Scarica
Transcript
Scarica
Approcci Didattici Di Fulvio Maleville [email protected] INSEGNARE LE CORSE AD OSTACOLI Metodo globale o analitico ? Corso per Insegnanti Settembre 2015 DUE APPROCCI DIDATTICI CONTRAPPOSTI PER INSEGNARE GLI OSTACOLI Prima di stendere queste pagine ho letto numerosi articoli sugli ostacoli, scritti elaborati da autorevoli colleghi. Tra le righe non ho purtroppo trovato spunto per proporvi qualche cosa di nuovo e stimolante. Tecnicamente infatti in questi anni non sono cambiati i concetti per affrontare le barriere, si sono però affacciate alla ribalta scuole di pensiero che offrono interessanti impostazioni didattiche a volte anche molto differenti tra loro. Mi sono così chiesto se era possibile offrire una proposta alternativa su un argomento tanto studiato e dibattuto a livello tecnico. Ho trovato risposta a questo quesito nel formulare un’ipotesi di lavoro che in qualche modo costringerà ognuno di voi a prendere posizione e schierarsi, una proposta che spero possa creare dibattito e obbligare a rielaborarne i contenuti. Ho così deciso di offrire due percorsi alternativi. Due modi contrapposti d’insegnare gli ostacoli, due alternative che potrebbero anche costituire un unico ed intrecciato cammino quando si impara a gestire le conoscenze in modo efficace e costruttivo. Di questi tempi individuare quale sia il modo migliore per insegnare gli ostacoli a scuola appare abbastanza scontato e non ci sarebbe molto da discutere. L’alunno moderno obbliga infatti a proporre cose alettanti, contenuti adrenalinici da bruciare in rapida successione per rispondere al bisogno moderno di vivere esperienze sempre nuove e stimolanti. Peccato che quasi sempre i ragazzi non possiedano nessun requisito per affrontarle e solo pochi di loro possono confidare nell’innata predisposizione per l’attività proposta. Cosa bisogna sapere per insegnare gli ostacoli Teoricamente in questi ultimi decenni poco è cambiato tecnicamente per quanto concerne il passaggio dell’ostacolo. Diverse scuole tecniche si separano per metodi ed approcci differenti offrendo un eserciziario maggiormente mirato ad alcuni particolari aspetti della disciplina che però poco interessano il mondo della scuola. All’attività scolastica spetta infatti un compito marginale sotto il profilo puramente tecnico ma certamente di primo piano nella diffusione della disciplina. Il docente potrà invece puntare su alcuni aspetti per valorizzare una proposta che in ogni caso dovrà aver ben chiari alcuni aspetti tecnici per poterla trasferire agli alunni. E’ quindi utile richiamare alcuni principi che costituiscono i fondamenti per un approccio agli ostacoli efficiente e corretto. Aspetti che così riassumiamo: 1. Le corse ad ostacoli sono un’espressione della CORSA VELOCE. Appare pertanto determinante applicare tutti i principi tecnici che riguardano le corse di velocità sia sotto il profilo tecnico che quello didattico. La corsa libera viene quindi prima degli ostacoli e costituisce il prerequisito 2. 3. 4. 5. essenziale per affrontare correttamente la disciplina. Questa prima considerazione dovrebbe indurre l’operatore a lavorare per gradi rendendolo consapevole che ci vuole tempo per ottenere progressi rilevanti ; L’arto di attacco all’ostacolo è quello che condiziona maggiormente la velocità nel passaggio. La gamba di attacco che va quindi a ricoprire un ruolo preminente rispetto quello della 2^ gamba. Di norma, non solo a livello scolastico, erroneamente si attribuisce maggiore attenzione all’arto di richiamo, la seconda gamba; Gli ostacoli vanno affrontati da lontano visto che nel superamento i 2/3 della falcata si svolge prima dell’ostacolo e solo 1/3 dopo la barriera. Per poter ottenere questo obiettivo diventa fondamentale curare e dare valore alla fase di stacco ; Molti dei problemi ed errori che i neofiti commettono sono determinati dalla postura di corsa. A condizionare il valicamento è spesso un assetto ribassato e l’uso delle piante dei piedi negli ultimi appoggi. Frenate, puntelli, basse velocità di attacco, stacco troppo ravvicinato e superamento esasperato in altezza sono quasi sempre frutto di una errata postura tecnica; La mancanza di alcuni prerequisiti condiziona l’apprendimento nel passaggio dell’ostacolo e gli errori costituiscono l’effetto e la soluzione che l’allievo trova per poterlo affrontare e superare. L’effetto domino delle insicurezze, individuabili nelle incapacità fisiche e improprietà tecniche, porta ad un valicamento insicuro, poco efficace e quindi al verificarsi d’incocci e cadute che spesso lasciano un segno negativo sulla futura predisposizione mentale dell’alunno nell’affrontare successivamente la disciplina. Fattori che condizionano l’apprendimento Per superare correttamente un ostacolo di media altezza serve non solo agilità ma anche acquisire una buona flessibilità e mobilità articolare . Inutile far finta che questi fattori risultino trascurabili, sono e restano determinanti per poter pretendere dai nostri allievi una esecuzione corretta dell’eserciziario. Il compito dell’insegnante non è quello di creare campioni ma di ampliare le esperienze dei propri alunni mettendoli tutti o quasi nella condizione di effettuare conoscenze formative sia sotto l’aspetto fisico che costruttivo del carattere per essere in grado di affrontare le situazioni più disparate. Gli ostacoli si prestano a questo compito e risultano utili sotto il profilo della personalità. Alcuni parametri di riferimento possono agevolare l’insegnante. Gli allievi dovrebbero saper: Tenere la posizione ad ostacolo a terra senza l’ausilio delle mani; Porsi in posizione di spaccata a gambe tese toccando almeno con le mani a terra; Effettuare slanci degli arti inferiori sia frontali che laterali facendo salire il piede all’altezza degli occhi; Svolgere con destrezza gli esercizi HS di mobilità composta; Saper svolgere correttamente le principali esercitazioni della corsa ; Avere una buona coordinazione braccia – gambe; Essere in grado di utilizzare i piedi in modo efficace nel molleggio – sostegno – spinta; Acquisire un buon equilibrio monopodalico; Imparare ad imitare il passaggio in camminata, meglio se ad occhi chiusi; LE PROPOSTE La destrezza specifica L’esperienza porta ad evitare errori grossolani e ci indica di partire dalla destrezza. La confidenza permette di “fare amicizia” con l’attrezzo, conoscerlo, sapere come affrontarlo per poterlo superare in modo dinamico, veloce e con maggior facilità senza rischiare incocci e traumi . La proposta didattica parte quindi a monte, lontano dal periodo nel quale gli ostacoli saranno affrontati in modo diretto, determinato ed aggressivo, perché è sempre la confidenza a fare la differenza e predisporre psicologicamente l’allievo ad un approccio positivo. Nell’insegnare gli ostacoli sarà facile accorgersi che l’aspetto psicologico influenza notevolmente i risultati, anche se la predisposizione personale crea un notevole divario tra i ragazzi rivelandosi, da subito, uno dei parametri che farà differenza anche cronometrica. L’APPROCCIO ANALITICO Vi sono molti modi d’insegnare le stesse cose e certamente partire dai presupposti di base è un buon metodo per agevolare l’apprendimento tecnico. L’approccio analitico potrebbe sembrare una proposta didatticamente superata con le nuove generazioni e lo è se non viene articolata e ridistribuita correttamente. Si tratta quindi di spalmare nell’arco d’intervento didattico che abbiamo a disposizione (Anni scolastici) l’apprendimento dei PREREQUISITI necessari alla specialità per affrontare correttamente una disciplina tecnica complessa come le corse ad ostacoli. L’approccio analitico abbisogna di precise conoscenze tecniche, il che significa conoscere quali siano le posture ed i rapporti tra corpo ed attrezzo. I prerequisiti s’individuano nella destrezza, mobilità e flessibilità e nell’equilibrio posturale specifico . Usare correttamente i piedi, utilizzare in modo coordinato gli arti superiori e riuscire a spostarsi nei corretti tempi tra le barriere (Ritmica) costituisce il vero segreto per ottenere un gesto fluido ed efficace. Sotto il profilo programmatico è quindi indispensabile saper ridistribuire le competenze che s’intendono far acquisire ai ragazzi, affrontando l’aspetto globale (Attività specifica, test o gara) più avanti, quando gli alunni si sono “teoricamente” appropriati dei giusti presupposti e possono ottenere successo nell’affrontare la specialità. Proporre un approccio analitico significa anche fare una scelta di MENTALITA’, chiedere maggiori attenzioni, soffermarsi sui particolari e pretendere un’elevata concentrazione da parte dei nostri allievi. Contrariamente a quello globale l’attività analitica è improntata ad aspetti meno ludici e caratterizzata dal saper dare valore agli step d’apprendimento. I RIFERIMENTI PROGRAMMATICI Sapere cosa si deve insegnare per ottenere un esito positivo sotto il profilo tecnico è fondamentale e naturalmente richiede all’insegnante una maggiore attenzione. A livello scolastico dobbiamo porre obiettivi limitati ed accettare l’idea che non tutti i nostri alunni enunciano predisposizione per l’attività proposta. Insomma, dobbiamo saperci accontentare stabilendo traguardi accettabili, mai mediocri, ma anche non di scarso valore. Dobbiamo inoltre pretendere solo ciò che abbiamo insegnato. La scaletta dell’apprendimento analitico Per superare correttamente un ostacolo di media altezza serve avvalersi non solo dell’agilità ma anche essere supportati da un adeguato sostegno fisico, un buon equilibrio e una valida coordinazione. Altro discorso può essere fatto per gli ostacoli bassi perché l’attrezzo non rappresenta una vera e propria barriera e può essere superato con facilità anche da coloro che non sono in possesso dei prerequisiti. Vi è quindi una netta linea di demarcazione tecnica tra hs alti e bassi, discipline similari ma che possono tranquillamente essere considerate del tutto diverse. Insegnare partendo dall’aspetto analitico significa avere cognizione dei valori fondamentali insiti nella specialità, cioè conoscere le fasi della stessa e poter così stabilire un percorso d’apprendimento che evolve dallo statico al dinamico. Aumentando gradualmente la velocità di avanzamento è possibile portare il soggetto ad affrontare ostacoli più impegnativi (per altezza e distanza tra le barriere) nella successione degli appoggi, cioè passare da un aspetto analitico con corpo in posizione di sostegno al superamento degli hs in corsa senza incorrere in appropriazioni errate che possono condizionare i fattori prestativi. Nelle corse ad ostacoli l’apprendimento analitico abbisogna del sostegno di : MOBILITA’; EQUILIBRIO; adeguate CAPACITA’ FISICHE; E si esprime attraverso l’appropriazione di una adeguata: COORDINAZIONE SPECIFICA (Tecnica); RITMICA esecutiva tra le barriere. Possiamo quindi affermare che l’apprendimento analitico passa in secondo piano quando intendiamo proporre ostacoli molto bassi, barriere che non superano i 60 cm di altezza. Diventa fondamentale quando si approcciano ostacoli alti, dai 76 cm in su. Naturalmente dobbiamo tener conto dell’età e delle caratteristiche antropometriche dei soggetti, perché il rapporto tra l’altezza del soggetto e l’attrezzo stabilisce il passaggio di barriere basse o alte. Il lavoro analitico si pone l’obiettivo di sviluppare nel soggetto: Un’immagine corretta del gesto (passaggio dell’ostacolo); Un buon rapporto con l’attrezzo sviluppando la destrezza necessaria per affrontarlo in velocità; Le sicurezze che permettono di acquisire una certa aggressività nell’attaccare l’ostacolo. Le proposte di lavoro possono essere collocate in relazione agli aspetti tecnici e ritmici. I primi tendono fornire il soggetto dei parametri (destrezza, posizione delle parti del corpo, tempi esecutivi …) per valicare efficacemente l’ostacolo. Gli aspetti ritmici si avvicinano di più alle modalità esecutive di gara fornendo al soggetto la possibilità di esternare la sua interpretazione complessiva del gesto. Sono due ambiti intrecciati e allo stesso tempo scissi da una linea di demarcazione rappresentata dal gesto globale. Non sempre corrispondono pienamente perché nel passaggio diretto i tempi per realizzare l’azione cambiano notevolmente ed essendo più rapidi, le azioni più ampie ed i bisogni coordinativi complessi il soggetto viene messo in notevole difficoltà e spesso trova imprecisate difficoltà ad esprimere un’azione efficace. Nell’azione globale i limiti si vedono più facilmente e l’istinto risulta fondamentale. La scuola non ha però il compito di selezionare sotto il profilo prestativo, può quindi permettersi di dare maggiormente importanza alle acquisizioni ed ai miglioramenti, premiando coloro che si applicano ottenendo miglioramenti significativi. Esercitazioni di equilibrio specifico senza l’attrezzo Sostegno sul posto Flessioni / Flesso – estensioni / Rotazioni / Basculamenti Sostegno in avanzamento (RICORDA - E’ importante passare dalle esercitazioni analitiche sul posto a quelle in avanzamento) Esercitazioni di equilibrio specifico con l’attrezzo Questi esercizi possono essere effettuati con hs di altezze differenti, in passaggio laterale e quindi limitato all’uso di un solo arto, oppure affrontati centralmente e quindi superati prima con un arto e poi con l’altro. Non cambiano le modalità esecutive e neppure gli assetti, la gradualità viene mediata dal docente che deciderà l’altezza dell’attrezzo, le prassi di avanzamento e la tipologia delle esercitazioni proposte. Sostegno in avanzamento Flessioni / Flesso – estensioni / Rotazioni / Basculamenti Skip – stop ed ex in corsa skippata Le varianti esecutive in avanzamento prevedono Esercizi con sostegno e rimbalzo su un arto e attacco degli hs sia di dx che di sx Passaggio da un esercizio tecnico della corsa (Andatura) al passaggio di hs bassi sia laterale che centrale Esercizi con l’esecuzione di una sola fase dell’azione (1^ o 2^ gamba) oppure cura di un particolare tecnico; Postura di partenza e approccio analitico dell’ostacolo – L’atteggiamento dovrebbe richiamare quello del corpo posto a catena tesa in posizione skip. Le azioni fanno riferimento ad una azione degli arti inferiori che agiscono dall’alto verso il basso, pronunciato uso elastico dei piedi, postura eretta, marcato accompagnamento in oscillazione coordinata delle braccia. La ritmica dalla partenza al primo ostacolo dovrebbe richiamare i tempi e le modalità che dovranno essere effettuate tra le barriere successivamente. FASE DI APPROCCIO CON ESERCIZI DI EQUILIBRIO – DESTREZZA IN LIMITATO AVANZAMENTO – Viene insegnata al soggetto l’importanza di sostenere il proprio corpo restando in equilibrio sull’arto di appoggio – spinta avanzando grazie all’uso prevalente dei piedi. 1. CENTRALE – Fase di approccio Camminata con superamento dell’hs nel rispetto delle fasi corrette di valicamento (Ginocchio che flesso verso il petto che guida l’azione, superamento con anticipo del piede sulle altre parti del corpo, ricerca verticale del terreno da parte del piede, sostegno del corpo da parte dell’arto che ha valicato per primo l’hs (Prima gamba), passaggio di 2^ gamba con ginocchio che sale, posizione skip dopo il valicamento); 2. LATERALE A DX e poi a SX- Fase di sviluppo dell’eserciziario - Saltelli in postura – sostegno con superamento dell’hs semplificato e sempre con lo stesso arto; 3. CENTRALE - Fase di sviluppo finale dell’eserciziario Saltelli in postura facendo rimbalzare l’arto libero che tocca a terra e sale con il ginocchio verso il petto. L’hs successivo viene valicato con l’arto opposto (Lavoro multilaterale) e varianti; RICORDA! 1. Appropriandosi dei necessari requisiti il soggetto eviterà di trovare espedienti per riuscire a superare le difficoltà e difetti nello svolgere le esercitazioni ; 2. Gli esercizi analitici migliorano la destrezza ed il rapporto con l’attrezzo. E’ però necessario dare rilevanza all’avanzamento per correlare l’azione al gesto globale. L’APPROCCIO GLOBALE Al pari di quello analitico anche l’approccio globale dovrebbe essere supportato dai giusti prerequisiti. Molto spesso si usa questo metodo in modo inappropriato facendolo diventare un espediente dell’ultimo momento per selezionare quali allievi rappresenteranno la scuola alle gare. Si punta quindi sull’aspetto spontaneo e naturale per individuare chi esprime una naturale predisposizione per la specialità. Ma un percorso didattico non dovrebbe essere questo bensì una libera scelta del docente per portare i propri allievi a misurarsi con un nuovo ambito di lavoro. Potrebbe insomma rappresentare un momento di passaggio stimolante per gli allievi che dispongono di una naturale propensione e la scoprono grazie al loro insegnante di attività motoria. Noi intendiamo quindi usare questa metodologia gestendola per entusiasmare i ragazzi, predisponendoli ad una maggior disponibilità tecnica, anche sotto il profilo analitico. E’ chiaro che l’approccio globale fa correre il rischio di effettuare esperienze traumatiche (cadute ed incocci con l’attrezzo), azioni che possono bloccare alcuni alunni mettendoli sulla difensiva. L’approccio globale ha senso con classi molto giovani o prive dei supporti (dalla concentrazione ai prerequisiti). Passata l’esperienza appare impossibile progredire se non vengono introdotti elementi analitici che possano creare un’immagine del gesto e creare la destrezza per affrontare hs più alti. Progressione didattica nell’approccio globale E’ indubbio che una corretta successione delle proposte tecniche venga condizionata prima di tutto dalle capacità tecniche di corsa. Per questo motivo è utile insistere affinché i ragazzi assumano un atteggiamento posturale corretto ed affrontino l’ostacolo tenendo il busto eretto, l’avvicinamento dovrà avvenire con una impostazione della corsa “anteriore”, meglio se poggiata sulla frequenza, quindi in forma skippata. Sarà inoltre importante suggerire che l’azione venga coordinata con le braccia e che si affrontino gli ostacoli “anteriormente” senza dare preminenza al passaggio del busto. Le proposte saranno condizionate dalla ritmica, ossia dal numero dei passi eseguiti tra gli ostacoli. All’inizio andremo a proporre “riferimenti” a terra bassi e ben visibili disinteressandosi del numero di passi che gli allievi effettuano tra le barriere, l’importante è che non esprimano palesi variazioni nell’assetto della corsa; Poi saranno introdotti ostacoli over di altezze progressive (dai 10 ai 30cm). In base al gruppo classe saranno progressivamente imposte distanze che permettano l’esecuzione rapida di un numero dispari passi tra le barriere (1-3-5 …). Di norma si dispongono gli ostacoli a circa 6 mt chiedendo 3 passi intermedi (4 appoggi); Successivamente si allargherà la proposta ad un’azione che impegni il solo arto di attacco, quindi con esecuzioni laterali, trascurando volutamente il recupero della 2^ gamba. L’incremento di altezza degli ostacoli impone un passaggio didattico di tipo analitico. Appare indubbio vi sia la possibilità di portare avanti un percorso globale anche all’incrementare dell’altezza dell’ostacolo. Questa possibilità alimenta però una serie di problematiche di tipo tecnico e basa l’azione sul feedback verbale tra allenatore (Insegnante) ed atleta (alunno) che confida sulle doti del soggetto, in pratica sulle sue capacità di tradurre tecnicamente le indicazioni che gli vengono fornite dall’occhio esterno. E’ un percorso accidentato che possono permettersi in pochi e per questo viene di norma escluso dal processo didattico attuato nel contesto scolastico. Nella dispensa di supporto al corso troverete tutte le indicazioni che possono agevolare la comprensione di questa proposta. L’impostazione della lezione richiesta in questo corso sia per modalità che nei tempi concessi non permette infatti un approfondimento dei numerosi temi collegati all’argomento tecnico oggi dibattuto.