Sintesi Letteratura Ispano

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Sintesi Letteratura Ispano
A.A. 2014 – 2015
Prof.ssa Adriana Mabel Porta
1
 Verso la fine dell’Ottocento il Romanticismo, il Realismo, il Naturalismo (XIX s.):

avevano raggiunto la loro maturità e mostravano evidenti limiti: non erano più in grado di
rappresentare una società culturalmente cambiata.
 Le più importanti nazioni del continente avevano esperimentato grandi trasformazioni:

Stabilità politica, crescita economica verso l’esterno, dipendenza dalle potenze.
 Società americane:

formazione di una borghesia urbana simile a quella europea: vita sociale nei salotti,
teatro, lirica, ecc;

fortemente trasformate dal processo migratorio: problema dell’identità nazionale;

società caratterizzata da forte differenze e settori completamente esclusi dal processo di
crescita;
 1898 si conclude definitivamente la dipendenza coloniale con la Spagna: indipendenza di
Cuba, Puerto Rico e Filippine;
 La dipendenza economica e politica dall’estero cambia referente:

I legami con l’Inghilterra e la Francia vengono sostituiti con gli Stati Uniti d’America.
PRIMO MOVIMENTO LETTERARIO NATO IN ISPANOAMERICA
 DAL PUNTO di VISTA LETTERARIO: la letteratura spagnola non appare più come un
referente stimolante.
 Un gruppo di autori: volontà di effettuare un taglio netto con il passato;
si propongono come ‘moderni’: protagonisti di un tempo nuovo.
diffondo le loro idee in riviste: es. Revista de América (Messico)
 MODERNISMO: termine impiegato dalla critica letteraria per riunire questi autori che si
propongono come portatori di un nuovo movimento letterario (definizione coniata da
Rubén Darío nel 1888).
2
 Movimento complesso :

stretto legame con la realtà storica del suo tempo: modernità intesa come
contemporaneità.

atteggiamento critico verso la società borghese;

Movimento che si libera di ogni limite: in funzione del ‘nuovo’ attingono alle fonti più
svariate, come la mitologia classica, nordica, orientale; filosofie esoteriche, ecc.
 Figura d’intellettuale:

A cavallo tra due secoli: cercano di elaborare un linguaggio e una poetica radicalmente
nuova.

convivono nello stesso intellettuale diverse sfaccettature: cosmopolita e patriota.
 Cambia il rapporto con l’Europa: nuovo ruolo degli scrittori americani


Spagna: saranno i modernisti a rivitalizzate la poesia spagnola dando impulso
ai movimenti successivi;
Francia: non c’è più imitazione servile, piuttosto si raccolgono le suggestioni
dei simbolisti, parnassiani e simbolisti per trasformarle in un prodotto nuovo.
MOVIMENTO CHE CONTRIBUISCE AL CONSOLIDAMENTO DELL’IDENTITA’ PANAMERICANA.
Movimento modernista: due fasi fondamentali
1) I ‘PRECURSORI’ (tra il 1875 e il 1888):

ristretto gruppo d’autori indipendenti ma collegati delle stesse inquietudini;

Contribuiscono alla creazione di un clima culturale propizio al cambiamento.


José Asunción Silva (1865-1896), colombiano.
Manuel Gutierrez Nájera (1859-1995), messicano.

José Martí (1853-1895): Ismaelillo (1882), dedicata al figlio scomparso,
(cubano)
Versos sencillos (1891),
Versos simples (dell’80, postuma).
Nuestra América (saggio).
3
 EREDITÀ CULTURALE:
Comprendere l’innegabile influenza politica e culturale degli Stati Uniti sull’America
Latina;
Consapevolezza che solo con la progressiva unificazione e autoaffermazione il continente
americano potrà conquistare la sua indipendenza;
Ruolo dell’intellettuale compromesso con il suo tempo storico e dialoga con il suo
pubblico, Riflessione esistenziale della sua poesia.
2) MODERNISMO:

Rubén Darío
Azul (1888)
Prosas Profanas (1896)
Cantos de vida y esperanza (1905)
 Caratteristiche:

Influenza dei movimenti francesi:
- parnassianismo: ricerca della perfezione formale per raggiungere la bellezza; (idea dell’arte
per l’arte).
- simbolismo: il poeta esprime i significati profondi nascosti dietro la realtà sensibile
medianti simboli ed un linguaggio armonico e musicale.

Temi fondamentali:
-
Pessimismo vitale: coincidono con i romantici,
Esotismo e d evasione dal reale: mondi esotici, paradisi mitologici, ecc.
Cosmopolitismo: varcano i confini di produzione poetica provinciale,
Idealizzazione dell’amore e celebrazione dell’erotismo,
Sensualità: poesia che risveglia i sensi (profumi, colori, stati d’animo),
Indigenismo: ripresa del passato precolombiano come evasione dal reale.
Esaltazione dello ispano dinanzi al potere dominante degli Stati Uniti,

Trionfo dell’emozione sulla razionalità: malinconia, solitudine, ecc.

Linguaggio poetico: profondamente rinnovato
-
Arricchimento lessico: preziosismi, neologismi, esotismi, ecc.
Aggettivazione abbondante, metafore, sinestesia (sensazioni percepite da sensi
diversi), variazione metrica, simboli.
Ricerca della perfezione formale, bellezza, musicalità ed eleganza.
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José Martí, Versos Sencillos. 1891
YO SOY UN HOMBRE SINCERO...
Yo soy un hombre sincero
De donde crece la palma,
Y antes de morirme quiero
Echar mis versos del alma.
Cultivo una rosa blanca
en junio como en enero
para el amigo sincero
que me da su mano franca.
Y para el cruel que me arranca
el corazón con que vivo,
cardo ni ortiga cultivo;
cultivo la rosa blanca.
Rubén Darío (Nicaragua 1867-1916)
Sonatina (Prosas Profanas, 1896)
La princesa está triste... ¿Qué tendrá la princesa?
Los suspiros se escapan de su boca de fresa,
que ha perdido la risa, que ha perdido el color.
La princesa está pálida en su silla de oro,
está mudo el teclado de su clave sonoro,
y en un vaso, olvidada, se desmaya una flor.
Ya no quiere el palacio, ni la rueca de plata,
ni el halcón encantado, ni el bufón escarlata,
ni los cisnes unánimes en el lago de azur.
Y están tristes las flores por la flor de la corte,
los jazmines de Oriente, los nelumbos del Norte,
de Occidente las dalias y las rosas del Sur.
El jardín puebla el triunfo de los pavos reales.
Parlanchina, la dueña dice cosas banales,
y vestido de rojo piruetea el bufón.
La princesa no ríe, la princesa no siente;
la princesa persigue por el cielo de Oriente
la libélula vaga de una vaga ilusión.
¡Pobrecita princesa de los ojos azules!
Está presa en sus oros, está presa en sus tules,
en la jaula de mármol del palacio real;
el palacio soberbio que vigilan los guardas,
que custodian cien negros con sus cien alabardas,
un lebrel que no duerme y un dragón colosal.
¿Piensa, acaso, en el príncipe de Golconda o de China,
o en el que ha detenido su carroza argentina
para ver de sus ojos la dulzura de luz?
¿O en el rey de las islas de las rosas fragantes,
o en el que es soberano de los claros diamantes,
o en el dueño orgulloso de las perlas de Ormuz?
¡Oh, quién fuera hipsipila que dejó la crisálida!
(La princesa está triste. La princesa está pálida.)
¡Oh visión adorada de oro, rosa y marfil!
¡Quién volara a la tierra donde un príncipe existe,
(La princesa está pálida. La princesa está triste.)
más brillante que el alba, más hermoso que abril!
¡Ay!, la pobre princesa de la boca de rosa
quiere ser golondrina, quiere ser mariposa,
tener alas ligeras, bajo el cielo volar;
ir al sol por la escala luminosa de un rayo,
saludar a los lirios con los versos de mayo
o perderse en el viento sobre el trueno del mar.
-«Calla, calla, princesa -dice el hada madrina-;
en caballo, con alas, hacia acá se encamina,
en el cinto la espada y en la mano el azor,
el feliz caballero que te adora sin verte,
y que llega de lejos, vencedor de la Muerte,
a encenderte los labios con un beso de amor».
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Ispano America effettua il suo ingresso nel XX sec. senza aver risolto questioni fondamentali:
 Regimi dittatoriali: “caudillos” che accedono al potere mediante l’uso della forza o delle urne,
dando inizio ad uno stile governativo personalista e autoritario.
 Ineguale distribuzione della ricchezza: società che presenta forti diseguaglianze sociali e settori
marginali, specialmente nelle zone con popolazione aborigena e negra.
 Ingiusta appropriazione e distribuzione della terra: in mano di latifondisti (dal XIX s.) e alle
compagni straniere che controllano la produzione e commercializzazione delle ricchezze
nazionali (es. United Fruit Company, controllerà l’area economica dei caraibi al punto di
convertirsi in uno ‘stato dentro dello stato’; possedendo reti di comunicazione, flotte, ecc).
 Imperialismo americano: Centro America è la zona che più ha sofferto l’ingerenza :

Interventi economici: grandi compagnie straniere che hanno in mano la produzione e
commercializzazione delle ricchezze nazionali (es. la United Fruit Company, controllerà l’area
economica del caraibi al punto di convertirsi in uno ‘stato dentro dello stato’, possedendo
ferrovie, rete di comunicazione, flotte, ecc).

Interventi politici e militari: effettuando pressione economica sui governi, corrompendo forze
politiche nazionali, realizzando interventi armati, sovvenzionando guerriglie, appoggiando
governi dittatoriali, ecc, sempre in nome della pace e la libertà dei popoli.
Interventi culturali: globalizzazione culturale (costume, abitudini alimentari, usi linguistici),
mediante campagne di pubblicità massicce che identificano un modo di vivere nazionale con uno
stile ‘universale’.
Caratteristiche:
Il XX secolo presenta una ricca varietà letteraria. Raggiunge un indiscusso prestigio
internazionale con scrittori ‘nobel’ creatori di nuovi sistemi letterari. Se distinguono tre grandi
periodi:
1) PRIMA FASE: dagli inizi del novecento fino agli anni quaranta.
Poesia:
 Lirica postmodernista
 avanguardie poetiche
Prosa: romanzo


regionalista (regionalismo)
di tematica indianista (indigenismo)
2) SECONDA FASE: dagli anni quaranta ai settanta.
 Letteratura fantastica
 Il Boom degli anni 60’.
3) TERZA FASE: dagli anni ottanta ad oggi.
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 Raggiunge un pubblico internazionale: primi romanzi latino-americani tradotti in
Europa e negli Stati Uniti.
 Strumento di conoscenza diretta di zone lontane: narrativa realista di tematica locale.
 Prima Guerra Mondiale (1914-1918): rappresentò il segnale del declino europeo.
 RIVOLUZIONE MESSICANA (Emiliano Zapata): ebbe un forte impatto mondiale.
-
Causa: malessere sociale delle masse sfruttate ed escluse (contadini e
aborigeni).
Per le sue caratteristiche: trova corrispondenza nella Rivoluzione Russa del
1917.
Importanti conseguenze culturali: il ‘tipo messicano’ cambiò da un modello
europeizzato bianco ad un tipo oscuro di tratti indiani.
 INTELLETTUALI:
-
consapevoli del declino europeo volgono lo sguardo verso la realtà americana: le sue
rivendicazioni sociali appaiono come un fermento positivo ante il conflitto bellico
mondiale.
-
Intuiscono che la diversità etnica e la natura del continente americano avevano
bisogno di strumenti letterari appropriati per essere colte in pieno.

Considerano la letteratura come uno strumento di conoscenza ed integrazione
nazionale di zone e popolazioni emarginate. Pero ciò, concentrano la loro attenzione
nei fermenti sociali del cambiamento (contadini e lavoratori), i componenti più umili
della società.

Dal punto di vista linguistico: opportunità unica per presentare le VARIANTI REGIONALI
DELLO SPAGNOLO d’AMERICA.
LETTERATURA REGIONALE: canale preferenziale per denunciare l’ingiustizia sociale e
descrivere i ricchi scenari naturali del continente americano.
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
È ritenuto il padre del ‘cuento’ (racconto breve) moderno e il primo ad introdurre la
selva nella letteratura Ispano-americana.

Natura: è la grande protagonista dei suoi racconti dove se intrecciano passioni,
sofferenza, tenerezza e morte.

Tra le raccolte più importanti:
o
Cuentos de amor de locura y de muerte (1917):
-
Titolo privo di virgole, a dimostrazione della stretta unione tra gli elementi.
-
Tema centrale: il fascino e l’orrore della morte, quasi sempre presentata in maniera
incidentale o patetica, e mai accettata con passività.
-
le storie raccontano la tenace volontà di sopravivenza dell’uomo che se resiste e lotta
tenacemente fino l’ultimo respiro. Le cause che la provocano sono a volte irrisorie: il filo
di machete, punture di insetti o morsi di animali velenosi, febbri di palude, disastri
naturali, la natura che provoca tragedie in famiglia, ecc.
-
Protagonisti: antieroi che finiscono per patire la forza della natura. Si tratta di
avventurieri che fuggono dalle città e cercano una vita più autentica nel verde della
selva, ma periscono indifesi in quanto mancano di dimestichezza ed esperienza in un
mondo molto diverso dal proprio.
Cuentos de la selva (1918): racconti infantili ispirati a quelli che narrava ai suoi figli.
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CUENTOS DE AMOR, DE LOCURA Y DE MUERTE
Horacio Quiroga
A LA DERIVA
El hombre pisó algo blanduzco, y enseguida sintió la mordedura en el pie.
Saltó adelante, y al volverse con un juramento vio una yararacusú que arrollada sobre sí misma,
esperaba otro ataque.
El hombre echó una veloz ojeada a su pie, donde dos gotitas de sangre engrosaban
dificultosamente, y sacó sangre el machete de la cintura. La víbora vio la amenaza, y hundió más la
cabeza en el centro mismo de su espiral; pero el machete cayó de lomo, dislocándole las
vértebras.
El hombre se bajó hasta la mordedura, quitó las gotitas de sangre, y durante un instante
contemplo. Un dolor agudo nacía de los dos puntitos violeta, y comenzaba a invadir todo el pie.
Apresuradamente se ligó el tobillo con su pañuelo, y siguió por la picada hacia su rancho.
El dolor en el pie aumentaba, con sensación de tirante abultamiento, y de pronto el hombre sintió
dos o tres fulgurantes puntadas que como relámpagos habían irradiado desde la herida hasta la
mitad de la pantorrilla. Movía la pierna con dificultad; una metálica sequedad de garganta,
seguida de sed quemante, le arrancó un nuevo juramento.
Llegó por fin al rancho, y se echó de brazos sobre la rueda de un trapiche.
Los dos puntitos violetas desaparecían ahora en la monstruosa hinchazón del pie entero. La piel
parecía adelgazada y a punto de ceder, de tensa. El hombre quiso llamar a su mujer, y la voz se
quebró en un ronco arrastre de garganta reseca. La sed lo devoraba.
–¡Dorotea! –alcanzó a lanzar en un estertor–. ¡Dame caña!
Su mujer corrió con un vaso lleno, que el hombre sorbió en tres tragos. Pero no había sentido
gusto alguno.
–¡Te pedí caña, no agua! –rugió de nuevo–. ¡Dame caña!
–¡Pero es caña, Paulino! –protestó la mujer espantada.
–¡No, me diste agua! ¡Quiero caña, te digo!
La mujer corrió otra vez, volviendo con la damajuana. El hombre tragó uno tras otro dos vasos,
pero no sintió nada en la garganta.
–Bueno; esto se pone feo... –murmuró entonces, mirando su pie lívido y ya con lustre gangrenoso.
Sobre la honda ligadura del pañuelo, la carne desbordaba como una monstruosa morcilla.
Los dolores fulgurantes se sucedían en continuos relampagueos, y llegaban ahora a la ingle. La
atroz sequedad de garganta que el aliento parecía caldear más, aumentaba a la par. Cuando
pretendió incorporarse, un fulminante vómito lo mantuvo medio minuto con la frente apoyada en
la rueda de palo.
Pero el hombre no quería morir, y descendiendo hasta la costa subió a su canoa. Sentóse en la
popa y comenzó a palear hasta el centro del Paraná. Allí la corriente del río, que en las
inmediaciones del Iguazú corre seis millas, lo llevaría antes de cinco horas a Tacurú–Pucú.
El hombre, con sombría energía, pudo efectivamente llegar hasta el medio del río; pero allí sus
manos dormidas dejaron caer la pala en la canoa, y tras un nuevo vómito –de sangre esta vez–,
dirigió una mirada al sol que ya trasponía el monte.
La pierna entera, hasta medio muslo, era ya un bloque deforme y durísimo que reventaba la ropa.
El hombre cortó la ligadura y abrió el pantalón con su cuchillo: el bajo vientre desbordó hinchado,
con grandes manchas lívidas y terriblemente doloroso. El hombre pensó que no podría jamás
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llegar él solo a Tacurú–Pucú, y se decidió a pedir ayuda a su compadre Alves, aunque hacía mucho
tiempo que estaban disgustados.
La corriente del río se precipitaba ahora hacia la costa brasileña, y el hombre pudo fácilmente
atracar. Se arrastró por la picada en cuesta arriba, pero a los veinte metros, exhausto, quedó
tendido de pecho.
–¡Alves! –gritó con cuanta fuerza pudo; y prestó oído en vano.
–¡Compadre Alves! ¡No me niegue este favor! –clamó de nuevo, alzando la cabeza del suelo. En el
silencio de la selva no se oyó un solo rumor. El hombre tuvo aún valor para llegar hasta su canoa, y
la corriente, cogiéndola de nuevo, la llevó velozmente a la deriva. El Paraná corre allí en el fondo
de una inmensa hoya, cuyas paredes, altas de cien metros, encajonan fúnebremente el río. Desde
las orillas bordeadas de negros bloques de basalto asciende el bosque, negro también. Adelante, a
los costados, detrás, siempre la eterna muralla lúgubre, en cuyo fondo el río arremolinado se
precipita en incesantes borbollones de agua fangosa. El paisaje es agresivo, y reina en él un
silencio de muerte. Al atardecer, sin embargo, su belleza sombría y calma cobra una majestad
única.
El sol había caído ya cuando el hombre, semitendido en el fondo de la canoa, tuvo un violento
escalofrío. Y de pronto, con asombro, enderezó pesadamente la cabeza: se sentía mejor. La pierna
le dolía apenas, la sed disminuía, y su pecho, libre ya, se abría en lenta inspiración.
El veneno comenzaba a irse, no había duda. Se hallaba casi bien, y aunque no tenía fuerzas para
mover la mano, contaba con la caída del rocío para reponerse del todo. Calculó que antes de tres
horas estaría en Tacurú–Pucú.
El bienestar avanzaba y con él una somnolencia llena de recuerdos. No sentía ya nada ni en la
pierna ni en el vientre. ¿Viviría aún su compadre Gaona en Tacurú–Pucú? Acaso viera también a su
ex patrón, míster Dougald, y al recibidor del obraje.
¿Llegaría pronto? El cielo, al poniente, se abría ahora en pantalla de oro, y el río se había
coloreado también. Desde la costa paraguaya, ya entenebrecida, el monte dejaba caer sobre el río
su frescura crepuscular, en penetrantes efluvios de azahar y miel silvestre. Una pareja de
guacamayos cruzó muy alto y en silencio hacia el Paraguay.
Allá abajo, sobre el río de oro, la canoa derivaba velozmente, girando a ratos sobre sí misma ante
el borbollón de un remolino. El hombre que iba en ella se sentía cada vez mejor, y pensaba
entretanto en el tiempo justo que había pasado sin ver a su ex patrón Dougald. ¿Tres años? Tal
vez no, no tanto. ¿Dos años y nueve meses? Acaso. ¿Ocho meses y medio? Eso sí, seguramente.
De pronto sintió que estaba helado hasta el pecho. ¿Qué sería? Y la respiración...
Al recibidor de maderas de míster Dougald, Lorenzo Cubilla, lo había conocido en Puerto
Esperanza un viernes santo... ¿Viernes? Sí, o jueves...
El hombre estiró lentamente los dedos de la mano.
–Un jueves...
Y cesó de respirar.
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 la situazione dei popoli originari restò invariata dopo l’indipendenza: acculturazione,
marginalità, isolamento, sfruttamento, perdita delle loro terre e diritti (inesistenti nelle
costituzioni nazionali).
 Conformeranno quella enorme massa di indigenti disoccupati, migranti alla ricerca di un
lavoro, vittime di abusi, dell’alcool, sfruttati in lavori mal remunerati.
=> dopo la Rivoluzione, le radici della cultura messicana non furono più ricercate nella
tradizione europea, ma in quella precolombiana: grandi ‘muralisti’ ricoprirono gli edifici pubblici
raffigurando i volti dei loro antenati aborigeni, riproducendo usi, costumi, personaggi famosi.
I murales di Diego Rivera, riproducono lungo le mura del palazzo di governo di Città del Messico
la storia dagli aztechi al presente, introducendo per prima volta nell’iconografia messicana,
fondamentali tratti di storia cancellata dalla versione ufficiale ottocentesca.
 Letteratura: Il racconto indianista ‘indigenista’

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Agli inizi del XX secolo, un gruppo di narratori fanno di queste problematiche l’asse
tematico delle loro storie, denunciando i soprusi e le ingiustizie che continuano a
soffrire.
Problema: produzione scritta da soggetti che non appartengono al mondo che
descrivono provocando conseguenze dannose.
Tuttavia, il romanzo indianista attraversa diverse fasi che vanno dalla semplice
esposizione del disumano trattamento riservato agli indiani fino al serio tentativo
di comprendere la loro mentalità attraverso lo studio della mitologia, dei racconti
orali, delle leggende.
molti di questi autori faranno della ‘questione indianista’ l’oggetto principale delle
loro battaglie.
 Caratteristiche del romanzo indianista:



Scontro tra due mondi irreconciliabili: uno primitivo, pacifico e oppresso (con il quale se
identifica l’autore); ed un altro violento, opprimente e sfruttatore.
Argomenti ricorrenti: lo stato di sofferenza della comunità, la loro ribellione, la
repressione dei potenti e la sconfitta dei vinti.
Presenza del personaggio collettivo o del personaggio archetipico che rappresenta ad
un gruppo sociale: gli aborigeni, i padroni, le forze dell’ordine, la Chiesa, ecc.
 Autore più importante: José María Arguedas (1911-1969)

•
figlio di una avvocato che difendeva i diritti delle aborigeni peruviani, trascorse lunghi
periodi vivendo nelle comunità. Imparò prima il quechua che lo spagnolo, diventando un
esperto della musica, del canto e dei loro costumi. Scelta linguistica interessante:
introdusse espressioni linguistiche del quechua su una base di spagnolo sgrammaticato.
Opere principali: Yaguar Fiesta (1940) racconta l’espulsione di un gruppo di aborigeni
dalle terre comunitarie, Todas las sangres (1954), Los ríos profundos (1958).
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Verso i primi dell’ 900, il Modernismo perde impulso: con la crisi mondiale la ricerca assoluta
della bellezza e l’idea dell’arte per l’arte, diventano motivi futili. La poesia si sdoppia in due gradi
filoni: il postmodernismo ed l’avanguardismo.
Le AVANGUARDIE POETICHE.

Parallela all’esperienza postmodernista, un’altra poetica dava voce alla realtà urbana.

Il progresso del mondo moderno con lo sviluppo delle comunicazioni (telegrafo,
telefono), la comparsa dei nuovi mezzi di trasporti (macchine, locomotive, aeroplani,
motociclette, transatlantici), la nascita del terziario (lavoro in ufficio), lo sviluppo della
fotografia e del cinema, il consolidamento del modello di vita urbano con i suoi caffè,
sobborghi, spazi di socialità; avevano trasformato il paesaggio imprimendo una evidente
accelerazione dei ritmi di vita.

In Europa, la ricerca di nuovi modelli espressivi in grado di esprimere le trasformazioni
avvenute sfociarono nei movimenti d’avanguardia:
Futurismo (Italia, Marinetti): introdussero la ‘tecnologia’ nella poesia e la pittura.
Dadaismo (Svizzera, Parigi): qualunque oggetto può essere visto come opera d’arte, come
poesie fatte con suoni, oggetti comuni esposti in gallerie d’arte, ecc.
Cubismo (Picasso, Spagna): dipingono gli oggetti come le immaginavano e non come li
vedevano; come nel reale, tentarono di riprodurre la simultaneità nell’arte; collage;
forme astratte.
Creacionismo (Spagna): il poeta rinuncia a riflettere il reale liberando le forme, le parole, il
senso, lasciando spazio al predominio dell’invenzione, dell’originalità.
Ultraísmo: movimento composto da poeti spagnoli e americani che adattano le tecniche
avanguardiste europee alla loro sensibilità. In esso partecipano i poeti della generazione
del’27, l’argentino Jorge Luis Borges, Huidobro.
Surrealismo (Spagna, Francia): influenza più duratura sulla poesia ispano-americana.
Poesia dove il sogno,l’immaginazione, la spontaneità e l’inconscio prendevano il
sopravento alla logica e la ragione (dimostratesi insufficienti all’uomo).
Importanza della psicologia (scoperta dell’inconscio) e dalle nuove tecniche cinematografiche in
grado di superare gli schemi lineari (il flashback, la simultaneità, i segnali visivi al posto delle
parole, ecc.

Centri dell’avanguardia: Messico, Buenos Aires, Cuba.

Poeti più significativi: Vicente Huidobro (1893-1948, cileno); César Vallejo (1892-1938,
peruano); Octavio Paz (1914-1998, messicano); Pablo Neruda (1904-1973, cileno)
12

Trascorse la su infanzia in mezzo a una natura selvaggia in un insediamento
pionieristico nel sud del Cile (rimase sempre in lui il ricordo opprimente della frontiera).

Il trasferimento a Santiago rappresentò per il giovane poeta un forte stimolo alla
creazione artistica; ma il passaggio dalla piccola comunità alla capitale non fu facile. La poesia
si convertì in un mezzo di superamento dell’isolamento e la solitudine personale diventando un
tutto inscindibile (appartengono a questo periodo Veinte poemas de amor…, 1924).

In quanto al rapporto con i movimenti poetici del suo tempo: sebbene conoscesse molto
bene i movimenti d’avanguardia e si riscontrino in lui influenze del surrealismo, la sua
poesia è frutto del suo personalissimo stile.

La sua opera
Di netto carattere autobiografico, impatta per l’estensione, la varietà di argomenti, la
diversità di toni e di linguaggi. Tra le sue preoccupazioni principali emergono:
 La passione amorosa: declamata in molteplici forme nei suoi Veinte poemas de amor y
una canción desesperada, (1924). L’esaltazione della donna, l’angoscia, l’amarezza, la
disperazione, il ricordo, l’assenza, l’erotismo, vengono raccontati in un linguaggio semplice
ma elevato, ricco di immagini, dove la natura (cielo, terra, mare, aria), i sentimenti e la
figura femminile confluiscono in una simbiosi sensoriale unica.
- Costituiscono il primo esempio moderno di poesie d’amore in America Latina che rompe
con i cliché dei romantici e modernisti.
 Le preoccupazioni esistenziali: temi come la morte, il tempo, la solitudine, il disincanto;
evidenti in Residencia en la tierra (1937).
 Il suo pensiero politico: riscontrabili in opere come España en el corazón (1937), dove si
schiera apertamente con la Repubblica condannando la dittatura franchista.
 Il suo amore verso il continente americano: Canto General (1950) esalta la bellezza della
natura, il carattere dei suoi abitanti, la peculiarità della sua storia, auspicandosi il trionfo
della giustizia e l’eguaglianza.
 La sua attrazione per il quotidiano: le cose semplici come le cipolle, l’aria, ecc.; Odas
elementales (1956).
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Pablo Neruda
Veinte poemas de amor y una canción desesperada
Poema 19
NIÑA morena y ágil, el sol que hace las frutas,
el que cuaja los trigos, el que tuerce las algas,
hizo tu cuerpo alegre, tus luminosos ojos
y tu boca que tiene la sonrisa del agua.
Un sol negro y ansioso se te arrolla en las hebras
de la negra melena, cuando estiras los brazos.
Tú juegas con el sol como con un estero
y él te deja en los ojos dos oscuros remansos.
Niña morena y ágil, nada hacia ti me acerca.
Todo de ti me aleja, como del mediodía.
Eres la delirante juventud de la abeja,
la embriaguez de la ola, la fuerza de la espiga.
Mi corazón sombrío te busca, sin embargo,
y amo tu cuerpo alegre, tu voz suelta y delgada.
Mariposa morena dulce y definitiva,
como el trigal y el sol, la amapola y el agua.
Poema 20
PUEDO escribir los versos más tristes esta noche.
Escribir, por ejemplo: " La noche está estrellada,
y tiritan, azules, los astros, a lo lejos".
El viento de la noche gira en el cielo y canta.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Yo la quise, y a veces ella también me quiso.
En las noches como ésta la tuve entre mis brazos.
La besé tantas veces bajo el cielo infinito.
Ella me quiso, a veces yo también la quería.
Cómo no haber amado sus grandes ojos fijos.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Pensar que no la tengo. Sentir que la he perdido.
Oír la noche inmensa, más inmensa sin ella.
Y el verso cae al alma como pasto el rocío.
Qué importa que mi amor no pudiera guardarla.
La noche está estrellada y ella no está conmigo.
Eso es todo. A lo lejos alguien canta. A lo lejos.
Mi alma no se contenta con haberla perdido.
Como para acercarla mi mirada la busca.
Mi corazón la busca, y ella no está conmigo.
La misma noche que hace blanquear los mismos árboles.
Nosotros, los de entonces, ya no somos los mismos.
Ya no la quiero, es cierto, pero cuánto la quise.
Mi voz buscaba el viento para tocar su oído.
14
De otro. Será de otro. Como antes de mis besos.
Su voz, su cuerpo claro. Sus ojos infinitos.
Ya no la quiero, es cierto, pero tal vez la quiero.
Es tan corto el amor, y es tan largo el olvido.
Porque en noches como ésta la tuve entre mis brazos,
mi alma no se contenta con haberla perdido.
Aunque éste sea el último dolor que ella me causa,
y éstos sean los últimos versos que yo le escribo.
15
 I romanzieri degli anni ’20: immersi in un clima di speranza ed euforia rivoluzionaria, si
concentrano sull’esplorazione della realtà latino-americana o il perseguimento della
giustizia sociale.
 Gli anni ‘30: oltre alla depressione economica, in molti paesi se instaurano regimi
autoritari e repressivi (dittature militari) che si alternano in forma ciclica ai brevi spazi di
vita democratica (fondata su partiti politici di netto taglio personalista), tendenza che dura
tutto l’arco del secolo.
 Romanzieri: cessarono di partecipare attivamente alla vita politica e canalizzarono la loro
ansia di rinnovamento sulla tecnica letteraria.
 Buenos Aires svolse un ruolo fondamentale in questa evoluzione poiché era la città
latinoamericana meno legata al passato coloniale e più aperta e sensibile alle novità:

A differenza degli scrittori peruviani o messicani che mantenevano un rapporto di
continuità con la loro tradizione aborigena, gli scrittori ‘porteños’ (abitanti della cittàporto), figli da quelle trasformazioni che avevano tagliato i ponti con il passato
nazionale, dovettero affrontare il rinnovamento volgendo il loro sguardo verso il
futuro.

Buenos Aires offriva uno scenario peculiare: città cosmopolita con grandi palazzetti
alla francese o all’inglese; quartieri di classe media e d’immigranti (‘la Boca’) e
periferie dove si balla il tango e si parla una lingua propria, il lunfardo.

Intensa vita culturale a base di circoli, polemiche letterarie, riviste di diverso livello
(divulgazione per un pubblico minore e di avanguardia per introdurre le novità
europee, come Martín Fierro, Proa, Prisma, ecc ).
 La nuova narrativa rimodella forme e contenuti applicando:



i procedimenti tecnici dei grandi romanzieri europei e americani: Proust, Kafka,
Joyce, Sartre;
Le novità estetiche del Modernismo;
L’analisi della personalità offerto dal Surrealismo.
 Se la conosce come: LETTERATURA FANTASTICA
Caratteristiche:


Urbanizzazione degli spazi e universalizzazione della tematica: la città rimpiazza i
grandi paesaggi e si privilegiano i conflitti intimisti (i sogni, il passo del tempo,
l’introspezione o indagine individuale nel proprio “io”, ecc.).
Si perdono i punti di riferimento con il reale: tempi scollegati dalla sequenza storica e
luoghi mitologici.
16

Sviluppo narrativo interrotto da rotture temporali e monologhi interiori.

Polifonia testuale: sostituzione del narratore unico o onnisciente per diverse voci che
offrono diversi punti di vista.

Complicità del lettore: da soggetto passivo a complice che collabora nella ricostruzione
della trama al collegare logicamente i diversi pezzi che la compongono dandole un
senso.
Cura del linguaggio: evidente nel ritmo della prosa, l’uso d’immagini, ecc.

 Autori più importanti: Jorge Luis Borges (1899-1986, argentino); Adolfo Bioy Casares
(1914-1999, argentino); Roberto Arlt (1900-1942, argentino) .
 Nacque nel seno di una famiglia benestante. Ricevete sin dal primo momento
un’educazione bilingue. Parte in viaggio per l’Europa con la famiglia e si ferma in Svizzera.
Il soggiorno educativo a Ginevra fu determinante: lì si plasmano la sua visione liberale
dello stato democratico, il suo amore per la libertà, il pluralismo ed il cosmopolitismo.
Impara latino e francese, legge Voltaire, Hugo, Flaubert, Baudelaire, Stevenson, Carlyle,
Mark Twain; studia teologia, filosofia, storia, etc.


dopo il 1918 andò a vivere in Spagna dove si unì al movimento ultraista e pubblicò le
prime poesie.
Ritornò a Buenos Aires nel 1921: contribuì alla fondazione e allo sviluppo di riviste
letterarie (Martín Fierro, Proa, Prisma, ecc.), dove pubblicò alcune raccolte di poesie.
Dovette riscoprire la sua città, la quale diventò il vero centro della sua opera.
 Opere

Poesia: genere amato e coltivato nell’arco di tutta la sua produzione letteraria. Es.
Fervor de Buenos Aires (1923); Poemas, 1943, 1954, 1958 ; Obra Poética 1964, 1978;
El hacedor 1960, miscellanea; ecc.

Saggio: per molti anni rappresentò il principale veicolo d’espressione nell’attesa di
trovare il genere letterario che più si addiceva al suo genio. I temi presi in
considerazione erano le religioni poco comuni, i culti esoterici, le teorie filosofiche, o
le teorie del tempo ciclico.

Historia universal de la infamia, 1935: una raccolta di racconti che rappresentò un
tentativo di superamento del saggio verso una narrativa più compiuta.

Prosa: raggiunse la fama con il racconto breve Ficciones (1944); El Aleph (1949).
17
 Verso il 1930, l’impronta ultraista regredisce e le sue opere raggiungono lo stile
che lo caratterizza:

prosa agile, brillante e profonda: precisione, sottile ironia, dominio personalizzato del
genere.

Comparsa degli elementi costitutivi della sua visione poetica:

il mondo come invenzione personale: tutto è pura illusione e apparenza
(influenza filosofica di Hume, Locke, Berkeley, della filosofia idealista ed
esoteriche);

l’esercizio razionale svincolato dalla ricerca della verità e teso verso la disinteressata.

speculazione (la bellezza degli argomenti, l’arte di convincere con argomenti fallaci);

Il gusto per i simboli, i miti e le allegorie: (labirinti, fiumi, sogni, libri…) tra i quali lo
specchio ha un ruolo centrale (concetto chiave e ossessivo in lui, giacché ritiene che
siamo mere immagini, che il nostro tempo e spazio possono duplicarsi, che tutto se
ripete infinitamente).

assenza di argomenti comuni ad altri scrittori: la donna, l’amore, il sesso, la vita
quotidiana, la natura, ecc.; cedono il passo alla filosofia ed altre problematiche
intellettuali.

Visse la sua cecità come un dono per il raggiungimento della luce interiore:
molte opere gli detta.
Ficciones (Finzioni):
-
-
-
-
-
Può assumere la forma di un racconto poliziesco, di un brano di critica letteraria o di
ricerca storica, la descrizione di un luogo immaginario, di una eresia o di una
controversia.
L’intera impalcatura della trama poggia su annotazioni e citazioni documentate che le
conferiscono un’aria di probabilità, rendendo la storia fantastica ma allo stesso tempo,
possibile.
L’obiettivo è riflettere sugli aspetti razionali dell’essere umano: la pazzia presente
all’interno della realtà.
Tecnica: lo scrittore si limita a presentare i suoi personaggi immersi in una situazione
ipotetica, la quale a sua volta presenta un’analogia con i problemi intellettuali che gli
uomini stessi si sono posti
Es. un tema ricorrente è quello dell’uomo caduto nella sua stessa trappola: pensando di
agire liberamente, egli costruisce una gabbia in cui finirà per cadere lui stesso.
La muerte y la brújula: storia di un detective che indaga su una serie di delitti, che come
si rende subito conto, seguono un disegno stabilito (stesso luogo, stessa data). Così,
riesce a calcolare esattamente dove e quando avverrà il quarto. Ma senza volerlo, si è
costruito la propria trappola mortale, poiché quando si reca sul luogo si rende conto che
l’assassino aveva costruito questo meccanismo al solo scopo di ucciderlo.
Elementi ricorrenti: labirinti, specchi, analogie, doppioni, ecc.
El Aleph: è la prima lettera dell’alfabeto ebraico e si impiega in matematica per
rappresentare l’infinito. Raccolta di storie brevi unite da un filo tematico comune: il
problema dell’immortalità. Tra i racconti: La casa de Asterión.
18
Jorge Luis Borges
(1899–1986)
LA CASA DE ASTERIÓN
(El Aleph (1949)
Y la reina dio a luz un hijo que se llamó Asterión.
APOLODORO: Biblioteca, III, I.
SÉ QUE ME acusan de soberbia, y tal vez de misantropía, y tal vez de locura. Tales
acusaciones (que yo castigaré a su debido tiempo) son irrisorias. Es verdad que no salgo de mi
casa, pero también es verdad que sus puertas (cuyo número es infinito)[1] están abiertas día
y noche a los hombres y también a los animales. Que entre el que quiera. No hallará pompas
mujeriles aqui ni el bizarro aparato de los palacios pero si la quietud y la soledad. Asimismo
hallará una casa como no hay otra en la faz de la tierra. (Mienten los que declaran que en
egipto hay una parecida). Hasta mis detractores admiten que no hay un solo mueble en la
casa. Otra especie ridicula es que yo, Asterión, soy un prisionero. ¿Repetiré que no hay una
puerta cerrada, anadiré que no hay una cerradura? Por lo demás, algún atardecer he pisado
la calle; si antes de la noche volví, lo hice por el temor que me infundieron las caras de la
plebe, caras descoloridas y aplanadas, como la mano abierta. Ya se había puesto el sol, pero
el desvalido llanto de un niño y las toscas plegarias de la grey dijeron que me habían
reconocido. La gente oraba, huía, se posternaba; unos se encaramaban al estilóbato del
templo de las Hachas, otros juntaban piedras. Alguno, creo, se ocultó en el mar. no en vano
fue una reina mi madre; no puedo confundirme con el vulgo, aunque mi modestia lo quiera.
El hecho es que soy único. No me interesa lo que un hombre pueda trasmitir a otros
hombres; como el filósofo, pienso que nada es comunicable por el arte de la escritura. Las
enojosas y triviales minucias no tienen cabida en mi espiritu, que está capacitado para lo
grande; jamás he retenido la diferencia entre una letra y otra. Cierta impaciencia generosa no
ha consentido que yo aprendiera a leer. A veces lo deploro, porque las noches y los días son
largos.
Claro que no me faltan distracciones. Semejante al carnero que va a embestir, corro por las
galerías de piedra hasta rodar al suelo, mareado. Me agazapo a la sombra de un aljibe o a la
vuelta de un corredor y juego a que me buscan. Hay azoteas desde las que me dejo caer,
hasta ensangrentarme. A cualquier hora puedo jugar a estar dormido, con los ojos cerrados y
la respiración poderosa. (A veces me duremo realmente, a veces ha cambiado el color del día
cuando he abierto los ojos). Pero de tantos juegos el que prefiero es el de otro Asterión. Finjo
que viene a visitarme y que yo le muestro la casa. Con grandes reverencias le digo: Ahora
volvemos a la encrucijada anterior o Ahora desembocaremos en otro patio o bien decía yo
19
que te gustaría la canalta o Ahora verás una cisterna que se llenó de arena o Ya verás como el
sótano se bifurca. A veces me equivoco y nos reimos buenamente los dos.
No sólo he imaginado esos juegos; también he meditado sobre la casa. todas las partes
de la casa están muchas veces, cualquier lugar es otro lugar. No hay un aljibe, un patio, un
abrevadero, un pesebre; son catorce [son infinitos] los pesebres, abrevaderos, patios, aljibes.
La casa es del tamaño del mundo; mejor dicho, es el mundo. Sin embargo, a fuerza de fatigar
patios con un aljibe y polvorientas galerías de piedra gris he alcanzado la calle y he visto el
templo de las Hachas y el mar. Eso no lo entendí hasta que una visión de la noche me reveló
que también son catorce [son infinitos] los mares y los templos. Todo está muchas veces,
catorce veces, pero dos cosas hay en el mundo que parecen estar una sola vez: arriba, el
intrincado sol; abajo, asterión. quizá yo he creado las estrellas y el sol la enorme casa, pero ya
no me acuerdo.
Cada nueve años entran en la casa nueve hombres para que yo los libere de todo mal.
Oigo sus pasos o su voz en el fondo de las galerías de piedra y corro alegremente a buscarlos.
La cremonia dura pocos minutos. uno tras otro caen sin que yo me ensangrinte las manos.
Donde cayeron, quedan, y los cadaveres ayudan a distinguir una galería de las otras. Ignoro
quiénes son, pero sé que uno de ellos profetizó, en la hora de su muerte, que alguna vez
llgaría mi redentor. desde entonces no me duele la soledad, porque sé que vive mi redentor y
al fin se levantará sobre el polvo. Si mo oído alcanza todos los rumores del mundo, yo
percibiría sus pasos. Ojalá me lleve a un lugar con menos galerías y menos puertas. ¿Como
será mi redentor?, me pregunto. ¿Será un toro o un hombre? ¿Será tal vez un toro con cara
de hombre? ¿O será como yo?
El sol de la mañana reverberó en la espada de bronce. Ya no quedaba ni un vestigio de
sangre.
—¿Lo creerás, Ariadna? —dijo Teseo—. El minotauro apenas se defendió.
A Marta Mosquera Eastman
20
Julio Cortázar (1914 – 1984)
Figlio di un diplomatico argentino, nacque a Bruxelles nel 1914. Dopo la Prima Guerra
Mondiale, la famiglia ritornò a Buenos Aires e andò a vivere in un quartiere periferico
dove trascorse la sua infanzia e adolescenza. Abbandonò i suoi studi universitari per
dedicarsi alla docenza in un liceo. Sono anni consacrati alla lettura -in varie lingue-,
scrittura, ma senza ancora aver trovato una sua identità.

Il 1951 sarà un anno decisivo: contrario alla politica peronista e deluso della realtà nazionale, si reca
con una borsa di studio in Francia. Parigi si converte nel centro della produzione letteraria: mentre
lavora come traduttore presso l’UNESCO, scrive il resto della sua abbondante opera:
Final de juego (Fine del gioco), 1956.
Las armas secretas (Le armi segrete), 1959.
Historias de cronopios y de famas (Storie di cronopios e di famas), 1962.
Rayuela (Il gioco del mondo), 1963 (romanzo): raggiunge la fama, conquistando un suo spazio
importante accanto alle figure del “boom”.
-
-

Figura complessa: uomo dotato di un talento straordinario, di una personalità modesta e generosa,
consacrato completamente al suo lavoro. Nonostante ciò, durante l’ultima fase della sua produzione,
segnata dalla militanza politica e dalla difesa a oltranza della Rivoluzione Cubana, acquisì un profilo
troppo polemico che lo allontanò da un ampio settore intellettuale.
 Scrittore che sfugge ad ogni etichettatura:

la sua scrittura: affonda le sue radici nella letteratura fantastica – inevitabile influsso di
Borges-, ma elabora un mondo immaginario diverso.

Borges trama le sue fantasie sospettando che il mondo reale sia una illusione,

Cortázar mai si separa dalla realtà concreta:il suo scopo è dimostrare che sotto la
‘normalità’ del quotidiano si nasconde un mondo mostruoso, meraviglioso, terribile o
imprevedibile.

Per l’autore, se siamo in grado di scoprirlo, il meraviglioso si trova ovunque: quello che
intendiamo per ‘realtà’ è solo apparenza, la sua manifestazione fenomenologica. Il reale si
trova sotto il mondo apparente e nasconde il fantastico, che può affiorare
improvvisamente attraverso ‘passaggi’ che conducono dal mondo della fantasia al reale.

Scrittore capace di osservare la realtà con uno sguardo ludico e sconcertante che fondeva
l’innocenza del bambino, la pazzia e la creatività del poeta.

Nella fase più matura, al gioco aggiungerà la tematica rivoluzionaria e l’erotismo.

Particolarità del linguaggio: si sforza di evitare il linguaggio letterario e avvicinarlo il più
possibile al colloquiale “porteño”, più immediato e quotidiano.

Final de juego: racconto nel quale tre bambine giocano alle “belle statuine” vicino ad un
binario ferroviario. Hanno stabilito le loro regole, ma il gioco si complica quando scoprono
di essere osservate da un bambino, Ariel, che si trova sul treno. L’esistenza di un
“osservatore” cambia il gioco, fa sì che una bambina usi gioielli veri invece di finti per
mettersi in possa ed esso provoca la definitiva conclusione del gioco.
21
FINAL DEL JUEGO
Julio Cortázar
Continuidad de los parques
Había empezado a leer la novela unos días antes. La abandonó por negocios urgentes,
volvió a abrirla cuando regresaba en tren a la finca; se dejaba interesar lentamente por la
trama, por el dibujo de los personajes. Esa tarde, después de escribir una carta a su
apoderado y discutir con el mayordomo una cuestión de aparcerías, volvió al libro en la
tranquilidad del estudio que miraba hacia el parque de los robles. Arrellanado en su sillón
favorito, de espaldas a la puerta que lo hubiera molestado como una irritante posibilidad de
intrusiones, dejó que su mano izquierda acariciara una y otra vez el terciopelo verde y se puso
a leer los últimos capítulos. Su memoria retenía sin esfuerzo los nombres y las imágenes de
los protagonistas; la ilusión novelesca lo ganó casi en seguida. Gozaba del placer casi perverso
de irse desgajando línea a línea de lo que lo rodeaba, y sentir a la vez que su cabeza
descansaba cómodamente en el terciopelo del alto respaldo, que los cigarrillos seguían al
alcance de la mano, que más allá de los ventanales danzaba el aire del atardecer bajo los
robles. Palabra a palabra, absorbido por la sórdida disyuntiva de los héroes, dejándose ir hacia
las imágenes que se concertaban y adquirían color y movimiento, fue testigo del último
encuentro en la cabaña del monte. Primero entraba la mujer, recelosa; ahora llegaba el
amante, lastimada la cara por el chicotazo de una rama. Admirablemente restañaba ella la
sangre con sus besos, pero él rechazaba las caricias, no había venido para repetir las
ceremonias de una pasión secreta, protegida por un mundo de hojas secas y senderos
furtivos. El puñal se entibiaba contra su pecho, y debajo latía la libertad agazapada. Un
diálogo anhelante corría por las páginas como un arroyo de serpientes, y se sentía que todo
estaba decidido desde siempre. Hasta esas caricias que enredaban el cuerpo del amante como
queriendo retenerlo y disuadirlo, dibujaban abominablemente la figura de otro cuerpo que
era necesario destruir. Nada había sido olvidado: coartadas, azares, posibles errores. A partir
de esa hora cada instante tenía su empleo minuciosamente atribuido. El doble repaso
despiadado se interrumpía apenas para que una mano acariciara una mejilla. Empezaba a
anochecer.
Sin mirarse ya, atados rígidamente a la tarea que los esperaba, se separaron en la
puerta de la cabaña. Ella debía seguir por la senda que iba al norte. Desde la senda opuesta él
se volvió un instante para verla correr con el pelo suelto. Corrió a su vez, parapetándose en
los árboles y los setos, hasta distinguir en la bruma malva del crepúsculo la alameda que
llevaba a la casa. Los perros no debían ladrar, y no ladraron. El mayordomo no estaría a esa
hora, y no estaba. Subió los tres peldaños del porche y entró. Desde la sangre galopando en
sus oídos le llegaban las palabras de la mujer: primero una sala azul, después una galería, una
escalera alfombrada. En lo alto, dos puertas. Nadie en la primera habitación, nadie en la
segunda. La puerta del salón, y entonces el puñal en la mano, la luz de los ventanales, el alto
respaldo de un sillón de terciopelo verde, la cabeza del hombre en el sillón leyendo una
novela.
22
 Negli anni ‘40, un nutrito gruppo di scrittori pubblicò delle opere nelle quale apparivano
tecniche nuove:





Miguel Ángel Asturias, (1899-1974, guatemalteco. Nobel nel 1967). El Señor Presidente.
Alejo Carpentier (1904-1980, cubano). El reino de este mundo; Los pasos perdidos.
Juan Rulfo (1918-1986, messicano). Pedro Páramo.
Leopoldo Marechal (1900-1970), Adán Buenosayres; e Ernesto Sábato (1911-2011), El
túnel, Sobre héroes y tumbas; entrambi argentini.
Juan Carlos Onetti (1909-1994, uruguayano). El astillero, Dejemos hablar al viento.
 “REALISMO MÁGICO”: o l’IRRUZIONE DEL MERAVIGLIOSO NEL REALE.

Opere che differiscono notevolmente dalle quelle dei loro predecessori degli anni Venti.

Punto di riferimento esterno: lo scrittore statunitense Faulkner (autore degli anni ’30 che
si allaccia alla produzione esperimentale di Joyce, V. Woolf, M. Proust; impiegò tecniche
innovative come il flusso di coscienza, narrazioni con punti di vista multiple, e salti
temporali nel racconto).

Influsso del surrealismo: elementi del conscio e dell’inconscio.
 Originalità: mentre lo scrittore regionalista si sentiva obbligato a parlare di popoli e
culture estranei al suo contesto, questa generazione rifiuta i preconcetti formali e possa lo
sguardo su quello più vicino a loro (il paese natale, il luogo dove sono cresciuti, i regimi
dittatoriali che gettano nell’ombra i loro paesi, ecc.)
 Caratteristiche comuni:

abbondanza degli esperimenti formali, grande dispiego dell’immaginazione,

PADRONANZA LINGUISTICA mai vista finora in America Latina: creatività, freschezza del
linguaggio.

ASSENZA di BARRIERE O CONTINUITÀ: tra il quotidiano e lo fantastico o il comune e lo
straordinario; storie che raccontano i fatti più banali come se fossero eccezionali, e
quest’ultimi, come se fossero i più usuali.

ROMANZO COME MEZZO di PENETRAZIONE NELLA REALTÀ: in un continente dove
coesistono diverse ‘età storiche’, culture e tradizioni diverse; dove ancora perdurano miti,
leggende, superstizioni.

ASSI PORTANTI: magia, sogno, fantasia, ovvero la spontaneità intesa come rivolta contro
la rigidità e strettezza e repressione brutale delle dittature militari centroamericane.
23

Miguel Ángel Asturias, (1899-1974, guatemalteco. Nobel nel 1967).

El Señor Presidente: ispirato a fatti veramente accaduti durante il regime militare.
di Estrada Cabrera in Guatemala ed evitando ogni riferimento alla realtà, l’autore
descrive i sogni e le reazioni di uomini e donne che vivono sotto l’incubo della
dittatura.

INAUGURA UN FILONE che avrà un seguito interessante nei narratori del boom: romando
della dittatura.

Trama: il Signor Presidente, un malvagio demiurgo che controlla la vita quotidiana di ogni
cittadino, istaura un decalogo esistenziale dove la libera volontà viene considerata
tradimento, e l’agire individuale conduce alla morte. I personaggi reagiscono come delle
marionette, e quando credono di essere liberi, scoprono di essere caduti nella sua
trappola. Ma alla fine la gente si ribella, il sentimento trionfa sull’anonimato di un sistema
disumanizzante.

Importanza del sogno e dell’inconscio: diventano elementi costitutivi della trama perché
la gente non può parlare o dire la verità, per ciò, i sogni, le fantasie o i ricordi sono l’unico
mezzo per raggiungere i loro pensieri o sentimenti.

Visione grottesca di una dittatura particolarmente tirannica, con personaggi
emblematici, raccontata attraverso un linguaggio ricco di metafore, neologismi, giochi e
invenzioni di parole, onomatopeia, monologhi interiori.
24
25

Pubblicò solo due opere che attirarono l’attenzione del pubblico per la sua qualità
letteraria: egli riuscì a creare una prosa concisa ricca di pathos tragico e densità simbolica.

Rulfo è una figura centrale della narrativa messicana: dopo il successo, l’autore entrò in
una crisi emotiva che paralizzò la sua creatività, riducendolo al silenzio fino alla morte.

Novità: le grandi questioni sociali della sua terra sono presentate in chiave simbolica,
mitica e universale. Nella sua opera, la Rivoluzione Messicana è latente, ma non c’è un
solo riferimento, una sola data che possa collegarci ad essa: tutto è stato sottomesso alla
finzione grazie alle tecniche narrative del realismo magico. La causa va cercata nel
disincanto postrivoluzionario: il processo di lotta si è fermato cedendo il passo alla
burocratizzazione. Si è trasformata in un fantasma doloroso, una ferita aperta,
un’opportunità persa.

Pedro Páramo
-
Opera dove esperimenta due aspetti che convertono l’autore in un precursore del
romanzo degli anni’70: la frammentazione del tempo narrativo e la mistificazione del
mondo reale.
-
Uso delle tecniche cinematografiche: fashback, fade-out (evanescenza dell’immagine),
creando la sensazione di tagli, anticipazioni, riflessi, echi; utili agli aspetti simbolici del
racconto.
-
Rappresentazione dei una realtà che ha cancellato i limiti con l’immaginario popolare: la
vita e la morte, il mondo concreto e quello dell’oltretomba, i sogni premonitori, i vivi che
parlano con i morti, ecc (influenza culturale delle credenze náhuatl).
-
Trama: il giovane Juan Preciado, figlio del cacique Pedro Páramo, viaggia a Comala alla
ricerca della sua identità. Lì entra in contatto con personaggi incorporei (anime in pena),
che gli raccontano il passato di Comala e la cruda verità su suo padre; un uomo malvagio e
crudele che con la sua cattiveria causò la distruzione del villaggio. Il suo supplizio sarà
quello di ricordare incessantemente la sua colpa. Le ombre avvolgono a Juan Preciado che
muore di paura e ironicamente raggiunge il suo passato una volta sepolto.
Si anticipa l’idea di un luogo immaginario (Comala) come sede del racconto: un luogo mitico e
simbolico, dove i limiti tra il reale e l’immaginario, la vita e la morte, la realtà e i sogni sono
svaniti.
26
PEDRO PÁRAMO
Juan Rulfo
Vine a Comala porque me dijeron que acá vivía mi padre, un tal Pedro Páramo. Mi madre me
lo dijo. Y yo le prometí que vendría a verlo en cuanto ella muriera. Le apreté sus manos en señal
de que lo haría; pues ella estaba por morirse y yo en plan de prometerlo todo. «No dejes de ir a
visitarlo -me recomendó-. Se llama de otro modo y de este otro. Estoy segura de que le dará gusto
conocerte.» Entonces no pude hacer otra cosa sino decirle que así lo haría, y de tanto decírselo se
lo seguí diciendo aun después que a mis manos les costó trabajo zafarse de sus manos muertas.
Todavía antes me había dicho:
-No vayas a pedirle nada. Exígele lo nuestro. Lo que estuvo obligado a darme y nunca me dio... El
olvido en que nos tuvo, mi hijo, cóbraselo caro.
-Así lo haré, madre.
Pero no pensé cumplir mi promesa. Hasta que ahora pronto comencé a llenarme de sueños, a
darle vuelo a las ilusiones. Y de este modo se me fue formando un mundo alrededor de la
esperanza que era aquel señor llamado Pedro Páramo, el marido de mi madre. Por eso vine a
Comala.
Era ese tiempo de la canícula, cuando el aire de agosto sopla caliente, envenenado por el olor
podrido de las saponarias.
El camino subía y bajaba: «Sube o baja según se va o se viene. Para el que va, sube; para el que
viene, baja».
-¿Cómo dice usted que se llama el pueblo que se ve allá abajo?
-Comala, señor.
-¿Está seguro de que ya es Comala?
-Seguro, señor.
-¿Y por qué se ve esto tan triste?
-Son los tiempos, señor.
Yo imaginaba ver aquello a través de los recuerdos de mi madre; de su nostalgia, entre retazos de
suspiros. Siempre vivió ella suspirando por Comala, por el retorno; pero jamás volvió. Ahora yo
vengo en su lugar. Traigo los ojos con que ella miró estas cosas, porque me dio sus ojos para ver:
«Hay allí, pasando el puerto de Los Colimotes, la vista muy hermosa de una llanura verde, algo
amarilla por el maíz maduro. Desde ese lugar se ve Comala, blanqueando la tierra, iluminándola
durante la noche». Y su voz era secreta, casi apagada, como si hablara consigo misma... Mi madre.
-¿Y a qué va usted a Comala, si se puede saber? -oí que me preguntaban.
-Voy a ver a mi padre -contesté.
-¡Ah! -dijo él.
Y volvimos al silencio.
Caminábamos cuesta abajo, oyendo el trote rebotado de los burros. Los ojos reventados por el
sopor del sueño, en la canícula de agosto.
-Bonita fiesta le va a armar -volví a oír la voz del que iba allí a mi lado-. Se pondrá contento de ver
a alguien después de tantos años que nadie viene por aquí.
Luego añadió:
-Sea usted quien sea, se alegrará de verlo.
En la reverberación del sol, la llanura parecía una laguna transparente, deshecha en vapores por
donde se traslucía un horizonte gris. Y más allá, una línea de montañas. Y todavía más allá, la más
remota lejanía.
-¿Y qué trazas tiene su padre, si se puede saber?
27
-No lo conozco -le dije-. Sólo sé que se llama Pedro Páramo. -¡Ah!, vaya.
-Sí, así me dijeron que se llamaba.
Oí otra vez el «¡ah!» del arriero.
Me había topado con él en Los Encuentros, donde se cruzaban varios caminos. Me estuve allí
esperando, hasta que al fin apareció este hombre.
-¿Adónde va usted? -le pregunté.
-Voy para abajo, señor.
-¿Conoce un lugar llamado Comala?
-Para allá mismo voy.
Y lo seguí. Fui tras él tratando de emparejarme a su paso, hasta que pareció darse cuenta de que
lo seguía y disminuyó la prisa de su carrera. Después los dos íbamos tan pegados que casi nos
tocábamos los hombros.
-Yo también soy hijo de Pedro Páramo-me dijo.
Una bandada de cuervos pasó cruzando el cielo vacío, haciendo cuar, cuar, cuar.
Después de trastumbar los cerros, bajamos cada vez más. Habíamos dejado el aire caliente allá
arriba y nos íbamos hundiendo en el puro calor sin aire. Todo parecía estar como en espera de
algo.
-Hace calor aquí -dije.
-Sí, y esto no es nada -me contestó el otro-. Cálmese. Ya lo sentirá más fuerte cuando lleguemos a
Comala. Aquello está sobre las brasas de la tierra, en la mera boca del infierno. Con decirle que
muchos de los que allí se mueren, al llegar al infierno regresan por su cobija.
-¿Conoce usted a Pedro Páramo? -le pregunté.
Me atreví a hacerlo porque vi en sus ojos una gota de confianza.
-¿Quién es? -volví a preguntar.
-Un rencor vivo -me contestó él.
Y dio un pajuelazo contra los burros, sin necesidad, ya que los burros iban mucho más adelante de
nosotros, encarrerados por la bajada.
Sentí el retrato de mi madre guardado en la bolsa de la camisa, calentándome el corazón, como si
ella también sudara. Era un retrato viejo, carcomido en los bordes; pero fue el único que conocí de
ella. Me lo había encontrado en el armario de la cocina, dentro de una cazuela llena de yerbas;
hojas de toronjil, flores de Castilla, ramas de ruda. Desde entonces lo guardé. Era el único. Mi
madre siempre fue enemiga de retratarse. Decía que los retratos eran cosa de brujería. Y así
parecía ser; porque el suyo estaba lleno de agujeros como de aguja, y en dirección del corazón
tenía uno muy grande donde bien podía caber el dedo del corazón.
Es el mismo que traigo aquí, pensando que podría dar buen resultado para que mi padre me
reconociera.
-Mire usted -me dice el arriero, deteniéndose-: ¿Ve aquella loma que parece vejiga de puercos?
Pues detrasito de ella está la Media Luna. Ahora voltié para allá. ¿Ve la ceja de aquel cerro? Véala.
Y ahora voltié para este otro rumbo. ¿Ve la otra ceja que casi no se ve de lo lejos que está? Bueno,
pues eso es la Media Luna de punta a cabo. Como quien dice, toda la tierra que se puede abarcar
con la mirada. Y es de él todo ese terrenal. El caso es que nuestras madres nos malparieron en un
petate aunque éramos hijos de Pedro Páramo. Y lo más chistoso es que él nos llevó a bautizar. Con
usted debe haber pasado lo mismo, ¿no?
-No me acuerdo.
-¡Váyase mucho al carajo!
-¿Qué dice usted?
-Que ya estamos llegando, señor.
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-Sí, ya lo veo. ¿Qué pasó por aquí?
-Un correcaminos, señor. Así les nombran a esos pájaros.
-No, yo preguntaba por el pueblo, que se ve tan solo, como si estuviera abandonado. Parece que
no lo habitara nadie.
-No es que lo parezca. Así es. Aquí no vive nadie.
- ¿Y Pedro Páramo?
-Pedro Páramo murió hace muchos años.
[...]

L’autore prende in esame un soggetto ancora abbastanza nuovo per l’America Latina:
-
la vita quotidiana di ogni giorno,
-
i drammi della gente comune della città e dei loro rapporti umani (un giocatore di
football, un commerciante, uno scolaro, ecc.

Grande capacità di osservazione: del tessuto superficiale della vita, dei rapporti di lavoro
e del sottile intrecciarsi dell’ambizione personale, della censura, che determinano il
comportamento delle persone.

Temi principali dei sui racconti: scoprire i rapporti veri tra gli individui, relazioni che sono
state mascherate dalle convenzioni sociali.

La tregua (1963): storia che racconta la tensione fra la relazione amorosa, che
rappresenta un’evasione dalla routine dell’ufficio – che non riesce a sopraffare i
sentimenti umani-, e le relazioni familiari.

Gracias por el fuego (1965): storia personale di un magnate delle finanze che controlla la
maggior parte dell’Uruguay visto attraverso gli occhi del figlio, che lo odia, ma alla fine è
incapace di ucciderlo e riesce solo a suicidarsi. Il romanzo tocca un tema nazionale: un
padre autoritario senza scrupoli che si fa strada con l’inganno e la corruzione (simboleggia
la debolezza che l’autore scorge nella società uruguayana).
Primavera con una esquina rota (1982), Primavera con un angolo rotto: ambientata negli anni
della dittatura militare (colpo di Stato del 1973), racconta la storia della disintegrazione di una
famiglia, il padre dal presidio in Uruguay, la figlia, la madre ed il nonno dall’esilio in Spagna.
Ognuno racconta la sua storia: il padre scrive o immagina lettere alla moglie lontana, la figlia vive
l’esilio come un’avventura romantica. Finzione e realtà intrecciano fatti realmente accaduti.
29
30

Negli anni ‘60 , tanto in Spagna come in Europa, si assiste al trionfo della narrativa
latinoamericana, finora sconosciuta.

Il termine ‘boom’ fu impiegato per riferirsi a questa eccezionale coincidenza:
-
l’elevata qualità letteraria dei romanzi,
-
Il riconoscimento e trionfo internazionale.

Il successo dei giovani servì di riscatto agli scrittori precedenti: si riscoprono opere
importanti meritevoli di riconoscimento. Successe con Asturias, Borges, Carpentier…

Caratteristica comune degli scrittori del ‘boom’: si propongono di raggiungere la
“novela total” (romanzo totale) . Si tratta di un approccio della realtà ‘globale’, che
comprenda l’aspetto interno ed esterno dei personaggi, la problematica sociale e
quella esistenziale, il fantastico e il reale.

Storia del “boom”:

Non si trattò di un movimento, ne una scuola, ma un fenomeno di diffusione letteraria
nel quale presero parte case editrici come la spagnola Seix Barral, l’americana Losada e
la francese Gallimard, che facilitarono la diffusione internazionale dell’opera dei giovani
talenti:

Cominciò nel 1962 con la pubblicazione di La muerte di Artemio Cruz, di Carlos Fuentes,
ed il premio letterario Biblioteca Breve de Seix Barral a Mario Vargas Llosa per La
ciudad y los perros.

Continuò con la pubblicazione nel 1963 di Rayuela di Cortázar, romanzo venerato dalla
critica ma di difficile lettura.

1967 fu l’anno decisivo: Miguel Ángel Asturias riceve il Nobel
Cabrera Infante, Tres tristes tigres
Gabriel García Márquez, Cien años de Soledad.
Il ‘boom’ si prolungò agli anni ‘70 ed oltre, con la comparsa di Roa Bastos ed alte figure di
rilievo.
31

L’opera di Gabriel García Márquez si divide chiaramente in due periodi: prima e dopo Cien
años de soledad, un vero ‘spartiacque’ che rappresenta una sintesi, revisione e critica di
un modo di narrare, ed un preannuncio dell’avvenire letterario ispanoamericano.

Nato nel paesino di Aracataca, iniziò la sua carriera di scrittore come giornalista (dal 1947
lavorò presso ‘El Espectador‘ di Bogota), assimilando le caratteristiche di un genere che
mai abbandonerà. Durante il suo soggiorno nella capitale, presenziò la cruenta guerra
civile colombiana e ben presto scoprì il lato oscuro della politica, un’altro immancabile
tassello nella sua opera. Tuttavia, un chiaro obiettivo letterario guidava il suo percorso:
scrivere un romanzo ambientato in un paese immaginario, il suo ‘Macondo’, un luogo
dove trasferire i ricordi del mondo tropicale al quale era profondamente legato. Scrisse il
suo capolavoro in solo diciotto mesi, durante l’esilio messicano. Raggiunse in breve tempo
la notorietà, posizione che sin dal primo momento approfittò per dare voce ad un
continente oppresso e ai bisogni dei suoi abitanti. Fu uno scrittore prolifero ma
soprattutto profondo; nessuno come lui seppe raccontare la realtà latinoamericana, e lo
fece attraverso una prosa umana e vitale; frutto della sua ineguagliabile sensibilità.
Tra le sue opere, ricordiamo:

Romanzi:
-
La Hojarasca (1955), Foglie morte.
El coronel no tiene quien le escriba (1958), Nessuno scrive al colonnello.
La mala hora (1966), La mala hora.
Cien años de soledad (1967), Cent’anni di solitudine.
El otoño del patriarca (1975), L’autunno del patriarca.
Crónica de una muerte anunciada (1981), Cronaca di una morte annunciata.
El amor en los tiempos del cólera, (1985), L’amore ai tempi del colera.
El general en su laberinto (1989), Il generale nel suo labirinto.
Del amor y otros demonios (1994), Dell’amore e altri demoni.
Noticia de un secuestro (1996), Notizie di un sequestro.
Vivir para contarla (2002), Vivere per raccontarla (autobiografia romanzata).
Memoria de mis putas tristes (2004), Memorie delle mie puttane tristi.

-
Racconti:
Los funerales de la Mamá Grande (1962), I funerali della Mamá Grande.
Ojos de perro azul (1974), Occhi di cane azzurro.
“Monólogo de Isabel viendo llover en Macondo’ (1955), Monologo di Isabel vedendo
piovere a Macondo.
La increíble y triste historia de la cándida Eréndida y de su abuela desalmada (1972), la
incredibile e triste storia di Cándido Eréndida e della sua nonna snaturata.
-

-
Saggi:
Relato de un náufrago (1970), Storia di un naufrago, intervista.
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Argomento: racconta la storia della stirpe dei Buendía, fondatrice di Macondo, un paesino
sperduto ed inaccessibile tra montagne e paludi. Lì arrivano José Arcadio e Úrsula, due giovani che
fuggono dalla maledizione che pesa sui loro antenati, i quali dopo generazioni di matrimoni
consanguinei, hanno un figlio con coda di iguana. Alle generazioni future accade ogni sorta di cose
straordinarie: epidemie di insonnia, predizioni del futuro, ascensioni al cielo per bellezza, piogge di
fiori o di uccelli morti, ecc. Inoltre, i Buendía partecipano a guerre, scioperi che finiscono in
repressioni violente, ecc. Alla fine, e dopo sei generazioni, solo restano nella casa di famiglia una
giovane, abbandonata dal marito, e suo nipote, che ignari del loro legame si innamorano. In loro si
compiono le antiche profezie e Macondo viene raso a suolo, portato via da un uragano.
Caratteristiche del romanzo:

Presenta elementi che si ritroveranno in tutte le sue opere successive: una città solitaria,
tagliata fuori dal resto della civiltà; aspre contese politiche che morti e matrimoni non
riescono a superare; lo straniero che attira su di sé oddio e diffidenza.

Si tratta di un romanzo denso e ricco, suscettibile a diverse interpretazioni, ma allo
stesso tempo accessibile a qualsiasi tipo di lettore, grazie alla sua scrittura fluida, semplice
e familiare, e accattivante.

Partecipa della favola, del mito e dell’utopia popolare: transita per spazi reali
sconfinando il meraviglioso o il prodigioso.

La sua struttura ricorda quella dei libri sacri: va dalla Genesi all’Apocalissi, non mancano i
presagi, gli annunci, le promesse e le punizioni. La storia della stirpe dei Buendía è lunga
come quella del genere umano; è una tragedia e una parodia, un racconto denso e
vigoroso come la selva tropicale, ma allo stesso tempo, presenta una struttura simmetrica
e organizzata come un labirinto borgiano.

Tempo narrativo: è regolato da un rigoroso timer interno che comprime o espande il
tessuto narrativo nei momenti giusti. Il racconto ha una struttura ciclica e avvolgente, che
offre la sensazione di un continuo ripetersi degli eventi, di stare di fronte ad un
meccanismo che segue il percorso già tracciato di una storia precedentemente scritta.
Non esistono i capitoli, esiste solo un flusso continuo, un solo fiato.

Uso magistrale della metafora e del iperbole: accostamento esagerato di aggettivi che
rendono l’idea del meraviglioso.
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El otoño del patriarca (1975)

Appartenente al filone del ‘ciclo dei dittatori’, il romanzo prende in esame il fenomeno dei
governi di facto, analizzando tre aspetti fondamentali: la legittimazione dello Stato, la
solitudine del potere e la complicità tra i liberali elitari e settori antidemocratici della
società.

Tecnica narrativa: uso della cronaca. Il narratore con lo sguardo incuriosito di un cronista,
si trova tra quelli che, alla morte del ‘patriarca’ –che ha quasi l’età dell’America
indipendente- entrano nel suo palazzo; questo testimone descrive senza dar segni di
sorpresa gli incredibili avvenimenti della lunga dittatura.

Il tempo: romanzo immerso in una’atmosfera temporale quasi eterna, dove si narra la
storia di una figura politica senza nome, senza volto, ed in pieno declino. Tutti gli elementi
puntano a trasmettere questa idea di ‘tempo sospeso’, di ‘eternità di un sistema’
mediante: l’uso di un linguaggio asfissiante, di paragrafi lunghi e senza punteggiatura, di
metafore esagerate, di scenari monotoni e abbandonati. Il contrasto tra reale e
immaginario avvolge la mistica del dittatore, in un luogo dove si continua a vivere anche
quando il corpo di chi ha governato per un tempo infinito giace disteso per terra, tra la
sporcizia, gli animali e mura sgretolate.

Argomento:
Racconta la platonica storia d’amore tra Florentino Ariza, un giovane di umili origini e
appassionato di poesia, e l’adolescente Fermina Daza, figlia di un noto commerciante
arricchitosi con traffici illegali. Desideroso di combinare un buon matrimonio, il padre
respinge la richiesta ufficiale avanzata dal giovane per frequentare la figlia e decide di
allontanarla dalla città, inviandola in campagna dalla sua cugina Hidelbranda. Ma tutto è
in vano, i giovani continuano a ricambiarsi promesse future costruendo un idillio
epistolare. Florentino conta i giorni del suo ritorno, ma ormai convertita in una donna,
Fermina rompe il rapporto, delusa dall’insignificante figura del grande amore della sua
adolescenza. Dotata da una incredibile bellezza, attira le attenzioni del dottore Juvenal
Urbino, lo scapolo più ambito della città, che la chiede in matrimonio. L’amore nascerà
lentamente, superando liti, delusioni e tradimenti, ma raggiungendo un invidiabile
equilibro e costruendo una solida famiglia. Durante tutti questi anni e superato l’impatto
del rifiuto, Florentino intraprende una scalata sociale all’interno della Compagnia Fluviale
del Caraibi, affogando la sua tristezza nel piacere di altre donne, ma senza mai scordarsi
della sua ‘dea incoronata’.
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Il suo carattere malinconico e testardo manterranno vivo il suo obiettivo: riconquistare
Fermina. Quando finalmente Juvenal Urbino muore, già anziano e cadendo pateticamente
da una scala, Florentino si reca alla casa della vedova ribadendo la sua promessa. La
donna lo caccia subito, ma dopo qualche mese, risponderà alle lettere, iniziando una
relazione che finalmente coronerà il loro sogno d’amore giovanile, imbarcandosi un
viaggio interminabile sul fiume Orinoco dove ritrovano se stessi.
El amor en los tiempos del cólera
35

Nato ad Arequipa (Perù), è uno dei grandi protagonisti del ‘boom’ al
quale ha contribuito con una ricca e originale produzione. Alternò la
letteratura con la docenza, la politica ed il giornalismo. Scrisse
romanzi, racconti, opere teatrali e saggi. Il Perù, presentato in tutta
la sua complessità ed estensione, è il ‘fondale’ principale delle sue
storie, raccontate mediante l’accostamento tecnico del monologo
interiore e la frammentazione del tempo.
 Opere più significative:



La ciudad y los perros (1963), La città e i cani.
Conversación en La Catedral (1968), Conversazione nella cattedrale.
Pantaleón y las visitadoras (1973), Pantaleón e le visitatrici.
La ciudad y los perros
 È tratto dall’esperienza personale dello scrittore in una scuola militare, ma la
visuale del romanzo si estende ben oltre. La scuola è intesa come un microcosmo
della società peruviana.
 Titolo che desta curiosità: la città a Lima, con i suoi cinema, i suoi bordelli, le sue
ragazze, e le sue spiagge che si trovano al di là delle mura della scuola. All’interno
si trovano i perros, gli studenti del primo anno, momentaneamente isolati dal
mondo di appartenenza e costretti a sopportare i ‘rituali di accettazioni’ degli
studenti più anziani.
 Argomento: i cadetti del primo anno ‘le matricole’ di una scuola militare formano
una società segreta per difendersi degli abusi che gli altri le propinano. Ma i più
forti all’interno del gruppo, la trasformano in un circolo di scommesse, che
organizza imbrogli agli esami e contrabbando di liquori nella scuola. Ma
l’istituzione militare, che con la sua ferrea disciplina è intesa ad inculcare
“obbedienza, lavoro e coraggio”, crea una sottosocietà nella quale sopravvivono i
più forti ed emergono come leader i più spavaldi, evitando il lavoro con la truffa e
scambiando il coraggio con la prepotenza. La trama si centra attorno al furto di
domande d’esame organizzato dal ‘Giaguaro’, un personaggio terrificante, un
orfano che ha come uniche qualità il coraggio e la lealtà. Egli costringe ad un suo
compagno, di nome Cava, a rubare le domande, ma Cava a sua volta è denunciato
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dallo ‘Schiavo’, un debole che non riesce ad inserirsi nel collegio e che è diventato
informatore per ottenere il permesso dominicale di vedere la sua ragazza. Lo
Schiavo rimane misteriosamente ucciso durante un’esercitazione e Alberto
tradisce al Giaguaro accusandolo dell’assassinio. Ma il giro di tradimenti è quasi
infinito: posteriormente si scopre che Alberto usciva con la fidanzata del giaguaro.
Nel romanzo spiccano pure altre figure simboliche, come il Boa, una specie di
inconscio collettivo per dove scorre la violenza al suo stadio più istintivo.
 Interpretazione: il romanzo avrebbe potuto essere un romanzo di protesta sociale,
ma non ci sono giudizi morali. L’autore trasforma questo materiale in una visione
profonda delle motivazioni umane, utilizzando diversi punti di vista, inserendo
diversi piani temporali per proiettare diversi livelli di coscienza e lucidità. La scuola
è un microcosmo della società peruviana: il doloroso e traumatico adattamento
dell’individuo alle regole perbeniste della realtà contemporanea.
Conversación en La Catedral
Attraverso il dialogo intenso e sostenuto nel bar ‘La Catedral’ tra un giornalista e la
guardia del corpo di un dittatore (un negro schiavo antico inserviente di famiglia), l’autore
dipinge un’immagine desolante del suo paese.
Pantaleón y las visitadoras
Un giovane ufficiale, riceve l’incarico di formare una squadra di prostitute al servizio
delle forze armate del Perù, per porre fine alle loro sbandate sessuali che avevano messo
a soqquadro l’Amazzonia. Il capitano Pantoja prende seriamente l’obiettivo di questa
‘missione segreta’ organizzando ad Iquitos un reggimento di donne ispirato ai canoni della
vita militare: gerarchia, uniforme, regolamento, inno, elenchi prioritari di soldati in
‘astinenza’, mezzi di trasporto, collegamento telegrafico, ecc; un ingranaggio oleato che
sfugge di mano mettendo in pericolo l’istituzione da lui creata e in ridicolo l’immagine
delle forze armate. La notizia della morte improvvisa di una delle prostitute riportata sui
giornali, con la fotografia dello stesso Pantoja che piange sconsolatamente in veste
ufficiale la perdita di una ‘eroina della Patria’, messe fine allo sperimento. Dietro il silenzio
istituzionale, verrà definitivamente allontanato da Iquitos, e trasferito con sua moglie ad
un avamposto di frontiera con la Bolivia.
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È una satira fresca e divertente sulla vita nell’esercito attraverso la dissacrazione degli
elementi costitutivi del sistema: la ferrea disciplina, l’ubbidienza cieca, e le forme.
La prosa agile e scorrevole si arricchisce con l’uso di un registro linguistico colloquiale,
introducendo i meccanismi di comunicazione testuale e la particolare retorica discorsiva
della vita militare, strumenti ironizzati per l’ilarità dei contenuti della materia narrativa.
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
Nata a Lima ma cresciuta in Cile, la nipote del presidente Salvador Allende, visse diversi
anni esiliata dopo il colpo di stato che destituì suo zio dal Palacio de la Moneda.

Con La casa de los espíritus (1982), un romanzo che risente dal potente carisma narrativo
di García Márquez con il quale raggiunse la fama internazionale. La scrittrice combina un
trasfondo storico recente con l’amore, l’erotismo ed il mondo domestico femminile,
riprodotto dallo sguardo sensibile di una donna ed immerso nella magia e lo straordinario.
In esso, le vicende personali si intrecciano in un quadro sociopolitico velocemente
trasformato, lasciando un messaggio di speranza per le generazioni future.

Argomento: racconta le vicende di Esteban Trueba, un giovane ambizioso intenzionato a
costruirsi una posizione per sposare la bellissima Rosa del Valle. Preso dalla disperazione
per la morte improvvisa della ragazza, si trasferisce nella tenuta di campagna di famiglia,
ormai in rovina. Il giovane riporta “Le Tre Marie” all’antico splendore, e dopo anni di
isolamento e vita selvaggia, torna in città deciso a sposare a Clara, sorella di Rosa.
Raggiunto l’accordo matrimoniale, la giovane torna alla vita rompendo il silenzio che si era
imposta dopo la morte della sorella. Insieme a loro, va a vivere Férula, sua cognata, la
quale istaura una solida amicizia con Clara, ma il suo attaccamento morboso le costerà
l’allontanamento ed una morte in solitudine e povertà. In tanto Clara da a luce una
bambina, Blanca, che, sopraggiunta l’età adatta, viene mandata in collegio. Nel frattempo,
i rapporti tra gli sposi peggiorano, e durante una lite Esteban picchia sua moglie, la quale
fa ritorno in città. Fattasi grande, Blanca torna nella fattoria, e riprende il rapporto con
Pedro, il figlio di un contadino dal quale era stata inseparabile sin da bambina. Dai suoi
amori clandestini nasce Alba, figura nella quale il già anziano padre, divenuto pure un
importante uomo politico di destra, riversa tutto il suo affetto. Ma la situazione nazionale
precipita quel quadro di serena felicità: avendo perso le elezioni, è costretto ad
appoggiare il colpo di stato di Pinochet. I militare non tarderanno in liberarsi dai politici
consenzienti, e sua figlia, militante politica antigolpista, sarà catturata, torturata e
stuprata ferocemente. Grazie a vecchie conoscenze personali, riesce a fare fuggire a Pedro
e Blanca in Canada. Muore ricuperando la serenità perduta, in mezzo agli spiriti benevoli
di famiglia che lo accoglieranno con affetto. Sua nipote, troverà il diario della nonna Clara,
ricostruendo la magica e lunga storia dei Trueba.

Opere più significative:
De amor y sombra (1984), Dell’amore e delle ombre.
Eva Luna (1987)
Paula (1994)
Las memorias del águila e del jaguar (trilogia, 2002-2004), Le memorie dell’aquila e del
giaguaro.
La isla bajo el mar (2009), L’isola sotto il mare.
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