla festa del paese ma perderà la sua scarpa di lana e questo le consentirà di sposare il re.
Contrariamente a quanto appare nella maggior parte delle versioni occidentali di Cenerentola, nella
storia tibetana il matrimonio non conclude la vicenda, ma solamente la prima parte.
Nell’introduzione alla fiaba Carla Gianotti offre due distinte chiavi di lettura: l’una riconducibile
alla cultura tibetana, l’altra alla psicologia del profondo. In appendice due versioni della
Cenerentola cinese.
Grimm Jacob e Wilhelm, Fiabe, Einaudi, Torino, 1951.
La versione di Cenerentola dei fratelli Grimm è ben più macabra rispetto a quella di Perrault: le
sorellastre si tagliano parte del piede per farlo entrare nella scarpetta e nel finale i due colombi, che
hanno aiutato la protagonista, beccano gli occhi delle sue due nemiche.
Nella raccolta si trova anche un “ Cenerentolo”: Gian Porcospino, mezzo uomo e mezzo animale,
che, a causa del suo aspetto, sarà oggetto di crudeltà e pregiudizi prima di liberarsi del sortilegio e
sposare la figlia del re.
Lang Andrew, Craft Kinuko, Cenerentola, PescaMela, 2001.
Il testo è un adattamento basato su The Arthur Rackam Fairy Book e su The Blue Fairy Book di
Andrew Lang. Grazie all’aiuto di una fata, Cenerentola riesce a rivedere il principe che aveva già
incontrato nel bosco.
Mamadì Kabà, Farafinà Todì. Fiabe e racconti africani della repubblica di Guinea,
L’Harmattan, Torino, 1996 [italiano-malinkè].
Nel racconto dal titolo L’invidia si trovano echi e motivi del ciclo di Cenerentola. La storia racconta
di una fanciulla molto bella di cui la sorellastra e la matrigna sono invidiose. Con la complicità del
padre riescono ad avvelenarla ma non a liberarsi del suo spirito che avrà vendetta.
Mandela Nelson, Le mie fiabe africane, Donzelli, Roma, 2004.
Questa raccolta di fiabe, miti e storie provenienti per i due terzi dall’Africa del Sud, è un viaggio
della fantasia in cui gli animali sono protagonisti indiscussi. A sorpresa compaiono anche tracce di
Pollicino e Cenerentola.
La Cenerentola africana, di nome Natik, arde dal desiderio di recarsi con la madre e le due sorelle al
ballo della luna piena ma loro sono invidiose e non glielo consentono; la protagonista non si lascerà
scoraggiare e alla fine avrà come ricompensa un buon matrimonio.
Perrault Charles, Innocenti Roberto, Cenerentola, La Margherita, Milano, 2007.
Roberto Innocenti colloca Cenerentola nell’Inghilterra di inizio Novecento, la fa abitare in un
quartiere operaio, la veste con abiti liberty, la porta al ballo di re Edoardo a Buckingham Palace.
Straordinario esempio di attualizzazione iconica di una fiaba.
Perrault Charles, Cenerentola ovvero la scarpetta di vetro, Il Castoro, Milano, 2003.
Tredici illustratori interpretano la vicenda di Cenerentola con tecniche e stili diversi in un libro che
offre ai ragazzi grandi suggestioni immaginative. L’opera è realizzata in collaborazione con la
ventunesima edizione della Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia di Sarmede.
Perrault Charles, Doré Gustave, Favole sotto le coperte, Biblioteca dell’Immagine, Pordenone,
1993.
Il volume è una riedizione con diverse modifiche redazionali e grafiche del Libro delle favole di
Perrault, illustrato da Doré, edito nel 1884. Le nove fiabe presentate sono famosissime, tanto da
poter essere considerate dei “miti”. Le note mostrano come siano innumerevoli nel mondo le
versioni di queste storie, che fanno parte dell’immaginario collettivo dell’umanità.
La Cenerentola presente nella raccolta viene ritratta da Dorè in una perfetta ambientazione
cortigiana: ballo sfarzoso, abiti da principessa, scarpette di cristallo, carrozza con cocchiere.
E’ questa la versione che ha avuto più successo in Europa, a discapito di quella più popolana.
Piumini Roberto, Bussolati, Emanuela (ill.), Fiabe per occhi e bocca, Einaudi Ragazzi, San
Dorligo della Valle (Trieste), 1995.
Fiabe narrate in versi in forma di ballata da Roberto Piumini. Il volume comprende le ballate di
Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Il Gatto con gli stivali e Hansel e Gretel.
Piumini Roberto, Ligi Raffaella (ill.), [da Charles Perrault] Cenerentola, EL, San Dorligo della
Valle (Trieste), 2006.
Qui le sorellastre ne provano un’altra per riuscire a calzare la scarpetta: si legano i piedi stretti con
lo spago prima di andare a dormire.
Sacchi Paola, Peg Gianni (ill.), Cenerentola e… tu, EL, San Dorligo della Valle (Trieste), 1991.
Libro – game su Cenerentola con tanti finali diversi.
Sucur Aleksandra, Mattotti Lorenzo (ill.), Fiabe dei Balcani, Einaudi Ragazzi, San Dorligo della
Valle (Trieste), 2000.
La raccolta offre un’interessantissima distinzione tra fiabe “femminili” (dove più forte è l’elemento
fantastico e avventuroso) e “maschili” (con un più spiccato senso morale). Ne risulta un’insieme di
narrazioni “intense, violente, stralunate… da taverna e da salotto”, come sottolinea Antonio Faeti
nell’introduzione.
Nei racconti Lo zar che voleva prendere la figlia in moglie e Cenerentola compaiono ben due
versioni distinte del nostro personaggio.
Nel primo la protagonista ha ricevuto dalla madre morente un prezioso segno: una stella d’oro in
fronte. Si tratta dunque di un’eroina forte, volitiva e già predestinata, a differenza di altre
Cenerentole che solo infine emergono dall’emarginazione e dall’umiliazione.
Térouanne Cécile, Yakovlevic Bilibine Ivan (ill.), Fiabe russe, Motta Junior, Milano, 1999.
Cinque classici racconti popolari russi, riproposti in un’edizione splendida che si avvale di tavole a
colori, ispirate all’iconografia delle miniature orientali.
Tra le fiabe, La bella Vassilissa, racconta di una Cenerentola russa che, rifutata dalla matrigna e
dalle sorellastre , dovrà avventurarsi nel bosco alla ricerca di una terribile strega, la Baba Jaga, per
avere il fuoco magico. Dopo un percorso di iniziazione nella casa della strega, Vassilissa potrà
ritornare a casa e punire le sue rivali.
Yang Xiaping, Cenerentola cinese, Idest, Campi Bisenzio (Firenze), 2003 [italiano-cinese].
La mediatrice culturale Yan Xiaping propone la Cenerentola cinese con testo in lingua a fronte,
insieme ad altre quattro fiabe della Cina antica e contemporanea.
Cenerentola si chiama Ye Xian, vive in una grotta di montagna nel Sud della Cina. Rimasta orfana
viene perseguitata dall’odiosa matrigna e dalle sorellastre, ma con l’aiuto di un pesciolino anche per
lei ci sarà come ricompensa il matrimonio con il re.
Il LUPO, lo SCIACALLO e gli altri
“Figlioli miei, io voglio andare nel bosco; state bene in guardia contro il lupo perché
se fa tanto d’entrare dentro, vi mangia colla pelle e tutto. Quel birbante spesso
s’infinge, ma lo riconoscerete facilmente dalla sua voce rauca e dai piedi neri.”
Nelle fiabe europee il lupo è il malvagio e vorace predatore,
vittima della sua stessa ingordigia.
A volte si traveste, anche con panni umani, per ingannare le sue
vittime, come nel caso di Zio Lupo.
Al contrario nelle storie dei Nativi americani è considerato un
animale totemico, maestro di saggezza; mentre il coyote è
l’imbroglione.
In oriente, soprattutto nelle fiabe indiane, ma anche inTurchia e in Iraq, il lupo è
sostituito dal cugino sciacallo di cui conserva l’appetito e il gusto per l’inganno.
Dal Lupo una perla di saggezza:
Attenti, a volte si può guardare e non vedere
ovvero
Scoperto il lupo, trovato l’inganno
Lupo
Benevelli Daniela, Il tesoro invisibile. Favole, fiabe, racconti di quindici paesi, Emi, Bologna,
2003.
Una raccolta di fiabe da diverse parti del mondo, presentate da adulti stranieri, con testo in italiano e
in lingua originale a fronte. L’appendice di proposte operative rende questo libro uno strumento per
l’apprendimento dell’italiano e per l’educazione interculturale.
La fiaba La capra e il lupo è la versione marocchina de Il Lupo e i 7 capretti: qui la capra cerca la
solidarietà degli altri animali e solo grazie al loro aiuto libera i piccoli e si sbarazza del lupo.
Carrer Chiara, La bambina e il lupo, Topipittori, Milano, 2005.
Nella versione tedesca dei fratelli Grimm, il lupo di Cappuccetto Rosso viene punito per la sua
ingordigia e ucciso dal cacciatore, a differenza delle versioni orali più antiche, nelle quali finiva col
mangiarsi la bambina. Nelle campagne francesi invece lo studioso di fiabe Paul Delarue ha raccolto
un’antica storia in cui il lupo mannaro Bzou è gabbato dalla piccola che fugge con la scusa di fare la
pipì.
Questa versione, che assomiglia alle più moderne e smaliziate Cappuccetto dei nostri tempi, è stata
illustrata da Chiara Carrer, in occasione della mostra bolognese Nero lupo rosso Cappuccetto.
Claverie Jean (adattamento e ill.), I tre porcellini, Nord Sud, Pordenone, 2002.
La nota fiaba viene qui rivisitata da uno dei più grandi Maestri dell'illustrazione internazionale.
Coppin Brigitte, Storie di lupi, Fabbri, Milano, 2003.
Sedici fiabe tratte dalle culture e dalle mitologie più diverse: dall’antichità classica, dalle leggende
germaniche, inuit, amerindie.
Il lupo è il primo attore: lupi giganteschi minacciosi al punto da incutere paura agli dei, lupi gentili
che conquistano l’amore e la devozione della figlia del re, lupi che accudiscono e crescono il povero
orfanello abbandonato dai fratelli in cerca di fortuna oltre la foresta…
Favaro Graziella, Daviddi Evelyn (ill.), Al lupo! Al lupo!, Carthusia, Milano, 2005 [italianoinglese].
In questa favola di tradizione italiana, il lupo divora il piccolo Giacomino, vittima della sua stessa
burla. Come testimonia questa storia, che è ormai entrata con alcune sue espressioni anche nel
gergo comune, in Italia e nel resto dell’Europa, il lupo è dipinto come il babau per eccellenza, un
briccone famelico violento e pericoloso.
Favaro Graziella, Tanco Miguel (ill.), La capra e i tre capretti, Carthusia, Milano, 2005 [italianorumeno].
Mamma capra ha tre capretti: il più grande imprudente, il secondo distratto, mentre il più piccolo è
saggio e ubbidiente. Il lupo, approfittando dell’assenza della madre, tenta di intrufolarsi in casa.
Dopo essersi fatto limare la lingua e i denti per avere una voce sottile, riesce a mangiarsi due dei tre
piccoli. Ma mamma capra, con l’aiuto del figlio minore, gli tenderà una trappola.
E’ interessante notare come in questa versione rumena della famosa fiaba dei fratelli Grimm La
capra e i sette capretti, si mischiano tracce di un’altra famosissima fiaba: Il lupo e i tre porcellini.
Grimm Jacob e Wilhelm, Chessa Francesca (ill.), Il lupo e i sette capretti, Fabbri, Milano, 2006
(con CD)
La nota fiaba dei fratelli Grimm illustrata dalle suggestive immagini della torinese Francesca
Chessa.
Garlatti Roberta, Lo zio Zuccone / Il barbe Cucon, Comitato “Libro parlato”, San Vito al
Tagliamento (Pordenone), 2006 [con CD allegato] [italiano – friulano]
La fiaba dello zio Zuccone era diffusa anche in Friuli. Qui si propone la versione raccolta a San
Vito al Tagliamento con testo in italiano e in friulano. Il libro è accompagnato da un CD con il testo
letto da Claudia Grimaz per bambini ipovedenti e dislessici.
Kimura Yuichi, Mulazzani Stefania (ill.), In una notte di temporale, Salani, Milano, 1998.
In una notte di temporale, un lupo e una capretta si rifugiano in una buia capanna. La paura dei
tuoni fa passare in secondo piano il sospetto che l’altro sia un lupo e l’altra una capretta.
Grazie a questo equivoco, lupo e capretta iniziano a parlare scoprendo così di avere molte cose in
comune. Alla fine, nell’oscurità prima dell’alba, i due si salutano dandosi appuntamento al giorno
successivo. Il finale aperto (Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina?)
stimola la riflessione dei lettori mettendo a nudo il senso dell’apparenza e del pregiudizio.
Lamarque Vivian, Battaglia Maria (ill.), L’uccello di fuoco. Fiaba russa, Fabbri, Milano, 2002
Dalla tradizione favolistica russa , una fiaba che narra di un meraviglioso uccello che ruba le mele
nel giardino dello Zar. A chi dei tre principi riuscirà a catturarlo, verrà dato il regno. Ivan, il
terzogenito, vincerà grazie all’aiuto di Lupo grigio.
Il libro contiene il CD musicale con la suite del balletto omonimo di Igor Stravinskij
Maag Georg, Vincenzi Stefania (ill.), Il piccolo porcellino. La vera storia dei tre porcellini,
Coccole e Caccole, Belvedere Marittimo (Cosenza), 2006.
Preziosa fiaba d’autore che rovescia i ruoli del lupo famelico e del porcellino sprovveduto e
impaurito. Il lupo è un vecchio acciaccato e infreddolito che chiede al piccolo porcellino di
costruirgli una casa… il generoso ma goffo porcellino di volta in volta finisce col demolire il frutto
dei suoi sforzi. I due si scopriranno amici a prendersi gioco delle reciproche paure.
Merani Tiziana, Cappuccetto Rosso e altre storie di lupi cattivi, Mondadori, Milano, 1999.
Tre fiabe classiche della cultura europea che hanno i lupi come protagonisti: Cappuccetto Rosso, Il
lupo e i sette capretti, Zio Lupo.
Il libro, essendo stato realizzato con la consulenza, per la lettura ad alta voce, della Fondazione
Aida Centro Teatro Ragazzi di Verona, pone una particolare attenzione al momento della lettura da
parte dell’adulto: l’utilizzo di caratteri tipografici diversi per forma e dimensioni suggerisce
variazioni nell’intensità vocale e nel ritmo.
Munari Bruno, Cappuccetto verde, Corraini, Mantova, 2007.
Munari Bruno, Cappuccetto giallo, Corraini, Mantova, 2007.
Munari Bruno, Cappuccetto blù, Corraini, Mantova, 2007.
Questi tre libri (ormai dei classici della letteratura contemporanea per ragazzi) rappresentano l’esito
di un gioco famosissimo di Bruno Munari: prendere spunto da una fiaba per manipolarla in modo
giocoso, mantenendo fissi alcuni elementi.
Il lupo nelle tre versioni prende diverse sembianze: il classico “lupone” nero delle fiabe europee, il
“lupo-automobilista” delle moderne metropoli e il “pesce-lupo” pronto ad aggredire nel mare.
Negrin Fabian, In bocca al lupo, Orecchio Acerbo, Roma, 2003.
Straordinaria riscrittura di Cappuccetto Rosso “dalla parte del lupo”.
A detta di Adolfo, lupo affabile e con uno spiccato senso estetico, l’incontro con Cappuccetto
Rosso fu amore a prima vista. Mai si sarebbe aspettato che una creatura così graziosa e vivace
attraversasse il suo bosco… Furono poi la sventura e l’incomprensione degli uomini a condurlo alla
sciagura e ad attribuirgli una così brutta fama. Illustrazioni di intensa suggestione.
Un testo importante perché consente al bambino di guardare il mondo da un diverso punto di vista.
Perrault Charles, Battut Eric (ill.), Cappuccetto Rosso, Bohem Press Italia, Trieste, 1998.
Battut illustra la versione più antica di Cappuccetto Rosso: quella in cui il lupo divora la piccola,
dopo averla invitata a coricarsi con lui. La drammaticità della vicenda è resa bene dalle illustrazioni
intense in cui predominano il rosso e il nero.
Perrault Charles, Montresor Beni (ill.), Il nuovo Cappuccetto Rosso, Novecento, Palermo, 1993.
Stupenda versione del Cappuccetto perraultiano illustrata in bianco e nero da uno dei grandi Maestri
dell’illustrazione internazionale.
Perrault, Charles, Sarah Moon (ill.), Le petit Chaperon Rouge, Grasset, Paris, 1983.
Il Cappuccetto Rosso illustrato e attualizzato dalle stupende fotografie in bianco e nero di Sarah
Moon. Premiato alla Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna. Disponibile solo in
lingua francese e mai pubblicato in Italia.
Povasnica Mjuta, Tomasetig Luisa (ill.), Le tre anatrine, C’era una volta…, Pordenone, 2001.
La versione slovena narrata nelle Valli del Natisone in provincia di Udine della fiaba Il lupo e i tre
porcellini, preziosa per le illustrazioni evocative e “perturbanti” di Luisa Tomasetig. I porcellini
sono qui sostituiti dalle anatrine. La più piccola non sa costruirsi una casa e viene aiutata da un
bambino che la porta a casa con sé.
Zanzotto Andrea, Rotelli Marco Nereo (ill.), La storia dello Zio Tonto o del Barba Zhucon,
Corraini, Mantova, 1997.
Libera rielaborazione dal folklore trevigiano. Qui Zio Tonto è un vecchio, strambo e mago che
condivide con lo Zio Lupo di altre versioni italiane la stessa spaventosa voracità. Gabbato da una
bambina golosa delle frittelle di Carnevale, cercherà di mangiarsela ma finirà coi chiodi in pancia.
In una versione dialettale diffusa nel mantovano, la piccola viene divorata con un esplicito
ammonimento rivolto ai bambini golosi.
Sciacallo
Esahaq Suad Omar Sh., Il coccodrillo che prestò la lingua allo sciacallo e altre favole dalla
Somalia, L’Harmattan, Torino, 1997 [italiano-somalo].
Quattro favole morali della tradizione somala tramandate dai pastori nomadi, con lo scopo di
illustrare ai giovani le regole del comportamento saggio e le leggi della natura. In queste storie lo
sciacallo è astuto e malevolo quanto il lupo, certo non incute lo stesso terrore!
Galletti Mirella, Goron Kawa, Favole curde, Campomarzo, San Lazzaro di Savena (Bologna),
1996.
Di questa interessante raccolta, si segnala Lo sciacallo va in pellegrinaggio alla Mecca in cui il
nostro escogita un trucco ai danni degli altri animali: si finge pellegrino per poter avvicinare le sue
vittime. Risulta evidente il richiamo alla fiaba marchigiana Gallo Cristallo in cui il protagonista è
un lupo che convince gli animali del cortile a seguirlo per andare alle nozze di Pollicino.
Gallo Sofia, 7 favole dall’India, Sinnos, Roma, 2004 [italiano- hindi].
L’airone decide di invitare lo sciacallo a casa sua per cena ma gli serve il brodo in un vaso dal collo
lungo e stretto, lasciandolo a pancia vuota. Verrà ripagato con la stessa moneta. L’airone e lo
sciacallo è la versione indiana della famosa favola di Esopo La volpe e la cicogna, e testimonia la
comune origine indoeuropea.
Questa ed altre sei fiabe compongono una raccolta di racconti inediti trascritti dalla viva voce della
narratrice Vrinda Dar.
Guarnieri Rossana, Fiabe dell’India incantata, Edizioni Primavera, Firenze, 1994.
Al contrario del nostro lupo, lo sciacallo indiano non è irrimediabilmente cattivo e famelico. Nella
fiaba La caverna parlante rischia addirittura di essere preda di una acciaccata tigre e solo grazie
all’astuzia ha salva la vita.
Ibn al Muqaffa, Kalila et Dimna, Ipomèe Michel, 1997 [francese-arabo].
Wood Ramsey (a cura di), Kalila e Dimna. Fiabe indiane di Bidpai, Neri Pozza, 2007.
Traduzione e adattamento di un antichissimo testo sanscrito, frutto della tradizione orale. Il libro
affronta il tema dell’educazione morale dei giovani, attraverso fiabe ed apologhi in cui gli animali
sono protagonisti.
Kalila e Dimna stessi sono due saggi sciacalli consiglieri del re leone e narrano in prima persona la
maggior parte degli aneddoti.
Milbourne Anna, Edwards Linda (ill.), Racconti indiani, Edizioni Usborne, 2006.
L’intelligenza dello sciacallo più spesso si manifesta sotto forma di furbizia e opportunismo. E’
questo il caso del racconto Lo sciacallo blu: l’animale si proclama re della foresta in virtù di un
espediente fortuito per essere poi smascherato dai suoi simili.
Altri animali
Alberti Rossella, Racconti dal Camerun, Campanotto, Pasian di Prato (Udine), 1994.
I protagonisti della maggior parte di queste favole sono animali (la iena, la pantera, la tartaruga, lo
scoiattolo) che rappresentano vizi e virtù dell'uomo. L'autrice ha insegnato per alcuni anni in
Camerun e ha raccolto e trascritto questi racconti narrati dai griot nelle lingue locali (ewondo, bulu,
bamì).
Atti Stefania (a cura), Concetti Ettore (ill.), Favole mozambicane, Byro, Gorizia, s. a. (ma 1989)
(Distr.: Campanotto, Pasian di Prato (Udine).
Nella fiaba africana c’è uno scambio ed una compenetrazione permanente tra il comportamento
umano ed animale. Gli animali vivono ed agiscono come esseri umani. Abitano villaggi, hanno re,
conoscono l’amicizia, la nobiltà d’animo, la vigliaccheria ed il male, ma non tradiscono mai la loro
natura ed il loro spirito ferino.
Dal Cin Luigi, Le voci dei Tam tam. Dieci fiabe dall’Africa, Franco Panini, Modena, 2006.
Il libro nasce dalla collaborazione con la mostra Internazionale di Illustrazione di Sarmede, giunta
alla XXIV edizione. Le meravigliose immagini di diversi illustratori italiani danno vita a un libro
che propone fiabe della tradizione africana con animali protagonisti. Diversamente dalla favola
europea in cui difetti e vizi sono attributi dei singoli individui, queste storie esprimono un
patrimonio di caratteri umani, valori e conflitti, legati al senso del gruppo e della comunità.
Esterl Arnica (testo), Dugina Olga (ill.), Le più belle fiabe delle Mille e una notte, Adelphi,
Milano, 2006.
In questa selezione da Le Mille e una notte, gli animali si dimostrano spesso più scaltri di
principesse, sovrani e ancelle. Le illustrazioni calligrafiche esaltano l’elemento fantastico ed il
fascino dell’Oriente antico.
Favaro Graziella, Bailone Marco (ill.), Il gallo magico, Carthusia, Milano, 1999 [italiano-albanese].
La favola, di origine albanese, racconta di un gallo multicolore che riesce ad aiutare la sua padrona,
ormai caduta in rovina, con la furbizia.
Dopo essersi messo in viaggio verso la città in cerca di fortuna, il gallo incontra una volpe, un lupo
e un fiume: tutti vogliono andare con lui e quindi vengono ospitati nella sua pancia. Al momento
giusto saranno proprio loro ad aiutarlo a resistere alle angherie del re e a consentirgli di trafugare ori
e gioielli dalla stanza del tesoro reale.
Favaro Graziella, Fatus Sophie (ill.), Il cavallino e il fiume, Carthusia, Milano, 1999 [italiano –
cinese].
Un puledro inesperto non sa se attraversare o meno il fiume: un bue gli ha detto che l’acqua è poco
profonda mentre uno scoiattolo sostiene che è profondissima. La morale sulla relatività dei punti di
vista è resa comprensibile anche ai più piccoli. Favola semplice e molto conosciuta in Cina,
utilizzabile per l’apprendimento della lingua italiana.
Favaro Graziella, Mulazzani Simona (ill.), Il ragno e il gallo, Carthusia, Milano, 2005 [italianoKrio].
Dalla Sierra Leone una storia che ha come protagonisti due animali dai caratteri umani: un ragno e
un gallo. Come sempre accade nelle favole africane, il ragno sfrutta per l’inganno la sua astuzia.
Con la scusa di non sentirsi bene, passa tutto il giorno in panciolle e lascia che l’amico gallo lavori
sotto il sole al suo posto. Ma l’imbroglio è presto svelato dagli altri animali del villaggio. La
pigrizia, la falsità e l’amicizia tradita sono ripagate con l’esilio.
Favaro Graziella, Petrone Valeria (ill.), La coda della volpe, Carthusia, Milano, 2002 [italianoalbanese].
Nella foresta gli animali sono in fermento per una gara di bellezza: verrà premiato colui che ha la
coda più bella. La vincitrice sarà la volpe che tenterà di festeggiare la vittoria rubando una grassa
gallina. La sua bella coda la farà cadere in trappola, la sua ingordigia e la sua vanità saranno punite.
Gadji Mbacke, Numbelan. Il regno degli animali, Edizioni dell'Arco, Milano, 1996.
Animali ma anche persone o esseri legati al mondo magico e soprannaturale sono i protagonisti di
queste fiabe e leggende senegalesi tramandate oralmente e trascritte da Mbacke Gadij, autore
senegalese che da qualche anno vive in Italia.
Grando Francesca (a cura), Pagnucco Federica (ill.), Il gatto pancione, C'era una volta…,
Pordenone, 2001
Fiaba popolare friulana "a cavatappi" dotata di uno straordinario ritmo narrativo in cui un gatto
divora la minestra, il tegame, la vecchina, il signor Spilunga e suo fratello Polpetta, cinque
uccellini, la signorina e il suo ombrellino e il Vescovo prima di finire abbattuto con l'ascia da un
taglialegna. Il testo è accompagnato dalle suggestive e surreali immagini della brava Federica
Pagnucco.
Kilaka, John, Buoni amici, Campanotto Editore, Pasian di Prato (Udine), 2006.
Topo Rat e gli animali della foresta in un bel racconto scritto ed illustrato dal tanzanese Kilaka
(1° Premio Bologna Ragazzi Award 2005).
Servello Giulia (ill.), La morale della storia eccola qua. Quattro storie della tradizione
tibetana, Tolbà, Matera, 2006 [italiano - cinese - tibetano - inglese - svedese].
La storia del vecchio cormorano affamato che inganna i pesci con la scusa di portarli in un lago
perché l'acqua del fiume dove vivono sparirà e quella delle sette scimmie stolte che per cadono nel
lago per ripescare la luna costituiscono due illuminanti esempi della morale tibetana. Le belle
illustrazioni a collage sono di Giulia Servello.
Muça Clirim, Cento e una favola, Edizioni Albalibri, Milano, 2005.
Scrittore e poeta albanese immigrato in Italia nel 1991 Clirim Muça raccoglie in questo libro un
centinaio di favole che si ricollegano, attualizzandola, alla tradizione esopiana e alla stessa
tradizione albanese che può contare su grandi poeti favolisti come D. Agolli. Le favole di Muça
parlano di guerra, di fame, di ingiustizie, di diritti violati e calpestati; parlano dell'arroganza del
potere e della finanza che regola la nostra vita moderna. Così il leone si appropria del conto della
gazzella e le oche spelacchiate ricordano i cittadini truffati dai crac Cirio e Parmalat.
Pereira Celina, Melotti Claudia (ill.), Estòria, Estòria… Do Tambor a Blimundo, Edizione a cura
di Claudia Melotti, con il patrocinio di AIB – Associazione Italiana Biblioteche, Roma, 2006
[italiano, creolo, inglese] [con CD – audiolibro]
Due fiabe della tradizione di Capo Verde, che dimostrano la vitalità, l’incanto ed il potere di
seduzione esercitato dalla musica sugli uomini: un piccolo macaco raggiunge e si addentra nella
luna. Questa gli insegnerà come costruire il tamburo per meglio raccontare ai compagni la
straordinaria avventura. Il bue Blimundo, sfuggito alle prepotenze del re, viene ricondotto a
Palazzo, ammaliato dal canto di un bambino.
Roveda Anselmo, Agliardi Allegra (ill.), Il giorno in cui il leone regalò una coda agli animali,
Terre di Mezzo, Milano, 2005.
Gli animali hanno una coda perché il leone, loro sovrano, un giorno decise di fargliene dono: a
turno la volpe, lo scoiattolo, il cavallo il cane e il gatto scelsero le più belle mentre l’elefante, il
maiale e la lepre, ultimi arrivati, si dovettero accontentare delle più misere… Venti brevi favole
dell’Africa nera che rivelano le leggi della natura e del comportamento animale mentre mostrano i
principi della saggezza, dell’amicizia, dell’umanità.
Sadat Mandana, Il giardino di Babai. Due racconti persiani, Jaca Book, Milano, 2004 [talianoarabo].
Il disegno dei tappeti è l’arte più antica in Iran e a quest’arte si è ispirato l’autore per realizzare
questo albo di grande forza suggestiva. La storia è quanto mai esile: la pecora Babai, sentendosi
sola su montagne desertiche, coltiva attorno a sé un giardino lussureggiante che ben presto si affolla
di altri animali ed infine si trasforma visivamente in un sontuoso tappeto al centro del quale la
pecora trova pace e si addormenta.
Troughton Joanna, Il sogno di tartaruga, Jump, Roma, 1991.
Un racconto africano che giunge dall’etnia bantu, ma è diffuso, in versioni diverse, in tutta l’Africa.
Tartaruga sogna l’albero miracoloso su cui crescono tutti i frutti della terra e al risveglio ne ricorda
il nome e lo comunica agli altri animali che si mettono a cercarlo. Ma come sempre sarà proprio
tartaruga, simbolo nelle favole africane di saggezza e giustizia, a riuscire nell’impresa.
Whitfield Susan, Browne Philippa-Alys, The Legend of the Chinese Zodiac, Barefoot Books,
Bristol, 1997 [inglese].
Nel calendario cinese ogni anno porta il nome di un animale. Come fece il Buddha morente a
scegliere gli animali per comporre lo Zodiaco, quando ancora gli anni non avevano un nome?
IL POPOLO DELL’OMBRA: mostri, fantasmi,
draghi, spiriti, scheletri, orchi, demoni e giganti.
Nelle zone umide e palustri circostanti il fiume Po, pare che molto tempo fa vivesse,
nascosto nell’acqua ed in particolare sotto i ponti, una strana creatura fatata
chiamata il Bargniff.
Alcuni la descrivono come un enorme rospo, grosso quanto un toro, dagli occhi
fiammeggianti…
La specialità del Bargniff era quella di porre indovinelli a chi passava, a tarda
notte... chi sapeva rispondere veniva lasciato passare.
Mostruosi, orrendi e terribili : sono questi gli aggettivi che accomunano i corpi delle
creature del “popolo dell’ombra”. Mostri, demoni, spiriti, orchi, giganti hanno un
aspetto umanoide ma con caratteri deformati e amano divorare carni giovanissime,
tenere e fresche. La loro fisicità è eccessiva, traboccante, deformata, inquietante …
insomma diversa. Per esempio la femmina dell’orco arabo, la Ghoulè, ha seni penduli,
buttati dietro alle spalle: chi riesce ad aggirarla e a succhiare dal suo seno, otterrà
pro-tezione, anche nei confronti del marito Ghoul.
Questi corpi sono spesso legati alle forze della natura, alla vita e alla morte, al dolore
e alla sofferenza. Per gli inuit ad esempio la donnaScheletro è colei che ricorda all’uomo che l’amore è una danza con la vita e con la
morte.
Dai mostri una perla di saggezza:
L’inquietudine, la paura, ma anche la curiosità di fronte al mostro avvertono l’eroe che
ha incontrato il nuovo, l’ignoto, lo sconosciuto. E’ ora di abbandonare le certezze, è
ora di cambiare
ovvero
Chi lascia il mostro vecchio per il nuovo, sa quel che lascia, ma non quel che trova.
Achebe Chinua, Il flauto e il tamburo, Mondadori, Milano, 1995.
Il grande scrittore nigeriano racconta ai bambini due fiabe del suo paese. Temi conduttori sono il
potere della magia e della musica, simboleggiati dagli strumenti musicali tipici del folclore africano.
Nella prima un bambino scorda il suo flauto ai margini della foresta. Costretto a tornare sui suoi
passi in piena notte, trova ad attenderlo spiriti beffardi che lo sottopongono a una prova…
Albano Maria, Baboni Elena (ill.), Giamil e Giamila. Fiabe e canti dal mondo arabo, Sinnos,
Roma, 2005. [con CD]
Due fiabe “al femminile” originarie del Sudan, ricche di echi della cultura araba, raccontate da una
anziana narratrice. Entrambe parlano di fanciulle rapite da giganteschi esseri: un’aquila nel primo
caso e un orco sentimentale nel secondo…
Bateson-Hill Margaret, Lao Lao. Una fiaba cinese, Istituto geografico De Agostini, Novara, 1996
[italiano-cinese].
Il Drago di Ghiaccio salva la vecchia e generosa Lao Lao e punisce il crudele imperatore che l’ha
segregata perché crede che lei, abilissima nel ritagliare la carta, possa così fabbricare gioielli veri.
Allegati modelli di figure da copiare e ritagliare per sperimentare in prima persona questa antica
arte cinese.
Battaino Ines, Sarolta [Szulyovszky] (ill.), Orco Osvaldo e Topo Riccardo. La vera storia del
topo dei denti, Falzea, Reggio Calabria, 2007.
Osvaldo è un diverso: uomo gigantesco e burbero che vive solo e infelice al limitare del bosco e da
tutti è scambiato per un orco. Salvando la vita al topolino dei denti finito in trappola, otterrà dal
nuovo amico un dono che lo potrà riscattare da un’infanzia mai vissuta…
Bresner Lisa, Il segreto di un nome, Motta junior, Milano, 2003.
Per il suo ottavo compleanno Fior di Zucchina desidera un regalo: un nome nuovo, perché il suo
non le piace. Il nonno per offrirle qualche suggerimento inizia a raccontare la paurosa storia del
Drago della Notte… Il libro introduce i bambini alla comprensione dell’onomastica cinese. Testo in
grandi caratteri con termini sostituiti da ideogrammi, nozioni di pronuncia e calligrafia cinese,
completato dal lessico degli ideogrammi riportati.
Bloch Muriel, Grandin Aurelia (ill.), La dernière colère de Sarabuga, Gallimard Jeunesse, Parigi,
2005 [francese].
Questa fiaba di Capo Verde narra di un gigante dal cuore d’oro. Sarabuga, il gigante, ama cantare.
La musica lo rende forte e coraggioso tanto che non teme di denunciare col suo canto il governo che
opprime la povera gente. In allegato un prezioso CD per scoprire la musica di Capo Verde, i
principali generi e gli strumenti musicali nazionali.
Camodeca Silvia, Frattaroli Roberta (ill.), Il giovane Gigante, Castalia, Torino, 2004.
I giganti che vivono nel bosco al limitare del villaggio non possono avere figlie femmine e per
questo sposano le ragazze più umili e brutte del borgo, nella reciproca infelicità. Il giovane gigante
Elroid e la figlia della lavandaia però si innamorano nonostante lei sia già promessa al rampollo di
un ricco mercante.
Carzan Carlo, Brancaforte Marcella (ill.), [da Giuseppe Pitré], La bella dalla stella d’oro, Edizioni
Arianna, Geraci Siculo (Palermo), 2007 [italiano con testo siciliano in appendice].
Una delle novelle popolari tratte dalla raccolta siciliana di Giuseppe Pitré. Il Peppi, bello, impavido
e generoso ma di umili origini parte per liberare dall’incantesimo la Bella dalla stella d’oro per
sposarla. Ma come potrà il giovane riuscire a sconfiggere l’Orcodrau, la strega Mammadraa ed il
Serpente dalle sette teste, voraci di carne umana, laddove principi e guerrieri hanno lasciato la vita?
Cossé Mamadou, Il gobbo e il Ninki – Nanka, L’Harmattan Italia, 2001 [italiano-wolof].
Chi è il misterioso Ninki – Nanka, protagonista di questa favola senegalese?
Un mostro acquatico implacabile e misterioso, a metà tra serpente e drago… Il re promette in sposa
la figlia a chi ne riporterà la coda, ma a riuscire nell’impresa non sarà un guerriero, ma un giovane
magnanimo dall’aspetto non certo principesco…
Favaro Graziella, Cerri Mara (ill.), Gurnatalla e il gigante senza nome, Carthusia, Milano, 2005
[italiano-curdo].
Un gigante malvagio intrappola nella sua dimora un gruppo di bambini per divorarseli, ma tra di
loro c’è un “Pollicino”: Gurnatalla, il più piccolo ed intelligente del gruppo, che riuscirà ad
ingannare l’orco, chiedendogli di andare a prendere dell’acqua per dissetarsi… con un setaccio!
Francaviglia Riccardo e Margherita Sgarlata (testo e ill.), Il gigante piscione, Falzea Editore,
Reggio Calabria, 2003
Esilarante racconto di un gigante alla disperata ricerca di un luogo dove fare la pipì.
Gallo Sofia e Wen Mao, Auriemma Monica (ill.), Il duca Yè e la passione dei draghi, Sinnos,
Roma, 2007 [italiano - cinese].
Il duca Yè ha una smisurata passione per i draghi. Long, il signore dei draghi decide allora di
scendere dal cielo per andarlo a trovare…
In chiusura presentazione di alcuni giochi tradizionali cinesi.
Gougaud Henri, All’ombra del Baobab. Racconti africani, EL, San Dorligo della Valle (Trieste),
1999.
Sono tanti gli esseri mostruosi che popolano questi racconti: Omburé il coccodrillo, il serpente Bira
ma sopra tutti c’è la Morte, sotto forma di Ombra o di gigante, invincibile e potentissima.
Gougaurd, cantastorie dei tempi moderni, attinge ai racconti popolari dell’Europa, Africa e Oriente.
Guarducci Chiara, Milo Francesco, Il vero libro dei mostri e delle creature fantastiche, La
Biblioteca, Firenze, 2004.
Un catalogo, per conoscere le creature fantastiche di tutti i tempi, che attinge a miti, leggende e
credenze dei popoli di tutta la terra. A margine annotazioni storiche e documentazioni visive
(dipinti, sculture, maschere) che testimoniano non solo la presenza di questi esseri nell’espressione
artistica ma anche il rapporto stretto tra mondo immaginario e storia.
Lazzarato Francesca, La novantanovesima moglie del re. Fiabe e leggende della tradizione
nigeriana, Mondadori, Milano,1995.
Un libro pieno di spiriti: alcuni cattivi come quello che possiede solo la testa e riesce a farsi sposare
con l’inganno, altri buoni che guariscono e ridonano la mano ad una ragazza, accusata
ingiustamente di essere una strega.
La raccolta comprende diciotto tra fiabe, leggende,e brevi indovinelli ibo, yoruba, haussa, le più
importanti etnie che compongono il mosaico variegato della Nigeria.
Lazzarato Francesca, Costa Nicoletta (ill.), Al buio. Fiabe notturne da tutto il mondo,
Mondadori, Milano, 1994.
Fiabe che svelano quante creature misteriose popolano il buio in ogni angolo della terra: fantasmi,
mostri, orchi e demoni, ma anche fate, spiritelli ed animali fantastici.
Lazzarato Francesca, Ongini Vinicio, Il vampiro riconoscente, Mondadori, Milano, 1993.
Terribili creature popolano le fiabe zingare, raccontate in occasione delle lunghe veglie che
accompagnano battesimi, feste e funerali. In questa raccolta le storie sono animate da zingari
coraggiosi, streghe e vampiri, principi e folletti. Alle bellissime e stravaganti fiabe si aggiungono in
appendice notizie sul popolo Rom.
Lazzarato Francesca e Ongini Vinicio, Costa Nicoletta (ill.), La vecchia che ingannò la morte,
Mondadori, Milano, 1993.
Legate soprattutto alla cultura contadina, le fiabe raccontano l’Albania attraverso avventure
fantastiche ma anche molto radicate nel quotidiano e caratterizzate da allegria e umorismo. Alcune
ricordano le fiabe popolari del nostro Meridione. Sono popolate soprattutto di animali, ma non
mancano orchi feroci o animali fantastici come il drago Kulshedra che abbatte i nemici con getti di
pipì e porta con sé la siccità.
Negrin Fabian, Il gigante Gambipiombo, Orecchio Acerbo, Roma, 2007 (2a ed.).
Un gigante affamato di nuvole svuota il cielo e si riempie la pancia per poi esplodere in ciclopiche
scoregge.
Ossorio Antonella, Silverini Antonello (ill.), La pulce, Falco, Cosenza, 2007.
Tratta da “Lo Cunto de li Cunti” di Giovanbattista Basile.
Un re bizzarro alleva col proprio sangue una pulce per poi scuoiarla, col proposito di dare in sposa
la bellissima figlia a chi indovinerà l’animale cui quella pelle appartiene. Ad ottenere la mano della
principessa è però un orco. Questi, nonostante il profondo amore che nutre per la fanciulla, non
riuscirà mai a fare breccia nel suo cuore, tanto che lei, dopo aver versato tutte le lacrime della
disperazione, lo fa uccidere spietatamente per far ritorno alla casa del padre.
Paroni Bertoja Rosanna, D’Este, Alessandra (ill.), Il Basilisco, Circolo Culturale Menocchio,
Montereale Valcellina (Pordenone), 2006 [Distr.: Olmis, Osoppo (Udine)]
Uno dei personaggi mitici della tradizione popolare friulana e veneta, il basilisco è una bestia
malefica e di pessimo augurio: ha ali d'uccello, coda biforcuta, testa di serpente con cresta. Si
narrava che con il suo fischio, facesse scappare tutti gli altri serpenti. Presente nei bestiari
medioevali si ritrova anche in alcuni documenti storici. Il racconto di Rosanna Paroni Bertoja ci
propone un basilisco speciale che vive sul greto del fiume Cellina, simpatico, giocherellone e un po'
matto.
Scuola Elementare di Boissy-Saint-Leger, Il castello degli spiriti, L’Harmattan Italia, 2001.
Un racconto inventato da bambini francesi a scuola e tradotto in portoghese e arabo da alcuni
genitori per scoprire, in altre scritture e sonorità, le paure universali dell’ignoto e del mostruoso
Ti racconto una storia?, Tolbà, Matera, 2004. (italiano-wolof-tagalog-francese-portoghesegiapponese)
Buur Tengeen, potente genio del mare, concede una figlia al pescatore Mamadou, a patto che questa
gli resti fedele e non vada mai sposa ad alcuno. Ma il pescatore si dimentica della promessa,
mettendo così a repentaglio la vita della tanto desiderata fanciulla.
Questa ed altre tre storie fanno parte di una raccolta che pur piccola , contribuisce ad avvicinare ai
valori della popolazione senegalese. Una cultura fortemente islamizzata che ha conservato tratti
delle tradizioni animistiche nel “meraviglioso” di alcuni racconti di geni e spiriti.
Con un'importante postfazione di Nadia Valgimigli, docente di Letterature Francofone
all'Università di Ferrara, sulla sacralità della parola.
Wilde Oscar, Carrer Chiara (ill.), Il gigante egoista, Nuages, Milano, 2006.
Ogni giorno dopo la scuola i bambini vanno a giocare nel giardino bellissimo del Gigante,che di
ritono da un lungo viaggio scopre i piccoli intrusi. Furibondo, caccia i bimbi e decide di costruire un
alto muro attorno alla sua proprietà. Da quel giorno non c’è più primavera nel giardino dell’orco ma
solo un gelido inverno. Sarà un atto di generosità del Gigante a far ritornare la primavera…
In questo celebre racconto di Oscar Wilde l’infanzia è vista come speranza per il mondo.
Yeats (testo), Manna, Giovanni (ill.), Il gigante Finn, C’era una volta…, Pordenone, 1996.
Finn, eroico gigante irlandese, sconfigge grazie all'astuzia della moglie Oonagh, il suo peggior
nemico.
Zemouri Abdelkader, Antonelli Antonella, Salim el Katami e altre fiabe berbere, Sinnos, Roma,
2006 [italiano-arabo].
Principi valorosi e intrepide fanciulle, ma anche perfide streghe e stupidi orchi sono i protagonisti
delle narrazioni dell’antico popolo berbero: le fiabe erano raccontate durante le veglie dalle donne
che ricamavano o da narratori di professione.
Si segnala la storia famosa di Jamina e la fava in cui la protagonista riesce a liberarsi con l’astuzia
dalle attenzioni di un orco cui piace essere adulato.
Alla fine del volume una scheda sulla storia e la cultura del popolo berbero.
IL PICCOLO POPOLO: gnomi, folletti, elfi e
piccoli uomini
Verso sera, quando i bambini sono ancora seduti a tavola composti, o pure quieti sui
loro panchettini, capita il folletto Serralocchi. Sale la scala senza far rumore perché
ha le scarpe di feltro; apre la porta pian pianino… e sssst! Spruzza negli occhi dei
bambini un po’ di latte dolce: oh uno spruzzettino appena, ma quanto basta perché
non possano più tenere gli occhi aperti.
Il piccolo popolo comprende folletti, gnomi, elfi e …. altri
duecento tipi di personaggi. Possono essere suddivisi in base
all’appartenenza al regno dell’aria, dell’acqua, della terra e del
fuoco.
A volte sono benevoli, altre malevoli, ma tutti sono
rigorosamente suscettibili e dispettosi. Il Saci-Pereré ad
esempio è un folletto con una sola gamba, il naso a patata, una
mano bucata, orecchie di pipistrello e un berretto rosso. Vive
nel Serto in Brasile in campi disabitati, ma se si arrabbia entra
in casa e fa grandi dispetti.
Dal “piccolo popolo” una perla di saggezza:
Anche i più piccoli, alti quanto un dito mignolo, possono
sconfiggere il più terribile orco : occorre una goccia di
coraggio, un fiume di energia e un mare di astuzia.
ovvero
I piccoli inquieti rovinano gli orchi
Andersen Hans Christian, Zwerger Lisbeth, Mignolina, Nord-Sud, Pordenone, 2004.
Mignolina, una bambina piccolissima nata in un fiore di tulipano, viene rapita dalla Signora Rospo
che vuole darla in sposa al figlio. La nostra eroina riesce a fuggire e dopo molte peripezie fa
amicizia con una rondine. Caricandola sul dorso la condurrà nel paese dove i fiori sbocciano in ogni
stagione e li incontrerà il Principe dei fiori… Un personaggio simbolo del contrasto tra il terreno e
l’etereo, del continuo scambio tra realtà visibile e invisibile.
Barrie James Matthew, Peter Pan nei giardini di Kensington, Salani, Milano, 1993.
Nei giardini più famosi di Londra, vivono personaggi fatati, uccelli saggi e… Peter Pan, bambino
perduto. Peter è sospeso tra due mondi: quello diurno da cui proviene e quello notturno, fatto di
giochi e danze con le fate. In questo spazio e tempo di confine rimarrà un eterno bambino.
Cinquetti Nicola, Monaco Octavia (ill.), Biancaneve, Arka, Milano, 2007.
La versione di Biancaneve, raccolta dai Fratelli Grimm e pubblicata nel 1823 col titolo Goccia di
neve, viene riscritta da Nicola Cinguetti in questo albo illustrato. E’ la famosissima storia di una
fanciulla innocente e bellissima, perseguitata da una matrigna vanitosa e salvata da sette nanetti,
che chiederanno alla fanciulla di accudire la casa in cambio di accoglienza. Alla fine rinunceranno a
lei, commossi dall’amore del principe.
Racconti simili si trovano in Europa, in Turchia e in Africa. In alcune versioni i salvatori non sono
nani, ma briganti.
La grazia delle immagini di Octavia Monaco si ispira a uno dei temi forti della fiaba: la bellezza è
invincibile.
Favaro Graziella, Celija Maja (ill.), Il piccolo e il gigante feroce, Carthusia, Milano, 2004
[italiano-albanese].
Pelato (in albanese Qerosi), il ragazzo più piccolo del villaggio, decide di affrontare il feroce
gigante Katallani per liberare gli uomini dai suoi incantesimi. Grazie a due aiutanti magici, un
pastore e una Zanat, ninfa delle acque, il piccolo eroe ne uscirà vincitore.
Pelato è uno dei personaggi leggendari dell’Albania e Turchia, di lui si raccontano infinite
avventure.
Grimm Jacob e Wilhelm, Boifava Anna (ill.), I doni del piccolo popolo, C’era una volta…,
Pordenone, 1995.
La fiaba dei Grimm narra la storia di un sarto e di un orefice che incontrano il piccolo popolo.
Diventeranno ricchi ma l'avidità dell'orefice verrà punita. Perderà tutto e per tutta la vita dovrà
portare due gobbe.
Khémir Nacer, Orhun Emre (ill.), Il canto dei Geni, Motta Junior, Milano, 2002.
Questa fiaba è tratta da un racconto tradizionale del Sahel. Un contadino spinto dalla fame e dalla
povertà decide di coltivare un terreno appartenente ai Geni.
La moglie lo mette in guardia dal chiedere aiuto ai piccoli esseri magici che possono essere fedeli
servitori, ma a volte peccano di eccesso di zelo… Così, di volta in volta moltiplicandosi di numero,
dissodano, seminano e scacciano gli uccelli ma finiscono col divorarsi il raccolto ed inondare di
lacrime la valle… Emre Orhun evidenzia il ritmo serrato della storia con illustrazioni intense e
coinvolgenti.
Lazzarato Francesca, Ongini Vinicio, L’erede dello sceicco, Mondadori, Milano, 1992.
Questa è una raccolta di fiabe che ancora oggi si raccontano nei paesi del Maghreb. I protagonisti
sono personaggi fatati come principi beduini, cammelli sapienti, ragazze-gatto e orchesse che
mangiano carne umana. Uno di questi, il Ginn, folletto nato da un fuoco senza fumo, rapisce una
giovane e si prende gioco del fratello colpevole di troppa curiosità. Il libro in appendice fornisce
informazioni su Marocco, Tunisia e Algeria spiegando gli aspetti geografici, storici culturali legati
a questi paesi.
Lazzarato Francesco, Ongini Vinicio, Il mugnaio e l’uomo d’acqua. Fiabe e leggende della
tradizione polacca, Mondadori, Milano,1994.
Dodici fiabe e leggende della tradizione polacca i cui temi variano dalla vita contadina alle vicende
cavalleresche, alle imprese di esseri magici terribili e dispettosi.
Nel racconto che dà il titolo al libro, un ragazzo riesce a ingannare e far scappare l’Uomo d’Acqua,
un folletto acquatico elegantissimo, che porta una giacca a code ed ha la cattiva abitudine di far
annegare i pescatori e i nuotatori.
Un dossier finale su geografia, storia, religione e aspetti culturali della Polonia.
Mayer Marianna, Le avventure di Pollicino, Pescamela, 2001.
Un bambino tanto desiderato, una strana nascita, dimensioni minime ma…tanta furbizia!.
Pollicino, non si lascia scoraggiare dalla sua statura e affronta grandi pericoli, tra cui un famelico
orco…Ci ricorda che è duro crescere ma bisogna avere fiducia nelle proprie risorse.
Perrault Charles, Battut Eric (ill.), Pollicino, Bohem Press Italia, Trieste, 2007.
Una fiaba di Perrault, illustrata magistralmente da Battut, racconta del piccolo Pollicino che viene
abbandonato nel bosco con i suoi fratelli. Grazie alla sua astuzia riuscirà a riportare tutti quanti a
casa, compreso l’oro dell’orco. Le illustrazioni dai colori intensi raccontano una “storia nella
storia”.
Philip Neil, Fiabe da tutto il mondo, San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano), 1998.
Raccolta composta da più di cinquanta fiabe della tradizione mondiale, accompagnate da documenti
fotografici per le analogie storiche e simboliche.
Curiosa è la versione giapponese di Pollicino alle prese con un Oni,uno spaventoso orco dotato di
grandi zanne. Il piccolo eroe con un ago infilza l’occhio del gigante e lo mette in fuga.
Come ricompensa avrà un martello magico che ha il potere di esaudire i desideri.
Pistone Federico, Salik il piccolo vento della steppa, Hablò, Milano, 2005.
Il protagonista di questo racconto è un vento bambino, una sorta di spiritello, un po’maldestro e
dispettoso che si aggira per le steppe della Mongolia. Fa amicizia con Cigig,bambino curioso ed
insieme al cavallo Morin e all’aquila Burg condividono esperienze e segreti, compreso il segreto dei
venti.
Rossi Amelie, Storie di folletti, gnomi, elfi e altre creature fatate, Emme Edizioni, San Dorligo
della Valle (Trieste), 2006.
Dalle tradizioni di molti paesi, una raccolta di storie e leggende ambientate in un mondo popolato
da creature spesso minuscole: gnomi, elfi, folletti, nani, ginn, korrigan. Pur avendo caratteristiche e
provenienze assai diverse, tutti quanti sono accomunati dalla capacità di “fatare” ossia di intervenire
sul destino degli uomini, spesso in modo imprevedibile.
Uccello Emanuela, Nardon Rosanna (ill.), Nato con la camicia, Le Marasche, San Giovanni al
Natisone (Udine), 1991.
La storia del mugnaio Gasparutto e del suo incontro con i Benandanti, ovvero dei "nati con la
camicia", personaggi tipici della tradizione popolare friulana.
IN ODORE DI STREGA
Allora nella foresta si sentì un terribile rumore: gli alberi traballarono, la terra
tremò e arrivò la Baba Jaga, a cavalcioni del suo mortaio, brandendo un pestello,
mentre con una grande scopa cancellava la scia che lasciava dietro di sé. Arrivò
davanti allo steccato, si fermò, annusò l’aria e urlò ” Ucci, ucci, ma questa è carne
fresca! Chi c’è là?”.
Le streghe in genere operano sortilegi per dispetto, per punizione o per pura
malvagità : è il caso di Jennj Dentiverdi, una strega inglese con lunghi capelli fluenti
e denti aguzzi, che trascina giù i bambini che si avvicinano troppo ai fossi. Nel
mantovano è conosciuta come Vecia Rampina.
Ma non tutte le streghe sono malvage; la Baba Jaga per esempio è una
famosa strega delle fiabe russe, una specie di dea selvaggia che sottopone le
fanciulle a prove per iniziarle ai misteri della vita.
Dalle streghe una perla di saggezza:
lo sforzo di liberare sè stessi dai sortilegi, insieme a quello di liberare gli altri, sono
prove fondamentali per la crescita di eroi ed eroine nelle fiabe e nella vita
Ovvero
Non tutte le streghe vengono per nuocere
Barbara Diane, Le tre onde. Racconto basco, Motta junior, Milano, 2000.
Jolanda è una strega avida che si aggira per le coste basche appropriandosi di tutto ciò che vede. Di
fronte al rifiuto, da parte di un giovane pescatore, di cederle il cesto di acciughe appena pescate,
evoca l’impeto del mare per distruggerne la barca. Il pescatore impavido affronterà con successo la
prova, trafiggendo con l’arpione l’onda assassina suscitata dalla strega.
Bethelen Julianna, Monaco Octavia (ill), La strega di ghiaccio e l’unicorno. Un racconto
agghiacciante, Edicart, Milano, 1997.
Un racconto che attinge alla tradizione favolistica del Nord Europa. La primavera nasce dalla
vittoria dell’Unicorno e delle rondini sue aiutanti sulla terribile Strega di ghiaccio, asserragliata nel
gelido castello che finirà con lo squagliarsi sotto una pioggia di scintille… Suggestive le
illustrazioni di Octavia Monaco con ologrammi che, di meraviglia in meraviglia, soddisfano la
bramosia di immagini dei bambini.
Humann, Les tableaux d’une exposition, Actes Sud, Paris, 2005 [francese].
Visitare una mostra di pittura, non è sempre divertente. Ma se si trova il modo di penetrare
all’interno dei quadri si possono fare incontri emozionanti: un orribile gnomo, un castello
misterioso, persino BabaYaga, la strega delle fiabe russe che corre nella foresta con la sua casa su
zampe di gallina. Al libro si aggiunge un CD in cui la lettura del testo si alterna alla musica di
Moussorgski.
Lazzarato Francesca, L’esilio di re Salomone. Storie, leggende e fiabe della tradizione ebraica,
Mondadori, Milano, 1994.
Il capo del sinedrio deve sterminare le streghe di Askelon per non finire all’inferno e con arguzia
riuscirà nell’impresa. Questa e altre fiabe, leggende e racconti fanno parte di una raccolta che
mostra come in questa cultura la tradizione favolistica si intreccia con le storie della Bibbia.
Lazzarato Francesca, Il pappagallo che fa cra-cra. Miti, leggende e fiabe della tradizione
brasiliana, Mondadori, Milano, 1995.
In questa raccolta di fiabe troviamo vari personaggi della tradizione brasiliana tra cui Ciuci,
l’orribile strega con i denti verdi capace di divorare qualsiasi cosa, il Saci-pererè folletto dispettoso,
Curupira, piccolo indio coi piedi al contrario, il negretto del Branco cui ci si può rivolge per
ritrovare le cose perdute.
Lazzarato Francesca, La sposa del leone. Fiabe, leggende e miti della tradizione senegalese,
Mondadori, Milano, 1993.
Una bruttissima strega, dopo aver tentato di sostituirsi con l’inganno ad una giovane sposa, viene
smascherata e buttata in una pentola.
Questa e altre undici fiabe costituiscono una raccolta utile per iniziare a conoscere il ricco
patrimonio di racconti senegalesi dal forte contenuto magico e simbolico: storie di geni della
foresta, streghe, animali parlanti e folletti sono raccontate dagli anziani del villaggio in occasione
delle veglie.
Levi Giulio, Silverini, Antonello (ill.), Nebbia di streghe, Falzea Editore, Reggio Calabria, 2008.
La strega Cunegonda manda una nebbia grigia che impedisce ai genitori di Carletto di parlarsi e di
incontrarsi. Sarà proprio il bambino a sconfiggere le streghe. Riuscirà anche a far sparire la nebbia?
Una incantevole fiaba d'autore sulla tematica della separazione dei genitori.
Manning-Sanders Ruth, Cerretti Cristina (ill), Storie di streghe, Nuove Edizioni Romane, Roma,
2002.
L’Autrice inglese racconta antiche e bellissime fiabe provenienti da Inghilterra, Germania e Russia
che hanno come protagoniste le streghe in una pluralità di rappresentazioni: giovani e vecchie,
buone e cattive, belle e brutte, ma sempre condannate ad una brutta sorte.
McKinley Robin, Streghe, Mondadori, Milano, 2001.
Cinque ragazze cercano di sperimentare i propri poteri: streghe di ieri e di oggi, streghe buone per le
quali la magia è una forza naturale e positiva, da usare per diffondere la gioia attorno a sé
Ocelot Michel, Kirikù e la strega Karabà, Ape, Milano, 2000.
Il testo e le illustrazioni sono tratti dall’omonimo film di animazione.
Il minuscolo Kirikù, dotato di incredibile coraggio e velocità eccezionali, scioglie l’incantesimo che
rende cattiva la bellissima strega e riporta pace e felicità al villaggio. La storia ha una lontana
origine africana, anche se Ocelot ha introdotto elementi nuovi e attuali come i feticci, mostri di
legno a forma di… robot.
Oss Romano, Pacenza Giordano (ill.), Le Vivane delle Maddalene, Regione Autonoma Trentino
Alto Adige, Trento, 2006.
Le Vivane, esseri mitici della tradizione popolare alpina, sono fanciulle fatate che vivono nei boschi
e alla vista degli uomini fuggono o si nascondono. Se però vengono scoperte si fanno seguire e il
malcapitato precipiterà in qualche dirupo o non farà ritorno a casa. Possono trasformarsi in uccelli e
non lasciano l'ombra. Puniscono gli uomini che maltrattano le mogli o i figli.
L'autore, di origine mochena, racconta la leggendaria nascita delle Vivane. Stupende le immagini
di Giordano Pacenza.
Pansini Lilly, Sorgi Chiara, Agresta Salvatore, Pepeu Megi (ill.), Europa, Città Nuova, Roma,
2001.
Il principe di ghiaccio riesce ad avere la meglio sulla terribile strega Baba Jaga che gli ha rubato il
cuore e a farselo restituire, riscoprendo il calore degli affetti. Questa ed altri racconti, costituiscono
una raccolta di fiabe europee, presentate da due personaggi immaginari Zip e Xor, insieme a
informazioni su gente, ambiente e usanze dei luoghi presi in considerazione.
La collana, che comprende anche Africa, America, Oceania, Italia, è un modo simpatico e giocoso
per raccontare ai bambini storie provenienti da tutto il mondo.
Rossi Marina, Tre loschi figuri dai cuori puri, Edizioni Fiori di Campo, Landriano (Pavia), 2004
Tre fiabe d’autore che hanno per protagonisti un orco, una strega e un fantasma.
Sadat Mandana, Oltre l’albero, Artebambini, Ozzano Emilia (Bologna), 2004.
I personaggi sono tre: una bambina, una strega, un drago. Il testo è ridotto a tre parole, ”C’era una
volta”, sufficienti a trasformare una strega spaventosa in una affascinante narratrice.
Chi legge la storia, fatta di sole immagini dall’intenso potere evocativo, è stimolato a tradurre in
parola ciò che le illustrazioni ci lasciano immaginare.
Tessaro Gek, L’albero e la strega, Artebambini, Ozzano Emilia (Bologna), 2007.
Una leggenda africana ironica e divertente che ha per protagonista una strega che vuole far del male
e finisce col far del bene; poi per rimediare alla sua iniziale cattiveria finisce col fare peggio. Un
racconto che porta a riflettere su quanto sia complicato “interferire” col destino degli uomini.
Zelinsky Paul O., Tremotino, A. Mondadori, Verona, 1987.
Tremotino, genietto capriccioso, iracondo ma sentimentale, aiuta la povera figlia del mugnaio,
segregata dal re e costretta a tessere la paglia in oro. In cambio però chiede che la fanciulla, una
volta regina, gli consegni il suo primo figlio. Testo basato sulle versioni più antiche della fiaba dei
Grimm e ambientato in epoca tardo-medievale.
LE IMPREVEDIBILILI FATE
Una notte l'uomo cacciò fino a notte fonda senza trovare nulla. Mentre la luna si
levava alta nel cielo e il ghiaccio brillava, raggiunse un grande scoglio sul mare, ed
ecco che sullo scoglio possente danzavano delle donne…parevano esseri fatti di latte
di luna, con la pelle punteggiata d’argento come i salmoni in primavera e piedi e
mani sottili e leggiadri…Infilavano la loro pelle di foca, e una dopo l’altra
scivolavano nel mare, urlando e uggiolando felici.
Le fate sono creature che vivono in un loro regno ma hanno il potere di “fatare” ossia
di intervenire sul destino degli umani. A differenza delle streghe, il loro potere non è
demoniaco ma è una virtù naturale. Di solito sono molto sensibili alla gentilezza che
ricompensano con doni: la bontà unita alla grazia le rendono ideali fate madrine.
Nel mondo però esistono anche fate cattive, quelle che si confondono con le streghe e
fate buone e cattive come le janas della Sardegna. Queste ultime sono piccole
creature esperte nell’arte di tessere, capaci di trasformarsi in donne bellissime e in
feroci animali. Sono parenti delle xanas delle Asturie, zane dell’Albania, zine della
Romania e janare della Campania.
Dalle fate una perla di saggezza:
La fatalità rende la vita un complicato labirinto, assolutamente imprevedibile e
impensabile: occorre aver fiducia che prima o poi l’impegno verrà per incanto
ricompensato
ovvero
aiutati che la fata ti aiuta
Chen Jiang Hong, Lian, Babalibri, Milano, 2007.
I petali di un fiore di loto racchiudono la piccola Lian: una bimba dai poteri magici che sa tramutare
ciò che tocca in ricchezze e che, per salvare dalla crudeltà dell’imperatore il povero pescatore che
l’ha “adottata”, perderà il suo dono per ottenere un padre a ricompensa.
Denti Roberto, La moglie antilope e la moglie foca, Vecchi, Milano, 1996.
Roberto Denti propone in questo piccolo testo,due storie appartenenti a culture diverse:La moglie
antilope e la moglie foca; nigeriana la prima, islandese la seconda. In entrambe le narrazioni la
creatura fatata vive la doppia condizione di essere umano e animale; sorpresa nell’atto di svestirsi
da un uomo è poi costretta, svelato il suo segreto a rimanere prigioniera della sola forma umana…
La scelta di affiancare due storie così simili ma appartenenti a due mondi diversi suggerire ai
bambini il gioco della ricerca di somiglianze e differenze.
Fanti Giuliana, Ranaldi Giovanna (ill.), La fata Dormigliona, Edizioni Corsare, Perugia, 2006.
La storia di una fata che vive in città e passa le giornate a dormire. La Fata Sconosciuta le mostra
cosa succede mentre lei dorme. In una bolla di vetro Fata Dormigliona vede le altre Fate impegnate
ad aiutare i vecchi o a consolare i bambini tristi. Finalmente anche lei le raggiunge.
Favaro Graziella, L’isola dei sogni, Carthusia, Milano, 1999 [italiano-filippino].
Al largo di un’isola collocata al di là dei sogni, un pescatore trova nella propria rete una bellissima
fanciulla, che, per paura, acconsente a diventare sua sposa. La donna custodisce però un segreto e
scongiura il marito di volerlo rispettare. Tradita la promessa, l’uomo scopre la vera natura della
moglie: è una sirena che ogni notte veste la coda luccicante e si immerge nell’oceano.
Froud Brian, Lee Alan, Fate, Rizzoli, Milano, 2001.
Le fate rappresentano il potere, il potere magico, incomprensibile agli uomini e quindi nemico. Il
mondo incantato e imprevedibile delle fate viene raccontato dagli autori dopo aver passato in
rassegna leggende, miti, racconti popolari del Nord Europa: ne risulta una sorta di piccola
enciclopedia delle creature fatate.
Grimm Jacob e Wilhelm, L’ondina della pescaia, Edibimbi, Legnano, 2006.
Un giovane cacciatore viene rapito da un’Ondina, una fantastica figura femminile che prende forma
dalle acque di una pescaia. In tutti i paesi in cui c’è un mare o un oceano si raccontano storie
analoghe di rapimenti, sparizioni, incantesimi ad opera delle fate dell’acqua.
Le immagini del libro dai colori pastello ricreano un’atmosfera eterea che introduce il bambino
nella dimensione fantastica.
Lazzarato Francesca, Ongini Vinicio, La fata della luna. Fiabe della tradizione filippina,
Mondadori, Milano, 1992.
Il protagonista di questa storia è Juanito.Grazie ad una magia il suo campo si trasforma in uno
stagno dorato dove bellisime fate si tuffano. Juanito sposerà una di queste e, per paura di perderla,
nasconderà il suo abito alato. Dopo la nascita della figlia, la fata ritrova il suo magico abito rosso…
Questa, insieme ad altre diciannove fiabe di orchi, ragazze-stella e cacciatori di teste, costituiscono
una raccolta di storie ispirate alla natura ricca e lussureggiante delle isole filippine.
I mille fili di seta. Fiabe dalla Cina, Emi, Bologna, 2001 [italiano-cinese].
Una giovane fata decide di rinunciare alla sua condizione di creatura magica, perché intenerita dal
triste destino di un capraio. Il Padre infuriato dalla richiesta, decide di punirla trasformandola in un
fiore di peonia…sarà poi il nostro capraio a trovarla e restituirle sembianze umane grazie al suo
amore. Testo cinese a fronte, ideogrammi evidenziati e tradotti e approfondimenti sulla Cina.
Poletti Syria, Dal Prato Marta (ill.), Anche le fate fanno l’autostop, Falzea, Reggio Calabria,
2004.
Una fiaba moderna che ha per protagoniste le fate e affronta il tema ecologico della distruzione
dell’ambiente scritta da un’autrice friulana emigrata in Argentina e particolarmente apprezzata da
Borges.
Spiggia Serafino, Marchesan Manuela (ill.), La fata dal telaio d’oro, Falzea, Reggio Calabria,
2001.
Fiaba della tradizione orale sarda narrata da Serafino Spiggia che ha per protagoniste le jane, le fate
della dolina di Adarre. Il libro è stato pubblicato anche in edizione in lingua sarda.
Tutuola Amos, Il cacciatore e la donna elefante, Mondadori, Milano, 1996.
Sette fiabe dell’etnia yoruba in Nigeria, raccolte in questo libro e riscritte da Amos Tutuola, uno dei
più grandi scrittori africani di lingua inglese, testimoniano il vigore di una letteratura africana che
attinge alle proprie tradizioni. Sono storie in cui uomo e natura si fondono e confondono: un
ragazzo-tartaruga alle prese con il Terrore della foresta; stranieri affascinanti, trasformatisi in boa,
pronti a divorare fanciulle ingenue; una giungla popolata da spiriti maligni e animali straordinari.
Il cacciatore e la donna elefante racconta di una creatura fatata che viene sorpresa da un cacciatore
nell’atto di spogliarsi dalla propria pelle di elefante. L’uomo la costringe a mantenere le sembianze
di donna, rubandole la pelle-anima ma il richiamo della natura selvaggia avrà la meglio.
Questo racconto nelle sue differenti versioni si narra in tutto il mondo.
NELLA PELLE DI PRINCIPI E PRINCIPESSE
E Jumail disse : “Tu mi hai seguito nel regno dei Djinn e hai varcato il confine tra il
mondo di sopra e il mondo di sotto: tu hai aperto la via per il ritorno. Da oggi in poi
potrò vivere non come cammello ma come uomo”
Le figure dei principi e delle principesse coincidono con l’essenza stessa della fiaba e
quindi sono presenti in tutto il mondo.
In molte di queste narrazioni l’eroe o l’eroina all’inizio vivono una condizione di
esclusione pur avendo un animo “nobile” che verrà sottoposto a verifica da prove e solo
alla fine rivelato dallo sguardo di un vero principe/ principessa.
Il compito di quest ‘ ultimo/a non è determinare la nobiltà dell’altro, ma quello di
mettere in luce ciò che già c’è, consentendo all’amato di essere riconosciuto
Dai principi e dalle principesse una perla di saggezza:
anche nel ranocchio più repellente, uno sguardo attento sa
riconoscere lo splendore di un animo principesco
ovvero
Principessa svelata principessa fortunata
Il grande libro di Principi, Principesse e Ranocchi, Edizioni EL, San Dorligo della Valle
(Trieste), 2004.
Fiabe di ieri, racconti di oggi, poesie e canzoni: questo il contenuto di un libro dedicato ai principi e
alle principesse di tutto il mondo. Tra le storie più antiche L’uccello di legno, fiaba indiana tratta dal
Pancatantra, colpisce il lettore europeo per la figura di Visnu, un dio che si incarna in tartaruga,
pesce, uomo-leone e non si offende se un umile sarto prende le sue sembianze per conquistare una
principessa.
Cassabois Jacques, Cerri Mara (ill.), Dodici storie di principesse, Edizioni EL, San Dorligo della
Valle (TS), 2006.
Jesper deve affrontare i fratelli in una gara per stabilire chi di loro succederà al padre sul trono. La
sorte lo conduce al castello dei gatti dove incontra una gatta bianca che si rivela essere una
principessa, vittima di un incantesimo. Il principe generoso deciderà di aiutarla a liberarsi dal
maleficio, restando al castello per tre anni , con l’unica consolazione di intravedere la principessa
alla debole luce delle candele, nella sue sembianze umane, un’ora sola durante la notte. La sua
pazienza verrà ricompensata con una sposa e un regno.
Questo racconto svedese , insieme ad altri undici, fa parte di una raccolta di fiabe della tradizione
popolare del Norden in cui emergono ritratti di principesse forti e volitive.
Dal Cin, Luigi, Gordeev, Denis (ill.), Turandot, (dall'opera di Giacomo Puccini), Kite Edizioni,
Campodoro (Padova), 2007
La nota storia della bella principessa Turandot immortalata dall'opera lirica di Giacomo Puccini
raccontata da Luigi Dal Cin ed illustrata da un grande maestro dell'illustrazione russa
contemporanea.
Darwiche Jihad , Racconti del Mediterraneo, Edizioni EL, San Dorligo della Valle (TS), 2005
Dove risiede la saggezza? Chi saprà rispondere a questa domanda, avrà la principessa in sposa.
Sofian, un giovane pastore si mette in cammino per cercare la risposta: alla fine scoprirà che la
saggezza risiede nella pazienza e quindi nella principessa che tanto a lungo lo ha aspettato. Una
tipica storia di ingegnosità del Mediterraneo, in cui sono importanti il senno e soprattutto le parole
assennate, ossia messe alla prova dall’esperienza e dove l’eroe si conquista la principessa,
riconoscendone la qualità più nobile.
Questa storia egiziana fa parte, insieme ad altre quattordici, di una raccolta che è nata come
spettacolo teatrale . Il racconto che fa da cornice agli altri, quello di Hassan il tessitore in viaggio
alla ricerca di perle da offrire alla sua innamorata, è l’unica inventata. Tutti gli altri racconti
appartengono alla tradizione popolare del Mediterraneo.
Favaro Graziella, Monaco Ottavia (ill.), Il sale e lo zucchero, Carthusia, Milano, 2002 [italianospagnolo]
“Quanto mi vuoi bene? “ - chiede il padre , “… come il sale e lo zucchero”. A questa risposta di
Esmeralda, il re si offende profondamente e fa in modo che la ragazza se ne vada raminga per il
mondo. Vagherà, travestita da maschio finchè un principe saprà riconoscere la sua “bellezza” e
insieme daranno una lezione di saggezza al re senza cuore.
Questa fiaba peruviana è presente in diverse versioni anche in Italia e nel Mediterraneo. In alcuni
casi l’inizio è simile a Pelle d’asino in quanto il re vuole prendere in moglie la figlia.
Gallo Sofia (a cura di), Fiume di stelle, Sinnos, Roma, 2005 [italiano–cinese].
La regina Xiwangmu e il fiume di stelle, è una delle cinque storie che costituiscono questa raccolta
di fiabe e leggende cinesi, trascritte dal racconto a viva voce di Mao Wen, professore di lingua
cinese all’Università di Torino e Milano. Narra di una principessa celeste, fine tessitrice di stoffe,
che insieme alle sorelle, sfugge alla madre e scende sulla terra per fare il bagno. Un povero
pastorello la scorge, le nasconde i vestiti in una buca e le dichiara il suo amore. I due si sposano,
anche se la principessa continua a tenere segreta la sua vera identità sia agli esseri umani, sia a
quelli celesti. Verrà infine scovata dalla madre, riportata a forza in cielo e separata dalla terra e dai
suoi cari da un fiume di stelle, la Via Lattea.
Gallo Sofia (a cura di), Lo spaventa-draghi e altre storie della Romania, Sinnos, Roma, 2007.
[italiano - rumeno].
Due gemelli dai capelli d’oro e con una stella polare in fronte vengono scambiati alla nascita con
due cuccioli di animale. Il padre, il principe Mircea, vittima dell’inganno, fa imprigionare la moglie
e sposa un’altra. I neonati sotterrati ricrescono sotto forma di querce, poi di agnellini e infine di
pesciolini dalle squame d’oro. Quando la loro vera identità potrà infine svelarsi, si presenteranno al
padre con dodici anni di età, ventiquattro anni in potenza e trentasei in saggezza. Verranno
finalmente riconosciuti e salveranno la madre.
Questa fiaba, insieme ad altre, fa parte di una raccolta di racconti della Romania che parlano di
intelligenza e astuzia, impiegate al fine di vincere l’ingiustizia.
Grimm Jacob e Wilhelm, Raperonzolo, Edilibri, Milano, 1996.
La potente maga di questa fiaba punisce con crudeltà inumana il desiderio di umana felicità.
Raperonzolo ne è due volte vittima: come figlia, è sottratta all’amore dei genitori e da fanciulla, è
segregata dal mondo. Sarà il suo canto a rivelare la sua regalità e a farle incontrare il principe che
tenterà inutilmente di liberarla. Ma solo lei stessa con le sue lacrime miracolose sarà in grado di
rompere il sortilegio, ritrovando l’amato ed una vita piena.
Le illustrazioni ad acquerello di questa collana sono ispirate alla pedagogia steineriana: attraverso
colori sfumati e immagini oniriche, il mondo “animico” ed etereo di cui parlano le fiabe prende
forma.
Jiang Hong, Chen, Il principe tigre, Babalibri, Milano, 2005.
Wen, il piccolo figlio dell'imperatore viene adottato dalla Tigre perché le ricorda i suoi cuccioli.
Wen impara così tutti i segreti della foresta. Ritornerà a palazzo e si sposerà ma porterà dalla Tigre
suo figlio affinché anche impari tutto ciò che deve sapere una Tigre. Solo così potrà diventare un
principe. Stupenda fiaba sull'iniziazione ispirata ad un bronzo del secolo XI a. C. 1° Premio al
Concorso Nazionale di Letteratura per l'infanzia "Le Palme" - Città di San Vito dei Normanni.
Jonas Anne, Romby Anne (ill.), Peau d’ane, Milan, Toulouse, [s.d.] [francese].
Dai temi universalmente diffusi di Cenerentola, Perrault ricava un’altra storia, quella di una
fanciulla che per sfuggire al padre si traveste con la pelle di un asino. Protetta dalla magia della sua
madrina si rifugia nel bosco dove un giorno viene scoperta da un principe, ammaliato dalla sua
voce. Il giovane non si darà pace fino a quando non l’avrà ritrovata grazie ad una torta e a un
anello.
Questa edizione francese è da segnalare per la raffinatezza delle immagini che sanno ricreare tutta
la malia di questa fiaba.
Lazzarato Francesca, La mela meravigliosa, Mondadori, Milano, 1998.
Per effetto di una mela fatata, una donna partorisce un vitello. Una volta cresciuto l’animale
esprime il desiderio di sposare la figlia del re. Superate le prove impostegli dal re, riuscirà nel suo
intento. Ma la prima notte di nozze... che sorpresa. Il vitello si spoglia della sua pelle e diventa un
ragazzo bellissimo. Per non fargli mutare le sembianze, la principessa gli ruba la pelle d’animale ed
il danno è fatto. Il giovane sarà costretto a prendere un’altra forma animale, quella di un piccione e
vagare per il mondo. La principessa lo seguirà.
Questa fiaba Kurda riporta il tema della pelle, uno dei motivi vaganti e ricorrenti nelle fiabe di tutto
il mondo. In questo caso però l’esito è negativo perché è stata fatta violenza all’identità del
protagonista che viene privato delle sue sembianze esteriori con l’inganno.
Maag Georg, De Francesco Laura (ill.), La principessa sul cocomero, Coccole e Caccole,
Belvedere Marittimo (Cosenza), 2007.
Divertente riscrittura d'autore della fiaba di Andersen "La principessa sul pisello".
Merani Tiziana, La Bella e la Bestia e altre storie di mostri buoni, Mondadori, Milano, 2001.
Tre storie di principesse alle prese con mostri che rivelano il loro animo regale al di là di un aspetto
bestiale. Nella fiaba di Gian Porcospino, il principe si libera della sua pelle da animale che
prontamente viene bruciata, grazie all’aiuto di una coraggiosa principessa.
Ricci Umberto, Il principe e la rana, Emme Edizioni, Milano, 1987.
Un re ordina ai suoi figli di cercarsi una sposa: il destino farà incontrare al più piccino dei tre una
bellissima rana che lo aiuterà nelle prove e gli consentirà di divenire il nuovo sovrano. Grazie alla
sua generosità e intraprendenza, la ragazza-rana riacquisterà le sue reali sembianze.
Questa fiaba del Monferrato ripropone il tema della metamorfosi in rana, presente in diverse parti
del mondo. C’è però una sostanziale differenza. Per i cristiani la rana ha dei legami con la
stregoneria dunque la trasformazione è spregevole; mentre in altre parti del mondo le rane
rappresentano la nuova vita e appaiono nelle storie con atteggiamenti gentili e servizievoli.
Strumenti didattici
Albano Maria Luisa, Voci dall’Islam. Saggi sulla letteratura araba contemporanea, Campanotto
Editore, Pasian di Prato (Udine), 2005.
Una panoramica sugli scrittori (l'egiziano Naghib Mahfouz, l'algerina Rabia Abdessemed, la
marocchina Fatima Mernissi, il libico Ibrahim al-Koni, il libanese Gibran Khalil Gibran e altri) e sui
temi più rappresentativi della letteratura araba contemporanea. L'autrice è docente di Storia e
Letteratura Araba all'Università degli Studi di Macerata. Con una prefazione di Livio Sossi.
Albarea Roberto, Creatività sostenibile. Uno stile educativo, Imprimitur Editrice, Padova, 2006
Roberto Albarea, professore di Pedagogia Generale all'Università degli Studi di Udine traccia le
condizioni e le modalità attraverso le quali l'esperienza creativa ed estetica e la formazione
umanistica conducono ad uno stile del pensare e dell'agire che prefiguri un processo di
umanizzazione verso futuri alternativi credibili.
Baliani Marco, Pinocchio nero. Diario di un viaggio teatrale, Rizzoli, Milano, 2005.
Baliani, attore, autore e regista di spettacoli teatrali, racconta in un diario un progetto di recupero di
ragazzi di strada in uno slum di Nairobi. La storia tutta italiana di Pinocchio, apparentemente
lontana dalla cultura e dal quotidiano di questi ragazzi, si trasforma in una potente metafora del
desiderio di cambiamento e di autodeterminazione che accomuna Nord e Sud del mondo.
Bushnaq Inea (a cura di), Favole del mondo arabo, Arcana, Milano, 1987.
La curatrice, una studiosa israeliana, ha raccolto quarantadue storie in un territorio che va dal
Marocco alla Palestina e le ha divise in sezioni: Racconti beduini, Racconti del Mondo Magico
(Djinn, Ghoul, demoni), Altri Racconti del Mondo Soprannaturale (tra cui la “Cenerentola araba” e
“Pelle d’asino in versione araba”) e infine Storie di Djuha e di tipi come lui.
Molto interessante anche la parte introduttiva riguardante la narrazione nel mondo arabo.
Carter Angela, Le fiabe delle donne, raccolte dalla tradizione popolare di tutto il mondo,
Mondadori, Milano, 1996.
Questa è una raccolta di fiabe e fole di vecchie comari, intente a filare vicino al focolare. Tutte
hanno al centro un personaggio femminile e raccontano di un passato duro di stenti e difficoltà. Se
da una parte osano dare parola al dolore delle donne, dall’altra mostrano come sia possibile
affrontare tale dolore senza mai sottomettersi.
Chiarioni Tullia, Ti racconto una fiaba…La narrazione come percorso interculturale, Carocci,
Roma, 2005.
Il libro si rivolge prevalentemente agli insegnanti della scuola dell’obbligo che vogliono diventare
animatori nella trasmissione di racconti. Presenta diciotto fiabe dal mondo, raggruppate in base alle
tematiche: partire da casa per crescere, Cenerentole, lo sposo animale, attraversare le paure, il
buono e il cattivo, l’uomo e l’animale. Si tratta di “motivi vaganti” ossia di nuclei tematici o vere e
proprie unità narrative rintracciabili in fiabe di paese assai diversi e molto lontani.
Dalbosco Alberta, Brughi Carla, Entità fatate della Padania, Edizioni della Terra di Mezzo,
Milano, 1993.
Le autrici si sono messe alla ricerca di entità fatate nelle regioni della Padania e le hanno trovate, a
volte sfogliando vecchi e nuovi libri, altre raccogliendo racconti dalla viva voce di persone
incontrate. In fondo al libro un utile indice coi nomi delle entità e dei luoghi in cui si raccontano le
loro storie.
Per quanto riguarda la zona di Mantova, tra le creature fatate si cita il Maialass, il maiale come
simbolo di fortuna e abbondanza.
Demarchi Clara, Papa Nella (a cura di), Raccontafiaba, Guerini Studio, Milano, 1996.
Il libro è il risultato di un lavoro svolto fra insegnanti e specialisti dell’Amministrazione Comunale
di Monza. Nel lavoro sono stati coinvolti adulti stranieri che hanno svolto il ruolo di mediatori
culturali, narrando storie dei loro paesi di origine: una leggenda argentina, una cinese, una favola
araba e una serbo-croata. Sono presenti schede con attività di comprensione del testo e suggerimenti
di carattere interdisciplinare per la scuola primaria.
De Mari Silvana, Il drago come realtà. I significati storici e metaforici della letteratura
fantastica, Salani, Milano, 2007.
Chi si nasconde dietro a personaggi fantastici come orchi, streghe e draghi? Pure fantasticherie per
l’ozio dei bambini?. Per l’autrice la narrazione fantastica, che comprende fiabe, poemi epici e
letteratura fantasy, non contiene solo l’inconscio e i sogni ma anche la realtà storica della fame,
della disperazione e della paura vera.
Le fiabe in particolare consentono di esprimere ciò che non può essere detto: le emozioni negative
dei bambini e delle loro madri. Dentro al rancore verso la matrigna di Cenerentola è possibile
nascondere la propria rabbia contro una mamma ingiusta.
Ferrario Alessandra , Laboratorio sulla fiaba africana. Costruiamo libri animati, Emi, Bologna,
2001.
Il testo racconta un’esperienza di lettura e animazione con insegnanti intorno a tre fiabe africane: Le
pentole magiche, Il ragno e la saggezza, La conquista del fuoco.
Dopo una parte introduttiva relativa alle caratteristiche di questo genere narrativo, seguono le tre
storie con relative analisi psicologiche di stampo freudiano e junghiano. Nella seconda parte
possibili percorsi didattici e indicazioni pratiche per la costruzione di libri animati.Utili le
indicazioni bibliografiche per la conoscenza di fiabe e favole del Sud del mondo, pubblicate in
Italia.
Giancane Daniele (a cura di), C’era una volta nel mondo. Le fiabe dei cinque continenti,
Cacucci, Bari, 2007.
Una approfondita analisi delle caratteristiche delle fiabe dei cinque continenti nei saggi di Daniele
Giancane, Giuseppe Capozza, Angela De Leo, Angela Giannelli e Valerio Perna
Giancane Daniele (a cura di), Fiabe sulla diversità, Mario Adda Editore, Bari, 2007.
Undici fiabe di altrettanti autori pugliesi sul tema della diversità precedute da un breve saggio di
Daniele Giancane, docente di Letteratura per l'infanzia all'Università degli Studi di Bari e integrate
da una guida didattica curata da Raffaella Leone.
Gioda Piera, Marana Paola, Varano Maria, Fiabe e intercultura, Quaderni dell’intercultura n. 9,
Emi, Bologna, 1998.
Il libro affronta le fiabe in un’ottica interculturale attraverso campi tematici: Cenerentola, gli
animali, la paura, gnomi e folletti. Infine nell’ultimo capitolo propone un’esperienza di animazione
su un testo di uno scrittore siriano, realizzata con una seconda media.
Ongini Vinicio (a cura di), Chi vuole fiabe, chi vuole?, Voci e narrazioni di qui e d’altrove,
Idest, Campi Bisenzio (Firenze), 2006.
Il volume raccoglie gli Atti dell'omonimo Convegno di studi realizzato dal Comune di Firenze.
Nelle relazioni vengono esaminati i rapporti tra fiaba, immaginario e migrazioni del nostro tempo;
tra l'oralità, la scrittura e la rielaborazione multimediale.
Ongini Vinicio, Diversi libri diversi, Idest, Campi Bisenzio (Firenze), 2003.
Volume denso di proposte per la formazione di uno scaffale multiculturale. I contributi che
compongono il libro sono diversi perché prendono avvio da esperienze varie dentro e fuori dalle
biblioteche. In appendice quattro “piste” bibliografiche, suddivise per fasce d’età per la creazione
dello scaffale e dieci percorsi tematici utili soprattutto agli insegnanti.
Ongini Vinicio, Valentis Pia (ill.), Gioco delle carte del Mediterraneo, Regione Sardegna,
Cagliari, 1996.
Un mazzo di carte per inventare storie, da un’idea di Pia Valentinis, di cui sono anche le
illustrazioni, e con la consulenza scientifica di Ongini. Su ogni carta sono disegnati elementi che
compaiono nelle fiabe del Mediterraneo. Tra i personaggi sono raffigurati: Giufà, i pirati, la
vecchia, la sirena.
Parole senza frontiere. Atti del Convegno “Conoscersi per conoscere gli altri”, inserto
monografico in: “Pagine Giovani”, Roma, n. 1/2007
Contiene i saggi di Angelo Nobile, Livio Sossi e Maria Luisa Albano
Querzè Adriana, Ghinelli Arturo, Kan ma Kan, c’era non c’era. La narrazione e l’incontro:
storie, fiabe, personaggi come ponte fra culture diverse, Comune di Modena, Centro
Documentazione Educativa, Modena, 1994.
Importante volume con una ricca bibliografia sui personaggi ponte delle fiabe.
Sistemi Bibliotecari Mantovani, Hamelin Associazione culturale (a cura di), Il colore del
camaleonte. Radici, sguardi e incontri di culture, Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2002.
Una bibliografia ragionata sull'intercultura.
Vit Giacomo (a cura di), Per un mondo da… fiaba. Materiali per un’educazione interculturale,
Unicef, Pordenone, 1999.
Il volume curato da Giacomo Vit, insegnante e scrittore e poeta pordenonese offre un'interessante
analisi comparata di fiabe provenienti da diverse culture suddivise in quattro sezioni: Fate, Animali,
Furbi e sciocchi, Favole per il Duemila
Animare le fiabe “randage”
istruzioni per l'uso
“La cultura è, dapprima, giocata, la cultura è sorta in modo ludico”(Huizinga)
Il gioco è una modalità educativa preziosa per favorire il contatto con culture diverse: con le sue
caratteristiche di sorpresa, scoperta, flessibilità e piacevolezza, si presta ad essere una strategia
educativa utile alla conoscenza e all'integrazione.
Le fiabe sui personaggi “randagi” possono essere proposte a gruppi di bambini attraverso modalità
ludiche.
Ognuno degli otto personaggi, chiuso nella propria scatola, va presentato nelle sue diverse
“versioni culturali”, utilizzando alcune illustrazioni delle fiabe: l'abbigliamento, la pettinatura, gli
oggetti ne lasciano intuire la provenienza. I bambini vengono invitati a dire tutto ciò che già sanno
sul personaggio.
Successivamente attraverso la lettura di una fiaba, scelta dalla bibliografia, ogni personaggio dona
una “perla di saggezza” ai bambini, ma in cambio li sottopone a delle prove. Si tratta di esperienze,
collegate alle storie lette, che spaziano dal campo motorio e sensoriale a quello linguistico e
prendono la forma di giochi visivi, di mimo, di parole, di abilità corporea. I giochi, come del resto
le fiabe, riguardano l'espressione di aspetti del mondo interno dei partecipanti; le emozioni, i
ricordi, i desideri e le paure, sollecitati dalla narrazione, vengono “messi in gioco” attraverso il
corpo.